di la malattia La salute mentale viaggia su una vela · precarie,questo anche a causa di un forte...

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Via del Seminario, 61 57122 Livorno tel. e fax 0586/210217 [email protected] Notiziario locale Direttore responsabile Alberto Migone Vicedirettore Andrea Fagioli Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983 18 marzo 2007 L’OPINIONE di Diego Cerina* a ricerca sui servizi nei reparti di diagnosi e cura da parte degli utenti della salute mentale rappresenta in questo settore ancora la fase sperimentale. Eppure già nel 2001 e fino al 2004 l’associazione Mediterraneo di Livorno ha collaborato con gli operatori del locale Servizio di Salute Mentale (specificatamente con l’Unità Funzionale Salute Mentale Adulti di Livorno) per promuovere il miglioramento dei servizi offerti agli utenti. Il nostro intervento in reparto è stato favorevolmente accolto dai pazienti ricoverati. Questo ci ha permesso di instaurare un rapporto con loro anche al di fuori della Clinica, dove il lavoro di recupero e riabilitazione si fa di solito più difficoltoso. Le persone che hanno avuto la sventura di subire un disagio mentale sono molto depotenziate da questo. Sovente perdono casa, lavoro ed una rete sociale di sostegno. Persino la rete dei familiari può indebolirsi. Ma se il disturbo mentale in se stesso non ha conseguenze dannose, le conseguenze sociali possono invece essere catastrofiche: morti, divorzi, perdita del lavoro, degli affetti, situazioni abitative precarie, questo anche a causa di un forte pregiudizio presente nella società che mina le relazioni di queste persone alla radice, spesso isolando le dal loro mondo normale fatto di amicizie, affetti familiari, conoscenze. La malattia mentale non è ancora considerata una malattia come tutte le altre. Spesso, anzi, l’essere considerato «caso psichiatrico» porta con sé conseguenze inimmaginabili. Il malato psichiatrico non è ascoltato, eppure è un malato come gli altri, con bisogni maggiori degli altri. Il ruolo delle associazioni deve essere quello di parlare per chi non ha voce, non può o non vuole. Abbiamo provato a fare questo discorso agli operatori dei Servizi di Salute Mentale. La risposta è che il colloquio tra medico e paziente è ancora, in alcuni casi, una mera analisi dei sintomi. Questo avviene nei casi più gravi, dove la patologia tende a prendere il sopravvento e l’intervento medico a perdere di vista il malato in quanto persona. In questo caso, la tentazione è quella di ridurre il malato alla semplice patologia, una sorta di semplificazione che spesso fa comodo ai medici nel loro lavoro. D’altra parte, più il paziente è grave, maggiori sono i bisogni di cui è portatore ed il loro riconoscimento deve avvenire attraverso la capacità di identificarli, indipendentemente dalla capacità di esprimerli. Siamo convinti che la cura dei momenti di acuzie sia garantita, tuttavia anche in questi momenti è necessario incrementare l’interazione tra medico e paziente, favorendo l’informazione sugli effetti dei farmaci e aumentando le informazioni sul tipo di patologia e sul suo decorso. Guarire dal disagio mentale non significa uscire dal momento di crisi (spesso breve e comunque passeggero), piuttosto riacquistare ciò che è stato perso o che mai è stato ottenuto. Anche il ricovero deve diventare parte di un progetto, promuovendo attività non solo che rendano meno noioso il ricovero stesso, quasi sempre rappresentato da una infinita attesa, ma incentivando la costruzione di un percorso personalizzato di riabilitazione e di recupero fuori dalla Clinica. Le strategie di ripresa possono essere realizzate soltanto grazie all’intervento integrato di tutti gli attori sociali, pubblici e del privato sociale, di un territorio. Si tratta, in altre parole, di non caricare eccessivamente la psichiatria di eccessiva responsabilità (come spesso la società tende a fare). Piuttosto la lotta deve essere sempre contro l’isolamento, la povertà, l’esclusione. Si tratta di progettare una comunità in cui anche chi sta male possa svolgere un’esperienza di vita lavorativa, vivere in una casa che non sia per forza una struttura di assistenza, ritrovare il piacere di vivere e relazionarsi con gli altri purché gli altri non lo giudichino. [...] *coordinatore delle redazioni di «Nuovo Abitare» periodico dell’Associazione Mediterraneo L VENERDÌ 23 MARZO PARROCCHIA S. GIOVANNI BOSCO UNA RIFLESSIONE PER LA QUARESIMA DI CARITÀ L’incontro alle 19.30 nizierà con una veglia di preghiera per ricordare i missionari martiri la serata di venerdì 23 marzo. Alle 19.30 alla parrocchia S. Giovanni Bosco in Coteto è in programma un momento di riflessione e approfondimento insieme all’amministratore diocesano monsignor Razzauti e al direttore della Caritas diocesana Mauro Nobili. Alla veglia e alla cena del digiuno seguirà infatti un incontro dal titolo «La Chiesa e la carità». Alla serata è invitata a partecipare tutta la Diocesi. I L’Associazione «Mediterraneo» offre tante attività a chi vive nel disagio La salute mentale viaggia su una vela Sono molteplici i servizi che Livorno offre a chi vive nel disagio della malattia mentale eppure ancora molto si potrebbe fare per queste persone. Attraverso alcune interviste abbiamo provato ad esplorare questa realtà forse ancora poco conosciuta. Iniziamo con l’Associazione «Mediterraneo»; nelle prossime settimane torneremo sull’argomento ospitando altre voci, tra cui quella della responsabile dell’associazione dei familiari e quella del dirigente dell’ASL DI CHIARA DOMENICI il giorno della festa della donna, ma dentro il centro di salute mentale «Fre- diani» ogni differenza si annulla: quella tra uomi- ni e donne, quella tra sani e malati. Oltre la struttura, un’altra piccola casupola ospita l’associazione «Mediterra- neo», costituita nel 1998 per «rappresentare e sal- vaguardare i diritti degli utenti della salute menta- le». Ad accogliermi ci sono Pietro Di Vita, presidente dell’Associazione, e due soci: Luca Bientinesi e Carlo Salvadorini. Tutti e tre sono «soci- utenti», o «persone in di- sagio» – come si chiama- no tra loro. Mi aspettano per raccontarmi le molte- plici attività che sono riu- sciti a mettere in campo negli ultimi anni e Luca mi ha anche preparato un ramoscello di mimosa. Pietro, seduto davanti al computer, occhiali spessi e MP3 al collo, parla con dolcezza e semplicità, provando a spiegarmi le motivazioni fondamenta- li della loro Associazione ed il beneficio che da essa ogni malato può trarre. Luca, un ragazzone di 36 anni con una memoria prodigiosa, mi illustra con precisione dati e av- venimenti legati alla «Me- diterraneo». Carlo invece, resta un po’ in disparte, ma segue l’intervista, e poi mi fa sapere che sarà il prossimo direttore del giornale «Nuovo abitare» che esce ogni quattro me- si a cura dell’Associazio- ne. È un periodico di più di 30 pagine che accoglie articoli di tutte le redazio- ni sparse nella provincia, (Livorno, Elba, Piombino e Rosignano) che fanno parte del distretto. Quella del giornale è solo una delle occupazioni di questo gruppo, dove col- laborano decine di perso- ne, coordinate da un ani- matore o da un «facilita- tore», un educatore cioè, in grado di motivare, di guidare e di rendere più semplice il dialogo e la concretizzazione delle at- tività. Nei locali dell’Associazio- ne si mette in pratica una delle terapie più efficaci per chi vive il disagio mentale: la vita in comu- ne. Si fa «attività video»: si guardano film insieme e poi se ne parla e la do- menica si va al cinema in- sieme; si suona insieme; si legge nell’area bibliote- È ca; si cresce con il gruppo dell’«autoaiuto»: una riu- nione settimanale in cui si raccontano le proprie esperienze e si mette in luce le proprie paure; si cena e si fa festa insieme ogni venerdì sera, e so- prattutto si fa vela. È in- fatti proprio la vela e la vita in mare che caratte- rizzano (anche nel nome: «Mediterraneo») l’Asso- ciazione, che «nasce come Polisportiva, legata all’UI- SP – spiega Pietro – e che adesso, trasformata in una ONLUS, si occupa di chi vive nel disagio della malattia mentale». «Albachiara», «Pipa» e “«Primadonna» (la più grande, con 8 posti letto) sono i nomi delle tre im- barcazioni su cui gli uten- ti viaggiano periodica- mente. «Siamo stati all’El- ba, – racconta con entu- siasmo Luca – poi in Cor- sica. Stare sulla barca è meraviglioso: c’è uno skipper (a turno uno dei medici o uno degli educa- tori) e poi ci siamo noi: ognuno ha i propri com- piti, facciamo da mangia- re da soli, governiamo la barca (abbiamo imparato tutti i termini nautici), parliamo, e questo ci ser- ve per aumentare la no- stra autostima e la nostra autonomia». Negli anni, «Mediterra- neo», insieme ad altre as- sociazioni della provincia di Livorno e della Tosca- na, ha portato avanti nu- merosi progetti. Dall’esta- te del 2001, è stato realiz- zato il progetto regionale «Porto Franco»: alcuni utenti, opportunamente assunti e pagati, hanno svolto un ruolo di facilita- tore che ha permesso la partecipazione di altri utenti (senza operatori) alle attività di campeggio e di vela in varie località. Dal 2004 ha attivato una convenzione con la USL per la gestione del proget- to Interreg «Mare, costa e dintorni» in cooperazio- ne con la USL di Sassari e la DASS di Bastia (Corsi- ca) questo ha permesso la navigazione transfronta- liera ed il contatto con al- tre associazioni di malati non italiane. Anche «Lotta allo stig- ma», è un progetto degli ultimi anni, realizzato in collaborazione con l’A- VOFASAM (l’associazione volontaria dei familiari dei malati), l’SVS e il Ce- svot (Centro servizi vo- lontariato della Toscana), che consiste in una serie di interviste realizzate da- gli stessi malati ad un campione vario di perso- ne per verificare i pregiu- dizi sulla malattia menta- le. «Quello della vela, come le tante attività dell’Asso- ciazione e gli stessi incari- chi di responsabilità che ci vengono affidati, fanno parte di un percorso di “empowerment” – sotto- linea Pietro – ovvero quel potenziamento di se stes- si, che è una vera e pro- pria cura alla malattia mentale. Lo sforzo più grande è quello di uscire allo scoperto - la malattia porta a chiudersi in sé e a chiudersi in casa – il resto avviene giorno per giorno con il coinvolgimento nelle relazioni interperso- nali – ma ognuno ha un percorso tutto suo». Pietro, Luca e Carlo mi invitano a partecipare alla redazione del loro giorna- le – si ritrovano ogni mer- coledì mattina – e magari ad affacciarmi anche un venerdì sera durante la ce- na sociale: «Oggi siamo venuti solo in tre – mi fanno notare- ma siamo tantissimi…» Dove inizia la malattia LE STRUTTURE PRESENTI A LIVORNO PER IL SERVIZIO AGLI ADULTI PRESIDIO OSPEDALIERO DI LIVORNO Servizio psichiatrico di diagnosi e cura Tel. 0586.223280 - Fax 0586.223435. Ricoveri ordinari volontari e/o obbligatori; Consulenze presso i reparti; Ambulatorio per attacchi di panico. CENTRI DI SALUTE MENTALE (CSM) *Centro Salute Mentale B. POGGIALI,Via Bernardo Prato, 9 - Livorno.Tel. e Fax 0586.423547; Tel. 0586.429996 *Centro Salute Mentale FREDIANI,Via del Mare, 84 - Livorno.Tel. e Fax 0586.501213; Tel. 0586.505735 CENTRI DIURNI CON ATTIVITÀ RIABILITATIVE IN REGIME DI SEMIRESIDENZIALITÀ *Blu Cammello, Laboratori Artigianali, Scali del Teatro, 24 - Livorno.Tel. 0586.210256 *Spazio.Com, Laboratori di Teatro e Video, Via di Collinet, 30 - Livorno.Tel. 0586.503617 *Centro P.R.O.V.I.A.M.O.C.I.,Associazione Mediterraneo,Via del Mare, 84 - Livorno. Tel. e Fax. 0586.500427-219 Modalità di accesso: su progetto congiunto équipe inviante e Centro. STRUTTURE RESIDENZIALI *Centro Residenziale «Basaglia»,Via di Collinet, 28 - Livorno.Tel. 0586.503691 - 503692 *Casa Famiglia «Sonnino»,Via di Montenero - Livorno.Tel. 0586.500138 *Comunità Terapeutica «Villa Graziani»,Via Gramsci, 125 - Livorno.Tel. 0586.223395 - 223402 *Centro Residenziale «Villa Magliani»,Via Roma, 133 - Collesalvetti.Tel. 0586.962257 ASSOCIAZIONI E GRUPPI AUTO MUTUO AIUTO DI UTENTI *Associazione «Mediterraneo»: Via del Mare, 84 - Livorno.Tel. e Fax. 0586.500427-219 La riunione si tiene ogni venerdì dalle ore 18,00 alle ore 20,00 *Gruppo AMA «Gli altri siamo noi». si riunisce il martedì ore 10,00-12,00 c/o Circolo ARCI via di Salviano ASSOCIAZIONI E GRUPPI AUTO MUTUO AIUTO DI FAMILIARI *Associazione «A.VO.FA.SA.M» via del Mare, , 84 - Livorno.Tel. e Fax 0586.501213; Tel. 0586.505735 Cell. 339 7046663. (Le peculiarità di ogni struttura e associazione saranno spiegate nel prossimo numero)

Transcript of di la malattia La salute mentale viaggia su una vela · precarie,questo anche a causa di un forte...

Via del Seminario, 6157122 Livornotel. e fax0586/210217

[email protected] locale Direttore responsabileAlberto MigoneVicedirettore Andrea FagioliReg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983

18 marzo 2007

L’OPINIONEdi Diego Cerina*

a ricerca sui servizi nei reparti di diagnosi e curada parte degli utenti della salute mentale

rappresenta in questo settore ancora la fasesperimentale. Eppure giànel 2001 e fino al 2004l’associazioneMediterraneo di Livornoha collaborato con glioperatori del localeServizio di Salute Mentale(specificatamente conl’Unità Funzionale SaluteMentale Adulti di Livorno)per promuovere ilmiglioramento dei serviziofferti agli utenti.Il nostro intervento inreparto è statofavorevolmente accoltodai pazienti ricoverati. Questo ci ha permesso diinstaurare un rapporto con loro anche al di fuoridella Clinica, dove il lavoro di recupero eriabilitazione si fa di solito più difficoltoso.Le persone che hanno avuto la sventura di subire undisagio mentale sono molto depotenziate da questo.Sovente perdono casa, lavoro ed una rete sociale disostegno. Persino la rete dei familiari può indebolirsi.Ma se il disturbo mentale in se stesso non haconseguenze dannose, le conseguenze socialipossono invece essere catastrofiche: morti, divorzi,perdita del lavoro, degli affetti, situazioni abitativeprecarie, questo anche a causa di un fortepregiudizio presente nella società che mina lerelazioni di queste persone alla radice, spessoisolando le dal loro mondo normale fatto di amicizie,affetti familiari, conoscenze.La malattia mentale non è ancora considerata unamalattia come tutte le altre. Spesso, anzi, l’essereconsiderato «caso psichiatrico» porta con séconseguenze inimmaginabili. Il malato psichiatriconon è ascoltato, eppure è un malato come gli altri,con bisogni maggiori degli altri. Il ruolo delleassociazioni deve essere quello di parlare per chi nonha voce, non può o non vuole.Abbiamo provato a fare questo discorso aglioperatori dei Servizi di Salute Mentale. La risposta èche il colloquio tra medico e paziente è ancora, inalcuni casi, una mera analisi dei sintomi. Questoavviene nei casi più gravi, dove la patologia tende aprendere il sopravvento e l’intervento medico aperdere di vista il malato in quanto persona. Inquesto caso, la tentazione è quella di ridurre ilmalato alla semplice patologia, una sorta disemplificazione che spesso fa comodo ai medici nelloro lavoro. D’altra parte, più il paziente è grave,maggiori sono i bisogni di cui è portatore ed il lororiconoscimento deve avvenire attraverso la capacitàdi identificarli, indipendentemente dalla capacità diesprimerli.Siamo convinti che la cura dei momenti di acuzie siagarantita, tuttavia anche in questi momenti ènecessario incrementare l’interazione tra medico epaziente, favorendo l’informazione sugli effetti deifarmaci e aumentando le informazioni sul tipo dipatologia e sul suo decorso.Guarire dal disagio mentale non significa uscire dalmomento di crisi (spesso breve e comunquepasseggero), piuttosto riacquistare ciò che è statoperso o che mai è stato ottenuto. Anche il ricoverodeve diventare parte di un progetto, promuovendoattività non solo che rendano meno noioso il ricoverostesso, quasi sempre rappresentato da una infinitaattesa, ma incentivando la costruzione di unpercorso personalizzato di riabilitazione e di recuperofuori dalla Clinica. Le strategie di ripresa possonoessere realizzate soltanto grazie all’interventointegrato di tutti gli attori sociali, pubblici e delprivato sociale, di un territorio. Si tratta, in altreparole, di non caricare eccessivamente la psichiatriadi eccessiva responsabilità (come spesso la societàtende a fare). Piuttosto la lotta deve essere semprecontro l’isolamento, la povertà, l’esclusione.Si tratta di progettare una comunità in cui anche chista male possa svolgere un’esperienza di vitalavorativa, vivere in una casa che non sia per forzauna struttura di assistenza, ritrovare il piacere divivere e relazionarsi con gli altri purché gli altri nonlo giudichino. [...]*coordinatore delle redazioni di «Nuovo

Abitare» periodico dell’AssociazioneMediterraneo

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VENERDÌ 23 MARZO PARROCCHIA S. GIOVANNI BOSCO

UNA RIFLESSIONEPER LA QUARESIMA DI CARITÀL’incontro alle 19.30

nizierà con una veglia di preghiera per ricordare imissionari martiri la serata di venerdì 23 marzo.

Alle 19.30 alla parrocchia S. Giovanni Bosco in Coteto è inprogramma un momento di riflessione e approfondimentoinsieme all’amministratore diocesano monsignor Razzauti eal direttore della Caritas diocesana Mauro Nobili.Alla veglia e alla cena del digiuno seguirà infatti un incontrodal titolo «La Chiesa e la carità».Alla serata è invitata a partecipare tutta la Diocesi.

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L’Associazione «Mediterraneo» offre tante attività a chi vive nel disagio

La salutementale viaggiasu una vela

Sono molteplici i servizi che Livorno offre a chivive nel disagio della malattia mentale eppureancora molto si potrebbe fare per queste persone.Attraverso alcune interviste abbiamo provato ad esplorare questa realtà forse ancora pococonosciuta. Iniziamo con l’Associazione«Mediterraneo»; nelle prossime settimanetorneremo sull’argomento ospitando altre voci, tra cui quella della responsabile dell’associazionedei familiari e quella del dirigente dell’ASL

DI CHIARA DOMENICI

il giorno della festadella donna, madentro il centro disalute mentale «Fre-

diani» ogni differenza siannulla: quella tra uomi-ni e donne, quella tra sanie malati.Oltre la struttura, un’altrapiccola casupola ospital’associazione «Mediterra-neo», costituita nel 1998per «rappresentare e sal-vaguardare i diritti degliutenti della salute menta-le».Ad accogliermi ci sonoPietro Di Vita, presidentedell’Associazione, e duesoci: Luca Bientinesi eCarlo Salvadorini.Tutti e tre sono «soci-utenti», o «persone in di-sagio» – come si chiama-no tra loro. Mi aspettanoper raccontarmi le molte-plici attività che sono riu-sciti a mettere in camponegli ultimi anni e Lucami ha anche preparato unramoscello di mimosa. Pietro, seduto davanti alcomputer, occhiali spessie MP3 al collo, parla condolcezza e semplicità,provando a spiegarmi lemotivazioni fondamenta-li della loro Associazioneed il beneficio che da essaogni malato può trarre.Luca, un ragazzone di 36anni con una memoriaprodigiosa, mi illustracon precisione dati e av-venimenti legati alla «Me-diterraneo». Carlo invece,resta un po’ in disparte,ma segue l’intervista, epoi mi fa sapere che saràil prossimo direttore delgiornale «Nuovo abitare»che esce ogni quattro me-si a cura dell’Associazio-ne. È un periodico di piùdi 30 pagine che accogliearticoli di tutte le redazio-ni sparse nella provincia,(Livorno, Elba, Piombinoe Rosignano) che fannoparte del distretto.Quella del giornale è solouna delle occupazioni diquesto gruppo, dove col-laborano decine di perso-ne, coordinate da un ani-matore o da un «facilita-tore», un educatore cioè,in grado di motivare, diguidare e di rendere piùsemplice il dialogo e laconcretizzazione delle at-tività.Nei locali dell’Associazio-ne si mette in pratica unadelle terapie più efficaciper chi vive il disagiomentale: la vita in comu-ne. Si fa «attività video»:si guardano film insiemee poi se ne parla e la do-menica si va al cinema in-sieme; si suona insieme;si legge nell’area bibliote-

È

ca; si cresce con il gruppodell’«autoaiuto»: una riu-nione settimanale in cuisi raccontano le proprieesperienze e si mette inluce le proprie paure; sicena e si fa festa insiemeogni venerdì sera, e so-prattutto si fa vela. È in-fatti proprio la vela e lavita in mare che caratte-rizzano (anche nel nome:«Mediterraneo») l’Asso-ciazione, che «nasce comePolisportiva, legata all’UI-SP – spiega Pietro – e cheadesso, trasformata inuna ONLUS, si occupa dichi vive nel disagio dellamalattia mentale».«Albachiara», «Pipa» e“«Primadonna» (la piùgrande, con 8 posti letto)sono i nomi delle tre im-barcazioni su cui gli uten-ti viaggiano periodica-mente. «Siamo stati all’El-ba, – racconta con entu-siasmo Luca – poi in Cor-sica. Stare sulla barca è

meraviglioso: c’è unoskipper (a turno uno deimedici o uno degli educa-tori) e poi ci siamo noi:ognuno ha i propri com-piti, facciamo da mangia-re da soli, governiamo labarca (abbiamo imparatotutti i termini nautici),parliamo, e questo ci ser-ve per aumentare la no-stra autostima e la nostraautonomia».Negli anni, «Mediterra-neo», insieme ad altre as-sociazioni della provinciadi Livorno e della Tosca-na, ha portato avanti nu-merosi progetti. Dall’esta-te del 2001, è stato realiz-zato il progetto regionale«Porto Franco»: alcuniutenti, opportunamenteassunti e pagati, hannosvolto un ruolo di facilita-tore che ha permesso lapartecipazione di altriutenti (senza operatori)alle attività di campeggioe di vela in varie località.

Dal 2004 ha attivato unaconvenzione con la USLper la gestione del proget-to Interreg «Mare, costa edintorni» in cooperazio-ne con la USL di Sassari ela DASS di Bastia (Corsi-ca) questo ha permesso lanavigazione transfronta-liera ed il contatto con al-tre associazioni di malatinon italiane.Anche «Lotta allo stig-ma», è un progetto degliultimi anni, realizzato incollaborazione con l’A-VOFASAM (l’associazionevolontaria dei familiaridei malati), l’SVS e il Ce-svot (Centro servizi vo-lontariato della Toscana),che consiste in una seriedi interviste realizzate da-gli stessi malati ad uncampione vario di perso-ne per verificare i pregiu-dizi sulla malattia menta-le.«Quello della vela, comele tante attività dell’Asso-

ciazione e gli stessi incari-chi di responsabilità checi vengono affidati, fannoparte di un percorso di“empowerment” – sotto-linea Pietro – ovvero quelpotenziamento di se stes-si, che è una vera e pro-pria cura alla malattiamentale. Lo sforzo piùgrande è quello di uscireallo scoperto - la malattiaporta a chiudersi in sé e achiudersi in casa – il restoavviene giorno per giornocon il coinvolgimentonelle relazioni interperso-nali – ma ognuno ha unpercorso tutto suo».Pietro, Luca e Carlo miinvitano a partecipare allaredazione del loro giorna-le – si ritrovano ogni mer-coledì mattina – e magariad affacciarmi anche unvenerdì sera durante la ce-na sociale: «Oggi siamovenuti solo in tre – mifanno notare- ma siamotantissimi…»

Dove iniziala malattia

LE STRUTTURE PRESENTI A LIVORNO PER IL SERVIZIO AGLI ADULTIPRESIDIO OSPEDALIERO DI LIVORNOServizio psichiatrico di diagnosi e cura Tel.0586.223280 - Fax 0586.223435.Ricoveri ordinari volontari e/o obbligatori;Consulenze presso i reparti; Ambulatorioper attacchi di panico.

CENTRI DI SALUTE MENTALE (CSM)*Centro Salute Mentale B. POGGIALI,ViaBernardo Prato, 9 - Livorno.Tel. e Fax0586.423547; Tel. 0586.429996*Centro Salute Mentale FREDIANI,Via delMare, 84 - Livorno.Tel. e Fax0586.501213; Tel. 0586.505735

CENTRI DIURNI CON ATTIVITÀRIABILITATIVE IN REGIME DISEMIRESIDENZIALITÀ*Blu Cammello, Laboratori Artigianali,Scali del Teatro, 24 - Livorno.Tel.0586.210256

*Spazio.Com, Laboratori di Teatro e Video,Via di Collinet, 30 - Livorno.Tel.0586.503617*Centro P.R.O.V.I.A.M.O.C.I., AssociazioneMediterraneo,Via del Mare, 84 - Livorno.Tel. e Fax. 0586.500427-219Modalità di accesso: su progetto congiuntoéquipe inviante e Centro.

STRUTTURE RESIDENZIALI*Centro Residenziale «Basaglia»,Via diCollinet, 28 - Livorno.Tel. 0586.503691 -503692*Casa Famiglia «Sonnino»,Via diMontenero - Livorno.Tel. 0586.500138*Comunità Terapeutica «Villa Graziani»,ViaGramsci, 125 - Livorno.Tel.0586.223395 - 223402 *Centro Residenziale «Villa Magliani»,ViaRoma, 133 - Collesalvetti.Tel.0586.962257

ASSOCIAZIONI E GRUPPI AUTOMUTUO AIUTO DI UTENTI*Associazione «Mediterraneo»: Via delMare, 84 - Livorno.Tel. e Fax.0586.500427-219 La riunione si tiene ogni venerdì dalle ore18,00 alle ore 20,00*Gruppo AMA «Gli altri siamo noi». siriunisce il martedì ore 10,00-12,00 c/oCircolo ARCI via di Salviano

ASSOCIAZIONI E GRUPPI AUTO MUTUO AIUTO DI FAMILIARI*Associazione «A.VO.FA.SA.M» via delMare, , 84 - Livorno.Tel. e Fax0586.501213; Tel. 0586.505735 Cell.339 7046663.(Le peculiarità di ogni struttura eassociazione saranno spiegate nelprossimo numero)

LA SETTIMANA DI LIVORNOTOSCANA OGGI18 marzo 2007II

Il ringraziamento per la santificazione di Rosa Venerini e il ringraziamento alle Maestre Pie per la loro opera di educatrici a Livorno

Lasciate entrare Dio nel vostrocuore come ha fatto S. Rosa

Le due celebrazioni diocesane nella parrocchia di S. Matteo e in cattedrale

DI GIANNI

GIOVANGIACOMO

a recentecanonizzazione diSanta RosaVenerini, la suora

di Viterbo che allasequela di Cristo e delVangelo ha fondato lacomunità delle MaestrePie, è stata festeggiatacon una veglia dipreghiera presso laparrocchia di S. Matteoed una celebrazione incattedrale.La veglia condotta dalleMaestre Pie Venerini,presenti a Livorno findal 1880, si è svolta concanti e letture eseguitedalle suore, dalle ex-alunne, dalle catechiste,ed è giunta al culminecon l’intonazione del«Padre nostro» recitatonelle lingue dei paesi incui le Maestre Pie sonopresenti nel mondo eper ogni paesealcuni bambinihanno portatodavanti all’altareuna bandierinadella nazionerappresentata. Alterminedell’incontro ilparroco, donMatteo Gioia, haletto alcuni braniedificanti dellabiografia dellaSanta, tratti dallabiografia di S.Rosa scritta dadon RobertoAngeli, in cuiemerge l’attualitàdella Veneriniche, vissuta allafine del ‘600,dovette affrontareuna situazione dicrisi morale,sociale e politicasimile a quelladei nostri giorni.Don Matteo haterminatoricordando cheRosa avevaindicato il suocammino di fedenel fare unameditazionequotidiana, nelloscegliersi una guidaspirituale fissa, e nelrendersi gradita alSignore col fare genuineopere d’amore. I festeggiamenti sonoproseguiti il giornodopo in cattedrale con laconcelebrazioneeucaristica diringraziamentopresiedutadall’Amministratore

L

diocesano monsignorPaolo Razzauti; unacelebrazione che havisto la presenza dicentinaia di persone:amici, alunni ed ex-alunni, ognuno conindosso il foulardazzurro che era statocreato appositamenteper il giorno dellasantificazione di S. Rosaa Roma.In apertura della Messadon Paolo ha

evidenziato che SantaRosa ha speso la sua vitanell’insegnamento enella dedizione agli altrie ha aggiunto chedobbiamo ringraziare ilSignore per questepersone che il Signore cimette accanto e che ciprecedono nell’incontrocon il Cristo Risorto. Hapoi ringraziato leMaestre Pie che tantohanno dato per ladiocesi di Livorno; un

ringraziamento ripetutoanche al termine dellaconcelebrazionequando ha ricordato ilrapporto di stima e dicollaborazione avutocon le Suore Venerinidurante la suapermanenza per dodicianni come vice-parrocoa S.Agostino.Nell’omelia monsignorRazzauti, rifacendosi alVangelo e ai brani delleletture, ha detto che Dioentra in ciascuno di noiper chiamarci ad unservizio particolare, si facompagno della nostraesperienza di vita e laplasma secondo il suocuore. Egli suscita in noiuna certa curiosità congesti che pone lungo lanostra esistenza,qualche volta peròsiamo presi dalla paurae ci chiudiamo a Lui, mail Signore continua achiamarci e chiamadelle persone particolariperché annuncino il suoregno ed entrino in unacondivisione piena delsuo disegno. Cosa vuolfare Dio con queste

persone? Vuole sfamareil suo popolo che sa cheè sempre affamato di unqualcuno che diasperanza. Ci invita anon essere giudici ma adessere pazienti emisericordiosi.Quindi davanti a figurecome Rosa Venerini ilmessaggio chedobbiamo cogliere èquello di fare di Dio ilcentro della nostra vitasenza chiuderci in noistessi perché nel suoamore possiamo amarcigli uni gli altri. Spessosiamo induriti nellenostre certezze, invece,come ha fatto SantaRosa, dobbiamo lasciarespazio libero a Dio,perché Egli vuole lanostra salvezza. Rosa,incuriosita da Dio nellaparola e nella eucarestia,ha visto che c’eranopersone che avevanobisogno del suo aiuto,ha incominciatorecitando il rosario conloro, poi ha visto chequeste persone avevanobisogno di essereformate per poteresprimere tutte lericchezze che avevano insé, da qui il suo motto,che è stato quello dieducare perevangelizzare.Anche oggi - haconcluso don Paolo -abbiamo bisogno dieducatori e di formatoripiuttosto che dianimatori! Dobbiamofare alla maniera diS.Rosa, fidandoci di Dioe della sua misericordia,ricordandoci che quelloche facciamo è sempreopera del Signore. Altermine dellaconcelebrazione leMaestre Pie hannoofferto un rinfresco atutti i convenuti neilocali del centroculturale diocesano.

Un seminario di studi allo Studio TeologicoInterdiocesano

La teologiafondamentaleai nostri giorni

i svolgerà presso lo Studio Teologico In-terdiocesano (STI) «Mons. E.Bartoletti» diCamaiore (LU), affiliato alla Facoltà Teo-logica dell’Italia Centrale di Firenze un se-

minario di studi sulla teologia fondamentale.Martedì 20 e mercoledì 21 marzo sarà ospitepresso lo STI di Camaiore il teologo spagnoloSalvador Pié-Ninot, professore ordinario diteologia fondamentale ed ecclesiologia sia nel-la Facoltà Teologica della Catalogna, sia presso

la Pontificia UniversitàGregoriana e parleràsul tema «Teologiafondamentale oggi».Lo studioso di teologiafondamentale terrànella giornata di mar-tedì 20 marzo tre rela-zioni sulla prospetti-ve attuali della ricercain teologia fondamen-tale.I lavori inizieranno al-le 9.00 del mattinopresso lo STI e si con-cluderanno nel pome-riggio alle 17.00 dopola discussione sulla ter-

za relazione dell’illustre studioso.La mattinata di mercoledì 21 marzo sarà de-dicata al lavoro di approfondimento attraversogruppi coordinati da docenti dello STI; la con-clusione è prevista per le 12.30.Pur appartenendo ad una delle iniziative ordi-narie della attività didattica dello Studio Teolo-gico, il Seminario è aperto a sacerdoti, religio-si/e ,diaconi permanenti, docenti di religionecattolica, laici interessati ad un approfondi-mento del tema. Per ulteriori informazioni è possibile rivolgersialla Segreteria dello Studio Teologico tel. 0584-984426.

S

Un po’di storia sulle Maestre Pie Venerini a LivornoUNA PRESENZA A STRETTOCONTATTO CON I RAGAZZI

e suore Maestre Pie Venerini, seguaci di S. RosaVenerini da Viterbo, la fondatrice della Prima

Scuola Pubblica femminile Italiana, sono presenti aLivorno sin dal 1880 e da sempre sono impegnatenell’opera di formazione delle nuove generazioni.Dal 1880 al 1992 al Paradisino educando moltegiovani, ragazzi, bambini e le loro famiglie attraversoun impegno intelligente e attento alle varie necessità.Dal 1950 alla Scuola dell’Infanzia «Lido Rossi» con unservizio unitamente al CLA nell’immediatodopoguerra per i bambini e le famiglie più disagiate.Adesso l’opera continua con un servizio ai bambini ealle loro famiglieDal 1961 al 2006 all’Istituto B. Rosa Venerini in cuioltre la Scuola c’è stato un servizio attento ecompetente per la parrocchia di S. Agostino.Dal 2005 una piccola Comunità di Maestre PieVenerini presta il suo servizio presso la Parrocchia diS. Matteo per la catechesi, l’animazione liturgica, lapresenza nel quartiere.Sempre le maestre Pie hanno prestato il loro servizioin parrocchie della Diocesi attraverso la catechesi.

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l di là di ogni dotta disquisizione,al di là di ogni possibile

rivendicazione, cosciente dellacorresponsabilità dei laici nellamissione della Chiesa, auspico che ilnuovo vescovo abbia tra le prioritàdel suo ministero lo sviluppo dellacultura, sia religiosa che laica, intutto il popolo di Dio, specie tra igiovani; promuova la capacità dicritica, di autocritica e di progressoculturale; sappia scegliere i suoicollaboratori, dopo una lunga edapprofonadita conoscenza dellequalità e capacità delle persone;abbia come stile di governo lapovertà; rifugga da ogni trionfalismoed applauso; ricerchi e promuoval’unità e la comunione,incoraggiando il confronto e la liberainziativa sia del clero che dei laici,sempre sottoposte all’approvazione evalutazione della gerarchia;promuova, sia nel clero che nei laiciecclesialmente impegnati, uno stiledi vita, di relazione, di linguaggioaccessibile e condiviso dalla gente.«I laici sentono il bisogno diprendere la parola nella comunità, evorrebbero poterlo fare non inluoghi appartati, riservati ai laici, main luoghi ecclesiali, di tutti,contribuendo con la loro esperienzadi Dio nel mondo, a delineare ilvolto di comunità aperte alla vita».Il Concilio «ha fatto crescere unamaturità, un senso di appartenenza edi partecipazione che chiede dipotersi esprimere nei luoghi dellacorresponsabilità ecclesiale in formevive, non rituali e non formali. Cosìsarà possibile contribuire a farcrescere, più intensa e feconda, larelazione della Chiesa con il mondodi oggi» (dalla relazione di PaolaBignardi al convegno di Verona)

Emanuele Ripoli

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Nella foto monsignor Razzauti, monsignor Peccioli e don Gioia che hanno concelebrato la S. Messa in cattedrale insieme agli alunnidelle Maestre Pie Venerini.Nel gruppo è presente anche la pittrice livornese Gabriella Ulivieri che ha realizzato il quadro di S. Rosa (nella foto) che è stato donato alla casageneralizia delle Venerini e che al termine della celebrazione è statoportato a Roma dalla madre generale presente alla celebrazioneinsieme ad un gruppo di suore.

Il tempo del Vescovo (3)Una lettera a...«La Settimana»

LA SETTIMANA DI LIVORNO TOSCANA OGGI18 marzo 2007 III

AGENDA DIOCESANASABATO 17 MARZO - 8.00 P.za delle Carrozze Pellegrinaggiodiocesano a Montenero animato dallapastorale per la terza età.- 17.15 Chiesa della Purificazione S.Messa per il 50° anniversario di ordina-zione di don Carlo Leoni

DOMENICA 18 MARZO- 9.00 presso la parrocchia di S. Michelearcangelo al Gabbro ritiro dei diaconi edei candidati al diaconato permanente.- 11.00 parrocchia S. Croce (RosignanoSolvay) Santa Messa celebrata dall’Amm.Diocesano per: il 20° di consacrazionedella chiesa; il 25° anniversario dellaposa della prima pietra per il 40° anni-versario della parrocchia.

LUNEDÌ 19 MARZO- 18.00 presso il centro artistico «Il grat-tacielo”» (via del Platano 6) incontro dei«Lunedì danteschi» sul tema «I nomi diDio». Tema della serata: «I cattolici».

MARTEDÌ 20 MARZO-17.30 chiesa della Madonna. Incontrodi preghiera per le vocazioni - meditazio-ne su Erminia Cremoni.

MERCOLEDÌ 21 MARZO- 9.45-17.30 presso la comunità S. Spiri-to (Rosignano Marittimo) ritiro spiritua-le per la consulta ed i membri dell’ufficiodi pastorale per la terza età.- 21.00 in vescovado, l’AmministratoreDiocesano incontra l’ex-consiglio pasto-rale diocesano.

VENERDÌ 23 MARZO- 19.30 parrocchia S. Giovanni Bosco Co-teto veglia di preghiera per i missionarimartiri; cena del digiuno e alle 21.15 in-contro di riflessione in occasione dellaQuaresima di carità sul tema: «La Chiesae la carità». Intervengono: monsignorRazzauti, amministratore diocesano eMauro Nobili, direttore Caritas.

DOMENICA 25 MARZO- 11.00 presso la parrocchia S. GiovanniBattista e Ilario a Rosignano Marittimol’amministratore diocesano presiede lacelebrazione per l’immissione del nuovoparroco don Francesco Parente.- 15.30 presso l’ist. S.M. Maddalena ritirointercongregazionale dell’USMI, guideràl’incontro don Luciano Cantini.

LUNEDÌ 26 MARZO- 9.00 giornata di ritiro dell’Apostolatodella Preghiera presso la parrocchia S. Se-ton. Alle 12.00 monsignor Razzauti pre-siede la celebrazione eucaristica. Alle15.00 adorazione eucaristica e S. Rosa-rio.

MERCOLEDÌ 28 MARZO- 18.00 al centro culturale (via delle Ga-lere) in occasione del bicentenario pre-sentazione dei due volumi della storiadella diocesi di Livorno.

VENERDÌ 30 MARZO- 21.00 presso la Fortezza Vecchia viaCrucis promossa dalla Diocesi insiemeagli «Amici di don Quilici».

È un po’come preparare il terreno...

UNA FIGURA DESCRITTA ANCHE DAL CONCILIO

CHI È IL MINISTRANTEUna volta si chiamava chierichetto

l ministrante è quel ragazzo o ragazza che serve all’altaredurante le celebrazioni liturgiche. Sino a prima del Concilio

Vaticano II, chi donava questo servizio veniva definito«chierichetto». Il termine «chierichetto» è stato sostituito daltermine «ministrante» che riesce a far capire meglio il suosignificato. Esso, infatti, deriva dal latino «ministrans», cioè coluiche serve, secondo l’esempio di Gesù che non ha esitato Eglistesso a servire per primo e che invita a fare la medesima cosaamando i fratelli. Anche nei documenti conciliari si trovanoriferimenti espliciti al ruolo e al servizio del ministrante

UN MINISTERO LITURGICOAnche i ministranti... svolgono un vero ministero liturgico. Essiperciò esercitino il proprio ufficio con quella sincera pietà e conquel buon ordine che conviene ad un così grande ministero eche il popolo di Dio esige giustamente da essi... (Costituzioneliturgica, n.29). Servizio che è titolo d’onore, professione di fede,atto di amore «Voi siete strettamente associati al sacrificioeucaristico di cui dovete apporfondire il significato teologico espirituale e rituale; voi siete collaboratori eletti dal sacerdozioministeriale al quale portate un aiuto preziosissimo»; «voisvolgete - come ha sottolineato il Concilio Vaticano II - un vero"ministero liturgico" insieme con i lettori, i commentatori e imembri della «Schola Cantorum» (Cost. SacrosantumConcilium, 29).

I

ei giorni scorsi ValerioBarbieri, 25anni, ordinato

diacono nell’ottobre2006, attualmente inservizio alla parrocchia S.Luca a Stagno è statonominato responsabili deiministranti per la diocesidi Livorno. Valerio, natoe cresciuto a Livorno,nella parrocchia S.Matteo sin da ragazzo hasempre avuto unaparticolarepredisposizione per ilservizio all’altare. Inquest’intervista spiegal’importanza di questoruolo, a voltesottovalutato.

Perché secondo te c’erala necessità di unresponsabile diocesanodei ministranti?«Penso che più che unbisogno ci fosse lavolontà di sostenere,aiutare e coordinarel’esperienza deiministranti nelle varieparrocchie. Già alVescovo Diego stava acuore il problema.Anche Giovanni PaoloII nel 2004 avevachiesto che i presbiterisi prendessero cura deiragazzi che prestavanoservizio all’altare. Ne haparlato nella lettera delGiovedì Santo aisacerdoti al n. 6 e inquello stesso annol’esortazione fu ribaditadal documentoRedemptionisSacramentum al n. 47.Perché tanto interesse?Perché in passato tracoloro che facevanoservizio all’altare ilSignore ha chiamatomolti al ministeroapostolico. In pocheparole se vogliamoqualche prete,dobbiamo, oltre amolte altre cose, avercura dei ministranti.Crescere attornoall’altare, avere lapossibilità di starevicino ad un presbitero,avere una formazioneliturgica ed essereeducati all’amore perl’eucaristia, son tuttecose che preparano ilterreno ad unapossibile chiamata delSignore».

NIn passato era mai statodato un incarico simile?«Quando ero piccolo, ametà degli anni ’90c’era un coordinamentoa livello diocesano, nonso se ci fosse unincaricato ufficiale.Sicuramente esistevaqualcosa di benorganizzato negli anni’50…»Quale sarà il tuo ruolospecifico?«Il mio compito dovràappunto essere dicoordinamento e disupporto ai gruppidelle parrocchie. Dovròin un primo momentorendermi conto dellasituazione, di cosa giàoffrono le nostreparrocchie, cercando diindividuare i variresponsabili e proporreloro un percorsoformativo. Sarà anchemio compito aiutare leparrocchie chedesiderano metter suun gruppo ministranti.Infine cercherò di

organizzare anche degliincontri a livellodiocesano per tutti iministranti».Ci sono delle regoleprecise che unministrante deveseguire durante lecelebrazioni?«Delle regoleovviamente ci sono,non troppo rigide. Per iragazzi spesso è comeun gioco, però nonesiste un gioco senzaregole. Niente però didifficile, nellanormalità. Qualchedifficoltà può nascerenelle celebrazioni piùsolenni, che è benepreparare con i ragazzimagari anche facendodelle prove».È obbligatorio avere deiministranti o è adiscrezione delparroco?«Non è certoobbligatorio. Per ildecoro dellacelebrazione eucaristicaè comunque buona

cosa avere almeno unoo due ministranti.Altrimenti il prete devefar tutto da sé».Ci sono anche degliadulti che fannoservizio all’altare. Chedifferenza riscontri traadulti e ragazzi?«Un adulto in genere èpiù sveglio e preparato.È buona cosa che iragazzi all’altare sianoaffiancati da adulti. Perdue motivi: primoperché possono seguirlie ad aiutarli; secondo

perché il servizioall’altare non è cosasolo da bambini.Inoltre vedendo al lorofianco degli adulti, iragazzi sono invogliatia continuare questoservizio anche daadolescenti».Le donne possonosvolgere questo ruolo?Non se ne vedonomolte, mentre ci sonomolte donne ministristraordinari dellacomunione…«Possono svolgerequesto ruolo solo se ilvescovo lo ritieneopportuno. Quindivediamo cosa decideràil futuro vescovo. Lamia personale opinioneè che sia una buonacosa dare la possibilitàalle donne e allebambine di servireall’altare. Magari saràdifficile che tra di loroil Signore chiamiqualcuno a fare ilprete!»

c.d.

PARROCCHIA DI S. CROCE A ROSIGNANO SOLVAY

Una domenica di anniversariomenica 25 marzo alla parrocchiaS. Croce a Rosignano Solvay sarà

grande festa. In questa data infatti iparrocchiani ricorderanno il 20°anniversario della consacrazione dellachiesa, il 25° anniversario della posadella prima pietra ed il 40°anniversario della parrocchia. Apresiedere la celebrazione eucaristicaalle 11.00 sarà monsignor Razzauti,insieme al parroco don Pacifici, al viceparroco don Menicagli, davanti a tantiamici che ieri ed oggi sono vicini aquesta comunità.Era il 18 marzo 1967, quandomonsignor Emilio Guano «eressecanonicamente una secondaparrocchia» in Rosignano Solvaydenominata inizialmente San Giuseppeed in seguito S. Croce su suggerimentodel primo parroco don Emilio Vukich.All’epoca in realtà la chiesa vera erasolo sulla carta, al suo posto c’era unavasta sala (che poi diventerà lacartoleria Calderini), che vennebenedetta e diventò un «progetto dichiesa». Più tardi, nel 1969, fu una«baracca di lamiera» a sostituire lasala. Una baracca speciale però, chemolti fedeli ricordano ancora perché lìnacque la comunità parrocchiale e lì si

D svolse il culto per molto tempo; lastessa baracca che assunse anche ilruolo di piccola moschea prima diessere demolita.La prima pietra della nuova chiesavenne benedetta da Papa GiovanniPaolo II il 19 marzo 1982, durante lasua visita a Livorno, mentre la

consacrazione avvenne l’11 aprile1987 alla presenza di monsignorAlberto Ablondi e di molti altrisacerdoti.Oggi a tanti anni da quel giorno lacomunità di S. Croce fa memoria diquesto passato e prende spunto dallasua storia per costruire il suo futuro.

Il servizio all’altare è un terreno fecondo per le vocazioni sacerdotali

MARTEDÌ 20 MARZOCHIESA DELLA MADONNA

Incontro di preghieraper le vocazioni

artedì 20 marzo, alle 17,00, presso lachiesa della Madonna si svolgerà l’incontro

mensile di preghiera per le Vocazioni a cui seguiràla celebrazione Eucaristica. L’icona di ErminiaCremoni guiderà la nostra preghiera. Laprofessoressa Viviana Accarino offrirà ai presentiuna testimonianza su Erminia.In queste pagine proponiamo uno stralcio del Suotestamento spirituale: «… Come ultima caritàchiedo di far celebrare delle sante Messe per me,a queste persone prometto di ricordarle in modoparticolare.Desidero che il funerale sia povero con la cassaandante senza fiori, di essere sepolta in terra esulla pietra questa iscrizione: "Gesù venga il Tuoregno".Offro la mia vita e i momenti più dolorosi dellamorte per la Chiesa, i Sacerdoti, in modoparticolare per quelli che conosco, per il babbo, lamamma, gli amici, le persone che mi hanno fattodel bene, e perché nella mia patria trionfi semprela giustizia e la libertà. L’ultimo palpito del miocuore a Gesù mio Sposo; l’ultimo sguardo allaMadonna e al Papa; ai miei superiori, agli amicitutto il mio affetto con un “arrivederci inParadiso”. Domando a tutti perdono di non averfatto il mio dovere, delle mancanze di carità, ditanti, tanti cattivi esempi, e delle mie gravidebolezze, di non aver fatto il bene che dovevo.Rinnovo la mia fede in Dio, la fiducia nella suaDivina bontà, la mia devozione alla Chiesa.Immacolata Maria, S. Francesco, mio buon AngeloCustode accompagnatevi voi al tribunale di Dio».Il suo corpo riposa presso il camposanto dellaMisericordia.

C.V.

M

Il diacono Valerio Barbieri è stato nominato da monsignor Razzautiresponsabile diocesano dei ministranti