fraGiacomo fileautorevoli della città, dicono del grande amore che i bresciani nu- ... a cui...

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Giacomo Foglio trimestrale sul Servo di Dio fra Giacomo Bulgaro (1879-1967) - Frate Minore Conventuale - Direzione e Redazione: Convento San Francesco - Piazza San Francesco 3 A - 25122 Brescia - Italia tel. 030.29.26.701 - fax 030.29.26.780 - Direttore Responsabile: p. GIANFRANCO CATTOZZO - Redazione: p. LEOPOLDO FIOR - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 3 del 1998 Autorizzazione dei Superiori - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 DCB Brescia Anno X, n. 04 | OTTOBRE-DICEMBRE 2008 - Realizzazione Grafica: Cidiemme/Brescia - Stampa: Grafica Sette/Bagnolo Mella (Bs) fra 4/2008 ritorno dei frati a san francesco ingresso di fra giacomo in convento DAGLI SCRITTI Stringimi a Te! 0 mio Dio, che cosa posso fare per ringraziarti? Dall’ abisso del mio nulla, ti chiedo perdono dei miei peccati, offesa alla tua adorabile maestà. La tua misericordia è molto più grande del male che ho fatto. Eccomi a te, tutto donato a te. Stringimi a te, in modo che nessuno possa mai più strapparmi da te, o Signore, mio Dio. (1933, q.2, 100v.101r) 1928

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GiacomoFoglio trimestrale sul Servo di Dio fra Giacomo Bulgaro (1879-1967) - Frate Minore Conventuale - Direzione e Redazione: Convento San Francesco - Piazza San Francesco 3 A - 25122 Brescia - Italia

tel. 030.29.26.701 - fax 030.29.26.780 - Direttore Responsabile: p. GIANFRANCO CATTOZZO - Redazione: p. LEOPOLDO FIOR - Autorizzazione del Tribunale di Brescia n. 3 del 1998Autorizzazione dei Superiori - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 2 DCB Brescia

Anno X, n. 04 | ottobre-dicembre 2008 - Realizzazione Grafica: Cidiemme/Brescia - Stampa: Grafica Sette/Bagnolo Mella (Bs)

fra

4/2008

80ritorno dei frati a san francescoingresso di fra giacomo in convento

dagli scritti

Stringimia Te!0 mio Dio,che cosa posso fareper ringraziarti?Dall’ abissodel mio nulla,ti chiedo perdonodei miei peccati,offesaalla tua adorabilemaestà.La tua misericordiaè molto più grandedel male che ho fatto.Eccomi a te,tutto donato a te.Stringimi a te,in modo chenessuno possamai piùstrapparmi da te,o Signore,mio Dio.

(1933, q.2, 100v.101r)

1928

20 ottobre 2008Celebrazioni per gli80 anni del ritornodei Frati FrancescaniConventuali a Brescia

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Nel foglio di presentazione delle celebrazioni in occasione dell’ot-tantesimo anno del ritorno dei religiosi in questa chiesa, il su-periore, p. Leopoldo Fior, scrisse che Monsignor Francesco Beschi, vescovo ausiliare di Brescia, dis-se: “In Brescia ci sono tante bel-le chiese e noi bresciani le visitia-mo volentieri. Ma poi, quando ne usciamo, veniamo tutti a questa chiesa di S. Francesco; in essa tro-viamo una bellezza e una spiritua-lità che ci affascina e ci prende il cuore. Qui sembra che la preghie-ra fluisca con più facilità e sponta-neità; qui veniamo per attingere il perdono di Dio, qui ci sentiamo a casa nostra”.Anche l’onorevole Paolo Corsini ha sottolineato come “la chiesa di S. Francesco costituisce una sorta di prezioso tassello di un complesso mosaico, rivolto a valorizzare un edificio sacro di grande fascino e rara bellezza, in grado di costitu-ire sintesi dell’impegno dei fedeli

e dei cittadini verso la fruibilità di una chiesa che costituisce simbolo di fede e di arte, crocevia di de-vozione e di storia, intersezione di spiritualità e di bellezza”.Queste affermazioni che proven-gono da due tra le persone più autorevoli della città, dicono del grande amore che i bresciani nu-trono per la chiesa di S. Francesco e per i frati francescani. Per que-sto ci piace comunicarvi due im-portanti ricorrenze che si celebra-no nel prossimo mese di ottobre: gli 80 anni del ritorno dei frati in questa chiesa e gli 80 dall’in-gresso in convento del Servo di Dio, fra Giacomo Bulgaro.ritorno, perché da questo com-plesso francescano i frati furono costretti ad allontanarsi nel 1797, quando iniziò il dominio francese e la soppressione degli ordini religio-si. Ritorno auspicato e atteso dai bresciani e che trovò realizzazio-ne il 28 ottobre 1928. Nello stesso giorno Giacomo, segno di celeste

Il 28 ottobre 1928 è la data storicadel solenne ingresso dei nostri frati,dopo oltre un secolo di esilio,nella chiesa di S. Fran cesco in Brescia.I giornali cittadini hanno dedicato ampie co lonne al fausto avvenimento.“L’Italia” del 30 ottobre 1928 scrive:“La cerimonia per il reingresso dei Minori Conventuali in S. Francesco, austera e solenne, rimarrà memorabile per il suo significato. L’anima di Brescia cattolica si è subito manifestata desiderosa di accostarsi a questi reduci sui quali si è tosto fermata l’attenzione della cittadinanza per la loro distin zione in quanto trattandosi di dar vita qui al seminario per le missioni estere, appartengono tutti, per ingegno e cultura, alla élite francescana. La figura di Padre Orlich - il giovane Gene rale dei Conventuali - (conta appena 42 anni)si è subito impo sta all’ammirazionedi tutti, per il suo tratto soave e signorile, per il suo sguardo dolce, vivo e penetran-te per quell’energia frammista a paterne sollecitudini con cui Egli regge l’Ordine”. Descrive quindi l’arrivo a Brescia del nostro Padre Provinciale, il P. M. Vittore Chialina, come rappresentante di quella Provincia a cui spettava l’eredità di tanta gloria francescana, e l’impo nente solennità delle funzioni, che si sono svolte nella chiesa. Richiama l’attenzione sul discorso “infra missarum solemnia” pronunciato dal Rev.mo P. Orlich e rilevando l’importanza delle cerimonie che si sono svolte anche alla sera, accenna anche alle parole cheil Padre Provinciale della Provincia Veneta ha rivolto ai confratelli nell’agape fraterna.Cinque anni dopo e precisamente nell’otto-bre del 1933 la Provinciadi Padova, rappresentata tanto degna-mente in tale faustissima circostanza dal M.R.P.M° Vittore Chialina, “in seguito ad accordi conclusi duranteil Capitolo Provinciale, celebratosi in Pado-va nei giorni 4, 5, 6 luglio 1933, acquista-va dal Rev.mo P. Ministro Generale, P. M° Domenico Tavani,la Chiesa e il Convento di S. Francesco d’Assisi in Brescia, che finora erano stati sotto la dipendenza della Curia Generalizia.

28 Ottobre 1928

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Il giorno 4 ottobre, festa di san Francesco, la messa solenne ha visto la massiccia partecipazione della comunità di Dello, rappresentata dai multicolori gagliardetti e labari delle associazioni del paese, che, tramite il sindaco dott. Giovanni Pigolotti, faceva l’annuale offerta dell’olio per la lampada della pace posta dinanzi all’altare di San Francesco.Dopo la comunione, il parroco di Dello, Don Vittorio Brunelli, benedicen-do l’olio sottolineava come “sia luce per chi cammina sulle strade del Vangelo; sia luce per chi vive nel dubbio e nell’errore; sia luce per chi ha smarrito le strade di Dio. Per chi vive le fatiche della fede, per chi è provato dal dubbio, per chi soffre nel corpo e nello spirito, sia balsamo e forza. Sia gioia per i poveri di speranza e per tutti gli uomini”.Il Sindaco di Dello, accendendo la lampada, disse: “A nome ed in rap-presentanza di tutto il popolo bresciano, rinnovo a te, Frate Francesco, l’offerta dell’olio, riaccendendo la lampada votiva. Con questo simbolico gesto esprimiamo l’amore che tutti gli italiani hanno per te ed imploriamo la tua costante protezione. Vigila, Francesco, fratello santo, sul nostro popolo, illumina i governanti, veglia sul comune di Dello. Guarda con be-nevolenza alla Provincia di Brescia. Rafforza i vincoli di unità, solidarietà, fraternità, tolleranza ed accoglienza. Ogni uomo, riconosca nell’altro un fratello, al di là del colore della pelle e del paese di provenienza. Il tuo saluto “Pace e Bene” risuoni anche sulle labbra delle persone, espressione di un concreto impegno per la concordia e il progresso dell’umanità. Dona alle nostre famiglie il sostegno per vivere la fedeltà alle radici cristiane. La tua benedizione scenda propizia su tutti noi oggi e sempre”.

benedizione, chiedeva di unirsi ai frati entrando in convento ed ini-ziando la sua nuova vita quale se-guace del Poverello di Assisi. Le iniziative, proposte in questa ri-correnza dalla comunità dei frati, non miravano tanto ad esaltare un momento storico, ma, piuttosto, offrire l’opportunità per una rifles-sione sul significato e il valore di una presenza francescana in que-sta chiesa locale; sull’importan-za che la chiesa di San Francesco ha nell’itinerario di fede di tante persone; sulla figura del servo di Dio fra Giacomo Bulgaro cui tanti di voi sono particolarmente lega-ti e devoti.

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Venerdì 10 ottobre, incontro con il dott. Vincenzo morgante, direttore RAI di Palermo, in occasione degli 80 anni del ritorno dei Minori Conventuali in San Francesco di Brescia.«I mass media possono favorire un clima di dialogo tra italiani e immigrati, met-tendo in luce non solo i problemi legati a una politica di sicurezza, ma anche gli esempi di incontri riusciti». Lo ha dichia-rato il direttore della sede Rai siciliana, Vincenzo Morgante, intervenuto venerdì sera durante la conferenza culturale intitolata «Francesco e il lupo - quando a far paura è l’uomo», presso il salone del convento dei frati francescani. Non sfugge a nessuno la situazione della Si-cilia per quanto riguarda il tema dell’im-migrazione: Lampedusa da anni è teatro di sbarchi giornalieri, «che ormai non fanno quasi più notizia, se non quando la cronaca è costretta a denunciare l’en-nesimo naufragio o, addirittura, qualche tragedia avvenuta in mare» -dichiara il noto giornalista, testimone oculare della terribile realtà.D’altro canto anche Brescia - capoluogo con elevato tasso di clandestini - è l’altro punto per cui passa la rotta dell’immi-grazione e, come tale, deve far sentire la propria voce. La tavola rotonda prende spunto dalla parabola francescana del lupo di Gubbio, animale terrorizzante che

tuttavia Francesco riesce ad ammansire, portando la pace nel paese e nel cuore dell’animale stesso: una storia vera che «aiuta a mettere a nudo l’animo uma-no, le sue bassezze, ma anche la sana attitudine al cambiamento. Il lupo oggi siamo un po’ tutti noi, da una parte per lo stato di solitudine in cui l’essere umano sembra sempre più costretto dalle sue paure; d’altra parte, per l’aggressività con la quale spesso egli risponde a queste stesse paure, credendo in tal modo di debellarle». La sindrome dell’in-sicurezza colpisce duro e fa perdere di vista il significato dell’essere cristiani, dal quale - secondo Morgante - è ne-cessario ripartire. L’argomento è caldo, come indicano le più recenti pagine di cronaca: maxirisse e violenza gratuita, campanello d’allarme su cui riflettere. Da operatore dell’informazione, Morgante sottolinea il ruolo fondamentale dei mez-zi di comunicazione di massa: il modo di dare una la ricezione, di conseguenza, «è necessario che i media allarghino gli scenari, portando lo spettatore o il let-tore a entrare In contatto con persone che hanno diritto di essere conosciute e rispettate», con storia da raccontare, come le due piccole sorelle tunisine, la cui morte ha prostrato l’intera Ragusa che ormai le aveva «adottate».Alessandra Stoppini

10 ottobre 2008Francesco ed il lupo.“Quando a far paura è l’uomo…”

17 ottobre 2008Francesco: Parole e musica!

Venerdì 17 ottobre, nel contesto della celebrazione degli ottant’anni del ritor-no dei Frati Minori Conventuali nella loro chiesa d’origine - dopo i 131 anni di as-senza imposta dalla soppressione napo-leonica - si è tenuto un concerto di mu-sica classica con brani musicali tratti da composizioni ispirate al Santo Assisate e da brani poetici, tratti dalla letteratura classica, riguardanti il Santo. Le “Fonti Francescane” spesso danno risalto al sentimento profondo tra Francesco e la musica. Infatti si narra che “…una vol-ta il Santo, prostrato da molte malattie insieme, sentì il desiderio di un po’ di bella musica, che gli ridonasse la gioia dello spirito. Convenienza e decoro non permettevano che ciò avvenisse ad ope-ra degli uomini - e allora intervennnero gli Angeli compiacenti a realizzare il suo desiderio. Infatti, una notte, mentre ve-gliava in meditazione, improvvisamente sentì una cetra suonare con un’armonia meravigliosa e una melodia dolcissima. Non si vedeva nessuno, ma si avvertiva benissimo l’andare e venire del citare-do dal variare del suono, che ora pro-veniva da una parte ed ora dall’altra. Rapito in Dio, a quel canto melodioso, fu invaso da tanta dolcezza che credette

fra giacomo story

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Pochi giorni dopo la conclusione solenne delle cerimonie dell’ottantesimo del ritorno dei frati in brescia,la liturgia della chiesa ricorda alcuni religiosi

martirizzati nel 1937 durante la guerra civile spagnola. tra di essi il p. Vicente,

che fu "padre spirituale" di fra giacomo.

lacrime in stazione

Sul cancello di una grande villa, con stupore si legge: «Attenti al cane! Entrate pure... a vostro rischio!» Il «cordialissimo» invito è certo rivolto ai malintenzionati, ma anche per gli altri... diffidenza e indifferenza albergano nel cuore di molti. Fra Giacomo, fedele al comando del Signore, voleva bene a tutti, specialmente ai suoi poveri, per i quali non risparmiava né tempo, né fatica. Amava inoltre tenerissimamente i confratelli, tanto da riconoscerli anche dal semplice passo, quando, negli ultimi giorni, la vista andava spegnendosi: «Sei tu, Domenico?», e gioiva della loro presenza. «Vi voglio bene, sapete; quanto siete buoni», e giungeva a momenti di così intima tenerezza da chiedere il loro bacio fraterno. Fra tutti, prediligeva il Padre Vicente (Vincenzo) Dionisio, che, per obbedienza, lasciata la sua terra di Spagna, sull’imbrunire del 13 aprile 1930 arrivava nel Convento di Brescia, scelto come Maestro di Noviziato. Per lui, il Servo di Dio nutriva profondo affetto e venerazione che dimostrava soprattutto ascoltando i suoi insegnamenti. Ma una volta ha il coraggio (lui così timido!) di manifestare i suoi sentimenti anche in pubblico. Quel giorno ricorre l'onomastico del Maestro e, in refettorio, davanti agli occhi stupiti e increduli di tutti, si alza e improvvisa un breve, sentito indirizzo di auguri. «Giacomo, siete diventato una specie di Cicerone!» si complimentano i vicini, e il Padre Vincenzo, commosso e compiaciuto, ricorda a lungo le parole del discepolo, al quale ricambia affetto e gratitudine. Nei suoi diari, fra Giacomo riconosce di quanta gentilezza e sollecitudine è circondato dal suo Maestro, il quale si prende cura anche della sua salute: «Fra Giacomo, andiamo a fare due passi in città, perché un po' di moto fa bene anche a voi». Terminato il Noviziato, viene il momento della separazione. «Fra Giacomo, venite a sedervi vicino a me che devo dirvi una cosa. Credo che vi darà un grande dolore. Forse avete intuito: devo lasciarvi... bisogna che ritorni in Spagna». Notando un'improvvisa e profonda angoscia: «Non dovete abbattervi, continua, prendiamo dalle mani di Dio tutto quello che ci dà: sarà sempre il meglio per noi». Il 22 agosto 1932, l'addio. Mestamente si avviano alla stazione. C'è tanta folla ad aspettare il treno che arriva puntuale. Con le lacrime agli occhi, fra Giacomo, incurante della gente che gli fa ressa, si inginocchia e chiede l'ultima benedizione. Trascorso qualche anno, viene a sapere che Fra Vincenzo ha subito il martirio durante la guerra civile spagnola. Orde di senza Dio lo prelevano dall'ospedale. Colpito a morte, mentre ancora respira è sepolto in un cimitero nei pressi di Barcellona. Ora discepolo e Maestro vivono insieme nel Regno di Dio.

di trovarsi nell’altro mondo”. Francesco è uno dei santi più amati nella storia del cri stianesimo; molti guardano a lui con gioia perché scor gono l’esperienza di un uomo che, illuminato da Cristo e plasmato dallo Spirito, si presenta co-me icona del l’uomo che ha smesso di adorare se stesso (di essere ripiegato su di sé) per vivere responsabilmente la propria vocazione come servizio e come dono. A leggere la sua vita, davvero tut-to sembra straordinariamente semplice, tutto di venta possibile, anche scoppiare di gioia e vedere la propria vita diven-tare leggera. Anche nel campo dell’arte (pittura, mu sica, cinema, poesia....) so-no molti gli artisti che hanno dedicato al Santo di Assisi il frutto del loro ta lento, creando momenti di rara intensità.Il concerto per tromba ed organo ha visto come protagonisti i venezia-ni margherita gianola all’organo e giovanni Vello alla tromba. Anche la “corale san Francesco” ha dato il suo contributo artistico presentando, a conclusione, il “Cantico delle Creature”, composto da Francesco d’Assisi, nel-la versione musicale di p. Domenico Stella.

È il titolo della conferenza pro-posta da p. luciano bertazzo, storico dell’ordine, il 24 ottobre nel salone conferenze.Tratteggiando la storia dei Francescani a Brescia con competenza ricca di spunti e prege-vole per ‘verve’ espositiva, propose alcuni esaustivi cenni sulla storia dalle origini fino alla soppressione del convento avvenuta nel 1797, ridisegnando fatti e figure di fran-cescani significativi per l’indelebile impronta storica, artistica e religio-sa lasciata non solo nel convento di Brescia, ma per tutta la città. Attento l’esame dall’allontanamento dei frati nel 1797 a tutto il periodo compre-so tra ‘800 e ‘900, da lui definito il “fuoco sotto le braci” per l’attenzione alla chiesa ed ai valori spirituali pro-mossi dai vari “rettori”, l’ultimo dei quali, Mons. Angelo Nazzari, fu un convinto fautore della restituzione della chiesa a coloro per i quali era stata costruita e che nei secoli ave-vano alimentato una spiritualità che il tempo non aveva eroso e che so-lo con loro poteva tornare a rivivere intensamente. il 28 ottobre 1928 mons. Nazzari poteva gioire con p. Giovanni Bovi, che un anno prima era stato inviato a Brescia con il compito di preparare il rientro di una comunità di frati. Una grande comu-nità, tenendo conto dei trenta giova-ni aspiranti alla vita francescana, con tre frati sacerdoti, tre religiosi fratelli e sei chierici studenti. Inoltre il 31 dicembre, Giacomo Bulgaro veniva

accolto nel convento scrivendo una storia di santità legata strettamen-te alla identità del convento di San Francesco. La storia del convento di San Francesco di Brescia è una sto-ria cospicua, segnata soprattutto da una continuità di presenza che ha tenuto viva la memoria anche du-rante l’assenza dei frati. Per questo luogo passa e vibra la storia della città stessa, soprattutto dal punto di vista spirituale, scrivendovi pu-re un importante capitolo della sto-ria artistica della città stessa. Nella storia della Provincia religiosa, dal-la sua rinascita ad oggi, il convento di Brescia è sempre stato un forte e costante punto di riferimento. Ne evidenziamo alcuni aspetti:1. La presenza di un luogo forma-tivo costantemente presente, gra-zie ad una sintesi di spazi e luoghi significativi nel rapporto tra una vita conventuale-pastorale vivace ed im-pegnata e luogo di formazione capa-ce di attingere a questa spiritualità e tradizione.2. Una comunità dedita intensamen-te alla cura pastorale della chiesa attraverso l’apostolato della riconci-liazione, della liturgia curata: la chie-sa è un tipico luogo “conventuale” in cui la città si ritrova, vive appun-tamenti significativi e simbolici del-la sua vita: la rosa dell’8 dicembre, l’olio per la festa di san Francesco capace di coinvolgere il territorio.3. C’è stata e c’è una attenzione con-tinua alla valorizzazione del patri-monio artistico, grazie a restauri, interventi, nuovi apporti, pubblica-zioni di alto livello editoriale che han-no fatto conoscere la storia artistica della chiesa. Gli ultimi restauri han-no dato completezza ad un percorso di interventi che permette la piena godibilità estetica del luogo, capace di valorizzare la dimensione spiritua-le: la bellezza come luogo non solo estetico, ma anche teologico.4. La memoria di fra giacomo bulgaro - una storia che ha già delle caratteristiche proprie - ha ar-ricchito ulteriormente questo luogo con una componente di santità che è patrimonio, silenzioso, ma non per questo meno efficace di una storia “antica” e sempre nuova, capace di alimentarsi alle sorgenti di Francesco e del Signore Gesù. È quanto augu-riamo a questa fraternità francesca-na nel progettare il suo futuro. A lo-de di santo Francesco!

24 ottobre 2008“I francescani conventualia S. Francesco in Brescia.Storia di una presenza, importanza di un ritorno”.

il ministro generale dell’ordine dei Frati minori conventuali,

p. marco tasca,che in questo convento visse gli anni della sua

formazione liceale,e poi come rettore-

formatore dei giovani studenti ginnasiali e liceali, ha presieduto

la solenne celebrazione in ricordo degli “ottanta anni del ritorno dei Frati minori conventuali nella

città di brescia e nella chiesa di san Francesco,

e dell’ingressonel convento di brescia

del servo di diofra giacomo bulgaro”.

stralciamo alcuni passi della sua omelia.

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26 ottobre 2008“Cari fratelli e sorelle, il Signore vi dia pace. Vi saluto con questo augurio francescano, invocando la benedizio-ne e l’intercessione del nostro Serafico Padre su voi tutti e su questa cara co-munità di frati.Celebriamo l’Eucaristia nel giorno del Signore per ringraziarLo della Sua bontà, della Sua pazienza e della Sua Parola, alla conclusione di un Sinodo dei Vescovi su « La Parola di Dio nel-la vita e nella missione della Chiesa». Preghiamo perché dal rinnovato ascol-to della Parola di Dio, sotto l’azione dello Spirito Santo, possa sgorgare un autentico rinnovamento nella Chiesa universale, ed in ogni comunità cri-stiana. Siamo qui per lodare e ringraziare Dio per questo fausto evento. La tradizione racconta che la presenza francescana in Brescia sia stata voluta dallo stesso Francesco d’Assisi il quale di ritorno dal suo viaggio in Siria avrebbe qui sog-giornato per alcuni giorni e lasciato una piccola comunità di frati che si dedica-rono alla predicazione del Vangelo ed iniziarono, sostenuti dalla simpatia e dall’entusiasmo della gente, la costru-zione del convento e della chiesa.Il 28 ottobre 1928, il Ministro Generale dell’Ordine, fra Alfonso Orlini, dopo il dominio francese e la soppressione de-gli Ordini religiosi, accompagnava po-

chi frati in un convento danneggiato e in una chiesa in non buone condizioni. Ringrazio il Signore per aver donato ai nostri frati fiducia e perseveranza nella fatica e nella difficoltà.Il 31 dicembre 1928, Giacomo Bulgaro entrava nel convento s. Francesco a Brescia e iniziava l’avventura stra-ordinaria di questo semplice e umile calzolaio che diviene frate e condurrà una vita santa.In silenzio e con grande umiltà, fu una figura di grande spicco non solo spi-rituale, ma anche per il valido contri-buto dato al tessuto sociale della città con la sua lunga, operosa vita dedicata interamente al bene dei più bisognosi ed emarginati.Ringraziamo il Signore di questo fra-tello e chiediamo la sua intercessione affinché il Signore ci faccia la grazia di evitare quello che dice s. Francesco: “... è grande vergogna per noi, servi di Dio, che i santi hanno compiuto le opere e noi vogliamo ricevere gloria e onore con il solo raccontarle”. Citando il papa Giovanni Paolo II, ha proseguito “... non esito a dire che la prospettiva in cui deve porsi tutto il cammino pa-storale è quella della santità...È ora di riproporre a tutti con convin-zione questa « misura alta » della vita cristiana ordinaria: tutta la vita della comunità ecclesiale e delle famiglie

cristiane deve portare in questa di-rezione”.Mi piace ricordare in questa bellissima chiesa con i capolavori frutto del talento dei più insigni maestri d’arte del tempo, la Lettera al Capitolo generale 2007 di Benedetto XVI in cui auspicava che “... i Frati Minori Conventuali siano testimoni della “bellezza” di Dio, che Francesco seppe cantare contemplando le meravi-glie del creato. Si levi dalle loro labbra la preghiera che Francesco pronunciò dopo il mistico rapimento della Verna, e che per due volte gli fece esclamare: “Tu sei bellezza!”. Sì, Francesco è un grande maestro della “via pulchritudi-nis”. Sappiano i Frati imitarlo nell’irra-diare la bellezza che salva; lo facciano non solo mediante la fruizione dei te-sori d’arte che custodiscono, ma anche e soprattutto mediante l’intensità e il decoro della liturgia e il fervido annun-cio del mistero cristiano.”È questo l’augurio a questa comunità di frati, ai postulanti che si avvicina-no alla vita francescana e si prepara-no al periodo del Noviziato, all’Ordi-ne Francescano secolare che ha avu-to nel beato Giuseppe Tovini la figura più insigne per santità; alla Gioventù Francescana, alla Milizia dell’Imma-colata.Il nostro Padre san Francesco interceda per noi la benedizione da Dio.

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Nuova statuadi fra giacomoDopo la vetrata,questa statua lignea policroma che raffigura il servo di Dio, fra Giacomo Bulgaro, è stata voluta dalla comunità religiosa, anche su propostadi vari devoti, che desideravano un ricordo visivo che riempisse in modo più adeguato il“suo” luogo sacro.La sera del 26 ottobre,a conclusione delle solenni celebrazioni per gli ottanta anni del ritorno dei frati,il ministro generale dell’Ordine Francescano Conventuale,p. Marco Tasca, ha benedetto questa statua che ritraeil “poverello di Brescia” in posa mistica e che protende la destra verso il devoto. Lo scultore di Ortisei, Arno Moroder, dopo un minuzioso ed accurato lavoro di mazzuolo, sgorbie, scalpelli, raspe, lucidatura e verniciatura, ha realizzato questa bella opera. Il busto che era stato realizzato come prima copia in plastilina, e che rischiava di squagliarsi con il caldo, lo abbiamo fatto fondere in bronzo e così è stata realizzata un’altra immagine commemorativa del nostro “Servo di Dio”, (vedi pag. 12).Il costo delle due opere è stato, nella maggior parte, sostenuto da un devoto di fra Giacomo.Sicuramente ci verrà data una mano per completare il pagamento. Grazie!

31 dicembre 1928Giacomo Bulgaro

bussa al convento…P. Lucio, nel suo libro “Vita di fra Giacomo Bulgaro” così narra il na-scere della vocazione in Giacomo. “Nell’animo di Giacomo fin dall’in-fanzia fu ricorrente l’idea d’una sua consacrazione al Signore nel-la vita religiosa o sacerdotale. Ma dopo la conversione, pensò so-lo a seguire il Signore con tutta la mente, tutto il cuore, tutto se stesso, senza preoccuparsi del fu-turo. Aveva capito di non essere fatto per la vita matrimoniale; a quella religiosa non osava nem-meno pensare, dopo i trascorsi giovanili.Negli scritti di Giacomo che si ri-feriscono agli anni ‘20, la sua vo-cazione non era più un problema: viveva l’attimo presente, inten-to ad incarnare da lai co il santo vangelo. Ma un giorno il Signore cominciò a bussare alla porta del-la sua quiete interiore. Giacomo stesso così narra: “Un giorno il santo patriarca San Francesco mi chiese se volessi entrare nel suo Ordine. Commosso a tale doman-da, non risposi nulla. Allora egli si presentò al Signore e domandò se avesse concesso che io entrassi nel suo Ordine. Il Signore rispose che lo avrebbe fatto più tardi. Poi il Signore mi chiamò e c’era anche la Madonna. Mi disse: “Tu entrerai nel chiostro”. Rimasi ammutolito: non che io volessi disobbedire al Signore. Guardai la Madonna e Lei mi disse: “Fa’ quello che ti dice il Signore” e soggiunse: “Tu entre-rai nel chiostro e il demonio non avrà a fare nulla, perché tu os-serverai le regole del monastero

e il demonio rimarrà sulla soglia senza potervi entrare”.Il Diario non precisa quando Giacomo intese questo messag-gio. Il messaggio sul convento è collocato dopo il ringraziamento a Dio per la guarigione ottenuta e per la fine della guerra: possiamo datarlo intor no agli anni ‘20.Al messaggio fece seguito un so-gno. Una mattina appena sveglia-to, Giacomo sentì “tutto a un trat-to un gran vivo desiderio di segui-re le orme dei Signore” e si ritro-vò a camminare dietro a lui, sulla salita verso San Gottardo [piccola altura alle spalle di Brescia], at-tento a mettere i piedi là dove li aveva posti Gesù che stava da-vanti. Vicino e intorno a Giacomo, altri camminavano alla sequela del Signore. Quando Gesù si fer-mò e cominciò a parlare, solo allo-ra lo rico nobbe e il sogno svanì. E l’ascensione a San Gottardo, sulle orme del Signore e in gruppo con dei Fratelli, per lui si realizzò con l’ingresso in convento”.

fra Giacomo n. 04 | OTT.-DIC. 2008 - 8Fra Giacomo: anni '30

Nuova guidaDi libri che parlano della chiesa di S. Francesco in Brescia ne esistono molti. Alcuni davvero considerevoli per mole e autorevolezza, e che, definire semplicemente guida della chiesa, sarebbe mortificarli; infatti danno grande spazio alla storia, alla spiritualità francescana, alla fede e naturalmente anche all’arte e ai capolavori conservati nella chiesa e descritti in maniera esaustiva. Ora questa nuova guida, realizzata da p. Leopoldo Fior e p. Mario Lorandi, nasce con un intento preciso: rispondere alle esigenze del visitatore e del turista. Il formato è quello tascabile, molto gradito al turista che vuole libri comodi, di facile utilizzo e che, nello stesso tempo, occupino poco spazio e stiano comodamente in uno zainetto che contiene mille altre cose. Nello stendere questa guida siamo partiti da una annotazione che riteniamo fondamentale: entrare in una chiesa non è come entrare in un museo. La visita ad una chiesa richiede un approccio diverso, incominciando dall’edificio, dalle pietre che parlano, raccontano. Per capire la chiesa di S. Francesco occorre partire e parlare della storia di una presenza francescana, occorre sapere chi sono i Francescani, perché sono a Brescia, come sono arrivati, cosa hanno fatto, perché vivono in questa chiesa. Poi occorre guardare la chiesa. Dapprima l’esterno e poi sostando con calma all’interno: perché è fatta così, perché le dodici colonne, perché quegli archi, quel soffitto, quelle cappelle… Occorre insomma ascoltare le pietre che diventano vive. Parlano di persone: di frati e di una comunità, raccontano della fede, dei desideri, dei voti, delle celebrazioni. Poi si può cominciare a girare con un rapido, ma interessante ‘exursus storico’, arricchito da belle riproduzioni di stampe antiche. Si passa a visitare la chiesa condotti quasi per mano ed accompagnati anche “graficamente”. La visita alla chiesa inizia dal portale gotico per dispiegarsi su tutte le bellezze artistiche: un testo di 180 pagine con 220 fotografie. Noi siamo convinti di avere fatto una cosa interessante e diventa una prova ulteriore dell’affetto e dell’amore che abbiamo per questa nostra e vostra chiesa.

Dulcis in fundo… a contorno delle celebrazioni

mostra rievocativa Sabato 4 ottobre, è stata inaugurata nel salone del convento una mostra composta da oltre una ventina di pannelli in modo da presentare retrospettivamente i momenti salienti e più significativi della storiadella chiesa dalla fine dell’Ottocentoai giorni nostri.Foto d’epoca e recenti; documenti ottocenteschi della “Fabbriceria”, disegni, prospetti, quadri, ex-voto hanno condotto il visitatore in una lunga carrellata evidenziante il lavoro di ripristino della chiesa e del convento iniziati, in modo radicale, con l’ultimo rettore Mons. Angelo Nazzari, per giungere fino al nostro secolo con gli ultimi interventidi pulitura delle cappelle lateralied il nuovo impianto luce della chiesa. Anche le varie componenti la vita spirituale, che fanno perno sulla chiesa, (O.F.S., M.I., Gifra, Postulato) hanno proposto le tematiche fondamentali che ispiranole loro scelte.

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sulla tomba

accanto alla tomba di fra giacomo,un registro accoglie le preghieree la riconoscenza di tanti fedeli

Ti prego Fra Giacomo, aiutaci in questo periodo di cambiamenti; fa che possa continuare ad

affrontare il quotidiano in serenità per riuscire a star bene ed a continuare a costruire la nostra

famiglia. Fa’ che io riesca a volermi più bene ed a volerne a chi mi sta vicino.

Caro Fra Giacomo, conforta, ti prego, l’anima bella di mio fratello Andrea; fa’ che conosca finalmente

quella pace gioiosa che tanto ha cercato sulla terra. Vorrei sentirlo ancora vicino a me.

Caro Fra Giacomo, intercedi presso il Signore perché trasformi il mio cuore pieno di superbia, egoismo… in un cuore paziente, misericordioso,

mansueto, mite ed umile simile al Suo.Grazie, io confido in te!

Dopo tanti anni sono tornato in questo tempio a me caro per i ricordi del seminario e di quando abitavo nel bresciano. A te, caro frate, affido il

mio ministero, la mia famiglia e tutti coloro che si raccomandano alle mie povere preghiere:

pensaci tu! Te li affido. Grazie Prego per te.Con amicizia fraterna.

Illumina come solo tu puoi fare la mia “bambina” sedicenne. Aprile gli occhi alla chiarezza ed alla luce della verità, sincerità, lealtà, coscienza ed

Amore. Una mamma.Fra Giacomo aiutami ad essere testimone

di fede nella mia famiglia, e fa’ che i miei genitori si aprano maggiormente alla tua Parola

e partecipino alla tua Messa. GrazieCaro fra Giacomo, insegnaci ad amare tutti per amore di Gesù! Insegnaci il valore della

preghiera e dell’umiltà del servizio, anche quando ci pesa. Grazie, Signore, perché oggi ci hai fatto

incontrare con il tuo servo fedele.Anch’io ti affido tutte le persone che mi

richiedono preghiere. Tu che ricordi quanti e quali sono, aiutami. Io non ricordo più niente! Son

qui per fruire del Perdon d’Assisi per i miei morti sfruttando la Misericordia del Padre. Mi devo anche confessare: Aiutami ti prego! Grazie.

Carissimo fra Giacomo ti chiedo di proteggerela mia famiglia, ed in particolare ti prego affinché

io possa comprendere e realizzare il progettodi Dio su di me. Grazie

Pellegrinaggioa CorticelleLo scorso 27 settembre si è tenuto il pellegrinaggio da Brescia a Corticelle (Bs). Quest’anno è stata occasio-ne propizia per commemo-rare gli 80 anni dall’entrata in convento del nostro ca-ro fra Giacomo Bulgaro. Il percorso, che dalla chiesa di San Francesco a Brescia porta al Santuario del-la Madonna della Pieve a Corticelle, si prolunga per circa 24 chilometri. Il per-corso dai devoti è chiamato “il cammino di fra Giacomo”, poiché tocca alcuni dei luo-ghi più significativi del-la sua vita: il Convento di San Francesco, la bottega,

la Pieve. Inoltre egli stesso lo ha percorso, facendo un pellegrinaggio personale che gli ha cambiato la vita. Il Santuario della Madonna della Formigola è il luogo che fra Giacomo amò in modo particolare: vi si recò diverse volte da bambino, con i famigliari e qui ebbe l’esperienza della guarigio-ne e del perdono. È l’ottavo anno che i frati minori con-ventuali organizzano questo particolare evento: oramai sta diventando un appun-tamento molto significati-vo per un numero sempre maggiore di persone. Il nu-trito gruppo dei partecipanti

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Il 12 Settembre, undici ragazzi provenienti da vari luoghi dell’Italia e del mondo sono convenuti presso il ConventoS. Francesco di Brescia,per dare inizio, assieme ai giovani già presenti dall’anno precedente, al cammino formativodel postulato.Tra coloro che hanno rispostocon generosità all’invitodel Signore, due sono stranieri:il francese Thomas e l’americano di origini turche Andrew.Per il resto, il postulato ha raccolto ragazzi giunti da numerose regioni della nostra Penisola: Andrea, Filippo, Nico e Simone veneti, Paolo e Robertoprovenienti dalla Lombardia, Martino dall’Emilia Romagna, Nicola dalla Puglia e Giuseppe dalla Calabria.Sin dall’inizio i sei pre-novizi, Andrea e Gabriele lombardi, Davide ed Andrea dell’Emilia Romagna,Davide di origine lucana e Vito pugliese, hanno accolto i nuovi arrivati nel più fraterno spirito francescano, introducendoli con pazienza alla loro nuova vita ed avviandoli, sotto lo sguardo paterno dei formatori fr. Giancarlo Paris, fr. Francesco Ravaioli e fr. Carlo Vecchiato, alle attività che, assieme alla

preghiera, scandiranno il tempo da trascorrere in convento.Il momento dell’ingresso ha anche dato modo alle rispettive famiglie di conoscersi, condividendo gioiee sofferenze che il distaccodai propri figli comporta e pregando insieme nel corsodella Santa Messa.Il giorno seguentesi è svolto il consueto ritodi accompagnamento alla Basilica di S. Antonio di Padovadei nuovi sette novizi,Raffaele, Tommaso, Pietro, Santino, David, Enrico e Pietro, che hanno così potuto salutare formatori e compagni,prima di intraprendere una nuova tappa del loro personale percorso vocazionale.Nello stesso pomeriggio,i postulanti si sono infine diretti a Treviso, dove hanno trascorso cinque giorni in convento,per l’abituale ritiro d’inizio anno. Ringraziamo il Padreper aver generosamente accolto le numerose preghiere rivolteGli, affinchè nuove vocazioni fossero suscitate tra i giovani,ed affidiamo alla materna protezione di Maria Santissima e del Servo di Dio fra Giacomo,il cammino vocazionaledi questi ragazzi.giuseppe melito

- composto da devoti di fra Giacomo di tutte le età -, dopo una sosta alla tomba del Servo di Dio, si è ritrovato di fronte alla chiesa di San Francesco per iniziare il cammino con un breve momento di preghiera e la benedizio-ne del pellegrino, impartita dal guar-diano del Convento, fr. Leopoldo. Il tragitto prevede il passaggio attraver-so la città di Brescia, prosegue lungo il sentiero che costeggia il fiume Mella, per poi inoltrarsi nella campagna bre-sciana. Lungo il tragitto ci sono stati tre momenti di riflessione e preghie-ra. Non sono mancate opportunità di condivisione e momenti fraterni, nei quali ognuno ha potuto raccogliere le testimonianze del vicino, in particola-re di chi ha personalmente conosciu-to fra Giacomo. Quest’anno vi hanno partecipato 78 persone tra le quali, i giovani del postulato, alcuni membri del Terz’Ordine e due pronipoti di Fra Giacomo, Fernanda e Piera. Dopo la pausa per il pranzo “al sacco”, ormai prossimi alla nostra mèta, abbiamo iniziato la recita del Santo Rosario. Quindi nel santuario della Madonna della Pieve ci ha accolto il parroco di Corticelle e si è celebrata la Santa Messa. Infine ci siamo deliziati del rinfresco preparato dagli abitanti del paese di Corticelle. Sin dalla mattina-ta abbiamo temuto che il tempo peg-giorasse, ma poi il cielo si è rassere-nato e la giornata è continuata all’in-segna della gioia e del raccoglimento. L’esperienza fraterna, la devozione a Maria, la bellezza della natura e la presenza spirituale di fra Giacomo in mezzo a noi, sono stati gli elementi che hanno fatto sì che questa fosse una giornata indimenticabile.

davide dellabiancia

Notiziedal Postulato

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ccP n. 15515257, intestato a:istituto lombardo delle missioni esteredei Frati minori conventualiP.ta san Francesco d’assisi 3/a25122 brescia

ringraziamo di cuore chi ci aiutanella promozione della causadi canonizzazione del servo di dioe per la stampa di questo foglio.ad ogni numero di “fra giacomo” accludiamo il bollettinodel conto corrente postale,non per sollecitare offerte,ma per praticità dei nostri lettorie su loro suggerimento.

Caro amico, a norma della Legge 196/2003,Le comunichiamo che il suo nominativo è stato inseritonella banca dati di OTTOBRE-NOVEMBRE 2008del bollettino “fra Giacomo”,che li tratterà per i propri fini promozionali.Lei avrà diritto gratuitamente a verificare,modificare o cancellare i suoi dati, facendone richiesta a noi.

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orari di aPerturagiorni feriali: 6,30 - 11,30; 15,00 - 19,30giorni festivi: 7,00 - 12,30; 15,30 - 19,30

saNte messeferiali: ore 7,00, 9,00, 10,00; 18,30

festive: 8,00, 9,30, 10,30, 11,30; 18,30Negli orari di apertura

è sempre disponibile un confessore

Per raggiuNgere la chiesa:

dall’autostradaseguire le indicazioni per il Centro storico della città

dalle stazioni ferroviaria e autobusin pochi minuti a piedi

chiesa saN FraNcesco brescia

testimonianza livia stubelj

Non ho avuto il privilegio di conoscere personalmentefra Giacomo Bulgaro,ma con queste poche righe desidero esprimere,con la mia testimonianza indiretta,la grandezza di questo piccolo frate.Era l’anno 1954 quando la mia famiglia si è trasferita a Brescia ed erano anni piuttosto difficili.Mio padre, uomo di fede, soleva spesso recarsi a pregarenel convento di San Francesco ed è qui che vennea conoscere Fra Giacomo.A casa, molto spesso, ci parlava di questo frate così buonoed umile, affascinato dal suo immenso amore verso il prossimo, soprattutto verso i più poveri ed emarginati,umile tra gli umili.Dagli incontri che aveva con lui riceveva tanto conforto e ne veniva sempre rafforzato nella fede e sereno nel cuore.È stata grande e lieta la mia sorpresa quando, anni fa,sono venuta a conoscenza del corso di beatificazionedi questo frate, che per mio padre era già santo.E ritengo che mio padre stesso desideri,tramite me, dare questa testimonianza. Sono anche convinta che loro due,quando lassù si troveranno a cospettodel Signore, mio padre troverà in fra Giacomoun ottimo mediatore.A nome di Stubelj Federico, la figlia LiviaBrescia 20 luglio 2008