Didattica in rete Web 2.0

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    Didattica in rete Web 2.0

    Che qualche cosa stia cambiando nei rapporti tra formazione e Internet si pu intuire gi a partire daldefinizione che viene data del termine 'E-learning'. Fino a qualche anno fa sarebbe stata sicurament

    del tipo: Elettronic Learning, forma di apprendimento a distanza, realizzata utilizzando le nuovtecnologie della comunicazione. E-learning come e-commerce, e-gouvernement: progetti, miraggio chla Rete arrivasse a costituire un mondo parallelo in cui erogare formazione, effettuare transazionpartecipare alla democrazia, accantonando le analoghe attivit che si svolgono nella realttradizionanon a caso detta off-line e acquisita quasi in contrapposizione con il pi performante essere nel mondon-line di Internet.Lesperienza ha per mostrato che questo progetto iniziale non era realizzabile, perch il popolo deRete non riesce a traslocare definitivamente su Internet e mantiene una solida fiducia nelle pratichtradizionali, pur integrandole con i nuovi strumenti di comunicazione. Cos si preferiscono ginvestimenti di tipo misto nei quali i fornitori di servizi e beni hanno agenzie localizzageograficamente, e, ad esempio, Beppe Grillo assume un ruolo pi incisivo dopo che riesce a raccogliemigliaia di firme in piazza a sostegno delle campagne condotte sul suo noto blog. Forse il primo esempdi virtualizzazione completa comincia a intravedersi con il mondo di Second Live dove, accanto proiezioni di personaggi e attivit della vita reale, si crea una vita di eventi e commerci che si svolgonesclusivamente in Rete.Anche per quanto riguarda la formazione, l'abbandono totale dell'incontro fisico tra formatori e formanviene accettato soltanto in casi di perentoria necessit, salvo poi ritenere comunque molto gratificanun eventuale incontro in presenza. Al progressivo abbandono della prospettiva, ambita da alcuni terrificante per altri, di trasferire del tutto lattivit di formazione in rete, si associa per una sempmaggiore consapevolezza di quanto Internet possa essere utile ed efficace per la comunicaziondidattica. Cos si va sempre pi diffondendo quella che viene chiamata modalit di formazion blended, miscelata/mista, nella quale vengono utilizzate congiuntamente metodi e tecniche deformazione in presenza e della formazione virtuale, miscelando appunto gli strumenti a seconda deldiverse esigenze da soddisfare nellapprendimento/insegnamento.Il termine E-learning comincia quindi a poter essere inteso come Una combinazione di serv

    dapprendimento e di tecnologie volta a fornire un apprendimento integrato ad alto valore, in ogtempo e in ogni luogo. (Thinq- www.elearnity.com). Questa definizione si presta a sintetizzalevoluzione di almeno tre storie inizialmente distinte:

    1. La formazione a distanza2. Il rapporto tra computer e formazione3. Internet, o meglio, ilWorld Wide Web.

    La formazione a distanza FAD.

    Per formazione a distanza o FAD si intende: L'insieme dei metodi didattici in cui, a causa del

    separazione fisica tra gli insegnanti e i discenti, la fase interattiva dell'insegnamento (stimolspiegazione, domande, guida) come pure quella pre-attiva (scelta degli obiettivi, compilazione dcurriculum e delle strategie didattiche) condotta per mezzo della stampa o dei mezzi meccanici elettronici." (Moore 1973)

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    Secondo limpostazione classica la formazione a distanza classificata come di prima, seconda e terzgenerazione.

    Si fa riferimento come prima iniziativa di formazione a distanza al corso di stenografia pcorrispondenza avviato nel 1840 in Inghilterra da Isaac Pitman; la seconda generazione, dalla fine an60, caratterizzata dallintegrazione tra materiali a stampa, trasmissioni televisive, registrazionisoftware didattico; la terza si distingue per limpiego delle tecnologie digitali, di Computer MediateCommunication, e in particolare delle reti telematiche Internet/Intranet.

    Le linee che nel grafico individuano levoluzione cronologica delle tre generazioni di formazione distanza si sovrappongono negli ultimi venti anni se si considera una loro classificazione la qualpiuttosto che ai mezzi di diffusione, prenda a riferimento le metodologie didattiche utilizzate. Nella FAdi prima generazione prevista solo una distribuzione di testied immagini, nella seconda si aggiunge possibilit di utilizzare filmati e documenti audio, mentre la terza prevede anchelinterazione tra docene studenti e tra studenti e studenti per valorizzare le dinamiche di gruppo. Rispetto a quescatalogazione, sussistono attualmente tutti e tre le tipologie di FAD, considerato che spesso su Internvengono distribuiti corsi che si limitano a permettere di scaricare o visualizzare testi o filmati senzprevedere, o considerando del tutto marginali, strumenti di comunicazione sincrona o asincronNonostante questa precisazione, spesso si considerano Internet e il World Wide Web come elemenessenziali per levoluzione e la diffusione della FAD in questi ultimi anni, probabilmente perch velocit e la semplificazione nella distribuzione dei materiali didattici ha consentito di determinarcomunque una sua significativa espansione.

    I vantaggi riconosciuti alla FAD sono soprattutto l'abbattimento dei costi per attivit formative rivolte aun grande numero di utenti e la possibilit di poter usufruire della formazione indipendentemente dtempi e dai luoghi, senza spostarsi dal proprio luogo di lavoro o tipicamente da casa propria negorari pi comodi. La formazione a distanza, spesso semplicemente identificata con l'e-learninpresuppone per che il fruitore sia in grado di gestire consapevolmente dei processi metacognitivi comla motivazione e la autovalutazione. L'accesso ai corsi infatti, fruibile in tempi che l'utente pu decidernon ha le modalit coercitive che caratterizzano i corsi in presenza (appelli, firme di frequenza) e anchi controlli sui tempi e le durate delle connessioni alle lezioni possono essere facilmente manipolati cocome l'autorialit dei questionari on-line. In pratica si pu frequentare un corso on-line senza studiarefacendosi aiutare a svolgere i compiti finch, e si spera ancora per molto tempo, monitor e la tastie

    rimarranno hardware al servizio del proprio utente, imperturbabili complici di argute procedure collegamenti fasulli o di verifiche svolte in gruppo.

    L'utente FAD deve essere quindi interessato ad apprendere i contenuti del percorso formativo chfrequenta; deve essere un adulto, almeno rispetto alla sua consapevolezza se non come et anagraficSoprattutto da questo punto di vista difficile pensare che l'e-learning, inteso come FAD, sia applicabed utile nella formazione scolastica nella quale gli utenti sono anagraficamente adolescenti e ai quaprobabilmente non sarebbe corretto chiedere di assumere la responsabilit della loro formazioneliminando procedure di controllo.

    La FAD presuppone un utente maturo non solo perch si prevede che egli sappia autogestire il supercorso formativo, ma anche perch deve farlo in solitudine, davanti ad un monitor e avendo com

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    unici interlocutori i materiali didattici e le verifiche. Questo rende la FAD decisamente inutilizzabile neldidattica rivolta ai ragazzi, che nel percorso formativo devono apprendere anche a socializzare in modequilibrato. Ma l'isolamento di chi apprende difficile da accettare anche da parte di studenti adulti, quindi nella terza generazione di FAD assumono grande importanza anche gli stumenti di comunicazosincrona e asincrona con esperti, tutor e compagni di corso con i quali creare vere e proprie comunit apprendimento, aggiungendo al valore dei materiali didattici quello determinante delle interaziocomunicative che caratterizzano un processo di apprendimento.

    Per favorire gli aspetti emotivo-relazionali dell'insegnamento-apprendimento si va diffondendo inoltnei corsi blended la pratica di includere un certo numero di incontri in presenza che si alternano con attivit a distanza. Incontri per motivare lo svolgimento dei corsi, per indirizzare le attivit di gruppo per sintetizzare le esperienze.

    Sotto questo punto di vista l'e-learning pu essere preso in considerazione anche per la didatticscolastica, alternando e integrando le lezioni in aula a strumenti di comunicazione e di costruzioncollaborativa di elaborati in Rete. Probabilmente fino a quando l'accezione del termine 'E-learning' nosar diffusamente acquisita come blended, sarebbe preferibile utilizzare un altro nome come didatticin rete per indicare l'uso della Rete all'interno della didattica scolastica, per evitare equivoci e attesa che il web faccia parte semplicemente, come qualcuno auspica, del Learning.

    Il rapporto tra Computer e formazione

    La seconda evoluzione da tenere in considerazione per comprendere l'e-learning il rapporto tra formazione e lo strumento informatico.

    Con i contributi teorici della psicologia del comportamento (nel 1954 Frederic Skinner scrive Thscienze of learning and the art of teaching) e dalla cibernetica (Cybernetics, or control ancommunication in the animal and machine di Norbert Wiener del 1948), negli anni sessanta diffonde l'istruzione programmata che vede nella didattica un processo di natura tecnica, il cui principregolatore la programmazione. In base a una previa identificazione di precisi obiettivi di istruzione, costruiscono sequenze di apprendimento. In quest'ottica il computer rappresenta quindi un ottimstrumento per percorsi che automatizzano l'acquisizione dei contenuti, paziente e instancabile n

    riproporre le domande delle verifiche e gli eventuali recuperi per gli argomenti che lo studente abbdimostrato di non padroneggiare. Vennero allora introdotti il Computer Based Training o CB("Insegnamento basato sul computer"), metodo di insegnamento basato sull'uso di speciali programmdidattici per computer o di altro software dedicato, e il Computer Assisted Instruction o CAI ("Didatticassistita dal computer"). L'esperienza mise subito in evidenza i limiti di queste procedure automatizzatma negli anni novanta il PC multimediale sembr uno strumento ideale per favorire i processi cognitiperch consente di essere coinvolti su pi livelli percettivi e lipertesto, assunse sempre pi importanzai fini dellapprendimento perch simile allapproccio umano alla conoscenza che procede passociazioni (link) tra elementi di informazione.

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    Oggi gli aspetti pi interessanti nelluso del computer nella didattica riguardano principalmente razionalizzazione del curriculum, esigenza di tipo tecnico che diventa un buon regolatore depianificazione di un percorso formativo, e la possibilit di individualizzare lapprendimento, grazie percorsi didattici personalizzati.

    Di nuovo si pone il problema dellisolamento dello studente che davanti al monitor e alla tastiera rischquanto meno di annoiarsi. I software didattici di autoistruzione vengono attualmente considerati comintegrativi di altri metodi didattici, e in generale luso di software nello svolgimento di lezioni eesercitazioni viene mediato dallintervento del docente.

    Internet, o meglio il Word Wide Web.

    Dalla fine degli anni novanta il web, protocollo di Internet che permette la diffusione di ipertesti, ha resla Rete uno strumento di informazione e di comunicazione onnipresente nella vita quotidiana. I siti informazione, di presentazione e di servizio sono diventati nostri interlocutori quotidiani, ma il monddella formazione oppone molte riserve sulluso didattico delle risorse on-line. In primo luogo rilevanil dibattito sullautorevolezza dei contenuti e sulluso pi o meno deviato in contesti educativi delrisorse on-line create per scopi di tipo informale, ma questa resistenza diventa critica quando si propondi integrare Internet nella didattica tradizionale a scuola.

    I materiali che si trovano in rete si presentano in modo indistinto: pregevoli risorse accanto a contenuaffrontati in modo discutibile se non errato. Internet offre agli alunni le une e le altre senza operadelle scelte, dando a entrambe la stessa dignit di fonte di informazione, e spesso questo vienconsiderato un buon motivo per escludere nell'insegnamento tutte le risorse diffuse sulle Rete.

    Teoricamente chiunque pu pubblicare su Internet, e non tutti gli autori sono affidabili, ma in effetti sInternet la maggioranza degli utenti costituita da lettori passivi, liberi di navigare tra i percorsi stabilda (relativamente pochi) autori, che hanno le competenze tecniche per produrre e caricare sui server loro pagine. Questo oggi il modo pi diffuso per considerare il Web, enorme enciclopedia cui accedercon prudenza.

    Se Internet ormai noto a tutti, meno conosciute sono le intenzioni e le aspettative che l'inventore d

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    Word Wide Web aveva riposto nella sua creazione.

    Tim Berners-Lee pubblic il primo sito nella rete, dando vita al fenomeno della tripla W, il 6 agosto d1991. Nel libro che descrive la sua avventura di ricercatore visionario, "L'architettura del nuovo We(1999), egli scrive:"Quando proposi il Web nel 1989, la forza portante che avevo in mente era comunicazione tramite condivisione del sapere, e il 'mercato' portante era la collaborazione tra le varipersone sul posto di lavoro o a casa propria. Grazie alla costruzione di un Web ipertestuale, un gruppdi qualsiasi dimensione potrebbe esprimersi con facilit, acquisire sapere e veicolarlo velocementesuperare le incomprensioni e ridurre la ridondanza degli sforzi. Ci regalerebbe ai suoi membri unuovo potere per costruire qualcosa insieme.

    Tim Berners non pot quindi che rimanere deluso dalle applicazioni della sua creatura, che venne vistsoprattutto come un potente strumento di pubblicit per aziende ed attivit che nella Rete hannsviluppato imponenti operazioni commerciali. E dal linguaggio pubblicitario i siti traggono il loro aspettle animazioni, le immagini e gli effetti speciali che li rendono accattivanti, ma che rendono pubblicazione in Rete sempre pi elitaria perch legata a competenze tecnologiche da esperti.

    Supporre di poter utilizzare il WWW per costruire imperi economici non ha fatto che allontanare l'usdella rete dalle originarie intenzioni del suo autore, il quale l'aveva immaginata come strumensemplice da usare sia in lettura sia in scrittura, e accessibile a tutti anche senza potenti hardware supporto. L'euforia degli investimenti economici in Intenet si andata via via spegnendo, mano a manche ci si rendeva conto che raggiungere milioni di utenti non voleva dire automaticamente amplia

    proporzionalmente il mercato delle vendite. Probabilmente appunto perch gli utenti hanno privilegiatositi che rispettano la vera natura del Web, i siti ipertecnologici hanno cominciato a diminuire a vantaggdi iniziative e servizi pi coerenti con i propositi di Tim Berners che si rivolgevano soprattutto alcondivisione del sapere, alla collaborazione tra utenti e alla costruzione collettiva. Comincia aacquistare in Rete maggiore visibilit una tipologia di siti che presuppongono e offrono la possibilit agutenti di essere protagonisti e autori dell'informazione in rete. Una tendenza costante che vedaumentare in Internet la presenza di blog e di i siti di condivisione di risorse ed esperienze comWikipedia.

    Nel 2004 un altro Tim, O'Reilly, sintetizz questa tendenza in un celebrearticolo e nella storica "The Web 2.0 Conference", dove coni il termineWeb 2.0 per indicare che il Web era cambiato a tal punto dalla sua

    nascita tanto da poter affermare di trovarsi di fronte a una sua nuovaversione. Non solo gli utenti di Internet si sono decuplicati, ma cambiato anche il rapporto tra i lettori e coloro che, in un modo o in unaltro, pubblicano su Internet tanto da poter parlare di "The widly read-write Web" e si intravede la possibilit di mobilitare un'intelligenzacollettiva tramite la collaborazione e la condivisione.

    interessante osservare che quello che viene detto Web 2.0 e che vieneinteso come una nuova versione del Web non si caratterizza per nuovetecnologie, n ricordando le intenzioni del suo ideatore Tim Berners per un nuovo approccio alla rete, ma semplicemente riporta l'uso diInternet alle originarie caratteristiche senza le deformazioni di un uso commerciale.

    Per questo forse sarebbe pi corretto chiamarlo Web 0.0, ma sicuramente la specificit propria Internet, in costante e velocissima evoluzione, avrebbe accettato con minore entusiasmo un ritorno passato anche soltanto nominale.

    Che cosa quindi il Web 2.0? Si pu rappresentare in modo visivo con immagini che illustrano i siti chpi esemplificano il modo collaborativo di stare in rete: Google, del.icio.us, digg, Yahoo, oppudirettamente con i loro loghi:

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    Un altro tipo di rappresentazione visiva possibile del We

    2.0 mette in evidenza che si tratta di rendere protagonisgli utenti:

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    Un'ulteriore rappresentazione sono le nuvole di tag (nuovo modo di indicizzare le risorse di Internnon pi secondo criteri gerarchici, ma evidenziando le risorse maggiormente preferite dal maggionumero di utenti):

    Per tentare di dare una definizione testuale e non visuale, si pu considerare che il Web 2.0 sia l'insiemdelle risorse della rete evolute in modo da dare agli utenti la possibilit di pubblicare con semplicit senza richiedere approfondite conoscenze di linguaggi per il Web) testi, immagini, video e altri filefavorendo la partecipazione di un gran numero di navigatoDal sito personale al Blog, dall'enciclopedia Britannica Online a Wikipedia, dai CMS (siti dinamici per pubblicazione di informazioni) ai wiki. Avendo per principi ispiratori la condivisione, la collaborazionela cooperazione.

    Web 2.0 e formazione

    Le suggestioni del Web 2.0 hanno influenzato anche il mondo della formazione a distanza che hcoerentemente coniato il termine e-Learning 2.0 e cos le piattaforme di e-learning si stannaggiornando includendo strumenti come il blog e il wiki per i partecipanti ai corsi e, aspetto pinteressante, stanno cercando di far evolvere le loro tecnologie con procedure che permettano collegarle direttamente agli strumenti di pubblicazione e condivisione della rete maggiormente usadagli utenti.

    Molto interessante liniziativa di Google, il celebre motore di ricerca, che ha ampliato la sua offerta co

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    servizi di condivisione di risorse che integrano quelle offerte da un sistema operativo e di applicazioche permettono di elaborare sul Web documenti di videoscrittura, foglio elettronico e presentaziontanto da diventare un punto di riferimento nellambito del Web 2.0. Google prende in considerazionesplicitamente che questi servizi possano essere utilizzati per la formazione e prevede con il progettGoogle For Educators lo studio di casi di integrazione degli strumenti di Google nella programmaziondidattica e nelle attivit in classe.

    Con queste nuove caratteristiche pi semplice pensare che Internet possa essere utilizzato neldidattica curricolare/tradizionale e che possa integrarsi tra gli strumenti della programmazioneducativa. Sfruttando le caratteristiche positive della formazione a distanza ,poter usufruidell'istruzione indipendentemente dai tempi e dai luoghi, ovvero ampliare i tempi dell'apprendimentdiminuendo i problemi logistici nell'organizzazione dei corsi di recupero e di approfondimento.Ma sarebbe limitativo considerare il Web solo un economico modo di costruire strumenti di supporto aattivit didattiche: le finalit del Web 2.0 si integrano infatti con quelle della ricerca didattica chintende individuare metodi e strumenti per la partecipazione degli studenti alla costruzione delle loconoscenze e alla capacit di interagire correttamente con gli altri.

    Sembra quindi quasi naturale cercare tra gli strumenti del Web 2.0 quelli pi adatti ad applicazioni tipo didattico.

    Certamente la prospettiva di utilizzare attivamente la Rete per le attivit insegnamento/apprendimento pu sembrare utopica nella realt di istituti scolastici con laboratoinformatici poco funzionanti e con connessioni ad Internet non stabili. Ma vale la pena per i docenti impegnarsi a superare i problemi tecnici considerando gli aspetti positivi di utilizzarenella scuola gstessi strumenti di cui i ragazzi si servono per la loro comunicazione su Internet e dei quali dimostranuna buona padronanza spesso acquisita con l'auto-formazione.

    Un aspetto critico da tenere in considerazione che il Web 2.0, tranne alcune eccezioni, non producapplicazioni con esplicite finalit didattiche. Gli strumenti di condivisione e di pubblicazione sono di tipgeneralista, finalizzate a una gamma vasta di utilizzatori, e bisogna quindi individuare i servizi pi idon

    http://www.google.com/educators/index.htmlhttp://www.google.com/educators/index.html
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    per l'uso con i ragazzi di una classe, analizzando le loro caratteristiche pi utiQuesta necessit di selezione e di scelta potrebbe comunque riservare un aspetto positivo, costringendla comunicazione didattica ad un aggiornamento continuo nel confronto con gli strumenti decomunicazione in Rete utilizzati nella costruzione della conoscenza in ambito non scolasticUn'altra criticit si pu evidenziare nella specificit delle applicazioni Web 2.0 che presuppongono negutenti la capacit di condividere, di collaborare e di essere in grado di compiere analisi meta-cognitivdei propri comportamenti e apprendimenti. Certamente i nostri studenti adolescenti non sono in graddi affrontarli con la necessaria maturit, ma pur vero che queste sono esattamente gli obiettivi delprogrammazione di ogni istituto, le finalit comuni di tutti i Piani dell'Offerta Formativa delle scuole. Lattivit scolastiche sono organizzate in modo da promuovere negli studenti l'attitudine a gestire conoscenze in un corretto rapporto con gli altri e gli strumenti in Rete potrebbero rivelarsi un validlaboratorio per far pratica, rendendo realizzabile l'esercizio al confronto e all'autocontrollo.

    Come ultima considerazione sugli aspetti positivi dell'integrazione degli strumenti della Rete nelattivit didattiche vi quello, non trascurabile anche se pi operativo, di formare nei ragazzi competenze d'uso che permetteranno loro anche dopo la scuola di collaborare e condivideconoscenze, cio sapere utilizzare correttamente Internet, sia ora come supporto alla loro formazionsia nel futuro nelle loro attivit di studio e di lavoro.