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DIRIGENTE
SCOLASTICO
CONCORSO 2017 GUIDA ALLA PREPARAZIONE
di Salvatore Amato
Aggiornamenti (nel sommario in rosso i capitoli aggiornati)
(La versione distribuita a partire dal 1° settembre 2018
non richiede questi aggiornamenti)
Informazioni sul testo sono reperibili nel sito
www.concorsods2017.it
AUTHORPUBLISHERS
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SOMMARIO
Prefazione
L‟evoluzione degli ordinamenti scolastici dal periodo
napoleonico alla Buona Scuola
Sistema educativo di istruzione e formazione italiano
Sistemi educativi europei
La scuola dell‟autonomia
I decreti legislativi attuativi della Buona Scuola
Le responsabilità del Dirigente scolastico
Il Sistema Nazionale di Valutazione
Bisogni Educativi Speciali (BES)
Orientamento e didattica orientativa
Ambienti di apprendimento
Alternanza Scuola Lavoro (ASL)
Sicurezza nella scuola - D.Lgs n.81/2008
Responsabilità civile e penale
Le organizzazioni complesse
Organizzazione e gestione della scuola
Programmazione economico-finanziaria
Le sanzioni disciplinari per il personale della scuola
Lavoro pubblico e organizzazione della PA
Evoluzione normativa della comunicazione pubblica
Trasparenza amministrativa: dalla L. 241/90 al FOIA
Diritto alla riservatezza: dal Codice privacy al GDPR
Glossario giuridico
Guida alla prova scritta
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PREFAZIONE
Frutto dell'approfondimento teorico e dell'esperienza sul campo
dell'autore, acquisita sia nel ruolo di Dirigente scolastico che in
quello di formatore di docenti, questo volume si pone l'obiettivo
di delineare con chiarezza il quadro generale della realtà
scolastica attuale, focalizzando costantemente la propria
attenzione sulle competenze, le funzioni e le responsabilità che
oggi caratterizzano la figura del Dirigente Scolastico.
I vari ambiti che il testo affronta coprono l'ampia gamma di
argomenti richiesti dal concorso per dirigenti scolastici 2017 e
permettono di cogliere con grande lucidità lo sviluppo normativo
e i profondi cambiamenti che hanno attraversato le istituzioni
scolastiche, soprattutto negli ultimi venti anni, fino al processo di
riforma attualmente in corso.
Aggiornato alle ultime novità che hanno interessato il mondo
della scuola, dalla c.d. Legge della “Buona scuola” e i relativi
decreti attuativi del 13 aprile 2017 alla Riforma Madia sul
pubblico impiego (D.lgs. n. 74/2017 e d.lgs. n. 75/2017), dalla
Carta dei diritti e doveri degli studenti in Alternanza (D. I. 3
novembre 2017) al recente decreto sull'Amministrazione digitale
(D.lgs 217 del 13 dicembre 2017), il volume consente a chi vuole
affrontare le prove concorsuali di fare chiarezza su un tessuto
normativo complesso, che ha subito non poche modificazioni e
integrazioni anche ravvicinate, e permette di mettere a fuoco,
anche grazie alla presenza di schemi e riquadri sinottici, i nuclei
fondanti di questo percorso di cambiamento, per comprendere le
sfide che la scuola e i suoi dirigenti devono saper affrontare
nell'attuale società della conoscenza.
(Prof.ssa Laura Rossetto)
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SISTEMA EDUCATIVO DI ISTRUZIONE E FORMAZIONE ITALIANO
Restano inalterarati i seguenti paragrafi
Principi fondamentali
Scuole statali e non statali
Architettura del sistema educativo italiano
Classificazione internazionale dell’istruzione (ISCED
2011)
European Qualification Framework - EQF
IeFP (Istruzione e Formazione Professionale)
AFAM (Alta Formazione Artistica, Musicale e Coreutica
Sviluppo storico degli IFTS e degli ITS
Viene aggiunto il seguente paragrafo
Gli Istituti comprensivi
La nascita e l’evoluzione
La nascita degli Istituti comprensivi deve ricollegarsi alla legge
n. 97/1994 sulla tutela delle zone di montagna, atto da cui prende
avvio la "verticalizzazione" della scuola di base, a prescindere da
un esplicito disegno di carattere pedagogico o curricolare, tant‟è
che non vengono concepiti come un nuovo "grado" scolastico,
ma più semplicemente come una forma integrata di gestione dei
servizi scolastici in un territorio caratterizzato dalla sua
specificità e peculiarità.
Qualche anno dopo gli Istituti comprensivi vengono estesi anche
in pianura e nei contesti urbani (L. 662/96), di tutto il territorio
nazionale e incominciano ad assumere un significato
pedagogico, fortemente innovativo, anche se in alcuni casi
questo processo è stato sentito soltanto come una necessità
inderogabile, a causa del persistente calo demografico degli
alunni, per ottimizzare le risorse e venire incontro, nello stesso
tempo, alle richieste dell'utenza, che avrebbe avuto gravi disagi
per l'accorpamento delle scuole, di pari grado, con altre dei
5
Comuni vicini, perdendo l'identità culturale. Comunque la logica
alla base di tale processo è stata quella di creare poli di
erogazione del servizio scolastico capaci di migliorare l‟offerta
formativa all‟interno di un determinato territorio in maniera
sinergica ed esaustiva.
Nello stesso tempo, l‟art. 2 del DPR 233/98 fissava i limiti
dimensionali (le istituzioni scolastiche per acquisire o mantenere
la personalità giuridica dovevano avere, di norma, una
popolazione, consolidata e prevedibilmente stabile almeno per
un quinquennio, compresa tra 500 e 900 alunni; tali indici sono
assunti come termini di riferimento per assicurare l'ottimale
impiego delle risorse professionali e strumentali, ridotti a 300
nelle zone di montagna, piccole isole, aree geografiche
caratterizzate da specificità linguistiche - con la legge di stabilità
2012, i parametri minimi sono stati portati da 500 a 600 e da 300
a 400 per le scuole di montagna e piccole isole) sulla base dei
quali provvedere ad una redistribuzione di scuole su un
determinato territorio scorporando o accorpando non solo istituti,
ma anche sedi coordinate, sedi staccate, succursali. Alla luce di
ciò sono state realizzate forme di razionalizzazione sia di tipo
verticale, ossia gli IC, sia di tipo orizzontale, cioè fra istituti
dello stesso ordine e grado, soprattutto nel contesto
dell‟istruzione superiore di secondo grado: i cosiddetti IIS,
Istituti di istruzione secondaria superiore
Nell'anno scolastico 2000-2001, il dimensionamento delle
istituzioni scolastiche, connesso all'avvio dell'autonomia, ha
comportato la nascita di un elevato numero di Istituti
comprensivi. Si è passati nel giro di un anno da circa 1000 a
circa 3000, per assestarsi ai giorni nostri intorno ai 4800.
La rapida diffusione del nuovo modello organizzativo, a cavallo
dell‟anno 2000, è dovuta alla possibilità di raggiungere più
agevolmente le soglie minime, fissate dal DPR 233/98, per il
dimensionamento degli istituti ai fini dell‟autonomia scolastica,
ma ciò, comunque, non mette in secondo piano le motivazioni
pedagogiche ed istituzionali che si erano create attorno alle
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vicende delle scuole verticalizzate.
L‟art. 19, commi 4, del D.L. n.98 del 6 luglio 2011, convertito,
con modificazioni dalla legge 15 luglio 2011, n.111 ha previsto
“Per garantire un processo di continuità didattica nell‟ambito
dello stesso ciclo di istruzione, a decorrere dall‟anno scolastico
2011-2012 la scuola dell‟infanzia, la scuola primaria e la scuola
secondaria di primo grado sono aggregate in istituti comprensivi,
con la conseguente soppressione delle istituzioni scolastiche
autonome costituite separatamente da direzioni didattiche e
scuole secondarie di I grado; gli istituti compresivi per acquisire
l‟autonomia devono essere costituiti con almeno 1.000 alunni,
ridotti a 500 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni
montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità
linguistiche”.
La suddetta disposizione, modifica sia l‟assetto organizzativo
che i parametri previsti dall‟art. 2, commi 2 e 3, del D.P.R. 18
giungo 1998, n. 233 con evidenti riflessi sull”attribuzione
dell‟autonomia agli istituti comprensivi.
Il comma 4 dell‟art. 19 è stato eliminato in quanto dichiarato
costituzionalmente illegittimo con sentenza della Corte
costituzionale 7 giugno 2012, n. 147.
Con la legge di stabilità 2012, i parametri minimi sono stati
portati da 500 a 600 e da 300 a 400 per le scuole di montagna e
piccole isole.
La ricerca e la sperimentazione
I dati relativi alla diffusione nel nostro paese degli Istituti
comprensivi testimoniano la notevole vitalità di questa
esperienza, la cui storia, come abbiamo visto, non sempre è stata
facile, perché non sempre è apparso chiaro il rapporto tra un
modello di organizzazione scolastica nato inizialmente per far
fronte ad una emergenza territoriale (zone di montagna) e le
molteplici e profonde innovazioni che sono state introdotte nelle
7
scuole con la legge Bassanini sull‟autonomia scolastica
(L.59/97) e con la legge Moratti di riforma dei cicli di istruzione
(L.n.53/2003). L‟istituto comprensivo ha acquisito, nel corso
degli anni, un valore aggiunto che lo ha trasformato in un
“laboratorio sperimentale “ per mettere alla prova, mediante
appositi progetti di ricerca/azione, “dimensioni pedagogiche”
quali la flessibilità, la responsabilità e l‟integrazione legati al
processo di autonomia delle scuole e la verticalità
dell‟insegnamento, sia disciplinare che trasversale, nell‟ottica
della continuità educativa e didattica.
Tra le iniziative sperimentali attuate dagli istituti comprensivi,
merita menzione il “Progetto nazionale di ricerca-azione -
l’Istituto Comprensivo: laboratorio per l’innovazione”, che ha
visto impegnati, per un triennio, 21 istituti sperimentali su aree di
ricerca essenziali per il successo formativo delle nuove scuole
nella prospettiva dell‟autonomia (organizzazione didattica,
verticalità e continuità curricolare, rapporti con il territorio). Le
predette sperimentazioni, anche se hanno interessato gruppi
limitati di istituti, hanno messo in evidenza che l‟istituto
comprensivo è capace di garantire:
a) un‟efficace continuità educativa e didattica (curricolo
verticale);
b) una gestione più flessibile dell‟organizzazione (autonomia
didattica);
c) rapporti più stretti con i genitori ed il territorio (integrazione
sociale).
Nel 1999 è stato previsto, da parte del Ministero della P.I. un
secondo Progetto Nazionale, finalizzato a promuovere una
ricerca-azione sui curricoli da strutturare per obiettivi formativi,
coordinati in verticale e declinati in competenze degli allievi,
attraverso i quali differenziare progressivamente
l‟organizzazione dei saperi.
8
Tale ricerca-azione sui curricoli verticali è stata realizzata però in
un periodo in cui si sono verificati profondi cambiamenti sia dal
punto di vista politico che istituzionale (vedi transizione dal
Ministro Berlinguer al Ministro Moratti), cambiamenti che
hanno determinato anche uno stato diffuso di incertezza nelle
scuole.
Comunque, le occasioni di progettazione comune, di
integrazione, di scambio (laboratori integrati, classi aperte,
piccoli gruppi, rapporti intensi con il territorio) che si sono
realizzate negli istituti comprensivi impegnati nel predetto
progetto, hanno delineato un ambiente ad alto tasso di
comunicazione, di dialogo interprofessionale, di forte mobilità
intellettuale, che offre grandi potenzialità per superare modelli
rigidi e vecchie gerarchie culturali tra i saperi.
Un originale progetto educativo
L‟esigenza di aprire le classi, di organizzare laboratori integrati
per ragazzi di età diverse, di utilizzare pienamente risorse messe
a disposizione dal territorio, determina senza ombra di dubbio
una più forte connotazione culturale e sociale dell‟ambiente di
apprendimento all‟interno e all‟esterno della scuola.
Come dirigente scolastico ho avuto esperienza diretta in un
Istituto comprensivo di Venezia (Centro storico) e quindi ho
avuto la possibilità di approfondirne lo studio. Sin dal primo
momento mi sono trovato di fronte ad un ambiente educativo
innovativo e stimolante sotto il profilo pedagogico, organizzativo
e professionale, dove emergeva un‟entità unitaria, che aggregava
perfettamente in un‟unica struttura funzionale la scuola
dell‟infanzia, la scuola primaria e la scuola secondaria di primo
grado, presenti nello stesso territorio, e che perseguiva il fine di
migliorare e rendere più coerente il progetto educativo rivolto
agli alunni dai 3 ai 14 anni.
9
Potenzialità e punti di forza
Da questa mia esperienza diretta e dall‟analisi dei dati delle
azioni di monitoraggio avviate dal Ministero della P.I. posso dire
che sul piano gestionale essi vanno identificati sopratutto nella
unicità del Dirigente scolastico, del Consiglio d‟istituto, del
Collegio dei docenti, del Programma annuale; sul piano
pedagogico, per la concreta realizzazione della continuità
didattica ed educativa tra i diversi gradi di scuola.
In questi istituti, il continuo confronto tra i docenti dei diversi
gradi di scuola consente di agevolare il passaggio da un livello
scolastico all‟altro, di impostare progetti di studio comuni, di
valorizzare gli interessi e le attitudini particolari dei ragazzi.
Nell‟istituto verticale, soprattutto, si può concentrare l‟attenzione
sulle transizioni strategiche (ad esempio, tra scuola dell‟infanzia
e scuola primaria, tra la classe quinta “elementare” e prima
“media”), per favorire la progressiva conquista dell‟autonomia
degli allievi in alcune competenze di base. Ma, al di là del
miglioramento dei raccordi nei passaggi, nell‟istituto
comprensivo si possono gettare le basi per la costruzione
di curricoli verticali, finalizzati ad una migliore qualità degli
apprendimenti, come risulta dai vari monitoraggi sull‟autonomia,
dove emerge che nell‟istituto comprensivo è più facile mettere in
comune risorse umane e strumentali (docenti, attrezzature,
finanziamenti) e che le opportunità di flessibilità risultano
maggiormente sfruttate proprio nelle scuole verticalizzate che si
presentano, nel contempo, come un ambiente professionale
fortemente dinamico.
Vincoli e procedure per la costituzione di un istituto
comprensivo
Con il D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998 sono state conferite alle
Regioni le funzioni di programmazione dell‟offerta formativa
integrata tra istruzione e formazione professionale e di
pianificazione della rete scolastica, sulla base dei piani
provinciali e nei limiti delle risorse umane e finanziarie
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disponibili (art. 138). Le funzioni di redazione dei piani di
organizzazione della rete delle Istituzioni scolastiche e di
istituzione, aggregazione, fusione e soppressione delle scuole in
attuazione degli strumenti di pianificazione sono state delegate
alle Province, competenti per le scuole secondarie di secondo
grado, e ai Comuni per quanto riguarda gli altri gradi
d‟istruzione (art. 139).
Nella fase di costituzione di un Istituti comprensivi, si tiene
conto sia del numero degli studenti e dell‟organico fissato per
ciascuna provincia sia delle modalità del coordinamento e
gestione tra i vari soggetti che intervengono, e ciò al fine di
salvaguardare l‟identità e gli interessi reciproci: rispettare i limiti
di spesa dati dal bilancio comunale; organizzare gli Istituti
comprensivi utilizzando le strutture scolastiche esistenti;
razionalizzare le spese nell‟organizzazione dei servizi di
supporto all‟attività scolastica quali il trasporto, la refezione e il
doposcuola; distribuire le sedi delle scuole in modo omogeneo
nel Territorio; rispettare la storia dei singoli istituti scolastici
accorpati; valutare le strutture degli edifici scolastici alla luce del
riordino (sicurezza, spazi e capienza, accessibilità… ); valutare
l‟eventuale soppressione dei plessi che faticano a raggiungere le
iscrizioni minime previste per legge o che richiedono interventi
onerosi di ristrutturazione e/o messa a norma.
Valorizzazione degli istituti comprensivi
In Italia, nell‟anno scolastico 2016/2017, il numero di Istituzioni
principali sedi di direttivo era pari a 8.406, di cui 125 Centri
Provinciali per l‟Istruzione degli Adulti (CPIA) e 8.281
Istituzioni scolastiche (fonte INDIRE). Queste ultime sono
distribuite fra: •
472 Circoli Didattici •
4.869 Istituti Comprensivi •
199 Istituti principali di I grado •
2.741 Istituti di II grado.
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Come si può notare, gli istituti comprensivi rappresentano la
fetta più consistente della scuola dell‟obbligo italiana, pertanto si
renderebbe necessario potenziare notevolmente le attività di
ricerca e di studio attorno a questo nuovo modello, per farlo
uscire definitivamente dalla logica delle "razionalizzazioni" e
proiettarlo verso i piani "nobili" del sistema scolastico italiano.
12
I SISTEMI EDUCATIVI EUROPEI
Restano inalterarati i seguenti paragrafi
Origini e trasformazioni dei sistemi scolastici centralizzati e
decentrati
Decentramento decisionale: cause e risultati
Il contesto europeo
Sistemi educativi europei a confronto
Modelli contrapposti convergenti
Viene aggiornato il seguente paragrafo
La Raccomandazione sulle competenze chiave del 2006
Certificazione delle competenze al termine dell’obbligo di
istruzione
Il sistema scolastico italiano, in seguito al D.M. n. 139/2007
(“Regolamento recante norme in materia di adempimento
dell’obbligo di istruzione” ), promulgato dal Governo (Ministro
Fioroni), assumeva come orizzonte di riferimento le Competenze
chiave per l’apprendimento permanente definite dal Parlamento
europeo e dal Consiglio dell‟Unione europea.
Per attuare la Raccomandazione europea, il suddetto decreto
introduceva le Competenze di base, articolate in quattro Assi
culturali, a conclusione dell‟obbligo di istruzione e dato che da
sole non coprivano tutte le competenze chiave per
l‟apprendimento permanente (europee), alle competenze di base
venivano affiancate le Competenze chiave per la
cittadinanza, anche queste da conseguire al termine dell‟obbligo
scolastico.
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Le competenze di base sono articolate in quattro Assi
culturali: (Allegato n. 1 D.M. n. 139/2007) 1. Asse dei linguaggi
a. Padronanza della lingua italiana
b. Utilizzare una lingua straniera per i principali scopi
comunicativi ed operativi
c. Utilizzare gli strumenti fondamentali per una
fruizione consapevole del patrimonio artistico e
letterario
d. Utilizzare e produrre testi multimediali
2. Asse matematico
a. Utilizzare le tecniche e le procedure del calcolo
aritmetico ed algebrico, rappresentandole anche sotto
forma grafica
b. Confrontare ed analizzare figure geometriche,
individuando invarianti e relazioni.
c. Individuare le strategie appropriate per la soluzione di
problemi
d. Analizzare dati e interpretarli sviluppando deduzioni
e ragionamenti sugli stessi anche con l‟ausilio di
rappresentazioni grafiche, usando
consapevolmente gli strumenti di calcolo e le
potenzialità offerte da applicazioni specifiche di tipo
informatico
3. Asse scientifico-tecnologico
a. Osservare, descrivere ed analizzare fenomeni
appartenenti alla realtà naturale e artificiale e
riconoscere nelle sue varie forme i concetti di
sistema e di complessità
b. Analizzare qualitativamente e quantitativamente
fenomeni legati alle trasformazioni di energia a
partire dall‟esperienza
c. Essere consapevole delle potenzialità e dei limiti delle
tecnologie nel contesto culturale e sociale in cui
vengono applicate
4. Asse storico e sociale
a. Comprendere il cambiamento e la diversità dei tempi
storici in una dimensione diacronica attraverso il
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confronto fra epoche e in una dimensione sincronica
attraverso il confronto fra aree geografiche e culturali.
b. Collocare l‟esperienza personale in un sistema di
regole fondato sul reciproco riconoscimento dei diritti
garantiti dallaCostituzione, a tutela della persona,
della collettività e dell‟ambiente.
c. Riconoscere le caratteristiche essenziali del sistema
socio economico per orientarsi nel tessuto produttivo
del proprio territorio.
Le otto competenze chiave (italiane) di cittadinanza:
(allegato n. 2 D.M. n. 139/2007)
1. Imparare ad imparare: organizzare il proprio
apprendimento, individuando, scegliendo ed utilizzando
varie fonti e varie modalità di informazione e di
formazione (formale, non formale ed informale), anche
in funzione dei tempi disponibili, delle proprie strategie e
del proprio metodo di studio e di lavoro.
2. Progettare: elaborare e realizzare progetti riguardanti lo
sviluppo delle proprie attività di studio e di lavoro,
utilizzando le conoscenze apprese per stabilire obiettivi
significativi e realistici e le relative priorità, valutando i
vincoli e le possibilità esistenti, definendo strategie di
azione e verificando i risultati raggiunti.
3. Comunicare:
a. comprendere messaggi di genere diverso
(quotidiano, letterario, tecnico, scientifico) e di
complessità diversa, trasmessi utilizzando
linguaggi diversi (verbale, matematico,
scientifico, simbolico, ecc.) mediante diversi
supporti (cartacei, informatici e multimediali)
b. rappresentare eventi, fenomeni, principi, concetti,
norme, procedure, atteggiamenti, stati d‟animo,
emozioni, ecc. utilizzando linguaggi diversi
(verbale, matematico, scientifico, simbolico, ecc.)
e diverse conoscenze disciplinari, mediante
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diversi supporti (cartacei, informatici e
multimediali).
4. Collaborare e partecipare: interagire in gruppo,
comprendendo i diversi punti di vista, valorizzando le
proprie e le altrui capacità, gestendo la conflittualità,
contribuendo all‟apprendimento comune ed alla
realizzazione delle attività collettive, nel riconoscimento
dei diritti fondamentali degli altri.
5. Agire in modo autonomo e responsabile: sapersi inserire
in modo attivo e consapevole nella vita sociale e far
valere al suo interno i propri diritti e bisogni
riconoscendo al contempo quelli altrui, le opportunità
comuni, i limiti, le regole, le responsabilità.
6. Risolvere problemi: affrontare situazioni problematiche
costruendo e verificando ipotesi, individuando le fonti e
le risorse adeguate, raccogliendo e valutando i dati,
proponendo soluzioni utilizzando, secondo il tipo di
problema, contenuti e metodi delle diverse discipline.
7. Individuare collegamenti e relazioni: individuare e
rappresentare, elaborando argomentazioni coerenti,
collegamenti e relazioni tra fenomeni, eventi e concetti
diversi, anche appartenenti a diversi ambiti disciplinari, e
lontani nello spazio e nel tempo, cogliendone la natura
sistemica, individuando analogie e differenze, coerenze
ed incoerenze, cause ed effetti e la loro natura
probabilistica.
8. Acquisire ed interpretare l’informazione: acquisire ed
interpretare criticamente l'informazione ricevuta nei
diversi ambiti ed attraverso diversi strumenti
comunicativi, valutandone l‟attendibilità e l‟utilità,
distinguendo fatti e opinioni.
Alla conclusione dell‟obbligo di istruzione, coincidente col
primo biennio della Scuola Secondaria di 2° grado, i Consigli di
Classe compilano un modello, rilasciato dal MIUR ed identico
in tutte le scuole del territorio nazionale, attestante la
„certificazione delle competenze di base acquisite
nell’assolvimento dell’obbligo d’istruzione‟.
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Tale certificazione dovrà essere consegnata agli studenti che
hanno assolto l‟obbligo di istruzione e che hanno compiuto il 16°
anno di età e che proseguono il conseguimento del Diritto-
Dovere dell‟Istruzione e Formazione in canali diversi da quello
dell‟Istruzione. Per coloro che proseguono il percorso di studi
nel canale dell‟Istruzione, tale certificazione va conservata agli
atti della scuola e consegnata allo studente al compimento del
18° anno di età.
Come stimolo a questo processo di armonizzazione, il
Parlamento ed il Consiglio dell‟UE hanno lanciato in ambito
OCSE (Organizzazione cooperazione sviluppo economico)
importanti progetti tra cui il progetto PISA (Programme for
International Student Assessment), un‟indagine internazionale
che mira ad accertare con periodicità triennale conoscenze e
capacità dei quindicenni scolarizzati dei principali Paesi
industrializzati, nella lettura e nel campo matematico-scientifico.
Certificazione delle competenze al termine della Scuola
Primaria e del Primo ciclo
Col DM 742 del 3/10/2017 (Finalità della certificazione delle
competenze), le istituzioni scolastiche statali e paritarie del primo
ciclo di istruzione certificano l'acquisizione delle competenze
progressivamente acquisite dalle alunne e dagli alunni.
Insieme al diploma finale del I ciclo sarà rilasciata
una Certificazione delle competenze con riferimento alle
competenze chiave europee suddette. Per ciascuna competenza
va indicato il livello conseguito (avanzato, intermedio, base,
iniziale). Alle scuole viene fornito un modello unico nazionale di
certificazione, che sarà accompagnato anche da una sezione a
cura dell‟Invalsi con la descrizione dei livelli conseguiti nelle
Prove nazionali. La certificazione sarà rilasciata anche al termine
della primaria, ma senza la sezione dedicata all‟Invalsi.
I modelli di certificazione sono allegati al suddetto decreto n.
742/2017.
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Viene aggiunto il seguente paragrafo
La Raccomandazione sulle competenze chiave del 2018
Il 22 maggio 2018 il Consiglio dell‟Unione europea adotta una
nuova Raccomandazione. La nuova Raccomandazione col
termine competenze chiave o essenziali (key competencies o core
competencies) designa le competenze necessarie o indispensabili
di cui tutti gli individui hanno bisogno per la realizzazione e lo
sviluppo personale, l'occupabilità, l'inclusione sociale, uno stile
di vita sostenibile, una vita fruttuosa in società pacifiche, una
gestione della vita attenta alla salute e la cittadinanza attiva.
Nel nuovo contesto, le competenze chiave si sviluppano in una
prospettiva di apprendimento permanente, dalla prima infanzia a
tutta la vita adulta, mediante l'apprendimento formale, non
formale e informale in tutti i contesti, compresi la famiglia, la
scuola, il luogo di lavoro, il vicinato e altre comunità.
Esse si sovrappongono e sono interconnesse; gli aspetti
essenziali per un determinato ambito favoriscono le competenze
in un altro. Elementi quali il pensiero critico, la risoluzione di
problemi, il lavoro di squadra, le abilità comunicative e
negoziali, le abilità analitiche, la creatività e le abilità
interculturali sottendono a tutte le competenze chiave.
Apprendimento formale non formale e informale:
Apprendimento formale: si tratta di quell‟apprendimento che
avviene in un contesto organizzato e strutturato, si svolge
negli istituti di istruzione e di formazione e porta
all‟acquisizione di diplomi e di qualifiche riconosciute;
Apprendimento non formale: è l‟apprendimento connesso ad
attività pianificate ma non esplicitamente progettate come
apprendimento (ad esempio un corso di aggiornamento) si
svolge al di fuori delle principali strutture d‟istruzione e di
formazione (associazioni giovanili, sindacati, agenzia
formative, ecc.) e, di solito, non porta a certificati ufficiali;
18
Può essere fornito anche da organizzazioni o servizi istituiti
a complemento dei sistemi formali (quali corsi di istruzione
artistica, musicale e sportiva o corsi privati per la
preparazione ad esami);
Apprendimento informale: le molteplici forme
dell‟apprendimento mediante l‟esperienza risultante dalle
attività della vita quotidiana legate al lavoro, alla famiglia, al
tempo libero, non è organizzato o strutturato e non conduce
alla certificazione; contrariamente all‟apprendimento formale
e non formale, esso non è necessariamente intenzionale e può
pertanto non essere riconosciuto, a volte dallo stesso
interessato, come apporto alle sue conoscenze e competenze.
La nuova Raccomandazione europea definisce le competenze
come una combinazione di conoscenze, abilità e atteggiamenti,
in cui:
a) la conoscenza si compone di fatti e cifre, concetti, idee e
teorie che sono già stabiliti e che forniscono le basi per
comprendere un certo settore o argomento;
b) per abilità si intende sapere ed essere capaci di eseguire
processi ed applicare le conoscenze esistenti al fine di
ottenere risultati;
c) gli atteggiamenti descrivono la disposizione e la
mentalità per agire o reagire a idee, persone o situazioni.
Il quadro di riferimento della Raccomandazione del 2018
delinea otto tipi di competenze chiave. Qui di seguito vengono
comparate con quelle del 2006:
Competenze chiave
Raccomandazione del 2006
Raccomandazione del 2018*
comunicazione nella
madrelingua
competenza alfabetica funzionale
comunicazione nelle lingue
straniere
competenza multilinguistica
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competenza matematica e
competenze di base in scienza
e tecnologia
competenza matematica e
competenza in scienze, tecnologie e
ingegneria
competenza digitale competenza digitale
imparare a imparare competenza personale, sociale e
capacità di imparare ad imparare
competenze sociali e civiche competenza in materia di cittadinanza
spirito di iniziativa e
imprenditorialità
competenza imprenditoriale
consapevolezza ed espressione
culturale
competenza in materia di
consapevolezza ed espressione
culturali
*Per la descrizione di ogni singola competenza si rimanda alla
Raccomandazione europea del 22 maggio 2018
Perché una nuova Raccomandazione?
Le competenze richieste oggi dalla società sono cambiate: le
nuove tecnologie svolgono un ruolo maggiore in tutti gli ambiti
del lavoro e della vita quotidiana e le competenze
imprenditoriali, sociali e civiche diventano sempre più
importanti per assicurare resilienza e capacità di adattamento ai
continui cambiamenti.
Nel contempo, indagini internazionali quali PISA rivolte ai
quindicenni o il programma per la valutazione internazionale
delle competenze degli adulti PIAAC, entrambi dell'OCSE
indicano che una quota costantemente elevata di adolescenti e
adulti dispone di competenze di base insufficienti. Nel 2015 uno
studente su cinque aveva gravi difficoltà nello sviluppo di
competenze sufficienti in lettura, matematica e scienze. Il 44 %
della popolazione dell'Unione possedeva competenze digitali
scarse, e il 19 % nulle. Pertanto è diventato importante più che
mai investire nelle competenze di base in quanto una società
“liquida” che diventa sempre più mobile e digitale deve
20
esplorare nuove modalità di apprendimento. Le tecnologie
digitali esercitano un impatto sull'istruzione, sulla formazione e
sull'apprendimento mediante lo sviluppo di ambienti di
apprendimento più flessibili, adattati alle necessità di una società
ad alto grado di mobilità. Una società in rapida evoluzione
richiede ai suoi componenti capacità di risoluzione dei problemi,
pensiero critico, capacità di cooperare, pensiero computazionale:
strumenti che consentono di sfruttare in tempo reale tutto ciò che
si è appreso, al fine di sviluppare nuove idee, nuove teorie, nuovi
prodotti e nuove conoscenze.
Proprio per questo motivo è nata la necessità di revisionare la
Raccomandazione del 2006 relativa a competenze chiave per
l'apprendimento permanente, poiché investire nelle capacità e
nelle competenze e in una concezione comune e aggiornata delle
competenze chiave costituisce il primo passo per promuovere
l'istruzione, la formazione e l'apprendimento non formale in
Europa.
Nella definizione delle competenze chiave del 2018, necessarie
per la realizzazione personale dell‟individuo quali la salute,
l'occupabilità e l'inclusione sociale si è tenuto conto non solo
dell'evoluzione della società e dell'economia ma anche delle
varie iniziative realizzate in Europa nell'ultimo decennio. Nella
revisione si è posta particolare attenzione al miglioramento delle
abilità di base, all'investimento nell'apprendimento delle lingue,
al miglioramento delle competenze digitali e imprenditoriali,
all'importanza dei valori comuni per il funzionamento delle
nostre società e alla necessità di motivare un maggior numero di
giovani a intraprendere carriere in ambiti scientifici.
Tra i vari obiettivi si è posta, in maniera egregia, la necessità di
garantire che tutti i discenti acquisiscano la conoscenza e le
competenze necessarie a promuovere lo sviluppo sostenibile,
anche tramite un'educazione volta ad uno sviluppo e uno stile di
vita sostenibili, ai diritti umani, alla parità di genere, alla
promozione di una cultura pacifica e non violenta, alla
cittadinanza globale e alla valorizzazione delle diversità culturali
21
e del contributo della cultura allo sviluppo sostenibile.
Grande rilievo si dà nella Raccomandazione all‟'insegnamento
delle lingue, nonché allo sviluppo delle competenze negli ambiti
STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), che
assumono un‟importanza sempre maggiore nelle società
moderne.
Apprezzabile l‟importanza e la pertinenza dell'apprendimento
non formale e informale, resi evidenti dalle esperienze acquisite
mediante la cultura, l'animazione socioeducativa, il volontariato
e lo sport di base. L'apprendimento non formale e informale
svolge un ruolo importante per lo sviluppo delle capacità
interpersonali, comunicative e cognitive essenziali, quali il
pensiero critico, le abilità analitiche, la creatività, la capacità di
risolvere problemi e la resilienza, che facilitano la transizione dei
giovani all'età adulta, alla cittadinanza attiva e alla vita
lavorativa.
A chi si rivolge la nuova Raccomndazione?
Per affrontare il problema dello sviluppo delle competenze
chiave in una prospettiva di apprendimento permanente,
nell‟arco della vita (Lifelong Learning Programme) si
raccomanda ai Paesi membri di garantire supporto a tutti i livelli
dell'istruzione, della formazione e dei percorsi di apprendimento,
nella fattispecie:
sviluppare sistemi di educazione e cura della prima infanzia
di qualità
incoraggiare ulteriormente lo sviluppo scolastico e
l'eccellenza nell'insegnamento
offrire percorsi di miglioramento del livello delle competenze
agli adulti che ne abbiano bisogno
sviluppare ulteriormente l'istruzione e la formazione
professionale iniziale e continua
modernizzare l'istruzione superiore.
A tal fine, nel rispetto dei principi di sussidiarietà e
proporzionalità, la Raccomandazione si rivolge a istituti e
22
organizzazioni, tra cui parti sociali e organizzazioni della società
civile, che forniscono orientamento e supporto per il
miglioramento delle competenze delle persone a partire dalla
giovane età e durante tutta la loro vita.
Essa stabilisce buone pratiche volte a soddisfare le necessità del
personale didattico, compresi insegnanti, formatori, formatori dei
docenti, dirigenti di istituti di istruzione e di formazione,
personale addetto alla formazione dei propri colleghi, ricercatori
e docenti universitari, animatori socioeducativi e formatori per
adulti, oltre a datori di lavoro e portatori di interesse del mercato
del lavoro.
23
ORGANIZZAZIONE E GESTIONE DELLA SCUOLA DELL’AUTONOMIA
Restano inalterarati i seguenti paragrafi
Lo scenario
La professione docente
Valorizzare la professionalità dei docenti
Il Dirigente scolastico, Manager e Leader educativo
Manager o Leader
Organi collegiali interni alla scuola
L’organizzazione scolastica attraverso il piano annuale
delle attività
Bilancio Sociale dell’Istituzione scolastica
Viene aggiunto il seguente paragrafo
CCNL Scuola 2016/18 - Contrattazione d’Istituto
Ipotesi di contratto CCNL 2016/18
Il 9 febbraio 2018 fra ARAN e FLC CCGIL, CISL Scuola UIL
Scuola RUA, è stata siglata l‟Ipotesi di Contratto Collettivo
Nazionale Istruzione e Ricerca. Il CCNL riguarda il triennio
2016-2018 con decorrenza 1 gennaio 2016 e durata fino al 31
dicembre 2018, sia per la parte giuridica che per la parte
economica. Il precedente contratto collettivo nazionale siglato
dalle parti risale al quadriennio normativo 2006-2009 e al
biennio economico 2006-2007.
Le novità stabilite nel nuovo contratto sono numerose e
riguardano sia la parte economica (aumenti stipendiali) sia la
parte normativa (orario di lavoro, potenziamento, formazione,
sanzioni disciplinari, mobilità, bonus merito, alternanza scuola
lavoro…)
Per quanto riguarda la durata, come chiarisce l‟art.2 comma 4, il
CCNL alla scadenza si rinnova tacitamente di anno in anno
qualora non ne sia data disdetta da una delle parti con lettera
24
raccomandata almeno sei mesi prima della scadenza. In caso di
disdetta, le disposizioni contrattuali rimangono integralmente in
vigore fino a quando non siano sostituite dal successivo contratto
collettivo.
In relazione alle disposizioni normative, per gli aspetti non
trattati nel nuovo contratto, rimangono valide le disposizioni
contrattuali previste nel precedente CCNL - art.1 c. 10: “Per
quanto non espressamente previsto dal presente CCNL,
continuano a trovare applicazione le disposizioni contrattuali
dei CCNL dei precedenti comparti di contrattazione e le
specifiche norme di settore, in quanto compatibili con le suddette
disposizioni e con le norme legislative, nei limiti del D. lgs.
n. 165/2001”.
Riferimenti normativi
La problematica, relativamente a tale argomento, riguarda
l‟individuazione dei criteri per l‟organizzazione del lavoro
nell‟ambito degli uffici e dei criteri per predisporre la
contrattazione d‟istituto con la RSU. Il Dirigente scolastico,
come dirigente pubblico, è tenuto a rispettare gli obblighi definiti
dalla Costituzione, dal Codice civile, dal D.lgs 150/2009 che
introduce sostanziali correttivi al D.lgs 165/2001, attribuendogli
importanti prerogative sul piano organizzativo, dal D.Lgs
59/1998 che disciplina la qualifica dirigenziale, dal CCNL
dell‟Area V, dal CCNL del comparto scuola, nonché le ultime
novità del D. Lgs 75/2017 (Riforma Madia) che ha modificato il
rapporto tra legge e CCNL come fonte del rapporto di lavoro
pubblico. La riforma è un ripensamento di quanto era stato
deciso col d.lgs 150/2009, che aveva ristretto di molto il potere
negoziale pattizio, stabilendo che i contratti collettivi nazionali di
lavoro potessero derogare alle leggi solo qualora queste lo
consentissero espressamente.
Con le modifiche apportate all‟articolo 2, comma 2, del d.lgs
165/2001 si prevede, invece, la generale possibilità dei contratti
collettivi nazionali di derogare alle norme di legge anche già
25
vigenti, a meno che non sia espressamente vietato, invertendo di
fatto la prospettiva della riforma Brunetta.
Tuttavia, nonostante l‟ampliamento della portata della fonte
contrattuale nazionale collettiva, apportata dalla Riforma Madia,
permangono delle limitazioni all‟autonomia pattizia (Art. 2, c. 2,
D. Lgs 165/2001), in particolar modo le disposizioni a carattere
imperativo contenute nel D. Lgs 165/2001, da cui deriva la
nullità, per legge, di ogni disposizione contrattuale che le vìoli;
in sostanza il potere di deroga conferito alla contrattazione
nazionale collettiva riguarderà tutte le leggi sul lavoro pubblico
diverse dal Testo Unico del Pubblico impiego D. Lgs 165/2001;
è importante sottolineare anche che il potere di deroga si limita
alle sole materie affidate alla contrattazione collettiva dall‟art.
40, c.1, del d.lgs 165/2001, cioè la disciplina del rapporto di
lavoro e le relazioni sindacali e tale potere, comunque, non può
andare oltre i principi fissati dal d.lgs 165/2001.
CCNL 2016/18 – Relazioni sindacali
Il 19 aprile 2018 è stato siglato il CCNL 2016/18 del comparto
Scuola per il triennio 2016, 2017 e 2018. Esso riconosce la
scuola come comunità educante, portata al dialogo e ispirata ai
valori democratici e alla crescita della persona umana in tutte le
sue dimensioni.
Il nuovo contratto regola la parte normativa del rapporto di
lavoro e le relazioni sindacali, intervenendo sui relativi
strumenti, per consentire un corretto e proficuo confronto, e
consentendo alla contrattazione integrativa di finalizzare
specifiche materie in tema, tra l‟altro, di offerta formativa e di
processi di innovazione e valorizzazione delle professionalità.
Il rinnovo del CCNL scuola 2016/18 non è stato riscritto ex
novo ma si è limitato ad integrare alcune parti del preesistente
CCNL 2006/2009 per cui molte norme sono valide ancora per il
presente triennio e sino alla sua scadenza naturale a dicembre
2018, dopo di che si rinnoverà tacitamente annualmente qualora
non ne sia data disdetta da una delle parti con lettera
raccomandata almeno sei mesi prima della scadenza. In caso di
26
disdetta, le disposizioni contrattuali rimangono comunque
integralmente in vigore fino a quando non siano sostituite dal
successivo contratto collettivo.
Nel nuovo contratto, il Sistema delle relazioni sindacali è
proiettato verso una visione partecipativa ed è visto come uno
strumento strategico per costruire relazioni stabili, tra scuola e
rappresentanze sindacali, improntate alla partecipazione attiva e
consapevole, alla correttezza e trasparenza dei comportamenti, al
dialogo costruttivo, alla reciproca considerazione dei rispettivi
diritti ed obblighi, nonché alla prevenzione e risoluzione dei
conflitti.
Nel rispetto dei rispettivi ruoli e responsabilità dei soggetti
coinvolti, le relazioni sindacali si articolano nei seguenti modelli
relazionali:
Partecipazione (nell‟istituzione scolastica si articola in):
o Informazione (art. 5)
o Confronto (art. 6)
Contrattazione integrativa (art. 7)
Art. 5 – Informazione
L‟informazione rappresenta la prima fase per il corretto esercizio
delle relazioni sindacali e dei relativi strumenti. Essa consiste
nella trasmissione di dati ed elementi conoscitivi, da parte
dell‟amministrazione, ai soggetti sindacali al fine di consentire
loro di prendere conoscenza delle questioni inerenti alle materie
di confronto e di contrattazione integrativa.
Nelle Istituzioni scolastiche l‟informazione deve essere data dal
Dirigente scolastico in tempi congrui rispetto alle operazioni
propedeutiche all‟avvio dell‟anno scolastico nonché per
consentire ai soggetti sindacali di esprimere osservazioni e
proposte nelle due fasi successive, quella del confronto e quella
della contrattazione integrativa.
L‟informazione successiva non viene prevista in maniera
esplicita nel presente contratto, a differenza del precedente, in
27
quanto i soggetti sindacali ricevono, a richiesta, informazioni
riguardanti gli esiti del confronto e della contrattazione
integrativa. È bene evidenziare però che nella gestione
dell‟informazione, il Dirigente scolastico deve saper conciliare
gli obblighi di traparenza previsti dalle disposizioni di legge
vigenti e dal presente contratto e la privacy delle persone
coinvolte in prima pesona.
Art. 6 – Confronto
Il vocabolario Treccani, del termine Confronto, dà la seguente
definizione, in senso figurativo: “incontro polemico fra
sostenitori di tesi, concezioni, programmi diversi, che si propone
non tanto la lotta e la vittoria di una delle parti quanto la
possibilità di un’intesa attraverso un dialogo aperto ed
equilibrato”.
Il confronto si pone quindi il fine di trovare un’intesa tra le parti
attraverso il dialogo aperto ed equilibrato sulle materie rimesse
a tale livello di relazione, al fine di consentire ai soggetti
sindacali di esprimere valutazioni esaustive e di partecipare
costruttivamente alla definizione delle misure che
l'amministrazione intende adottare
A seguito della trasmissione delle informazioni, amministrazione
e soggetti sindacali si incontrano se, entro 5 giorni
dall'informazione, il confronto è richiesto da questi ultimi, anche
singolarmente. L‟incontro può anche essere proposto
dall‟amministrazione contestualmente all‟invio
dell‟informazione. Il periodo durante il quale si svolgono gli
incontri non può essere superiore a quindici giorni. Al termine
del confronto, è redatta una sintesi dei lavori e delle posizioni
emerse.
Art. 7 – Contrattazione integrativa
La contrattazione integrativa è finalizzata alla stipulazione di
contratti che obbligano reciprocamente le parti. Le clausole dei
contratti sottoscritti possono essere oggetto di successive
28
interpretazioni autentiche, anche a richiesta di una delle parti. La
procedura di interpretazione autentica si avvia entro sette giorni
dalla richiesta. Il termine di durata della sessione negoziale di
interpretazione autentica è di trenta giorni dall‟inizio delle
trattative. L‟eventuale accordo sostituisce la clausola controversa
sin dall‟inizio della vigenza del contratto integrativo.
L’interpretazione autentica
Nelle convenzioni contrattuali possono ritenersi clausole
attinenti all‟interpretazione autentica quelle in cui viene data
definizione a parole e locuzioni utilizzate dalle parti e di cui si
vuole fissare il significato, per non dare adito ad equivoci sia sul
contenuto dell‟atto sia sui suoi effetti. È questo un metodo
importato da sistemi giuridici dove l‟argomento
dell‟interpretazione del contratto manca di sostegni normativi
specifici.
Sezione Scuola – Relazioni sindacali
Art. 22 - Livelli, soggetti e materie di relazioni sindacali per la
Sezione Scuola
La contrattazione collettiva integrativa all‟interno dell‟Istituzione
scolastica è finalizzata ad incrementare la qualità dell‟offerta
formativa.
Per il settore scuola si svolge:
a livello nazionale, tra la delegazione costituita dal MIUR e i
rappresentanti delle organizzazioni sindacali nazionali di
categoria firmatarie del presente CCNL;
a livello regionale, tra il dirigente titolare del potere di
rappresentanza nell‟ambito dell‟ufficio o suo delegato e i
rappresentanti territoriali delle organizzazioni sindacali
firmatarie del presente CCNL;
a livello di istituzione scolastica, tra il Dirigente scolastico e
la RSU e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali
29
firmatarie del presente CCNL, che costituiscono la parte
sindacale.
Sono oggetto di contrattazione integrativa ai sensi dell’art. 7:
a) a livello nazionale:
1. le procedure e i criteri generali per la mobilità
professionale e territoriale fatte salve le disposizioni di
legge;
2. i criteri generali per le assegnazioni provvisorie ed
utilizzazioni annuali del personale docente, educativo ed
ATA;
3. i criteri generali di ripartizione delle risorse per la
formazione del personale docente educativo ed ATA;
4. i criteri per l‟esercizio dei diritti e dei permessi sindacali;
5. i criteri di riparto del fondo per il MOF, art. 39-bis, sulla
base dei parametri indicati al comma 7 di tale articolo.
b) a livello regionale:
1. le linee di indirizzo ed i criteri per la tutela della salute
nell‟ambiente di lavoro;
2. i criteri di allocazione e utilizzo delle risorse, provenienti
dall‟Ente Regione e da Enti diversi dal MIUR, a livello
d‟istituto per la lotta contro l‟emarginazione scolastica e
per gli interventi sulle aree a rischio e a forte processo
immigratorio;
3. i criteri, le modalità e la durata massima delle assemblee
territoriali;
4. i criteri per la fruizione dei permessi per il diritto allo
studio;
5. le materie di cui ai punti a1), a2), a3), a4) ove delegate
dal contratto di livello nazionale e nei limiti ivi previsti;
c) a livello di istituzione scolastica ed educativa:
1. l‟attuazione della normativa in materia di sicurezza nei
luoghi di lavoro;
2. i criteri per la ripartizione delle risorse del fondo
d‟istituto;
30
3. i criteri per l‟attribuzione di compensi accessori, ai sensi
dell‟art. 45, comma 1 del d.lgs. n. 165/2001 al personale
docente, educativo ed ATA, inclusa la quota delle risorse
relative all‟alternanza scuola-lavoro e delle risorse
relative ai progetti nazionali e comunitari, eventualmente
destinate alla remunerazione del personale;
4. i criteri generali per la determinazione dei compensi
finalizzati alla valorizzazione del personale, ivi compresi
quelli riconosciuti al personale docente ai sensi dell‟art.
1, comma 127, della legge n. 107/2015;
5. i criteri e le modalità di applicazione dei diritti sindacali,
nonché la determinazione dei contingenti di personale
previsti dall‟accordo sull‟attuazione della legge n.
146/1990;
6. i criteri per l‟individuazione di fasce temporali di
flessibilità oraria in entrata e in uscita per il personale
ATA, al fine di conseguire una maggiore conciliazione
tra vita lavorativa e vita familiare;
7. criteri generali di ripartizione delle risorse per la
formazione del personale nel rispetto degli obiettivi e
delle finalità definiti a livello nazionale con il Piano
nazionale di formazione dei docenti;
8. i criteri generali per l‟utilizzo di strumentazioni
tecnologiche di lavoro in orario diverso da quello di
servizio, al fine di una maggiore conciliazione tra vita
lavorativa e vita familiare (diritto alla disconnessione);
9. riflessi sulla qualità del lavoro e sulla professionalità
delle innovazioni tecnologiche e dei processi di
informatizzazione inerenti i servizi amministrativi e a
supporto dell‟attività scolastica;
Qualora, decorsi trenta giorni dall‟inizio delle trattative,
eventualmente prorogabili fino ad un massimo di ulteriori trenta
giorni, non si sia raggiunto l‟accordo, le parti riassumono le
rispettive prerogative e libertà di iniziativa e decisione sulle
materie indicate nei punti a1, a2, a3, a4, b1, b3, b4, b5, c1, c5,
c6, c7, c8, c9.
31
Qualora non si raggiunga l'accordo sulle materie indicate nei
punti a5, b2, c2, c3, c4 ed il protrarsi delle trattative determini un
oggettivo pregiudizio alla funzionalità dell'azione
amministrativa, l'amministrazione interessata può provvedere, in
via provvisoria, sulle materie oggetto del mancato accordo, fino
alla successiva sottoscrizione e prosegue le trattative al fine di
pervenire in tempi celeri alla conclusione dell'accordo. Il termine
minimo di durata delle sessioni negoziali di cui all‟art. 40,
comma 3-ter del d. lgs. n. 165/2001 è fissato in 45 giorni,
eventualmente prorogabili di ulteriori 45.
La sessione negoziale di contrattazione integrativa è avviata
entro il 15 settembre e la durata della stessa non può comunque
protrarsi oltre il 30 novembre.
Sono oggetto di confronto ai sensi dell’art. 6:
a) a livello nazionale e regionale:
1. gli obiettivi e le finalità della formazione del personale;
2. gli strumenti e le metodologie per la valutazione
dell‟efficacia e della qualità del sistema scolastico, anche
in rapporto alle sperimentazioni in atto;
3. sugli organici e sul reclutamento del personale scolastico;
su tali materie, il periodo di confronto non può superare i
cinque giorni;
b) a livello di istituzione scolastica ed educativa:
1. l‟articolazione dell‟orario di lavoro del personale docente,
educativo ed ATA, nonché i criteri per l‟individuazione
del medesimo personale da utilizzare nelle attività
retribuite con il Fondo d‟Istituto;
2. i criteri riguardanti le assegnazioni alle sedi di servizio
all‟interno dell‟istituzione scolastica del personale
docente, educativo ed ATA;
3. i criteri per la fruizione dei permessi per l‟aggiornamento;
4. promozione della legalità, della qualità del lavoro e del
benessere organizzativo e individuazione delle misure di
prevenzione dello stress lavorocorrelato e di fenomeni di
burn-out.
32
Sono oggetto di informazione oltre agli esiti del confronto e
della contrattazione integrativa:
a) a livello nazionale e regionale:
1. gli esiti dei monitoraggi
2. le risorse finanziarie assegnate alle istituzioni scolastiche
3. le risorse finanziarie erogate a livello di istituzione
scolastica a valere sui fondi comunitari;
4. operatività di nuovi sistemi informatici o modifica di
quelli esistenti, relativi ai servizi amministrativi e di
supporto all‟attività scolastica.
b) a livello di istituzione scolastica ed educativa:
1. proposta di formazione delle classi e degli organici;
2. criteri di attuazione dei progetti nazionali ed europei
Art. 23 – Assemblee sindacali
I dipendenti hanno diritto a partecipare, durante l'orario di
lavoro, ad assemblee sindacali per dieci ore pro capite in ciascun
anno scolastico, senza decurtazione della retribuzione. In
ciascuna Istituzione scolastica e per ciascuna categoria di
personale (ATA e docenti) non possono essere tenute più di due
assemblee al mese.
Le assemblee coincidenti con l'orario di lezione si svolgono
all'inizio o al termine delle attività didattiche giornaliere. Le
assemblee del personale ATA possono svolgersi in orario non
coincidente con quello delle assemblee del personale docente,
comprese le ore intermedie del servizio scolastico.
Ciascuna assemblea può avere una durata massima di due ore, se
si svolge a livello di singola Istituzione scolastica o educativa
nell‟ambito dello stesso comune. La durata massima delle
assemblee territoriali è definita in sede di contrattazione
integrativa regionale, in modo da tener conto dei tempi necessari
per il raggiungimento della sede di assemblea e per il ritorno alla
sede di servizio, sempre nei limiti delle 10 ore.
33
La convocazione dell'assemblea deve essere resa nota dai
soggetti sindacali promotori almeno 6 giorni prima, con
comunicazione scritta, fonogramma, fax o e-mail, ai dirigenti
scolastici delle scuole o istituzioni educative interessate
all'assemblea. La comunicazione deve essere affissa, nello stesso
giorno in cui è pervenuta, all'albo dell'istituzione scolastica,
comprese le eventuali sezioni staccate o succursali. Nel termine
delle successive quarantotto ore, altri organismi sindacali, purché
ne abbiano diritto, possono presentare richiesta di assemblea per
la stessa data e la stessa ora concordando un'unica assemblea
congiunta o, nei limiti consentiti dalla disponibilità di locali,
assemblee separate.
Contestualmente all'affissione all'albo, il dirigente emanerà un
comunitcato interno al fine di raccogliere la dichiarazione
individuale di partecipazione espressa in forma scritta del
personale in servizio nell'orario dell'assemblea, con un preavviso
di 48 ore dalla data dell‟assemblea. Tale dichiarazione fa fede ai
fini del computo del monte ore individuale (10 ore) ed è
irrevocabile. Si tenga presente che il monte ore individuale e la
durata massima di ogni assemblea, stabiliti dal CCNL si
riferiscono all‟ora di 60 minuti, e non alla durata dell‟unità
oraria di lezione che in alcune istituzioni scolastiche può essere
inferiore a 60.
Il dirigente scolastico:
per le assemblee in cui è coinvolto il personale docente
sospende le attività didattiche delle sole classi (o sezioni di
scuola dell‟infanzia), i cui docenti hanno dichiarato di
partecipare all'assemblea, avvertendo le famiglie interessate e
disponendo gli eventuali adattamenti di orario, per le sole ore
coincidenti con quelle dell'assemblea, del personale che
presta regolare servizio;
per le assemblee in cui è coinvolto il personale ATA,
stabilirà, con la contrattazione d‟istituto, la quota e i
nominativi del personale tenuto ad assicurare i servizi
essenziali.
34
Non possono essere svolte assemblee sindacali in ore
concomitanti con lo svolgimento degli esami e degli scrutini
finali, nonché per le operazioni che ne costituiscono il
prerequisito.
Per il personale docente l‟assemblea può essere indetta anche in
orario di servizio per attività funzionali all'insegnamento.
Per le riunioni di scuola e territoriali indette al di fuori dell'orario
di servizio del personale resta comunque l‟obbligo da parte dei
soggetti sindacali di concordare con i dirigenti scolastici l'uso dei
locali e la tempestiva affissione all'albo da parte del dirigente
scolastico della comunicazione riguardante l'assemblea.
Ricapitolando l‟assemblea sindacale può essere convocata:
per soli docenti
per solo personale ATA
per tutti i lavoratori della scuola.
in orario di lavoro
fuori orario
in orario di attività funzionali all‟insegnamento
(riunioni,corsi).
Adempimenti finali
Dopo la sottoscrizione dell‟accordo, affinché esso diventi
esecutivo sono necessari alcuni passaggi:
redazione di una relazione illustrativa a cura del dirigente, in
cui si dia conto degli obiettivi di efficienza in conformità
all‟accordo raggiunto;
redazione della relazione tecnico-finanziaria, a cura del
DSGA, in cui si dimostri la compatibilità degli oneri assunti
con le risorse disponibili per la contrattazione;
invio, entro cinque giorni dalla firma dell‟intesa, del testo
dell‟accordo, corredato delle due relazioni, ai Revisori dei
conti per il visto di legittimità.
35
Entro cinque giorni dalla firma definitiva, il testo dell‟accordo e
le due relazioni, unitamente ad un prospetto che elenchi le fonti
di finanziamento del contratto (per esempio, fondi europei, oltre
alla dotazione base del FIS), vanno inviati all‟A.Ra.N e al
CNEL. A partire dal giorno 1° ottobre 2015, l‟invio della
contrattazione integrativa all‟A.Ra.N ed al CNEL, ai sensi
dell‟articolo 40 bis, comma 5, del d.lgs. 165/2001, è effettuata
solo attraverso la “Procedura unificata di trasmissione dei
contratti integrativi”.
È possibile l‟avvio della procedura da uno dei due siti
istituzionali indifferentemente e non sarà più necessario il doppio
invio ad A.Ra.N e CNEL. Tutta la documentazione prodotta va
pubblicata sul sito web della scuola, nella sezione
Amministrazione Trasparente.
36
Rapporto Legge – CCNL e derogabilità
Prima del D.Lgs. 150/2009 c.d. “decreto Brunetta” del 2009 era
possibile abrogare disposizioni di legge per via contrattuale in
tutti quei casi in cui la legge non disponeva l‟inderogabilità per
via contrattuale. Con il “decreto Brunetta” viene capovolta la
logica: si possono abrogare le disposizioni solo se la legge lo
consente esplicitamente.
Nel mese di giugno 2017 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale,
il D. Lgs n. 75/2017, applicativo della “Legge Madia” che
cancella la regola introdotta da Brunetta. Quindi di qui in avanti
sarà di nuovo possibile modificare disposizioni di legge, ma non
saranno modificabili le norme dichiarate inderogabili.
Rapporto Legge – CCNL
(Rif. TU 165/2001 e ss. modif. e integr.)
Legge CCNL
Pre
Brunetta
CCNL
tra Brunetta
e Madia
CCNL
Post Madia
La legge dispone
la regola A e si
dispone che tale
regola non è
derogabile dai
contratti
Il contratto
non può
derogare la
regola A
Il contratto non
può derogare la
regola A
Il contratto non
può derogare la
regola A
La legge dispone
la regola A e si
dispone che tale
regola è
derogabile dai
contratti
Il contratto
può derogare
la regola A
Il contratto può
derogare la
regola A
Il contratto può
derogare la
regola A
La legge dispone
la regola A
(non si dispone
nulla a proposito
della derogabilità
dei contratti)
Il contratto
può derogare
la regola A
Il contratto non
può derogare la
regola A
Il contratto può
derogare la
regola A
37
Come si può notare nello schema tabellare, ritorna quel potere di
disapplicare le leggi tramite contratto nazionale su materie che
riguardano il rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici
(compresi quelli del comparto scuola).
Si ricorda che il comma 196 della Buona Scuola, dispone che
“Sono inefficaci le norme e le procedure contenute nei contratti
collettivi, contrastanti con quanto previsto dalla presente
legge”). Quindi tutto ciò che è stato riportato nel CCNL 2016/18
e che contrasta con la Legge 107 è inefficace.
Il vigente decreto legislativo 165/2001 (Testo Unico) post
Brunetta prevedeva all‟art. 2, comma 2 che “Eventuali
disposizioni di legge che introducono discipline dei rapporti di
lavoro … possono essere derogate da successivi contratti o
accordi collettivi e, per la parte derogata, non sono
ulteriormente applicabili, solo qualora ciò sia espressamente
previsto dalla legge”.
Il nuovo decreto, sempre all‟art. 2 c. 2 prevede “Eventuali
disposizioni di legge, regolamento o statuto, che introducano o
che abbiano introdotto discipline dei rapporti di lavoro …
possono essere derogate nelle materie affidate alla
contrattazione collettiva ai sensi dell’articolo 40, comma 1, e
nel rispetto dei principi stabiliti dal presente decreto, da
successivi contratti o accordi collettivi nazionali e, per la parte
derogata, non sono ulteriormente applicabili.”
Viene eliminata la parte finale del comma “solo qualora ciò sia
espressamente previsto dalla legge” quindi se non viene
previsto si può derogare. Altro fatto importante è il rinvio
all‟art. 40, c. 1, perché precisa che la contrattazione nazionale
per le sanzioni disciplinari, la valutazione delle prestazioni per
il trattamento accessorio e la mobilità è consentita nei limiti
previsti dalle norme di legge.
38
Art. 40 c. 1: “La contrattazione collettiva disciplina il rapporto
di lavoro e le relazioni sindacali e si svolge con le modalità
previste dal presente decreto. Nelle materie relative alle
sanzioni disciplinari, alla valutazione delle prestazioni ai fini
della corresponsione del trattamento accessorio, della mobilità,
la contrattazione collettiva è consentita nei limiti previsti dalle
norme di legge. Sono escluse dalla contrattazione collettiva le
materie attinenti all'organizzazione degli uffici,…”.
Altro fatto di cui bisogna tenere conto è l‟esclusione dalla
contratazione collettiva delle materie attinenti
all‟organizzazione degli uffici (ad es. assegnazione dei docenti
ai plessi o alle classi,...), prerogativa del DS.
39
Il paragrafo sulla Programmazione economico-finanziaria della
prima versione, viene ampliato e trasformato in capitolo
PROGRAMMAZIONE ECONOMICO-FINANZIARIA
Principio organizzativo della distinzione tra Indirizzo-Controllo
e Gestione
Le istituzioni scolastiche sono tenute a rispettare il principio
organizzativo della distinzione tra indirizzo e controllo da un
lato, e gestione dall‟altro (ex art. 4, D. Lgs. 165/01): gli organi
politici di vertice (Consigli di Istituto) devono definire gli
obiettivi e i programmi da attuare, e verificare la rispondenza dei
risultati della gestione amministrativa alle direttive generali
impartite; ai dirigenti spetta l'adozione degli atti e provvedimenti
amministrativi, compresi tutti gli atti che impegnano
l'amministrazione verso l'esterno, nonché la gestione finanziaria,
tecnica e amministrativa mediante autonomi poteri di spesa di
organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. I
Dirigenti scolastici sono responsabili in via esclusiva dell'attività
amministrativa, della gestione e dei relativi risultati.
Le suddette attribuzioni dei Dirigenti possono essere derogate
soltanto espressamente e ad opera di specifiche disposizioni
legislative (art. 4 c.3 D. Lgs. 165/01).
Per dare piena attuazione all‟autonomia scolastica e alla
riorganizzazione del sistema di istruzione , la Legge 107/15, tra i
nuovi poteri attribuiti al Dirigente scolastico, prevede che il
PTOF (Piano triennale dell‟offerta formativa) è elaborato dal
Collegio dei docenti sulla base degli Indirizzi per le attività della
scuola e delle Scelte di gestione e di amministrazione.
Indirizzi e Scelte, nella chiave di lettura, devono essere
interpretati come due ambiti interconnessi tra loro ma a loro
volta distinti in quanto il primo (indirizzi) rappresenta
un‟indicazione di lavoro rivolta al Collegio dei docenti “come
devono farlo”, mentre il secondo (scelte) ricade sulle
40
competenze del Dirigente scolastico “come sarà attuato”.
Quindi un rapporto chiaro, tra i due soggetti interconnessi, che
salvaguarda i poteri del Dirigente scolastico nel rispetto delle
competenze degli organi collegiali.
In questo nuovo contesto normativo (Buona scuola), il Dirigente
scolastico, al fine di garantire un‟efficace ed efficiente gestione
delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali, nonché
degli elementi comuni del sistema scolastico pubblico,
assicurandone il buon andamento, svolge compiti di direzione,
gestione, organizzazione e coordinamento, nonché di
valorizzazione delle risorse umane (comma 78), nel rispetto delle
competenze degli organi collegiali, fermi restando i livelli unitari
e nazionali di fruizione del diritto allo studio.
Purtroppo, a partire dal 1° settembre 2000, a tutt‟oggi, l'esercizio
delle competenze dirigenziali, si colloca in un contesto
normativo che non è stato completamente adeguato al nuovo
profilo professionale e alle connesse responsabilità, con
particolare riferimento al funzionamento e alle competenze degli
organi collegiali a livello d'istituto, il cui riordino previsto da
apposito disegno di legge è tuttora fermo in Parlamento. La non
completa definizione degli assetti organizzativi delle istituzioni
scolastiche fa sorgere spesso la questione della compatibilità di
alcune norme preesistenti, non abrogate esplicitamente, e quindi
della loro sopravvivenza rispetto al nuovo quadro normativo
della dirigenza scolastica.
Riforma degli Organi collegiali territoriali della scuola
Il D.Lgs n. 233 del 30/6/1999 (Riforma degli organi collegiali
territoriali della scuola, a norma dell'articolo 21 della legge
15 marzo 1997, n. 59) ha provveduto soltanto alla riforma
degli organi collegiali della scuola a livello territoriale centrale,
regionale e locale, individuandoli, peraltro con compiti
prevalentemente consultivi e propositivi, nel Consiglio
Superiore della Pubblica Istruzione, nei Consigli regionali
dell'istruzione e nei Consigli scolastici locali, mentre risulta
ancora pendente il Disegno di riforma degli organi scolastici.
41
Tenendo conto del parere del Consiglio di Stato relativamente a
disposizioni normative che disciplinano la stessa materia in
modo differente (Consiglio di Stato - Adunanza della Sezione II
del 26 luglio 2000 - N. Sezione 1021/2000 - Ministero della
Pubblica Istruzione), nella fattispecie alcune norme del Testo
Unico (D.L.vo 16 aprile 1994, n. 297) che confliggono con le
competenze attribuite al nuovo profilo professionale del dirigente
scolastico, dove si ritiene prevalente la disposizione successiva
nel tempo, possiamo ritenere abrogate, implicitamente, tutte
quelle competenze del Consiglio d‟istituto (cfr. in particolare art.
10, D. Lgs. 297/94 e art.33, D.I. 44/01) ad eccezione di quelle
riconducibili al potere di indirizzo politico quali l‟approvazione
del PTOF e dei suoi strumenti finanziari di attuazione,
Programma annuale e Conto consuntivo.
Analogamente dovranno ritenersi abrogate, implicitamente,
tutte le preesistenti disposizioni normative attribuite al
Collegio dei docenti che esulino dalle competenze di natura
pedagogico-didattici riconducibili all‟elaborazione del PTOF
(art. 1, comma 14, L. 107/15) e consequenziale valutazione
della sua efficacia in rapporto agli obiettivi programmati.
Il bilancio scolastico
Negli ultimi decenni il sistema italiano di bilancio è stato
profondamente innovato, e ciò, allo scopo di consentire al nostro
ordinamento di rispondere alle esigenze di una moderna finanza
funzionale.
Dagli inizi degli anni Novanta, l'attività amministrativa della
Pubblica Amministrazione, retta da criteri di economicità, di
efficacia, di pubblicità e di trasparenza, persegue i fini
determinati dalla Legge 241/90 e dalle altre disposizioni che
disciplinano singoli procedimenti, nonché dai principi
dell'ordinamento comunitario che delinea, proprio in quegli
anni, i vincoli di bilancio da soddisfare per entrare in Zona euro.
42
Verso la fine degli anni Novanta, con la Legge Bassanini (L.
59/97) e col suo decreto attuativo n. 300 del 1999 si riorganizza
l‟intero assetto amministrativo, rivolto alla logica dell‟efficienza
e della programmazione, già sancita dal D.Lgs 29 del 1993, che
suggellava quel faticoso processo di avvicinamento del lavoro
pubblico a quello privato (vedi capitolo Lavoro pubblico e
organizzazione della PA).
La filosofia di fondo del PTOF
In ambito scolastico, col Decreto attuativo della Legge
Bassanini, “Regolamento recante norme in materia di autonomia
delle istituzioni scolastiche” (DPR 275/99 e ss. mm.ii.), ogni
singola istituzione scolastica è obbligata a dotarsi di un
Documento costitutivo della propria identità culturale e
progettuale che espliciti le scelte a livello di progettazione
curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa: il Piano
Triennale dell‟Offerta Formativa (PTOF).
La filosofia di fondo a cui si ispira questo Documento è il
successo formativo: un impegno che la scuola assume
pubblicamente con la comunità territoriale, coinvolta nelle fasi di
progettazione, valutazione e rendicontazione. Un successo
formativo inteso come “pieno sviluppo della persona umana”
nella direzione della formazione integrale, nel rispetto delle
identità personali, sociali, culturali e professionali dei singoli
allievi, con conseguente valorizzazione delle diversità.
Una responsabilità che attribuisce alla scuola italiana una
indiscutibile qualità pedagogica, affermandone l'identità
formativa, l'intenzionalità educativa e la progettualità didattica.
È la prima volta che un testo di legge chiede alle scuole di
definire la propria “identità culturale e progettuale”, quale
risposta al bisogno di interlocuzione di studenti, famiglie e
territorio: questo è il senso dell’autonomia scolastica, separare
nettamente il livello politico da quello amministrativo, allo Stato
viene affidato il compito di definire le linee generali del sistema
43
di istruzione mentre al Dirigente scolastico di attivare, dirigere,
orientare, coordinare i processi nelle singole realtà, in base alle
esigenze e ai bisogni dell‟utenza e del territorio.
In questo contesto il PTOF si pone in equilibrio tra l‟esigenza
territoriale e il rispetto delle linee unitarie del sistema scolastico
nazionale, affinché il sistema stesso non venga disarticolato. Il
garante dell’equilibrio tra queste due istanze è il Dirigente
scolastico (D. Lgs 165/2001), responsabile unico della gestione
della scuola che gli viene affidata, il quale risponde anche degli
aspetti pedagogico-didattici che si sostanziano nelle scelte
educative manifestate nel PTOF.
Dal bilancio di previsione alla programmazione annuale
A seguito delle modifiche apportate con la Legge n. 94/1997 al
bilancio dello Stato, anche il bilancio della scuola subisce un
deciso rinnovamento. Fino al 2001 la gestione della scuola era
nettamente assestata su due versanti: la gestione didattica e la
gestione finanziaria. Il regolamento di contabilità DI 44/2001 ha
messo in relazione i due ambiti, disponendo strumenti di
integrazione programmatica e progettuale.
L‟autonomia amministrativa e organizzativa delle istituzioni
scolastiche ha il suo corrispettivo nell‟autonomia finanziaria
disciplinata dal regolamento di contabilità, che attraverso le
istruzioni generali della gestione amministrativa-contabile,
riconosce il Programma annuale quale unico documento
contabile da predisporre in coerenza col Piano Triennale
dell‟Offerta Formativa (PTOF).
Sotto questo aspetto il Programma annuale incide sulla
definizione della struttura del PTOF, che si articola in una parte
stabile nella programmazione a medio-lungo termine e in una
parte dinamica nella programmazione annuale, a seconda delle
disponibilità finanziarie.
In questo nuovo scenario si viene a consolidare il concetto di
44
programmazione della spesa in base ai reali obiettivi perseguiti,
cioè a seguito della presentazione di programmi e progetti poiché
il semplice bilancio di previsione non è in grado di soddisfare le
emergenti esigenze di efficacia ed economicità richieste dal
processo riformatore in atto. Nella complessa fase di
progettazione, la programmazione della spesa richiede una
accurata pianificazione integrata sia dal punto di vista didattico
che finanziario.
In questo contesto, come abbiamo ribadito in più occasioni, il
Dirigente scolastico opera sulla linea di confine tra
l‟educazionale e l‟amministrativo, pertanto deve tener conto oltre
che delle risorse umane, anche della dotazione finanziaria
assegnata all‟Istituzione scolastica e deve mettere in gioco tali
risorse secondo criteri di trasparenza, efficacia, efficienza,
flessibilità/adattabilità alle varie condizioni operative che man
mano si presentano, al fine di garantire all‟utenza una buona
qualità del servizio scolastico.
Affinché ciò sia possibile, il Piano Triennale dell‟Offerta
Formativa (PTOF), riferito all‟anno di riferimento, e il
Programma Annuale (PA), attraverso una relazione biunivoca,
devono rappresentare due aspetti della medesima attività: la così
detta “alta programmazione” delle Istituzioni scolastiche.
Nel Programma Annuale non è possibile iscrivere attività non
previste nel PTOF e per ognuna di esse deve essere predisposta,
a cura del DSGA, una scheda illustrativa finanziaria che
definisce l‟arco temporale in cui l‟iniziativa deve essere
realizzata, i beni di servizi da acquistare e l‟entità della spesa da
sostenere; l‟insieme delle previsioni formulate nelle schede
costituiscono la parte più importante del Programma annuale
poiché le spese avranno una funzione meramente strumentale nel
perseguimento degli obiettivi dei diversi progetti.
Il Programma annuale è, pertanto, il documento che aggrega in
maniera omogenea e dal punto di vista contabile le varie attività
della scuola, strumentalmente raccorda tra di loro le scelte
45
didattiche del PTOF (con relative implicazioni di strategia
formativa) e le scelte attuative (con relative implicazioni di
strategia finanziaria).
Questo nuovo procedimento amministrativo, a partire dal 2001,
impone una significativa e coerente capacità di programmazione,
in quanto impedisce l‟estemporaneità e l‟improvvisazione e
mette alla prova le capacità programmatiche e gestionali delle
scuole autonome.
Ciclo della programmazione e controllo
La realizzazione dei due documenti (PTOF e PA) si sviluppa
secondo il ciclo della programmazione e controllo, tenendo conto
che i due filoni didattico e finanziario, anche se interconnessi, si
sviluppano in momenti diversi, ciascuno dei quali chiama in
causa soggetti differenti.
La gestione amministrativo-contabile attraverso il ciclo della
programmazione e controllo è regolamentata dal seguente quadro
normativo:
Autonomia funzionale - Art 21 L. 59/97
Regolamento dell‟autonomia delle istituzioni scolastiche -
DPR 275/99
Regolamento di contabilità - DI 44/01
Distinzione ruoli di indirizzo e controllo dalla gestione;
competenze del Dirigente Scolastico D. Lgs 165/2001
ed è strutturata nelle seguenti fasi:
1. Programmazione e integrazione tra programmazione
didattica e finanziaria
2. Gestione
3. Modifiche
4. Consuntivazione
46
Fase della programmazione e integrazione tra programmazione
didattica e finanziaria
Nella fase della programmazione vengono individuati gli
obiettivi strategici e indicate le risorse, i procedimenti e i tempi
di attuazione. Questa fase prevede un‟azione integrata tra il
Consiglio d‟Istituto, il Collegio docenti, organo tecnico
professionale con competenze esclusive in materia didattica, e il
DSGA, responsabile della programmazione finanziaria.
All‟interno di questa cornice, la gestione unitaria è affidata al
Dirigente scolastico.
La programmazione trova la sua fonte nell‟Atto d‟indirizzo del
Dirigente scolastico e nel corrispondente PTOF elaborato dal
collegio dei docenti e approvato dal Consiglio di Istituto (Nuove
competenze previste dalla Legge 107/2015).
Il PTOF non deve limitarsi ad una elencazione di progetti, ma
deve assumere una struttura in grado da delineare in modo chiaro
e inequivocabile il curricolo fondamentale della scuola.
Nell‟elaborazione del PTOF l‟istituzione scolastica deve
rispondere ai bisogni dei giovani, con percorsi educativo-
didattici flessibili, finalizzati al perseguimento degli obiettivi
generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della
libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte
delle famiglie e del diritto ad apprendere, attraverso un reale
collegamento con il territorio e le sue peculiari caratteristiche.
Nella fase di integrazione tra programmazione didattica e
finanziaria il Dirigente scolastico predispone il Programma
annuale sulla base del PTOF e dell‟ottimizzazione del rapporto
risorse/obiettivi, accompagnandolo con una relazione, in cui
sono riportati gli obiettivi da realizzare, i risultati della gestione
in corso e quelli dell‟esercizio precedente. In questa fase
vengono assegnate le risorse finanziarie ai singoli progetti,
attivando quelli che maggiormente rispondono ai principi di
coerenza didattica individuati dal Collegio docenti.
47
Nella compilazione delle schede illustrative dei progetti ad opera
dei docenti referenti, e delle schede finanziarie da parte del
DSGA che traducono le richieste di risorse in termini contabili,
deve essere prevista una certa flessibilità per poter fronteggiare
eventuali elementi ostacolanti, causati per esempio da una
restrizione delle entrate, senza rinunciare così al raggiungimento
degli obiettivi più importanti.
Il programma annuale, una volta predisposto e corredato dal
parere di regolarità contabile espresso dal Collegio dei revisori,
entro il 31 ottobre viene proposto dalla Giunta esecutiva
all‟approvazione del Consiglio di Istituto, il quale lo approva
entro il 15 dicembre.
Gli attori che intervengono nella fase della programmazione
sono:
Il Dirigente scolastico è responsabile dell‟attività
gestionale;
predispone il Programma annuale,
di cui scrive la relazione di
accompagnamento;
Il Direttore SGA è responsabile della tenuta della
contabilità, delle registrazioni,
degli adempimenti fiscali;
svolge attività tecnica di
ricognizione degli strumenti da
utilizzare nella stesura della
programmazione annuale;
redige e aggiorna le schede
illustrative finanziarie dei
progetti;
La Giunta esecutiva propone il Programma annuale al
Consiglio d‟Istituto entro il 31
ottobre;
48
I revisori dei conti esprimono il parere (non
obbligatorio) di regolarità
contabile sul Programma annuale
entro 5 giorni prima della riunione
del Consiglio d‟Istituto;
Il Consiglio di Istituto
approva il Programma annuale
entro il 15 dicembre
Fase di gestione
Il responsabile della gestione nella fase di realizzazione del
Programma Annuale è il Dirigente Scolastico, che esercita le
attività assegnategli in piena autonomia e senza necessità di
delibera autorizzativa da parte del Consiglio di Istituto,
realizzando di fatto la separazione tra il potere di indirizzo e
quello di gestione, anche alla luce delle novità introdotte dalla
Legge 107/2015 che attribuisce al dirigente il potere di indirizzo
e gestione.
Entrando nel vivo della fase esecutiva della progettazione, ogni
funzione strumentale o referente di progetto, sulla base delle
risorse umane e finanziarie, col suo gruppo di lavoro, realizza il
progetto didattico.
In questa complessa attività progettuale, al Dirigente scolastico
è richiesta una managerialità capace di coordinare efficacemente
tutte le componenti che entrano in gioco.
49
Gli attori che intervengono nella fase di gestione sono:
Il Dirigente
scolastico è titolare della realizzazione del Programma
Annuale nell‟esercizio dei compiti e delle
responsabilità di gestione
firma le Reversali d‟incasso congiuntamente
con il DSGA
decide le spese in riferimento ai vari
Progetti/Attività contenuti nel PA
esegue le singole spese, di qualsiasi importo,
senza necessità di delibera di autorizzazione,
assumendo i relativi impegni
firma i mandati di pagamento congiuntamente
con il DSGA
Il DSGA aggiorna, con riferimento alle spese sostenute,
le Schede dei Progetti/Attività in relazione
all‟andamento degli stessi
firma le Reversali d‟incasso e i mandati
congiuntamente con il DS
è responsabile della tenuta della contabilità,
delle necessarie registrazioni e degli
adempimenti fiscali relativi, pertanto imputa
correttamente le spese ai coretti
Aggregati/Voci ed ai livelli del Piano dei
Conti delle Spese
I revisori
dei conti verificano la legittimità e la regolarità delle
scritture contabili
controllano la coerenza dell‟impiego delle
risorse con gli obiettivi individuati nel
Programma Annuale
eseguono le verifiche di cassa
50
Fase di modifiche
Oggi, rendere conto delle scelte, della provenienza e dell‟utilizzo
delle disponibilità finanziarie di cui si è potuto usufruire,
dell‟operato e dei risultati, è diventato un passaggio
determinante nei servizi della Pubblica Amministrazione ed in
particolare nella scuola dell‟autonomia, anche in un‟ottica di
fiducia e trasparenza. In questo contesto appare fondamentale il
monitoraggio in itinere, per tutto l‟anno finanziario, dell'efficacia
delle spese sostenute in rapporto agli obiettivi raggiunti.
Gli indicatori del progetto, misurabili, individuati nella fase
preliminare, permetteranno al gruppo di lavoro di monitorare
l‟andamento del progetto dal punto di vista didattico e al
Dirigente scolastico e al DSGA dal punto di vista delle spese.
Se dal monitoraggio in itinere risulta l‟inefficacia di un progetto,
i finanziamenti devono essere spostati su altre attività.
Durante tutta la fase di gestione, che coincide con l‟anno
finanziario e che va dal 1° gennaio al 31 dicembre, si promuove
l‟integrazione tra la funzione didattica e quella contabile.
Entro il 30 giugno il Consiglio di Istituto verifica lo stato di
attuazione del PA e le disponibilità finanziarie attraverso una
relazione del DS. È, in ogni caso, sempre prevedibile una
riprogrammazione delle risorse in seguito a nuove entrate o spese
e comunque, eventuali modifiche sono ammissibili entro il 30
novembre.
Gli attori che intervengono nella fase di modifiche sono:
Il DS Predispone un‟apposita relazione
sull‟andamento della gestione per rendere
possibile la verifica;
Propone modifiche parziali al Programma
Annuale in relazione all'andamento attuativo
dei singoli progetti/ attività;
51
Decreta e trasmette per conoscenza al
Consiglio d‟Istituto le variazioni al
Programma Annuale conseguenti ad entrate
finalizzate e gli storni conseguenti a delibere
del Consiglio d‟Istituto;
Decreta e trasmette per la Ratifica al
Consiglio d‟Istituto i prelievi dal Fondo di
Riserva per aumentare gli stanziamenti dei
Progetti
Il DSGA Predispone un‟apposita relazione sulle
Entrate accertate e sulla consistenza degli
Impegni assunti e dei Pagamenti eseguiti,
per rendere possibili le Verifiche al
Programma Annuale;
Aggiorna la Scheda di Attuazione del
Programma Annuale e le Schede di
Rendiconto Progetto/Attività.
La Giunta
esecutiva Propone modifiche parziali al Programma
Annuale in relazione all'andamento attuativo
dei singoli Progetti/Attività.
Il Consiglio
d‟Istituto Riceve le comunicazioni relative alle entrate
finalizzate ed agli storni.
Verifica, entro il 30 giugno, le disponibilità
finanziarie dell'Istituto e lo stato di
attuazione del Programma Annuale;
Delibera gli Storni al Programma Annuale;
Ratifica i prelievi dal Fondo di Riserva,
disposti dal Dirigente Scolastico, per
aumentare gli stanziamenti dei Progetti;
Modifica il Programma Annuale in relazione
all'andamento attuativo dei singoli
Progetti/Attività.
52
Fase della consuntivazione
Infine, con la fase della consuntivazione si esplicita l‟uso delle
risorse e la rendicontazione dei risultati della gestione. Entro il
15 marzo dell'anno successivo il Conto consuntivo composto dal
conto finanziario e dal conto del patrimonio, predisposto dal
DSGA, viene sottoposto dal DS ai Revisori dei conti con una
relazione che ne illustra la gestione. Il Conto consuntivo e la
relazione dei Revisori dei conti vengono sottoposti
all‟approvazione del Consiglio d‟Istituto entro il 30 aprile.
Se il Conto consuntivo viene approvato in difformità al parere
dei Revisori, il DS lo trasmette all‟USR entro il 15 maggio,
corredato di tutti gli allegati, del Programma annuale, con
relative variazioni e delibere, nonché di una dettagliata e
motivata relazione ai fini dell‟adozione dei provvedimenti di
competenza. Se il C.di I. non approva il Conto consuntivo entro
45 gg. della sua presentazione, il DS lo comunica al Collegio dei
revisori dei conti e al dirigente dell‟USR che nomina un
commissario ad acta per il relativo adempimento.
Gli attori che intervengono nella fase di consuntivazione sono:
Il DS Predispone una dettagliata relazione che
illustra l‟andamento della gestione
dell‟istituzione scolastica e i risultati
conseguiti in relazione agli obiettivi
programmati;
Sottopone il Conto Consuntivo all‟esame del
Collegio dei Revisori dei Conti.
Il DSGA Predispone il Conto Consuntivo, composto
dal Conto Finanziario e dal Conto
Patrimonio, entro il 15 marzo dell‟anno
successivo all‟esercizio finanziario chiuso;
Predispone gli allegati al Conto Consuntivo:
o Elenco dei Residui Attivi/Passivi
53
o Situazione Amministrativa definitiva
o Prospetto delle Spese per il Personale
o Rendiconto dei Progetti/Attività
o Riepilogo per Tipologia di Spesa.
I Revisori
dei conti Predispongono la relazione con parere sul
Conto Consuntivo
La Giunta
esecutiva Propone il Conto Consuntivo
all‟approvazione del Consiglio di Istituto
entro il 30 aprile dell‟anno successivo
all‟esercizio finanziario chiuso
Il Consiglio
d‟Istituto Approva il Conto Consuntivo
Programma annuale
Come abbiamo visto nel capitolo “La scuola dell‟autonomia”,
con la legge n. 59 del 15 marzo 1997 (c.d. Bassanini), le scuole
hanno assunto una propria autonomia didattica, organizzativa e
finanziaria, quest‟ultima regolamentata dal D.I. n. 44/2001
(regolamento di contabilità).
Il regolamento di contabilità ha introdotto il documento contabile
programmatico (Programma annuale) attraverso il quale la
scuola indica non solo entrate e spese, ma anche la
programmazione dell‟attività didattica e organizzativa che
intende realizzare nel corso dell‟esercizio finanziario
(coincidente con l‟anno solare).
Le risorse assegnate dallo Stato costituenti la dotazione
finanziaria di istituto sono utilizzate senza altro vincolo di
destinazione che quello prioritario per lo svolgimento delle
attività di istruzione, di formazione e di orientamento proprie
della scuola. Le risorse sono destinate alla realizzazione degli
obiettivi in coerenza con le previsioni del PTOF.
54
Al fine di incrementare l'autonomia contabile delle istituzioni
scolastiche ed educative statali e di semplificare gli
adempimenti amministrativi e contabili, la legge n. 107/2015,
all'articolo 1, comma 143, ha previsto che il Ministero
provveda ad adottare un nuovo regolamento di contabilità, in
grado di attualizzare il Regolamento già vigente (DI n.
44/2001). Al momento è in corso l'iter per l'adozione del nuovo
decreto interministeriale e in via previsionale dovrebbe essere
approvato e diventare esecutivo a partire da gennaio 2019.
Schema semplificato del programma annuale
In questa trattazione si propone lo schema semplificato del
programma annuale in quanto permette di focalizzare
l‟attenzione sugli aspetti fondamentali delle attività didattiche da
realizzare, anche agli occhi di coloro che hanno interesse, non
sempre competenti in materia contabile. Tale documento
contiene il programma annuale di utilizzo delle risorse
finanziarie. Le voci di entrata e di spesa riguardano grossi
aggregati, attività e progetti. È opportuno ricordare che nei
bilanci degli istituti scolastici non compaiono:
le entrate/spese relative agli emolumenti principali del
personale scolastico, che comprendono gli stipendi al
personale, le imposte (es. Irpef) e i contributi/ritenute;
le spese di manutenzione degli immobili, ordinaria e
straordinaria e i costi per l‟energia elettrica, l‟acqua e le
spese di riscaldamento;
gli eventuali affitti dei locali scolastici verso Enti o privati .
Senza entrare troppo nel tecnicismo, qui di seguito viene
riportato a titolo di esempio il programma annuale (bilancio) di
un istituto superiore che raggruppa un Istituto Tecnico
Industriale e un Istituto Professionale per l‟Industria e
l‟Artigianato, redatto, per semplicità di comprensione, secondo
il modello semplificato in vigore per le scuole di ogni ordine e
grado. L‟istituzione scolastica, presa come riferimento ha circa
1.000 studenti e un organico di 170 unità tra personale docente
e ATA.
55
Programma Annuale - Esercizio finanziario 2018 – Conto di competenza
ENTRATE
Aggr Importi
Voce
01 Avanzo di amministrazione presunto 399.556,17
01 Non vincolato 232.219,67
02 Vincolato 167.336,50
02 Finanziamenti dallo Stato 75.450,49
01 Dotazione ordinaria 41.381,29
02 Dotazione perequativa
03 Altri finanziamenti non vincolati
04 Altri finanziamenti vincolati 34.069,20
05 Fondo Aree Sottoutilizzate FAS
03 Finanziamenti
01 Dotazione ordinaria
02 Dotazione perequativa
03 Altri finanziamenti non vincolati
04 Altri finanziamenti vincolati
04 Finanziamenti da Enti locali o da altre istituzioni pubbliche
01 Unione Europea
02 Provincia non vincolati
03 Provincia vincolati
04 Comune non vincolati
05 Comune vincolati
06 Altre istituzioni
05 Contributi da privati 131.200,00
01 Famiglie non vincolati 60.000,00
02 Famiglie Vincolati 56.000,00
03 Altri non vincolati 15.200,00
04 Altri Vincolati
06 Proventi da gestioni economiche
01 Azienda agraria
02 Azienda speciale
03 Attività per conto terzi
04 Attività convittuale
07 Altre entrate
01 Interessi
02 Rendite
03 Alienazione di beni
04 Diverse
08 Mutui
Totale entrate 606.206,66
56
SPESE
Aggr Importi
Voce
A Attività 256.828,04
A01
Funzionamento amministrativo
generale 61.532,88
A02 Funzionamento didattico generale 118.095,16
A03 Spese di personale 22.000,00
A04 Spese d'investimento 55.200,00
A05 Manutenzione edifici
P Progetti 255.883,45
P01
Potenziamento attività
professionalizzanti 17.503,60
P02 Test Center ECDL 6.080,97
P03 Alternanza Scuola Lavoro 72.048,78
P04 Viaggi di istruzione 56.702,10
P05 Sistema Qualità – RAV e PDM 5.000,00
P06 Sicurezza 5.000,00
P07 Formazione del personale 11.000,00
P08
PON Ist. Tecnico: inclusione sociale e
lotta al disagio
39.774,00
P09
PON Ist. Professionale: inclusione
sociale e lotta al disagio
39.774,00
P10 Istruzione in ospedale/domicialiare 3.000
G Gestioni economiche
R Fondo di riserva 500,00
R98 Fondo di riserva 500,00
Totale spese 513.211,49
Z Disponibilità finanziaria 92.995,17
Z01 Disponibilità finanziaria da
programmare 92.995,17
Totale a pareggio 606.206,66
57
ENTRATE
01 – Avanzo di amministrazione presunto
L‟avanzo di amministrazione definisce il risultato di gestione
alla data del 31 dicembre e in esso confluiscono le risorse
derivanti da economie di bilancio, gli acconti non ancora
utilizzati ma accertati e gli eventuali accantonamenti
dell‟aggregato Z01.
L‟avanzo di amministrazione si ricava con la seguente formula:
Avanzo amm.= Saldo di cassa+Residui attivi-Residui passivi
Esso è riconducibile a due tipologie: finanziamenti non
vincolati (non finalizzati) e finanziamenti vincolati (finalizzati),
questi ultimi destinati alla realizzazione di progetti/attività
indicati dal soggetto erogatore (ad esempio viaggi di istruzione,
lettorato di lingua inglese, PON, Finanziamenti Alternanza
Scuola Lavoro, ecc).
I residui attivi sono le entrate accertate e non riscosse
(l‟accertamento avviene tramite comunicazione da parte del
MIUR); i residui passivi sono le spese impegnate e non ancora
pagate e quindi le corrispondenti somme è come se non le
avessimo.
02 – Finanziamenti dallo Stato
Annualmente il MIUR, attraverso il Dipartimento per la
programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e
strumentali - Direzione Generale per le risorse umane e
finanziarie - Ufficio IX, comunica alle istituzioni scolastiche
l'assegnazione delle risorse finanziarie per il funzionamento
didattico ed amministrativo ed altre voci.
Ciò consente alle istituzioni scolastiche di avere un quadro
certo e completo della dotazione finanziaria disponibile per
l'intero anno scolastico, anche ai fini di una adeguata
58
programmazione delle attività da inserire nel Piano dell'Offerta
Formativa.
Le risorse finanziarie, riportate qui di seguito sono iscritte in
entrata in conto competenza all'aggregato "02 Finanziamento
dallo Stato", voce "01 Dotazione Ordinaria". I finanziamenti
vengono erogati in due momenti diversi, il primo di 4/12 per il
periodo settembre-dicembre e il secondo di 8/12 per il periodo
gennaio-agosto.
Aggregato 02, voce 01 - Quota funzionamento amministrativo-
didattico, Alternanza Scuola Lavoro e Revisori dei conti
La ripartizione del Fondo di Funzionamento amministrativo-
didattico avviene in attuazione di quanto previsto dal DM n. 834
del 15 ottobre 2015, che ha individuato i criteri ed i parametri più
rispondenti alle mutate esigenze e condizioni del settore
scolastico nonché i criteri per la ripartizione delle risorse
finanziarie finalizzate ad attività di Alternanza Scuola-Lavoro,
per le classi terze, quarte e quinte degli istituti professionali, dei
tecnici e dei licei.
Totale Funzionamento Amministrativo-Didattico a.s. 2017-18
Quota per Alunno
Quota Fissa
Quota per Sede aggiuntiva
Quota per Alunni disabili
Quota per scuole serali - ospedaliere - carcerarie
Quota per Classi terminali della SSI° grado
Quota per Classi terminali della SSII° grado
Alternanza Scuola Lavoro ai sensi della Legge n. 107/2015
Compenso Revisori dei conti per Istituzione Capofila
Tale risorsa è finalizzata alla retribuzione degli incarichi
svolti dai revisori dei conti, in rappresentanza del MEF e del
MIUR, presso le istituzioni scolastiche.
59
Aggregato 02 – voce 04 Contratti di pulizia ed altre attività
ausiliarie (si apre una scheda in altri finanziamenti vincolati ad
es. Aggr. 02 voce 04.1)
La somma è assegnata ai sensi dell‟art. 31, comma 4, del D.I.
n. 44/2001, alle scuole con organico accantonato di
collaboratori scolastici (in sostanza assegnano in organico di
diritto meno collaboratori scolastici).
La quota assegnata è destinata all‟acquisto di servizi non
assicurabili mediante l‟impiego del solo personale interno, a
causa del parziale accantonamento dell‟organico di diritto dei
collaboratori scolastici.
Le istituzioni scolastiche il cui organico di diritto dei
collaboratori scolastici non presenti posti accantonati non
possono acquistare servizi di pulizia: dette funzioni debbono
essere svolte integralmente dal personale dipendente.
Aggregato 02 – voce 04 Contratti di co.co.co. per le attività
tecniche e di segreteria (si apre una scheda in altri finanziamenti
vincolati ad es. Aggr. 02 voce 04.2)
Solo per le scuole dove prestano servizio soggetti con contratti
di co.co.co ai sensi del D.M. n. 66/2001.
03 – Finanziamenti dalla Regione
Nel panorama italiano ci sono alcune Regioni che si fanno
maggiormente carico delle scuole del loro territorio (ad esempio
le Regioni autonome), ma nella maggior parte dei casi i
finanziamenti diretti da parte delle Regioni sono assenti o di
modesta entità. Le spese per l‟istruzione sostenute dalle Regioni
sono prevalentemente costituite da trasferimenti verso gli Enti
Locali.
60
04 – Finanziamenti da Enti locali o da altre istituzioni pubbliche
Finanziamenti dall’Unione europea
L‟Unione Europea finanzia le scuole italiane, di ogni ordine e
grado, secondo due modalità: attraverso i programmi europei tipo
Erasmus+ e attraverso i finanziamenti PON costituiti da fondi
strutturali, FSE (Fondo Sociale Europeo) e FESR (Fondo
Europeo di Sviluppo Regionale). Nei due settenni precedenti i
finanziamenti PON erano destinati ad alcune regioni del
Mezzogiorno con lo scopo di colmare il divario rispetto alle
altre regioni d‟Italia. Nell‟attuale terzo settennio (2014-2020) i
PON sono stati estesi a tutte le regioni.
Finanziamenti dalle Province e dai Comuni
I finanziamenti che giungono alle scuole da parte degli Enti
Locali, nel complesso sono più consistenti rispetto a quelli che
arrivano dalle Regioni. Le Province erogano agli istituti superiori
presenti sul loro territorio un contributo per le spese di
funzionamento (telefono, fotocopie, ecc.) e la piccola
manutenzione; i Comuni si fanno invece carico di alcune spese
sostenute dalle scuole del primo ciclo (infanzia, primarie e
secondarie di I grado). Ogni Ente agisce con procedure proprie
che possono consistere in un finanziamento diretto alle scuole
oppure nella fornitura del servizio.
05 – Contributi da privati
I contributi da privati provengono in massima parte dalle
famiglie, e sono costituiti dai versamenti all‟atto di iscrizione
(contributi scolastici), dalle quote per i viaggi di istruzione o
per l‟attivazione di qualche progetto specifico, come per
esempio il lettorato di lingua straniera.
Il contributo delle famiglie è volontario e non obbligatorio: è
detraibile ai fini delle imposte; va usato con trasparenza; non si
possono pagare con il medesimo le spese amministrative ma
61
esclusivamente spese relative all‟ampliamento dell‟offerta
formativa. Esso rappresenta una fonte essenziale per assicurare
un‟offerta formativa che miri a raggiungere livelli qualitativi
sempre più elevati, soprattutto in considerazione delle ben note
riduzioni della spesa pubblica che hanno caratterizzato gli
ultimi anni.
È buona pratica che le scuole, al momento delle iscrizioni,
chiedano ai genitori un contributo per le spese didattiche per
l‟anno successivo, prevedendo magari anche una
rateizzazione, a richiesta, per venire incontro alle esigenze
delle famiglie. Non si può comunque subordinare l‟iscrizione
degli alunni al preventivo versamento del contributo. Tale
comportamento è illegittimo e si configura come grave
violazione dei propri doveri d‟ufficio sanzionabile
disciplinarmente.
Negli istituti tecnici e professionali il contributo delle
famiglie ha una valenza più significativa rispetto agli altri
ordini di scuola in quanto contribusce a coprire le spese di
esercitazione nei laboratori e nei reparti di lavorazione. La
norma di riferimento che disciplina i contributi di laboratorio
rimane il Regio Decreto Legge n. 749 del 15.05.1924, tuttavia
considerato che l‟argomento ha costituito fonte di dissidi e
polemiche, dubbi e contrasti tra istituzioni scolastiche e
genitori, il MIUR è intervenuto ultimamente con due note allo
scopo di chiarire e disciplinare la materia. Le note sono la
circ.n. 312/2012 e la circ.n. 593/2013. Dalle suddette note
emerge che il problema della richiesta di contributi di
laboratorio alle famiglie va valutato in relazione alla natura
pubblica del servizio scolastico e all‟esigenza che la scuola
eroghi un servizio qualificato, aggiornato, efficiente, puntuale.
Ai fini della trasparenza, alle famiglie, al termine dell‟anno
scolastico dovrebbe essere assicurata una rendicontazione chiara
ed esaustiva della gestione dei contributi dalla quale risulti come
sono state effettivamente spese le somme e quali benefici ne ha
ricavato la comunità scolastica (C.M.. 312/2012).
62
Naturalmente, poiché mai si può trattare di gestione fuori
bilancio, tali contributi devono trovare collocazione
nell‟ordinaria gestione amministrativo contabile.
Cedolino unico (non vengono inseriti in bilancio)
In data 28 luglio 2017 il Ministero e le OO.SS. rappresentative
del comparto Scuola hanno siglato l'ipotesi di CCNI per
l'assegnazione alle istituzioni scolastiche ed educative statali
delle risorse destinate al MOF (Miglioramento dell'Offerta
Formativa) per l'a.s. 2017-2018.
1- Assegnazione per gli istituti contrattuali (Retribuzione
accessoria)
FIS (Fondo delle istituzioni scolastiche da contrattare
con la RSU)
Funzioni Strumentali all'offerta formativa
Incarichi Specifici del personale ATA
Remunerazione delle Ore Eccedenti l'orario
settimanale d'obbligo, effettuate in sostituzione di
colleghi assenti
L‟assegnazione è prevista anche per le attività complementari di
educazione fisica e per le ore eccedenti svolte dai coordinatori
regionali dei relativi progetti, nonché per le misure incentivanti
per i progetti relative alle aree a rischio (cfr.art. 9 CCNL
29/11/2007).
2- Supplenze brevi e saltuarie
3- Compensi per lo svolgimento degli esami di Stato (in
unica soluzione nel periodo 1° gennaio-31 agosto)
SPESE
Nei documenti contabili delle scuole le spese sono raggruppate
in grandi categorie (vedi modello SPESE di cui sopra): le due più
63
importanti sono le attività nell‟aggregato A e i progetti
nell‟aggregato P.
Aggregato A – Attività
L’aggregato A è articolato in cinque voci:
1. funzionamento amministrativo generale;
2. funzionamento didattico generale;
3. spese di personale;
4. spese di investimento (macchine per laboratori, materiale
scientifico, tecnico e didattico, attrezzature sportive e così
via, che una volta acquistate confluiscono nel patrimonio
dell‟istituto)
5. spese per la manutenzione degli edifici.
Voce A01 – Funzionamento amministrativo generale
Le spese di funzionamento amministrativo generale, prevedono
l'acquisto di cancelleria, stampati, materiale di pulizia locali,
nonché le spese postali, telefoniche, Internet, le spese per
l'energia elettrica, per la manutenzione ordinaria (quest‟ultime se
a carico della scuola) e per la locazione delle apparecchiature ed
attrezzature degli uffici (es. fotocopiatori, stampanti), per le
uniformi di servizio ed altre spese varie, correlate anche alle
tecnologie multimediali. In detta scheda, inoltre, è prevista, nella
"Tipologia di spese - Partite di giro", l'anticipazione del "fondo
per le minute spese" a favore del Direttore dei servizi generali ed
amministrativi, di cui all'art. 17 del Regolamento di contabilità.
Voce A02 - Funzionamento didattico generale.
In questa voce sono previste le spese per l'acquisto di libri,
riviste, periodici, giornali tecnici e scientifici e relativi
abbonamenti, riferiti all'attività didattica; quelle per l'acquisto del
materiale per le esercitazioni di laboratorio, per gli acquisti e i
rinnovi di modesta entità delle attrezzature tecnico-scientifiche;
le spese per il materiale di consumo delle officine e dei
64
laboratori, per la manutenzione delle macchine e delle
attrezzature dei laboratori, ivi compreso quello informatico di
proprietà; nonché quelle afferenti ad esigenze connesse con
l'attività didattica generale.
Voce A03 - Spese di personale.
In questa voce sono previste le spese per il personale assunto per
supplenze brevi, nonché i compensi e le indennità per il
trattamento accessorio spettante al personale medesimo. Negli
ultimi anni tali spese sono gestite direttamente dal MEF e quindi
nel bilancio, sotto questa voce, va messa la cifra equivalente a
“zero”. In questa voce vengono previste anche le spese di
missione ed altre spese di personale non riconducibili ai singoli
progetti per esempio corsi di recupero gestiti con economie di
bilancio e quindi retribuiti direttamente dalla scuola.
Nota: è importante capire anche la differenza, dal punto di
vista del pagamento, tra le supplenze “annuali” (al 31 agosto
e al 30 giugno su posti vacanti) e le supplenze brevi (per
intenderci quelle che una volta pagava la scuola nella voce
A03 per es. per sostituzione di un docente assente per
malattia). Oggi anche quest’ultime, come le prime, vengono
pagate dal MIUR però attraverso un’area diversa della
piattaforma telematica, c.d. “Gestione appicativa”, quindi
pagamenti collocati in capitoli di spesa differenti.
Voce A04 - Spese di investimento.
In questa voce sono inserite le spese che si prevede di sostenere
per acquisti di beni mobili e immobili non imputabili ad uno
specifico progetto (ad esempio: le spese per la costituzione o il
rinnovamento di un laboratorio o l‟acquisto di LIM o Computer
da destinare nelle varie aule).
Voce A05 - Spese per la manutenzione degli edifici
Questa spesa di norma è in carico agli Enti locali: Comune per le
scuole del primo ciclo, Provincia per lle scuole del secondo
65
ciclo. Potrebbero essere previste delle somme per la
manutenzione degli edifici scolastici che la scuola effettua per
conto dell'Ente locale.
Aggragato P - Progetti
L'aggregato P comprende tutti i progetti relativi all'ampliamento
dell'offerta formativa previsti nel PTOF. Come abbiamo già detto
precedentemente, per ogni progetto deve essere predisposta una
specifica scheda illustrativa. In questo aggregato sono previste
anche le spese per progetti finanziati da organismi comunitari,
vedi PON, e internazionali; quelle per le attività di educazione
degli adulti, di istruzione e formazione tecnica superiore ( IFTS)
e quelli relativi agli ITS;
Aggregato G - Gestione Economiche
L’Aggragato G comprende le previsioni di spesa di specifiche
attività economiche, disciplinate dal Titolo I capo V del
Regolamento (DI n. 44/2001) vedi ad esempio Aziende agrarie e
aziende speciali o proventi derivanti dalla vendita di beni e da
servizi a favore di terzi.
Aggregato R - Fondo di Riserva
L’Aggragato R comprende il fondo di riserva che non potrà
essere superiore al cinque per cento della dotazione finanziaria
ordinaria.
Aggregato Z – Disponibilità Finanziaria da Programmare
L'eventuale somma da iscrivere nell'aggregato Z è costituita dalla
differenza tra il totale delle entrate e il totale delle spese, per far
quadrare il bilancio. È bene ricordare che il totale delle spese
non può superare il totale delle entrate.
66
DIRITTO ALLA RISERVATEZZA: DAL CODICE PRIVACY AL GDPR
Questi paragrafi restano inalterati
Concetto di privacy
Codice in materia di protezione dei dati personali
Ex Documento Programmatico sulla Sicurezza (DPS)
Frequently Asked Questions
Viene aggiunto il seguente paragrafo
Evoluzione storica dal Codice privacy al GDPR
Il 24 maggio 2016 è entrato in vigore il Regolamento Generale
Europeo (UE 679/2016 - Pubblicato nella Gazzetta Ufficiale
europea il 4 maggio 2016) sulla protezione dei dati personali
delle persone fisiche denominato GDPR (General Data
Protection Regulation). Il Regolamento rappresenta la normativa
di riforma della legislazione europea in materia di protezione dei
dati. La sua attuazione, è stata prevista a distanza di due anni,
quindi a partire dal 25 maggio 2018. Trattandosi di un
regolamento europeo, e quindi di un riferimento unico, si attua di
fatto la definitiva armonizzazione della regolamentazione in
materia di protezione dei dati personali all'interno dell'Unione
europea.
Il GDPR più esplicito della direttiva 95/46/CE, proclama la
tutela del diritto alla protezione dei dati personali inteso
come diritto fondamentale delle persone fisiche. Art. 1 par. 2 “Il
presente regolamento protegge i diritti e le libertà fondamentali
delle persone fisiche, in particolare il diritto alla protezione dei
dati personali”.
La Direttiva 95/46/CE del Parlamento e del Consiglio d'Europa,
sino all‟attuale riforma, è stato il principale strumento giuridico
dell'Unione europea in materia di protezione dei dati. È stata
adottata il 24 ottobre 1995, con lo specifico fine di armonizzare
il livello di tutela dei diritti delle persone riguardo al trattamento
67
di dati personali.
L'applicazione della suddetta Direttiva si estendeva a tutto
lo Spazio Economico Europeo, quindi ben oltre il territorio
dell'Unione. In Italia è stata attuata con la legge n. 675 del 31
dicembre 1996, poi abrogata dal Codice privacy cioè dal D.Lgs
30 giugno 2003, n. 196, nel quale si prevede il diritto a non
vedere trattati i propri dati senza consenso, ma anche l‟adozione
di cautele tecniche ed organizzative che tutti devono rispettare
per procedere in maniera corretta al trattamento dei dati altrui.
La Direttiva 95/46/CE presentava evidenti carenze,
dovute all'evoluzione della tecnologia, e dei trattamenti
automatizzati, successivi alla sua approvazione. Per questo
motivo si è reso necessario affiancarle un altro strumento
normativo dell'Unione europea in materia di protezione dei dati
personali, la Direttiva 2002/58/CE (ePrivacy), poi modificata
dalla Direttiva 2009/136/CE, relativa al trattamento dei dati
personali e alla tutela della vita privata nel settore delle
comunicazioni elettroniche.
L'aumento esponenziale dei servizi online e i conseguenti rischi
per i diritti dei cittadini, da coniugare con i crescenti problemi di
sicurezza, e quindi le necessità di accedere per fini di polizia e
prevenzione alle telecomunicazioni, hanno portato ad un
ripensamento radicale dell'intero impianto normativo, che è
sfociato nella riforma del 2016, ovvero nell‟attuale Regolamento
(GDPR) che sarà attuato a partire dal 25 maggio 2018.
Il GDPR è una normativa che deve essere rispettata da tutte le
Pubbliche amministrazioni, Istituzioni scolastiche comprese, dai
professionisti e dalle aziende con sede nell‟Unione Europea,
nonché da tutti quei soggetti che, pur avendo sede al di fuori
della UE, elaborano trattano e collezionano dati dei cittadini
dell‟Unione Europea, quest‟ultimi c.d. “interessati”.
Le sanzioni per le aziende che disattendono il Regolamento sono
molto pesanti, potranno arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4%
68
del fatturato mondiale totale dell‟anno precedente se superiore.
Ciascuno Stato europeo avrà inoltre la facoltà di definire
ulteriori sanzioni che dovranno essere effettive, proporzionate e
dissuasive. L‟informativa deve essere molto dettagliata e deve
indicare le finalità, i soggetti terzi che hanno accesso ai dati e
deve essere fornita a tutti gli interessati.
DPO (Data Protection Officer)
Tra le specifiche misure sulla protezione dei dati personali
obbligatorie, per gli Enti pubblici e le organizzazioni che
effettuano il trattamento su larga scala di dati sensibili vi è la
designazione di una nuova figura (anche per le Istituzioni
scolastiche), il DPO (Data Protection Officer), ovvero il
Responsabile della protezione dei dati (acronimo italiano RPD).
Il responsabile della protezione dei dati personali è una figura
prevista dall'art. 37 del Regolamento (UE) 2016/679. Si tratta di
un soggetto designato dal titolare o dal responsabile del
trattamento per assolvere a funzioni di supporto e controllo,
consultive, formative e informative relativamente
all'applicazione del Regolamento medesimo. Coopera con
l'Autorità (e proprio per questo, il suo nominativo va comunicato
al Garante) e costituisce il punto di contatto, anche rispetto agli
interessati, per le questioni connesse al trattamento dei dati
personali (artt. 38 e 39 del Regolamento).
L'art. 37, par. 1, lett. a), del RGPD prevede che i titolari e i
responsabili del trattamento designino un RPD «quando il
trattamento è effettuato da un'autorità pubblica o da un
organismo pubblico, eccettuate le autorità giurisdizionali
quando esercitano le loro funzioni giurisdizionali». Quindi alle
istituzioni scolastiche viene attribuito tale obbligo.
Il responsabile della protezione dei dati personali, al quale non
sono richieste specifiche attestazioni formali o l'iscrizione in
appositi albi, deve possedere un'approfondita conoscenza della
normativa e delle prassi in materia di privacy, nonché delle
69
norme e delle procedure amministrative che caratterizzano lo
specifico settore di riferimento:
deve avere competenze Gestionali, Tecniche e Giuridiche;
deve poter accedere al sistema di protezione per conoscere
tutte le modalità di come vengono utilizzati/gestiti i dati;
ha il compito di verificare che l‟utilizzo quotidiano dei dati e
dei sistemi di protezione delle informazioni avvenga in
conformità al Regolamento (GDPR);
deve essergli garantito il supporto informativo e finanziario
necessario a mantenere le competenze specifiche nel
rispettivo ambito di applicazione.
deve poter offrire, con il grado di professionalità adeguato
alla complessità del compito da svolgere, la consulenza
necessaria per progettare, verificare e mantenere un sistema
organizzato di gestione dei dati personali, coadiuvando il
titolare nell'adozione di un complesso di misure (anche di
sicurezza) e garanzie adeguate al contesto in cui è chiamato a
operare.
deve agire in piena indipendenza e autonomia, senza ricevere
istruzioni e riferendo direttamente ai vertici;
deve poter disporre, infine, di risorse (personale, locali,
attrezzature, ecc.) necessarie per l'espletamento dei propri
compiti.
Come accade nei settori delle cosiddette "professioni non
regolamentate", si sono diffusi schemi proprietari di
certificazione volontaria delle competenze professionali
effettuate da appositi enti certificatori. Tali certificazioni (che
non rientrano tra quelle disciplinate dall'art. 42 del RGPD) sono
rilasciate anche all'esito della partecipazione ad attività formative
e al controllo dell'apprendimento.
Esse, pur rappresentando, al pari di altri titoli, un valido
strumento ai fini della verifica del possesso di un livello minimo
di conoscenza della disciplina, tuttavia non equivalgono, di per
sé, a una "abilitazione" allo svolgimento del ruolo del RPD né,
allo stato, sono idonee a sostituire il giudizio rimesso alle
70
PP.AA. nella valutazione dei requisiti necessari al RPD per
svolgere i compiti previsti dall'art. 39 del RGPD.
Il ruolo di responsabile della protezione dei dati personali può
essere ricoperto da una figura interna che conosca la realtà
operativa in cui avvengono i trattamenti; l'incarico può essere
anche affidato a soggetti esterni, a condizione che garantiscano
l'effettivo assolvimento dei compiti che il Regolamento (UE)
2016/679 assegna a tale figura. Qualora il responsabile della
protezione dei dati personali sia individuato in un soggetto
esterno, quest'ultimo potrà essere anche una persona giuridica.
Nel caso in cui la scelta del RPD ricada su una professionalità
interna all'ente, occorre formalizzare un apposito “atto di
designazione” a Responsabile per la protezione dei dati. In caso,
invece, di ricorso a soggetti esterni all'ente, la designazione
costituirà parte integrante dell'apposito “contratto di servizi”
redatto in base a quanto previsto dall'art. 37 del RGPD. Tali atti,
da redigere in forma scritta, dovranno indicare espressamente i
compiti attribuiti, le risorse assegnate per il loro svolgimento,
nonché ogni altra utile informazione in rapporto al contesto di
riferimento. A tal fine è possibile utilizzare il modello A allegato
- schema di atto di designazione.
Nell'atto di designazione o nel contratto di servizi devono
risultare succintamente indicate anche le motivazioni che hanno
indotto l'ente a individuare, nella persona fisica selezionata, il
proprio RPD, al fine di consentire la verifica del rispetto dei
requisiti previsti dall'art. 37, par. 5 del RGPD, anche mediante
rinvio agli esiti delle procedure di selezione interna o esterna
effettuata. La specificazione dei criteri utilizzati nella
valutazione compiuta dall'ente nella scelta di tale figura, oltre a
essere indice di trasparenza e di buon amministrazione,
costituisce anche elemento di valutazione del rispetto del
principio di «responsabilizzazione».
Il Regolamento (UE) 2016/679 prevede che un gruppo
imprenditoriale (nel nostro caso potrebbe essere l‟USR o l‟UST
71
o una Rete di scuole) possa designare un unico responsabile della
protezione dei dati personali, purché tale responsabile sia
facilmente raggiungibile da ciascuno stabilimento. Inoltre, dovrà
essere in grado di comunicare in modo efficace con gli
interessati e di collaborare con le autorità di controllo.
Nell'esecuzione dei propri compiti, il responsabile della
protezione dei dati personali, interno o esterno che sia, dovrà
ricevere supporto adeguato in termini di risorse finanziarie,
infrastrutturali e, ove opportuno, di personale. Il titolare o il
responsabile del trattamento che abbia designato un responsabile
per la protezione dei dati personali resta comunque pienamente
responsabile dell'osservanza della normativa in materia di
protezione dei dati.
I Titolare o il Responsabile del trattamento, una volta individuato
il Responsabile della protezione dei dati, è tenuto a indicare,
nell'informativa fornita agli interessati, i dati di contatto del RPD
pubblicando gli stessi nel sito Web ufficiale e nel contempo a
comunicarli al Garante (art. 37, par. 7). Per quanto attiene al sito
web, può risultare opportuno inserire i riferimenti del RPD nella
sezione "Amministrazione Trasparente", oltre che nella sezione
"Privacy" eventualmente già presente.
Il nominativo del responsabile della protezione dei dati e i
relativi dati di contatto vanno comunicati all'Autorità di
controllo. A tal fine è possibile utilizzare il modello B allegato –
Comunicazione al Garante.
Obblighi delle Istituzioni scolastiche
Il GDPR, rispetto al precedente Codice della privacy, introduce
misure più stringenti per le Istituzioni scolastiche con precisi
obblighi per i titolari e i responsabili:
Ambito territoriale: Il Regolamento si applica ad
ogni trattamento che ha ad oggetto dati personali, e a tutti
i titolari (controller) e responsabili (processor) del
72
trattamento stabiliti nel territorio dell'Unione, ma anche in
generale a quelli che trattano dati di residenti nell'Unione
europea (art. 3 del Regolamento). In tal modo la sua
applicazione non è limitata alle sole aziende che si trovano in
Europa, ma tutela tutti gli interessati che risiedono nel
territorio dell'Unione indipendetemente da dove si attua il
trattamento dei loro dati;
Principi del GDPR: il trattamento dei dati deve essere
fondato su principi di liceità, correttezza e trasparenza;
Accountability: Il Regolamento enfatizza la
responsabilizzazione del titolare e dei responsabili del
trattamento che si deve concretizzare nell‟adozione di
comportamenti proattivi a dimostrazione della concreta
adozione del regolamento;
Risk based: le aziende dovranno analizzare i rischi derivanti
dal trattamento di dati sensibili, mediante una valutazione
preliminare d‟impatto; spetta al titolare definire un sistema
di controllo sulla base dei rischi individuati avvalendosi
anche degli strumenti tecnologici per facilitare gli obblighi
previsti dal Regolamento; questo tipo di approccio è
sicuramente più flessibile e adattabile al mutare delle
esigenze e degli strumenti tecnologici, ma il fatto di delegare
all'azienda la valutazione del rischio rende più difficili le
contestazioni in caso di violazioni;
Privacy by design:” il tipo di trattamento dovrà essere
previsto e configurato fin dall‟inizio prevedendo le garanzie
per tutelare i diritti degli interessati; l‟uso dei dati personali
dovrà essere ridotto al “necessario” e dovranno essere
adottate misure per aggiornare, rettificare tempestivamente e
proteggere i dati in maniera corretta;
Data Breach: spetta al titolare adottare una politica di
governance e data protection adeguata in modo proporzionale
al rischio e in caso di Breach devono informare entro 72 ore
73
le autorità di protezione dei dati riguardo ad ogni violazione
che metta a rischio i diritti degli individui e tutti gli individui
affetti in caso di violazione ad alto rischio;
Registro dei trattamenti: tale documento, in qualche modo,
somiglia al dismesso DPS e dovrà indicare il titolare, i
responsabili, gli incaricati, le categorie di interessati, le
procedure messe in atto per il trattamento dei dati e le
finalità;
Formazione: sussiste l‟obbligo di istruire tutto il personale
dipendente sulla nuova normativa;
Data Protection Officer (DPO): Nomina del Resposabile
della Protezione dei Dati (RPD), di cui all‟art. 39, avente
funzioni di “supporto e controllo, consultive, formative e
informative”:
Sportello Unico: le aziende dovranno rispondere alla
sola autorità di vigilanza dello Stato nel quale hanno la sede
principale.
Maggiori diritti per gli “interessati”
Il GDPR introduce nuovi diritti per gli individui e il fatto che si
applichi in tutti gli Stati dell‟Unione Europea rappresenta una
grande conquista di cittadinanza per il “Popolo Europeo” anche
ai fini dell‟armonizzazione legislativa. Esso rispetto al
precedente Codice privacy garantisce:
maggiore protezione dei dati personali;
maggiore trasparenza con regole più chiare in materia di
informativa e consenso;
diritto all‟oblio: l‟ interessato, onde evitare che notizie
ritenute pregiudizievoli ed offensive continuino ad essere di
pubblico dominio, può ottenere la rimozione dai motori di
ricerca di tutti i link e riferimenti che rimandano ai contenuti
online in questione, invocando il “diritto all’oblio”.
74
portabilità dei dati personali da un titolare del trattamento ad
un altro;
maggiori garanzie per i minori;
Alla luce di tali garanzie, gli interessati possono:
Accedere in qualsiasi momento ai loro dati personali
Sapere come vengono utilizzati e protetti i loro dati
Chiedere il trasferimento dei loro dati personali ad altro
soggetto (portabilità del dato)
Essere tempestivamente informati in caso di furto dei propri
dati
Avere garanzie sull‟applicazione della normativa da parte dei
soggetti interessati.
Garante Privacy
L'Autorità di controllo italiana (Garante Privacy) ha pubblicato
una Guida che offre un panorama delle principali problematiche
che imprese e soggetti pubblici dovranno tenere presenti in vista
della piena applicazione del regolamento, prevista il 25 maggio
2018. Attraverso raccomandazioni specifiche vengono suggerite
alcune azioni che possono essere intraprese da subito perché
fondate su disposizioni precise del Regolamento che non
lasciano spazi a interventi del legislatore nazionale, come invece
avviene per altre norme del Regolamento, in particolare quelle
che disciplinano i trattamenti per finalità di interesse pubblico
ovvero in ottemperanza a obblighi di legge.
Documentazione di interesse
La predisposizione e l'aggiornamento della documentazione è
necessaria, in quanto indice di corretta implementazione delle
norme:
documentazione attestante i trattamenti svolti (registro dei
trattamenti; valutazione di impatto, trasferimento dati extra
UE);
75
documentazione attestante il rispetto dei diritti
degli interessati (informative, moduli raccolta consenso)
documentazione di ripartizione ruoli e responsabilità
(contratti e nomine dei responsabili esterni e incaricati;
procedure interne, ecc...);
documentazione attestante le misure di sicurezza
implementate.
Base giuridica del trattamento
Il Regolamento conferma che ogni trattamento deve trovare
fondamento in un'idonea base giuridica; i fondamenti di liceità
del trattamento sono indicati all'art. 6 del Regolamento e
coincidono, in linea di massima, con quelli previsti attualmente
dal Codice privacy - D.lgs. 196/2003 (consenso, adempimento
obblighi contrattuali, interessi vitali della persona interessata o di
terzi, obblighi di legge cui è soggetto il titolare, interesse
pubblico o esercizio di pubblici poteri, interesse legittimo
prevalente del titolare o di terzi cui i dati vengono comunicati).
Art. 6 - Liceità del trattamento
1- Il trattamento è lecito solo se e nella misura in cui ricorre
almeno una delle seguenti condizioni:
a. l‟interessato ha espresso il consenso al trattamento dei propri
dati personali per una o più specifiche finalità;
b. il trattamento è necessario all‟esecuzione di un contratto di
cui l‟interessato è parte o all‟esecuzione di misure
precontrattuali adottate su richiesta dello stesso;
c. il trattamento è necessario per adempiere un obbligo legale al
quale è soggetto il titolare del trattamento;
d. il trattamento è necessario per la salvaguardia degli interessi
vitali dell‟interessato o di un‟altra persona fisica;
e. il trattamento è necessario per l‟esecuzione di un compito di
interesse pubblico o connesso all‟esercizio di pubblici poteri
di cui è investito il titolare del trattamento;
f. il trattamento è necessario per il perseguimento del legittimo
interesse del titolare del trattamento o di terzi, a condizione
che non prevalgano gli interessi o i diritti e le libertà
76
fondamentali dell‟interessato che richiedono la protezione
dei dati personali, in particolare se l‟interessato è un minore.
Attuazione del Regolamento
Il GDPR è una norma complessa e per la sua attuazione richiede
alle istituzioni scolastiche un‟attenta revisione dei dati che
raccolgono e trattano, una verifica delle basi giuridiche per tali
trattamenti e l'impatto di tali trattamenti per gli interessati. I
principi generali del GDPR possono riassumersi
in responsabilità e trasparenza attraverso i seguenti punti:
verifica della preparazione del personale ed eventuale
aggiornamento sulle nuove regole;
verifica dei dati trattati, con identificazione del tipo di dati e
categorizzazione in modo da distinguerli tra loro;
verifica della finalità e della base giuridica del trattamento e
eventuale redazione del registro dei trattamenti;
aggiornamento dell'informativa privacy, informando
correttamente, e in maniera comprensibile, gli interessati
della base giuridica del trattamento dei dati e dei loro
diritti (rettifica, cancellazione, oblio);
verifica della procedura per consentire agli interessati di
richiedere l'attuazione dei loro diritti;
verifica delle modalità di ottenimento del consenso e di una
procedura per verificare l'età degli interessati;
eventuale valutazione d'impatto del trattamento dei dati;
instaurazione di una procedura per eventuali violazioni dei
dati;
designazione di un Data Protection Officer;
indicazione dell'autorità di vigilanza alla quale si è soggetti.
77
Definizioni previste nel GDPR
Ai fini del presente Regolamento qui di seguito vengono
riportate alcune definizioni estratte dall‟art. 4 del GDPR che
andranno ad arricchire o ampliare quelle già previste dal Codice
privacy (D.lgs. 196/2003)
«dato personale»
Qualsiasi informazione riguardante una persona fisica
identificata o identificabile «interessato»; si considera
identificabile la persona fisica che può essere identificata,
direttamente o indirettamente, con particolare riferimento a un
identificativo come il nome, un numero di identificazione, dati
relativi all‟ubicazione, un identificativo online o a uno o più
elementi caratteristici della sua identità fisica, fisiologica,
genetica, psichica, economica, culturale o sociale;
«trattamento»
Qualsiasi operazione o insieme di operazioni, compiute con o
senza l‟ausilio di processi automatizzati e applicate a dati
personali o insiemi di dati personali, come la raccolta, la
registrazione, l‟organizzazione, la strutturazione, la
conservazione, l‟adattamento o la modifica, l‟estrazione, la
consultazione, l‟uso, la comunicazione mediante trasmissione,
diffusione o qualsiasi altra forma di messa a disposizione, il
raffronto o l‟interconnessione, la limitazione, la cancellazione o
la distruzione;
«profilazione»
Qualsiasi forma di trattamento automatizzato di dati personali
consistente nell‟utilizzo di tali dati personali per valutare
determinati aspetti personali relativi a una persona fisica, in
particolare per analizzare o prevedere aspetti riguardanti il
rendimento professionale, la situazione economica, la salute, le
preferenze personali, gli interessi, l‟affidabilità, il
comportamento, l‟ubicazione o gli spostamenti di detta persona
fisica;
78
«archivio»
Qualsiasi insieme strutturato di dati personali accessibili secondo
criteri determinati, indipendentemente dal fatto che tale insieme
sia centralizzato, decentralizzato o ripartito in modo funzionale o
geografico;
«titolare del trattamento»
La persona fisica o giuridica, l‟autorità pubblica, il servizio o
altro organismo che, singolarmente o insieme ad altri, determina
le finalità e i mezzi del trattamento di dati personali;
(Nell‟Istituzione scolastica il Titolare è il Dirigente scolastico)
«responsabile del trattamento»
La persona fisica o giuridica, l‟autorità pubblica, il servizio o
altro organismo che tratta dati personali per conto del titolare del
trattamento; (Nell‟Istituzione scolastica il personale interno ma
anche soggetti esterni che trattano i nostri dati)
«destinatario»
La persona fisica o giuridica, l‟autorità pubblica, il servizio o un
altro organismo che riceve comunicazione di dati personali, che
si tratti o meno di terzi; il trattamento di tali dati da parte di dette
autorità pubbliche è conforme alle norme applicabili in materia
di protezione dei dati secondo le finalità del trattamento;
«terzo»
La persona fisica o giuridica, l‟autorità pubblica, il servizio o
altro organismo che non sia l‟interessato, il titolare del
trattamento, il responsabile del trattamento e le persone
autorizzate al trattamento dei dati personali sotto l‟autorità
diretta del titolare o del responsabile;
«consenso dell’interessato»
Qualsiasi manifestazione di volontà libera, specifica, informata e
inequivocabile dell‟interessato, con la quale lo stesso manifesta il
proprio assenso, mediante dichiarazione o azione positiva
inequivocabile, che i dati personali che lo riguardano siano
oggetto di trattamento;
79
«violazione dei dati personali»
La violazione di sicurezza che comporta accidentalmente o in
modo illecito la distruzione, la perdita, la modifica, la
divulgazione non autorizzata o l‟accesso ai dati personali
trasmessi, conservati o comunque trattati;
«dati genetici»
I dati personali relativi alle caratteristiche genetiche ereditarie o
acquisite di una persona fisica che forniscono informazioni
univoche sulla fisiologia o sulla salute di detta persona fisica, e
che risultano in particolare dall‟analisi di un campione biologico
della persona fisica in questione;
«dati biometrici»
I dati personali ottenuti da un trattamento tecnico specifico
relativi alle caratteristiche fisiche, fisiologiche o
comportamentali di una persona fisica che ne consentono o
confermano l‟identificazione univoca, quali l‟immagine facciale
o i dati dattiloscopici;
«dati relativi alla salute»:
I dati personali attinenti alla salute fisica o mentale di una
persona fisica, compresa la prestazione di servizi di assistenza
sanitaria, che rivelano informazioni relative al suo stato di salute;
«stabilimento»
Il luogo dell‟amministrazione del Titolare del trattamento.
Esempio di nomina a Responsabile esterno del trattamento di
dati personali da parte di un Titolare del trattamento.
La scuola che io dirigo è un Test Center accreditato AICA per il
rilascio della certificazione ECDL. Nel processo di gestione
della certificazione ECDL, AICA viene identificata dalla
normativa sul trattamento e la protezione dei dati personali
quale “Titolare del trattamento”, in quanto ne decide le
politiche di trattamento e li memorizza su propri sistemi
informatici.
80
La mia scuola, come Test Center da AICA, è coinvolta in tale
processo, in quanto, utilizzando il sistema Atlas (gestionale
online di proprietà AICA), compie vari trattamenti su tali dati
(intestazione delle skills card, gestione delle sessioni di esame,
richiesta di emissione del certificato, reportistiche ecc.).
Per effetto di tali trattamenti, il Titolare (AICA) dovrà nominare
formalmente, all‟interno della mia scuola, il Responsabile del
trattamento (nella fattispecie un soggetto esterno ad AICA).
Tale figura può essere ricoperta dal sottoscritto, Dirigente
scolastico, quale rappresentante legale dell‟istituzione
scolastica, oppure dal referente del Test Center che si occupa
del progetto ECDL.
Nel documento di nomina dovranno essere riportati:
1- Una spiegazione della terminologia tecnico-giuridica
utilizzata
2- L‟oggetto dell‟incarico, dove viene specificato:
a. L‟elenco dei trattamenti che compie il Test Center
sui dati personali dei candidati (inserimento,
modifica, consultazione, estrazione ecc.)
b. Quali sono i dati personali trattati (nome, cognome,
codice fiscale ecc.)
3- Gli obblighi e i compiti affidati al nostro Test Center
(obbligo alla riservatezza, adeguamento delle misure di
sicurezza ove necessario, obbligo di informare AICA in caso
di accesso fraudolento ai dati o loro perdita, furto, ecc.)
4- Le garanzie fornite dal Titolare (di aver messo a
disposizione degli interessati un‟adeguata informativa ed
eventualmente averne acquisito il consenso, di aver
predisposto a sua volta idonee misure di sicurezza per
ridurre al minimo i rischi di distruzione o perdita dei dati
personali ecc.)
81
Decreto di adeguamento al GDPR
Il Consiglio dei Ministri dell‟8 agosto 2018 ha approvato il
decreto di armonizzazione dell‟ordinamento italiano al
Regolamento UE n. 679/2016, noto come GDPR.
“Disposizioni per l’adeguamento della normativa nazionale alle
disposizioni del Regolamento (UE) 2016/679 del Parlamento
europeo e del Consiglio, del 27 aprile 2016, relativo alla
protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei
dati personali, nonché alla libera circolazione di tali dati, e che
abroga la direttiva 95/46/CE”
Nel Comunicato stampa ufficiale si afferma che:
"Dopo l’esame di una commissione appositamente costituita si è
deciso, al fine di semplificare l’applicazione della norma, di
agire novellando il codice della privacy esistente, nonostante il
regolamento abbia di fatto cambiato la prospettiva
dell’approccio alla tutela della privacy rispetto al codice
introducendo il principio di dell’accountability. Si è scelto di
garantire la continuità facendo salvi per un periodo transitorio i
provvedimenti del Garante e le autorizzazioni, che saranno
oggetto di successivo riesame, nonché i Codici deontologici
vigenti. Essi restano fermi nell’attuale configurazione nelle
materie di competenza degli Stati membri, mentre possono
essere riassunti e modificati su iniziativa delle categorie
interessate quali codici di settore. In considerazione delle
esigenze di semplificazione delle micro, piccole e medie imprese,
si è previsto che il Garante promuova modalità semplificate di
adempimento degli obblighi del titolare del trattamento."
La riforma della privacy entrerà in vigore in maniera graduale e
per le imprese sarà garantito un periodo transitorio da controlli e
ispezioni che dovrebbe durare 8 mesi.
83
GLOSSARIO GIURIDICO
(Nuovo capitolo)
Il Dirigente Scolastico si trova sempre più frequentemente a
doversi confrontare con oggetti e terminologie di carattere
normativo.
Abnorme
Indica un atto o un provvedimento che, per la sua particolarità, si
presume fuori da qualsiasi regola giuridica.
Abrogazione
Perdita di efficacia di una norma giuridica.
Accesso ai documenti amministrativi:
Principio generale dell‟attività amministrativa, volto ad
assicurarne l‟imparzialità e la trasparenza. Consiste nel diritto
per tutti i soggetti privati, che vantino un interesse diretto,
concreto e attuale corrispondente ad una situazione
giuridicamente tutelata e collegata al documento al quale è
chiesto l‟accesso, di prendere visione ed estrarre copia dei
documenti amministrativi detenuti dalle pubbliche
amministrazioni.
Aggravanti comuni
Insieme di contingenze, che aggravano il reato quando non
reggono elementi costitutivi o circostanze aggravanti speciali,
aumentandone la pena.
Albo
Registro o elenco pubblico nel quale vengono iscritti coloro che
appartengono a un Ordine o a una professione o che sono
abilitati a svolgere una determinata attività, è tenuto da
un'autorità o da organismi professionali che ne controllano
l'accesso.
Ammonizione (o formale richiamo)
Sanzione disciplinare tipica del rapporto di pubblico impiego, in
genere, per la sua applicazione non è previsto il ricorso al
procedimento disciplinare.
84
Amnistia
Provvedimento del presidente della repubblica in seguito a
concessione solo a larga maggioranza dal Parlamento. Essa
estingue il reato, fa cessare l'esecuzione della condanna e le pene
accessorie (es. interdizione dai pubblici uffici). L'estinzione del
reato per effetto dell'amnistia è limitata ai reati commessi a tutto
il giorno precedente la data del decreto, salvo che questo
stabilisca una data diversa.
Annullabile
Che presenta degli elementi i quali, se rilevati, possono rendere
nullo un atto.
Annullamento
È l‟effetto di una dichiarazione di illegittimità che un giudice
pronuncia nei confronti di un atto, di una disposizione o di una
norma. A seguito di tale dichiarazione di illegittimità, l‟atto, la
disposizione o la norma perdono validità.
Apertura di credito bancario
Il contratto col quale la banca si vincola a tenere a disposizione
dell'altra parte una somma di danaro secondo un periodo
accordato nel contratto.
Appalto
Contratto col quale una parte assume il compimento di una opera
o di un servizio verso un corrispettivo in danaro (con
organizzazione dei mezzi necessari e con gestione a proprio
rischio).
Arbitraggio
Funzione che ricorre quando le parti, alla conclusione di un
contratto, demandano a un terzo, detto arbitratore, la
determinazione della prestazione che è oggetto del contratto,
oppure l'integrazione di un elemento del contratto stesso.
Arbitrato
Mezzo di risoluzione delle controversie fra privati, la cui
peculiarità consiste nell'accordo fra le parti di demandare la
85
decisione a terze persone di loro fiducia, dette arbitri, anziché
rivolgersi all'autorità giudiziaria.
Aree metropolitane
Denominazione di quelle parti del territorio in cui sono presenti
città di grandi dimensioni che sono legate da rapporti socio-
economici intensi con i centri minori vicini (D.Lgs. 18 agosto
2000, n. 267, art. 22 e seguenti).
Associazione
Organizzazione, costituita attraverso particolari formalità, tra un
gruppo di persone, dette associati, che perseguono un fine
comune di tipo non lucrativo (es. culturale, sportivo,ecc).
Atto amministrativo
Qualsiasi manifestazione di volontà, desiderio, giudizio o
conoscenza proveniente da una pubblica amministrazione
nell‟esercizio di una potestà amministrativa.
Atto avente forza di legge
Atto normativo equiparato alla legge formale ordinaria; si tratta
di fonti di primo grado che hanno la stessa efficacia della legge
del Parlamento e, quindi, in grado di abrogarla e di essere da essa
abrogata. Sono atti aventi forza di legge ad es. i decreti legge, i
decreti legislativi e il referendum abrogativo.
Atti d'ufficio
Atti emanati dai soggetti preposti a un ufficio.
Atti dello stato civile
Atti che il sindaco provvede a ricevere e a tenere in appositi
registri oltre che a rilasciare certificati in base alle risultanze di
essi.
Autocertificazione (o dichiarazione sostitutiva di certificazione)
Facoltà riconosciuta a ogni cittadino di comprovare con una
propria dichiarazione, in sostituzione dei normali certificati, i
seguenti fatti, stati o qualità personali: la data e il luogo di
86
nascita; la residenza; la cittadinanza; il godimento dei diritti
politici; lo stato di celibe, coniugato o vedovo; lo stato di
famiglia; l'esistenza in vita; la nascita del figlio; il decesso del
coniuge, dell'ascendente o discendente; la posizione agli effetti
degli obblighi militari; l'iscrizione in albi o elenchi tenuti dalla
pubblica amministrazione (L. 4 gennaio 1968, n. 15 , art. 2).
Autorithies
Organismi amministrativi indipendenti che hanno come obiettivo
principale quello di seguire e controllare settori molto specifici e
rilevanti per lo Stato e/o per l'economia.
Autotutela
Facoltà che la legge riconosce alla pubblica amministrazione di
risolvere al suo interno, facendo ricorso a sistemi amministrativi,
gli eventuali conflitti insorti tra sé e altri soggetti.
Avvocatura dello Stato
Organo della pubblica amministrazione, posto alle dipendenze
del presidente del Consiglio, avente la funzione di assistere,
rappresentare e difendere in giudizio lo Stato e gli altri enti
pubblici indicati dalla legge. È costituito da un corpo di avvocati
legati allo Stato da rapporto di pubblico impiego cui sono
affidate istituzionalmente la rappresentanza, il patrocinio e
l‟assistenza in giudizio di tutte le amministrazioni dello Stato, sia
davanti alla giurisdizione ordinaria che innanzi alle giurisdizioni
amministrative e speciali, ai collegi arbitrali e alle giurisdizioni
costituzionali. Spetta, inoltre, all‟Avvocatura la difesa dello Stato
italiano davanti alle giurisdizioni internazionali. L‟Avvocatura
dello Stato ha un‟organizzazione centrale e un‟organizzazione
periferica.
Azione confessoria
Prevista dall'art. 1079 c.c. consente al titolare di un diritto reale
di godimento su cosa altrui (superficie, servitù, enfiteusi,
usufrutto, uso e abitazione) di far accertare il proprio diritto ai
successivi proprietari del bene.
87
Bancarotta fraudolenta
Reato commesso dall'imprenditore dichiarato fallito che:
1. ha occultato, distrutto, dissimulato o dissipato i suoi beni in
tutto o in parte allo scopo di danneggiare i creditori;
2. ha esposto debiti inesistenti;
3. ha sottratto, distrutto o falsificato, in tutto o in parte i libri o
le altre scritture contabili o li ha tenuti in modo da non
rendere possibile la ricostruzione del patrimonio o del
movimento degli affari con lo scopo di danneggiare i
creditori o trarre vantaggio per se o per altri.
Bancarotta semplice
Reato commesso dall'imprenditore dichiarato fallito che:
1. ha fatto spese personali o per la famiglia eccessive rispetto
alla sua condizione economica;
2. ha sprecato una notevole parte del suo patrimonio in
operazioni superflue;
3. ha compiuto operazioni di grave leggerezza per ritardare il
fallimento;
4. ha aggravato la propria situazione astenendosi dal richiedere
il fallimento ed altre "imprudenze" ancora, indicate
esplicitamente dalla legge.
Bandiera
Simbolo dello Stato o di altro ente internazionale (come l'ONU o
la UE); i colori della bandiera italiana sono stabiliti nella
Costituzione ed il disprezzo della bandiera è sanzionato
penalmente (art.12, Cost.). Dal 1998 (L. 5 febbraio 1998, n. 22.)
la sua esposizione permanente su tutti gli edifici pubblici
affiancata con la bandiera dell‟UE, è obbligatoria.
Base imponibile
Valore su cui viene applicata l'aliquota per il calcolo di
un'imposta
Beni
Sono le cose che possono essere oggetto di diritti.
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Beni economici
I beni presenti in modo limitato nella nostra società e che hanno
un valore economico che ne permette lo scambio.
Beni liberi
I beni che sono disponibili per tutti in modo gratuito e che non
hanno un valore economico che ne consente lo scambio (es. sole,
aria).
Bicameralismo
Ordinamento politico nel quale il Parlamento è costituito da due
Camere. La Costituzione italiana (art. 55 Cost.) prevede un
bicameralismo cosiddetto perfetto perchè il potere legislativo,
Camera dei deputati e dal Senato della Repubblica, è esercitato
con gli stessi identici poteri e funzioni.
Bilancio dello Stato
È un documento contabile nel quale sono indicate, secondo
particolari criteri, le entrate e le spese dello Stato riferite ad un
certo periodo di tempo.
Bisogno
Necessità vera o presunta che l'uomo ha di determinati beni o
servizi e che lo spinge a procurarseli per appagare questa sua
esigenza
Buona fede
In senso soggettivo è l'assenza di consapevolezza di ledere un
interesse altrui. In senso oggettivo corrisponde al comportamento
rispondente all'affidamento generalizzato conforme ai principi
etici comuni di un ordinamento giuridico
Calunnia
Reato commesso da chi incolpa di un reato una persona che egli
sa innocente tramite denunzia, querela, richiesta o istanza, anche
se anonima o sotto falso nome.
89
Capacità di agire
Facoltà che si acquisisce di regola al compimento dei 18 anni e
che consente di disporre dei propri diritti e di compiere
personalmente atti che modificano la situazione giuridica di un
soggetto.
Capacità giuridca
Attitudine di un soggetto ad essere titolare di diritti e obblighi
giuridici. Si acquista con la nascita e si perde con la morte.
Capo di imputazione
Descrizione dettagliata scritta di un fatto, con l'indicazione degli
articoli di legge violati.
Carico pendente
Processo penale in corso.
Circolare
Mezzo di notificazione o di comunicazione di atti
amministrativi; rientra tra le c.d. norme interne, ossia quelle
disposizioni indirizzate solo a coloro che fanno parte di una
determinata amministrazione.
Citazione
Invito scritto, a volte diventa un ordine.
Codice
Raccolta sistematica e organizzata di leggi relative ad una
medesima materia o ad un medesimo settore (es. codice civile,
codice penale,ecc).
Comodato
Contratto col quale una parte consegna ad un'altra una cosa
mobile o immobile, per un tempo o per un uso determinato, con
l‟obbligo di restituirla. esso è essenzialmente gratuito.
90
Compromesso
Accordo preventivo e vincolante tra le parti, per definire un
successivo contratto definitivo di compravendita
Concussione
Reato commesso da un pubblico ufficiale o da un incaricato di
un pubblico servizio, che, abusando della sua qualità o della sua
posizione costringe o induce taluno a dare o a promettere denaro
o un altro vantaggio anche non patrimoniale, sia a lui che a un
terzo.
Consuetudine
È una fonte-fatto del diritto che consiste in un comportamento,
conforme alla legge, tenuto in modo costante ed uniforme da
parte dei cittadini.
Consulente Tecnico d'Ufficio (CTU)
Professionista nominato dal Pubblico Ministero per accertare
eventuali elementi di reato dove è richiesta una conoscenza
molto tecnica.
Corte Costituzionale
La Corte costituzionale è composta di quindici giudici nominati
per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo dal
Parlamento in seduta comune e per un terzo dalle supreme
magistrature ordinaria ed amministrative. I giudici della Corte
costituzionale sono scelti tra i magistrati anche a riposo delle
giurisdizioni superiori ordinaria ed amministrative, i professori
ordinari di università in materie giuridiche e gli avvocati dopo
venti anni d'esercizio. I giudici della Corte costituzionale sono
nominati per nove anni, decorrenti per ciascuno di essi dal giorno
del giuramento, e non possono essere nuovamente nominati. La
Corte elegge tra i suoi componenti, secondo le norme stabilite
dalla legge, il Presidente, che rimane in carica per un triennio, ed
è rieleggibile, fermi in ogni caso i termini di scadenza dall'ufficio
di giudice. L'ufficio di giudice della Corte è incompatibile con
quello di membro del Parlamento, di un Consiglio regionale, con
l'esercizio della professione di avvocato e con ogni carica ed
91
ufficio indicati dalla legge. Nei giudizi d'accusa contro il
Presidente della Repubblica, intervengono, oltre i giudici
ordinari della Corte, sedici membri tratti a sorte da un elenco di
cittadini aventi i requisiti per l'eleggibilità a senatore, che il
Parlamento compila ogni nove anni mediante elezione con le
stesse modalità stabilite per la nomina dei giudici ordinari.
Costituzione
È la legge fondamentale dello Stato; essa contiene le norme e i
principi generali relativi all‟organizzazione e al funzionamento
dello Stato, nonché le norme riguardanti i diritti e i doveri
fondamentali dei cittadini. La Costituzione italiana è scritta,
lunga, rigida, votata e convenzionale.
Curatore
Soggetto che rappresenta o assiste l'incapace relativo per il
compimento degli atti di straordinaria amministrazione .
Custodia cautelare
Carcerazione preventiva che precede la sentenza definitiva, con
lo scopo di salvaguardare l'inquinamento delle prove, l'eventuale
fuga all' estero dell' interessato o la reiterazione del reato.
Decentramento
È un principio di organizzazione in base al quale determinate
attribuzioni vengono trasferite dalla sfera di competenza degli
organi centrali dello Stato a quella di organi periferici o enti
locali.
Decreto del dirigente
I decreti sono atti finalizzati al buon funzionamento della
macchina amministrativa. Per mezzo del decreto, ad esempio, il
dirigente nomina i responsabili degli uffici e dei servizi,
attribuisce gli incarichi ai collaboratori interni e quelli di
collaborazione esterna, provvede alla nomina, designazione e
revoca dei rappresentanti a vari titoli.
92
Decreto del Presidente della Repubblica
Provvedimento con cui il Presidente della Repubblica emana gli
atti previsti dalla Costituzione o dalle norme costituzionali, quelli
relativi all‟organizzazione del personale del Segretariato della
Presidenza della Repubblica, nonché tutti gli atti espressamente
elencati dalla legge 131/1991 (es.: nomina dei sottosegretari di
Stato, decisione dei ricorsi straordinari, concessione della
cittadinanza italiana, scioglimento dei consigli comunali e
provinciali).
Decreto legge
Atto avente forza di legge disciplinato dall‟art. 77 Cost. Si tratta
di un provvedimento provvisorio adottato dal Governo, di sua
iniziativa e sotto la sua responsabilità, in casi straordinari di
necessità e urgenza. Tale provvedimento entra immediatamente
in vigore dopo la sua pubblicazione e diviene definitivo solo se
entro 60 giorni viene convertito in legge dal Parlamento. I decreti
legge non convertiti perdono efficacia sin dall‟inizio.
Decreto legislativo
Atto avente forza di legge emanato dal Governo in base ad una
delega legislativa del Parlamento; la delega è conferita con legge
formale ordinaria e deve specificare i principi e i criteri direttivi,
indicare il tempo entro il quale la potestà legislativa deve essere
esercitata dall‟organo esecutivo e definire l‟oggetto sul quale il
Governo è autorizzato a legiferare.
De iure condendo
Si riferisce alle norme proposte ed ancora in discussione oppure
a norme non ancora pienamente attuate, ma che sono
incamminate verso il loro inserimento nell'ordinamento
giuridico.
De iure condito
Si riferisce al complesso delle norme già entrate
nell''ordinamento giuridico.
93
Delegificazione
Indica il potere del legislatore di autorizzare espressamente il
potere esecutivo a regolare una determinata materia, già
disciplinata dalla legge ordinaria, mediante l‟uso dei
regolamenti. Si parla in questo caso di regolamenti delegati o
autorizzati.
Deliberazione (o delibera)
Termine con cui si indica la decisione presa da un organo
collegiale (es. Collegio docenti). Esprime la volontà dell'ente.
Denuncia
Descrizione dettagliata dei fatti che inducono a reato ma che non
prevede una esplicita richiesta di condanna, presentata da una
persona all'autorità giudiziaria o redatta da quest'ultima sulla
base di alcuni elementi di indagine.
Deontologia
Insieme di regole scritte che regolano il comportamento di ogni
professionista sia nei confronti dei clienti che dei colleghi.
Derubricare
Rimpiazzare un reato con uno di gravità inferiore.
Detenzione domiciliare
Stato di detenzione di una persona nella propria abitazione, al
fine di scontare la pena ed è disposta quando la sentenza di
condanna è divenuta definitiva.
Determinazione (o determina)
Le determinazioni (o più propriamente determine) sono gli atti
amministrativi tipici con cui i dirigenti assumono le decisioni
necessarie per realizzare gli obiettivi preposti. Con le
determinazioni, che possono avere o meno rilevanza contabile, i
dirigenti impegnano l'amministrazione verso l'esterno. Le
determinazioni dirigenziali sono state introdotte nel nostro
ordinamento dal D.Lgs. 3 febbraio 1993, n. 29, che, agli articoli
3, 16 e 17, definiva le attribuzioni dei dirigenti assegnandogli "la
94
gestione finanziaria, tecnica e amministrativa, compresa
l'adozione di tutti gli atti che impegnano l'amministrazione verso
l'esterno mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione
delle risorse umane, strumentali e di controllo". Le
determinazioni vengono affisse all'albo online .
Dibattimento
Parte centrale del processo, nel quale si raccolgono tutte le prove
e le testimonianze.
Diffamazione
Reato commesso da chi offende l'altrui reputazione sia
comunicando con più persone che per mezzo della stampa.
Direttiva
Atto normativo delle istituzioni comunitarie che vincola gli Stati
membri per quanto riguarda il risultato da raggiungere. Può
essere generale, se indirizzata a tutti gli Stati membri, o
particolare, se indirizzata ad uno o ad alcuni di essi. Non ha
efficacia diretta, ma deve essere recepita dallo Stato membro
attraverso gli strumenti che lo stesso ritiene più idonei. Lo Stato
italiano provvede annualmente al recepimento delle direttive
comunitarie attraverso l‟approvazione della legge comunitaria.
Diritto naturale
Insieme di regole e principi di contenuto universale che
dovrebbero ispirare la condotta delle persone.
Diritto oggettivo
Insieme di norme giuridiche che regola i comportamenti di una
determinata collettività; in questa accezione, il diritto oggettivo è
sinonimo di ordinamento giuridico.
Diritto positivo
Insieme delle disposizioni normative vigenti in un particolare
ordinamento in un dato momento storico.
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Diritto soggettivo
Posizione giuridica attiva o di vantaggio che si concretizza nel
potere di agire a tutela di un proprio interesse, riconosciuto e
garantito al soggetto dall‟ordinamento giuridico.
Diritto internazionale
Insieme di norme con cui gli Stati disciplinano i loro rapporti di
natura politica, economica e sociale. Tra le fonti del diritto
internazionale sono particolarmente importanti i trattati
internazionali.
Discriminazione (non)
ll principio di non discriminazione impone che situazioni
analoghe siano trattate in modo uguale e situazioni diverse non
siano trattate in modo analogo, tranne che non vi sia una
giustificazione obiettiva
Dovere
Posizione giuridica soggettiva passiva che si pone in
correlazione ad un diritto soggettivo. Può concretizzarsi in un
dovere di astensione da atti lesivi del diritto o in uno specifico
comportamento imposto al soggetto.
Eccepire
Far presente oralmente al giudice una scorrettezza processuale.
Effetto giuridico
Costituzione, modificazione o estinzione di un rapporto
giuridico.
Efficacia erga omnes
Che vale per tutti.
Emendamento
Modifica di un articolo di legge.
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Eccesso di potere
Vizio di legittimità riscontrabile in un atto amministrativo e
riconducibile ad un esercizio scorretto della discrezionalità
amministrativa, che comporta l‟annullabilità dell‟atto. La
giurisprudenza ha elaborato le c.d. figure sintomatiche
dell‟eccesso di potere, ossia le ipotesi tipiche di difetti nel
processo di formazione delle scelte discrezionali della pubblica
amministrazione (es.: sviamento di potere, travisamento dei fatti,
evidente illogicità, disparità di trattamento, ecc.)
Economicità
È uno dei criteri su cui si fonda il buon andamento della pubblica
amministrazione (art. 97 Cost.); impone una comparazione tra
l‟utilità delle uscite con l‟onerosità del reperimento della relativa
entrata al fine di valutare il carico finanziario delle proprie spese
e le relative possibilità di copertura e di realizzare un equilibrio
tra le corrispondenti voci.
Efficienza
È uno dei criteri su cui si fonda il buon andamento della pubblica
amministrazione (art. 97 Cost.); per efficienza si intende la
capacità di realizzare il miglior rapporto tra mezzi impiegati e
risultati conseguiti.
Esercizio dell'azione penale
Richiesta di processo per una determinata persona da parte del
Pubblico Ministero quando vi sono più indizi di reato e non vi
sono le condizioni per l' archiviazione del caso.
Ex abrupto
Significa improvvisamente, senza preavviso.
Ex ante
Espressione latina che significa letteralmente "da prima".
Fatto giuridico
Qualsiasi accadimento o avvenimento naturale avente rilevanza
giuridica, con o senza il concorso della condotta volontaria.
97
Federalismo
È un modello di decentramento statale nel quale il potere
politico è costituzionalmente ripartito tra uno Stato centrale
federale e gli Stati membri. In genere gli Stati membri
conservano il proprio ordinamento e sono competenti in via
residuale in tutte le materie non riservate alla competenza
federale. È possibile che esistano Stati federali che si
organizzano al proprio interno valorizzando il principio di
sussidiarietà orizzontale e verticale, ma anche Stati federali che
si improntano al proprio interno ad un‟organizzazione
centralistica e statalistica.
Fermo
Sanzione che il PM o la polizia giudiziaria prende quando
sussistono specifici elementi che fanno ritenere fondato il
pericolo di fuga della persona indiziata di delitto, o per il quale la
legge stabilisce la pena dell' ergastolo o reclusione dai 2 ai 6
anni, ovvero di un delitto che concerne l' uso di armi da guerra,
esplosivi o con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di
eversione dell' ordine democratico.
Flagranza
Condizione di chi viene colto nell'atto di commettere un reato
ovvero chi, subito dopo il reato, è inseguito dalle forze
dell'ordine, dalla persona offesa o da altre persone
Fondazione
Organizzazione, dotata di un proprio patrimonio e finalizzata al
raggiungimento di uno scopo di natura non lucrativa.
Fonti del diritto
Sono gli atti o i fatti dai quali traggono origine le norme
giuridiche; possono classificarsi in fonti di produzione, che
producono norme giuridiche, fonti sulla produzione,che
disciplinano gli organi e le procedure necessarie alla produzione
delle norme, e fonti di cognizione, quelle volte a favorire la
diffusione e la conoscenza delle fonti di produzione. Le fonti di
produzione possono classificarsi, secondo un criterio gerarchico,
98
in fonti supreme (es.: diritti inviolabili dell‟uomo), fonti
costituzionali, fonti primarie (es.: legge e atti aventi forza di
legge, regolamenti e direttive comunitarie) e fonti secondarie
(regolamenti governativi)
Forma di governo
Modo con cui è organizzato e gestito il potere politico di uno
Stato. In particolare, in relazione alla diversa ripartizione delle
funzioni tra potere esecutivo e legislativo, la forma di governo
può essere parlamentare o presidenziale.
Funzione
Attività svolta nell‟interesse non del soggetto agente, bensì della
collettività. Tutte le funzioni dello Stato – normazione,
giurisdizione e amministrazione – rappresentano attività volte a
soddisfare interessi del popolo.
Funzioni amministrative
Nell‟ambito del principio della divisione dei poteri, costituisce la
terza funzione, oltre a quella legislativa e giurisdizionale; essa si
estrinseca nell‟attività amministrativa ossia nell‟attività diretta al
perseguimento puntuale e concreto degli interessi pubblici,
assunti come tali dalla legge, da parte di organi pubblici.
Gerarchia delle fonti
Modalità di distinzione delle diverse fonti del diritto in base alla
loro importanza. La fonte più importante del nostro ordinamento
è la Costituzione..
Giovane adulto
Persona che ha già compiuto diciotto anni, ma non ancora i
ventuno.
Giudizio abbreviato
Tipo di processo penale privo di dibattimento, richiesto dall'
inputato o dal suo avvocato, che si basa su elementi che
avrebbero portato a un processo "normale". Tale processo
prevede, in caso di condanna, la riduzione di un terzo della pena.
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Giudizio direttissimo
Processo speciale previsto per una persona arrestata in flagranza
di reato. Tale processo deve cominciare entro quarantotto ore
dall'arresto., e si può procedere al giudizio direttissimo nei
confronti dell' inputato qualora queswt'ultimo abbia reso
confessione nel corso dell' interrogatorio.
Giudizio immediato
Tipo di processo penale, che non prevede l'udienza preliminare
ed è richiesto esclusivamente nel caso in cui la prova risulta
evidente.
Giurisdizione
Applicazione delle norme giuridiche ad un caso concreto al fine
di risolverlo nel rispetto della legge. La funzione giurisdizionale
è svolta dai giudici.
Governo
Organo complesso, composto dal presidente del consiglio, dai
ministri e dal consiglio dei ministri, a cui è attribuito
principalmente l'esercizio del potere esecutivo dello Stato. Il
Governo è anche titolare di alcuni poteri di tipo normativo,
esercitati tramite l'emanzione di decreti-legge, decreti legislativi
e regolamenti.
Grazia
Decreto del Presidente della Repubblica che condona, in tutto o
in parte, la pena inflitta, (non il reato) o la permuta con un'altra
pena stabilita dalla legge. Essa non estingue le pene accessorie
salvo disposizione diversa del decreto, e neppure gli altri effetti
penali della condanna. La grazia si riferisce sempre ad una sola
persona.
Guardasigilli
Ministro di giustizia.
Illecito
Atteggiamento che viola una disposizione di legge.
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Illegale
Che è vietato da tutte le norme
Imparzialità
Principio costituzionale sancito dall‟art. 97 Cost. in base al quale
l‟attività amministrativa deve esplicarsi senza alcuna
discriminazione, sia sotto il profilo organizzativo che sotto il
profilo funzionale.
Imposte
Prelievi obbligatori di ricchezza effettuati dallo Stato o dagli enti
pubblici nei confronti di persone fisiche o giuridiche e destinati
a servizi pubblici di carattere generale.
Impugnazione
"obiezione" scritta e motivata della decisione di un giudice o di
un'altra autorità.
Imputato
Persona sottoposta ad un processo penale.
Inabilitato
Soggetto che presenta un'inabilità relativa dovuta a diverse
tipologie di cause . Può svolgere personalmente gli atti di
ordinaria amministrazione, mentre per gli atti di straordinaria
amministrazione deve essere assistito da un curatore.
Incensurato
Persona che non ha mai subito una condanna penale.
Incompetenza
Vizio di legittimità riscontrabile in un atto amministrativo che
consiste in ogni irregolarità relativa al soggetto da cui l‟atto sia
stato emanato, sia sotto il profilo delle attribuzioni conferite
dall‟ordinamento all‟ufficio, sia sotto quello della valida
costituzione degli organi che hanno emanato l‟atto. È possibile
distinguere l‟incompetenza relativa dall‟incompetenza assoluta:
la prima si ha quando l‟atto è emanato da un organo
101
incompetente facente parte però di un‟amministrazione che ha la
potestà sulla materia e comporta l‟annullabilità dell‟atto; la
seconda, invece, si verifica qualora l‟atto sia emanato da
un‟autorità del tutto priva di potestà sulla materia e comporta la
nullità dell‟atto amministrativo.
Indagato
Persona accusata di un reato, ma non è ancora iniziato il
processo.
Indulto
Decreto del presidente della Repubblica in seguito a legge di
delegazione del parlamento. Differisce dall'amnistia, poiché
condona, in tutto o in parte, la pena (non il reato) inflitta, o la
commuta in un'altra stabilita dalla legge e non estingue le pene
accessorie.
Ingiuria
Reato commesso da chi offende l'onore o il decoro di una
persona, direttamente o mediante comunicazione telegrafica o
telefonica, o con scritti o disegni, diretti alla persona offesa. Le
pene sono aumentate qualora l'offesa sia commessa in presenza
di più persone
Interdetto giudiziale
È una persona maggiorenne che si trova in una situazione di
abituale infermità mentale.
Interdetto legale
Situazione di interdizione che èconseguente alla condanna a
pene detentive di una certa gravità.
Inviolabilità del domicilio
Secondo la Costituzione non si possono eseguire ispezioni o
perquisizioni o sequestri se non nei casi e modi stabiliti dalla
legge secondo le garanzie prescritte per la tutela della libertà
personale.
102
Istruzione
La Costituzione garantisce il diritto di istruzione (art. 34) e la
libertà di istruzione (art. 33). Il primo afferma che l‟accesso alla
scuola è un diritto di tutti e sancisce l‟inammissibilità di criteri di
selezione fondati su principi che violino l‟uguaglianza dei
cittadini, prevede un grado minimo di istruzione obbligatorio e
gratuito e aiuti economici ai meritevoli per la prosecuzione degli
studi; la seconda, invece, garantisce la libera gestione
dell‟istruzione e la possibilità per qualunque ente o privato di
istituire scuole di qualsiasi tipo.
Iura novit curia
Sul giudice grava una presunzione assoluta di conoscenza della
norma, pertanto tale principio sancisce la sua libertà
nell'individuazione e interpretazione del diritto da applicare alla
fattispecie.
Lavoro
Attività, manuale o intellettuale, svolta dalle persone fisiche per
realizzare beni o servizi.
Legalità
Principio in virtù del quale i pubblici poteri sono soggetti alla
legge. Il principio di legalità in senso formale prescrive che
l‟esercizio di un potere pubblico si basi su una previa norma
attributiva della competenza; il principio di legalità in senso
sostanziale richiede che l‟esercizio del potere pubblico sia
limitato e diretto da specifiche norme di legge, tali da restringere
la discrezionalità dell‟autorità agente. Nel primo caso è
sufficiente che l‟azione dei pubblici poteri sia autorizzata dalla
legge, nel secondo caso invece essa deve essere compiutamente
disciplinata dalla legge.
Legge
Fonte del diritto per eccellenza, è l‟atto normativo prodotto dalla
deliberazione delle Camere, o degli altri organi cui
costituzionalmente è attribuita la funzione legislativa, e
promulgato dal Presidente della Repubblica secondo il
103
procedimento disciplinato dagli artt. 70 e ss. della Costituzione
(legge in senso formale). Il termine è utilizzato anche in senso
sostanziale per indicare tutti gli atti a contenuto normativo,
indipendentemente dagli organi che li pongono in essere e dal
procedimento seguito per la loro formazione (es.: atti aventi
forza di legge). Il termine è altresì utilizzato come sinonimo di
diritto.
Legge delega
Legge con cui le Camere attribuiscono al Governo l‟esercizio del
potere legislativo. La legge delega deve definire gli oggetti su cui
il Governo potrà esercitare la funzione legislativa, il termine
entro il quale la delega deve essere esercitata e i principi e i
criteri direttivi che servono da guida per l‟esercizio del potere
delegato. L‟atto emanato dal Governo in esercizio della delega
conferita dal Parlamento è il decreto legislativo.
Leggi costituzionali
Fonti del diritto di natura costituzionale che integrano il testo
della costituzione in alcune parti.
Leggi ordinarie
Fonti del diritto primarie emanate dal parlamento.
Leggi regionali
Fonti normative emanate dalle regioni.
Libertà di insegnamento
Libertà personale del docente nello svolgimento delle funzioni
previste dal suo ufficio, secondo quanto riconosciuto dall'art. 33
c. 1 della Costituzione. In questo senso, la Costituzione protegge
la libertà di iniziativa e di autonomia del docente rispetto ai
possibili tentativii condizionare l'attività sul piano degli
orientamenti educativi e dei metodi. La libertà di insegnamento,
al contrario della mera libertà di pensiero (art. 21 Cost.), si
esplica non solo nell'interesse dei docenti e dei contenuti
culturali da essi trasmessi, ma anche dei destinatari del loro
insegnamento. L'esercizio della libertà di insegnamento necessita
104
del rispetto di condizioni di tipo oggettivo (ovvero l'esistenza di
un'organizzazione scolastica che favorisca e stimoli l'iniziativa
del docente) e di tipo soggettivo (ovvero il riconoscimento di
uno stato giuridico e di un adeguato trattamento economico,
svincolato da possibili valutazioni parziali ed interessate da parte
di chi gestisce la scuola). I limiti della libertà di insegnamento
consistono nel rispetto del buon costume (inteso in senso
strettamente penalistico), dell'ordine pubblico (l'insegnamento
non è propaganda politica, quindi gode di garanzie differenti) e
della personalità del minore (come "riservato dominio" in cui è
illecita ogni ingerenza dell'insegnante).
Libertà di scuole
Libertà di istituzione delle scuole, di gestione delle stesse e di
scelta da parte delle famiglie, fra scuole istituite dallo Stato e
scuole istituite da enti non statali e privati. Essa non va confusa
con la libertà di insegnamento. La libertà di scuole è garantita
dall'art. 33 c. 3 della Cost.: «Enti e privati hanno il diritto di
istituire scuole ed istituti di educazione senza oneri per lo Stato»;
nel comma successivo si dichiara che: «la legge nel fissare i
diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la
parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un
trattamento equipollente a quello degli alunni delle scuole
statali». Ne consegue che nel testo costituzionale viene
sottolineata l'esistenza di uno stretto legame fra la libertà di
scuole e il riconoscimento della parità di trattamento tra gli
alunni che frequentano le scuole istituite dallo Stato e da enti non
statali e privati.
Mandato
Documento scritto con il quale una persona indica l'avvocato
(non penalista) dal quale desidera essere difeso.
Minore imputabile
Chi ha già compiuto i quattordici anni, ma non ancora i diciotto.
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Negozio giuridico
E' una dichiarazione di volontà direttamente finalizzata alla
produzione di determinati effetti giuridici.
Norma giuridica
Prescrizione o regola di condotta o di comportamento (regola
prescrittiva), tendenzialmente vincolativa per i consociati quando
impone determinati obblighi di fare o non fare o sopportare, ma
anche attributiva agli stessi di diritti o facoltà, il tutto per il
soddisfacimento armonico degli interessi dei singoli e del gruppo
sociale. Caratteri essenziali della norma giuridica sono la
generalità e l‟astrattezza.
Nullità
Vizio dell‟atto amministrativo che impedisce allo stesso di
perfezionarsi. L‟atto nullo è inesistente per mancanza di uno
degli elementi essenziali o per difetto assoluto di attribuzione. La
nullità può essere fatta valere da chiunque e in qualunque
momento, non richiede l‟intervento dell‟autorità amministrativa
o giurisdizionale, né è suscettibile di essere sanata.
Obbligazione
Vincolo giuridico in forza del quale un soggetto è tenuto ad un
determinato comportamento in favore di un altro soggetto.
Oblazione
Possibilità di pagamento nelle contravvenzioni per le quali la
legge stabilisce la sola pena dell'ammenda ed estinzione del
reato. Tale pagamento è ammesso, prima del decreto di condanna
e consiste in una somma corrispondente alla terza parte del
massimo della pena stabilita dalla legge, oltre le spese del
procedimento.
Occupazione
Dato che esprime l'insieme delle persone che, in un dato
momento, svolge un‟attività lavorativa regolare.
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Oligopolio
Tipo di mercato che si caratterizza per la presenza di pochi
produttori e moltissimi acquirenti.
Omissione di soccorso
Reato commesso da chi trova abbandonato o smarrito un minore
di anni dieci, una persona non autosufficente per malattia di
mente o di corpo, per vecchiaia o per altra causa, o una persona
ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza
occorrente o di darne immediato avviso all'autorità
ONU
Organizzazione delle Nazioni Unite. Ha sede a New York ed è
stata costituita nel 1945 al fine di garantire pace, benessere e
sicurezza al mondo. Vi aderiscono quasi tutti i Paesi del mondo.
Ordinamento giuridico
Complesso di norme poste dalle fonti del diritto in un
determinato periodo storico e in una determinata società che
regolano la vita dello Stato.
Ordinanza
Le ordinanze amministrative sono emanate da un organo
della pubblica amministrazione (ad esempio, il prefetto o
il sindaco) per imporre un determinato comportamento ad
un soggetto o ad una classe di soggetti oppure ad un organo. Si
tratta, quindi, di provvedimenti amministrativi che
creano doveri positivi (di fare o dare) o negativi (di non fare).
Quando contengono norme generali ed astratte sono
considerati atti normativi e, quindi, fonti del diritto.
Organo
Persona fisica o il complesso di persone fisiche preposto ad un
determinato centro di imputazione di competenza amministrativa
che esercita una pubblica potestà. Sono organi costituzionali
quelli che partecipano alla funzione politica e sono direttamente
disciplinati dalla Costituzione (es.: Presidente della Repubblica,
Corte Costituzionale, Parlamento, Governo); sono organi a
107
rilevanza costituzionale quelli che sono individuati, ma non
disciplinati dalla Costituzione, la quale rinvia al legislatore
ordinario la disciplina della loro struttura, organizzazione,
attività (Consiglio Superiore della Magistratura, Corte dei Conti,
Consiglio di Stato, Consiglio Nazionale dell‟Economia e del
Lavoro)
Parte civile
La persona che ha subito il reato, decide di far parte del processo
penale con lo scopo di ottenere dall'imputato il risarcimento del
danno.
Patteggiamento
Applicazione della pena su richiesta dell' inputato al pubblico
ministero, nella specie e nella misura, di una sanzione sostitutiva
o pecuniaria, diminuita fino a un terzo.
Perquisizione
Operazione che si effettua con decreto motivato, quando vi è
motivo di ritenere che una persona occulti sulla persona il corpo
del reato o cose relative allo stesso. Quando vi è motivo di
ritenere che tali cose si trovino in un determinato luogo.
Persona fisica
Ciascun essere umano vivente.
Persona informata dei fatti
Persona a conoscenza di fatti inerenti un reato che è chiamata a
riferirli al pubblico ministero o alla polizia giudiziaria prima del
processo.
Persone giuridiche
Associazioni riconosciute, fondazioni, comitati riconosciuti,
società di capitali ed enti pubblici. Esse sono considerate come
soggetti distinti dalle persone fisiche che le compongono ed esse
stesse soggetti di diritto, dotate di capacità giuridica e titolari di
diritti e doveri.
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PIL
Prodotto interno lordo, ossia il valore di tutti i prodotti e servizi
finali prodotti all'interno del territorio nazionale in un anno.
Polizia giudiziaria
Costituita da dirigenti, commissari, ispettori, sovrintendenti e gli
altri appartenenti alla polizia di Stato nonché gli ufficiali
superiori e inferiori e i sottufficiali dei carabinieri, della guardia
di finanza, del Corpo di polizia penitenziaria, del corpo forestale
dello Stato nonché gli altri appartenenti alle predette forze di
polizia ai quali l'ordinamento delle rispettive amministrazioni
riconosce tale qualità, oltre al sindaco dei comuni dove non ha
sede un ufficio della polizia di Stato.
Popolazione
È costituita dall'insieme di tutte le persone che, in un dato
momento, risiedono in uno Stato e comprende quindi cittadini,
stranieri e apolidi.
Potere
Termine utilizzato per indicare il complesso di organi
concorrenti nell‟esercizio della medesima funzione (poteri dello
Stato), ma anche una situazione giuridica di vantaggio astratta
riconosciuta a tutti i soggetti o a determinate categorie di soggetti
in ordine al soddisfacimento di un interesse proprio o altrui
giuridicamente rilevante (potere giuridico).
Potestà legislativa
Facoltà attribuita a determinati enti di provvedere all‟emanazione
di atti normativi primari (leggi). L‟art. 117 Cost. distribuisce la
competenza a legiferare tra lo Stato e le Regioni, prevedendo una
potestà legislativa esclusiva dello Stato in determinati settori, una
potestà legislativa concorrente Stato-Regioni in alcune materie e
una potestà legislativa residuale esclusiva delle Regioni nelle
materie non espressamente riservate alla potestà legislativa dello
Stato o alla potestà concorrente.
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Prescrizione
Indica la scadenza del tempo previsto dalla legge, dopo la quale
un determinato disaccordo non può più essere risolto.
Presidente della Repubblica
È la più alta carica istituzionale dello Stato. In Italia è eletto dal
Parlamento in seduta comune e da 58 rappresentanti delle
Regioni. Può essere eletto nella carica qualunque cittadino che
abbia compiuto il cinquantesimo anno di età e goda dei diritti
civili e politici.
Preterintenzione
Oltre l'intenzione: si verifica quando dall'azione deriva un evento
più grave di quello voluto.
Procedimento amministrativo
Sequenza di atti eterogenei e autonomi, provenienti da diversi
soggetti od organi pubblici, tra loro collegati e preordinati
all‟adozione del provvedimento finale. Si articola in quattro fasi:
la fase preparatoria, volta a predisporre e accertare i presupposti
dell‟atto amministrativo da emanare; la fase istruttoria, volta ad
acquisire e valutare i dati rilevanti ai fini dell‟emanazione
dell‟atto; la fase costitutiva, volta a determinare il contenuto
dell‟atto e a procedere alla sua formazione ed emanazione; la
fase di integrazione dell’efficacia, con la quale l‟atto già perfetto
diventa efficace in seguito al controllo e alla comunicazione.
Promulgazione
Atto con cui il Presidente della Repubblica, entro un mese
dall‟approvazione, attesta che è compiuto il processo formativo
della legge e ne dispone la pubblicazione mediante inserimento
nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti, e l‟osservanza da
parte delle persone e delle autorità cui è diretta. Se le Camere,
ciascuna a maggioranza assoluta dei propri componenti, ne
dichiarano l'urgenza la legge è promulgata nel termine da essa
stabilito. Le leggi sono pubblicate subito dopo ed entrano in
vigore il quindicesimo giorno successivo alla loro pubblicazione,
salvo che le leggi stesse stabiliscano un termine diverso.
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Protezionismo
Adozione, da parte di uno Stato, di politiche e di misure
economiche finalizzate a limitare il più possibile le importazioni
di merci provenienti da altri Stati.
Provvedimento
Atto di un pubblico potere che dispone per uno o più casi
concreti e nei confronti di uno o più destinatari determinati. Il
provvedimento amministrativo è l‟atto finale del procedimento
amministrativo, ossia quel provvedimento che realizza in via
immediata e diretta un interesse pubblico, rimesso alla cura di
una determinata autorità amministrativa e diretto a destinatari
determinati o quanto meno determinabili, nei confronti dei quali
produce effetti, creando nuovi diritti o doveri.
Pubblica amministrazione
L‟insieme degli organi e delle attività direttamente preordinati al
concreto perseguimento dei compiti o degli scopi considerati di
pubblico interesse in una collettività statale.
Reato
Qualsiasi azione commessa da un soggetto in violazione di una
norma per la quale l'ordinamento giuridico preveda una sanzione
penale
Reato comune
Reato che può essere commesso da chiunque.
Reato proprio
Reato che può essere commesso solo da una determinata
categoria di persone ad es.: diserzione da parte di un militare,
peculato da parte di un pubblico ufficiale, patrocinio infedele da
parte di un avvocato ecc.
Recesso ad nutum
Recesso libero, senza che sia dovuta alcuna giustificazione. La
decisione di recedere è del tutto rimessa alla discrezionalità del
recedente.
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Recettizio
Atto negoziale che deve entrare nella sfera di conoscibilità del
destinatario affinché possa produrre i suoi effetti giuridici (ad es.
la promessa di pagamento e la promessa al pubblico).
Regolamento
Il termine indica vari tipi atti normativi. Es.: i regolamenti
dell’esecutivo sono fonti secondarie subordinate alla legge che si
configurano, da un punto di vista sostanziale, come atti normativi
che innovano l‟ordinamento giuridico nei limiti previsti dalla
legge e, da un punto di vista formale, come atti amministrativi; i
regolamenti comunitari sono atti normativi emanati dalle
istituzioni europee che hanno portata generale, sono obbligatori
in tutti i loro elementi e sono direttamente applicabili in ciascuno
Stato membro.
Ricorso amministrativo
Istanza che il privato rivolge all‟amministrazione per chiedere
l‟annullamento o la revoca di un provvedimento illegittimo o
semplicemente inopportuno. Esistono tre tipi di ricorso
amministrativo: il ricorso gerarchico, il ricorso in opposizione e
il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Riserva di legge
Istituto del diritto costituzionale secondo cui una determinata
materia non può che essere disciplinata dalla legge. La riserva di
legge può essere assoluta, quando la disciplina della materia
coperta da riserva deve essere compiuta interamente dalla legge,
relativa, quando è sufficiente che la legge detti la disciplina di
principio sugli aspetti essenziali della materia, o rinforzata,
quando all‟obbligo di provvedere alla disciplina della materia
con legge si aggiunge l‟obbligo di conferire alla legge un
determinato contenuto.
Sanzione
Conseguenza (multa, reclusione, ecc) che una norma giuridica
prevede nel caso in cui un soggetto non la rispetti.
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Semplificazione amministrativa
Attività di snellimento e di velocizzazione dell‟azione
amministrativa in ottemperanza ai principi di buon andamento e
d‟imparzialità dell‟amministrazione di cui all‟art. 97 Cost. La
legge 241/1990 ha introdotto alcuni istituti volti a semplificare i
procedimenti amministrativi, quali la conferenza di servizi,
l‟estensione del silenzio-facoltativo, l‟autocertificazione, ecc.
Sentenza
Decisione emanata dal giudice al termine di un determinato
processo. Deve essere sempre motivata.
Sindacati
Organizzazioni collettive che rappresentano gli interessi di
categorie specifiche di soggetti (es. lavoratori).
Servitù prediale
Dal latino praedium (fondo) è il peso imposto sopra un fondo
(fondo servente) per l'utilità di un altro fondo (fondo dominante)
che appartiene a un diverso proprietario (art. 1027 c.c.).
Sciopero
Forma di protesta che si attua attraverso l'astensione collettiva
dal lavoro da parte dei lavoratori.
Sovranità
Titolarità del potere di stabilire regole e di farle rispettare.
Stato
Entità politica sovrana, costituita da un territorio e da una
popolazione che lo occupa, da un ordinamento giuridico formato
da istituzioni e leggi. Lo Stato si compone di tre elementi
caratterizzanti:
il territorio, cioè un'area geografica ben definita, su cui si
esercita la sovranità;
i cittadini, su cui si esercita la sovranità;
113
un ordinamento politico e un ordinamento giuridico, insieme
delle norme giuridiche che regolano la vita dei cittadini
all'interno del territorio.
Statuto Albertino
Fu la costituzione adottata dal Regno di Sardegna il 4
marzo 1848 a Torino. Il 17 marzo 1861, con la fondazione
del Regno d'Italia, divenne la carta fondamentale della
nuova Italia unita e rimase formalmente tale, pur con modifiche,
fino al biennio 1944-1946 quando, con successivi decreti
legislativi, fu adottato un regime costituzionale transitorio, valido
fino all'entrata in vigore della Costituzione, il 1º gennaio 1948.
Lo Statuto Albertino, in quanto costituzione flessibile, poteva
essere modificato o integrato con legge adottata secondo la
procedura ordinaria, a differenza della Costituzione repubblicana
del 1948 che è rigida e che può essere modificata solo da leggi
costituzionali.
Suffragio universale
Diritto attribuito a tutti i cittadini che hanno raggiunto una certa
età (solitamente 18 anni) di poter esprimere il loro voto alle
elezioni degli organi rappresentativi (parlamento, ecc.).
Sussidiarietà
Principio di ripartizione di compiti e funzioni accolto dalla
Costituzione in occasione della riforma del Titolo V attuata con
L.cost. 3/2001, che consiste nel trasferire la gestione di certi
servizi pubblici agli enti locali più vicini ai cittadini (si parla in
questo caso di sussidiarietà verticale) e nell‟attribuire lo
svolgimento di attività di interesse generale all‟autonoma
iniziativa di cittadini, singoli e associati (sussidiarietà
orizzontale). Il principio comunitario della sussidiarietà è stato
introdotto dal Trattato di Maastricht.
Sussidiarietà orizzontale
È sancita dal rinnovato art. 118 co. 4 Cost., secondo cui: “Stato,
Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono
l‟autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo
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svolgimento di attività di interesse generale”. Ne consegue che le
diverse componenti della Repubblica devono favorire i soggetti
singoli, le persone, i cittadini che svolgono “attività di interesse
generale” e l‟autonoma iniziativa delle “formazioni sociali” (art.
2 Cost.).
Sussidiarietà verticale
È un concetto rintracciabile nel rinnovato art. 114 co. 1 Cost.:
“La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle Province, dalle
Regioni, dalle Città metropolitane e dallo Stato”, nonché nel
rinnovato art. 118 co. 1 Cost., che prevede che “le funzioni
amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per
assicurarne l‟esercizio unitario, siano conferite a Province, Città
metropolitane, Regioni e Stato, sulla base dei principi di
sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza”.
Sviluppo sostenibile
Espressione usata per indicare una modalità di sviluppo che ho
come obiettivo quello di rispettare e preservare, nel modo
migliore, anche per le generazioni future, l'ambiente in cui
viviamo.
TAR
Tribunale amministrativo regionale, giudice amministrativo di
primo grado avente competenza generale di legittimità (dinnanzi
al Tar possono essere impugnati tutti i provvedimenti
amministrativi che si ritengono illegittimi) e competenza
territoriale fondata sul criterio dell‟efficacia dell‟atto (se l‟atto
esplica i suoi effetti in ambito regionale la competenza sarà del
Tar della regione interessata, se l‟efficacia è spiegata su più
regioni la competenza sarà del Tar del Lazio, inteso quale Tar
centrale).
Territorio
Luogo geografico e spaziale in cui lo Stato può esercitare il
proprio potere.
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Testamento
È un atto revocabile con il quale taluno dispone, per il tempo in
cui avrà cessato di vivere, di tutte le proprie sostanze o di parte
di esse. ( art. 587 c.c.)
Testo unico
Testo normativo che raccoglie disposizioni di molteplici atti
normativi succedutisi nel tempo, accomunati dal fatto di
disciplinare la stessa materia. Possono essere innovativi o di
mera compilazione: i primi sono vere e proprie fonti del diritto
dello stesso rango di quelle da unificare e coordinare e, quindi,
capaci di modificarle o abrogarle; i secondi sono delle semplici
raccolte della normativa vigente rispondenti ad esigenze di
“comodità” amministrativa.
Trasparenza
Principio in virtù del quale deve essere consentito ai cittadini
l‟esercizio di un controllo democratico su tutti i momenti e i
passaggi in cui si esplica l‟operato della pubblica
amministrazione, al fine di verificarne la correttezza e
l‟imparzialità.
Trattati internazionali
Fonti del diritto internazionale. Si tratta di accordi mediante i
quali gli Stati stabiliscono regole comuni di condotta, accordi di
cooperazione in campo economico, fiscale, ecc. oppure
istituiscono o modificano organismi internazionali.
Tutore
Soggetto che rappresenta e assiste l'incapace assoluto per il
compimento degli atti che, data la sua incapacità , non può
compiere da solo.
Uguaglianza formale
Principio sancito dal primo comma dell‟art. 3 della Costituzione.
Il punto di forza di tale principio di uguaglianza è costituito
dall‟impossibilità per il legislatore di operare distinzioni di sesso,
razza, lingua, religione, opinioni politiche ecc.. Tale principio
116
vuole prescrivere leggi generali ed astratte per evitare
discriminazioni.
Uguaglianza sostanziale
Tale principio sancito dal secondo comma dell‟art. 3 della
Costituzione comporta l‟impegno dello Stato a creare le
condizioni di eguaglianza sostanziale fra i cittadini, ovvero a
rimuovere gli ostacoli di natura economico-sociale che di fatto
impediscono la partecipazione dell‟individuo alla vita del paese.
Tale principio tende a provvedere a singoli casi per eliminare
eventuali svantaggi.
Usucapione
situazione per cui si acquista la proprietà dei beni immobili ed
altri diritti sui beni medesimi dopo un possesso continuato per
venti anni.
Usura
Reato commesso, o da chi si fa dare o promettere interessi o altri
vantaggi usurari in cambio di denaro o di altra utilità, o da chi
procura a taluno una somma di denaro od altra utilità, facendo
dare o promettere un compenso usurario e chi li ha dati o
promessi si trova in condizioni di difficoltà economica o
finanziaria.
Vacatio legis
Periodo di tempo dall'approvazione di una legge alla sua effettiva
entrata in vigore, di norma è di 15 giorni ma la legge può
aumentarla o diminuirla.
Vendita
Contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di
una cosa o il trasferimento di un altro diritto verso il corrispettivo
di un prezzo.
Violazione di legge
Vizio di legittimità che consiste nel contrasto tra il
provvedimento amministrativo e qualsiasi norma giuridica
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vigente e comporta l‟annullabilità del provvedimento stesso.
Viva vox juris
La voce viva del diritto.
Vizio
Anomalia, difetto, irregolarità.
Vizi dell’atto amministrativo
Con tale espressione si intendono i casi di invalidità del
provvedimento amministrativo consistenti nella nullità o
inesistenza dell‟atto e nella illegittimità dello stesso per
violazione di legge, incompetenza o eccesso di potere. Si parla di
vizio di legittimità con riferimento alle forme di invalidità
consistenti nella difformità dell‟atto rispetto alla norma che lo
regge. Si parla, invece, di vizi di merito con riferimento alle
violazioni del principio per cui la pubblica amministrazione non
solo deve agire in conformità della legge e al fine della legge, ma
anche nel miglior modo possibile dal punto di vista etico,
economico, tecnico, ecc., affinché l‟interesse pubblico sia
sempre realizzato, non solo formalmente, ma anche
sostanzialmente.
118
Guida alla prova scritta
Le sedi concorsuali
La prova scritta si svolgerà, in un‟unica data, pubblicata con
apposito Avviso nella Gazzetta Ufficiale 4ª Serie speciale,
Concorsi ed esami.nelle sedi individuate dagli Uffici Sclastici
Regionali, in una o più regioni, scelte dal Ministero e non nella
regione di residenza del candidato. La destinazione dei candidati
seguirà la logica dell‟ordine alfabetico e sarà comunicata almeno
15 giorni prima dello svolgimento della prova.
Tipologia della prova
La prova si articola in cinque quesiti a risposta aperta e due
quesiti a risposta chiusa in lingua straniera.
La prova si svolge al computer ed ha la durata di 150 minuti (2h,
30‟). I candidati accedono alla postazione informatica tramite un
codice di identificazione personale, che sarà fornito il giorno
della prova. Allo scadere del tempo assegnato, il sistema
acquisisce automaticamente le risposte del candidato fornite sino
al quel momento.
Le tracce
Le tracce assegnate nei cinque quesiti a risposta aperta
dovranno permettere di accertare la padronanza delle
seguenti aree tematiche concorsuali:
a. normativa riferita al sistema educativo di istruzione e di
formazione e agli ordinamenti degli studi in Italia con
particolare attenzione ai processi di riforma in atto;
b. modalità di conduzione delle organizzazioni complesse, con
particolare riferimento alla realtà delle istituzioni scolastiche
ed educative statali;
119
c. processi di programmazione, gestione e valutazione delle
istituzioni scolastiche, con particolare riferimento alla
predisposizione e gestione del Piano Triennale dell‟Offerta
Formativa, all‟elaborazione del Rapporto di Autovalutazione
e del Piano di Miglioramento, nel quadro dell‟autonomia
delle istituzioni scolastiche e in rapporto alle esigenze
formative del territorio;
d. organizzazione degli ambienti di apprendimento, con
particolare riferimento all‟inclusione scolastica,
all‟innovazione digitale e ai processi di innovazione nella
didattica;
e. organizzazione del lavoro e gestione del personale, con
particolare riferimento alla realtà del personale scolastico;
f. valutazione ed autovalutazione del personale, degli
apprendimenti e dei sistemi e dei processi scolastici;
g. elementi di diritto civile e amministrativo, con particolare
riferimento alle obbligazioni giuridiche e alle responsabilità
tipiche del dirigente scolastico, nonché di diritto penale con
particolare riferimento ai delitti contro la Pubblica
Amministrazione e in danno di minorenni;
h. contabilità di Stato, con particolare riferimento alla
programmazione e gestione finanziaria presso le istituzioni
scolastiche ed educative statali e relative aziende speciali;
i. sistemi educativi dei Paesi dell‟Unione Europea.
Ciascuno dei due quesiti di lingua consiste in cinque domande a
risposta chiusa, volte a verificare la comprensione di un testo
nella lingua prescelta dal candidato tra inglese, francese, tedesco
e spagnolo. I quesiti sono formulati e svolti nella lingua
straniera, al fine di verificarne la conoscenza al livello B2 del
CEF. Le materie, su cui vertono i due quesiti, sono quelle delle
lettere d) ed i).
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Punteggio
A ciascun quesito a riposta aperta è attribuito un punteggio
massimo di 16 punti. A ciascun quesito in lingua straniera è
attribuito un punteggio massimo di 10 punti (2 per ciascuna
risposta chiusa corretta), quindi il punteggio massimo della
prova è uguale a 100:
quesiti a risposta aperta: (16×5)= 80
quesiti a risposte chiuse: 10x2=20
Saranno ammessi all‟orale i candidati che conseguiranno un
punteggio minimo pari a 70 punti.
Cosa è importante sapere
1. Durante lo svolgimento della prova, i candidati non possono
comunicare tra loro né avere con sé carta da scrivere, appunti
manoscritti, libri, pubblicazioni, telefoni cellulari e strumenti
idonei alla memorizzazione o alla trasmissione di dati. In
caso di violazione delle summenzionate disposizioni è
prevista l‟esclusione immediata dal corso-concorso.
2. Qualora uno o più candidati copino, in tutto o in parte,
l‟esclusione è disposta per tutti i responsabili.
3. Si possono consultare i testi di legge non commentati e il
vocabolario della lingua italiana.
4. I candidati assenti il giorno della prova sono esclusi dal
concorso, sebbene la mancata presenza sia giustificata.
5. Qualora, per sopraggiunte cause di forza maggiore, non sia
possibile svolgere la prova scritta nella giornata
programmata, la medesima viene rinviata con conseguente
comunicazione ai candidati presenti.
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Fase progettuale
Sia in presenza di tracce generaliste che di tracce
individuanti un ambito tematico specifico e delimitato, è
opportuno dedicare la massima attenzione alla fase
progettuale , oltre che alla gestione del tempo assegnato per
la prova:
1) Individuando con chiarezza eventuali sotto-temi con
operazioni di mappatura e/o scalettatura (a mente in
quanto è vietato introdurre fogli di carta e penne)
2) Gerarchizzandoli e interconnettendoli in uno sviluppo
equilibrato e ragionato delle varie parti
3) Mirando alla produzione di una sintesi chiara, imperniata
sulla rielaborazione personale di riferimenti
normativi/teorici/esperienziali, ben argomentata,
formalmente ineccepibile, funzionalmente impaginata e
facilmente leggibile.