Dea, vincere per tornare grande - Bergamo e Sport...giocher¿ a centrocampo dove i nerazzurri...

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Anno 15 n° 36 - EDIZIONE GRATUITA Domenica 10 settembre 2017 Dea, vincere per tornare grande SERIE A Oggi alle 15 al Comunale col Sassuolo. Serve la prima vittoria in campionato IL PIUATTESO - Il capitano dellAtalanta Papu Gomez. A lui il compito di inventare PRIMO PIANO GUIDA AL CAMPIONATO Napoli, Milan, Inter e Roma gli avversari di una Juventus comunque favorita LAtalanta ha tutto per riconfermarsi tra le big del calcio italiano Lazio, Torino e Sampdoria sognano la qualificazione in Europa League Servizi A PAGINA 4

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  • Anno 15 n° 36 - EDIZIONE GRATUITA Domenica 10 settembre 2017

    Dea, vincere per tornare grandeSERIE A Oggi alle 15 al Comunale col Sassuolo. Serve la prima vittoria in campionato

    IL PIU’ ATTESO - Il capitano dell’Atalanta Papu Gomez. A lui il compito di inventare

    PRIMO PIANOGUIDA AL CAMPIONATO

    Napoli, Milan, Inter e Roma gli avversaridi una Juventus comunque favoritaL’Atalanta ha tutto per riconfermarsitra le big del calcio italianoLazio, Torino e Sampdoria sognanola qualificazione in Europa League

    Servizi A PAGINA 4

  • Bergamo&Sport2 Domenica 10 Settembre 2017

    Atalanta, inizia il tour de forcePRIMO PIANO Sette partite in 22 giorni. Fondamentale battere oggi il SassuoloBERGAMO - Comincia il tourde force. Da oggi alla sera didomenica 1° ottobre l’Atalan-ta apre un ciclo impegnativo:si comincia col Sassuolo alleore 15, poi dopo l’esordio inEuropa con l’Everton (ore 19Reggio Emilia), il 17 settem-bre a Verona col Chievo (ore18), quindi il turno infrasetti-manale, 20 settembre, alle ore20,45 in casa col Crotone, tra-sferta a Firenze il 24, si giocacon i viola alle 20,45, secondapartita di Europa League aLione (ore 21,05) quindi Ata-lanta-Juve alla ore 20,45 primadella sosta. Sette partite inventidue giorni. Come a dire,c’è gloria per tutti.

    Incominciamo alle 15, nel-l’ora canonica della domenica,l’unica di questo tour, affron-tando il Sassuolo, quasi fosseuno scambio rituale di obietti-vi, un passaggio di testimonedalla scorsa stagione a questa.I neroverdi giocarono in Euro-pa e faticarono in campionato.Ebbene, l’Atalanta non ha l’in-tenzione di ripetere quellacomplicata avventura. Il viadel campionato è stato imper-vio per i nerazzurri che hannoaffrontato, la seconda e la terzadel 2016-17. Zero punti, un golrealizzato, quattro subiti ma si-curamente due prestazioni po-sitive, un segnale concreto periniziare a fare punti. E con ilSassuolo Gomez e compagninon hanno alternative. Lesconfitte con Roma e Napolirammaricano solo per l’assen-za di punti ma non per la so-lidità di una squadra che ha di-mostrato virtù e valori del re-cente passato. Una difesa so-lida che recupera Caldara ma

    Palomino ha fatto bene, uncentrocampo che continua aduellare, uno contro, mentre,

    in questa fase, mancano gli af-fidamenti sugli esterni. I due(Gosens e Hateboer) sono bra-

    vini a difendersi ma non anco-ra efficaci in fase propositiva eallora Gasperini punta, per ora,

    maggiormente alla zona cen-trale, ad entrare direttamentenel cuneo difensivo avversa-

    rio, da lì in mezzo. E tocca aIlicic svolgere questo compitoanche perché le sorprendentiazioni di Gomez portano frutticopiosi quando parte da sini-stra. E sicuramente questa fasemigliorerà con il recupero atempo pieno di Leonardo Spi-nazzola. Si gioca così: boacentrale Cornelius, poi gli in-serimenti del Papu e di Ilicic.Sperando che siano sufficientia creare ansie e titubanze alladifese altrui. Il Sassuolo che èpassato da Di Francesco aBucchi non cambia, confermale linee del 4-3-3 che hannoportato successi. Il club nero-verde ha cambiato pochissi-mo. Confermato Berardi, se neè andato Defrel ed è tornatoFalcinelli. In pratica è ancorala squadra delle passate stagio-ni. Tatticamente la partita sigiocherà a centrocampo dove inerazzurri avranno la superio-rità numerica, poi la nostra di-fesa sarà quasi certamentechiamata all’uno contro e iltrio Politano-Falcine-Berardiè da guardare con la massimaattenzione. Dall’altra parte Pe-tagna avrà addosso Acerbimentre Cannavaro dovrà guar-darsi sia da Ilicic che da Go-mez. E lì può succedere di tut-to.

    Giacomo Mayer

    Le probabili formazioni

    Atalanta (3-4-1-2): Berisha; To-loi, Caldara, Masiello; Casta-gne, De Roon, Cristante, Go-sens; Ilicic; Cornelius, Gomez.

    Sassuolo (4-3-3): Consigli; Liro-la, Cannavaro, Acerbi, Peluso;Missiroli, Mignanen, Duncan;Politano, Falcinelli, Berardi.

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  • Bergamo&Sport4 Domenica 10 Settembre 2017

    E’ la fine dello strapotere Juve?GUIDA AL CAMPIONATO Scudetto, Champions, Europa League e salvezza. Parla l’espertoBERGAMO - Campionato, chepassione. Due partite come as-saggio ma adesso si fa sul serio.Venti squadre, venti obiettivitra sorprese e delusioni. Ancheper la stagione 2017-2018 laserie A si presenta con tre op-zioni diverse: scudetto eChampions, Europa League eparte sinsitra della classifica,terra di mezzo e zona retroces-sione in attesa dei verdetti fina-li di domenica 20 maggio2018.

    Scudetto e Champions (Ju-ve, Napoli, Inter, Milan, Ro-ma): sono in cinque a lottareper questi ambiziosi obiettivi.Dalla prossima stagione saran-no quattro i club italiani che ac-cederanno alla Champions esenza il turno dei preliminariad agosto. Un bel regalo da par-te dell’Uefa. Sarà, quindi, lottadura senza paura perché unasquadra resterà fuori. Intano laprima candidata allo scudetto èla Juventus, e sarebbe il settimoconsecutivo, anche se i bianco-neri guarderanno con un oc-chio di riguardo alla Cham-pions, dopo la delusione dellascorsa stagione. In campionatosi attende una verifica nel set-tore difensivo, dopo la partenzadi Bonucci, rimpiazzato par-zialmente dal tedesco Howe-des. Dal centrocampo in su toc-ca ad Allegri far convincere an-cora le cinque stelle del firma-mento bianconero ma l’arrivodi Matuidi e Douglas Costa po-trebbe far cambiare i piani tat-tici. Il Napoli ha già conferma-to di aver compiuto un signifi-cativo passo avanti. Il 3-1 al-l’Atalanta, dopo un primo tem-po disastroso, dimostra che for-se è la stagione dell’incorona-mento regale di Sarri. La squa-dra gioca a memoria e il trioCallejon-Mertens-Insigne nonha uguali. Resta qualche dub-bio per l’assetto difensivo. E inChampions ha un girone facile.Nel novero delle candidate so-no entrare di prepotenza le mi-lanesi. I rossoneri si presentanocon una campagna acquisti fa-raonica che ha ribaltato l’interarosa della scorsa stagione. Riu-scirà in fretta e furia Montella atrasformare tutti questi nuovigiocatori in una vera squadra?Se sì, ecco una seria candidataallo scudetto. Per l’Inter un raf-forzamento così così ma a dareforza ai grandi obiettivi il tec-nico Luciano Spalletti che permolti è il vero grande acquistodei nerazzurri, in grado con lesue scelte tecniche e tattiche dispostare in modo favorevolel’ago della bilancia. Chiude ilquadro la Roma. A Bergamo havinto con fortuna, all’Olimpicoha dominato per un’ora l’Interpoi si è fatta travolgere. Ecco, igiallorossi danno l’impressio-ne di essere in un cantiere di la-vori non ancora ultimati e DiFrancesco dovrà lavorare sodo.Certo è arrivato Schick, Flo-renzi è pronto. Basteranno?Difficile e complicato il gironedi Champions.

    Europa League e sinistradella classifica (Lazio, Tori-no, Atalanta, Sampdoria,Fiorentina): la prima doman-da è la seguente: riuscirà l’A-talanta a ripetere l’exploit delloscorso campionato? Dopo dueturni è a zero punti ma il giocodi squadra e le prestazioni sonostate positive, anche se in attac-co c’è qualche problema da ri-solvere. A contendere il ruolodi protagonista senza dubbio laLazio che, a parte Keita ma èarrivato Nani, ha confermato ilblocco dei vinciori della Super-coppa. Di sicuro manca qual-

    cosa in attacco perché Immobi-le non ha un eventuale sostitu-to. Con Niang, N’Koulou, Be-renguer, Rincon, Sirigu e lapermanenza in maglia granatadi Belotti il Torino è la forma-zione candidata numero uno adun posto in Europa. Mihajilo-vic finalmente riuscirà nell’in-tento? Nel gruppo delle elette èentrata la Sampdoria. Non tan-to per i sei punti dopo due par-tite, può sempre essere un risul-tato effimero, ma per gioco eassetto tattico proposti da unodei più bravi allenatori del cal-cio italiano: Marco Giampao-lo. Strinic, Zapata e Ramirez,senza dimenticare i giovaniFerrari, Murri e Caprari, rap-presentano una garanzia. Chiu-de il gruppo la Fiorentina cheha ceduto i pezzi migliori, rim-piazzati da stranieri poco cono-sciuti. Simeone e Théreau (oBabacar) in attacco, affiancantida Chiesa, non sono male. PoiPioli è abituato alle difficoltà epuò plasmare una formazionesolida ed efficace. Ma, per ora,i viola sono un gradino sotto lealtre.

    In mezzo (Cagliari, Chie-vo, Sassuolo, Spal): il Cagliaricon il tesseramento di Pavolettiprobabilmente si è affrancatodalla zona retrocessione. L’at-taccante livornese sarebbe unpunto di forza per almeno quin-dici squadre del nostro campio-nato. In maglia rossoblu nonc’è molto di più ma i suoi golsono una garanzia. Il Chievo èla formazione più “vecchia”della Serie A ma non falliscemai. Squadra coriacea da af-frontare, poco spettacolare masolida. Nessun acquisto dispessore ma parecchie certez-ze. Il Sassuolo ha la possibilitàdi entrare nella zona sinistradella classifica. Dipende dalle“lune” di Berardi e dai gol diFalcinelli. A parte Consigli, ladifesa lascia qualche dubbio eanche Bucchi è alla sua primaesperienza in serie A. La Spal,neopromossa, merita questaposizione. In attacco Borriello,Paloschi e Floccari sono gentedi serie A e il 3-5-2 permettesolidità in tutti i reparti

    Zona retrocesisone (Bolo-gna, Genoa, Udinese, Vero-na, Benevento, Crotone):

    bastano pochi punti per en-trare nel mare della tranquillitàcosì come, del resto, sprofon-dare negli abissi. E anche inquesta zona la domanda che sifanno tutti è la seguente: il Cro-tone si ripeterà? Senza Falci-nelli in attacco, il futuro è com-plicato. Il Bologna schiera al-cuni giocatori di qualità (Masi-na, Donsah, Taider, Verdi, DiFrancesco) ma contano tanto igol di Destro, il Genoa, chePreziosi lascerà in altre mani, èper ora un interrogativo assolu-to. Perin, Bertolacci, Laxalt eVeloso sono una certezza mabasteranno? Un avvio disastro-so per l’Udinese e un impegnoproibitivo per Delneri. La sal-vezza resta il principale obiet-tivo. In rosa solo 7 italiani. Sul-la carta il Verona ha ampiechanches di salvezza anche sepresenta punti deboli in tutti itre i settori dello schieramentogialloblu. E poi la diatriba traPazzini e Pecchia non portanulla di buono. Infine il Bene-vento. Non è detto che sia laprima candidata a tornare in B.Squadra inesperta e con nuovigiocatori che, nella scorsa sta-gione in serie A, erano delle ri-serve. Dicono che Baroni siaun bravo tecnico. Ma chi se-gna?

    Giacomo Mayer

    Dall’alto verso il basso Bonucci, Dybala e Icardi, simboli rispettivamente di Milan, Juventus e Inter, tre squadre che lotteranno per lo scudetto

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  • Bergamo&Sport6 Domenica 10 Settembre 2017

    L’anti-Petagna venuto dal NordPRIMO PIANO Ritratto di Andreas Cornelius, gigante biondo forgiato dalla scuola danese

    Lo spettatore medio, legato a clichée luoghi comuni, lo squadra e si chiedeinterdetto: ma quanto latte condensatodeve aver succhiato dal tubetto questoqui da piccolo, per diventare il colossoche è? «Non sono solo alto e grosso»,le prime parole famose. Intanto, a Dol-ph Lundgren ci somiglia: 1 e 93 contro1 e 96 con le scarpe, biondezza scan-dinava anche se tra Danimarca e Sve-zia ci sono gli stretti dello Skagerrak edel Kattegat, occhio vitreo ma servi-zievole purché per la causa giusta, ma-scella tagliata con la scure da supere-roe incazzoso dei film d’azione. Espesso il nemico di turno, antagonistada grande schermo o difensore che sia,finisce per le terre a misurare a palmodi naso la cotica erbosa o il ring. Micaè così bombato nel fisico, comunque,Andreas Cornelius, novanta chili diIvan Drago versione pallonara, calatodal Copenaghen nel Belpaese per farel’anti-Petagna all’Atalanta: «Però ab-biamo caratteristiche diverse, io pun-to di più la porta». Del resto il conto,nelle amichevoli tra precampionato esosta caravaggina contro l’Alessan-dria, dove lui non c’era perché in na-zionale, recita dodici a quattro per ilventiquattrenne (candeline il 16 mar-zo) venuto dal profondo Nord, forteanche del settebello nel 18-0 a Steina-ch del 29 luglio scorso.

    Ma il mancinone, in attesa di far va-lere i numeri nelle partite che contano,è un investimento su due gambe che

    nei piani di Gian Piero Gasperini devefungere da prima alternativa al mulotriestino, manovriero ma inconcluden-te. Un affare definito il 2 maggio e uf-ficializzato a luglio, quando le concor-renti per pescare una punta centrale dalgrande acquario del calciomercato de-vono traccheggiare fino alle sogliedella chiusura tardo-agostana. Di ma-glia conquistata, fin qui, non se ne par-la, anche se qualcosina s’è potuto in-travedere: la svettata da palla inattivasventatagli dal match winner Kolarovcontro la Roma, giocando 32 minuti darimpiazzo dell’ingolfato centravantititolare, e una decina secca a quagliaormai andata al “San Paolo” da cam-bio tattico di Hateboer dopo metà garacon Ilicic falso nueve perché Petagno-ne era uscito per far posto a de Roon.Nelle alchimie tattiche nerazzurre, dadue estati a questa parte, ogni elemen-to della rosa è tenuto a darsi una sve-glia, aumentare massa atomica e tra-sformarsi a mo’ di isotopo, per ossige-nare le proprie chances di soffiare ilposto ai giunti sacri dell’intelaiaturada 3-4-3 del profeta di Grugliasco.

    Di massa Cornelius, quasi omoni-mo dello svedese Corneliusson vedet-te del Como anni ‘80, non ne ha dav-vero poca. Quanto alla sostanza, al dilà di una tecnica inferiore al molochnostrano a cui sta facendo le scarpe, lecifre parlano da sole: tre Superligaen(2013, 2016 e 2017) e quattro Lan-dspokal (la coppa di Danimarca;

    2012-2015-2016-2017) in bacheca,insieme al titolo di capocannoniere na-zionale (18), quello di miglior giovanee di calciatore dell’anno nel 2013. Iltutto condito da parecchi palloni nelsacco, altro che il tipo col 29 sulle spal-le (lui s’è preso il 9, all’insegna dellatradizione del ruolo) che nel fonda-mentale fatica: 77 in 231 partite daprofessionista, suddivise tra i 46 in135 gettoni nei tre campionati (com-presa la parentesi infelice nel Cardiff:

    8 al quoto in Premier League, 2 di FACup e 1 in Coppa di Lega senza segna-re), 6 nei 21 incontri nelle coppe na-zionali, 9 nelle 33 sfide europee (7 in19 di Champions League, 2 in 14 al-lacciate di scarpe in Europa League), 8in 15 nella Danimarca – l’ultimo, unavolée schiacciata sotto la traversa, nel4-0 casalingo alla Polonia del 1° set-tembre valevole per le qualificazionimondiali - che fanno seguito agli 8 in27 nelle rappresentative giovanili dal-

    l’Under 18 all’Under 21. Un ragazzo-ne d’acciaio che sa metterla di testa edi piede, cresciuto in primis con il BKHekla e il Fremad Amager e poi capa-ce di stupire da subito con il FC: esor-dio il 9 aprile 2012 ad Aarhus, primogol in massima divisione il 15 luglionel 4-2 al Midtjylland e il solo crucciodelle cifre precedute dalla virgola nel-l'esperienza gallese, da mister 10 mi-lioni il 27 giugno scaricato a fine gen-naio. E qui, toh, ricorda un certo Pa-loschi, che aveva fatto flop allo Swan-sea per poi deludere con la casaccadella Dea, ma diciamolo sottovoce.Essere tornato a respirare l'aria di casagli ha fatto così bene da indurlo a ri-solvere da solo qualche pratica di quel-le grosse, tipo la doppietta al Brøndbynella finale di coppa danese vinta 3-1 il25 maggio scorso. Nella Danske dyna-mite del ct norvegese Åge Hareide,Andreas è un punto fermo. Per diven-tarlo anche nell’undici neroblù chevuole continuare a stupire, dovrà man-giarne di polenta: «Anche abituarmiad allenamenti più lunghi e più tattici– il mantra dispensato alla Rosea e adaltre testate -, devo imparare a fare ilperno del reparto e a ricevere la pallain modo ottimale. E poi sto imparandol’italiano, anche se in allenamento ca-pisco più o meno tutto: col mio com-pagno di stanza Hateboer e con gli al-tri per adesso comunico in inglese».Per il bergamasco c’è sempre tempo.

    Si.Fo.

    Un’acrobazia di Cornelius durante l’amichevole col Brusa (foto Moro)

  • Bergamo&SportDomenica 10 Settembre 2017 7

  • Bergamo&Sport8 Domenica 10 Settembre 2017

    Settebello di fuoco in tre settimaneIL CALENDARIO Da Sassuolo ed Everton fino alla Juve: sarà una scorpacciata nerazzurra

    Settembre, andiamo: è tempo dimigrare. In Europa League, s’intende,anche se l’esordio dell’Atalanta aventisette anni dall’ultima volta saràda ospitante. Ma oltre ai pullman antiEverton per Reggio Emilia e alla tran-sumanza per lo più aerea verso Lione,il tour de force sarà tra un campionatodall’incipit a ruzzoloni e una coppa daafferrare con le pinze della prudenza.Meglio rilanciare senza scoprire trop-po le carte, anche per un giocatoreprovetto come il Gasp, nel settebellodi partite in tre settimane che prendeforma nel domenicale contro il Sas-suolo per iniziare a razzolar punti e siconcluderà nella soirée del primo ot-tobre con la Juventus. Il memento au-dere semper figlio dell’entusiasmo,per non uscire dai confini della me-taforona dannunziana, dovrà cederela maglia a un’equilibrata gestione dirisorse ed energie. Giusto per evitarelo scialacquio che nel 2016/2017 ave-va preso a picconate il sigillante perl’edilizia neroverde, l’avversario dioggi, la pietra di paragone ferma alpalo del gironcino e poi costretta allamera lotta per la salvezza.

    Le date del 14 e del 28 in quota con-tinentale, ovvero le disfide contro iToffees del figliol prodigo Rooney ein casa dell’OL a Décines-Charpieu,stanno già incendiando l’entusiasmodei tifosi, e non solo per il caos legatoall’esplosivo mix tra pacchetti tra-sferta e biglietti. Per non bruciarsi ne-gli anelli di fuoco d’un avvio stagio-nale con cui l'urna elettronica in salsatricolore e quella a bocce di Monte-carlo non sono state certo benevole nési poteva sperare che lo fossero, servel’idrante della programmazione ocu-lata. Fra turnover ove necessario e ta-bella di marcia da calcolo spicciolo. Iknock-out subiti da Roma e Napoli,ancor più stordenti perché tutt’altroche il risultato di un’inferiorità nelgioco e nelle trame, sono buche dacolmare in fretta per scongiurarne latrasformazione in voragini. Il proble-ma vero è che di tempo per recuperareda eventuali scivoloni, infortuni et si-milia cum similibus, nisba. Zero. Per-ché dopo l’apericena (ore 19) del Ma-pei Stadium di giovedì prossimo c’è il

    rendez-vous veronese con il Chievodel mancato profeta dell’estate scor-sa, quel Rolando Maran che attual-mente guarda i nerazzurri dall’alto inbasso. Addirittura da metà classifica.E poi ‘sti orari, dettati dallo spezza-tino tivvù. Al “Bentegodi” si gioca al-le sei del pomeriggio. Quindi, per nonfarsi mancare nulla, un tris secco dinotturni: l’infrasettimanale casalingodi mercoledì 20 ospitando il Croto-ne, domenica 24 a Firenze e, dopo lefatiche d’Oltralpe giovedì 28 (21,05),lo start del mese successivo da inau-gurare a braccetto con gli esacampio-ni d’Italia. Da brividi lungo la schie-na, pur se gli ostacoli più irti da sca-valcare a piè pari si concentrano nel-l’ultima settimana del periodaccio atiro della seconda sosta per le nazio-

    nali. Ma insomma, i reduci del quartoposto da record non possono permet-tersi di scendere sulla pelouse attana-gliati dalla paura di non farcela.

    Un percorso-vita che dirà molto, senon tutto, circa le possibilità di adat-tamento e di sopravvivenza allo sfor-zo sui due fronti che da dicembre conla Coppa Italia diventeranno tre. Neltrofeo della Coccarda, per la Dea, par-tenza più o meno in discesa ma pro-sieguo al sapore di fregatura: a SantaLucia l’ottavo contro la vincente tragli Squinzi-boys e il Bari, preludio auna parte di tabellone che infila drittinel tunnel di Napoli (l’eventualequarto), Juventus e Roma (in semifi-nale ci sarebbe una delle due). Megliorestare concentrati al qui e all’oggiper non perdere di vista l’obiettivo,

    cioè giocarsela in modo dignitososenza mollare un centimetro in attesadi cementare facce vecchie e nuovenell’amalgama del falso 3-4-3 gaspe-riniano. Non mancheranno le sfidenelle sfide. Il terzo turno propone di làdalla barricata Consigli, Peluso eBiondini: di qua c’è Kurtic. A Veronaci si ritrova con Radovanovic e il teammanager Pacione; l’uomo in sella, in-vece, con Sorrentino e Dainelli, suoirispettivamente a Palermo e sotto laLanterna. Tra i Pitagorici del cuoredel mister ci sono gli ex pupilli genoa-ni Sampirisi e Mandragora. Al “Fran-chi”, teatro in cui gli sloveni Kurtic eIlicic hanno trascorsi da primattore,ad affrontare gli avanti bergamaschic’è il valbrembanino Astori, uno degliorobici doc mai passati da Zingonia;

    l’ex è l’acquisto obbligato altruiSportiello e, tra i figli d’arte Hagi, Si-meone e Chiesa c’è anche RiccardoSottil, figlio del roccioso Andrea, ma-stino all’ombra delle Mura Venete tra1996 e 1999. Contro i bianconeri Spi-nazzola e Caldara avranno il loro fu-turo a tiro di caviglie avversarie. Nelmese prossimo, dove la coppa s’intru-folerà nel calendario solo per l’ospi-tata del 19 all’Apollon Limassol(21,05), ci sarà la chance di fare pa-recchia legna tra Samp, Bologna,Hellas (infrasettimanale del 25) eUdinese. Ma l’imperativo categoricoè tenere i piedi ben piantati nel pre-sente, già di suo bello carico di insidiecome un cabaret di bomboloni allacrema.

    Si.Fo.

    CASA D’EUROPA - Il Mapei Stadium di Reggio Emilia, teatro dell’avventura continentale dell’Atalanta

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  • Bergamo&Sport10 Domenica 10 Settembre 2017

    Bucchi, mister in rampa di lancioL’AVVERSARIO Dalle serie inferiori fino all’approdo in A: storia di un tecnico che piaceBERGAMO - Giugno, col bene che tivoglio. Il mese del destino di CristianBucchi, tecnico della nouvelle vaguescollinato a quarant’anni nella suaprima esperienza da eponimo di un ci-clo, precede giusto del cuscinetto tradue stagioni quello cantato da Riccar-do Del Turco nel tormentone dell’e-state del Sessantotto. Il 20 scorso, lanomina a successore di Eusebio DiFrancesco, l’eroe di un lustro del Sas-suolo fino alla cavalcata in EuropaLeague, promosso alla Roma insiemeai big Pellegrini e Defrel. Il 21 di unquinquennio or sono, la Primaveradel Pescara, rampa di lancio d’unacarriera dal cursus honorum con po-chi alti e molti bassi, dal misero pun-ticino in sella al Delfino in sostituzio-ne di Bergodi nelle ultime undici par-tite nel 2012/2013 alle semifinali pla-yoff di B a Perugia perse col Bene-vento, passando per gli ingaggi amezzo servizio con Gubbio (esonero)e Torres (subentrato a Cosco, mortodopo la salvezza) e per i playoff di Le-ga Pro giocati dalla sua Maceratesecol Pisa.

    Il nuovo allenatore dei neroverdidel potentato Mapei, protagonisti diun mercato conservativo con i soli ar-rivi di primo piano di Goldaniga (Pa-lermo), Falcinelli (rientrato dal Cro-tone) e del duo Rogerio-Cassata dallaJuventus, nasce e cresce come bom-ber di provincia. Abituato a fare la ga-vetta senza mai esplodere sul serio,non poteva che ripercorrere la stessaparabola al di qua della riga di gesso.Solo che stavolta ha la chance di poterdiventare un fuoriclasse del mestiere,negatagli quando veniva pagato pertirare calci alla sfera di cuoio. Scova-to nella Settempeda di San SeverinoMarche (54 gol in 56 partite, dallaPromozione all’Eccellenza) dalla ca-pricciosa levatrice di talenti scono-sciuti qual era Luciano Gaucci, ilBucchi attaccante, nato a Roma il 30maggio del 1977 ma cresciuto a SanBenedetto del Tronto e residente aGrottammare, assaggiata ventunennela massima serie con 27 presenze e 5reti nel Perugia della staffetta Casta-gner-Boskov, segnando all’esordioalla Lazio al “Curi” (2-2, 27 settem-bre ‘98), si era sempre fermato allesoglie della grandeur. Dev’essere sta-to un bel vivere cominciare il sognoinsieme a Zé Maria, Tedesco, Nakata,Petrachi, Maspero e Rapajc. Al Vi-cenza, l’anno successivo, la promo-zione in A, l’ultima dei berici, primadi cadere nella trappola del nandro-lone al rientro alla base rimanendofermo un anno. Quindi, su e giù per loStivale per una vicenda che professio-nalmente gli riserva qualcosina to-gliendogli però tutto o quasi sul pianopersonale: prestiti alla Ternana e alCatania in B, poi, passato al Cagliari,la fatale aritmia della giovane com-pagna vicentina Valentina Pilla, tro-vata morta di ritorno da una trasferta aGenova (3-1, non entrato) il 3 marzodel 2003 con la figlioletta Emily a ve-gliarla. Nel gennaio 2004 riecco la A:12 match e 5 gol nell’Ancona fallito.Il Chievo lo cede in compartecipazio-ne all’Ascoli, 19 nel sacco, ma l’em-

    pireo del pallone può attendere: com-proprietà al Modena e capocannonie-re cadetto nel 2005-2006 con 29 reti. Icanarini lo riscattano, nel giugno2006 il Napoli scuce tre milioni emezzo e lui con 8 al quoto partecipaalla rentrée dei Ciucci di Reja nel cal-cio che conta. Dove resta per mezzaannata al Siena per poi piazzarsi in Bal Bologna che con lui torna su. NelGolfo lo vedono pochino ed è di nuo-vo il Picchio, quindi Cesena(2009/2010), tuttora casa sua, con laterza scalata alla massima serie inquattro stagioni. In Abruzzo l’ultima

    tappa, prima di appendere le scarpe alchiodo nel luglio del 2011 da rescis-so, segnandone una sola, al Crotone,il 2 aprile: in tutto, 162 in 437 partite,tra cui 11 in 59 in A e 90 in 266 in B,più 1 in 3 match nell’Under 21.

    Ma il personaggio Bucchi, oggi pe-lato integrale dopo aver fatto svolaz-zare la capigliatura ricciuta per le areedi mezzo Paese, legato al 4-3-3 ere-ditato dal neo mister romanista, èadombrato da una carica umanastraordinaria. E non solo per il titolodi Grottammarese dell’Anno 2005.Perché Cristian è l’eterno ragazzo che

    non dimentica mai il padre, ex por-tiere, che gli faceva da tassista in giroper i campetti di periferia, e il men-tore Giulio Spadoni, che dall’oratorioe dall’Azzurra San Benedetto se lo ti-rò dietro nel vivaio della Samb daEsordiente. Perché ricorda che in ros-soblù, continuando a studiare fino al-la maturità scientifica e a una mancia-ta di esami a Scienze Politiche, ha im-parato le regole e il rispetto per ilgruppo ma non proprio a metterla:sbagliò sedicenne da un metro il pos-sibile 1-1 col Monterotondo, in CND.Perché a “Riviera Oggi” disse: «A 13

    anni facevo il raccattapalle in C e mipareva un sogno. Allenarsi con la pri-ma squadra era il massimo. Ora a 18anni hanno il procuratore, la macchi-na potente, contratti importanti». Per-ché scalciando via il dolore per Va-lentina s’è rifatto una vita con Rober-ta Leto, ex corteggiatrice di “Uominie donne”, sposata a Ravello il 21 giu-gno 2009, e oltre a Emily (oggi 15 an-ni) sono arrivati Nicolò (8) e Mathias(6). In attesa di mietere trofei, avervinto fuori dal campo come bigliettoda visita non è male.

    Simone Fornoni

  • Bergamo&SportDomenica 10 Settembre 2017 11

    Europa League e vicenda bigliettiPRIMO PIANO Trasferte: ad ora poche e frammentarie notizie per chi non parte con OvetBERGAMO - Torni in Europa, col ricor-do dell’ultima trasferta fuori dal Bel-paese, il 28 novembre 1990 a Colonia,patrimonio storico dei tifosi più attem-pati, e già scatta l’operazione nostal-gia. Più che dei bei tempi andati, dei bi-glietti reperibili a la ègia, presso i puntivendita, biglietteria e dintorni, senzatante menate: acquisti e parti, pernot-tamento o da mordi & fuggi dipendesolo da te. Stavolta l’ex Coppa Uefa sichiama Europa League, avendo assor-bito anche la defunta Coppa delle Cop-pe, e i pellegrinaggi da organizzare,Lione e Liverpool, 28 settembre a Dé-cines-Charpieu contro Fekir e soci e 23novembre a Goodison Park contro l’E-verton di Rooney, hanno già fatto salirela febbre a novanta come nell’omoni-mo libro dello scrittore calciofilo NickHornby. Ancora in cantiere la trasvo-lata per Larnaca con trasferimento aNicosia il giorno dei morti da ospitidell’Apollon Limassol, ma c’è tempo.Pacchetti della Ovet a parte, andatiesauriti sia on line (per i fortunati chesono riusciti a collegarsi) che agli spor-telli di viale papa Giovanni XXIII incittà del travel partner dell’Atalantanuovo di zecca rispettivamente il pri-mo e il 6 settembre scorsi, rimane il mi-stero della vendita libera, oggetto deldesiderio di chi ama l’avventura ed èabbonato alle gite fuoriporta fai da te. Ein giro per la rete, in attesa di pascolareper gli stadi del Vecchio Continente, èun grumo di malumori e polemiche:possibile, ci si chiede, che non esista ildiritto di prelazione per i tesserati sta-gionali e quelli di lungo corso, possi-bile che per andare oltre confine al se-guito della squadra del cuore si debbapagare un avantindré al prezzo di unamini vacanzina da pensionato bene-stante?

    In attesa di sapere se, dove, come equando saranno reperibili solo i ticketper la singola partita, è assodato che fi-sicamente ancora non ci sono né si sa

    quanti ne verranno concessi: c’è chi di-ce 800 residui per l’OL da lunedì ov-vero domani. I fatti accertabili, al di làdel numero delle prenotazioni effetti-ve, sono sul piatto. Quattro charter(190 posti cadauno circa) per la Terrad’Albione sono andati subito esauriti, efanno 400 cocuzze a botta. Uno da 320eurini, più otto pullman (55-60 posti) alprezzo di 95 a cranio, invece, per losconfinamento oltralpe, andati via su-bito come il pane nell’incipit del mese

    corrente. Dall’agenzia il messaggiounivoco e inequivocabile è il seguente:fin qui è sold out, dipende dall’Uefamettere a disposizione altri biglietti e alpacco completo ci pensiamo noi(esempio: Orio-Lione in volo 9-10.30più bus privato per il capoluogo del Ro-dano che poi alle 17 porta allo stadio,con ritorno 2-3.15; in bus, dal “Comu-nale”, 10-17.30 e ritorno 23.55-7).Detto che della faccenda si occupa an-che il Club Amici dell’Atalanta, che

    giovedì al centro di coordinamento divia Novelli ha riservato agli iscritti iviaggi in corriera nella Rhone-Alpes(ciascuno poteva ritirare un poker dipacchetti) a 85 euro, un deca in menorispetto a Ovet, e che prossimamenteprovvederà a piazzare anche il trasfer-tone di lusso in Inghilterra, resta la que-stione spinosa di quanti si sono giàmossi in proprio al di fuori del serviziocompleto garantito dallo sponsor ne-razzurro. Perché chi vuole smazzarsi la

    macchinata per Lione o la RyanAir perLondra (o Manchester, la destinazionelow cost più vicina alla meta) più trenomagari ha prenotato per una o più nottiin loco e necessita soltanto del pezzo dicarta per assistere all’agognato cimen-to dei beniamini del pallone. Senza chela società e i canali ufficiali siano ingrado di dispensargli certezze al ri-guardo. Il mistero s’infittisce soprat-tutto perché corrono voci incontrollatesul numero di biglietti messi a dispo-sizione per il settore ospiti dai club av-versari, da 2500 a 3000 a seconda dellefonti, e su quelli in qualche modo sot-tratti alla pubblica fruizione, una veracorsa all’oro da Far West del dicianno-vesimo secolo a giudicare dalla rarità edalla preziosità del reperto: è una mis-sion impossible quantificare le briciolecon cui dovranno pasteggiare globe-trotter e aficionados da marciapiede, alnetto dei sette-ottocento dell’all inclu-sive e dei forse milleseicento già partitiper la tangente tra Club Amici e CurvaNord più ATA-Associazione tifosi ata-lantini (mille o milleduecento per gli ir-riducibili, ma non esistono conferme intal senso). Tra i curvaioli, udite udite,tirati su 25 bus per Lione ma anche unaereo, 4 apparecchi con le ali per Liver-pool e 2 per Cipro. E gli altri? Aspetta espera, recitava un adagio piuttosto vec-chiotto. La lista d'attesa Ovet ha 600nominativi carichi di spetanza. I fran-cesi non hanno ancora materialmenteconsegnato i cadeau all’Atalanta e fi-guriamoci i Blues. Va da sé che non po-chi s’imbarcheranno lo stesso, affidan-dosi ai botteghini in loco il giorno dellapartita, strategia a rischio se mai ce n’èuna. Intanto il gironcino, a giudicaredai dati delle vendite, al Mapei Sta-dium dovrebbe far registrare il tuttoesaurito o giù di lì. Ed extra moenia?Lo diranno i posteri, ovvero i soprav-vissuti alla ricerca più spasmodica e ir-ta di ostacoli mai vista su questi lidi.

    Simone Fornoni

    IL PRESIDENTE DEI RECORD - Antonio Percassi Foto Moro

  • Bergamo&Sport12 Domenica 10 Settembre 2017

    EUROPA EUROPA! Centro storico tra i più belli d’Europa. Ottimi sia la cucina che il vino

    A Lione con la Dea, cosa vedereBERGAMO - 28 settembre, ore 21:05, Parc Olympique Lyonnais di Lio-ne. Data, ora e luogo della prima trasferta europea dell'Atalanta dopol'esordio "casalingo" di Reggio Emilia del 14 settembre (ore 19) conl'Everton. Il giorno dei giorni per la tifoseria nerazzurra. Tantissimi ipullman già pronti ad invadere la città francese, in attesa di una pos-sibile aggiunta nel breve termine di ulteriori mezzi via terra. Senzadimenticare chi volerà via charter: Orio al Serio-Lione con partenzaalle 9 del 28 settembre, 10:30 atterraggio al Saint Exupéry di Lione ealle 11 trasferimento con bus privato verso il centro della città. Poiqualche ora di tempo libero. Da tifosi a turisti. Cosa vedere dunque aLione in un solo giorno? Obbligatoria la visita al centro storico: cartinain mano e direzione Piazza Bellecour, una delle più ampie piazze d’Eu-ropa dominata dalla statua del Re Sole, Luigi XIV. Il quartiere checirconda la piazza è il fulcro della cultura lionese: la Presqu'ile, cosìviene chiamata questa penisola che ha subito nel corso degli anni sva-riati restauri. Il centro di questa zona è rappresentato dalla Place desTerraux con il Municipio, la Fontana di Bartholdi e il Museo di BelleArti. Intorno alla piazza si sviluppa il colorato reticolo di strade e vicolidella Città Vecchia di Lione, che dopo anni di marcata decadenza ètornata ad essere splendente e piena di vita.

    E se lo stomaco ad un certo punto chiederà ristoro, niente paura:Lione ha la migliore gastronomia di Francia. Il posto più adatto doveassaporare la cucina locale sono i Bouchons (trattorie), tipiche osteriericonoscibili dal marchio esterno per i turisti di passaggio. Tra i piattitipici, la carne è protagonista nella "Andouillette" (salsiccia di inte-stino e stomaco di maiale) nel fegato di vitello, nel "Sabodet" e nel"Saucisson chaud à la lyonnaise" (cotechino) e nella trippa. Tra i sa-lumi spiccano invece diversi salami (rosettes, cervelas, jesus). Per i piùattenti alla bilancia, c’è una classica insalata lionese, i cardi, cipollegratinate e formaggi. Per un buon vino, la città offre l'imbarazzo dellascelta.

    Coloro che avranno la fortuna di poter disporre di qualche giorno inpiù di vacanza, potranno infine proseguire nel loro itinerario visitandole colline di Fourvière con la Basilica di Notre-Dame, la Croix-Rousse,la Cattedrale di Saint Jean, i traboules (passaggi coperti) e il Muro deiLionesi, solo per citarne alcuni.

    Lo stadio si trova nella periferia, lontano dai colori del centro. Coloriche nella serata del 28 settembre diventeranno in parte nerazzurri. Ilsogno, alle 21.05 in punto, sarà diventato realtà: l'Atalanta oltre i con-fini nazionali, in giro per l'Europa. Con i suoi tifosi, 26 anni dopo.

    Norman Setti Sopra Place Bellecour, sotto la famosa Place des Terreaux

  • Bergamo&SportDomenica 10 Settembre 2017 13

    Mancin e la fede nerazzurraTIFOSI L’ad di GMP Italia, sponsor della Dea: «L’Atalanta è un marchio in crescita»

    BERGAMO - Una chimica che parte da lontano quella che legaMarco Mancin, amministratore delegato di GMP Italia S.r.l., el’Atalanta. In origine la spassionata fede, quel tifo sfegatato e in-condizionato che compete ai bambini. Poi il graduale avvicina-mento, nel segno della grande attenzione riposta nello sport, vis-suto sia nei panni del calciatore, o per meglio dire del portiere,l’ultimo inossidabile baluardo per la squadra, che in quelli del di-rigente di calcio, attento tanto alla componente tecnica che a quel-la manageriale. Non a caso, nell’ultimo decennio il nome di Man-cin si è legato indissolubilmente a due realtà di alto rango dellanostra provincia, Aurora Seriate e Virtus Bergamo, affermatesinell’intricato panorama offerto dalla Serie D e chiamate, un po’come l’Atalanta, a offrire il meglio sul fronte della valorizzazionedei giovani talenti scaturiti dal vivaio. E’ storia assai recente l’ul-timo, decisivo, contatto, con la Dea. Risale infatti al luglio scorsol’accordo, di durata triennale, che lega l’Atalanta alla GMPGroup, entrata ufficialmente nella galassia nerazzurra in qualità diexecutive partner. Per Mancin, tifoso atalantino nonché profondo

    conoscitore delle dinamiche calcistiche, la soddisfazione diventadunque doppia: “Prima c’era soltanto la fede, naturale e scontatase è vero che la componente territoriale vuole la sua parte. Oggi,invece, c’è un discorso commerciale ben avviato, sulla base di unasponsorizzazione che prevede, oltre alla cartellonistica, la pre-senza di uno Sky box dedicato, utile ad accogliere i nostri clienti.Non c’è dubbio che questa sia un’operazione a tutto campo, nellaquale si mescolano la passione del tifoso e il traino commercialeche oggi è in grado di suggerire il brand atalantino. Di questitempi, legarsi all’Atalanta conviene eccome. Di mezzo, non ci so-no solo gli indubbi risultati ottenuti sul campo e una tradizione,ormai consolidata, in ambito di settore giovanile. C’è una societàche ha calibrato i propri investimenti per poter durare in Serie Ae, allo stesso tempo, per farsi conoscere in Europa e nel mondo. Ilmarchio Atalanta sta crescendo, nel segno del sapiente mix di eti-ca professionale e marketing ideato dalla società”. Ferve l’attesaper il debutto nerazzurro in Europa League, ma Mancin, da na-vigato dirigente sportivo, predica prudenza, invitando a diffidare

    dai facili entusiasmi: “Veniamo da un inizio tribolato, ma non hodubbi che siamo ad analizzare una squadra forte, dal potenzialeimportante. Servirà del tempo perché la squadra si metta a bolla,anzitutto perché, oltre all’aspetto dei tanti giovani in rosa, biso-gna pur tenere in considerazione l’aspetto della lingua e, quindi,dell’intesa dentro e fuori dal campo. Servirà tempo per conoscersie per conoscere il calcio italiano, anche se francamente perman-go assolutamente fiducioso. Ci aspettiamo un’Atalanta compe-titiva, sempre sul pezzo, da qui ai prossimi cinque anni e se oggi leaspettative sono così alte, a dispetto dello status di provinciale, ilmerito è da attribuire alla famiglia Percassi. Quanto all’Europa,possiamo tutti riconoscere che il sorteggio non è stato dei più for-tunati. E’ chiaro che il tifoso sia tenuto a crederci, o sperarci, male incognite saranno tante, a partire dagli infortuni e dall’approc-cio con una settimana composta da ben tre partite. Dobbiamo vi-vere serenamente questo traguardo, con la consapevolezza che,prima di tutto, viene la stabilizzazione in Serie A”.

    Nikolas Semperboni

    «Nella Bergamasca solo noi e la Dea abbiamo una Scuola Calcio Elite»

    Ravasio, vicepresidente del Mapello«Dall’Atalanta c’è tutto da imparare»

    “Noi e l’Atalanta siamo le unichesquadra nella Bergamasca a potervantare una Scuola calcio Elite. In am-bito di settore giovanile, il Mapellopuò contare su alcuni allenatori reducida esperienze atalantine e devo direche la stoffa si vede eccome. C’è tuttoda imparare dall’Atalanta, una dellemigliori realtà, se non la migliore, sul-la scena nazionale, in ambito di calciogiovanile”. Non poteva mancare unapunta di orgoglio nelle parole di Mas-simo Ravasio, vicepresidente del Ma-pello (prima squadra impegnata nelcampionato di Eccellenza, n.d.r.), non-ché direttore generale del vivaio gial-loblu e tifosissimo della Dea. “Prefe-risco lo status di simpatizzante – chiosaRavasio – anche se l’abbonamento allostadio non manca mai e ora che gio-cheremo l’Europa League seguirò dalvivo sia le gare di Reggio Emilia e al-meno due delle tre trasferte previstedal girone. Per Lione e Liverpool già cisiamo, mentre per il viaggio di Cipro siattende solo di definire i dettagli. Saràun’Atalanta ancor più forte dello scor-so anno, ma ripetersi sarà difficile, senon impossibile, soprattutto per via delminaccioso ritorno delle milanesi. Re-sto comunque ottimista, la squadra misembra preparata, solida, dotata diquella dose di determinazione necessa-ria per ben figurare sul doppio fronte.Il mio auspicio è uno solo: salvezza peril Mapello e nuova qualificazione inEuropa per l’Atalanta”. Circa gli sce-nari che attendono l’undici nerazzurro,Ravasio spende parole di elogio pertutto l’ambiente: “Faccio i compli-menti a Percassi, vuoi per i risultatiche sono sotto gli occhi di tutti e perl’idea di futuribilità che è riuscito a im-primere. Quanto alla squadra, c’è tuttoper restare sereni. A parte Gomez, che

    gioca a Bergamo da ormai qualche an-no e che di fatto non scopriamo oggi,confido molto nei nostri portieri. Be-risha è già una certezza mentre Gol-lini, che è bravissimo, appare una si-cura prospettiva. Restando in tema digiovani, festeggiamo la riconferma diCaldara, pronto a giocarsi la propriaconsacrazione, ma non trascuro un ta-lento del calibro di Orsolini. Sono con-vinto che negli anni a venire sentiremoparlare parecchio di lui. Quanto aglielementi chiamati a fare la differenza,Ilicic è uno che può davvero rappre-sentare il top. Fin qui si è fatto atten-dere, ma alla lunga la sua classe ci faràparecchio comodo. Godiamoci l’av-ventura europea, ma diamoci dentrosenza alcun timore. Partire bene po-trebbe risultare un fattore decisivo inchiave-qualificazione, in questo sensocredo proprio che l’Atalanta proverà agiocarsela fino in fondo nella garainaugurale con l’Everton”. Difficiledistricarsi tra le mille parabole offertedal pallone orobico. Il Mapello, dall’al-to degli impegni riguardanti tanto laprima squadra quanto il variegato mon-do delle squadre giovanili, non può es-sere trascurato, ma a ben vedere la deabendata non ha voltato le spalle a untifoso atalantino d’eccezione qualeMassimo Ravasio: “La precedenza vasempre al Mapello, tanto più se ci saràuna salvezza da strappare con le un-ghie e con i denti. Ma i concomitantiimpegni di Europa League dell’Ata-lanta comporteranno numerosi cam-biamenti di data e di orario. Si gioche-rà più spesso in anticipo al sabato e inposticipo al lunedì. E allora basta ri-flessioni e basta scomode scelte! SiaMapello che Atalanta meritano la prio-rità. E quest’anno l’avranno entram-be”. NS

    Marco Mancin è stato anche uno dei protagonisti della favola Aurora Seriate

  • Bergamo&Sport14 Domenica 10 Settembre 2017

    Pinto e il ringraziamento alla DeaW W W. G R A N D I S T O R I E . I T «Ero di una famiglia povera, Bergamo mi ha aiutato tanto»MARTINENGO - Miss Bagaglino 2017: è il 2 settembre di una seratafredda e piovosa e nella giuria del tradizionale concorso di bellezza diMartinengo, accanto a me si trova un grande ex giocatore atalantino,Adriano Ferrerira Pinto. Pronta ad intervistarlo per Bergamo &Sport, come viene nominata la vincitrice, la miss Carola Raimondi,tra botti e festeggiamenti, mi precipito subito dal mio protagonista diquesto nuovo pezzo di “Grandi storie” prima che venga braccato dadecine di fan e nostalgici del suo periodo d’oro atalantino. “Adrianodi qua”, gli grido indicandogli la strada, ma ecco che qualche metrodopo l’ho già perso di vista, fermato da una coppia di tifosi che nonresistono a un selfie accanto al proprio beniamino. A gran fatica riu-sciamo a raggiungere il tendone del servizio bar ristorante. Ci se-diamo su una panca, Adriano di fronte a me, ma ecco che un’altraorda di tifosi si catapulta sul mio intervistato per un autografo, unselfie, un abbraccio e chi più ne ha più ne metta. Quando finalmenteriesco a recuperare la star della serata, Ferreira Pinto comincia a rac-contarmi dei suoi inizi di carriera: “Ho cominciato a esordire nelcalcio nel 2001 col Lanciano, club militante in serie C1, dove hogiocato due campionati. Successivamente sono stato venduto al Pe-rugia dove ha giocato un campionato in serie B, ma poi il club umbroè fallito. Fu Fabrizio Castori, l’allenatore del Cesena che mi avevafatto esordire nel Lanciano, a richiamarmi per giocare nella suasquadra. Fu un anno bellissimo quello”, ricorda con nostalgia il no-stro Adriano: “Feci 11 goal e 15 assist”. Da lì in poi l’escalation e ilsuccesso nella serie A grazie all’ingaggio dell’Atalanta in cui rimanesei anni e mezzo, dall’estate del 2006 fino a giugno del 2013. Nel2009, però, Ferreira Pinto subisce un grave infortunio al ginocchio,più precisamente riporta una lesione al crociato anteriore, durante ilmatch Milan-Atalanta, che lo costringe a stare lontano dal campo dagioco per parecchio tempo. “Nel 2013 vengo ceduto al Varese”, con-tinua Adriano, “Qui rimango un anno per poi passare al Lecce doveho giocato la finale di playoff contro il Frosinone, anche se subiamola sconfitta”. Il Lecce è l’ultima squadra professionista dove Ferreiragiocherà. La decisione del calciatore sarà quella di tornare a vivere aBergamo, dove da 4 anni ormai gioca nel Pontisola (serie d), con-ducendo serenamente la sua esistenza accanto alla moglie Mariannae ai suoi due figli Thiago e José Carlos. Del resto la sua è una storiafatta di sudore e sangue, dove per raggiungere certi livelli ha dovutolottare e non poco. “Vengo da una famiglia molto povera, dove già a6 anni lavoravo nei campi per dare sostentamento ai miei famigliari.A 15 anni persi mio padre a causa di una grave malattia e per me nonè stato facile. Grazie al calcio sono riuscito ad uscire da una situa-zione difficile. I ringraziamenti li devo a chi ha creduto in me, a Ca-stori, che mi ha dato la possibilità di intraprendere la mia carrieranel calcio italiano, a Bergamo, all’Atalanta e a tutti quelli che misono stati vicino e mi hanno sostenuto”. Parole sagge. Dalla vostrainviata è tutto!

    Daniela Picciolo

    GRANDI STORIE Arte, ma anche una grande attenzione al benessere fisico

    «Che musica, maestro!», ecco Perronegrande chitarrista che vive a BergamoBERGAMO - Oggi pomeriggio appuntamentoalle 15.30 per intervistare un nuovo personag-gio che occuperà il paginone dedicato alla ru-brica “Grandi storie” del nostro settimanale. Ilcaldo afoso e torrido non accenna ad andarsenenonostante le poche gocce di pioggia che hannovanamente fatto sperare ad un abbassamentodelle temperature africane di questi giorni.Monto in macchina diretta all’appuntamento,pochi chilometri di strada e mi trovo già sullasoglia della villetta a schiera dove ad accoglier-mi c’è Luigi Perrone, classe ’68, originario diMatera e trasferitosi a Bergamo nel ‘93 per in-traprendere la sua carriera concertistica. Mu-sicista e insegnante di chitarra classica, si di-ploma al conservatorio di Matera a pieni voti edè vincitore di numerosi concorsi nazionali e in-ternazionali, tra cui ricordiamo il primo premioGiovani Talenti di Ravenna e l’Internazionaledi Tortona, Roma e Alassio.

    Frequenta masterclass con i più importantimaestri di musica dell’epoca contemporanea,come Oscar Ghiglia, Ruggero Chiesa e AlirioDiaz. Da citare anche i musicisti Marco Tama-gno, Giulio Tampalini e Luigi Attademo, chehanno completato la formazione artistica delgiovane talento. Negli ultimi anni è stato do-cente di musica al Liceo Grassi di Lecco e Mu-zio di Bergamo, oltre ad essere un affermatoconcertista di chitarra classica. Tenuta sportiva,sguardo cordiale, l’aria soddisfatta di chi nellavita è riuscito a perseguire le proprie passionifino in fondo, di chi non si ferma di fronte anulla, che non smette mai di imparare e di co-noscere, di sperimentare, in ambito musicalema non solo. “Ricordo che fu mio cognato Eu-stachio ad approcciarmi all’amore per la mu-sica”, ci racconta entusiasta Luigi, Gigi per gliamici. “Dapprima ho cominciato con lo studiodel violino e della tromba ma la chitarra era lostrumento che maggiormente mi attirava, per ilsuono e le emozioni che riusciva a trasmetter-mi”. Il primo premio lo vince però come can-tante all’età di soli 10 anni, quando partecipa alconcorso canoro “Cantabimbi” per giovani ta-

    lenti nel ’78, con la canzone “Mamma”. Da lì èun’escalation di successi uno dopo l’altro.“Proprio l’1 settembre sono stato a Bologna,ospite al BoEtico Vegan Festival, una 3 giorniriservata al mondo etico e senza sofferenza,che si è svolta nell’incantevole parco dei Giar-dini a Bologna, dove mi sono esibito in con-certo” ci racconta Luigi. “Suonerò un reper-torio che spazierà da autori come J. Morel aBarrios a Albeniz, a Rodrigo, fino a Drozd”.Ma accanto alla passione per la musica nonmanca quella per le arti marziali e la medicinacinese.

    Una figura eclettica e poliedrica quella diLuigi, che a partire da 10 anni frequenta corsi dikarate, di tay-box, per passare in età adulta apraticare aikido, lotta israeliana e jiu jitsu, ac-costandosi negli anni anche allo studio dellamedicina tradizionale cinese e della kinesiolo-gia, ovvero lo studio scientifico del movimentocorporeo teso ad un miglioramento dello statodi benessere individuale. “Benessere che pri-ma di tutto viene da quello che mangiamo, in-fatti non solo pratico molto sport ma da un po’di anni seguo un’alimentazione vegana. Chedire, la natura e soprattutto gli animali sonoun’altra delle mie più grandi passioni. Pensoche le bestie siano molto meglio delle persone.Ti danno affetto senza chiederti nulla in cam-bio”. Over e Tasha, i due border collie che mihanno fatto gli onori di casa, cresciuti e coc-colati dai loro padroni, Luigi e la moglie Da-niela, scodinzolano beatamente accasciati alpavimento. Anche per loro concorsi e premi ago go, come il premio Kraft, concorso di bel-lezza vinto da Over, dopo le gare canine na-zionali e internazionali disputate nel corso de-gli anni. Come si suol dire, tale cane tale pa-drone e nel nostro caso non c’è niente di piùvero. Ma è tempo di passare dalle parole ai fatti,pronta ad ascoltare il nostro musicista in unconcerto tutto casalingo riservato a pochi in-timi. Non mi resta che dare il la: “Musica mae-stro!”.

    Daniela Picciolo

  • Bergamo&SportDomenica 10 Settembre 2017 15

    Napoli, ko una buona AtalantaL’ULTIMA SFIDA Ottimo primo tempo con Cristante-gol. Poi la rimonta partenopea

    Napoli-Atalanta 3-1

    Napoli (4-3-3): Reina; Maggio, Albiol,Koulibaly, Ghoulam; Zielinski (30’ s.t.Rog) Jorginho (21’ s.t Diawara), Ham-sik (13’ s.t. Allan), Insigne, Mertens,Callejon. A diap. Sepe, Rafael, Chiri-ches, Maksimovic, Mario Rui, Ounas,Milik, Giaccherini. All. Sarri.

    Atalanta (3-4-1-2): Berisha; Toloi, Palo-mino, Masiello; Hateboer (35’ s.t. Cor-nelius), Cristante (18’ s.t. Kurtic), Freu-ler, Gosens; Ilicic; Gomez, Petagna (1’s.t. De Roon). A disp. Gollini, Rossi,Mancini, Caldara, Castagne, Schmidt,Haas, Orsolini, Vido. All. Gasperini

    Arbitro: Di Bello.Assistenti: Crispo-Tasso.Reti: 14’ p.t. Cristante (A), 11’ s.t. Zielin-

    ski (N), 16’ s.t. Mertens (N), 41’ s.t. Rog(N).

    NAPOLI - Un’Atalanta coraggiosa ebattagliera, alemeno per un'ora, spa-venta il Napoli ma, stavolta, non bastaper collezionare un’altra impresa alSan Paolo perché la squadra di Sarri èandata sotto, ha sofferto, ha rischiatoil 2-0 da parte degli atalantini poi conZielinski, Mertens e Rog ha ribaltatoil risultato e ha vinto. L’Atalanta hadominato per quasi un’ora. Nel primotempo un netto controllo della partitagrazie anche al gol di Cristante. I ne-razzurri davano l’impressione di rega-lare ai tifosi un’altra storica vittoria aNapoli ma in attacco non stati efficacie cinici, eppure le occasioni del rad-doppio le avevano create con Gomez eIlicic. Difesa attentissima con il trioToloi, Palomino, Masiello sempre ingrado di annientare le giocate del tri-dente azzurro. Insomma alla fine delprimo tempo l’Atalanta sorrideva fe-lice. All’inizio di ripresa Gasperinivoleva coprirsi per evitare le incursio-ni del Napoli e metteva in campo deRoon per Petagna, una mossa che, allafine, si è rilevata tutt’altro che vincen-te. Poi il Napoli ha dimostrato di es-sere una grande squadra perché è riu-scita a ribaltare il risultato, pur gio-cando male. Lo strepitoso gol di Zie-linski, gran tiro dal limite, e il raddop-pio di Mertens ha spento l’Atalantache, nel finale, ha subito il gol del 3-1in contropiede.Gasperini non si fa intimidire dallaforza del Napoli e schiera dal primominuto Ilicic, manda in panchina Kur-tic e e spedisce in tribuna Spinazzola.Sarri modifica solo la difesa con Mag-gio a destra al posto dello squalificatoHysaj e a centrocampo gioca Zielin-ski. L’Atalanta gioca con molta atten-zione, cerca di spezzare, da subito, ilfraseggio e il ritmo del Napoli. Lasquadra di Sarri cerca subito di scar-dinare la difesa nerazzurra con il suotridente ma l’Atalata non abbocca eaddirittura al 14’ passa in vantaggio:lungo lancio di Cristante per Petagna,Coulibaly spedisce di testa in angolo,va a batterlo Gomez, di testa Hamsikanticipa Petagna ma Di Bello chiedeaiuto al Var, angolo confermato e Go-mez pennella in mezzo per Cristanteche di testa anticipa tutti e realizza ilgol del vantaggio. L’Atalanta, a que-sto puto, gioca sui contrasti e vincequasi tutti i duelli. A destra Hateboer èattento e Ilicic va su Jorghino, a sini-stra Gosens perfetto in fase di difesa,timido quando deve lanciare il Papuma è il trio Toloi, Palomino e Masiello

    a dominare davanti a Berisha. Al 34’si inserisce bene Ghoulam che crossada sinistra, Berisha è tagliato fuori, maGosens è bravissimo ad anticipareCallejon. Risposta nerazzurra con Ili-cic, Reina in angolo. Al 39' fallo diKoulibaly su Petagna, da destra Ilicicmette in mezzo, raccoglie Masielloma Maggio salva il 2-0. Dopo un’u-scita di Berisha tocca a Reina salvarsisu colpo di testa di Hateboer che si erainserito “alla Conti”. Napoli sfiora ilpari con Mertens, gran salvataggio diMasiello.Nella ripresa fuori Petagna e dentroDe Roon con Ilicic e Gomez coppiad’attacco. I nerazzurri cercano di col-pire subito e al 6’ il tiro di Ilicic, suassist di Gomez mette i brividi a Rei-na. Poi all'11’ il gol del pareggio. Sucalcio d’angolo Palomino rinvia male,al limite Zielinski anticipa Gomez e fapartire un siluro che si insacca allespalle dell’incolpevole Berisha. Cin-que minuti dopo il raddoppio: Allan,entrato al posto del giovane polacco,lancia Insigne che mette in mezzo perMertens che raddoppia. L’Atalantaaccusa il colpo e sparisce anche se al20’ Gomez serve Kurtic, entrato al po-sto di Cristante, che spedisce fuori dipoco. E’ l’ultima azione d’attacco deinerazzurri. Al 40' in contropiede arri-va il gol di Rog su lancio di Mertens.Un 3-1 pesante, troppo pesante ma difronte a questo Napoli bisogna soloinchinarsi.

    LE PAGELLE

    BERISHA 6: subisce tre gol ma non hacolpe. Qualche incertezza con i piedinei rilanci ma niente di più

    TOLOI 6,5: fino all’1-1 è da 8 per le sueuscite perfette, i rilanci e l’attenzione anon farsi travolgere. Poi sparisce.

    PALOMINO 6: anche per l’argentino unprimo tempo sontuoso, poi il pari arrivada un maldestro rinvio, quindi cerca direagire ma nel finale naufraga

    MASIELLO 7: primo tempo da Naziona-le, salva imposta e dirige la fascia sini-stra, poi fatica a vista d’occhio al risve-glio improvviso degli attaccanti azzurri.

    HATEBOER 6: gli capita Insigne e nonsfigura, sfiora “alla Conti" il gol del 2-0.Ci mette impegno e spirito di lotta. Poisparisce con gli altri

    (35’ s.t. Cornelius s.v.)CRISTANTE 7: il suo gol di testa sor-

    prende il Napoli e illude tutti quanti gliatalantini. Prestazione di qualità nel pri-mo tempo. Nel secondo tempo fa quasiil trequartista e si smarrisce (18’ s.t.Kurtic 5,5: non riesce ad entrare in par-tita e spreca un’occasione d’oro)

    FREULER 6: gioca sacrificandosi suZielinski e svolge bene il compito, nelsecondo tempo in sofferenza

    ILICIC 6,5: una prova che scombina ipiani di gioco del Napoli. A destra creaproblemi a Jorginho e cerca anchesponde efficaci con il Papu. Nel secon-do tempo continua a giocare con intel-ligenza ma non basta.

    GOMEZ 7: certo viene anticipato da Zie-linski sul gol del pari ma che poteva faredi più? Da solo ha creato imbarazzo egrattacapi all’intera difesa napoletana,lotta sempre e alla fine si arrende.

    PETAGNA 6: comincia con timidezzapoi accetta il duello con Koulibaly. Scin-tille.

    (Dal 1’ s.t. De Roon 5: entra in campoper sventare le iniziative dei centro-campisti azzurri, invece pasticcia ecrea confusione).

    GASPERINI 6: primo tempo da grande

    stratega avvolgendo il Napoli in una ra-gnatela imperforabile. Manda in campoDe Roon al posto di Petagna e alla finesembra una scelta improvvida. Eppurela squadra ha giocato e ha impressio-nato. Con questo Napoli può succederedi sbagliare.

    Giacomo Mayer

    SERIE A

    Risultati

    Benevento – Bologna 0-1: 10' st DonsahGenoa – Juventus 2-4: 1' st Pjanic (aut), 7' pt Galabinov (rig), 14' pt, 45'+4 pt,

    45'+2 st Dybala, 17' st CuadradoRoma – Inter 1-3: 15' pt Dzeko, 22', 32' st Icardi, 42' st VecinoTorino – Sassuolo 3-0: 44' pt Belotti, 39' st Ljajic, 43' st ObiNapoli – Atalanta 3-1: 15' pt Cristante, 11' st Zielinski, 16' st Mertens, 42' st

    RogMilan – Cagliari 2-1: 10' pt Cutrone, 11' st Joao Pedro, 25' st SusoCrotone – Hellas Verona 0-0Chievo – Lazio 1-2: 11' pt Immobile, 34' pt Pucciarelli, 44' st Milinkovic-SavicFiorentina – Sampdoria 1-2: 32' pt caprari, 35' pt Quagliarella (rig), 5' st BadeljSPAL – Udinese 3-2: 25' pt Borriello, 9' st Lazzari, 27' Nuytinck, Thereau (rig),

    45'+4 RizzoClassifica: Juventus 6, Inter 6, Napoli 6, Milan 6, Sampdoria 6, Torino 4, SPAL 4,

    Lazio 4, Bologna 4, Chievo 3, Roma 3, Genoa 1, Verona 1, Crotone 1, Sassuolo1, Udinese 0, Benevento 0, Atalanta 0, Cagliari 0, Fiorentina 0.

    Il turno odiernoSabato 9 settembre ore 18 Juventus-Chievo, ore 20.45 Sampdoria-RomaDomenica 10 settembre ore 12.30 Inter-Spal, ore 15 Verona – Fiorentina, Sam-

    pdoria – Roma, Udinese – Genoa, Atalanta - Sassuolo, Lazio – Milan, Cagliari –Crotone, ore 18 Benevento-Torino e ore 20.45 Bologna-Napoli.

    Risultati, classifica e turno odiernoQuesta sera c’è Bologna-Napoli

  • Bergamo&Sport16 Domenica 10 Settembre 2017

    1009_BERSPO_01p1 Bergamo-Bergamo (Prima Gratuita) - 10/09/2017 Bergamo Sport Domenica 10 settembre

    1009_BERSPO_02p2 Bergamo-Bergamo (Sinistra) - 10/09/2017 Bergamo Sport Domenica 10 settembre

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