Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

151
Strategia di comunicazione Gianni Florido e la Provincia di Taranto Lavorare con i social media (quinta edizione) Comunicazione, politica, economia, giornalismo cosa cambia se tutto cambia su Internet Febbraio-Giugno 2013 Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media Dino Amenduni, Proforma

description

Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet Febbraio-Giugno 2013 Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media

Transcript of Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Page 1: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Strategia di comunicazione

Gianni Florido e la Provincia di Taranto

Lavorare con i social media (quinta edizione)

Comunicazione, politica, economia, giornalismo: cosa cambia se tutto cambia su Internet

Febbraio-Giugno 2013Eurogiovani - Master in non-conventional marketing e social media

Dino Amenduni, Proforma

Page 2: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Chi parla?

Mi chiamo Dino Amenduni([email protected] - http://about.me/dinoamenduni)

Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma (Bari)

Sono collaboratore e blogger per Finegil-Gruppo Espresso e formatore (su social media marketing e comunicazione politica)

Tutte le mie presentazioni (download libero) sono su www.slideshare.net/doonie

Page 3: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Di che si parla?Più che un cambio di paradigma: cosa cambia con i social media

Cause e conseguenze teoriche del passaggio al social media marketing

Consigli operativi per organizzare un gruppo di lavoro sui nuovi media

Due case histories politiche: amministrative 2011, referendum 2011

Giornalismo e social media: minacce e opportunità

Cinque best practices: i video di Ted

Page 4: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

TemiQuali sono le conseguenze, online e offline, della diffusione dei social media?

Quanta e quale tipo di professionalità è necessaria per lavorare sui social media?

Qual è la situazione italiana?

Qual è il rapporto tra nuovi media e (comunicazione) politica nel nostro Paese?

Quali sono le prospettive di sviluppo e le applicazioni possibili?

Page 5: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Ted – Video #1

Clay Shirky: come il surplus cognitivo

cambierà il mondo

Page 6: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

TED, un’eccellenza del web-marketing

Proviamo ad applicare queste tecniche su noi stessi

Guardiamo insieme questo video tratto dall’archivio di Ted (http://www.ted.com)

Ted è una conferenza multidisciplinare la cui missione è riassunta nella formula "ideas worth spreading" (idee degne di essere diffuse) e, in effetti, le migliori conferenze sono state pubblicate gratuitamente sul sito web del TED. Le lezioni abbracciano una vasta gamma di argomenti che include scienza, arte, politica, temi globali, architettura, musica e altri saperi

Page 7: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

TED, video #1

http://www.ted.com/talks/lang/ita/clay_shirky_how_cognitive_surplus_will_change_the_world.html

Clay Shirky indaga sul "surplus cognitivo", il lavoro condiviso online che eseguiamo con i nostri cicli mentali liberi. Mentre siamo occupati nel redarre Wikipedia, postare su Ushahidi (e sì, anche creando i lolcats), stiamo costruendo un mondo migliore e più cooperativo.

Page 8: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Il terreno di gioco

L’inizio dell’era biomediatica(indagine Censis, ottobre

2012)

Page 9: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. La dieta mediatica degli italianiEvoluzione del consumo mediatico in Italia

(2007-2012)

Page 10: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. La dieta mediatica degli italiani

1. Televisione e radio non arretrano, anzi

2. Cala l’accesso agli strumenti informativi, sia cartacei (molto) che elettronici (poco) = l’informazione sempre più di frequente passa per i social media

3. Avvento definitivo della connessione in mobilità anche in Italia

4. Quasi due italiani su tre sono utenti attivi di Internet

Page 11: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. Tv ubiqua, connessione ubiquaFruizione della tv e accesso alla Rete da dispositivi

mobili

Page 12: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. Tv ubiqua, connessione ubiqua

1. Youtube è il primo canale di fruizione video nella fascia 14-29 anni

2. Un italiano su tre si connette in mobilità

3. La connessione in mobilità non è più un’esclusiva dei più giovani

4. L’accesso a Internet si allarga non tanto per il miglioramento delle condizioni infrastrutturali, quanto per la diffusione dei dispositivi mobili

Page 13: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Un italiano su due è su Facebook

Gli usi della Rete

Page 14: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Un italiano su due è su Facebook

1. Tendenziale sovrapposizione tra Internet e Facebook

2. Due utenti di Internet su tre sono su FB (+17% in dodici mesi)

3. Facebook in Italia nel 2008: 600mila iscritti. Cinque anni dopo: 21 milioni

4. Youtube in Italia: 61.8% degli utenti attivi (Twitter, circa 2.5 milioni di iscritti)

Page 15: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. Diete audiovisive e misteCultural divide e digital divide

Page 16: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. Diete audiovisive e miste

1. Un italiano su quattro ha accesso esclusivo ai mezzi tradizionali

2. Un italiano su cinque, invece, ha abbandonato la comunicazione su stampa

3. Quasi un italiano due è “estraneo” a Internet come mezzo di informazione

4. Un italiano su tre si informa (anche) su Internet

Page 17: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Rete e comportamenti d’acquisto

Nuovi fattori di influenza

Page 18: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Rete e comportamenti d’acquisto

1. Due italiani su tre consultano Internet per valutare l’acquisto di un prodotto

2. Quasi un italiano su tre può convincersi leggendo un commento di un altro utente su forum o social media

3. Per un italiano su quattro Internet è il luogo dove si cercano offerte

4. Un italiano su dieci chiede espressamente aiuto nelle valutazioni attraverso i social media

Page 19: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

6. La TV è sempre la TV, ma…Fonti di messaggi pubblicitari

Page 20: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

6. La TV è sempre la TV, ma…1. Internet è il secondo mezzo più “influenzante” in termini pubblicitari, più dei giornali e della radio (giornali + riviste > Internet)

2. La televisione è sempre al primo posto, ma non esiste un dominio assoluto di un mezzo sugli altri

3. Tendenze stabili fino a 45 anni, poi Internet cede il passo ai mezzi tradizionali

4. Internet è più efficace tra i più istruiti

Page 21: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Facebook

Infografica sul rapporto tra utenti e brand

(Lab42, settembre 2012)

Page 22: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. La comunicazione di brand piace

L’87% degli utenti FB segue le pagine delle aziende

Page 23: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. Perché Facebook è utile per i brand

Per il 50% degli utenti, Facebook è la prima porta d’accesso

Page 24: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. A che serve FacebookLe offerte: Facebook diventa sempre più

piattaforma di e-commerce

Page 25: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Cinque ragioni per avere una

presenza sui social media

Page 26: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. Allargare il pubblico potenzialeOnline è possibile interagire con una nuova forma di

pubblico, allo stesso tempo ‘di massa’ e ‘personalizzato’

Social media come Facebook permettono sia di raggiungere platee numericamente estese, sia nicchie specifiche, maggiormente motivate a ricevere informazioni sul brand o ad acquistare prodotti

Il pubblico del web, inoltre, può diventare esso stesso vettore di marketing e passaparola (positivo, ma anche negativo. Di certo spontaneo)

La connessione da dispositivi mobili rende ancora più importante la creazione di servizi attivi 24 ore su 24 (ad esempio il commercio elettronico)

Page 27: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. RisparmiareA meno che un’azienda non distribuisca beni di largo consumo, non ha alcun vantaggio nel perseguire strategie di comunicazione di tipo massmediale classico (ad esempio: inserzioni sui giornali), perché in quel caso si investe per comprare uno spazio attraverso cui lanciare un messaggio necessariamente generico a un pubblico altrettanto generalizzato

Redistribuire i propri investimenti sui nuovi media vuol dire anche avere la possibilità di parlare solo con persone realmente interessate ad ascoltare cosa si ha da dire

La maggior parte degli investimenti sui social media dipendono, inoltre, dalla riuscita della campagna: senza click sugli annunci l’azienda non paga (mentre se compri uno spazio sui mass media o anche banner web, lo paghi a prescindere dal successo dell’azione di comunicazione)

Page 28: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. AscoltareUn’esperienza di comunicazione sui social media realmente interattiva permette a un’azienda di valutare in tempo reale l’efficacia delle proprie azioni e anche di sondare gli umori dei propri clienti reali o potenziali in vista di successive decisioni

L’ascolto può avere due finalità:

a. migliorare la qualità del prodotto o del servizio risolvendo eventuali problemi prima che sia troppo tardi o puntando su ciò che funziona maggiormente in modo da ottimizzarne i profitti (esempio: ritirare un prodotto difettoso dal mercato o creare una strategia di marketing più aggressiva per un servizio di successo)

b. testare strategie di marketing o di comunicazione (esempio: se devo scegliere quale spot mandare in tv tra più opzioni, perché non dovrei provare l’efficacia di ogni proposta con una campagna web a costi più bassi?)

Page 29: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. ModulareIl web e i social media possono permettere massima variabilità (nei modi, nei tempi e negli strumenti) della creazione di strategie di marketing e comunicazione

La stessa campagna può essere veicolata attraversi strumenti online diversi, nello stesso periodo di tempo e con lo stesso target, ma si possono diversificare target, investimenti e persino parole chiave in tempo reale e senza aspettare un periodo di tempo definito a priori

Esempio1: stesso prodotto in vendita attraverso un’inserzione su Facebook, stesso target, stesso budget, ma l’offerta parte con diversi messaggi in una prima fase e si punta sui più efficaci nella seconda

Esempio2: stesso prodotto in vendita, pubblico potenziale largo, creazione di una mini-campagna differente per ogni nicchia di pubblico

Page 30: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. FidelizzareLa relazione con il cliente reale o potenziale (ma anche un non cliente) online ha un valore molto più alto rispetto a un cliente/non cliente non presente su Internet perché la sua esperienza di interazione con il brand non si limita semplicemente al comportamento d’acquisto e all’assistenza nelle varie fasi della vendita

L’interazione può avvenire infatti in contesti molto partecipati, con un grande numero di lettori dello scambio comunicativo. Soddisfare quell’interazione può rappresentare la più efficace azione di promozione di brand che si possa immaginare oggi, essendo quest’ultima a costi bassi, legata al reale soddisfacimento di un bisogno e potenzialmente virale (esempio: aiutare una persona può portarmi a informare potenzialmente tutte le altre persone che leggono lo scambio o si inseriscono nel dialogo)

L’interazione virtuosa, se sistematica e democratica (cioè fatta con tutti, a prescindere dal livello di complessità della richiesta), crea empatia e senso di sicurezza dei clienti verso il brand

Page 31: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Quando la presenza sui social media è

controproducente?

Page 32: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Meglio non esserci quando…1. Si teme che i commenti negativi

possano essere superiori ai positivi e che quei commenti abbiano un grande tasso di viralità (esempio: perché aziende come Ryanair non puntano con forza sui social media?)

2. Non si hanno le risorse umane ed economiche minime per gestire la relazione tra brand e cliente. Meglio l’assenza dell’abbandono

3. Si ha paura dei commenti negativi e si preferisce rimuoverli e non gestirli

4. La propria presenza online non aggiunge nulla alla propria immagine aziendale in termini di contenuti, offerte e interazione

Page 33: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Ted – Video #2

Dan ArielyAbbiamo il controllo

sulle nostre decisioni?

Page 34: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

TED, video #2

http://www.ted.com/talks/lang/ita/dan_ariely_asks_are_we_in_control_of_our_own_decisions.html

L' economista comportamentale Dan Ariely, autore di Irrazionalità Prevedibile (Predictably Irrational), usa classiche illusioni ottiche e le sue scoperte controintuitive (ed a volte scioccanti) per dimostrare che non siamo così razionali come crediamo quando prendiamo le nostre decisioni.

Page 35: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

I nuovi nuovi media

Web 2.0 e social mediaCosa sono e perché

nascono

Page 36: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Il web 2.0

Trattazione teorica originale di Tim O’Reilly. Traduzione integrale qui

Una breve definizione:

Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente

Page 37: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Il web 2.0 – modelli teorici di riferimento

Legge di ParetoModello Wikipedia

Coda lungaSaggezza della

folla

Page 38: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

A. Legge di Pareto 80/20

Secondo la "legge 80/20" (i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche di numerosi fenomeni e sono solo indicativi), in genere l'80% dei risultati dipende dal 20% delle cause

Page 39: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

A. Legge di Pareto 80/20

Questo principio può avere diverse applicazioni pratiche in diversi settori, ad esempio:

Economia: l'80% delle ricchezze è in mano al 20% della popolazione (ma ovviamente i valori reali variano a seconda dei paesi e dei periodi). Oppure: il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, ed il restante 80% dei commerciali fa solo il 20% delle venditeQualità: il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clientiInformatica: l’80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. Oppure: l'80% delle operazioni degli utenti sono dovute al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo. L'80% degli errori di codifica è riconducibile al 20% dei moduli (fonte: Wikipedia)

Page 40: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

B. Modello Wikipedia – divisione disorganizzata

del lavoro1. Creazione di una voce (ad es. la parola “carta”)2. Prima bozza3. La voce viene individuata da altri utenti che aggiungono

o modificano la stessa voce perché competenti nella materia

4. Se sono riscontrate inesattezze (volontarie o meno, poco importa) vengono subito corrette

5. La voce sarà perfezionata con il contributo, anche minimo, di tanti utenti

Anche in Wikipedia è valido il principio di Pareto: il 20% degli utenti modificano l’80% delle voci totali presenti sul sito. Questa distribuzione vale, in media, anche per la singola voce

Page 41: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

C. La coda lunga

La coda lunga è una teoria economica formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004

È un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. È una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e “futuribile” perché pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)

Page 42: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

C. La coda lunga

La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento può consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino, spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilità

La possibilità di gestire un catalogo virtuale pressoché illimitato ha rivoluzionato il modello economico dominante: semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli

Oggi: le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficoltà (esempi: mercato discografico e pornografia)

Page 43: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

C. La coda lunga - cause

Nuove tecnologie hardware e software a basso costo che permettono ai produttori di beni immateriali (grafica, musica, video, servizi) di farlo a costi contenuti o addirittura nulli

Servizi (Internet, archiviazione dati) a costi contenuti che forniscono banda e hosting illimitato ai produttori di beni immateriali

Possibilità di distribuire i propri prodotti a costo zero (es. attraverso Youtube), combinata alla possibilità che questi prodotti siano fruiti da chiunque attraverso Internet, anche senza pubblicità o senza conoscenza diretta del prodotto o dell’autore (es. attraverso Google o aggregatori di notizie)

Page 44: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

C. La coda lunga - cause

Approcci di marketing e comunicazione più efficienti e misurati per la distribuzione di questi prodotti (niente più costi di stampa, di magazzino e di spedizione)

Possibilità per tutti di entrare in questo mercato (finisce la divisione tra produttore e consumatore: si parla di prosumer, ovvero di un utente che fa entrambe le cose in contemporanea)

Page 45: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

C. La coda lunga - conseguenze

Dal broadcasting al narrowcasting: da una platea con milioni di persone come pubblico a milioni di platee con poche persone come pubblico

Questo modello economico, chiamato “coda lunga”, è economicamente sostenibile proprio perché non ha costi se non quelli (minimi) per produrre il contenuto e, in caso di contenuti professionali, ha costi nulli per la distribuzione

Gli utenti, avendo molte più alternative di scelta, abbandonano il mainstream e si rivolgono alle nicchie di mercato che più soddisfano le loro necessità

Page 46: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

D. Saggezza della folla

È una teoria dimostrata da James Surowiecki attraverso un’infinità di prove empiriche (2005). Secondo questa teoria, una variabile è misurata in modo più preciso da una massa di persone inesperte che da un gruppo di specialisti

Page 47: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

D. Saggezza della folla

Esempio (1): durante una fiera, Surowiecki fece scommettere 100 persone sul peso di un vitello. Le 100 persone dichiararono il loro peso stimato. A seguire, fece ripetere l’esperimento a 10 allevatoriIl peso del vitello fu indovinato con precisione assoluta dalla “massa” (il valore medio delle 100 valutazioni era precisamente il peso del vitello)Esempio (2): prediction markets – un istituto di ricerca universitario permise ai cittadini di scommettere sul vincitore alle elezioni. Nelle scommesse, le quote variano sulla base dell’orientamento della giocata (sia sulla base di chi viene scelto, sia su quanto si punta)Il risultato del prediction market fu più affidabile di quello dei sondaggi nel misurare la distanza tra i vincitori

Page 48: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Referendum 2011

Cambia il vento, Internet produce

energia rinnovabile

Page 49: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Habemus quorum, come mai?

Il Referendum 2011 rappresenta un ulteriore caso di studio per la comunicazione politica italiana

Partiti in sordina e senza adeguata copertura comunicativa sui mezzi tradizionali (in particolare di servizio pubblico), i comitati e i gruppi di attivazione sono stati aiutati dal contributo spontaneo, caoticamente organizzato e virale degli elettori

Facebook è diventato strumento di autocomunicazione di massa: i ‘produttori’ e ‘consumatori’ di informazione hanno convissuto nello stesso ecosistema mediale

Alcuni dati per l’analisi: Atlante Politico Demos-Demetra (Link al sondaggio completo) del 27 giugno 2011

Page 50: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. Referendum, motivazioni al voto

Page 51: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. Referendum, motivazioni al voto

Il solo voto motivato dai quesiti sarebbe potuto non essere sufficiente per raggiungere il quorum

La volontà di dare un segnale al Governo non è stata esclusiva nell’area del centrosinistra (il 43% dell’elettorato della Lega, partito che ha espresso il voto più ‘politico’)

I segnali al Governo sono di tre tipi:- Manifestare distanza dal programma di Governo su questi temi;- Manifestare distanza dalla strategia del Governo sul referendum (astensione);- Criticare l’operato del Governo nel suo complesso

Page 52: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. Referendum, il quesito più importante

Page 53: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. Referendum, il quesito più importante

Il nucleare (e i fatti di attualità legati al quesito) ha certamente favorito il raggiungimento del quorum

Il secondo quesito sull’acqua (profitti) è stato trainato dal primo (privatizzazione): gli italiani hanno votato sì a entrambi senza approfondimento

Un italiano su otto ha ritenuto il legittimo impedimento più motivante del nucleare e dell’acqua, uno su cinque ha messo i quesiti alla pari

La combinazione dei tre temi (acqua + nucleare + legittimo impedimento) ha reso possibile il raggiungimento del quorum: due temi, forse, non sarebbero bastati

Page 54: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Il ruolo del passaparola

Page 55: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Il ruolo del passaparolaUna campagna non massificata: metà dell’elettorato attivo/persuasivo ha agito in modo personalizzato e su cerchie ristrette, meno del 10% ha usato volantini o animato banchetti

Una campagna portaUsb-a-porta: Internet non ha prodotto direttamente opinione, ma ha fornito gli strumenti informativi per attivare un passaparola maturo e consapevole

Internet è stato decisivo, ma (come sempre) non come agente attivo di cambiamento; piuttosto come strumento di formazione e organizzazione, come elemento di potenziamento di un sentimento già condiviso tra gli italiani

Page 56: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. I nuovi influencer

Page 57: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. I nuovi influencerGli attivisti referendari sono in gran parte ‘nuovi’, persone che non si erano mai attivate in campagna elettorale

Il 90% di questa nuova attivazione (leggera + reticolare) è legata alla presenza del web sulla scena mediatica. Senza Internet, in molti non avrebbero fatto campagna

Il 9% dell’elettorato complessivo (il 16% di elettori attivi al referendum) ha contribuito in modo decisivo al successo della campagna. È una èlite o è la prima campagna partecipata?

L’attivazione ‘leggera’ è ‘pesante’ a livello elettorale

Page 58: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. I giovani tornano in politica

Page 59: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. I giovani tornano in politica

I giovani attivisti sono raddoppiati (dal 16% al 32%)

Crescono le donne e i laureati, diminuisce l’impatto politico dell’appartenenza

Il 10% degli attivisti produce, filtra e sintetizza informazione per iI restante 90%, che se la scambia in modo leggero e reticolare: la coda lunga della militanza

Laureati + giovani = attivazione su Internet, decisiva per la vittoria. Il web è la causa o la conseguenza dell’attivazione? Sono laureato, dunque faccio opinione sul web, o il web dà voce a chi prima non ce l’aveva?

Page 60: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Habemus quorum, come mai?

In sintesi:

1.Il raggiungimento del quorum è figlio di una combinazione di fattori, tutti necessari e nessuno sufficiente2.I fattori più importanti sono: tipologia di quesiti, ruolo del web, nuove possibilità per nuove fasce di attivisti attraverso una partecipazione leggera;3.Il ruolo dei partiti appare marginale e lo sarà anche in futuro, se non accetteranno di entrare nel flusso ‘leggero’ e ‘colto’ della comunicazione politica virale4.I social media e il passaparola hanno aggirato la televisione e hanno portato le informazioni a tutti

Page 61: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Video #3

Jennifer PahlkaCodificare una migliore

amministrazione

Page 62: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Codificare una migliore amministrazione

http://www.ted.com/talks/lang/it/jennifer_pahlka_coding_a_better_government.html

Le amministrazioni possono funzionare come Internet, senza restrizioni e aperte? La programmatrice e attivista Jennifer Pahlka crede di sì - e che le app, create rapidamente e a basso costo, siano un nuovo e potente mezzo per connettere i cittadini alle amministrazioni - e ai loro vicini.

Page 63: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media al lavoro

Strumenti, metodi, strategie e tattiche al servizio del web-

marketing

Page 64: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Facebookmania?Social media per tutti?

Quasi tutti usano Internet per comunicare. Lo fanno

perché convinti di trovare nuovi mercati qualitativamente

differenti dai classici, perché intuiscono le potenzialità di

uno strumento che segue logiche indipendenti da quelle

che regolano i media tradizionali, perché ritengono sia un

modo più economico di fare marketing. O lo fanno perché

sono fruitori di questi strumenti e ne conoscono le

dinamiche

Qualunque sia il motivo per cui un’organizzazione usa i

social media, non ci si può più limitare allo spontaneismo.

Se tutti sono online bisogna fare di più e meglio per

emergere

Page 65: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Parliamoci onestamenteSocial media per tutti?

I social media più popolari, per loro natura, sono

strumenti egalitari. Ogni utente, che sia un capo di

Stato o un ragazzo di 15 anni, ha la stessa interfaccia

e le stesse opzioni. La retorica comunicativa è

condivisa e questo comportamento è atteso dagli

utenti: un’azienda, un’istituzione o un brand non può

rivendicare le gerarchie del mondo reale per marcare

una posizione di privilegio

La richiesta di feedback e di comunanza è

un’esplicita richiesta di onestà e di parità

Page 66: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Parliamoci onestamenteSocial media per tutti?

Non si può mentire perché tra amici o tra persone

emotivamente affiliate ci si aspetta, con forza,

l’onestà.

Se un’organizzazione decide di comunicare sui social

media, accetta questa regola. Se non sente il bisogno

di comunicare in modo leale, franco, accettando

critiche pubbliche (e l’onere della risposte a queste

critiche), sarebbe più onesto se NON usasse i social

media

La censura, nel web 2.0 è non solo vietata, ma

immediatamente controproducente

Page 67: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Per partire: i requisiti minimi e massimi

coincidono

Social media: Come partire

Il caso italiano semplifica lo scenario

L’accesso ai social media in Italia è piuttosto

anomalo e comunque assai differente rispetto alle

democrazie anglosassoni. Il quadro è infatti molto più

semplificato:

Facebook – 21 milioni di utenti (un italiano su 3,

l’80% circa degli italiani che usano Internet)

Youtube – un miliardo di video caricati nel mondo

Twitter – 3 milioni di iscritti in Italia (mondo: FB 800

milioni, TW: 500 milioni)

Page 68: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Facebook, Twitter e Youtube sono sufficienti?

Social media: Come partire

Per il momento sì

Conviene concentrare gli sforzi su questi tre strumenti, essendo

gratuiti ed avendo raggiunto una massa critica o un livello di

semplicità di utilizzo tale da non richiedere grossi sforzi cognitivi

e organizzativi

Vanno tenuti d’occhio, però, altri strumenti, più o meno

emergenti:

LinkedIn - social media che mete in rete professionisti

Foursquare – social media che geolocalizza la posizione

dell’utente

Flickr – social media dedicato alle foto

Friendfeed – aggregatore di aggiornamenti su tutti i social

media degli utenti

Page 69: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Prima dei social media: il gruppo di lavoro

Social media: Lo scheletro

Gestire la comunicazione web di un’organizzazione richiede uno

sforzo non dissimile dalla creazione di un ufficio stampa o di un

team che si occupa di media planning ed organizzazione eventi

Affidare tutto il peso di questo lavoro a una sola persona è

dunque impossibile e talvolta nocivo. Allo stesso tempo un

singolo coordinatore può gestire tutti i profili “2.0” di un

candidato, sia dal punto di vista dei contenuti sia in termini

strategici. Bisogna, dunque, individuare una figura di

coordinatore di questa area di lavoro

Le risorse necessarie per comunicare sui nuovi media

sono umane, non economiche

Page 70: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Un buon team sui social media

Social media: L’organizzazione

Un uomo solo al comando non è sufficiente. I social media

vivono di contenuti ed aggiornamenti costanti, che spesso

un’organizzazione può (e deve) creare internamente. Le figure

indispensabili per comunicare in modo efficace sono:

Responsabile video: deve essere in grado di coordinarsi con

tutti i produttori di contenuti similari, interni (campagne) o

esterni (registrazioni di presenze in TV, gruppi spontanei di

utenti o sostenitori). Non è necessario che abbia competenze di

web-marketing, specie se lavora in tandem col coordinatore:

sarà quest’ultimo a suggerire le strategie per il montaggio e il

caricamento dei video su Youtube

Page 71: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Un buon team sui social media

Social media: L’organizzazione

Responsabile foto: può anche coincidere con il responsabile

video o un’altra figura di staff. Deve dare testimonianza della

vita quotidiana dell’organizzazione (anche il lavoro di tutti i

giorni), quello che i media tradizionali non raccontano e quello di

cui ha bisogno un luogo di lavoro per creare interesse attorno

alle attività ed “umanizzare” chi o cosa vogliamo comunicare. Il

mezzo fotografico è assai colorato emotivamente e questo può

aiutare nel raggiungimento dell’obiettivo generale

Un responsabile foto può anche gestire un profilo su Flickr o

utilizzare foto di archivio o da fonti esterne. Può aiutare anche

nella realizzazione di manifesti e campagne

Page 72: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Un buon team sui social media

Social media: L’organizzazione

Responsabile web: deve essere in grado di costruire un sito e

gestirne i contenuti. Se possibile, deve poter programmare

applicazioni per Facebook, strumenti che possono favorire

moltissimo la distribuzione dei contenuti, specie se associati a

giochi o a elementi più “leggeri”, che semplifichino la

complessità di certi argomenti. Possono essere videogiochi, quiz,

premi, contest di creatività. All’occorrenza può essere anche web

editor ed inserire contenuti redazionali sul sito di riferimento

Le quattro figure devono avere competenze minime nei

reparti che non sono di loro competenza diretta. Il coordinatore

deve anche essere dotato di capacità di analisi strategica per

orientare lo sviluppo dei contenuti

Page 73: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Un blog aziendale:

perché?

Cinque motivi per cui a un’azienda può servire

uno strumento di comunicazione

istituzionale online

Page 74: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Premessa anti-panico: chi lo aggiorna?

Per avere un buon blog aziendale non è necessario creare nuovo lavoro redazionale, soprattutto se l’azienda è già presente sui social media

I contenuti, infatti, potranno essere facilmente ripresi dal feed di Facebook o dai link su Twitter con la differenza che saranno sempre disponibili sul nostro sito e facilmente condivisibili dagli utenti

All’ordinaria amministrazione si potranno aggiungere almeno cinque nuovi elementi che aumentano il potenziale della comunicazione istituzionale dell’azienda

Page 75: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. Perché alcuni prodotti costano?

Per chi non conosce le dinamiche interne a un’azienda e le difficoltà legate ai processi produttivi, specie se compiuti da più persone contemporaneamente e in intervalli di tempo molto limitato (“entro ieri”), può apparire non sufficiente a giustificare alcuni tipi di richieste economiche

Spiegare i processi e non illustrare solo i prodotti finali può aumentare il gradimento di un lavoro all’esterno e mostra la mole di lavoro prodotta nella fase di analisi, elaborazione, produzione, verifica dei risultati, feedback formali e informali dei clienti

La comunicazione istituzionale non è più solo di prodotto, ma diventa sempre più di processo

Page 76: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. Se ci chiedono un parere, dove lo forniamo?

Per fortuna o purtroppo, le aziende con una forte esposizione mediatica hanno una soggettività pubblica. Le aziende, in particolare quelle medio-grandi o quelle che operano nel mondo della comunicazione, sono composte ma un gruppo di persone che, anche a causa della loro personale esposizione sui nuovi media, hanno un’identità molto marcata. Per questo l’azienda è spesso chiamata in causa in diversi modi, su diversi argomenti, da diversi interlocutori

Un blog può aiutare a:

- comunicare alla stampa senza comunicati stampa;- prendere posizione su polemiche che riguardano l’azienda;- lanciare campagne istituzionali estemporanee per promuovere una causa;- lanciare vere e proprie campagne di ascolto, sensibilizzazione e fundraising per specifiche attività;- raccogliere altrui posizioni pubbliche sull’azienda e sul suo lavoro (commenti, recensioni, valutazioni, articoli di giornale)

Page 77: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Ma dov’è finito quel link che ho visto sulla

bacheca?Il ciclo di vita dei contenuti sui social media è infinitamente più breve rispetto a ciò che si scrive su siti e blog. Se è possibile ritrovare un link di anni prima attraverso una ricerca su Google e un po’ di pazienza, è molto più complicato recuperare gli aggiornamenti di Facebook o gli scambi di Twitter creati molto tempo prima

Avere un blog vuol dire anche avere una banca dati, un archivio di ciò che l’azienda fa per la propria comunicazione istituzionale offline, sul web e sui social media. Vuol dire avere tutto il proprio lavoro quotidiano, i processi e non solo i prodotti finiti a portata di link

Stimolo: pubblicare sul blog genera automaticamente un contenuto buono per Facebook, ma non è vero il contrario. Se pubblico su Facebook, poi dovrei ripubblicare a mano sul blog

Page 78: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. Sì, il capo lo conosco, ma che mi dite dell’ufficio

marketing?Le aziende con forte esposizione pubblica sono percepite come un gruppo e anche come una somma di storie personali. Alcuni componenti di un’azienda hanno una loro riconoscibilità per ciò che fanno su giornali e web. Altri possono sono ‘famosi’ per i motivi più disparati

In un blog aziendale ci può essere spazio per la voce di tutti, su temi specifici, relativi alla propria attività personale in azienda, ma anche su temi legati ai propri hobby, alle proprie attività professionali extra, o a una specifiche ragioni di interesse personale (ad esempio petizioni o campagne politiche)

Un gruppo unito e allo stesso tempo eterogeneo è il gruppo di lavoro ideale, anche per un cliente indeciso sull’azienda da scegliere a parità di servizi offerti

Page 79: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Ma quindi, i retroscena?

Backstage, dietro le quinte, emozioni e scazzi. Quando l’azienda parla di sé in giro, la sua comunicazione istituzionale è spesso accompagnata da retroscena, aneddoti, tutto quello che è accaduto attorno alla storia di un prodotto. Questo è vero sia nella difficoltà di una situazione complessa, sia nel divertimento dei momenti migliori

Ogni giorno c’è qualcosa da raccontare, e non tutte le aziende lo fanno sistematicamente. Con Facebook e i social media sono stati fatti numerosi passi in avanti, ma non è sufficiente

Prodotti di successo, proposte bocciate, idee sgonfiate nel tempo, bozze da migliorare (anche con l’aiuto di clienti e utenti): tutto fa comunicazione su un blog aziendale collettivo

--

Page 80: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

Le parole chiave della comunicazione sui social media

sono:

Contenuti: il silenzio è più assordante sui social

media. In un contesto dove tutti parlano, chi non dice (o dice

male) fa più rumore

Feedback: Tutti parlano, tutti ci parlano, tutti si

aspettano risposte. I social media non sono strumenti

unidirezionali. L’onore e l’onere dell’interazione sono valori non

discutibili né negoziabili

Page 81: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

1. Comunicare con costanza e frequenza

È importante tenere l’attenzione sempre viva sulla Rete

Gli spazi di un’organizzazione sul web corrispondono ad un

mezzo di comunicazione istituzionale o personale. Non parlare,

dunque, vuol dire non avere niente da dire

Se non ci sono contenuti o opinioni fresche, cercarle fuori dalla

nostra organizzazione. Articoli di giornale, stimoli per il dibattito

e la discussione, contenuti di altre organizzazioni a noi prossime.

Così facendo è possibile costruire e descrivere il nostro universo

valoriale di riferimento

Page 82: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

2. Non pubblicare esclusivamente

contenuti relativi all’organizzazione

Gli utenti dei social media si aspettano di parlare con altri

utenti, che siano direttamente i “capi” o persone del loro staff o

appartenenti ad aziende, partiti o organizzazioni

Così come ognuno di noi condivide gusti, passioni e interessi sui

social media, ci si aspetta che le persone che compongono le

organizzazioni con cui interagiamo facciano lo stesso. Anche la

condivisione di una passione, di un hobby, persino di una

debolezza, di un singolo o di un gruppo di lavoro può

generare attenzione e consenso

Page 83: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

3. Citare esplicitamente (o taggare) i nostri

interlocutori

Taggare una persona vuol dire associarla ad un contenuto. Molti

social media permettono agli amministratori dei profili di taggare o

linkare altri profili personali, gruppi ed altre fanpage quando si pubblica

un contenuto o un aggiornamento di stato

Taggare un contenuto ha due vantaggi: includere le persone o i gruppi

taggati all’interno della comunità creata attorno al candidato; auto-

includersi nella comunità che viene taggata, duplicando la quantità di

lettori di un contenuto. Per questo motivo è importante che chi si

occuperà dell’amministrazione della fanpage si iscriva ai profili, ai gruppi

e alle pagine vicini, competitor o co-protagonisti di iniziative

Page 84: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

4. Gestire i due flussi di feedback

Vuol dire gestire e interpretare la comunicazione che giunge

dall’utente al candidato, al politico o all’organizzazione, al fine di

rimodulare agenda e proposta politica e socializzare le innovazioni con i

nostri sostenitori

Questa attività di monitoraggio costante ha due vantaggi: il primo è

l’anticipazione dei tempi della politica e la possibilità di correggere

la strategia in corsa; la seconda è la creazione di link sui profili, le

pagine o i gruppi con cui è stata stabilita un’interazione. Questo

aumenta la visibilità della pagina e la rende più facilmente rintracciabile,

oltre a generare meccanismi di networking e di costruzione del consenso

Page 85: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

5. Evitare censure

La tracciabilità e la memorabilità l’attività sul web rende impossibile una

rimozione totale e indolore dei contenuti. Se cancelliamo un contenuto

scomodo, gli utenti lo denunceranno pubblicamente

Sono da evitare anche rimproveri e punizioni ufficiali. Se avremo

costruito una comunità solida di sostenitori, saranno gli stessi utenti a

stigmatizzare i comportamenti spiacevoli, ribattendo agli attacchi in

nostra difesa fino alla segnalazione di comportamenti inappropriati a

Facebook che, in caso di numerose indicazioni, sospenderà

provvisoriamente l’accesso alla pagina all’utente molesto

Page 86: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

6. Coltivare e crescere la propria rete di

relazione

Stimolare la maggior quantità possibile di meccanismi di networking: con

gli opinion leader, con i consumatori e i loro amici sui social media. Non

esistono molti modi altrettanto efficaci per lavorare sulla brand

awareness in tempo reale

Per ottenere questo obiettivo è sufficiente stringere relazioni, scambiare

contenuti, condividerli in contemporanea, tributare i meriti di iniziative o

anche polemizzare. O più semplicemente, posizionandosi, prendendo

decisioni e avendo cura delle reazioni generate dalle nostre azioni

In questo senso, Facebook è una risorsa chiave: permettere di fare

tutto questo in tempi brevi e in modo pressochè gratuito

Page 87: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

7. Tutto online, per tutti

Rendere disponibili tutti i contenuti e le informazioni

sull’organizzazione: dalle campagne alle brochure, dagli organigrammi

ai dati (salvo quelli realmente sensibili), bisogna mettere ogni utente

nella condizione di “poterci fare pubblicità” senza complicare i processi

con meccanismi di controllo ed approvazione dall’alto

I flussi di comunicazione sono tali e tanti da impedirne un controllo

metodico e totale, che sarebbe comunque controproducente perché

contrario alle retoriche “orizzontali” di Facebook. Perché, allora, non

delegare i processi di creazione del contenuto alla Rete? Spesso gli

utenti sono più bravi di noi

Page 88: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: buone pratiche per il successo

Social media: Cosa dire e cosa fare

8. Trarre vantaggio sui media tradizionali

Se le condizioni di questa analisi sono soddisfatte per la maggior parte,

usare Facebook e i social network come strumento esplicito di

comunicazione anche sui media tradizionali (manifesti, locandine,

campagne specifiche sostenute da uffici stampa ibridi, online+offline)

Questo principio è ancora più solido nei sistemi mediatici locali, dove

si può approfittare della relativa scarsezza di informazioni “autonome”,

che non provengono da uffici stampa e altre redazioni, per veicolare

contenuti di comunicazione nati sul web e che lì hanno ottenuto un

buon successo, in particolare video e dichiarazioni, mediante

comunicati stampa.

Page 89: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Ted – Video #4

Kevin Allocca: perché i video

diventano virali

Page 90: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

TED, video #4

http://www.ted.com/talks/kevin_allocca_why_videos_go_viral.html?lang=it

Kevin Allocca è responsabile dei trend di YouTube, e ha opinioni profonde sui video stupidi che si trovano in rete. In questo discorso a TEDYouth, espone i 3 motivi per cui un video diventa virale

Page 91: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

1. Costruire un racconto, una storia, una

narrazione

I contenuti, quando coerenti tra loro devono inseguirsi l’un

l’altro nella proposta, nei temi e nello stile di

comunicazione

Devono assecondare l’attualità quando possibile, devono

andare in “alto” e spostarsi sui temi di interesse pubblico

(attualità, dati economici…) quando se ne ha competenza,

devono andare in “basso” e occuparsi delle emozioni e

dei sentimenti delle persone quando il mittente ha

genuinamente empatizzato con questo genere di contesti

Page 92: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

2. Comunicare tutto in diretta

Il modo migliore per comunicare sui social media è usarlo esattamente

come tutti gli altri. Così come tutti noi aggiorniamo lo status raccontando

episodi della nostra vita, carichiamo le foto di una festa o di un luogo che

ci ha emozionato, allo stesso modo dobbiamo amministrare una pagina.

Se una persona non entra in sintonia con noi, se non gli

comunichiamo umanità ed empatia, il nostro lavoro e quello

dell’organizzazione per cui lavoriamo non basterà a convincerci

La qualità dei contenuti prodotti è meno importante del timing

scelto per proporli. Una foto realizzata con un iPhone e caricata

durante un incontro pubblico è da preferire ad una foto professionale

condivisa a distanza di giorni (per quanto un contenuto non escluda

l’altro)

Page 93: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

3. Evitare la routine

I contenuti vanno alternati sia per tipologia sia per stile

comunicativo. Anche in questo caso, si tratta di usare Facebook così

come lo usano i nostri interlocutori, il nostro modo di usare lo strumento.

A intervalli di tempo compresi tra i 60 e i 120 minuti la pagina dovrebbe

essere aggiornata. Si può inserire un aggiornamento di stato su un

evento, poi un articolo di giornale, poi una foto del passato, poi un link su

un’attività dell’organizzazione, poi un video Youtube del proprio canale,

poi un aggiornamento di stato sul calcio, e così via

Bisogna offrire di tutto seguendo dei fili logici e narrativi ben riconoscibili

che garantiscono la coerenza dello strumento senza sacrificare

l’eterogeneità dei contributi proposti

Page 94: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

4. Editare i contenuti

Il successo di un’azione sui social media può dipendere da 30

secondi di lavoro in più. Ogni contenuto può essere personalizzato nel

titolo e nella descrizione e può essere inserito un commento a qualsiasi

contenuto, anche a un link esterno

L’importanza di un lavoro preciso di editing è forse ancora più

determinante per Youtube, dove il titolo e la descrizione sono i primi

elementi che un utente osserva. Inoltre bisogna preparare un

contenuto pensando che questo verrà condiviso da persone

anche molto lontane da noi. Suggeriamo, dunque, di inserire sempre

il nome del mittente nel titolo e sempre i link del sito e di Facebook

all’interno della descrizione

Page 95: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

5. Comunicare le esclusive

Nel 2008 Obama comunicò il nome del suo candidato vicepresidente

attraverso un SMS agli iscritti alla sua newsletter e solo dopo fece

pervenire la notizia alla stampa. Lo ha fatto per far sentire la propria

comunità parte di un percorso politico e di vita

Dobbiamo fare nostro questo principio: il rapporto con i media tradizionali

è fondamentale, ma chi decide il successo di un progetto, di un

prodotto, di un’organizzazione sono le persone e sono loro il

nostro interlocutore privilegiato. Tutto ciò che può essere condiviso

prima con gli utenti e poi con la stampa (a partire dai racconti in diretta

degli eventi) è da preferire nella scelta dei contenuti da veicolare sui

social media

Page 96: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

6. Far dialogare vecchi media e nuovi media

Tutti gli interventi sui media tradizionali devono diventare contenuti per il

web. Se si interviene in televisione, l’intervento deve finire su Youtube; se

parla in radio si deve caricare e condividere il contributo audio. I social

media sono come il maiale: non si butta via niente

Questo è vero sia per non disperdere i contenuti, sia perché è possibile

creare affiliazione e condivisione da parte di chi ha visto l’intervento

sui media tradizionali, lo ha trovato convincente, lo vorrebbe condividere

con i suoi amici e, se viene messo nelle condizioni di poterlo fare, si attiva

per farlo conoscere

Page 97: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

7. Far dialogare nuovi media e vecchi media

La transizione vecchi-nuovi media richiede solo un lavoro redazionale. Il

passaggio inverso, ben più affascinante, non è poi così

impossibile. Spesso i media locali hanno “fame” di storie da raccontare.

Un comunicato stampa ben confezionato, un video corto e di alta qualità,

una curiosità o un aneddoto possono entrare nell’agenda setting dei

giornali e delle TV senza sforzo

Inoltre i social media permettono di testare contenuti video prima che

diventino “ufficiali”. Se il miglior video prodotto durante una

campagna (per visualizzazioni e feedback) è stato prodotto da un

utente/sostenitore, perché non si può immaginare che diventi il

video ufficiale?

Page 98: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

8. Parlare alle nicchie

La comunità virtuale di sostenitori o di potenziali

interlocutori/utenti/acquirenti è fatta di esperienze diverse, di tante

piccolissime nicchie di pubblico: gli ambientalisti, gli architetti, gli

abitanti del centro, i commercianti, gli sportivi, gli omosessuali, gli

apocalittici e gli integrati

Per questo bisogna sforzarsi di cogliere le occasioni per dire una cosa a

ognuna di queste categorie, seguendo l’attualità o una richiesta esplicita

di attenzione. La gestione del feedback è la chiave del successo della

comunicazione sui social media. Dare feedback a tutti vuol dire

mostrarsi attento agli interessi di tutti, dunque essere credibile

come organizzazione che non vuole limitarsi a messaggi unidirezionali

Page 99: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

9. Parlare quando c’è gente online

Un aggiornamento di stato illuminante scritto in piena notte rischia di non

essere valorizzato pienamente perché non c’è nessuno online che può

condividerlo in tempo reale e può generare l’effetto palla di neve e il

passaparola anche fuori dalla Rete

Per questo motivo va contemplata l’ipotesi di scrivere una scaletta

quotidiana dei contenuti da condividere per poter gestire tutto e far

uscire i contenuti migliori quando il pubblico potenziale è più ricettivo

Page 100: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Social media: come costruire contenuti

interessanti

Social media: Come comunicare

10. Essere flessibili in caso di crisi

comunicative

Se un contenuto offre lo spunto per critiche e controversie, non è un

immorale proporre in breve tempo (e non aspettare, dunque, la cadenza

canonica di pubblicazione) un altro stimolo per distrarre i fan della pagine

e riattivarli positivamente

Questa regola è valida, al contrario, in caso di intervento comunicativo

particolarmente riuscito. Se un aggiornamento esalta i sostenitori, forse è

il caso di tenerlo in evidenza per più tempo, salvo necessità di caricare

contenuti nuovi perché sono tanti, perché c’è un evento o perché

l’attualità impone un intervento o una correzione di strategia

Page 101: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Amministrative 2011

I perché di una campagna elettorale

storica

Page 102: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Amministrative 2011

Cosa ricorderemo di queste elezioni Amministrative?

Se la risposta è:

#morattiquotes#sucateRed RonnieSatira politica

Vuol dire che la comunicazione politica italiana è cambiata in modo irreversibile

Page 103: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Verso la comunicazione politica generativa

I processi comunicativi di maggior successo di questa campagna elettorale sono nati:

In rete, in particolare, su Twitter. Poi sono diventate notizie e sono finiti sui mezzi tradizionali;

Grazie agli utenti e non nei comitati elettorali o nei partiti (che nel caso di Pisapia e De Magistris sono stati bravi a riprendere e valorizzare i processi spontanei)

Non necessariamente nelle città dove si andava a votare: alla campagna elettorale ha partecipato tutta l’Italia. Come voleva Berlusconi, ma per la prima volta con effetti per lui nefasti

A costo zero

Quasi mai grazie al lavoro di attivisti politici “puri”

Page 104: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Verso la comunicazione politica generativa

Per queste ragioni le campagne elettorali cambieranno irreversibilmente, in presenza di queste variabili:

- Entusiasmo attorno alla candidatura;- Utilizzo esplicito della Rete come strumento di attivazione e organizzazione dei sostenitori;- Ascolto e feedback sistematico delle istanze degli utenti (sia per la costruzione del programma che per creatività e scelte di comunicazione) il web visto non come raccatta-voti, ma come elemento di costruzione di senso di comunità

In presenza di queste condizioni, cambia anche il ruolo di chi lavora alle campagne elettorali

Page 105: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

La nuova comunicazione politica: da spin doctor a

ricercatoriI manager di campagna elettorale, i consulenti, i ghost writer, i creativi non dovranno più basare le loro scelte sulla base di precedenti esperienze, di intuito o attraverso presunte doti sciamaniche

Le campagne saranno guidate dai dati, prodotti ogni giorno e in grande quantità dagli utenti della Rete che non faranno altro che continuare la loro attività di aggiornamento e condivisione dei contenuti

Più che scrivere e pensare sarà importante leggere e interpretare

La variabile decisiva (e non esistente fino a 10 anni fa) è la possibilità degli utenti di utilizzare il surplus cognitivo

Page 106: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

I nuovi comunicatori politici: tutti

Saltano alcuni schemi classici dell’impegno politico

- Per fare (comunicazione) politica bisogna essere esperti di politica

- Per fare politica bisogna stare nei partiti o nelle associazioni

- Per fare politica bisogna partecipare alle riunioni (magari fissate in orario d’ufficio, dunque inaccessibili)

- Per fare politica bisogna assecondare i ritmi della politica

- Il consenso è regolato solo dai mezzi tradizionali

Page 107: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

I nuovi comunicatori politici: tutti

Si fanno strada nuovi paradigmi

- Si può fare (comunicazione) politica anche con un tweet;

- Si fa politica scegliendo lo strumento più adatto alle proprie attitudini;

- Si fa politica a qualsiasi ora del giorno;

- Si fa politica quando si ha un minuto libero;

- Si fa politica anche parlando di altro, o usando altri linguaggi (la satira, ad esempio)

Page 108: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Ma il web sostituirà la TV?

Non è necessario

Ogni programma sarà oggetto di una narrazione parallela sul web. Questo è già molto visibile nei programmi di approfondimento politico (Annozero, Ballarò, Exit) e nelle trasmissioni di maggior successo (Vieni via con me, Festival di Sanremo), seguiti con dirette su siti, blog, Facebook e Twitter

Ogni diretta porta alla produzione di tantissimi contenuti, specie qualitativi, sui programmi: cosa piace, cosa no, cosa può essere migliorato (i social media come Auditel qualitativo?)

La diretta web è un’evoluzione (o involuzione, a seconda dei gusti) della visione della TV a casa con la famiglia e con gli amici: l’esperienza di visione è più ricca ed emozionante

Page 109: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Non più web versus tv, ma tv più web

Il web, dunque, permette agli spettatori di analizzare ciò che accade in televisione, di valutarne l’attendibilità e di aumentare il valore dell’esperienza in termini di informazioni acquisite e divertimento

Il web, inoltre, permette di vedere la TV senza vederla. Non è più necessario essere davanti al televisore per seguire un programma, se quest’ultimo è oggetto di una diretta web

Queste opportunità, però, sono parimenti a portata di mano

per chi costruisce programmi televisivi

I dati possono entrare nel programma: sovraimpressione di tweets, infografiche in tempo reale su ciò che è detto in diretta, feedback della Rete con possibili colpi di scena

Page 110: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Da politica pop a pop politico

I programmi cosidetti di ‘infotainment’, ritenuti da molti alla base dei modelli di costruzione del consenso di Silvio Berlusconi, sembrano i format ideali per ospitare questa nuova integrazione crossmediale tra vecchi e nuovi mezzi

Un politico sbugiardato in diretta o una grandissima approvazione della Rete in seguito a un botta e risposta può regolare l’andamento del programma, rendendolo potenzialmente più spettacolare e certamente imprevedibile

Questo potrebbe portare a una nuova stagione dell’informazione politica, ancora più soft e legata all’intrattenimento ma non per questo meno ricca di contenuti e approfondimento

Se tutto è politica, quest’ultima entra nelle vite quotidiani di ognuno: è dunque ‘pop’ (nell’accezione classica del termine, popular)

Page 111: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Cattive pratiche di comunicazione

(politica) online

Cosa non fare su Internet se si è personaggi pubblici,

organizzazioni o aziende

Page 112: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Cos’è un cattiva praticaUn’azione di comunicazione (politica) (online) non funziona se:

-non è compresa dai destinatari-diventa un boomerang;-mette in evidenza l’incoerenza tra immagine reale e immagine percepita del mittente;-aumenta il livello di crisi comunicativa invece di diminuirlo;-trasforma una non-notizia in notizia;-non tiene conto della natura del pubblico;-non tiene conto della natura dello strumento;-è un errore così grande da cancellare i meriti (politici) del mittente

Page 113: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. Messaggi incomprensibili

Un aggiornamento di Vendola su Facebook

(è colpa mia, è colpa mia)

Page 114: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. Messaggi incomprensibiliNichi Vendola su Facebook, 13 agosto 2012

(post di Francesco Nicodemo)

Page 115: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

1. Messaggi incomprensibiliCaso: utilizzo di un estratto di una lettera aperta di Nichi Vendola (sull’ILVA, pubblicata dal Manifesto) su Facebook

Errore: l’utilizzo di un linguaggio complesso per esprimere un concetto generico e non necessario (da parte di un politico spesso oggetto di ironie per l’eccessiva complessità e vaghezza del suo eloquio pubblico (errore di chi scrive: la pubblicazione dell’aggiornamento è stata decisa da me)

Buona pratica: post più brevi (lunghi solo quando necessario), concetti chiari, meglio se inediti. Niente acronimi o gergo tecnico, meglio essere didascalici

Page 116: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. Boomerang

PDL: la campagna pro-Berlusconi

(#9anni) su Twitter

Page 117: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. BoomerangAndamento dell’hashtag #9anni, 8 dicembre

2012(screenshot da Twitter)

Page 118: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

2. BoomerangCaso: utilizzo di un hashtag da parte del PDL per promuovere una campagna di racconto di 9 anni del governo Berlusconi

Errore: l’utilizzo di un hashtag legato a una domanda aperta (e generica) da parte di un partito con livelli di consenso e fiducia molto bassi, soprattutto su Internet

Buona pratica: evitare hashtag scelti “dall’alto” (perché dividono e non sono utilizzati da tutti), evitare domande aperte, valutare il clima di opinione sui social media prima di coinvolgere gli utenti in un’azione collettiva

Page 119: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Incoerenza reale-percepito

L’UFO di Roberto Formigoni e l’iperumanizzazione

Page 120: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Incoerenza reale-percepitoAvvistamento di un UFO a Parigi,

il tweet di Roberto Formigoni (22 novembre 2012)

Page 121: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

3. Incoerenza reale-percepitoCaso: Il Presidente della Regione Lombardia

Formigoni twitta una notizia inverosimile (l’avvistamento di un UFO)

Errore: Formigoni eccede in ‘umanizzazione’: pur di sembrare uguale a tutti gli altri, diventa inverosimile (perché comunque presidente di Regione e al centro di una grande pressione mediatica per le indagini in Lombardia)

Buona pratica: ignorare le pressioni dell’opinione pubblica e far finta di niente sui social media crea l’effetto di aumentare la pressione (evocando l’assenza di risposte), non la riduce né distrae

Page 122: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. Allargamento della crisi

comunicativa

Letizia Moratti e la moschea di Sucate

Page 123: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. Aumento della crisi comunicativa

Letizia Moratti risponde a un utente Twitter: nessuna moschea a Sucate, in via Puppa (

23 maggio 2011)

Page 124: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

4. Aumento della crisi comunicativa

Caso: L’account ufficiale di Twitter di Letizia Moratti (allora sindaco di Milano) risponde seriamente a un tweet satirico

Errore: Moratti (o meglio, il suo staff) non riconosce la trappola geografica (il quartiere di Sucate non esiste): così facendo comunica di non conoscere la città e favorisce un’onda satirica (ancora più forte dopo #ècolpadipisapia)

Buona pratica: leggere con attenzione tutti i tweet, rispondere a tutti (o ignorare quelli evidentemente irridenti), utilizzare satira e ironia come risposta a satira e ironia

Page 125: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Da non-notizia a notizia

1. Gasparri e i quarantotto follower

2. Cetica e ‘tua sorella’

Page 126: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Da non-notizia a notizia

Maurizio Gasparri litiga con un utente su Twitter: la notizia diventa un caso nazionale (1

ottobre 2012)

Page 127: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Da non-notizia a notizia

Caso: Maurizio Gasparri, capogruppo del PDL al Senato, risponde su Twitter a un utente provando a delegittimarlo perché aveva “solo” 48 follower

Errore: Gasparri si rivolge all’utente ma non considera che il suo tweet sarà letto non solo dai 48 follower del suo interlocutore, ma anche dai suoi e da quelli di Franco Bechis (nella conversazione)

Buona pratica: non utilizzare il numero di follower dell’interlocutore come argomento per delegittimarlo, specie se si usa il proprio profilo (di personaggio pubblico) per farlo

Page 128: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Da non-notizia a notizia

L’assessore al bilancio della Regione Lazio e la sorella del capogruppo del PD alla Regione (11

dicembre 2012)

Page 129: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

5. Da non-notizia a notizia

Caso: Stefano Cetica, assessore al bilancio della Regione Lazio, giunta Polverini, risponde in modo poco elegante al capogruppo del PD in Regione Montino

Errore: Cetica dimentica che lo scambio non avviene in privato tra lui e Montino ma che c’è un pubblico. Questo pubblico può trasformare (sui blog o sui giornali) uno scambio anche violento in notizia, a prescindere dai contenuti dello scambio

Buona pratica: in generale, non coinvolgere i familiari (in modo greve) negli scambi con valore politico. Nello specifico, non farlo in pubblico

Page 130: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

6. Chi mi legge?

1. Marta Vincenzi e lo sfogo dopo le Primarie a Genova

2. Giuseppe Ripa e la “signorina Vendola”

Page 131: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

6. Chi mi legge?

Lo sfogo dell’ex sindaco di Genova Marta Vincenzi (su Twitter dopo aver perso le

Primarie del centrosinistra (14 febbraio 2012)

Page 132: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

6. Chi mi legge?

Caso: Marta Vincenzi, sindaco uscente di Genova, perde le Primarie (Amministrative 2012) e si sfoga su Twitter

Errore: Vincenzi produce moltissimi tweet a breve distanza l’uno dall’altro: è evidentemente uno sfogo istintivo. Ma ogni tweet ha un suo peso e una sua notiziabilità (e la combinazione di quei tweet è una notizia in sé)

Buona pratica: va bene sfogarsi, va bene farlo online. Ma bisogna sempre tenere conto delle conseguenze mediatiche di ciò che si fa. Meglio scrivere un unico post, magari lungo, a freddo

Page 133: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

6. Chi mi legge?

Giuseppe Ripa, assessore al bilancio del Comune di Lecce, parla così (su Facebook) del

presidente della Regione Puglia Vendola (9 gennaio 2012)

Page 134: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

6. Chi mi legge?

Caso: Giuseppe Ripa, assessore al Bilancio del Comune di Lecce, chiama Vendola ‘signorina’ attaccandolo sulla sanità. Nel tentativo di rettificare insiste con ragionamenti omofobi

Errore: Ripa prima si lascia andare a un commento infelice. A post oramai circolato cancella il contenuto, creando un effetto boomerang. A quel punto prova a spiegarsi ma facendolo “motiva” il commento infelice. Sarà costretto a dimettersi.

Buona pratica: non cancellare il commento infelice e chiedere scusa. Ci sarà tempo e modo per spiegarsi (Ripa sarà poi rieletto consigliere pochi mesi dopo)

Page 135: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

7. Beffati dallo strumento

1.Il retweet anti-Pisapia di Guido Podestà

2. Il retweet anti-nomadidi Gianni Alemanno

Page 136: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

7. Beffati dallo strumento

Guido Podestà retweeta un commento su Pisapia, poi si scusa e parla di ‘retweet

sbagliato’ e di ‘errore dello staff’ (20 marzo 2012)

Page 137: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

7. Beffati dallo strumento

Gianni Alemanno retweeta una richiesta ‘particolare’ di un utente (14 settembre 2012)

Page 138: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

7. Beffati dallo strumento

Casi (speculari): Guido Podestà, presidente della Provincia di Milano, e Gianni Alemanno, sindaco di Roma, retweetano contenuti prodotti da altri utenti ad alto coefficiente di controversia

Errore: Podestà e Alemanno non considerano che un retweet, pur prodotto da altri, è comunque da considerare un tweet ‘personale’. Retweet non sempre è endorsement, ma in questi casi è difficile fare un chiaro distinguo

Buona pratica: evitare il RT di contenuti controversi. Se la si pensa in un modo (che potrà generare polemiche), meglio dirlo con parole proprie

Page 139: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

8. L’errore fatale

Antony Weiner e quel messaggio privato

inviato a tutti

Page 140: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

8. L’errore fatale

Antony Weiner, parlamentare democratico americano (sposato), invia pubblicamente una sua foto intima a tutti i followers invece che in

privato a una ragazza di 21 anni (27 maggio 2011)

Page 141: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

8. L’errore fatale

Caso: Antony Weiner, deputato democratico, invia per sbaglio una foto (destinata a un messaggio privato) a tutti i suoi follower. L’errore è avvenuto attraverso la piattaforma Tweetdeck.

Errore: La foto era un autoscatto del proprio pene in erezione, inviato a una ragazza di ventuno anni. Quanto basta per obbligarlo alle dimissioni (che arrivano solo tre settimane dopo l’episodio e dopo aver tentato di minimizzare l’accaduto)

Buona pratica: ogni ulteriore commento è ovviamente superfluo

Page 142: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

9. L’extra: la satira

La satira ‘interna’: i profili fakeLa satira ‘esterna’: la notizia che esplode sui social media

Page 143: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

9. Extra: la satira ‘interna’

Il profilo Twitter fake di Gianni Alemanno

Page 144: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

9. Extra: la satira ‘interna’

Caso: Creato il profilo ‘fake’ di Gianni Alemanno. Lo scopo è attaccarlo politicamente attraverso l’uso della satira Molti personaggi pubblici e politici ricevono questo tipo di attenzioni, in Italia e nel mondo

Errore: Non esiste un errore nello specifico, ma spesso la nascita di questi profili fake deriva dall’insorgenza di comportamenti (comunicativi) molto discutibili, ridicoli o iperbolici

Buona pratica: prima di tutto, non gridare allo scandalo o alla lesa maestà. In secondo luogo riflettere sui comportamenti oggetto di satira

Page 145: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

9. Extra: la satira ‘esterna’

Il tunnel dei neutrini di Maria Stella Gelmini

/

Page 146: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

9. Extra: la satira ‘esterna’

Caso: il MIUR (Ministero dell’Università e della Ricerca) pubblica un comunicato stampa che parla della costruzione di un tunnel tra il Cern di Ginevra e il Gran Sasso, finanziato anche con soldi italiani

Errore: Il comunicato è pubblicato sul sito ufficiale e commentato dal Ministro Gelmini. A quel punto bastano le osservazioni di un gruppo di blogger per creare una contro-ondata satirica (che costringerà il portavoce del Ministro alle dimissioni)

Buona pratica: un comunicato su Internet è, in ogni caso, la voce dello Stato (e del Governo): prima di digitare invio, pensarci dieci volte

Page 147: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

In sintesi: cosa non farePiccolo vademecum per evitare figuracce (vale anche per la comunicazione commerciale, istituzionale, pubblica: la politica, in questo caso, insegna)

-Meglio parlare poco e bene che tanto e male;-Meglio sopravvalutare che sottovalutare il peso mediatico del contesto (e dunque, meglio la prudenza);-Umani sì, ma non troppo umani;-Ogni atto di comunicazione sui social media è pubblico: bisogna scrivere ciò che si potrebbe sostenere anche in una piazza gremita;-Non fare tutto da soli

Page 148: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

La paranoia uccide la conversazione. Questo è il punto. Ma la mancanza di

conversazione uccide le aziende.

(Cluetrain Manifesto, tesi #52, 1999)

Page 149: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Ted – Video finale

Sherry Turkle: connessi ma soli?

Page 150: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

TED, video finale

http://www.ted.com/talks/lang/it/sherry_turkle_alone_together.html

Mentre ci aspettiamo di più dalla tecnologia, ci aspettiamo meno l'uno dall'altro? Sherry Turkle studia come i nostri dispositivi elettronici e i nostri profili online stiano ridefinendo le connessioni umane e la comunicazione, e ci chiede di riflettere approfonditamente sui nuovi tipi di connessione che vorremmo avere

Page 151: Dino Amenduni - lavorare coi social media (aggiornamento febbraio 2013)

Grazie!Un grande abbraccio

Dino AmenduniFacebook: http://www.facebook.com/dinoamenduni

Twitter: http://www.twitter.com/doonie

LinkedIn: http://www.linkedin.com/dinoamenduni

Slideshare: http://www.slideshare.net/doonie (here you can find this

slideshow)

ProformaSite: http://www.proformaweb.it

Facebook: http://www.facebook.com/proformaweb

Twitter: http://www.twitter.com/proformaweb

Youtube: http://www.youtube.com/proformaweb