Lavorare coi social media
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Transcript of Lavorare coi social media
Strategia di comunicazione
Gianni Florido e la Provincia di Taranto
Lavorare con i social media
Comunicazione, politica, economia, ricerca: cosa cambia se tutto cambia su Internet
Bologna, 2 aprile 2011Master in non-conventional marketing e social media
Dino Amenduni, Proforma
Chi parla?
Mi chiamo Dino Amenduni
Ho 27 anni, sono laureato in psicologia del lavoro (triennale), della comunicazione (specialistica) e ho un master in marketing
Sono il responsabile dei nuovi media e consulente per la comunicazione politica a Proforma, agenzia di comunicazione di Bari, mia città natale, dove ho sempre studiato e lavorato e dove vivo tuttora
Chi parla?
Sono il coordinatore dello staff social media di Nichi Vendola (Link alla pagina FB di Nichi)
Sono stato coordinatore di EmiLab, staff di 150 volontari under30 a supporto di Michele Emiliano, sindaco di Bari, (PD, Amministrative 2009) (link alla pagina FB di Emiliano)
Nel poco tempo libero che mi rimane sono giornalista musicale, e blogger sul Fatto Quotidiano (link al blog) e tra i responsabili di Quink, collettivo di satira (link alla pagina FB)
Di che si parla?Più che un cambio di paradigma: cosa cambia con i social media
Cause e conseguenze teoriche del passaggio al social media marketing
Consigli operativi per organizzare un gruppo di lavoro sui nuovi media
Due case history politiche: Michele Emiliano e Nichi Vendola
Cinque best practices: i video di Ted
TemiQuali sono le conseguenze, online e offline, della diffusione dei social media?
Quanta e quale tipo di professionalità è necessaria per lavorare sui social media?
Qual è la situazione italiana?
Qual è il rapporto tra nuovi media e (comunicazione) politica nel nostro Paese?
Quali sono le prospettive di sviluppo e le applicazioni possibili?
Ted – Video #1
Il momento critico dei social media secondo
James Surowiecki
TED, un’eccellenza del web-marketing
Proviamo ad applicare queste tecniche su noi stessi
Guardiamo insieme questo video tratto dall’archivio di Ted (http://www.ted.com)
Ted è una conferenza multidisciplinare la cui missione è riassunta nella formula "ideas worth spreading" (idee degne di essere diffuse) e, in effetti, le migliori conferenze sono state pubblicate gratuitamente sul sito web del TED. Le lezioni abbracciano una vasta gamma di argomenti che include scienza, arte, politica, temi globali, architettura, musica e altri saperi
TED, video #1
Proviamo ad applicare queste tecniche su noi stessi
http://www.ted.com/talks/lang/ita/james_surowiecki_on_the_turning_point_for_social_media.html
James Surowiecki individua il momento in cui i social media giocarono un ruolo primario a livello mondiale nella raccolta delle notizie: lo tsunami del 2005, quando i video di YouTube, i blog, la messaggistica istantanea e gli sms diffusero le notizie, preservando dalla tragedia toccanti storie personali.
I nuovi nuovi media
Web 2.0 e social mediaCosa sono e perché
nascono
Il web 2.0
Trattazione teorica originale di Tim O’Reilly. Traduzione integrale qui
Una breve definizione:
Il Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende a indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione tra il sito e l'utente
Il web 2.0 – modelli teorici di riferimento
Legge di ParetoModello Wikipedia
Coda lungaSaggezza della
folla
A. Legge di Pareto 80/20
Secondo la "legge 80/20" (i valori 80% e 20% sono ottenuti mediante osservazioni empiriche di numerosi fenomeni e sono solo indicativi), in genere l'80% dei risultati dipende dal 20% delle cause
A. Legge di Pareto 80/20
Questo principio può avere diverse applicazioni pratiche in diversi settori, ad esempio:
Economia: l'80% delle ricchezze è in mano al 20% della popolazione (ma ovviamente i valori reali variano a seconda dei paesi e dei periodi). Oppure: il 20% dei venditori fa l'80% delle vendite, ed il restante 80% dei commerciali fa solo il 20% delle venditeQualità: il 20% dei tipi possibili di guasto in un processo produttivo genera l'80% delle non conformità totali. Oppure: l'80% dei reclami proviene dal 20% dei clientiInformatica: l’80% del tempo di esecuzione è impiegato solo dal 20% delle istruzioni di un programma. Oppure: l'80% delle operazioni degli utenti sono dovute al 20% delle funzioni a disposizione di un applicativo. L'80% degli errori di codifica è riconducibile al 20% dei moduli (fonte: Wikipedia)
B. Modello Wikipedia – divisione disorganizzata
del lavoro1. Creazione di una voce (ad es. la parola “carta”)2. Prima bozza3. La voce viene individuata da altri utenti che aggiungono
o modificano la stessa voce perché competenti nella materia
4. Se sono riscontrate inesattezze (volontarie o meno, poco importa) vengono subito corrette
5. La voce sarà perfezionata con il contributo, anche minimo, di tanti utenti
Anche in Wikipedia è valido il principio di Pareto: il 20% degli utenti modificano l’80% delle voci totali presenti sul sito. Questa distribuzione vale, in media, anche per la singola voce
C. La coda lunga
La coda lunga è una teoria economica formulata da Chris Anderson (fondatore di Wired) nel 2004
È un modello che sembra poter spiegare i funzionamenti del mercato. È una teoria attuale per il mercato dei beni immateriali e “futuribile” perché pare essere in grado di teorizzare il cambiamento delle leggi che regolano il tradizionale meccanismo distributivo (produzione/stoccaggio/vendita al dettaglio)
C. La coda lunga
La diffusione di internet, il non-luogo dove chiunque in qualunque momento può consultare infiniti elenchi di prodotti, ha permesso di abbattere i costi di distribuzione e magazzino, spezzando il legame che vincolava il successo alla visibilità
La possibilità di gestire un catalogo virtuale pressoché illimitato ha rivoluzionato il modello economico dominante: semplicemente, vendere anche solo poche copie al mese di migliaia di titoli è più redditizio che vendere migliaia di copie di pochi titoli
Oggi: le corporazioni dei beni immateriali sono in profonda difficoltà (esempi: mercato discografico e pornografia)
C. La coda lunga - cause
Nuove tecnologie hardware e software a basso costo che permettono ai produttori di beni immateriali (grafica, musica, video, servizi) di farlo a costi contenuti o addirittura nulli
Servizi (Internet, archiviazione dati) a costi contenuti che forniscono banda e hosting illimitato ai produttori di beni immateriali
Possibilità di distribuire i propri prodotti a costo zero (es. attraverso Youtube), combinata alla possibilità che questi prodotti siano fruiti da chiunque attraverso Internet, anche senza pubblicità o senza conoscenza diretta del prodotto o dell’autore (es. attraverso Google o aggregatori di notizie)
C. La coda lunga - cause
Approcci di marketing e comunicazione più efficienti e misurati per la distribuzione di questi prodotti (niente più costi di stampa, di magazzino e di spedizione)
Possibilità per tutti di entrare in questo mercato (finisce la divisione tra produttore e consumatore: si parla di prosumer, ovvero di un utente che fa entrambe le cose in contemporanea)
C. La coda lunga - conseguenze
Dal broadcasting al narrowcasting: da una platea con milioni di persone come pubblico a milioni di platee con poche persone come pubblico
Questo modello economico, chiamato “coda lunga”, è economicamente sostenibile proprio perché non ha costi se non quelli (minimi) per produrre il contenuto e, in caso di contenuti professionali, ha costi nulli per la distribuzione
Gli utenti, avendo molte più alternative di scelta, abbandonano il mainstream e si rivolgono alle nicchie di mercato che più soddisfano le loro necessità
D. Saggezza della folla
È una teoria dimostrata da James Surowiecki attraverso un’infinità di prove empiriche (2005). Secondo questa teoria, una variabile è misurata in modo più preciso da una massa di persone inesperte che da un gruppo di specialisti
D. Saggezza della folla
Esempio (1): durante una fiera, Surowiecki fece scommettere 100 persone sul peso di un vitello. Le 100 persone dichiararono il loro peso stimato. A seguire, fece ripetere l’esperimento a 10 allevatoriIl peso del vitello fu indovinato con precisione assoluta dalla “massa” (il valore medio delle 100 valutazioni era precisamente il peso del vitello)Esempio (2): prediction markets – un istituto di ricerca universitario permise ai cittadini di scommettere sul vincitore alle elezioni. Nelle scommesse, le quote variano sulla base dell’orientamento della giocata (sia sulla base di chi viene scelto, sia su quanto si punta)Il risultato del prediction market fu più affidabile di quello dei sondaggi nel misurare la distanza tra i vincitori
Dal web 1.0 al web 2.0 – una mappa
Dal web 2.0 alla classe
Perché questo preambolo teorico?
Per studiare quali sono i meccanismi di socializzazione e apprendimento dei giovani (e non solo)
I nati dopo il 1976 appartengono infatti alla cosiddetta Millenial Generation, ossia a quel gruppo di persone, “nativi digitali”, che considerano Internet la prima fonte rilevante di reperimento delle informazioni
Se Internet è più credibile di ogni altra cosa, non può che diventare un nostro alleato formativo/educativo
La Millennial Generation oggi
Se esiste un prima e un dopo nell’interazione tra giovani e modalità di accesso all’informazione, quella data è il 1976
Si assume, infatti, che i nati dopo il 1976 (24 anni nel 2000, 34 nel 2010, 39 nel 2015, 44 nel 2020) ritengano Internet come fonte potenzialmente determinante nella fruizione di informazioni di qualunque natura
Dunque Internet risulta determinante nella socializzazione politica, nella formazione dell’opinione pubblica e nell’orientamento al voto(http://en.wikipedia.org/wiki/Generation_Y)
La Millennial Generation oggi
Cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 34 anni (dati Istat)
La Millennial Generation nel 2015
Stima dei cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 39 anni nel 2015 (13-34 anni
oggi)
La Millennial Generation nel 2020
Stima dei cittadini italiani di età compresa tra i 18 e i 44 anni nel 2020 (8-34 anni oggi)
I giovani sono il futuro: solo retorica?
“I giovani sono il futuro di questo Paese”: quante volte i politici hanno usato questa frase, (specie in campagna elettorale)?
E quante volte avete tratto giovamento da politiche orientate al favorire l’accesso dei giovani alla politica, all’impresa, alla ricerca, al lavoro?
Comunque sia andata fino a oggi, le tabelle ISTAT dimostrano che qualcosa sta cambiando: lo stabilisce la demografia
I giovani sono il futuro: solo retorica?
Millennial generation che vota oggi: 12 milioni di persone
Millennial generation che vota nel 2015: 15 milioni di persone
Millennial generation che vota nel 2020: 17,7 milioni di persone
E se ognuno di loro convincesse un non-Millennial?
2020: gli under 35 di oggi hanno la maggioranza a un solo grado di separazione
Siamo pronti?
2010: “Pensare di fare politica senza internet, oggi, è un suicidio” (Sam Graham-Felsen, direttore del blog di Obama nel 2008)
2015: Tutti i politici avranno usato Facebook per comunicare (e molti di loro, per fare campagna elettorale)
2020: La Millenial Generation ha un potenziale elettorale di 34 milioni di italiani. Questo è il gruppo sociale più trasversale, eterogeneo e contemporaneamente oggettivo che ci possa essere
Il Premier del 2020, quasi certamente, apparterrà alla Millenial Generation perché dovrà rappresentarla
Cosa fare in questi 10 anni?Aiutare organizzazioni, aziende, persone di cui abbiamo fiducia a vincere le loro sfide competitive
Assumersi responsabilità (ovunque sia possibile, non importa il livello decisionale)
Considerare lo studio dei nuovi media come modalità supplementare di formazione, qualsiasi sia l’ambito professionale
Valutare una concezione post-ideologica (e non post-etica o post-morale) della gestione della cosa pubblica
Diventare unici e decisivi
Cosa si può fare da subito?Fare rete con tutte le persone di cui abbiamo fiducia e a cui riconosciamo una competenza, anche non politica
Essere inclusivi e non pregiudizialmente di parte
Lavorare coi nostri coetanei, quando possibile
Non cercare subito i soldi, quando possibile
Non scendere a compromessi di carriera, quando possibile
Avere coraggio, idee, faccia tosta. Non avere paura
Ted – Video #2
Julian Assange: Perché il mondo ha
bisogno di Wikileaks
TED, video #2
http://www.ted.com/talks/lang/ita/julian_assange_why_the_world_needs_wikileaks.html
Il discusso sito Wikileaks raccoglie e pubblica video e documenti estremamente riservati. Il fondatore Julien Assange, che si dice le autorità statunitensi vogliano trovare per porgli alcune domande, conversa con Chris Anderson sulle modalità operative del sito, i risultati raggiunti e le sue motivazioni personali. L'intervista comprende filmati dal contenuto molto forte di una recente incursione aerea statunitense su Baghdad.
Social media al lavoro
Strumenti, metodi, strategie e tattiche al servizio del web-
marketing
Facebookmania?Social media per tutti?
Quasi tutti usano Internet per comunicare. Lo fanno
perché convinti di trovare nuovi mercati qualitativamente
differenti dai classici, perché intuiscono le potenzialità di
uno strumento che segue logiche indipendenti da quelle
che regolano i media tradizionali, perché ritengono sia un
modo più economico di fare marketing. O lo fanno perché
sono fruitori di questi strumenti e ne conoscono le
dinamiche
Qualunque sia il motivo per cui un’organizzazione usa i
social media, non ci si può più limitare allo spontaneismo.
Se tutti sono online bisogna fare di più e meglio per
emergere
Parliamoci onestamenteSocial media per tutti?
I social media più popolari, per loro natura, sono
strumenti egalitari. Ogni utente, che sia un capo di
Stato o un ragazzo di 15 anni, ha la stessa interfaccia
e le stesse opzioni. La retorica comunicativa è
condivisa e questo comportamento è atteso dagli
utenti: un’azienda, un’istituzione o un brand non può
rivendicare le gerarchie del mondo reale per marcare
una posizione di privilegio
La richiesta di feedback e di comunanza è
un’esplicita richiesta di onestà e di parità
Parliamoci onestamenteSocial media per tutti?
Non si può mentire perché tra amici o tra persone
emotivamente affiliate ci si aspetta, con forza,
l’onestà.
Se un’organizzazione decide di comunicare sui social
media, accetta questa regola. Se non sente il bisogno
di comunicare in modo leale, franco, accettando
critiche pubbliche (e l’onere della risposte a queste
critiche), sarebbe più onesto se NON usasse i social
media
La censura, nel web 2.0 è non solo vietata, ma
immediatamente controproducente
Per partire: i requisiti minimi e massimi
coincidono
Social media: Come partire
Il caso italiano semplifica lo scenario
L’accesso ai social media in Italia è piuttosto
anomalo e comunque assai differente rispetto alle
democrazie anglosassoni. Il quadro è infatti molto più
semplificato:
Facebook – 17 milioni di utenti (un italiano su 4, il
60% circa degli italiani che usano Internet)
Youtube – un miliardo di video caricati nel mondo
Twitter – un milione di iscritti in Italia (mondo: FB
600 milioni, TW: 200 milioni)
Facebook, Twitter e Youtube sono sufficienti?
Social media: Come partire
Per il momento sì
Conviene concentrare gli sforzi su questi tre strumenti, essendo
gratuiti ed avendo raggiunto una massa critica o un livello di
semplicità di utilizzo tale da non richiedere grossi sforzi cognitivi
e organizzativi
Vanno tenuti d’occhio, però, altri strumenti, più o meno
emergenti:
LinkedIn - social media che mete in rete professionisti)
Foursquare – social media che geolocalizza la posizione
dell’utente
Flickr – social media dedicato alle foto
Friendfeed – aggregatore di aggiornamenti su tutti i social
media degli utenti
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Facebook – pagina pubblica (fanpage)
A differenza del profilo personale, può essere
amministrato da più persone in contemporanea. I nomi
degli amministratori restano anonimi. Non esiste il limite
massimo di 5000 contatti per profilo, così come accade
per i profili personali
Un utente di Facebook può diventare “fan” di chi decide di
comunicare su questo social media senza che quest’ultimo
debba approvare una richiesta di amicizia
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Facebook – pagina pubblica (fanpage)
La fanpage è lo strumento che Facebook ha creato per
offrire i maggiori gradi di personalizzazione all’utente
Su una pagina è possibile installare applicazioni (banner,
giochi, plug-in) ed è possibile acquistare inserzioni
pubblicitarie altamente personalizzate, con cui veicolare
campagne web mirate a target definibili per sesso, età,
città di residenza e di nascita, orientamento politico,
religioso e sessuale, titolo di studio e stili di navigazione
su FB (a quali pagine è già iscritto, ad esempio)
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Facebook – pagina pubblica (fanpage)
Tutti i fan possono essere informati in contemporanea con un
aggiornamento, un messaggio che giunge nelle caselle di posta
di Facebook degli utenti in modo non invasivo. Non appare come
messaggio di posta, ma come aggiornamento, la notifica è meno
evidente e dunque raggiunge solo le persone realmente
interessate
Per il resto, una fanpage funziona esattamente come un profilo
personale, compresa la funzione di aggiornamento di status
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Youtube – canale istituzionale
Il mezzo video è probabilmente il più efficace nel mondo
del web 2.0. È il più facile da fruire (specie se i video sono
brevi) ed è tra più facili da realizzare. La qualità dell’immagine,
su Youtube, non è una condizione determinante. È importante
comunicare tanto ed in tempo reale
Su questo spazio possono essere caricati video inediti, relativi
all’attività dell’organizzazione, ma non solo: si possono ricavare
estratti provenienti da altre fonti, in particolare spezzoni di
trasmissioni TV o telegiornali. Il rapporto tra costi (nulli a
livello economici, assai modesti per le risorse umane) e benefici
è indiscutibilmente a favore
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Twitter – profilo personale certificato
In Italia si parla molto di questo servizio di microblogging, ma è
uno strumento ancora poco ed alto tasso di mortalità. Ma la
gestione di un profilo su Twitter è quanto mai conveniente, per
due motivi
Il primo è legato alla possibilità di aggiornare automaticamente il
profilo attraverso la gestione al “minimo” della fanpage di
Facebook, senza nessuno sforzo di integrazione; il secondo è
legato alla maggiore presenza sul web, a fronte di nessuno
sforzo redazionale supplementare
Facebook, Twitter e Youtube: ma come?
Social media: Lo scheletro
Twitter – profilo personale certificato
Questo approccio “minimo” allo strumento si mostrerà, però,
sempre meno efficace quanto più cresceranno gli iscritti a
Twitter, dato che i “followers” si rivolgeranno in modo immediato
(con un messaggio di 160 caratteri) al politico o
all’organizzazione che, proprio per la semplicità di interazione,
ha il “dovere morale” di rispondere e di seguire gli
aggiornamenti degli iscritti alla pagina
Alla crescita della complessità deve seguire una crescita
della complessità del team di gestione dei social media
Prima dei social media: il gruppo di lavoro
Social media: Lo scheletro
Gestire la comunicazione web di un’organizzazione richiede uno
sforzo non dissimile dalla creazione di un ufficio stampa o di un
team che si occupa di media planning ed organizzazione eventi
Affidare tutto il peso di questo lavoro a una sola persona è
dunque impossibile e talvolta nocivo. Allo stesso tempo un
singolo coordinatore può gestire tutti i profili “2.0” di un
candidato, sia dal punto di vista dei contenuti sia in termini
strategici. Bisogna, dunque, individuare una figura di
coordinatore di questa area di lavoro
Le risorse necessarie per comunicare sui nuovi media
sono umane, non economiche
Un buon team sui social media
Social media: L’organizzazione
Un uomo solo al comando non è sufficiente. I social media
vivono di contenuti ed aggiornamenti costanti, che spesso
un’organizzazione può (e deve) creare internamente. Le figure
indispensabili per comunicare in modo efficace sono:
Responsabile video: deve essere in grado di coordinarsi con
tutti i produttori di contenuti similari, interni (campagne) o
esterni (registrazioni di presenze in TV, gruppi spontanei di
utenti o sostenitori). Non è necessario che abbia competenze di
web-marketing, specie se lavora in tandem col coordinatore:
sarà quest’ultimo a suggerire le strategie per il montaggio e il
caricamento dei video su Youtube
Un buon team sui social media
Social media: L’organizzazione
Responsabile foto: può anche coincidere con il responsabile
video o un’altra figura di staff. Deve dare testimonianza della
vita quotidiana dell’organizzazione (anche il lavoro di tutti i
giorni), quello che i media tradizionali non raccontano e quello di
cui ha bisogno un luogo di lavoro per creare interesse attorno
alle attività ed “umanizzare” chi o cosa vogliamo comunicare. Il
mezzo fotografico è assai colorato emotivamente e questo può
aiutare nel raggiungimento dell’obiettivo generale
Un responsabile foto può anche gestire un profilo su Flickr o
utilizzare foto di archivio o da fonti esterne. Può aiutare anche
nella realizzazione di manifesti e campagne
Un buon team sui social media
Social media: L’organizzazione
Responsabile web: deve essere in grado di costruire un sito e
gestirne i contenuti. Se possibile, deve poter programmare
applicazioni per Facebook (con il codice FBML), strumenti che
possono favorire moltissimo la distribuzione dei contenuti, specie
se associati a giochi o a elementi più “leggeri”, che semplifichino
la complessità di certi argomenti. Possono essere videogiochi,
quiz, premi, contest di creatività. All’occorrenza può essere
anche web editor ed inserire contenuti redazionali sul sito di
riferimento
Le quattro figure devono avere competenze minime nei
reparti che non sono di loro competenza diretta. Il coordinatore
deve anche essere dotato di capacità di analisi strategica per
orientare lo sviluppo dei contenuti
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
Le parole chiave della comunicazione sui social media
sono:
Contenuti: il silenzio è più assordante sui social
media. In un contesto dove tutti parlano, chi non dice (o dice
male) fa più rumore
Feedback: Tutti parlano, tutti ci parlano, tutti si
aspettano risposte. I social media non sono strumenti
unidirezionali. L’onore e l’onere dell’interazione sono valori non
discutibili né negoziabili
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
1. Comunicare con costanza e frequenza
È importante tenere l’attenzione sempre viva sulla Rete
Gli spazi di un’organizzazione sul web corrispondono ad un
mezzo di comunicazione istituzionale o personale. Non parlare,
dunque, vuol dire non avere niente da dire
Se non ci sono contenuti o opinioni fresche, cercarle fuori dalla
nostra organizzazione. Articoli di giornale, stimoli per il dibattito
e la discussione, contenuti di altre organizzazioni a noi prossime.
Così facendo è possibile costruire e descrivere il nostro universo
valoriale di riferimento
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
2. Non pubblicare esclusivamente
contenuti relativi all’organizzazione
Gli utenti dei social media si aspettano di parlare con altri
utenti, che siano direttamente i “capi” o persone del loro staff o
appartenenti ad aziende, partiti o organizzazioni
Così come ognuno di noi condivide gusti, passioni e interessi sui
social media, ci si aspetta che le persone che compongono le
organizzazioni con cui interagiamo facciano lo stesso. Anche la
condivisione di una passione, di un hobby, persino di una
debolezza, di un singolo o di un gruppo di lavoro può
generare attenzione e consenso
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
3. Citare esplicitamente (o taggare) i nostri
interlocutori
Taggare una persona vuol dire associarla ad un contenuto. Molti
social media permettono agli amministratori dei profili di taggare o
linkare altri profili personali, gruppi ed altre fanpage quando si pubblica
un contenuto o un aggiornamento di stato
Taggare un contenuto ha due vantaggi: includere le persone o i gruppi
taggati all’interno della comunità creata attorno al candidato; auto-
includersi nella comunità che viene taggata, duplicando la quantità di
lettori di un contenuto. Per questo motivo è importante che chi si
occuperà dell’amministrazione della fanpage si iscriva ai profili, ai gruppi
e alle pagine vicini, competitor o co-protagonisti di iniziative
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
4. Gestire i due flussi di feedback
Vuol dire gestire e interpretare la comunicazione che giunge
dall’utente al candidato, al politico o all’organizzazione, al fine di
rimodulare agenda e proposta politica e socializzare le innovazioni con i
nostri sostenitori
Questa attività di monitoraggio costante ha due vantaggi: il primo è
l’anticipazione dei tempi della politica e la possibilità di correggere
la strategia in corsa; la seconda è la creazione di link sui profili, le
pagine o i gruppi con cui è stata stabilita un’interazione. Questo
aumenta la visibilità della pagina e la rende più facilmente rintracciabile,
oltre a generare meccanismi di networking e di costruzione del consenso
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
5. Evitare censure
La tracciabilità e la memorabilità l’attività sul web rende impossibile una
rimozione totale e indolore dei contenuti. Se cancelliamo un contenuto
scomodo, gli utenti lo denunceranno pubblicamente
Sono da evitare anche rimproveri e punizioni ufficiali. Se avremo
costruito una comunità solida di sostenitori, saranno gli stessi utenti a
stigmatizzare i comportamenti spiacevoli, ribattendo agli attacchi in
nostra difesa fino alla segnalazione di comportamenti inappropriati a
Facebook che, in caso di numerose indicazioni, sospenderà
provvisoriamente l’accesso alla pagina all’utente molesto
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
6. Coltivare e crescere la propria rete di
relazione
Stimolare la maggior quantità possibile di meccanismi di networking: con
gli opinion leader, con i consumatori e i loro amici sui social media. Non
esistono molti modi altrettanto efficaci per lavorare sulla brand
awareness in tempo reale
Per ottenere questo obiettivo è sufficiente stringere relazioni, scambiare
contenuti, condividerli in contemporanea, tributare i meriti di iniziative o
anche polemizzare. O più semplicemente, posizionandosi, prendendo
decisioni e avendo cura delle reazioni generate dalle nostre azioni
In questo senso, Facebook è una risorsa chiave: permettere di fare
tutto questo in tempi brevi e in modo pressochè gratuito
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
7. Tutto online, per tutti
Rendere disponibili tutti i contenuti e le informazioni
sull’organizzazione: dalle campagne alle brochure, dagli organigrammi
ai dati (salvo quelli realmente sensibili), bisogna mettere ogni utente
nella condizione di “poterci fare pubblicità” senza complicare i processi
con meccanismi di controllo ed approvazione dall’alto
I flussi di comunicazione sono tali e tanti da impedirne un controllo
metodico e totale, che sarebbe comunque controproducente perché
contrario alle retoriche “orizzontali” di Facebook. Perché, allora, non
delegare i processi di creazione del contenuto alla Rete? Spesso gli
utenti sono più bravi di noi
Social media: buone pratiche per il successo
Social media: Cosa dire e cosa fare
8. Trarre vantaggio sui media tradizionali
Se le condizioni di questa analisi sono soddisfatte per la maggior parte,
usare Facebook e i social network come strumento esplicito di
comunicazione anche sui media tradizionali (manifesti, locandine,
campagne specifiche sostenute da uffici stampa ibridi, online+offline)
Questo principio è ancora più solido nei sistemi mediatici locali, dove
si può approfittare della relativa scarsezza di informazioni “autonome”,
che non provengono da uffici stampa e altre redazioni, per veicolare
contenuti di comunicazione nati sul web e che lì hanno ottenuto un
buon successo, in particolare video e dichiarazioni, mediante
comunicati stampa.
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
1. Costruire un racconto, una storia, una
narrazione
I contenuti, quando coerenti tra loro devono inseguirsi l’un
l’altro nella proposta, nei temi e nello stile di
comunicazione
Devono assecondare l’attualità quando possibile, devono
andare in “alto” e spostarsi sui temi di interesse pubblico
(attualità, dati economici…) quando se ne ha competenza,
devono andare in “basso” e occuparsi delle emozioni e
dei sentimenti delle persone quando il mittente ha
genuinamente empatizzato con questo genere di contesti
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
2. Comunicare tutto in diretta
Il modo migliore per comunicare sui social media è usarlo esattamente
come tutti gli altri. Così come tutti noi aggiorniamo lo status raccontando
episodi della nostra vita, carichiamo le foto di una festa o di un luogo che
ci ha emozionato, allo stesso modo dobbiamo amministrare una pagina.
Se una persona non entra in sintonia con noi, se non gli
comunichiamo umanità ed empatia, il nostro lavoro e quello
dell’organizzazione per cui lavoriamo non basterà a convincerci
La qualità dei contenuti prodotti è meno importante del timing
scelto per proporli. Una foto realizzata con un iPhone e caricata
durante un incontro pubblico è da preferire ad una foto professionale
condivisa a distanza di giorni (per quanto un contenuto non escluda
l’altro)
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
3. Evitare la routine
I contenuti vanno alternati sia per tipologia sia per stile
comunicativo. Anche in questo caso, si tratta di usare Facebook così
come lo usano i nostri interlocutori, il nostro modo di usare lo strumento.
A intervalli di tempo compresi tra i 60 e i 120 minuti la pagina dovrebbe
essere aggiornata. Si può inserire un aggiornamento di stato su un
evento, poi un articolo di giornale, poi una foto del passato, poi un link su
un’attività dell’organizzazione, poi un video Youtube del proprio canale,
poi un aggiornamento di stato sul calcio, e così via
Bisogna offrire di tutto seguendo dei fili logici e narrativi ben riconoscibili
che garantiscono la coerenza dello strumento senza sacrificare
l’eterogeneità dei contributi proposti
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
4. Editare i contenuti
Il successo di un’azione sui social media può dipendere da 30
secondi di lavoro in più. Ogni contenuto può essere personalizzato nel
titolo e nella descrizione e può essere inserito un commento a qualsiasi
contenuto, anche a un link esterno
L’importanza di un lavoro preciso di editing è forse ancora più
determinante per Youtube, dove il titolo e la descrizione sono i primi
elementi che un utente osserva. Inoltre bisogna preparare un
contenuto pensando che questo verrà condiviso da persone
anche molto lontane da noi. Suggeriamo, dunque, di inserire sempre
il nome del mittente nel titolo e sempre i link del sito e di Facebook
all’interno della descrizione
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
5. Comunicare le esclusive
Nel 2008 Obama comunicò il nome del suo candidato vicepresidente
attraverso un SMS agli iscritti alla sua newsletter e solo dopo fece
pervenire la notizia alla stampa. Lo ha fatto per far sentire la propria
comunità parte di un percorso politico e di vita
Dobbiamo fare nostro questo principio: il rapporto con i media tradizionali
è fondamentale, ma chi decide il successo di un progetto, di un
prodotto, di un’organizzazione sono le persone e sono loro il
nostro interlocutore privilegiato. Tutto ciò che può essere condiviso
prima con gli utenti e poi con la stampa (a partire dai racconti in diretta
degli eventi) è da preferire nella scelta dei contenuti da veicolare sui
social media
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
6. Far dialogare vecchi media e nuovi media
Tutti gli interventi sui media tradizionali devono diventare contenuti per il
web. Se si interviene in televisione, l’intervento deve finire su Youtube; se
parla in radio si deve caricare e condividere il contributo audio. I social
media sono come il maiale: non si butta via niente
Questo è vero sia per non disperdere i contenuti, sia perché è possibile
creare affiliazione e condivisione da parte di chi ha visto l’intervento
sui media tradizionali, lo ha trovato convincente, lo vorrebbe condividere
con i suoi amici e, se viene messo nelle condizioni di poterlo fare, si attiva
per farlo conoscere
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
7. Far dialogare nuovi media e vecchi media
La transizione vecchi-nuovi media richiede solo un lavoro redazionale. Il
passaggio inverso, ben più affascinante, non è poi così
impossibile. Spesso i media locali hanno “fame” di storie da raccontare.
Un comunicato stampa ben confezionato, un video corto e di alta qualità,
una curiosità o un aneddoto possono entrare nell’agenda setting dei
giornali e delle TV senza sforzo
Inoltre i social media permettono di testare contenuti video prima che
diventino “ufficiali”. Se il miglior video prodotto durante una
campagna (per visualizzazioni e feedback) è stato prodotto da un
utente/sostenitore, perché non si può immaginare che diventi il
video ufficiale?
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
8. Parlare alle nicchie
La comunità virtuale di sostenitori o di potenziali
interlocutori/utenti/acquirenti è fatta di esperienze diverse, di tante
piccolissime nicchie di pubblico: gli ambientalisti, gli architetti, gli
abitanti del centro, i commercianti, gli sportivi, gli omosessuali, gli
apocalittici e gli integrati
Per questo bisogna sforzarsi di cogliere le occasioni per dire una cosa a
ognuna di queste categorie, seguendo l’attualità o una richiesta esplicita
di attenzione. La gestione del feedback è la chiave del successo della
comunicazione sui social media. Dare feedback a tutti vuol dire
mostrarsi attento agli interessi di tutti, dunque essere credibile
come organizzazione che non vuole limitarsi a messaggi unidirezionali
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
9. Parlare quando c’è gente online
Un aggiornamento di stato illuminante scritto in piena notte rischia di non
essere valorizzato pienamente perché non c’è nessuno online che può
condividerlo in tempo reale e può generare l’effetto palla di neve e il
passaparola anche fuori dalla Rete
Per questo motivo va contemplata l’ipotesi di scrivere una scaletta
quotidiana dei contenuti da condividere per poter gestire tutto e far
uscire i contenuti migliori quando il pubblico potenziale è più ricettivo
Social media: come costruire contenuti
interessanti
Social media: Come comunicare
10. Essere flessibili in caso di crisi
comunicative
Se un contenuto offre lo spunto per critiche e controversie, non è un
immorale proporre in breve tempo (e non aspettare, dunque, la cadenza
canonica di pubblicazione) un altro stimolo per distrarre i fan della pagine
e riattivarli positivamente
Questa regola è valida, al contrario, in caso di intervento comunicativo
particolarmente riuscito. Se un aggiornamento esalta i sostenitori, forse è
il caso di tenerlo in evidenza per più tempo, salvo necessità di caricare
contenuti nuovi perché sono tanti, perché c’è un evento o perché
l’attualità impone un intervento o una correzione di strategia
Ted – Video #3
Clay Shirky: come il surplus cognitivo
cambierà il mondo
TED, video #3
http://www.ted.com/talks/lang/ita/clay_shirky_how_cognitive_surplus_will_change_the_world.html
Clay Shirky indaga sul "surplus cognitivo", il lavoro condiviso online che eseguiamo con i nostri cicli mentali liberi. Mentre siamo occupati nel redarre Wikepedia, postare su Ushahidi (e sì, anche creando i lolcats), stiamo costruendo un mondo migliore e più cooperativo.
Social media e politica #1
Michele Emiliano, sindaco di Bari, 2009-
2011
Bari – il caso EmiLabMichele Emiliano- Amministrative 2009
Michele Emiliano (PD), sindaco di Bari dal 2004, secondo un
sondaggio di giugno del 2008, ha 8 punti di svantaggio sul suo
avversario, Simeone Di Cagno Abbrescia, già sindaco dal 1994 al
2004
L’attività amministrativa è, però, soddisfacente (abbattimento
Punta Perotti, riapertura Teatro Petruzzelli, innovazioni nei
trasporti pubblici, bonifica ex sede Fibronit)
La questione decisiva per vincere le elezioni diventa:
Come si comunicano le cose fatte in modo
capillare ed in poco tempo?
Bari – il caso EmiLabMichele Emiliano- Amministrative 2009
Nasce EmiLab. Inizialmente è un gruppo di lavoro specialistico che
nasce in seno a Proforma. Si tratta di un’unità di sei ragazzi di età
inferiore ai 30 anni. Si dovevano occupare di analisi, gestione e
monitoraggio della comunicazione sui social network, di ascolto e
feedback alla cittadinanza, di analisi del comportamento dell’avversario
Le precedenti esperienze di networking dei due coordinatori e la volontà
di misurare l’effettivo potenziale della loro generazione ispirano un
decisivo cambio di passo. Attraverso un reclutamento basato sul
passaparola qualificato (riconoscimento di fiducia e competenza tra
amici + dichiarato interesse/amore/attaccamento alla città) il gruppo di
lavoro si trasforma in un laboratorio politico composto da 150 volontari
under 30
Bari – il caso EmiLabMichele Emiliano- Amministrative 2009
Il gruppo allargato acquista progressivamente autonomia, autorevolezza
e diventa un attore della campagna elettorale, più che un’unità di
servizio.
EmiLab si occupa infatti di:- Gestire il comitato elettorale;
- Organizzare eventi;
- Contribuire alla redazione dei materiali di campagna elettorale;
- Realizzare spot, video-denunce, video sull’avversario, contest di
creatività
- Raccogliere 1000 video-domande al Sindaco e restituire la risposta ai
cittadini
Ma la chiave del successo di EmiLab è organizzativa. All’entusiasmo dei
volontari si unisce una capillare distribuzione degli stessi nella città,
attraverso la divisione in gruppi di quartiere
EmiLab – i gruppi di quartiere
Michele Emiliano- Amministrative 2009
I 150 ragazzi auto-certificano la loro appartenenza ad un gruppo di
quartiere, sulla base della loro residenza, del loro luogo di lavoro o di vita
I gruppi sono composti da un numero di componenti proporzionale agli
abitanti del quartiere. Secondo la stessa proporzione sono raccolte le
1000 video-domande
Ogni gruppo nomina un proprio coordinatore, crea un gruppo
Facebook autonomo, organizza eventi nei punti di snodo del
quartiere, scrive progetti sociali (realizzati durante la campagna
elettorale) e parti di programma relativi ai problemi emersi
durante la raccolta delle video-domande
Ogni gruppo si identifica secondo il nome del quartiere + claim della
campagna elettorale (Japigia vai Avanti, Carrassi vai Avanti, San Paolo vai
Avanti…)
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Copertina “Ce ha ffàtte Emiliane”, libro di 84 pagine sull’attività
amministrativa
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Interno “Ce ha ffàtte Emiliane”: non solo fatti, ma quiz, curiosità ed
immagini
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Street art @ San Paolo: l’arte urbana colora un quartiere periferico della
città
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
La Gemma – video-inchieste sull’attività amministrativa di Di Cagno
Abbrescia (link a Youtube)
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Problemi di elezione – web-spot no-budget
divenuto poi ufficiale e trasmesso in TV (link a Youtube)
EmiLab - strumentiMichele Emiliano- Amministrative 2009
Gianni Paulicelli – televendita nucleare
Il video più popolare della campagna (link a Youtube)
Emiliano vinceMichele Emiliano- Amministrative 2009
Michele Emiliano si conferma Sindaco di Bari, prevalendo su
Simeone Di Cagno Abbrescia al ballottaggio, con il 59,7% delle
preferenze (al primo turno Emiliano si è fermato al 49,3). Nella stessa
tornata elettorale il centro-sinistra perde la provincia di Bari al primo
turno.
Emiliano è il primo sindaco in Italia per fan su Facebook (circa 12000)
Tommy Attanasio, coordinatore cittadino del PDL, commenta così la
sconfitta:
“abbiamo totalmente perso il voto giovanile”
EmiLab firma un intero capitolo del programma di governo,
“trenta idee under 30”, che consiste nella raccolta di tutti i progetti a
medio termine “ispirati” dalle richieste dei cittadini e dall’ascolto
attraverso mezzi tradizionali ed innovativi
EmiLab - Cosa non ha funzionato?
Michele Emiliano- Amministrative 2009
Durante la campagna elettorale ci è stato chiesto un improvviso e
intempestivo intervento attivo nella competizione attraverso la
formazione di una lista civica, Bari Vai Avanti
L’ipotesi strategica generale che ha portato a questa scelta è: la forza
propulsiva di EmiLab, il nome e il logo possono generare consenso diretto
e immediato
Abbiamo candidato un solo consigliere comunale e alcuni rappresentanti
nei consigli di circoscrizione (gli altri posti sono stati riempiti da persone
che non avevano condiviso il percorso di EmiLab)
La lista non è andata oltre lo 0,7%, compromettendo, ad ora, il
potenziale di rappresentanza politica del gruppo e causando problemi
di tenuta complessiva
Michele Emiliano
Prendersi cura della città via Facebook: una case-
history
Emiliano, il sindaco di Facebook
Michele Emiliano è sindaco di Bari, capoluogo della Puglia (350mila abitanti) dal 2004. È stato segretario regionale del PD (2007-2009) e ora ne è Presidente
La sua rielezione, nel 2009, ha visto in EmiLab, gruppo di 150 volontari under-30 a supporto della sua candidatura, uno dei suoi principali punti di forza
EmiLab nasce come gruppo specialistico che doveva occuparsi della gestione dei social media e del monitoraggio dell’avversario, poi diventa molto più centrale e gestisce processi complessi di campagna elettorale, che però risulterà essere comunque caratterizzata da una fortissima rilevanza del web
Emiliano, il sindaco di FacebookMichele Emiliano – fanpage Facebook
(http://www.facebook.com/micheleemiliano)
Emiliano, il sindaco di Facebook
Al momento della sua elezione, nel giugno 2009, Emiliano è il sindaco in Italia con più supporter su Facebook (ora è terzo, dietro De Luca e Renzi)
Da settembre 2010 gestisce la pagina Facebook in prima persona: lo staff lo supporta solo nell’ordinaria amministrazione, nel reperimento di fonti o contenuti multimediali, o quando è impegnato in altre attività
L’amore sboccia durante la Fiera del Levante 2010: durante la preparazione del discorso di inaugurazione, il sindaco chiede consigli e suggerimenti ai suoi sostenitori, che rispondono nel cuore della notte. L’inizio e la fine del suo discorso sono stati scritti integralmente da sostenitori
Emiliano, il sindaco di FacebookEmiliano scrive su FB (prima di celebrarlo
pubblicamente)il discorso inaugurale alla Fiera del Levante 2010
Cosa fa Emiliano con FacebookIl suo stile di gestione della pagina lo ha reso immediatamente molto popolare tra i cittadini e tra gli addetti ai lavori. Queste sono alcune attività da lui svolte:- Liveblogging dei consigli comunali (con commenti sui discorsi dei consiglieri e risposte ai cittadini);- Commenti politici, in particolare sul Partito Democratico;- Commenti su temi nazionali, condivisione di sentimenti personali o su eventi significativi in città;- Risposte ai cittadini che gli scrivono sulla bacheca- Pubblicazione della sua agenda;- Realizzazione e caricamento di video e foto fatte da lui;- Condivisione di contenuti suggeriti dai cittadini
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano pubblica online un video da lui realizzato in cui porta due anziani signori al Teatro Petruzzelli, che
non avevano mai visto dopo la ricostruzione
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano festeggia per il pareggio della squadra di calcio del Bari
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano commenta la vittoria di Roberto Vecchioni a Sanremo
Emiliano, la giornata su Facebook
Emiliano chiede un parere sulla sua apparizione televisiva
a “Le invasioni barbariche”, su La7
Emiliano e Facebook: le polemiche
Lo stile di gestione di Facebook ha polarizzato le valutazioni sulla comunicazione di Emiliano, e
dunque su di lui. I punti più controversi:
- Il tono e il linguaggio, estremamente informali;- L’assenza di diplomazia (scrive tutto quello che pensa);- La scelta di utilizzare FB per prese di posizione forti, talvolta provocatorie, che scatenano reazioni di tutti i tipi (anche violente e poco costruttive) da parte dei cittadini;- L’uso di FB per comunicare le sue idee e intenzioni amministrative anticipando la stampa (che sempre più spesso cita la fanpage come fonte informativa);- L’uso di Facebook per condurre campagne di educazione civica e per dare voce ed evidenza a lamentele dei cittadini
Emiliano e i “fannulloni”Il momento di massima esposizione mediatica della fanpage di Emiliano giunge quando il sindaco di Bari
pubblica questa foto, pubblicata da un cittadino, in cui tre dipendenti dell’AMIU (azienda municipalizzata per
l’igiene urbana) chiacchierano durante l’orario di lavoro
Emiliano e i “fannulloni”Emiliano ripubblica la foto e la commenta, dando il via a giorni di dibattiti, polemiche,
commenti e repliche
Emiliano e i “fannulloni” – reazioni dei media e
dell’opinione pubblicaLa notizia è riportata da tutti i principali telegiornali nazionali
Emiliano è intervistato da testate, radio e tv locali e nazionali
Giornalisti, editorialisti e blogger parlano per giorni dell’operazione fannulloni dividendosi tra entusiasti e contrari
Sindacati, dipendenti pubblici e un pezzo consistente del suo elettorato (di sinistra, in particolare) lo critica per questi metodi, definiti sommari e delatori
La federazione locale della CGIL chiede a Emiliano la chiusura della pagina Facebook
Emiliano e i fannulloni – effetti immediati su Facebook
I cittadini pubblicano sistematicamente foto e video che dimostrano comportamenti non professionali o situazioni di degrado in varie parti della città
Allo stesso tempo, altri cittadini elogiano i comportamenti virtuosi di dipendenti pubblici, e Emiliano rilancia queste testimonianze
L’AMIU (in particolare il suo direttore generale) ha iniziato a comunicare con i propri cittadini via Facebook
Emiliano non ha chiuso la sua pagina Facebook né ha cambiato atteggiamento: continua a confrontarsi quotidianamente con i cittadini e con i giornalisti sulle sue decisioni amministrative e i suoi convincimenti politici
Emiliano e i “fannulloni” - le reazioni
La replica alla CGIL
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Elogio ai lavoratori pubblici virtuosi (su suggerimento di un utente)
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Emiliano scrive una nota su Facebook (e non un comunicato) rivolgendosi a due poliziotti che gli avevano manifestato perplessità sulla strategia
comunicativa
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Emiliano pubblica un video di Youtube realizzato da un cittadino che illustra come la polizia abbia
esercitato un abuso di potere, riservando trenta posti auto durante la celebrazione di un matrimonio di un
vigile urbano
Emiliano e i “fannulloni” – le reazioni
Emiliano pubblica la foto di un cittadino che testimonia come un auto della polizia sia
parcheggiata in modo irregolare, bloccando il traffico
Emiliano e i fannulloni – punti di forza
Crescita improvvisa e sostenuta del numero dei sostenitori su Facebook
Popolarità nazionale
Interazione sincera e sistematica tra sindaco e cittadini
Crescita della percezione di autorevolezza, autorità e rappresentatività da parte del potere pubblico nei confronti della cittadinanza
Emiliano e i fannulloni – punti di debolezza
Questo metodo, così com’è, non è scientifico. Dipende infatti dalla volontà (variabile) dei cittadini di condividere informazioni e dalla disponibilità di tempo ed energia del sindaco
Un utilizzo distorto dell’intuizione di Emiliano potrebbe incitare i cittadini a utilizzare la fanpage di un sindaco di una grande città, e frequentata dall’intera comunità, per atti di delazione
Emiliano è il sindaco, dunque è il principale responsabile dei comportamenti inadeguati che lui denuncia, soprattutto perché le municipalizzate sono guidate da dirigenti scelti politicamente
Emiliano e i fannulloni – opportunità
Il metodo potrebbe diventare scientifico, e dunque difficilmente contestabile, se:
- il sistema sarà gestito da una struttura interna del Comune (con un’interfaccia sui social media) e non direttamente dal sindaco;- il sindaco incinterà alla denuncia degli effetti di comportamenti irregolari o dello scarso impegno sul lavoro: ad esempio, fotografando la sporcizia eccessiva e non foto che potrebbero generare malintesi se estratte da un contesto non chiaro;- verificando internamente chi sono i responsabili, notificando loro un comportamento inadeguato e denunciando pubblicamente la reiterazione dello stesso
Questa struttura ovviamente ha un costo, ma l’investimento sarebbe certamente ammortizzato dal risparmio economico e sociale dovuto al miglioramento del sistema di controllo
Emiliano e i fannulloni – minacce
Il sistema attuale potrebbe generare un sentimento di preoccupazione costante da parte dei dipendenti pubblici all’idea di essere fotografati in qualsiasi momento, anche in assenza di comportamenti certamente irregolari
Non c’è nessun sistema di verifica che l’uso delle segnalazioni non abbia un interesse personale di chi lo fa: come si può avere la certezza che un cittadino denuncia qualcuno e che non abbia mai graziato qualcun altro?
L’opposizione al Comune di Bari potrebbe utilizzare i contenuti pubblicati dagli utenti sulla fanpage di Emiliano per aggredire politicamente il sindaco, soprattutto quando denunciano mancanze dell’Amministrazione Comunale o i problemi restano irrisolti.
Emiliano e i fannulloni – effetti su Facebook
Tasso di incremento delle pagine Facebook nel mese di gennaio 2011, nel periodo dell’operazione
mediatica (fonte: Baroncelli.eu – link al sito)
Emiliano, sebbene sia “solo” il sindaco di una città, è terzo in Italia per numero di nuovi sostenitori acquisiti. Solo Vendola e Berlusconi hanno saputo fare meglio
Emiliano e i “fannulloni” – effetti di medio periodo
Un sondaggio pubblicato a fine 2011 posiziona Emiliano al settimo posto tra i sindaci più amati in Italia nel 2010. Un anno fa Emiliano era 23imo. Al primo posto c’è Matteo Renzi, sindaco di Firenze: anche lui usa Facebook in prima persona. Sono indizi del crescente peso dei social media nel consolidamento del consenso
Ted – Video #4
Chris Anderson: Come i video sul web stimolano
l'innovazione globale
TED, video #4
http://www.ted.com/talks/lang/ita/chris_anderson_how_web_video_powers_global_innovation.html
Chris Anderson di TED racconta che la crescita dei video sul web guida un fenomeno mondiale chiamato Crowd Accelerated Innovation (Innovazione Accellerata di Massa) -- un ciclo di apprendimento che si autoalimenta e che potrebbe essere importante tanto quanto l'invenzione della stampa. Ma per sfruttare questo potenza, le organizzazioni dovranno affrontare una radicale apertura. E per TED, significa l'alba di un nuovo capitolo totalmente nuovo...
Social media e politica #2
Nichi Vendola, Presidente della Regione Puglia e
portavoce di SEL (2010-2011)
Nichi Vendola, 1995Nichi intervistato da Patrizio Roversi e Susy Blady a Turisti per Caso
Sono passati 15 anni, ma…
“Se rinasco non faccio più l’Onorevole”
“Il Sud non si narra più, non si racconta più come una comunità;”
“Serve una grande opera di ricostruzione di un tessuto di coralità”
“Sono collocato dentro la mia biografia”
Nichi Vendola – i punti di forza
(a prescindere dai comunicatori)
Credibilità: Nichi è la sua biografia
Coerenza: Nichi ha sposato le sue idee e non le ha lasciate, neanche quando impopolari (esempio: posizioni sui ROM)
Coraggio: Nichi ha fatto la lotta alla mafia in prima persona, non può avere paura adesso
Forte senso di appartenenza: alla terra, alla comunità, al popolo (“connessione sentimentale”)
Nichi Vendola – punti di debolezza attribuiti
(a prescindere dai comunicatori)
“È comunista”;
“È omosessuale (e si dice cattolico nonostante tutto)”;
“È sovversivo”
“Sui suoi Assessori coinvolti in scandali, non poteva non sapere”
“La Sanità pugliese ha debiti per centinaia di milioni”
E i comunicatori?
Proforma è stata responsabile della strategia generale e dei concept delle campagne elettorali di Nichi Vendola (Primarie + Regionali) sia nel 2005 che nel 2010
Gli scenari politici, la popolarità di Nichi, la condizione di partenza, l’avversario e gli alleati sono variabili che sono cambiate profondamente nel corso dei cinque anni
La stella polare della strategia comunicativa delle campagne è stata una sola: ribaltare i punti di debolezza in punti di forza
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “diverso”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “estremista”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “pericoloso”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola – manifesto “sovversivo”
Nichi Vendola – campagna Regionali 2005
Nichi Vendola e sua mamma
Puglia 2009 – lo scandalo sanità
Nichi Vendola- Primarie 2010
6 febbraio: Alberto Tedesco (PD), Assessore alla
Sanità, si dimette dopo essere entrato nel registro
degli indagati per abusi relativi alla fornitura di
prodotti e servizi
13 luglio: Vendola annuncia un rimpasto di Giunta,
dalla quale uscirà anche Sandro Frisullo (PD), suo
vicepresidente, poi coinvolto in un’inchiesta in piena
campagna elettorale (marzo 2010)
Queste mosse risulteranno decisive per il successo di
Vendola. La comunicazione politica non basta
Puglia 2009 – Nichi si ricandida?
Nichi Vendola- Primarie 2010
Amministrare bene non basta. Nonostante aver
allontanato Assessori prima che fossero rinviati a
giudizio e nonostante straordinari risultati su
politiche giovanili, innovazione, politiche energetiche
ed ambientali Nichi rischia di non potersi candidare
e, dopo un’estenuante trattativa politica interna al
centro-sinistra, raggiunge l’obiettivo “minimo” delle
Primarie. Ma la politica non è con lui.
Nichi è solo contro tutti…o no?
Nichi – solo con(tro) tuttiNichi Vendola- Primarie 2010
Solo contro tutti – manifesto Vendola
primarie 2010
Puglia – le Fabbriche di Nichi
Nichi Vendola- Primarie 2010
Ancora una volta la campagna di comunicazione ribalta un
punto debole di Nichi. Lasciato solo dalla politica, è solo
contro tutti i dirigenti. Ma è con la gente
Nasce un movimento trasversale (interno al PD, a SEL, ai
comuni cittadini) che lotta per difendere il diritto di
Vendola a ricandidarsi.
Nascono così le Fabbriche di Nichi, comitati elettorali
diffusi e assai eterogenei per composizione
Puglia – le Fabbriche di Nichi
Nichi Vendola- Primarie 2010
Perché è un modello vincente?
Il successo di questo modello organizzativo,
contemporaneamente leggero nella struttura
(totalmente autogestita) ma densa nella
produzione (bottom-up) e nella diffusione
(top-down) dei contenuti, porta alla nascita di
Fabbriche in tutta Italia e nelle principali città
d’Europa
Nichi – solo con(tro) tuttiNichi Vendola- Primarie 2010
Il simbolo del successo
Nichi x2 – azione di reclutamento al voto alle
Primarie
costruita integralmente su Facebook e sostenuto
da una videolettera (Videolettera Nichix2)
Costo dell’operazione: 0 Euro
Nichi vince le PrimarieNichi Vendola- Primarie 2010
Il 24 gennaio 2010 si celebrano le elezioni
Primarie
Vendola batte Boccia con il 73% dei
consensi
A votare si recano 200mila persone (80mila nel
2005)
L’UDC aveva annnunciato che non avrebbe
appoggiato Vendola in caso di successo. I
pugliesi, dunque, ignorano questa indicazione
politica
Nichi vince le PrimarieNichi Vendola- Primarie 2010
La storia delle Primarie è sintetizzata da un video realizzato da Diego Bianchi (Zoro), per “Parla con Me”
Tolleranza Zoro Puglia - prima parteTolleranza Zoro Puglia - seconda parte
Perché Nichi vince le Primarie
Nichi Vendola- Primarie 2010
1. Perché ha una macchina organizzativa
2. Perché delega pezzi di campagna elettorale alle Fabbriche, generando entusiasmo
3. Perché la politica non offre motivazioni valide per la sua non-candidatura
4. Perché comunica in modo capillare, con strumenti corretti e a costi limitati
Nichi stravince le PrimarieNichi Vendola- Primarie 2010
Nel frattempo, su Facebook (30 gennaio 2010: 39503 fan),
+68,7% in quattro settimane)
Cambia lo scenario, non i punti di forza
Nichi Vendola- Regionali 2010
Siamo alle Regionali
Le Fabbriche di Nichi hanno poco più di due mesi per fare
campagna elettorale, ma sono una macchina già
ampiamente rodata. Il loro ruolo:
a.Attivare le comunità, declinando messaggi di
campagna elettorale su scala iper-locale;
b.Proporre soluzioni creative o interpretare le azioni
suggerite dal comitato elettorale sul territorio;
Cambia lo scenario, non i punti di forza
Nichi Vendola- Regionali 2010
Consolidare il consenso e la ritrovata unità della
coalizione;
Comunicare il loro lavoro e l’attività amministrativa di
Vendola con spazi autogestiti sui social network
Costruire interi pezzi di campagna, sia politici che
organizzativi che creativi
Perché ciò sia possibile, sono necessarie linee guida
condivise che regolino il “disordine organizzato”
Come si apre una Fabbrica?
Nichi Vendola- Regionali 2010
Fabbrica di Nichi – video-tutorial
Puglia – le Fabbriche di Nichi
Nichi Vendola- Regionali 2010
Il centro-sinistra si ricompatta su Vendola, il centro-
destra implode e si presenta con due candidati
(Palese, Poli Bortone)
La campagna di Vendola, come nel 2005, parte da un
presunto punto di debolezza del candidato per
trasformarlo in un punto di forza. Nascono così le
“poesie”, declinate in infinite varianti su
Internet, anche dagli avversari, che
promuovono involontariamente il “brand
Vendola”
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola – la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Vendola - la poesia è nei fatti
Nichi Vendola- Regionali 2010
Non solo manifesti
La campagna non si sviluppa solo sui mezzi tradizionali. I manifesti sono la sintesi “generalista” di un processo di analisi dell’attività amministrativa declinata sui vari mezzi (soprattutto online) e non una forma di propaganda
Questo è possibile anche grazie ad uno staff che offre competenze multiformi.
Proforma è affiancata da FF3300, insieme a Ed Testa e Carla Palladino, designer della comunicazione, che realizzano i “tweet della Puglia Migliore”
La Puglia migliore è fatta così
Nichi Vendola- Regionali 2010
Puglia Migliore – spot web Apulia Film Commission
La Puglia migliore è fatta così
Nichi Vendola- Regionali 2010
Puglia Migliore – spot web Principi Attivi
Case history Taroccailmanifesto.com
Nichi Vendola- Regionali 2010
La democrazia conviene
Il meccanismo di propagazione virale della comunicazione dei tre candidati avvantaggia Vendola
La sua campagna è più efficace, è la più “taroccabile”, ci sono più sostenitori sul web/detrattori degli altri candidati
E così è prodotto un cavallo di troia anonimo, un sito che permette a tutti di personalizzare a piacimento le campagne elettorali dei tre candidati e di condividere i propri lavori sui social network
Contenuti prodotti: migliaia Costo dell’operazione: 0 Euro
Taroccailmanifesto.comNichi Vendola- Regionali 2010
Vendola: perché vince? Nichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola, che a fine 2009 non disponeva
di una coalizione a sostegno della sua
candidatura, vince le elezioni. Come è
possibile?
1.Contenuti diversificati, ogni giorno
2.Non è l’unico attore della comunicazione
3.Aggira il sistema dei media tradizionali
4.Sfida i suoi punti deboli
La Puglia dal medicoNichi Vendola- Regionali 2010
Lo spot ufficiale della campagna elettorale di Vendola
2010 è paragonabile a un gol in trasferta in
contropiede
Mentre Palese attacca l’Amministrazione sulla Sanità
(e subisce un contrattacco sull’indebitamento della
Giunta Fitto, di cui Palese era Assessore alla Sanità),
Vendola sfida apertamente il tema con uno spot
in cui la “Signora Puglia” va a farsi curare da un
medico romano
La Puglia dal medicoNichi Vendola- Regionali 2010
Puglia dal Medico – spot TV
…e Nichi dalla mammaNichi Vendola- Regionali 2010
In parallelo, sul web, compaiono pillole web raccolte
durante una vera discussione tra Nichi e sua
madre. Le pillole rispondono a tutte le domande
sulla gestione della sanità che erano state mosse dal
centro-destra durante i due mesi di campagna
elettorale.
La destra attacca Vendola solo sulla sanità,
Nichi depotenzia questa strategia e va a vincere
…e Nichi dalla mammaNichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola - a proposito di salute
Nichi vince le RegionaliNichi Vendola- Regionali 2010
Il 28 e il 29 Marzo 2010 si celebrano le elezioni Regionali:
Vendola vince con il 48,7%, Palese non va oltre il
42,2%, Adriana Poli Bortone ottiene l’8,71%
Palese aveva un budget otto volte superiore a Vendola
Vendola, attraverso il rimpasto di giunta, è riuscito a
preservare l’immagine di politico onesto
Con la comunicazione ha anticipato le mosse
dell’avversario
Nichi vince le RegionaliNichi Vendola- Regionali 2010
Nel frattempo, su Facebook (30 marzo 2010, 79103
fan,
+126% in due mesi)
Social media dopo le elezioni
Comunicare l’attività amministrativa
Facebook è solo uno strumento elettorale?
NO!
Il tandem sito internet personale – Facebook rappresenta
un meccanismo parallelo di comunicazione istituzionale e
permette la costruzione di una narrazione
I social network permettono la creazione di uno spazio
autogestito di comunicazione pubblico/politica e
soprattutto assolvono al principale compito della
comunicazione istituzionale: collegare la politica alle
politiche
Collegare politica e politiche
Comunicare l’attività amministrativa
Nichi Vendola – sceenshot pagina Facebook
Tre temi: attività della regione, rapporti coi media, politica
nazionale
Dalle Regionali ad oggi: cosa è successo?
Dalle Regionaliad oggi
1. Stati generali delle Fabbriche di Nichi
2. Vendola si candida a Premier per il Centro-
sinistra (attraverso le Primarie)
3. Vendola primo in Italia su FB
4. Vendola primo in Europa sui social
network
5. Vendola, pur non essendo in
Parlamento, è un attore politico di
livello nazionale
EyjafjallajökullDalle Regionaliad oggi
Bari, dal 16 al 18 luglio, ospita gli Stati Generali delle
Fabbriche di Nichi. 1500 giovani da tutta Italia si
riuniscono per discutere del futuro della rete e per
riflettere sugli strumenti migliori per sostenere le
ambizioni nazionali di Vendola. Un’eruzione di buona
politica.
Non a caso, Nichi sceglie proprio questo evento per
annunciare la sua candidatura alle Primarie del centro-
sinistra
EyjafjallajökullDalle Regionaliad oggi
Eyjafjallajökull - spot web
Fabbriche: e ora che si fa?
Comunicare l’attività delle Fabbriche
Buone pratiche a costo (quasi) zero
Trasformare tutto in contenuto. Dalla riunione a porte chiuse al
video-report, dal report di assemlea alla sintesi condivisa come
nota, con tag ai partecipanti, dalla chiacchiera al bar all’album
fotografico;
Trasformare la creatività in azione. Adbusting, videolettere,
comunicati stampa, pressione sull’opinione pubblica locale.
Non solo social media. Creare uno spazio istituzionale, magari
con un blog a più voci, senza nascondere debolezze, screzi,
conflitti
Fabbriche: e ora che si fa?
Comunicare l’attivitàdelle Fabbriche
Qualunque sia la direzione politica che Nichi e le
Fabbriche intraprenderanno, esiste già un obiettivo:
Costruire una narrazione locale di ogni
Fabbrica e di ogni comunità per costruire
una narrazione collettiva e glocale delle
Fabbriche
I social media sono decisivi nella riuscita di questo processo
FB strumento di massa?
Comunicare l’attività delle Fabbriche
Quali sono i fattori critici di successo di una fanpage
politica?
1.Gestire il feedback
2.Aggiornare con costanza e varietà
3.Utilizzare meccanismi di comunicazione virale
4.Offrire contenuti inediti
5.Non commettere errori politici “offline”
Nichi Vendola
La giornata-tipo del suo staff sui social
media
Premessa: la mia giornata-tipo
È difficile non adattare il proprio stile di vita per eseguire al meglio questo compito. E così, vuoi per piacere personale, vuoi per lavoro…
1.Al risveglio: rassegna stampa televisiva + telegiornali;2.Durante il tragitto verso l’ufficio: rassegna stampa radiofonica;3.Durante la giornata: aggiornamenti regolari dalle fonti online (quotidiani, blog, social media)4.In ogni momento: interazione costante con lo staff, con le Fabbriche, con amici e opinion leader per allargare al massimo lo spettro di monitoraggio e affinare le analisi
Al momento, svolgo l’attività di coordinatore social media da volontario, dunque svolgo questo compito durante l’orario d’ufficio e dovendo monitorare numerosi flussi di informazione
Le prime dei giornaliOgni giorno, su Funize (http://www.funize.com), è possibile
osservare e scaricare le immagini delle prime di tutti i principali quotidiani nazionali
Gli strumenti di lavoro
1.Notebook con connessione a Internet: senza la Rete non potrei neanche iniziare a lavorare;
2.Facebook, Twitter, Youtube, Skype e messaggi istantanei, mail, browser (più di uno);
3.Smartphone per aggiornamenti in mobilità (sia su ciò che accade, sia per amministrare);
4.Mezzi tradizionali (tv, radio) per livestreaming, aggiornamenti e analisi;
5.Telefono, quando non si può farne a meno
Fanpage Facebook di NichiIndirizzo Facebook:
http://www.facebook.com/pages/Nichi-Vendola/38771508894
Fonti di informazione (1)
-Sito Internet di Vendola (http://www.nichivendola.it) e sito della Fabbrica di Nichi (http://fabbrica.nichivendola.it);
-Pagine FB di Nichi, della Fabbrica (link alla
fanpage) e di “Pugliamo L’Italia”, gruppo volontario di sostenitori (link alla fanpage) + Twitter per osservare ed elaborare il feedback;
-Google News per il monitoraggio di agenzie e il reperimento online di articoli di giornale;
-Youtube per reperire video realizzati da noi, da sostenitori, dalle televisioni o contenuti inediti;
Fonti di informazione (1)http://www.nichivendola.it - homepage
Fonti di informazione (2)
-Sito Internet della Regione Puglia (link al sito) per comunicati stampa del Presidente e degli Assessori, per la rassegna stampa del Consiglio Regionale e per la web-tv della Regione;
-Sito di SEL (link al sito) per iniziative politiche e comunicati dell’ufficio stampa nazionale;
-Mailing list interne tematiche (esempio: gruppo comunicazione) e mailing list allargata del gruppo di lavoro (Fabbricazero)
-Giornali cartacei (anche se progressivamente sono sempre meno indispensabili)
Fonti di informazione (2)Landing page di “Cambia l’Italia”, evento organizzato
da Sinistra e Libertà a Roma domenica 27 febbraio
Staff e interlocutori
1.Responsabile comunicazione Fabbrica di Nichi: Sonia Pellizzari (il mio primo interlocutore);2.Redattore sito Internet: Nico Bavaro3.Nichi e la sua cabina di regia politica;4.Responsabile fanpage Fabbrica di Nichi: Elda Grazioso;5.Responsabile video Fabbrica di Nichi: Maurizio Di Fronzo;6.Coordinatori delle aree tematiche (partecipazione – coordinamento scientifico, gestione amministrativa, eventi;7.Addetto stampa nazionale di SEL: Paolo Fedeli8.Amministratori di Pugliamo L’Italia;9.Fabbriche di Nichi e Fabbrica Zero;10.Strutture creative, allertate soprattutto in occasione di campagne
Staff e interlocutoriFanpage Fabbrica di Nichi
http://www.facebook.com/fabbricadinichi
Analisi e gestione del feedback
Spesso i migliori spunti di riflessione provengono dai commenti letti sulla Rete. Il mio compito è valutarli a livello politico e comunicativo e inviare riflessioni e proposte ai vari responsabili
L’analisi del feedback ci ha permesso anche di scongiurare o attenuare potenziali crisi comunicative (segnalazioni degli utenti dai territori con richieste di risposta; appelli sul web; messaggi diretti)
I flussi di Facebook sono monitorati direttamente sulla pagina; per Twitter utilizzo uno strumento apposito, Tweetdeck, che mi permette di osservare più flussi comunicativi in tempo reale
Analisi e gestione del feedback
Interfaccia di gestione di Tweetdeck – http://www.tweetdeck.com
Compiti staticiLa produzione di contenuti è
quantitativamente e qualitativamente elevata
1.Le fonti di informazione sono numerose: comunicati, dichiarazioni, interventi televisivi, video, articoli di giornale, post di blog, link a contenuti presenti sulla Rete;2.Il profilo pubblico di Nichi Vendola è complesso (attività politica, attività come Presidente di Regione, attività di SEL, attività delle Fabbriche)
La parte statica del mio lavoro consiste dunque nel ricevere e pubblicare questo tipo di informazioni. Ma questo non è solo un ruolo redazionale
Compiti statici – le cinque foto
L’identità di Nichi Vendola nelle cinque foto profilo su Facebook
Compiti dinamiciIl ruolo di coordinatore social media di un politico diventa dinamico ed è richiesto coraggio, attenzione massima e presa di decisione secondo due direttrici di intervento:
1.Quando i contenuti sono “troppi”: bisogna scegliere cosa dire (argomento), come dirlo (strumento o editing del contenuto), se rinunciare a qualcosa e perché, se rinviare la pubblicazione di un contenuto per specifici motivi;2.Quando i contenuti sono troppo pochi: ad esempio: cosa si fa se Vendola va in vacanza? E se non fa dichiarazioni pubbliche? E se non si è ancora espresso pubblicamente su questioni sollevate dagli utenti? La pagina dovrà essere comunque aggiornata, perché il silenzio sui social media non è tollerato
Compiti dinamici – le diretteLivestreaming del comizio di Nichi Vendola a
“Cambia l’Italia, Roma, 27 Febbraio”
La strategia osmoticaSia i compiti statici che quelli dinamici non sono presi in perfetta solitudine: ogni passaggio è discusso e concordato con la redazione e il responsabile comunicazione della Fabbrica. I compiti dinamici sono condivisi anche dalla cabina di regia politica
La comunicazione di Vendola a regime comporta un lavoro più simile a quello redazionale. Il mio compito diventa tecnico e non politico: mi devo occupare di come presentare i contenuti e di valutare eventuali reazioni impreviste
Quando c’è un eccesso o una mancanza di flusso di comunicazione, invece, può accadere che siano i social media a dettare l’agenda, indicando quali sono i temi cui Vendola vuole porre l’acceleratore, o addirittura a creare top stories
La strategia osmotica – un esempio
18 agosto 2010: Vendola supera Berlusconi su FB
e diventa il politico più seguito in Italia
Nichi è in vacanza fuori dall’Italia, così come buona parte dello staff (e degli italiani). Anche l’intero sistema politico italiano è in vacanza: le Camere sono chiuse, gli enti pubblici procedono a ritmo ridotto, le attività partitiche sono rallentate
Così decido di anticipare il ritorno dalle vacanze e di gestire la comunicazione del sorpasso (comunicato stampa, dichiarazioni + copertura assoluta sui social media).
I giornali non hanno notizie politiche rilevanti di cui parlare: è più facile conquistare titoli o posizioni privilegiate. La notizia, anche per questo motivo, fa il giro d’Italia
Bossi: “è un complotto”Dichiarazione di Umberto Bossi
sul sorpasso di Vendola su Facebook
Risultati: Vendola in Italia (Facebook)
Numero di fan e trend di crescita in Italia – ultimi 12 mesi (fonte: Baroncelli.eu)
Ma tanto, è tutto sul web…o no?
Nichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola, videolettera di risposta a Berlusconi (link a
Youtube – 823000 visualizzazioni)
Ma tanto, è tutto sul web…o no?
Nichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola, pagine visualizzate per giorno
(link alla pagina Facebook)
Ma tanto, è tutto sul web…o no?
Nichi Vendola- Regionali 2010
Nichi Vendola, dati su Facebook (assoluto e trend di crescita)
(fonte: Baroncelli.eu)
Risultati: Vendola in Europa Popolarità dei politici europei sui social
media (fonte: Famecount.com)
Risultati: Vendola nel mondoPopolarità dei politici nel mondo su Facebook
(fonte: Famecount.com)
Si può migliorare ancora? (1) Certo che sì. Le prospettive di miglioramento
sono:
Allargamento dello staff social media, investendo in risorse umane ed economiche destinate esclusivamente a questa attività, con i seguenti compiti:
- favorire l’interazione con tutti gli utenti che vogliono dialogare con Nichi e il suo staff sui social media;- organizzare nuovi spazi sulla rete per comunicare con tutte le minoranze culturali, linguistiche, religiose, i gruppi di interesse;- sostenere il gruppo partecipazione nell’organizzazione delle Fabbriche e dei sostenitori
(in questo caso Barack Obama è ancora oggi un ottimo esempio organizzativo)
Si può migliorare ancora? (2) Migliorare il coordinamento
comunicativo sui social media tra le singole organizzazioni a cui Nichi fa riferimento, in particolare con Sinistra Ecologia Libertà, con la Regione Puglia e la Giunta Regionale (quanto migliorerebbe la comunicazione di un ente pubblico se tutti i dirigenti e gli assessori avessero una pagina pubblica su Facebook?)
Questo permetterebbe di alleggerire Nichi dal compito di “parafulmine”, di aggregatore di richieste dei cittadini sulla sua pagina. Inoltre permetterebbe di moltiplicare le fonti di comunicazione e di personalizzare i contenuti sulla base degli utenti (la pagina di Vendola, invece, dovrà essere necessariamente generalista)
Si può migliorare ancora? (3)
Vendola dovrebbe aggiornare più spesso i social media in prima persona. La vita di Nichi è certamente impegnata e non può caricarsi ulteriormente, però gli smartphone gli permetterebbero di caricare contenuti in qualsiasi momento:
- Aggiornare Facebook e Twitter: facile come mandare un SMS;- Realizzare una foto e un video: con un qualsiasi cellulare è possibile caricare un contenuto in tempo reale;- Rispondere agli utenti: con un telefono connesso a Internet è possibile ammortizzare i “tempi morti” (viaggi, attese) per offrire feedback di qualità.
Noi non possiamo correre alcun rischio e Vendola comunica certamente meglio di noi. I post con i feedback migliori sono quelli scritti di suo pugno
Gli hashtag, le parole chiave
#politica#comunicazione (sempre dopo la politica)#interpretazione#motivazione#costanza#editing#ascolto#analisi#scientificità#entusiasmo#nicchie
Ted – Video finale
Clay Shirky: come i social media fanno la storia
TED, video finale
http://www.ted.com/talks/lang/ita/clay_shirky_how_cognitive_surplus_will_change_the_world.html
Mentre le notizie fluiscono dall'Iran verso il mondo, Clay Shirky dimostra come Facebook, Twitter e cellulari stiano aiutando i cittadini di regimi oppressivi a pubblicare notizie vere, scavalcando i censori (anche se per poco). La fine del controllo dall'alto delle notizie sta trasformando la natura della politica.
Grazie!Un grande abbraccio
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