Dicembre 2011

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ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUS SEZIONE PROVINCIALE DI TREVISO Periodico semestrale dell’AIL Treviso - Anno XVIII - n. 2 (Dicembre 2011) Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TV In caso di mancato recapito restituire all’ufficio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa

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Rivista dell'AIL sezione Provinciale di Treviso

Transcript of Dicembre 2011

ASSOCIAZIONE ITALIANA CONTRO LE LEUCEMIE - ONLUS SEZIONE PROVINCIALE DI TREVISO

Periodico semestrale dell’AIL Treviso - Anno XVIII - n. 2 (Dicembre 2011)Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale

D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2, DCB TVIn caso di mancato recapito restituire all’uffi cio di Treviso CPO detentore del conto, per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tariffa

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SOMMARIO

AIL NOTIZIE - Periodico dell’Associazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - Sezione Provinciale di Treviso (Iscritto al n. 923 del registro

stampa del Tribunale di Treviso il 4 febbraio 1994). Presidente Mariotto Pelos Teresa - sede operativa: via Zoppè, 37 - 31020 S. Fior (TV)

Tel. e Fax 0438/777415 - per la corrispondenza AIL Associazione Italiana contro le Leucemie ONLUS - C.P. 45 - S. Fior (TV) - Direttore responsa-

bile Giovanni Dan - Redazione e impaginazione a cura di Gianfranco Dal Mas - Stampa: GRAFICHE BERNARDI s.r.l. - Pieve di Soligo (Tv)

Per eventuali donazioni a favore dell’AIL Treviso:

IBAN: IT 83 E 03599 01800 000000132038

CODICE ENTE ZZ132038

www.ailtreviso.it [email protected] [email protected]

San Fior ricorda il 25° dell’AIL ................................................................................................................................................................... 3

L’assistenza domiciliare (Chiara Coghetto) ................................................................................................................................... 8

Essere felici condividendo (Flavio e Steffanella) ...................................................................................................................... 8

L’Associazione Lo Sprifandone aiuta l’AIL (D. Quarello) ................................................................................................... 9

Più siamo e più riusciremo a donare (Juve Club Negrisia) .............................................................................................. 10

Un solo numero per ricordare Federico ......................................................................................................................................... 11

Un battito d’ali per Monica ........................................................................................................................................................................ 12

Piavon ricorda Tiziano Bucciol ................................................................................................................................................................ 12

Le persone vere rimangono nel cuore (Paola Tomasella) ................................................................................................. 13

Due serate per l’AIL e tanti applausi (Lionella Manfren) ................................................................................................... 14

I cuochi di Monastier ....................................................................................................................................................................................... 15

Capodanno a Salgareda in ricordo di un amico ....................................................................................................................... 15

La cultura della solidarietà (Sergio Leonardi) .............................................................................................................................. 16

L’angolo degli auguri ........................................................................................................................................................................................ 17

L’attenzione dell’AIL per la ricerca (Dott. Michele Gottardi) ......................................................................................... 18

Il Convegno medico di San Fior (Teresa Pelos) .......................................................................................................................... 18

L’altra faccia del midollo osseo (Dott. Federico Mosna) ..................................................................................................... 19

Ricordiamo chi ci ha lasciato ..................................................................................................................................................................... 21

La storia di Borgo Malanotte ...................................................................................................................................................................... 23

In copertina: istantanee dal concerto a San Fior per il 25° dell’AIL

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25°San Fior festeggia la “sua” Teresa

ricordando 25 anni di impegno, battaglie, successi, fatiche, amore

Quando vuoi dire qualcosa a qualcuno e senti che non trovi le parole… allora scopri che il modo migliore è la musica. Un coro, una giovane orchestra, una banda, e la magia della musica. È così che San Fior ha voluto festeggiare Teresa Pelos nel ricordo dei 25 anni di vita dell’AIL. San Fior, perché qui è nata questa realtà, perché tutti conoscono la forza di questa Associazione, perché qui sono tanti i volonta-ri, a cominciare da quelli che abitano vicino al 37 di via Zoppè, da sempre coinvolti. E perché tutti conoscono il motivo per cui all’entrata di questo paese sta scritto “San Fior – Città del Volontariato”.L’Amministrazione Comunale, con l’assessore Luigi To-netto, l’Associazione Radiantistica Trevigiana e Gianni Miraval, le voci del coro Pradevai, da sempre impegnato a tramandare le canzoni legate alla nostra tradizione po-polare, gruppo diretto da Vanni Mazzer e presentato da Michele Corbanese, le struggenti melodie dell’Orchestra degli Studenti della Media “Barozzi” diretti dal prof. Ro-berto Fantinel, le sensazioni che gli ottoni di una banda sanno creare, la banda di Cappella Maggiore diretta da Massimiliano Dal Mas. Tanta musica, ed il numeroso pub-blico presente si è subito sentito parte di un’armonia.25 anni di AIL ma anche 150 anni di questa nostra Italia che il complesso di giovani musicisti ha voluto ricordare con l’Inno di Mameli: interpretato da una orchestra di ragazzi, il

nostro inno nazionale è sembrato un canto di speranza.Ma non c’è stata solo la musica nella serata presentata da Anna De Roberto, giornalista di Rete Veneta: tra una melodia e l’altra le parole di chi è stato testimone di 25 anni di impegno. I direttori generali dell’ULSS 7 e 9, Del Favero e Dario, ed il dott. Dei Tos, dell’Ematologia di Treviso, hanno ripercorso la storia di questa Associazione, che poi è la storia di una donna che scelse di trasformare il dolore per la per-dita di un fi glio in dono di vita. Tra le tante testimonianze, quelle toccanti di

Floriano Zambon, vicepresidente della Provincia di Trevi-so, e della dirigente scolastica Viviana Da Re, che hanno ricordato il loro incontro con l’Associazione.“Una donna straordinaria, anche se diffi cile” che ha crea-to dal nulla una grande Associazione per realizzare pro-getti ambiziosi che riguardano quegli ammalati che sono l’unico oggetto della sua attenzione. Quelli che ha aiutato nella loro battaglia e quelli che non ce l’hanno fatta e lei ha spesso accompagnato fi no all’ultima ora tenendoli per mano. Perché non va dimenticato che, una volta realizza-ta l’Ematologia di Treviso, struttura di grande eccellenza, l’AIL si è impegnata nella realizzazione di programmi di umanizzazione delle cure. Tra questi l’Assistenza Do-miciliare, di cui ha parlato la dott.ssa Elisabetta Calistri, che del progetto è la responsabile. Ciò che per Teresa conta davvero è la qualità delle cure e dell’assistenza agli ammalati di leuce-mia. In nome di quel fi glio che ha vissuto solo 15 anni ma le ha riempito la vita.

Michele

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Nata dal nulla 25 anni fa l’AIL Treviso è una associa-

zione viva del nostro territorio.

Colora le piazze ed i sagrati delle nostre chiese a

Natale ed a Pasqua con le stelle natalizie e le uova

pasquali. A lei si rifanno grandi e piccole manifesta-

zioni teatrali, culturali sportive nei piccoli paesi e nel-

le città. Quanti concerti per ricordare le fi nalità di

questa associazione, quante partite del cuore al Tenni

di Treviso con le nazionali cantanti, piloti, giornalisti,

attori, coinvolti nella fi nalità di questa associazione.

Un esercito di volontari, per raccogliere fondi per la

ricerca, l’assistenza e tra questi in prima linea quelli

che operano a diretto contatto con la sofferenza, e

si muovono silenziosi nei reparti dell’Ematologia del

Ca’ Foncello di Treviso, voluto e fi nanziato dall’AIL.

Eppure il centro di questa Associazione rimane lo

stesso di 25 anni fa, e cioè la casa al civico 37 di via

Zoppè di San Fior di Sotto.

Non vi sembri strano se per noi di San Fior nel ri-

cordare la storia dell’associazione inevitabilmente il

pensiero va alla panda rossa rimpiazzata solo pochi

I tre direttori: Mazzer, Dal Mas e Fantinel

Anna De Roberto

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anni fa. Quella piccola vettura rappresenta infatti un

pezzo di storia dell’AIL.

Nel suo instancabile ed a volte frenetico servizio

ha trasportato di tutto: focacce, uova pasquali, stelle

natalizie, materiale di ogni genere... e tante persone,

con il loro carico di speranze e di delusioni, di soffe-

renze concluse positivamente e di dolori consumatisi

invano.

Monti, mare, strade di tutti i tipi, autostrade, miglia-

ia e migliaia di chilometri. E non si è mai fermata,

tenace ed indomabile come la sua autista. Quante

vetture di grossa cilindrata ferme in corsia di emer-

Il Dott. Lino Del Favero La Dott.ssa Elisabetta Calistri Il Dott. Paolo Dei Tos Il Sindaco di San Fior, Martorel

Il Dott. Claudio Dario

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genza per guasti. E la piccola panda via imperterrita,

mai un segno di cedimento, mai un incidente, mai un

graffi o... Probabilmente la panda rossa della signora

Teresa viaggiava sotto scorta di angeli azzurri, buoni

ed invisibili.

Ecco, la panda rossa come metafora di chi la guidava,

di quella persona che dell’AIL Treviso non è solo la

fondatrice e presidente ma anche segretaria, econo-

ma, cameriera, custode, infermiera, addetto stampa,

portavoce, public relation, animatrice, cuoca, porti-

naia, addetta alle pulizie, trasporti… In poche parole:

tutto.

E qualcos’altro ancora, perché in quella casa suona

il telefono a tutte le ore ed allora Teresa diventa un

punto di riferimento quando arriva inaspettata la

malattia, o per dare consigli sulle cure o per un so-

stegno morale o materiale o solo per una parola di

conforto.

Altruismo e disponibilità a farsi carico delle preoccu-

pazioni e dei dolori,

delle attese e delle

speranze del pros-

simo. È in questo

desiderio di atten-

zione e di amore

per chi soffre, vissu-

to nella quotidianità,

che opera Teresa

Pelos. Il prossimo

che sono gli am-

malati, quelli che lei

chiama “i miei” ed

hanno preso il po-

sto di suo fi glio e

del marito.

Nel suo progetto

L’Assessore Tonetto

Floriano Zambon

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la signora Pelos ha saputo coinvolgere centinaia di

volontari e collaboratori. A cominciare dagli alpini di

San Fior sempre disponibili quando lei chiama, che

l’hanno assistita nella ristrutturazione di Casa Vacan-

ze di Lamosano e della Casa AIL di Treviso, per non

parlare di tutti i volontari e volontarie, collaboratori

silenziosi che frequentano il civico 37 di via Zoppe

sempre più spesso trasformato in laboratorio arti-

gianale. Persone che da lei hanno capito che fare vo-

lontariato non è solo donare ma anche ricevere. E

che dare e ricevere è il giusto scambio che ci offre la

possibilità di dare un senso alla nostra vita, uno sco-

prire noi stessi rispecchiandoci nel prossimo.

Per dire che la storia dell’AIL è in qualche modo stata

scritta assieme a quella

della nostra comunità.

E si spiega così il moti-

vo per cui chi entra nel

nostro paese si imbat-

te nella scritta “SAN

FIOR, CITTÀ DEL VO-

LONTARIATO”.

Ecco spiegato lo scopo

della serata-concerto

per noi di San Fior, l’oc-

casione del 25 dell’AIL

per dire: Grazie Teresa.

Michele

Corbanese

Cara Teresa, in questo giorno così importante per la Sezione di Treviso, che celebra i suoi 25 anni di attività, mi rivolgo a lei innanzitutto per ringra-ziarla. L’inesauribile entusiasmo con cui da sempre si dedica all’Associazione sono un patrimonio ine-stimabile non solo per chi ha la fortuna di lavorare con lei, ma soprattutto per i pazienti e per l’Ema-tologia tutta.In particolare è grazie al suo infaticabile impegno che l’Unità Operativa di Ematologia Ca’ Foncello di Treviso è nata e diventata un punto di eccellenza per la cura delle malattie ematologiche in Veneto.

Mentre ricordo gli episodi più importanti che han-no caratterizzato il nostro percorso comune, sono presente con il mio affetto e la mia stima perché lei e la Sezione AIL trevigiana rappresentate un esem-pio per tutti coloro che si impegnano a favore della ricerca e a sostegno dei malati e dei loro familiari.Mi piace ricordare il suo motto, una frase che ben riassume l’idea alla base della sua azione quotidia-na: “vivere per gli altri non è vivere a metà ma è vivere due volte”.

Prof. Franco Mandelli

Vivere per gli altri...

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Federico era mio fi glio. Aveva appena compiuto 19 anni quando è morto di leucemia. Una delle leucemie più dif-fi cili da curare, questo era stato detto fi n dall’inizio, anco-ra al Pronto Soccorso quel 30 aprile, quando la malattia all’improvviso si era manifestata. Lui, suo padre, sua sorella ed io ci siamo trovati sconvolti e frastornati ad intraprendere la lunga ed estenuante sca-lata della malattia, ma con la speranza, nonostante tutto, di arrivare in cima, di farcela. La determinazione, la voglia di lottare non è mai venuta meno a Federico. Era facile stargli vicino, perché non si lamentava mai, non poneva domande “diffi cili”, aveva ancora il suo sorriso buono. E così è sempre stato circondato da tutti i suoi amici, dai suoi compagni di scuola, dalla comunità scout, sostenuto dagli amici di famiglia, dai suoi insegnanti e aiutato dai medici e infermieri dei reparti di Ematologia di Treviso e Bergamo, dove è stato tentato il trapianto.Quando ripenso a quei mesi mi sfi lano davanti tanti volti attenti e premurosi al suo benessere “possibile” e pro-prio per aver avuto attorno tanto amore non provo rab-

Primo aprile 2011, sembra un pesce d’aprile, Flavio Longo compie 60 anni. La moglie Steffanella con i fi gli e la nuora gli organizzano una festa a sorpresa. Tutti gli amici sono entusiasti dell’idea di poter festeggiare il compleanno di Flavio e si danno da fare con Steffanella per-ché la festa riesca al meglio e allora pensiamo al posto, al modo per spostarsi, alla musica e ai doni. È stato facile capire quale sarebbe stato per Flavio un regalo gradito: un’offerta per l’AIL. Arriva il giorno fatidico: suspance…. tutti pronti nei posti concordati. Flavio arriva, non se lo aspettava proprio di veder tanti ami-ci attorno a lui. Commosso, stupito e felice Flavio ringrazia. Ma non è fi nita, arriva il mo-mento dei regali, comunichiamo a Flavio la donazione per l’AIL. Felice di poter condivi-dere momenti così preziosi, Flavio si augura,

bia, ma solo tanta tristezza, per quello che ci è successo e ha sconvolto il nostro progetto di famiglia.E quando ormai i giorni davanti erano pochi è stato facile decidere di far rimanere Federico a casa sua con noi. L’assistenza domiciliare che ci è stata offerta dall’AIL di Treviso ci ha permesso di continuare ad essere “famiglia” a casa nostra fi no alla fi ne. In un altro momento della no-stra vita non avremmo creduto di avere questo coraggio e invece ci siamo affi dati al signor Piero, alle dottoresse Calistri e Paquola che hanno dato sicurezza e conforto a tutti noi. La loro professionalità, ma anche umanità, ci hanno accompagnato negli ultimi giorni e Federico non ha mai negato loro un sorriso. Ricordiamo con riconoscenza queste persone, perché hanno permesso di affrontare la morte innaturale di un fi glio di 19 anni nell’intimità della nostra casa con le per-sone amiche vicino.Ho fatto e abbiamo fatto tutti quello che era possibile e questo ci dà ora serenità.

Chiara Scinni Coghetto

insieme ai suoi familiari ed amici, che l’onda della felicità possa raggiungere anche altre persone, perché come dice una famosa canzone di Umberto Tozzi, “GLI ALTRI SIAMO NOI”.

L’ASSISTENZA DOMICILIARE UN GRANDE AIUTO PER L’ULTIMO ADDIO

ESSERE FELICI CONDIVIDENDO

Flavio e Steffanella

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Dona il tuo 5x1000Stampa, ritaglia e conserva il tesserino

con il codice fi scale AIL per la tua dichiarazione dei redditi.

Per info www.ail.it

Un’iniziativa davvero importante quella promossa dall’as-sociazione culturale «Lo Sprifandone - ex allievi del pro-fessor Mario Volpato». Un progetto nato due anni fa e giunto a compimento poco prima delle festività natalizie. Martedì 7 dicembre 2010 al Teatro Accademico di Ca-stelfranco Veneto l’associazione culturale ha presentato il volume intitolato «Tanti Mao che raccontano». Un libro in cui sono stati raccolti i disegni del gatto Mao realizzati da Mario Volpato, professore di storia e fi losofi a al liceo Giorgione di Castelfranco Veneto scomparso nel 2005, e le storie scritte dai bambini delle elementari castella-ne ed ispirate proprio a queste illustrazioni. Durante la serata i giovani dello «Sprifandone» hanno voluto dare uno spazio signifi cativo all’AIL. Il professor Mario Volpato, infatti, è deceduto 5 anni fa per una leucemia. Nei mesi di malattia è stato seguito con molta attenzione dai volon-tari AIL. Per questo lo «Sprifandone» ha voluto proporre ai partecipanti nel corso della presentazione del volume a lui dedicato una raccolta di offerte libere e volontarie per sostenere il lavoro dell’AIL. L’iniziativa ha riscosso un grandissimo successo. Con il progetto «Tanti Mao che raccontano» i ragazzi dell’associazione culturale «Lo Sprifandone», nata nel 2006 con lo scopo di riproporre temi ed eventi legati alla fi gura di Volpato, hanno pensato di portare alla luce uno dei tratti più interessanti e meno conosciuti della sua personalità. Un lato creativo, giocoso ed ironico. Volpato, noto docente, consigliere comunale a Castelfranco, impegnato attivamente nel mondo della cultura e del volontariato, aveva una grande passione per il disegno. I suoi soggetti preferiti erano i suoi amati gatti, o meglio un gatto in particolare chiamato Mao. È questo il protagonista di centinaia di illustrazioni (le più datate risalgono ai primi anni ‘80) disegnate da Mario Volpato per divertire la fi glia Elisabetta. Un patrimonio di valore

inestimabile che lo Sprifandone ha voluto valorizzare. Le illustrazioni sono state consegnate a 5 Scuole Elementari della città di Castelfranco Veneto (Treville, Sant’Andrea, San Floriano, Salvatronda e Masaccio-scuola ovest). Du-rante tutto l’anno scolastico 2009/10 i bambini, aiutati dalle maestre, hanno steso, a partire dalle illustrazioni, alcuni racconti o fi lastrocche con protagonista proprio quel particolare Mao che era stato loro donato. In tota-le quasi 500 bambini di 25 classi diverse hanno parteci-pato alla stesura degli scritti. I più signifi cativi sono stati raccolti, assieme alle illustrazioni, nel volume stampato in 3 mila copie. Due le prefazioni curate rispettivamente da Giorgio Cavazzano, disegnatore e fumettista di fama internazionale, e dalla professoressa Renata Casarin, di-rettore dei Servizi Educativi del Museo di Palazzo Ducale di Mantova. Inoltre nei mesi di dicembre e gennaio nella biblioteca comunale di Castelfranco Veneto è stata alle-stita una mostra con delle riproduzioni dei disegni dei Mao fatti da Volpato dal titolo «Tanti Mao in biblioteca». Chi volesse contattare lo Sprifandone può scrivere all’in-dirizzo mail [email protected].

Daniele Quarello

Associazione “Lo Sprifandone”

Con la collaborazione di

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tanti mao

Un libro scritto dai bambini per i bambini

che raccontano

L’ASSOCIAZIONE LO SPRIFANDONEA FIANCO DELL’AIL

NELLA LOTTA ALLE LEUCEMIE

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Dai Gruppi

Sabato 25 giugno 2011 presso lo stadio comunale di

Ponte di Piave ha avuto luogo la partita Vecchie Glorie

Serie A - Juventus Club Doc Negrisia.

Una partita disputata nel segno della correttezza con un

unico scopo: aiutare l’AIL.

La solidarietà – ha sottolineato la presidente dell’AIL Tre-

viso Teresa Pelos – passa anche attraverso lo sport, vei-

colo per arrivare ai giovani che sono il futuro della ricerca

nella lotta alla leucemia. Lo Juventus Club Doc di Negrisia

“Alex Del Piero” – spiega il presidente Maurizio Roma –

dalla sua nascita collabora con l’AIL, tanto che ne ha fatto

un punto centrale del suo atto costitutivo, devolvendo

tutti i proventi a questa associazione e collaborando con

essa. Massiccia la partecipazione dei tifosi bianconeri, ma

anche di persone sensibili, che in un pomeriggio assolato,

come spesso hanno ricordato gli speaker Roma Fioren-

zo e Nichele Ivano, hanno creato un perfetto connubio

di insegnamento per le giovani generazioni. Nel corso

della manifestazione, che ha visto la partecipazione di Te-

resa Pelos e della signora Bruna, mamma del campione

Alex Del Piero, è intervenuto il signor D’Incà Pierluigi,

presidente della C.S.A.IN (Centri Sportivi Aziendali In-

dustriali) che ha premiato il presidente dello JNC, atto

simbolico che suggella l’inizio di una collaborazione nel

segno della solidarietà. Lo Juventus Club Doc, ha dimo-

strato come lo sport possa essere un positivo strumento

di insegnamento e aggregazione.

Domenica 18 settembre il Club ha poi festeggiato il rag-

giungimento dei 310 soci, traguardo che lo pone tra i più

importanti Juve Club del Veneto. Ma il vero punto di for-

za sono gli obiettivi per cui i fondatori si soni impegnati.

Grazie quindi a tutti i soci e a quanti vorranno in futuro

condividere il nostro spirito sportivo e di solidarietà, certi

che “più siamo, più riusciremo a donare”.

Direttivo Juventus Club Doc Negrisia

“Alessandro Del Piero”

PIÙ SIAMO, PIÙ RIUSCIREMO A DONAREPIÙ SIAMO, PIÙ RIUSCIREMO A DONARE

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Dai Gruppi

32 squadre, 8 gironi, un paese, molte

persone, 2 speaker e molti assistenti,

una famiglia, che insieme hanno ricor-

dato la “Storia di Federico” per dare

speranza e forza, per lottare e vincere.

Sabato 3 settembre 2011 a Navolè di

Gorgo al Monticano si è disputato il 3°

torneo di calcio a 5 “Federico Cimitan”,

manifestazione programmata e voluta in

primis dalla famiglia Cimitan, ma condi-

visa dagli amici dello Juventus Club Ne-

grisia “Alessandro del Piero”, dal Team

Bianco Azzurro di Navolè, dalla Banca

Friuladria, dal negozio Stadium e dalla ditta Favero.

Il torneo si è sviluppato in gare eliminatorie sportivamen-

te molto combattute che hanno portato a disputare la

fi nale la squadra “Cimi F 9” e la “Rappresentativa Ponte

di Piave”. E con un netto 4 a 2 ad aggiudicarsi il trofeo

è stata la “Cimi F 9”, il cui capitano, Luca Bazuka, è stato

anche premiato come miglior realizzatore.

Signifi cativa e gradita la presenza di rappresentanze del-

le Amministrazioni Comunali dell’Opitergino-Mottense,

dell’amico Don Roberto e della signora Teresa Pelos,

presidente dell’AIL di Treviso, che ha ringraziato per la

preziosa collaborazione fi nalizzata alla raccolta di fondi

per l’Associazione.

E per coinvolgere le nuove leve, molto applaudita è stata

l’esibizione dei “pulcini” della Gorghense e del Basalghel-

le. A ciascuno dei piccoli calciatori la famiglia Cimitan ha

voluto donare una maglia con il numero 9, il numero che

indossava Federico.

La famiglia Cimitan ringrazia tutti coloro che si sono ado-

perati per la buona riuscita della manifestazione e rinno-

va l’invito al prossimo anno per ritrovarsi ancora insieme

nel ricordo di Federico.

UNA MAGLIA NUMERO 9 UNA MAGLIA NUMERO 9 PER RICORDARE FEDERICOPER RICORDARE FEDERICO

Un solo numero, per ricordare Federico

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Un battito d’ali, quello delle farfalle dell’artista Renzo Marcon, bellissime chine colorate per arricchire la serata del 23 ot-tobre ad Oder-zo, organizzata

per ricordare la nipote Monica, insieme agli amici Andrea e Carmen.Ci hanno molto emozionato quei colori in movimento. Quale forma vivente può essere più delicata e pregna di bellezza? Queste opere innescano seducenti suggestioni, riportano a ricordi, gioie, sofferenze. L’ispiratrice è Moni-ca, Monica che voleva volare in alto…

Cogliamo l’occasione per ringraziare Renzo e tutti gli artisti che mettono a disposizione il loro talento per qualcosa di importante, in questo caso per supportare la ricerca e le aspettative di chi è nella sofferenza.Ciò che gratifi ca noi volontari sono i tanti amici che of-frono il loro tempo e il loro contributo per sostenere le nostre iniziative, rinnovando fi du-cia e simpatia per il nostro Grup-po e la nostra Associazione.

Dai Gruppi

Un battito d’ali per Monica

Piavon ricorda Tiziano BucciolPiavon ricorda Tiziano Bucciol

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Il consueto quadrangolare di calcio in ricordo di Tiziano Bucciol quest’anno è stato organizzato dall’Unione Spor-tiva Piavon insieme a noi volontari AIL di Oderzo. Il nostro è un gruppo di amici, non necessariamente del luogo, che inizialmente ha aderito alle manifestazioni nazionali e poi si è inserito in altre iniziative prenden-do esempio dagli altri gruppi AIL della Provincia. Con il Memorial dedicato a Tiziano, grazie agli amici di Magera dove siamo stati ospitati inizialmente, abbiamo imparato tante cose, come ad esempio organizzare e cucinare. Ma ci siamo soprattutto arricchiti ogni anno di persone nuo-

ve, pronte ad aiutare e dare il massimo. Noi siamo volontari e ci impegniamo per la nostra Asso-ciazione perché crediamo in quel che facciamo e abbia-mo uno scopo comune: quello di raccogliere fondi per la ricerca e per il sostegno del reparto di Ematologia di Treviso. La maggior parte degli amici di Piavon, invece, ha conosciuto Tiziano, lo ha visto crescere, seguito a livello sportivo e gli ha voluto bene. Questo è ciò che fa la dif-ferenza, ciò che mancava. Siamo felici quindi di aver condiviso questa iniziativa.È stato un piacere collaborare con persone così capa-

ci e di grande pro-fessionalità abituate comunque ad orga-nizzare eventi im-portanti. Ringraziamo tutti co-loro che hanno par-tecipato attivamente alla manifestazione, nonostante gli impe-gni in corso, e ci au-guriamo che questa continui ad avere un futuro.

Uqd

per ricordare la nipote M

po to e

e, -

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Dai Gruppi

Le persone “vere” rimangono nel cuoreTorneo di Calcetto a Fratta di Oderzo

in ricordo di Luciano Marcelli e Lino Lorenzon

Le persone vere rimangono nel cuore. Questo è quel-

lo che ho pensato partecipando alla serata di chiusura

del torneo di calcetto svoltosi a Fratta di Oderzo in

ricordo di Luciano e Lino. Poche ma signifi cative pa-

role per ricordare, con grande emozione, due fi gure

che hanno dato molto alla comunità. Persone di gran

cuore che non hanno mai ostentato la loro generosità.

Vivaci nelle iniziative, sempre pronti a dare sia nello

sport che nella quotidianità. E siccome l’albero buono

dà buoni frutti, nascono nel 2008 due iniziative, quella

dell’Associazione Fratta Unita, che dedica il torneo già

esistente all’amico Lino, l’altra degli Amici del Pan e Vin,

che organizza una serata benefi ca a favore dell’ADVAR.

Quest’anno i due gruppi, insieme agli Amatori Calcio

Fratta, hanno deciso di dedicare entrambi gli eventi an-

che a Luciano Marcelli e devolvere parte dell’incasso

all’AIL. La cosa più bella è che ancora una volta i gio-

vani e lo sport diventano esempio di grande forza e

sensibilità. Infatti per due settimane questi ragazzi sono

stati calciatori, camerieri, speakers, organizzatori di una

serata conviviale con più di trecento persone, con tan-

to di giochi per bambini e karaoki per i nostalgici. Io li

ringrazio da parte dell’AIL per il contributo donato e

per avermi dato l’opportunità di rappresentare l’Asso-

ciazione, cosa di cui vado fi era, in una serata così bella

e signifi cativa.

Le famiglie Lorenzon e Marcelli con i rappresentanti delle Associazioni ed autorità locali

Paola TomasellaGruppo AIL Oderzo

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Dai Gruppi

DUE SERATE PER L’AIL E TANTI APPLAUSI PER CENERENTOLA-ROCK, e

CANOCIA IN PRETURAIl Gruppo Fontane, in collaborazione con l’Amministra-zione Provinciale di Treviso e la Presidente del Circolo Dipendenti della Provincia di Treviso, ha organizzato due spettacoli teatrali per l’AIL.Il primo, “Cenerentola-Rock”, si è svolto il 5 dicembre 2010, presso l’Auditorium della Provincia di Treviso, con protagonisti i bravi attori della Compagnia amatoriale “Genitori Sconosciuti” di Ponzano Veneto.Un pubblico numeroso ha calorosamente apprezzato l’esibizione degli interpreti del Musical, che si sono di-mostrati all’altezza delle aspettative. Le divertenti disav-venture della bella Cenerentola, dello spiritoso Principe Azzurro alla Elvis Presley, delle simpatiche Topoline, aiu-tanti della Fata, e di tutti gli altri personaggi della famosa fi aba, presentata però in chiave Rock, hanno strappato risate a grandi e piccoli. Gli irresistibili presentatori, Cri-stina e Mauro, hanno condotto lo spettacolo con verve e professionalità.La recita era stata preceduta dall’esibizione di danze clas-siche e contemporanee delle allieve della Scuola “Danza Insieme” di Treviso.

Era presente tra il pubblico una divertita Teresa Pelos, la nostra presidente.

Il secondo spettacolo è stato presentato dalla Compagnia dei Papa il 7 maggio 2011 presso il Teatro Aurora di Tre-viso: “Canocia in Pretura”, commedia teatrale in dialetto trevigiano. Si racconta il processo a Giovanni Canocia (da cui il titolo), detto “Nane” o “Sardella”, reo di aver ruba-to della frutta a tal Brisighella, fruttivendolo del paese, detto “Busia Sgionfeti”. Davanti all’esasperato giudice si avvicendano una serie di personaggi, uno più divertente dell’altro. Straordinaria la “seducente” Carmela la Rossa, moglie di “Busia Sgionfeti”.Fin dalle prime battute l’esilarante farsa ha coinvolto il pubblico presente, con incontenibili risate ed applausi a scena aperta.

Le due serate sono state anche l’occasione per scoprire persone sensibili che dedicano il loro tempo libero alla realizzazione di spettacoli divertenti e portano un contri-buto notevole alle Associazioni vicine a chi soffre.

Lionella ManfrenGruppo AIL Fontane

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Dai Gruppi

CAPODANNO IN COMPAGNIA IN RICORDO DI UN AMICO

I grandi vip dello sport e dello spettacolo che scendono in campo per aiutare la nostra Associazione, i vari tornei estivi di calcio organizzati dai nostri gruppi e sostenito-ri, le serate di benefi cenza, le rappresentazioni teatrali, i concerti musicali, gli spettacoli di danza, gli appuntamenti podistici. Ma non dimentichiamo che dietro a queste ma-nifestazioni ci sono organizzatori infaticabili ed una mol-titudine silenziosa e spesso invisibile di collaboratori. E a tal proposito non va dimenticato l’apporto dei cuochi, un lavoro umile ed invisibile tra il caldo ed i vapori della cucina, ma spesso determinante se si considera che tante manifestazioni hanno carattere culinario.Tutto questo preambolo per ricordare la Xa Serata pro AIL organizzata dal Comitato Festeggiamenti e Gruppo AIL a Camino di Oderzo il 5 febbraio, la I^ Serata orga-nizzata il 16 aprile a Monastier da Federcaccia Sezione di Monastier e Fossalta di Piave, e, sempre a Monastier, il 28 maggio la VIIa Serata “Spiedo Gigante”, organizzata dal Gruppo AIL. Tre serate dedicate alla nostra Associazione per racco-gliere fondi da destinare ai bisogni più urgenti dell’ AIL Trevigiana.La presenza e la generosità di tante persone hanno porta-

Capodanno: quale occasione migliore per festeggiare as-sieme?Gli amici della Pro Loco di Salgareda (TV) si sono ritro-vati la sera di San Silvestro per la tradizionale cena di fi ne anno. L’incontro conviviale, con gustosi manicaretti tutti esclusivamente preparati in casa, si è svolto presso il Palazzetto dello Sport del Comune, festosamente tra-sformato per l’occasione con festoni variopinti. La buona volontà dei volontari che hanno contribuito alla riuscita della serata è stata premiata dalla presenza di tanti vecchi e nuovi amici, che non hanno voluto mancare a questo appuntamento di serena e festosa condivisione,

to ad un risultato davvero lusinghiero. Un ringraziamento particolare, quindi, ai cuochi, impegnati nella preparazio-ne di piatti raffi nati e gustosissimi, frutto di professionalità, passione, preparazione e ore di lavoro gratuito. Ci augu-riamo che l’entusiasmo e la fedeltà di questi volontari duri nel tempo. Grazie a chi ha partecipato e a chi si è impegnato per la riuscita delle manifestazioni.

Gruppo AIL Monastier

musica dal vivo e buona cucina.La prematura scomparsa di un sostenitore dell’AIL, non-ché collaboratore della Pro Loco, ci ha spinto a orga-nizzare una raccolta fondi da devolvere all’Associazione Italiana contro le Leucemie.Un grazie di cuore a tutte le persone che, con il loro con-tributo, hanno permesso di donare una generosa somma a questo ente benefi co, contribuendo così al sostenta-mento dell’Associazione, con la speranza che queste ma-lattie siano un giorno defi nitivamente sconfi tte.Grazie a tutti coloro che ci aiutano.

Pro Loco di Salgareda

UN RINGRAZIAMENTO AI CUOCHI DI CAMINO DI ODERZO E MONASTIER

Comitato Federcaccia di Monastier e Fossalta di Piave

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Dai Gruppi

NUOVE GENERAZIONI E CULTURA DELLA SOLIDARIETÀPER UN FUTURO DI SPERANZA

L’AIL di Roncade, costituito, per ora, da un piccolo gruppo di volontari, vuole essere per tutta la comunità Roncadese, un punto fermo, visibile e concreto della solidarietà verso quanti, in modo diverso, sono coinvolti da malattie quali la leucemia, i linfomi o il mieloma. Si tratta di malattie che richiedono, per il lungo tempo del loro svilupparsi, una rete capace di dare sostegno su più fronti per assicurare le cure con acquisto di farmaci di costo elevato e diffi cile reperibi-lità, sostenere la presenza di medici, psicologi e personale infermieristico e la loro formazione, fi nanziare la ricerca scientifi ca e l’acquisto di apparecchiature ad alta tecnolo-gia, sostenere i reparti di ematologia Treviso e Padova, il trapianto di midollo osseo. I nostri volontari sono impe-gnati nell’assistere con la vicinanza, costante e silenziosa, le persone malate e i loro familiari con l’ascolto attivo, la par-tecipazione e condivisione della loro esperienza, l’incorag-giamento capace di trasmettere forza e speranza, realizzare piccole strutture residenziali nei pressi dei centri di terapia, trasmettere la volontà di esserci comunque e sempre.Anche il nostro Gruppo si è impegnato in alcune iniziative che hanno positivamente coinvolto la popolazione.Tra queste un incontro conviviale con lotteria, cui hanno partecipato 250 persone e che ha permesso di consegna-re all’AIL la somma di euro 3.000. Si è trattato del primo pranzo per l’AIL di Roncade, una esperienza che ha per-

messo di aggregare e unire le persone sensibili verso la no-stra associazione. È stato entusiasmante percepire l’attivarsi per raccogliere adesioni e la risposta c’è stata. Un grazie a tutti i volontari, agli sponsor, al Gruppo Ricreativo Culturale Biancade, che ha messo a disposizione la struttura e il ser-vizio in cucina e ai tavoli. È mancata solo la presenza fi sica della presidente Teresa Pelos, ma col cuore lei c’era.Gli alunni delle classi IV e V della Scuola Primaria di Muse-stre sono stati protagonisti di una rappresentazione teatrale sulla Costituzione Italiana. Con il sostegno delle insegnanti e dei genitori, nella giornata della Festa del Volontariato gli stessi alunni hanno realizzato un mercatino che ha permes-so un versamento all’AIL di euro 1.077.

Le classi avevano incontrato, in gennaio, Teresa Pelos. Quest’incontro è stato fondamentale per trasferire, con la sua emozionante esperienza, il valore della solidarietà e dell’AIL in particolare nel nostro territorio. Da questo incontro si è sviluppato tutto il progetto che le insegnan-ti hanno attuato in un percorso continuamente condiviso con gli alunni e dove dagli articoli della costituzione hanno saputo estrapolare, tra l’altro, il dovere inderogabile di so-lidarietà sociale cui ogni cittadino è chiamato a portare il proprio contributo. Tutto ciò è tanto ma non basta! Bisogna lavorare ancora, guardare oltre, continuare a promuovere e sostenere, so-prattutto verso la popolazione scolastica, la cultura della solidarietà.Bisogna avere e far crescere fi ducia: ma non, o non solo, nel denaro. Perché occorre la «decisione fondamentale» verso «la cultura della solidarietà», altrimenti ogni progetto avrà il fi ato corto. Sostenere questo valore nella nostra città comporta guardare al futuro con sempre maggior fi ducia e con determinazione. Se la fi ducia fosse legata soltanto alla raccolta di fondi, seppur essenziali, non potranno che emergere progetti dove il calcolo e l’ansia di risultati im-mediati continueranno a non farci guardare lontano, a con-templare i grandi ideali, quando si usano i mezzi per fi nalità nobili che mettono al centro la promozione della dignità

della persona a partire dalle più deboli e biso-gnose. Pensare allo sviluppo implica anzitutto una decisione fondamentale, che sia indirizzo sicuro al quale orientare ogni progetto con-creto: è la decisione di promuovere, costruire e comunicare una cultura della vita, della soli-darietà, della prossimità generosa. Perché ogni persona possa cogliere non solo l’utilità, ma an-che la bellezza e il fascino di coltivare relazioni signifi cative.Noi continuiamo a lavorare, chi legge, spero, possa rifl ettere e sapere che se vuole c’è biso-gno anche di lui.

Sergio LeonardiGruppo AIL Roncade

Quando i bambini disegnano il tricolore

Nel loro festoso mercatino i ragazzi hanno coinvolto anche il sindaco

L

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PER LA CRESIMA A:MARCO - Zero BrancoANDREA - PoveglianoLEONARDO - Col San MartinoCHIARA - PoveglianoANDREA - PoveglianoEMANUELE - PoveglianoFRANCESCA A. - PoveglianoFRANCESCA R. - PoveglianoGIACOMO - PoveglianoGIULIA - PoveglianoILENIA - PoveglianoISACCO - PoveglianoMATTEO - PoveglianoNICOLÒ - PoveglianoPAOLO - PoveglianoRICCARDO - PoveglianoTERESA - PoveglianoMARTA - San Fior di Sopra

Dai Gruppi

Il simpatico e dinamico Gruppo

Donne di Via Dante di Jesolo,

guidato da Gina Vianello Sari,

esprime affetto e ringraziamento

all’amica signora Teresa a modo suo:

e cioè partecipando attivamente

alle iniziative dell’AIL.

Nel giorno importante della loro prima comunione,

Devis e Francesca hanno voluto ricordare le persone che soffrono

e per questo hanno deciso, con i loro genitori, di donare un aiuto

all’AIL.

L’angolo degli auguri L’angolo degli auguri L’angolo degli auguri L’angolo degli auguri L’angolo degli auguriL’a

Grazie a quanti nei loro momenti felici pensano alla nostra Associazione.È un modo diverso per festeggiare e donare.

Se desiderate ricevere le nostre pergamene solidali contattateci al n. 0438-777415

PER IL BATTESIMO A:AURORA - Vittorio VenetoELIA - CuzzuoloALESSANDRO - MosnigoGIADA - CarboneraLUCA - ConeglianoIRIS - Vallada Agordina

PER LA PRIMA COMUNIONE A:RICCARDO - San Miche di PiaveGIORGIA - San Michele di PiaveMARCO - CordignanoBEATRICE - San Fior di SottoDEVIS - San Fior di SottoGIORGIA - Musestre GIADA - Musestre GIORGIA - MusestreAURORA - MusestreCHIARA - Pianzano di Godega SOPHIA - Pianzano di Godega DIEGO - Pianzano di Godega KEVIN - Pianzano di Godega CRISTIAN - Pianzano di Godega FEDERICO - Pianzano di Godega LUCA - Pianzano di Godega SVEVA - Pianzano di Godega FEDERICO - Pianzano di Godega IRENE - Breda di PiaveALBERTO - Dosson di CasierFRANCESCA - Motta di LivenzaVERONICA - San Fior di SopraALEX - Vittorio Veneto

PER IL MATRIMONIO A:GIUDITTA e ROBERTORiese Pio XLUCIA e PIERPAOLOMorganoBARBARA e NICOLACusignanaELENA e NICOBreda di PiaveELISA e DAVIDEMonastier

PER IL 25° DI MATRIMONIO A:MARIUCCIA e RICCARDOMonastier

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Filo diretto con il medico

L’ATTENZIONE DELL’AIL TREVISO AI PRINCIPI ETICI DELLA RICERCA CLINICA

“LAVORIAMO IN RETE CONTRO LE LEUCEMIE, LINFOMI E MIELOMA”

Più volte in passato, scrivendo un articolo per que-sto giornale, ho descritto le numerosissime inizia-tive di AIL Treviso di cui sono testimone nell’eser-cizio della mia professione. La maggior parte di queste iniziative sono note a tutti, per la diretta testimonianza delle molte persone che ne han-no benefi ciato o per la risonanza data loro dalla stampa. Altre sono note solo a una minoranza di addetti ai lavori. Una di queste, a mio parere, meri-ta ampia diffusione per il suo valore contempora-neamente scientifi co ed etico. Mi riferisco alla donazione di ingenti somme di denaro alla fondazione GIMEMA (Grup-po Italiano Malattie Ematologiche Maligne). La fondazione GIMEMA nacque per intuizione del Prof. Franco Mandelli, a tutti credo noto, con il proposito di unire “in rete” tutte le ematologie italiane. Il Prof. Mandelli intuì che la ricerca italia-na, di laboratorio o clinica, avrebbe potuto competere con il resto del mondo solo unendo le forze (dalla Sicilia al Tren-tino Alto Adige) verso progetti ambiziosi e condivisi, con lo scopo fi nale di migliorare signifi cativamente le cure per i malati ematologici. Oggi tutti concordano che quell’idea fu vincente e anche grazie ad essa l’Italia può vantarsi di esse-re internazionalmente riconosciuta come uno dei paesi le-ader nella ricerca e nella cura delle malattie ematologiche. La fondazione GIMEMA rappresenta un fenomeno in netta controtendenza in un Paese estremamente disunito come il nostro. Mi preme fare alcune considerazioni specifi che riguardo la ricerca clinica: una volta individuato un nuovo possibile farmaco, dopo aver superato sperimentazioni in laboratorio e successivamente in modelli animali, esso vie-ne “provato” sull’uomo, inizialmente su pochi malati di una specifi ca malattia per i quali tutte le terapie fi no a quel pun-to disponibili si siano rivelate ineffi caci (studi clinici di fase I/II). Ogni passaggio di questo processo è sottoposto al giu-

Il 21 giugno scorso, in occasione della Giornata Nazionale contro le Leucemie, Linfomi e Mieloma, si è tenuto a San Fior un convegno medico con la partecipazione di illustri relatori, come il Primario dell’Ematologia di Treviso Prof. F. Gherlinzoni, il Primario A. Sacchetta, il Direttore M.G. Carraro, le Dott.sse B. Azzalini e E. Calistri, i Dr. O. Ricciardi e B. Gorini. Gli interventi si sono concentrati sulle nuove frontiere nella cura delle malattie del sangue, alla luce delle nuove tecnologie. Il convegno è iniziato con il saluto delle autorità presenti: il Sindaco di San Fior, l’Assessore L. Tonetto e l’Assessore provin-ciale P. Speranzon.In un breve intervento, com’è nel mio stile, ho presentato la storia dell’AIL Treviso e ho dato inizio ai lavori.Il Prof. Gherlinzoni nella sua relazione rivolta ai medici presenti ha spiegato come il medico di famiglia, con specifi ci esami del sangue, possa in breve arrivare a una diagnosi approssimativa per poi consultare il centro specializzato, strada indi-spensabile per portare alla guarigione, ora possibile in molti casi. Nonostante i progressi oggi raggiunti c’è ancora molto da scoprire, ecco perché la ricerca è fondamentale. Infatti senza ricerca non c’è futuro.Come salvaguardare la maternità e fertilità nelle donne affette da malattie oncoematologiche: ne ha parlato la Dott.ssa Azzalini, che con grande sensibilità e professionalità ha spiegato come sia possibile salvaguardare la vita, sia del feto che della madre, nelle donne affette da malattie oncoematologiche. L’assistenza domiciliare è sostenuta e voluta dell’AIL: ne ha parlato la Dott.ssa Calistri, responsabile del servizio, illustrando i risultati ottenuti in questi tre anni di attività, risultati lusinghieri a benefi cio dei pazienti assistiti e delle loro famiglie, senza trascurare il risparmio economico per il sistema sanitario. Brillante è stato l’intervento del Primario Sacchetta che ha invitato i partecipanti a porre domande cui ogni relatore ha dato esaurienti risposte. È stato questo il momento del Convegno che ha maggiormente coinvolto il pubblico presente. Un ringraziamento alla Ditta Novartis Oncology e alla Ristorazione Ottavian, che con il loro contributo hanno reso possi-bile la realizzazione di questo riuscito Convegno.

Teresa Pelos Mariotto

dizio di appositi Comitati Etici che hanno lo scopo di vigilare sulla correttezza della sperimentazione, dove il valore inviolabile è evitare di nuocere a chi aderisce allo studio (anche la sperimentazio-ne animale è in tal senso regolata da severissime leggi). Qualora il farmaco dimostri un profi lo fa-vorevole in termini di rapporto effi cacia/tossicità, lo studio viene esteso ad un gruppo molto ampio di malati (studi clinici di fase III). Per garantire ul-teriormente la sicurezza del paziente, tale fase è

accompagnata da un monitoraggio clinico/strumentale dei malati molto intenso e conseguentemente anche gravoso in termini economici. Tali costi non sono sostenibili dal Ser-vizio Sanitario Nazionale, ancor meno oggi viste le diffi coltà economiche dei conti pubblici. Succede quindi che le fasi fi nali della sperimentazione siano “sponsorizzate” dall’indu-stria farmaceutica, ovviamente interessata a sostenere uno studio che dimostri l’effi cacia di un proprio farmaco. Posso assicurare che le misure messe in atto dai Comitati Etici af-fi nché il confl itto di interessi non interferisca sull’esito dello studio sono severissime. Tuttavia è chiaro che la soluzione completa al problema è estromettere l’industria farmaceu-tica da qualsiasi coinvolgimento. In tal senso il Prof. Mandelli ha sempre avuto le idee chiare e tra gli obiettivi compresi nello statuto della fondazione GIMEMA, ai primi posti vi è la destinazione di ingenti risorse agli studi di verifi ca dell’ef-fi cacia di nuovi farmaci. Il valore di tale scelta è stato com-preso dall’AIL Treviso, in particolare dalla sua presidente si-gnora Teresa Pelos, che dona a GIMEMA una considerevole quantità di denaro a tale scopo, confermando una squisita sensibilità sia al progresso scientifi co ma anche ai principi etici che lo devono guidare.

Dott. Michele GottardiEmatologia di Treviso

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Filo diretto con il medico

L’ALTRA FACCIA DEL MIDOLLO OSSEO: LE CELLULE STAMINALI MESENCHIMALI

È generalmente noto come le cellule del sangue vengano prodotte di continuo nel midollo os-seo dalla proliferazione di cellule immature che espandendosi giorno per giorno e acquistan-done gradualmente i caratteri propri, si trasfor-mano infi ne nelle cellule mature funzionali che troviamo poi circolanti. È un sistema a piramide, come proprio di tutte le cellule staminali, che vede all’apice un singolo gruppo di cellule indif-ferenziate (nel caso del sangue, le cellule staminali emato-poietiche, in inglese HSC, in grado di originare tutti i tipi di cellule del sangue), e alla base cellule mature, differenziate, nel nostro caso i globuli rossi, i diversi tipi di globuli bianchi e le piastrine. Il processo che porta dalla cellula staminale alla cellula matura è chiamato “differenziazione”, ed equi-vale alla perdita progressiva di potenziale proliferativo ed espansivo – cioè della capacità di formare tante cellule a partire da una sola – concomitante all’acquisizione di caratteristiche funzionali di cui le cellule staminali sono originariamente prive – cioè della capacità da parte del-le cellule di svolgere funzioni complesse e specializzate, quali contrarsi, produrre determinate proteine e fattori, produrre tessuto osseo, formare nuovi vasi sanguigni etc.Molto meno noto, nel grande pubblico, è come il midollo osseo, cioè l’insieme cellulare all’interno delle ossa dello scheletro capace di produrre il sangue, ospiti almeno un altro tipo di cellula staminale multipotente, origine e pro-genitrice di un proprio sistema piramidale di cellule diffe-renziate: la cellula staminale mesenchimale (nell’acronimo inglese, MSC).La MSC è la “nonna” di cellule fondamentali per l’ambien-te in cui il sangue si forma, come le cellule dell’osso (oste-oblasti), delle cartilagini articolari (condrociti), dei muscoli (cellule muscolari striate), le cellule dei vasi sanguigni (en-doteliociti e cellule muscolari lisce), le cellule del grasso (adipociti) e le cellule fi brose che fungono da collante e da mediatore tra le cellule del sangue e questi diversi tessuti (i fi broblasti). Come la cellula staminale ematopo-ietica, anche la MSC ha estese capacità di proliferazione, e può originare intere popolazioni cellulari dalla divisione progressiva di pochissime cellule; come la cellula staminale ematopoietica, può trasformarsi gradualmente, divisione per divisione, in tipi cellulari molto diversi, maturi, dotati di capacità funzionali di cui le MSC sono prive, ma “bloccate” in quel tipo funzionale, cioè non più capaci di evolvere in tipi cellulari diversi né di dare origine ad ulteriori cellule.Riscoperte nel 1998 dopo uno studio di quasi vent’anni prima, che le aveva identifi cate senza però comprender-ne, per i limiti tecnici dell’epoca, la natura di cellula stami-nale, le MSC sono oggigiorno oggetto di intense ricerche sperimentali in svariati campi della Medicina.

Per prima cosa, essendo cellule staminali otteni-bili nell’adulto, e quindi anche dagli stessi pazienti, tramite piccoli campioni di midollo osseo o di altri tessuti (quali grasso sottocutaneo, osso, cartilagi-ne e altro), rendono possibile un loro impiego in contesti di Medicina Rigenerativa, per rigenerare tessuti danneggiati che, da soli, non potrebbero guarire bene, con il ripristino effettivo, “come prima della malattia”, della propria funzione. È il

caso per esempio delle cartilagini articolari danneggiate da traumi o da artrosi, oppure di difetti ossei estesi, dove l’impianto di MSC seminate su supporti plastici potreb-be ricostruire interi segmenti ossei persi dopo incidenti, operazioni chirurgiche o malattie degenerative. Esistono numerosi studi in corso nel mondo, su animali da labora-torio e nell’Uomo, atti a verifi care la possibilità di usare in futuro a scopo rigenerativo le MSC nei pazienti. Oltre al loro potenziale come cellule rigenerative, si è poi rapidamente scoperto come le MSC fungano anche da guardiane e modulatrici delle risposte del nostro sistema di difesa, il sistema immunitario, contro infezioni batte-riche e virali; normalmente, infatti, solo segnali in grado di attivare il sistema immunitario e, allo stesso tempo, disattivare il sistema delle cellule mesenchimali, possono adeguatamente scatenare una risposta difensiva da parte del nostro organismo, e determinare in ultima analisi la reazione – infi ammatoria e immunitaria – che ci guarisce dalla maggior parte delle infezioni a cui andiamo incontro ogni giorno. Allo stesso tempo, però, in molti casi il nostro sistema immunitario reagisce a sproposito, riconoscen-do come bersagli ostili cellule e tessuti del nostro stesso organismo, e montando così una reazione inappropriata di difesa contro noi stessi, in un processo defi nito “rea-zione autoimmune”. Questo meccanismo sta alla base di moltissime malattie ben note, come l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico, la tiroidite di Hashimoto, l’ipertiroidismo di Graves-Basedov-Fajani, il diabete mel-lito giovanile (cioè di tipo I), la sclerosi multipla e molte altre. Essendo le MSC la controparte naturale del siste-ma immunitario, è possibile pensare ad un loro impiego per la terapia di molte di queste forme, là dove i farmaci immunosoppressori attualmente usati per la terapia non siano riusciti a controllare il processo autoimmune stesso. In realtà, esistono numerosi studi, condotti sull’animale e, più recentemente, su piccoli gruppi altamente selezionati di pazienti in giro per il mondo, che testimoniano come l’impiego delle MSC nella terapia cellulare di malattie au-toimmunitarie sia possibile ed effi cace. Alcuni di questi approcci hanno generato studi su più ampia scala, che sono attualmente in corso in molti Paesi.Infi ne, le MSC svolgono normalmente una funzione nutri-

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Filo diretto con il medico

ce nei confronti delle cellule staminali ematopoietiche e della loro progenie, fi no alle più mature cellule del sangue. Vere e proprie “centrali produttive” di moltissimi fattori biologici essenziali, quali segnali intercellulari, proteine e fattori di crescita, nutrienti, vitamine e cofattori biochimi-ci, mediano essenzialmente, come vere e proprie “cellule nutrici”, tutte le interazioni tra le cellule del sangue in via di sviluppo e il resto dell’organismo. Quando una cellula staminale ematopoietica “impazzisce”, e si trasforma in “leucemia”, essa perde i meccanismi normali di control-lo alla proliferazione e di progressiva trasformazione in cellula matura, rimanendo una cellula immatura, senza controllo e senza freni inibitori nei confronti dell’organi-smo in cui si sviluppa. In quanto tale, come prima azione la leucemia va a sovvertire i meccanismi preesistenti nel midollo osseo, asservendoli ai propri scopi di crescita il-limitata e incontrollata. Le MSC vengono “plagiate” dalle cellule leucemiche, che a loro volta le usano come fonte preferenziale per garantirsi fattori di crescita e nutrienti essenziali. Per buona parte, le MSC, pur non essendo di per sé malate, svolgono quindi funzioni difensive per le cellule leucemiche nei confronti dei chemioterapici usati nel tentativo di curare il paziente. Inoltre, le cellule leu-cemiche residue dopo un trattamento chemioterapico, responsabili a lungo termine della ricaduta del paziente, albergano in nicchie costituite per buona parte proprio dalle MSC.Se dunque è noto il ruolo svolto dalle MSC nella prote-zione delle cellule leucemiche, molto meno noti sono i precisi meccanismi cellulari sottostanti a questa funzione, che, una volta scoperti e indagati nel dettaglio, potreb-bero in un futuro prossimo diventare bersagli di farma-ci nuovi e sperimentali. Questi ultimi, diretti non contro la cellule leucemiche, come attualmente vale per tutti i chemioterapici, ma contro le cellule che sostengono e proteggono la leucemia stessa, potrebbero aumentare notevolmente il potere dei chemioterapici stessi, e quin-di l’effi cacia eradicante delle attuali terapie, agendo sulle MSC e togliendo quindi indirettamente alle cellule leuce-miche un’importante fonte di protezione.Purtroppo, come comunità medica e scientifi ca, siamo solo all’inizio di questo cammino, e moltissimo sul “come” le MSC proteggano le cellule leucemiche dalla terapia

impiegata è ancora ignoto. Un possibile meccanismo sta in recettori cellulari chiamati “Toll-like receptors” (TLR): si tratta di proteine antichissime nel corso dell’evoluzione, veri e propri sensori ambientali capaci di attivare le cel-lule del sistema infi ammatorio e immunitario a seguito del riconoscimento, nell’ambiente circostante, di compo-nenti batteriche e virali estranee al nostro organismo. In più, i TLR, presenti anche sulle MSC, sono in grado, come scoperto in studi recentissimi dal 2006 a oggi, di modu-lare l’attività e le capacità anti-immunitarie delle MSC, ac-cendendone e spegnendone le funzioni in risposta a vari stimoli ambientali. Nello studio oggetto del mio dottora-to di ricerca presso l’Università di Verona, e attualmente pubblicato sulla rivista scientifi ca internazionale Stem Cells, i TLR si sono dimostrati dei fondamentali interruttori per accendere la capacità delle MSC di supportare e attivare un gruppo di globuli bianchi, i neutrofi li, tramite la produ-zione di una serie di proteine e fattori attivatori. Molti di questi fattori potrebbero essere attivi, in diversi contesti, anche nel caso di molte forme di leucemia.È nostra intenzione adesso andare a testare il ruolo svol-to dai TLR nel sovvertimento delle MSC a proprio van-taggio operato dalle cellule leucemiche. Questo studio si inquadra nel progetto più ampio della realizzazione, per la prima volta a Treviso, di un Laboratorio di Ricerca dipendente direttamente dall’Ematologia. È un obiettivo ambizioso, che mira alla realizzazione di un centro di ri-cerca specialistica capace di fornire il proprio contributo allo sviluppo delle conoscenze biologiche essenziali per orientare la ricerca medica e farmacologica ad approcci sempre nuovi e più effi caci nella cura delle leucemie e delle altre malattie del sangue. Come è già stato per la realizzazione dell’Unità Ospedaliera Complessa di Emato-logia, e del Servizio di Assistenza Domiciliare Ematologica, anche in questo progetto il contributo di AIL Treviso sarà, ancora una volta, insostituibile ed essenziale.

Dott. Federico Mosna medico chirurgo Spec. in Ematologia,

Dottore di Ricerca in “Biologia e Applicazioni Cliniche delle Cellule Staminali”

contrattista a progetto AIL Ematologia di Treviso

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In Ricordo

Ricordiamo chi ci ha lasciato

Silvio Da Ros Nel nostro animo sarà sempre vivo il tuo ricordo. I tuoi cari

Giuseppe De Mari Ogni raggio di sole sarà

un tuo caloroso sorriso,

ogni volta che guarderemo

il cielo brillerai tra le stelle,

ogni tiepido venticello

un forte abbraccio...

sarai sempre con noi.

moglie e fi glie

Irene Rossetto Grazie per il tuo amoreGrazie per i tuoi sorrisiGrazie per il tuo coraggioGrazie per averci

insegnato l’importanza delle piccole coseIl tuo amore è e sarà sempre vivo con noi.

Gianfranco Marchetto Ha raggiunto nella casa del Padre l’amato fi glio Paolo, rimani sempre nei nostri cuori.

Scolastica Delfina Pizzutto Sei stata una moglie splendida,

una mamma brava, premurosa,

dolce, buona

che ci ha sempre amato.

Da lassù proteggici ancora.

I tuoi cari

Ederina Stefani

Noi per te avremmo voluto

rubare al sole un raggio di luce,

togliere il sale al mare, farti

toccare una stella e rendere dolce

ogni respiro. Ma i miracoli in

questa vita non ci sono permessi,

così ci limitiamo a donarti

l’immenso del nostro amore.I tuoi cari

Aldo Tempesta I ricordi della vita trascorsa con te mi danno tanta serenità e ti sento vicino.

Tua moglie Anna

Jenny Schiavon Cara Jenny, sono passati vent’anni da quando

una terribile malattia ha interrotto il tuo

cammino verso la vita. Eri nel fi ore della

giovinezza, vitalità allo stato puro, dolce e

sempre sorridente. Ora che anche la mamma

ti ha raggiunto, il vostro cammino continuerà

unite per sempre nell’aldilà ma vicine a noi

nei nostri cuori e nella vita di tutti i giorni.I tuoi cari

Ricordiamo anche Concetta Rita Busà

Zaratin Mario

Bigaglia Fiammengo Iva

Davanzo Luigino

Pivato Assunta

De Zottis Renzo

Zilli Bortolo

Polo Pierpaolo

Bellin Elio

Libralesso Olga

Amato Venanzio

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In Ricordo

Marta Marangon Il ricordo di te ci riempie la vita, i tuoi insegnamenti sono sicurezza per il nostro futuro. I tuoi cari

Antonio Fontebasso Ti sei portato via il fi ore più bello: le opere di carità. Teresa

Angela Vettor L’amore è stato il fi lo conduttore di tutta la tua vita di donna, sposa e mamma.Con l’amore hai colorato le giornate di tuo marito così come hai illuminato quelle del fi glio Simone e di quanti hai incontrato.Questa è l’eredità che ci hai lasciato ed è la più preziosa che una mamma può lasciare. Adesso hai raggiunto la pienezza dell’amore, aiutaci a farlo fi orire attorno a noi ogni giorno come facevi con i fi ori del tuo giardino, e questo sarà il modo migliore per ricordarti e dirti grazie. Marito e fi glio

Mariotto Maria Gli angeli hanno squillato le trombe,

per te si sono aperte le porte del regno

dei cieli e fi nalmente hai trovato pace

e serenità come tu tanto desideravi.

I tuoi cari

Guerrina Varuzza Quando una persona ci lascia, quando non è più qui

e non possiamo più toccarla o sentire la sua voce…

sembra scomparsa per sempre. Ma un affetto sincero non

morirà mai. Il ricordo delle persone che ci sono state care

vivrà per sempre nei nostri cuori, più forte di qualsiasi

abbraccio, più importante di qualsiasi parola.

Sei e rimarrai sempre nel cuore di color che hai amato.

Assunta Pivato Non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate. I tuoi cari

Domenico Gervasio Sposo e padre esemplare, di sentimenti nobili e generosi. Unico scopo della sua vita è stato l’amore per la famiglia, il lavoro, l’onestà fi no allo scrupolo, possedeva il segreto di farsi amare da tutti. Lascia alla moglie e alla fi glia un’eredità di fede e di amore. Con tutto il nostro amore, tua fi glia Jessica e tua moglie Elena

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Borgo MalanotteIl nome del Borgo deriva da i “Malanotti” o “Male-notti”, una delle più illustri e nobili famiglie di Cal-dès, in Val di Sole - Trentino, facoltosi mercanti di lane. Verso la metà del 1600 un ramo della famiglia si trasferisce a Venezia e, nel 1670, acquista i primi terreni e case a Tezze di Piave.Negli anni successivi viene iniziata la costruzione della Villa del Borgo, utilizzando ed ampliando i fabbricati preesistenti con a fi anco le abitazioni dei coloni, le stalle, e i granai, posti lungo la strada su tre schiere o fi le parallele. Nel 1695 il Borgo è ora-mai ultimato, come testimonia una lapide posta sulla Chiesetta.Prima dell’arrivo dei Malanotte è documentata la presenza di un antico nucleo abitativo risalente al XV secolo, formato da un gruppo di fabbricati, con un muro di cinta e una Torre di guardia e difesa.Questa Torre, ben evidente anche in una mappa del 1605, fa ipotizzare una più lontana origine quale luo-go fortifi cato posto sulla via che conduceva al Guado di Lovadina, noto attraversamento del Piave risalente a tempi molto remoti, frequentato sin dal Medioevo da Mercanti, Uomini d’arme, Cavalieri e Pellegrini.Durante i duecento anni di presenza dei Malanotte nel Borgo abitavano, circa, 250 persone distribuite in una trentina di famiglie formate da coloni e da artigiani, costituendo una unità agricola - produttiva autonoma, con fabbri, falegnami, carrettieri e carpentieri; il Bor-go disponeva anche di una Filanda e di una Cantina per la produzione del vino, affermandosi oltre i con-fi ni locali.I Malanotte si estinguono alla fi ne del 1800 e le loro proprietà saranno acquisite dalla famiglia Zacchi che ne rimarrà in possesso fi no al 1977 quando la Villa passerà per eredi-tà all’attuale proprietario Dr. Rossi De Rubeis. Le abitazioni del Borgo saranno invece cedute ad alcuni vecchi coloni che avevano scelto di rimanere.A chi percorre “la strada della Colonna” l’antico Borgo Malanotte si fa intravede-re all’improvviso tra il verde degli alberi, appare dietro un marmoreo cippo d’epo-ca romana, oramai eletto a suo simbolo, in prossimità del paese di Tezze di Pia-ve. La bianca colonna scanalata che fa da sentinella al nostro Borgo proviene da Oderzo ed è stata qui collocata da Pieran-tonio Malanotte nel 1776: alla sommità

una statua acefala, probabilmente di un nobile am-basciatore romano, che reca in mano un rotolo con le sue credenziali.Altri elementi di spicco presenti nel Borgo, la Villa con le sue pertinenze, il capitello, la “tièda” stazione dei cavalli, gli affreschi, i portici e molti ancora fra cui la trincea della Grande Guerra, ne testimoniano le origini, la storia, l’importanza, il fascino.Il Borgo Malanotte, gioiello architettonico rima-sto integro per oltre 300 anni, è iscritto fra i Centri Storici del Veneto ed è inserito nell’Atlante dei luo-ghi di interesse storico della Provincia di Treviso; il complesso del “Borgo Malanotte con Villa Zacchi” è dichiarato di “interesse particolarmente importante”, sottoposto con decreto alla tutela delle cose di inte-resse storico-artistico.

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Ogni anno nei primi due fi ne settimana di giugno il Gruppo Borgo Malanotte fa rivivere gli antichi me-stieri nelle vecchie abitazioni e nei “cortivi” del bor-go, con mostre artigianali, agricole e di rievocazione storica, macchine del tempo e lavori itineranti.Si tratta di iniziative culturali create per rendere al Borgo Malanotte la bellezza di un affresco corale e all’ospite la magica opportunità di immergersi in una dimensione antica di quiete agreste, che allontana le ansie del quotidiano. In occasione delle ultime edizioni il Gruppo Borgo Malanotte ha devoluto parte del ricavato delle mani-festazioni alla nostra Associazione. L’AIL ringrazia.