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42 novembre C'è Ric? Gigi non è più tra noi Bicidinverno Tra Sile e Laguna in Bicicletta I ragazzi curiosi dell’Alsazia Bicintreno: una spensierata pedalata sul Garda che poteva finire male www.amicidellabicicletta.org

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42novembre

C'è Ric? Gigi non è più tra noi

Bicidinverno

Tra Sile e Laguna in Bicicletta

I ragazzi curiosi dell’Alsazia

Bicintreno:una spensierata pedalata sul Garda

che poteva finire male

www.amicidellabicicletta.org

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BICIPLAN, finalmente si parte!di Biagio D’Urso Presidente AdB

Finalmente dopo la sua presentazione ufficiale nel dicembre 2005, sembra una eternità, si iniziano a costruire le prime tre piste ci-clabili a norma:- parco Piraghetto – Forte Marghera - Via Cavallotti Mestre- Marghera Mestre - Via Dante - Mestre Trivignano - Via CastellanaLa fase amministrativa e progettuale sono arrivate alla fine del loro iter burocratico e nel mese di ottobre 2008 vengono conse-gnati i lavori alla ditta che ha vinto l’appalto e si aprono i cantieri per la costruzione. Via Cavallotti, sarà la prima strada interessata a questo intervento e si collegherà con Via Torino che a sua volta nel progetto si unirà con Forte Marghera. A quando il ponte sul canal Salso? Il vulcanico Venturini, presidente della Municipalità di Mestre Centro ha già il progetto in tasca, ma riuscirà a trovare i finanziamenti necessari per fare questa opera? Il tracciato che va dalla Municipalità di Marghera e arriverà fino in Centro Mestre, verrà migliorata, raccordata e risistemata ed anche Via Querini avrà la sua pista ciclabile: si potrà andare alle Poste Centrali di Mestre in bicicletta in tutta sicurezza, guadagnando in salute e tempo.Anche gli abitanti di Trivignano potranno arrivare fino a Mestre utilizzando la bicicletta, infatti questo percorso, il più lungo dei tre, sarà interamente nuovo e a norma, con segnaletica verticale e orizzontale, e si raccorderà anche con la pista del nuovo ospedale di Mestre.Non resta che aspettare la prossima primavera per inaugurare questi tracciati e gli Amici della Bicicletta saranno in prima fila.Nel mese di Marzo 2009 in Viale Garibaldi riprenderanno i lavori di riqualificazione della strada e il proseguimento della pista cicla-bile già esistente, utilizzata da molti studenti che vanno a scuola in bicicletta.Spero che dopo questi interventi ve ne siano altri fino al raggiun-gimento dei 100 km innalzando la qualità della vita della nostra Mestre. Un occhio particolare si dovrà dare alla manutenzione di tutte le altre piste ciclabili del Comune di Venezia che necessita-no di un restyling, in particolar modo la segnaletica orizzontale con il pittogramma della bicicletta, intervento non molto costoso ma sicuramente molto efficace. La richiesta formale è già inviata all’Ufficio Biciclette.Cosa resta da fare? Ancora molto:- la ciclabile del Terraglio, partita bene ma insabbiata subito dopo il sottopasso fino alla palestra giallo azzurra;- il collegamento della ciclabile di Via Orlanda - il collegamento di Campalto con il Parco di San Giuliano, sembra che anche questi lavori siano a buon punto di realizzazione- il collegamento da passo Campalto con il Bosco, utilizzando il ponte in ferro provvisorio già esistente, che l’assessore ai lavori pubblici ha disposto di lasciare, consentendo ai cittadini di utiliz-zare e vivere il nuovo bosco di Campalto;- collegamento Marghera – Riviera del Brenta, FORTE TRON ab-bandonato a se stesso, in attesa di …?- ultimo e non ultimo il raccordo fra la stazione di Marghera e il ponte della libertà per andare a Venezia in bici, richiesto con forza da nostri soci (592) i quali preferiscono andare al Lido in bicicletta anziché a Jesolo in automobile. Non meritano un premio, Assesso-re alla mobilità? Che ne dice di un progetto di fattibilità? La nostra associazione è sempre disponibile alla collaborazione anche per questo progetto.Vi segnalo in pillole altri eventi avvenuti in questi mesi:- 3 Luglio, un ciclista Nepalese ha fatto tappa a Mestre e presso la nostra sede, è stato accolto affettuosamente anche dalla comunità nepalese;- Richiesta di collaborazione dell’Ufficio biciclette di Mestre per re-

ciclostileperiodico degli Amici della Bicicletta di Mestre

In redazione:Laura Borgo, Umberto Vio, Sandra Simeoni

Hanno collaborato: Andrea Bonifacio, Loris Brunello,

Luigi Ceolin, Alberto Cresti, Antonio Dalla Venezia,

Alberto De Grandis, Biagio D’Urso, Gastone Farnea, Nicola Rossi, Aurora Tron, Luigi Zanon, Nadia Zanoni e Massimiliano Manchiaro.

Foto: Luca Conterio, Gastone Farnea, Stefano Gerosa, Andrea Todaro,

Sergio Trabuio, Umberto Vio, Archivio AdB Mestre

Ideazione graficaGiulia Pedrocchi

StampaArti Grafiche Venete

Venezia/Quarto d’Altino

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foto di copertina:lungomare di Viareggio,

ciclovacanza lungo la via Francigena

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ciclostile 42delle piste ciclabili mestrine. Questo non per la scarsa dotazione di parcheggi del forte ma per-ché la bicicletta è il mezzo di locomozione ideale, soprattutto in una città come Mestre, a patto che ci siano le piste ciclabili.Basta dare uno sguardo alla mappa delle piste ci-clabili di Mestre per capire che nel nostro caso la soluzione consiste nel rendere fruibile il sentiero che attualmente attraversa la lunetta a nord di Forte Marghera (si tratta di un terreno del De-manio attualmente in concessione a un privato) collegando il forte con la prima fermata di Viale San Marco della linea ACTV n. 12 e con la pista che porta al Parco di San Giuliano e al centro di Mestre. Inoltre risulta necessario modificare il progetto della parte finale della pista di Via Torino, che attualmente è previsto vada a morire sul Canal Salso. Dovrebbe invece piegare a est ed esse-re collegata a Forte Marghera attraverso la pre-visione di un ponte ciclopedonale che la porta all’ingresso del forte e quindi a Viale San Marco. Sarà quindi possibile creare un nuovo percorso di collegamento tra il centro di Mestre e il Parco di San Giuliano, e collegare il Waterfront laguna-re da Campalto fino al Vega Park, con la prevista stazione della SFMR (servizio ferroviario metro-politano regionale) e gli sviluppi futuri di Porto Marghera.Tutto questo con trecento metri di pista ciclabile e un ponte.

Mappa delle piste ciclabili - dettaglio tratto dall’opuscolo BICIPLANPiano Ciclabile Comunale

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styling piste esistenti;- Incontro con l’Assessore ai lavori pubblici Laura Fincato per il ponte in ferro a Campalto;- 20 Settembre pre inaugurazione della pista ciclabile Portegrandi Caposile, progetto definitivo, con la sponsorizzazione della PRO-VINCIA DI VENEZIA, della CASSAMARCA e FONDAZIONE CA.RI.VE. che credono fermamente nel progetto di una greenway Veneta di cui troverete l’articolo in questo numero.Vi rammento che stiamo preparando la FESTA DI FINE ANNO, vi aspetto.

Un ponte e una calle per arrivare a Forte Marghera

Nell’ultimo secolo il territorio mestrino ha avuto una continua tra-sformazione e si può senz’altro dire che, visto l’esito attuale, que-sto processo deve continuare: per completare la composizione di un tessuto urbano all’altezza del ruolo centrale nel nord-est, ruolo che già ha e che si può rafforzare, e per correggere gli errori-orrori del passato. Al miglioramento della qualità urbanistica corrisponde il miglio-ramento della qualità della vita. A questo concorrono anche mo-bilità, viabilità e accessibilità dei luoghi significativi della città, e questi sono alcuni dei motivi che ci portano a suggerire un piccolo ripensamento al piano per le piste ciclabili di Mestre, che questo intervento vuole proporre. Al centro della proposta c’è Forte Marghera: più di trenta ettari di aree verdi con numerosi edifici di grande interesse storico archi-tettonico che la cittadinanza sta lentamente scoprendo. Ma non è solo questo: Forte Marghera è stato costruito a partire dal 1805 per proteggere Venezia dai potenziali attacchi dalla terraferma e a più riprese sono stati costruiti intorno ad esso numerosi altri forti andando a creare il Campo trincerato di Mestre. Questo è stato dismesso dall’esercito da anni e costituisce oggi forse l’unico sistema in grado di dare al territorio, attraverso il suo riutilizzo pubblico, memoria storica e identità culturale.Ma Forte Marghera si trova al centro anche di altri due importanti sistemi urbani: 1) trovandosi a metà della linea che congiunge Venezia a Mestre, il forte rappresenta il centro della città anfibia, somma di Venezia e di Mestre, ed essendo esso stesso anfibio, si presta bene allo scopo anche dal punto di vista simbolico. 2) Si sta sviluppando e realizzando un grande processo di trasfor-mazione che coinvolgerà Porto Marghera a partire dal Vega Parco tecnologico, ha già creato il Parco di San Giuliano, per arrivare fino a Tessera; anche questo sistema, che è stato chiamato Venice Waterfront, vede al proprio centro il complesso di Forte Marghera. Quest’ultimo si conferma come uno dei luoghi significativi della città, e lo sarà sempre di più. Quale mobilità, viabilità e accessibilità è prevista per raggiungere questo monumento? Negli ultimi due secoli il forte è stato un luogo inaccessibile e cer-tamente non era previsto nessun flusso di visitatori. Attualmente Via Forte Marghera è ancora servita dalla sola linea 9 degli auto-bus ACTV, che ha una frequenza ed un percorso non sufficienti dato il costante aumento di attività che si realizzano nel forte e di pubblico che vi si reca. Si potrebbe pensare di far passare una li-nea che congiunga direttamente il centro di Mestre con Venezia, e ne trarrebbero beneficio anche i molti pendolari. Si dovrà pensare anche ad un collegamento tra il forte e Venezia via acqua. Ma da subito è necessario provvedere a collegare il forte al circuito

di Andrea Bonifacio

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Via Cavallotti: nuova pista, nuovi marciapiedi

e nuovi passaggi pedonalidi Umberto Vio

In via Cavallotti, dopo una fase sperimentale, sono stati realizzati la nuova

pista ciclabile e il rifacimento dell’attiguo marciapiede, che risultava estremamente

logorato. Di particolare apprezzamento è la realizzazione del passaggio pedonale rialzato

nell’incrocio tra via Cavallotti e via Dante. Questa soluzione offre una maggiore sicu-

rezza per i ciclisti e i pedoni che attraversa-no via Cavallotti; è anche da notare l’in-

stallazione di piccoli cartelli che indicano la meta finale della pista, in questo caso piazza

Ferretto e il centro commerciale Panorama.Via Miranese:

primi passi della pista ciclabile.di Umberto Vio

In via Miranese le novità non mancano: l’assessore alla Mobilità Enrico Mingardi ha mantenuto la promessa fatta a primavera di realizzare la pista ciclabile restringendo

la sede stradale riservata ai veicoli. La pista per ora è evidenziata dalle linee gialle e

dai loghi della bicicletta, in seguito sarebbe auspicabile una difesa della sede ciclabile più strutturata. Con questa soluzione la percorri-bilità della pista è lasciata all’educazione de-gli automobilisti, che speriamo non la usino come parcheggio per autovetture. Un’altra

novità sono le boe centrali nei passaggi pedonali, questa soluzione

andrebbe estesa in tutte le vie con intenso traffico di attraversamento.

Passante verdedi Alberto Cresti e Loris Brunello

Se forse è noto a tutti che entro l’anno è prevista l’inaugurazione del passante autostradale di Mestre, meno nota appare la temati-ca del cosiddetto “PASSANTE VERDE DI MESTRE”.Trattasi di un’importante opera di corredo prevista per creare una zona contigua al passante stesso che svolga la funzione di “in-tercapedine” verde a protezione di un territorio, quello veneto, ad alta vocazione agricola con molti borghi storici interessati dal passaggio del “passante”(si perdoni il gioco di parole). Per la realizzazione di tale opera risultano preventivati 40 milioni di Euro, la metà dei quali sono già stati stanziati. E’ dunque ben prevedibile che qualcosa si faccia.Uno degli attori principali di tale progetto risulta essere la Coldi-retti.Come sempre le opere di nuova viabilità, come appunto il passan-te di Mestre, se da un lato nascono dalle esigenze di un traffico convulso e da una diffusa proliferazione abnorme del trasporto su gomma accentuata dalla globalizzazione e dall’espansione dei consumi, (anche superflui) dall’altro finiscono coll’intercettare e tagliare vecchie vie di comunicazione locale, devastare il territorio e distruggere irreparabilmente angoli residui di mobilità dolce nel territorio intercittadino della campagna veneta o di quel poco che di essa è rimasto tra un centro commerciale ed un’area industriale ingolfata di cemento. Basta guardare una cartina raffigurante il Passante per capire qua-le è il suo grado di impatto sul territorio e quanto importante sia una corretta realizzazione del “Passante verde” compatibile con l’elevata vocazione cicloturistica del Veneto. Tanto per fare qual-che esempio ricollegandosi ai soli percorsi ciclabili lungo le vie d’acqua, da Ovest ad Est, il Passante interseca alcune delle princi-pali direttive ciclabili della Regione.Mentre i fiumi ed i loro percorsi, per esempio la riviera del Brenta (Da Venezia a Padova); Il fiume Tergola (da Stra a Cittadella); Il Dese, il Sile, Il Piave; il Livenza; etc. etc. diventano assieme ai se-dimi delle ferrovie abbandonate per corsi findamentali del viaggio ciclistico, una linea di intersezione si potrebbe trasformare invece in una utile congiunzione tra gli stessi.E’ di fondamentale importanza che il PASSANTE VERDE sia anche un passante CICLO-VERDE.Ciò non avverrà se non cresce il livello d’attenzione e non si appor-tano i suggerimenti opportuni affinchè non si tratti solo di opere costose ma soprattutto di opere utili eseguite con intelligenza ed opportuna preveggenza dei problemi legati all’inquinamento.

A Mestre sono tornate le luccioledi Alberto CrestiDi quelle vere ormai se ne è persa quasi ogni traccia, vittime come i grilli, le coccinelle e chissà che altro, dei pesticidi.Di quelle del “Terraglio” pare che la vita si sia fatta più dura.Invece non so se vi siete accorti delle nuove lucciole che si aggi-rano nel primo buio delle nostre sere mestrine di questo tiepido autunno?Quasi nessun rumore le accompagna; solo, a volte, qualcosa simi-le ad un leggero cigolio.Sono spesso bianche o gialle, lampeggianti ma anche arancioni od anche fisse nella loro bassa luminosità.Volano di solito a mezza altezza, raramente ondeggiano, a volte svicolano.Son lucciole moderne ma di quel moderno che non sporca, che dif-fonde nell’aria un’alone di serenità e di lento ma sicuro incedere.Sto parlando, non so se le avete notate anche voi, delle luci delle nostre biciclette in allegra, vivida e vivificante scia nelle piste ci-clabili di una città che sta cercando di farsi bella.Viva le lucciole e chi le porta in giro.

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dall’alto:immagini di via Cavallotti e via Miranese

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Gruppo Scuola ADB Mestre Ieri e domani. Bilanci e prospettive.di Germana Prencipe, referente Gruppo-scuola email: [email protected]

Al suo secondo anno di attività il gruppo scuola AdB Mestre è oggi costituito da una squadra di soci ADB a prevalenza femminile (10 giovani donne: educatrici ambientali, insegnanti, studentesse universitarie e laureate a vario titolo e 3 uomini esperti meccanici per professione e/o per hobby). Le socie hanno svolto attività di educazione alla mobilità sostenibile e si sono distinte per la capa-cità comunicativa, per la passione per la bicicletta quale mezzo di trasporto ecologico, in piena armonia con l’ambiente. Gli esperti meccanici hanno realizzato con gli alunni di scuola me-die inferiori e delle classi IV e V delle primarie dei mini laboratori di conoscenza pratica della bicicletta: riparazione di una foratura e/o di un freno, istruzioni per un’adeguata manutenzione in vista di una gita scolastica o di una cicloescursione, avvio di buone pra-tiche e di utili precauzioni di sicurezza prima di una pedalata.Si sono incontrate 102 classi delle scuole primarie e 26 tra scuole secondarie di primo grado, scuola primaria e scuole dell’Infanzia. L’intervento formativo ideato e sperimentato nel 2007 è stato implementato nell’anno 2008 con un’iniziativa di educazione alla Mobilità sostenibile sostenuta dall’assessorato alla Mobilità del Co-mune di Venezia. L’iniziativa faceva parte delle attività del pro-getto comunitario CIVITAS MOBILIS a cui il Comune di Venezia ha partecipato. Nello specifico il progetto ha promosso la Mobilità Sostenibile in 5 città europee: Venezia, Tolosa, Debrecen, Lubia-na, Odense. All’interno di questo progetto è stato realizzato un fascicolo operativo per bambini “Percorso didattico di educazione alla mobilità sostenibile per il benessere delle persone e dell’am-biente” che è stato già consegnato ad oltre 2000 alunni delle scuo-le primarie del Comune di Venezia, assieme a un utile fascetta catarifrangente e alla patente del bravo pedone e ciclista per chi ha superato i quiz di verifica, al termine del percorso formativo.I contenuti del percorso erano differenziati per classi di livello. Il tempo previsto per l’attività per ogni classe era di due incontri di due ore, esso è stato purtroppo troppo breve per rispondere all’in-teresse espresso da molti alunni. L’entusiasmo degli alunni e la loro attiva partecipazione all’iniziati-va é stato il maggior successo ricevuto dai soci del gruppo scuola e, a tutt’oggi, li sprona a continuare ad approfondire i temi della sicurezza dei percorsi casa scuola, a sensibilizzare i bambini e gli adulti alla promozione di piste ciclabili, a iniziative di pedibus e bicibus per rendere effettivo il diritto alla strada dei bambini. Con l’assessorato all’Ambiente della Provincia di Venezia è stato rea-lizzato il progetto “Il diritto alla strada di pedoni e ciclisti” che ha permesso a 26 classi di conoscere il territorio pedalando. A que-ste 26 classi si è offerto l’accompagnamento in cicloescursioni di mezza giornata o di una giornata intera attraverso 5 itinerari con percorsi in bicicletta di circa 8 km o al massimo di 35 km anche con l’uso anche di mezzi collettivi quali la barca. Con grande sor-presa 7 classi della scuola dell’Infanzia hanno richiesto l’accompa-gnamento degli Amici della bicicletta per attuare semplici percorsi di abilità nei cortili scolastici a conclusione dell’anno scolastico e/o in piste ciclabili che raggiungessero i parchi per un pic nic e/o per una festa in compagnia in presenza dei genitori.Per la scuola Cesare Battisti del Centro di Mestre, l’“Amica bici-cletta” è stata la protagonista del progetto continuità tra la scuola materna e la scuola primaria.Il gruppo scuola Adb ha contributo con piacere alla sperimentazio-ne mirata e guidata di conoscenza della bicicletta per preparare i piccoli alunni a pedalare da casa-scuola in via Dante in una delle più belle ciclabili di Mestre.Il Gruppo-Scuola AdB Mestre domani si prepara a continuare l’esperienza di educazione alla mobilità sostenibile.Sono graditi i contributi di nuovi soci/e che volessero affiancarsi in iniziative innovative e di qualità per promuovere l’uso della bici-cletta e della mobilità sostenibile.

Il prossimo progetto con la Provincia “In bici per l’ambiente” è in fase di programmazione per l’anno 2009 e vuole rispondere ai bisogni di mo-vimento, di ecologia, di aria pulita, di rispetto dell’ambiente e alle domande di molti alunni che su positiva indicazione di alcuni loro insegnanti hanno compreso che l’educazione stradale cen-tra con la scelta del mezzo di trasporto e con l’ambiente.Ora l’obiettivo un po’ ambizioso, ma stimolan-te è quello di costituire un gruppo affiatato che possa mantenere una formazione permanente e formare altri soci/e per promuovere la cultura dell’educazione alla mobilità sostenibile.

Quante automobili di Alberto CrestiL’Italia è il paese europeo con il più elevato tassi di motorizzazione. Secondo i dati raccolti da uno studio condotto dall’AIRP, l'Associazione Italiana Ricostruttori Pneumatici, a fine 2007 il nostro Paese contava su una media di 60 autoveicoli ogni 100 abitanti.A livello regionale la classifica è guidata dal Lazio con 69 auto ogni 100 persone, seguito da Umbria (67) e, a pari merito, Piemonte e Valle d’Aosta (64). La Lombardia - la regione con il maggior numero di abitanti - è soltanto al decimo posto. Ultima la Liguria, con 52 auto ogni 100 cittadini. Come si legge in nota dell’ AIRP, il primato europeo dell’Italia si associa inevitabilmente a diversi aspetti negativi legati al traffico e alla resa stradale, andando ad incidere marcata-mente sul tasso di inquinamento. Secondo l’Associazione un tale tasso di motorizzazione comporta la necessità di “incentivare comporta-menti e consumi virtuosi in termini ambientali, come l’uso del gas piuttosto che benzina e gaso-lio o il sistematico controllo dei pneumatici per ridurre i consumi e le emissioni di anidride carbonica”. L'Italia, che nel mondo risulta essere seconda solo agli Stati Uniti, è davanti a Germania (57 auto ogni 100 abitanti), Gran Bretagna (51) e Francia (50).

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In alto:le attività del gruppo nelle scuole

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BICIDINVERNO 2008/2009di Sandra SimeoniParte, anche quest’anno, “Bicidinverno” con la cena di fine anno e con una serie di attività varie aperte a tutti e per tutti i gusti.Faremo, innanzitutto, delle escursioni in bicicletta nei dintorni e l’ultima alle porte della primavera, come di consueto, al Lido; due passeggiate la prima a novembre con i bastoncini per provare la tecnica “nordic walking” e poi a febbraio con le ciaspe sulla neve.Due uscite culturali la prima a dicembre a Brescia per vedere la mostra dedicata ai disegni e ai dipinti di Van Gogh e la seconda a febbraio a Venezia per visitare una sua parte meno nota ai più, ma sicuramente interessante e preziosa.Sono programmate poi diverse serate di proiezione filmati e foto di viaggi in bici dei nostri soci e di ciclisti che hanno affrontato viaggi in terre lontane a volte poco conosciute e affascinanti.I sabati pomeriggio sono per lo più riservati alla presentazione di libri o iniziative varie e a marzo a un corso pratico di riparazione di una ruota bucata.Diverse occasioni quindi per incontrarci e trascorrere qualche ora assieme; superfluo dire che vi aspettiamo numerosi.

Servizio punzonatura bicicletteLa punzonatura, il sistema individuato dal Comune per l’identifi-cazione delle biciclette, diventa un servizio permanente a Mestre a partire dal 7 giugno 2008; l’attività viene garantita al Bicipark aperto da A.S.M. a fianco della stazione ferroviaria, il martedì mat-tina e il sabato pomeriggio al costo di 2 Euro.Oltre alla punzonatura del telaio il Comune ha costituito anche il “registro delle biciclette”, il sistema di identificazione dei veloci-pedi circolanti nel comune tra Mestre e il Lido e che permette di rintracciare i proprietari di bici rubate; infatti con la punzonatura si appone il proprio codice fiscale sulla canna della bicicletta con tanto di bollino antifurto. Il cittadino ottiene inoltre una card con un codice a barre che viene marchiato dalla punzonatrice sulla canna.Per ottenere questo servizio basta presentarsi con la tessera ma-gnetica sanitaria. Per informazioni contattare A.S.M. allo 041976844 oppure scrive-re a [email protected]

Danilo, ciclista e autistaintervista di Laura BorgoPer il viaggio in Alsazia e Lorena con le bici al seguito, fino alla tap-pa di partenza a Lorrach, ci ha guidato Danilo, titolare della Ditta Termalbus, che fornisce bus e carrello portabici al seguito, Noi degli AdB lo conosciamo dal 2002 e con lui andiamo sicuri che le nostre adorate bici ci accompagnino e giungano con noi a desti-nazione, senza subire traumi.Colgo l’occasione per farvi conoscere meglio Danilo, il quale da giovane amava correre in bicicletta. Nel 1990, aveva costruito con l’aiuto del padre meccanico, che gestiva un’officina, il primo car-rello portabici in Italia, su modello di quelli che aveva visto usare in Olanda. Riuscì a farlo omologare per il trasporto di ventisette bici. Con la sua opera, negli anni ’90, collaborava come autista di bus turistici con l’amico Ermes Paganelli, che gestiva l’agenzia Viaggi Alice nel Paese delle Meraviglie in quel di Treviso: erano i primi a proporre viaggi con bici al seguito. Dopo qualche anno, l’incremento del lavoro gli ha permesso di mettersi in proprio, con la collaborazione attiva della moglie e della figlia, ad Abano Ter-me.Attualmente i carrelli portano una cinquantina di bici; il ciclotu-rismo è talmente diffuso che Danilo lavora da marzo all’autunno inoltrato e in tutta Italia, a volte anche con gruppi stranieri.“Se siete contenti parlatene, se non lo siete, fatelo lo stesso…è

sempre pubblicità!” mi dice a conclusione della chiacchierata.

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Nati da pocoAssociazione Amici della Bicicletta di Trevisodi Luigi CeolinL’anno scorso ci siamo presentati, organizzando una piacevole serata, grazie soprattutto all’infaticabile aiuto dell’amico Luciano Renier con il quale abbiamo esposto i principali obiettivi della Fiab, puntando molto sulla mobilità sostenibile piuttosto che sul carattere ludico delle gite. A conclusione, abbiamo proiettato un video di circa 50 minuti, in cui il sottoscritto ed altri due compa-gni di sventura hanno raggiunto Ljubljana da Calalzo di Cadore in cinque giorni, naturalmente in bicicletta. Tornando alla nostra associazione, grazie alla Vicepresidente Anna Paola Demattè, abbiamo trovato ospitalità ”provvisoria” presso la sede del Cai in piazza Signori, proprio in centro dove ancora oggi continuiamo a trovarci ogni giovedì dalle 18.00 alle 19.00, per le riunioni e le eventuali nuove iscrizioni. Quindi, incoraggiati dalla discreta affluenza avuta nei primi mesi di costituzione e grazie al cospicuo interessamento ricevuto durante Bimbimbici 2007, a cui abbiamo lavorato con ben cinque scuole aderenti, abbiamo stilato un primo programma di gite giornaliere. Purtroppo abbiamo riscontrato scarsa partecipazione dei soci, contrariamente alle aspettative dovute all’entusiasmo rivoltoci inizialmente: ne stiamo ancora analizzando le possibili cause, tra cui riteniamo di annoverare sicuramente la poca pubblicità e forse anche la lunghezza eccessiva dei percorsi che può avere spaventato più d’uno (comunque erano sempre entro i 50 – 70 km e tutti interamente pianeggianti).Il fatto che diverse gite tendevano verso l’entroterra veneziano, frutto dell’esperienza collaudata del già citato amico Luciano al quale, essendo noi alle prime armi, ci eravamo affidati in que-sta prima fase. Peraltro, una delle poche gite con discreto suc-cesso era stata interamente studiata da noi e si profilava nelle campagne adiacenti partendo direttamente da Treviso. Inoltre, ipotizziamo la poca dimestichezza e conseguente diffidenza ri-scontrata tra i trevigiani rispetto alla formula bici più treno - pur essendo Treviso un buon punto strategico ferroviario per rag-giungere mete appetibili quali il Friuli o le colline coneglianesi, per cui molti sono “cascati dalle nuvole” appena si era accennato alla possibilità di usufruire di questo servizio.Solo recentemente si sta verificando un’inversione di tendenza, grazie anche alle capacità e disponibilità del nostro webmaster Giampietro, creatore del nostro sito ora facilmente raggiungibile su http://www.amicidellabicicletta.eu/>, sito che ha attirato di-versi visitatori. Ne è la prova che all’ultima ciclomanifestazione del Sile, grazie al patrocinio delle province di Venezia e Treviso e alla puntuale collaborazione della Fiab di Mestre, si sono presen-tati ben 21 persone interessate che sicuramente (ormai nel pros-simo anno) si aggiungeranno alle file dei gia nostri 30 iscritti. Sono rimasti tutti entusiasti di questa giornata in cui tutto è an-dato liscio, a parte qualche inevitabile foratura, prontamente ri-parata dai nostri team.Chissà che per l’anno venturo si raccolgano i frutti di questo la-voro!

da “Il Vigile Urbano n. 11” – novembre 2007a cura di Alberto CrestiCi sembra opportuno segnalare i risultati di un'indagine realizzata dall'Asap - Associazione amici della polizia stradale, in collaborazione con la rivista "II Centauro", sulla base di dati dell'Istat. Secondo la ricerca, in tre anni, in Italia, sono stati quasi mille i ciclisti vittima di incidenti. Nel solo anno 2005 si sono registrate 317 morti per investimenti, più del doppio del gruppo di ciclisti partecipanti al Giro d'Italia, mentre il numero dei feriti è stato addirittura di 12.476, con un incremento di più del 6% rispetto all'anno precedente. Fra i 317 velocipedisti che hanno perso la vita i maschi sono stati 239 (75,4%) le femmine 78 (24,6%). Nei 317, devono essere altresì annoverate 15 vittime fra i bambini che andavano in bici dai 4 ai 14 anni (13 maschi e 2 femmine). Sono state invece ben 161 le vittime fra i ciclisti over 65, pari al 50,8%. Fra gli anziani 122 erano maschi 75,8% e 39 le femmine 24,2%. La percentuale dei ciclisti sul totale delle vittime della strada è passata dal 5,3% al 5,8% dei morti e dal 3,7% al 4% dei feriti.Secondo il Presidente dell'Asaps, Giordano Biserni, "... è probabile che sugli incidenti ai velocipedi incida anche un maggior traffico sempre meno attento verso questa categoria di utenti" ma poi giustamente aggiunge che deve essere tenuta in debito conto anche "... una parte di responsabilità degli stessi ciclisti, spesso inosservanti delle più elementari regole della strada che pur vigono anche per questa catego-ria, ma vengono interpretate in modo molto approssimativo e disinvolto. E’ poi ancora insuffi-ciente l’estensione in molte regioni di piste ciclabili”.

Arriva lo sherpa ciclistaDirettivo ADBSi chiama Furtemba sherpa, come i trasportatori che affrontano le vette dell’Everest. Ma la sua missione, altrettanto faticosa, si compie dal 2006 a bordo di una bici con carrelino, piena di bandiera dei paesi che ha attraversato. Il nepalese ciclista ha fatto tappa anche nelle nostra sede, dopo aver già percorso 34 mila chilometri per mettere in contatto cittadini di nazioni diverse con la comunità nepalese nel mondo. Il suo obiettivo sono 200 mila chilometri a due ruote. Ad attenderlo curiosi mestrini e numerosi connazionali nepal-esi. La prossima tappa, Roma.

in alto: momenti delle attività degli AdB di Treviso

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Viale San Marco 12 - Mestre - Veneziatel/fax 041.961467

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La mia Olandadi Gastone FarneaCostretto da un fastidioso mal di schiena a rimanere bloccato a casa, mi sono venute alla mente due, tre righe “about” il nostro sogggiorno olandese e che, se unite alle impressioni di viagggio di qualche altro nostro componente più letterato di me, potreb-bero costituire lo spunto per un articoletto a ricordo della nostra vacanza.“OLANDA. Non è affatto la nazione piatta e monotona nella quale ci sono i mulini a vento, le dighe, i polders, i tulipani, Amsterdam e Van Gogh.L’ Olanda che abbiamo visto noi, invece, è una terra ricca di bo-schi, dune, brughiere e di dolci paesaggi che si fondono con gran-de armonia in una varietà di interessi che ti invitano a sostare, a gustare ogni angolo e a rallentare il tuo ritmo.Ogni parco naturale, ogni casetta col tetto di paglia o centro abita-to sembra esser concepito per esser fruito al meglio: la incredibile sensazione di spazio, le piste ciclabili, le acque si trasformano in spettacolo e occasione per trascorrere il tempo.Altro che paese museo da guardare e non toccare; questo è il pa-ese delle vacanze…in bici naturalmente !”Che te ne pare Eliane ? Se lo ritieni opportuno trasmettilo a chi di dovere, altrimenti rimarranno le due , tre righe di un qualsivoglia turista che ha percorso, assieme ad alcuni gaudenti amici, un pò di Olanda in bicicletta!

Quel magnifico viaggio....

Bicintreno:quando una spensierata pedalata sul Gardasi trasforma in un’odissea di Nicola De RossiIl treno riparte mentre i cicloturisti scendono e uno di loro si fa male: un miracolo che non sia finita peggio. Domenica da incubo alla stazione di Mestre per un gruppo di dieci persone, con una bimba di tre anni, di rientro da una gita con la bici a Peschiera del Garda: a denunciare il fatto una di loro, Paola Colla, maestra di Olmo di Martellago. La comitiva per raggiungere la meta aveva scelto il treno, preno-tando i biglietti in convogli con il servizio-bici: partiti sabato da Mestre, l’altro ieri per tornare hanno preso, alle 18.50, il Regionale da Peschiera. «Il viaggio è iniziato male dice Colla Prima il cambio all’ultimo momento del binario d’arrivo che ci ha costretto a cor-rere, con le bici in spalla, per salire. Poi, mentre saliamo, le porte che tutto d’un tratto si chiudono: gridando siamo riusciti a richia-mare la capotreno, che con la chiave ha tenuto aperte le porte per farci salire». Dato il precedente, i cicloturisti all’arrivo a Mestre, alle 20.30, si preparano per tempo. «Ma mentre stiamo scendendo il treno all’improvviso riparte per Venezia, con tre di noi che non sono riusciti a scendere e una bici mezza dentro e mezza fuori la porta, rimasta aperta. Ho dovuto percorrere tutto il convoglio, fin quasi a Santa Lucia, per trovare il capotreno, che alle nostre proteste ha risposto di non essersi accorto che c’erano ancora persone che stavano scendendo», lamenta la maestra. Ma oltre all’ansia e ai disagi, tra cui quello di dover riprendere un treno per tornare a destinazione, al ritorno a Mestre i reduci fanno un’altra scoperta: uno del gruppo, un 75enne di Mestre, cardio-patico e diabetico, l’ultimo che ce l’aveva fatta a scendere, con la partenza improvvisa del treno, si è fatto male e gli si è riaperta una ferita alla gamba dovuta a un recente intervento: ha fatto de-nuncia in stazione e ieri si è dovuto rivolgere al suo medico. «Allucinante: posso capire che succeda una volta, ma due nello stesso viaggio lamenta la maestra Colla Trenitalia fa proclami sul viaggio sicuro in treno per i ciclisti, ma poi è questa la considera-zione che c’è nei loro riguardi?».

in alto: immagini dall’ Olanda

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ciclostile 42Ragazzi curiosi in Alsaziaintervista di Laura Borgo

In una nuvolosa settimana del luglio scorso, la ciclovacanza in Alsa-zia e Lorena ha coinvolto un’ottantina di adulti per 400 km. Tra loro c’erano quattro ragazzini e una bimba tenace di sei anni e mezzo, Rachele. Per me è stato inevitabile voler conoscere meglio questi cicloturisti in erba e capire a da cosa veniva l’entusiasmo che mani-festavano nel pedalare avanti e indietro lungo la lunga fila che for-mavamo, serpeggiando a ridosso di fiumi e canali, tra campi di orzo e, nelle ultime due tappe, attraverso i boschi del Parco Naturale dei Vosgi, su e giù per colline tra silenziosi paesetti in terra di Lorena.Vi presento per prima Rachele, che è venuta con la sua bici rosa per farsi qualche km con le sue forze, ogni mattina ad inizio tappa; la sua bici veniva poi agganciata alla ruota posteriore della bici di papà Renzo, mediante un attrezzo prefissato – chiamato follow me - e composto di due parti che, chiuse a libro quando non si usano, si aprivano all’occorrenza per agganciare con il pezzo mobile la ruota anteriore della biciclettina rosa. Papà Renzo, con stoica determina-zione l’ha trainata per le prime quattro tappe da Lorrach, situata appena fuori il confine Svizzero a ridosso di Basilea, fino a Saverne. Dal sesto giorno, il percorso si preannunciava più impegnativo per tutti, che ormai sentivano nelle gambe - e non solo - i primi quattro giorni di strada; quindi alla partenza da Saverne, Rachele è stata messa sul seggiolino posteriore della bici paterna. Questi passaggi al traino non sminuiscono la forza della bimba che comunque si è fatta 400 km in sella, con tappe giornaliere da 90 a 50 km, solo l’ultimo giorno abbiamo percorso 30 km. Rachele ha partecipato a questo viaggio con entusiasmo, sebbene sia voluta venire solo per emulare la sorella Erica. Mi ha detto che le sono piaciuti gli alberghi più eleganti, dove la sera a cena poteva sfoggiare i suoi vestitini e le sue acconciature femminili e luccicanti; ha apprezzato il verde cittadino di Friburgo. La sera si sentiva stanca, aveva male alle braccia e al collo, un po’ anche al sedere; spesso si addormentava sul tavolo della cena.La sorella Erica, ha 12 anni e frequenta la seconda media ed essen-do la più grande è una veterana delle gite cicloturistiche. In passa-to, ha scritto le sue impressioni sulla vacanza in Borgogna, (cfr. Ci-clostile n. 39/07). Talvolta tenta di convincere le amiche scettiche: “Bisogna provare quanto è bella l’esperienza del viaggio in bici”, mi dice e mi racconta una aneddoto. A scuola, durante un intervallo, con un paio di amiche stava guardando la cartina della Francia, alla ricerca della collocazione di Parigi; lei inizia allora a fantasticare – a voce alta - una gita in bici lungo i viali della capitale francese, subito interrotta dalle amiche: “Che noiosa sei, a Parigi si va a fare shop-ping!” , “Non capiscono”, commenta rassegnata.Mattia ha 13 anni e va in terza media, pratica regolarmente il nuoto e lo judo. Era felice di essere venuto in vacanza col papà Massimo: era la prima volta in cui intraprendeva un viaggio in bici così lungo! Per lui non era una gran fatica, si è divertito molto a correre in bici, a fare le impennate sulla ruota posteriore, sempre pieno di vitalità. Si è anche prestato a farsi spingere dal papà per decine di km sulla bici col cambio avariato di un partecipante, al quale ha dato in cam-bio la sua, per poter raggiungere l’officina di un meccanico francese. Nonostante il lungo contrattempo, lui si è sempre divertito.Fabrizio ha 16 anni e va in III liceo scientifico. Era alla sua terza esperienza di ciclovacanza, soddisfatto di vivere quella che per lui rappresentava un’avventura, che può affrontare in compagnia di tanti amici. “È meglio viaggiare in bici per scoprire nuove terre non ancora viste.” dice e poi confessa sommessamente: “Mi piacerebbe incontrare molti altri giovani tra gli Amici della Bicicletta.” Francesco che ha 15 anni e frequenta l’Istituto di Agraria, è un socio AdB veterano come Erica. Anche lui, come Fabrizio, ama viaggiare in bici “per conoscere posti nuovi e mi piacerebbe farlo con gli ami-ci” , dice riferendosi ai suoi amici, che sarebbero curiosi di venire con lui alle ciclogite, ma poi i genitori non li accompagnano. France-sco è consapevole che andare in bici non inquina e coglie l’occasione di questa intervista per invitare i ragazzi a raggiungerlo tra gli Amici della Bicicletta.Che dire, erano solo cinque tra ottanta, ma che forza!!!

Come insegnare ai bambini ad andare in biciFocus 08/2008Imparare ad andare in bicicletta è una delle tappe di crescita dei bambini. I metodi di insegnamento sono molti: da speciali “manici”sulla bici per farla reggere da un adulto, alle classiche rotelle. Ma il più efficace è….togliere i pedali. A ruota libera. In questo modo i bambini potranno usare la bici come un monopattino su cui sedersi:spingendosi da soli con i piedi, sperimentano brevi tratti in equilibrio, con le suole vicino la terreno. Quando acquistano più sicurezza, si possono rimontare i pedali: e non soffriranno il “distacco” delle rotelle.

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Ezio Da Villa, Assessore alla Mobilità e alla Politiche Ambientali del-la Provincia di Venezia, anche lui molto vicino alla filosofia Fiab, è venuto in bici con il figlio; ha ricordato la storia travagliata del per-corso Caposile – Portegrandi dovuta a problematiche di impatto am-bientale e a carenze economiche che hanno colpito la manutenzione, ha messo in risalto l’aspetto turistico del percorso lungo gran parte dell’argine del Sile che attraversa un territorio di molteplice valenza, naturalistica e storica, di interesse non solo locale, ma anche interna-zionale dato l’afflusso di presenze straniere nella zona; ha promesso un intervento “leggero” lungo il tratto lagunare, che prevede solo il li-vellamento del fondo stradale attualmente segnato dalla percorrenza dei residenti e dei pescatori e la posa di ghiaia, mentre costante do-vrà essere l’impegno di manutenzione, indispensabile per godere di una ciclogita che, giunti a Portegrandi attraversa la zona Salsi, sfiora Jesolo e raggiunge Punta Sabbioni; inoltre verrà dedicata particolare attenzione agli interventi di raccordo tra le piste già esistenti in pro-vincia di Treviso e in quella di Venezia con i tratti centrali già attivati nei Comuni toccati dal percorso; Ubaldo Fanton, Assessore alla Mobilità e alla Politiche Ambientali della Provincia di Treviso, che ha espresso grande amore per questo territorio dove tra l’altro vive e si muove in bicicletta e in tutte le sta-gioni, regalandoci il ricordo di un’immagine della laguna sullo sfondo delle montagne innevate in una giornata di freddo e di cielo terso; ha ricordato che non basta parlare di inquinamento, ma serve offrire delle soluzioni, pertanto la Provincia di Treviso ha prodotto un atlante delle piste e delle strade secondarie percorribili in bici nel territorio provinciale, per fornire una mappa delle possibilità di spostamento cicloturistico oltre ai vari spezzoni di piste dedicate; conclude augu-randosi che la sinergia tra Comuni possa diventare una costante nel prossimo futuro;Maurizio Donadelli, Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Quarto d’Altino,don Gianni Fazzini, Direttore dell’Ufficio pastorale degli Stili di Vita del Patriarcato di Venezia, nonché Parroco di Altino,Maria Furlan, Presidente della Cooperativa Sociale Qualità, che svol-ge la sua attività nel territorio di Altino con varie proposte culturali, tra cui escursioni in bicicletta con 60 biciclette disponibili a noleggio in loco, un bragozzo per escursioni in laguna, percorsi storici con visite guidate al Museo Nazionale Archeologico di Altino e incontri gastro-nomici a tema con prodotti del territorio.Antonio Dalla Venezia, Presidente nazionale degli AdB il quale ha ricordato la prima manifestazione per sostenere questo tratto lungo il Sile, da noi organizzata già nel 2002 con grandi aspettative, che in sei anni si sono confrontate con pochi risultati; adesso si aspetta di vedere in breve il completamento dell’intervento, considerando i dati forniti dal sito ufficiale della Fiab, in base ai quali il percorso cicloturi-stico lungo il Sile è quello più cliccato. Il Presidente AdB di Mestre, il nostro infaticabile Biagio D’Urso, con la collaborazione di Luciano Renier ha messo in contatto i suddetti inte-ressati. In particolare, Luciano ha coordinato le tre associazioni Fiab partecipanti e organizzato il giro, guidando i cicloturisti lungo il per-corso con molta energia e con grande entusiasmo, felice della riuscita manifestazione. Ne abbiamo parlato il giorno stesso a caldo ciclando lungo quella via ancora dissestata che si affaccia su una splendida laguna, assolata e gentilmente ventilata, mentre ci lasciavamo Capo-sile alle spalle e sussultavamo sul fondo infestato dalle buche.Luciano diceva che numerosi partecipanti, almeno il 40%, erano ac-corsi liberamente su invito della stampa, di cui alcune testate locali avevano iniziato a mandare articoli sull’iniziativa fin dalla domenica precedente. Nonostante ciò, lamentava scarso interesse soprattutto da parte di radio e tv, che non hanno dato il giusto risalto a questo evento al quale avrebbe potuto partecipare un maggior numero di cicloturisti.Si diceva comunque soddisfatto dell’impegno preso dagli amministra-tori che hanno promesso di risolvere in tempi ragionevoli, i problemi tecnici e di raccordo tra i vari tratti di competenza, dando fiducia alle personalità politiche che erano intervenute alla manifestazione e che hanno potuto constatare il successo decretato dai cicloturisti per un percorso immerso tra natura, storia e cultura del territorio.Da parte mia, la sottoscritta cronista, si sta avverando un piccolo so-gno, alimentato dalla lunga frequentazione di questa parte di laguna, ma inizialmente stuzzicato da una prima manifestazione promossa dagli AdB di Mestre già nel 1999 e della quale ne fa da testimone il volantino che ho ritrovato e riportato qui a sinistra.

Lungo il taglio del Sile,in bicicletta

tra fiume e barene.di Laura Borgo

Sabato 20 settembre si è svolta la manifesta-zione che ha avuto grande successo, con la

partecipazione di circa 200 cicloturisti prove-nienti da Mestre, Venezia, Treviso, S. Donà e

da località limitrofe. La manifestazione è stata curata dall’assessorato alle Politiche Ambientali

della Provincia di Venezia, attraverso il Bike Office, in collaborazione con le associazioni

FIAB : gli AdB di Mestre, quelli di Treviso “In bici per l’ambiente” e quelli di S. Dona’ di Piave

“Vivilabici”. Alla tappa di Altino, sono venuti a salutarci le

personalità politiche locali coinvolte nel proget-to della via verde-azzurra che unirà Treviso a Punta Sabbioni via Jesolo; mi sono sembrate felici di concludere con successo un progetto

che rischiava di restare un desiderio. Il ciclotu-rismo sta vivendo una stagione di successo e grazie ai contributi delle rispettive Fondazioni

di CassaMarca e della Cassa di Risparmio di Venezia, le Amministrazioni Comunali coinvolte

dal percorso ciclabile potranno ritirare fuori dal cassetto i loro rispettivi progetti, dei quali alcuni trattisono già stati avviati fin dagli inizi

del 2000, e raccordare gli interventi. Abbiamo incontrato per i saluti e ci

hanno seguito poi per un tratto di pedalata assieme:

Davide Zoggia, Presidente della Provincia di Venezia, che ha messo in

risalto l’importanza di un percorso naturalistico in un territorio peculiare

come è quello della Laguna nord ricco di valli da pesca, percorso che, dall’altro

capo, offre l’opportunità di conoscere anche Treviso e l’entroterra trevigiano, luoghi di sicu-

ro richiamo turistico;

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Contro la speculazione ediliziain via del Tinto - Bosco di Carpenedo

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C’è Ric?Aurora Tron e AdB MestreQuesta era la domanda che rivolgevo spesso ad Antonio per accertarmi della presenza di Gigi a qualche iniziativa Fiab.Perchè Gigi rendeva qualunque occasione “spe-ciale”, si trattasse di una conferenza o di una pedalata.Era colto, (le sue citazioni ormai non si contano più!), arguto, appassionato, deciso ma anche paziente, di ampie vedute e di fiduciosa perse-veranza, di incrollabili ideali e di grande, innata e squisita signorilità. E amava appassionatamente e teneramente la FiAB.Il suo sguardo acuto e sorridente, il suo sorriso luminoso e caldo avevano la capacità di acco-glierti e di farti sentire parte del gruppo mentre le sue parole erano una delizia per la mente ed un arricchimento per lo spirito. Un regalo prezioso del quale gli sarò sempre grata e che mi renderà dolce il suo ricordo. Per ora, provo, invece, una grande tristezza. Grazie Gigi per tutto quello che ci hai dato disinteressatamente e con generosità!Un abbraccio affettuoso a Rosanna che ricordo con grande simpatia ed ai figli.

Le Associazioni di tutela dell’ambiente di Mestre e Venezia, preoccupate tutte della progettata lottizzazione di uno degli ambiti di protezione e tutela del Bosco di Carpenedo messa in opera da “noti furboni di quartiere”, vogliono richiamare l’attenzione dei concittadini e chiedere loro di coalizzarsi tutti in difesa di un angolo del territorio cittadino che, dopo anni di speculazioni e sfruttamento generalizzato e irresponsabile, rappresenta un valore pubblico inestimabile per la qualità ambientale e paesaggistica che ancora contiene. Il Bosco di Carpenedo, oasi naturale per l’autentica rarità botanica (costituisce infatti uno dei pochi esempi sopravvissuti nel Veneto di foresta planiziale a Querco-Carpineto che si estendeva su tutta la pianura padana) e testimonianza storica, deve continuare ad essere bandiera e simbolo ambientale per l’intera città di terraferma, e per questo difeso da ogni aggressione edilizia. Le Associazioni invitiano pertanto tutti i Mestrini a reagire rispetto questa ennesima “speculazione edilizia” e a sottoscrivere la petizione, oltre che a contribuire economicamente per consentire di fare fronte al ricorso al TAR (Tribunale Amministrativo Regionale) contro la variante che consente l’edificazione, denunciando le irregolarità dell’iter amministrativo, lo scarso spessore civico e culturale degli autori di tali operazioni immobiliari di natura squisitamente speculativa, nonché ribadire l’inestimabile valore storico-ambientale dell’area. Le Associazioni si battono affinchè i diritti della comunità mestrina a conservare una testimonianza storica ed ambientale unica, siano assicurati. WWF Venezia, LIPU Venezia, Legambiente Veneto, Italia Nostra Venezia, VAS Venezia, Amici della bicicletta Mestre, Gruppo Valdemare, Amico Albero, Associazione Bosco di Mestre, Ass. Naturalistica Sandonatese, Co.C.I.T., Territori&Paradossi, Associazione AIRIS ONLUS, Centro Studi Storici di Mestre, Comitato Terraglio, Terraglio & Dintorni, Gruppo per la salvaguardia dell’ambiente La Salsola, Gruppo di Iniziativa Forte Carpenedo.Per informazioni, documentazione, sostegno e consegna delle firme :Cell. 380/3219135 - 340/9023900 - 347/3361144NB : per approfondire i contenuti della petizione e scaricare il moduli di raccolta delle firme visitare il sito www.territorioveneto.it

Il Bici-Park scoppia ma di saluteDirettivo A.d.B.Le bici un bene da proteggere, con queste parole l’assessore Enrico Mingardi ha realizzato in un posto strategico, vicino alla stazione un moderno parcheggio per biciclette. Attualmente ci sono quasi 600 abbonati, servirebbero altro 400 posti, e un particolare da non sottovalutare è quasi in pareggio da punto di vista economico.Giorgio Nordico presidente di ASM ci dice che l’edificio non è di nostra proprietà, di conseguenza non possiamo fare gli investimenti che servirebbero per aumentare la capacità. La nostra intenzione è quella di mantenere un prezzo basso quasi politico perché la bicicletta è un mezzo che migliora la vivibilità in una città.Il prezzo è di 9 euro al mese, ed è aperto dalle 6 del mattino fino alle 23 della sera, la domenica è chiuso.La gestione è affidata alla cooperativa sociale “Il cerchio”, i quali ci dicono che ci sarebbe richiesta anche di bici a noleggio ma so spazio proprio non c’è. Due anni fa quando apri aveva solo 30 abbonati, si pesava che le cose non sarebbero andate bene invece la gente ha capito che la bicicletta è un bene cha va protetto e ben custodito.Antonio Dalla Venezia, con evidente soddisfazione snocciola i dati dai quali emerge che le piste ciclabile di Mestre sono trafficate come autostrade, e questo è dovuto a tutta una serie di comportamenti coerenti che i soggetti coinvolti hanno tenuto in questi anni e tra questi c’è l’intuizione di Mingardi di realizzare il Bici-Park. Il problema sarà fra un anno circa quando l’edificio sarà ristrutturato e 7-800 persone non sapranno più dove mettere a dormire le loro biciclette.

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‘dentro’ casa nostra. Non solo, ma la qualità del segnale peggio-ra in gole, vicoli tra case alte, veicoli chiusi con vetri speciali... Invece nuvole, nebbia, pioggia, vetro comune, plastica sono ininfluenti. Meno buono è il segnale minore sarà la precisione dello strumento, come per telefonini, radio, tv, ecc... Quindi se in una vasta area aperta il gps mi darà la posizione con margine di errore inferiore ai 2 metri, in un bosco fitto questo margine potrà salire ai 50 metri fino a far perdere completamente l’ indicazione della posizione.Attenzione quindi.Scoperto l’ inghippo usciamo di casa col nostro aggeggio, e cer-chiamo un posto diverso da una stretta calle tra due alti palazzi. Dopo poco sul gps nella pagina iniziale, quella dei satelliti celesti, sparirà la scritta “attendere” mentre compariranno 4 5 o più barre, una per satellite ricevuto. Schiacciamo il tasto dedicato al cambia-re pagina fino a portarci alla pagina carta (o mappa). Vedremo una piccola punta di freccia al centro della schermata, siamo noi! Ora, controllando anche dove mettiamo i piedi, facciamo una ventina di passi in una direzione qualsiasi: la freccetta si girerà e una codina comincerà ad uscire e a crescere dalla freccetta stessa finché non ci fermiamo, sono le nostre orme digitali chiamate “traccia”. Lo strumento infatti aggiorna in tempo reale la nostra posizione e la visualizza con la freccetta nello schermo. Se ci muoviamo, muo-verà anche la freccetta, lasciando un punto ad indicare la vecchia posizione. Disegna poi un segmento di linea che congiunge il nuo-vo punto a quello precedente, costruendo così sempre in tempo reale, la pianta in scala del nostro percorso sul suo schermo.Facciamo altri 10 passi in un altra direzione: la freccetta dopo es-sersi girata, disegnerà un altro segmento di traccia con un angolo, rispetto al primo segmento, uguale a quello della nostra deviazio-ne. Se avessimo camminato in neve fresca, l’ intera traccia dise-gnata dalla freccetta sarebbe la copia di quella impressa sulla neve dai nostri passi, in scala ridotta. Ora immaginiamo un improvviso nebbione, se volessimo tornare al punto di partenza, basterebbe seguire le impronte lasciate sulla neve; invece in estate senza neve sull’ asfalto bollente ci potremmo affidare alle orme digitali: ci muoveremo in modo che la freccetta sul gps ripercorra in senso inverso la traccia prima disegnata. Certo in un raggio di 30 passi da casa è difficile perdersi, ma se fossimo in bici a 30 Km. dalla partenza in una zona sconosciuta... stanchi, senz’ acqua, all’ im-brunire, con lupi ululanti in una notte di luna piena... Ma al di là della situazione d’ emergenza il gps è utilissimo anche in condizioni normali. Infatti, man mano che proseguiamo nella nostra gita, avremo una traccia composta da una serie di punti in ognuno dei quali son memorizzati: orario, posizione e spesso anche altitudine. Con questi dati, elaborati dal gps al momento, potremo ricostruire con precisione il nostro giro su una carta, ad un bivio scegliere la direzione giusta, memorizzare un posto che ci interessa, trovarne uno memorizzato, ... E’ come se durante la nostra gita potessimo salire in cielo quanto alto vogliamo, per tener d’ occhio la nostra situazione a terra!Non solo finito il giro, se a casa abbiamo un PC, potremo memo-rizzarlo come una foto ricordo e anche rielaborarlo per preparare la traccia del prossimo. Ancora potremo spedire con una e-mail la traccia del giro a nostri amici che non son potuti venire quel gior-no o agli adb di Trapani che fra 20 giorni hanno la ciclovacanza in Veneto. Questi, caricando il file ricevuto con un PC nei loro gps, potranno fare il nostro giro senza essere guidati da noi, senza do-verci pagare il caffè nell’ unico bar buono della zona da noi trovato e segnalato nel file. Al contrario se i ‘doich’-adb ci mandassero qualche traccia dei loro giri in Alsazia e Lorena sarebbe un po’ come averli virtualmente come guida locale per la nostra ciclova-canza; in questo caso però conoscendo i gusti teutonici è meglio che, per quanto riguarda il caffè, ci arrangiamo da noi.Spero di esser riuscito a dimostrare la teoria del titolo dell’ articolo e così termino, almeno per questa volta.Alla prossima e ... Buon caffè!

...non fa il caffè ma mi porta a bere

quello buono...

Con una spesa che varia dai 150 ai 400 euro, fatta in un momento di pazzia, ci

siamo portati a casa un apparecchio gps portatile.

Apriamo la scatola dove oltre ai soliti cd, manuali e accessori vari troviamo una specie

di goffo telefonino, con pochi tasti e tan-to schermo lcd. Tecnologicamente però un apparecchio gps è più assimilabile ad una

radio; infatti é solo un ricevitore di segnali elettromagnetici. Non emanando nulla alme-

no non fa male alla salute.Altra buona notizia é che quasi tutti i modelli funzionano per oltre 10 ore con 2 comuni ed economiche pile stilo tipo AA anche ricarica-

bili (con altre 2 pile di scorta si ha autono-mia per pedalare un’ intera giornata, ...solo

per il gps). Inseriamo le batterie nel loro alloggiamento che una volta richiuso diventa stagno come

del resto tutto l’ apparecchio. Quindi non c’è da temere in caso di pioggia o di accidentale caduta in acqua (profonda fino a ½ metro e

x ½ ora: non serve ai sub). Accendiamolo e sullo schermo lcd, dopo una

serie di videate iniziali del tipo “durante l’ uso guardare anche la strada”,

verrà visualizzata la pagina iniziale, dedicata ai satelliti (quelli celesti), con sovrimpressa una scritta tipo

“ricerca satelliti in corso”. Infatti come i telefonini

all’ accensione per essere funzionanti cercano i ‘campi’ delle famigerate antenne,

il nostro gps cerca i segnali elettromagnetici provenienti da almeno 3 satelliti; infatti ce

ne sono 24 dedicati allo scopo, in orbita nel cielo a oltre 20.000 km. di altezza.

Questi segnali, inviati a brevi intervalli, con-tengono le informazioni della posizione nello

spazio del satellite che li genera. Il nostro gps ricevendoli viene a conoscere la posizio-

ne del satellite e, calcolando il tempo tra-scorso dall’ invio alla ricezione del segnale,

anche la precisa distanza tra se e il satellite stesso. I punti equidistanti dallo strumento a un satellite disegneranno sulla superficie

della Terra un cerchio. I punti equidistanti da un secondo satellite disegneranno un altro

cerchio che si interseca col primo in due punti. Con un terzo avremo l’ intersezione in

uno solo dei due punti: la nostra posizione sulla Terra.

I satelliti son stati distribuiti in modo che in ogni parte del mondo ce ne siano almeno

5 sopra la linea dell’ orizzonte, così un gps potrà funzionare su tutto il globo terrestre... fuori che ... a casa nostra!! Infatti il nostro nuovo gps non riesce a trovare nulla. Sarà

guasto?No. E qui arriva il punto debole del sistema: i relativi segnali elettromagnetici inviati dai satelliti sono molto deboli e vengono scher-

mati da muri, vegetazione fitta, gallerie e quindi anche dalle pareti domestiche, proprio

di Alberto de Grandis

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Da speciale qui Touring

Tra Mestre e Treviso La ciclabile delle villePercorso Km 31: Mogliano Veneto, Zerman, Preganziol, Campocro-ce, loc. Marocco. Difficoltà Il percorso è completamente pianeggiante.

Aquileia La pineta di San Marco e BelvederePercorsoKm 23: Monastero, Aquileia, foce del Natissa, chiesetta di san Marco, ponteTiel Belvedere, Boscat, Fiumicello, Monastero.DifficoltàIl percorso è completamente pianeggiante su strade sterrate e asfaltate.Consigliato a primavera per ammirare le fioriture.

Amsterdam e New York due realtà ciclabili a confronto.di Umberto VioQuest’anno ho trascorso le mie vacanze ad Amsterdam e a New York. Ad Amsterdam mi aspettavo un uso diffuso della bicicletta, ma non in quelle dimensioni, non vi sono luogo od ora dove la bicicletta non sia protagonista. Ogni strada ha le piste ciclabili, vi sono molti negozi per noleggiarla e i parcheggi sono veri e propri silos multipiano pieni di biciclette. Gli abitanti girano in sella alle proprie biciclette con grande fierezza anche con il tempo avverso e in molti casi sono i veri padroni della strada. È superfluo dire che tutta la città è dotata di una rete estesa e completa di piste ciclabili.I Newyorkesi cominciano in questi anni a scoprire questo mezzo, lo apprezzano nell’esteso centro di Manhattan e nei lungo fiume. Con mia sorpresa tutti i ponti sospesi che da un esame superficiale sembrano riservati solo al traffico automobilistico e alla linee della metropolitana, sono dotati di larghe piste ciclabili e marciapiedi per i pedoni. Un’altra sorpresa è che anche la metropoli è dotata di numerose piste ciclabili. Inoltre i ciclisti di New York, organiz-zati in agguerrite associazioni ciclabili, ogni mese con catene di sms o di e-mail organizzano senza preavviso una manifestazione a cui partecipano migliaia di ciclisti perché vogliono che la città sia dotata di una rete completa di piste ciclabili proprio come ad Amsterdam.

METE, Terre dei Tiepolodi Nadia Zanoni e Massimiliano ManchiamoUna nuova pubblicazione sarà presto in distri-buzione grazie anche alla collaborazione offerta dall’associazione FIAB-GIS ciclisti e pedoni che opera a Mirano e in comuni limitrofi. Il progetto METE (una iniziativa INTERREG a cui hanno par-tecipato Confesercenti e altri soggetti) interessa il territorio di sette comuni del Miranese (Mirano, Spinea, Salzano, Martellago, Santa Maria di Sala, Scorzè, Noale). Un’area di vasto interesse storico naturalistico conosciuta con il nome di “Terra dei Tiepolo” particolarmente vocata alle attività turi-stiche ciclopedonali.Proprio in funzione a questo aspetto, alcuni degli incaricati della associazione hanno offerto la loro esperienza e competenza individuando i percor-si ciclopedonali che interessano in modo globale l’intera area turistica. Questi percorsi vengono dunque suggeriti e valorizzati come una modalità di visita moderna e sostenibile, particolarmente adatta al tessuto urbanistico del Miranese, in gra-do di presentare un’offerta diversificata e diffusa. La pubblicazione è stata realizzata sotto forma di cofanetto che contiene: la mappa cicloturistica, la scheda “In Bici” (Itinerari arte, storia e natura), la scheda Natura (I parchi, la flora e la fauna), la scheda Eventi (Folklore e gastronomia), la scheda Storia (Le pagine dei secoli nel Milanese), la sche-da Arte (Tiepolo : arte del territorio).il cofanetto sarà disponibile (prezzo di copertina 10 euro)quasi certamente entro fine anno presso librerie e sedi FIAB.

a destra dall’alto: immagini di Amsterdam e New York

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Nell’era dei satelliti, servono ancora le carte geografiche ?di Luigi Zanon

Sono sempre state l’incubo del cicloturista, soprattutto di chi ha l’incarico di prepare un percorso per un gruppo di amici per poi guidarli durante il tragitto: facile a farsi se uno ha avuto la possi-bilità di provare il giro, magari più volte; molto meno se progetto ed esecuzione del percorso sono affidati alla lettura di carte ge-ografiche. Immagina di voler progettare, per una ciclovacanza, la traversata Est/ovest della Sardegna avendo solo conoscenze limitate di alcune zone, basandoti quindi essenzialmente sulla cartografia esistente. Per prima cosa devi procurarti una carta della Sardegna; con quali criteri ?Bisognerebbe conoscere la “professionalità” dell’editore ma forse la scelta è talmente limitata che dovrai accontentarti di scegliere la scala : probabilmente troverai in commercio scale da 1:200.000 fino a 1:400.000 e sicuramente sceglierai la 1: 200.000 (ad esempio l’atlante stradale del Touring Club Italiano, usa questa scala) …. perché ? Facciamo un passo indietro; inutile procedere se non è chiaro il concetto di scala cartografica.Scala 1:200.000 significa che le lunghezze reali sono state di-vise per 200.000 e riportate sulla carta o, inversamente, che misurando una distanza sulla carta, la distanza nella realtà sarà 200.000 volte più grande. Ed esempio se la distanza in linea ret-ta tra SASSARI e ALGHERO sulla carta suddetta è di 14 cm, nella realtà questa distanza sarà 14 x 200.000 cm = 2.800.000 cm = 28.000 m = 28 Km. E’ evidente che in una tale scala per rappresentare tutta la Sar-degna ho bisogno di molte pagine standard (formato A4): l’at-lante TCI ne usa 10. Usando una scala assai più piccola 1:1.000.000 potrei avere tut-ta l’isola in un solo foglio ma con grave perdita di precisione e ritrovando solo le strade e le cittadine più importanti. Purtroppo, nemmeno la scala 1:200.000 è abbastanza grande per rappre-sentare le strade nella loro larghezza reale, né le curve di livello per valutare le altimetrie né la viabilità minore all’interno delle città; basti pensare che se viene disegnata una strada (doppio bordo) con un mm di larghezza, questa dovrebbe, nella realtà essere larga 200.000 mm = 200 m (come un aeroporto !) e vice-versa, volendo rispettare la scala, una strada larga 8 m dovreb-be essere disegnata con spessore di 0,04 mm (praticamente invisibile !) …… non se ne esce … ci vorrebbe una scala ancora più grande … magari 1:100.000 o meglio 1:50.000 o le I.G.M 1: 25000 … o no ?No, sorgono altri problemi : per primo in certe zone come ap-punto la Sardegna non trovi le scale 1:100000 o 1:50000 men-tre le IGM (Istituto Geografico Militare) sono “aggiornate” (si fa per dire) ad oltre 30 anni or sono; inoltre raddoppiando la scala si quadruplica la carta necessaria per rappresentare il territorio (per la Sardegna 1:100.000 servirebbero non 10 ma 40 A4 …)Quindi bisogna arrangiarsi con le carte TCI (o simili): anche se mancano alcune strade se ne trovano sempre in abbondanza per progettare percorsi fuori dalle strade più trafficate (che in Sardegna sono pochissime !) quello che invece ti mancherà è l’altimetria; impossibile individuare le quote dei passi o di fondo-valle su terreni montagnosi, con questa scala. Tra l’altro noterai che le poche quote presenti sulla carta sono riferite alle cime dei monti e raramente alla strada, salvo i valichi più importanti o i paesi. Se con un po’ di bravura (e di fortuna) potrai valutare le lunghezze delle varie tappe con un errore entro il 20 %, quando si tratta di stimare il dislivello in salita rischierai di commetere errori del 100% e più (credevi di dover fare un dislivello di 700

in alto ed in basso:immagini delle pubblicazioni Tabacco

Page 15:  · delle piste ciclabili mestrine. Questo non per la scarsa dotazione di parcheggi del forte ma per-ché la bicicletta è il mezzo di locomozione ideale, soprattutto in una città

ciclostile 42

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Pes.co* Festa di fine anno 2008Concorso fotografico, escursioni,cena, musica e balli!!!

Quest’anno la festa si terrà

sabato 22 novembre

al Pes.co*a Tessera

inizierà

dalle ore 18.30 in poicon cena a buffet, premiazione concorso fotografico, proiezioni musica e balli fino a notte inoltrata.

Siete tutti invitati soci e non.

Quota di partecipazioneeuro 24,OO a testa.

Via Triestina 15930300 Tessera (VE)Tel: 041 54 16 343Cell: 3315097187

m ed a fine giornata il computer/altimetro sentenzia: 1500 ! Le gambe confermano … i compagni di viaggio, se ne accorgono ….decisamente arrabbiati!). Se il percorso è decisamente montano, val la pena di fare questa semplice stima: posta una lunghezza di 60 Km supponiamo 1/3 quasi piano + 1/3 salita + 1/3 discesa; risultano 20 Km di sali-ta che, ad una pendenza media del 5% (raramente è di meno) rendono plausibile un dislivello di 0,05 x 20.000 = 1000 m (e se risulteranno di meno, nessuno si lamenterà).Supponiamo ora che il tuo percorso sia un giro, in gior-nata, nell’ambiente collinare o prealpino del triveneto. Siamo veramente fortunati, noi cicloescursionisti con la passione per le strade di montagna, perchè qualcuno ha già risolto il pro-blema cartografico, con molta cura: si chiama Tabacco la Casa Editrice di Udine che ha coperto “quasi” tutto il territorio alpino e prealpino dalla Val Venosta a Trieste con accuratissime carte 1: 25.000. Ultime sfornate sono la “050 – Altopiano di Asiago” e “051 – Massiccio del M. Grappa”.Il “quasi” si riferisce alla mancanza delle Prealpi Trevigiane Sud-Ovest (Valdobbiadene – Monte Cesen) e delle Colline Trevigiane. Tuttavia anche queste zone sono coperte dalle cartine Zanetti che, pur non al livello “Tabacco” e con scala 1:30.000, sono un ottimo sussidio per progettare escursioni in bici e a piedi nel me-raviglioso territorio pedemontano a noi prossimo.Le ultime carte 1:25000 escono dotate di un interessante stru-mento: il reticolo UTM, una trama di sottili linee verticali ed oriz-zontali, che suddividono le carte in quadrati di 4 cm di lato, che corrispondono nel terreno a quadrati di 1 Km. Poiché ogni linea è identificata da un numero (coordinata) con questo sistema è possibile individuare numericamente una posizione sulla carta (di un rifugio, di una fontana ecc.) per poi inserirla su un mo-derno GPS (vedi apposita rubrica, curata da Alberto, su questa stessa rivista).

Scale e scalimetriUn’ultima osservazione importante e spesso trascurata riguarda uno strumento che potremmo chiamare “icona scalimetrica” o “scalimetro”: si tratta di un segmento di una certa lunghezza con riportato il suo corrispondente valore nel reale; ad es. un tratto di 4 cm con scritto 1 Km e con le suddivisioni ettometriche (4 mm). Naturalmente scala e scalimetro si corrispondono perfet-tamente … a meno che non venga fatta una riduzione fotostatica (ad es. se il percorso, per poco, non entra nel foglio A4 potrebbe venir ridotto all’80%. In tal caso la scritta scala 1:25000 resta invariata ma diventa fasulla, mentre lo scalimetro con scritto 1 Km diventa di 32 mm e continua a dire la verità. Considerate inoltre che la rappresentazione di mappe su compu-ter (con Map Source di Garmin) su GPS e Navigatori non usano la scala ma solo gli scalimetri : ad es. quando apro Map Source nel PC a 19 pollici, mi compaiono le mappe con disegnato un seg-mentino lungo 26 mm; se imposto lo scalimetro a 700 m questo equivarrà ad una scala 26:700.000 = 1: 27.000 (circa).Nel GPS (schermo molto più piccolo) lo scalimetro è di 8 mm ed impostandolo al valore 200 m ottengo una equivalente scala 8:200.000 = 1: 25.000 (proprio quella delle carte Tabacco).

Quale futuro ?Si avvicina la possibilità di usare programmi come Google Earth per vedere il territorio nella realtà come se volassimo a qual-che Km dal suolo, vedere strade e paesi, fiumi …. ma anche di tracciare un nostro percorso con pochi clik del mouse, di legge-re le quote raggiunte, di vedere foto dei luoghi che intendiamo attraversare. Per sapere qualcosa di più su questo futuro basta attendere …. il prossimo numero di Ciclostile.

Page 16:  · delle piste ciclabili mestrine. Questo non per la scarsa dotazione di parcheggi del forte ma per-ché la bicicletta è il mezzo di locomozione ideale, soprattutto in una città

CICLI TRABUCCO Via Zermanesa,72-Mogliano V. - Treviso - 10%

via della Vittoria 141 30035Mirano Veneziatel 041 5703092

Non buttiamo l’olio esausto della cucina

nel lavandino: un litro d’olio inquina

un metro cubo di acqua

Regolamento concorso fotografico

Anche quest’anno ci saràil concorso fotografico,

con alcune novità:il tema, ed il numero delle foto

che si possono presentare.Il tema sarà il seguente:

Il cicloturismoIl numero massimo è fissato

in 5 foto da presentare in formato JPG

Buoni scatti e buon cicloraduno.