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/ / / / / / / / / / / / / / / regina paola BUON COMPLEANNO Gianna Nannini INCONTRO a charleroi vacanze 2017 il top delle spiagge italiane fiat 500 l’anniversario del mito i vini dell’estate 10 Bottiglie tendenza / / / / / / / / / / / / / / / N° 6 / LA RIVISTA DELLA vita italiana / trimestriel gratuit / ete 2017 N° 6 / LA RIVISTA DELLA vita italiana / trimestriel gratuit / ete 2017 N° 6 / LA RIVISTA DELLA vita italiana / trimestriel gratuit / ete 2017 N° 6 / LA RIVISTA DELLA vita italiana / trimestriel gratuit / été 2017 MAGAZINE regina paola BUON COMPLEANNO Gianna nannini INCONTRO a charleroi vacanze 2017 il top delle spiagge italiane fiat 500 l’anniversario del mito i vini dell’estate 10 Bottiglie tendenza

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ITALIA Magazine

SommarioPagina 4Regina Paola

Pagina 6Patronato Acli

Pagina 9L’Ambasciatrice a Marcinelle

Pagina 10Instituto Italiano di cultura

Pagina 11Italiani nel Mondo

Pagina 12Incontro con Gianna Nannini

Pagina 14Rosi Braidotti

Pagina 16Sylvain Rizzo

ITALIA Magazine

Redazione ITALIA MagazineRue Edouard Colson 289 LiegiTelefono : 04/247 48 49Pubblicità : 0477/69 66 59Mail : [email protected] : www.italiamagazine.be

Redattore : Lorenzo PonzoSegretaria : Giuseppina Testani

Hanno collaborato :Anna ManuntaAlessia CapassoCarmela MorettiGraziella SabloneGiuseppina TestaniGianni CanovaArnaud BrasseurFoto : Umberto Frescina

Pagina 18Vacanze 2017

Pagina 22Fiat 500 story

Pagina 24Luciano Pavarotti

Pagina 26Il Gelato Italiano

Pagina 27Spagna 82

Pagina 28Sport

Pagina 30Top vini dell’estate

Pagina 32Storia dello Spritz

Pagina 33Notizie brevi

Frank Zappa diceva ‘’Cosi tanti libri, cosi poco tempo’’ , ma in estate qualche giornata di pausa , di vita più normale, ce la godiamo, quindi come lettura vi proponiamo anche il nostro ‘‘vostro’’ Italia Maga-zine. Certo un po’ più spensierato, in linea con la stagione dove si é più liberi , più leggeri e statistica-mente dove ci si innamora di più. Un’amore nuovo , certamente , ma ci si può anche innamorare di un luogo, di un buon vino, di una can-zone o riinnamorare di qualcosa di perso e...ritrovato . L’estate per molti emigrati é spesso stato anche

il ritorno alle origini, (non sempre) un viaggio emozionante verso quel cielo, quegli odori che sembrano dirti ‘‘ben tornato’’. Un viaggio che ci porta a rivedere a riabbracciare quel che si é lasciato, spesso per trovare una vita migliore . Il nostro italia Magazine celebra l’ultima regina Italiana , Paola Ruffo di Calabria, é a lei che dedichiamo la nostra copertina e gli diciamo che: “tutto passa, ma niente va via del tutto”. Auguri Paola.

Buona estate e ..buona lettura,

Lorenzo Ponzo

...E Arrivatal’Estate

Copertina bis per Gianmarco Tamberi che questo luglio gareggerà a Liegi

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4 | Regina Paola

A poco più di 20 anni Paola Ruffo di Calabria è divertente, spi-

gliata, piena di vita e soprattutto è bella da togliere il respiro. Niente di insolito quindi che il giovane principe Alberto del Belgio se ne innamori a prima vista ad una festa organizzata a Roma nel 1958 durante le cerimonie per l’intronizzazione di papa Giovanni XXIII°. Il “papa buono” approva la famiglia reale. La sposa non viene dal ristretto cir-

colo dei royal europei, ma da una grande famiglia della aristocrazia italiana, però i tempi sono cam-biati in fondo alla soglia degli anni ’60 si può anche fare una piccola eccezione visto che tutto sommato Alberto è soltanto il secondoge-nito e molto difficilmente salirà sul trono. Inoltre la splendida ragazza è cattolicissima ‘’comme il faut’’, anche se il fatto che il re Baldovino sia irremediabilmente scapolo e solitario, mentre il fratello minore si trova una sposa in quattro e quat-tr’otto crea qualche comprensibile imbarazzo. Baldovino è entusiasta della scelta del fratello e dichiara che Paola “è il più bel regalo fatto dall’Italia al Belgio”.

1937 : Paola nasce a Forte dei Marmi

Paola Margherita Maria Antonia Consigli Ruffo di Calabria nasce a Forte dei Marmi l’11 settembre 1937, Paola è la figlia del principe Fulco Ruffo di Calabria, un avia-tore eroe della I Guerra mondiale che muore quando lei ha solo nove anni, e di donna Luisa Maria Gazelli di Rossana e San Seba-stiano. La famiglia, una delle più antiche ed illustri della penisola, nonostante titoli e feudi che evo-cano il sud, vive a Roma dove Paola frequenta le scuole dalle suore fino alla maturità classica. La futura principessa, che vanta fra i suoi antenati il marchese di La Fayette eroe della guerra d’indipendenza americana, il duca di Noailles e anche Maria Mancini, nipote di Mazzarino e primo amore di Luigi XIV, qualche legame con il Belgio comunque già ce l’ha perché la nonna paterna Laura Mosselman du Chenoy aveva lasciato Bruxelles nel 1877 per sposare don Benia-mino, principe Ruffo di Calabria.

Negli anni 60, Paola a 23 anni é di una bellezza sempre più sublime, una vera icona della moda, le sue “mise’’ erano copiate, il suo stile imitato, Paola faceva sognare tanti giovani adolescenti .

Si racconta anche che Paola conobbe Alberto proprio a Roma, nel 1958, al gran ballo che la prin-cipessa Ninni Pallavicini diede per i 18 anni della figlia Camilla. Si fidanzarono nell’aprile del 1958. Le nozze vengono celebrate a Bruxel-les nella cattedrale di Santa Gudula il 2 luglio 1959 alla presenza di tutto il gotha europeo. Per il Bel-gio è un modo per riavvicinarsi ad una monarchia pesantemente contestata alla fine della II Guerra mondiale. Il nuovo matrimonio di re Leopoldo III con la bellissima ma poco amata Liliane Beals che prende il posto della adorata regina Astrid (la madre di Alberto, Baldo-vino e Joséphine-Charlotte), l’atteg-giamento del sovrano durante l’oc-cupazione nazista, l’abdicazione e il regno difficile del giovane e timido Baldovino, hanno in qualche modo compromesso la popolarità della famiglia reale e quindi l’arrivo della splendida sposa italiana è accolto da tutti con grande entusiasmo. Il giorno del matrimonio Paola, che ha lo sguardo smarrito e un po’

LA BEL..GA PAOLA COMPIE 80 ANNI

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Regina Paola | 5sfuggente, per non dire perplesso, porta un abito di seta bianca rea-lizzato da una celebre sarta napo-letana e il velo della nonna belga realizzato nella seconda metà del XIX secolo a Bruxelles con filo di lino ad ago su un tulle di cotone. Lo stesso magnifico velo che anni dopo porteranno sia la figlia Astrid che le due nuore Mathilde e Claire e anche tutte le spose di casa Ruffo di Calabria (fra cui Melba Ruffo per qualche anno nota presenta-trice televisiva e Mafalda di Savo-ia-Aosta moglie in prime nozze di una nipote di Paola). Dopo la loro unione i Principi di Liegi andarono a vivere al Chateau du Belvedere dove nacquero i loro tre figli.

Nascita dei figli 1960/1963

I figli Philippe, Astrid e Laurent arri-vano uno dietro l’altro nel giro di quattro anni (tra il 1960 e il 1963) e i Principi di Liegi – questo il titolo della coppia – sono belli, ricchi, felici e non hanno troppi obblighi legati al ruolo, specie quando re Baldovino si sposa con la spagnola Fabiola de Mora y Aragòn. Fotografatissima perché bella, ma stigmatizzata perché vivace, spiata in ogni sua mossa e senza benevolenza, Paola dopo alcuni anni di amore incondizionato da parte dei belgi diventa quella indomabile. Viene accusata di essere troppo ribelle ed insofferente agli obblighi del suo rango, e il confronto con la quasi santa

Paola del Belgio, 1959 le nozze

Fabiola. Certo la regina è decisamente meno affascinante ed elegante, ma ha l’aplomb di una sovrana, mentre l’italienne che ama soprattutto diver-tirsi non piace più. Gira la voce che durante una festa in casa dei conti Bismarck, giunta la notizia dell’as-sassinio del presidente Kennedy, Paola abbia detto a chi le raccontava come erano andati i fatti “ma lei vuole proprio rovinarci la serata?”. Il colmo dello scandalo arriva quando un can-tante melodico italo-belga, Adamo, le dedica la canzone “dolce Paola”.

Dopo i primi anni spensierati fra feste e vacanze, l’unione di Alberto e Paola si incrina e tutti e due guardano altrove. Lei forse ha qualche distra-zione, lui ce l’ha di sicuro e la conse-guenza è la nascita di una figlia illegit-tima di cui si mormora nei salotti di Bruxelles ma che resta ufficialmente

nascosta fino al 1999. Si parla anche di divorzio, ma pare che Baldovino e Fabiola abbiano fatto spesso da pacieri e la regina spagnola sarebbe anche stata il veicolo del riavvici-namento di Paola alla fede. Ad ogni modo negli anni ’80 i principi di Liegi si riconciliano ufficialmente e appa-iono sereni al matrimonio della figlia Astrid nel 1986 e decisamente sor-ridenti (ed affettuosamente abbrac-ciati) nelle foto scattate in occasione della nascita del loro primo nipote Amadeo d’Asburgo-Este. Baldovino non ha figli, ma ha quasi adottato il nipote Philippe e tutti danno per scontato che prenderà il posto dello zio il quale ha seguito con attenzione la sua formazione. Tutto cambia drammaticamente il 31 luglio 1993 quando Baldovino, che ha già avuto problemi di salute, viene stroncato da una crisi cardiaca nella sua residenza di Motril in Spagna. Il 33enne Philippe non viene considerato ancora pronto per salire sul trono di una nazione difficile e frantumata come il Belgio, quindi a sorpresa Alberto prende sulle sue spalle il peso della corona. Non sarà un lavoro facile perché il paese è diviso dalle tensioni politi-che. Il suo regno e quello della regina Paola dura per ben 20 anni. Nel 2013 il Re Alberto, abdica a favore del figlio Philippe che accede al trono.

Compleanno anticipato

Paola Ruffo di Calabria, ex regina Paola del Belgio compie 80 anni. Il giorno esatto del compleanno in realtà è l’11 settembre, ma la famiglia reale del Belgio ha cele-brato il 29 giugno l’ex sovrana con una torta monumentale. Alla festa Paola Ruffo di Calabria é accom-pagnata dal marito Alberto, il re Filippo e la moglie Mathilde con i figli e anche l’ultima arrivata del ramo belga dell’illustre casata Sassonia-Coburgo-Gotha: la prin-cipessa Anna Astrid, figlia del principe Amedeo, primogenito di Astrid, sorella dell’attuale sovrano. Buon compleanno Paola e ..ottanta di questi giorni !!

Servizio della redazione

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6 | Patronato Acli

Cosa prevede la legge al momento più discussa in Italia? E come funziona in Belgio? Affrontiamo questo tema, forse non proprio vacanziero, ma di grande interesse, sperando di aiutare voi lettori a farvi un’opinione sull’argomento. In particolare, andiamo a vedere quali sono le regole per i minori di età.

ITALIA - Legge n. 91/1992

A. La cittadinanza è trasmessa per discendenza (“ius sanguinis”).

E’ italiano il figlio di un cittadino italiano o discen-dente di italiani; a tal pro, non sono posti limiti al numero di generazioni, ma è richiesto che nessun ascendente abbia mai rinunciato alla cittadinanza italiana.

B. Il minore straniero ottiene, in contemporanea alla naturalizzazione del genitore, la cittadinanza italiana; in tal caso, è però richiesto che il bambino risieda con il genitore naturalizzato.

C. I nati sul suolo italiano da genitori stranieri, pos-sono inoltrare richiesta di cittadinanza italiana:

- Al compimento del 18esimo anno d’età - A condizione di aver risieduto legalmente in Italia senza interruzioni - Ed entro i 19 anni (1 anno di tempo)

Se l’interessato non dovesse presentare la domanda entro il 19esimo anno di età, allora potrà richiedere la cittadinanza italiana dopo 3 anni di residenza legale (se non si è mai allontanato dal Paese, questa condi-zione è già considerata coperta) e previa dimostra-zione di avere risorse sufficienti.

BELGIO - Loi du 4 décembre 2012

A. E’ belga il figlio di cittadino belga; attenzione però, se nato all’estero potrebbero esserci delle pratiche aggiuntive da espletare. A differenza dell’Italia, in Belgio, la discendenza non è tenuta in considerazione oltre il primo grado.

B. Molto simile alla previsione italiana: il minore straniero che risiede in Belgio ottiene, in contem-poranea alla naturalizzazione del genitore, la citta-dinanza belga.

C. Per il minore, nato sul suolo belga da genitori stranieri, sarà possibile inoltrare richiesta di citta-dinanza belga:

- entro il suo 12esimo anno di età - e a condizione che i genitori soggiornino da almeno 10 anni in Belgio e, almeno uno dei due, abbia il diritto di soggiorno illimitato

Qualora il genitore non si avvalga di questo dispo-sitivo, l’interessato, raggiunto il 18esimo anno d’età, potrà fare domanda di naturalizzazione dimostrando di avere soggiornato in Belgio senza interruzioni e presentando la propria carta di sog-giorno illimitata.

Nuovi Italiani: Legge Sulla Cittadinanza

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Patronato Acli | 7

Quella che abbiamo visto è la situa-zione attuale nei due Paesi.

In Italia, tuttavia, è approdato in Senato (dopo essere già stato appro-vato alla Camera nel 2015) un dise-gno di legge che modifica in parte la normativa sopra descritta. Cosa cam-bierebbe in sostanza?

Vi sono due previsioni aggiuntive:

1) Ius soli temperato - Potrà ottenere la cittadinanza italiana, su richiesta di uno dei genitori, il minore straniero:

• Nato in Italia.

• Di cui almeno un genitore abbia il permesso di soggiorno permanente o in possesso del permesso di sog-giorno UE per soggiornanti di lungo periodo.

2) Ius culturae - Potrà ottenere la cittadinanza, su richiesta di uno dei genitori, il minore straniero:

• nato o arrivato in Italia prima dei 12 anni.

• il cui genitore richiedente risieda legalmente in Italia.

• che abbia completato uno o più cicli di studio presso Istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione (in caso di solo ciclo primario, è richiesto di averlo superato con successo).

In entrambi i dispositivi, qualora il genitore non inoltri la domanda per il figlio, l’interessato potrà inoltrare da sé domanda di naturalizzazione una volta compiuta la maggiore età ed entro i 20anni (2 anni di tempo).

Le eccezioni sono molte e il tema è complesso. In caso di dubbi vi invi-tiamo a recarvi presso l’Autorità pre-posta del Paese o a contattarci tra-mite il nostro sito:

http://www.patronatoacli.be/

Anna ManuntaDirettore Nazionale

Patronato Acli Belgio

• BersaglierideCaltanissetta• SbaderiatorideAsti• CharretteSicilienne• Folkloreaveclegroupe«TerraNostra»• RassemblementdeFIAT500• RassemblementdeVESPA• Villagedessaveurs:vins,fromages,

jambon,dolci,...lemeilleurdelagastronomieitalienne

• ExpositionVeniseAntique• Podiumdechanteurs• 80costumésdeVenise• GondolesetgondoliersdeVenise

Le plus grand rassemblement de la communauté italienne de Belgique

DOMAINE PROVINCIAL DE CHEVETOGNE

de 10h00 à 20h009 & 10 septembre 2017

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Marcinelle | 9L’Ambasciatrice d’Italia Elena Basile a MarcinelleL’Ambasciatrice Elena Basile ha compiuto lo scorso 19 giugno una visita alla città di Charleroi. L’Ambasciatrice ha visi-

tato il Consolato Generale e incontrato esponenti della comunità italiana e delle Autorità locali. Successivamente si é recata al “Bois du Cazier” a Marcinelle, per rendere omaggio alle vittime della tragedia mineraria dell’8 agosto 1956.

Commémorations du 61e anniversaire de la tragédie

de Marcinelle

Programme : 8 août 20178h10 - Tintement de la cloche Maria Mater Orphanorum

8h30 - Hommage pluraliste

9h30 - Dépôt de fleurs au monument aux Victi-mes

10h00 - Départ en cortège vers le cimetière

10h30 - Recueillement et dépôt de fleurs au cimetière aux monuments Aux mineurs et Mineurs italiens

12h00 - Réception du Consul Général d’Italie au Bois du Cazier. En présence de Vincenzo Amendola, Secrétaire d’Etat italien aux Affaires étrangères, de Paul Magnette, Bourgmestre en titre de la Ville de Charleroi, et de Françoise Daspremont, Bourgmestre faisant fonction.

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10 | BruxellesL’Istituto italiano di cultura a Bruxelles non sarà venduto

L’annuncio ha provocato sgomento tra gli Italiani di Bruxelles e in Bel-

gio la notizia della messa in vendita della storica sede dell’Istituto Ita-liano di Cultura di Bruxelles, in rue de Livourne 38, e del conseguente prossimo trasferimento dell’Istituto nel nuovo edificio acquistato dal Suo Ministero in rue Joseph II, dove sareb-bero stati dislocati gli uffici del Con-solato e dell’Ambasciata. Costo totale dell’operazione 13,5 milioni di €U .

La sede attuale di rue de Livourne è una splendida maison de maître – nel cuore di Bruxelles, nella zona più dinamica e “viva” della città – costru-ita negli ultimi decenni dell’Ottocento e divenuta nel 1932, grazie all’inizia-tiva di alcune fra le maggiori imprese dell’epoca (Olivetti, Fiat, Pirelli), la «Casa d’Italia». Gli interni furono decorati da artisti italiani e ospitano oggi, oltre agli uffici e alle aule per i corsi, una magnifica biblioteca (circa 18.000 volumi), un’ampia sala adibita alle conferenze e alle mostre, un tea-tro per 350 persone destinato ai grandi eventi (ricordiamo, tra i tanti ospiti illustri, Francesco Rosi, Alberto Mora-via, Dino Risi, Italo Calvino…) o all’ap-puntamento settimanale con la proie-zione di film italiani. Per gli Italiani di Bruxelles la sede dell’Istituto è sempre stata un giustificato motivo di orgoglio, simbolo dell’eleganza, del buon gusto e nel contempo della sobrietà che sono propri della nostra tradizione.

La mobilizzazione

Dopo il clamoroso annuncio é scat-tata la protesta con tanto di petizione online, che ha avuto un’immediato sostegno di intellettuali e personaggi della cultura Italiana in Belgio. Tra i primi firmatari, Viviana Bolognesi, già interprete, Capo unità Commiss. Europea; Resp. Gruppo italiano « Association Femmes d’Europe » – Bruxelles, Mariella Braccialini, Pre-sidente dell’Associazione culturale « Sintesi Europa » – Bruxelles; Paolo Gaio, Responsabile gruppo teatrale italiano « Le Teste Matte » – Bruxelles, Claudio Gigante, Professore di Lette-ratura italiana – Università di Bruxel-les (ULB) , Pierre Jodogne, Académie royale de Belgique, Anne Morelli, Sto-rica – Università di Bruxelles (ULB) , Franco Musarra, Professore eme-rito – Università di Lovanio (KU Leu-

ven), Vittoria Papa Malatesta, Storica dell’arte – Bruxelles, Sergio Scocci, Ass. Lucchesi nel mondo – Bruxelles, Bart Van Den Bossche, Professore di Letteratura italiana – Università di Lovanio (KU Leuven) , Berenice Franca Vilardo, Associazione Cala-bresi in Europa – Bruxelles .

L’Istituto italiano di Cultura a Bru-xelles rimarrà dunque nella sua sede attuale che non sarà venduta. Lo ha assicurato il ministro degli Esteri Angelino Alfano. “È importante ven-dere ma non svendere. Sotto il mio mandato non si venderà l’Istituto italiano di cultura di Bruxelles. Sto seguendo in prima persona le que-stioni del patrimonio immobiliare all’estero”, ha dichiarato Alfano in chiusura del secondo giorno di assem-blea plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero alla Farnesina. “La priorità resta la sicurezza, ma poi c’è la necessità di tenere insieme italianità ed efficienza”. Comunque, quella di non vendere l’Istituto di cul-tura a Bruxelles è “una decisione che ho già assunto e non intendo tornare indietro”, ha ribadito Alfano confer-mando anche “l’impegno del governo a fornire risorse adeguate per l’eroga-zione dei servizi agli italiani all’estero”, con riferimento “sia ai fondi destinati agli italiani indigenti e in difficoltà”, sia a quelli “per Cgie e Com.It.Es, che con-templano anche iniziative per migranti e nuovi migranti”.

Servizio della redazione

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Rosi Braidotti | 11Italiani nel Mondo | 11

Italiani nel mondo: Il Belgio al sesto posto

Negli ultimi anni gli italiani sono tornati ad emigrare in

massa. Più di 100mila persone all’anno fanno le valigie e dicono addio all’Italia, un vero e proprio esercito silenzioso. Secondo i dati AIRE aggiornati al 1 Gennaio 2016 gli italiani iscritti erano 4.811.163, numero che sicuramente sarà aumentato nel frattempo di almeno centomila unità. Se ne vanno in prevalenza persone pro-venienti dal sud Italia e dalle isole, con oltre 2.440.000 persone, contro il 1.600.000 di italiani provenienti dal nord Italia ed i 740mila prove-nienti dal centro Italia.

Italiani nel mondo: Quanti sono nazione

per nazione

La comunità italiana all’estero più grande è quella Argentina, dove vivono 783mila cittadini italiani, pari al 16.3% del totale. In questo caso non si tratta, nella maggio-ranza dei casi, di immigrazione recente, così come nel secondo paese con maggiore presenza ita-liana – la Germania – dove risie-dono più di 700mila connazionali. In Germania l’immigrazione ita-liana è iniziata decenni fa e non si è mai fermata. Negli ultimi anni è tornata ad intensificarsi, anche se il paese non offre più ai migranti il benessere concesso in passato. Ma per chi emigra da situazioni di

disoccupazione e assenza assoluta di prospettive, è tutt’oggi la terra promessa. In terza posizione la vicina ma piccola Svizzera, dove gli italiani sono 595mila. Al quarto posto la Francia, con 397mila ita-liani mentre in quinta posizione c’è il Brasile, con 373mila. A seguire in sesta posizione c’è il piccolo Belgio-con 264mila e poi settima la Gran Bretagna con 256mila. Ottava posi-zione della classifica per gli USA, che ospitano 245mila cittadini ita-liani, in nona posizione la Spagna con 143mila ed infine al decimo posto la terra dei canguri Australia con 142mila italiani residenti.

Da dove parte e chi espatria?

Il comune con un maggior numero di italiani residente all’estero è Roma, con 301mila iscritti Aire al 01/01/2016. E’ vero che Roma è la città più popolata d’Italia, ma si parla comunque di un 10.5% rispetto alla popolazione residente, che in totale si attesta a 2.864.731

(alla data sopra indicata). Segue Milano, con 75mila iscritti all’Aire, che rappresentano il 5,6% dei resi-denti. Terza posizione per Torino con 45mila (5,1%), poi Napoli con 42mila (4,4%) ed in quinta posi-zione Genova con 36mila (6,2%). In sesta posizione Trieste, con 28mila iscritti Aire, che in que-sto caso costituiscono il 13,9% del totale dei residenti. Settimo posto per Palermo con 28mila (4,2%) poi Catania 18mila (6%) nona posizione per Firenze con 16.636 (4,3%) ed al decimo posto Bolo-gna, con 16.148 (4,2%). Nella clas-sifica spicca Licata in 11° posizione con 15.903 iscritti Aire contro una popolazione residente di 37.797, pari al 42,1% della popolazione attualmente residente in città.

I numeri si riferiscono al 2016 e pertanto nel frattempo in diverse realtà sono aumentati, ma si deve tenere in considerazione che mol-tissime persone non si iscrivono all’AIRE, e pertanto non sono prese in esame dalla statistica.

1- Argentina : 783.000

2- Germania : 700.000

3- Svizzera : 595.000

4- Francia : 397.000

5- Brasile : 373.000

6- Belgio : 264.000

7- Gran Bretagna : 255.000

8- Usa : 245.000

9- Spagna : 143.000

10- Australia : 142.000

Servizio della redazione

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12 | Charleroi

Di passaggio in Belgio con il tour che celebra i 40 anni di

carriera, non perdiamo l’occasione di incontrare un vero simbolo della musica italiana nel mondo. A modo suo Gianna Nannini ha segnato con il suo talento anticonformista e la sua voce, la nostra vita musi-cale. L’incontro avviene a Charleroi nel back stage del suo concerto, il soundcheck e poi ci arriva il suo saluto...

Ciao a tutti. Sono Gianna Nannini con RadioHitalia. Hit come il mio disco HITALIA.

Grazie, con il suo titolo ci ha fatto un bel po’ di pubblicità.

E’ stata una coincidenza perché mi ero informata se era un nome ori-ginale perché infatti non esisteva. C’erano si il nome Hit Italia ma separato non tutto attaccato. Mi ha sorpresa “moi-même”. On fait la même émission.

Gianna Nannini qui in Belgio con il tuo “History European Tour”, 40 anni di successi, di canzoni. Il Belgio che al prin-cipio ti ha accolta alla grande come la Germania tra l’altro.

In Belgio... parlo francese... ? il y a quelques années quand je fai-sais la tournée après la sortie de “I maschi” le public de Belgique était extraordinaire. Dans cette tournée j’ai reçu beaucoup d’amour, un concert avec beaucoup de vibra-tions, d’émotions, un environne-ment enthousiaste et chaleureux. Hitstory touche toutes mes chan-sons les plus fameuses comme un film ou on voit le tracé du passée à aujourd’hui, et le futur.

40 ans de carrière, c’est magnifique !

C’est difficile et important d’avoir un passé comme le mien. J’ai toujours aimé la musique et j’ai choisi de faire

de choses parfois pas nor-males. Je me suis étonnée moi-même. Je prends des risques à ne pas me répéter. Le succès ce n’est pas une formule, c’est un cadeau qu’il faut toujours alimenter avec ta voix et c’est un cadeau à donner à ton public. C’est le

respect pour le public. J’ai toujours fait un voyage dans la musique en m’innovant.

America mi ha aperto le porte in Europa

40 ans de carrière et des succès phénoménaux. America, a été un de tes premiers tubes.

Je commencerai le concert avec cette chanson. La chanson Ame-rica a commencé ma carrière européenne. Elle parle de plusieurs choses comme le sex, le drapeau américain qui était un peu une métaphore de cela. La chanson est toujours actuelle parce qu’en Europe on a imité pas mal de cho-ses américaines. Il était temps de créer notre identité musicale, ce que j’ai fait avec cette chanson-ci qui est oui du passé mais toujours actuelle aujourd’hui. Après cette chanson America qui m’a ouvert les portes on a commencé à me faire un sound design sur ma voix et on a cherché le son de la voix méditerranéenne.

Elle est terrible cette chanson-là. Elle claque, elle est immédiate.

C’est du rock. Je la chante toujours avec grand plaisir.

Gianna NANNINI : Meraviglioso incontro

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Gianna, on s’aperçoit que parmi les femmes italiennes vous êtes une des rares femmes rock qui sont sorties des frontières italien-nes. On a Laura Pausini mais qui est d’un autre genre musical. Vous êtes d’accord.

C’est bien que chacun ait son pro-pre style. Mais au départ il faut avoir une voix internationale, qui permet d’être reconnue même si on ne connaît pas l’italien.

Et votre voix est vraiment parti-culièrement rock.

Faire le rock c’est avec une « band » avec des guitares. Si tu fais du pop il suffit de bien chanter bien poli sur les arrangements. Il rock è come si dice « kick the ass » che vuol dire « spacca il culo » mentre il pop è molto gentile (rires).

Ma tu sorridi sempre o t’inca-voli ogni tanto ?

Ogni tanto mi posso arrabbiare se qualcuno mi fa arrabbiare senno’ è importante sorridere nella vita. Il sorriso è tutto.

Sono 30 anni che è uscito il brano “I Maschi”, nel 1987!

Le temps passe, l’intensité pas. La confiance avec la musique s’améliore, l’expérience acquise te permet de faire des choses plus d’actualité. Les belles chansons ne vieillissent pas !

In Belgio...Conosco Adamo, Rocco Granata e...Stromae

Parliamo del Belgio musicale. Conosce qualche cantante ita-lo-belga o belga?

Adamo, Rocco Granata (con Marina), Stromae. Les jeunes qui font de la musique aujourd’hui m’intéressent beaucoup.

Quale sound italiano ti interessa di più.

J’écoute beaucoup la musique popu-laire, classique, des bands de l’un-derground du rap. Il y a une nouvelle vague italienne qui vous surprendra à savoir : Calcutta, Mannarino.

Vous parlez très bien le Français. D’où cela vient-il ?

Je l’ai appris à l’école, à Lyon en France, à Bruxelles. A 18 ans j’étais en Angleterre et j’ai fait Amster-dam-Bruxelles-Paris en moto. J’aime Bruxelles et j’ai mangé des spécial-ités faites avec la bière.

Una tappa sarà anche l’Olym-pia a Parigi. Ti abbiamo sentita cantare “Le déserteur”. C’est une chanson avec une morale!

Oui, c’est une chanson qui parle de quelqu’un qui refuse d’aller à la guerre. Le soldat refuse d’obéir. Cela parle des armes et on pourrait faire sans, seulement si on le veut. Cette chanson est toujours actuelle.

Ti preoccupa quello che stiamo vivendo tra Siria, America, Corea?

Mi preoccupa perché si dicono molte bugie. J’ai été en Iraq pen-

dant la guerre et j’ai vu avec mes propres yeux. La guerre est fort médiatisée, chacun raconte son opinion. Ils veulent nous terrori-ser. Il y a des gens qui ne veulent pas la guerre. On ne peut que don-ner des opinions, nous ne savons rien changer on ne peut que chan-ter pour alléger le quotidien.

Amo Rimbaud Apollinaire e Diderot

Je n’aurais jamais imaginé interviewer Gianna Nannini en Français.

Je m’entraîne pour le prochain concert à Paris. C’est une langue que j’aime beaucoup parce que j’ai étudié pas mal de poètes français. De Rimbaud à Apollinaire à Dide-rot dans la philosophie, Rousseau… cela m’appartient dans la musique.

Quels sont les succès auxquels tu es les plus attachés ?

Une chanson qui n’a pas de suc-cès est « Contaminata » qui parle de l’intolérance, sujet très actuel et du racisme dilagant. «Ottava vita », une chanson sur le populisme … outre à America, Sei nell’anima. En réalité, j’aime toutes les chansons que j’ai faite.

Come sarà Gianna Nannini nei prossimi 10, 20 anni.

On va sortir un nouveau disque cette année et puis comme je suis au début de ma carrière je com-mencerai à développer des nouve-aux projets (rires)

Lorenzo Ponzo

Charleroi | 13

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14 | Liegi

in Olanda, e Direttrice fondatrice del Centre for the Humanities.

Filosofa e psicanalista, di se stessa racconta in un’intervista pubblicata su Medea: “Sono un’italiana sì, ma di un’altra razza. Sono infatti un’i-taliana di «fuori»: un’italiana immi-grante, emigrata, che ha vissuto, dai 14 anni in poi, in posti nuovi e in luoghi molto diversi. In Australia ho trascorso gli anni più formativi: dai 15 ai 24. Lì ho frequentato il liceo e ho conseguito la prima laurea. Dopo c’è stata la scelta molto importante di andare con una borsa di studio a Parigi per seguire dei seminari di Foulcault. Ho passato 7 anni a Parigi, in un’epoca molto bella. Poi la scelta di entrare nelle istituzioni da femmi-nista: ho accettato questa cattedra di Women’s Studies all’Università di Utrecht. Il nomadismo è la mia vita:

questo grande rapporto di ambiva-lenze, di grande amore, di grande lontananza dall’Italia e questo mio sentirmi molto partecipe di una cul-tura vissuta però molto «fuori»”.

La teoria femminista, gli studi etnici, la crisi della modernità in termini di “frantumazione dei fondamenti maschilisti” e il con-cetto di “soggetto nomade” sono il cuore di tutto il suo pensiero, che parte dalla lezione del teorico del poststrutturalismo e suo maestro, Michel Foucault, e del postmoder-nista Gilles Deleuze, fino ad arri-vare alla più grande teorica della differenza attualmente vivente, la filosofa belga Luce Irigaray, per la quale la Braidotti confessa di pro-vare una immensa stima.

Professore universitario all’Uni-versità di Utrecht, in agosto sarà

ospite alla Provincia di Liegi

Mentre ci prepariamo a scrivere della filosofa Rosi Braidotti - che ad agosto sarà ospite a Liegi per una conferenza alla Provincia - ci giunge la notizia della morte di Simon Veil: un’altra femminista, il cui pensiero è stato come un faro nella tradizione politica ed euro-peista, e la cui morte ci lascia tutti un po’ più poveri…

Rosi Braidotti nasce in provincia di Udine. Cresce in Australia, dove si laurea all’Università nazionale di Camberra, poi consegue il dottorato alla Sorbona di Parigi, dove ottiene il diploma in filosofia nel 1981. Attual-mente è Eminente Professore uni-versitario all’Università di Utrecht,

La filosofa Rosi Braidotti,una vita da “soggetto nomade”

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Liegi | 15

Sull’Olanda, che ormai è la sua casa da anni, il luogo in cui insegna, lavora, pensa e vive, dice: “Qui ho trovato un contesto professionale assolutamente meraviglioso. Io ho una grandissima ammirazione per il pragmatismo del sistema sociale olandese. A dire il vero, però, io sono una filosofa di stampo fran-

cese - italiano: mi piace l’attività del pensare quasi come fine a se stessa. Invece il sistema universi-tario olandese non concede tanti spazi al pensiero, è più un sistema manageriale. Ho un po’ la nostalgia del vecchio stampo professoriale più latino, in cui uno è il magister e fa ricerche come se fosse naturale”.

Carmela Moretti

Del femminismo - di cui la Brai-dotti è certamente una delle espo-nenti più interessanti dell’ultimo ventennio del Novecento - la filo-sofa italiana racconta: “È stato per me sempre una specie di patria, un filo, un luogo, una cultura, che io ritrovo ora dovunque vado, dall’A-merica Latina alla Groenlandia. La cultura femminista ha dei tratti che la definiscono, che sono veramente transculturali: di stile, di spirito, di movimento. Per molti anni, esso è stato il vero luogo di identificazione che mi ha permesso di trovarmi a casa mia anche in luoghi stranieri”.

Cinque sono le monografie in cui è racchiusa tutta la speculazione filo-sofica di Rosi Braidotti: “Soggetto nomade: Femminismo e crisi della modernità”, “In metamorfosi: Verso una teoria materialistica del dive-nire”, “Madri, mostri e macchine”, “Trasposizioni: Sull‘etica nomade”, fino all’ultimo testo “Il postumano: la vita oltre l’individuo, oltre la spe-cie, oltre la morte”, del 2013.

Rosi BRAIDOTTI : Conferenza « Les Humanités dans un contexte qui change » venerdi 11 agosto tra le 11h30e e le 13H. Iscrizioni: www.humanities2017.org

LA CANTINA ITALIANADuisburgsesteenweg 22 3080 Tervuren - T.02 767 02 22 - www.lacantinaitaliana.net

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16 | Liegi

Dove si trovava il locale di suo padre, il bar, e chi ci andava in questa “cantina”.

Il bar era molto conosciuto e si chiamava “Le café des italiens” e si trovava al “Car-refour de la “tête de boeuf” tra Glain e Montegnée in regione Liegese. Pensa che oggi il “Carrefour” è sempre li. Nel 1975 dopo che mio padre è deceduto, mia mamma non voleva più occuparsene e con il terremoto nel 1983 il locale è stato demolito.

Che ricordo ha di quel bar.

Ricordo che l’80% era frequentato da ita-liani e in particolare da siciliani ed altri ma c’erano anche belgi, polacchi....

Lei che faceva in quel bar, dava una mano?

Ho avuto, grazie ai miei genitori, la fortuna di poter studiare ma evidentemente ho contribuito dandogli una mano.

Qual’è la cosa che le hanno insegnato i suoi genitori?

Mio padre mi ha insegnato a lavorare sodo nel campo commerciale. Mi ha insegnato anche a dire “no” quando era necessario. Il rispetto! Mia mamma ci spronava a lavo-rare sempre di più e prestava molta atten-zione alla maniera in cui si trattava con le persone che si hanno davanti a se.

Suo padre non aveva mai pensato di rientrare in Italia dopo aver guada-gnato un po’ di soldi .

No, non credo. Ha sistemato tutti i suoi figli qui. L’unica cosa che gli faceva piacere era tornare per le vacanze visto che non ha mai

A piu di 60 anni Sylvain Rizzo é un vero Top manager, una vita a 200 all’ora,

sempre di corsa , per colui che fa del suo lavoro un senso di vita assoluto . Da prati-camente 35 anni dirige una delle ditte piu all’avanguardia nel suo campo e piu note del Belgio, ‘’Balteau’’ . Leader negli impianti elettrici, con cantieri di riferimento come lo stadio di Sclessin, Liegi Airport, o il circu-ito di Spa Francorchamps. Lo incontriamo di sabato mattina presto, difficile in setti-mana. Subito emerge la sua italianità, l’e-leganza, il sorriso, l’accoglienza. Siamo nel suo ufficio a Montegnée, i saluti un buon caffé e poi il colloquio, con le sue origini :

Sono nato qui a Glain nei pressi delle miniere di Liegi dove i miei genitori Salva-tore e Rosalia Rizzo arrivarono nel lontano ’47. Sono originario di Palermo, precisa-mente di Belmonte Mezzagno. In Sicilia sono nati i miei tre fratelli e le due sorelle. Siamo in sei, bella famiglia numerosa !! Nel ’47 papà inizio’ a lavorare nella miniera “Espérance e a Patience des Bourgeons” con altri amici italiani. La mia famiglia i Rizzo, furono tra i primi a lasciare in quel momento il paese natale. La carriera di mio papà è iniziata e si é conclusa alla chiusura definitiva della miniera.

Visto che è nato qui in Belgio, si ricorda la prima volta che è andato in Sicilia.

Si andava in Sicilia a ritrovare i parenti lasciati nel paese. Ai miei 6 anni pero’ mio papà prese qui in affitto un bar e poi una “cantina” e quindi divenne più difficile partire . Abbiamo sempre lavorato in famiglia in questi locali e le vacanze non venivano mai. La prima volta che sono stato in Sicilia avevo 20 anni e ho visto il mare qui in Belgio soltanto intorno ai miei 30 anni

potuto farlo prima per via del lavoro. Si è ambientato molto bene qui. Questo paese ci ha ricevuto, ci ha dato una vita degna. Abbiamo trovato una ricchezza e noi abbiamo contraccambiato.

Come spiega la riuscita degli italiani in Belgio.

Quando arrivi in un paese dove non hai niente ma dove hai tutto da costruire, inizi un progetto, poi devi avere la volontà di crederci. Gli italiani hanno saputo imporre la cultura del lavoro, della gastronomia, hanno guardato sempre al futuro, sono socievoli molto presenti. Li ritroviamo nella costruzione, nella risto-razione... Una vera forza e una bella riu-scita, qui, ma anche nel mondo.

Arriviamo alla ditta Balteau, lei è il responsabile di questa grossa impresa. Questo nome pero’ non è italiano, perché si chiama cosi’.

Tutto inizio’ insieme a un mio amico di nome Giuseppe Provenzano. Il papà di Giuseppe e il mio arrivarono in Bel-gio nello stesso periodo e lavoravano insieme anche in miniera. Giuseppe e io siamo cresciuti insieme, siamo andati a scuola insieme e ai miei 18 anni e lui 17, siamo andati a lavorare in una ditta che faceva impianti elettrici, sotto padrone, con l’idea di creare in futuro una ditta nostra. A 20 anni abbiamo fatto il passo e abbiamo creato una ditta che si chiamava Ripro (deriva da Rizzo-Provenzano). E’ da 41 anni che questa ditta esiste, adesso si chiama Immo Ripro. Purtroppo lui è deceduto a 34 anni ma i ricordi insieme a lui rimangono sempre. Abbiamo iniziato

Sylvain Rizzo : Il successo di un figlio dell’emigrazione

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Liegi | 17in due, poi abbiamo assunto una persona, poi due, cinque, dieci e nel 1979 abbiamo iniziato il nostro primo grande can-tiere - la Galleria Opera – dove abbiamo vinto l’appalto per lavorare sotto la ditta Balteau. Questo cantiere è durato due anni circa, alla fine eravamo 35 operai a lavorare . Balteau ebbe delle difficoltà . Nel 1983 a 27 anni non avevamo ancora niente e dunque ben poco da perdere. Abbiamo cosi deciso di acquistare la ditta Balteau che era in liquidazione con 50 persone. Era un bel rischio? Si, in effetti abbiamo preso un rischio ma a quell’età il rischio non lo metti in conto.

Quanti sieti adesso.

In Belgio occupiamo 350 persone . Siamo soprattutto presenti nei cantieri della Vallonia e di Bruxelles. Qualche volta siamo anche in zona fiamminga cosa che ci fà molto piacere. Il personale è di qui della regione .

Noto che ci sono molti italiani che lavorano nel suo gruppo! Sento par-lare in italiano...

Si in effetti, attualmente gli italiani sono presenti al 50% mentre agli inizi erano più o meno 85-90%. A Bruxelles ne abbiamo 2, 3 italiani su 40 persone. La ditta evolve. Bru-xelles è un’altra realtà.

Sylvain lei è rimasto di nazionalità italiana?

No, ai miei 50 anni sono diventato Belga. L’ho fatto per i miei figli. Anche se le origini sono italiane noi viviamo qui, la nostra vita è qui. In Italia siamo belgi. Era un’idea che avevo da molto tempo. Anche se l’Italia è l’Italia. Siamo italo-belgi e non dobbiamo dimenticare quello che il Belgio ci ha dato e ci dà.

Come convive con il fatto che in Italia siamo considerati belgi e in Belgio siamo considerati italiani.

Per me non è mai stato un problema. Ho una mentalità aperta; per me non c’è differenza di nazionalità o di colore di pelle. Basta il rispetto e come si dice: rispetta e sarai rispettato!

Ha amicizie con altri imprenditori italiani in zona o in Belgio.

Certo, nel lavoro se non hai amicizia e rispetto non vai da nessuna parte. Li ho ovunque.

Lei è partito da zero, ha una ditta in espansione e dà lavoro a 350 persone, ha un fatturato di tanti milioni, è diventato ricco e non solo di soldi ma anche di amicizie ... un bel percorso

Premetto, piu amici che soldi. Un anno fa avevo venduto il gruppo ad un ditta olan-dese, poi pero’ l’abbiamo ripresa. Quel che conta è di continuare a lavorare con il nome che abbiamo, con la tecnologia. La cosa più importante è lasciare un’im-pronta. I soldi contano poco. Se un giorno non ci sono più io l’importante è che Bal-teau continui a sviluppare la tecnologia, l’impresa nonché le altre ditte. Se me ne vado me ne andro’ soddisfatto.

Secondo lei, come evolverà il gruppo Balteau nei prossimi anni?

Spero come abbiamo fatto sinora. Il ser-vizio, l’evoluzione degli impianti per i clienti piccoli o grandi che siano. Oggi la tecnologia è più veloce delle persone e perciò dobbiamo metterci al passo con il tempo assumendo nuovi collaboratori ingegneri con molte idee per poter stare al passo con l’evoluzione. Il mondo cam-bia... la domotica, la sicurezza, ... fanno parte del domani.

Lei ha visto anche la morte in faccia. Ha avuto una brutta crisi cardiaca. Come vede la vita dopo un problema del genere.

E’ un momento che ti fa riflettere. Ma non ti puoi fermare. Bisogna andare avanti. Non puoi lasciare la gente che ha creduto in te in mezzo alla strada. La speranza delle persone non la puoi interrompere cosi’.

Non è il caso di pensare anche un po’ a se stesso.

Quello che mi fa più piacere è vedere che i collaboratori ce la mettono tutta per andare avanti. La mia é una vita dedicata al lavoro.

Ma lei ha dei passatempi.

Ho i miei figli, la famiglia, gli amici, l’im-presa. Sono felice cosi’.

Quale vino preferisce, rosso o bianco?

Più bianco che rosso, ma va bene anche il rosso.

Il suo piatto preferito?

Un piatto di pasta.

La vacanza ideale?

Una settimana al sole. In Sicilia.

Quando va in Sicilia qual’è la prima cosa che fa.

Vado a visitare il paese. Vado a trovare i cugini, cosa importante. Poi mi rilasso al mare.

Qual’è la cosa che vorrebbe ancora realizzare?

Poter continuare a dare un buon servizio ai miei clienti.

Lei rifarebbe tutto quello che ha fatto o cambierebbe qualcosa?

Farei le cose ancora con più velocità. Se avessi saputo allora quello che so oggi avrei fatto due volte di più.

Qual’é il suo motto.

Nella vita da solo non si fa mai niente.

Lorenzo Ponzo

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18 | Vacanze 2017

Per le vacanze estive 2017 le fami-glie Italiane pianificano viaggi e

partenze, scegliendo la destinazione della villeggiatura e stabilendo bud-get di spesa. Il Codacons ha realizzato una apposita indagine per capire chi partirà, le destinazioni preferite e la spesa media che gli italiani intendono affrontare in vacanza.

Il primo dato che emerge dallo studio è quello relativo al numero di cittadini che, tra luglio e settembre, si conce-derà una villeggiatura: 33,5 milioni di italiani andranno in vacanza nel periodo considerato, con una crescita di 1,2 milioni di utenti rispetto al 2016.

Ad oggi solo il 55% degli utenti ha già pianificato la propria vacanza: l’altra metà è ancora indecisa sulla destina-zione, sta comparando offerte tramite agenzie di viaggio e siti web o deciderà all’ultimo momento approfittando di promozioni lastminute e lastsecond.

A pesare in modo particolare sulla scelta delle mete di villeggiatura è quest’anno più che mai l’effetto ter-rorismo, che incide pesantemente sulle preferenze dei cittadini-spiega il Codacons - Non a caso sale al 78% la percentuale di famiglie che prevede di rimanere entro i confini del nostro paese, contro un 22% che è intenzio-nato a trascorrere le vacanze all’estero.

Anche quest’anno la Puglia si con-ferma la destinazione prediletta degli italiani, e sarà scelta dal 19% delle famiglie, seguita da Sicilia (14%), Toscana (13%) e Liguria (12%).

Tra le mete estere Grecia sempre in pole position (29%), seguita da Croazia (24%) e Spagna (19%). Infine anche nel 2017 il mare farà la parte del leone, e sarà scelto da 2 italiani su 3.

Estate 2017 : Italiani in vacanza -

Un tipico tratto di costa pugliese: siamo sul lungomare di Vieste, nella zona del Gargano

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Vacanze 2017 | 19

Puglia e Grecia mete preferite

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20 | Vacanze 2017

Quest’anno gli utenti di TripAdvisor premiano Lampedusa. La Sardegna è sempre la meta preferita con cin-que spiagge nelle prime dieci

Per chi non l’ha già fatto, è tempo di vacanze estive. Le tempera-

ture alte fanno sognare giornate passate in riva al mare, godendosi il fresco delle splendide acque dei mari italiani. Come ogni anno Tri-pAdvisor, attraverso le recensioni dei suoi utenti stila la classifica delle dieci spiagge più belle d’Italia.

Rispetto allo scorso anno cam-biano solo due spiagge con Cala Bianca a Marina di Camerota e Is Arutas a Cabras che prendono il posto della spiaggia Porto Selvag-gio di Nardò e La Cinta di San Teo-doro. Perde la prima posizione, ma è sempre la regione con più spiagge la Sardegna, che conta su ben cin-que località. Segue la Sicilia con due splendide isole, Favignana e Lampedusa. Una spiaggia a testa per Calabria, Liguria e Campania. Esce dalla classifica la Puglia, una delle regioni con maggior turismo balneare italiane, che quest’anno non riesce ad entrare in classifica.

Top spiagge 2017

1) Spiaggia dei Conigli,Lampedusa Sicilia

2) Cala Mariolu,Baunei Sardegna

3) Cala Goloritzè, Baunei Sardegna

4) Cala Rossa, Favignana Sicilia

5) Spiaggia la Pelosa, Stintino Sardegna

6) Porto Giunco,Villasimius Sardegna

7) Baia del Silenzio, Sestri Levante Liguria

8) Cala Bianca, Marina di Camerota Campania

9) Spiaggia di Tropea, Tropea Calabria

10) Is Arutas, Cabras Sardegna

Le 10 spiagge più belle d’Italia del 2017

Lampedusa: La spiaggia dei Conigli

Baunei Cala Mariolu

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22 | Fiat 500 Anniversario

Il primo debutto fu esattamente 60 anni fa ed avvenne in pieno miracolo econo-

mico. Era il 4 luglio 1957 e la Fiat 500 rimase in produzione fino al 1975 (uscì in 3.893.294 unità), testimone di anni cruciali per la tra-sformazione dell’ Italia in moderno paese industriale. La Fiat Nuova 500 debuttò con un allestimento spartano, due soli sedili e una panchetta posteriore. La vettura può ospitare soltanto 2 persone, ma porta 70 chilogrammi di bagaglio. La Nuova 500 prima serie, in occasione del Salone dell’Auto di Torino del 1957 (e cioè a tre mesi dal lancio) viene già modificata. Ha incontrato, infatti, poco favore nel pubblico. La Fiat, quindi, corre ai ripari e presenta due versioni modificate che chiama 500 «Normale» e 500 «Economica». Entrambe, a dispetto del nome che farebbe immaginare l’esatto contrario, offrono mag-giori contenuti, arrivano a ospitare 4 persone grazie a un sedile posteriore «vero» e omolo-gato oltre che imbottito.

Quando dallo stabilimento Mirafiori esce il primo «cinquino» alla tv italiana iniziavano le prime puntate di Carosello , costava 490 mila lire (465 mila pochi mesi dopo perchè le ven-dite non decollavano), un prezzo piuttosto alto se paragonato a quello di poco superiore della 600. Un operaio manovale comune gua-dagnava 40 mila lire al mese, un impiegato di prima categoria 90 mila.Nei negozi alimen-tari l’80% dei clienti comprava ancora a cre-dito e pagava a fine mese: in una famiglia di tre persone il 50-60% dello stipendio ope-raio se ne andava nella spesa alimentare.

Nel 1958, esce la 500 Sport (prezzo 560 mila lire), Nel 1960 arrivano la 500 D e la Giar-

diniera (rispettivamente 450 e 565 mila lire il loro prezzo). È l’ anno dell’Olimpiade di Roma e si chiude, per lo sport, con la morte di Fausto Coppi. John Kennedy viene eletto alla presidenza degli Usa.

Nel 1965 c’é la presentazione della Fiat 500 L (525 mila lire), così come il primo tv a colori brevettato da Sony. Questo anno rimane famoso per il «maggio francese». Nel ‘68 ci sono l’assassinio di Martin Luther King e Robert Kennedy . Nel 1972 esce l’ul-tima serie della Fiat 500 ; L’ultimo anno di produzione della 500 R è il 1975 (600 mila lire circa il prezzo). Si parla ormai di «seconda auto per la famiglia», quella dei figli neopatentati, e per capire quanto, dav-vero, fosse cambiato il tenore di vita in Italia basti pensare che 18 anni prima il prezzo della vettura era pari a 13 stipendi di un operaio, nel ‘75 per acquistarla di stipendi ce ne volevano quattro.

Dal 1957 la 500 al ‘72 è stata la Fiat più ven-duta. In 18 anni di carriera, dal 1957 al 1975, ne sono state prodotte 3.893.294 unità. La Fiat 500 è un mito che fa parte della storia dell’I-talia. Ma le sue radici affondano ancora più lontano, il suo papà, l’ ingegnere Dante Gia-cosa, aveva già disegnato nel ‘36 la «500», più nota come Topolino, la prima auto popolare italiana e la più piccola al mondo. Un modello totalmente diverso dal punto di vista tecnico. Quella del ‘57 ha carrozzeria autoportante, motore posteriore e raffreddato ad aria (il primo della Fiat), quattro ruote indipendenti. Lascerà un segno indelebile che vive ancora oggi, con circa 400 mila vetture che circolano in tutta la penisola.

Ecco la 500 Anniversario, una serie speciale che celebra i 60 anni della iconica vettura italiana. Questo allesti-mento affianca la 60th Anniversary già presentata al Salone di Ginevra, rispetto alla quale si distingue per la tipologia di finiture e per il prezzo accattivante: sarà infatti prenotabile a partire da 13.600 euro, con speciali for-mule di finanziamento e l’operazione Menomille che offriranno ulteriori vantaggi. La Anniversario é proposta in versione benzina, diesel e Gpl con potenze comprese tra 69 e 95 CV.

La Mitica FIAT 500 Compie 60 Anni

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Fiat 500 Anniversario | 23

Tutti i modelli Fiat 500

Nuova 500 (1957) - Debutto della Fiat nuova 500 (fu chiamata cosi per contraddistinguerla dall Fiat 600)

Le versioni sport e tetto apribile (1958 - 1960) - Per differenziare e potenziare ulteriormente la gamma 500, la Fiat offre a metà del 1958 la versione Sport. La vettura ha inizial-mente il tetto rigido e si caratterizza all’esterno per una fascia rossa posta al di sotto del padiglione e, in alcuni casi, anche per la verniciatura della scocca bicolore. Si torna, però, ai 2 posti sec-chi e alla inutilizzabile panchetta posteriore. Nel 1959 arriva anche la versione tetto apribile della Spor

500 giardiniera - (1960 - 1977). Nel maggio del 1960 arriva la versione station wagon: la Giardiniera. I tec-nici di Mirafiori aumentano il passo di 10 centimetri per accrescerne la capacità di trasporto. La portata della Giardiniera è di 4 persone, più 40 chilogrammi di bagaglio. Ne saranno prodotte 327.000.

500 D (1960 - 1965) - Nell’autunno del 1960 la 500 viene offerta nella nuova serie D. La cilindrata viene aumentata a 499,5 cm3. La velocità di 95 km/h e il consumo medio di 4,8 litri/100 chilometri. L’abitabilità torna a 4 persone. Viene adottato anche lo schienale posteriore abbattibile.

500 F (1965 - 1972) - Debutta nel marzo del 1965 e nel 1968 verrà affiancata in listino dalla 500 «Lusso» e si caratterizza, per la prima volta

nella storia del modello, per le por-tiere incernierate sull’anteriore più sicure anche in caso di urto e che permettono di far finalmente scom-parire, a 8 anni dalla prima serie della 500, le antiestetiche cerniere a vista. Viene arricchita nelle dota-zioni e nei materiali.

500 L - (1968 - 1972). La missione di questa versione, apparsa a settembre 1968, è chiara: coprire la richiesta di una clientela che vuole una vettura più completa, più caratterizzata e più «lussuosa». Si tratta di automobilisti disposti anche a spendere 525.000 lire e cioè, circa 100.000 lire in più rispetto alla 500 F. A livello di mecca-nica e prestazioni, comunque, la 500 L non cambia. È diversa, invece, la 500 L nell’estetica interna ed esterna.

500 R (dal 1972 al 1975). In contem-poranea con la presentazione della sua «erede», la 126, viene lanciata nell’au-tunno del 1972, al Salone dell’Auto di Torino, l’ultima 500. Dopo essere stata prodotta a Mirafiori e all’Autobianchi, la vettura viene costruita anche alla Sicil-Fiat di Termini Imerese (Palermo), da dove uscirà nell’estate ‘75 l’ultimo esem-plare. Il nome «Cinquecento» (ma in lettere) viene anche usato per il modello di utilitaria che uscirà dal ‘91 al ‘97, dopo la 126. Una vettura assemblata in Polo-nia, che ha anche una versione ecolo-gica «Elettra» e che viene venduta in 1 milione e 170 mila esemplari.

I numeri della Fiat 500

Vi siete mai chiesti quante Fiat 500 sono state vendute nel mondo? Scartabellando alcune riviste d’epoca e libri dedicati a questa vettura mitica si arriva ai seguenti numeri.

• In Totale nel mondo sono state prodotte oltre 4 milioni e 250 mila unità (som-mando quelle uscite dagli stabilimenti FIAT e quelle prodotte su licenza FIAT)

• In Italia tra il 1957 ed il 1975 (anni in cui è uscita di produzione) sono state prodotte esattamente 3.893.294 Fiat 500

• Delle vetture prodotte in Italia lo storico delle vendite può essere così sintetizzato:

- 28.438 unità prodotte nel 1957 (in sei mesi)

- 22.845 unità prodotte nel 1958

- Dal Marzo del 1965 (in cui viene uffi-cialmente lanciata la versione F) al 1972 (anno in cui viene introdotto il modello R) sono prodotti 2,272 milioni di esemplari di modelli F e L ai quali vanno aggiunti i 642.000 esemplari del modello D rimasto in vendita sino al 1965

• Ci sono vari modelli derivati tra cui la più famosa è la Fiat 500 Giardiniera prodotta in circa 327 mila esemplari dal 1960 (anno di presentazione) al 1977, dapprima (sino al 1966) a Mirafiori e poi dalla fabbrica Autobianchi di Desio che entrò a far parte dell’impero Fiat.

• Si devono poi ricordare le produzioni di:

- 270.000 unità circa di Bianchina, prodotta dall’Autobianchi sul telaio della Fiat 500

- 6.190 unità di NSU-FIAT di Heilbronn su licenza Fiat

- 57.871 Steyr-Puch uscite dagli stabilimenti di Graz

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24 | Musica

Luciano Pavarotti : Dieci anni fa l’addio

Era il 6 settembre 2007, esatta-mente dieci anni fa, quando

Luciano Pavarotti ha perso la sua battaglia contro il tumore al pan-creas. “Nella vita ho avuto tutto, davvero tutto - diceva - Se mi venisse tolto tutto, con Dio siamo pari e patta”. Gli studi, il successo, il divorzio milionario da Adua Veroni e l’amore con Nicoletta Mantovani. Luciano Pavarotti nac-que il 12 ottobre 1935 a Modena, il celebre tenore emiliano ha mani-festato fin da subito una precoce vocazione al canto, come testi-moniato dai resoconti familiari. Non solo infatti il piccolo Luciano saliva sul tavolo della cucina per le sue esibizioni infantili ma, spinto dall’ammirazione per il padre, anch’egli tenore dilettante (dotato di bellissima voce e cantante nella “Corale Rossini” di Modena, pas-sava intere giornate davanti al giradischi, saccheggiando il patri-monio discografico del genitore. In quella collezione si celavano tesori di tutti i tipi, con gran prevalenza per gli eroi del belcanto, che Pava-rotti imparò subito a riconoscere e ad imitare. Nel 1961 Pavarotti vince il concorso internazionale “Achille Peri” che segna il suo vero esordio sulla scena canora. È nel 1963 che, grazie a una fortunata coincidenza, raggiunge la notorietà internazio-

nale. Sempre sulla via dell’opera La Bohème, al Covent Garden di Londra il destino di Luciano Pava-rotti incrocia quello di Giuseppe Di Stefano, uno dei suoi grandi miti giovanili. Viene chiamato per fare alcune recite dell’opera prima dell’arrivo dell’acclamato tenore, ma poi Di Stefano si ammala e Pavarotti lo sostituisce. Lo rim-piazza in teatro e anche nel “Sun-day Night at the Palladium”, uno spettacolo televisivo seguito da 15 milioni di inglesi.

Nel 1965 Pavarotti sbarca per la prima volta negli Stati Uniti, a Miami, e insieme alla sopraffina, accla-mata Sutherland è interprete di una applauditissima Lucia di Lammer-moor diretta da Bonynge. Sempre con la Sutherland debutta con suc-cesso al Covent Garden di Londra nell’opera. Nel 1965 debutta anche alla Scala di Milano sempre con l’O-pera du Puccini, Luciano Pavarotti all’ora trentenne é espressamente richiesto da Herbert von Karajan

Gli anni Sessanta sono fondamen-tali anche per la vita privata del tenore. È di quel periodo la nascita delle amatissime figlie: nel 1962 nasce Lorenza, seguita nel 1964 da Cristina e infine nel 1967 arriva Giu-liana. Pavarotti ha un legame for-tissimo con le figlie: le considera il

bene più importante della sua vita.

Il prosieguo della carriera pavarot-tiana è tutto sulla falsariga di questi strepitosi successi, in una teoria di incisioni, interpretazioni e ovazioni sui palchi di tutto il mondo e con i più famosi maestri che al solo elen-carli può cogliere un senso di verti-gine. Tutto questo, ad ogni modo, è la solida base su cui si erge il mito, anche popolare, di Pavarotti, un mito che, non bisogna dimenti-carlo, si è andato alimentando in primo luogo sulle tavole del pal-conscenico e grazie alle indimen-ticabili interpretazioni fornite nel repertorio “colto”, tanto che più d’uno vede nel tenore modenese non solo uno dei più grandi tenori del secolo, ma anche la stella in grado di oscurare la fama di Caruso

Tra le Sue Memorabili Esibizioni

Nel 1991 affascina più di 250 mila persone con un grande concerto a Hyde Park di Londra. Nonostante la pioggia battente, che cade pure sugli entusiasti Principi di Galles Carlo e Diana, lo spettacolo diviene un evento mediatico, trasmesso dal vivo in televisione in tutta Europa e negli Stati Uniti. Il successo dell’i-niziativa londinese si ripete nel 1993 al Central Park di New York, dove approda una mastodontica folla di 500 mila spettatori. Il con-certo, trasmesso dalla televisione, viene visto in America e in Europa da milioni di persone ed è senza dubbio una pietra miliare nella vita artistica del tenore.

Il Concerto a Caracalla è il primo dei grandi eventi legati ai Tre Tenori. La sera del 7 luglio 1990 i grandi tenori José Carreras, Plácido Domingo e Luciano Pavarotti diedero vita, insieme alla collaborazione del meaestro Zubin Mehta, ad un grandioso con-certo composto di arie, canzoni e pot-purri unico nella storia della musica.

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Musica | 25

Un concerto-tributo a dieci anni dalla morte di Luciano Pavarotti, con Placido Domingo e Josè Carreras sul palco insieme ad altri ospiti. La Fondazione Luciano Pava-rotti e Friends & Partners, insieme a Univer-sal Music Group, hanno annunciato l’evento tributo dedicato a Pavarotti che si terrà proprio nel giorno del decimo anniversario della scomparsa, il 6 settembre 2017, nella meravigliosa cornice dell’Arena di Verona, l’anfiteatro romano internazionalmente conosciuto per le sue grandiose produzioni d’opera, nonché per i concerti di grandi arti-sti pop.

I primi cantanti ad accettare l’invito a rendere omaggio al Maestro Pavarotti sono le stelle della lirica Placido Domingo e Josè Carreras, i colle-ghi che più volte hanno condiviso la scena con l’amico italiano; insieme come “I Tre Tenori” hanno letteralmente cambiato l’idea e la perce-zione della lirica in tutto il mondo, portando la musica del melodramma dei più famosi com-positori ai quattro angoli del pianeta. L’affettuosa amicizia che li legava al tenore modenese (raf-forzata dalla comune passione per il calcio) sarà testimoniata da Carreras e Domingo sul palco di Verona il 6 settembre.

Molte altre stelle, sia dell’opera che del pop, si uniranno a loro per celebrare il Maestro Pava-rotti, il cui ricordo rimane vivo e forte nei cuori di milioni di persone. La prevendita dell’evento é iniziata via i siti www.fepgroup.it e www.ticketone.it e presso i punti vendita abituali TicketOne. Maggiori informazioni su www.lucianopavarottifoundation.com. Una parte del ricavato del concerto sarà devoluto in bene-ficenza.Il concerto dell’Arena di Verona sarà tra-smesso dalla Rai.

Modena, città natale di Pavarotti commemorerà l’anniversario facendo risuonare attraverso gli amplificatori della filodiffusione, la voce di Pava-rotti nelle strade della città. Mentre lo ricorderà con un concerto tributo nel Teatro comunale a lui intitolato, il 12 ottobre 2017, giorno in cui il grande cantante avrebbe compiuto 82 anni.

Il maestro Mehta diresse un’orchestra di duecento elementi nata dalla fusione dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino e dell’Opera di Roma. L’e-vento venne trasmesso in mondovi-sione e seguito da circa 800 milioni di telespettatori che si aggiunsero ai fortunati 6000 che riuscirono a seguirlo dal vivo nella suggestiva cor-nice delle Terme di Caracalla.

Luciano Pavarotti ha oltrepassato i qua-rant’anni di carriera, una carriera intensa e piena di successi, offuscata solo da qualche ombra passeggera (ad esem-pio la celebre “stecca” presa alla Scala, un teatro peraltro dal pubblico partico-larmente difficile ed implacabile). Nulla sembrava d’altronde incrinare mai l’o-limpica serenità del Maestro, forte di una piena soddisfazione interiore che gli ha fatto dichiarare: “Penso che una vita spesa per la musica sia una vita spesa in bellezza ed è a ciò che io ho consa-crato la mia vita”.

Nel luglio 2006 viene operato d’urgenza in un ospedale di New York per l’asporta-zione di un tumore maligno al pancreas. Poi si stabilisce nella sua villa nel mode-nese cercando di condurre una perso-nale lotta contro il cancro. Ma purtroppo all’età di 71 anni si è spento il 6 settembre 2007. “Ho sempre ammirato la sua voce divina... amavo il suo sense of humor”: questo il commento di Placido Domingo alla notizia della morte, di Luciano Pava-rotti, con il quale ha tante volte cantato nei concerti dei ‘Tre Tenori’. “Ho sempre

ammirato la sua voce divina, dal timbro inconfondibile, dalla completa esten-sione vocale”,

“Chi sa fare la musica la fa, chi la sa fare meno la insegna, chi la sa fare

ancora meno la organizza, chi la sa fare così così la critica.”

Luciano Pavarotti

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26 | Gelato

Il gelato ha un primato tutto italico, che nessuno è ancora riuscito a insi-

diare. Antica tradizione, sapere artigia-nale, formazione e alta specializzazione dell’industria dei semilavorati, dei mac-chinari e delle attrezzature fanno della filiera del gelato artigianale made in Italy una potenza che genera una ric-chezza interna di oltre 3 miliardi e che oggi può contare su circa 25mila gela-terie, delle quali oltre 7mila all’estero, e che acquisisce sempre più allure negli Usa, nel Medio ed Estremo Oriente. In Italia si stima che le gelaterie arti-gianali “pure” siano circa 10mila, ma i dati Unioncamere rilevano oltre 38mila imprese, includendo bar e pasticcerie che vendono anche gelato artigianale.Lo sbocco principale é il mercato ita-liano, la Germania rimane il secondo paese di consumo per il gelato di casa nostra. Il business di coni e coppette è concentrato per il 70% nei mesi caldi, mentre la letteratura scientifica con-ferma al gelato qualità nutrizionali che avvalorano il suo consumo anche “fuori stagione”. L’espansione all’estero è con-fermata da casi di successo come quello di Grom. La catena torinese (30 milioni di fatturato, 650 dipendenti) in 14 anni ha compiuto una scalata: 70 gelaterie, delle quali otto oltreconfine, tra Usa, Francia, Giappone, Dubai e, adesso, anche Giakarta, porta d’accesso al Far East.

Con l’arrivo dell’estate cosa trove-remo nei pozzetti e nei banchi delle gelaterie Italiane . Su Instagram sem-bra che ci sia un tipo di gelato, pronto a dominare l’estate 2017. Si tratta del gelato nero creato da Little Damage, gelateria di Los Angeles, preparato con mandorle e carbone vegetale. Ma qual’é la tendenza delle gelaterie Ita-liane per questa estate ?

Tendenze Estate 2017 Gelato al Gorgonzola e

aceto balsamico

La chiave di volta per innovare anche il monogusto è la variegatura, e da Nord a Sud si assiste a una diversa ainter-pretazione di questa tecnica . Al sud é molto piu intensa e visibile che al Nord, dove si punta piu sul gusto puro . Via libera dunque ai gusti nocciola varie-gata al cioccolato, o a quello fragola variegato alla menta. Tra i trend che già impegnano i gelatieri mediaticamente più famosi c’è il gelato gastronomico. Di quei gusti un gelatiere non ci campa , ma serve per farsi notare e proporre qualcosa di nuovo sul mercato. Per questo segmento di banco frigo i gela-tieri sfruttano i formaggi a pasta molle o dura, a seconda dell’appartenenza geografica. Quindi, se al Sud assiste-remo a un trionfo di ricotta di bufala, al Nord ecco spuntare gelati al gorgon-zola, grana e aceto balsamico.

A Liegi la Gelateria Franchi esiste dal 1935

La famiglia Franchi é una vera isti-tuzione nel mondo della gelateria in Belgio. Arrivato a Liegi nel lontano 1890 Camille Franchi, natio di Galli-naro, comincio’ con una carretta di gelati a scorazzare per le ‘’rues’ Lie-gesi. Camille fece venire nella scia sua sorella Angela (vedova Tullio) e quattro nipoti. Tra questi Jean Tullio si imparo presto i metodi del lavoro, e apre nel 1935 la sua gelateria, Rue St Gilles 13 a Liegi. Jean Tullio fu il primo a proporre il celebre ‘’Café Liègeois’’ e Gerard Franchi (suo genero) il primo a portare la Strac-ciatella. Tutt’ora il ‘’salon de degu-station’’ é aperto e riscuote ancora grande successo. A continuare la tra-dizione c’é Gregory Franchi 35 anni e sua moglie Stephanie. Maître Gela-taio, Gregory perpetua la tradizione del Nonno Jean e del papà Gerard.

Gelati, Italia leader nel mondo

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Calcio | 27

Spagna 82 : Campioni del Mondo 35 Anni fa la fantastica vittoria

furono abbastanza timorosi , il silenzio stampa e poi tre pareggi contro Polonia, Peru e Camerun. Passammo come secondi grazie alla migliore differenza reti sul Camerun.

Poi non ci ferma piu nessuno, ne l’Argentina di Maradona, ll Brasile di Zico , la Polonia di Lato e nean-che i temibili tedeschi di Rumme-nigge, affrontati al Santiago Ber-nabeu e spazzati in finale 3-1 sotto gli occhi di un Presidente simbolo Pertini. L’Italia é in festa e nel mondo si vedono cortei di gioia e di appartenenza ai colori azzurri. Anche in Belgio in quel lontono luglio del 1982, scoppia la “clac-sonata’’ piu impressionante tra gli italiani residenti a Charleroi, Genk, Liegi, Bruxelles, la festa é totale e gli amici (nemici ) belgi devono ‘’subire’’ la fantastica e indimenti-cabile notte Italiana.

Cosa fanno adesso i mitici campioni

Qualcuno ha tentato la fortuna come allenatore (in particolare Dino Zoff, che è stato anche ct della Nazio-nale), altri hanno lasciato il mondo del calcio, molti sono passati negli studi televisivi a commentare par-

tite. Ecco come sono e cosa fanno oggi i ragazzi Campioni de mondo . Di quella memorabile vittoria ne mancano due: il compianto Gae-tano Scirea, colonna difensiva della Juventus e della Nazionale, morto in un incidente stradale nel 1989 e lo storico CT Enzo Bearzot. Friulano d’origine, aveva 83 anni quando ci lascia il 21 dicembre 2010. Giocò da mediano anche nell’Inter, prima di allenare con Rocco, Fabbri e Ber-nardini. Alla guida della Nazionale dal 1975, conquistò il quarto posto ad Argentina ‘78 e vinse il Mondiale quattro anni dopo con 4 anni dopo in Spagna. Suo il record di presenze sulla panchina azzurra: 104

Tabellino

Italia : Zoff, Bergomi, Cabrini, Gentile, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani (Altobelli e Causio). Seleziona-tore: Bearzot.

Germania Ovest : Schumacher, Förster, Briegel, Kaltz, Förster K.H., Stielike, Littbarski, Dremm-ler (Hrubesch), Fischer, Breitner, Rummenigge (Müller). Commis-sario tecnico: Derwall.

Reti : 56’ Rossi, 69’ Tardelli, 80’ Altobelli, 83’ Breitner.

Arbitro: Choelo (Brasile)

Fu una di quelle notti che si ricor-dano per sempre. Ogni italiano

ricorda dov’era la sera dell’11 luglio 1982, quando gli azzurri di Bearzot, battendo in finale la Germania al Bernabeu di Madrid, si laurearono campioni del mondo per la terza volta, la prima dal dopoguerra, nell’era del calcio moderno.

Ognuno ricorda Zoff e la sua parata su Socrates, il “bell’Antonio” Cabrini, l’urlo di Tardelli, il duello Gentile Maradona, e le sgroppate di Bruno Conti, il baffo dello “zio’’ Ber-gomi e del “barone” Causio. Ma tutti ricordano soprattutto i gol di Paolo Rossi, il Pablito mundial: sei perle consecutive, dalla tripletta con il Brasile alla doppietta in semifinale con la Polonia fino alla rete che sbloccò il risultato in finale.

In realtà gli inizi di quel mondiale

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28 | Sport

Benevento: Quando il sogno si A..vvera

Un servizio di Gianni Canova

Sarà la cenerentola del Campionato di serie A …Il Benevento Calcio dopo

avere la scorsa stagione raggiunto la serie B, ha fatto immediatamente il salto di qualità verso il torneo massimo: la Serie A ! Prima di parlare di calcio, pro’ partiamo alla scoperta della città dei neo promossi…. BENEVENTO, cittadina della Campa-nia e capoluogo dell’omonima Provincia conta 60.120 abitanti, come Seraing…Il suo “passato “ é ricco, fu Romana, Longo-barda e anche Pontificia…poi nel recente 2011 la storica Chiesa di Santa Sofia (VII secolo) entrera a far parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO. Situata nell’entroterra appenninico Cam-pano e nella regione storica del Sannio, é situate esattamente a metà strada tra Mar Tirreno e Adriatico. E’ traversata da due fiumi, il Calore, affluente del Volturno e il fiume Sabato. La coltivazione dei tabacchi

e dei cereali, le famose industrie dolciarie, quelle meccaniche, dei liquori, del legno e dei floridi commerci l’hanno popola-rizzata in tutta la penisola e all’estero. Nel lontano 1851, Benevento poté già usufru-ire del nome di “CITTA” Piu di 40 Chiese, tra le quali una Cattedrale, 2 Basiliche e un Duomo sono visitatissime….Aggiungete un non piccolo Teatro Romano del primo secolo, che puo ospitare 20.000 spettatori, la creazione del celebrissimo Liquore La Strega e il Torrone di Benevento e capi-rete che il Sindaco Clemente Mastella puo andare orgoglioso della città !Ma veniamo ora all’ultimo gioiello della Provincia : il Benevento Calcio !

Nata nel 2005, dopo il fallimento dello “Sporting Benevento”, la squadra gial-lo-rossa giocherà dunque la stagione 17/18 del Campionato della Serie A…nell’elenco delle squadre sarà (ordine alfabetico) citata sempre al secondo posto subito dopo l’Atalanta di Bergamo.

L’Allenatore resta ancora Marco Baroni, che ha condotto la magnifica “rosa” in serie A ! I giocatori (a mercato ancora aperto) sono Cragno – Gori – Alastra – PORTIERI poi Pezzi – Luciani – Lopez – Padella – Camporese – Bugadur –Cyamfi e Venuti – DIFENSORI e poi Del Pinto – Campagnacci – Pajac – Chibsah – De Falco – Jakimovsky – Eramo e Viola CEN-TROCAMPISTI e Ceravolo – Cuciretti – Cissé – Falco e Puscas ATTACCANTI…questi nomi li scoprirete dal primo incon-tro a fine agosto, nelle partite casalinghe che saranno disputate sul campo del magnifico e capiente Stadio Communale Ciro Vigorito che puo ospitare 30.000 spettatori ! Quanta strada percorsa dalle compagini giallo-rosse scese in campo calcistico la prima volta nel 1929 sotto il nome di Associazione Calcio Benevento !Città sportivissima la neo promossa Benevento manda regolarmente in campo molte altre squadre in altre disci-pline e tra di loro :Il Calcio a Cinque, che gioca in Serie A2, Una squadra di Karate che é Campione d’Italia ;Il Rugby Bene-vento Campione Nazionale in U15, U19, e la squadra A che gioca nel torneo di serie B, aggiungete anche 2 squadre femminili che giocano in serie C….Il Volley Bene-vento gioca il Campionato B2, mentre le ragazze sono in B1….Palestre e altri campi di gioco fanno della nostra Cene-rentola una sportivissima Città…Auguri ai Campani e ottimi risultati a tutti !

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Sport | 29

Ecco la nuova Serie A

La stagione di Serie A 2017-2018 comincerà il 20 agosto. I presi-denti hanno così respinto l’ipotesi di anticipare l’inizio al 13 come richiesto dal commissario tecnico della Nazionale Giampiero Ventura per preparare al meglio la sfida contro la Spagna del 2 settembre, valida per le qualificazioni al Mon-diale del 2018. Il prossimo campio-nato presenta però una novità: si giocherà infatti il 23 e 30 dicembre, sull’onda di quanto succede ormai da anni in Premier League. Dopo la giornata del 6 gennaio poi la Serie A osserverà una piccola sosta e si riprenderà il 21 gennaio. La sta-gione terminerà il 20 maggio, men-tre i turni infrasettimanali fissati saranno quelli del 20 settembre, 25

Destinata a diventare oggetto da collezione, la 1299 Panigale R Final Edition rende omaggio ai successi Ducati nel Mondiale Superbike . Un bicilindrico che dal 3 aprile 1988, quando con Marco Lucchinelli conquistò la gara inaugurale a Donington Park, ha trionfato per 333 volte. La special, presentata sul cir-cuito di Laguna Seca da Claudio Domenicali, ammi-nistratore delegato dell’azienda italiana, adotta poi numerose componenti di derivazione ‘’racing’’. Il suo cuore, omologato Euro 4, deriva da quello della 1299 Superleggera . Il picco di potenza è espresso a 11.000 giri al minuto mentre la coppia massima di 14,5 kgm (142 Nm) viene erogata a quota 9.000.

Riconoscibile per la particolare colorazione ‘’tri-colore’’, la 1299 Panigale R Final Edition sarà pro-dotta in serie numerata ma non limitata e arri-verà nei concessionari italiani nel corso di luglio, al prezzo di 39.900 euro.

ottobre e 18 aprile. Inizialmente, la Lega aveva preso in esame alcune proposte secondo le quali si sarebbe dovuto giocare addirittura nelle giornate del 24, 27 e 30 dicem-bre. La discussione è andata avanti durante l’assemblea e la scelta defi-nitiva poi è caduta sulle giornate di sabato 23 e sabato 30 dicembre. Inoltre, si giocherà anche all’Epifa-nia. La diciannovesima giornata di campionato della stagione in corso si è giocata il 7 e l’8. Dopo il turno della Befana, come detto, la pausa invernale (che da due stagioni è consuetudine anche in Serie B). Le squadre torneranno in campo il 21 gennaio. Lombardia ed Emilia Romagna solo le regioni più rap-presentate con 3 squadre a testa, seguono Lazio, Piemonte, Veneto, Liguria e Campania con 2.

Seria A 2017/18

ATALANTABENEVENTO

BOLOGNACAGLIARICHIEVO

CROTONEFIORENTINA

GENOAHELLAS VERONA

INTERJUVENTUS

LAZIOMILANNAPOLIROMA

SAMPDORIASASSUOLO

SPALTORINO

UDINESE

Gianni Canova

Presentata la 1299 Panigale R Final Edition

Motore e parti racing per la 1299 Panigale R Final © Copyright ANSA/Ducati

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30 | Vini dell’estate

Essere il sommelier del ristorante migliore del mondo è una grande

responsabilità. Lo sa benissimo Beppe Palmieri, che lavora all’Oste-ria Francescana di Massimo Bottura.

I suoi ricordi sono sempre legati alla serata “pazzesca” vissuta a New York , quando il locale di Bot-tura è stato nominato il ristorante migliore del mondo. Cenare all’O-steria fino al 30 settembre sarà impossibile. Tutto pieno. Ma uno sguardo ai vini, e quindi magari assaggiarli altrove, possiamo farlo. Ecco perché il Corriere della Sera ha “sentito” Palmieri per farsi con-sigliare i dieci vini per l’estate.

Si parte con il Trebbiano. Primo vino, per Palmieri, è il Fonte Canale, un Trebbiano d’Abruzzo molto mine-rale e fresco, prodotto dall’azienda Tiberio. Al secondo posto il Timo-rasso di Walter Massa. “Sono due vini – racconta Palmieri al Corriere - fatti con testa, mani e cuore del vignaiolo. Ma non raccontano solo la sua persona, svelano un territo-rio. E sono diversi di anno in anno. Lo stiamo imparando anche in Italia

che ogni vino è irripetibile, vendem-mia dopo vendemmia”.

Nella sua lista Palmieri punta sui vini dei piccoli produttori, “quelli che ci permettono di raccontare storie di per-sone mentre riempiamo il bicchiere che dà valore aggiunto al piatto”.

La classifica di Palmieri prosegue con il Lambrusco di Sorbara, il Tren-tasei, un Metodo classico che rac-chiude i profumi dell’Italia. Poi Boca, Nebbiolo e Vespolina dell’azienda Le Piane. Altro vino imperdibile per Palmieri, quest’estate, è la Ribolla di Damijan Podversic. Poi ci si sposta al Sud, con due vini di Arianna Occhi-pinti, la “signora Cerasuolo di Vitto-ria”. Il primo è l’SP68, che prende il nome dalla Provinciale vicina alla cantina. Il secondo è il Grotte Alte. C’è un metodo classico nella lista dei dieci: è il Brut Metodo classico MG09, del modenese Marco Gozzi.

Infine due altre scelte di contrasto. Il rosso Château Musar (Cabernet Sau-vignon, Carignan e Cinsault), tocco francese dal Libano; e il Vermouth bianco del riminese Dibaldo.

Beppe Palmieri : i 10 vini dell’estate

Beppe Palmieri Sommelier all' Osteria Francescana di Massimo Bottura

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32 | Spritz

Colorato, fresco e non eccessi-vamente alcolico: lo Spritz da

qualche anno è tornato il cocktail re dei locali mondani , soprattutto nel tardo pomeriggio quando è l’ora dell’aperitivo.

Sovrano lo è sempre stato invece in Veneto, dove nacque all’inizio dell’Ottocento. Peccato che allora non fosse come lo conosciamo oggi. Prosecco, bitter e seltz, È solo la sua più “recente” evoluzione.

Spritz : un cocktail (mezzo) austriaco

È partito dal Veneto e ha conquistato il mondo, o quasi: lo spritz comune-

mente denominato spriss o sprisseto nella lingua del Goldoni, è la bevanda la cui origine, talmente antica, si perde nella notte dei tempi. Certamente la versione originale non è quella che siamo abituati a sorseggiare oggi all’ora dell’aperitivo: la ricetta odierna, pur non essendo codificata, com-prende il vino bianco (solitamente prosecco o spumante), un liquore tipo Aperol o Bitter Campari e acqua frizzante o seltz. Quanto bisogna andare indietro nel tempo per ritro-vare le prime notizie di miscele di vino e acqua, simili allo spritz? Le prime testimonianze risalgono al tempo dei Romani. I soldati dell’Impero erano

soliti bere acqua mischiata al vino: inconsapevolmente questa usanza contribuiva, oltre a rendere più gra-devole il sapore dell’acqua, anche a purificarla, migliorandone l’igiene e rendendola praticamente potabile.

La storia dello Spritz piu vicina ai giorni di oggi racconta che durante la dominazione austriaca nel lombar-do-veneto tra fine ‘700 e inizio ‘800, quando i soldati asburgici iniziarono a fare la conoscenza dei vini veneti. Un rapporto che non partì con il piede giusto: troppo forti per i loro palati. E così per addolcirne il sapore i nostri ospiti pensarono bene di “allungarli” con acqua gassata.

Insomma, c’è la pratica più sacrilega per i veri amanti del vino alla base di questo cocktail, il cui nome infatti deriva dal verbo tedesco spritzen che significa appunto “spruzzare”. Vino bianco e acqua gassata: fu questo il primo Spritz, modello austro-ungarico. E attenzione, per-ché in molte zone del Friuli Venezia Giulia se chiedete uno Spritz vi por-tano ancora questo.

Una prima evoluzione si ebbe nei primi del ‘900, quando si diffusero i primi sifoni per l’acqua di Seltz che divennero un’alternativa all’ac-qua frizzante. Ma il cocktail come lo

conosciamo oggi nacque solo negli anni Venti, quando si pensò di “mac-chiare” la miscela con un po’ di bitter.

Un cocktail, mille varianti

Non si fece in tempo a dire “bitter” che subito ne nacquero due versioni. Quella più “continentale”, a Padova, con l’Aperol; e quella tipicamente “lagunare” con il Select, bitter pro-dotto dai fratelli Pilla. E se quest’ul-timo rimane orgoglioso appannaggio di Venezia, il primo si diffuse in tutto il Nord Italia fin dagli anni ‘70, per poi raggiungere il successo globale tanto da essere inserito negli elenchi dell’IBA (International Bartenders Association) con la denominazione di “Spritz veneziano”.

Ogni città del Triveneto però rivendica piccole grandi differenze nella ricetta: se a Padova si va di vino bianco friz-zante, a Treviso si trova il Prosecco, a Venezia invece spariscono le bollicine e si usa un vino bianco fermo, a Udine è d’obbligo il Tocai Friulano. Spazio alla fantasia anche nelle colorazioni: oltre all’arcinota variante con il Cam-pari al posto dell’Aperol, ne esistono anche con amari scuri come China Martini o Cynar che sostituiscono degnamente i bitter.

La ricetta

In questa confusione meglio fare un po’ d’or-dine: ecco le due ricette più diffuse dello Spritz.

La ricetta veneziana recita :

• 1/3 di vino bianco frizzante;• 1/3 di bitter;• 1/3 di acqua frizzante

La ricetta ufficiale IBA prevede :

• 6 cl di prosecco;• 4 cl di Aperol;• Una spruzzata di soda/seltz

Per prepararlo riempite di ghiaccio un calice di vino o un bicchiere old-fashioned, versate nell’ordine il vino, il bitter e infine l’acqua o il seltz. Guarnite con una fetta d’arancia.

Storia dello Spritz, l’aperitivo italiano dell’estate

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Brevi | 33

La Scuderia Ferrari celebrata in Belgio

Per la sua esposizione d’estate, Autoworld ha deciso di festeggiare i 70 anni della Fer-rari. Piu di 55 macchine mitiche, sportive e lussuose, racconteranno la favolosa storia del Cavallino Rampante. Il Belgio rimane uno dei piu grandi importatori di Ferrari gra-zie alla passione di uno tra i migliori piloti Ferrari, Jaques Swaters. L’expo é accessibile dal 15 luglio al 3 settembre 2017. News: www.autoworld.be

Sperlari e Saila vanno a tedesca KatjesI torroncini, le caramelle la famosa mostarda Sperlari e le mentine Saila passano di mano e diventano tede-sche. Arriva il comunicato ufficiale ad annunciare l’accordo raggiunto tra la multinazionale svedese Clo-etta e la tedesca Katjes international per la cessione delle attività italiani. L’intesa che riguarda anche Dieto-relle, Galatine, ha un valore di 450 milioni di corone (circa 46,5 milioni di euro). La vendita dovrebbe con-cludersi entro settembre.

Venezia “Patrimonio Mondiale dell’Unesco”: tutto rinviato al 2019

Venezia può tirare un sospiro di sollievo. La bocciatura dell’Unesco è stata scongiurata, ma la perla della laguna è stata comun-que rimandata al 2019, per completare il proprio percorso virtuoso.

La decisione è stata assunta dal Comitato del Patrimonio Mondiale dell’Unesco, riunito a Cracovia per la sua 41/a sessione. L’organismo delle Nazioni Unite ha espresso “apprezzamento per il lavoro svolto dal Governo in stretta sinergia con il Comune di Venezia e le autorità locali”, prendendo atto dei progressi già realizzati e riconoscendo la complessità delle tematiche inerenti lo stato di conservazione del sito. Le riserve non sono state sciolte del tutto: confermata dunque la necessità di disporre di tempi adeguati per verificare tecnicamente le soluzioni già individuate e in corso di definizione relativamente alle principali questioni all’attenzione dell’Unesco. L’aggiornamento sullo stato di conservazione del Sito, illustrando i progressi ulteriormente raggiunti, è programmato per il 1 dicembre 2018, affinché sia valutato nella 43/a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale del 2019.

Nonno record : Rinnova patente a 100 anniGiuseppe Mirizzi ex rivenditore di pezzi di ricambio, nato a Putignano nel 1917 dopo avere festeggiato i suoi 100 anni in compa-gnia dei figli, nipoti e pronipoti e anche gli amici di Putignano, a partire dal sindaco Domenico Giannandrea e da don Peppe Recchia. Adesso ha festeggiato anche il rinnovo della sua patente diventando cosi un vero nonno record della guida .

Prada apre un nuovo punto vendita a BruxellesIl 26 ottobre é questa la data ufficiale dell’apertura della marca di lusso Italiana che per la prima volta proporrà i suoi prodotti nella capitale . Il punto vendita sarà situato nel piano terra del The Hotel, Boulevard de Waterlo 38.

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34 | Brevi

Samuel a BruxellesLa Beit Live tra i tanti eventi propone il concerto del cantautore Torinese Samuel, il venerdi 20 ottobre alle 20h alla sala Vk Concerts di Bruxelles.Samuel ha realizzato 14 album originali nelle diverse band in cui ha militato e vanta collaborazioni con Franco Battiato, Antonella Ruggero,Patty Pravo e gli Afterhours. Biglietteria via il sito www.beitlive.com

Montignies Sur Sambre in festaL’asbl Eventi Italiani e Bruno Tundo hanno ben riuscito la loro grande festa Italiana organizzata Place Albert 1er a Montignies Sur Sambre il 9 e 10 giugno. Centinaia di connazionali erano presenti. Partecipazione di diverse associazioni tra queste, i Veronesi e Vicentini nel mondo e Sardegna all’estero.

Il Volo con RadioHitaliaDopo il loro concerto evento a Forest National ‘’Una notte magica’’ dedicato ai tre tenori, il trio Il Volo Gianluca Gino-ble, Piero Barone e Ignazio Boschetto ha incontrato Lucia Sciarrino di RadioHitalia (vedi foto) il tempo di una foto e di un saluto.

Il Cora Rocourt si modernizzaIl Cora Rocourt sempre alla punta delle innovazioni, ha inaugurato il nuovo spazio di vendita e di consumo, e innovato presentando il nuovo sistema di vendita Cora Drive.Tra i tanti presenti, il Ministro dell’economia Mr Jean Claude Marcourt, l’Assessore della Citta di Liegi M. Maggy Yerna e il direttore del Cora Liegi Mr Gilbert Debes (vedi foto)

Annunziata compie...90 anni. Auguri !!Annunziata Di Napoli, nata a Grotte (AG), il 30 luglio 1927 è la più grande dei tre figli di Carmela Valenti (1906-1995) e Di Napoli Gaetano (1888-1937). Si sposa a 16 anni con un suo paesano, Salvatore Rizzo, deceduto nel 1989. Hanno tre figli, Pietro, Pina e Lina quando, nel 1957, raggiunge suo marito emigrato in Belgio. Annunziata ha lavorato fino alla pensione, alle pulizie della clinica Merlot a Seraing.

Ha 7 nipoti e 9 pronipoti. Ama tanto viaggiare e progetta di tornare a Roma, questa volta per incon-trare il Papa.

Sulla foto è circondata dai due fratelli, Luigi nato nel 1934 e Gaetano, in arte Tony Di Napoli, nato nel 1938 dopo la tragica morte del papà nella miniera di Racalmuto.

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