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Area tematica Biodiversità: tendenze e cambiamenti - fauna Denominazione del metodo TECNICHE DI CENSIMENTO ANFIBI (metodi di rilevamento per osservazione diretta; metodi di cattura-marcatura-ricattura; metodi delle catture successive) Istituzione di riferimento Tutti gli istituti universitari che hanno competenze erpetologiche (Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Torino, Dipartimento di Biologia Animale Università di Pavia) Societas Herpetologica Italica (http://www.unipv.it/webshi ) Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino Descrizione del metodo Metodi di rilevamento per osservazione diretta (anuri e urodeli): - Metodo dei quadrati campione: l’area da studiare viene suddivisa in quadrati di uguali dimensioni, all’interno dei quadrati selezionati vengono cercati e contati tutti gli esemplari di anfibi presenti. - Metodo dei transetti: consiste nel seguire un percorso lineare di lunghezza prestabilita e contare gli esemplari che si osservano a sinistra e a destra della linea che si sta percorrendo. Metodi di cattura-marcatura-ricattura : Il metodo più noto, di più semplice applicazione, è il metodo di Petersen (1896) che prevede la cattura di un campione di popolazione, la marcatura e il rilascio (Giacoma, 2001). La marcatura può essere eseguita mediante toe-clipping, tacche sulla plica caudale (Urodeli in fase riproduttiva) o innesto di “microtrasponder”. Una volta trascorso un tempo sufficiente (almeno 12 ore) affinché gli animali catturati si mescolino alla popolazione di origine, si procede ad una seconda campagna di catture in cui verranno catturati parte degli animali marcati precedentemente. Mediante l’applicazione dell’indice di Petersen è possibile stimare il volume della popolazione, purché questa sia chiusa. Tecniche di cattura: avvistamento diretto, trappole a caduta con barriera, tecniche di cattura in acqua. Metodi delle catture successive : Tale metodo viene utilizzato per campionare gli individui in acqua. Le tecniche si basano sul principio che per uguali unità di sforzo di cattura, il numero di individui catturati dovrebbe essere proporzionale al numero di individui presenti nell’intera popolazione. L’unità di sforzo può essere rappresentata dal numero di passaggi di guadino in un settore con volume d’acqua noto. Richiami acustici: un metodo che si utilizza per gli anfibi acquatici canori (es. raganella), (Zimmerman, 1994), e prevede il conteggio dei richiami dei maschi in corrispondenza di punti di ascolto. Campionamento di girini: Vengono campionate le larve di anfibi in acqua mediante l’ausilio di un retino (Shaffer et al., 1994). Possono quindi essere fatte stime di abbondanza relativa calcolando il numero di individui catturati per unità di campionamento. Altro metodo (cattura/marcatura e ricattura) è quello di trattare con coloranti vitali le larve campionate, rilasciarle nell’ambiente e stimare la frequenza di queste al momento della ricattura. Radio-tracking: Può essere utilizzato per studiare i micro-habitat, per determinare le dimensioni dell’home-range e le attività giornaliere e stagionali (Heyer et al., 1994). Night driving: Il night driving è una sorta di transetto rappresentato dalla strada che viene percorsa. Vengono contati gli anfibi incontrati per unità di tempo nelle ore notturne. Il metodo fornisce una stima della ricchezza e abbondanza relativa di specie di adulti in movimento. Il metodo da solo non è però esaustivo (Heyer et al., 1994). Raccolta animali uccisi sulle strade: Vengono raccolti animali uccisi dalle macchine al mattino presto. Il metodo da solo non è però esaustivo. Finalità della raccolta dati Metodi di rilevamento per osservazione diretta : Metodo dei quadrati campione: il metodo consente, noto il rapporto tra la superficie dell’area di studio e superficie dei quadrati campionati, di calcolare il numero totale di esemplari presenti nell’area di studio. Metodo dei transetti: permette di stimare la variazione e l’abbondanza relativa delle specie lungo un gradiente ambientale. Metodi di cattura-marcatura-ricattura : Mediante formule idonee è possibile stimare l’entità della popolazione. Metodi delle catture successive : Mediante formule idonee è possibile stimare l’entità e la densità di popolazione. Unità di campionamento Superficie dei quadrati campione (da 1 a 25 mq); Lunghezza del transetto; Il punto di ascolto o l’area umida; Un volume d’acqua (1-10 m 3 ). Frequenza della raccolta dati Annuale durante il periodo riproduttivo. Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione. 11

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Area tematica Biodiversità: tendenze e cambiamenti - fauna Denominazione del metodo

TECNICHE DI CENSIMENTO ANFIBI (metodi di rilevamento per osservazione diretta; metodi di cattura-marcatura-ricattura; metodi delle catture successive)

Istituzione di riferimento Tutti gli istituti universitari che hanno competenze erpetologiche (Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Torino, Dipartimento di Biologia Animale Università di Pavia) Societas Herpetologica Italica (http://www.unipv.it/webshi ) Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino

Descrizione del metodo Metodi di rilevamento per osservazione diretta (anuri e urodeli): - Metodo dei quadrati campione: l’area da studiare viene suddivisa in quadrati di uguali dimensioni, all’interno dei

quadrati selezionati vengono cercati e contati tutti gli esemplari di anfibi presenti. - Metodo dei transetti: consiste nel seguire un percorso lineare di lunghezza prestabilita e contare gli esemplari che si

osservano a sinistra e a destra della linea che si sta percorrendo. Metodi di cattura-marcatura-ricattura: Il metodo più noto, di più semplice applicazione, è il metodo di Petersen (1896) che prevede la cattura di un campione di popolazione, la marcatura e il rilascio (Giacoma, 2001). La marcatura può essere eseguita mediante toe-clipping, tacche sulla plica caudale (Urodeli in fase riproduttiva) o innesto di “microtrasponder”. Una volta trascorso un tempo sufficiente (almeno 12 ore) affinché gli animali catturati si mescolino alla popolazione di origine, si procede ad una seconda campagna di catture in cui verranno catturati parte degli animali marcati precedentemente. Mediante l’applicazione dell’indice di Petersen è possibile stimare il volume della popolazione, purché questa sia chiusa. Tecniche di cattura: avvistamento diretto, trappole a caduta con barriera, tecniche di cattura in acqua. Metodi delle catture successive: Tale metodo viene utilizzato per campionare gli individui in acqua. Le tecniche si basano sul principio che per uguali unità di sforzo di cattura, il numero di individui catturati dovrebbe essere proporzionale al numero di individui presenti nell’intera popolazione. L’unità di sforzo può essere rappresentata dal numero di passaggi di guadino in un settore con volume d’acqua noto. Richiami acustici: un metodo che si utilizza per gli anfibi acquatici canori (es. raganella), (Zimmerman, 1994), e prevede il conteggio dei richiami dei maschi in corrispondenza di punti di ascolto. Campionamento di girini: Vengono campionate le larve di anfibi in acqua mediante l’ausilio di un retino (Shaffer et al., 1994). Possono quindi essere fatte stime di abbondanza relativa calcolando il numero di individui catturati per unità di campionamento. Altro metodo (cattura/marcatura e ricattura) è quello di trattare con coloranti vitali le larve campionate, rilasciarle nell’ambiente e stimare la frequenza di queste al momento della ricattura. Radio-tracking: Può essere utilizzato per studiare i micro-habitat, per determinare le dimensioni dell’home-range e le attività giornaliere e stagionali (Heyer et al., 1994). Night driving: Il night driving è una sorta di transetto rappresentato dalla strada che viene percorsa. Vengono contati gli anfibi incontrati per unità di tempo nelle ore notturne. Il metodo fornisce una stima della ricchezza e abbondanza relativa di specie di adulti in movimento. Il metodo da solo non è però esaustivo (Heyer et al., 1994). Raccolta animali uccisi sulle strade: Vengono raccolti animali uccisi dalle macchine al mattino presto. Il metodo da solo non è però esaustivo.

Finalità della raccolta dati Metodi di rilevamento per osservazione diretta: Metodo dei quadrati campione: il metodo consente, noto il rapporto tra la superficie dell’area di studio e superficie dei quadrati campionati, di calcolare il numero totale di esemplari presenti nell’area di studio. Metodo dei transetti: permette di stimare la variazione e l’abbondanza relativa delle specie lungo un gradiente ambientale. Metodi di cattura-marcatura-ricattura: Mediante formule idonee è possibile stimare l’entità della popolazione. Metodi delle catture successive: Mediante formule idonee è possibile stimare l’entità e la densità di popolazione.

Unità di campionamento Superficie dei quadrati campione (da 1 a 25 mq); Lunghezza del transetto; Il punto di ascolto o l’area umida; Un volume d’acqua (1-10 m3).

Frequenza della raccolta dati Annuale durante il periodo riproduttivo.

Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione.

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Strumentazione necessaria GPS, guide di campo per il riconoscimento delle specie di anfibi. Per avvistamento diretto: torce. Trappole a caduta con barriera: barriera di plastica (h 40-70 cm); secchi interrati ad intervalli regolari lungo la barriera. Tecniche di cattura in acqua: bottiglie di plastica tagliate a metà in senso trasversale, reti e nasse. Campionamento di girini: retino. Richiami acustici: sistema automatico registrazione canti (Heyer et al., 1994).

Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Dipende dall’estensione e dalla tipologia ambientale dell’area da campionare (si richiede un minimo di tre giorni). I campionamenti con metodi di cattura-marcaggio-ricattura dovranno continuare fino a che il risultato della formula di Petersen diventerà costante.

Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indice di Petersen (Heyer et al., 1994), Indici di abbondanza relativa (transetti e ascolti), Stime di densità (quadrati campione).

Manuale o documento di riferimento Manuali generali sulle tecniche di censimento e bibliografia citata nel testo: Sutherland W. Ecological census techniques. A Handbook. Cambridge University Press. Measuring and monitoring biological diversity: standard methods for amphibians. Smithsonian Institution Press 1994. Edited by Heyer, WR, MA Donnelly, RW McDiarmid, LC Hayek and MS Foster. Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001. - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sheffer HB, Alford RA, Woddward BD, Richards SJ, Altig RG, Ason CG, 1994 - Standard techniques in inventory and monitoring. Quantitative sampling of amphibian larvae. In: Heyer, WR, MA Donnelly, RW McDiarmid, LC Hayek and MS Foster (eds). Measuring and monitoring biological diversity: standard methods for amphibians. Smithsonian Institution Press, Washington DC. Zimmerman B.L. (1994). Standard techniques in inventory and monitoring 3. Audio strip surveys. In: Heyer, WR, MA Donnelly, RW McDiarmid, LC Hayek and MS Foster (eds). Measuring and monitoring biological diversity: standard methods for amphibians. Smithsonian Institution Press, Washington DC. Giacoma C., Rolando A., Castellano S, Cazzanti P., Rolando B., Fiorito S., 1995 - Applicazione del radio-tracking agli anfibi: il caso di Rana temporaria. Suppl. Ric. Biol. Selv., XXIII: 119-126. Giacoma C., 2001 - Struttura e dinamica di popolazione due validi strumenti per la determinazione dello stato di conservazione. Rivista Idrobiol. 40-1. Pp: 281-291.

Scheda di raccolta dati standard Non esiste una scheda standard di raccolta dati; si può fare riferimento a Heyer et al. (1994).

Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Non esiste una guida alla compilazione della scheda di raccolta dati; si può fare riferimento a Heyer et al. (1994).

Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Non esiste

Rete di raccolta dati Progetto Atlante degli Anfibi e Rettili Italiani.

Descrizione della rete di raccolta dati Progetto Atlante degli Anfibi e Rettili Italiani, diretto da un Comitato di Redazione della Societas Herpetologica Italica e formato da un comitato scientifico costituito da tutti i Coordinatori Regionali. Scopi precipui dell'Atlante sono: a) offrire un quadro aggiornato e reale della composizione e distribuzione della nostra erpetofauna; b) mettere a disposizione un indispensabile punto di riferimento a quanti si stanno battendo per contrastare un processo di degrado biologico all'apparenza inarrestabile. Il lavoro di raccolta dei dati su scala nazionale è iniziato nel 1994 ed ha coinvolto, oltre ai coordinatori regionali, un gran numero di volontari, giovani naturalisti, componenti di associazioni naturalistiche e protezionistiche, agenti ecologici delle amministrazioni provinciali, studenti ecc. La collaborazione sinergica tra tutte queste realtà locali e nazionali e il lavoro dei coordinatori e del comitato di redazione è risultato così proficuo che, a distanza di soli tre anni (Maggio 1996) è stato pubblicato, a cura del Museo di Storia Naturale di Genova, l'Atlante Provvisorio degli Anfibi e dei Rettili Italiani (Annali del Museo Civico di Storia Naturale "G. Doria", Vol. XCI - 12 Maggio 1996), in cui vengono principalmente riportate le cartine di distribuzione di tutti gli anfibi e rettili italiani finora conosciuti.

Profilo dei principali utilizzatori del metodo Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo

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TECNICA DI CENSIMENTO AVIFAUNA MEDIANTE RILIEVI PUNTIFORMI O STAZIONI DI ASCOLTO POINT COUNTS (censimento al canto per punti di ascolto)

Istituzione di riferimento INFS (Istituto nazionale per la fauna selvatica) CISO (Italian center of ornitology) www.ciso-coi.org Tutti gli istituti universitari che hanno competenze ornitologiche. Tutti i musei di scienze naturali

Descrizione del metodo Si tratta di un metodo qualitativo ampiamente documentato che permette di contattare con una certa facilità anche le specie difficili da osservare. La tecnica prevede l’individuazione delle specie nidificanti nell’area di studio, ascoltando i loro canti da un numero adeguato di punti di ascolto. E’ un metodo utilizzabile soprattutto in ambiente boschivo dove l’utilizzo di transetti risulta più difficoltoso. La principale assunzione del metodo consiste nella corretta identificazione delle specie e nel fatto che ogni individuo non venga conteggiato più di una volta.

Finalità della raccolta dati Si tratta di un metodo di conteggio che può rappresentare un punto di riferimento utile per il monitoraggio della biodiversità, confronto tra habitat, indagini pre e post trattamento, andamento delle popolazioni.

Unità di campionamento L’unità di campionamento è il punto di ascolto (che va georeferenziata mediante l’uso di un GPS). La distanza tra i punti dovrà essere scelta in modo da raggiungere tutte le coppie nidificanti senza correre il rischio di contare più volte uno stesso individuo. Esistono diverse varianti: - Punti di ascolto senza limiti di distanza (Blondel et al., 1988), - Punti con stima della distanza (Reynolds et al., 1980): può essere applicato in ambienti con buona visibilità, - Punti con raggio e limite fisso (Hutto et al., 1986): prevede che si registrino separatamente i contatti entro un

raggio prefissato (ad esempio un raggio di 100 metri è utilizzato per il progetto MITO2000). Il numero dei punti campionati non dovrebbe inoltre essere inferiore a 30 per il territorio monitorato.

Frequenza della raccolta dati La frequenza della raccolta dati dipende dalla finalità del lavoro che si vuole eseguire (ad es. sarà annuale per studi sui trend di popolazione). Il periodo migliore per compiere il lavoro sul campo è rappresentato dall’inizio della primavera (aprile, maggio).

Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici (Farina, 1987), alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione.

Strumentazione necessaria L’attrezzatura richiesta comprende un orologio con cronometro, un binocolo, una guida per il riconoscimento degli uccelli, matita e scheda su cui annotare le osservazioni con i relativi dati di riferimento, GPS.

Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento I punti andranno campionati indicativamente in maggio e giugno, compatibilmente con l’inizio della stagione riproduttiva in base alla latitudine, iniziando i rilevamenti poco dopo l’alba. I rilevamenti andranno eseguiti una sola volta, così da massimizzare il numero di aree visitate. E’ necessario tenere presente, soprattutto se si lavora in ambiente urbano, il disturbo di origine antropica, individuando quindi i periodi di tempo in cui le interferenze sono minime. Gli intervalli di ascolto possono variare da 5 a 20 minuti, ma entro i primi 10 minuti si ottiene già circa l’80% dei contatti. Si può quindi consigliare un intervallo medio di 10 minuti come stabilito nell’ambito del progetto MITO2000.

Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di ricchezza specifica, Indici di diversità, Indici di abbondanza (indici di abbondanza relativa, indici puntuali di abbondanza IPA), Indici di Frequenza (EFP: campionamento frequenziale progressivo).

Manuale o documento di riferimento

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Manuali generali sulle tecniche di censimento: Colin J. Bibby, Neil D Burgess, David A. Hill. Bird Census Techniques. Academic Press. Sutherland William J. (1996). Ecological Census Techniques a Handbook.Cambridge University Press. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi”. Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell

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Science. Malden MA. Manuali di Ornitologia: Brichetti P., Gariboldi A. Manuale Pratico di Ornitologia (vol.1, 2,3). Ed agricole. Riferimenti bibliografici citati: Farina A., 1987 - I parametri utilizzati nello studio della struttura delle comunità ornitiche. Boll. St. Nat. Lunig. Vol IV: 61-80. Blondel, Jacques; Ferry, Camille; Frochet, Bernard, 1981 -Point counts with unlimited distance. In: Ralph, C. John; Scott, J. Michael, editors. Estimating numbers of terrestrial birds. Studies in Avian Biology 6: 414-420. Hutto, Richard L.; Pletschet, Sandra M.; Hendricks, Paul, 1986 - A fixed-radius point count method for nonbreeding and breeding season use. Auk 103: 593-602. Reynolds, Richard T.; Scott, J. Michael; Nussbaum, Ronald A., 1980 - A variable circular-plot method for estimating bird numbers. Condor 82: 309-313. Sono inoltre utili tutte le guide di identificazione dell’avifauna italiana e le serie di raccolte di canti disponibili in commercio sia su nastro che su CD-ROM. Roche J.C., Guide Sonore des Oiseaux d’Europe.

Scheda di raccolta dati standard Non esiste una scheda standard, ma può essere fatto riferimento a quella predisposta per il progetto di monitoraggio nazionale MITO2000.

Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Non esiste una guida standard, ma può essere fatto riferimento a quella predisposta per il progetto di monitoraggio nazionale MITO2000.

Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Esiste un software di archiviazione collegato al progetto MITO2000.

Rete di raccolta dati - MITO2000 – Monitoraggio degli uccelli nidificanti in Italia, - Progetto Atlanti degli Uccelli Nidificanti, - Banca dati sul controllo numerico dell’ornitofauna (INFS-Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica).

Descrizione della rete di raccolta dati MITO2000: Il programma è stato organizzato su base regionale o sub-regionale, attraverso una rete di 25 coordinatori individuati tra i gruppi di ornitologi organizzati a livello locale. Lo scopo perseguito è quello di ottenere su base annuale carte di distribuzione semi-quantitative per tutto il territorio italiano, così da disporre, a partire dal secondo anno, di informazioni relative agli andamenti delle popolazioni nidificanti, differenziate per area geografica. Questa iniziativa, coordinata a livello italiano dal Centro Italiano Studi Ornitologici (CISO), si inserisce nel programma Euromonitoring avviato dallo European Bird Census Council su scala continentale. La rete prevede l’esecuzione di punti di ascolto in base a un programma randomizzato e in base a un programma, più limitato, di uscite predisposte direttamente dai rilevatori o dai coordinamenti regionali. La griglia di rilevamento è stata predisposta sulla base delle maglie UTM di 50 km di lato, già utilizzate nell’Atlante Europeo degli Uccelli nidificanti. Per il programma randomizzato, il numero di uscite previste per regione varia da 7 per la Val d’Aosta a 50 per la Sicilia. Gli organizzatori sono il Ministero dell’ambiente e della tutela de territorio, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, l’Università degli Studi della Calabria, il Centro Italiano Studi Ornitologici, e il progetto ha ottenuto il parziale finanziamento del Ministero stesso. Il coordinamento è stato affidato a Lorenzo Fornasari, dell'Università di Milano Bicocca, e a Toni Mingozzi, dell’Università della Calabria, entrambi delegati CISO presso l'European Bird Census Council (EBCC). Atlante degli Uccelli Nidificanti : mentre quello nazionale è terminato, esiste tutta una serie di iniziative, a livello comprensoriale, regionale, provinciale, urbano e locale.

Banca dati sul controllo numerico dell’ornitofauna (INFS-Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica): la banca dati raccoglie i dati relativi all’intero territorio nazionale sugli interventi e sulle azioni di controllo numerico delle popolazioni ornitiche selvatiche. Le attività sono coordinate dalle amministrazioni locali delegate dal 1997.

Profilo dei principali utilizzatori del metodo Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo, bird-watchers.

Protocollo di formazione degli operatori Non esiste un vero protocollo formativo per gli operatori, ma questi ultimi dovranno avere una buona conoscenza di riconoscimento delle specie avifaunistiche e del loro canto. A questo proposito esistono corsi specifici effettuati da vari istituti universitari e associazioni specialistiche.

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METODO DEI TRANSETTI PER RILIEVI AVIFAUNISTICI

Istituzione di riferimento INFS (Istituto nazionale per la fauna selvatica) CISO (Italian Center of Ornitology) www.ciso-coi.org Tutti gli istituti universitari che hanno competenze ornitologiche. Musei naturalistici Descrizione del metodo Il metodo di censimento dei transetti lineari permette di ottenere una valutazione quantitativa della costituzione della comunità. Questo metodo prevede che l’osservatore, stabilito un itinerario (transetto), registri tutti gli uccelli visti o sentiti durante il tempo impiegato per percorrere l’intero transetto. Durante il rilevamento vengono annotati la specie, il numero di individui, l’attività, il substrato e la distanza dal transetto degli uccelli osservati. All’interno di ogni tipologia ambientale verranno individuati una serie di transetti che verranno ripetuti ogni mese. È importante che il rilevamento venga effettuato all’interno di un’area il più possibile omogenea dal punto di vista ambientale: in una fase preliminare dello studio vengono stabilite le diverse tipologie e individuati i percorsi da effettuare. Esistono vari tipi di transetti, i principali: - Transetto con misurazione delle distanze: vengono misurate le distanze perpendicolari fra la linea percorsa e gli

uccelli. A questo proposito sono molto utili foto aeree dove poter localizzare le osservazioni e quindi misurare le distanze. Per ricavare stime di densità è necessario effettuare almeno 35-40 registrazioni (singoli individui o nel caso di specie gregarie: gruppi).

- Transetto senza misurazione delle distanze (Burnham et al., 1980): L’osservatore procede lentamente(1-2 Km /ora) lungo una linea prefissata e registra tutti gli uccelli visti. I risultati ottenuti non possono essere utilizzati per stimare la densità.

Finalità della raccolta dati Si tratta di un metodo di conteggio che può rappresentare un punto di riferimento utile per il monitoraggio della biodiversità, confronto tra habitat, indagini pre e post trattamento, andamento delle popolazioni e può fornire dati di densità. E’ principalmente utilizzato in ambienti aperti. Unità di campionamento La lunghezza del transetto scelta in funzione del numero di animali osservati (almeno 30 individui). Frequenza della raccolta dati La frequenza della raccolta dati dipende dalla finalità del lavoro che si vuole eseguire (stagioni, anni, ambienti). Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici (Farina, 1987), alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione e di densità. Strumentazione necessaria L’attrezzatura richiesta comprende un binocolo, una guida per il riconoscimento degli uccelli, matita e scheda su cui annotare le osservazioni con i relativi dati di riferimento, GPS, cartografia. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Il tempo necessario per l’effettuazione del percorso, l’avvistamento e il riconoscimento delle specie, è ovviamente in funzione della lunghezza del transetto prescelto. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di ricchezza specifica, Indici di diversità, Indici di abbondanza: indice chilometrico di abbondanza (IKA) (Ferry et al., 1970), Indici di Frequenza, Stime di densità. Manuale o documento di riferimento Manuali generali sulle tecniche di censimento: Colin J. Bibby, Neil D Burgess, David A. Hill. . Bird Census Techniques. Academic Press. Sutherland William J., 1996 - Ecological Census Techniques a Handbook.Cambridge University Press. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed

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applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi”. Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Manuali di Ornitologia: Brichetti P., Gariboldi A. Manuale Pratico di Ornitologia (vol.1, 2,3). Ed agricole. Riferimenti bibliografici citati: Farina A., 1987 - I parametri utilizzati nello studio della struttura delle comunità ornitiche. Boll. St. Nat. Lunig. Vol IV: 61-80. Burnham P.K. , Anderson D.R., Laake J.L., 1981 - Estimation of density form line transect sampling of biological populations. Wildlife Monographs, 72: 1-200. Ferry J., Frochot B., 1970 - L’avifaune nidificatrice d’une forêt de chênes pedonculés en Bourgogne: étude de deux successions écologiques. La Terre et la Vie: 153-250. Laake, J. L., K. P. Burnham, and D. R. Anderson., 1979 - User's manual for program TRANSECT. Utah State Univ. Press, Logan. 26pp. Scheda di raccolta dati standard Esiste una scheda sul testo del programma Distance (http://www.ruwpa.st-and.ac.uk/distance/). Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Esiste un software per la stima della densità : Distance 4 (http://www.ruwpa.st-and.ac.uk/distance) Rete di raccolta dati Banca dati sul controllo numerico dell’ornitofauna (INFS-Istituto nazionale per la fauna selvatica). Profilo dei principali utilizzatori del metodo Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo, bird-watchers. Protocollo di formazione degli operatori Non esiste un vero protocollo formativo per gli operatori, ma questi ultimi dovranno avere una buona conoscenza di riconoscimento delle specie avifaunistiche.

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METODO DEL MAPPAGGIO PER CENSIMENTI AVIFAUNISTICI

Istituzione di riferimento INFS (Istituto nazionale per la fauna selvatica) CISO (Italian Center of Ornitology) www.ciso-coi.org Tutti gli istituti universitari che hanno competenze ornitologiche. Descrizione del metodo Il mappaggio dei territori è uno dei metodi quantitativi più utilizzati per stimare le densità. Un’ottima guida per l’applicazione di tale metodo è il lavoro di Blondel (1969), ma anche in italiano esiste una breve guida pubblicata dal CISO (1976) ed un lavoro di Barbieri et al.(1975). E’ opportuno procedere al mappaggio degli individui e dei gruppi sociali, combinando il rilevamento di tutti i segnali degli individui e dei gruppi sociali (vocalizzazioni, osservazioni dirette, tracce e segni) che consentono di individuare la presenza degli animali. Esso consiste nel determinare nell’area di studio un reticolo di percorsi equidistanti tra loro che coprano tutta la zona indagata. Il metodo può essere applicato solo quando gli uccelli hanno un comportamento territoriale per un periodo sufficientemente lungo e la loro contattabilità è elevata, cioè durante il periodo riproduttivo. Il metodo solitamente è applicabile in aree limitate e i risultati più corretti si ottengono dedicandosi ad una o poche specie anziché all’intera comunità. Finalità della raccolta dati Si tratta di un metodo di conteggio che può rappresentare un punto di riferimento utile per il monitoraggio della biodiversità, confronto tra habitat, indagini su specie o gruppi di specie determinati e può fornire dati di densità. Unità di campionamento 40-100 ha per ambienti aperti 10-30 ha per ambienti chiusi Frequenza della raccolta dati Circa 8-10 visite periodiche (settimanali) successive nel periodo riproduttivo. Tipologia del dato finale prodotto Per sovrapposizione di mappe parziali ottenute in occasione dei diversi campionamenti si ottiene una mappa conclusiva che rappresenta la distribuzione degli individui delle specie oggetto di rilevamento. Possono anche essere definiti l’estensione e la forma dei territori e ottenere informazioni sulla consistenza del popolamento ornitico. Strumentazione necessaria L’attrezzatura richiesta comprende un binocolo, una guida per il riconoscimento degli uccelli, matita e scheda su cui annotare le osservazioni con i relativi dati di riferimento, GPS, cartografia dettagliata (1:5000; 1:10.000). Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Circa una mattinata per ogni visita. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Stime di densità Manuale o documento di riferimento

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C.I.S.O., 1976 - Il metodo del Mappaggio. Guida pratica n.1. Manuali generali sulle tecniche di censimento: Colin J. Bibby, Neil D Burgess, David A. Hill. . Bird Census Techniques. Academic Press. Sutherland William J., 1996 - Ecological Census Techniques a Handbook.Cambridge University Press. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi”. Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Manuali di Ornitologia: Brichetti P., Gariboldi A. Manuale Pratico di Ornitologia (vol.1, 2,3). Ed agricole. Riferimenti bibliografici citati: Farina A., 1987 - I parametri utilizzati nello studio della struttura delle comunità ornitiche. Boll. St. Nat. Lunig. Vol IV:

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61-80. Blondel J., 1969 - Méthodes de dénombrement des populations d’oiseaux . In: Lamotte M. e Bourlière F. (eds.). Problème d’ecologie: l’enchantillonage des peuplements animaux des mileux terrestres. Masson, Paris. Barbieri F., 1975 - I censimenti delle popolazioni di uccelli in ambienti boschivi. Riv. Ital. Orn., 45: 1-27. Scheda di raccolta dati standard Sul metodo CISO (1976) Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Sul metodo CISO (1976) Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Assente Rete di raccolta dati Banca dati sul controllo numerico dell’ornitofauna (INFS-Istituto nazionale per la fauna selvatica).

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METODI DI CENSIMENTO DI SPECIE AVIFAUNISTICHE - STRIGIFORMI

Istituzione di riferimento INFS (Istituto nazionale per la fauna selvatica) CISO (Italian Center of Ornitology) www.ciso-coi.org Tutti gli istituti universitari che hanno competenze ornitologiche. Musei naturalistici P. Galeotti (Dip. Biol. Anim. Univ. Pavia) P.zza Botta 9, 27100 Pavia Descrizione del metodo Le difficoltà di censimento sono riconducibili alle abitudini notturne e/o elusive della maggior parte delle specie, allo loro bassa densità e alla variazione stagionale nel comportamento e uso degli habitat. I metodi sono i seguenti: Censimenti intensivi al canto spontaneo: consiste nel coprire simultaneamente al tramonto tutta l’area di studio, rilevando i canti spontanei dei maschi da punti di ascolto prefissati. E’ un metodo applicabile per zone campione non troppo vaste, omogenee dal punto di vista ambientale e con una forte densità di popolazione. Ricerca e conteggio dei nidi: utilizzato principalmente per i rapaci diurni, ma anche per rapaci notturni i cui nidi siano facilmente identificabili (es. Gufo comune che utilizza i nidi abbandonati dei corvidi) Censimenti al playback: tale tecnica consiste nello stimolare una risposta territoriale della specie da censire, mediante la riproduzione del canto con un registratore, simulando la presenza di un conspecifico. E’ il metodo che presenta vantaggi maggiori in quanto permette di censire superfici vaste ed eterogenee, rapidità e alto rendimento dei censimenti, ecc. Per quest’ultimo metodo esiste una proposta di standardizzazione (Galeotti, 1991) basata sul censimento al playback da stazioni di emissione-ascolto fissate su percorsi stabiliti (all’interno di un’area campione omogenea o comprensiva di 3-4 differenti ambienti). Finalità della raccolta dati Valutare presenza e densità di taxa all’interno di data area di studio e correlarle allo stato e al trend della biodiversità puntuale e agli strumenti gestionali. Unità di campionamento Dimensioni area campione: 10-20-50 Km2. Numero stazioni o punti: distanze tra i punti da un minimo di 250 m (per ambienti urbani o molto complessi come vallate montane e per specie poco rumorose come il gufo comune) fino a 2 Km (per il Gufo reale). Frequenza della raccolta dati Si utilizza il periodo antecedente a quello riproduttivo, in luna crescente o piena, poco dopo il tramonto o poco prima dell’alba. Tipologia del dato finale prodotto - Percentuali di risposta: per mese, stagione, fase lunare, copertura del cielo (numero risposte/numero stimolazioni), - Dispersione di popolazione: (numero stazioni in cui è presente la specie/numero stimolazioni), - Densità di popolazione: (numero territori o coppie/superficie area di studio). Strumentazione necessaria Binocolo, registratore, scheda di campo, sacchetti per raccolta campioni. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Tempi di stimolazione per il censimento al playback: da 5’ a 10’. Manuale o documento di riferimento Manuali generali sulle tecniche di censimento: Colin J. Bibby, Neil D Burgess, David A. Hill. . Bird Census Techniques. Academic Press. Sutherland William J., 1996 - Ecological Census Techniques a Handbook.Cambridge University Press. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi” Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Manuali di Ornitologia: Brichetti P., Gariboldi A. Manuale Pratico di Ornitologia (vol.1, 2,3). Edagricole Riferimenti bibliografici citati: Farina A., 1987 - I parametri utilizzati nello studio della struttura delle comunità ornitiche. Boll. St. Nat. Lunig. Vol IV: 61-80. 19

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Atti del II Sem. Ital.Cens. Fauna:Vert., Suppl. Ric. Biol. Selv., 16(1991): 437-445. Roche J.C. - Guide Sonore des Oiseaux d’Europe. Scheda di raccolta dati standard Fornibile a richiesta presso: P. Galeotti (Dip. Biol. Anim. Univ. Pavia) P.zza Botta 9, 27100 Pavia Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Fornibile a richiesta presso: P. Galeotti (Dip. Biol. Anim. Univ. Pavia) P.zza Botta 9, 27100 Pavia Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Assente Rete di raccolta dati Assente Profilo dei principali utilizzatori del metodo Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo, bird-watchers. Protocollo di formazione degli operatori Non esiste un vero protocollo formativo per gli operatori, ma questi ultimi dovranno avere una buona conoscenza di riconoscimento delle specie avifaunistiche e del loro canto. A questo proposito esistono corsi specifici effettuati da vari istituti universitari e associazioni specialistiche. Note Esiste un Progetto nazionale CISO denominato STRIX “Gufi e strade”. Questo progetto prevede il monitoraggio della mortalità di rapaci notturni e del Succiacapre vittime del traffico automobilistico, da utilizzarsi sia per proporre possibilità di mitigazione dell’impatto sia come monitoraggio della tendenza delle popolazioni delle varie specie e della loro distribuzione relativa. Coordinamento: per il Piemonte G. Boano, per l’Italia P. Galeotti (Dip. Biol. Anim. Univ. Pavia). Metodi: segnalazione tramite apposita scheda della località, data e specie di ogni rapace notturno e succiacapre trovato morto o ferito sulle strade. Sono richiesti minimi dati ambientali (tipologia strada) e si raccomanda di allegare almeno una penna alla scheda. Banca dati: circa 600 dati georeferenziati (coord. geografiche in gradi, primi) inseriti in computer (formato dbase); in ampliamento.

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CENSIMENTI DI SPECIE AVIFAUNISTICHE COLONIALI E IN GRUPPO (censimento colonie di uccelli acquatici coloniali - Ardeidi e Laridi, censimento di uccelli acquatici svernanti)

Istituzione di riferimento IWRB International Waterfowl Research Bureau INFS (Istituto nazionale per la fauna selvatica) CISO (Italian Center of Ornitology) www.ciso-coi.org Dipartimento di Biologia Animale dell’Università di Pavia (prof. M. Fasola) Tutti gli istituti universitari che hanno competenze ornitologiche in merito. Descrizione del metodo Censimento colonie di uccelli acquatici coloniali (Ardeidi e Laridi): censimento estensivo basato sull’individuazione di colonie e sull’accertamento di nidi attivi. Gli uccelli acquatici coloniali sono relativamente agevoli da censire durante la nidificazione grazie alla distribuzione aggregata dei loro nidi in siti ristretti. - Il censimento in bosco di colonie di Ardeidi prevede almeno tre censimenti annuali: di cui due primaverili-estivi in

cui viene stimato il numero di individui presenti ed eventuale rapporto numerico delle specie di aironi; e uno invernale con conteggio dei nidi vuoti. Una volta effettuate tali operazioni viene stimata la consistenza di ogni specie presente nella colonia ripartendo i nidi contati in inverno in base alla proporzione media tra le specie osservate in primavera.

- Censimento colonie di Laridi: conteggio dei nidi presenti al momento di massima occupazione della colonia in modo da approssimarsi il più possibile al totale effettivo. Il rilevamento dei nidi si compie percorrendo a piedi la colonia, da parte di due o tre rilevatori che camminano a rastrello. Vengono conteggiati solo i nidi occupati (che contengono o mostrano segni di essere stati occupati da pulcini). I nidi osservati possono essere marcati e ricontrollati durante una seconda ricognizione.

Per colonie inaccessibili è possibile effettuare una stima a distanza dei nidi occupati mediante l’ausilio di binocolo o cannocchiale. Per nidi difficili da individuare può essere fatta una stima con conteggio degli adulti in allarme sopra la colonia. Censimenti di uccelli acquatici svernanti: sono censimenti effettuati in pieno inverno in corrispondenza delle zone umide, in quanto molte specie, che in estate sono distribuite su amplissime zone settentrionali del continente eurasiatico, in inverno si concentrano in un più ristretto areale. I conteggi si effettuano intorno alla metà di gennaio, quando si ritiene che i movimenti migratori siano pressoché assenti o comunque molto ridotti. Finalità della raccolta dati Il risultato dei censimenti sarà per ciascuna specie il numero dei nidi attivi contati al momento di massima occupazione. Si potranno ottenere dati relativi ai trend annali utili a fini conservazionistici. Unità di campionamento Censimenti di colonie di Ardeidi e Laridi: la garzaia o il transetto se la colonia è estesa; Censimento di uccelli acquatici svernanti: la zona umida. Frequenza della raccolta dati Censimenti di colonie di Ardeidi: la frequenza della raccolta è annuale con tre uscite: due primaverili-estive, nel periodo di maggior presenza sui nidi degli uccelli, durante la quale stimare la proporzione tra le specie su un campione di 40-50 nidi; una autunnale, con conteggio dei nidi vuoti con ripartizione del numero totale dei nidi tra le specie in base alla loro proporzione media prima calcolata. Censimento Laridi: annuale. Censimento di uccelli acquatici svernanti: annuale. Tipologia del dato finale prodotto Censimenti di colonie di Ardeidi: trend di popolazione. Censimento di uccelli acquatici svernanti: dati sulla densità delle popolazioni di uccelli acquatici svernanti; dati sull’importanza relativa delle zone umide. Strumentazione necessaria L’attrezzatura richiesta comprende un binocolo, un cannocchiale, una guida per il riconoscimento degli uccelli, matita e scheda su cui annotare le osservazioni con i relativi dati di riferimento, GPS, cartografia. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Dipende dall’estensione del territorio (garzaia, area umida).

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Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di popolazione. Manuale o documento di riferimento Censimenti di colonie di Ardeidi e Laridi: Fasola M., 1988 – Aironi e gabbiani. Gli uccelli acquatici coloniali in Europa. Edagricole, Bologna: pp.92. Fasola M., Alieri R., Zandonella Necca D., 1992 - Strategie per la conservazione delle colonie di Ardeinae e modello per la gestione di specifiche riserve naturali. Ricerche di Biologia della Selvaggina n°90. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Censimento di uccelli acquatici svernanti: Baccetti N., Dall’Antonia P., Magagnoli P., Melega L., Serra L., Soldatini C.,Zenatello M., 2002 - Risultati dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Italia: distribuzione, stima e trend delle popolazioni nel 1991-2000. Biologia e Conservazione della Fauna vol.111. Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Barbieri T., 1988 - Uccelli acquatici svernanti in Lombardia. Naturalista Siciliano XII: 59-62. Scheda di raccolta dati standard Per il censimento di Ardeidi esiste una scheda elaborata dal Dipartimento di Biologia Animale di Pavia. Si può altresì fare riferimento alla schede elaborate per la Carta Faunistica della Lombardia (2003). Per il censimento di uccelli acquatici svernanti si fa riferimento all’INFS. Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito TRIM 3.2 (2003) (Trends and Indices for Monitoring Data): programma che permette l’analisi dei dati relativi al censimento di popolazioni selvatiche (http://zeus.nyf.hu/~szept/trim.htm). Rete di raccolta dati Censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Italia (coordinato da INFS), Progetto monitoraggio garzaie (Dipartimento di Biologia Animale di Pavia). Descrizione della rete di raccolta dati Censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Italia: International Waterfowl Census è un progetto europeo dell’International Waterfowl Research Bureau (IWRB) e coordinato in Italia dall'INFS (Istituto nazionale per la fauna selvatica), che prevede censimenti degli uccelli acquatici svernanti nelle principali zone umide del territorio nazionale. I risultati di questi censimenti confluiscono anche nella banca dati di Wetlands International, permettendo così analisi su scale geografiche più ampie, tali da comprendere l’intero areale di svernamento delle varie popolazioni. Progetto monitoraggio garzaie: il progetto fa capo a livello nazionale al Dipartimento di Biologia Animale di Pavia ed ha lo scopo di censire e mappare tutte le garzaie sul territorio dell’Italia settentrionale e valutare l’andamento delle popolazioni di Ardeidi gregari. I dati, raccolti su schede fornite dai coordinatori, vengono poi archiviati in formato Excel ed elaborati con sistemi GIS. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo, bird-watchers. Protocollo di formazione degli operatori Non esiste un vero protocollo formativo per gli operatori, ma questi ultimi dovranno avere una buona conoscenza di riconoscimento delle specie avifaunistiche e dei loro indizi di presenza. A questo proposito esistono corsi specifici effettuati da vari istituti universitari e associazioni specialistiche.

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METODO DI CENSIMENTO DI SPECIE AVIFAUNISTICHE - TETRAONIDI

Istituzione di riferimento INFS (Istituto nazionale per la fauna selvatica) CISO (Italian Center of Ornitology) www.ciso-coi.org Tutti gli istituti universitari che hanno competenze ornitologiche Musei naturalistici

Descrizione dei metodi Censimento estensivo o campionario primaverile dei maschi e/o delle coppie territoriali con richiamo acustico: (Pernice bianca, Coturnice). Realizzazione di conteggi a vista e rilevamenti acustici delle coppie territoriali attraverso sopralluoghi nelle zone di riproduzione mediante l’utilizzo di canto pre-registrato (Bernard Laurent, 1984; Marion et al., 1987). Censimento campionario tardo-estivo delle nidiate con cani da ferma: (Pernice bianca, Fagiano di monte, Coturnice). Conteggio a vista delle nidiate e del numero di componenti per nidiata da attuarsi mediante squadre di osservatori, ciascuna con cani da ferma, che percorrono esaustivamente aree assegnate annotando numero, posizione e ora dei soggetti incontrati (Scherini et al., 1989, Rotelli&Zbinden, 1991). Censimento estensivo primaverile su punti di canto/arene: (Fagiano di monte, Gallo cedrone). Conteggio diretto e distanza dei maschi e delle femmine su punti di canto (Coutrier, 1980, Scherini et al., 1989; SFCP, 1990, 1992).

Finalità della raccolta dati Si possono ottenere dati utili: - all’aggiornamento annuale dei territori occupati; - al calcolo delle densità dei maschi cantori e delle coppie nidificanti nei singoli settori o nelle aree campione; - al confronto dei dati annuali con serie storiche pregresse (in particolare per i valori di sex-ratio); - al calcolo del successo riproduttivo; - alla stima delle consistenze.

Unità di campionamento L’unità di campionamento è l’area campione.

Frequenza della raccolta dati Annuale

Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici (Farina, 1987), alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione.

Strumentazione necessaria L’attrezzatura richiesta comprende un orologio con cronometro, un binocolo, una guida per il riconoscimento degli uccelli, matita e scheda su cui annotare le osservazioni con i relativi dati di riferimento, GPS, riproduttore di suoni con cassa amplificata da 5 watt.

Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Variabile a seconda del metodo applicato e delle dimensioni dell’area di studio.

Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di abbondanza Stime di consistenza Stime di densità

Manuale o documento di riferimento Manuali generali sulle tecniche di censimento: Colin J. Bibby, Neil D Burgess, David A. Hill. . Bird Census Techniques. Academic Press. Sutherland William J., 1996 - Ecological Census Techniques a Handbook.Cambridge University Press. Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi”. Manuali di Ornitologia: Brichetti P., Gariboldi A. Manuale Pratico di Ornitologia (vol.1, 2,3). Edagricole. Riferimenti bibliografici citati: Farina A., 1987 - I parametri utilizzati nello studio della struttura delle comunità ornitiche. Boll. St. Nat. Lunig. Vol IV: 61-80.

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Roche J.C. - Guide Sonore des Oiseaux d’Europe. Bernard Laurent A., Laurent J.L., 1984 - Méthode de recensement de perdrix bartavelle (Aleactoris gaeca saxatilis) au printemps: applications dans les Alpes Maritimes. Gibier Faune Sauvage.4: 69-85. Coututier M., 1980 - Les coqs de bruyère: tome 1e grand coq de bruyère; tome II, Le petit coq de bruyère. Dubusc éed., Boulogne: pp.1529. Marion W.R., O’Meara T.E., Maehr D.S., 1981 - Use of playback recordings in sampling elusive or secretive birds. Stud.Avian.Biol., 6: 137-147. S.F.C.P., 1990 - Censimento Tetraonidi 1990. Gallo cedrone e forcello. Provincia Autonoma di Trento, Servizio Foreste Caccia e Pesca: pp.75 S.F.C.P., 1991 - Censimento Tetraonidi 1990. Gallo cedrone e forcello. Provincia Autonoma di Trento, Servizio Foreste Caccia e Pesca: pp.140. Scherini G., Tosi G., Guidali F., Ferrario G., 1989 - Indagine faunistica sulla consistenza dinamica di popolazione e gestione venatoria del gallo forcello sulle Alpi Lombarde. Regione Lombardia, Settore Agricoltura e Foreste, Milano: pp. 72.

Scheda di raccolta dati standard Non esiste una scheda standard, ma può essere fatto riferimento a quella predisposta per il progetto di monitoraggio nazionale MITO2000, oppure a quella predisposta per la carta Faunistica della Regione Lombardia.

Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Non esiste una guida standard, ma può essere fatto riferimento a quella predisposta per il progetto di monitoraggio nazionale MITO2000 oppure a quella predisposta per la carta Faunistica della Regione Lombardia.

Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Esiste un software di archiviazione collegato al progetto MITO2000.

Rete di raccolta dati - MITO2000 – Monitoraggio degli uccelli nidificanti in Italia, - Progetto Atlanti degli Uccelli Nidificanti, - Banca dati sul controllo numerico dell’ornitofauna (INFS - Istituto nazionale per la fauna selvatica), - Carte faunistiche regionali.

Descrizione della rete di raccolta dati MITO2000: Il programma è stato organizzato su base regionale o sub-regionale, attraverso una rete di 25 coordinatori individuati tra i gruppi di ornitologi organizzati a livello locale. Lo scopo perseguito è quello di ottenere su base annuale carte di distribuzione semi-quantitative per tutto il territorio italiano, così da disporre, a partire dal secondo anno, di informazioni relative agli andamenti delle popolazioni nidificanti, differenziate per area geografica. Questa iniziativa, coordinata a livello italiano dal Centro Italiano Studi Ornitologici (CISO), si inserisce nel programma Euromonitoring avviato dallo European Bird Census Council su scala continentale. La rete prevede l’esecuzione di punti di ascolto in base a un programma randomizzato e in base a un programma, più limitato, di uscite predisposte direttamente dai rilevatori o dai coordinamenti regionali. La griglia di rilevamento è stata predisposta sulla base delle maglie UTM di 50 km di lato, già utilizzate nell’Atlante Europeo degli Uccelli nidificanti. Per il programma randomizzato, il numero di uscite previste per regione varia da 7 per la Val d’Aosta a 50 per la Sicilia. Gli organizzatori sono il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, l’Università degli Studi di Milano Bicocca, l’Università degli Studi della Calabria, il Centro Italiano Studi Ornitologici, e il progetto ha ottenuto il parziale finanziamento del Ministero stesso. Il coordinamento è stato affidato a Lorenzo Fornasari, dell'Università di Milano Bicocca, e a Toni Mingozzi, dell’Università della Calabria, entrambi delegati CISO presso l'European Bird Census Council (EBCC). Atlante degli Uccelli Nidificanti: mentre quello nazionale è terminato, esiste tutta una serie di iniziative, a livello comprensoriale, regionale, provinciale, urbano e locale. Banca dati sul controllo numerico dell’ornitofauna (INFS-Istituto nazionale per la fauna selvatica): la banca dati raccoglie i dati relativi all’intero territorio nazionale sugli interventi e sulle azioni di controllo numerico delle popolazioni ornitiche selvatiche. Le attività sono coordinate dalle amministrazioni locali delegate dal 1997.

Profilo dei principali utilizzatori del metodo Amministrazioni pubbliche,Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo, bird-watchers.

Protocollo di formazione degli operatori Non esiste un vero protocollo formativo per gli operatori, ma questi ultimi dovranno avere una buona conoscenza di riconoscimento delle specie avifaunistiche e del loro canto. A questo proposito esistono corsi specifici effettuati da vari Istituti universitari e associazioni specialistiche.

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MONITORAGGIO MEDIANTE INANELLAMENTO DI UCCELLI

Istituzione di riferimento L’Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) autorizza e coordina l’attività di marcatura degli uccelli selvatici a fini scientifici e disciplina l’utilizzo dei contrassegni identificativi. Altri soggetti sono coinvolti in tale attività di ricerca con diverso titolo e competenze: - l’insieme degli inanellatori italiani abilitati (www.gruccione.it); - diversi istituti universitari con linee di ricerca, competenze e personale esperto in campo ornitologico. Descrizione del metodo L’inanellamento a scopo scientifico consiste nelle seguenti operazioni: - cattura di uccelli selvatici tramite metodi appositamente progettati per fini di ricerca ed autorizzati dall’INFS; - identificazione delle specie catturate; - marcaggio con anelli metallici forniti dall’INFS, riportanti la sigla identificativa dell’Istituto o con altri contrassegni

visibili a distanza; - determinazione, quando tecnicamente possibile, e codificazione del sesso e dell’età; - rilevamento dei dati morfometrici (salvo situazioni eccezionali) e delle altre informazioni richieste dall’Istituto,

tramite procedure standardizzate aggiornate; - rilascio in natura dei soggetti inanellati; - codificazione e trasmissione a scadenza regolare di tutti i dati raccolti esclusivamente all’INFS con le modalità da

questo specificate. Per la conduzione dell’attività di inanellamenti è prevista l’ottemperanza delle seguenti norme: - le catture devono essere effettuate tramite reti tipo “mist net”; - possono essere inanellati esclusivamente soggetti involati; - l’impianto deve essere segnalato da cartelli forniti dall’INFS e recanti il nome dell’inanellatore; - gli uccelli estratti dalle reti devono essere alloggiati in contenitori idonei alle loro dimensioni e caratteristiche

comportamentali sino al momento dell’apposizione dell’anello e dei rilevamenti morfometrici. I contenitori possono essere rappresentati da: o sacchetti in tessuto nei quali gli uccelli verranno posti singolarmente; o scatole rigide in cartone, vimini o legno nelle quali potranno essere alloggiati più soggetti (per Irundinidi,

limicoli); o strutture temporanee in rete o tessuto per l’alloggiamento di specie con esigenze particolari (per limicoli, sterne,

Fenicottero); - i sacchetti contenenti gli uccelli in attesa di essere inanellati dovranno essere tenuti appesi; - l’inanellatore dovrà provvedere alla pulizia frequente dei contenitori allo scopo di limitare l’accumulo di deiezioni; - non appena apposto l’anello e completati i rilevamenti morfometrici gli uccelli devono essere liberati. Ad eccezione

degli uccelli notturni, è in genere preferibile ritardare all’alba del giorno seguente la liberazione degli animali catturati al crepuscolo;

- una volta aperte le reti l’inanellatore deve, in normali condizioni climatiche, effettuare un controllo, indicativamente con cadenza oraria, da un’ora dopo l’alba sino a tre ore dopo il tramonto. In caso di pioggia debole e/o vento intenso intermittenti è necessario eseguire i controlli ogni trenta minuti circa, effettuandoli anche nelle ore notturne. Con temperature estreme (indicativamente sotto i 5 °C e sopra i 30 °C) o vento forte le reti devono essere sorvegliate continuativamente anche nelle ore notturne. Nel caso del persistere di condizioni di pioggia intensa, vento molto forte, neve o grandine le reti devono essere disattivate nel più breve tempo possibile;

Anche la disattivazione dell’impianto è specificatamente normata e prevede: - tutti i tiranti orizzontali delle mist-nets devono essere posti alla stessa altezza, chiudendo così le sacche. La rete deve

essere avvolta strettamente su se stessa e, nel caso di chiusura protratta per più giorni, fissata con lacci ad intervalli di 3 metri circa;

- la prodina deve avere l’eventuale meccanismo di scatto in posizione di riposo (ante della prodina chiuse); - le trappole ad invito devono avere gli ingressi chiusi o un’ampia apertura che consenta un’agevole fuga degli

individui in transito; - le trappole a scatto dovranno avere il meccanismo di sgancio inattivo; - le trappole per Anatidi dovranno avere un ampio spazio di uscita. Finalità della raccolta dati Come per gli altri paesi europei anche in Italia le operazioni di inanellamento sono finalizzate storicamente allo studio e alla descrizione delle rotte migratorie degli uccelli. Un’importante componente della banca dati gestita presso il Centro Nazionale di Inanellamento è infatti rappresentata dalle ricatture di uccelli inanellati, le quali si riferiscono sia a segnalazioni in Italia e all’estero di soggetti marcati con anelli italiani, sia a ricatture in Italia di uccelli inanellati in altri Paesi. Questi dati consentono di analizzare areali di origine, zone di transito ed areali di destinazione dei contingenti di migratori che interessano il nostro Paese.

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Contemporaneamente, dall’analisi integrata dei dati di produttività e sopravvivenza, di tipologia ambientale e dell’andamento meteo-climatico è stato possibile identificare i fattori che influiscono sulle variazioni dei parametri demografici e quindi indirizzare la gestione delle popolazioni ornitiche e del loro ambiente di vita. Uno degli sviluppi recenti nelle potenzialità dell’inanellamento per descrivere le rotte di migrazione è stato offerto dalle reti di stazioni operanti con metodologie standardizzate: ciò consente, infatti, di valutare la frequenza relativa, in una serie di siti di cattura, di una determinata specie in rapporto ad un raggruppamento di specie caratterizzate da esigenze ecologiche simili. Unità di campionamento La stazione d’inanellamento è costituita da un sito che funge da incanalamento o da richiamo naturale per gli uccelli in migrazione. In tale sito è posizionato l’impianto di cattura costituito da una serie di reti da intrappolamento variabile per numero e tipologia. L’impianto è diviso in genere in settori, per ottimizzare la conformazione dell’ambiente e per praticità gestionale. In genere è prevista una fase sperimentale di alcuni anni, in cui la configurazione della stazione viene variata per perfezionare le operazioni di cattura incruenta fino al raggiungimento della morfologia ritenuta ottimale. Gli impianti di cattura della rete operano con gli stessi metodi, siano essi stazioni di valico, di versante o di fondovalle; ciò permette la confrontabilità e la cumulabilità dei dati raccolti. Frequenza della raccolta dati L’attività di inanellamento è particolarmente concentrata nei periodi di massimo traffico migratorio (ovvero primavera e autunno) con un picco di attività coincidente con il mese di ottobre. A partire dal 1988, con il progetto “Piccole Isole”, i dati sono stati raccolti con maggior intensità anche nel periodo primaverile ed estivo fornendo maggiori informazioni relativamente alla nidificazione e allo svernamento delle specie ornitiche inventariate. La copertura sia stagionale che geografica fornita dall’attività di inanellamento è stata ulteriormente potenziata negli ultimi anni anche grazie all’attivazione di una serie di progetti coordinati su scala nazionale ed internazionale. Tipologia del dato finale prodotto Le informazioni raccolte sono di varia natura: - singoli dati di inanellamento (specie, biometria, corologia, habitat del sito di cattura, ecc.); - dati di ricattura di esemplari precedentemente inanellati; - fenologia di circa 350 specie ornitiche; - rotte seguite e intensità della migrazione; - influenza topografica e meteorologica locale sulla migrazione; - uso dell’habitat e relativa cartografia (shape file) legate a specie target; - analisi di comunità e dinamica delle popolazioni (legate in particolare al sito di cattura); - demografia delle popolazioni ornitiche a livello europeo; - condizioni fisiologiche dei migratori al momento della cattura (muta del piumaggio, depositi di grasso, sviluppo

muscolare); - variabilità morfologica e misura della biodiversità fenotipica. Annualmente sono inanellati circa 250.000 uccelli di oltre 350 specie diverse. Strumentazione necessaria Tutto il materiale che l’Istituto rilascia all’inanellatore (pinze, anelli, strumenti di misurazione, prodina, tabelle, sacchetti in tessuto nei quali gli uccelli sono posti singolarmente, scatole rigide in cartone, vimini o legno nelle quali possono essere alloggiati più soggetti ecc., strutture temporanee in rete o tessuto per l’alloggiamento di specie con esigenze particolari, ecc.), è affidato agli inanellatori in custodia temporanea. Tale materiale, in caso di revoca dell’autorizzazione o di rinuncia, deve essere restituito. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Variabile a seconda della specie considerata, degli ausili necessari per la cattura e delle condizioni ambientali. In generale i tempi di manipolazione dell’animale sono espressamente ridotti al minimo per limitare lo stress da cattura degli esemplari inanellati e permetterne una rapida e redditizia reintroduzione in natura. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati indici annuali delle dimensioni della popolazione adulta; indici di produttività in termini di giovani involati; stima annuale dei tassi di sopravvivenza degli individui adulti; stima del reclutamento dei giovani nella popolazione adulta; indici demografici e stime di popolazione per una serie di specie target (principalmente piccoli Passeriformi), contraddistinte da diverse strategie migratorie e preferenze ambientali; indici basati su caratteristiche morfologiche o fenotipiche in grado di evidenziare aspetti essenziali della diversità biologica non evidenziati da quelli tassonomici o filogenetici.

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Manuale o documento di riferimento Oltre alla letteratura ad uso interno del circuito di inanellatori autorizzati sono disponibili i seguenti volumi: - Brichetti, P. - Gariboldi, A., 1997 - "Manuale pratico di ornitologia" - Bologna: Edagricole, 362 pp.; - Brichetti, P. - Gariboldi, A., 1999 - "Manuale pratico di ornitologia vol.2" - Bologna: Edagricole, 353 pp.; - Brichetti, P. - De Franceschi, P. - Baccetti, N., 1992 - "Uccelli" - Bologna: Calderini, 964pp. Scheda di raccolta dati standard Esiste una specifica modulistica prodotta e raccolta da INFS a servizio dell’attività di inanellamento e degli specifici progetti di ricerca. Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Le schede suddette sono generalmente corredate di una specifica legenda e/o da una guida alla compilazione. Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito I dati fenologici e morfometrici sono raccolti all’interno di database specifici e georeferenziati tramite il programma Arc Info ESRI. In generale, risulta decisamente notevole lo sforzo di informatizzazione dei dati da parte degli stessi inanellatori: è indicativo evidenziare che il trasferimento dei dati dai singoli inanellatori al referente dell’INFS della rete avvenga esclusivamente mediante supporto elettronico, misura ritenuta indispensabile per gestire concretamente la grande mole di informazioni raccolte. Rete di raccolta dati Rete di inanellatori italiani coordinati dall’INFS e relativa banca dati del Centro Nazionale di Inanellamento Italiano (INFS - Istituto nazionale per la fauna selvatica). Descrizione della rete di raccolta dati La rete di inanellatori coordinata dall'INFS sostiene la maggior banca dati di carattere biologico presente attualmente in Europa. Le informazioni raccolte sono relative alla specie e alle caratteristiche fisiche dell'uccello inanellato, il codice anello, la distanza percorsa e la direzione dell'individuo inanellato. Al momento sono disponibili i dati di ricattura dal 1939 e i dati di segnalazioni di soggetti inanellati a partire dal 1982. I dati sono raccolti, per l’intero territorio nazionale, tramite l’attività di circa 400 rilevatori attivi durante tutto l’anno. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Una delle caratteristiche più salienti dell’inanellamento è rappresentata dall’esistenza di una vasta comunità, distribuita a livello internazionale, di inanellatori altamente qualificati e che operano su base largamente volontaria. Una tale rete di monitoraggio consente lo sviluppo di progetti di inanellamento coordinati e sviluppati su vaste aree geografiche, in modo da ottenere una migliore comprensione delle interrelazioni evolutive tra gli habitat e le diverse comunità ornitiche. La comunità dei circa 10.000 inanellatori europei è coordinata dall’EURING (European Union for Bird Ringing), un organismo scientifico fondato nel 1963, e che riunisce ben 38 Centri Nazionali di inanellamento, rappresentati questi ultimi da istituti nazionali di ricerca o musei di storia naturale. La presidenza dell’EURING è, dal 1995, presso l’INFS. In Italia, gli inanellatori operano in qualità di volontari nell’ambito dell’attività di ricerca condotta e/o promossa dall’INFS; essi, inoltre, possono lavorare in progetti finalizzati promossi da altri Enti purché questi risultino compatibili con i compiti istituzionali e con l’attività di ricerca dell’Istituto stesso. In tutte le operazioni riguardanti l’attività di inanellamenti, gli inanellatori, gli aspiranti inanellatori ed i collaboratori devono attenersi alle disposizioni di uno specifico regolamento per lo svolgimento dell’attività a scopo scientifico, assumendosi la piena responsabilità del loro operato. Protocollo di formazione degli operatori L’INFS organizza, coordina ed effettua sull’intero territorio nazionale l’inanellamento di uccelli a scopo scientifico ed è deputato alla formazione ed alla valutazione tecnica degli inanellatori (comma 2, art. 4; commi 3 e 5, art. 7, legge n. 157/92). Le fasi per il conseguimento della qualifica di inanellatore sono suddivise in apprendistato e corso di formazione: salvo casi eccezionali, l’aspirante inanellatore deve trascorrere un periodo di apprendistato di durata non inferiore a un anno e per non meno di 24 giornate operative sul campo, durante il quale farà pratica presso almeno due diversi titolari di permesso “A”. Al computo delle giornate operative possono contribuire anche i periodi di partecipazione a progetti di inanellamento condotti o coordinati dall’INFS; gli aspiranti inanellatori devono inoltre partecipare agli specifici corsi di formazione che prevedono un primo esame con prove teorico-pratiche previste che autorizza il detentore ad operare in base alle specifiche per il permesso di base “C”. Dopo non meno di un anno di attività l’inanellatore potrà fare richiesta di ammissione all’esame per il permesso di grado superiore.

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Area tematica Biodiversità: tendenze e cambiamenti - fauna Denominazione del metodo

CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI CARNIVORI (CANIDI, FELIDI, URSIDI)

Istituzione di riferimento Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) Province e Regioni Istituti universitari con competenze idonee Università degli Studi dell’Insubria Musei con competenze idonee Parchi Associazione Teriologica Italiana- A.T.It. (http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/atit/) Unione Zoologica Italiana – U.Z.I. (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/uzi/) Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia (Società Italiana di Entomologia, UZI, Ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio– Servizio Conservazione della Natura). Gruppo Studio Grandi Carnivori FVG http://www.uniud.it/dspa/grandicarnivori/grandicarnivori.htm The website for Resources Inventory Committe (RIC) - Government of British Columbia (http://www.for.gov.bc.ca/ric/Pubs/teBioDiv/index.htm) WWF Italia Parco naturale Adamello Brenta Comitato Progetto Orso (Trentino) Descrizione del metodo Raccolta e analisi critica delle osservazioni e dei rilevamenti di indici di presenza puntiformi: per Lupo, Orso e Lince. Per l’accertamento della presenza del lupo e dell’orso sul territorio e per la valutazione delle variazioni dell’areale è importante la raccolta costante e capillare di tutte le segnalazioni di predazioni e attacchi del bestiame. Questi dovranno essere denunciati tempestivamente per permettere l’esame delle carcasse degli animali e l’ispezione della zona ove sono avvenute le predazioni. Solo in questo modo sarà possibile l’attribuzione certa delle predazioni al lupo, nonché la stima degli individui presenti. Si procede alla raccolta delle segnalazioni puntiformi di rilevamenti diretti e/o indiretti (avvistamenti, impronte e tracce, escrementi e peli, animali predati) relative ai territori di competenza. Viene inoltre effettuata la determinazione di eventuali danni attribuibili al lupo e all’orso. Ricognizione sistematica e rilevamento di indici di presenza su percorsi campione: per Orso Lupo e Lince - realizzazione su percorsi campione con il rilevamento e/o la raccolta di indici di presenza. Unitamente alla

registrazione di predazioni, è necessario effettuare rilevamenti diretti, investigando vaste aree per l’individuazione di segni di presenza riconducibili alla specie in oggetto. Tali segni sono costituiti dagli escrementi, che hanno significato di marcatura territoriale e sono riconoscibili, dalle impronte sulle nevi e dai resti delle predazioni su animali selvatici.

- Ricerca dei segni di presenza predisponendo una serie di percorsi a ragnatela, in modo da coprire tutto il territorio e precorrendoli almeno una volta per stagione.

- Attribuzione specifica dei campioni. Rilevamento di piste su terreno innevato: per Lupo. Metodo adottabile su vaste aree utilizzando diversi operatori pratici di sci alpino. Il territorio deve essere suddiviso in sottozone (UdR) ognuna assegnata ad una coppia di operatori. Nelle 24 ore successive ad una nevicata le UdR vengono perlustrate completamente. Le piste e i percorsi dei lupi vengono mappati su carte topografiche. Il numero di individui viene stimato esaminando le piste nel momento in cui queste si dividono e i diversi esemplari del branco non camminano più sulla stessa linea. Tecnica dell’ululato indotto: utilizzato per Lupo. Viene individuata una griglia casuale di punti di rilevamento. La pianificazione di un campionamento sistematico mediante la tecnica dell’ululato indotto si basa sull’ipotesi che in condizioni ottimali la capacità di udibilità di un ululato di risposta da parte degli operatori arriva a 1,5 Km, da cui la distanza sistematica delle stazioni casuali di 3 Km. Conteggio delle tane attive in periodo primaverile: per Volpe. È il metodo più efficace per ottenere stime quantitative delle popolazioni di volpe, da applicarsi quando la vegetazione non è ancora nel pieno dello sviluppo e le tane possono essere rinvenute con discreta facilità. Si procede con l’individuazione delle tane attive, che ospitano coppie o gruppi di riproduttori con cuccioli, facilmente riconoscibili dai resti delle prede presenti presso l’imboccatura e dalle impronte lasciate sul terreno nudo davanti agli ingressi. Censimento estivo o campionario notturno con faro: per Volpe. Efficace solamente in territori molto aperti dove non vi siano boschi o cespugliati o comunque vegetazione che possa celare gli individui alla vista, può essere anche utilizzato in abbinamento a censimenti di Lepre o Ungulati. Il metodo può prevedere anche una stima delle distanze di osservazione e delle superfici illuminate. Rilevamento di indici di presenza su percorsi campione: per Volpe. Indici affidabili di abbondanza delle popolazioni possono essere ottenuti rilevando i segni di presenza, in particolare escrementi, su percorsi campione.

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Finalità della raccolta dati Conteggio delle tane attive in periodo primaverile: il numero di tane attive in un’area adeguatamente perlustrata fornisce un indice dell’abbondanza della popolazione, il conteggio ripetuto negli anni permette di stabilire la tendenza della popolazione. Si ottiene generalmente un’analisi di tipo quantitativo o semi-quantitativo con espressione dei risultati in termini di indici di abbondanza. I dati raccolti permettono di ottenere dati di biodiversità, oltreché di densità di popolazione. Gli altri metodi sono utilizzati in generale per valutare presenza e densità di taxa all’interno di data area di studio e correlarle allo stato e al trend della biodiversità puntuale e agli strumenti gestionali. Unità di campionamento Variabile in funzione della tipologia di censimento. Frequenza della raccolta dati Stagionale o annuale e a seconda della specie considerata e delle finalità del censimento. Per il censimento su neve questo può essere ripetuto ad ogni nevicata dalle prime nevicate autunnali alla primavera. Per la tecnica dell’ululato indotto, repliche da luglio a settembre. Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione e fornire informazioni utili a fini gestionali e di reintroduzione. Strumentazione necessaria Per la tecnica dell’ululato indotto: amplificatori da 40 Watt, dotati di altrettante trombe direzionali di emissione (RCF), lettori CD, CD con la registrazione. Cronometri, anemometri, bussole e lampade frontali. Si può fare riferimento a: Azioni di conservazione del lupo (Canis lupus) in 10 SIC di tre Parchi della Regione Emilia-Romagna (LIFE00/NAT/IT/7214). Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento In funzione della tecnica adottata. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indici di abbondanza Stime di densità di popolazione Stime di mortalità Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Wilson D E., Russel Cole F., Nichols J.D. et al., 1984 - Measuring and monitoring biological diversity. Standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press. Washington and London. Regione Lombardia (Assessorato all’Agricoltura), 2003 - Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi” Kaczensky P., Huber T., Huber D., Frkovic A., Fico R., 1997 - Chi è stato? Riconoscere e documentare gli animali da preda e le loro tracce. Istituto Zooprofilattico Sperimentale dell’Abruzzo e del Molise.pp.57. Ciucci P., L. Boitani, 1998 - Il Lupo. Elementi di biologia, gestione e ricerca. Istituto Nazionale della Fauna Selvatica "Alessandro Ghigi", Documenti Tecnici n. 23. Ciucci, P., L. Boitani, 1999b - Monitoraggio del lupo su neve all’interno dei parchi nazionali: una necessità,un’opportunità e una proposta operativa. Biologia e Conservazione della Fauna xx:xxx-xxx. Instampa Ciucci, P., L. Boitani, 1999c - Distribuzione dei segni di marcatura del lupo su neve nell’Appennino Tosco-emiliano. In Programma e Riassunti del IV Congresso dei Biologi della Selvaggina, 28-30 ottobre 1999, Bologna: 91. Ciucci, P., M. Masi e L. Boitani, 2000 - Assessing winter habitat use by wolves from snowtracking data: a G.I.S. and logistic regression approach. In Program & Abstracts. Beyond 2000: realities of wolf global restoration, 23-26 febbraio 2000, Duluth, Minnesota: 84. Harrington F., 1986 - “Timber wolf howling playback studies: discrimination of pup from adult howls”, Animal behaviour; Fentress J.C., 1990 - “Individually distinct vocalizations in timber wolves, Canis lupus”, Animal Behaviour. Fuller T., Sampson B., 1998, “Evaluation of a simulated howling survey for wolves”, J Wildl. Management.

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Scheda di raccolta dati standard Non esiste una scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia stese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Non esiste una guida alla compilazione della scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia, stese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Rete di raccolta dati - “Monitoraggio dei grandi carnivori nell'arco alpino” - Progetto Lince Italia (http://www.progetto-lince-italia.it/) - Progetto "Life Ursus". - Progetto lupo (progetti relativi a diverse zone d’Italia) e Progetto Lupo Svizzera Descrizione della rete di raccolta dati “Monitoraggio dei grandi carnivori nell'arco alpino”, proponente WWF Italia Dipartimento di Scienze della Produzione Animale Università di Udine, Istituto nazionale per la fauna selvatica, Parco nazionale delle Dolomiti Bellunesi . Il monitoraggio per ora attuato è stato elaborato nell'ambito del progetto life "azioni urgenti di conservazione dei grandi carnivori nell'arco alpino" e può essere scomposto in due grossi rami di attività: - attività di organizzazione e supporto al monitoraggio; - attività di divulgazione, educazione, informazione e didattica. Progetto Lince Italia: Il PLI è un progetto naturalistico il cui soggetto protagonista è la lince eurasiatica (Lynx lynx) nel nostro paese. Scopo principale è quello di svolgere attività di ricerca con il fine di poter descrivere lo status attuale della specie, nonché di raccogliere quelle conoscenze intese come contributo affinché le discussioni sulla lince possano venir condotte in maniera più oggettiva, quindi necessarie per ogni forma di gestione. Scopo generale è, in sintonia con gli sforzi internazionali, di consentire alla lince di ritornare a vivere in Italia con una popolazione vitale in sintonia con le diverse attività umane. Il Progetto Lince Italia ha la sua sede legale all’Università degli Studi di Padova, presso la cattedra di Zoologia Agraria, Forestale ed Acquicoltura (Dipartimento di Agronomia ambientale). Un primo centro operativo è stato avviato a Tarvisio (UD), in Friuli Venezia Giulia. “Progetto Life Ursus”: un’iniziativa congiunta tra il Parco Adamello Brenta, la Provincia Autonoma di Trento (Servizi forestali) e l’Istituto nazionale per la fauna selvatica “Alessandro Ghigi” (INFS). Il programma di monitoraggio dell’intera popolazione di orsi (immessi e autoctoni) ha lo scopo di raccogliere indici di presenza degli orsi stessi e valutare il numero di orsi presenti sul territorio. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Amministrazioni Pubbliche, Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo Note Valutazioni sulla tendenza, produttività e struttura delle popolazioni possono anche essere ottenute dall’esame degli individui abbattuti durante le operazioni di controllo.

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CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI UNGULATI

Istituzione di riferimento Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) Province e Regioni Istituti universitari con competenze idonee Musei con competenze idonee Parchi Associazione Teriologica Italiana- A.T.It. (http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/atit/) Unione Zoologica Italiana – U.Z.I. (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/uzi/) Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia (Società Italiana di Entomologia, UZI, Ministero dell’Ambiente - Servizio Conservazione della Natura). The website for Resources Inventory Committe (RIC) – Government of british Columbia (http://www.for.gov.bc.ca/ric/Pubs/teBioDiv/index.htm) Descrizione del metodo Censimento estensivo mediante unità di osservazione (block count): utilizzato per Cervo, Capriolo, Stambecco, Camoscio delle Alpi o alpino e Muflone. Si prevede l’osservazione da parte di operatori fissi e/o in movimento in settori (SdR) e Unità di rilevamento (UdR). Suddivisione dell’intera Unità di Gestione, mediante impiego di carte 1:25.000 – 1:10.000, in Settori di Rilevamento (SdR) da sottoporre al conteggio in giornate successive. Suddivisione dei SdR in Unità di Rilevamento (UdR) di estensione variabile per la realizzazione di censimenti esaustivi (block cont). Le UdR potranno essere incentrate, a seconda dei periodi, sui quartieri di svernamento, sulle zone aperte di pascolo, su alcune zone di estivazione. Censimento estensivo o campionario primaverile notturno con faro: utilizzato per Cervo e Capriolo. Si tratta di un’osservazione notturna condotta da automezzo mediante l’impiego di fari, finalizzata ad una quantificazione complessiva delle presenza lungo percorsi o in aree aperte, con individuazione di percorsi idonei. Censimento estensivo o campionario al bramito: utilizzato per Cervo. Si tratta di un rilevamento notturno acustico dei maschi adulti al bramito e definizione della composizione della popolazione mediante osservazioni diurne. Censimento campionario mediante battuta: utilizzato per Cervo, Capriolo e Cinghiale. Osservazioni condotte da operatori fissi (osservatori) e mobili (battitori) nell’ambito di battute. Metodo valido per definire in termini assoluti e con una certa attendibilità la densità, ma di difficile applicazione in montagna. Raccolta e analisi critica delle osservazioni puntiformi su base annuale: utilizzato per Cervo, Capriolo e Muflone. Avvistamenti operati durante l’intero corso dell’anno (anche da punti fissi di osservazione) e successiva valutazione critica degli stessi, al fine di determinare valori di consistenza. E’ possibile la realizzazione di transetti e installazione di punti di osservazione (altane) nelle zone maggiormente frequentate. Conteggio dei maschi di un anno e calcolo empirico della consistenza totale: utilizzato per il Capriolo. Per una stima quantitativa Perco (1987) suggerisce un metodo empirico basato sul conteggio il più possibile esatto dei maschi di un anno, presupponendo che il rapporto tra i sessi sia di 1:1 e che il numero dei soggetti di un anno, sopravvissuti all’inverno e contati in primavera, sia pari al numero di tutti i maschi e di tutte le femmine di altra età presenti. Rilevamento di indici di presenza: utilizzato per il Capriolo. Stima dell’abbondanza di caprioli in base al numero dei segni di presenza (fregoni, tracce, brucature). Quantificazione degli indici di presenza in rapporto ad una superficie o ad un transetto (strip transect). Stime in base a misurazioni biometriche: utilizzato per Capriolo, Camoscio. Nel quadro delle valutazioni indirette, indici di abbondanza relativa possono anche essere ricavati dall’analisi della variazione dei pesi degli animali abbattuti e della lunghezza della mandibola e dei depositi adiposi. Censimento estivo o campionario all’aspetto da punti di osservazione: utilizzato per Cinghiale e Daino. Metodo con ampie possibilità di applicazione, in particolare se le zone di foraggiamento vengono preparate in zone aperte facilmente controllabili da punti di osservazione elevati. Per quanto riguarda il cinghiale può verificarsi una sottostima della classe dei maschi adulti meno propensi ad avventurarsi all’aperto per cibarsi. Per il Daino, affinché il censimento dia risultati affidabili, è necessario che la superficie campionata sia almeno il 30% del territorio da investigare.

Finalità della raccolta dati I metodi descritti rispondono a diversi obiettivi, tra loro integrati e complementari: determinazione della densità e della struttura di popolazione, attraverso le osservazioni dirette per aree campione; determinazione della densità relativa, della distribuzione della popolazione e dell’utilizzazione dell’habitat, attraverso la raccolta di segni indiretti di presenza. Si ottiene generalmente un’analisi di tipo quantitativo o semi-quantitativo con espressione dei risultati in termini di indici di abbondanza. I dati raccolti permettono inoltre di ottenere dati di biodiversità, oltreché di densità di popolazione anche suddivisa per classi di età.

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Unità di campionamento Solitamente si suddividono i territori da monitorare in unità ambientali omogenee denominate Parcelle di Rilevamento Faunistico (PRF) alle quali riferire i dati faunistici. A seconda della tecnica di censimento verranno considerate Unità di Rilevamento, piuttosto che transetti ecc. Frequenza della raccolta dati Censimento estensivo mediante unità di osservazione (block count): censimenti annuali, effettuati in periodi favorevoli (solitamente periodi svernamento), diversi a seconda della specie considerata. Censimento estensivo o campionario primaverile notturno con faro: annuale, effettuata nel periodo primaverile (da aprile a giugno). Censimento campionario mediante battuta: potenzialmente realizzabile durante tutto l’anno, ma preferibilmente dalla fine dell’autunno all’inizio della primavera quando la vegetazione offre meno ostacoli alla progressione e alla osservazione. Raccolta e analisi critica delle osservazioni puntiformi su base annuale: annuale. Censimento estivo o campionario all’aspetto da punti di osservazione: anche due volte l’anno. Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione, oltre che ad orientare per un’adeguata gestione delle risorse faunistiche. Strumentazione necessaria In funzione della tipologia di censimento e della specie considerata Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento In funzione della tipologia di censimento e della specie considerata Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indice di abbondanza Stime di densità di popolazione Stime per classi di età Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Wilson D E., Russel Cole F., Nichols J.D. et al., 1984 - Measuring and monitoring biological diversity. Standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press. Washington and London. Regione Lombardia (Assessorato all’Agricoltura), 2003 - Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi” Perco F., 1987 - Ungulati. Lorenzini, Udine, 1-223. Tosi G. & Toso S., 1992 - Indicazioni generali per la gestione degli ungulati. INFS, Bologna Documenti tecnici, 11. Tosi G. & Lovari S., 1997 - Italy. In: Shackleton (Ed.) D.M. Wild sheep and Goats and their relatives. Status survey and conservation action plan for Caprinae. IUCN/SSC Caprinae Specialist Group, Gland and Cambridge, pp. 111-118. Scheda di raccolta dati standard Non esiste una scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia stese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Non esiste una guida alla compilazione della scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia, stese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Non esiste

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Rete di raccolta dati - Banca dati degli Ungulati (INFS Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica) - Carte faunistico-venatorie - Progetto Atlante Mammiferi Italia (P.A.M.I.). Descrizione della rete di raccolta dati La banca dati, coordinata dall’ INFS, raccoglie per tutti gli ungulati e tutte le unità di gestione i dati dei censimenti, dei piani di prelievo e degli abbattimenti effettuati. Le unità di gestione presso cui vengono raccolti i dati sono: parchi, oasi, aziende, comprensori alpini, ambiti territoriali di caccia, riserva comunali. Dai dati raccolti su tutto il territorio nazionale e georeferenziati a scala 1.50.000, si ricavano informazioni relativamente alla sostenibilità del prelievo venatorio. E' attualmente in corso, in tutta Italia, il progetto "Pami' (Progetto Atlante Mammiferi d'Italia), una ricerca volta ad acquisire una conoscenza quanto più' possibile approfondita sull'attuale distribuzione geografica delle specie di mammiferi terrestri. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Province, Regioni, Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo.

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Area tematica Biodiversità: tendenze e cambiamenti - fauna Denominazione del metodo

CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI CHIROTTERI

Istituzione di riferimento Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) Province e Regioni Istituti universitari con competenze idonee (es. Università degli Studi dell'Insubria Dipartimento di Biologia Strutturale e Funzionale) Musei con competenze idonee Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri, sito “Chiroptera Italica” (http://biocenosi.dipbsf.uninsubria.it/chiroptera/) C.R.E.A. Centro Ricerche in Ecologia Applicata, Torre Pellice (TO) The website for Resources Inventory Committe (RIC) - Government of British Columbia (http://www.for.gov.bc.ca/ric/Pubs/teBioDiv/index.htm) Descrizione del metodo I chirotteri sono principalmente legati ad ambienti ipogei (principalmente grotte e miniere), almeno durante il periodo invernale (letargo) e ad ambienti forestali ed antropici durante il periodo estivo (nascita ed allevamento della prole). Risulta quindi imprescindibile, per un monitoraggio (e per la conservazione) delle popolazioni di chirotteri, l’individuazione e la caratterizzazione dei rifugi sia riproduttivi che di svernamento. Localizzazione dei rifugi: necessita di personale preparato ed esperto al fine di evitare di arrecare un disturbo eccessivo alla popolazione che ci si propone di studiare. Cattura con reti: considerato il sistema più diretto ed affidabile che fornisce il maggior numero di informazioni. L’esecuzione di tale tecnica può essere condotta in siti considerati idonei come rifugi e in aree idonee al foraggiamento. Si possono utilizzare reti (tipo mistnet) sia mobili che fisse. Nel caso di reti mobili (azionate dagli operatori) il posizionamento migliore avviene al di sotto dei lampioni stradali. Nel caso di reti fisse queste non dovranno essere aperte prima dell’imbrunire. Il sistema di cattura, che generalmente può comprendere dalle 4 alle 15 reti posizionate, viene lasciato generalmente attivo sino a metà notte (periodo dopo il quale si assiste ad un notevole calo dell’attività di caccia). Unitamente alla rete mistnet, nel caso in cui gli animali fossero appesi o nascosti in fessura, è possibile utilizzare un retino da pesca con maglia sottile, inserito su una canna telescopica. Raccolta di materiale osteologico: l’esplorazione dei siti di rifugio può rivelarsi fruttuosa anche in assenza di animali (ad es. durante la stagione invernale), per il ritrovamento di resti ossei. Tale materiale può essere determinato secondo il grado di integrità del cranio. Installazione di cassette nido (bat box): si tratta di cassette nido specifiche per chirotteri, che vengono posizionate sugli alberi per offrire siti di rifugio potenzialmente utilizzabili da alcune specie fitofile. I tempi di colonizzazione di tali rifugi artificiali si sono dimostrati assai variabili in funzione dell’habitat, della latitudine e dell’altitudine in cui vengono installate, e oscillano da pochi giorni a qualche anno. Il controllo periodico delle bat box è uno dei metodi migliori per il rilevamento delle specie dendrofile. Rilievi bioacustici: è una tecnica che permette di distinguere un limitato numero di specie sulla base della registrazione e dell’analisi delle loro emissioni ultrasonore. Non è ancora comunemente accettata una procedura standardizzata, trattandosi di un metodo recente ed in evoluzione, che possa oggettivare l’analisi dei sonogrammi ottenuti con il bat detector. Questo monitoraggio, considerato speditivo, viene generalmente effettuato lungo transetti. Finalità della raccolta dati I dati raccolti permettono di stimare la consistenza generale delle popolazioni di chirotteri (dati di biodiversità, oltreché di densità di popolazione). Tali dati, analizzati in concomitanza con dati ambientali, possono poi essere utilizzati per evidenziare le preferenze ambientali delle singole specie fornendo la base conoscitiva indispensabile per la salvaguardia. Unità di campionamento In funzione della tecnica di campionamento utilizzata. Frequenza della raccolta dati Annuale Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione. Strumentazione necessaria Reti tipo mistnet, microfono per ultrasuoni, rilevatore di ultrasuoni, registratore analogico a cassette o PC con scheda audio adeguata. 34

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Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento In funzione della tecnica di campionamento utilizzata. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indici di abbondanza Stime di densità di popolazione Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Wilson D E., Russel Cole F., Nichols J.D. et al., 1984 - Measuring and monitoring biological diversity. Standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press. Washington and London. Regione Lombardia (Assessorato all’Agricoltura), 2003) - Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia. Baratti N., Debernardi P., Patriarca E., 1990 - Ruolo delle cassette artificiali per lo studio e la conservazione dei Chirotteri. Picus, 16: 55-61. Bontadina F., Scaravelli D., Beck A., Gloor S., Hotz T., 1999 - Radio tracking bats. A short review with examples of study in Italy. In: Dondini G., Papalini O., Vergari S. (eds.) Atti 1° Conv. Ital. Chirotteri, Castell'Azzara (GR), 28-29.3.1998: 163-173. Dondini G., Vergari S., 1998 - Manuale per la conservazione dei pipistrelli. Memorie del Museo Riserva Naturale Orientata di Onferno, 1: 52 pp. Dondini G., Vergari S., 1998. Chirotteri. In: Libro Rosso degli Animali d'Italia - Vertebrati (Bulgarini et al., eds.). WWF Italia, Roma. Dondini G., Vergari S., 1999 - First data on the use of bat-boxes in a forest area of Central-North Italy. VIII European Bat Symposium, 23-27 Aug. 1999, Krakow. Abstract: 15. G.I.R.C. The Italian Bat roost Atlas: a synthesis of the last ten years of research. Abstract VIIIth European Bat Resarch Symposium, Krakòw, 23-27 August 1999: 60 (abstract). Martinoli A., Preatoni D. G., 1999 - Bat detector workshop: "Bat detector: da strumento ad argomento". In: Dondini G., Papalini O., Vergari S. (eds); Proceedings of the First Italian Bat Congress, Castell'Azzara (Grosseto), March 28-29, 1998; Castell'Azzara (Grosseto); 360 pp. Preatoni D.G., Martinoli A., 1999 - New contributions to Chiroptera species identification methods based on bioacoustics. In: Dondini G., Papalini O., Vergari S. (eds); Proceedings of the First Italian Bat Congress, Castell'Azzara (Grosseto), March 28-29, 1998; Castell'Azzara (Grosseto); 360 pp. Preatoni D. G., Martinoli A., Tosi G., 1998 - Discriminazione di alcune specie di Chirotteri mediante analisi delle emissioni ultrasonore. Atti del 59° Congresso Nazionale dell'Unione Zoologica Italiana - S. Benedetto del Tronto, 20-24 September 1998. (Abstract). Toffoli R., Calvini M., 2001 - Introduzione alla determinazione dei Chirotteri in base ai resi cranici. Lux in tenebris Bollettino dello speleo club CAI Sanremo, anno VIII, n.8:27-29. Scheda di raccolta dati standard Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri. Banca dati dei roost italiani: scheda di rilevamento - maggio 2003. Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri. Banca dati dei roost italiani: guida alla compilazione della scheda di rilevamento - maggio 2003.( http://biocenosi.dipbsf.uninsubria.it/chiroptera/). Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Assente Rete di raccolta dati Banca dati dei roost italiani (http://biocenosi.dipbsf.uninsubria.it/chiroptera/). Progetto Chirotteri del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise Descrizione della rete di raccolta dati Il progetto “Banca dati dei roost italiani” coordinato dal Gruppo Italiano Ricerca Chirotteri, nasce nel 1998 con il fine di censire i rifugi dei chirotteri a livello nazionale. Alcuni risultati sono già stati raggiunti con l’allestimento di un geodatabase completo riferito ad un reticolo UTM MGRS 10x10 Km. L’obiettivo principale del censimento riguarda l’ottenimento di informazioni valide per la pianificazione di strategie conservazionistiche. I due principali step del progetto possono essere così sintetizzati: - Obiettivo a breve termine: identificare i principali roosts a scala nazionale, al fine di pianificare misure

conservazionistiche efficaci. I rifugi vengono classificati secondo la ricchezza di specie e le dimensioni della colonia. La copertura a scala nazionale renderà possibile la stima dell’importanza di ogni rifugio in relazione a tutti i

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siti conosciuti per l’intero territorio italiano. - Obiettivo a medio o lungo termine: identificare i trend demografici almeno per alcune specie. Una volta raccolti i

dati per un certo numero di anni, si sarà in grado di definire lo status delle specie di chirotteri italiani e pianificare meglio la loro conservazione.

“Progetto Chirotteri del Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise”: sono in corso gli studi sui chirotteri al Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise che si inquadrano nel contesto del più ampio Progetto Biodiversità. Attualmente le ricerche si sviluppano in due direzioni: la biodiversità delle comunità di chirotteri e la selezione dei rifugi arborei nelle specie fitofile. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo

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Area tematica Biodiversità: tendenze e cambiamenti - fauna Denominazione del metodo

CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI MICROMAMMIFERI

Istituzione di riferimento Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) Province e Regioni Istituti universitari con competenze idonee Musei con competenze idonee C.R.E.A. Centro Ricerche in Ecologia Applicata Torre Pellice (TO). Associazione Teriologica Italiana- A.T.It. (http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/atit) Unione Zoologica Italiana – U.Z.I. (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/uzi) Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia (Società Italiana di Entomologia, UZI, Ministero dell’Ambiente - Servizio Conservazione della Natura). The website for Resources Inventory Committe (RIC) – Government of British Columbia (http://www.for.gov.bc.ca/ric/Pubs/teBioDiv/index.htm) Descrizione del metodo Analisi delle borre Nel caso di molti strigiformi la preda sono i micromammiferi (talpe, toporagni, ghiri, arvicole, topi e ratti), che abbondano e proliferano tanto da costituire la base dell’alimentazione per molti predatori. Dall’analisi dei crani e dei denti estratti dalle borre è possibile identificare le specie di micromammiferi e, osservando in dettaglio alcuni caratteri, è possibile determinarne il peso o l’età. In particolare il barbagianni viene considerato il predatore più adatto ad essere utilizzato come campionatore di micromammiferi. Le dimensioni ottimali del campione sono di circa 200 individui. Il monitoraggio con trappole prevede l’utilizzo di trappole a vivo adeguatamente sensibili alle minime variazioni di peso e l’utilizzo di trappole a caduta. Catture con live traps in griglia Metodologia di campionamento standard, basata su una disposizione delle trappole a intervalli regolari, in modo da formare una “griglia di cattura”, tecnica basata su catture intensive, articolata in due fasi successive: 1) fase detta pre-baiting (impiegabile per trappole a scatto e non per trappole a caduta) durante la quale le trappole

sono disposte sul terreno, senza innescare il meccanismo di scatto, ma aggiungendo esca. Questa fase è tesa a favorire l’incremento delle probabilità di cattura.

2) fase di cattura vera e propria, in cui le trappole vengono innescate e si provvede al controllo costante delle medesime, rimuovendo o marcando gli individui catturati e reinnescando la trappola. Durante il periodo di attività della griglia di cattura gli individui, se rimossi, vengono trattenuti in apposito stabulario.

Catture con live traps in transetto Metodologia di campionamento basata su un sistema di posizionamento delle trappole disposte a intervalli regolari lungo un transetto.Anche in questo caso sono indispensabili le due fasi di pre-baiting e cattura. Finalità della raccolta dati Catture con live traps in griglia: il conteggio diretto degli animali catturati consente di stimare il numero di individui presenti nell’area della griglia. Essendo possibile ricondurre da una superficie di campionamento la griglia di trappole posizionata, il numero di individui catturati, rapportato all’area di cattura, fornisce una stima della densità di popolazione. Catture con live traps in transetto: il metodo non consente di stimare la densità delle popolazioni in esame in quanto non è possibile ricondurre il campionamento ad una superficie; il numero di individui catturati fornisce indici di abbondanza della popolazione. Unità di campionamento Analisi delle borre: Sito di nidificazione e area di caccia del barbagianni o dello strigiforme considerato, Catture con live traps in griglia: la griglia di trappole, Catture con live traps in transetto: il transetto. Frequenza della raccolta dati Annuale Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da queste tipologie di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione.

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Strumentazione necessaria Analisi delle borre: sacchetti, scala, strumentazione microscopia e chiavi di determinazione dei reperti osteologici. Catture con live traps: trappole, esche, stabulario, ecc. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Catture con live traps in griglia: almeno tre notti di cattura consecutive. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità, Indici di abbondanza, Stime di densità di popolazione. Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Wilson D E., Russel Cole F., Nichols J.D. et al., 1984 - Measuring and monitoring biological diversity. Standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press. Washington and London. Regione Lombardia (Assessorato all’Agricoltura), 2003 - Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi” Scheda di raccolta dati standard Non esiste una scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia stese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Non esiste una guida alla compilazione della scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia, estese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Assente Rete di raccolta dati Atlante dei micromammiferi Descrizione della rete di raccolta dati Atlante dei micromammiferi: si tratta di progetti di censimento gestiti a livello locale. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Amministrazioni pubbliche, Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo.

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CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DI MUSTELIDI

Istituzione di riferimento Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) Provincie e Regioni Istituti universitari con competenze idonee Musei con competenze idonee Parchi C.R.E.A. Centro Ricerche in Ecologia Applicata Torre Pellice (TO). Associazione Teriologica Italiana- A.T.It. (http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/atit/) Unione Zoologica Italiana – U.Z.I. (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/uzi/) Gruppo Lontra Italia WWF Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia (Società Italiana di Entomologia, UZI, Ministero dell’Ambiente - Servizio Conservazione della Natura). The website for Resources Inventory Committe (RIC) - Government of British Columbia (http://www.for.gov.bc.ca/ric/Pubs/teBioDiv/index.htm) Descrizione del metodo Osservazione diretta e rilevamento di indici di presenza su percorsi campione: le tracce lasciate sulla neve o sul suolo possono fornire informazioni utili, ma può esistere una certa ambiguità sulla loro identità. A volte si può ovviare al problema mediante ausili (substrati artificiali) che incorporano esche (Mayer, 1957; King & Edgar, 1977), o esche che contengono segnali di riconoscimento visibile negli escrementi. Per la Lontra si suddivide il fiume in esame in tratti di 10-20 Km a seconda della tipologia del corso d’acqua, assegnati a rilevatori addestrati che nel medesimo giorno percorrono le rive (dx e sn) ricercando le impronte del mustelide nelle zone melmose, fangose e sabbiose. Rilevamenti diretti: Per la Lontra in notturno. Si ottengono dati di abbondanza. Conteggio delle tane attive: Si procede con l’individuazione delle tane attive, che ospitano coppie o gruppi di riproduttori con cuccioli, facilmente riconoscibili dai resti delle prede presenti presso l’imboccatura e dalle impronte lasciate sul terreno nudo davanti agli ingressi. Per quanto riguarda il Tasso si tratta del metodo di censimento più efficace per ottenere delle stime quantitative sulle popolazioni. Le tane del mustelide sono infatti caratterizzate da grossi accumuli di materiale in relazione all’intensa attività di scavo abitualmente condotta. Il numero delle tane in un’area adeguatamente monitorata fornisce un indice dell’abbondanza di popolazione. Il conteggio ripetuto costantemente negli anni permette di stabilire la tendenza della popolazione. Conteggio notturno con proiettori alogeni su percorso campione: per il Tasso. efficace solo in territori molto aperti. Cattura-marcatura e ricattura: fornisce una stima della densità della popolazione residente in una determinata area. Il posizionamento delle trappole sul territorio nonché la scelta dell’esca da utilizzare richiedono una buona conoscenza della biologia della specie. Finalità della raccolta dati Si ottiene generalmente un’analisi di tipo quantitativo con espressione dei risultati in termini di indici di abbondanza. I dati raccolti permettono di ottenere dati di biodiversità, oltreché di densità di popolazione. Unità di campionamento Variabile a seconda del metodo. Frequenza della raccolta dati Stagionale o annuale Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione. Strumentazione necessaria Variabile a seconda del metodo. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Variabile a seconda del metodo.

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Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indice di abbondanza Stime di densità di popolazione Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Wilson D E., Russel Cole F., Nichols J.D. et al., 1984 - Measuring and monitoring biological diversity. Standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press. Washington and London. Regione Lombardia (Assessorato all’Agricoltura), 2003 - Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi” Cripezzi E., Dembech A., Marrese M., La Nave A. E Caldarella M., 2001 - La presenza della Lontra (Lutra lutra L.) nel bacino del fiume Ofanto. III Convegno Nazionale "La Lontra in Italia: Distribuzione, Censimenti e Tutela", Montella (AV). Prigioni C., 1997 - La Lontra. Una vita silenziosa negli ambienti acquatici. Ed. Calderini SM Mcdonald & CF Mason, 1994 - Status and conservation needs of the otter (Lutra lutra) in the Western Palaearctic - ISBN 92-871-2475-2 Mayer, M.V. (1957). A method for determining the activity of burrowing mammals. J. Mammal. 38:531. King, C.M., and R.L. Edgar, 1977 - Techniques for trapping and tracking stoats (Mustela erminea): a review, and a new system. N.Z. J. Zool. 4:193-212. Hystrix - Italian Journal of Mammalogy Scheda di raccolta dati standard Assente Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Assente Rete di raccolta dati Assente

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Area tematica Biodiversità: tendenze e cambiamenti - fauna Denominazione del metodo

CENSIMENTO DELLE POPOLAZIONI DEI RODITORI (SCOIATTOLI, MARMOTTA, NUTRIA)

Istituzione di riferimento Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS) Province e Regioni Parchi Istituti universitari con competenze idonee Musei con competenze idonee C.R.E.A. Centro Ricerche in Ecologia Applicata Torre Pellice (TO). Associazione Teriologica Italiana- A.T.It. (http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/atit/) Unione Zoologica Italiana – U.Z.I. (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/uzi/) Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia (Società Italiana di Entomologia, UZI, Ministero dell’Ambiente – Servizio Conservazione della Natura). The website for Resources Inventory Committe (RIC) – Government of british Columbia (http://www.for.gov.bc.ca/ric/Pubs/teBioDiv/index.htm) Descrizione del metodo Osservazione diretta e rilevamento di indici di presenza su percorsi campione: stimare l’abbondanza da osservazioni dirette di animali è un metodo particolarmente rilevante di censimento, dal momento che la maggior parte delle specie è facilmente osservabile nel proprio habitat naturale. La probabilità di osservazione è accresciuta dal fatto che molti di loro annunciano la presenza mediante vocalizzazioni (es. Marmotta). Molti animali possono poi essere identificati da indici di presenza (feci, tracce, ecc.) nell’ambito del loro habitat. Cattura-marcatura-ricattura: Qualsiasi processo che implichi la cattura di animali vivi, la loro marcatura ed il loro successivo rilascio, seguito dalla ricattura degli animali marcati, si riferisce al metodo marcatura-rilascio-ricattura (MRR). Di solito si usano trappole a forma di scatola con pareti rigide oppure gabbie fatte con reti. Di seguito elenchiamo i nomi delle trappole più diffuse: trappole Longworth, trappole Live Trap, trappole Bolton, trappole Sherman, trappole Tomahawk, trappole Havahart. L'aspetto di tutte queste trappole e' molto simile: ad esempio, la trappola Longwort è costituita da una porta che si chiude con un dispositivo a molla, oppure per effetto della forza di gravità e che viene attivata nel momento in cui il peso dell'animale che "visita" la trappola gravita su di una cordicella o su di un meccanismo a pedale collegati con la porta. Diversi tipi di trappole Shermans, Tomahawks e Havaharts sono disponibili in varie misure, a seconda della taglia dell'animale che si vuole catturare. E' stato scritto molto sulla reale efficacia e sulle potenzialità di molte di queste trappole (Grant 1970; Boonstra and Rodd 1982; Slade et al. 1993; O'Farrell et al. 1994). E' consigliabile consultare tali studi prima di scegliere un tipo di trappola in particolare. Conteggio delle tane e degli scivoli: per la Nutria. Metodologia di applicazione piuttosto problematica in rapporto alla vicinanza delle tane con conseguente difficoltà nel distinguerle. Un’alternativa è quella di calcolare degli indici chilometrici di abbondanza (IKA) dal conteggio degli scivoli lungo le sponde dei fossati e dei canali. Censimento estensivo e campionario sulle tane: per Marmotta. Osservazioni dirette dei soggetti in attività al di fuori delle tane nel periodo estivo di massima attività della marmotta al di fuori delle tane. Censimento estensivo o campionario primaverile sulle tane: per la Marmotta. Osservazioni dirette dei soggetti in attività al di fuori delle tane nel periodo primaverile al momento del risveglio dal letargo. Monitoraggio mediante hair tube: per lo Scoiattolo. Gli hair-tube permettono la raccolta di alcuni peli degli scoiattoli senza arrecare alcun disturbo agli animali. La successiva determinazione delle specie di scoiattolo presenti viene condotta tramite analisi microscopica dei peli secondo metodologie di laboratorio messe a punto in Gran Bretagna (Teerink, B.J., 1991). Gli hair-tube sono costituiti da tubi in plastica di diametro adeguato (62 mm), lunghi circa 30 cm, aperti alle due estremità e dotati di nastro biadesivo sul lato interno superiore. I tubi vengono sistemati su rami e alberi ed innescati con granaglie attrattive per le specie in oggetto; all'ingresso, gli scoiattoli strusciano con il dorso contro il nastro adesivo lasciando su questo alcuni peli. Finalità della raccolta dati I dati che si ottengono con tale tipologia di censimento possono essere utili per stabilire, a lungo termine, la tendenza delle popolazioni, per evidenziare fluttuazioni annuali della consistenza e per valutare il successo di operazioni di controllo. Si ottiene generalmente un’analisi di tipo quantitativo con espressione dei risultati in termini di indici di abbondanza. Unità di campionamento Variabile a seconda del metodo. Frequenza della raccolta dati Stagionale o annuale.

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Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici e di carte di distribuzione. Strumentazione necessaria Variabile come indicato nella descrizione a seconda del metodo usato. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Variabile come indicato nella descrizione a seconda del metodo usato. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indici di abbondanza Stime di densità di popolazione Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Wilson D E., Russel Cole F., Nichols J.D. et al., 1984 - Measuring and monitoring biological diversity. Standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press. Washington and London. Thompson L.W. White G.C., Gowan C., 1998 - Monitoring Vertebrate Populations. Academic Press. Regione Lombardia (Assessorato all’Agricoltura), 2003 - Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi” Teerink B.J., 1991 - Hair of West-European Mammals . Cambridge University Press, Cambridge. Grant, P.R., 1970 - A potential bias in the use of Longworth traps. J. Mammal. 51:831-835. Boonstra, R., and F.H. Rodd., 1982 - Another potential bias in the use of the Longworth trap. J. Mammal. 63:672-675 Slade, N.A., M.A. Eifler, N.M. Gruenhagen and A.L. Davelos., 1993 - Differential effectiveness of standard and long Sherman livetraps in capturing small mammals. J. Mammal. 74:156-161. O'Farrell, M.J., W.A. Clark, F.H. Emmerson, S.M. Juarez, F.R. Kay, T.M. O'Farrell and T.Y. Goodlett., 1994 - Use of mesh live traps for small mammals: are results from Sherman live traps deceptive? J. Mammal. 75:692-699. Scheda di raccolta dati standard Variabile come indicato nella descrizione a seconda del metodo usato. Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Assente Rete di raccolta dati Assente Profilo dei principali utilizzatori del metodo Amministrazioni pubbliche, Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo

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TECNICHE DI CENSIMENTO RETTILI (censimento a vista, cattura manuale, cattura mediante trappole, cattura-marcatura-ricattura)

Istituzione di riferimento Tutti gli istituti universitari che abbiano competenze erpetologiche Societas Herpetologica Italica (http://www.unipv.it/webshi/) Descrizione del metodo I principali metodi utilizzati per stimare le abbondanze dei rettili prevedono la cattura di individui. E’ possibile però effettuare dei censimenti a vista percorrendo dei transetti o facendo riferimenti a quadrati campione. Per quanto riguarda i metodi di cattura si può citare: Cattura manuale: ricerca intensiva in microhabitat tipici delle specie che si intende censire. Piccole lucertole e serpenti si trovano molto più facilmente mediante ricerca diretta in potenziali rifugi (es. sollevando pietre). Per molte specie diurne, la metà della mattinata rappresenta il periodo più favorevole per la ricerca. I sauri si catturano anche utilizzando una canna e filo di nylon montato con cappio e nodo scorsoio, nel quale si cerca di fare entrare il capo degli animali. Gli ofidi, potenzialmente pericolosi, vengono bloccati con bastoni con estremità ad Y e successivamente prelevati con guanti alti e robusti. I viperidi che, durante le fasi di cattura si nascondono in cespuglieti fitti o in fenditure o sotto massi inamovibili, possono essere catturati manualmente dopo averli storditi con batuffoli di cotone imbevuti di etere. Per le tartarughe di acqua dolce si possono utilizzare retini a maglia di 1cm. Cattura mediante trappole: metodo utilizzato per rettili terrestri consistente in trappole a caduta che possono essere posizionate nelle vicinanze degli habitat preferenziali. Le trappole possono anche essere posizionate insieme a barriere al fine di incrementare il successo di cattura. Metodi di cattura-marcatura-ricattura: a differenza degli anfibi, i rettili si possono marcare anche con vernici indelebili; nel caso degli ofidi, mediante il prelievo di scaglie ventrali sopra la cloaca. Finalità della raccolta dati Si tratta di un metodo di censimento che può rappresentare un punto di riferimento utile per il monitoraggio della biodiversità, confronto tra habitat, indagini pre e post trattamento, andamento delle popolazioni. Unità di campionamento Variabile a seconda del metodo. Frequenza della raccolta dati Annuale durante l’estate. Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione. Strumentazione necessaria Guanti, torcia, GPS, guide di campo, sacchetti robusti di stoffa, bastoni per gli ofidi e canna con cappio per sauri, etere. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Variabile a seconda del metodo. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di abbondanza Manuale o documento di riferimento Sutherland WJ., 1998 - Ecological Census Techniques. Cambridge University Press. Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Scheda di raccolta dati standard Assente Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Variabile a seconda del metodo. 43

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Rete di raccolta dati Progetto atlante degli Anfibi e Rettili italiani Descrizione della rete di raccolta dati Progetto Atlante degli Anfibi e Rettili Italiani, diretto da un Comitato di Redazione della Societas Herpetologica Italiana e formato da un comitato scientifico costituito da tutti i Coordinatori Regionali. Scopi precipui dell'Atlante sono: a) offrire un quadro aggiornato e reale della composizione e distribuzione della nostra erpetofauna. b) mettere a disposizione un indispensabile punto di riferimento a quanti si stanno battendo per contrastare un processo di degrado biologico all'apparenza inarrestabile. Il lavoro di raccolta dei dati su scala nazionale è iniziato nel 1994 ed ha coinvolto, oltre ai coordinatori regionali, un gran numero di volontari, giovani naturalisti, componenti di associazioni naturalistiche e protezionistiche, agenti ecologici delle amministrazioni provinciali, studenti ecc. La collaborazione sinergica tra tutte queste realtà locali e nazionali e il lavoro dei coordinatori e del comitato di redazione è risultato così proficuo che, a distanza di soli tre anni (Maggio 1996) è stato pubblicato, a cura del Museo di Storia Naturale di Genova, l'Atlante Provvisorio degli Anfibi e dei Rettili Italiani (Annali del Museo Civico di Storia Naturale "G. Doria", Vol. XCI - 12 Maggio 1996), in cui vengono principalmente riportate le cartine di distribuzione di tutti gli anfibi e rettili italiani finora conosciuti. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo

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TECNICA DELL’ELETTROPESCA PER LO STUDIO DELLA POPOLAZIONE ITTICA NELLE ACQUE CORRENTI

Istituzione di riferimento Province Istituti universitari con competenze idonee Bioprogramm s.c.r.l. (http://www.bioprogramm.it/) AIIAD (Associazione Italiana Ittiologi di Acqua Dolce) http://www.pd.nettuno.it/fiera/aiiad/ Descrizione del metodo Lo studio della popolazione ittica viene solitamente effettuato mediante l’analisi dei dati ottenuti da campionamenti effettuati con l’elettropesca. Tale tecnica prevede l’utilizzo di elettrostorditori a corrente continua pulsata e voltaggio modulabile, per ambienti ritrali, e di tipo a impulsi, per ambienti potamali. Nelle tipologie potamali si opera generalmente con isolamento del settore di indagine mediante l’utilizzo di reti a tramaglio, che, oltre ad evitare emigrazioni o immigrazioni possono costituire un efficace strumento di cattura. Si opera generalmente mediante passaggi ripetuti con lo storditore in settori preventivamente delimitati. Le operazioni di campionamento ed analisi dell’ittiofauna sono di tipo conservativo. L'uso della corrente elettrica, a amperaggi non elevati, permette la cattura dei pesci senza recare loro danno. Gli esemplari catturati vengono quindi narcotizzati, è poi effettuata l’attribuzione sistematica e sono rilevati i parametri biologici (lunghezza totale, peso, attribuzione della classe di età). Al termine delle operazioni di misura essi possono essere liberati. Finalità della raccolta dati Si ottiene generalmente un’analisi di tipo quantitativo. Ci si limita ad un’indagine di tipo semi-quantitativo con espressione dei risultati in termini di indici di abbondanza, quando si opera in condizioni ambientali particolari (acque con profondità superiore a 180-200 cm o con velocità di corrente troppo elevata) . Le informazioni raccolte permettono di ottenere dati di biodiversità, oltreché di densità di popolazione (mediante la tecnica dei passaggi ripetuti di Moran & Zippin, 1958) e valori di biomassa. Studio delle strutture di popolazione (per specie e per classi di età) a fini gestionali e di valutazione dell’efficacia della tecniche gestionali. Unità di campionamento La stazione (10 volte la larghezza del fiume) viene individuata come tratto omogeneo rappresentativo dopo l’analisi morfologica del corpo idrico. Frequenza della raccolta dati Stagionale o annuale. Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici e di carte di distribuzione e a indicazioni per una corretta gestione del patrimonio ittico. Strumentazione necessaria - Elettrostorditore a corrente continua pulsata e voltaggio modulabile (0,3-3 Ampere, 150-600 Volt, 2.500 W) - Ellettrostorditore ad impulsi (350-600 V, 12 KW, 0-100 i/s) - GPS - Guide di campo per il riconoscimento delle specie ittiche - Reti a tramaglio o a maglia fine zavorrate da fondo - Ittiometro - Bilancia di precisione - Tavoli - Schede - Bisturi - Mastellame Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Variabile in base al materiale ittico rinvenuto e alla tipologia di corso d’acqua, in genere si considerano due giornate/uomo con un massimo di 8 persone.

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Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indice di abbondanza semiquantitativo (I.A.) secondo Moyle (1970). Stime di densità di popolazione Stime di biomassa Modalità di accrescimento Struttura di popolazione Manuale o documento di riferimento Zippin C., 1958 - The removal method of population estimation. J. Wildl. Mgmt 22: 82 - 90. Moyle, P. B. and R. Nichols, 1973 - Ecology of some native and introduced fishes of the Sierra-Nevada foothills in Central California. Copeia 1973(3):478-490. Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Bagenal T., 1978 - Methods for assessment of fish production in fresh waters. IBP Handbook n°3. Blackwell Scientific Publications. Oxford. pp.: 365. Turin P., Zanetti M., Loro R., Bilò M.F., 1995 - Carta ittica della Provincia di Padova. Provincia di Padova Assessorato alla Pesca. Loro R., Zanetti M., 1992 - Approcci metodologici allo studio della produzione ittica delle acque interne. Atti del Convegno/corso Workshop di biologia ambientale ed ecotossicologia. Pordenone 26 novembre 1990.Pp.: 121-132. Scheda di raccolta dati standard Assente Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Non esiste Rete di raccolta dati Carte Ittiche su scala regionale o provinciale. Descrizione della rete di raccolta dati Le carte ittiche sono strumenti importantissimi per la programmazione della gestione delle popolazioni ittiche e della pesca. Questi documenti prevedono il censimento delle popolazioni ittiche in una serie di stazioni di campionamento sufficientemente significative e vengono suddivisi in carte ittiche di primo e secondo livello. Le carte ittiche di primo livello prevedono indagini condotte su territori relativamente ampi, spesso su scala regionale, e sono considerate documenti "di base". Prevedono campionamenti di tipo qualitativo e danno informazioni sulla composizione specifica dei popolamenti ittici, senza fornire dati di struttura e dinamica degli stessi. Particolare rilievo viene dato alle specie autoctone, evidenziando quelle di più elevato valore naturalistico. Scopo principale di queste carte è arrivare ad una corretta "zonazione ittica" dei tratti di corsi d'acqua indagati. La zonazione ittica prevede la suddivisione dei corpi idrici in tratti omogenei in base alle specie realmente, o potenzialmente, presenti. Le carte ittiche di secondo livello sono documenti più complessi, su scala provinciale o di bacino idrografico. Prevedono un elevato numero di campionamenti di tipo quantitativo e forniscono dati completi su biomassa, densità, struttura e dinamica delle popolazioni ittiche presenti, nonché sulle caratteristiche idromorfologiche dei siti indagati. Attraverso la lettura dei parametri raccolti con le carte ittiche di secondo livello è possibile arrivare ad una razionalizzazione degli interventi gestionali, intervenendo in particolare sui ripopolamenti e sui prelievi, nonché acquisire informazioni più approfondite sulle singole specie, in particolare su periodi riproduttivi e su eventuali impatti antropici in grado di condizionare fortemente la presenza dei pesci più pregiati. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Amministrazioni Pubbliche, Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche.

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METODI DI CENSIMENTO ITTIOFAUNA PER BACINI LACUSTRI

Istituzione di riferimento Province Istituti universitari con competenze idonee Bioprogramm s.c.r.l. http://www.bioprogramm.it/ CNR - Istituto per lo Studio degli Ecosistemi Largo Tonolli, 50 - 28922 Verbania Pallanza (VB) AIIAD (Associazione Italiana Ittiologi di Acqua Dolce) http://www.pd.nettuno.it/fiera/aiiad/ Descrizione del metodo Analisi strutturale delle popolazioni in siti campione scelti in base ad indagini preliminari. Possono essere utilizzati strumenti da pesca professionale, quali reti professionali (bilancelle a mano di 150 cm di lato, a maglia di 10 mm); oppure reti da posta multiselettive del tipo utilizzato per la fauna ittica dei laghi americani (Craig & Fletcher, 1981). Per stimare le densità di popolazioni può anche essere utilizzato il metodo della marcatura mediante tatuaggio o mediante ancorette numerate (floy tag). Per studi approfonditi si utilizzano delle specie bersaglio. Finalità della raccolta dati I dati raccolti permettono di ottenere dati di biodiversità, di densità di popolazione, di ottenere informazioni sulle zone di stabulazione e di riproduzione, di individuare specie in pericolo e quindi intervenire mediante tecniche di reintroduzione. Unità di campionamento Una superficie nota delle reti utilizzate; il perimetro del lago. Frequenza della raccolta dati Stagionale o annuale Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione. Strumentazione necessaria - GPS - guide di campo per il riconoscimento delle specie ittiche - Reti - Ittiometro - Bilancia di precisione - Bisturi, pinzette, microscopio da campo ecc. Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Due giornate intere. Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indice di abbondanza Stime di densità di popolazione Struttura di popolazione su specie bersaglio con reti multiselettive Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Scheda di raccolta dati standard Non esiste Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Non esiste

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Rete di raccolta dati Nell’ambito delle carte ittiche. Descrizione della rete di raccolta dati Le carte ittiche sono strumenti importantissimi per la programmazione della gestione delle popolazioni ittiche e della pesca. Questi documenti prevedono il censimento delle popolazioni ittiche in una serie di stazioni di campionamento sufficientemente significative e vengono suddivisi in carte ittiche di primo e secondo livello. Le carte ittiche di primo livello prevedono indagini condotte su territori relativamente ampi, spesso su scala regionale, e sono considerate documenti "di base". Prevedono campionamenti di tipo qualitativo e danno informazioni sulla composizione specifica dei popolamenti ittici, senza fornire dati di struttura e dinamica degli stessi. Particolare rilievo viene dato alle specie autoctone, evidenziando quelle di più elevato valore naturalistico. Scopo principale di queste carte è arrivare ad una corretta "zonazione ittica" dei tratti di corsi d'acqua indagati. La zonazione ittica prevede la suddivisione dei corpi idrici in tratti omogenei in base alle specie realmente, o potenzialmente, presenti. Le carte ittiche di secondo livello sono documenti più complessi, su scala provinciale o di bacino idrografico. Prevedono un elevato numero di campionamenti di tipo quantitativo e forniscono dati completi su biomassa, densità, struttura e dinamica delle popolazioni ittiche presenti, nonché sulle caratteristiche idromorfologiche dei siti indagati. Attraverso la lettura dei parametri raccolti con le carte ittiche di secondo livello è possibile arrivare ad una razionalizzazione degli interventi gestionali, intervenendo in particolare sui ripopolamenti e sui prelievi, nonché acquisire informazioni più approfondite sulle singole specie, in particolare su periodi riproduttivi e su eventuali impatti antropici in grado di condizionare fortemente la presenza dei pesci più pregiati. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Amministrazioni pubbliche, Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche

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CENSIMENTO DEI LAGOMORFI

Istituzione di riferimento Istituto nazionale per la fauna selvatica (INFS.) Province e Regioni Istituti Universitari con competenze idonee Musei con competenze idonee Parchi C.R.E.A. Centro Ricerche in Ecologia Applicata Torre Pellice (TO). Associazione Teriologica Italiana- A.T.It. (http://fauna.dipbsf.uninsubria.it/atit/) Unione Zoologica Italiana – U.Z.I. (http://www.scienzemfn.uniroma1.it/uzi/) Comitato Scientifico per la Fauna d’Italia (Società Italiana di Entomologia, UZI, Ministero dell’Ambiente – Servizio Conservazione della Natura). Gruppo di Specialisti sui Lagomorfi (Lagomorph Specialist Group) Descrizione del metodo Censimento Campionario mediante battuta: utilizzato per Lepre comune e Minilepre. Un metodo che richiede l’impiego di numerosi operatori (40-60 o più a seconda dell’estensione dell’area campione). Può essere l’unica soluzione dove le aree aperte, necessarie per i censimenti notturni, sono poche e molto frazionate. Censimento estensivo o campionario notturno con faro : per Lepre comune, Minilepre, Coniglio selvatico. Conteggio mediante l’ausilio dei fari dell’automezzo di notte, quando gli individui sono all’aperto in alimentazione. Si percorrono le strade sterrate ad una velocità massima di 10 km/h illuminando con proiettori alogeni orientabili (50-100 W) i lati del percorso. Tutti gli individui vengono schedati (registrando la distanza perpendicolare dal percorso). Viene poi calcolata la densità per la lepre e minilepre, mentre per il coniglio selvatico, che nelle ore notturne tende a stare anche in zone non aperte, il dato raccolto non rappresenta una densità assoluta, ma un indice correlato al valore di densità. Conteggio delle conigliere: utilizzato per Coniglio Selvatico. Può dare problemi in quanto le conigliere sono dotate di diverse aperture e possono essere disposte molto vicine le une alle altre, cosicché risulta difficoltoso distinguerle. Conteggi relativi lungo percorsi campione mediante raccolta di feci: utilizzato per Coniglio Selvatico. Conteggio dei mucchietti di feci (con funzione di marcatura), realizzato su percorsi lineari. Censimento campionario autunnale in base alle piste: utilizzato per Lepre alpina, Lepre bianca, Lepre variabile. Individuazione su terreno innevato degli individui, sulla base delle piste fresche dell’ultima pastura notturna. Il metodo fornisce dati di densità. Conteggio relativo autunnale su transetti in base alle piste: utilizzato per Lepre alpina, Lepre bianca, Lepre variabile. Conteggio su terreno innevato delle piste fresche dell’ultima pastura notturna. Il metodo fornisce indici di abbondanza relativa in base alla frequenza delle piste rilevate. Raccolta ed analisi critica delle osservazioni e dei rilevamenti di indici presenza puntiformi su base annuale: utilizzato per Lepre alpina, Lepre bianca, Lepre variabile. Annotazione su base annuale di tutti gli incontri diretti o delle tracce rilevate da un buon numero di osservatori. Rilevamenti rapportati al numero di ore trascorse dai rilevatori in alta montagna. Finalità della raccolta dati La condizione primaria, che rende possibile la buona gestione di una popolazione di animali selvatici, è rappresentata dalla conservazione delle condizioni ambientali ed ecologiche adatte alla specie, in altre parole dal loro miglioramento. Oltre a ciò è necessario conoscere lo status del popolamento che s’intende gestire nell’ambito di una determinata "unità territoriale di gestione". Anche l’utilizzo diretto attraverso la caccia deve seguire regole precise e il prelievo deve limitarsi al cosiddetto incremento utile annuo, rappresentato dalla differenza tra i capi presenti in un determinato territorio all’inizio di un ciclo riproduttivo, rispetto a quello successivo. Per il conseguimento di tali obiettivi occorre conoscere la dinamica delle popolazioni attraverso adeguate operazioni di censimento e la verifica del successo riproduttivo all’inizio della stagione venatoria o al momento del prelievo. Si ottiene generalmente un’analisi di tipo quantitativo o semi-quantitativo con espressione dei risultati in termini di indici di abbondanza. I dati raccolti permettono di ottenere dati di biodiversità, oltreché di densità di popolazione. Unità di campionamento ZC (Zone Campione) scelte in modo che in esse siano rappresentati tutti i tipi vegetazionali presenti sul territorio. UdR (unità di Rilevamento): appezzamenti dove vengono effettuate le battute. Transetti Frequenza della raccolta dati L’effettuazione dei censimenti due o tre volte l’anno, permette di determinare la tendenza delle popolazioni, gli incrementi riproduttivi e le mortalità del periodo invernale.

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Tipologia del dato finale prodotto I risultati ottenuti da questa tipologia di censimento possono portare ad una compilazione di una check-list, all’applicazione di indici, alla elaborazione di grafici, di carte di distribuzione. Strumentazione necessaria - GPS, - guide di campo per il riconoscimento delle specie - Binocolo - Autovettura - proiettori alogeni orientabili (50-100 W) - altimetro Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Dipende dalla specie e dalle condizioni ambientali Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di diversità Indici di abbondanza relativa (indice chilometrico di abbondanza (IKA), indice puntiforme di abbondanza(IPA)) Stime di densità di popolazione Manuale o documento di riferimento Elzinga C., Salzer DW., Willoghby JW., Gibbs JP., 2001 - Monitoring Plant and Animal Populations. Blackwell Science. Malden MA. Sutherland W. Ecological census techniques. A handbook. Cambridge University Press. Wilson D E., Russel Cole F., Nichols J.D. et al., 1984 - Measuring and monitoring biological diversity. Standards methods for mammals. Smithsonian Institution Press. Washington and London. Regione Lombardia (Assessorato all’Agricoltura) (2003). Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia. Meriggi A. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia). Aspetti teorici ed applicativi. Ricerche di Biologia della Selvaggina n° 83. INFS “Alessandro Ghigi” Dessi – Fulgheri F. Simonetta A., 1998 - Principi e tecniche di gestione faunistico-venatoria, GREENTIME Spagnesi M., Trocchi W., 1992 - La Lepre, biologia, allevamento, patologia e gestione. EDAGRICOLE Bologna. Scheda di raccolta dati standard Non esiste una scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia, stese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Non esiste una guida alla compilazione della scheda di raccolta dati standard, ma si può fare riferimento a quelle elaborate per il Piano faunistico venatorio della Regione Lombardia, stese da specialisti dell’Università di Pavia, Università degli Studi dell’Insubria e Università degli Studi Milano Bicocca. Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Non esiste Rete di raccolta dati - Progetto Atlante Mammiferi Italia (P.A.M.I.). - Carte faunistico-venatorie - Distribuzione della Lepre italica Descrizione della rete di raccolta dati Il primo progetto coordinato per lo studio della distribuzione dei Mammiferi in Italia si deve al Progetto Atlante dei Mammiferi (PAMI), nato ufficialmente in occasione del I° Convegno Nazionale sul censimento dei Vertebrati nel 1989. Successivamente sono stati compilati alcuni atlanti a livello regionale o provinciale che, anche se non hanno la pretesa di essere esaustivi, costituiscono una preziosa e solida base per successivi approfondimenti. Distribuzione della Lepre italica: coordinato dall’INFS. Il recente ritrovamento della Lepre italica (Lepus corsicanus) rappresenta un passo importante per concretizzare il recupero di un taxon endemico. L’Istituto ha attivato una banca dati informatizzata sulla distribuzione della Lepre italica. Profilo dei principali utilizzatori del metodo Pubbliche amministrazioni, Università, Enti di Ricerca, Associazioni specialistiche, Agenzie per il controllo

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CAMPIONAMENTO DELLA FAUNA MACROBENTONICA FLUVIALE SOGGETTA A DRIFT (trasporto passivo o attivo verso valle)

Istituzione di riferimento Università, enti di ricerca, sistema delle Agenzie ambientali Descrizione del metodo Campionamento degli organismi macrobentonici di ecosistemi lotici trasportati dalla corrente, mediante l’uso di campionatori fissi posizionati sotto il pelo dell’acqua. Finalità della raccolta dati La valutazione dell’entità delle tre categorie di drift: costante, comportamentale e catastrofico. Unità di campionamento Il campionamento viene effettuato su stazioni individuate a seconda degli obiettivi della ricerca. Frequenza della raccolta dati A seconda degli obiettivi della ricerca. Tipologia del dato finale prodotto Elenco faunistico con misura delle abbondanze Densità di organismi (numero individui/m3 di acqua filtrata) Strumentazione necessaria Retino a imboccatura circolare con sistema di supporto che permetta il posizionamento ortogonale alla corrente e sotto il pelo dell’acqua. Materiale per la conservazione degli organismi Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Posizionamento: circa due ore. Tempo di immersione: 24 ore (tempi inferiori per misure di eventi specifici). Tempo di recupero: un’ora Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indici di abbondanza Manuale o documento di riferimento Assente Scheda di raccolta dati standard Assente Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Assente Rete di raccolta dati Assente Profilo dei principali utilizzatori del metodo Personale delle Agenzie di controllo, Enti di Ricerca, Enti di gestione territoriale (Province, Enti Parco ecc.) Note E’ un metodo utilizzato generalmente per situazioni specifiche.

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CAMPIONAMENTO DELLA FAUNA MACROBENTONICA FLUVIALE MEDIANTE SUBSTRATI ARTIFICIALI

Istituzione di riferimento Università, enti di ricerca, sistema delle agenzie ambientali.

Descrizione del metodo Campionamento della comunità macrobentonica di ecosistemi lotici mediante l’utilizzo di substrati artificiali posizionati nel corso d’acqua. Il metodo è finalizzato alla valutazione della qualità ambientale in situazioni in cui non è possibile il campionamento tradizionale con retino (ad esempio grandi fiumi profondi). Il metodo prevede che per ogni punto di campionamento vengano posizionati quattro substrati.

Finalità della raccolta dati Permette l’applicazione di indici sintetici di valutazione della qualità biologica delle acque correnti in situazioni in cui non è possibile il campionamento tradizionale con retino.

Unità di campionamento Il campionamento viene effettuato su stazioni individuate sulla base della localizzazione delle principali fonti di alterazione, delle confluenze degli affluenti e della opportunità di valutare specifiche situazioni locali.

Frequenza della raccolta dati Da stagionale ad annuale

Tipologia del dato finale prodotto Elenco faunistico

Strumentazione necessaria Campionatori multipiastra in masonite (8 piastre di 10 cm di lato) (Petersen, 1981). Materiale per la conservazione degli organismi

Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Posizionamento: circa un’ora. Tempo di immersione: da quattro settimane. Tempo di recupero: un’ora.

Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indice Biotico Esteso (Ghetti, 1997) Biological Monitoring Working Party (Hellawell, 1978; Alba-Tercedor & Sanchez-Ortega, 1988). Average Score Per Taxon (Armitage et al., 1983)

Manuale o documento di riferimento Petersen R.C. jr., 1981 - The multiple-plate, artificial sampler. A user’s guide with bibliography on artificial substrates. Institute of Limnology, University of Lund Sweden. Alba-Tercedor J.& Sanchez-Ortega A., 1988 - Un metodo rapido y simple para evoluar la calidad biologica de las aguas corrientes basado en el de Hellawell. Limnetica, 4:51-56. Armitage P.D., Moss D., Wright J.F., Furse M.T., 1983 - The performance of a new biological waterquality score system based on macroinvertebrates over a wide range of unpolluted running-water sites. Water Research 17: 333-347. Efemerotteri. Un indice per la classificazione dei fiumi italiani. Acqua&Aria, 8:99-107. Ghetti P.F., 1997 - Manuale di Applicazione Indice Biotico Esteso (IBE). I macroinvertebrati nel controllo della qualità degli ambienti di acque correnti. Provincia Autonoma di Trento Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente. Hellawell J.M., 1978 - Biological surveillance of rivers. Water Research Center, Stevenage England.

Scheda di raccolta dati standard Si può utilizzare la scheda del metodo IBE (Ghetti, 1997)

Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Esiste in: Ghetti P.F. (1997).

Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Non esiste

Rete di raccolta dati Non esiste

Profilo dei principali utilizzatori del metodo Personale delle Agenzie di controllo, Enti di Ricerca, Enti di gestione territoriale (Province, Enti Parco ecc.).

Note E’ un metodo utilizzato in via sperimentale non ancora totalmente standardizzato.

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CAMPIONAMENTO DELLA FAUNA MACROBENTONICA FLUVIALE MEDIANTE RETINO MANUALE

Istituzione di riferimento Sistema delle agenzie ambientali italiane

Descrizione del metodo Campionamento della comunità macrobentonica di ecosistemi lotici finalizzato alla descrizione della comunità presente nei diversi microhabitat lungo un transetto diagonale e alla valutazione delle abbondanze relative delle diverse unità sistematiche.

Finalità della raccolta dati Permette l’applicazione di indici sintetici di valutazione della qualità biologica delle acque correnti.

Unità di campionamento Il campionamento viene effettuato su stazioni individuate sulla base della localizzazione delle principali fonti di alterazione, delle confluenze degli affluenti e della opportunità di valutare specifiche situazioni locali.

Frequenza della raccolta dati Da stagionale ad annuale

Tipologia del dato finale prodotto Elenco faunistico

Strumentazione necessaria Retino immanicato a maglia 265 µ con telaio di circa 20x20 cm (Ghetti, 1997). Materiale per la conservazione degli organismi

Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Dai 20 ai 30 minuti.

Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati Indice Biotico Esteso (Ghetti, 1997) Biological Monitoring Working Party (Hellawell, 1978; Alba-Tercedor & Sanchez-Ortega, 1988). Average Score Per Taxon (Armitage et al., 1983) Mayfly Average Score (Buffagni, 1999)

Manuale o documento di riferimento Ghetti P.F., 1997 - Manuale di Applicazione Indice Biotico Esteso (IBE). I macroinvertebrati nel controllo della qualità degli ambienti di acque correnti. Provincia Autonoma di Trento Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente. Alba-Tercedor J.& Sanchez-Ortega A., 1988 - Un metodo rapido y simple para evoluar la calidad biologica de las aguas corrientes basado en el de Hellawell. Limnetica, 4:51-56. Armitage P.D., Moss D., Wright J.F., Furse M.T., 1983. The performance of a new biological waterquality score system based on macroinvertebrates over a wide range of unpolluted running-water sites. Water Research 17: 333-347. Buffagni A., 1999 - Qualità ecologica, pregio naturalistico e integrità della comunità degli Efemerotteri. Un indice per la classificazione dei fiumi italiani. Acqua&Aria, 8:99-107. Hellawell J.M., 1978 - Biological surveillance of rivers. Water Research Center, Stevenage England.

Scheda di raccolta dati standard Scheda metodo IBE (Ghetti, 1997).

Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati Esiste in: Ghetti P.F. (1997).

Software per la raccolta/stoccaggio dei dati predefinito Non esiste a livello nazionale

Rete di raccolta dati Reti regionali di monitoraggio biologico dei corpi idrici superficiali.

Descrizione della rete di raccolta dati I dati raccolti dai vari dipartimenti delle agenzie regionali sono raccolti dalle competenti strutture regionali.

Profilo dei principali utilizzatori del metodo Personale delle Agenzie di controllo, Enti di Ricerca, Enti di gestione territoriale (Provincie, Enti Parco ecc.)

Protocollo di formazione degli operatori Corsi di formazione e aggiornamento: Metodi Biologici Pratici per il Mappaggio di Qualità dei Corsi d’Acqua. Analisi della Comunità di Macroinvertebrati. Organizzati da CISBA (Centro Italiano Studi di Biologia Ambientale) in collaborazione con APAT, APPA Trento e altre Agenzie regionali.

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Area tematica Biodiversità: tendenze e cambiamenti - fauna Denominazione del metodo

CENSIMENTO PEDOFAUNA

Istituzione di riferimento Università di Parma (Prof. Parisi)

Descrizione del metodo Raccolta dei macroinvertebrati: - Cattura a vista con o senza aspiratore; - Campionamento effettuato con trappole a caduta, costituite da becker di plastica da 500 ml. Interrate sino all’orlo.

Le trappole sono riempite da liquido attrattivo e/o conservante (da Matthey et al 1992, modificato) ; - Prelievo effettuato in un’area omogenea con un carotatore alla profondità di 10 cm.; sono sufficienti 3 repliche

(Casarini,2001) per ottenere dati rappresentativi. Separazione degli invertebrati dal suolo: - Flottazione e lavaggio: gli invertebrati, immersi in soluzione con acqua salata (salamoia), zucchero o solfato di

magnesio, si separeranno dalle particelle del suolo galleggiando sulla superficie della soluzione (Bater,1996); - Wet-funnel method: si sistema su un supporto un imbuto di vetro, la cui estremità inferiore è chiusa da una pinza,

mentre su quella superiore si dispone una rete metallica dove si sistema il campione di suolo. Si riempie l’imbuto di acqua sino a fare imbibire il campione. Si applica una lampadina sopra l’imbuto per aumentare la temperatura, in questo modo gli animali lasceranno la zona riscaldata per raccogliersi alla base dell’imbuto.

- Estrattore Berlese – Tullgren modificato: si sistema il campione di suolo su una griglia metallica montata su un imbuto. Sopra l’imbuto si posiziona una lampada che ha l’effetto di causare disseccamento progressivo del terreno e fuga degli organismi verso il fondo.

Valutazione ed analisi dei dati raccolti. La non omogeneità della matrice suolo rende la fase di campionamento molto delicata, se si vogliono raccogliere dati rappresentativi.

Finalità della raccolta dei dati Attraverso l’indice QBS-ar (Parisi,2001) è possibile valutare la Qualità Biologica del Suolo.

Unità di campionamento Il prelievo dovrà essere effettuato scegliendo un’area omogenea per caratteristiche e copertura del suolo. È necessario evitare i microambienti in quanto il punto in cui viene effettuato il campione deve essere rappresentativo dell’area (D’Avino,2002).

Frequenza della raccolta dati Si utilizza il periodo autunnale

Tipologia del dato finale prodotto Sulla base del valore complessivo del QBS-ar, si possono suddividere i suoli in classi, caratterizzate da una crescente qualità ambientale.

Strumentazione necessaria Carotatore, sacchetti di plastica per il trasporto dei campioni, borsa termica, imbuto, retina metallica, lampade, liquido conservante, beute, sale, microscopio, pinzette, pennellini, provette, parafilm ed etichettatura del campione.

Tempo necessario per l’effettuazione del campionamento Il prelievo viene effettuato (in tre repliche) con un tempo di durata totale di circa 15 minuti.

Eventuali indici/indicatori derivati o collegati alla raccolta dati La raccolta di fauna edafica si collega direttamente all’indice QBS-ar (indice che si basa sull’adattamento marcato o meno dei microartropodi alle condizioni ambientali, a prescindere dalla tassonomia).

Manuale o documento di riferimento Manuali sulle tecniche: ARPA Piemonte– Tecniche di biomonitoraggio della qualità del suolo; D’Avino L., 2002. Esposizione del metodo di Vittorio Parisi per la valutazione della Qualità Biologica del Suolo (QBS) e proposta di standardizzazione delle procedure. Museo di Storia Naturale dell’Università di Parma (2002); Parisi V., 2001 La qualità biologica del suolo. Un metodo basato sui microartropodi. Acta Naturalia de “L’Ateneo Parmense”, 37,nn.3/4, (2001): 97-106 Manuali faunistici: Chinery M., 1987. Guida degli insetti d’Europa. Franco Muzzio Editore; Coineau Y., R. Cleva, G. du Chatenet, 1997. Ces animaux minuscles qui nous entourent. Delachaux et Niestlè

Scheda di raccolta dati standard E’ presente una scheda di raccolta dati codificata e condivisa fornibile dall’ARPA Piemonte

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Guida alla compilazione della scheda di raccolta dati E’ presente ed eventualmente fornibile dall’ARPA Piemonte.

Software per la raccolta/stoccaggio dei dati Non è presente

Rete di raccolta dati Esiste una rete regionale di raccolta dati (al momento solo ARPA Piemonte) anche se c’è in progetto di instaurare una rete nazionale.

Descrizione della rete di raccolta dati Il referente delle rete regionale è la Responsabile dell’Area Conservazione Natura - ARPA Piemonte.

Profilo dei principali utilizzatori del metodo Le figure che normalmente applicano il metodo sono: Università di Parma, ARPA Piemonte.

Protocollo di formazione degli operatori E’ stato effettuato un corso di formazione regionale per tecnici da parte dell’ARPA Piemonte.

Note Il metodo è stato da poco tempo applicato dall’Università di Parma e dall’ARPA Piemonte.

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