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Periodico bimestrale stampato in proprio e inviato gratuitamente a soci e simpatizzanti - Anno XIII n. 75 Ottobre - Novembre 2017 Notiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo di Verona Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 ( Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 ) Art. 1, comma 1, DCB Verona IN QUESTO NUMERO Deterrenza e Proliferazione Nucleare 1 Il “Rancio” del Soldato diventa “Light” 2 Federico Caprilli 1868 - 1907 3 I Presidenti della Repubblica Italiana - 4ª 5 La Mia biblioteca: Giovanni ARPINO 6 Consiglio Direttivo - Elezioni 2018 - 6 Sudoku , filastrocca per i Nipotini 7 Vita Associativa 7 Attività da svolgere 9 Servizio ai Soci 9 Varie 10 di Renzo Pegoraro questo accordo non praticabile in una situazione in cui la competizione militare tra le due superpotenze rimane alta, mentre altri Stati di media potenza (Nord Corea, Israele, Iran, ecc..) si avviano alla costruzione di ordigni nucleari per il mantenimento degli equilibri politico-militari attuali, mediante la capacità di provocare, in caso di necessità, un conflitto nucleare. Tra l’altro, detta decisione dell’ONU, attesa da tempo e ritenuta estremamente importante nel contesto politico mondiale, specie dai gruppi pacifisti, ha avuto poca risonanza sui media, interessati più a seguire gli sviluppi della situazione, sempre più complicata, tra il Presidente USA Trump ed il leader nord coreano Kim Jong-un. E’ da evidenziare, al riguardo, che nessuno dei due leader, ha modificato il proprio atteggiamento a seguito di questa delibera. Da mesi, entrambi sono fautori di una retorica sempre più forte: dalle minacce di colpire la base americana di Guam, all'esplosione di una bomba a idrogeno nel Pacifico, fino all'invio dei caccia statunitensi a sorvolare le coste nordcoreane. L'escalation tra i due Paesi è costante e lascia spazio a più di un interrogativo. Si tenterà di risolvere le questioni mediante la diplomazia oppure, raggiunto il punto di non ritorno delle minacce verbali, si passerà a vie di fatto? Il timore è che in questa situazione si faccia qualche errore, anche involontario, causato dalla vulnerabilità dei sistemi di comando e controllo o da errori tecnico-balistici, come ad es. un missile balistico nordcoreano gestito male dal punto di vista dell'angolazione o della gittata, che colpisca il territorio degli Stati Uniti o semplicemente quello dei vicini. Ciò scatenerebbe una rappresaglia militare Deterrenza e Proliferazione Nucleare Il 7 luglio u. s., l’Assemblea Generale dell’ONU in New York, con 122 voti a favore, uno contrario ed un astenuto, ha approvato il “Trattato di Interdizione delle armi nucleari”, rendendo illegali le armi atomiche, allo stesso modo delle altri armi di distruzione di massa. I Paesi Bassi, unica nazione NATO presente al vertice, hanno espresso voto contrario. Le cinque nazioni riconosciute dal Trattato di non proliferazione (TNP) del 1968, Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina e le quattro non ufficiali: India, Pakistan, Israele e Corea del Nord non hanno partecipato ai lavori di New York, così come i loro alleati, inclusa l’Italia ed altri Paesi europei. Il Trattato sopra citato, è un compromesso volto a limitare la costruzione di nuovi ordigni ed alleggerire gli arsenali esistenti, pur consentendo, ai Paesi aderenti, di recedere in caso che «eventi straordinari legati all’oggetto del trattato ne abbiano compromesso gli interessi supremi,( art 12)». Quest’ultima clausola e la non partecipazione dei Paesi NATO e di quelli in possesso delle armi in argomento, fanno perdere, ancora prima della ratifica del Trattato, buona parte della sua efficacia. Del resto anche la NATO ritiene imprevedibile, già preannunciata. Ma quale obiettivo si prefigge il leader della Corea del Nord? Gli esperti ritengono che egli stia dotando il suo arsenale con capacità nucleare non per scatenare la guerra contro i suoi nemici, ma quale deterrenza nei confronti degli Stati vicini e degli Stati Uniti: essa appare l'unica strategia possibile per mantenere il potere e non finire allo stesso modo di altri dittatori, quali Saddam Hussein, Gheddafi ecc.. L'amministrazione americana, d’altra parte, consapevole dei rischi deve moderare i toni per non dover ricorrere essa stessa ad uno strike sulla Corea del nord ed avviare così un conflitto su larga scala. Da quanto espresso si evince che l’era della deterrenza nucleare non è finita. Un mondo senza la “bomba atomica” non è purtroppo ancora immaginabile, perché è soprattutto chi la dispone che può e deve dare un contributo decisivo per disarmare la forza dell’atomo. Tale bomba, come strumento di deterrenza, appare più forte e persuasivo delle armi convenzionali, date le sue capacità distruttive. La dottrina di difesa e deterrenza adottata dalla Nato, denominata “risposta flessibile” prevede una miscela di capacità convenzi onali e nucleari volte a fronteggiare ogni possibile minaccia proveniente dai Paesi al di fuori dell’Alleanza. Lo stratega nucleare Hermann Kahn ha sostenuto: “Il miglior modo di dimostrare di essere determinati è semplicemente di esserlo”. Da questa prospettiva il primo e principale obiettivo è di creare nell’avversario l’idea che qualunque attacco ad un alleato della Nato attiverà una risposta militare ad ampissimo spettro, fino all’ultima ratio dell’impiego di ordigni nucleari . Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, nel febbraio scorso, il Segretario Generale Jens Stoltenberg ha affermato: La deterrenza parte dalla determinazione. Non è sufficiente sentirsi determinati. È necessario mostrarsi determinati”. La costruzione della pace mondiale ha bisogno della cooperazione e della volontà di tutti gli Stati per risolvere i molti conflitti con il dialogo reciproco e la diplomazia, possibilmente senza la minaccia nucleare e nell’ambito di Istituzioni sovranazionali credibili. TESTATE NUCLEARI Rapporto del 2016

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Periodico bimestrale stampato in proprio e inviato gratuitamente a soci e simpatizzanti - Anno XIII n. 75 Ottobre - Novembre 2017

Notiziario dell’ Associazione Nazionale Ufficiali Provenienti dal Servizio Attivo di Verona

Spedizione in A.P. - D.L. 353/2003 ( Conv. in L. 27/02/2004 N° 46 ) Art. 1, comma 1, DCB Verona

IN QUESTO NUMERO Deterrenza e Proliferazione Nucleare 1 Il “Rancio” del Soldato diventa “Light” 2 Federico Caprilli 1868 - 1907 3 I Presidenti della Repubblica Italiana - 4ª 5 La Mia biblioteca: Giovanni ARPINO 6 Consiglio Direttivo - Elezioni 2018 - 6 Sudoku , filastrocca per i Nipotini 7 Vita Associativa 7 Attività da svolgere 9 Servizio ai Soci 9 Varie 10

di Renzo Pegoraro

questo accordo non praticabile in una situazione in cui la competizione militare tra le due superpotenze rimane alta, mentre altri Stati di media potenza (Nord Corea, Israele, Iran, ecc..) si avviano alla costruzione di ordigni nucleari per il mantenimento degli equilibri politico-militari attuali, mediante la capacità di provocare, in caso di necessità, un conflitto nucleare. Tra l’altro, detta decisione dell’ONU, attesa da tempo e ritenuta estremamente importante nel contesto politico mondiale, specie dai gruppi pacifisti, ha avuto poca risonanza sui media, interessati più a seguire gli sviluppi della situazione, sempre più complicata, tra il Presidente USA Trump ed il leader nord coreano Kim Jong-un. E’ da evidenziare, al riguardo, che nessuno dei due leader, ha modificato il proprio atteggiamento a seguito di questa delibera. Da mesi, entrambi sono fautori di una retorica sempre più forte: dalle minacce di colpire la base americana di Guam, all'esplosione di una bomba a idrogeno nel Pacifico, fino all'invio dei caccia statunitensi a sorvolare le coste nordcoreane. L'escalation tra i due Paesi è costante e lascia spazio a più di un interrogativo. Si tenterà di risolvere le questioni mediante la diplomazia oppure, raggiunto il punto di non ritorno delle minacce verbali, si passerà a vie di fatto? Il timore è che in questa situazione si faccia qualche errore, anche involontario, causato dalla vulnerabilità dei sistemi di comando e controllo o da errori tecnico-balistici, come ad es. un missile balistico nordcoreano gestito male dal punto di vista dell'angolazione o della gittata, che colpisca il territorio degli Stati Uniti o semplicemente quello dei vicini. Ciò scatenerebbe una rappresaglia militare

Deterrenza e Proliferazione Nucleare

Il 7 luglio u. s., l’Assemblea Generale dell’ONU in New York, con 122 voti a favore, uno contrario ed un astenuto, ha approvato il “Trattato di Interdizione delle armi nucleari”, rendendo illegali le armi atomiche, allo stesso modo delle altri armi di distruzione di massa. I Paesi Bassi, unica nazione NATO presente al vertice, hanno espresso voto contrario. Le cinque nazioni riconosciute dal Trattato di non proliferazione (TNP) del 1968, Usa, Russia, Francia, Gran Bretagna e Cina e le quattro non ufficiali: India, Pakistan, Israele e Corea del Nord non hanno partecipato ai lavori di New York, così come i loro alleati, inclusa l’Italia ed altri Paesi europei. Il Trattato sopra citato, è un compromesso volto a limitare la costruzione di nuovi ordigni ed alleggerire gli arsenali esistenti, pur consentendo, ai Paesi aderenti, di recedere in caso che «eventi straordinari legati all’oggetto del trattato ne abbiano compromesso gli interessi supremi,( art 12)». Quest’ultima clausola e la non partecipazione dei Paesi NATO e di quelli in possesso delle armi in argomento, fanno perdere, ancora prima della ratifica del Trattato, buona parte della sua efficacia. Del resto anche la NATO ritiene

imprevedibile, già preannunciata. Ma quale obiettivo si prefigge il leader della Corea del Nord? Gli esperti ritengono che egli stia dotando il suo arsenale con capacità nucleare non per scatenare la guerra contro i suoi nemici,

ma quale deterrenza nei confronti degli Stati vicini e degli Stati Uniti: essa appare l'unica strategia possibile per mantenere il potere e non finire allo stesso modo di altri dittatori, quali Saddam Hussein, Gheddafi ecc.. L'amministrazione americana, d’altra parte, consapevole dei rischi deve moderare i toni per non dover ricorrere essa stessa ad uno strike sulla Corea del nord ed avviare così un conflitto su larga scala. Da quanto espresso si evince che l’era della deterrenza nucleare non

è finita. Un mondo senza la “bomba atomica” non è purtroppo ancora immaginabile, perché è soprattutto chi la dispone che può e deve dare un contributo decisivo per disarmare la forza dell’atomo. Tale bomba, come strumento di deterrenza, appare più forte e persuasivo delle armi convenzionali, date le sue capacità distruttive. La dottrina di difesa e deterrenza adottata dalla Nato, denominata “risposta flessibile” prevede una miscela di capacità convenzionali e nucleari volte a fronteggiare ogni possibile minaccia proveniente dai Paesi al di fuori dell’Alleanza. Lo stratega nucleare Hermann Kahn ha sostenuto: “Il miglior modo di dimostrare di essere determinati è semplicemente di esserlo”. Da questa prospettiva il primo e principale obiettivo è di creare nell’avversario l’idea che qualunque attacco ad un alleato della Nato attiverà una risposta militare ad ampissimo spettro, fino all’ultima ratio dell’impiego di ordigni nucleari . Alla Conferenza sulla Sicurezza di Monaco, nel febbraio scorso, il Segretario Generale Jens Stoltenberg ha affermato: “La deterrenza parte dalla determinazione. Non è sufficiente sentirsi determinati. È necessario mostrarsi determinati”. La costruzione della pace mondiale ha bisogno della cooperazione e della volontà di tutti gli Stati per risolvere i molti conflitti con il dialogo reciproco e la diplomazia, possibilmente senza la minaccia nucleare e nell’ambito di Istituzioni sovranazionali credibili.

TESTATE NUCLEARI

Rapporto del 2016

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Il “Rancio” del Soldato diventa “Light”

di Antonio Scipione

Il concetto di vettovagliamento, nell’ambito militare, assume connotazioni peculiari, come dimostrato dalle esperienze belliche e dalle asserzioni degli esperti, ad esempio von Clausewitz, che asseriva essere la saldezza degli eserciti “basata sul ventre”. Il vettovagliamento dei militari italiani, sin dai tempi dell’Armata Sarda, non ha mai incontrato, per obbiettive deficienze, il pieno gradimento degli utenti. Senza addentrarci troppo nel passato, partiamo dal pezzo di carne navigante nella gavetta di brodo e la pagnotta militare della 1^ guerra mondiale, e continuiamo con le lamentele dei militari alle armi, icasticamente espresse nelle cante alpine: “A la matina si ghe ‘l cafe” e “Al Reggimento”. Il vettovagliamento truppa è, però, migliorato nel secondo dopoguerra, fino a raggiungere negli anni ’80 per qualità e possibilità di scelta, livelli da ottimo ristorante. La razione viveri è stata studiata ed impostata in modo scientifico, allo scopo di fornire ai giovani alle armi, il cui fisico era in accrescimento, la nutrizione razionale, perfettamente equilibrata. Con l’introduzione del reclutamento professionale, la confezione del vitto militare è regredita, poiché si è passato dal rancio vario ed appetibile, preparato nella cucine dei reparti, a quello anonimo e privo di scelta, imposto dalle ditte appaltatrici del servizio vettovagliamento (Catering). Parallelamente al rancio caldo, esisteva la ”razione viveri di riserva”, costituita, per lungo tempo, dalla famosa “scatoletta di carne” e dall’odiata “galletta”, affiancata, nel 1952, dalla “razione speciale da combattimento” (più nota come razione K), che ha cercato di contemperare le abitudini del soldato italiano con l’esigenza di disporre, in addestramento ed in operazioni, di cibi preconfezionati di pronto impiego. La suddetta razione K, tuttora in dotazione, è costituita da un’unica confezione contenente tre pacchi, in cui sono contenuti i viveri occorrenti per la colazione, il pasto e la cena del combattente: della razione base esistono sette varianti. La sua composizione prevede diversi tipi di: minestre scatolate, scatolette di carne di maiale e di manzo, formaggio, latte condensato, biscotti dolci, crackers, il tutto opportunamente ripartito tra colazione, pranzo e cena. Come dotazione di conforto e servizio, include barrette di cioccolato fondente, bustine di enocordial, caramelle vitaminiche, il fornello scaldavivande, fornito di tavolette di combustibile solido, i tovagliolini di carta, gli spazzolini monouso, le pastiglie per la disinfezione dell’acqua ed altre utili componenti. Il suo contenuto calorico è di circa 4.000 calorie. E’ recente la notizia secondo cui la NATO, di cui l’Italia fa parte, nell’ammirevole intento di unificare strutture e procedure delle Forze Armate dei vari Paesi dell’alleanza, in un recente vertice, si è preoccupata di definire anche linee guida comuni nel campo gastronomico. Pur innovando profondamente le consuetudini alimentari dei Paesi aderenti, per quanto riguarda le razioni da combattimento, si è preoccupata di “salvaguardare le tradizioni e le abitudini alimentari di ogni Paese dell’Alleanza”. Sono stati elaborati menu vari e diversificati, che mantengono l’ apporto calorico di circa 4.000 calorie, in grado di “fornire tutti gli elementi nutrizionali necessari alle determinate esigenze operative del personale…La varietà delle proposte alimentari offerte all’utente gioca un ruolo determinante nell’evitare la remora psicologica connessa all’uso ripetitivo degli stessi alimenti per lunghi periodi di tempo”.

Tecnologicamente avanzate, le razioni di nuova concezione non prevedono più l’uso del fornelletto scaldarancio, in quanto i singoli contenitori dei componenti bisognevoli di riscaldamento includono un marchingegno (kit), dotato di una soluzione chimica, che sollecitato da una lieve pressione delle dita, innesca una reazione chimica idonea a riscaldarne il contenuto. La conformazione delle singole razioni, più facili da maneggiare e più semplici nell’uso, assicura, nel contempo, una diminuzione del loro peso, una maggiore razionalità nell’imballaggio e, conseguentemente, cospicui risparmi nel trasporto e nello stoccaggio. La suddivisione delle calorie totali è la seguente: 28% a colazione; 50% a pasto;22% a cena: Anche la percentuale dei nutrienti appare razionale: 58% di glucidi; 13% di protidi; 29% di grassi. La ripartizione dei generi prevede per: - la colazione: cappuccino autoriscaldante, crackers o pane,

biscotti dolci, marmellata di frutta, barretta di cioccolato, barretta energetica;

- il pranzo: primo e secondo piatto scatolato, autoriscaldante (da scegliersi tra dieci diversi menu), energy drink, e barrette energetiche;

- la cena: portata principale autoriscaldante, crackers, grissini, cereali e fruit bar.

Tra i componenti supplementari della razione, sono disponibili: caffè solubile, the al limone, gomme da masticare senza zucchero (sostitutive del dentifricio e dello spazzolino), compresse per disinfettare l’acqua, stuzzicadenti e salviette umidificate. Di bevande alcooliche, ovviamente, nemmeno l’odore. Questi i dati oggettivi. Pare che siffatte razioni siano particolarmente gradite ai militari. Nulla si dice circa gli inconvenienti causati da un loro uso prolungato. Sembra accertato che siffatti trattamenti alimentari, per alcuni versi, simili a quelli praticati agli atleti in vista delle gare, concorrano a mantenere la linea e la forma fisica. Non penso di essere la persona più adatta ad esprimere giudizi o critiche in merito, dal momento che su ogni aspetto della questione si sono pronunciati, prima dell’adozione, anche specialisti in scienze dell’alimentazione, confortati da ampi e dettagliati studi ed esperienze preliminari. Purtuttavia a me, vecchio najone, siffatta statuizione della NATO nel settore del vettovagliamento, ancorchè adeguata ai tempi, dà un senso di tristezza: mentre ritengo giusto che sia stato conseguito, attraverso la semplificazione, un buon standard “hi-tech”, è difficile accettare che, anche in campo militare, si sia pervenuti ad una formulazione “light” della razione di combattimento. Eravamo abituati al militare sobrio ed essenziale, anche in campo alimentare, e siamo arrivati al concetto di individui sofisticati che impiegano cibi del tutto uguali a quelli previsti dalle diete per signorine snob. L’età avanzata, purtroppo, gioca brutti scherzi ed induce a considerazioni politicamente non corrette.

di Filippo Bombara

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FEDERICO CAPRILLI 1868 - 1907

1868-1907

: l’equitazione moderna, che rivoluzionò il metodo di monta che si usava seguire fino alla fine del XIX secolo. Mi ritengo pertanto un uomo fortunato se, agli inizi della mia carriera militare, ho potuto apprendere molti fatti della vita e delle attività di Caprilli. Ciò è avvenuto nel 1969, quando sono stato assegnato al “Comando dell’Accademia di Veterinaria”, in una cittadina, allora da me, senza offesa, ritenuta il “far west” d’Italia: Pinerolo, 35 Km a sud-ovest da Torino. Vi ero giunto con l’incarico di “Comandante del Nucleo d’Accademia Veterinaria”. Colà sono rimasto 12 anni, che hanno segnato la mia vita e la mia futura carriera, e nonostante fossi un fante, mi sono appassionato all’equitazione ed ho iniziato a montare a cavallo con alcuni colleghi di “Nizza Cavalleria”, messo in sella da un eccellente Sottufficiale di Cavalleria che aveva combattuto la 2^ Guerra Mondiale. Torniamo però al nostro personaggio, e mi scuso con i miei colleghi di Cavalleria, di questo esproprio, ma devo confessare che a Caprilli sono stato e sono molto affezionato, come se si trattasse di un mio lontano parente. Su di lui è calato un qualche oblìo, dopo la chiusura della “Scuola di Cavalleria” di Pinerolo, alla fine della 2^ Guerra Mondiale. Le componenti operative, didattiche e sportive, parte integrale delle tradizioni della Cavalleria, per utilità e decisioni superiori, sono state spostate vicino alla capitale. Lo dico senza polemica, piuttosto con rammarico. A dire il vero, Caprilli non era apprezzato molto neanche da vivo, vuoi per le sue origini borghesi e non nobili, in quanto, in quegli anni, l’Arma di Cavalleria era strettamente blindata a favore dei secondi, vuoi perché dava fastidio che un semplice Tenente avesse l’ardire di andare controcorrente e criticasse una scuola di monta sancita dal beneplacito di fior di Generali di Stato Maggiore di avveduta esperienza, ma forse privi di spirito di osservazione, acume e lungimiranza. Il suo nome rimane ancora a Pinerolo nella “Cavallerizza” coperta, a lui dedicata nel 1910, la più grande d’Europa: 79,30 X 34,60 metri. Lo ricorda ancora una sala a lui dedicata nel Museo della Cavalleria di Pinerolo, un altorilievo del Bistolfi nell’ingresso dello stesso Museo – che meriterebbe di essere visitato da tutti gli Ufficiali Italiani - e un busto, opera dello scultore Baj, sempre nella cittadina piemontese. La città di Livorno, nel 1957, a 50 anni dalla morte, ha collocato una

lapide all’esterno della sua casa natale. Un altro suo busto si trova al Centro Militare d’Equitazione di Montelibretti, Passo Corese, Roma. Mi ha consolato che a Pinerolo ci sia stato, negli anni passati, ancora qualche Ufficiale di Cavalleria che abbia tentato, con sacrificio e duro lavoro, insieme ai dragoni di “Nizza”, di far rivivere la passione per il cavallo e l’equitazione, organizzando tre concorsi ippici tra cui un internazionale. Prima di accennare a qualche episodio della vita dell’uomo Caprilli, che interesserà, di sicuro, coloro che seguono questo sport, mi permetterò di spiegare in poche righe in che cosa consiste il nuovo metodo di monta, il “Sistema Naturale di Equitazione”, per quei pochi cui è ignoto. Fu proprio intorno al 1888, mentre si trovava a Pinerolo, alla Scuola di Cavalleria, come Sottotenente allievo, frequentatore di un corso, che Caprilli ebbe le sue prime intuizioni. Allora a Baudenasca, un borgo distante da Pinerolo meno di dieci km, esisteva un importante galoppatoio e, nei pressi, pascoli e stalle. Colà la Scuola di Cavalleria portava i suoi Ufficiali a fare il percorso di campagna, e d’estate lasciava che i cavalli, finalmente liberi, potessero seguire il cosiddetto “regime verde” (nutrire i cavalli solo d’erba), sotto controllo veterinario. È qui che Caprilli, seguendo le evoluzioni di alcuni cavalli mentre saltavano le staccionate che circondavano i prati dove si muovevano liberi, intuisce che nel superare gli ostacoli il cavaliere non deve portarsi indietro, gravare sui reni dell’animale, tirare le redini, martoriandolo in bocca con il morso, bensì assecondarlo, sostenendolo con le gambe, accompagnando con le braccia le redini in modo tale da agevolare il movimento del collo e della testa in avanti. Da quel momento prese ad osservare con continuità i cavalli nei loro movimenti naturali e, lavorandoli alla corda, studiare le posture mentre saltavano gli ostacoli. Come conseguenza, non farà altro che modificare il suo assetto in sella, adattando il suo metodo a tutti i cavalli che monterà. Chi era Federico Olinto Caprilli? Egli nasce a Livorno l’11 aprile 1868 da padre livornese, Enrico e madre pisana, Elvira Rossi. Ha tre fratelli: Domenico, Ida, Elena. Il padre muore. La madre si risposa con l’Ingegnere Carlo Santini, patriota e seguace di Garibaldi. Da questa unione nasceranno Vezio e Lina. Nel 1881, a tredici anni, entra nel collegio militare di Firenze. Nel 1883 è trasferito nel collegio militare di Roma, dove la nuova famiglia va ad abitare. Nel 1886, a fatica viene ammesso alla Scuola militare di Modena. La commissione medica vorrebbe scartarlo perché, ironia della sorte, è ”un po’ lungo di vita e con le gambe piuttosto corte”. Incontra qui, compagno di camerata, un nobile che sarà suo amico per la vita: il Marchese Emanuele Cacherano di Bricherasio, che morirà anche lui giovane nell’ottobre 1904. Costui sarà il promotore della costituzione dell’Automobile Club Italiano. Nel suo palazzo torinese il Marchese di Bricherasio, il 1 luglio 1899, firmerà con Giovanni Agnelli, Roberto Biscaretti di Ruffia, Ludovico Scarifiotti e Cesare Goria Gatti l’atto costitutivo della FIAT e ne sarà il Vicepresidente fino alla morte. Insieme al Caprilli questo nobile torinese sarà il fautore dei principi democratici, ed amante del progresso. Nel 1888 i due amici sono nominati sottotenenti allievi nel Reggimento Piemonte Reale di stanza a

Il drammaturgo francese Edmond Rostand, morto nel 1918 a Parigi, a soli a 50 anni, autore del Cyrano di Bergerac, afferma che l’epitaffio di un cavaliere dovrebbe essere:“Morto a cavallo ed a galoppo!” Questa frase è riportata dal Cap. Carlo Giubbilei, nel trascrivere la biografia dell’amico Capitano Federico Olinto Caprilli, che morì a Torino, a 39 anni, il 7 dicembre del 1907, il giorno dopo essere caduto da cavallo. Sarà in ogni caso Gabriele Benucci che tramanderà le gesta dell’Ufficiale scrivendo “Il Cavaliere dei Cavalieri”. Tutti, nel mondo dell’equitazione, conoscono quest’uomo, se non altro di fama, anche se oggi pochi sono coloro che ne conoscono per intero la sua storia, e, tra questi, di sicuro, gli Ufficiali di Cavalleria Italiani. Qualche notizia se la tramandano alcuni Ufficiali stranieri, appassionati di equitazione, perché il suo nome ritorna spesso, come inventore e propugnatore in Europa, oltre che in Italia, del “Sistema naturale di equitazione”

Sala Caprilli Museo della Cavalleria di Pinerolo Busto a Pinerolo

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Saluzzo. Frequentano un corso di equitazione ed alloggiano nella Scuola di Pinerolo. Dall’amico viene introdotto nella nobiltà piemontese. Nel 1889 finisce la scuola e si trasferisce a Saluzzo. Il giovane Caprilli ha 21 anni. È un Ufficiale di bell’aspetto ed è così descritto: –“Alto, magro, robusto e svelto, con due baffetti castani ed una fitta selva di capelli scuri e fortissimi. Gli occhi grandi e fieri sotto le sopracciglia folte, eppure pieni di grande bontà nel sorriso dolce; il berrettino basso, la giubba corta, i pantaloni attillati, gli stivaloni alti, foggiati a larghe pieghe e gli speroni sonanti, dalle grosse rotelle piantate nei tacchi, tutte fogge volute dalla moda di allora.”- Si distingue, pertanto, si può intuire dalle frasi sopra riportate, per aspetto fisico, charme ed innate doti di simpatia. Nel 1890 mentre si trova a Parma salta le barriere di sciabole sguainate ed ottiene dei successi in alcuni concorsi. Nel 1891, con il grado di Tenente, ritorna a Saluzzo ed è ammesso come premio ai suoi successi, al “Corso Magistrale di Equitazione” a Pinerolo. Qui incontra Bascorens di Savoiroux. Come insegnante ha - “...grandi doti di umanità, disponibilità al confronto e doti di insegnante...” Al corso Magistrale si classifica secondo su dieci. Nel 1892 frequenta il corso di perfezionamento sull’equitazione di campagna di Tor di Quinto dove affina il suo metodo. Dopo il corso viene assegnato a “Piemonte Reale” a Torino. Comincia la sua vita mondana. Ama il ballo. È attirato dalle donne. Frequenta la buona società. Lavora anche sodo. Monta cinque o sei cavalli al giorno. In questo periodo gareggia per 33 volte, 24 con cavalli di sua proprietà. Primo in 18 corse, piazzato in 11. Fa montare 29 volte i suoi cavalli e vince in 9 gare. Si piazza in 18, specie con “Grana” una cavalla irlandese. Corre ufficialmente per la prima volta a Roma il 3 maggio del 1892 sul cavallo “Michette” del Ten. Rodocanacchi, arrivando 2°. L’11 settembre si piazza 1° con lo stesso cavallo nel “Premio Ponte Nuovo” e decide di acquistare il cavallo. Gareggia nel “Grande Steeple Chase” di Roma del 1893, piazzandosi fra i primi tre. Vince in sella a “Nichette e Goldfinger” del tenente Peratoner, ma vince anche con i cavalli “Sfacciato, Grana, Rugantino e Codino”. Nel 1894 diventa istruttore alla Scuola di Cavalleria. Nel 1895 subisce una brutta caduta a Tor di Quinto le cui conseguenze lo tormenteranno per il resto della vita. Nel 1896 incomincia ad insegnare il suo metodo. È ancora Tenente quando, per un problema di donne, è trasferito a Nola ai Lancieri di Milano. Nominato Aiutante Maggiore in 2^, insegna equitazione alle reclute con sagacia e pazienza contro i metodi bruti seguiti fino ad allora. Il Reggimento ottiene molte vittorie e per i meriti acquisiti viene trasferito a Parma nel 1898. Negli anni 1899 e 1900, il Gen. di Brigata Spinelli lo propone per la promozione a Capitano ma la proposta non ha successo. Nel 1901 pubblica sui nn.1 e 2 della Rivista di Cavalleria l’articolo: “Per l’equitazione di campagna”. Nel settembre 1901 è promosso finalmente Capitano e trasferito nel “Genova Cavalleria”. Gareggia con “Pouff” in Italia, Gran Bretagna, Ungheria in Francia. È invitato a Saumur, sede dell’Accademia di Cavalleria Francese. Accetta una sfida. Pur con una spalla fratturata, dà una dimostrazione con un cavallo saltando 1,70. Il suo “Regolamento di Equitazione” è adottato dallo Stato Maggiore, in via provvisoria il 14 dicembre 1901. Nel 1902 avviene la sua consacrazione come Maestro dell’equitazione italiana con il Concorso internazionale di Torino. Su “Black Best” vince la gara di estensione, 6,50 m. Salta 2,08 m. con “Melopo”. Vengono coniati appellativi: - “Il re degli ostacoli; il Cavaliere Volante; il Cavaliere dei Cavalieri; l’Invincibile.” Nel febbraio del 1902 pubblica un terzo articolo sulla Rivista di Cavalleria. Nel 1904 è trasferito alla Scuola di equitazione di Pinerolo, comandata dal Gen. Berta suo sostenitore. Il 6 dicembre 1907 Caprilli si reca in treno a Torino. Ha un appuntamento galante al ristorante “Il Cambio” di Piazza

Carignano. L’attesa resta vana. Si reca allora alla scuderia del cav. Enea Gallina e monta un morello nervoso. Mentre si reca in piazza d’armi cade da cavallo, riportando una frattura alla base cranica. Trasportato a casa Gallina, muore il giorno dopo, 7 dicembre, a 39 anni. Come suo desiderio il corpo è cremato. Viene sepolto nella cripta dell’amico Conte Emanuele di Bricherasio a Fubine, Alessandria. Federico Caprilli, era un uomo alto, bello, occhi vivaci, sorriso sornione, ampi mustacchi castani, simpatico, sagace, ardito. Amante delle feste mondane, del ballo, del fumo e delle donne, era Eroe romantico della “Belle Epoque Italiana”, ormai in via di estinzione. Per quanto riguarda i record di salto conquistati dopo la sua morte, seguendo il suo metodo, sono i seguenti. Due anni dopo, uno degli allievi prediletti di Caprilli, il Tenente Ruggero Ubertalli, sul cavallo Vissuto, nel 1909, a Pinerolo, salta addirittura 2 metri e 20, 1° record mondiale in elevazione. Nel 1938 il Capitano Antonio Gutierrez, supera, a Piazza di Siena, 2 metri e 44. L’attuale record di elevazione appartiene al Capitano cileno Alberto Larraguibel Morales che nel 1949, sul cavallo Huaso, superò 2 metri e 47. Quello di estensione, è appartenuto fino al 1975 al Colonnello spagnolo Fernando Lopez Del Hierro che sul cavallo Amado Mio, a Barcellona, nel 1951, superò 8 metri e 30. Dal 25 aprile 1975 il record appartiene al Tenente venezuelano Andrés Ferreira che sul cavallo Something, a Johannesburg, ha superato 8 metri e 40. Fra le donne amate da Federico Caprilli si ricordano: - la Contessina di San Germano. Costretta a sposare il Conte

Trinità; - Maria Letizia Napoleone di Savoia, seconda moglie e vedova

di Amedeo di Savoia, fratello di re Umberto, con la quale ha un legame tempestoso che gli costa il trasferimento a Nola.

- A Nola conosce Melene d’Orleans, duchessa d’Aosta con la quale ha una relazione.

- Un’altra donna da lui amata, ricambiato, è la Contessa Sofia di Bricherasio, sorella dell’amico Emanuele.

- Conquista Cleo de Merode, amante del Re Leopoldo del Belgio.

- Vittoria Lepanto è forse la donna con la quale aveva appuntamento a Torino al ristorante “Il Cambio”.

Furono formulate molte ipotesi sulla sua morte. Molti trovarono strana la sua caduta da cavallo. Qualcuno testimoniò di aver sentito degli spari che avevano spaventato il cavallo e fatto cadere l’Ufficiale. Altri insinuarono che non fosse stata analizzata a fondo la sua ferita alla nuca. Si fece l’ipotesi di un marito tradito. Il mistero circondò la sua morte, come quella dell’amico Emanuele Cacherano di Bricherasio, morto solo tre anni prima, forse suicida, nel castello dei Duchi di Genova, ad Agliè, spinto sembra da un elevato esponente di Casa Savoia. La sorella di quest’ultimo, Sofia, anch’essa innamorata di Caprilli, accondiscese affinché fosse sepolto accanto al fratello. La cosa strana fu che l’ufficiale aveva fatto testamento qualche mese prima, il 12 agosto, esprimendo il desiderio di essere cremato e che fosse data alle fiamme tutta la sua corrispondenza che teneva in una cassapanca. Per questo il suo cadavere non poté essere riesaminato. Moriva così, giovane, come si addice ad un eroe da leggenda, Federico Caprilli. La sua fama fu avvolta dal mistero ed ampliata dal libro scritto su di lui dall’amico Capitano Carlo Giubbilei. Oggi meriterebbe di essere maggiormente ricordato dal nostro Stato Maggiore se non altro per i suoi meriti nel campo dell’equitazione. Magari se ne parlerà “en passant”, fra qualche anno, nella ricorrenza dei 110 anni della sua morte, con buona pace di chi poco apprezza l’equitazione e poco conosce di quell’animale intelligente e fedele che ha favorito lo sviluppo dell’uomo: il cavallo.

di Rosario Privitelli

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I Presidenti della

Repubblica Italiana

1946-1948 Enrico DE NICOLA 1978-1985 Sandro PERTINI

1948-1955 Luigi EINAUDI 1985-1992 Francesco COSSIGA

1955-1962 Giovanni GRONCHI 1992-1999 Oscar Luigi SCALFARO

1962-1964 Antonio SEGNI 1999-2006 Carlo Azelio CIAMPI

1964-1971 Giuseppe SARAGAT 2006-2015 Giorgio NAPOLITANO

1971-1978 Giovanni LEONE 3 Feb. 2015 Sergio MATTARELLA

I Presidenti della Repubblica Italiana

Proseguiamo nel ricordo dei nostri Presidenti della

Repubblica. In questo numero: Sandro PERTINI (1978-1985) e

Francesco COSSIGA (1985-1992 ).

.

Sandro PERTINI

Francesco Cossiga nasce a Sassari il 26 luglio 1928. Consegue la maturità a sedici anni e a soli vent’anni si laurea in Giurisprudenza. Insegna Diritto Costituzionale Regionale nell’Università di Sassari. A diciassette anni si era iscritto alla Democrazia Cristiana diventando subito un elemento attivo e molto dinamico. A ventotto anni è Segretario Provinciale e due anni dopo (1958) entra a Montecitorio: da questo momento inizia

dalla tribuna gioisce per la vittoria della Nazionale di calcio italiana ai Mondiali di Spagna del 1982. Tali comportamenti fecero dell’anziano esponente socialista il presidente più amato dagli italiani infatti, come ha scritto Indro Montanelli “Non è necessario essere socialisti per amare

Alessandro Pertini nasce a Stella (Savona) il 25 settembre 1896. Consegue una prima laurea in Giurisprudenza (Genova) ed una seconda in Scienze Politiche nel 1924 (Firenze). Tra una laurea e l’altra vive la tragica esperienza del primo conflitto mondiale. Nel 1917, infatti, viene richiamato e inviato sul fronte dell’Isonzo e della Bainsizza con il grado di Sottotenente di Complemento. Pertini si distingue per operatività e

temerarietà e viene proposto per la medaglia d’argento al Valor Militare per il suo ruolo guida nell’assalto al monte Jelenik. La sua militanza politica inizia nel 1918 con l’iscrizione al PSI. E’ uno dei massimi esponenti dell’antifascismo durante il ventennio; diventa infatti uno dei principali bersagli delle violenze squadriste: subisce pestaggi, numerose condanne giudiziarie e l’esilio in Francia dove per guadagnarsi un misero stipendio fa i lavori più umili. Poco dopo il 25 luglio 1943 rientra in Italia assumendo con Nenni, Saragat e Basso la guida del Partito Socialista. Nel 1945 è membro attivo del Comitato di Liberazione Nazionale ( CNL) , partecipa alla liberazione di Firenze , guida la rivolta di Milano. E’ sua la voce che via radio il 25 aprile 1945 comunica al popolo italiano la vittoria sul Nazifascismo. Esponente di spicco del partito, ne diviene segretario nel 1945, viene eletto alla Costituente e poi deputato, è Direttore dell’ “Avanti” nel ’45 e nel ’46. In piena contestazione studentesca del 1968, Pertini assume la carica di Presidente della Camera e, dieci anni dopo, in pieno terrorismo a pochi mesi dall’omicidio di Aldo Moro e della strage di Via Fani, viene eletto alla Presidenza della Repubblica (8 luglio 1978). La presidenza Pertini è caratterizzata da una nuova concezione della massima carica dello Stato: ogni suo atto, ogni sua azione avevano il compito di rinsaldare il legame tra i cittadini e lo Stato; in tutte le occasioni, belle o brutte che fossero (la strage di Bologna, Ustica, la tragedia del bambino di Vermicino, il terremoto in Irpinia, l’assassinio di Carlo Alberto Dalla Chiesa), vi era una certezza, la presenza del Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Una delle sue immagini più note e ricordate è quella di quando, sorridente ed esultante,

e stimare Pertini. Qualunque cosa egli dica o faccia, odora di pulizia, di lealtà e di sincerità”. Alessandro Pertini muore a Roma il 24 febbraio 1990 all’età di 94 anni.

Francesco COSSIGA

ad accedere in tutti i “Palazzi” da dove si governa la Repubblica Italiana. La sua scalata politica lo porta ad entrare nel governo come Sottosegretario alla Difesa (1966), Ministro dell’Interno (1976), Presidente del Consiglio (1979), Presidente del Senato (1983) ed infine Presidente della Repubblica (1985) a soli cinquantasette anni. Durante tutti questi anni, Francesco Cossiga passa indenne attraverso il fuoco di feroci polemiche dei cosiddetti “anni di piombo”. Il sequestro di Aldo Moro (16 marzo–9 maggio 1978) è il momento più difficile della sua carriera; una dolorosa vicenda di cui Cossiga, allora Ministro dell’Interno, si prende la responsabilità. Il fallimento delle indagini e l’uccisione di Moro lo costringono a dare le dimissioni. Le polemiche e le accuse a Cossiga sono pesantissime e per anni si difenderà in modo sempre fermo e tenace, come il suo carattere. Ad aggiungersi a tali accuse, sopraggiungono nel 1979 quelle di favoreggiamento nei confronti del terrorista di “Prima Linea” Marco Donat Cattin, figlio del politico DC Carlo. Le accuse saranno dichiarate infondate dalla Commissione Inquirente. Per qualche anno Francesco Cossiga rimane nell’ombra. Dopo circa tre anni Cossiga torna alla grande politica, eletto Presidente del Senato (1983) e, il 24 giugno 1985, Presidente della Repubblica. Per cinque anni ricopre il ruolo di “Presidente notaio”, discreto ed estremamente pignolo nell’interpretazione alla lettera della Costituzione. I caricaturisti lo raffigurano come un “signor nessuno”. Nel 1990 cambia stile. Diventa il “picconatore”, attacca Il Consiglio Superiore della Magistratura, la Corte Costituzionale e il sistema dei partiti. Cossiga sollecita una grande riforma dello Stato e se la prende con singoli esponenti politici. Riprendono gli attacchi nei suoi confronti sia da parte dei “nemici”, sia da parte degli “amici”. Tutto ciò ancor più nel 1990 quando Giulio Andreotti rivela l’esistenza di “Gladio”. Le “picconate” di Cossiga diventano più frequenti e violente. Attacca praticamente tutti, soprattutto la DC dalla quale si sente scaricato. Il PdS avvia la procedura di impeachment. Il 25 aprile del 1992, con dieci settimane di anticipo rispetto alla scadenza del mandato, Francesco Cossiga si dimette. Esce di scena volontariamente: tutto il sistema che critica e accusa da due anni, crollerà due mesi dopo. Dal 1992 fino alla sua morte, Cossiga riappare saltuariamente nello scenario politico, ma sempre con scarsa fortuna. Muore a Roma il 17 agosto 2010 all’età di 82 anni.

di Roberto Boldrini

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ANUPSA

Gruppo di VERONA

CONSIGLIO DIRETTIVO

ELEZIONI 2018 Nel prossimo mese di marzo scadrà il mandato (2013/2018) dell’attuale Consiglio Direttivo di questo Gruppo ANUPSA. A norma dell’articolo 25 del Regolamento di Attuazione dello Statuto Sociale, ed. 1999, si rende necessario indire le elezioni per il rinnovo di tutte le cariche sociali (Presidente, Consiglieri, Sindaci, Rappresentanti dei Soci simpatizzanti). Per quanto precede, la Segreteria del Gruppo informa che : - le elezioni avranno luogo nel mese di marzo 2018 in

data da stabilirsi e comunque in occasione dell’Assemblea Ordinaria Annuale (Art. 21 dello Statuto Sociale);

- tutte le istruzioni per esercitare il proprio diritto al voto saranno fornite con il Notiziario “L’Ufficiale a Verona” del mese di gennaio 2018; contestualmente sarà inviata anche la documentazione da utilizzare qualora il Socio intenda votare per posta;

- ogni Socio può candidarsi (auspicabile e ben accetto) per una delle suddette cariche sociali. La candidatura deve essere comunicata alla Segreteria del Gruppo entro e non oltre il 15 gennaio 2018;

- saranno ammessi a votare i soci in regola con l’iscrizione per l’anno corrente (2017) ed i nuovi iscritti alla data delle elezioni;

- ai fini del voto, si sottolinea che ciascun Socio non può rappresentare , per delega, altri Soci.

- Il rinnovo delle iscrizioni al Gruppo avrà inizio il prossimo 9 Ottobre 2017.

Da anni sentiamo ripetere che gli italiani leggono poco. Vero : né libri ma nemmeno giornali. C’è infatti poco interesse anche per l’attualità (fatta eccezione per lo sport): la televisione e la rete sopperiscono alla bisogna. Eppure è preoccupante che la lettura di un libro sia ormai pratica riservata a quei pochi convinti che leggere, oltre ad essere per alcuni generi anche un piacere, sia essenziale per il proprio aggiornamento culturale in campo scientifico o umanistico, con tutte le varianti specialistiche che le due grandi categorie comprendono. Con questa rubrica che iniziamo oggi cercheremo portare all’attenzione dei lettori del nostro Notiziario qualche titolo – non necessariamente recente – e, soprattutto qualche autore che potrebbero ben figurare nella biblioteca di casa. Romanzi, saggi, opere di divulgazione scientifica, storica, fumetti ecc.. Tutto ciò che è scritto per essere letto. L’autore di cui ci occupiamo oggi è Giovanni Arpino (Pola 1927-Torino 1967). Uno scrittore di romanzi e racconti, giornalista anche appassionato di calcio, sceneggiatore di film di successo, autore di libri per ragazzi, poeta, commediografo: personaggio poliedrico che si è cimentato con esiti lusinghieri in tutti i campi della letteratura. Prematuramente scomparso a causa del male del secolo, ha ottenuto in vita pieno riconoscimento della sua opera sia per i numerosi premi letterari sia per il successo ottenuto dai film tratti da suoi racconti o romanzi, grazie anche al grande regista Dino Risi e ad attori come Vittorio Gassman e Al Pacino. Due romanzi di Arpino, “L’ombra delle colline” (Premio Strega) e “Il fratello italiano” (Premio Super Campiello), sono quelli che meglio rappresentano la sua capacità creativa, pur nella diversità delle trame, degli ambienti e delle epoche. L’ombra delle colline è la storia di Stefano Illuminati, figlio di un colonnello che fantastica, negli anni della 2^ guerra mondiale, sulle battaglie della 1^. Una situazione di fatto che incide a tal punto sul carattere del giovane Stefano fino a indurlo a sentimenti di odio verso il padre e creargli una insicurezza caratteriale con sensi di colpa. Stefano ormai adulto e affermato professionalmente a Roma decide di compiere un breve viaggio in Piemonte, dove ha trascorso la prima giovinezza e dove pensa di incontrare Francesco l’amico di quegli anni; lo fa insieme alla sua compagna Lu, con la quale ha un rapporto non semplice. Il romanzo è il racconto di questo viaggio che è un viaggio nei ricordi del passato con il quale fare i conti. Rimpianti, rancori, sensi di colpa, affetti e odi del presente e del passato ritornano violentemente in un confronto con le vicende del periodo di guerra, i drammi di cui è stato protagonista, l’incontro con Francesco che non è più quel giovane pieno di entusiasmo e di speranza che ricordava, le scelte contraddittorie (ad esempio dalla X Mas ai partigiani). Questo viaggio avrà un benefico influsso su Stefano che si darà finalmente pace e ritornerà a Roma consapevole di appartenere ad una realtà da vivere “nell’umile alba di ogni giorno”, le parole conclusive del romanzo. Il fratello italiano è la cronaca di due omicidi che maturano nello strano rapporto che viene a crearsi tra due padri. Due uomini soli, entrambi vedovi, anziani, molto diversi tra loro : un maestro elementare torinese, Carlo Botero, ed un operaio calabrese, Raffaele Cardoso. Li unisce, tuttavia, un medesimo cruccio : due figlie, che potremmo definire problematiche, per le quali ciascun genitore deve impegnarsi in modo risolutivo per ottenere giustizia. La vicenda si svolge in una Torino appena diventata metropoli per il “miracolo” Fiat, che esalta il dramma della

solitudine e ne denuncia il degrado e la violenza. In questo scenario terribile nasce un legame tra i due protagonisti , che l’Autore non definirebbe come amicizia, ma che dell’amicizia ha qualche tratto. In realtà è solidarietà per una vendetta. Questo romanzo è certamente l’opera più drammatica che Arpino ci ha lasciato. Buona lettura.

LA MIA BIBLIOTECA:

Giovanni ARPINO

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ATTIVITA’ SVOLTE

a cura di Renzo Pegoraro/Vincenzo Dorrucci

VITA ASSOCIATIVA

SUDOKU PER NON SPEGNERE LA MENTE

soluzione del sudoku notiziario n. 74

Conferenza Itinerante

Filastrocca per i Nipotini

Suona la campanella

Scopa scopa la bidella,

viene il bidello ad aprire il portone,

viene il maestro dalla stazione

viene la mamma, o scolaretto,

a tirarti giù dal letto……

Viene il sole nella stanza:

su, è finita la vacanza .

Metti la penna nell’astuccio,

l’assorbente nel quadernuccio,

fa la punta alla matita

e corri a scrivere la tua vita.

Scrivi bene, senza fretta

ogni giorno una paginetta.

Scrivi parole diritte e chiare:

Amore, lottare, lavorare.

Il giorno 31 maggio u.s. ha avuto luogo presso la Sala Consigliare del Municipio di Arcugnano (VI) la videoconferenza “La battaglia di El Alamein”, relatore il Ten. Gen. Isp. Antonio SCIPIONE. L’attività è stata organizzata dai Gruppi Alpini del Comune in collaborazione con la Pro Loco. Ospite d’onore la locale Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia.

Hanno introdotto la serata l’Assessore alla Cultura Dott.ssa Flavia ZOLLA e il Presidente della Sezione Alpini di Vicenza Architetto Luciano CHEROBIN. Il Gen. B. Rosario PRIVITELLI ha esposto gli scopi e le attività dell’A.N.U.P.S.A. e presentato il conferenziere. Il relatore ha quindi affrontato il tema della serata dando successivamente spazio all’inedito video curato dal socio A.N.U.P.S.A. (VR), Gen. di Cavalleria Renato SALATI.

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Gita a Mantova e il Fiume

Sig.Rino FARIELLO Classe 1919

Tra i tanti eventi, culturali o ricreativi, che in questi ultimi tempi hanno punteggiato il cammino della nostra Associazione, l’ultima iniziativa che ha condotto un folto gruppo di Soci ad una suggestiva navigazione sul fiume Mincio rimane, senza dubbio, tra le più riuscite. Organizzazione perfetta in una soleggiata giornata di giugno ha reso quanto mai piacevole “l’avventura” fluviale. Partiti, puntualmente, da Verona con bus gran turismo, si aggregano i Soci di Mantova prima di imbarcarsi dal pontile delle Navi Andes nel Lago di Mezzo e iniziare la navigazione nelle Valli del Mincio. Si attraversano i tre Laghi di Mantova, Superiore, di Mezzo ed Inferiore che abbracciano la città virgiliana offrendo una visione privilegiata del suo inconfondibile profilo monumentale. L’attuale assetto idraulico, opera dell’ ingegnere Alberto Pitentino, risale al 1190 e fu realizzato per dotare la città di un nuovo efficace elemento difensivo, divenuto necessario in seguito all’ampliamento della cerchia cittadina, e per porre rimedio ai disagi provocati dalle periodiche inondazione del fiume, rendendo stabili e controllabili le fasi di piena. Si raggiunge la Vallazza, zona umida di grande interesse naturalistico protetta dal WWF; si naviga fino a Governolo, dove il sistema di chiuse consente di superare il dislivello tra il corso del Mincio ed il Po: lo scenario improvvisamente muta, gli spazi si allargano, il Grande Fiume ci accoglie in una nuova, suggestiva ed emozionante atmosfera. L’arrivo a “Sacchetta di Sustinente”, caratteristico borgo rivierasco sul fiume Po, pone fine alla navigazione, resa quanto mai piacevole e interessante anche dalle dotte notizie fornite da una guida d’eccezione qual è stato il Primo Ufficiale della nave. Il ristorante “Il Gioco” con le sue accoglienti sale ma ancor più con la sua cucina tipica, è tale da “ritemprare le forze” dell’intrepida pattuglia anupsiana.

Rinfrancato lo spirito ma ancor più il … corpo, dopo aver bighellonato digestivamente nel verde dei dintorni, si riparte in direzione “Palazzo Te”. Qui potremmo interrompere questa breve cronaca di una giornata memorabile per non offuscare con parole inadeguate lo stupore che coglie il visitatore immerso in questa grandiosa realizzazione di Giulio Romano, architetto e pittore alla corte di Federico II Gonzaga. Gli ambienti del Palazzo, i loggiati, l’appartamento del Giardino Segreto, il cortile d’Onore, il giard ino dell’Esedra, unitamente alle sale dove troneggiano grandiosi dipinti – le sale dei Cavalli, di Psiche, dei Giganti – tutto concorre a rendere testimonianza del genio del Romano e a fare di quest’ opera una delle più significative del Rinascimento italiano. Ancor più risollevati da quest’afflato culturale, si riprende la via del ritorno alla volta di Verona. Una giornata ben spesa.

La conferenza è proseguita con un breve intervento del Sig. Rino FARINELLO, classe 1919, reduce della Campagna d’Africa in forza alla Divisione di Fanteria TRENTO e del Responsabile del Nucleo Paracadutisti Mariano PASQUALIN il quale ha proiettato attuali immagini del Sacrario Militare Italiano di El Alamein (Quota 33, opera del Ten. Col. Paolo Caccia Dominioni, Medaglia d’oro al Merito dell’Esercito “Alla memoria”). Erano inoltre presenti il Vice Presidente Vicario della Sezione Alpini di Vicenza Sig. Paolo Marchetti, il Capo Zona Berici Settentrionali Sig. Lino Marchiori e il Presidente della Sezione Paracadutisti Cav. Domenico CARTURAN. Tutti i numerosi convenuti hanno ampiamente apprezzato lo svolgimento della serata.

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Corso di informatica Nella seconda metà del mese di ottobre p.v. inizierà il corso per il quale è richiesta una conoscenza informatica di base e la disponibilità di un computer personale. Per le iscrizioni rivolgersi in Segreteria. Per eventuali chiarimenti sul programma è possibile contattare il coordinatore del corso Gen. D. Roberto BOLDRINI (cell. 3404081622).

SERVIZIO AI SOCI

ATTIVITÀ DA SVOLGERE

Conferenza a carattere storico – geografico Venerdì 27 ottobre p.v. alle ore 17:00 il Consiglio Direttivo organizzerà presso la sala “Adige” del Circolo Unificato dell’Esercito in Castelvecchio la conferenza, a cura dal Prof. Castagna, sul tema: “L’arte della guerra nell’antica Grecia”.

Visita al Museo delle Forze Armate Lunedì 13 novembre p.v. il Consiglio Direttivo organizzerà una visita al Museo delle Forze Armate (1914- 1945) in Montecchio Maggiore ( VI ). Partenza con mezzi propri alle ore 08:00 dalla Sede; visita guidata dalle 09:30 alle 12:00; pranzo programmato in loco; rientro entro le ore 16:00. Prenotarsi in Sede entro il 6 novembre p.v. . In relazione al numero dei partecipanti sarà stabilito il numero di autovetture da utilizzare.

Commemorazione dei defunti Sabato 28 ottobre p.v., alle ore 17:00, nella Cappella dell’Istituto “Don Bosco” in via Provolo 16, sarà celebrata la Santa Messa in suffragio dei Soci defunti. Sono invitati i Soci con familiari e amici (parcheggio disponibile all’interno dell’Istituto). Sono graditi anche i Soci, con familiari e amici dell’Associazione “La Spiga”e quanti desiderano partecipare alla commemorazione.

Cena sociale di Natale con musica Venerdì 15 dicembre p.v. , alle ore 20:00, nel salone del Circolo Unificato dell’Esercito in Castelvecchio, sarà organizzata una serata allietata da una cena con musica e ballo per lo scambio degli auguri natalizi e di fine anno. I dettagli saranno meglio specificati nel prossimo numero del Notiziario (n° 76).

Natale 2017 La festività del Natale sarà celebrata Domenica 17 dicembre p.v. con la Santa Messa nella chiesa dell’Istituto “Don Bosco” in via Provolo 16, alle ore 11:00. Sono invitati i Soci con Familiari e amici (parcheggio disponibile all’interno). Sono graditi anche i Soci, con familiari e amici dell’Associazione “La Spiga”. Dopo la cerimonia religiosa si terrà nella nostra Sede, con la collaborazione logistica della vicina Associazione dei Carabinieri, un brindisi per lo scambio degli auguri natalizi.

Settimana Bianca Il Consiglio Direttivo, come già attuato negli anni passati, intende organizzare, per Soci e familiari, la “Settimana Bianca” nella Base logistico-Addestrativa di Colle Isarco. I turni che saranno richiesti allo Stato Maggiore Esercito sono: 7° Turno (dal 18 al 25 febbraio 2018); 9° Turno (dal 4 al 11 Marzo 2018). I Soci che intendono aderire sono invitati a prenotarsi, a partire dal 09 ottobre p.v. e non oltre al 20 novembre 2017 al fine di segnalare allo SME, in tempo utile, il numero delle stanze da riservare a questo Gruppo. Una volta approvati i sopra citati periodi NON saranno ammessi “CAMBIO TURNO”.

Sito Nazionale ANUPSA Si informa tutti i Soci che recentemente è stato pubblicato in rete il sito nazionale dell’ ANUPSA www.anupsa.com , disegnato e progettato dal Gen. Pegoraro. Si tratta di uno strumento, composto da sette pagine, con centinaia di link ai siti riguardanti le forze armate, il mondo militare e gli ufficiali, argomenti di carattere storico-culturale, finanziario e fiscale, pensionistico, ecc.. La prima pagina riporta gli elementi che riguardano le nostre tradizioni e le notizie specifiche dell’Associazione: la sua storia, il suo statuto, i luoghi della memoria, ecc.. In questa pagina è possibile collegarsi ai siti istituzionali, al comune di Roma e a molti altri siti di utilità. Al centro della pagina sono pubblicati i documenti più importanti dell’istituzione militare e di nostro interesse. Di particolare rilievo è la pagina “rassegna stampa”, dalla quale si possono consultare i quotidiani, i periodici, le agenzie di stampa, nazionali ed internazionali, nonché rivedere programmi TV mediante il canale RAI dedicato. Infine nella pagina contatti, è pubblicata una piantina interattiva di Roma, con i contatti di interesse dell’ANUPSA e di tutti i suoi Gruppi. Si consiglia anche di consultare la pagina “responsabilità”, ove sono riportate le principale norme e raccomandazioni per l’utilizzo dello strumento informatico. Il sito è uno strumento che raggruppa in poco spazio i principali argomenti e consente di tenerci aggiornati nei campi specifici di interesse ed utilità, con qualche click e, soprattutto, di collegarsi a siti in continuo aggiornamento, il che rende particolarmente attuale ed aggiornato anche il sito dell’ANUPSA Con gli stessi criteri è stato disegnato il sito ANUPSA del Gruppo di Verona: www.anupsa.it Si invitano tutti a consultare questi strumenti, ricordando che la curiosità è il primo passo verso la conoscenza.

Rinnovo Patenti di Guida

I Soci interessati si devono recare presso la Sede muniti della vecchia patente, del codice fiscale, di una foto conforme alle nuove direttive emanate dal Ministero delle Infrastrutture (visionabili presso questa Sede) e le ricevute di due versamenti (di 16,00 e 10,20 €) sugli appositi bollettini (reperibili presso qualsiasi Ufficio Postale). Dopo aver effettuato, seduta stante, la visita medica, l’interessato riceverà l’attestato, valido 60 giorni, con il quale sarà possibile guidare sino alla ricezione, al proprio indirizzo di residenza, della nuova patente. Eventuali informazioni dettagliate saranno fornite agli interessati presso la Segreteria della Sede. La prossima visita si terrà nella 1ª settimana di dicembre c.a..

Pagina 10

di

Giuseppe.Ciani

VARIE

E_mail

Si raccomanda, ancora una volta, ai Soci di fornire la propria e_mail al fine di acquisire in tempi reali e rapidi le informazioni inerenti l’attività associativa.

Suggerimenti e Proposte

A tutti i Soci rinnoviamo l’invito a fornirci un parere circa il gradimento del nostro “Notiziario”. Inoltre invitiamo coloro che intendono inviare articoli, poesie, curiosità ecc., di utilizzare la posta elettronica agli indirizzi [email protected] o [email protected] o [email protected]

Innovazione Sul Sito del Gruppo ANUPSA di Verona, alla pagina “Notiziario”, viene pubblicato anche il Notiziario periodico del Comitato Regionale NORD EST, molto interessante per le notizie di carattere Giuridico-Amministrative.

Soggiorni per cure termali Il Gruppo è in possesso dell’elenco degli alberghi in Abano - Montegrotto Terme, convenzionati con il Personale delle FF.AA.. I Sig. Soci interessati possono rivolgersi in Segreteria.

Notizie liete

Il Presidente ed il Consiglio Direttivo insieme a tutti i Soci porgono un caloroso benvenuto al nuovo Socio Ordinario Col. Vincenzo ROCCO.

Comunicazioni alla Redazione di carattere personale e familiare

I Soci che desiderano inserire comunicazioni personali nel Notiziario relative a particolari ed importanti eventi della propria famiglia (nascite, matrimoni, anniversari, etc…..), possono informare via telefono o via e-mail la Segreteria fornendo i dati che ritengono opportuno. La redazione del Notiziario sarà ben lieta di pubblicare l’evento e renderne partecipi tutti i Soci.

Anniversario di matrimonio.

Il 7 settembre 2017 il Col. Pietro VIOLA e la consorte Sig.ra Maria CLEMENTE hanno compiuto 50 anni di matrimonio.

Il Presidente, il Consiglio Direttivo e i Soci tutti si congratulano e porgono gli auguri per tanti anni ancora di vita insieme.

Nascite

Il 12 maggio 2017 sono nati due gemelli VITTORIA e ZENO nipoti del Socio Ivano PRANDINI.

Congratulazione e felicitazione ai genitori Marco ed Eleonora e ai nonni. Il Presidente, il Consiglio Direttivo e i Soci tutti porgono tanti auguri ai nascituri per una serena e felice lunga vita.

Notizie Tristi

In questo ultimo periodo è venuto a mancare: Il Gen. C.A. Angelo SANTALENA; Il Presidente, il Consiglio Direttivo e i Soci tutti rinnovano affettuose condoglianze alla famiglia.

Anniversario Officina Alderucci

“L’Autocentro Alderucci” di Fabrizio ALDERUCCI, nostro Socio Sostenitore, ha festeggiato questa estate i 50 anni di attività. Nel 1967 il padre, Giannantonio, aprì la sua officina meccanica in quartiere San Zeno. Dopo qualche decennio, inaugurò una seconda officina in Corso Milano, chiudendo successivamente la precedente, e passando il testimone al figlio Fabrizio. Grazie all’esperienza del Sig. Giannantonio, ancora pienamente attivo e alle conoscenze meccaniche e tecnologiche di Fabrizio, l’officina oggi è in grado di fornire, oltre alle riparazioni meccaniche, anche altri servizi: elettrauto, gommista, piccola carrozzeria e revisioni.

Il Presidente, il Consiglio Direttivo e i Soci tutti si congratulano e porgono gli auguri per tanti anni ancora di un efficiente attività.

Laurea Il giorno 26 settembre 2017 il nipote del Luogotenente Gaetano Marguglio, Giacomo ROMANO, si è laureato in Scienze Psicologiche dello Sviluppo e dell’Educazione presso l’Università degli Studi di Padova con il voto di 95 su 110, discutendo la tesi sulla “Moralità e competenza: che influenza hanno sui giudizi dei conservatori e dei liberali?” Il Presidente, il Consiglio Direttivo e i Soci tutti si congratulano e porgono gli auguri per un futuro brillante e pieno di soddisfazioni.

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Gli articoli pubblicati investono la diretta responsabilità degli autori e ne rispecchiano le idee personali.

Tesseramento 2018

Si ringraziano i Soci che hanno già rinnovato l’adesione alla nostra Associazione.

Si ricorda che l’ANUPSA è una Associazione di volontariato “no profit” che non ha alcuna finalità di lucro, ma solo quella sociale di aggregazione e protezione dei suoi associati. Essa rappresenta luogo d’incontro per discutere le problematiche amministrative e pensionistiche dei Soci e delle Vedove. Conservare le tradizioni ed i valori degli Ufficiali che hanno svolto il servizio nelle Forze Armate. Per coloro che intendessero aderire al sodalizio o rinnovare l’iscrizione, per l’anno 2018, la quota sociale, rimasta invariata, può essere corrisposta a partire dal 9 ottobre p.v.: - direttamente in Segreteria (obbligatorio per i nuovi Soci): - tramite il c/c postale n. 18826370 intestato a “ANUPSA Gr. Verona”, Stradone Porta Palio, 47/D, 37122

VERONA. - mediante bonifico su IBAN : IT61U0760111700000018826370, intestato “ANUPSA Gr. Verona”.

Socio Sostenitore

Tagliando riservato alle Associazioni delle Forze Armate Con il presente verrà applicato lo sconto del 10% sulle tariffe standard per qualsiasi tipo di riparazione o intervento tecnico su: Personal computer, Notebook, Stampanti. Orario continuato dal lunedì al venerdì Dalle 08:45 alle 18:45

Convenzioni

Sede operativa: Via Fermi, 17 - 37122 Verona

Contatti: 045 5117788 - : [email protected]

CONSORZIO REVISIONI AUTOVEICOLI VERONA

A.N.U.P.S.A.

GRUPPO DI VERONA

Presidente Renzo Pegoraro Direttore Responsabile Francesco Gueli Vice Direttore Elio Sgalambro Redazione Vincenzo Dorrucci Antonio Scipione

Rosario Privitelli Grafica e impaginazione Stefano Zona

Di Domenica Walter Segretario di Redazione Fotografia

Gaetano Marguglio Stefano Zona

Reg. Tribunale di Verona n. 1631 del 19.12.2004

Sede Str. Porta Palio, 47/D

37122 – VERONA

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