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ANNO XLV - N. 2 - AGOSTO 2012 PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA SEZIONE “IPPOLITO RADAELLI” DI VENEZIA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI A.N.A.- COMITATO DI REDAZIONE: Franco MUNARINI (Presidente), Nerio BURBA, Lucio MONTAGNI, Alvise ROMANELLI, Mario FORMENTON - DIRETTORE RESPONSABILE: GIOVANNI MONTAGNI - Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 404 del 29.6.1996 - STAMPA: Grafiche 2 Effe, viale G. Matteotti 45, Portogruaro - VE - SEDE: S. MARCO 1260 - 30124 VENEZIA - Telefono e fax 0415237854 - Sito web: www.alpinivenezia.it - E-mail: [email protected] IN EMILIA-ROMAGNA ALL’OPERA LA PROTEZIONE CIVILE DELL’ANA D i certo, questo del terremoto in Emilia-Romagna è il fatto più sconvolgente avvenuto in questo primo scorcio del 2012, aldilà della quo- tidiana altalena della grave crisi econo- mica europea. Un angoscioso fenomeno naturale, che da molti mesi tiene in co- stante angoscia tutta la popolazione emi- liana, che, dopo la prima e potente scossa iniziale, non ha più potuto fare ritorno alle case per lo shock del ripetersi delle tante scosse di assestamento. L’encomiabile intraprendenza della popolazione ha tracciato la prima idea delle sistemazioni provvisorie, sotto la guida dei responsabili istituzionali della Protezione civile. Anche gli Alpini sono stati subito presenti con la propria P.C., subito integratasi con le Istituzioni, a ga- rantire la costruzione e gestione di campi per sfollati, realtà sanitarie ed altri ser- vizi. È un impegno cui concorrono tutte le Sezioni, garantendo i turni predisposti e indispensabili per avere la continuità nella gestione degli impegni assegnatici. In questo quadro anche la nostra Se- zione di “quota zero”, pur nella sua limi- tatezza di uomini e mezzi, è intervenuta e darà continuità secondo quanto le sarà richiesto. Intanto diciamo bravi a quanti hanno potuto e voluto darsi disponibili per que- sto impegno ad alto contenuto sociale, che è quello che meglio esprime gli scopi associativi degli Alpini: solidarietà, par- tecipazione, servizio alla comunità, espressi attraverso la messa a disposi- zione delle qualità personali e professio- nali, in una disciplina condivisa. Coraggio Emilia! Forza Alpini! L.M. ANCORA UN TERREMOTO

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ANNO XLV - N. 2 - AGOSTO 2012 PERIODICO QUADRIMESTRALE DELLA SEZIONE “IPPOLITO RADAELLI” DI VENEZIA DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE ALPINI A.N.A.- COMITATO DI REDAZIONE:Franco MUNARINI (Presidente), Nerio BURBA, Lucio MONTAGNI, Alvise ROMANELLI, Mario FORMENTON - DIRETTORE RESPONSABILE: GIOVANNI MONTAGNI - Autorizzazione Tribunale di Venezia n. 404del 29.6.1996 - STAMPA: Grafiche 2 Effe, viale G. Matteotti 45, Portogruaro - VE - SEDE: S. MARCO 1260 - 30124 VENEZIA - Telefono e fax 0415237854 - Sito web: www.alpinivenezia.it - E-mail: [email protected]

IN EMILIA-ROMAGNA ALL’OPERA LA PROTEZIONE CIVILE DELL’ANA

Di certo, questo del terremoto inEmilia-Romagna è il fatto piùsconvolgente avvenuto in questo

primo scorcio del 2012, aldilà della quo-tidiana altalena della grave crisi econo-mica europea. Un angoscioso fenomenonaturale, che da molti mesi tiene in co-stante angoscia tutta la popolazione emi-liana, che, dopo la prima e potente scossainiziale, non ha più potuto fare ritornoalle case per lo shock del ripetersi delletante scosse di assestamento.

L’encomiabile intraprendenza dellapopolazione ha tracciato la prima idea

delle sistemazioni provvisorie, sotto laguida dei responsabili istituzionali dellaProtezione civile. Anche gli Alpini sonostati subito presenti con la propria P.C.,subito integratasi con le Istituzioni, a ga-rantire la costruzione e gestione di campiper sfollati, realtà sanitarie ed altri ser-vizi.

È un impegno cui concorrono tutte leSezioni, garantendo i turni predisposti eindispensabili per avere la continuitànella gestione degli impegni assegnatici.

In questo quadro anche la nostra Se-zione di “quota zero”, pur nella sua limi-

tatezza di uomini e mezzi, è intervenutae darà continuità secondo quanto le saràrichiesto.

Intanto diciamo bravi a quanti hannopotuto e voluto darsi disponibili per que-sto impegno ad alto contenuto sociale,che è quello che meglio esprime gli scopiassociativi degli Alpini: solidarietà, par-tecipazione, servizio alla comunità,espressi attraverso la messa a disposi-zione delle qualità personali e professio-nali, in una disciplina condivisa.

Coraggio Emilia! Forza Alpini!L.M.

ANCORA UN TERREMOTO

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2 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

(N.B.) Nella suggestiva Chiese serma del Battaglione Logistic Bolzano, si sono incontrati, com bella tradizione del sabato che pr dei Gruppi di Fiume, Pola e Zara andati avanti, tra i quali l’Alp gruppo di Fiume, prematurame Esuli dell’Istria e della Dalmaz zatamente lasciare le loro Terre. Gagliardetti dei Gruppi di Fium Gruppi della nostra Sezione e d sciano, c’era il Vessillo sezionale Munarini, e moltissimi alpini ch niare con la loro presenza l’affe rissimi soci Giuliano-Dalmati.

Bolzano 11,12 e 13 maggio 2012,85^ Adunata Nazionale dell’Asso-ciazione, è andato tutto bene, anzi

benissimo. Non crediate che sia la solita ci-tazione del giorno dopo, ma la mia è statapiù che altro la conferma di una convin-zione che ho maturato nel tempo, seguendola stampa alpina e le particolari raccoman-dazioni della Sede nazionale affinché anchequesta Adunata, che rivestiva un particolaresignificato vista la Città e la Provincia checi ospitavano, riuscisse nel migliore deimodi. Nei tre giorni di permanenza a Me-rano, Bolzano e dintorni ho potuto consta-tare la seria compostezza degli alpini, (ilcomportamento di alcuni irriducibili “di-scoli”, che nulla hanno a che fare con la no-stra Associazione, non fa storia), ricam-biata, quasi sempre, da gesti di simpatia daparte dei cittadini. Anche i rumorosissimitrabiccoli, che tanto danno fastidio alla cit-tadinanza e non solo, mi sono sembrati insensibile calo. Speriamo che al più prestospariscano del tutto.

Ma veniamo alla nostra Adunata: par-tenza il venerdì mattina dalla sede delGruppo di Mestre, che anche quest’anno siè fatto carico di organizzare, sempre inmodo ottimale (un grazie particolare), latrasferta di tre giorni raccogliendo le ade-sioni dei soci di Mira, Cavarzere, Spinea,Venezia e Mestre.

Complice il bel tempo e la prospettiva dipassare alcuni giorni tra amici alpini e par-tecipare all’Adunata, eravamo tutti partico-larmente allegri e contenti. La prima metaprevista dal programma è stata la città diMerano, che per me è stata una piacevolesorpresa poiché la conoscevo solo dalla let-tura delle guide turistiche. Al nostro arrivoil centro città era già in pieno clima adunatacon le strade che pullulavano di alpini e deiloro familiari. Da Piazza del Teatro a CorsoLibertà, da via Leonardo da Vinci fino alDuomo, un susseguirsi di bei edifici e beinegozi, molti dei quali con le vetrine alle-stite per l’occasione con cimeli o ricordidella naja alpina. In uno di questi negozi sipoteva ammirare uno speck enorme, forsemezza bestia, una cosa mai vista . Grazie al

cielo terso si vedevano le belle montagne,alcune ancora innevate, che circondano Me-rano. Terminata la parte turistica con il no-stro pullman siamo andati a Ora, dove erastato prenotato già da molti mesil’albergo,per la cena e il pernottamento. Sabato mat-tina tutti a Bolzano, con un pullman messoa disposizione dalla Provincia, per la parteturistica la mattina, e la parte istituzionale

il pomeriggio. Anche Bolzano, come tutte le città che

hanno ospitato le Adunate, era ormai diven-tata una selva di penne nere, un fiume dipersone col cappello alpino che si avvia-vano verso il centro. Piazza Walter e ilDuomo i punti più affollati, una lunga coda,peraltro molto ordinata, in attesa di poter vi-sitare la “mummia Oetzi trovata nel ghiac-

ciaio del Similaun”. Gli abi-tanti e i negozianti molto affa-bili e disponibili a fornircitutte le indicazioni richieste. Ilcaldo cominciava a farsi sen-tire. Arrivati al Monumento

ZARA, POLA E FIUME

Una cerimonia religiosa per ricordare gli Esuli Istriani “andati avanti”

LA SEZIONE

ALL’ADUNATA

DI BOLZANO

2012

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Per il ritorno ad Ora appuntamento allastazione ferroviaria di Bolzano, appena intempo per prendere il treno e risparmiarciun bel temporale. Alla stazione di Ora,mentre aspettavamo che il nostro pullmanci riportasse in albergo, un piacevolis-simo incontro con degli alpini di Firenze,guidati dal loro capogruppo Giovanni Pa-risi anche loro ospiti in un albergo di Ora,è stato naturalmente una occasione pertrascorrere un po’ di tempo, fiorentini eveneziani, in fraterna allegria.

Domenica finalmente il grande giornotanto atteso. Quest’anno la nostra Sezionepartiva nel pomeriggio e questo ci ha dato

3 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

(N.B.) Nella suggestiva Chiesetta all’interno della ca-serma del Battaglione Logistico delle Truppe Alpine aBolzano, si sono incontrati, com’è ormai diventata unabella tradizione del sabato che precede la sfilata, gli alpinidei Gruppi di Fiume, Pola e Zara per ricordare i loro sociandati avanti, tra i quali l’Alpino Livio Depoli, capo-gruppo di Fiume, prematuramente scomparso e tutti gliEsuli dell’Istria e della Dalmazia che hanno dovuto for-zatamente lasciare le loro Terre. Come sempre, oltre ai treGagliardetti dei Gruppi di Fiume, Pola e Zara, quelli deiGruppi della nostra Sezione e di alcuni Gruppi del Bre-sciano, c’era il Vessillo sezionale con il presidente, FrancoMunarini, e moltissimi alpini che hanno voluto testimo-niare con la loro presenza l’affetto e la vicinanza ai ca-rissimi soci Giuliano-Dalmati. Anche le parole pronun-

ciate nell’omelia dal reverendo che ha celebrato la Messasono state particolarmente appropriate alla circostanza.Come sempre il nostro Gigi D’Agostini, Capogruppo diPola, ha sinteticamente ricordato il dramma vissuto damigliaia di persone di ogni età cacciate brutalmente dalleloro case ed accolte, non sempre bene, in Italia. Al terminedella Messa è stato intonato il “Va pensiero” di Verdi, cheha fatto venire i lucciconi a molti dei presenti. Quest’annol’incontro dei soci alpini con i loro capigruppo è statal’occasione per gli alpini di Fiume di conoscere ed eleg-gere il nuovo capogruppo l’alpino Franco Pizzini, che hariscosso l’unanimità dei consensi dei soci fiumani, e lasoddisfazione della presidenza della Sezione di Veneziaper aver recuperato ad una piena attività anche questoGruppo.

ZARA, POLA E FIUME

Una cerimonia religiosa per ricordare gli Esuli Istriani “andati avanti”

alla Vittoria, per le classiche fotografie ri-cordo, era quasi ora di pranzo.

Nel pomeriggio il nostro gruppetto si è di-viso: Rocco Lombardo, con il Vessillo se-zionale si è avviato verso il Duomo per lecerimonie ufficiali previste dal programmadell’Adunata, mentre alcuni di noi, primadell’incontro con gli alpini di Fiume, Polae Zara (vedi nota a parte) hanno accompa-gnato Paolo Boni a rivedere la casermaHuber dove ha prestato servizio di primanomina. Peccato che una inflessibile alpinodi servizio alla porta non ci abbia fatto en-trare perché in anticipo di un quarto d’orasull’orario delle visite.

modo di vedere gran parte dello sfilamentodelle sezioni: da quelle estere a quelle delcentro Italia, in particolare la SezioneAbruzzi giustamente molto applaudita.Anche il pubblico, molto numeroso e par-tecipe, applaudiva al passaggio degli alpiniinquadrati nelle loro sezioni. Non baste-rebbe una intera pagina del giornale per ri-portare i commenti entusiastici di chi assi-steva allo sfilamento. La mattinata è passataveloce, il tempo di uno spuntino, e ci av-viamo al posto dell’ammassamento.

Dopo una breve ricerca individuiamo ilcartello di raduno della nostra Sezione. Av-vicinandoci al posto già si vedono facceamiche e sorridenti e piacevole sorpresal’alpino frate Angelo, socio del Gruppo Ve-nezia, con il suo saio bianchissimo ci acco-glie con un fraterno abbraccio. Per me que-sti sono tra i momenti più belli dell’Adunataperché si rivedono vecchi soci con i qualiscambiare quattro chiacchiere, parlare coni capigruppo per sentire le ultime novità ose hanno qualche cosa da chiedere relativa-mente alle attività della Sezione.

Qualche amichevole pacca sulle spalle epoi, magari, a bere un’ombra al bar più vi-cino. Più si avvicina il momento della sfi-lata e più si ingrossano le fila, con il nostroAntonini (responsabile sezionale per l’or-dine) che va avanti e indietro per cercare igagliardetti dei gruppi e i capigruppo ed ini-ziare ad inquadrarci, sistemare gli striscioninei posti giusti; tutto sembra caotico, ma almomento della partenza gli alpini si inqua-drano ordinati e via orgogliosi del nostrocappello con la penna nera.

Ai due lati della strada, al di la delle tran-senne, la folla andava via via infittendosi,moltissimi agitavano dei tricolori e gli ap-plausi entusiasti ci facevano certamente pia-cere. Una cosa che ho notato e che va sot-tolineata da moltissime finestre, terrazzini,terrazze intere famiglie, non solo personeanziane ma anche giovani e giovanissimi,che sventolando una bandiera applaudivanocon grande entusiasmo.

Il percorso cittadino non è stato breve,fortunatamente l’aria era fresca e questo ciha aiutato, ma l’entusiasmo della folla ci hacertamente dato quella spinta in più. Il pas-saggio davanti al Labaro nazionale e alpalco delle autorità Civili e Militari nonchéil nostro Presidente e i Consiglieri nazionaliè stato un momento di grande orgoglio al-pino.

In particolare per il nostro socio alpinoSandro Vio che ha ricevuto la comunica-zione di essere diventato nonno di Filippo,nato mentre la sezione di Venezia sfilavaper le strade di Bolzano.

L’ultimo sforzo per raggiungere il nostropullman parcheggiato parecchio lontano edopo il saluto del nostro presidente FrancoMunarini, via diretti verso il rientro a casa,felici e soddisfatti di aver partecipato anchea questa Adunata.

Alpino Nerio Burba

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TRIVENETO 2012

4 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

Una bellissima giornata di soleha accompagnato domenica 22luglio 2012 il Raduno delle

Sezioni del Triveneto delle Penne Neree Feltre ha accolto in maniera splendidale migliaia di alpini che già da giornierano affluiti nella città e nel circon-dario.

Con il Raduno Triveneto si fes-teggiava anche il 90° della Sezione diFeltre, che ha organizzato in manieraperfetta questa importante manifes-tazione. Due ali di folla hanno accom-pagnato lo sfilamento, che ha portato glialpini dall’ammassamento di Pedavenafino al bellissimo centro storico di Fel-tre. Tanta e tanta gente, fra la qualemoltissimi bambini, ha seguito glialpini nel loro percorso e c’erano tantiTricolori fra i quali il nostro, enorme,con il leone di Venezia al centro e por-tato da 8 alpini, suscitava, ogni qual-volta veniva sollevato in segno disaluto, uno scroscio di applausi con-vinti.

Terminato lo sfilamento, sempre conun occhio rivolto alle montagne ormaicircondate da nuvoloni scuri, abbiamopreso il nostro pullman che ci ha portatia Norcen, dove abbiamo ben pranzatoin allegria nel ristorante della famosaColonia San Marco, di proprietà del Co-mune di Venezia e gestita in manieraperfetta da uno staff gentile e profes-sionale.

Sotto le prime gocce di pioggia cisiamo avviati verso la strada del ritornoe, dopo una “sosta tecnica” a Montebel-luna, siamo ritornati a Venezia soddis-fatti per la bella giornata trascorsa incompagnia. I vari commenti che ho sen-tito nel dopo raduno erano tutti con-cordi nell’affermare che questo è statouno dei più bei Raduni degli ultimi annie questo giudizio mi trova pienamenteconcorde.

Artigliere alpino

Sandro Vescovi

Nella stessa giornata festeggiato anche il 90° della Sezione Alpini cittadina

Le immagini sono dell’alpinoGIANNI VIANELLO

Il raduno delle Sezionidel Triveneto a Feltre

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TRIVENETO 2012

5 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

Nella stessa giornata festeggiato anche il 90° della Sezione Alpini cittadina

Le immagini sono dell’alpinoGIANNI VIANELLO

Il raduno delle Sezionidel Triveneto a Feltre

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UNA STORIA DIMENTICATA

6 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

1944/45 - Quando Hitler consegnò il Friuli Venezia Giulia ai Kosacchi

Sette mesi di KosakelandQuando Hitler consegnò il Friuliai Cosacchi era fra l’ottobre del1944 e l’aprile del 1945 e per

suo ordine decine di migliaia di cosac-chi e di caucasici furono trasportatidalla Russia e dall’Europa orientale nel-l’Alto Friuli e nella Carnia. Questi co-sacchi e caucasici vennero a presidiarei paesi friulani, spesso dopo aver co-stretto ad uno sfollamento forzato le po-polazioni locali. Erano stati mandati dainazisti nel “Kosakenland in Nord Ita-lien” la terra che era stata loro affidatain cambio di un’azione continua di re-pressione antipartigiana. Per sette lun-ghi mesi i cosacchi cercarono di co-struire nell’Alto Friuli i loro villaggi, le

“stanitse” portando i loro costumi, tra-dizioni, religione.

Alla fine della guerra, i friulani cer-cheranno faticosamente di porre rime-dio al danno di una lunga occupazionementre i cosacchi andranno incontro adun doloroso destino, dalla Drava alla Si-beria. Nell’estate del 1944 la resistenzaaveva costituito due zone libere, quelladel Friuli Orientale e quella della Car-nia. Le truppe ed i civili cosacchi e cau-

casici composti da varie etnie: del Don,del Terek, dell’Ural, del Kuban, Geor-giani, Armeni, Turchestani e di altreetnie ancora giunsero in Italia con mi-gliaia di cavalli, carriaggi e masserizie,attraverso la linea ferroviaria Villach -Tarvisio a partire dal 20 luglio 1944.Ben 50 treni arrivarono a stazione perla Carnia ed altri contingenti giunsero aPontebba e Gemona e appena arrivatiiniziarono a razziare le campagne e i

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UNA STORIA DIMENTICATA

7 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

1944/45 - Quando Hitler consegnò il Friuli Venezia Giulia ai Kosacchi

Sette mesi di Kosakelandcentri abitati del Friuli e della Carnia.Ai drappelli militari facevano seguitocarovane con donne, vecchi e bambinie tra i carri oltre ai cavalli e alle mucchec’erano cammelli e dromedari.

Le operazioni antipartigiane porta-rono, nella zona libera del Friuli Orien-tale, a massacri di civili e a case di-strutte e “l’Operazione Waldlaufer”diede agli hitleriani, a partire dal otto-bre, il pieno controllo della Carnia con

massacri e distruzioni.. Ricordiamo ilsacerdote, don Giuseppe Treppo, assas-sinato mentre tentava di difendere al-cune donne dalle insidie dei cosacchioccupanti.

Tra la fine di aprile e i primi di mag-gio del 1945 si assistette al ritiro delleformazioni cosacche e naziste dallaCarnia e dall’Alto Friuli e il nome deipaesi ritornò quello originario perché icosacchi avevano cambiato perfino il

nome dei paesi friulani e carnici: Alessoera diventato Novocerkassk, CavazzoCarnico era mutato in Jekaterinodar (oKrasnodar), Trasaghis era diventato No-vorossisk. Il ricordo dell’occupazionerimane nella memoria degli anziani enoi abbiamo il dovere di ricordare conle loro moltissime vite umane perdutenei massacri nazisti di Avasinis dove 51fra uomini, donne e bambini vennerouccisi, il 2 maggio 1945 da WaffenSS el’eccidio di Ovaro in Carnia dove i co-sacchi in ritirata uccisero diversi parti-giani e 22 civili fra i quali il parroco donCortiula.

Artigliere Alpino

Sandro Vescovi

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Conservo a casa, accanto alcappello alpino ed ad altripochi oggetti a me partico-

larmente cari, un artefatto invetro soffiato di Murano, regala-tomi dal Maestro Giorgio Sent.Rappresenta un cappello alpino agrandezza naturale, che egliamava forgiare, firmare e rega-lare a quanti, secondo lui e bontàsua, avevano ben meritato dal-l’Associazione e/o dalla Naja al-pina. Lo ricevetti in maniera fret-tolosa e scontrosa, dopo un incon-tro combinato fortuitamente aSant’Elena: “… avrei da chiedertiun favore … sarebbe urgente …ci vediamo alle tre?”. All’incontrosi presentò con una scatola, che micacciò in mano dicendo: “ - è perte, ciao ciao, grazie” – “ma e il fa-vore?” “ – niente niente, un’altravolta”.

Era fatto così il nostro socio al-pino “Pepo”: riservato e meravi-glioso, modesto e pieno di sorprese.Già capofamiglia a tredici anni, eraentrato apprendista in fornace,sotto la guida esperta di suo zioNane Ferro “Catari”, alloragrande maestro dell’arte vetraria.E la fornace Barrovier&Toso fu ilsuo camposcuola di lavoro e divita, sino a diventare a sua voltapremiato maestro e riconosciuto“Maestro del Lavoro”. Tra i tantisuoi miracoli di vetro preferì sem-pre però il “cappello alpino”, le-gato alla sua passione per la mon-tagna ed i valori essenziali dellavita semplice. Passione per lamontagna, che lasciava altri rac-contassero schermendosi e mini-mizzando, ma che gli illuminavagli occhi accendendogli il viso dimeraviglia.

E scoprivi che era stato un forteed appassionato arrampicatore,divenuto “socio alpino ad hono-rem” della Sezione alpina diTrento (lui che non aveva potutofare il militare) per i suoi partico-lari meriti ed un socio fondatore e

membro attivo dei “gransi”di Murano, i mitici gransi.Giorgio Sent, con Gia-como Penso e Dino ePlinio “Orso” Tosoavevano cominciatoad arrampicare gio-vanissimi nella pale-stra di roccia diS. Felicita diBassano.

D o p ouna setti-mana dil a v o rod u r o ,s a b a t os v e g l i aalle tre,partenza da Mu-rano alle quattro,S. Messa “agliScalzi” prima diprendere il treno

( e r a n ogli anni cin-

quanta). Nessuno inse-gnò loro mai niente, fecero

tutto da soli. E dopo pochi anniessi erano già tra i migliori alpinistidilettanti d’Italia. Hanno all’attivo

una trentina di salvataggi, di cui dueclassici, il primo sulla via Solleder

del Sass Maor, dove l’esperienzadi Pepo salva da morte certa ilsuo compagno di cordata. Il se-condo sulla classica Dimai Et-

voos dove undici persone, sor-prese dalla tormenta, furono

salvate da questi quattroamici, assieme agli

scoiattoli cortinesi.La loro prima e

seconda salita fu-rono effettuatesulle vie “Co-mici”, “Dimai”della pareteNord Grande diLavaredo e via

Cassin Cima Ovest di Lavaredo epoi sullo Spigolo Giallo sempre sullaPiccola di Lavaredo, tutte di sestogrado e poi, inun crescendo, lavia Preuss sullapiccolissima diLavaredo, Spi-golo Dibona-Cima Grande.Poi altri luoghi,altre montagne,a valorizzarepaesaggi e si-lenzi ancorasconosciuti. Esentiamo loro igransi che nedicono nella lo-candina delloro cinquantesimo di fondazione:

“23 Agosto 1957. Con uno scritto diquattro pagine inviato al Dottor ScipioStenico, Direttore del Corpo SoccorsoAlpino del C.A.I. i quattro giovani alpi-nisti veneziani Giorgio Sent “Pepo”,Giacomo Penso “Sigalon”, Dino Toso“Fagio” e Gianni Franzoi, tessono lelodi degli “Scoiattoli” di Cortina, con iquali si trovano casualmente a collabo-rare nel corso di un’operazione di soc-corso sulla Marmolada. E’ fuor di dub-bio che i quattro alpinisti lagunari ri-mangono fortemente impressionati

LA NOSTRA MONTAGNA

8 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

Storia di Pepo, di un cappello alpino in vetro e di un “gransio” bianco su sfondo blu

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dalla professionalità, dall’efficienza, masoprattutto dal perfetto affiatamento edalla grande amicizia che unisconoquesto manipolo di uomini col maglione

rosso fregiatoda uno scoiat-tolo biancosulla manica si-nistra. Tornatiin Isola, la no-stra celebre ebella Isola delvetro, unita-

mente ad altri dodici amici tra i qualiuna rappresentante del gentil sesso,l’olimpionica di ginnastica artistica AdaTondolo, i quattro decidono di emularei prestigiosi nuovi amici di Cortina. Sidanno quindi un regolamento, si dotanodi un maglione blu con un granchiobianco ricamato sulla manica sinistra efondano il “Gruppo Rocciatori

Gransi”. E per ben 13 anni,dal 1958 al 1971 il GruppoGransi regge la Scuola Na-zionale di Alpinismo “Ser-gio Nen” e la porterà a li-velli di riconosciuta rile-vanza”. Chissà che non ca-piti ancora a molti nostrigiovani soci alpini di conti-nuare questa tradizione la-gunare, di aprire e percor-rere vie alpine sulle nostredolomiti di casa, alla ri-cerca di un ideale di impe-gno, onore, lealtà e solida-rietà alpina!

Lucio Montagni

Nelle immagini: in apertura una re-cente immagine di Giorgio Sent

“Pepo”. Sotto in bianco e nero: Peposembra guardarsi mentre è impegnatoin una delle tante arrampicate dolomiti-che. Nella pagina a destra Sopra il “fa-moso” cappello alpino in vetro, sotto:particolare della manica sinistra del ma-glione blu, in dotazione al gruppo, conricamato il classico “granchio bianco”. llmaestro vetraio Giorgio Sent al tavolodi lavoro in vetreria mentre forgia nuasua creazione in vetro.

9 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

VENEZIA

Èstata una stagione invernale avara di neve questa del 2012 e pertanto ilcalendario di gare previsto dal buon Marino. Almansi è stato stravolto perle numerose gare annullate. Qualcosa si è fatto, come la 1. partecipazione

alla Konig Lauf di Garmish in Germania con 6 atleti in un clima particolarmenterigido -25° alla partenza, ricordate la lama artica che invase l’Europa a Febbraio?Ma i soci del GSA Venezia quando non fanno i fondisti si applicano ad altre di-scipline e ci piace ricordarequesto loro im- pegno.Abbiamo Leo- nardo Ghigi chefa atletica con i Runners di Mu-rano e vogherà sui pupparinialla regata Sto- rica, come pureMarino Almansi che riesce sem-pre a qualificarsi sulle caorline;ma non dimenti- chiamo chi hapassione per la corsa comeCarlo Torre fe- delissimo dicorse di centi- naia di chilome-tri in montagna (ad esempio il giro della valle d’Aosta); come Patrizia Zanella,Gianni Lombardo, Sergio Boldrin e Tommaso Anfodillo che si confrontano nellemaratone ; e Sergio Agnoletto e Pier Maria Jagher che consumano l’asfalto delparco di San Giuliano; il giovane Piero Bellipanni nella canoa; la sirenetta AnnaCampagnari con le immersioni; e Marta e Thomas Ghigi nel ciclismo. Come ve-dete le persone sono sempre attive con le varie società sportive che le supportanoe che permettono di mantenere quella forma fisica che viene buona d’inverno.

Alpino Sergio Boldrin

Nonostante le difficoltà meteorologiche invernali

INTENSA L’ATTIVITA’ DEL GRUPPO

Storia di Pepo, di un cappello alpino in vetro e di un “gransio” bianco su sfondo blu

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GIORNATA GIOVANI 2012

10 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

“NON È ANDATA MALE...”

L’ ha convenuto anche il consi-gliere nazionale Cailotto pre-sente per l’occasione: non è an-

data male, anzi! Ne è la prova tangibileil buon numero dei giovani che hannorisposto all’appello e che sabato 16giugno hanno partecipato alla riu-nione. “La presenza di questi giovani,- ha ribadito Cailotto - , ci assicurache i valori intrinsechi dell’essere al-pino troveranno continuità”. La riu-nione è stata aperta dal presidente Mu-narini che ha manifestato la volontàdella sezione di attivarsi per un sempremaggiore coinvolgimento dei giovani.

“I giovani, - ha proseguito -, sono unpatrimonio importante e nella Sezionerisultano essere un numero significa-tivo”. Il capogruppo di San Donà diPiave Antonini, per l’occasione nellevesti di responsabile della PC sezio-nale, ha dato lettura di una breve ma,significativa relazione sulle principaliattività svolte in risposta alle ultimeemergenze che hanno interessato ilpaese tra cui il terremoto in Emilia. Netraspare che tale attività, sempre piùfiore all’occhiello dell’Associazione, èvalida possibilità, per i giovani che neentrano a far parte, di sentirsi utili epartecipi. A seguire è stata data la pa-rola ai presenti. I vari interventi hannopermesso un’ampia e valida discus-sione che per motivi di spazio non èpossibile riportare integralmente. E’possibile però affermare con certezzail seguente principio emerso nella di-scussione: i giovani ci sono e ci vo-gliono essere! Da sottolineare infattiche gli intervenuti hanno valutato po-sitivamente questa iniziativa, auspi-cando altresì che possa avere frequentirepliche per mantenere vivo il con-fronto. I nostri giorni non sono dei piùfacili, ma ciò nonostante il sentimentodi appartenenza alla famiglia alpinatrova sempre modo di affermarsi. Sicu-ramente Gruppi e Sezione dovranno la-vorare insieme per trovare i giusti modidi incentivare e favorire la partecipa-zione dei giovani iscritti. I gruppi indi-vidueranno dei referenti che partecipe-ranno alla vita della sezione interve-nendo alle riunioni del consiglio : que-sta la prima concreta iniziativa dellasezione. La giornata si è poi simpatica-mente conclusa con un semplice ma gu-stoso pranzo organizzato da alcuni socidel gruppo di San Donà di Piave aiquali va il ringraziamento per lo spiritodi servizio ancora una volta dimo-strato.

Alessandro Moscon

ASCOLTANDO I GIOVANIDagli interventi sono emersi una forte identità di vedute e un forte attaccamento all’Associazione, con ampie dimostrazioni di rammarico di non poter far di più per motivi di famiglia e di lavoro

Nell’Assemblea dei Delegati dellaSezione del Marzo 2012 avevamodato ampiamente conto delle linee

guida operative per il futuro associativodell’A.N.A., frutto degli incontri che il no-stro Presidente Nazionale ha oramai quasiconcluso in tutta Italia. Tra queste la politicadi avvicinamento dei “giovani”.

Noi l’abbiamo fatto. Con il sincero in-tento di migliorare le cose.

Nelle assemblee di Gruppo 2012 ho avutomodo di osservare come la presenza deigiovani iscritti fosse circoscritta nella realtàdi pochi Gruppi della Sezione e questo hastimolato la curiosità di analizzare qualefosse la situazione reale. Già nel 2011 erastato chiesto a tutti i Capigruppo di fornirel’elenco dei loro giovani iscritti con l’inten-zione di riunirli tutti .

Non tutti i Gruppi hanno risposto, alcunihanno lamentato la difficoltà di avere elen-chi aggiornati e perciò si è proceduto d’uf-ficio a raccogliere i loro nomi attraverso leschede d’iscrizione e il GISA (Gestione In-formatizzata Soci Alpini).

Sono così stati individuati più di centoot-tanta soci con età inferiore a quarant’anni aiquali abbiamo inviato una lettera d’invitoall’incontro del 26 Giugno a San Donà diPiave.

A tutti i Gruppi è stato inviato l’elenco deirelativi soci giovani e a tutti un riferimentoper le più opportune successive informa-

zioni. Delle 187 lettere inviate trenta sonoritornate al mittente le altre probabilmentesono andate a buon fine.

I Capigruppo, messi in contatto più volteper avere la situazione aggiornata delle ri-sposte, hanno riferito che molti giovani ave-vano ricevuto l’invito, ma che sarebberostati impossibilitati a partecipare alla riu-nione.

Alla riunione erano in quattordici prove-nienti da Mira, Mirano, Portogruaro, SanDonà di Piave, San Stino di Livenza, Spinea, Mestre, San Michele al Tagliamento.Erano presenti anche i relativi Capogruppocompreso Ivo Borghi per Venezia e il VicePresidente Rocco Lombardo.

Il Consigliere Nazionale Luigi Cailotto,chiamato per la sua, doppia veste di refe-rente del CDN per la nostra Sezione e diConsigliere della Commissione NazionaleGiovani ha illustrato ai presenti le attivitàche i giovani delle altre Sezioni stanno rea-lizzando e ha espresso apprezzamento per

NELLA MANIFESTAZIONE CHE SI E’ SVOLTA A SAN DONA’ DI PIAVE IL 26 GIUGNO 2012 A CURA DELLA NOSTRA SEZIONE

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GIORNATA GIOVANI 2012

11 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

Mi fa tenerezza questo agitarsi dei “veci alpini”, che vogliono garantire il futuro

associativo dell’A.N.A trapiantando giovani talee su vecchi tronchi. Cercano di-

speratamente i giovani “già di leva” estraendoli da lunghi tabulati, per andare a

chiedere loro perché se ne sono andati, perché non vengono a rinfoltire le schiere

delle sfilate, sicché da più vecchi possano poi ripetere l’operazione e così via. Mi

pare che l’unica cosa che li possa attirare è lo scopo associativo, sono i “fonda-

mentali” dello stile di vita alpino quale è proposto, sono le iniziative concrete che

si ideano per mettere in pratica questo stile ideale. E loro? Se non gli interessa se

ne vanno, ma se si, allora devono prendere in mano la baracca e darci dentro, per-

ché è loro questo momento di vita, sono loro gli attori e non gli spettatori! Giovani,

se ci siete battete un colpo, altrimenti si sbaracca, chè la festa è finita!

L.M.

CONTROCAMPO

ASCOLTANDO I GIOVANIDagli interventi sono emersi una forte identità di vedute e un forte attaccamento all’Associazione, con ampie dimostrazioni di rammarico di non poter far di più per motivi di famiglia e di lavoro

l’iniziativa della Sezione di Venezia di riu-nire idealmente tutti i suoi giovani.

Sono intervenuti un po’ tutti i presenti il-lustrando le loro idee su come vedono laloro posizione all’interno della vita associa-tiva, confortandoci non poco quando hannoaffermato di non essersi mai sentiti emargi-nati.

Dagli interventi sono emersi una forteidentità di vedute e un forte attaccamentoall’Associazione, con ampie dimostrazionidi rammarico di non poter far di più per mo-tivi di famiglia e di lavoro.

Una dichiarazione che ci ha molto con-fortato, facendoci balenare la certezza di unfuturo, di un ricambio che è già lì pronto.

In pratica si conferma quanto è successoun po’ per ciascuno di noi: ci s’iscrive su-bito, si deve vivere la propria vita e poi cisi rimette a disposizione.

Un argomento che è stato trattato con in-teresse è stato quello del coinvolgimentodelle famiglie sia nella realizzazione di una

festa annuale “ ad hoc”, sia coinvolgendolenella manifestazione più importante del-l’anno: l’Adunata Nazionale.

La riunione è terminata con l’impegno didar seguito a questo incontro e i giovani in-tervenuti si sono volontariamente offerti diproseguire nei Gruppi di appartenenza il di-scorso iniziato.

Nel successivo CDS del 30 Giugno ab-biamo invitato nuovamente i giovani inter-venuti alla riunione di San Donà di Piave,abbiamo raccontato al Consiglio come si èsvolta la riunione e le future intenzioni cheriprenderanno in mano a San Donà di Piaveil 22 Settembre in una seconda riunionetutta dedicata ad allargare la cerchia e a de-finire qualche progetto.

Alpino Franco Munarini

NELLA MANIFESTAZIONE CHE SI E’ SVOLTA A SAN DONA’ DI PIAVE IL 26 GIUGNO 2012 A CURA DELLA NOSTRA SEZIONE

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VENEZIA E I GIULIANO DALMATI

Noi Alpini dei Gruppi Pola, Fiume eZara, incorporati nella Sezione diVenezia, già “Serenissima Repub-

blica di San Marco” che per dieci secoli haprofondamente influenzato con la sua pre-senza le nostre terre, vogliamo ricordare,molto in sintesi, il passatostorico della “Dominante”con la quale i nostri avihanno condiviso le sorti. Aquei tempi l’intero Adriaticoveniva chiamato “Golfo diVenezia”, mare su cui si af-facciavano anche i territoriabitati dagli Istriani, Fiumanie Dalmati, discendenti degliantichi Istri, Liburni e Illiri.

Nel passato queste regioni apparten-nero ai Romani che le conquistarono già nel2° secolo a.C., poi furono oggetto di inva-sioni barbariche, di occupazione dei Fran-chi, dell’Impero d’Oriente e successiva-mente diventarono zone di notevole inte-resse per Venezia che stava estendendo isuoi confini e commerci verso Oriente.

Venezia, trasferito il suo Governo aRialto (810) e trasportato da Alessandriad’Egitto (827) il corpo di San Marco, miròa realizzare piani di difesa degli estesi pos-sedimenti privati veneziani in Istria e ad as-sicurarsi l’alleanza di tutte le località dellecoste bagnate dal mare Adriatico che costi-tuivano significativi rifugi per le navi incaso di maltempo, ma anche per proteggersidagli attacchi dei pirati che assalivano lenavi in transito, provenienti dall’Oriente,per impadronirsi dei beni trasportati. Moltodeterminante fu l’impresa compiuta nel-

l’anno mille dal Doge Pietro Orseolo 2°che, partito da Venezia con la sua flotta, per-corse tutta la costa orientale dell’Adriatico,stipulando patti, accordi e alleanze con lecittà costiere, sconfiggendo i pirati e acqui-sendo il titolo di Dux Dalmatiae.

Peraltro, l’Adriatico costituiva un fa-cile raccordo tra le sue due sponde dove ilcommercio era intenso e costituì per milleanni una meravigliosa via d’acqua dissemi-nata di opere eccelse dell’ingegno umano,preziose testimonianze dei legami culturalie linguistici.

Inoltre l’inconfondibile impronta ve-neta è tuttora presente nei centri storici im-portanti con le piazze, chiese, palazzi, callie con le cisterne distribuite sia nell’entro-terra che lungo le coste, con i leoni di S.Marco che costellano tutte le nostre con-trade dell’Istria, Fiume, Dalmazia, un patri-monio culturale, etnico e architettonico ir-ripetibile, squisitamente romano, bizantino,veneto, una ricchezza che va difesa e tute-lata, da preservare come patrimonio dell’in-tera umanità, incontestabile prova della Sto-ria del passato.

Queste regioni del Confine Orientale

d’Italia non sono più dentro al territorio na-zionale italiano a seguito dell’iniquo Trat-tato di Pace del 10 febbraio 1947 impostoall’Italia dalle potenze vincitrici del 2° con-flitto mondiale ed ora appartengono allaSlovenia ed alla Croazia, dopo essere state

per oltre 2000 anni italico-ve-nete. Il “Golfo di Venezia”, pa-tria di artisti che nei secolihanno operato indifferente-mente nell’una e nell’altrasponda dell’Adriatico, influen-zandosi reciprocamente nel-l’architettura e nella scultura,nella letteratura e nelle scienze,fu anche suolo natio di un po-polo, Giuliano-Dalmata, carat-

terizzato da una forte identità e da ungrande amore per la libertà sin da quando laRepubblica di Venezia, all’inizio delle sueconquiste, incontrò difficoltà nel sottomet-tere queste genti che poi, però, condiviseroe parteciparono attivamente anche al go-verno della “Dominante”, come venivachiamata la “Serenissima”. I valori fonda-mentali di libertà e di Patria, anche di re-cente, dopo la 2^ Guerra mondiale, li ritro-viamo, fulgido esempio, nell’Esodo di por-tata biblica degli Istriani, Fiumani, Dalmati,un intero popolo che ha dovuto abbando-nare le proprie terre, case, affetti, beni, difronte ad un regime jugoslavo antilibertarioed antidemocratico capace di sopprimereogni sentimento umano con ogni sorta diviolenza fisica, morale, psicologica, cultu-rale.

Alpino Gigi D’Agostini

Capogruppo Alpini di Pola

“Golfo

di Venezia

“Patria comune”

“Golfo

di Venezia

“Patria comune”Il Golfo di Venezia ai tempi della Serenissima, sotto il logo dei Gruppi di Pola, Fiume e Zara

“Un patrimonio culturale, etnico, una ricchezza che va difesa e tutelata, da preservare come patrimonio dell’intera umanità”

12 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

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DAI GRUPPI

PORTOGRUARO

Un felice connubio di solidarietà

Dedicata una giornata agli Anziani ospiti della Residenza “G. Francescon”

Rinnovando un gesto di solidarietàalpina, ormai consolidato dal 1991,gli alpini del Gruppo di Portogruaro

hanno dedicato una giornata agli Anzianiospiti della Residenza “G. Francescon” diPortogruaro.

L’incontro è avvenuto domenica 27 mag-gio 2012 e si è svolto in due momenti di-stinti: presso la Residenza Francescon perla Santa Messa, e presso la sede del GruppoAlpini, in Viale Cadorna, per un incontroconviviale.

La Messa è stata concelebrata da DonAntonio Sut e da Mons. Domenico Sigalotticon la partecipazione del Coro alpino. Altermine della celebrazione gli ospiti sonostati accolti calorosamente dal CapoGruppo Giorgio Bravin presso la sede peril “Rancio alpino”, cui hanno partecipato il

Presidente della Residenza Roberto Zanin,il Consigliere avv. Marco Nicodemo, SuorMassimiliana, l’operatrice Antonella e gli“anziani” del Gruppo alpini. Il banchetto èstato amorosamente confezionato e servitodagli alpini padroni di casa e allietato dallecoinvolgenti musiche e canti dei tempi pas-sati, eseguite dal nostro socio fisarmonicistaalpino Adriano Trevisan. L’iniziativa è statavivamente apprezzata dagli anziani pre-senti, creando una piacevole e allegra atmo-sfera conviviale. Una giornata certamentegradevole e diversa dalle solite.

Gli alpini, dal canto loro, lieti di aver po-tuto onorare questo loro semplice gesto disolidarietà alpina verso gli anziani, vo-gliono continuare a mantenere nel tempoquesta tradizionale giornata.

Alpino Ilenio Zanotto

Caro Luigiti dedico queste poche parole

a nome del Gruppo Alpini diMira, che nelle poche occasioniche ti ha conosciuto ti hannoidentificato come l’Alpino delCadore, per noi di Quota Zero èstato un onore averti tra noi rap-presentando la montagna cioèla vetta dove noi Alpini vor-remmo sempre arrivare.

La tua personalità te la seicreata nei lunghi anni di lavoro,esaltando questa specialità , ri-conosciuta a livello nazionale daesperti del settore artigianale delrestauro. La tua profonda e qua-lificata esperienza non è andataperduta, perché negli anni di la-voro l’hai travasata ben accoltaal figlio Paolo, il quale sonocerto ne farà buon uso; anzi coni suoi studi nel settore metterà inpratica nuove tecniche , dandoonore a quanto tu hai insegnato.

Parimenti alla tua attività ,nonhai mai mancato di occupartidella tua famiglia e di superare imomenti difficili; la tua volontà tiportava ad occuparti della cosemateriali di giorno in giorno, conla speranza che questo giornofinale arrivasse più lontano pos-sibile. Ma i nostri tempi nonsono quelli del Padre, che havoluto chiamarti senza farti sof-frire.Grazie o Signore Gesù.

Ora nel nostro Gruppo Alpini cimancherà il Cadorino per eccel-lenza, siamo consapevoli peròche dal Paradiso di Cantore ciseguirai ed apprezzerai il nostrooperato.

Ti salutiamo con tanto affettopensandoti fra le tue cime delComelico.

Ciao Luigi Renzo Spedo Mirandola

MIRA

Commiatoda LuigiPoz

Don Antonio Sut e Mons. Domenico Sigalotti concelebrano la S. Messa, dietro il Coro Al-pino. Sotto un momento di raccoglimento durante la cerimonia religiosa.

13 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

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DAI GRUPPI

Celebrata dal Gruppo la Festa della Repubblica

Protezione Civile: “Montar tende”

Sabato 2 giugno anche a San Donà diPiave si sono tenute le celebrazioni per laFesta della Repubblica. Una piccola maqualificata rappresentanza del gruppoAna di San Donà di Piave ha inizialmentepresenziato alla S. Messa svoltasi nelduomo. Al termine della celebrazione, ilcorteo formato da autorità civili e mili-tari unitamente alle rappresentanze dellevarie Associazioni d’Arma e precedutodalla banda dell’Oratorio Don Bosco ha

sfilato fino ai pennoni di piazza Indipen-denza dove sulle note dell’inno nazionalesono stati resi gli onori alla bandiera ita-liana per l’occasione issata dal nostrosocio Giuseppe Frizza. Il corteo ha suc-cessivamente raggiunto il ponte sul fiumePiave dove è stata lanciata una corono aricordo dei fatti d’arme che hanno inte-ressato i luoghi, il tutto accompagnatodalle note dell’omonima canzone e del si-lenzio. A conclusione della manifesta-

zione il corteo, sempre accompagnato dabanda e autorità, si è trasferito presso ilMonumento ai Caduti dove è stata depo-sta una corona a ricordo del sacrificio deinostri predecessori.

Alessandro Moscon

Il 7 luglio alcuni volontari e volonterosi, vista la tem-peratura torrida, si sono dati appuntamento presso la sededel gruppo di San Donà di Piave per una breve ma intensaesercitazione di protezione civile. Il gruppetto, condottodal capogruppo Antonini era formato oltre che dallo scri-vente, dai soci Frizza, Camarda, Andreon, Califfo e Trevi-siol. Lo scopo era quello di verificare lo stato di conserva-

zione della tenda ministeriale che è in dotazione al gruppo;unitamente a questo si è altresì testata la capacità e orga-nizzazione nella costruzione della stessa.

La verifica è stata positiva in tutti i sensi in quanto si èpotuto constatare il buon affiatamento e il senso pratico checontraddistingue coloro che si dedicano alle attività di pro-tezione civile. (A.M.)

SAN DONA’ DI PIAVE

Nelle immagini: la posa della corona allalapide a ricordo del Milite ignoto; alcunirappresentanti del Gruppo di San Donà diPiave.

Sopra: nonostante il grande caldo la tenda è montata; a sx: la “squadra”: An-tonini, Andreon, Frizza e Camarda.

14 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

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DAI GRUPPI

Come tradizione vuoleSvolto l’annualepranzo con gli anziani

Domenica 10 giugno 2012 presso la baita del gruppo di SanDonà di Piave si è svolto l’annuale pranzo con gli anziani.Questa occasione di incontro, divenuta oramai una consolidatatradizione per il gruppo, ha riunito una quarantina di soci. Iveci, con la loro presenza, hanno potuto riaffermare quanto siaimportante il senso di appartenenza e come rappresentino pro-fondamente il sentimento alpino che, nonostante la non piùverde età, ancora pervade e anima questi soci. Nella acco-gliente sede, sapientemente preparata, i nostri veci hanno po-tuto passare una simpatica nonché gustosa domenica graziealle sapienti mani delle nostre Stelle Alpine alle quali va sempreil nostro più sincero ringraziamento per la loro costante pre-senza. In un momento storico così difficile e impegnativo comequello che stiamo vivendo, la presenza dei nostri veci è impor-tante perché di grande sostegno morale. Essi, forti delle loropassate esperienze, ci dimostrano infatti che per quanto in sa-lita possa essere il sentiero, con forza d’animo (che è oggi lanostra forza) e indomito spirito di coesione e appartenenza sipossano superare insieme i valichi più difficili.

A.M.

Sopra: le nostre Stelle Alpine; i boce Giacchetto e Marchesini in dispensa; sottoil capogruppo Antonini con gentili ospiti; due della “vecchia guardia”: Mario Fon-tana e Tita Zulian; un momento del pranzo.

SAN DONA’ DI PIAVE

15 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

MUSEI ALL’APERTO

Anche quest’anno pochi

hanno risposto alla chia-

mata della Sezione a parte-

cipare al campo lavori di ri-

pristino trincee del Grappa

a Camposolagna. Peccato

aver perso l’occasione per

un lavoro più corale. Ma

l’entusiasmo e la dedizione

Continua il restauro delle

trincee della Grande Guerra

A Camposolagna sul “Grappa”

Nelle immagini una trincea restaurata, l’alza bandiera alcampo di lavoro di Camposolagna.

dei partecipanti e stato al-

tissimo ed e giunto sino a

noi come il rumoreggiare

di un temporale estivo. Ve

lo proponiamo attraverso

alcune significative imma-

gini, arrivateci diretta-

mente da loro.

L.M.

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DAI GRUPPI/VARIE

IN QUESTO NUMERO

1 - Attualità - Editoriale

2-3 - Adunata Nazionale 2012 a Bolzano

4-5 - Raduno Triveneto 2012 a Feltre

6-7 - Kosacheland

8-9 - La nostra montagna

10-11 - Ascoltando i Giovani

12 - Venezia e i Giuliano Dalmati

13 - Dai Gruppi

14 - Dai Gruppi

15 - Dai Gruppi/Musei all’aperto

16 - Dai Gruppi/Varie

Sono già passati due anni da quel 3 giugno 2010 quandoPino ha ricevuto l’ordine zaino a terra! e sono subentratonel suo incarico di Capogruppo Alpini di Pola ch’egli

aveva saputo, con tanta dedizione, mantenere per lunghi anni e,sin dalla costituzione del Gruppo, dal 1970, esserne stato il puntodi riferimento dentro alla Sezione.

Era un “carattere difficile, talvolta anche duro, forse dovutoal trauma di aver lasciato forzatamente la sua terra, la suacasa”, ma la sua “durezza era bilanciata da una bontà d’animo,un altruismo, una generosità ed un grande senso dell’amiciziaveramente unici”.

Tra l’altro “era anche un po’ artista, dipingeva quadri, com-poneva poesie, sapeva scrivere bene con una sottile vena ironicapiacevole”, amava cantare, sempre pronto ad intonare una can-zone e adesso lassù, tra le Alte Cime, mi piace pensarlo attorniatoda altri Alpini nel continuare a distribuire amicizia e generosa-mente dare il suo contributo canoro.

Intorno a dove abitava lo conoscevano tutti, per tutti era “Pinol’Alpino” ed a tutti riservava un saluto ed una “battuta, a volteanche pungente, mai volgare”, che rivolgeva alle persone piùmodeste, ma anche, disinvoltamente, a personalità note come ilchirurgo Gino Strada, suo vicino di casa, cofondatore di Emer-gency, l’associazione internazionale umanitaria.

Pino ha confermato la sua esuberante amicizia anche in oc-casione dell’intervento in Umbria, ad Assisi, per il terremoto, nel1997, dimostrando la sua capacità nel risolvere ogni situazionee per le sue trovate geniali, tali da diventare “in breve tempo, ilbeniamino di tutto il campo-base della Regione del Veneto”,l’amico di tutti, egli che, aggiungo, amava dichiararsi fiero di es-sere un Italiano dell’Istria, terra intrisa di venezianità.

Alpino Gigi D’Agostini - Gruppo Pola

LIETO EVENTO

IL 17 febbraio 2012 ènato Giovanni D’Agostininella foto con nonno Gigidel Gruppo Pola, orgo-glioso del nipote che oc-cupa il 6° posto in gra-duatoria dei suoi nipoti.Anch’egli appartiene allaprogenie istriana deinonni dato che Gigi è diCapodistria e sua moglieAlma la xe de Pola.

In ricordo

dell’alpino

Pino Vatova

...due anni

dopo

SONO ANDATI AVANTINel dicembre 2011 è andato avanti l’Alpino STOCCO Giovanni,classe 1919, del Gruppo di Mirano. Artigliere Alpino ha combattutonella II^ Guerra Mondiale meritandosi 3 Croci al Merito di Guerra.Nel febbraio 2012 è andato avanti l’Alpino COMANDINI Alessandro,classe 1920, del Gruppo Fiume. Iscritto all’Associazione dal 1949. Te-nente degli Alpini ha combattuto nella II^ Guerra Mondiale parteci-pando alla Campagna di Russia con la Divisione Alpina JULIA.Il 24 febbraio 2012 è andato avanti l’Alpino EMPOLINI Gino, classe1933, del Gruppo di Portogruaro.Il 17 giugno 2012 è andato avanti l’Alpino COLPO Luigi “Gigi”,classe 1925, del Gruppo di Venezia. Reduce della II^ Guerra Mon-diale.Il 3 luglio 2012 è andato avanti l’Alpino DE LORENZO POZ Luigi,classe 1927, del Gruppo di Mira Riviera del Brenta. (Vedi ricordo del

gruppo pag. 13).

Il 28 luglio è andato avanti l’Alpino DELLA GASPERA Cesare,classe 1921, del Gruppo di San Donà di Piave. Ha partecipato alla II^Guerra Mondiale meritandosi la Croce al Merito di Guerra. Maggioredegli Alpini a titolo onorifico. Insignito dell’onorificenza di CavaliereUfficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica. Iscritto all’A.N.Adal 1946. Ha svolto la sua attività di Segretario Comunale in diversiComuni lasciando sempre un ottimo ricordo per la sua serietà e com-petenza.

LUTTI NELLE FAMIGLIEIl giorno 5 luglio 2012 è deceduto il signor Silvano ROSSETTI, papàdel socio Maurizio, consigliere del Gruppo di Mestre.

16 - QUOTA ZERO - Agosto 2012

Una delle tante e deliziose pause offerte dalla città di Bol-zano, durante la recente Adunata nazionale: würstel, specke Sancta Magdalena. “Meglio far finta di niente - pare pen-sare l’alpino - ma quello appeso lassùsembra proprio unospeck, ed è enorme! Che sia davvero in vendita?”.