Delta ott2014 n123

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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 123 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it del Delta 1994 - 2014

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Delta ott2014 n123

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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 123 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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Se anche il Parlamento confermerà la tassazione ordinaria decisa dal Consiglio dei Ministri nel disegno di legge di Stabilità, l’au-mento del livello di imposizione rischia di non rendere appetibile

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Tfr subito a rischio fl op

di giuseppe Bortolussi*

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Se anche il Parlamento confermerà la tassazione ordinaria decisa dal Consiglio dei Ministri nel disegno di legge di Stabi-lità, l’aumento del livello di imposizione rischia di

non rendere appetibile l’anticipo del Tfr in busta paga.

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* Segretario della CGIA

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Periodico d’informazione locale. Anno XXI n. 123 - Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, NE/PD www.lapiazzaweb.it

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L’EDITORIALE

“Doe se magna in tri, se magna anca in quatro”di germana urbani*

Scappano dalla guerra, dalla fame, dalle malattie. Camminano, corrono, si na-scondono. Sono come animali braccati,

in fuga. Eppure sono uomini, bambini, donne e donne in attesa di bambini che vanno scalze verso un futuro che sperano migliore. Arrivati al porto, a volte dopo mesi da che erano partiti, riescono a salire su una barca insieme a mol-tissimi altri. Sanno cosa può capitare, perché accade sempre più spesso che il mare si trasfor-mi per loro in un ventre che inghiotte e non restituisce nulla, eppure salgono. Trattengono il fi ato, pigiati in centinaia su queste carrette della miseria, tremano di freddo, di fame, di orrore. E poi, se il mare è calmo e il buon Dio li assiste fi no in fondo, arrivano sulle nostre sponde. Ma è il fatto che le sponde siano “nostre” il proble-ma, è il fatto che arrivano in troppi, è il fatto che abbiamo già poco per noi e dovremmo spartire con loro. E’ il fatto che vengono sicuramente per delinquere. E ultimamente è anche il fatto che portano le malattie! Questi esseri umani portano sicuramente qualcosa in mezzo a noi, come tutti gli esseri umani che incontriamo, con cui ci capita di condividere qualcosa: il banco a scuola, il sedile in autobus, un pasto alla mensa dei poveri. Portano se stessi, la loro storia, la loro vita. Come noi, ogni giorno.

*[email protected]@givemotions.it

continua a pag. 3

Ambulatoripediatrici, verso la nuova verifica

Sanità

pag. 10

Salute

pagg. 35-38

Maltempo, tanti danni in paese soprattutto tra Oca e Polesinello

Taglio di Po

pag. 21

pag. 10

Enel indica la strada del futuro“Biomasse, ma solo se le volete”Poca partecipazione al consiglio comunale apertoIl sindaco: “Enel non deve abbandonarci”.

Del carbone non si parla più. E questo magari si sapeva. Ma quello che ma-gari a Porto Tolle in tanti si aspetta-

vano era che al pesante annuncio seguisse immediatamente una attenzione elevatissi-ma, concentrata sul Comune deltino che per quasi 40 anni ha ospitato una delle maggiori centrali elettriche del paese. Purtroppo non pare che andrà così. La partecipazione al con-siglio comunale aperto di fine ottobre non ha registrato quell’afflusso di personalità della politica e dell’imprenditoria che molti auspi-

cavano. Tanto che il sindaco Claudio Bellan si è sentito in dovere di lanciare un monito ben preciso. “Il territorio ha un credito ben preciso verso Enel – ha detto il primo cittadi-no – non possiamo restare senza risposte”. Il referente dell’azienda energetica ha assicu-rato che non ci sarà nessuna fuga dal Delta. Significativo soprattutto però quanto affer-mato dall’amministratore delegato di Enel Francesco Starace. Ha parlato chiaramente della possibilità di trasformare l’impianto di Polesine Camerini in una centrale a biomas-

se. Con un paletto ben preciso. “A patto che il territorio sia disposto ad accettare questo investimento”. Evidentemente Enel non ha gradito l’opposizione che numerose associa-zioni e realtà del territorio hanno fatto per anni al progetto al carbone. Opposizione che tuttavia rientra ampiamente nel perimetro della democrazia e della richiesta di con-certazione. L’impressione è che, dopo l’en-nesima disillusione, difficilmente Porto Tolle accetterà facilmente come in passato aut aut sin troppo simili a ricatti.

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Una scommessa vinta alla grande. Di questo parla la storia dell’Ostello Rifugio

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Rosolina è città. Lo ha deciso il capo dello Stato, su proposta del ministero. Un titolo conferito tenendo conto della importante crescita legata al turismo,

ma anche della vivacità economica, in particolare nel settore agricolo.

pag. 17

Salvati dal mare, si fermano poco tra noi

Approfondimento

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accaduto acca-dra rovigo

ficarologLi istituti pOLesaNicambieraNNO peLLe

Il trasferimento dei degenti psichiatrici in altre strutture o il commissariamento. Forse addirittura la chiusura. Queste le ipotesi che si stanno valutando per gli Istituti Polesani

di Ficarolo, l’importantissima struttura specializzata nell’assistenza alle persone

con problemi psichiatrici. Dall’estate a oggi gli Istituti sono stati toccati da due grosse

inchieste giudiziarie, la prima incentrata su presunti maltrattamenti ai danni di alcuni

ospiti, la seconda relativa invece al decesso di due di questi. Da qui l’intervento delle autorità competenti – Ulss, Regione, ma

anche la Prefettura – e la decisione di prendere provvedimenti.

RovigoiL cOmuNe mette iN veNdita immObiLi e terreNi: L’eLeNcO

Nove proprietà messe in vendita dal Comune di Rovigo, tra terreni e immobili.

Tecnicamente si chiamano beni da alienare e Palazzo Nodari ha appena pubblicato

l’elenco. Tra i fabbricati di maggiore pregio c’è quello di piazza Garibaldi dove un tempo avevano sede le biglietterie del

Teatro Sociale, ma anche l’ex biglietteria di piazzale Di Vittorio, dalla quale il Municipio

spera di ricavare oltre un milione di euro. Non solo: all’asta anche i locali sotto il

portico di piazza Vittorio che per tantissimi anni hanno ospitato la storica cartolibreria

Pavanello, trasferita in via Silvestri.Rovigo

NeL ceNteNariO iL ricOrdOdeLLa graNde guerra

“Che il sacrifi cio di quei giovani possa essere di ispirazione ai giovani di oggi”. E’ stato un IV novembre diverso dal solito, quello cele-

brato in piazza Vittorio Emanuele: non c’era il sindaco, ma il commissario prefettizio. Che ha voluto ricordare – proprio nel centenario

dell’inizio della Grande Guerra – i tanti giovani che vi persero la vita. “Se il nostro essere italiani – ha detto – ha un signifi cato, se

la nostra cultura, la nostra civiltà o la nostra identità rappresentano oggi per noi un valore,

lo dobbiamo proprio al sacrifi cio estremo di molti giovani che oggi commemoriamo”.

gavellotempO siNO aL 2 dicembreper gLi aLLOggi ater

Il Comune di Gavello ha approntato il bando per la concessione degli alloggi Ater. E per presentare domanda c’è tempo sino al prossimo 2 dicembre. Una opportunità per tutti i cittadini italiani, stranieri comunitari e stranieri extracomunitari dotati di permesso di soggiorno che vivano o risiedano nel territorio del Comune. Informazioni in merito possono essere richieste al Comune o trovate sul sito. I candidati comunque non devono avere un reddito del nucleo familiare superiore ai 24.793 euro e ovviamente non devono essere già assegnatari di un alloggio pubblico.la rassegna“aNticHi OrgaNi deL pOLesiNe” tOrNa La magia deLLa musica

Dopo il debutto del primo novembre a Lendi-nara, un fi tto calendario di appuntamenti che porterà veri e propri maestri a esibirsi e trarre note d’autore dagli antichi e storici organi del Polesine. La rassegna, che è ormai arrivata alla 14esima edizione, toccherà, sino al 20 dicembre, numerosi Comuni dell’Alto e del Basso Polesine. Il calendario, dopo il concerto del 15 novembre in Duomo a Rovigo, porterà, di sabato in sabato, a San Bellino, Porto Viro e Loreo. Gran fi nale sabato 20 a Ca’ Venier di Porto Tolle. Per informazioni si può visionare la pagina Facebook dedicata all’evento o fare capo al numero di telefono 3284532974.Cinema“ruggiti daLLa LaguNa”:eccO tuttO iL prOgramma

Sono state calendarizzate le prime dieci proiezioni di “Ruggiti dalla laguna”, il programma cinematografi co incentrato sul cinema Politeama di Adria e realizzato con Rem e Circolo del cinema di Adria. Si tratta di un ciclo di pellicole che saranno proiettate ognuna con cadenza settimanale il lunedì e il martedì al Politeama. Al lunedì i fi lm cominceranno alle 21.15 con spettacolo unico, al martedì doppia proiezione alle 16.30 e alle 21.15. Per informazioni è possibile fare capo al numero telefonico 042622461, consultare il sito www.politeama-adria.it o la pagina Facebook del Politeama di Adria.

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Teatro Sociale, ma anche l’ex biglietteria di piazzale Di Vittorio, dalla quale il Municipio

spera di ricavare oltre un milione di euro. Non solo: all’asta anche i locali sotto il

portico di piazza Vittorio che per tantissimi anni hanno ospitato la storica cartolibreria

Pavanello, trasferita in via Silvestri.Rovigo

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lo dobbiamo proprio al sacrifi cio estremo di molti giovani che oggi commemoriamo”.

gavellotempO siNO aL 2 dicembreper gLi aLLOggi ater

Il Comune di Gavello ha approntato il bando per la concessione degli alloggi Ater. E per presentare domanda c’è tempo sino al prossimo 2 dicembre. Una opportunità per tutti i cittadini italiani, stranieri comunitari e stranieri extracomunitari dotati di permesso di soggiorno che vivano o risiedano nel territorio del Comune. Informazioni in merito possono essere richieste al Comune o trovate sul sito. I candidati comunque non devono avere un reddito del nucleo familiare superiore ai 24.793 euro e ovviamente non devono essere già assegnatari di un alloggio pubblico.la rassegna“aNticHi OrgaNi deL pOLesiNe” tOrNa La magia deLLa musica

Dopo il debutto del primo novembre a Lendi-nara, un fi tto calendario di appuntamenti che porterà veri e propri maestri a esibirsi e trarre note d’autore dagli antichi e storici organi del Polesine. La rassegna, che è ormai arrivata alla 14esima edizione, toccherà, sino al 20 dicembre, numerosi Comuni dell’Alto e del Basso Polesine. Il calendario, dopo il concerto del 15 novembre in Duomo a Rovigo, porterà, di sabato in sabato, a San Bellino, Porto Viro e Loreo. Gran fi nale sabato 20 a Ca’ Venier di Porto Tolle. Per informazioni si può visionare la pagina Facebook dedicata all’evento o fare capo al numero di telefono 3284532974.Cinema“ruggiti daLLa LaguNa”:eccO tuttO iL prOgramma

Sono state calendarizzate le prime dieci proiezioni di “Ruggiti dalla laguna”, il programma cinematografi co incentrato sul cinema Politeama di Adria e realizzato con Rem e Circolo del cinema di Adria. Si tratta di un ciclo di pellicole che saranno proiettate ognuna con cadenza settimanale il lunedì e il martedì al Politeama. Al lunedì i fi lm cominceranno alle 21.15 con spettacolo unico, al martedì doppia proiezione alle 16.30 e alle 21.15. Per informazioni è possibile fare capo al numero telefonico 042622461, consultare il sito www.politeama-adria.it o la pagina Facebook del Politeama di Adria.

L’EDITORIALE

“Doe se magna in tri, se magna anca in quatro”Dovremmo chiamarli per nome questi poveri del mondo, ognuno col suo, per sentirli meno come invasori e più come uomini e

donne e bambini.Sul nostro giornale abbiamo un po’ cercato di farlo. Di conoscerne alcuni. Alcuni di coloro che in questo periodo si fermano

nei centri d’accoglienza. Hanno bei sorrisi. Sono gentili, felici di poter almeno dormire con tutti e due gli occhi chiusi, fi nalmente. Moltissimi sperano di raggiungere presto il Nord Europa, qualcuno spera di trovare lavoro qui e rimanere.

Per valutare davvero la loro presenza tra noi dovremmo considerare che loro sono i sopravvissuti a un esodo epocale dal sud del mondo. Basti pensare che i morti in mare certifi cati dal 1999 al 2013 sono 15 mila e secondo i dati raccolti da Philippe Fargues, demografo dello European University Institute presentati a Metropolis il tasso di mortalità in questi stessi anni è passato dal 4 al 21%.

Alcuni di loro erano bambini, bambini mai nati, mamme, papà, ragazze e ragazzi col sole negli occhi.Non sono mostri neri. Inoltre la direttrice del Laboratorio di virologia dell’Istituto malattie infettive Spallanzani di Roma, facendo

un quadro sul virus ebola tra Africa e Occidente afferma che il rischio di contagio è bassissimo e non arriverebbe dagli immigrati: “In Europa può arrivare in aereo da missionari o cooperanti, ma non con gli sbarchi”.

C’è modo e modo di essere veneti in questi anni. E lo sapevano bene i nostri nonni, loro sì che avevano patito la fame e che comunque non esitavano a dire: “Doe se magna in tri, se magna anca in quatro”.

segue da pag. 1

[email protected] - [email protected] germana urbani*

Delta RegionepOrtO tOLLe

pag. 12

I 5 Stelle spieganola loro filosofiaper la “decrescita”

rOsOLiNa

pag. 17

Avanti col progettodella casa di riposo,ecco i primi dettagli

tagLiO di pO

pag. 21

Prosegue la politicadi ammondernamentodei parco giochi

Clicca su Scarica giornali, scegli l’edizione che ti interessa e sfogliala conLa Piazza la leggi anche sul web aggiornata con le ultime news!

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VeneziaPadovaRovigo Treviso

È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle per un numero complessivo di 15.457 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 29 agosto 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

Questo periodico è associato alla Unione Stampa Periodica Italiana

è un marchio registrato di proprietà

srldi

Periodico fondato nel 1994 da Giuseppe Bergantin

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È un periodico formato da 13 edizioni locali mensilmente recapitato a oltre 250.000 famiglie del Veneto.Questa edizione raggiunge le zone di Rosolina, Porto Viro, Taglio di Po, Ariano, Porto Tolle per un numero complessivo di 15.457 copie. Iscrizione testata al Tribunale di Venezia n. 1142 del 12.04.1994; numero iscrizione ROC 22120

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONEe ConCessionaria di PubbliCità loCale

Padova, via Lisbona 10Tel. 049 8704884 Fax 049 [email protected]

REDAZIONE:Direttore responsabile (ad interim)Germana urbani [email protected] Jovane [email protected]

Chiuso in redazione il 30 ottobre 2014Centro Stampa: rotopreSS InternatIonalloreto, vIa breCCIa (an)

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LavOrO

pagg. 26-27

I giovani tornano alla terra e al mare

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pag. 28

I nuovi volti in provincia, non senza sorprese

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Le primarie del Pd: sfida in rosa a fine novembre

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Page 8: Delta ott2014 n123

4 Argomento del mese

“ci cOLpisce La graNde ricONOsceNza dei prOfugHi”

Porto Alegre, 32 e una missione: aiutare

Porto Alegre è una cooperativa sociale con 32 dipendenti, una decina di col-laboratori esterni e circa 20 volontari.

Oltre all’accoglienza e assistenza dei rifugiati e richiedenti asilo, gestisce servizi e strutture per persone con disagio psichico, persone sen-za dimora o in condizioni di povertà estrema, nonché la bottega del commercio equo e soli-dale “La Fionda di Davide”.

“Nella struttura più grande dove ospi-tiamo i richiedenti asilo - spiega Riccardo Brazzorotto, uno degli undici operatori che la gestiscono– cerchiamo di organizzare attività che possano aiutarli nell’inserimento come corsi di italiano e di educazione civica. Molti dei ragazzi sono scarsamente alfabetizzati e, quindi, interveniamo anche in quella direzione. Una volta a settimana viene un medico a visitarli. Oltre ad aver messo in piedi un vero e proprio intervento di recupero della struttura che li ospita, i ragazzi coltivano un piccolo orto e riparano biciclette. Poi ci sono attività ricreative, come il calcio ed il cineforum”. Nonostante non abbiano alcun limite alla propria libertà di movimento, la sera si ritrovano sempre tutti a cena insieme. Di fughe non ve ne sono, considerato che si tratta di stranieri in attesa di una regolarizzazione. “Quello che sorprende – aggiunge Riccardo – oltre al fatto che non vi siano mai stati problemi di litigi o zuffe, è il grande senso di gratitudine che provano”. Fr.Ca.

“Il Veneto non è più l’eldorado di 20 anni fa, quan-do chi arrivava qui un lavoro qualsiasi lo trovava comunque, perché allora c’era davvero fame di

gente che lavorasse”. La mutata situazione socioeconomica e la crisi hanno

tagliato le gambe anche al Veneto, la ex locomotiva d’I-talia, e in questo contesto l’invito ”meno ipocrita” che si possa fare a chi lascia la propria terra, in cerca di fortuna, è quello di non illudersi. E’ la tesi che il governatore del Veneto Luca Zaia sostiene da tempo e che ha ribadito con forza anche in occasione della presentazione a fi ne ottobre del Rapporto annuale 2014 sull’Immigrazione in Veneto, realizzato da Veneto Lavoro.

“Tanta povera gente lascia miseria - afferma l’espo-nente leghista - per trovare qui un destino di miseria. Bisogna essere ipocriti per far credere che da noi ci siano grandi opportunità”.

“Non venite, lo dico con forza, lo dico supportato dai dati” insiste il presidente veneto “dai quali emerge nell’ultimo semestre un distinto movimento di migrazio-

ne di ritorno, di gente - 6.400 persone - cioè che se ne torna a casa perché quella di un paese fl orido è solo una bugia”.

Una posizione che non vuole essere contrastante con una realtà di integrazione e di accoglienza, quale il Vene-to dimostra essere anche nei numeri.

Al primo gennaio 2014 gli immigrati stranieri presenti erano 514mila, pari al 10,4 per cento dell’intera popolazione residente e a un decimo di tutti gli stranieri presenti in Italia. Nel 2013 si è regi-strato un aumento di 27mila unità. I lavoratori disoccupati tra gli stranieri immigrati sono 42mila sui circa 200mila totali in Veneto. Le imprese avviate da stranieri sono 41mila, pari al 5,8 per cento del totale dell’imprenditoria regionale. Il lavoro stranie-ro determina circa il 5 per cento del Pil regionale. Il 90 per cento delle scuole venete ospita studenti stranieri. Le province con il maggior numero di stranieri residenti sono

Treviso e Verona, con oltre 100mila persone, seguite da Vicenza e Padova, con più di 95mila persone.

“Questi dati smentiscono clamorosamente lo stereo-tipo razzista che ci si vuol affi bbiare. Ci dicono che il Vene-to è il quarto dopo Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna per numero di immigrati presenti” è il commento di Zaia.

“A questi - prosegue - che han-no un serio progetto di vita garantia-mo la massima integrazione e tutti i servizi”. “Questi numeri tuttavia - insiste - dimostrano al Governo che abbiamo già dato e che ci sono al-meno altre 16 regioni in Italia che

possono accogliere i nuovi profughi in arrivo, considerato che non hanno i nostri numeri”.

Insomma un modo per ribadire il basta profughi in Veneto di inizio ottobre, quando alcuni sindaci si ribella-rono alle Prefetture in cerca di spazi per i nuovi migranti arrivati nella Penisola con l’operazione Mare Nostrum.

“Sto con i sindaci che conoscono davvero le loro re-

altà territoriali e che si ribellano ai Prefetti e allo Stato centrale” aveva affermato, condannando sia l’Europa sia il Governo nazionale che non si attivano per risolvere realmente il drammatico problema. E bocciando a fi ne mese anche il passaggio dall’operazione italiana “Mare Nostrum” a quella europea “Triton”.

“L’Europa egoista e davvero razzista - aveva denun-ciato - fa a Renzi l’elemosina di pagare le operazioni di recupero, ma continua a rispondere no all’unica svolta che sarebbe vera: un’operazione nella quale i Paesi eu-ropei si impegnassero a farsi carico per quota parte dei migranti che arrivano”.

“L’Unione Europea non può far fi nta di nulla e conti-nuare a ignorare le gravi implicazioni che questo fenome-no sta provocando nei Paesi della Comunità, soprattutto a quelli di confi ne e più esposti come l’Italia” era stata la conclusione del governatore leghista che ha defi nito di “buon senso” la posizione del primo ministro britannico David Cameron che ha proposto di fi ssare un tetto al nu-mero degli immigrati nell’Unione Europea.

di Ornella jovane

I DATI E I FATTIIl Veneto realtà di integrazione e accoglienza

o razzista e chiuso? Sono 514mila gli immigrati stranieri in Regione, pari al 10,4

per cento dell’intera popolazione. I dati del Rapporto annuale 2014

sull’Immigrazione ci vedono al quarto posto dopo Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna.

Eppure da qui è partita la protesta dei sindaci contro le prefetture all’annuncio a inizio ottobre dell’arrivo di nuovi profughi.

Da qui il governatore Zaia attacca il Governo e l’Europa. “Sto con i sindaci, non possiamo

accoglierne altri” Il Veneto alle prese con l’emergenza profughi

Zaia: “Il Veneto non è più l’eldorado, ipocrita far credere a questa gente che da noi ci sono grandi opportunità”

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5Argomento del mese

di francesco Campi

Sfatiamo un mito: pochissimi di loro sono qui per restareLe associazioni “Sono diretti verso altri paesi europei”

In Polesine attualmente ci sono poco più di 150 richiedenti asilo. Il numero maggiore è ospitato dalla cooperativa sociale Porto Alegre, ente gestore anche del progetto Sprar del Comune di Rovigo e che dal 2007 ha offerto accoglienza ad oltre 500 migranti ed attual-mente ne ospita circa novanta in appartamenti o centri collettivi, mentre ad altri 50, accolte in un albergo di Porto Viro, offre servizi di

assistenza legale e sociale. Un gruppo consistente è affi dato anche all’associazione Di tutti i colori di Occhiobello. L’Arcisolidarietà, invece, ne ospita un numero ridotto, cinque, ma con una particolarità: sono tutte donne. “Tre arrivano dalla Nigeria e due dalle Filippine – spiega la responsabile Donata Tamburin – tutte sono passate dalla Libia, dove lavoravano in condizioni a dir poco diffi cili. Sono donne giovani e quello che hanno subito durante i loro viaggi è terribile”.

“Nell’ambito dell’accoglienza dei profughi soccorsi con Mare nostrum – sottolinea anche Carlo Zagato, presidente della cooperativa Porto Alegre - il tasso di dispersione è superiore al 60%. Sono persone che considerano l’Italia un paese di transito e che intendono presen-tare la richiesta di protezione internazionale in altri paesi. La permanenza media delle persone accolte con Mare Nostrum risente di questo aspetto, mentre quelle che si sono fermate da marzo ad oggi, sono tuttora in attesa di essere ascoltate dalla commissione che valuterà la loro richiesta di protezione. La permanenza delle persone accolte nell’ambito del progetto Sprar, invece, è misurabile ed è di circa un anno, durata comprensiva del periodo di istruttoria della richiesta di protezione internazionale, che dura, in media, tre/quattro mesi, e dei 6 mesi di accoglienza previsti per legge”. Insomma, dei richiedenti asilo transitati dal Polesine negli ultimi anni, solo una minima parte si è stabilita qui, mentre la maggioranza è andata a cercar fortuna altrove: “Si tratta di numeri – conclude Zagato - non in grado di produrre rifl essi su una provincia con oltre 244mila abitanti e che incidono in minima parte nel più ampio fenomeno dell’immigrazione”.

La storia

Parla chi è stato salvato in mare Dietro numeri e troppa politica tanti racconti che colpisconoTroppo spesso, quando si leggono notizie relative ai migranti, non si pensa alle storie ed

ai volti di uomini e donne che affrontano viaggi lunghi migliaia di chilometri per sfuggi-re a situazioni di diffi coltà estrema. Ma dietro ai numeri di un fenomeno che qualcuno

utilizza in modo propagandistico, ci sono persone in carne ed ossa, con storie da raccontare.Come quella di Dambo, 34 anni, che prima di scappare dal Mali, durante la guerra

civile, faceva il pastore: in macchina ha raggiunto prima il Burkina Faso, poi la Nigeria ed infi ne la Libia, dove è stato 10 giorni prima di salire su un barcone insieme ad altre 88 persone, venendo poi raccolto da una motovedetta della Marina Militare. Non sorride, Dambo, quando ripensa al suo viaggio, che lo ha visto passare da Lampedusa a Verona e, infi ne, a Rovigo dove sta dal 19 marzo. Ma un “grazie italiani che mi hanno protetto” lo dice in un italiano stentato e con un forte accento francese, per poi spiegare che “è qui che vorrei rimanere se un giorno avrò il permesso e troverò un lavoro, voglio rivedere i miei due fi gli, di 9 e 13 anni, che sono rimasti in Mali”.

Bubakar, invece, viene dal Senegal dove ha visto uccidere molte persone. Lui in Libia era arrivato per restarci e, infatti, è stato lì un anno. “Facevo l’operaio edile, ma non mi da-vano i soldi”. Poi, dopo il crollo del regime le cose sono peggiorate e così è salito su un barcone con altri 85 migranti. Anche lui racconta di essere stato “salvato dall’acqua dagli italiani che mi hanno trattato bene, sono bravi”. Sul restare in Italia, però, non è convinto: “Non so se troverò lavoro”.

E’ convinto, invece, di restare qui Ailfusine, che in Gambia faceva il gommista. “Poi ci sono stati problemi politici – spiega – sono dovuto fuggire per paura di essere ucciso”. Dopo tre mesi di viaggio attraverso il deserto ha raggiunto la Libia e, poi, ha preso il largo con una carretta del mare insieme ad altri 78 compagni di ventura. “Gli italiani mi hanno salvato la vita”, ammette mentre il suo viso accigliato si spiana in un sorriso.

Chi non sorride è Roman, 19enne arrivato dal Bangladesh, dove lavorava in un nego-zio di telefonia. Lui in mare c’è stato per ben otto giorni, stipato in una barca insieme ad altre 400 persone. “Italia molto bene”, si sforza di spiegare riuscendo a far capire bene cosa vuol dire. Sameel, 25 anni, arriva dal Pakistan. A farlo fuggire sono state “le bombe degli americani”. Non pensava che sarebbe fi nito a Rovigo, anche se qui dice di trovarsi bene e di voler trovare un lavoro per rimanere. A casa faceva l’agricoltore. In Libia, invece, negli otto anni di permanenza ha fatto i lavori più disparati ma sempre senza riuscire a farsi pagare. Salire su quella barca, sulla quale è rimasto in balia del mare per sei giorni con altre 235 persone, è stata una scelta obbligata. Quando parla del salvataggio da parte della Ma-rina italiana trasuda gratitudine a conferma del fatto che, aldilà delle strumentalizzazioni, l’operazione Mare Nostrum ed il soccorso in mare dei migranti, non solo ha salvato le vite Dambo, Bubakar, Ailfusine, Roman e Sameel e di altre migliaia di uomini e donne, rompen-do una tragica inerzia di fronte alla tragedia che si stava compiendo nel nostro mare, ma ha anche dato speranza nell’umanità a persone che, a differenza di tanti italiani, pensano all’Italia come ad un Paese generoso, accogliente e dove vale la pena ricostruirsi una vita.

Fr.Ca.

Molti di loro hanno assistito ad assassini e hanno temuto per la loro sopravvivenza

Il Veneto alle prese con l’emergenza profughi

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6 Porto Viro

Quando il ricamo diventa un collante tra genera-zioni nel segno della

tradizione. E’ questo il caso di una realtà nata da quattro anni a Porto Viro con l’intento di tramandare la passione e l’arte del ricamo attraverso un gruppo spontaneo di signore portoviresi che prende il nome di “Le amiche del ricamo”. Oltre a tramandare un’arte che rischia di venire dimenticata, qual è quella del ricamo artistico, le signore di tutte le età, esperte e meno, hanno tutte le intenzioni di tener viva la tradizione di un tempo. Per questo oltre agli incontri biset-timanali si sono tenuti nell’arco dell’attività proposta anche laboratori destinati alle bambine ed è particolarmente recente la partecipazione del gruppo alla fiera “Abilmente” di Vicenza. Fondamentale per il gruppo è pure il ruolo ricoperto nell’ambito della socialità. Si opera in maniera conviviale imparando tutte assieme di modo che ognuna possa apprendere dall’altra, senza una particolare gerarchia. Dopo la pausa estiva, il nutrito gruppo che conta una trentina di appassionate è tornato a occuparsi dell’insegnamento e del mantenimento della tradizione artigianale. E’ il centro giovanile salesiano San Giusto ogni lunedì pomeriggio alle 15 e giovedì sera alle 21 ad accogliere le ricamatrici. Due sono gli appuntamenti settimanali in due precise fasce orarie che permettono di andare incontro alle più svariate esigenze delle appassionate che vogliono unirsi alle attività del gruppo.

HObbie

Il gruppo, nato quattro anni fa, funziona alla grandeLe amicHe deL ricamO: La tradiziONe rivive e cresce

El.Ca.

Il gruppo “Le amiche del ricamo”

E’ ancora emergenza all’associazione di protezione animali Oasi onlus di Porto Viro. Sono troppi i gatti che necessitano

di cure e che i volontari cercano di gestire no-nostante le scarse risorse a disposizione. “Chi lo dice che i gatti si arrangiano? – si chiede la presidentessa Rina Bovolenta - Forse è una credenza che può in qualche modo valere per i randagi, ma in paese e soprattutto a causa del traffico lungo le strade i gatti sono quotidiana-mente a rischio”.

Attualmente sono una quarantina i felini gestiti dall’associazione presieduta da Rina Bovolenta e un’ottantina quelli che si contano tra le colonie sparse per il territorio comunale. “Nonostante abbiamo con forza più volte so-stenuto l’importanza delle sterilizzazioni - spie-ga Bovolenta - continuano ad arrivare tante chiamate all’associazione di gattini abbando-nati e lasciati morire. Non abbandonate i gat-tini, chiamateci e fate sterilizzate le gatte!”.

L’appello della presidentessa dell’Oasi non è solo rivolto ai privati cittadini ma ancora una volta anche ai sindaci del territorio. “Ri-

chiamo l’attenzione anche dei Comuni e dei sindaci del Delta con l’invito di attivarsi per fare le convenzioni con le Ulss per sterilizzare le gatte randagie. Ai Comuni non costa nulla perché si tratta di un progetto regionale e si potrebbero finalmente evitare tante situazioni di disagio”. Per quanto riguarda invece il ter-ritorio portovirese l’auspicio è quello di poter finalmente giungere alla realizzazione dell’o-asi felina.

“Mi auguro di avere al più presto un in-contro col sindaco Thomas Giacon – aggiunge

Bovolenta - per poter finalmente organizzare l’oasi felina in cui accogliere i gatti che hanno dei problemi fisici e che hanno avuto incidenti. Il servizio potrà pure essere d’aiuto a coloro che si devono assentare da casa per un periodo di tempo e hanno necessità di lasciare il proprio gatto in un posto sicuro. Con le offerte raccolte sarà possibile mantenere l’attività dell’associa-zione. Nel frattempo rinnovo l’invito, a chiun-que fosse interessato, a contribuire alla raccolta alimentare per gli animali rivolgendosi al civico 72 di via Mazzini a Porto Viro”.

di Elisa Cacciatori

La presidente dell’Onlus Rita Bovolenta:“Continuiamo a registrare abbandoni di gatti”

L’appello “Perché non li sterilizzano? Noi siamo sempre qua”

L’Oasi lancia l’Sos per salvare gli amici a quattro zampe

A destra, la presidente Rina Bovolenta con due volontarie

Fa discutere il servizio di affidamento del servizio di pulizia strade a Porto Viro. Col capogruppo di minoranza

Maura Veronese che ricostruisce una vi-cenda sulla quale ha molto da dire. Il 31 agosto, a quanto chiarito da Veronese, il Comune di Porto Viro avrebbe sollevato dal servizio spazzamento strade Ecoambiente, la quale a propria volta aveva affidato il ser-vizio a livello locale alla cooperativa sociale del posto Don Sandro Dordi. In seguito, poi, a ottobre, ha incaricato del servizio, con va-lenza a partire dal 10 settembre e sino al prossimo 31 dicembre, una ditta del Vicen-tino. “Quello che mi dispiace nella vicenda – spiega il consigliere Veronese – non è solo che si sia affidato il servizio a una ditta per poi andare a sanare la situazione in se-guito, ma anche il fatto che sia stata scelta una realtà non del territorio. Il tutto senza considerare che stiamo parlando di un servi-zio particolarmente sensibile, ambientale”.

Valutazioni largamente condivise anche da Adam Ferro, portavoce della civica Por-to Viro. “Vediamo che viene tolto l’incarico a una ditta del posto che aveva sempre la-vorato bene senza mai dare alcun problema e con soddisfazione di tutti – spiega – solo per darlo poi a una ditta del Vicentino. Tra l’altro pare che questa scelta non consenta neppure di realizzare particolari economie. Quindi vorremmo capire quali dovrebbero essere i vantaggi”. In particolare, la civica domanda se sia stato previsto l’obbligo di

assumere personale locale. Un aspetto as-solutamente non secondario, dal momento che, come ricorda Ferro, la Dordi “impiega anche persone del luogo svantaggiate e che hanno difficoltà, per le quali quindi il posto di lavoro è molto importante. Com-plessivamente duro il giudizio espresso da Mantovani. “Dobbiamo registrare – con-clude – che ancora una volta la giunta non mantiene le promesse che aveva fatto in campagna elettorale. Una tra queste era stata, nella predisposizione dei bandi di gara, di promuoverne prima per le aziende del territorio e quindi per quelle esterne”. Non proprio quello che, secondo questa ricostruzione, è accaduto nella vicenda del servizio per lo spazzamento delle strade.

SERvIZIO PulIZIA STRADE, lA RIvOluZIONE fA DISCuTERE

El.Ca.

Maura Veronese

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sostenere il TRASPORTOPUBBLICO LOCALE

La nostra priorità

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segue da pag. 1Secondo i calcoli elaborati dall’Uffi cio

studi della CGIA, l’incremento del carico fi -scale per chi volesse chiederne l’anticipazio-ne, rispetto all’erogazione della liquidazione al termine del rapporto di lavoro, oscillereb-be tra i 230 e i 700 euro circa. Ovviamente

l’aggravio fi scale tende ad aumentare al crescere del livello di reddi-to del soggetto richiedente.

A fi ne carriera lavorativa la liquidazione viene tassata sepa-ratamente con la media delle aliquote degli ultimi cinque anni che tiene indebitamente conto delle detrazioni per lavoro e per i carichi familiari. Nel caso dell’anticipazione introdotta dal Governo Renzi, invece, quest’ultima si cumula con il reddito e conseguentemente aumenta anche la tassazione.

Infatti, l’aumento del reddito dovuto all’integrazione legata al Tfr mensile in busta paga viene tassato con l’aliquota marginale, ovvero quella che interessa la parte più elevata del reddito. Inoltre, quando aumenta lo stipendio si riducono gli effetti economici delle detrazioni per i fi gli a carico e quelli legati agli assegni familiari. Infi ne, mentre la liquidazione erogata a fi ne carriera è “risparmiata” dall’applicazione delle addizionali comunali e regionali Irpef, l’anti-cipo mensile no.

Se il Parlamento non modifi cherà l’impianto fi scale che grava sull’anticipazione del Tfr è verosimile che l’operazione si trasformi in un fl op è molto probabile. Inoltre, vanno chiarite in maniera ine-quivocabile le modalità di erogazione del Tfr. L’operazione, come ha assicurato il Premier Renzi, dovrà avvenire con un meccanismo che renda davvero neutro l’impatto economico sulle piccole imprese con meno di 50 addetti. Cosa che dovrà essere defi nita con un apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri”.

Dai casi presi in essame, se un dipendente senza famigliari a carico optasse l’anno prossimo per l’anticipazione mensile del Tfr, l’aggravio fi scale potrebbe oscillare tra i 236 euro all’anno (nel caso di un lavoratore con un reddito imponibile Irpef di 15.000 euro) fi no a 623 euro (nel caso di un reddito da lavoro dipendente di 80.000 euro).

Se, invece, a chiederne l’anticipazione è un dipendente con moglie e un fi glio a carico, l’incremento fi scale potrebbe variare tra i 362 euro (per un lavoratore con un reddito imponibile Irpef di 15.000 euro) e i 696 euro (nel caso di un reddito da lavoro dipendente di 80.000 euro). * Segretario della CGIA

Intervento

di giuseppe Bortolussi*

Tfr subito a rischio fl op

8 Porto Viro

Bisognerà attendere fino alla prossima primavera per vedere sul palco “Riso e fagioli”, la nuova commedia scritta da Enea Marangoni per la com-

pagnia dell’Abc teatrale di Porto Viro. Ad anticiparlo è lo stesso autore, entusiasta per essere recentemente stato scelto tra migliaia nella rosa dei tredici autori che prendono parte alla pubblicazione di poesie “Riflessi” realizzata sotto la supervisione di Elio Pecora ed edita da Pagine Srl.

Enea Marangoni, quarantunenne portovirese, ama particolarmente parlare della sua passione innata per la scrittura, conosciuta a Porto Viro attraverso le commedie portate in scena dall’Abc teatrale e che oggi in un’inedita veste poetica lascia trasparire altre sfumature. Proprio come la poesia che racconta gli stati d’animo e lascia trapelare solo in parte ciò che il poeta vuol raccontare, nasce l’ultima commedia scritta da Marangoni; “Riso e fagioli”. La storia portata in scena ruota attorno al piat-to; una metafora che vuole rappresentare la compagnia dell’Abc teatrale. Il riso e fagioli conosciuto anche come “riso alla cannarola” è infatti il piatto tipico per eccellen-za del territorio dove si è formato e radicato l’Abc. Lo stesso piatto per essere preparato richiede l’amalgama di vari componenti e particolare cura per la preparazione. Allo stesso modo si pone la compagnia amatoriale che grazie alle competenze di tutti permette la realizzazione di un obiettivo comune.

La storia portata in scena prende forma proprio attorno al piatto di fagioli in uno dei tanti bar trattoria che si trovano nei paesini di provincia e in cui si ritrova una compagnia di amici. “Si tratta di una metafora della nostra compagnia teatrale – raccon-ta Marangoni – ed è un modo particolare per rappresen-tare il nostro teatro in un momento in cui ci si sente un

po’ tutti ispirati dalla cucina”. La commedia ha richiesto un anno per essere scritta. Alla compagnia dell’Abc, nata nel 2005 e che attualmente conta una ventina di iscritti, Marangoni l’ha presentata lo scorso dicembre chiedendo ai componenti di riconoscersi nei personaggi. Di fatto, i personaggi nel copione già incarnavano le caratteristiche

degli attori, proprio come se gli fossero stati cuciti addosso.

“Lavoro proprio come un sarto – spiega Marangoni – perché già conosco le caratteri-stiche del mio organico nel mo-mento in cui scrivo e talvolta i

personaggi nascono da alcune delle caratteristiche degli attori”. In Veneto oggi tra i 4.044 soci Fita esistono 234 gruppi artistici e 60 autori di compagnie teatrali

tra cui si conta Marangoni. L’idea di scrivere per il teatro è nata nel momento in cui si è accorto, riadattando i copioni da modellare sulla compagnia, che a volte capi-tava di doverli riscrivere quasi completamente. E’ stato quasi naturale pensare quindi di prepararne ad hoc per la compagnia.

“La fantasia in questo senso non mi manca” con-sidera Marangoni. Ed ecco nascere “L’avvocato dei poveri”, “Quel simpatico zio francese”, “la schedi-

na” e “soldi pazzi”, tutte commedie che prediligevano il dialetto, fino all’italiano de “Le solitudini del pino”. “Riso e fagioli” prevede invece parte degli attori recitare in italiano e parte in dialetto. L’intento è di mantenere uno standard di qualità e allo stesso tempo non perdere la caratterizzazione data dal dialetto. L’appuntamento è fissato ad aprile.

di Elisa Cacciatori

L’opera L’autore si racconta e parla del suo lavoro

Grande attesa per “Riso e fagioli”l’ultima commedia di Marangoni

Enea Marangoni

Non sarà sul palco sino a Primavera. Un lavoro originale e molto creativo, la Compagnia metterà in scena se stessa

I personaggi ricalcano caratteristiche e qualitàdei vari attori del gruppo

A Porto Viro nasce il primo club di calcio balilla del Polesine. Il Club Cavalluccio, che prende il nome da una tecnica di tiro della disciplina, nasce dall’idea dei

fondatori Vincenzo Citro ed Enrico ed è stato riconosciuto dalla Federazione Italiana Calcio Balilla. “Finalmente sia-mo riusciti a realizzare questa iniziativa anche nella nostra provincia - spiega Citro - Per questo dobbiamo anche rin-graziare il centro sportivo Luca Doni e il titolare della Ca-naletta Gianfranco Tiengo, per aver messo a disposizione

la sede dove poterci allenare”. Sono quindici i tesserati, una cinquantina invece i giocatori anche saltuari, ma il tesseramento è aperto a chiunque fosse interessato. “Il riconoscimento della Ficb ci permette di partecipare a gare titolate a livello nazionale - continua Citro - E i nostri alle-namenti avvengono su tavoli omologati, che differiscono dai calcetti ‘da bar’, per un gioco più tecnico”.

“Il nostro obiettivo – aggiunge Citro – è quello di partecipare alle gare organizzate dalla Federazione: il

Campionato assoluto d’Italia, la Champion cup, la Cop-pa Italia, il Pentathlon, il Campionato d’Italia a squadre, previsto per il prossimo anno a Saint Vincent. Il premio in palio è di 100mila euro e stiamo organizzando le squadre maschili e femminili”. In occasione dell’inaugurazione del club è stato organizzato un torneo con otto squadre, vinto da Giacomo Crivellari e Stefano Barbon. Al secondo posto si sono distinti Francesco Vedoato e Stefano Azzalin, se-guiti da Nicolò Pozzati e Luca Bertaglia.

iL cLub I fondatori. vincenzo ed Enrico raccontano la loro avventuracaLciO baLiLLa, Ora iL pOLesiNe Ha iL suO primO cLub: è iL “cavaLLucciO”

El.Ca. Nella foto, la sede del club

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9Porto Viro

In media, un bambino su tre è in sovrap-peso. Si tratta di un dato preoccupante che va ad aggiungersi all’ancor più scon-

volgente aumento del consumo di alcolici in età precocissima e del fumo di tabacco nelle ragazze. In aggiunta l’attività fisica è carente a fronte della sedentarietà indotta da com-puter, tv e videogiochi. Secondo un impor-tante studio condotto sul tema, nel territorio dell’Ulss 18 i ragazzi sovrappeso ed obesi sono il 41% della popolazione campionata, una percentuale che può essere attribuita

anche ai ragazzi dell’area del Delta del Po. Per creare una nuova coscienza sulla

salute parte da Porto Viro la sesta edizione del progetto di prevenzione cardiovascolare organizzato dall’associazione “Amici del cuo-re” di Rovigo e dalla casa di cura Madonna della Salute e indirizzato agli studenti delle primarie e ai loro genitori. Sono 12 i plessi polesani che prendono parte all’iniziativa “Il cuore motore della vita” che rappresenta una vera e propria campagna di prevenzione car-diovascolare .

“Il progetto è nato 6 anni fa con una sperimentazione nel capoluogo – spiega il presidente della associazione Carlo Piombo - Successivamente si è esteso alla provincia di Rovigo. Da due anni l’esperienza viene portata avanti anche a Porto Viro e coinvolge centinaia di bambini delle scuole primarie da Rosolina a Scardovari: si tratta di un progetto volto alla prevenzione delle malattie cardio-vascolari che ha come punto di forza la pre-senza di un medico da noi individuato nella persona di Laura Quadretti, cardiologo in for-

za alla casa di cura di Porto Viro”. Agli alunni sarà spiegato durante l’intero arco dell’anno scolastico come il cuore, che pare proprio il motore di un’auto, svolge una funzione vita-le per il corpo umano.

“Verremo nelle scuole nel corso dell’an-no per una breve lezione sul sistema cardio-vascolare e su come fare per mantenerlo in salute – ha spiegato Laura Quadretti – A partire da quest’anno verranno organizzati anche incontri che coinvolgeranno i familiari dei bambini cercando di realizzare un percor-

so parallelo con specifici incontri”. “Guido una squadra di oltre 300 persone che ogni giorno si prendono cura di altre persone – ha aggiunto l’amministratore della casa di cura Stefano Mazzuccato – Credo che possiamo porci al servizio degli altri in molti modi. Que-sto progetto, mirato alla modifica di atteg-giamenti e all’assunzione di comportamenti corretti, attiva un processo educativo globale e continuo che, grazie anche alla presenza della casa di cura, si allarga alle famiglie e al sociale”.

di Elisa Cacciatori

Salute Una esperta cardiologa entrerà in classe per parlare agli alunni

Anche quest’anno a Porto Viro si è tenuta l’ormai tradizio-nale consegna degli alberelli ai nuovi nati. Sono novan-totto i bambini venuti alla luce nel 2013 convocati con le

proprie famiglie alla diciassettesima edizione della “festa degli alberi”che si è tenuta in sala Frassati al centro salesiano san

Giusto. A tutti gli intervenuti, oltre ad una pergamena a ricor-do della giornata, è stata consegnata una piantina di leccio, corredata da una scheda illustrativa necessaria per conoscere le esigenze degli alberelli forniti dal centro operativo forestale.

L’iniziativa, che è divenuta ormai una tradizione a Porto

Viro, nasce dalla legge 113 del 1992 che prevede che ogni Comune ponga a dimora un albero per ogni neonato a segui-to della registrazione anagrafica. Quest’anno a Porto Viro in presenza delle autorità locali sono state quarantasei le femmi-nucce e cinquantadue i maschietti, tra i quali vi sono 8 bambini di origine straniera, a ricevere il particolare dono che oltre ad essere una specie autoctona simboleggia forza e longevità.

El.Ca.

L’iniziativa è giunta ormai alla sua 17esime edizionepOrtO virO festeggia i suOi 98 NeONati cOme da tradiziONe uN aLbereLLO a tutti

La festa

Quest’anno parte da Porto Viro il progetto volto alla prevenzione cardiovascolare. Coinvolte 12 primarie e centinaia di bimbi

La presentazione del progetto

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10 Porto Tolle

Che fare? Di fatto è questa, in estrema sintesi, la domanda affatto retorica che Porto Tolle e il Delta si fanno in

merito alle sorti della Centrale Enel di Po-lesine Camerini.

Dopo che la compagnia energetica ha annunciato lo scorso 3 ottobre la rinun-cia ufficiale al progetto di riconversione a carbone ipotizzato ormai dieci anni fa, si è aperto un ampio fronte di discussione istituzionale, sindacale e di opinione pub-blica per determinare il futuro del gigante-sco impianto produttivo e ovviamente dei suoi lavoratori. Per provare a smuovere un po’ le pur agitate acque attorno a Enel, il sindaco di Porto Tolle Claudio Bellan ha convocato – lo scorso 27 ottobre – un con-siglio comunale aperto proprio a Polesine Camerini, dall’evocativo ordine del giorno a punto unico: “Questione Centrale Enel di Porto Tolle. Questione Nazionale”.

Il tentativo di coinvolgere il più possi-bile tutti gli attori in gioco ha sortito effetti tutti da verificare. In primis perché Enel ha affidato la sua rappresentanza al Respon-sabile relazioni esterne territoriali area Sud dell’azienda, Donato Leone, non esatta-mente un pezzo da Novanta. In seconda battuta perché a Polesine Camerini non si sono visti rappresentanti né della giunta re-gionale del Veneto, né alcuna figura diretta-mente riconducibile al Governo presieduto da Matteo Renzi.

Un dettaglio, ques’ultimo, che ha provocato una certa delusione nel sindaco Bellan: “Abbiamo provato a coinvolgere

tutti e sono deluso nel vedere assenze così importanti. Gli unici assenti giustificati sono il sottosegretario Baretta e l’assessore re-gionale Conte”.

Baretta ha comunque provato a rassi-curare i presenti inviando una nota in cui ha “assicurato il mio personale interessamen-to alla vicenda. La ricerca di una soluzione dovrà rappresentare obiettivo prioritario del Governo. C’è una responsabilità diretta dell’Enel, il Ministero dello sviluppo econo-mico è attivo”.

L’esito dell’assemblea è stato comun-que univoco: Porto Tolle chiede a Enel e al Governo un impegno concreto per trovare una soluzione alternativa per Polesine Ca-merini, in modo da salvaguardare il livello di occupazione del territorio. “Enel ha ri-nunciato alla riconversione a carbone – ha rimarcato il primo cittadino – due miliardi e mezzo di investimento nel Polesine sono

di Alessandro Orlandin

Il sindaco Bellan: “Siamo in credito verso Enel, l’azienda non deve abbandonare il territorio”. La replica: “Ci siamo e ci saremo sempre”

Dopo il carbone In tanti si aspettavano maggiore partecipazione

L’appello del consiglio comunale trova scarsa sponda: c’è preoccupazione

sfumati. Abbiamo pagato più di trent’anni di produzione di energia elettrica, questo territorio ha un forte credito verso Enel e la nazione. Si apra al più presto un tavolo go-vernativo per programmare il futuro”. L’e-sortazione è stata accolta dal già citato Le-one: “Enel è a disposizione, ci sarà sempre a tutti i tavoli che convocherete. La sfida sarà quella di trovare una soluzione per non perdere il sito e credo che a Porto Tolle ci siano le condizioni culturali per esperimenti di successo nel campo energetico”. L’im-portante è non impiegare altri dieci anni per arrivare a un’alternativa. Lo dimostra una delle battute più fulminanti proferite durante il consiglio comunale: “Con tutti questi tavoli di lavoro e di confronto a gua-dagnarci sono solo i falegnami”.

Molti pezzi da Novanta nel cui arrivo si confidavahanno disertato l’assemblea

A pochi giorni di distanza dal consiglio comunale aperto tenuto a Polesine Camerini, da Enel sono giunte indi-

cazioni piuttosto concrete sui progetti per il futuro della Centrale. A parlare è stato Francesco Starace, amministratore dele-gato di Enel, durante l’audizione presso la commissione attività produttive della Camera dei Deputati. “Non si può pensare di fare una nuova centrale a carbone in Italia, come d’altronde anche in altre parti del mondo – ha detto Starace - Il carbone ha una sua vita limitata all’accettazione del pubblico. Per la riconversione della centrale di Porto Tolle abbiamo provato per dieci anni a convincere il territorio che lì si pote-va fare una centrale a carbone. Il territorio era poco entusiasta finché non abbiamo deciso di rinunciare e allora si è detto in-teressato. È un classico in Italia. Non è un sogno. Il Delta del Po è perfetto per una centrale a biomasse. Inizieranno i percorsi autorizzativi e se troveremo che il territorio non è d’accordo, allora si chiude. La nostra creatività si esaurisce nell’oggetto dello sta-tuto che governa l’azienda, vale a dire la produzione di energia elettrica: si vuole un parco giochi? Bene, ma noi non gestiamo parchi giochi”.

NeWs

“Ma decida il territorio”starace iNdica iL futurO: “peNsiamO aLLe biOmasse”

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12 Porto Tolle

Crescita o decrescita economi-ca? Tra le due filosofie, sem-bra che il Movimento Cinque

Stelle abbia scelto la seconda. Per provare a spiegare i principi che stanno alla base di questa teoria la sezione di Porto Tolle ha orga-nizzato una serata informativa intitolata “Scenari per un’economia del futuro”. Buona l’affluenza di pubblico, che ha ascoltato le parole di Maurizio Pal-lante, fondatore del Movimento per la Decrescita Felice, Giuseppe Dalpasso, ingegnere e Veronica De Stefani, architetto. Pallante ha spiegato brevemente cosa si intende per decrescita: puntare a dare valore ad un’economia basata sull’eliminazione degli sprechi, valorizzando le merci in quanto beni, utili al benessere di ogni individuo. “Il Pil non può più essere un indicatore attendibile in quanto viene determinato inserendo merci che in maggioranza non sono finalizzate al bene comune” ha detto il saggista romano. “Cre-scita e decrescita hanno lo stesso valore. La differenza sta nel contesto in cui si applicano e solo allora possono identificarsi come un indice di miglioramento o peggioramento del fenomeno oggetto di analisi. La crescita della criminalità in un determinato luogo non può certo ricondursi ad un risultato positivo. Viceversa una decrescita della delinquenza in un’area geografia, città o quartiere, indiscutibilmente genera un miglioramento della qualità della vita”.

L’iNcONtrO

I 5 stelle hanno spiegato la loro filosofia: tanto interesseuNa serata per scOprire La feLicità deLLa decrescita

Al.Or.

Un momento della serata

Con l’arrivo dell’autunno la popolazione di Porto Tolle e dintor-ni ha avuto l’occasione di appassionarsi a una nuova trama fatta di amori e accuse di presunti tradimenti. Con al centro

nientemeno che un prete. Non si tratta né di un romanzo né di una nuova serie televisiva, ma di una singolare storia che coinvolge una famiglia e un religioso di stanza nel Delta.

Il prete in questione, piuttosto conosciuto nella zona, avrebbe intrattenuto una relazione con una donna sposata e madre di tre figli. Il marito, ovviamente contrariato da tale circostanza, ha quindi denunciato il sacerdote per violazione di domicilio e maltrattamenti (ai figli, a quanto pare scioccati dall’apprendere dell’accaduto). La vicenda ha destato un certo scalpore nella comunità portotollese, anche se non manca chi assicura di aver avuto sospetti già da molto tempo. Tanto che i coniugi sarebbero stati in rottura già da un po’. Tuttavia lo smacco per una simile frequentazione ha indotto l’uomo a ingaggiare un investigatore privato che per diverso tempo ha se-guito gli spostamenti della donna e del Don, allo scopo di comprova-re la relazione e porre le basi per un intervento sul piano legale. Dal lavoro del detective sarebbe emerso che frequenti incontri sarebbero avvenuti non solo a casa della moglie, ma anche in luoghi molto meno discreti come l’oratorio e il tennis club di Porto Tolle. La donna era infatti diventata molto attiva in parrocchia. Ovviamente i diretti interessati non hanno voluto fare dichiarazioni.

A farlo sono stati invece esponenti della Diocesi di Chioggia,

che hanno preso le difese del parroco. “Per ora rimane al suo po-sto, – ha detto il vicario don Fabrizio Fornaro – una volta che ci saranno le prove certe, allora la Curia prenderà provvedimenti”. Concilianti anche le parole del vescovo Adriano Tessarollo: “Il di-scorso per noi è già chiuso. C’è stato un coinvolgimento affettivo del sacerdote con la signora, ma seguito ad un ripensamento. Ora verrà seguito dalla Diocesi, ma non vi è motivo di spostarlo”. Il vescovo ha anche specificato di aver parlato direttamente con il prete e di aver chiarito i contorni della storia. “Una cotta può capitare anche a un prete” ha dichiarato Tessarollo.

di Alessandro Orlandin

La relazione tra il sacerdote e la parrochianafa scalpore. Ma il vescovo taglia corto: “Succede”

La storia Tessarollo “assolve” il sacerdote: “Il Il coinvolgimento c’è stato ma pure il ripensamento

“Anche un prete può prendersi una bella cotta”

Il vescovo Adriano Tessarollo

Due paesaggi che più diversi non si po-trebbe e quasi duecento chilometri a se-pararli. Eppure Porto Tolle e Longarone,

provincia di Belluno, hanno qualcosa che li ac-comuna. A stabilire un collegamento purtroppo ci ha pensato una delle più grandi tragedie del-la storia moderna d’Italia: il disastro del Vajont.

Nella zona colpita dalla valanga d’acqua del 1963 infatti risiedevano diversi cittadini ori-ginari di Porto Tolle. Diciassette di loro persero la vita in quella drammatica notte. Per mante-nere viva la memoria e stabilire un rapporto di amicizia tra le due comunità, lo scorso 19 ottobre una delegazione di portotollesi – con in testa sindaco, vicesindaco e assessore alla Cultura – ha raggiunto Longarone per una messa e una visita ai luoghi segnati da quel terribile evento. Ad accogliere Claudio Bellan e la sua comitiva c’erano il sindaco di Longarone Roberto Padrin e l’imprenditore Alberto Protti. “Venire ogni anno – ha detto Padrin – è molto importante come segno di riconoscenza e an-che un momento significativo per rafforzare questo nostro dialogo come punto di orgoglio.

La stessa chiesa a forma di onda è un simbolo originale della memoria”.

Da parte sua Bellan ha così sottolineato l’importanza dell’appuntamento: “Questa nostra visita vuole essere un momento di riflessione e di preghiera pensando a quello che è successo. Noi, che abbiamo avuto no-stri concittadini colpiti dall’immane tragedia, siamo qui oggi per portare ancora una volta la nostra solidarietà e lo vorremmo fare ogni anno ricordando la tragedia, ma anche la ri-conoscenza verso le vittime incolpevoli degli errori umani”. Le delegazioni hanno pranzato insieme, per poi visitare il grande cimitero mo-numentale, coi suoi 1.910 cippi tutti uguali. Lì riposano anche i 17 cittadini originari di Porto Tolle. Significative anche la visita al campanile della chiesa di san Tommaso e alla sequo-ia del 1789 nell’azienda Protti: entrambi sono rimasti in piedi malgrado la furia delle acque. Gli amministratori hanno poi ipotizzato un pos-sibile gemellaggio tra Porto Tolle e Longarone allo scopo di preservare la memoria collettiva delle due comunità.

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14 Ariano

La sua proclamazione ufficiale è avvenuta il 25 settembre. Ora Bartolomeo Amidei è un Senatore della Repubblica.Essendo il primo dei non eletti almeno

ci sperava?“In realtà la consideravo un’ipotesi remo-

ta, ma ad inizio estate è iniziata a circolare la voce che Elisabetta Casellati sarebbe stata pro-posta al Csm ed allora ho iniziato a pensarci”.

Com’è stato il primo impatto con Palaz-zo Madama?

“E’ stato emozionante poter entrare in una sorta di luogo sacro della democrazia, con tutti i suoi riti e le sue liturgie. Mi sto rendendo conto che c’è molto lavoro da fare”.

Eppure, questo potrebbe essere l’ulti-mo Senato eletto. Come giudica la riforma?

“Ancora non ho avuto modo di leggere tutti gli atti, qui in Senato è ovviamente un tema sul quale si discuterà a lungo. Riforma-re la più antica delle istituzioni, già esistente già ai tempi dell’antica Roma, richiede attente

valutazioni. Giusto ridefinire i compiti delle due Camere e ridurre parlamentari e spese. Ma la composizione di membri non eletti, scelti fra consiglieri regionali e sindaci di grandi città, che hanno molto altro di cui occuparsi, rischia di essere una riproposizione della pasticciata riforma delle Province”.

Cosa ritiene di poter concretamente fare per il Polesine?

“Non posso fare grandi promesse, se non quella di mettere in campo il mio pragmatismo da amministratore locale. Ho avuto la fortuna di essere inserito nella Commissione Agricoltu-ra, che per tradizioni di famiglia, studi e lavo-

ro è quella a me più congeniale. Ed è anche quella nella quale, credo, si possano ottenere i risultati più significativi per il Polesine, vista la sua vocazione agricola”.

A proposito di lavoro, proprio ora si discute di abolizione dell’articolo 18. E’ favorevole?

“Sì, credo che si tratti di un principio su-perato e poco utilizzato. Spero che la riforma del mercato del lavoro riduca i vincoli ai licen-ziamenti, così che possano essere fatte più assunzioni”.

Visto che è segretario provinciale di Forza Italia, è arrivato il tempo delle grandi intese anche per le amministrative di Ro-vigo?

“Dialogo con tutti, inciuci con nessuno. Con le elezioni per la Provincia ho scelto di fare una lista che superasse gli accordi unitari e questo ha ricompattato e risvegliato il centro-destra. Quello di Ncd mi sembra un comporta-mento contro natura”.

di francesco Campi

Il suo giudizio sulla riforma delle Camere:“Attenzione a non fare l’errore delle Province” Sull’articolo 18: “Giusto eliminare un vincolo”

Il racconto L’ex sindaco di Loreo è diventato onorevole di recente

Bartolomeo Amidei: “Entrare in Senato, una emozione vera”

Bartolomeo Amidei, è nato a Rovigo il 25 mag-gio e vive a Loreo, Comune del quale è stato sindaco per due mandati, dal 2004 al 2014,

dopo essere stato già vicesindaco dal 1999 al 2004 e consigliere già a partire dal 1985. Lavora nel setto-re agricolo, come responsabile d’area di un’azienda multinazionale che produce agrofarmaci e nutriziona-li. E’ sposato con Renata, che fa l’insegnante, ed ha due figlie, una di 8 e una di 12 anni.

Le magliette Lacoste e la sua fluente e biondis-sima capigliatura sono il suo marchio di fabbrica e l’aneddotica vuole che proprio Berlusconi, durante l’incontro a Palazzo Grazioli prima dell’ingresso uffi-ciale a Palazzo Madama, abbia scherzato, forse con un pizzico d’invidia, sulla lunghezza eccessiva del suo ciuffo.

Amidei ha mosso i primi passi politici nelle fila del Partito liberale, sotto l’ala dello zio Adolfo, ma appena nasce Forza Italia entra con entusiasmo e convinzione nel partito di Silvio Berlusconi. Del quale è tornato a far parte anche oggi, dopo la parentesi Pdl. Dal 1995 al 2009 è stato, inoltre consigliere provinciale e, nel corso di quel mandato, ha ri-coperto sia il ruolo di capogruppo di Forza Italia che quello di vicepresidente del Consiglio provinciale. Attualmente è anche segretario provinciale di Forza Italia.

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17Rosolina

Rosolina è divenuta città. Con decreto a firma del presidente della Repubblica su proposta del ministro dell’Interno, la real-

tà deltina assume l’importante titolo rientrando di diritto tra le casistiche previste dall’articolo 18 del decreto legislativo 18 agosto 2000 26 che dispone che il titolo di città venga concesso ai Comuni insigni per ricordi, monumenti storici e per l’attuale importanza. Le caratteristiche che hanno fatto di Rosolina una Città sono molteplici e descritte con dovizia di particolari nella relazione del ministro dell’Interno al presi-dente della Repubblica. Ha di certo contribuito al raggiungimento dell’importante traguardo la vocazione turistica della zona che dai 6.500 abitanti permette a Rosolina di raggiungere, grazie ai flussi turistici nel periodo estivo, una media annua di 1.400.000 presenze con le località balneari di Rosolina mare e Albarella.

Rosolina, nel parco regionale del Delta del Po, gode di una particolare conformazione che le permette di vantare un territorio in parte molto antico e in parte di recente formazione. E’ attraversata da quattro dei sette cordoni del-

le dune fossili. Ha vissuto un incremento delle attività turistiche ed economiche dopo gli Anni Cinquanta con lo sviluppo di pregiate colture orticole e l’avvio delle attività balneari. Oggi quelle colture che prendono il nome di “orti di terra” in direzione del mare si trasformano in quelli che sono ormai stati nominati “orti di mare” e in cui si allevano pesci e vongole ve-raci. Con le rigogliose pinete e un apprezzato contesto ambientale, Rosolina è stata sottopo-sta a tutela paesaggistica per la presenza delle “bellezze di insieme” nell’ambito territoriale del Delta del Po. Nel 1987 il comune di Ro-

solina è stato premiato come uno dei 100 Comuni più dinamici e intraprendenti in campo sociale ed economico della “Piccola Grande Italia”. Nel 2013 i dati forniti dalla Camera di commercio di Rovigo hanno evidenziato che le 1.018 imprese attive sono pari all’11,1% del totale delle imprese del Basso Polesine. E’ sede del centro sperimentale ortofloricolo “Po di Tramontana” e del Giardino botanico litoraneo di Porto Caleri. In ambito culturale Ro-solina vanta la tradizione ultracentenaria della Filarmonica Vincenzo Bellini ed è sede di edifici sottoposti a tutela monumentale.

di Elisa Cacciatori

Ha molto contribuito la grande vocazione turistica, ma anche l’intraprendenza economica e sociale

Il traguardo Lo ha deciso il presidente della Repubblica, su proposta del ministro dell’Interno

Rosolina è diventata città. Grazie ai suoi tanti meriti

D’estate si registra-no in media 1.400mila presenze tra Rosolina Mare Albarella

Il progetto della casa di riposo comincia a definirsi con una nuova nitidezza nel futuro di Rosolina. Ad annunciarlo, per

l’amministrazione, è il sindaco di Rosolina Franco Vitale.

“Dopo aver seguito passo dopo passo questo importante progetto – spiega Vitale – finalmente la Società Howe&Hap SA, rappresentata localmente dal commenda-tore Virginio Mantovan, ha richiesto alla nostra amministrazione il rilascio del pare-re di conformità urbanistica per il progetto di fattibilità del nuovo centro multiservizi socio-sanitario del Delta del Po”.

Si tratta di un risultato che arriva dopo un percorso condiviso. “Abbiamo fat-tivamente dialogato con la conferenza dei sindaci dell’Ulss 19 di Adria, già con l’allora direttore generale Giuseppe Dal Ben, per l’assegnazione dei posti letto per la resi-denza sanitaria assistenziale e mai abbia-mo trascurato un dettaglio per raggiungere questo traguardo, davvero importante per la nostra comunità e per tutto il territorio del Delta”.

La struttura sorgerà nell’area urbana di Rosolina. “La zona prevista per l’ubicazione della casa di riposo – continua Vitale – è lungo via Mariangela Marangon a ridosso della pineta e vicino alla stazione ferroviaria e al parco pubblico, riteniamo infatti che debba essere integrata perfettamente nel tessuto urbano proprio per il valore che rap-presenta la terza età e per il coinvolgimento sociale che sicuramente porterà in paese”. Nel frattempo si stanno considerando i van-

taggi della struttura nel territorio. “Sul tavolo, inoltre, con l’attuale di-

rettore dell’Ulss 19 Pietro Girardi – spiega Vitale - si stanno definendo ulteriori prospet-tive rispetto alle esigenze socio sanitarie del territorio della nostra Ulss, in pieno rispetto del piano socio sanitario regionale e valoriz-zando tutte le opportunità che una struttura di questo genere può rappresentare per il Delta, sia sotto il profilo sociale, che soprat-tutto per quello occupazionale e economico. A questo proposito giova ricordare la grande disponibilità avuta dal Presidente della Re-gione del Veneto Luca Zaia, dagli assessori e dagli uffici competenti regionali”.

L’auspicio è che l’investimento porti un particolare indotto.

Il PROgETTO AvANTI CON lA CASA DI RIPOSO

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Il sindaco Franco Vitale

Al via la riqualificazione della zona Sud di Rosolina mare. E’ stato di recente pubblicato il bando per il rilascio della concessione demaniale marittima

all’ex Mivida di Marina di Caleri. La struttura ormai dismessa rientra nell’ambito dell’affidamento in conces-sione di beni demaniali marittimi nella località turistica tra cui si contano pure il complesso di bungalow “Ex Acli” in via del Biancospino, un tempo utilizzato per le vacanze dai dipendenti ed ex dipendenti del Genio Civile e che da molti anni è in disuso, e l’area corrispondente all’ex dancing Grisola, in tempi passati un punto di riferimento per gli amanti del liscio a Rosolina mare. L’intento è di andare a riqualificare la zona Rosolina mare attraverso una serie di concessioni che avranno una durata minima di sei anni e massima di venti. Anche nel caso dell’ex Mivida, come per gli altri bandi, l’aggiudicazione sarà a favore del soggetto che offrirà le maggiori garanzie di proficua utilizzazione della concessione. “Marina di Caleri, che gode di una splendida terrazza direttamente sul mare – ha spiegato l’assessore al demanio Stefano Gazzola - è stato uno dei locali di riferimento per i giovani negli anni Ottanta e Novanta e auspico di vedere dei bei progetti utili a riqualificare la zona sud della nostra località di marittima”. Le domande di partecipazione alla gara potranno essere presentate entro le 13 di venerdì 5 dicembre. Per informazioni gli interessati possono rivolgersi all’ufficio demanio del Comune.

NeWs

Parte il bando per ottenere le concessioni demanialirOsOLiNa mare, aL via La riquaLificaziONe deLLa zONa sud

El.Ca.

L’assessore Davide Gazzola

Circa 150 operatori in arrivo da tutto il territorio nazionale per la 13esima edizione di “Strenne di Natale”, il

tradizionale salone del regalo natalizio or-ganizzato da Rovigo Fiere e in programma dal 28 al 30 novembre al Censer di Rovigo. Tante le novità e altrettante le conferme.

Tra le seconde, l’ampissimo spazio dedicato all’esposizione per le idee regalo: una superficie di circa 6mila metri quadrati, nella quale troveranno spazio sia le attività commerciali e artigianali che gli hobbisti. Priorità anche alle specialità alimentari, da sempre accompagnamento ideale delle Feste. Per le prelibatezze del Natale, oltre mille metri quadrati dedicati agli espositori.

Grande spazio anche alle iniziative collaterali, non meno importanti. Ci sarà “Accendi il tuo presepio”, con la parte-cipazione di appassionati, artisti e artigiani provenienti da tutta la Regione. Organiz-zata poi la “Piazza della solidarietà”, una iniziativa che ha lo scopo di fungere da punto di incontro per tutte le associazioni di volontariato della Provincia.

Non manca un pensiero dedicato a tutti i più piccoli col “Villaggio di Babbo Natale” con gonfiabili, trucca bimbi, zuc-

chero filato e tante altre idee.Importante sarà poi la partecipazio-

ne dell’Aeroclub che propone “Il volo di Natale”, mostra di ul-traleggeri e labora-tori per i ragazzini.

Una novità di questa edizione è

“L’albero e la sua storia, la Pro loco Città di Rovigo racconta”: un tuffo nel passato alla riscoperta della tradizione laica del Natale, raccontata all’interno di un accampamento

medievale con botteghe artigiane e labo-ratori di mosaico e di fabbricazione delle candele e delle pergamene. Infine, tutte le sere dalle 21, nella vicina Sala Bisaglia si terrà la seconda edizione del “Rhodigium Festival Gospel”.

L’inaugurazione si terrà venerdì 28 novembre alle 16, con orario dalle 16 alle 21, quindi sabato 29 e domenica 30 orario continuato dalle 10 alle 21. Venerdì ingresso libero, sabato e domenica gratu-ito per i bambini dai 12 anni in giù, poi 3 euro a testa comprensivi del posteggio.

Strenne di NataleiL saLONe NataLiziO deL ceNser prOmette divertimeNtO e sOrprese

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In programma dal 28 al 30 novembre e organizzato da Rovigo Fiere

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18 Taglio di Po

E’ un bilancio positivo quello stilato dalla Cooperativa Onlus Attivamente di Padova in merito alla recente gestione dell’Ostello

Rifugio Natura Delta Po a Gorino Sullam, frazio-ne di Taglio di Po.

Alla conferenza stampa erano presenti il vicesindaco e assessore al Turismo del Comune di Taglio di Po Alberto Fioravanti, il presidente di Attivamente Antonio Sambo e il collaboratore Giorgio Benizzi. L’ostello ha infatti riaperto uf-ficialmente i battenti il 13 aprile scorso grazie all’impegno e buona volontà di Attivamente e dei partner Cooperativa Pescatori Ariano, Coo-perativa CosedelPo, Società Aqua, Cooperativa sociale Corbola Servizi oltre ovviamente al Co-mune di Taglio di Po. “Alla luce di questi primi sei mesi di riapertura - ha commentato Fiora-vanti – era doveroso fare un primo bilancio. Si può oggi dire con certezza che la scommessa è stata vinta e ha permesso di rimettere in moto una struttura importante e fondamentale, pun-to di riferimento anche per la zona Marina, in quanto primo ostello del Basso Polesine. Questa

amministrazione ha accompagnato i soggetti impegnati nel percorso intrapreso; certo, non possiamo permetterci grandi investimenti ma gli obiettivi decisi all’inizio di questa avventura restano uguali e imprescindibili: rimettere in sesto e a norma l’intera struttura e tornare a pieno regime”. “L’entusiasmo c’è – ha conclu-so Fioravanti – e il lavoro non si limiterà solo all’ordinaria amministrazione della struttura, ma ragioneremo insieme con una visione più ampia”. “Nonostante l’apertura sia avvenuta a stagione iniziata – ha commentato Antonio Sambo – siamo stati piacevolmente colpiti dall’affluenza di turisti durante la primavera/estate 2014. Senza una pressante promozione e nonostante una stagione incerta dal punto di vista meteorologico, abbiamo superato le 300 presenze. Gli unici strumenti di promozione sono stati il sito web della struttura e la pagina Facebook. I numeri positivi ci stimolano ulterior-mente a procedere in questo progetto. Siamo inoltre rimasti soddisfatti dalla proficua collabo-razione con le strutture ricettive preesistenti nel

territorio circostante. Questo clima ci dà davvero la fiducia necessaria per proseguire e rafforzare ancora di più l’offerta turistica proposta con i nostri partner: siamo infatti in grado di organiz-zare gite in bicicletta, visite naturalistiche, gite in barca, visite culturali. Oltre ai gruppi di turisti, durante l’estate abbiamo ospitato anche scola-resche, un club di kayak, campi di formazione di giovani scout e il campo di formazione della Protezione Civile Regionale”. “La struttura, - ha concluso Sambo – mette a disposizione, attual-mente, 23 posti letto e sarà aperta anche per il periodo invernale, su prenotazione. Inoltre sarà predisposto un calendario delle attività per le festività natalizie. I prossimi lavori di ristrut-turazione interesseranno l’edificio vecchio e il successivo ripristino della cucina, così da poter offrire un servizio ulteriore e sicuramente gradi-to. Pensiamo di rientrare a pieno regime entro il 2015 mettendo a disposizione una sessantina di posti letto”. Per informazioni www.rifugiona-turadeltapo.it.

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L’obbiettivo è entrare a pieno regime per il 2015 e mettere a disposizione circa 60 posti letto. “E tutto senza investire in promozione”

Valorizzazione del territorio In primavera ed estate tante presenze

Benizzi, Fioravanti e Sambo illustrano il bilancio

La ciminiera dell’Idrovora di Ca’ Vendramin, ora Museo regionale della Bonifica, è stata di recente interessata da lavori di restauro e risanamento conservativo. Presenti all’inaugurazione ufficiale Giancarlo Mantovani, Fabrizio Ferro, Adriano

Tugnolo e Stefano Siviero, rispettivamente direttore, presidente, vicepresidente e ge-ometra del Consorzio di Bonifica Delta del Po; Francesco Peratello, Stefano Fracasso e Laura Mosca, presidente, direttore e collaboratrice del Gal Polesine Delta del Po; Tommaso Fornasiero, progettista dei lavori ed Efrem Ferrigato, direttore tecnico della Ditta Versab Restauri di Badia Polesine. “Il restauro della ciminiera, - ha affermato Ferro – è stato uno dei primi lavori portati a termine grazie alla collaborazione e ai finanziamenti del Gal”. Costruita tra il 1900 e il 1904 con la funzione, svolta fino agli anni ’60, di liberare in atmosfera i prodotti gassosi della combustione del carbone che avviava le caldaie, la ciminiera ha subito una prima manutenzione agli inizi del 1990. I lavori, oggi eseguiti, si sono resi necessari a causa di alcune crepe da cui entrava l’acqua piovana. Da qui il progetto, la gara d’appalto vinta dalla Versab Restauri, l’inizio lavori a luglio 2014 e la consegna a settembre 2014.

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21Taglio di Po

Il violento maltempo scatenatosi lo scorso 13 ottobre in numerose zone del Veneto si è ab-battuto anche nel Comune di Taglio di Po provo-

cando danni importanti e inaspettati. In generale, tutto il Polesine è stato interessato dalla violenta perturbazione e anche Taglio di Po ha dovuto far fronte ai danni, verificatisi nelle frazioni, precisa-mente nella zona compresa tra Polesinello e Oca Marina.

Qui, tra le ore 19.30 e le 20 si è scatenata una tremenda tromba d’aria. E se il centro cittadi-no di fatto è stato risparmiato, nelle vie Marina, Liguria e Abruzzo sono stati colpiti edifici, sradicati alberi, scoperchiati i tetti di alcune case, volata via la porta di un capannone, senza comunque arrecare per fortuna alcun dan-no alle persone. In poco più di mezz’ora, il vento forte ha causato altresì danni sensibili al cimitero di Polesinello, dove ha spazzato via una cinquanti-na di tegole dal tetto che co-pre un gruppo di loculi, e lesionato alcune tombe.

Il sindaco Francesco Siviero e il gruppo co-munale di Protezione Civile, coordinato da Ivano Domenicale, hanno fatto un sopralluogo nella

mattinata del giorno successivo per quantificare i danni e mettere in sicurezza alcune strade. E’ stato inoltre attivato il Centro operativo comunale, l’organismo che si occupa di coordinare il servizio

di soccorso, assistenza e raccolta denunce dati, ed è stata inviata comunicazio-ne alla Regione Veneto e alla Prefettura di Rovigo la richiesta del riconoscimento dello stato di calamità na-

turale. Richiesta poi accettata e comunicata il 21 ottobre tramite circolare della Regione Veneto.

Il Presidente del Veneto, Luca Zaia, ha infatti dichiarato lo “Stato di crisi” in seguito ai violenti

eventi meteorologici. La Protezione civile è dunque stata autorizza-

ta a ricorrere alle risorse dell’apposito fondo regio-nale per l’attivazione del volontario affiancamen-to all’opera delle strutture periferiche regionali e delle amministrazioni, per interventi di carattere urgente e di assistenza alla popolazione. Dal pun-to di vista idraulico, non si è verificato alcun incon-veniente per la pioggia caduta: “La situazione era sotto controllo – afferma Giancarlo Mantovani, direttore del Consorzio di Bonifica Delta del Po - aspettavamo la pioggia e abbiamo abbassato preventivamente il livello dei canali e messo in tiro le pompe. I trenta millimetri caduti hanno solo bagnato il terreno”.

di Silvia Boscaro

Situazione particolarmente pesante a Polesinello e nella zona di Oca Marina. Al cimitero volate a terra tegole e danneggiati svariati loculi

Protezione civile Per fortuna nessun danno alle persone, volontari al lavoro

Il maltempo ha fatto tanti danni anche a Taglio di Po

Prosegue il percorso di valorizza-zione e sistemazione dei parco giochi nel Comune di Taglio di

Po. Dopo la riqualificazione dell’a-rea giochi situata in piazza Venezia, tocca anche il parco giochi situato in piazza della Repubblica nel Villaggio Perla: “Si era già agito in questo parco giochi tempo fa, - spiega il vi-cesindaco e assessore all’Ambiente Alberto Fioravanti – ma le risorse impiegate in quel frangente erano esigue e le giostre collocate poco adatte e soggette facilmente ad usura e deperimento. L’aspetto del par-chetto cambierà notevolmente; saranno installate due nuove altalene doppie, una dedicata ai bambini più piccoli e una per i più grandicelli, un nuovo gioco in stile ponte tibetano con corde e sostegni mobili e una torretta composta da scivolo, scalette, salite, sbarre e corde. Sarà siste-mata la giostra tonda girevole mentre il resto delle attrazioni presenti sarà eliminato perché inutilizzabile secondo le normative più recenti”.

“Non avendo cifre enormi a disposizione – ha specificato – l’obiet-tivo è stato quello di acquistare più giostre possibili per rendere questo parco giochi ancor più attrattivo ma allo stesso tempo sicuro per i più piccoli. Oltre al posizionamento delle nuove attrazioni, sarà realizzato un cassonetto sotto terra con uno strato di ghiaino fino per rendere più sicuro il gioco. La spesa sostenuta per la riqualificazione è stata di circa 10mila euro”.

LavOri pubbLiciL’assessore Fioravanti illustra il progetto di Villaggio Perla.Avanti con la sistemazioni dei parco giochi comunali

Il Consorzio di bonifica: “Preparati alla pioggia, abbiamo contenuto i disagi”

L’Università Popolare Polesana ha inaugu-rato lunedì 6 ottobre,

nella Sala consiliare del Municipio di Taglio di Po, l’anno accademico 2014-2015. Presente il presi-dente Berto Meneghetti che, dopo i saluti, ha rivolto un ringraziamento particolare all’instancabile coordinatrice, maestra Donata Fischetti, all’assessore alla Cultura Veronica Pasetto e alla signora Dorina Mocchetti dell’ufficio Servizi sociali per il supporto nell’organizzazione dei corsi.

La serata è stata allietata dalla lezione - concerto del duo Mario Ma-rafante all’ocarina e Guido Ballerin alla chitarra, entrambi insegnanti di musica all’Istituto Comprensivo E. Maestri nonché direttori delle bande cit-tadine di Taglio di Po e di Porto Viro. Molto apprezzato il repertorio che ha spaziato dalla musica popolare alle trascrizioni di musica classica fino alle colonne sonore di film. I corsi, programmati nelle serate di martedì alle 21, saranno tenuti da M. A. Lionello: Enogastronomia; A. Volpe: Personaggi che hanno fatto la storia; Mario Marafante: Incontri con la musica; D. O. Papasodaro: Educazione alla sicurezza; N. Rosestolato: Proposte culturali nel Delta del Po; V. Milani: Medicina alternativa e alimentazione naturale; G. Domenicale: Il parere dell’avvocato; S. Tiengo: Educazione alla salute. Sono previsti inoltre corsi di lingua inglese e informatica. Gli interessati possono rivolgersi all’ufficio servizi sociali del Comune.

Tanto entusiasmo alla presentazionee’ partita a OttObre La graNde avveNtura deLL’uNiversità pOpOLare pOLesaNa

Si.Bo.

NeWs

L’assessorato alla Cultura e istruzione del Comune di Ta-glio di Po, in collaborazione

con la Cooperativa San Marco Ser-vizi Agire e l’Istituto comprensivo di Taglio di Po, ha organizzato due incontri con le classi seconde e terze della scuola media inferiore “Maestri” dedicati alla valorizza-zione della figura femminile e allo sfruttamento della sua immagine attraverso le pubblicità e i mass media. Referente per l’Istituto Comprensivo è stata la professoressa Margaret Crivellari. “Il primo incontro – ha commentato l’assessore Veronica Pasetto - si è svolto martedì 21 ottobre con le classi terze al quale ha partecipato l’associazione Telefono Rosa di Verona con la presenza di una psicologa, un avvocato e una re-sponsabile dell’associazione. È stato quindi affrontato con i ragazzi il tema dello stereotipo della donna proposto dai mass media oggi in confronto con quello degli anni ’50”.

“Il secondo incontro – ha proseguito - si svolgerà martedì 18 novem-bre e saranno gli alunni delle classi seconde protagonisti assieme all’asso-ciazione ‘Se non ora quando’ di Verona. Le tematiche che saranno affron-tate interesseranno l’analisi del ruolo sociale della donna nei nostri tempi”.

“La sensibilità scaturita dai discorsi e dagli interventi dei ragazzi sino-ra – ha concluso soddisfatta – è stata davvero eccezionale, soprattutto perché inserita in un percorso di informazione e critica”.

Riflessione con gli studenti contro gli stereotipiuN iNcONtrO per riscOprire La vera dONNa

Si.Bo.

Il Comune di Taglio di Po sarà a breve interessato da un genera-le efficientamento della rete di

illuminazione e edilizia pubblica. A comunicarlo l’assessore ai Lavori pubblici Davide Marangoni: “At-traverso il Programma attuativo regionale – Fondo per lo svilup-po e coesione 2007-2013 – ha commentato – abbiamo richiesto contributi per realizzare interventi di riqualificazione energetica nel municipio, nella biblioteca e in generale nella rete dell’illuminazione pubblica. Nello specifico, per quanto concerne i fabbricati comunali, i lavori, che saranno cofinanziati dal Comu-ne per il 25% della spesa totale, interesseranno tra l’altro la sostituzione di serramenti e cassonetti della biblioteca con altri ad alta efficienza in pvc, la sostituzione del Gruppo refrigeratore con una più efficiente pompa di calore che permetterà di eliminare completamente le tre caldaie esistenti. Queste misure permetteranno un considerevole miglioramento del patrimonio im-piantistico adeguato alle vigenti normative di sicurezza e una conseguente riduzione dei consumi energetici stimata in un 47% di risparmio”. “Il se-condo intervento che realizzeremo - conclude – riguarderà l’ottimizzazione del patrimonio impiantistico e abbraccerà tutto il territorio di Taglio di Po dal centro del paese sino alle frazioni della zona marina, con un risparmio energetico di circa il 74% e un cofinanziamento, a carico del Comune, del 10% dei costi totali.”.

Il servizio sarà migliorato e potenziatoiL cOmuNe ripeNsa aLL’iLLumiNaziONe pubbLica

Si.Bo.

Alberto Fioravanti

Si.Bo.

Davide MarangoniVeronica Pasetto

Page 26: Delta ott2014 n123

2 Cultura

Quest’anno la Fiera del Libro di Porto Viro è dedicata alla lettura femminile. “La parola ha un corpo di donna“ è infatti il tema della

XV edizione, indissolubilmente legato alla sensibili-tà, allo spirito, alla creatività femminile.

Il Comune di Porto Viro e l’assessorato alla Cultura e Pari opportunità si sono fatti promotori del talento e del valore delle donne scrittrici, poe-tesse, artiste, ambasciatrici della cultura. La tema-tica di questa XV edizione ha preso spunto da una provocazione lanciata sul quotidiano inglese “The Guardian” dalla scrittrice e illustratrice Johanna Walsh, che ha lo scopo di cambiare le abitudini delle persone e combattere il sessismo nella lette-ratura, invitando a leggere per tutto il 2014 solo libri scritti da donne, in modo da dare risalto alle autrici messe ai margini dai giornali e dall’editoria in genere.

Sono diverse le novità che caratterizzano l’iniziativa che di anno in anno attira a Porto Viro numerosi lettori anche dalle città limitrofe. Dal 31 ottobre al 9 novembre 2014 sono stati organizzati convegni, incontri con l’autore, reading poetici, mostre, laboratori creativi e fi abe animate. Tra le

novità della rassegna, essendo sala Eracle chiusa per lavori, il trasferimento della vendita dei libri nella biblioteca comunale e lo sconto del 20 % su tutti i libri esposti.

“Ad oggi la fi era ha richiesto tanto lavoro in sinergia con il comitato della biblioteca presiedu-to da Laura Sarto - spiega l’assessore alla Cultura Marialaura Tessarin - Abbiamo voluto dare parti-colare risalto ai bambini, con i laboratori creativi, e alle donne. Ho cercato inoltre di dare molto spazio alla disabilità come altra abilità della donna e per questo ci saranno due scrittrici disabili a presentare i propri libri”.

In programma spiccano dunque i numerosi la-boratori per bambini, tra cui “Come si costruisce e

si suona un’ocarina” accompagnato dalla serata in musica con il Gruppo ocarinistico “Città della musi-ca”; e ancora lo spettacolo “I musicanti di Brema” abbinato al laboratorio come costruire strumenti musicali con materiali di riciclo, a cura dell’associa-zione Attivamente; “Acqua e terra”, il laboratorio di ceramica per bambini. Tra gli incontri con gli au-tori, la presentazione dell’antologia di racconti “El nievegare de la luna” di Gianni Sparapan, “Anime sorprese” di Giorgio Baro, “Nuda pelle” di Tania Bocchino e “Mi girano le ruote” di Angela Gambira-sio. Anche l’istituto Colombo di Porto Viro ha avuto spazio per la presentazione del suo nuovo libro, lo speciale ricettario “Special Masterchef” realizzato in collaborazione con il ristorante Zafferano.

di Melania Ruggini

Il tema dell’anno è “La parola ha un corpo di donna”Spazio a laboratori, incontri con l’autore e tanto altro

La manifestazione Determinante il sostegno dell’assessorato alla Cultura

La Fiera del libro apre a dodici mesi tutti in rosa

11 novembre 1818. La festa di San Martino. Ormai da lunga tradizione in questi giorni le botti vengono aperte per la pri-ma degustazione del vino. E cosa meglio di un bel sacchetto

di castagne per accompagnarne l’assaggio? Con la rievocazione storica della “Fratta Carbonara” ci si immerge in quel mondo lontano, per rivivere la semplicità di quell’epoca lontana, fatta di lotte e di ribellioni ma anche di miseria ed affanni di popolo, tra tribolazioni, fame, malattie.

11 novembre 1818: siamo in piena dominazione austriaca e a Fratta, sotto l’osservazione di funzionari governativi, si respira aria di ribellione. Gli eventi del banchetto dell’11 novembre in villa Monti erano giunti all’orecchio della polizia e di lì a poco sarebbero arrivati i primi arresti che avrebbero successivamente portato nel carcere dello Spielberg alcuni carbonari, o presunti tali, di Fratta, due dei quali, in quel carcere, persero le loro giovani vite: Antonio Fortunato Oroboni e Antonio Villa. Gli ideali di libertà di quegli anni contribuirono a scrivere una piccola ed emozionante pagina del Risorgimento.

Da venerdì 7 a domenica 9 novembre si sono susseguiti i tanti appuntamenti in città, tra cui le visite guidate a ville, mu-sei e chiese, i due banchetti carbonari del venerdì e del sabato sera nel meraviglioso salone di Villa Molin Avezzù e la rievoca-zione domenicale, incentrata su quadri di animazione e azioni sceniche con fi guranti in costume d’epoca nel centro storico, dove sorge l’unico monumento dedicato ai carbo-nari. E’ sempre emozionante rivivere in prima persona gli eventi che hanno caratterizzato il paese di Fratta nel 1818 nel periodo della Carboneria sotto la dominazione austro-ungarica, tutti diretti da Adriano Farinelli e dalla giovane coregista Selene Farinelli. In

particolare il banchetto in villa dà la possibilità ai commensali di imbattersi in un vero e proprio viaggio nel tempo, scandito dalla rivisitazione di una cena segreta effettivamente avvenuta nella vil-

la nel novembre del 1818 che ha visto come protagonisti i carbonari di Fratta, le cui ville sono tuttora visibili, cui si aggiunsero affi liati dei paesi limitrofi , accolti dalla nobildonna francese Cecilia Monti e dal marito, generale D’Arnaud, ex militare appartenente all’eser-cito napoleonico. La cena è stata condita da

un nuovo menù storico, presentato da Cedi Turismo e Cultura, e perfettamente servito da un catering d’eccezione, composto dagli studenti dell’Istituto Alberghiero Cipriani di Adria.

rievOcaziONe

la carboneria rivive nella villa Molin Avezzù

l’AvvENTuRA DEI gIOvANI PATRIOTI INfIAMMA ANCORA glI ANIMI

Me.Ru.

Il primo premio del Concorso Nazionale di Via Ruzzina 2014 resta nella città etrusca: se lo è aggiudicato l’adriese Mario Gallo con

l’opera “Acqua alta”, che ha vinto 1500 euro offerti da Bancadria. Nella motivazione si legge: “La mancanza di prospettiva, le trasparenze, la continuità fra acqua e cielo, unitamente al gesto libero ed energico rendono l’opera quanto mai ambigua e surreale”.

La commissione giudicatrice era compo-sta da Gianni Cagnoni, titolare della Galleria Il Melone Arte Moderna di Rovigo, Luciano Scar-pante, pittore, Edoardo Zambon, giornalista, Claudio Lorenzi consigliere della Fondazione Franceschetti e Di Cola, Lisa Roncon rappre-sentante di Adriatic Lng. Vincitore della sezione speciale Adriatic Lng Terminale è stato Luciano Grapeggia, con l’opera “Rigassifi catore 2014”. Secondo i giudici: “La struttura industriale nella sua complessità risulta ben rappresentata con chiarezza architettonica e cromatica che enfa-tizzano il contrasto con la semplicità della sua collocazione fra le acque dell’Adriatico”.

Gli altri importanti riconoscimenti: 1000 euro offerti dalla Fondazione Franceschetti e Di Cola in memoria del dottor Di Cola Angelo Raffaele sono andati a Marco Camporese di Villanova con “Acqua”. Il premio Pro loco Adria di 500 euro è andato al pittore abruzzese An-tonio Civitarese di Canosa Sannita con l’opera “Guarda dove sono”, mentre il premio Città di Adria è stato assegnato all’opera “Senza titolo” di Elio Carnevali di Pegognaga. Questi i nomi degli autori delle opere classifi catesi ex aequo:

Sandro Cellanetti di Tivoli (Roma), Giuseppe Fochesato di Schio, Tiziano Calcari di Gardone Val Trompia, Pierandrea Pavan di Zevio (Vero-na), Gilberto Sartori di Limena, Giustino Novelli di Chieti, Daniele Cestari di Ferrara ai quali è stato assegnato un buono acquisto di 250 euro offerto rispettivamente da Nuova Tipografi a di Corbola, Logistica F.lli Ferrara Srl di Cantarana di Cona, Azienda agricola Eredi Destro di Cona, Luciano Braga, Farmacia Alla Croce di Malta di Adria, Simone Chieregato Agente Generale Unipol Sai – Divisione Sai Divisione Fondiaria di Adria, Leonardo Bonato di Adria. La Pro oco di Adria, in occasione dell’iniziativa “Ottobre Rosa” ha deciso di assegnare un ulteriore premio di 250 euro intitolato “Pennello rosa” e di attribuirlo all’opera di una pittrice, Cesira Lorenza Merlin di Padova.

Tra le opere trova spazio anche una rielaborazionedel terminal gasiero

PITTuRA vIA RuZZINA 2014,Il PRIMO PREMIO RESTA AD ADRIA

Me.Ru.

La nuova stagione teatrale di Occhiobello ha le forme di un neonato che urla. “L’ennesima

provocazione sulla condizione della cultura – spiega il direttore artistico Marco Sgarbi – la quale sta vivendo una condizione che, come il pianto di un bambino, chiede di essere ascol-tata”.

Sei sono gli appuntamenti previ-sti per questa stagione, che annovera nomi importanti del teatro italiano, una prima nazionale e un viaggio tra parole e musica per ricordare la “Gran-de guerra” a cent’anni di distanza. Il primo appuntamento è stato venerdì 7 novembre con Giulia Lazzarini, in “Muri - prima e dopo Basaglia”. Si prosegue venerdì 21 novembre con la prima nazionale di “Amuleto”, scritto da Roberto Bolaño, uno dei massimi autori latinoamericani, interpretato da Maria Paiato. Venerdì 28 novembre, Anna Della Rosa e Luca Lazzareschi presentano ‘Clôture de l’amour’, scritto e diretto da Pascal Rambert; il 12 dicembre la Compagnia composta da Giorgio Colangeli, Filippo Gili, Vanessa Scalera, Aurora Peres, Michela Martini è in scena con “Prima di andar via”. Il 16 gennaio tocca a Giuseppe Cederna con “L’ultima estate dell’Europa”: memorie, poesie, racconti e lettere dal fronte della Prima guerra mondiale. Ultimo appuntamento il 30 gennaio con il ferrarese Paolo Nani che porterà in scena “Piccole catastrofi ”.

stagiONe teatraLeA Occhiobello, sei appuntamenti

Me.Ru.

Tre giorni per rivivereil sogno dei precursori che volevano l’Italia

L’adriese Marco Gallo riceve il primo premio

22 Cultura

Page 27: Delta ott2014 n123

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Page 28: Delta ott2014 n123

Il Comitato di Approvazione di TÜV ha re-centemente autorizzato il rilascio del nuovo Certificato di Qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001:2008 che avrà valenza fino all’11.06.2014 e il nuovo certificato di Siste-ma di Gestione Ambientale secondo la nor-ma UNI EN ISO 14001:2004, valevole sino al 24.05.2014, al Consorzio di Bonifica Delta del Po.I certificati ISO 9001 e ISO 14001 indicano che il Consorzio di Bonifica Delta del Po prov-vede a garantire una serie di servizi e di at-tività nel rispetto delle procedure di legge sia per quanto riguarda i servizi che per quanto riguarda la gestione ambientale. Tali attività sono:• l’erogazione di servizi relativi alla bonifica, alla difesa del territorio e all’irrigazione;• la gestione, la manutenzione e l’esercizio delle opere relative alla rete di bonifica ed ir-rigazione, delle opere complementari e degli impianti di sollevamento acqua;• la progettazione e l’esercizio di opere idrau-liche e di vivificazione ambientale.Avere ottenuto il Certificato di Qualità ISO 9001 è fonte di soddisfazione per gli ammi-nistratori e i dipendenti del Consorzio perché indica che l’Ente è organizzato per garantire e assicurare un servizio di qualità. Il Consorzio è infatti uno dei pochi enti pubblici ad aver intra-preso tale percorso ed aver ottenuto l’impor-tante riconoscimento. Per il raggiungimento di questo obiettivo il Consiglio di Amministra-zione del Consorzio, che ha appoggiato tale iniziativa informato dal Direttore del rilascio dei certificati del sistema di qualità, intende ringraziare tutto il personale dipendente per la professionalità e l’efficienza dimostrata du-rante le visite ispettive e per l’impegno pro-fuso nel garantire il superamento di tutti gli step necessari, puntualizzando che il risultato ottenuto va a beneficio di tutti i consorziati. In Veneto solo i consorzi di bonifica polesani hanno raggiunto l’obiettivo e l’aver ottenuto tali certificazioni è sicuramente un punto di arrivo. Certo è che i requisiti dimostrati de-vono essere mantenuti e migliorati nel tempo e a tale proposito, il Consorzio sarà soggetto a periodiche visite ispettive da parte di TÜV ITALIA S.r.l. che dovrà verificare che l’Ente abbia le carte in regola per mantenere le cer-tificazioni di qualità. L’importanza dell’ottenimento della certifica-zione di qualità è stata poi evidenziata dal vigente D.lgs n.207 del 05.10.2010 “Regola-mento di esercizio ed attuazione del decreto legislativo 12.04.2006 n.163”, recante “Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture in attuazione della direttiva 2004/17/CE e 2004/18/CE” che, nel caso di programmi redatti da progettisti interni come nel caso del Consorzio, consente che la validazione possa essere fatta dagli stessi uffici tecnici qualora l’ente sia dotato di un sistema interno di con-trollo di qualità secondo la norma UNI EN ISO 9001 e il Consorzio di Bonifica Delta del Po ha

dimostrato di essere organizzato secondo le norme internazionali di riferimento. Un orga-nismo esterno indipendente, opportunamente autorizzato, ha certificato la corretta applica-zione della norma.Organizzare l’azienda secondo la norma signi-fica implementare il sistema di gestione della qualità dei servizi e della gestione ambientale attraverso un insieme documentato di proce-dure e istruzioni di comportamento tali da es-sere certi di ottenere in termini di qualità ciò

che si promette al consorziato. Creare un si-stema di qualità di certo non è cosa semplice perché varia per ogni ente e deve essere co-struito caso per caso, adattando i meccanismi interni di controllo della qualità alle richieste della norma.Il Consiglio d’Amministrazione del Consorzio, uno dei pochi enti pubblici ad aver ottenuto tali riconoscimenti, ringrazia tutto il personale dipendente per la professionalità e l’efficienza dimostrata.

Il Consorzio di Bonifica Delta del Po ha ottenuto le certificazioni di gestione della qualità

ISO 9001 e di gestione ambientale ISO 14001

Sopra il Consiglio d’Amministrazione, a fianco le certificazioni ISO 9001 e Iso 14001

IL CONSORZIO IN CIFRE

SUPERFICIE COMPRENSORIALE 62.780 HAUnità territoriali: S.Anna; Rosolina; Porto Viro; Isola di Ariano; Porto TolleTerreni bonificati ed aree litoranee 45.295 haValli da pesca 8.641 ha Lagune 8.844 ha

GESTIONE IDRAULICACanali di scolo 650 KmImpianti idrovori n. 39Acqua sollevata ed espulsa dagli impianti idrovori in un anno 400.000.000 mcPotenza impegnata 18.000 kwEnergia consumata 10.200.000 Kwh

IRRIGAZIONECanali, canalette e tubazioni 200 KmImpianti irrigui n. 24Impianti pluvirrigui n.4 Potenza impegnata 1.176 KwEnergia consumata 2.200.000 Kwh

DITTE CONSORZIATE: n. 32.000

RINNOVO DELL’ASSEMBLEA DEL CONSORZIO DI BONIFICA DELTA DEL PO

Operazioni di irriga-zione sul territorio

Delta del Po e accanto l’idrovora

Goro.Sotto

lavori di vivificazione nella Sacca

degli Scardovari

Il 14 dicembre 2014 si vota per il rinnovo dell’Assemblea del Consorzio di Bonifica Delta del Po di Taglio di Po (RO) per il quinquennio 2015 – 2019.In questi giorni nelle case dei Consorziati, proprietari di immobili ubicati nel territorio di competenza del Consorzio, sono state recapitate le comu-nicazioni con le quali vengono descritte le modalità per esercitare il diritto di voto.Nella comunicazione, viene indicata l’ubicazione dei seggi, la fascia di rap-presentanza in cui ricade l’elettore ed il numero identificativo con cui lo stesso sarà identificato al seggio, dove i consorziati dovranno recarsi mu-niti di valido documento di identità. Ciascun elettore ha diritto ad un voto di lista che può esercitare unica-mente nell’ambito della fascia di rappresentanza, e può attribuire fino a tre preferenze per determinare l’ordine dei candiati compresi nella lista prescelta.Le fasce di rappresentanza e l’assegnazione dei seggi nell’assemblea con-sortile, sono regolati dal disposto della Legge Regionale 8 maggio 2009 n° 12. Sono 3 le suddette fasce, suddivise secondo l’importo dei contributi di bo-nifica che i consorziati hanno versato per l’anno 2014.La prima fascia comprende i proprietari di immobili con contribuenza in-feriore a 246,13 euro che eleggeranno 4 rappresentanti nell’assemblea consortile. La seconda fascia è relativa ad una contribuenza compresa tra 246,13 e 1.754,79 euro ed ha diritto di essere rappresentata da 8 membri nell’assemblea, così come 8 rappresentanti saranno quelli eletti dai con-sorziati soggetti ad una contribuenza superiore a 1.754,79 euro che quindi ricadono nella terza fascia di rappresentanza.I seggi sono complessivamente 8 e sono così distribuiti sul territorio:

TAGLIO DI PO c/o la sede consorziale in Via Pordenone n. 6 45019 TAGLIO DI PO (RO)

ARIANO NEL POLESINE

c/o la Sala polivalente in Piazza Garibaldi n. 14 45012 ARIANO NEL POLESINE (RO)

CORBOLAc/o la Sala consigliare della sede Municipale in Piazza Martiri n. 107 45015 CORBOLA (RO)

PORTO TOLLEc/o fabbricato ex uffici consorziali in Piazza Ciceruacchio n. 5 45018 PORTO TOLLE (RO)

BOCCASETTE di PORTO TOLLE

c/o la Scuola elementare di Boccasette in Via Merlin n. 6 45018 Loc. BOCCASETTE di PORTO TOLLE (RO)

PORTO VIROc/o la Sala polivalente dell’ex Macello Comunale in Via Navi Romane n.8 45014 PORTO VIRO (RO)

ROSOLINA c/o il Centro Civico in Viale del Popolo n. 1 45010 ROSOLINA (RO)

S. ANNA di CHIOGGIA

c/o la casa dell’idrovorista dell’idrovora Busiola in Via Busiola n. 2 30015 Località CA’ LINO di CHIOGGIA (VE)

Le operazioni di voto avranno inizio alle ore 8,00 e termineranno alle ore 20,00 di domenica 14 dicembre 2014.Oltre ai venti eletti, l’Assemblea sarà composta anche dal delegato regio-nale, dai rappresentanti delle province di Venezia e Rovigo, da tre rappre-sentanti dei Sindaci del comprensorio.

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3Sport Adria

L’avventura di Luca Tiozzo sulla panchina del Delta è terminata il 26 ottobre, dopo il pareggio pirotecnico per 3-3 sul campo della capolista Este, alla nona gior-

nata. L’allenatore scelto dalla proprietà Visentini a luglio non è stato in grado, evidentemente, di imporre il proprio gioco deludendo di fatto le aspettative.

Luca Tiozzo aveva cominciato la collaborazione con il Porto Tolle nella stagione 2011/12 nel corso della quale il 32enne di Chioggia ricopriva il ruolo di preparatore atle-tico, coadiuvando il tecnico Fabrizio Zuccarin, fi no al suo esonero dello scorso anno: poi con il subentro di Favaretto anche il suo ruolo si era fatto più marginale.

A luglio la decisione della proprietà di cominciare la nuova avventura in serie D con Tiozzo, alla sua prima esperienza. La sua avventura fi nisce con quattro vittorie (Correggese, Imolese, S.Paolo e Fortis Juventus), tre pa-reggi (Scandicci, Piacenza e Este), e due sconfi tte (Virtus Castelfranco e Fiorenzuola): 21 gol all’attivo e 14 subiti.

Un Tiozzo che si dice sereno. “Visto che fi no a lunedì nessuno ancora mi aveva comunicato nulla pensavo, den-tro di me, che avessero preso una decisione di continuare: in fondo abbiamo tre punti dalla prima e nelle prossime tre partite sono sicuro che sarebbero arrivate tre vittorie. Il mio successore trova una squadra sana e vera. Esco da questa situazione a testa alta e commosso dagli attestati di stima dei giocatori e degli addetti ai lavori”.

La panchina aveva già cominciato a traballare dopo lo 0-0 con il Piacenza in casa, con patron Visentini contrariato

dalla gestione della gara, con la squadra che arrivava dalla sconfi tta contro il Fiorenzuola. “Se la società ha ritenuto di esonerare il mister - dice Fabio Lauria giocatore del Delta - evidentemente qualcosa non andava. Di certo, da più di qualche giorno si notava che i rapporti tra il mister e la società si erano incrinati. Anche noi giocatori ci faremo un esame di coscienza, come è doveroso che sia”.

di Cristiano Aggio

Finisce l’avventura di Luca Tiozzo col DeltabasKet

Il basket a Porto Tolle è sempre stato molto attivo. Quest’anno è partito il nuovo corso della società presieduta da Stefano Fusetti:

scopo principale del progetto societario lo svi-luppo del settore giovanile con la valorizzazio-ne di alcuni giovani integrati nella prima squa-dra come Davide Siviero, Alessandro Bortoloni e Andrea Greguoldo. Importante, per il presi-dente Fusetti, il progetto scuola nei Comuni di Porto Tolle e di Taglio di Po a cui seguiranno i campionati under 13 ed aquilotti, con la nuova under 19 fatta in collaborazione con Rosolina e che sarà guidata da Giuseppe Augusti. “Spero che la Pallacanestro Delta diventi la nuova locomotiva per il basket polesano, essendo anche l’unica rappresentante rodigina a livello senior nella categoria Promozione”, ha detto Fusetti nella presentazione della società alla quale ha partecipato l’amministrazione comunale di Porto Tolle nella persona dell’assessore allo sport Gilberto Siviero che ha ribadito “oltre all’orgoglio delle istituzione per quanto fatto dalla pallacanestro Delta negli ultimi anni, il chiaro impegno a sostenere gli sforzi della società stessa”. In rappresentanza del Coni, la fi duciaria del Basso Polesine Corina Perazzolo che ha fatto i complimenti apprezzando il lavoro della società sul fronte giovanile. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Matteo Cecchettin, confermato allenatore della prima squadra, ha messo in evidenza il nuovo impegno che sarà tutt’altro che facile, dicendosi comunque soddisfatto del lavoro fatto l’anno precedente.

Tanta attenzione riservata al vivaio e alle giovaniliiL pOrtO tOLLe a caNestrO sarà La LOcOmOtiva deL pOLesiNe

Cr.Ag.

Calcio La situazione in classifi ca non è comunque compromessa

Lo scorso anno la Coppa Campioni, quest’anno lo scudetto. In prima base, con la maglia della Fortitudo

baseball Bologna, sempre il rodigino Daniele Malengo, 25 anni, da cinque a Bologna nella massima serie.

Quanto sofferta è stata la serie (7 gare) con Rimini?

“L’anno scorso la Coppa Campio-ni (come pure nel 2010 e 2012) e quest’anno il mio primo scudetto. Sicura-mente è stata una serie molto combattuta, lo stesso fatto di essere arrivati a giocare tutte e 7 le gare è sintomo di una quasi parità tra le due squadre, ma alla fi ne l’ha spuntata la più completa, la più in forma, la più forte.”

Come è stata giudicata la tua pre-stazione dal manager, e in generale come è stato il tuo andamento in que-sta stagione?

“Durante la stagione ho avuto come ogni anno un rendimento altalenante, pur-troppo, ma piano piano e grazie ad un po’ più di regolarità in campo ho trovato il mio ritmo: cominciando dalla seconda fase ed arrivando in fi nale sono riuscito a lavorare meglio i miei turni ottenendo basi ball, aiutando la squadra nel momento giusto”.

Chi è il giocatore più forte della squadra?

“A mio parere il giocatore più forte del-la Fortitudo quest’anno è stato Williamson (lanciatore). Ma sono sicuro di non esage-rare affatto dicendo che in questa squadra

siamo tutti grandissimi giocatori e persone eccezionali. La maggior parte giovanissimi (il nucleo della Fortitudo ha una media di poco superiore ai 25anni) che con l’aiu-to di uno storico e fenomenale capitano quale Claudio Liverziani e degli allenatori di altissimo livello (Nanni, Radaelli, La-bastidas e Betto) siamo riusciti ad unire la spensieratezza all’esperienza, il diver-timento con la pressione e a comandare un campionato di IBL dall’inizio alla fi ne”.

Chi desideri ringraziare per questo tuo successo?

“Dedico questo scudetto alla mia fa-miglia, in particolare a mamma Cristina, a papà Alberto (il mio tifoso numero uno), a mio fratello Lorenzo e mia sorella Laura, ai quali voglio un immenso bene”.

Baseball. E’ in forza ai campioni della fortitudo BolognadaNieLe raccONta iL suO scudettO e La sua cOppa

Cr.Ag.

Daniele Malengo

L’allenatore esonerato Luca Tiozzo

La presentazione delle squadre

25Sport 3Sport Adria

L’avventura di Luca Tiozzo sulla panchina del Delta è terminata il 26 ottobre, dopo il pareggio pirotecnico per 3-3 sul campo della capolista Este, alla nona gior-

nata. L’allenatore scelto dalla proprietà Visentini a luglio non è stato in grado, evidentemente, di imporre il proprio gioco deludendo di fatto le aspettative.

Luca Tiozzo aveva cominciato la collaborazione con il Porto Tolle nella stagione 2011/12 nel corso della quale il 32enne di Chioggia ricopriva il ruolo di preparatore atle-tico, coadiuvando il tecnico Fabrizio Zuccarin, fi no al suo esonero dello scorso anno: poi con il subentro di Favaretto anche il suo ruolo si era fatto più marginale.

A luglio la decisione della proprietà di cominciare la nuova avventura in serie D con Tiozzo, alla sua prima esperienza. La sua avventura fi nisce con quattro vittorie (Correggese, Imolese, S.Paolo e Fortis Juventus), tre pa-reggi (Scandicci, Piacenza e Este), e due sconfi tte (Virtus Castelfranco e Fiorenzuola): 21 gol all’attivo e 14 subiti.

Un Tiozzo che si dice sereno. “Visto che fi no a lunedì nessuno ancora mi aveva comunicato nulla pensavo, den-tro di me, che avessero preso una decisione di continuare: in fondo abbiamo tre punti dalla prima e nelle prossime tre partite sono sicuro che sarebbero arrivate tre vittorie. Il mio successore trova una squadra sana e vera. Esco da questa situazione a testa alta e commosso dagli attestati di stima dei giocatori e degli addetti ai lavori”.

La panchina aveva già cominciato a traballare dopo lo 0-0 con il Piacenza in casa, con patron Visentini contrariato

dalla gestione della gara, con la squadra che arrivava dalla sconfi tta contro il Fiorenzuola. “Se la società ha ritenuto di esonerare il mister - dice Fabio Lauria giocatore del Delta - evidentemente qualcosa non andava. Di certo, da più di qualche giorno si notava che i rapporti tra il mister e la società si erano incrinati. Anche noi giocatori ci faremo un esame di coscienza, come è doveroso che sia”.

di Cristiano Aggio

Finisce l’avventura di Luca Tiozzo col DeltabasKet

Il basket a Porto Tolle è sempre stato molto attivo. Quest’anno è partito il nuovo corso della società presieduta da Stefano Fusetti:

scopo principale del progetto societario lo svi-luppo del settore giovanile con la valorizzazio-ne di alcuni giovani integrati nella prima squa-dra come Davide Siviero, Alessandro Bortoloni e Andrea Greguoldo. Importante, per il presi-dente Fusetti, il progetto scuola nei Comuni di Porto Tolle e di Taglio di Po a cui seguiranno i campionati under 13 ed aquilotti, con la nuova under 19 fatta in collaborazione con Rosolina e che sarà guidata da Giuseppe Augusti. “Spero che la Pallacanestro Delta diventi la nuova locomotiva per il basket polesano, essendo anche l’unica rappresentante rodigina a livello senior nella categoria Promozione”, ha detto Fusetti nella presentazione della società alla quale ha partecipato l’amministrazione comunale di Porto Tolle nella persona dell’assessore allo sport Gilberto Siviero che ha ribadito “oltre all’orgoglio delle istituzione per quanto fatto dalla pallacanestro Delta negli ultimi anni, il chiaro impegno a sostenere gli sforzi della società stessa”. In rappresentanza del Coni, la fi duciaria del Basso Polesine Corina Perazzolo che ha fatto i complimenti apprezzando il lavoro della società sul fronte giovanile. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, Matteo Cecchettin, confermato allenatore della prima squadra, ha messo in evidenza il nuovo impegno che sarà tutt’altro che facile, dicendosi comunque soddisfatto del lavoro fatto l’anno precedente.

Tanta attenzione riservata al vivaio e alle giovaniliiL pOrtO tOLLe a caNestrO sarà La LOcOmOtiva deL pOLesiNe

Cr.Ag.

Calcio La situazione in classifi ca non è comunque compromessa

Lo scorso anno la Coppa Campioni, quest’anno lo scudetto. In prima base, con la maglia della Fortitudo

baseball Bologna, sempre il rodigino Daniele Malengo, 25 anni, da cinque a Bologna nella massima serie.

Quanto sofferta è stata la serie (7 gare) con Rimini?

“L’anno scorso la Coppa Campio-ni (come pure nel 2010 e 2012) e quest’anno il mio primo scudetto. Sicura-mente è stata una serie molto combattuta, lo stesso fatto di essere arrivati a giocare tutte e 7 le gare è sintomo di una quasi parità tra le due squadre, ma alla fi ne l’ha spuntata la più completa, la più in forma, la più forte.”

Come è stata giudicata la tua pre-stazione dal manager, e in generale come è stato il tuo andamento in que-sta stagione?

“Durante la stagione ho avuto come ogni anno un rendimento altalenante, pur-troppo, ma piano piano e grazie ad un po’ più di regolarità in campo ho trovato il mio ritmo: cominciando dalla seconda fase ed arrivando in fi nale sono riuscito a lavorare meglio i miei turni ottenendo basi ball, aiutando la squadra nel momento giusto”.

Chi è il giocatore più forte della squadra?

“A mio parere il giocatore più forte del-la Fortitudo quest’anno è stato Williamson (lanciatore). Ma sono sicuro di non esage-rare affatto dicendo che in questa squadra

siamo tutti grandissimi giocatori e persone eccezionali. La maggior parte giovanissimi (il nucleo della Fortitudo ha una media di poco superiore ai 25anni) che con l’aiu-to di uno storico e fenomenale capitano quale Claudio Liverziani e degli allenatori di altissimo livello (Nanni, Radaelli, La-bastidas e Betto) siamo riusciti ad unire la spensieratezza all’esperienza, il diver-timento con la pressione e a comandare un campionato di IBL dall’inizio alla fi ne”.

Chi desideri ringraziare per questo tuo successo?

“Dedico questo scudetto alla mia fa-miglia, in particolare a mamma Cristina, a papà Alberto (il mio tifoso numero uno), a mio fratello Lorenzo e mia sorella Laura, ai quali voglio un immenso bene”.

Baseball. E’ in forza ai campioni della fortitudo BolognadaNieLe raccONta iL suO scudettO e La sua cOppa

Cr.Ag.

Daniele Malengo

L’allenatore esonerato Luca Tiozzo

La presentazione delle squadre

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Page 30: Delta ott2014 n123

1

IL VENETOin PRIMO PIANO

In questi ultimi anni ha dovuto fare i con-ti con la grandine, gli allagamenti e le trombe d’aria. Ma non si è mai arreso.

Massimo Bressan, 31 anni, è il volto nuovo dell’agricoltura veneta. E’ uno dei giovani che hanno scelto di lavorare in campagna, spesso dopo un percorso di studi. Sono pre-parati, conoscono le lingue straniere, usano internet e facebook come i loro coetanei e stanno portando una boccata d’ossigeno al settore primario dopo anni di progressivo calo di aziende. Massimo è uno di loro, si occupa dell’azienda ortofrutticola a Taglie di Santa Margherita d’Adige, nella Bassa Pa-dovana. La sua è una vocazione maturata in famiglia, a contatto con il papà Luciano e i nonni Marcello e Dina. “Fin da piccolis-simo – ricorda Bressan, 31 anni – vedevo i miei lavorare con passione in campagna, dedicarsi ai loro prodotti, condividere le soddisfazioni e le preoccupazioni di questo lavoro. A tavola si è sempre parlato molto, è sempre stato il momento per condividere i risultati o le delusioni della giornata appena trascorsa, per fare progetti, per discutere e confrontarsi. Così la passione per questo lavoro mi è entrata dentro e non mi ha la-sciato più”. Sono stati i nonni Marcello e Dina ad avviare l’attività di coltivazione di ortaggi e oggi l’azienda conta venti ettari di proprietà e altri venti in affi tto.

Luciano, il papà di Massimo, aveva ini-

ziato a lavorare in fabbrica, poi ha sentito il richiamo della campagna e si è dedicato all’azienda. Per i suoi fi gli immaginava un futuro diverso dal suo. Pensava che una volta completati gli studi si sarebbero trovati un posto di lavoro, un’occupazione diversa dalla sua. Invece sia Massimo che il fratel-lo Filippo ad un certo punto hanno deciso di continuare l’attività di famiglia. Da una decina d’anni anche la mamma Maria, una volta perso il lavoro da magliaia, affi anca il marito e i fi gli nelle incombenze quotidiane in azienda.“I miei avrebbero voluto che mi trovassi un posticino, un impiego diverso dal loro – continua Massimo – ma ad un certo punto ho sentito che il mio posto era qui. La nostra è stata una vocazione maturata giorno dopo giorno”.

Dopo la maturità scientifi ca e qualche anno di università, alla facoltà agraria a Padova, nel 2009, sceglie di affi ancare il papà Luciano. Anche il fratello Filippo, 27 anni, accantona la carriera di geometra e si dedica all’agricoltura. Continua così una tra-dizione di successo nel settore ortofrutticolo e l’ingresso dei giovani fratelli Bressan nella gestione contribuisce a portare anche una ventata di novità. Accanto alla coltivazione di ortaggi e frutta di stagione, in particolare meloni, angurie, zucche, zucchine, melanza-ne, peperoni e insalate, oltre ad altri prodotti in quantità minori come patate e pomodori,

Massimo si occupa personalmente della ven-dita diretta. L’azienda apre un proprio spaccio che incontra subito l’interesse dei consuma-tori. Il giovane imprenditore si occupa anche dell’irrigazione e dei trattamenti in campo e tiene i rapporti con i fornitori e i clienti. “Le soddisfazioni non mancano – aggiunge Bressan - ma sono tanti anche i problemi da risolvere quotidianamente, oltre a qualche emergenza causata dal maltempo e da al-cuni allagamenti, fi no alla tromba d’aria del mese scorso. I suoi prodotti fi niscono anche sugli scaffali della grande distribuzione e per la trasformazione in sottoli e sottaceti. “E’ il frutto del nostro lavoro e ne andiamo fi eri”, conclude il giovane agricoltore.

di Nicola Stievano

Massimo Bressan: “C’è da lavorare e dobbiamo vedercela con il maltempo,ma le soddisfazioni non mancano”

Tendenze In aumento gli “under 35” nei campi, competenti e preparati

Il richiamo della terra per i giovani veneti

Massimo Bressan

iL dibattitO

“L’amore per la terra porta abbondanza e biodiversità, l’agricoltura industriale legata alla mentalità della mono cultura, dei pe-

sticidi e degli Ogm, genera paura e totalitarismo”. Parole forti e schiette, che continuano a provocare discussioni e polemiche, quelle pronunciate da Van-dana Shiva, autorevole attivista indiana impegnata nella battaglia per un’agricoltura sostenibile, durante la visita nel padovano, in città e a Bagnoli di Sopra, per i trent’anni della cooperativa bio El Tamiso. Scelta come “ambassarod” di Expo, Vandana Shiva è da decenni in prima linea nel contrasto al monopolio delle multinazionali sulle coltivazioni e sui semi, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo “Chi diffonde i pesticidi e gli Ogm ha un atteggiamento bellicoso e distruttivo. – ha detto a Bagnoli - L’agricoltura industriale produce cibo più povero, carico di tossine, ma soprattutto commodities. I prodotti che coltiva non servono per l’alimentazione ma per i biocarburanti e l’industria dei mangimi. Non è vero che gli Ogm nutrono il pianeta, l’agricoltura industriale copre appena il 30 per cento del fabbisogno di cibo nel mondo, il resto viene dai piccoli agricoltori e dagli orti familiari. E’ questo il patrimonio che dobbiamo difendere. Abbiamo misurato la vera ricchezza dell’agricoltura che si preoccupa di custodire la terra e garantisce giustizia per le comunità rurali. Il contadino che ha la sovranità sulle sementi ha dieci volte il reddito di chi deve sottostare all’industria”. Una posizione che trova molti consensi ma che non manca di sollevare reazioni contrastanti.

l’attivista indiana vandana Shiva ospite nel padovano“daLL’amOre per La terra abbONdaNza e biOdiversità”

26

Page 31: Delta ott2014 n123

1Il Veneto in primo piano

Se la terra veneta da buoni frutti e i giovani tornano ad investirvi le loro vite, anche il mare non scherza e moltissimi sono i prodotti ittici d’eccellenza della nostra

regione. Regione che quest’anno ha pure promosso la ma-nifestazione “Dal mare alla Piazza”, vera e propria festa del pescato e dei pescatori delle marinerie venete ospitati dalle amministrazioni locali dell’entroterra coinvolte nel progetto. Ma già il rodigino lo scorso anno aveva iniziato a promuovere il suo pesce con il progetto “Pesca amica”, una scommessa da rilanciare perchè i prodotti del mare sono davvero eccel-lenti. Dal Delta arriva “l’oro nero di Scardovari”, le cozze e le vongole veraci frutto della miticoltura sorta nella Sacca di Scardovari verso la fi ne degli anni 60. A tutt’oggi l’al-levamento si sviluppa su un’estensione di 150.000 metri

quadrati, con un potenziale produttivo di 40.000 quintali annui e con un numero di addetti che sfi ora le 400 unità. L’alto livello qualitativo di questi mitili, frutto anche della particolare cura prestata durante le fasi di allevamento dai pescatori Polesani, ha permesso, in questi ultimi anni di pro-muovere il prodotto anche in ambito Europeo. Dal punto di vista occupazionale, l’attività di molluschicoltura ha assunto una fondamentale importanza in Polesine, tanto che attual-mente il Consorzio Cooperative Pescatori del Polesine, con i propri addetti, è la maggiore azienda, in termini di occupati, nella Provincia di Rovigo. Altro prodotto di nicchia dal mare sono le moéche e masenéte: ricercate specialità della cucina veneziana. Moéca è il nome che i veneziani hanno dato al granchio verde della specie Carcinus moenas, quando esso

arriva al culmine della fase di muta, con la perdita della sua corazza e prima che, in poche ore, a contatto con l’acqua salmastra o salata, se la ricostruisca. È in queste poche ore che la moéca diventa una preziosa leccornia. Ma sono tutti i prodotti ittici ad essere eccellenti e lo dimostra la grande valenza economica del mercato ittico di Chioggia, punto di riferimento per tutti i migliori chef.

Oggi poi Il pescaturismo è una della nuove risorse e tipi-cità del Polesine. Un gruppo di appassionati di pesca, spesso stranieri, portati lungo il Po in barca da un esperto che sa dove trovare le prede migliori, come garantire una giornata di catture e assicurarsi il ritorno e un positivo passaparola. Ricadute positive per il territorio, insomma, e una attività assolutamente sostenibile dal punto di vista dell’impatto am-

di Maria Pavan e lorenzo Zoli

Prodotti ittici Qualità, tipicità e qualche leccornia bizzarra come le moéche

Il mare e il pescato sono una risorsa economica preziosa

viNi

Fra le eccellenze dell’agro alimentare veneziano c’è il vino. Fra i più apprezzati quelli dell’area del Veneto Orientale il Lison Pramaggiore e i vini dell’area del Veneto Orientale. I vini sono tutelati dal “Consorzio vini Venezia” nato nel 2011 dalla volontà del Consorzio volontario tutela vini doc di Lison

Pramaggiore e del Consorzio tutela vini del Piave Doc. Purtroppo la qualità del vino bianco che è uscito dalla vendemmia di quest’anno, a causa dell’estate fredda, in certe aree ha procurato dei problemi. Per fortuna però alla fi ne un settembre caldo, ha permesso un recupero di gradazione, sotto questo punto di vista i danni sono stati limitati. Il Consorzio volontario per la tutela dei vini delle denominazioni di origine

controllata Venezia (Doc) che raggruppa i marchi Lison-Pramaggiore e Piave e delle denominazioni di origine controllata e garantita (Docg), Lison e Malanotte del Piave, comprende i vitigni di numerose uve: Bianco di Lison e Pramaggiore, Cabernet, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Carmenère, Chardonnay, Incrocio Manzoni, Lison Classico, Malbech, Merlot, Pinot Grigio, Raboso del Piave e veronese, Refosco dal peduncolo rosso, Rosato Doc Venezia, Rosso Doc di Lison-Pramaggiore e, ancora, Sauvignon, Spumante Doc di Lison-Pramaggiore e Verduzzo friulano e trevigiano. Il Lison Docg o Tai; il Merlot e il Cabernet sono stati i primi vini nel 1972 a dare origine al prestigioso marchio “Docs Lison Pramaggiore”.

le prodizioni di qualitàLisON pramaggiOre, biaNcHi di prestigiO iNterNaziONaLe

La novità in Polesine: il pescaturismo, una attività assolutamente sostenibile dal punto di vista dell’impatto ambientale

A.A.

bientale: i pescasportivi dopo la cattura liberano nuovamente il pesce. C’è un però. Bello grosso. Questa attività è insidiata dai pescatori abusivi del Po. Stranieri, spesso romeni o un-gheresi, senza licenza. Si accampano lungo le rive, pescano con l’elettricità, o stendendo reti di centinaia di metri con migliaia di ami. Metodi proibiti. Devastano il fi ume, impo-veriscono l’ecosistema. Ma le risorse per combatterli sono poche. Un danno per i pescaturisti, ma anche per chi fa della pesca una professione. “Questa è concorrenza sleale – racconta un pescatore – E il danno peggiore non è tanto questo, ma il fatto che l’ecosistema viene costantemente impoverito”. Il rischio è che una tipicità e un valore aggiunto del territorio, oltre che un settore che potrebbe dare lavoro a tanti giovani, sia devastato ancora prima di svilupparsi.

27Il Veneto in primo piano

R o v i g o F i e re

Page 32: Delta ott2014 n123

1 Il Veneto in primo piano

Nell’area attuale della provincia di Venezia che dovrebbe costituirsi in “Città Metropolitana” a causa del

commissariamento del Comune di Venezia (in seguito all’arresto del sindaco Giorgio Orsoni e la conseguente decadenza della giunta), l’iter che dovrebbe vedere la nasci-ta della nuova realtà per ora procede lentis-simo. Iter o meno, la spending review ha già colpito tutte le Province del Veneto. Ha colpito in particolare quella dell’area di Ve-nezia. Complessiva-mente saranno pari a 8.835.685 (all’inter-no di una sforbiciata complessiva di 100 milioni) i contributi alla fi nanza pubblica che le amministrazioni della nostra regione dovranno sborsare allo Stato, “a seguito del progressivo venir meno delle elezioni provinciali e per la riduzione dei costi della politica, per la gratuità delle attività svolte dai componenti degli organi delle Province”.

La più penalizzata sarà appunto l’area, di quella che ancora è la Provincia di Ve-nezia, destinata a diventare Città metropo-litana dal primo gennaio 2015, che dovrà rinunciare a 2.270.752 euro.

Sulla questione della Città Metropolita-na di Venezia era intervenuto nelle scorse settimane il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta.

“La Città metropolitana di Venezia – ha detto Baretta - non potrà coincidere con l’attuale provincia, bisogna allargare i suoi confi ni. E intanto togliere di mezzo la questione della sepa-

razione fra Venezia e Mestre, che ci porta fuori strada. ”Non si può pensare localmen-te, l’obiettivo è la Città Metropolitana. Si dovrà interloquire con lo Stato e le grandi istituzioni, non chiedere fi nanziamenti. Qui bisogna pensare in grande, non esistono alternative”.

ROVIGO ELEGGE A SORPRESA TROMBINI

Si potrebbe dire che ha vinto lo sfa-vorito. E sarebbe vero, ma sino a un certo punto.

Perché se da un lato è vero che i numeri in teoria nella corsa alla Provincia avrebbero dovuto premiare Nicola Garbellini, Pd, sin-daco di Canaro, dall’altro è innegabile che agli osservatori attenti della scena politica non era sfuggito l’aspetto poi rivelatosi determinante: laddove il centrosinistra si rivelava come spesso accade diviso, litigio-so, malmostoso, il centrodestra zitto zitto si è compattato e ha presentato una lista compatta.

Tutti raccolti attorno a Marco Trombini, primo cittadino di Ceneselli, indipendente ma di estrazione non certo sinistrorsa. E il risultato è stato chiaro che più chiaro non si potrebbe. In consiglio maggio-ranza a Pd e soci, a dimostrazione che i numeri erano quelli.

Ma sul voto al presidente, colpo di sce-

di Alessandro Abbadir e lorenzo Zoli

Padova e Rovigo eleggono le nuove “province”, per la Città Metropolitana, invece, tutto fermo o quasi

Enti locali Rinnovati i consigli provinciali ma Venezia resta al palo

Nuovi volti in provincia, qualche colpo basso a sorpresa

na: vince Trombini. Se si tiene conto che per la prima volta non votavano i cittadini, ma solo amministratori e politici è evidente che Garbellini è stato impallinato dal voto disgiunto.

Tanti della sua area, per dirla brutal-mente, lo hanno fatto scientemente perde-re. Lui non fa drammi.

Ma un aspetto è innegabile: dalle scor-

se primarie per le Politiche il Pd a Rovigo è una giungla.

Una situazione intricata nella quale rischia di non guadagnarci nessuno. Loro, però, i diretti interessati, non sembrano accorgersene. E così, per la prima volta, la Pro-vincia cambia bandiera.

A pochi mesi dal voto per Rovigo. Ci penseranno su? Non è garantito.

Provincia di Padova, si volta pagina all’in-segna di una coalizione trasversale per la gestione dell’ente. A vincere la sfi da elet-

torale, riservata a sindaci e consiglieri comuna-li, è stato Enoch Soranzo, primo cittadino di Selvazzano, alla guida di un gruppo nato dalle larghe intese fra centrodestra e centrosinistra. E proprio per rimarcare il fatto che tutti i consiglie-ri eletti sono chiamati a fare ciascuno la propria parte, Soranzo ha distribuito a tutti almeno una delega. La nuova squadra di governo è già al lavoro, a costo zero come stabilito dalla legge di riforma delle province. “Le deleghe sono state distribuite con l’ottica di traghettare la Provincia attuale nel nuovo ente che, a parti-re dal 2015, diventerà realtà. - ricorda il neo presidente Soranzo - Per noi ora è importante essere operativi perché già abbiamo subito af-frontato alcune questioni come quella legata al maltempo. La squadra è composta da persone che lavorano senza indennità dimostrando la loro voglia di fare e di collaborare insieme.

Inoltre, sono amministratori con esperien-za e quindi ritengo che si tratti di una garanzia importante per riuscire a dare le risposte che il nostro territorio e i Comuni attendono.” Ecco i consiglieri provinciali delegati: Fabio Bui (sin-daco di Loreggia), vicepresidente, Viabilità, amministrazione trasparente, rapporti con gli enti (servizi associati e convenzionati), politi-

che comunitarie, fondi europei; Gianni Berno (ex capogruppo del Pd in consiglio comunale a Padova, presidente della Veneranda Arca di Sant’Antonio) Volontariato e associazionismo; Luigi Bisato (sindaco di Noventa) Servizi so-ciali e alla persona, politiche della famiglia, difesa del suolo e sicurezza idraulica, piste ciclabili e itinerari fl uviali; Massimo Campa-gnolo (sindaco di Cervarese Santa Croce) Ambiente, politiche energetiche, cave e polizia mineraria; Davide Gianella (sindaco di Piove di Sacco) Edilizia scolastica, università e ricerca, espropri, caccia e pesca; Vincenzo Gottardo (vicesindaco di Campodoro) Patrimonio, for-mazione, manifestazioni sportive, sicurezza e polizia provinciale, agricoltura; Silvia Mizzon (sindaco di Megliadino San Vitale) Istruzione, offerta scolastica, cultura, sport e tempo libe-ro, manifestazioni; Nunzio Tacchetto (sindaco di Vigonza) Trasporti, mobilità, progetto 3L, servizi informativi – ced, attività produttive; Angela Temporin (assessore a Battaglia Ter-me) Turismo termale, pari opportunità, parchi e riserve naturali; Elisa Venturini (sindaco di Casalserugo) protezione civile, lavoro, turismo. Restano di competenza del presidente Soranzo le deleghe non assegnate: Affari generali e istituzionali, bilancio e programmazione, risor-se umane, avvocatura e affari legali, identità veneta, pianifi cazione territoriale e urbanistica.

PADOvA DElEgHE A TuTTI I CONSIglIERI PROvINCIAlI SORANZO, PRESIDENTE DEllE “lARgHE INTESE”

Sottosegretario Baretta: “Qui occorre pensare in grande non solo chiedere fi nanziamenti”

28 Il Veneto in primo piano

Page 33: Delta ott2014 n123

1 Il Veneto in primo piano

Nell’area attuale della provincia di Venezia che dovrebbe costituirsi in “Città Metropolitana” a causa del

commissariamento del Comune di Venezia (in seguito all’arresto del sindaco Giorgio Orsoni e la conseguente decadenza della giunta), l’iter che dovrebbe vedere la nasci-ta della nuova realtà per ora procede lentis-simo. Iter o meno, la spending review ha già colpito tutte le Province del Veneto. Ha colpito in particolare quella dell’area di Ve-nezia. Complessiva-mente saranno pari a 8.835.685 (all’inter-no di una sforbiciata complessiva di 100 milioni) i contributi alla fi nanza pubblica che le amministrazioni della nostra regione dovranno sborsare allo Stato, “a seguito del progressivo venir meno delle elezioni provinciali e per la riduzione dei costi della politica, per la gratuità delle attività svolte dai componenti degli organi delle Province”.

La più penalizzata sarà appunto l’area, di quella che ancora è la Provincia di Ve-nezia, destinata a diventare Città metropo-litana dal primo gennaio 2015, che dovrà rinunciare a 2.270.752 euro.

Sulla questione della Città Metropolita-na di Venezia era intervenuto nelle scorse settimane il sottosegretario all’Economia Pierpaolo Baretta.

“La Città metropolitana di Venezia – ha detto Baretta - non potrà coincidere con l’attuale provincia, bisogna allargare i suoi confi ni. E intanto togliere di mezzo la questione della sepa-

razione fra Venezia e Mestre, che ci porta fuori strada. ”Non si può pensare localmen-te, l’obiettivo è la Città Metropolitana. Si dovrà interloquire con lo Stato e le grandi istituzioni, non chiedere fi nanziamenti. Qui bisogna pensare in grande, non esistono alternative”.

ROVIGO ELEGGE A SORPRESA TROMBINI

Si potrebbe dire che ha vinto lo sfa-vorito. E sarebbe vero, ma sino a un certo punto.

Perché se da un lato è vero che i numeri in teoria nella corsa alla Provincia avrebbero dovuto premiare Nicola Garbellini, Pd, sin-daco di Canaro, dall’altro è innegabile che agli osservatori attenti della scena politica non era sfuggito l’aspetto poi rivelatosi determinante: laddove il centrosinistra si rivelava come spesso accade diviso, litigio-so, malmostoso, il centrodestra zitto zitto si è compattato e ha presentato una lista compatta.

Tutti raccolti attorno a Marco Trombini, primo cittadino di Ceneselli, indipendente ma di estrazione non certo sinistrorsa. E il risultato è stato chiaro che più chiaro non si potrebbe. In consiglio maggio-ranza a Pd e soci, a dimostrazione che i numeri erano quelli.

Ma sul voto al presidente, colpo di sce-

di Alessandro Abbadir e lorenzo Zoli

Padova e Rovigo eleggono le nuove “province”, per la Città Metropolitana, invece, tutto fermo o quasi

Enti locali Rinnovati i consigli provinciali ma Venezia resta al palo

Nuovi volti in provincia, qualche colpo basso a sorpresa

na: vince Trombini. Se si tiene conto che per la prima volta non votavano i cittadini, ma solo amministratori e politici è evidente che Garbellini è stato impallinato dal voto disgiunto.

Tanti della sua area, per dirla brutal-mente, lo hanno fatto scientemente perde-re. Lui non fa drammi.

Ma un aspetto è innegabile: dalle scor-

se primarie per le Politiche il Pd a Rovigo è una giungla.

Una situazione intricata nella quale rischia di non guadagnarci nessuno. Loro, però, i diretti interessati, non sembrano accorgersene. E così, per la prima volta, la Pro-vincia cambia bandiera.

A pochi mesi dal voto per Rovigo. Ci penseranno su? Non è garantito.

Provincia di Padova, si volta pagina all’in-segna di una coalizione trasversale per la gestione dell’ente. A vincere la sfi da elet-

torale, riservata a sindaci e consiglieri comuna-li, è stato Enoch Soranzo, primo cittadino di Selvazzano, alla guida di un gruppo nato dalle larghe intese fra centrodestra e centrosinistra. E proprio per rimarcare il fatto che tutti i consiglie-ri eletti sono chiamati a fare ciascuno la propria parte, Soranzo ha distribuito a tutti almeno una delega. La nuova squadra di governo è già al lavoro, a costo zero come stabilito dalla legge di riforma delle province. “Le deleghe sono state distribuite con l’ottica di traghettare la Provincia attuale nel nuovo ente che, a parti-re dal 2015, diventerà realtà. - ricorda il neo presidente Soranzo - Per noi ora è importante essere operativi perché già abbiamo subito af-frontato alcune questioni come quella legata al maltempo. La squadra è composta da persone che lavorano senza indennità dimostrando la loro voglia di fare e di collaborare insieme.

Inoltre, sono amministratori con esperien-za e quindi ritengo che si tratti di una garanzia importante per riuscire a dare le risposte che il nostro territorio e i Comuni attendono.” Ecco i consiglieri provinciali delegati: Fabio Bui (sin-daco di Loreggia), vicepresidente, Viabilità, amministrazione trasparente, rapporti con gli enti (servizi associati e convenzionati), politi-

che comunitarie, fondi europei; Gianni Berno (ex capogruppo del Pd in consiglio comunale a Padova, presidente della Veneranda Arca di Sant’Antonio) Volontariato e associazionismo; Luigi Bisato (sindaco di Noventa) Servizi so-ciali e alla persona, politiche della famiglia, difesa del suolo e sicurezza idraulica, piste ciclabili e itinerari fl uviali; Massimo Campa-gnolo (sindaco di Cervarese Santa Croce) Ambiente, politiche energetiche, cave e polizia mineraria; Davide Gianella (sindaco di Piove di Sacco) Edilizia scolastica, università e ricerca, espropri, caccia e pesca; Vincenzo Gottardo (vicesindaco di Campodoro) Patrimonio, for-mazione, manifestazioni sportive, sicurezza e polizia provinciale, agricoltura; Silvia Mizzon (sindaco di Megliadino San Vitale) Istruzione, offerta scolastica, cultura, sport e tempo libe-ro, manifestazioni; Nunzio Tacchetto (sindaco di Vigonza) Trasporti, mobilità, progetto 3L, servizi informativi – ced, attività produttive; Angela Temporin (assessore a Battaglia Ter-me) Turismo termale, pari opportunità, parchi e riserve naturali; Elisa Venturini (sindaco di Casalserugo) protezione civile, lavoro, turismo. Restano di competenza del presidente Soranzo le deleghe non assegnate: Affari generali e istituzionali, bilancio e programmazione, risor-se umane, avvocatura e affari legali, identità veneta, pianifi cazione territoriale e urbanistica.

PADOvA DElEgHE A TuTTI I CONSIglIERI PROvINCIAlI SORANZO, PRESIDENTE DEllE “lARgHE INTESE”

Sottosegretario Baretta: “Qui occorre pensare in grande non solo chiedere fi nanziamenti”

29Il Veneto in primo piano

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di Nicola Stievano

“Affrontiamo le primarie del 30 novembre guardando alle “se-condarie”, all’appuntamento

con le elezioni regionali di primavera, con l’obiettivo di porre fi ne al ventennio di ge-stione Galan - Zaia e portare una ventata di freschezza e novità , all’insegna della serie-tà e dell’onestà”. Alessandra Moretti parte subito in quinta e rivolge un invito al popolo del Partito Democratico e del centrosinistra a rompere gli indugi, a superare le contrappo-sizioni interne guardando all’obiettivo fi nale: strappare al centrodestra il timone del Vene-to, saldamente in mano dalla fi ne dell’ege-monia democristiana. L’eurodeputata, già parlamentare e vicesindaco di Vicenza, ora si gioca la carriera nel suo Veneto e cerca l’investitura della coalizione”.

La prima sfi da sono le primarie del 30 novembre. Come arriva il centrosini-stra a questa consultazione?

“Siamo partiti con entusiasmo, ci aspet-tiamo una larga partecipazione per ribadire che il nostro vero avversario è Zaia, erede di Galan, e non i colleghi del partito. E’ il primo passo per attivare una partecipazione forte, uniti e insieme”.

Come affrontare però anche l’acceso dibatto interno allo schieramento?

“Mi interessa parlare ai veneti, a tutti i Veneti, lasciando da parte le polemiche interne e gli attacchi personali. Vogliamo im-postare una campagna elettorale sulle idee per il Veneto, utili ad un vero cambiamento, positivo per la Regione. Userò questo tempo per formulare un programma serio attraverso un percorso fatto di momenti di ascolto sul territorio, proiettandolo al di là del nostro recinto”.

A proposito di idee, quali sono le tre proposte forti per il Veneto?

“Voglio far uscire la Regione dall’isola-mento in cui è stata confi nata in questi anni dalla coppia Galan - Zaia, rispetto al conte-sto nazionale ed europeo. Punterò molto alla piccola e media impresa e al sostegno reale all’economia e al territorio, attraverso la realizzazione di infrastrutture bancarie per facilitare l’accesso al credito. Dobbiamo aiutare chi fa impresa e chi crea lavoro con una fi scalità agevolata e semplifi cazione bu-rocratica e amministrativa. Secondo aspetto il tema delle infrastrutture da valorizzare in sinergia con le altre regioni, in testa il Friuli Venezia Giulia. Infi ne il grande tema della corruzione, causa del blocco dello sviluppo economico. Noi vogliamo rompere con quel modo di fare politica e promuovere una classe dirigente che con quel passato non ha nulla a che fare”.

Ormai la gente vede la politica e i partiti sempre più lontani. Come vincere questa ostilità?

“E’ vero, c’è uno scoramento pesante, aggravato dagli episodi di corruzione. Ricor-diamo gli arresti eccellenti, l’amministrazio-ne Zaia non poteva non sapere, o quanto-meno è stata piuttosto distratta. Dobbiamo recuperare uno scollamento pesante, che ho avvertito già da vicesindaco di Vicenza. Lo riusciamo a colmare dimostrando con i fatti di essere gente normale che vive i problemi delle famiglie e del lavoro, che non è distan-te da una realtà che ci chiede di impegnarci ogni giorno per migliorare la vita dei nostri concittadini. Cerco sempre di stare fra la gen-te, sono profondamente attaccata al valore della normalità e della semplicità”.

Continuerà anche se diventerà presi-dente del Veneto?

“Certo, dobbiamo dimostrare con i fatti che la politica non ti cambia, la politica è im-pegno civile e sociale. Ed è questa la ragione che mi ha spinto ad accettare la sfi da per la Regione. io mi sento profondamente donna del territorio, donna amministratrice che cer-ca di individuare i problemi e trovare delle soluzioni. Non abbandonerò la mia natura, stare vicino alla gente è l’impegno che mi sono presa. Poi la ricetta è riuscire a risolvere i problemi veri”.

Cosa risponderà alla gente che le chiederà un aiuto concreto?

“Oltre a quello che dicevamo prima sulle infrastrutture bancarie e la fi scalità, mi batte-rò sui temi del sociale e delle famiglie. Poi la sanità, c’è da lavorare per riportare la nostra regione a livelli d’eccellenza”.

A Mestre e nella Bassa Padovana sono stati aperti due nuovi ospedali, a Padova ancora si discute, perché?

“Qui emergono tutte le contraddizioni della Lega; Zaia da un parte, Bitonci dall’al-tra, tutto sulla pelle dei cittadini. Sulla sanità dobbiamo aprire una rifl essione sulle forme di non autosuffi cienza il cui costo ricade sulle famiglie perché dalla Regione arriva un con-tributo troppo basso”.

Che fare invece delle Province? E del-la rete dei servizi?

“Va sviluppato il tema delle Unioni tra Comuni, perché alcune funzionano e altre no. Vanno valorizzate. Attraverso l’asse tra regioni si possono acquisire spunti positivi anche per razionalizzare la pubblica ammi-nistrazione e renderla più effi ciente. A partire dai servizi, come il trasporto pubblico, con

il biglietto unico, e la gestione dell’acqua, dove in questi anni non è stato fatto nulla. La Regione non è stata capace di fare sistema”.

Quali gli ingredienti della vostra ri-cetta per l’alternativa all’attuale governo Veneto?

“Stare tra la gente, rafforzare il colle-gamento con il Governo e la collaborazione con le regioni vicine, sfruttare al meglio le risorse europee, a partire da quelle destinate al turismo, grande risorsa del Veneto sulla quale fi nora è stato investito poco e male. Il Veneto deve essere motore attrattivo”.

Quale il suo appello agli elettori per le primarie?

“Dobbiamo essere in tanti, per dare entusiasmo a questa sfi da. Invito a votare per uno schieramento unito, io mi sento una candidata che unisce e che rappresenta an-

che le minoranze, mettendo in campo tutte le energie e le proposte per affrontare le “secondarie” e vincere in Veneto”.

Afferma che la politica è il lavoro più bello, nonostante la fatica, perché?

“Perché mi occupo delle persone, lavoro per migliorare la qualità della vita delle per-sone. Pensare di poter occuparmi della mia regione e della mia gente, di far crescere il mio territorio. In questa tensione verso gli altri ne risente la vita privata. Sono però convinta che i miei fi gli sono il motore del mio impegno, io non devo deluderli e que-sto mi spinge ad essere sempre preparata e impegnata. Quando sento di episodi di cor-ruzione, di arresti, di processi penso ai fi gli coinvolti, io non voglio che i miei fi gli vivano questo. Per questo penso che le donne siano più lontane da certe ‘debolezze’”.

Simonetta Rubinato

Alessandra Moretti

1Voci da palazzo

“Io resto del parere – aveva detto Simonetta Rubinato al direttivo del Pd regionale - che le primarie siano un valore aggiunto. Ritengo che

una legittimazione di questo tipo sia necessaria, a pre-scindere dalla popolarità di un candidato”. E così sarà lei a sfi dare la Moretti, grande favorita. L’onorevole Simo-netta Rubinato, trevigiana doc, è stata sindaco per dieci anni e nella Marca è molto stimata dal popolo del Pd.

“Da sindaco – ha detto – ho visto la diffi coltà di ottenere risposte e il poco ascolto del territorio da parte di una Regione. Come deputato, invece, ho constatato che il Veneto manca di autorevolezza e fermezza nelle sedi istituzionali, dove si prendono le decisioni. Il presi-dente Zaia è molto presente sulla stampa, invece che nelle sedi opportune, quelle decisionali per l’appunto”. Il sogno della Rubinato è liberare il Veneto dalla Lega.

“Penso ad un Veneto che, imparando anche dalla miglio-re tradizione della Repubblica Serenissima, si apre con grande ambizione al confronto e alla competizione con il resto dell’Italia e delle regioni europee. Noi dobbiamo stare più in alto nella classifi ca delle regioni più competi-tive in Europa, perché abbiamo gli strumenti e le risorse per farlo. Per risorse intendo: il capitale umano, vale a dire i nostri giovani che sono molto preparati; intendo i nostri imprenditori, che devono tornare a competere sui mercati internazionali nonostante i pesi burocratici che devono sopportare; intendo le varie associazioni, che fanno della nostra regione la prima per integrazione sociale. Ecco, mi piacerebbe un Veneto che recupera i valori della sua tradizione in modo innovativo”.

“Vorrei costruire con i veneti un Veneto capace di utilizzare ancora i valori della sua tradizione in modo

innovativo. I veneti hanno sempre lavorato molto, gente “con i calli alle mani” e ricchi di onestà, laboriosità e solidarietà. Grazie a questo hanno conquistato in po-chissimo tempo un benessere che non avevano. Valori che negli ultimi 20 anni sono stati intaccati da coloro che hanno guidato la nostra Regione, sto pensando al sistema Mose dell’era Galan ma in parte in quell’era c’è stato anche il governatore uscente Zaia, perché al di là delle questioni giudiziarie ci sono anche le responsabilità politiche.

Oggi dobbiamo voltare pagina. Io voglio farlo con la gente e tra la gente. Se vincerò le primarie non avrò altre priorità che costruire con i veneti il nostro nuovo orizzonte politico, sociale, economico recuperando so-prattutto i valori”.

La sfidaNte SIMONETTA RuBINATO, PER lIBERARE Il vENETO DAllA lEgA

Elezioni regionali Il centrosinistra il 30 novembre affronta le primarie per la scelta del candidato

La doppia sfi da di Alessandra Moretti: “Uniti per dare una svolta al Veneto”L’eurodeputata vicentina: “L’avversario da battere è Zaia. Lavoriamo tra la gente, vogliamo portare la Regione fuori dall’isolamento, puntare sulle imprese, aiutare le famiglie, migliorare i servizi. La corruzione di questi anni ci ha penalizzato”

31Voci da palazzo

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Quante volte abbiamo visto persone con il “collare” per-ché, a seguito di un incidente stradale, avevano riportato una distrazione al rachide cervicale, meglio conosciuta

sotto il nome di “colpo di frusta”? Molte, forse troppe! Nel nostro Paese le percentuali di chi dichiara danni permanen-ti –reali o simulati– dopo un sinistro sono infatti di gran lunga superiori rispetto a quelle registrate nel resto d’Europa. Nel corso degli anni, tale tendenza ha determinato importanti esborsi per le Compagnie assicurative e, di conseguenza, un aumento delle nostre polizze RC Auto, tanto da obbligare l’intervento del Legislatore nel tentativo di arginare o quantomeno limitare questo fenomeno. Con la Legge n° 27 del 24.03.12 (art. 32 comma 3 ter e 3 quater) è stato così stabilito che potranno essere risarciti solo i danni alla persona “suscettibili di accertamento clinico strumentale obiettivo” a seguito di un “riscontro medico legale da cui risulti visiva-mente o strumentalmente accertata l’esistenza della lesione”. Quindi, considerando che il “colpo di frusta” è diffi cilmente accertabile attraverso i raggi, la risonanza magnetica o la TAC (accertamento strumentale), vale ancora la pena di

richiederne il risarcimento? La risposta è sì, ne vale sempre la pena. Difatti, essendo che il contenuto della norma appena citata è piuttosto ambiguo, se da un lato le Compagnie di Assicurazione la interpretano a loro esclusivo vantaggio, pretendendo di risarcire solo i danni strumentalmen-te provati, dall’altro sono molti i Giudici di Pace, in particolare nel Nord Italia, che nell’ultimo anno hanno pronunciato senten-ze favorevoli ai danneggiati, che di fatto sconfessano il punto di vista delle Compagnie, offrendo una lettura più logica e sensata della legge. Tale atteggiamento, che le Assicurazioni non pos-sono più ignorare neppure durante la fase stragiudiziale, mira soprattutto a garantire il diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana. Pertanto, se si è in possesso di certifi cati medici che attestino la sussistenza dei sintomi tipici del “colpo di frusta”, non bisogna temere la resistenza dei co-lossi assicurativi ma rivolgersi subito a professionisti seri e preparati per poter formulare la legittima richiesta di risar-cimento. L’assistenza di personale specializzato, competente e costantemente aggiornato può senz’altro fare la differenza, soprattutto in questo particolare momento storico.

Incidente stradale: il colpo di frustaviene ancora risarcito?

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COS’E’ In questi anni caratterizzati da una forte crisi economi-ca ottenere un mutuo in banca può risultare diffi cile. Il decreto SbloccaItalia ha introdotto questo strumento che consente di trasformare un contratto di locazione in una sorta di prelimi-nare di acquisto. Si uniscono i vantaggi offerti da due tipi di contratto: la locazione ed il preliminare di compravendita (o più tecnicamente l’opzione).COME FUNZIONA Col Rent to buy il proprietario concede in godimento un immobile con una normale locazione; ma nel contratto è altresì prevista la possibilità per il conduttore di ac-quistare l’immobile stesso, entro la data fi ssata. Una parte dei canoni di locazione, che dev’essere espressamente specifi cata nel contratto, sarà imputata a prezzo di acquisto. Esempio: prezzo d’acquisto: 100.000 euro; affi tto annuo (interamente imputato in conto prezzo): 10.000 euro; se dopo 4 anni deci-do di comprare, dovrò pagare 60.000 euro; ovvero 100.000 euro (prezzo) - 40.000 euro (canoni già versati).I VANTAGGI Per il conduttore: ottenere immediatamente la disponibilità della casa; rateizzare il pagamento dell’acquisto, senza dover far ricorso al mutuo; recuperare (in tutto o in

parte) le somme versate per l’affi tto al momento del succes-sivo acquisto. Per i potenziali venditori: riuscire ad individuare degli acquirenti, senza dover attendere le decisioni degli istituti bancari, mettendo subito a reddito il bene.COM’E’ REGOLATO IL CONTRATTO Si applica la disciplina in materia di usufrutto prevista dal codice civile: le spese di ma-nutenzione straordinaria restano in capo al locatore/proprieta-rio, mentre quelle di ordinaria passano in capo al conduttore.MA NON ESISTEVA GIA’ QUESTO TIPO DI CONTRATTO? In passato si utilizzava lo schema della locazione con patto di futura vendita. Secondo il nuovo decreto, però, il rent to buy potrà essere trascritto nei registri immobiliari; ciò consentirà al conduttore di essere protetto da eventuali pregiudizi: ipoteche, pignoramenti, fallimento del proprietario, anche se la vendita dovesse essere perfezionata in un momento successivo. L’art. 21 comma 3 del Decreto sbloccaItalia ha elevato il termine di effi cacia della trascrizione dai 3 anni (previsti per i contratti preliminari) a tutta la durata del contratto di rent to buy e co-munque ad un periodo non superiore a 10 anni, consentendo la stipulazione di contratti con termine molto lungo.

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Spesso accade che i coniugi, dopo essersi separati, attendano molti anni per divorziare, o addirittura non lo facciano mai, nell’errato convincimento che con

l’atto di separazione si sia già posto fi ne al vincolo coniuga-le. In realtà la separazione non scioglie il matrimonio, ma ne sospende alcuni effetti facendo venir meno ad esempio l’obbligo della coabitazione e della fedeltà e ponendo fi ne alla comunione legale dei beni, ove esistente.

Solo con la sentenza di divorzio i coniugi cesseranno di essere tali, con conseguenti diritti all’eredità in ipotesi di decesso di uno dei suddetti prima della cessazione del vincolo coniugale. Varie sono le ipotesi che in concreto si possono presentare:

1) Il coniuge separato senza addebito della sepa-razione manterrà per tutto il periodo della separazione i medesimi diritti successori del coniuge non separato. Il sud-detto erediterà secondo le regole ordinarie della successione e potrà agire in giudizio, qualora sia stato estromesso, a tutela della quota ereditarie a lui riservata per legge. Altresì qualora il coniuge superstite abiti nell’abitazione coniugale godrà del diritto di abitare in tale immobile per tutta la vita,

come accade per il coniuge non separato; 2) Al contrario il Coniuge separato con sentenza che

gli abbia attribuito la colpa della separazione, perde per ef-fetto dell’addebito il diritto successorio sui beni del coniuge deceduto. Trattasi di una sorta di sanzione che discende dal-la dichiarazione di addebito stesso. A tal proposito preme precisare che l’ottenimento della dichiarazione di colpa si fonda su presupposti diversi dal semplice sentire comune “è colpa sua” e pertanto nel concreto delle aule di Tribunale spesso risulta diffi cile la prova dei presupposti legalmente richiesti;

3) Un’ ipotesi particolare è quella del coniuge separa-to a cui è addebitata la separazione ma che al momento del decesso dell’altro coniuge godeva di un assegno alimen-tare, in quanto versava in stato di bisogno non essendo in grado di provvedere alle sue necessità. In tale caso il legislatore ha previsto un assegno alimentare a carico dell’e-redità con limiti e condizioni che cambiano a seconda del caso concreto. Questa ipotesi, sino ad ora, ha visto una rara applicazione ma in un futuro di contrazione della spesa pen-sionistica sicuramente troverà una maggior applicazione.

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I diritti di successione del coniuge separato

DIRITTO DI FAMIGLIA

L’attuale crisi economica spesso mette le aziende nella condizione di non poter corrispondere al lavoratore il trattamento di fi ne rapporto e/o le stesse retribuzioni.

La procedura di recupero del credito non sempre porta a risultati soddisfacenti anche per l’incombente rischio che l’azienda venga dichiarata fallita o venga assoggettata a un’altra procedura concorsuale. In tal caso, nella migliore delle ipotesi, il lavoratore dovrebbe attendere diversi anni prima di veder corrisposte le somme cui ha diritto, ma può addirittura accadere che l’azienda fallita non abbia attivo suffi ciente per poter garantire il pagamento a tutti i lavora-tori al termine della procedura concorsuale. In tali casi, su richiesta del lavoratore, soccorre l’INPS attraverso il Fondo di garanzia. Il Fondo di garanzia dell’Inps è uno strumento di tutela che ha lo scopo di sostituirsi al datore di lavoro in caso di insolvenza di quest’ultimo nel pagamento del T.F.R. e/o delle ultime tre mensilità ai lavoratori subordinati che abbiano cessato il rapporto di lavoro. Condizioni indi-spensabili per richiedere il suo intervento sono pertanto due: 1) il rapporto di lavoro deve essere cessato 2) il datore di lavoro deve essere qualifi cato come insolvente. L’intervento

del Fondo di garanzia può essere richiesto quindi, tutte le volte in cui l’impresa viene assoggettata ad una procedu-ra concorsuale (ovvero fallimento, concordato preventivo, liquidazione coatta amministrativa, amministrazione straor-dinaria) oppure, nel caso in cui l’impresa non sia assog-gettabile a fallimento, quando l’esecuzione forzata (ovvero il pignoramento) promossa dal lavoratore per recuperare il proprio credito non è andata a buon fi ne. Mentre sul TFR non ci sono limiti di sorta, quanto alle mensilità l’INPS ri-sponde per le somme dovute a titolo di retribuzione, per i ratei di tredicesima e altre mensilità aggiuntive nonché per le somme dovute dal datore di lavoro a titolo di prestazioni di malattia e maternità. L’intervento del Fondo presenta l’indubbio vantaggio di poter recuperare le somme dovute senza essere costretti ad attendere la chiusura della proce-dura concorsuale, la quale comunque porta con sé l’inco-gnita sulla concreta possibilità di vedersi pagate le proprie spettanze. Da evidenziare, infi ne, che il Fondo di garanzia tutela il lavoratore anche nel caso in cui il datore di lavoro insolvente ometta di versare i contributi alle forme di previ-denza complementare, ovvero ne versi in misura minore.

Avv. Stefania Cestari - StUDio LeGALe - via G. verdi 15/10 - 35026 - Conselve (PD) - tel e fax 049-535265

L’impresa è insolvente: per i dipendenti si apre il paracadute del fondo di garanzia dell’INPS

DIRITTO D’IMPRESA

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AvvoCAto toMMASo LA RoSA

Il testamento è l’unico strumento che la legge mette a disposizione della persona per disporre di tutte le proprie sostanze, o di parte di esse, per il tempo in cui avrà cessato di vivere (art. 587 cod. civ.).

Le forme ordinarie di testamento previste dall’ordinamento italiano sono il testamento olografo, che è un atto privato, ed il testamento per atto di notaio, che può essere pubblico o segreto. Tutti, in qua-lunque forma redatti, hanno lo stesso valore e la stessa efficacia, ed entrambe le forme presentano vantaggi e svantaggi. Il testamento olografo è la forma più semplice e pratica, perché non richiede l’inter-vento del notaio o di testimoni, e per questo è anche il tipo più diffu-so. La parola olografo deriva dal greco e significa “interamente scrit-to”, ed infatti il requisito di validità del testamento olografo è che in esso la scrittura, la data e la sottoscrizione siano tutte ed interamente scritte di pugno dal testatore (art. 602 cod. civ.). Può essere scritto in qualsiasi lingua, con qualsiasi mezzo (inchiostro, carbone, gesso) e su qualsiasi supporto (carta, legno, stoffa); se, come di solito accade, è scritto su carta, questa può essere di qualsiasi qualità, dimensione, forma e colore. Il testamento olografo, inoltre, può essere anche con-tenuto in una lettera. I beneficiari possono essere sia persone fisiche nate o concepite prima dell’apertura della successione, sia persone giuridiche, tutti esattamente indicati e quindi precisamente individua-

Il testamento olografoSUCCESSIONE

Avv. MAtteo LevAntino

bili. Possono inoltre essere previste disposizioni a favore dei poveri e dell’anima. Il testamento olografo offre il vantaggio della comodità di redazione e della segretezza, ma presenta lo svantaggio di esse-re esposto al pericolo di soppressione, alterazione e smarrimento, alla possibilità di dubbi sulla sua autenticità e a difficoltà interpretati-ve che possono riscontrarsi in un atto predisposto senza l’assistenza di un tecnico del diritto. Se, infatti, prerogativa del testamento è la libertà del testatore, si deve ricordare che la legge riserva ai prossimi congiunti del testatore delle quote di eredità, che se non rispettate possono portare all’impugnazione del testamento. Il testamento, inoltre, è sempre revocabile e la volontà testamentaria di una persona può risultare da più testamenti, con la precisazione che, in caso di contenuti contraddittori, la prevalenza va attribuita alle disposizioni espresse negli atti di data posteriore. Il testamento olo-grafo, in particolare, può anche revocare un precedente testamento pubblico.Per ovviare al pericolo di smarrimento o distruzione del testamento, si può depositare l’atto presso un notaio, o redigerne più copie, tutte olografe, da consegnare a più persone di fiducia.via Cavin di Sala n. 39 S. Maria di Sala (ve)

tel. o41.5760493e-mail: [email protected]

La Legge di Stabilità 2014 (Legge n. 147/2013) ha istituito l’Imposta Unica Comunale (IUC) che ha il compito di riunire in un’unica tassazione le imposte relative al possesso di immobili

e quelle dedicate all’erogazione e alla fruizione dei servizi comunali.La IUC si compone di tre imposte:- IMU (Imposta Municipale Unica relativa al possesso di immo-

bili, escluse le abitazioni principali non di lusso)- TASI (Tassa Annuale sui Servizi Indivisibili relativa all’abita-

zione principale)- TARI, (Tariffa Rifiuti)l’IMU si applica sulle seconde case, sulle case considerate di

lusso (categoria catastali A/1, A/8 e A/9) anche se prima casa, fabbricati e alle aree fabbricabili. L’IMU è a carico del proprietario de-gli immobili; il titolare del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie sugli stessi; l’ex coniuge affidatario della casa coniugale; il locatario per gli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria. L’aliquota di base è pari a 0,76% e i Comuni possono aumentarla fino a raggiungere il tetto di 1,06%. La prima rata IMU si paga entro in 16 giugno, mentre la seconda entro in 16 dicembre. La TASI è destinata a

sostenere le spese dei Comuni per i servizi cosiddetti “indivisibili”, come l’illuminazione pubblica, la manutenzione delle strade, la sicurezza, l’anagrafe. Deve essere pagata sia dal proprietario che dal detentore dell’immobile (ad esempio inquilini in affitto); ogni Comune avrà il compito di stabilire la distribuzione dell’ aliquota tra eventuale locatore e locatario, tenendo conto che la somma delle aliquote stabilite dai comuni per IMU e TASI non può superare il limi-te di 1,14% complessivo. Per il 2014 le scadenze sono le seguenti:

- 16 giugno per i Comuni che hanno deliberato entro il 31 maggio

- 16 ottobre per i Comuni che hanno deliberato entro il 10 settembre

-16 dicembre per tutti gli altri Comuni.La TARI è destinata a finanziare i costi di raccolta e smalti-

mento dei rifiuti e deve essere pagata da chi utilizza gli immobili che producono rifiuti urbani, per i quali opera il servizio di raccolta e smaltimento. Ogni Comune stabilisce le proprie tariffe. La TARI si paga in un minimo di due ed un massimo di quattro rate, a seconda dei Comuni. La prima rata è fissata per tutti al 16 giugno.

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L’Editoriale

Dai primi giorni del mese di novembre è partita la campagna per le vaccina-zioni antinfluenzali e puntuali arriva-

no campagne mediatiche denigratorie con-tro i vaccini in generale. A causa di questa controinformazione antivaccinale assistia-mo ad un calo pauroso della copertura, ad esempio con picchi del 25% in meno per morbillo e rosolia, ed i cali sono più evidenti nelle zone in cui le associazioni contro i vac-cini sono più attive ed in prossimità di loro convegni. Eppure,ad esempio,per quanto riguarda il morbillo negli ultimi 18 anni,in virtù di vaccinazioni su larga scala si sono evitati 2 milioni di casi di contagio e 2000 decessi per complicanze dovute a questa malattia e le malformazioni al feto dovute alla rosolia sono pressoché scomparse,ma non è scomparsa la rosolia che causa questi danni quando contratta nei primi mesi di gravidanza. Né vale la presunzione di non fare il vaccino al proprio figlio,tanto lo fa il mio vicino di casa, poiché solo grazie ad una copertura vaccinale pressoché comple-ta sono state debellate in Italia malattie come la poliomielite ed il vaiolo e solo gra-zie ad un vaccino,speriamo sia quanto pri-ma, potremo difenderci dal virus dell’ ebola in caso la malattia dovesse espandersi o in caso di viaggi in zone in cui è presente in forma endemica così come già oggi si fa per altre malattie tropicali nei cui confronti i vaccini sono oggi disponibili.

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di Francesco Noce*

L’importanza di vaccinarSi

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

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Nel 1980, nasce in Italia, con colpevole ritardo rispetto ad altri paesi con lo stesso livello di sviluppo sanitario, il primo corso di laurea in Odontoiatria e protesi dentaria con il precipuo scopo di fornire al “nuovo odontoiatra” una cultura biologica in tutto e per tutto simile ad ogni altra specialita’ medico-chirurgica. Con i primi laureati, la legge 409 del 24 Luglio 1985 istituiva ufficialmente la professione sanitaria odontoiatrica “...la professione sanitaria di odontoiatra che viene esercitata da coloro che sono in possesso del diploma di Laurea in Odontoiatria e protesi dentaria e della relativa abilitazione all’esercizio

professionale....” L’articolo 2 della legge 409/1985 afferma poi che: “Formano oggetto della professione di odontoiatra le attività inerenti alla diagnosi ed alla terapia delle malattie ed anomalie congenite ed acquisite dei denti, della bocca, delle mascelle e dei relativi tessuti, nonché alla prevenzione ed alla riabilitazione odontoiatriche.Gli odontoiatri possono prescrivere tutti i medicamenti necessari all’esercizio della loro professione”. Questo rese necessaria la creazione all’interno dell’Ordine dei medici, del relativo Albo degli Odontoiatri che muto’ la propria denominazione in Ordine dei Medici Chirourghi e degli Odontoiatri. L’organizzazione dell’Ordine si divide quindi in due commissioni, medica ed odontoiatrica, dotate di specifiche competenze istituzionali ed elette da organi elettorali diversi. La Commissione dell’Albo degli Odontoiatri

odontoiatria, La Storia e Le norme in materia

di Dott. Bruno Noce**Presidente dentisti Rovigo

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Page 40: Delta ott2014 n123

Il glaucoma è una sindrome: escavazione della papilla, anomalie del campo visivo e abitualmente un aumento della pressione

intraoculare. Quando è presente solo un au-mento della pressione si parla di ipertensione oculare. Il glaucoma a pressione normale presenta solo anomalie papillari o del campo visivo senza ipertensione oculare.Come si origina?

L’umore acqueo viene prodotto dai cor-pi ciliari e defluisce attraverso il trabecolato situato a livello dell’angolo iridocorneale che assomiglia a una rete. Se il drenaggio viene perturbato si ha un aumento della pressione che si ripercuote sulle fibre del nervo ottico.Fattori di Rischio

Essi sono: età avanzata, diabete, miopia, razza neraClinica

I principali segni sono l’aumento della pressione intraoculare, le anomalie della papilla ottica e le anomalie del campo visivo periferico.Esame clinico

La misura della pressione intraoculare si fa con diverse tecniche e la più precisa è la tonometria ad applanazione che necessita di anestesia topica. La gonioscopia è un esame indispensabile per valutare l’ampiezza dell’an-golo iridocorneale ed eventuali ostacoli. L’oftal-moscopia esamina la testa del nervo ottico. La Tomografia a coerenza ottica o OCT definisce le caratteristiche della papilla e lo spessore

delle fibre nervose del nervo ottico.La pachimetria corneale, a ultrasuoni o

ottica, misura lo spessore della cornea che viene correlato al valore della pressione. La perimetria automatica serve ad esaminare il campo visivo con programmi specifici per seguire la progressione del glaucoma. L’ano-malia classica del campo visivo è lo scotoma arciforme. Trattamento

L’obiettivo del trattamento è sia di dimi-nuire la pressione intraoculare, diminuendo la sintesi di umor acqueo(colliri), sia di favorire l’aumento della sua eliminazione (colliri, tra-beculoretrazione al laser, chirurgia filtrante). E’ quindi molto importante eseguire periodici controlli oculistici sapendo che il glaucoma è una malattia la cui progressione può portare anche alla cecità.

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Glaucoma ad angolo aperto

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È accertato da numerosissimi studi che lo sport è ideale per pro-teggere e migliorare l’effi cienza cardiovascolare, controllando il colesterolo HDL, l’iperovimento aumenta il dispendio di calorie,

attiva il metabolismo e contribuisce ad una sensazione di benessere generale.

lo sport come medicina naturaleMuoversi a scopo salutare rappresenta uno dei principali elementi della ricetta per stare bene

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L’EditorialeSegue da pag.

Siamo inondati da informazioni,ma paradossalmente molto disinfor-mati e queste campagne di disinformazione,alimentate da allarmi infon-dati, ci spingono lontano dal progresso scientifi co e dalla necessaria atten-zione alla prevenzione. L’ infl uenza costituisce un importante problema di Sanità Pubblica,oltre che individuale,a causa del numero dei casi che si registrano ad ogni stagione che può essere più o meno elevato a seconda della trasmissibilità del virus in circolazione. In Europa l’infl uenza si presenta con epidemie annuali durante la stagione invernale, può avere un decorso asintomatico o può manifestarsi,nella maggior parte dei casi con sintomi come febbre,tosse,mal di gola,dolori muscolari e delle articolazioni,cefalea e malessere generale, ma può presentare complicazioni anche gravi che sono più frequenti nei soggetti sopra i 65 anni o con condizioni di rischio quali ad esempio malattie croniche dell’ apparato cardio-circolatorio o polmonare,il diabete o malattie immunitarie.

Anche donne in stato di gravidanza, specie nel 2°e 3° trimestre presentano un maggior rischio di malattia grave e per queste come per gli ultra 65enni e per i pazienti a rischio il SSN mette a disposizione il vaccino gratuitamente. Un bambino in buona salute è in grado di superare autonomamente o con il supporto di terapie sintomatiche la malattia infl uenzale,tuttavia vi sono bambini per i quali la vaccinazione non solo è utile come mezzo di prevenzione collettiva, ma è necessaria per una protezione individuale in quanto più facilmente esposti a complicazioni come per i bambini affetti da malattie croniche dell’ apparato respiratorio (inclusa l’ asma persistente,la displasia broncopolmonare e la malattia fi brocistica) o cardio-circolatorio (comprese le cardiopatie congenite),il diabete,le malattie renali, le malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie, le neoplasie, le malattie congenite od acquisite che comportano minor produzione di anticorpi, le malattie infi ammatorie croniche e le sindromi da malassorbimernto intestinale. I vaccini non vanno somministrati nei piccoli inferiori a 6 mesi di età,la vaccinazione della mamma,specie in caso di allattamento al seno, e degli altri familiari che ne hanno cura costituisce una loro protezio-ne indiretta. I vaccini sono sicuri? I vaccini autorizzati per l’uomo,inclusi quelli contro l’infl uenza sono prodotti biologici sicuri e sottoposti ad una serie di controlli accurati.

Quelli disponibili in Italia sono tutti inattivati e non contengono particelle virali attive,ad eccezione di un vaccino antinfl uenzale da somministrare per via nasale che è costituito da virus vivi attenuati. Così come buoni livelli di sicurezza presentano gli adiuvanti che sono sostanze che vengono aggiunte al principio attivo del vaccino per potenziare l’ effi cacia della risposta immunitaria alla vaccinazione e per questo sono indicati per le vaccinazioni di soggetti anziani e di quelli poco rispondenti.

Quali gli effetti indesiderati? La frequenza degli effetti indesiderati dipende dal tipo di vaccino,da come viene somministrato,e dall’età della persona vaccinata. Vaccini inattivati som-ministrati per via intramuscolare possono causare reazioni locali come dolenzia e arrossamento nel punto di inoculazione e, meno spesso, febbre,dolori muscolari o articolari e cefalea e di solito durano pochi giorni e non hanno bisogno di cure o al massimo di trattamenti sintoma-tici. Raramente possono causare reazioni allergiche dovute ad ipersensibilità nei confronti di determinati componenti del vaccino. Quali controindicazioni alla somministrazione del vaccino antinfl uenzale? Il vaccino non deve esser somministrato a piccoli al di sotto dei 6 mesi di età e a soggetti che abbiano manifestato reazioni di tipo anafi lattico ad una precedente vaccinazione o ad uno dei componenti del vaccino. Sono false controindicazioni: l’ allergia alle proteine dell’ uovo con manifestazioni non anafi lattiche,l’allattamento,l’infezione da HIV e altre immunode-fi cienze congenite od acquisite. Mentre una malattia acuta di lieve o media entità rappresenta una controindicazione temporanea alla vaccinazione,la quale va rinviata a guarigione avvenuta.

Nel caso di malattie autoimmuni,che sono molte e diverse fra loro è bene che sia fatta una opportuna valutazione da parte dello specialista di riferimento ed in caso negativo ricorrere a pro-fi lassi alternative come l’uso di antivirali in caso di necessità,la vaccinazione dei contatti familiari e una attenta profi lassi di tipo comportamentale (che tutti dovremmo adottare) come lavarsi di frequente le mani, coprire la bocca e il naso con un fazzoletto di carta quando si tossisce o si starnutisce e gettare il fazzoletto nella spazzatura,evitare di portare le mani non pulite a contatto degli occhi del naso o della bocca,evitare luoghi affollati e manifestazioni di massa.

L’importanza di vaccinarSi

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di Francesco Noce*

*Presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri di Rovigo

Segue da pag. odontoiatria, La Storia e Le norme in materia

di Dott. Bruno Noce* *Presidente dentisti rovigo

( CAO) e’ eletta dagli iscritti all’Albo stesso ed è’ composta dai 5 odontoiatri che , nelle elezioni, hanno conseguito il maggior numero di preferenze. In seno alla commissione viene eletto il Presidente. La CAO può quindi essere defi nita “ garante” dei valori etici e deontologici della professione odontoiatrica nei confronti dei cittadini. Tra i compiti fondamentali della Commissione vi sono : A. L’esercizio del potere disciplinare nei confronti dei sanitari iscritti all’Albo B. L’interposizione, qualora richiesto, nelle controversie fra sanitario e sanitario, o fra sanitario e persona o Enti, procurando la conciliazione della vertenza e, in caso di non riuscito accordo, dando il suo parere sulle controversie stesse. Le prerogative della Commissione per ciò che riguarda le funzioni sue proprie sono le seguenti: • Indipendenza: pur convivendo con l’Ordine dei Medici Chirurghi , e’ completamente indipendente e svincolata rispetto a quest’ultimo è ha facoltà di prendere decisioni e determinare i propri orientamenti e la propria volontà in modo del tutto autosuffi ciente. •Tutela del cittadino: la CAO sotto questo punto di vista può essere considerata organo “ausiliario” dello Stato. • Vigilanza sulle pratiche professionali scorrette e principalmente sul l’esercizio abusivo della professione odontoiatrica. • Potere sanzionatorio nei confronti dell’iscritto reo di comportamenti in contrasto e/o violazione del Codice Deontologico. L’ordinamento deontologico e’ indipendente addirittura dal giudicato penale o civile. l’attività della CAO non può mai prescindere dall’utilizzo e dall’applicazione del suo più importante strumento: il Codice di Deontologia Medica.

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ssa Maria Grazia Crivellari

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Page 41: Delta ott2014 n123
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La cefalea è un disturbo molto comune che colpi-sce il 10-15% della popolazione, il trattamento di questo problema rappresenta a volte una vera e

propria sfi da per noi clinici a causa dei vari tipi di mal di testa che affl iggono i nostri pazienti.

Di fondamentale importanza per riuscire a deter-minare le cause e così anche la soluzione del problema diventano quindi i test clinici, ma prima ancora l’anam-nesi, ovvero l’ascolto della descrizione del problema del paziente.

Secondo la società internazionale delle cefalee (IHS) vi sono 14 tipologie di cefalee con oltre 90 sottocategorie e tra queste vi sono quelle di tipo cer-vicogenico e congestizio, soprattutto per queste due categorie numerosi studi dimostrano l’effi cacia della te-rapia manuale. Le cefalee cervicogeniche hanno come causa un prolungato stimolo doloroso soprattutto a livello cervicale, il quale va ad aumentare la sensibilità a livello centrale per cui ogni stimolo diventa doloroso. La terapia manuale in questo caso ha come obiettivo quello di ridare mobilità alle articolazioni e detende-re le strutture muscolari e fasciali, così da effettuare una sorta di reset degli stimoli che vanno al sistema nervoso centrale. Le cefalee di tipo congestizio sono dovute ad una diffi coltà del sangue venoso ad uscire dal cranio per dirigersi al collo. Questo tipo di cefalee colpisce soprattutto le donne e nell’80% è legato al

ciclo mestruale a causa dell’aumento della viscosità del sangue, può comparire infatti durante il menarca per terminare (provvisoriamente durante la gravidan-za) tendenzialmente con la menopausa. Il sangue venoso all’interno del cranio non scorre attraverso le vene, ma attraverso degli sdoppiamenti delle meningi, membrane che si trovano soprattutto dietro alle suture craniche. La rimozione tramite la terapia manuale delle disfunzioni sia craniche sia del resto del corpo che cre-ano un ostacolo al corretto defl usso venoso si rivelano spesso un effi cace aiuto per il paziente.

Mal di testa: non solo farmaci ma anche terapia manualeUn disturbo comune, ma oltre ai test è importante l’ascolto della descrizione del problema del paziente

Dott. Fabio GomieroFisioterapista specializzato in terapia manuale ed osteopatiaVia XXV Aprile 2A Camponogara (Ve)3478137789

Il dr. Fabio Gomiero

risultano molto più leggere e sono biocompati-bili al 100% con l’organismo umano. Ultima-mente si parla molto delle tecniche cad-cam per la costruzione delle corone, permettendo così di fabbricare le capsule con un particolare sistema saltando la parte della costruzione artigianale manufatto da parte dell’odontotec-nico. Queste tecniche ovviamente permettono di proporre un prodotto a più basso costo,

eliminando però i particolari che un bravo artigiano può conferite all’estetica del dente. E’ cosa ormai nota che molte persone si rechino in paesi oltre frontiera per eseguire questo tipo di lavori, pensando di avere un risparmio maggiore. Proprio in questi casi è bene capire e valutare i prodotti e i materiali che ci vengono messi e farsi rilasciare sempre delle certifi cazioni che riportino la descrizione dei manufatti. Non a caso arrivano pazienti con afte e irritazioni della mucosa orale che si scopre poi originino anche dai metalli messi sulle protesi quali ferro o nichel che in Italia non vengono utiliz-zati proprio per il grave rischio che possono comportare. Il risparmio sul lavoro eseguito è indubbiamente immediato, ma non possiamo di certo paragonare gli standard qualitativi che l’odontoiatria italiana può vantare come eccellenza e che tanti paesi cercano ormai di copiare.

Moltissime persone su consiglio dell’o-dontoiatra scelgono la corona o cap-sula dentale per rinforzare un dente

indebolito o addirittura per sostituirne uno mancante attraverso un ponte. La capsula è un dispositivo protesico creato dalla collaborazione dell’odontoiatra protesista che rileva le impron-te ed esegue la limatura dei denti; e dell’odon-totecnico che crea il prodotto in laboratorio. Di quale materiale può essere la corona? Si utilizzano delle resi-ne allo zirconio. Le corone possono contenere o meno metalli preziosi o non ma rimangono comunque ricoperte di materiale estetico. Ovviamente il materiale con cui si fabbrica il manu-fatto incide su durata, estetica e prezzo fi nale del prodotto. Partendo dalla più semplice parliamo di corone in Composito sono completamente prive di metallo, costituite da sola resina. La scelta e l’impiego di questi manufatti sono correlati alle loro caratteristiche estetiche ed economiche. Le corone in metallo-ceramica sono costituite da una parte interna in metallo (cap-petta) per dare resistenza, mentre alla ceramica che riveste completamente il metallo è affi data la parte estetica. Si può utilizzare in entrambe i casi la lega d’oro come parte interna che risulta essere particolarmente resistente e non rovina né i tessuti né il dente. Si utilizzano altresì metalli non preziosi che forniscono grande forza al manufatto ma risultano essere meno biocompatibili con i tessuti del cavo orale. Un’alterna-tiva alle corone in metallo ceramica sono quelle in ceramica integrale o in zirconio. Sono completamente prive di metallo, costituite da sola ceramica o minerale. La caratteristica di que-sti restauri è quella di farsi attraversare dalla luce, permetten-do un comportamento simile a quello dei denti naturali. Esse risultano attualmente sul mercato la soluzione più moderna, estetica ed effi cace per sostituire un dente. L’utilizzo di questi minerali ha migliorato gli standard estetici delle corone che

le corone o capsule dentali

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L’orecchio è un organo meraviglioso e complesso. Ma per comprendere in che modo si verifi ca la perdita dell’udito è ne-

cessario sapere come funziona l’orecchio. La sua parte esterna raccoglie i suoni e li convoglia nell’orecchio medio dove le vibrazioni sonore, trasmesse dal movimento del timpano, raggiungono l’orecchio interno. Qui la coclea, il vero e proprio organo uditivo con le sue migliaia di cellule ciliate, genera segnali che, attraverso il nervo uditi-vo, raggiungono infi ne il cervello. I suoni si differenziano per la frequenza, che si misura in Hertz, e per l’ampiezza, che si misura in decibel (dB). Le voci di una conversazione, ad esempio, possono normalmente andare da 300 a 3.000 Hertz con un’intensità che si aggira sui 50 dB. I suoni posso-no provocare disturbi uditivi a partire da 85 dB. La sordità si differenzia in base alla gravità.

La bontà dell’udito dipende dall’effi cienza del siste-ma uditivo che però con l’età, oppure a causa di traumi, esposizioni costanti a forti rumori, condizioni genetiche o ereditarie, può perdere gradatamente la sua effi cienza sino a trasformarsi in ipoacusia. Due sono i tipi di ipoacusia in-dividuati dalla medicina. Il primo è l’ipoacusia trasmissiva, ovvero quella causata da problemi presenti nell’orecchio esterno e medio, cerume, infezioni, perforazioni del timpano o l’otosclerosi che immobilizza gli ossicini. Il secondo, che rappresenta la stragrande maggioranza dei casi, è invece l’ipoacusia neurosensoriale, legata a problemi dell’orecchio interno, al deterioramento delle cellule ciliate presenti nella coclea oppure all’indebolimento del nervo acustico. Quando il grado di perdita è lieve (20-40 db) non viene percepita la sola voce bisbigliata; se è moderato (40-60 db) la voce emessa a livello di normale conversazione non viene udita perfettamente: a intensità superiore la persona percepisce i

l’udito, un senso irrinunciabile

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suoni, ma ha una certa diffi coltà a discrimina-re le parole.Un test per ritrovare il piacere di sentire

Una semplice controllo audiometrico di pochi minuti presso un Centro Dimensione Udire consente di capire qual è il problema. Può trattarsi di un tappo di cerume, di un’infezione, di un’infi ammazione cui spetta al medico specialista dare una risposta oppure, di quel naturale, lento e subdolo processo di decadimento che si riesce ad avvertire solo quando provoca disagio e isolamento sociale. Un sempli-ce test per non lasciare passare inutilmente tempo prezioso per la propria capacità uditiva o per il ricorso alle cure mediche se necessario. In ogni caso presso i centri Dimensione Udire è possibile trovare qualifi cati audioprotesisti in grado di fornire tutta l’assistenza di cui si ha bisogno per capire cosa succede al proprio udito e trovare la soluzione più giusta.Chi è Dimensione Udire?

Gli audioprotesisti di Dimensione Udire sono da oltre 30 anni impegnati ad aiutare le persone con problemi uditivi lievi e gravi, affi nché possano tornare a comunicare senza barrie-re. Grazie anche alla continua ricerca e alle nuove tecnologie, un servizio professionale e personalizzato e un aiuto concreto ad affrontare il problema dell’udito con serenità. Se ci si sente a disagio per problemi relativi all’udito, parlarne con il proprio medico o direttamente nel centro Dimensione Udire più vici-no, è la soluzione.

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Prevenire la carie e la gengivite è fondamentale per il benessere nostro e della nostra bocca. La ca-

rie, se trascurata, può causare sintomi molto dolorosi e portare alla necessità di devitalizzare il dente; la gengivite, che si manifesta con gonfi ore e sangui-namento delle gengive, può addirittura evolvere in parodontite (la cosiddetta “piorrea”) e portare nel tempo alla mobilità o addi-rittura alla perdita degli elementi dentari. Poiché tutte queste patologie hanno come causa principale la plac-ca, una pellicola batterica dal colore giallo-biancastro che si deposita sulle superfi ci dei denti poco dopo averli lavati, la loro prevenzione si basa sulla sua eliminazio-ne mediante un’igiene domiciliare effi cace. Lo spazzo-lino e il fi lo interdentale sono fondamentali, ma vanno usati in maniera corretta e atraumatica per non andare ad irritare le gengive. Per prima cosa, bisogna lavare i denti almeno due volte al giorno (preferibilmente la mattina e la sera dopo i pasti) e spazzolarli per alme-no 3 minuti. Se utilizzate uno spazzolino elettrico, vi basterà apporre delicatamente le setole della testina in prossimità del margine gengivale e lasciarle agire qualche secondo su tutte le superfi ci di ogni dente (ver-sante interno, esterno e masticatorio), impiegando circa 1 minuto per ogni quadrante della bocca. Con lo spazzolino manuale bisogna invece appoggiare le seto-le a 45° vicino al margine gengivale, fare un leggero movimento rotatorio e alla fi ne ruotare lo spazzolino

come un rullo nella direzione della coro-na del dente. In questo modo, la placca viene prima disgregata e poi spazzata via dalla superfi cie dentale. Lo spazzo-lino (o la sua testina) va cambiato non appena le setole iniziano a scolorirsi e ad aprirsi, in media dopo 3 mesi di utiliz-zo corretto. Per usare il fi lo interdentale nel modo giusto è necessario un po’ di

allenamento: se ne devono prendere le estremità con il pollice e il dito medio, quindi arrotolarlo attorno alla punta del medio fi no a che non ne rimane tesa solo una porzione, che sarà più lunga quando dobbiamo pulire i molari e più corta al turno degli incisivi. Una volta fatto passare il fi lo oltre il punto di contatto di due denti, bisogna appoggiarlo bene sulla superfi cie di uno dei due, andando a formare una “C” attorno al dente. A questo punto, il fi lo va passato con delicatezza sulla sua superfi cie fi no al margine gengivale, e poi sulla superfi cie dell’altro dente nello stesso modo.

Ig.dentale Laura Cecchinato collaboratrice con Dott. Andrea Betteto

Prevenzione e igiene oraleIndicazioni utili per il benessere della nostra bocca

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Il dr. Andrea Betteto

Studio dentisticoDental team s.r.l del dott. Diego longhinCampagna lupia (Ve)- 30010 - tel. 0415140094

Le moderne tecniche micro-chirurgiche consentono con interventi minimamente invasivi di migliorare l’aspet-to estetico della linea gengivale e del sorriso che torna ad essere giovanile ed armonico, ricostruendo i tessuti persi. Inoltre, l’intervento di ricopertura delle retrazioni gengivali ne prevenire l’ulteriore progressione, riduce la sensibilità dentinale e previene la formazione delle carie sulle radici.

Da ciò si deduce che le tecniche attuali possono rime-diare a molti dei danni alle gengive, mentre nel prossimo appuntamento parleremo delle tecniche per correggere i danni causati ai denti da carie ed abrasioni.

La malattia parodontale comunemente detta “piorrea” colpisce i tessuti di sostegno del dente portando san-guinamento, alitosi, aumentata mobilità dentale e in

ultimo retrazione delle gengive. Inoltre, nonostante le ma-novre di igiene orale domiciliare e professionale descritte in precedenza, anche eccessivi accumuli di placca batterica ed uno spazzolamento troppo aggressivo portano le gen-give a ritirarsi, dando ai denti un aspetto “allungato” e rendono spesso i denti sensibili. Vari fattori predisponenti, primo tra tutti il fumo, peggiorano la situazione a danno di gengive e dei tessuti di suopporto dei denti.

Quale strategia adottare per ripristinare la salute e la bellezza del sorriso?

La microchirurgia gengivale rappresenta un’ottima risoluzione funzionale ed estetica per ricostruire il tessuto gengivale perduto, per salvaguardare la salute dentale, per ridurre la sensibilità dei denti e per ripristinare l’estetica del sorriso.

Come si realizzano gli interventi di rico-struzione gengivale?

Si tratta di interventi di micro-chirurgia: le gengive stesse del paziente vengono “spostate” per coprire le radici esposte e per ricostruire il tessuto perso. Il tessuto gengivale richiesto viene prelevato dalle zone vicine a quelle da trattare, ed i postumi sono minimi, paragonabili ad una banale scottatura, ad esempio con un caffè caldo. Il tessuto prelevato dalla zona donatrice si riforma sponta-neamente in pochi giorni.

Quali sono i benefi ci della “chirurgia pla-stica gengivale”?

estetica e salute, una strategia microchirurgica

Il dott. Diego Longhin

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Prima

Dopo

della micosi, guarigione che può avvenire anche spontaneamen-te o in seguito all’esposizione solare.

La Pityruasi versicolor è contagiosa:Questa micosi, a differenza delle altre, non è contagio-

sa. Infatti è frequente osservare tra coniugi uno solo affetto da Pityriasi versicolor. Il fungo è infatti un saprofi ta, cioè un abitante comune della cute umana, e la crescita delle colonie è un effetto straordinario che avviene solo in alcuni soggetti e/o in particolari condizioni.

Come si cura?I funghi che causano la Pityriasi versicolor, cioè il

Pityrosporum orbicolare o ovale, sono molto sensibili ai farmaci antifugini perciò è facile curare questa infezione.

Come appare la cute dopo il trattamento? Dopo il trattamento occorre sterilizzare gli in-dumenti?

Dopo il trattamento che ha causato il distacco delle co-lonie, la cute può apparire chiazzata di bianco. Le chiazze bianche, esito dell’infezione, non vanno più trattate. Esse scompariranno spontaneamente o in seguito a nuova espo-sizione solare. Non è necessario sterilizzare gli indumenti utilizzati o la biancheria poiché il fungo vive e si sviluppa solo sulla cute umana, E’ suffi ciente un semplice lavaggio.

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Che cos’è?E’ una micosi, cioè un’infezione da funghi, che si svilup-

pa sul tronco di soggetti adulti. E’ una delle frequenti micosi umani.

Come si manifesta?Si manifesta con chiazze rotondeggianti, singole o

unite, disposte principalmente sul tronco, che hanno co-lore differente a seconda dello stadio d’infezione. Possono essere del colore della cute, di colore roseo, marrone o bianco. In una stessa persona si possono vedere chiazze di vario colore: di qui il nome di versicolor (cambio di colore) dato a questa micorsi. A volte le chiazze sono desquamanti in forma di forfora: di qui il nome Pityriasi (forfora).

Da cosa è causata?La Pityriasi versicolor è causata dalla crescita di un fun-

go denominato Pityrosporum orbicolare od ovale. Questi funghi vivono normalmente all’interno dei follicoli della cute nelle zone ricche di ghiandole come il tronco, in tutti i soggetti adulti.

Perché la cute cambia colore?Quando comincia la crescita dei funghi le colonie

rotondeggianti possono assumere un colore roseo o mi-metizzarsi con il colore della cute. Quando le colonie si distaccano per desquamazione o per trattamento o per esposizione al sole, la cute rimane più chiara. In questa fase è più facile identifi care la micosi.

Cos’è il paradosso delle chiazze bianche?Le chiazze bianche, che sono molto evidenti soprattut-

to durante l’estate quando la cute è abbronzata, richiama-no l’attenzione del paziente che si considera malato. Para-dossalmente le chiazze bianche sono l’esito in guarigione

Pityriasi versicolor: la Micosi del tronco difficile da capire e da vincere

Dr. Stefano Spoladori

Gravidanza e allattamento sono dei periodi de-licati per l’equilibrio psicofi sico di una donna. L’agopuntura permette di curare senza l’ausilio

di farmaci, rivelandosi un rimedio effi cace e privo di controindicazioni

L’agopuntura è un metodo che cura stati morbosi mediante l’infi ssione di aghi sottili transcutanei ed è la più nota tra le tecniche terapeutiche della medicina tradizionale cinese. Fonda i suoi pilastri sul concetto di equilibrio tra due opposti, lo yin e lo yang, due aspetti energetici che caratterizzano non solo il corpo umano, ma l’intero universo. Secondo questa discipli-na le malattie sono generate da un blocco del libero fl uire nel corpo delle energie o da uno squilibrio delle stesse; la funzione dell’agopuntura è di ripristinare la corretta circolazione energetica attraverso l’infi ssione e la stimolazione di alcuni punti sensibili (agopunti). L’agopuntura rientra tra le “medicine e pratiche non convenzionali”, può essere praticata solo da medici e nel 1991 anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto il suo valore terapeutico.L’agopuntura in gravidanza è l’unica tecnica tera-peutica con la quale si può cercare di correggere la presentazione podalica del bambino. I feti che si presentano con una malposizione alla 30° settima-na, possono spontaneamente portarsi ad una normale presentazione cefalica nel 50% dei casi. Con l’ausilio dell’agopuntura e moxibustione, stimolando due pun-ti corporei della madre, tale percentuale può elevarsi fi no a raggiungere il 90%. Anche il vomito gravidi-

co, sintomo molto frequente ma che tende a ridursi spontaneamente dopo i primi mesi, può essere vali-damente trattato qualora la sua gravità sia tale da compromettere un suffi ciente ap-porto alimentare alla donna. La cura con l’ago può essere un valido aiuto anche nel caso di ipogalat-tia, produzione di latte insuffi ciente alle necessità del bambino. E’ preferibile che almeno nei primi mesi il neonato venga allattato al seno, sia per l’importante potere di difesa dalle infezioni che gli anticorpi e i leu-cociti in esso contenuti esercitano, sia perché favorisce lo sviluppo di una fl ora intestinale corretta prevenendo gastroenteriti ed allergie.

Gravidanza e allattamento, i benefici dell’Agopuntura

Dott.ssa Maria Zampieri,Medico Chirurgo - Diplomata F.I.S.A. (Fede-razione Italiana delle Società di Agopuntura)Calle Caneva 942 Chioggia (Ve)Tel abitazione 0414967717Tel ambulatorio 0415506306Riceve per appuntamento

Dott.ssa Maria Zampieri

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Dott. Barbetta che cos’è il piede piatto?

Il piede piatto è una patologia molto comune ed è determinata dalla caduta della volta plantare a volte accompagnata anche dal valgismo del calcagno.

Nella prima fase della deambulazione dai 12 mesi di vita fi no ai 4 anni questa ano-malia può essere fi siologica e far parte della normale crescita del piede, infatti il piede tenderà a corregge tale situazione, se lieve o moderata, in maniera spontanea nell’arco di alcuni anni. Solo in alcuni casi, nei quali il piattismo è di entità maggiore, risulta con-sigliabile indossare plantari atti a migliorare, correggere l’appoggio del piede e facilitare la normale maturazione del piede stesso. Che consigli da per i bambini con piattismo?

Fin dai primi passi, nei bambini con tendenza al piattismo, è bene seguire alcune regole che aiuteranno lo sviluppo sano del piede in quanto sono proprio i movimenti e una specifi ca ginnastica ad aiutare uno svilup-po normale, quindi: insegnategli ad afferrare

le cose con i piedi (pezzi di stoffa, palline, piccoli oggetti, sassi ecc.); fateli camminare sulle punte; fateli camminare sui talloni; fa-teli camminare a piedi nudi specie su terreno irregolare (prato, sabbia, ecc.). Camminare scalzi su superfi cie irregolare risulta essere uno dei metodi più effi caci per dare ai piedi dei bambini uno sviluppo normale e corretto.Perché trattare il piattismo?

In realtà il piattismo non rappresenta una patologia in senso stretto, nel senso che solo una piccola parte dei pazienti affetti da piat-tismo lamentano una sintomatologia doloro-sa. Diversi studi hanno però evidenziato che i

bambini affetti da piattismo, in particolare solo quelli con retropiede valgopronato e con ginocchia particolarmente valghe (maggior-mente se in sovrappeso), sviluppano mag-giormente da adulti complicanze secondarie e quadri algici che possono infl uenzare nega-tivamente la qualità di vita e la possibilità di praticare senza problemi alcuni sport.

Pertanto ritengo importante valutare bene la deambulazione e l’appoggio corretto dei piedi dei nostri bambini con controllo dal proprio pediatra ed eventualmente un appro-fondimento specialistico fi siatrico.

Diversi studi hanno evidenziato che i bambini affetti da piattismo, possono, da adulti, sviluppare maggiormente complicanze secondarie

Piedi piatti: conseguenze e rimedi

Dott. Giovanni Barbetta Medico Chirurgo specialista in Medicina Fisica e Riabilitazione Medico Fisiatra presso il Poliambulatorio VespucciSottomarina di Chioggia (Ve)

Dott. Giovanni Barbetta

• Riabilitazione neurologica• Riabilitazione ortopedica• Riabilitazione pre-post operatoria• Riabilitazione reumatologica• Riabilitazione dello sportivo• Riabilitazione pediatrica• Riabilitazione posturale• Riabilitazione senologica• Riabilitazione respiratoria• Riabilitazione urologica perineale• Riabilitazione a domicilio• Riabilitazione funzionale globale di mantenimento di gruppo• Riabilitazione della colonna vertebrale• Riabilitazione della mano, gomito, spalla

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Struttura convenzionata con il SSN Direttore sanitario: Dott. vincenzo De Simone

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Lo sbiancamento dentale è per tutti?Lo sbiancamento dentale è un metodo sicuro e con-fortevole per avere un sorriso più luminoso e denti più bianchi. I risultati e il tempo di trattamento va-riano a seconda del livello di colorazione e della spe-cifi ca discromia. Corone, ponti, otturazioni e faccette non vengono sbiancati e il trattamento non deve essere eseguito durante la gravidanza e su minori di 18 anni. Il nostro studio dentistico ti potrà aiutare a scegliere il trattamento che meglio si adatta alle tue esigenze.

lo sbiancamento dentaleDenti bianchi più luminosi per un sorriso naturale

Quali elementi dobbiamo considerare prima di valutare questo tipo di tratta-mento? Quali sono attualmente le tecniche più sicure ed effi caci?Elemento essenziale è fare una attenta verifi ca della salute dei tessuti del cavo orale. Una fase importante è il pre-trattamento, fare una buona igiene professio-nale per evitare sanguinamento delle gengive duran-te lo sbiancamento, e una buona remineralizzazione dei denti con applicazioni di fl uoro e mousse alla caseina. Se sono presenti delle otturazioni, bisogna far controllare che siano perfettamente integre per evitare infi ltrazioni.

I dentifrici che promettono un effetto ‘sbiancante’ servono a qualcosa?I dentifrici contengono sostanze leggermente abrasi-ve che tolgono i pigmenti superfi ciali, ma non sbian-cano i denti. Non ne va fatto un uso sconsiderato per-chè possono abradere le superfi ci smaltee dei denti.Il trattamento sbiancante deve essere effettuato da personale sanitario qualifi cato: dottori in odontoiatra o dottori in igiene dentale.

Quali sono le tecniche di sbiancamento ad oggi utilizzate?Lo sbiancamento è un processo chimico di ossidoridu-zione che può essere fatto con perossido di idrogeno o perossido di carbammide, con tecnica domiciliare o professionale (alla poltrona).Nello sbiancamento professionale alla poltrona si uti-lizza un perossido di idrogeno o di carbammide con percentuali elevate applicato sulla superfi cie dei denti

dal professionista dopo aver accuratamente protetto con una diga foto-polimerizzabile i tessuti molli. Nella tecnica domiciliare si utilizzano percentuali piu’ basse di sostanza sbiancante ed il trattamento deve durare per 15 giorni con applicazioni di mascherine indivi-duali sulle quali viene apposto il gel.

Perche preferire i prodotti professiona-li ai prodotti commerciali piu pubblicizzati?I prodotti professionali (utilizzati dallo specialista) riescono a penetrare all’interno della struttura del dente dissolvendo sia i coloranti di origine genetica che quelli ambientali.I prodotti sbiancanti in libera vendita al pubblico han-no concentrazioni di sbiancante basse per motivi di sicurezza. Per la stessa ragione i risultati sono mode-sti e di breve durata.

Potrebbero insorgere effetti collatera-li?La sensibilità dei denti è un effetto collaterale relati-vamente comune dello sbiancamento dentale. Se la sensibilità si verifi ca, è spesso temporanea e scompa-re una volta completato il processo di sbiancamento.

Quanto tempo durano i risultati di uno sbiancamento dentale?I risultati di uno sbiancamento dentale sono molto stabili, lasciando il colore ottenuto a lungo. Tuttavia ci sono alcuni fattori che possono infl uenzare la durata dei risultati, quali la genetica, la dieta, l’età, alcuni farmaci e certe abitudini (quali il fumo). In tali situa-zioni è consigliabile ricorrere a dei veloci trattamenti di richiamo.

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BILANCIADAL 2 3/09AL 22/10FASCINO QUALCUNO

VI HA DAVVERO FERITI MA NON VOLETE PROPRIO MET-

TERCI UNA PIETRA SOPRA. IMPARATE QUALCOSA DALL’ACCADUTO SALUTE I PUNTI PIÙ SENSIBILI: GOLA, PRESSIONE E APPARATO DIGERENTE. SÌ ALL’ATTIVITÀ FISICA, MA BOCCIATI GLI SPORT ESTREMI

SCORPIONEDAL 23/10AL 22/11FASCINO PRONTI

A SEDURRE NON CON LE PAROLE MA

CON LO SGUARDO, NON ROVINATE TUTTO CON LA SOLITA GELO-SIA SALUTE IL PASSAGGIO DA UN CLIMA ESTIVO AL PIENO AUTUNNO, NON PIACE AI BRONCHI, CHE PROTESTANO VIVACE-MENTE

SAGITTARIODAL 23/11AL 21/12

FASCINO RITORNO DI FIAMMA PER L’AMICO CONOSCIUTO IN VA-

CANZA, MA NE SALTA FUORI UNO ANCORA PIÙ AFFASCINANTE SALUTE SARÀ DIFFICILE IDENTIFICARE I VOSTRI MALANNI, DAL SISTEMA IMMU-NITARIO DEBOLE AL MALESSERE ESISTEN-ZIALE

CAPRICORNODAL 22/12AL 20/01FASCINO SE UNA

STORIA È FINITA MALE, LUNGI DA VOI RIPROVARCI, IL PRIMO STEP È RITROVARE FIDUCIA IN VOI STESSI SALUTE PUNTO DOLENTE IL SISTEMA NERVOSO: REAZIONI ESAGERATE E NOTTI INSONNI; PRESSIONE ALTA E MAL DI TESTA

ACQUARIODAL 21/01AL 19/02FASCINO ANCHE IN COP-

PIA PUNTATE ALLA COMPLIC-ITÀ E ALLA CONDIVISIONE

DI ESPERIENZE E INTERESSI SALUTE LO STRESS PRO-

FESSIONALE CHE PRODUCE CORTICOSTEROIDI, CAUSA DELLA CIC-CETTA SULLA PANCIA, DOVETE FAR MOTO

PESCI DAL 20/02 AL 20/03FASCINO TESTA CONFUSA E CUORE ANCORA DI PIÙ, IN-

CAPACE DI DISTINGUERE AMORE, AMI-CIZIA, DESIDERIO SALUTE VIVETE UN PERIODO NIENTE MALE, LIBERATEVI DI UN PESO SULLO STOMACO E STARETE ANCOR MEGLIO

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CINO LA COPPIA È S O L - IDA MA LA GELOSIA, SE PUR SANA, SCUOTE GLI ANIMI. UN VIAGGIO-FUGA NON VI FAREBBE MALE SALUTE LA CERVICALE, BESTIA NERA DELL’AUTUNNO, VI FA SOFFRIRE. MA ORMAI LA CONOSCETE E VI PREMUNITE

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Piscina di Porto ViroCittadella dello Sportvia XXV aprile n°60

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da settembreriprendono tutti i corsi di nuoto e acquafi tness

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VALIDO 30 GIORNIINTERO € 60,00

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ADRIA NUOTOwww.adrianuoto.it

Per il periodo festivo lo staff della Piscina di Porto Viro sta organizzando attività di Nuoto Libero ed Acquafi tness con formula Open cioè a singolo ingresso, dandovi così la possibilità di smaltire gli stravizi culinari tipici delle Festività Natalizie.Buon Natale e Felice Anno Nuovo da tutto lo staff della vostra Piscina

La PISCINA DI PORTO VIRO in collaborazione con BNL Banca Nazionale del Lavoro organizza per

Domenica 7 dicembre 2014 la “4 ore di nuoto per la vita”una manifestazione benefi ca per la raccolta di fondi a favore di TELETHON e degli studi sulla DISTROFIA MUSCOLARE.Dalle 9.00 alle 13.00 sarà possibile, dietro il versamento di un contributo minimo di 10 euro,accedere alla piscina e nuotare un minimo di due vasche fi no a un massimo di quattro ore.Al termine della manifestazione verrà compilata una classifi ca in base alla distanza coperta.Parallelamente alla 4 ore di nuoto sarà possibile partecipare anche alla MARATONA DI ACQUAFITNESS,organizzata su 3 turni di quarantacinque minuti, durante la quale sarà possibile praticareAQUAGYM o HYDROBIKE sotto la guida degli istruttori di Adria Nuoto.A tutti coloro che parteciperanno anche solo con il contributo verrà consegnatala MAGLIETTA DELLA MANIFESTAZIONE.

Page 47: Delta ott2014 n123

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Porte disponibili in diverse soluzioni di apertura: battente , scorrevoli , rototraslanti e a libro. Ampia gamma di finiture effetto legno sia classiche che moderne. Soluzioni tecniche con inserti in alluminio. Realizzazione su misura in base agli spessori muro e alle dimensioni del foro architettonico.

Porta costruita con le stesse tecniche delle por-te in legno. Lo stipite viene realizzato in legno lamellare e le cornici co-prifilo in multistrato; il tutto viene poi rivestito con la lamina decorativa. Tale tecnica costruttiva garantisce una maggiore stabilità strutturale della porta, una maggiore pos-sibilità di interventi di registrazione del prodot-to nel tempo e una mag-giore tenuta all’umidità.

porte laminate di qualità superiore

stipite in lamellare

cornice in multistrato

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