difesa_cetriolo_2005

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7/26/2019 difesa_cetriolo_2005 http://slidepdf.com/reader/full/difesacetriolo2005 1/3 IN AZIENDA /PRATICHE AGRONOMICHE 98 SETTEMBRE 2005 L o stato sanitario delle coltiva- zioni di cetriolo è fortemente influenzato da numerose pra- tiche agronomiche, quali rotazione, fertilizzazione, irrigazione, drenag- gio, impiego di varietà tolleranti o re- sistenti, sanità del materiale di pro- pagazione, epoca e densità d’impian- to, arieggiamento delle serre, ecc. Tra le avversità che destano le mag- giori preoccupazioni in coltura pro- tetta ricordiamo il mal bianco (Sphaerotecha fuliginea ,  Erisiphe ci-  choracearum), la peronospora (Pseu-  doperonospora cubensis ), gli afidi (  Aphis gossypii) e il ragnetto rosso (Te- tranychus urticae). OIDIO O MAL BIANCO (Sphaerotecha fuliginea,  Erisiphe cichoracearum) L’oidio rappresenta senza dubbio la malattia fungina più frequente sulle cucurbitacee e, in particolare, sul ce- triolo. I sintomi del mal bianco inte- ressano prevalentemente foglie, fusti e piccioli. Sulle foglie si ha inizial- mente la comparsa di piccole macchie polverulente biancastre; in seguito la patina farinosa può estendersi all’in- tera superficie di entrambe le pagine fogliari, con conseguente deperimen- to e disseccamento delle piante. Generalmente il controllo del mal bianco non desta particolari preoc- cupazioni grazie ad una ben identifi- cabile sintomatologia e alla modera- ta virulenza dei suoi agenti causali (  E.  cichoracearum e S. fuliginea). Tali ca- ratteristiche permettono di iniziare la lotta chimica alla comparsa dei primi sintomi con trattamenti a intervalli di 7-10 giorni in relazione all’andamen- to stagionale e alla persistenza della sostanza attiva impiegata. Oltre a nu- merosi inibitori della biosintesi degli steroli (bitertanolo, difenconazolo, fenbuconazolo, penconazolo e tetra- conazolo), di cui si consigliano al massimo due interventi all’anno, vi è la possibilità di impiegare anche azoxystrobin, trifloxystrobin e, natu- ralmente, zolfo. È buona norma alternare l’impiego di sostanze attive a differente meccani- smo d’azione al fine di evitare lo svi- luppo di ceppi patogeni resistenti ai fungicidi. Tale rischio non riguarda lo zolfo, che possiede un meccanismo d’azione non specifico; esso, tuttavia, deve essere impiegato a dosi ridotte per evitare problemi di fitotossicità. Un aspetto critico nella difesa del ce- triolo, cui occorre prestare particola- re attenzione, è il rispetto degli inter-  valli di sicurezza dei formulati im- piegati. Per tale motivo, occorre sen- za dubbio privilegiare l’adozione di prodotti agrochimici dotati di brevi tempi di carenza. CETRIOLO , tecniche di nelle COLTURE SERGIO GENGOTTI Referente per il Crpv di Cesena (Fc) per il settore Difesa orticole CATEV, Faenza (RA) Infezione di mal bianco su foglia di cetriolo. (Foto Arch. Crpv) Una panoramica sulle principali malattie che rappresentano una minaccia per l’integrità di questa cucurbitacea: i principali sintomi e i rimedi che possono essere adottati con successo dagli agricoltori.

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IN AZIENDA /PRATICHE AGRONOMICHE

98 • SETTEMBRE 2005 •

L

o stato sanitario delle coltiva-zioni di cetriolo è fortementeinfluenzato da numerose pra-

tiche agronomiche, quali rotazione,fertilizzazione, irrigazione, drenag-gio, impiego di varietà tolleranti o re-sistenti, sanità del materiale di pro-pagazione, epoca e densità d’impian-to, arieggiamento delle serre, ecc.Tra le avversità che destano le mag-giori preoccupazioni in coltura pro-tetta ricordiamo il mal bianco(Sphaerotecha fuliginea,  Erisiphe ci-

 choracearum), la peronospora (Pseu- doperonospora cubensis), gli afidi( Aphis gossypii) e il ragnetto rosso (Te-tranychus urticae).

OIDIO O MAL BIANCO(Sphaerotecha fuliginea, Erisiphe cichoracearum)

L’oidio rappresenta senza dubbio lamalattia fungina più frequente sullecucurbitacee e, in particolare, sul ce-triolo. I sintomi del mal bianco inte-ressano prevalentemente foglie, fustie piccioli. Sulle foglie si ha inizial-mente la comparsa di piccole macchiepolverulente biancastre; in seguito lapatina farinosa può estendersi all’in-tera superficie di entrambe le paginefogliari, con conseguente deperimen-

to e disseccamento delle piante.Generalmente il controllo del malbianco non desta particolari preoc-cupazioni grazie ad una ben identifi-cabile sintomatologia e alla modera-ta virulenza dei suoi agenti causali ( E.

 cichoracearum e S. fuliginea). Tali ca-ratteristiche permettono di iniziare lalotta chimica alla comparsa dei primisintomi con trattamenti a intervalli di7-10 giorni in relazione all’andamen-to stagionale e alla persistenza della

sostanza attiva impiegata. Oltre a nu-

merosi inibitori della biosintesi deglisteroli (bitertanolo, difenconazolo,fenbuconazolo, penconazolo e tetra-conazolo), di cui si consigliano almassimo due interventi all’anno, vi èla possibilità di impiegare ancheazoxystrobin, trifloxystrobin e, natu-ralmente, zolfo.È buona norma alternare l’impiego disostanze attive a differente meccani-smo d’azione al fine di evitare lo svi-luppo di ceppi patogeni resistenti ai

fungicidi. Tale rischio non riguarda lo

zolfo, che possiede un meccanismod’azione non specifico; esso, tuttavia,deve essere impiegato a dosi ridotteper evitare problemi di fitotossicità.Un aspetto critico nella difesa del ce-triolo, cui occorre prestare particola-re attenzione, è il rispetto degli inter-

 valli di sicurezza dei formulati im-piegati. Per tale motivo, occorre sen-za dubbio privilegiare l’adozione diprodotti agrochimici dotati di brevitempi di carenza.

CETRIOLO, tecniche di

nelle COLTURESERGIO GENGOTTIReferente per il Crpvdi Cesena (Fc) per il settoreDifesa orticoleCATEV, Faenza (RA)

Infezione di mal bianco su foglia di

cetriolo. (Foto Arch. Crpv)

Una panoramica sulle principali malattieche rappresentano una minacciaper l’integrità di questa cucurbitacea: i principalisintomi e i rimedi che possonoessere adottati con successo dagli agricoltori.

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Alla luce di tali considerazioni, nellalotta al mal bianco del cetriolo si con-siglia di fare affidamento sull’ado-zione di varietà tolleranti, grazie allequali è possibile giungere a fine cicloproduttivo senza specifici trattamen-ti antioidici.

PERONOSPORA( Pseudoperonospora cubensis)

La peronospora può colpire tutte lecucurbitacee, ma il cetriolo è, insie-me al melone, tra le colture più su-scettibili a questa malattia causatadal fungo P. cubensis. Particolar-mente soggetti agli attacchi della pe-ronospora sono i cicli tardivi di ce-triolo in serra a causa delle condizio-ni microclimatiche caldo-umide che

si verificano soprattutto a partire dalmese di agosto. I primi sintomi sullefoglie si manifestano come macchieangolari, prevalentemente in corri-spondenza delle intersezioni dellenervature fogliari. Le lesioni sono

inizialmente traslucide (“macchied’olio”), successivamente imbruni-scono e, se diffuse, possono causareil rapido disseccamento dell’interalamina fogliare. In caso di andamen-to climatico favorevole alle infezioni,

DIFESA 

protette

Infezione di peronospora su coltura di cetriolo. (Foto Arch. Crpv)

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la malattia può condurre in brevetempo a una forte riduzione dell’ap-parato fogliare e, conseguentemente,della produzione.Non essendo disponibili varietà resi-

stenti o tolleranti la malattia, la dife-sa del cetriolo dalla peronospora de- ve basarsi sulla lotta chimica, benchéi metodi agronomici di carattere pre-

 ventivo assumano anche in questocaso un’importanza sostanziale. Oc-corre anzitutto evitare i periodi e lecondizioni pedo-climatiche eccessi-

 vamente favorevoli alla malattia.Inoltre è importante curare l’arieg-giamento delle colture e distruggere iresidui delle colture precedenti infet-te, limitando fertilizzazioni e irriga-zioni, in modo particolare quelle so-prachioma.

Tra le sostanze attive indicate comeefficaci nei confronti della perono-spora ricordiamo sali di rame, am-messi anche in biologico, propamo-carb, fosetyl-Al, la miscela famoxate+ cymoxanil, azoxystrobin e trifloxy-strobin. Questi ultimi due sono effi-caci anche contro l’oidio. In generaleoccorre alternare l’impiego di sostan-ze attive a differente meccanismo d’a-zione e limitare il numero massimodi interventi al fine di evitare lo svi-luppo di ceppi patogeni resistenti aifungicidi.

AFIDI( Aphis gossypii )

Le infestazioni afidiche possono inte-ressare le foglie, i germogli, i fiori e ifrutti con gravi ripercussioni sullosviluppo delle piante e sulla produ-zione commerciale. Tra i danni indi-retti, particolarmente grave è la tra-smissione, da parte di questi insettipolifagi, di virus quali Cmv, Wmv-2 eZymv.La comparsa delle prime infestazio-ni, di carattere generalizzato o loca-lizzato, può avvenire già nella prima

metà di maggio. Un accurato moni-toraggio delle colture di cetriolo apartire da questo periodo risulta fon-damentale per non correre rischi didanni alla produzione.Gli afidi vengono controllati da nu-merosi nemici naturali predatori(coccinelle, sirfidi, crisope) e parassi-toidi (imenotteri), dei quali è impor-tante salvaguardare l’attività antago-nistica, limitando il più possibile itrattamenti insetticidi sulla coltura

stessa e su quelle limitrofe, oltre che

ripristinando o conservando le areedi rifugio (siepi, boschetti, fasce diterreno inerite, ecc.).L’attività di contenimento delle infe-stazioni afidiche da parte delle popo-lazioni naturali di insetti utili non ri-sulta però sufficiente nel caso di at-tacchi precoci. In tali situazioni perottenere un efficace controllo risultanecessario un tempestivo interventoaficida alla comparsa delle colonieiniziali, per poi affidare, da fine giu-gno in poi, il contenimento degli at-tacchi alle popolazioni naturali diCoccinellidi e altri entomofagi chegiungono sulla coltura dai campi col-tivati (ad esempio, il frumento) o da-gli spazi naturali adiacenti.Nell’agricoltura integrata è consenti-to l’impiego, oltre che delle sostanzeattive ammesse in biologico (piretro,rotenone, gelatina, ecc.), anche di afi-cidi di sintesi come fluvalinate (nonammesso in serra), thiamethoxam,acetamiprid e pimetrozine.L’alternanza di insetticidi a diversomeccanismo d’azione rappresentauna norma inderogabile per evitare ilrischio di comparsa di popolazioni di

afidi resistenti, come già si è verifica-to in passato per alcune sostanze at-tive, che indurrebbe un inevitabile in-cremento nelle dosi e nel numero ditrattamenti necessari per il controllodel fitofago.

RAGNETTO ROSSO(Tetranychus urticae)

L’attività alimentare delle forme gio- vanili e adulte dell’acaro T. urticae,presente sulla pagina inferiore delle

foglie, provoca delle de-colorazioni puntiformiche conferiscono allefoglie stesse una colo-razione bronzea. Attac-

chi intensi possonoportare all’ingiallimen-to dell’intera lamina fo-gliare, con ripercussio-ni negative sull’attivitàfotosintetica e conse-guente riduzione dellosviluppo, deperimentoe disseccamento del-l’apparato vegetativo.Le infestazioni di ra-gnetto rosso sono fre-quenti su cetriolo e al-tre cucurbitacee (me-

lone, cocomero, ecc.) e sono spesso

legate a squilibri dell’entomofaunautile derivante da un impiego ecces-sivo di insetticidi ad ampio spettrod’azione. Gli attacchi sono spesso re-si assolutamente temibili dalle condi-zioni di scarsa umidità ed elevatatemperatura che si verificano in col-tura protetta.Nell’agricoltura integrata è possibilecontrollare il fitofago effettuando unintervento con abamectina oppurecon la miscela di exitiazox (ovicida) efenpiroximate (neanicida-adulticida)alla comparsa dei primi focolai d’infe-stazione. La lotta chimica nei con-fronti di T. urticae, tuttavia, è resa par-ticolarmente difficile della rapidità delciclo biologico e della spiccata capa-cità del ragnetto rosso di selezionarepopolazioni resistenti agli acaricidi.Gli interventi acaricidi possono esse-re integrati, o sostituiti, da interventidi lotta biologica con fitoseidi (Phyto-

 seiulus persimilis). Si tratta di acaripredatori da introdurre con più lan-ci, in ragione di 8-12 individui per me-tro quadro alla prima comparsa delfitofago. È necessario distanziare illancio di almeno 10 giorni da un even-

tuale trattamento insetticida effet-tuato sulla coltura.Alcuni limiti di efficacia della lottabiologica, assolutamente valida sulcetriolo, possono derivare da condi-zioni climatiche di elevata tempera-tura e bassa umidità atmosferica, chefavoriscono il ragnetto rosso a disca-pito del fitoseide. In tal caso l’attivitàdell’antagonista può essere favoritaattraverso specifici interventi di ne-bulizzazione climatizzante. ■

IN AZIENDA /PRATICHE AGRONOMICHE

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Infestazione di afidi su germoglio

di cetriolo. (Foto Arch. Crpv)