DELLE redazione ... · [email protected] 9 n°3. 21 febbraio 2011 DELLE...
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GILDOCAMPESATO
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L’editoriale
Il Paginone
periodicoOmologato
DCOER0880
Redazione Largo di Torre Argentina, 11 - 00186 Roma Poste Italiane S.p.a. Sped. in abb. post. - D.L.353/2003 (conv. in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1 Roma/aut.n.15/2008 Arretrati: euro 6,0 - Abb. annuo 60,00 euro (per 22 numeri); All’estero 120,00 euro . Tel. 06-68.41.221 [email protected]
ANNO VII N.2 7FEBBRAIO2011
3,50 euro
Tlc e over the top:Morelli: «Equilibrio possibile» PAGINA 23
Accenture
La rete col turboIn 16 città italianeonline a 43,2 Mb PAGINA 21
Vodafone
IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY
DE
LLE
Barcellona2011
Il big bangmultimedialeUn Libro biancoper affrontarlo PAGINE 16 e 17
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Metti in sicurezzala rete aziendalee riduci i costi.
Il Protagonista
Il Nobel Phelps:«L’innovazionevia di uscitaper i giovani»PAGINA 13
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Smart City
SmartphoneÈ Android la stardell’Olimposistemi operativiMa metà della torta revenuefinisce nelle casse di Apple
A PAG 26
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Ngn a scoppio ritardatoScontro fra gli operatori. E Ftth Council ci retrocede al 14mo posto in Europa
Fra meno di un mese si con-cluderà la consultazione pub-blica sulla proposta regolatoria dell’Authority. Proposta che ha scontentato tutte le parti in causa. Ma il Consigliere D’Angelo pun-tualizza che “non sono le regole a fare il mercato”, richiamando gli operatori a fare la loro parte sugli investimenti e la PA a stimolare la domanda di nuovi servizi. Intanto si stringono i tempi del Tavolo Romani: in scadenza la deadline dei 90 giorni per la governance della società veicolo. Ma Telecom Italia va avanti sulla sua strada. Cicchetti: “Anticipe-remo gli obiettivi dell’Agenda digitale Ue”. SERVIZI DA PAG 2 A PAG 11
L’Agcom prepara le regole ma non c’è (troppa) voglia di investimenti
GILDOCAMPESATO
Fiberto the press
Tanti nemici, tanto onore? Non è probabilmente quello che andava cercando Corrado Calabrò quando il consiglio Agcom ha licenziato il documento di consultazione sulle regole per le Nga. Documento che ha tutta l’aria di cercare un compro-messo fra gli interessi contrastanti (e difficilmente conciliabili, allo stato) di Telecom Italia e degli operatori al-ternativi. È un regolamento complesso la cui implementazione, nonostante la decisione di rinunciare alla suddivisione geografica con l’obiettivo non detto (ma implicito) di evitare i tempi lunghi delle analisi di mercato, rischia di rinviare all’ex post quel che non si è voluto fare ex ante. Quasi un cane che si morde la coda, come lascito alla prossima con-siliatura: l’attuale scade a maggio del prossimo anno.Dai due punti caratterizzanti della
proposta, si ricava l’impressione che si sia voluto dare un colpo al cerchio e uno alla botte: a Telecom obbligandola da subito al bitstream sulle Ngan con prezzi orientati al costo (con risk pre-mium da definire); agli Olo concedendo l’unbundling solo nelle aree prive di competizione infrastrutturale, dal 2013 e dai punti di concentrazione, non dalle centrali. Invece di accontentare tutti, la “mediazione” di Calabrò ha però dato l’impressione di avere scontentato tutti. Almeno a giudicare dalle reazioni dei contendenti, che non hanno affatto l’aria di sparare cannonate solo per preparare il terreno alla trattativa.Il framework steso da Neelie Kroes
è la cornice, ma lascia ampi margini di discrezione nazionale. In Europa ognu-no fa a suo modo, a partire da Germania e Francia che hanno sciolto la briglia degli incumbent. Due obiettivi van-no considerati: sviluppo delle Nhz e concorrenza. Sapendo che senza nuove reti non ci sarà nemmeno concorrenza. Sono da tutelare gli investimenti: quel-li degli Olo nell’unbundling del rame, quelli che farà Telecom nelle Ngan. Vedremo se l’evoluzione del Gpon riuscirà a convincere i suoi avversari, come auspica il capo delle tecnologie di Telecom Oscar Cicchetti in un’intervi-sta che pubblichiamo in questo numero. È certo che bisognerà arrivare ad una scelta, se non riuscirà il compromes-so. Altrimenti dovremo accontentarci ancora a lungo dell’FTTP, il fiber to the press.
Wi-fi pubblicoÈ quasi boom
Dopo Roma anche Milanoe Firenze aprono all’hot spot
Sulla scia della Provincia di Roma, nel dopo-Pisanu fioriscono i progetti delle amministrazioni locali per dotare il territorio di hot spot gratuiti. Milano coprirà l’area centrale mentre Firenze progetta la “bolla” più grande d’Euro-pa. E un sistema federato consentirà l’autenticazione unica. A PAGINA 19
PA digitale
In vigore il Cad «bis»: 15 mesi per adeguarsiBrunetta: «Diritto all’e-gov»Premi alle PA virtuose e pene severe per chi resta indietro.
Critica l’opposizione e i piccoli Comuni già gridano alla
mancanza di risorse . Il ministro non accetta scuse: “Ci
sono i fondi per l’Ict: le amministrazioni imparino a usarli”. META A PAGINA 12
Smartphoneultrabroadbande pienodi «tablet»Il 4G mobileè già realtà
AMORE A PAG 14
Mobile World CongressLe anticipazioni
L’editoriale
Il Paginone
periodico
OmologatoDCOER0880
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ANNO VII N.1 24GENNAIO2010
3,50 euro
Spinta sul softwareItalia testa di pontedel new biz PAGINA 24
SiemensVideoconferencingServizi on demandcon la cloud-suite PAGINA 23
Bt Italia
IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGYDELL
E
Braccio di ferro
Il cinema italianoriparte dal WebSpecialmentese è indipendente
PAGINE 16 e 17
Il Protagonista
Raffaelli (Cnr): «La fibra? In Italianon è indispensabileLa sfida è sui servizi»
PAGINA 11
Il caso
Parlamento sprecone:la digitalizzazione«duplica» la cartaE lievitano i costi
SERVIZI A PAGINA 12
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Smart CityFuture Proof
Tecnologie:«Giocared’anticipo»La nuova rubrica a cura di Maurizio Dècina
A PAG 13
(Over the) Top GunSi scalda lo scontro fra Telco europee e player Usa Ott: in ballo il business sulla Rete
L’ultima novità arriva dall’Etno che chiede di aprire in
tutta urgenza un tavolo europeo per stabilire nuove regole:
perché lo scontro fra Tlc e i nuovi player Usa - da Google a
Apple - non lasci troppi feriti sul campo. In gioco il business
sulla rete perseguito ad armi impari. Da un lato le telco chiamate
a investire miliardi sulle reti a fronte di ricavi sotto pressione,
dall’altra le net-company che macinano profitti sulle stesse reti
su cui però non investono. E favoriti da una normativa sulla
privacy che li avvantaggia. SERVIZI DA PAG 2 A PAG 5
La nuova scacchiera delle forze in gioco: quale Internet ci aspetta?
GILDOCAMPESATO
Il «metodo»Bernabè
Il recente dibattito sindacale è
stato segnato dal “metodo Mar-
chionne”, quel diktat lanciato a
organizzazioni sindacali, lavoratori,
politica: o cambiano le regole del la-
voro, oppure gli investimenti da To-
rino si sposteranno in altri Paesi, più
competitivi del nostro.Non vogliamo entrare nel merito
della vertenza Fiat e delle sue implica-
zioni nella dinamica politico-sindacale
italiana. Tuttavia, molte delle industrie
italiane dell’Ict si confrontano con lo
stesso problema della Fiat: la globa-
lizzazione.Ne sanno qualcosa le multinaziona-
li del software e, ancora più pesante-
mente, del manifatturiero tlc che vivo-
no difficoltà di competizione globale
del tutto simili a quelli sollevate da
Marchionne, persino all’interno del
loro stesso gruppo. Pur se nessuno ha
manifestato l’asprezza dell’ammini-
stratore delegato della Fiat e più che le
norme contrattuali, si sono denunciate
le carenze nella politica industriale del
Paese. Anzi, proprio quando emerge-
va il “metodo Marchionne”, si con-
cludeva una vertenza sindacale assai
complessa e difficile come quella del
gruppo Telecom il cui personale in tre
anni è stato ridotto di ben 9.000 unità.
La vertenza ha visto momenti di
asperità anche dure, scioperi, mani-
festazioni. Il “metodo Bernabè” si
è però sviluppato su un percorso di
confronto-scontro con il sindacato in
cui si è cercato di privilegiare, come
ricaduta finale, l’incontro. Si obietterà
che Bernabè non poteva minacciare
di andarsene dall’Italia: una società
di servizi come Telecom ha poco da
spostare all’estero.I suoi conti avrebbero giustificato
una drammatizzazione che invece si
è cercato di evitare. Secondo noi a ra-
gione. Perché alla fine si è ottenuto il
risultato di riduzione dei costi mante-
nendo quel “consensus” agli obiettivi
e alle strategie aziendali da parte dei
dipendenti, fondamentale in una so-
cietà di servizi così radicata in Italia.
Non è di moda parlare di respon-
sabilità sociale dell’impresa. Ma nel
caso di Telecom, con l’attenzione alla
riqualificazione del personale e al re-
cupero in altri comparti delle mansioni
obsolete o esuberanti, si è rivelata un
punto di forza. Il “metodo” vincente
non è solo quello Marchionne.
Fondamenta Ictper le nuove città
L’urbanistica alla provadell’innovazione
Al via da questo numero una pa-
gina interamente dedicata alle città
“intelligenti” , quelle in cui l’utilizzo
delle nuove tecnologie diventa il pi-
lastro portante di una progettazione
votata a migliorare la qualità della vita
facendo leva sui servizi e sull’abbat-
timento degli sprechi SERVIZI ALLE PAGINE 8 E 9
Agcom o Mse?Si scatenail dibattitosul controllodei servizipostali
META A PAG 7
Via alla liberalizzazioneMa chi vigila?
enrico manca presidente della Fondazione Bordoni
«Un presidio italiano culturale, di analisi e di ricerca sull’Ict, un gruppo di eccellenza di tecnici e ricercatori al servizio delle istituzioni, delle imprese e dei cittadini, un’attività di alta consu-lenza indipendente, terza rispetto alle aziende del settore e sottoposta alla vigilanza del ministero dello Sviluppo economico, al servizio della crescita armonica del mercato dell’Ict in Ita-lia»: è il “profilo” della Fondazione Bordoni che il suo presidente Enrico Manca traccia al Corriere delle Co-municazioni. Un profilo frutto di una riforma legislativa che ha trasformato la Bordoni da Fondazione privata in organo “in house” della pubblica am-ministrazione.
“La legge 69/2009 che regola la nostra attività - spiega Manca - vuole la Fondazione in un ruolo prevalente e dedicato a supporto del ministero dello Sviluppo economico, delle am-ministrazioni pubbliche centrali e pe-riferiche, delle Autorità di vigilanza”. Di conseguenza, se prima erano i soci privati a fornire il grosso dei finanzia-menti all’attività della Fondazione che quest’anno festeggia i sessant’anni di vita, ora i ricavi derivano soprattutto dalle convenzioni con pubbliche am-ministrazioni ed autorità indipendenti.
Ultima in ordine di tempo è ar-rivata la tenuta del “Registro delle opposizioni”, l’elenco che raccoglie gli abbonati al telefono intenzionati a sfuggire al telemarketing. L’affi-damento, assegnato dal ministero in maniera diretta e senza bando di concorso, ha suscitato qualche malu-more. “I dubbi sono stati spazzati via da un parere dell’Avvocato generale dello Stato che ha considerato più che legittima questa procedura, proprio in forza della nostra caratteristica di organo di diritto pubblico in house”, ribatte Manca.
Grazie ad un accordo con Autorità
per le Comunicazioni, un dispositivo messo a punto dalla Bordoni misura la qualità del servizio Internet fornito dagli Isp: “Un compito essenziale per i consumatori ma anche per gli opera-tori”. Al tempo del terremoto, inoltre, un software messo a punto dalla Fon-
dai privati, i cosiddetti “soci fondato-ri”: Ericsson, Fastweb, Poste Italiane, Telecom Italia, Telespazio, Terna, 3 Italia, Vodafone, Wind. Un elenco più variegato rispetto ai soci pre-riforma (incentrati nelle Tlc) “che testimonia l’allargamento delle nostre iniziative a settori, come l’energia, che fanno un uso innovativo e sempre più ampio dell’Ict”, spiega Manca.
Il diminuito peso dei privati e la necessità di poggiare su affidamenti pubblici legati a singoli progetti co-stringe la Bordoni ad un faticoso sfor-zo per reperire risorse per una realtà che occupa una novantina di persone, soprattutto tecnici e ingegneri, quasi tutti stabilizzati dopo gli anni dei con-tratti a termine. “Viviamo la contraddi-zione tra l’esigenza di dare continuità alle nostre iniziative e la precarietà di ricavi legati a convenzioni con la pubblica amministrazione, giocoforza legate alle contingenze del momen-to”, osserva Manca. Soprattutto da quando le ultime Finanziarie hanno negato la continuità del contributo pubblico. Nessuno pensa di tornare al tempo dei privati, se non altro per l’evidente conflitto di interessi, ma “ci sarebbe bisogno di un maggiore continuità di ricavi altrimenti rischia la sopravvivenza una delle poche eccel-lenze italiane rimaste nel settore della ricerca nell’Ict”, avverte Manca alla ricerca di una “missione di servizio per la collettività durevole nel tempo”.
Ma non potrebbero farle i privati certe cose? “Certo, ma non con la ter-zietà, l’indipendenza e, mi consenta, la qualità che possiamo garantire noi. Abbiamo competenze importanti an-che nel campo della sicurezza infor-matica, dei data mining: tutto know how che rischia di non essere più di-sponibile per il Paese. La Bordoni ha una reputazione riconosciuta. Fino a quando ci sarà bisogno di competenze sull’Ict terze e indipendenti, ci sarà bisogno della Fondazione”.
«Bordoni, missione eccellenza»Il presidente della fondazione Manca: «Il nostro ruolo centrale nella consulenza sull’Ict italiano»
dazione ha gestito il censimento delle esigenze abitative della popolazione abruzzese. L’iniziativa di maggiore rilevanza in tutta la storia della Bordo-ni è l’apporto dato alla più complessa trasformazione che ha interessato la Tv italiana: lo switch-off al digitale terrestre, che ingegneri e ricercatori della Bordoni hanno accompagnato passaggio dopo passaggio, frequenza dopo frequenza. “Pochi altri in Italia, forse nessuno, avrebbe potuto dare un supporto simile - osserva Man-ca -. Questo grazie alla cultura della pianificazione delle reti presente in Bordoni: siamo gli unici ad avere reti Sfn, un’eccellenza dell’Italia”.
Non mancano i riconoscimenti. Da ultimo la costituzione, su impulso di Agcom, di un “Gruppo di alta rifles-sione” sullo spettro radioelettrico che
sarà presieduto da un esponente della Bordoni e simbolicamente basato a Villa Grifoni a Pontecchio Marconi, sede di “rappresentanza” della Fonda-zione. I problemi, piuttosto, vengono dal fronte economico. Una parte, mi-noritaria, delle risorse deriva ancora
Serve una maggiorecontinuità nei ricavi per non rischiarela sopravvivenza
RisorseI privati non possonogarantire la terzietàe l’indipendenzache offriamo noi
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GILDOCAMPESATO
Il “Periodico di riferimento per chiunque si occupi di Ict, uno strumento molto utile per tutti i professionisti della comunicazione che vogliono approfondire un’informazione a tutto campo, non solo specialistica o tecnologica, interamente dedicata al settore”: è il ricono-scimento che è venuto al nostro quindicinale cartaceo Il Corriere delle Comunicazioni, al nostro sito www.corrierecomunicazioni.it e a CorCorm, la nostra newsletter elettronica quo-tidiana (dal lunedì al venerdì) da parte del sito (www.ferpi.it)e della newsletter settimanale di Ferpi, la Federazione Relazioni Pubbliche Italiana, presieduta da Gianluca Comin.
I nostri prodotti editoriali sono stati segna-lati nella rubrica il “Sito della settimana”. Re-
«Il riferimento di tutto l’Ict nazionale»Importante riconoscimento di Ferpi al Corriere delle Comunicazioni cartaceo e online
lazioni Pubbliche Italiana “Testata dalla “doppia vita”, cartacea e
digitale – vi si legge - il Corriere delle Co-municazioni nasce nel 2004 come periodico di riferimento dell’Ict community italiana.
Il sito, nato inizialmente come alter ego del quindicinale a stampa, si è trasformato profondamente nel 2009 diventando un vero e proprio quotidiano online con l’offerta di un’informazione a tutto campo, non solo spe-cialistica o tecnologica, interamente dedicata al settore”.
“Il pubblico dei lettori Corriere delle Co-municazioni - osserva ancora il notiziario della Ferpi - è vario ed eterogeneo: si spazia da manager, dirigenti e decision maker del
settore dell’Ict e delle aziende utilizzatrici fino alla pubblica amministrazione centrale e periferica, rappresentanti delle istituzioni,
politici, mondo accademico, professionisti, giornalisti e professionisti della comunicazione e delle Rp”. “Una redazione a Roma, collabo-ratori in tutta Italia e in particolare a Milano, funzionano come un ponte giornalistico fra il cuore del business Ict e le stanze della politica e delle istituzioni italiane da cui dipendono molti degli ambiti in cui l’Ict italiano opera”.
“Una grafica lineare e pulita per delle se-zioni ricche di contenuti che coprono tutti i settori dell’information technology – si con-clude - non può mancare tra i siti da consultare regolarmente per tutti i professionisti delle Rp focalizzati su quest’ambito ma anche per chiunque si occupi di comunicazione e de-sidera approfondirne gli aspetti più tecnici”.