senza una patria e decimati dal Covid Il doppio dramma dei ......2020/06/04  · 150mila abitanti, e...

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Avvenire - 04/06/2020 Pagina : A12 Copyright � Avvenire Giugno 4, 2020 12:03 pm (GMT -2:00) Powered by TECNAVIA Copia ridotta al 55% del formato originale a4 della pagina Coronavirus: il mondo Alle Maldive tra le centinaia di migliaia di lavoratori indiani, bengalesi e srilankesi, l’infezione è tripla rispetto ai locali. Allarme nei campi dei Rohingya in Bangladesh dopo il primo decesso INVISIBILI In Germania nuovi focolai a Gottinga: scuole chiuse Un nuovo focolaio di coronavirus a Gottinga, in Bassa Sassonia, ha portato alla chiusura delle scuole della città per questa settimana. È la prima volta che le lezioni vengono sospese in Germania dalla fine del STEFANO VECCHIA u una parte consistente dell’umanità già in difficoltà, il Covid va imponendo ul- teriori restrizioni e rischi. Si tratta dei migranti, dei profughi interni e dei rifugiati che la diffusione della pandemia costringe in un limbo. Solo in Asia, i migranti che si spo- stano all’interno del Continente sono quaran- ta milioni, secondo l’Organizzazione mondia- le per le migrazioni. Altri 77 milioni sono le persone originarie di quest’area che vivono e lavorano altrove, ora in condizioni incerte e spesso sottoposti a forti restrizioni. A questi si sommano 7,7 milioni di rifugiati, sfollati e ri- chiedenti asilo registrati dall’Alto commissa- riato Onu per i rifugiati (Acnur-Unhcr), per cui l’emergenza sanitaria allontana ulteriormen- te la possibilità di risolvere la loro situazione. Tra i “casi” esemplari l’India, dove la questio- ne riguarda anzitutto la vasta migrazione in- terna, con milioni di persone bloccate lonta- no da casa ed esposte a incidenti mortali nel tentativo di tornare alle terre d’origine. Se- condo la SaveLife Foundation, specializzata nel monitoraggio della sicurezza, sono 198 i morti in incidenti tra le migliaia che hanno in- trapreso la via del ritorno con qualunque mez- zo. Solo una parte delle vittime della strada re- gistrate in India tra il 25 marzo e il 31 maggio, nonostante il blocco selettivo delle comuni- cazioni stradali, aeree e ferroviarie. Migranti indiani sono pure vittime nelle Mal- dive. L’arcipelago ha limitato fortemente il flus- so turistico che rappresenta la prima fonte di valuta e benessere. A subirne le ricadute socio- economiche sono soprattutto cittadini india- ni, bengalesi e srilankesi. Essi costituiscono la metà della popolazione della capitale Male, 150mila abitanti, e questo spiega l’elevato nu- mero di casi (1.829) e i sette decessi, superio- ri a quelli del vicino Sri Lanka, che ha una po- polazione 40 volte maggiore. Decine di mi- gliaia di immigrati si trovano ad affrontare i ri- schi della convivenza forzata in spazi angusti accentuata dalla necessità di isolamento che spiega perché tra gli stranieri si registri il tri- plo dei contagi rispetto ai maldiviani. Condi- zioni definite dall’opposizione politica come «inumane» che il governo sta pensando di af- frontare con la segregazione, com’è già acca- duto per gli oltre 3mila bengalesi già inviati nei campi sull’isola di Gulhi Falhu, “sobborgo in- dustriale” di Male. Seconda potenza economica nel Sud-Est a- siatico, la Thailandia attira una immigrazione intensa (4-5 milioni). Un rapporto dell’orga- nizzazione non governativa Fortify Rights evi- denzia come la paura di essere individuati sia più forte del timore del contagio. «Rifugiati, migranti e individui senza cittadinanza, privi di adeguati documenti di viaggio o di status legale certo sono sottoposti anche in questa situazione a arresto e detenzione per viola- zione delle leggi sull’immigrazione». In gran numero si trovano rinchiusi in una de- cina di centri di detenzione e tra questi mi- gliaia di cristiani pachistani in fuga dalla per- secuzione. Come evidenziato da un sondag- gio dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, molti lavoratori stranieri non si tu- telano in alcun modo dal contagio anche per la mancanza di informazione. Questo aggrava la situazione per tutti, thailandesi inclusi. Le autorità, tuttavia, finora hanno rifiutato di af- frontare la questione. Un po’ come succede nella vicina Malaysia, dove pure si trovano mi- lioni di immigrati e profughi. Tra questi ultimi, decine di migliaia di Rohingya in fuga dal Myanmar o dalle dure condizioni dei campi profughi in Bangladesh, dove il primo deces- so di un 71enne per coronavirus a Cox’s Bazar, il 31 maggio, e le decine di contagiati tra i ri- fugiati, rischiano di aprire un nuovo fronte di segregazione ed emarginazione. © RIPRODUZIONE RISERVATA S Il doppio dramma dei profughi asiatici senza una patria e decimati dal Covid Un operatore nel campo di Cox’s Bazar in Bangladesh che ospita i profughi Rohingya / LaPresse

Transcript of senza una patria e decimati dal Covid Il doppio dramma dei ......2020/06/04  · 150mila abitanti, e...

  • Coronavirus:il mondo

    Alle Maldive tra le centinaia

    di migliaia di lavoratori

    indiani, bengalesie srilankesi,

    l’infezione è tripla rispetto

    ai locali. Allarmenei campi

    dei Rohingya inBangladesh dopo

    il primo decesso

    INVISIBILI

    ANGELA NAPOLETANO

    l governatore della Bancad’Inghilterra Andrew Bai-ley ha esortato le banche

    britanniche a intensificare ipreparativi per affrontare a fi-ne anno una Brexit nuda ecruda, non regolata da alcunaccordo commerciale tra Lon-dra e Bruxelles. La raccoman-dazione, anticipata dallastampa, è stata poi attenuatadalla stessa banca centrale: laseparazione senza accordo, hafatto sapere, «è una delle mol-te possibilità».Il campanello di allarme suo-nato da Bailey irrompe nellaquarta e ultima fase delle trat-tative in programma entro il30 giugno, data entro cui il Re-gno Unito può chiedere unaproroga del periodo di transi-zione fissato per il 31 dicembre2020. Le possibilità che i ne-goziati in corso possano usci-re dall’impasse in cui sonoconfinati sono scarse. A supe-rare le divergenze più acute(pesca, aiuti di stato, diritti deilavoratori e protezione am-bientale) potrebbero provarciil premier britannico BorisJohnson e la presidente dellaCommissione Europea, Ursu-la von der Leyen, in un facciaa faccia a fine mese. La determinazione di Londraa realizzare la Brexit entro l’an-no non sembra scalfita dallacrisi innescata dal coronavirus.Un appello a un rivalutare l’i-potesi di una proroga arriva dalParlamento dell’Irlanda delNord, protagonista chiave delprocesso di separazione vistele criticità legate al confine conl’Irlanda. Pesante anche il mo-nito della Nissan che ha mes-so in guardia il governo sullasopravvivenza del suo impian-to a Sunderland nel caso in cuinon venga raggiunto entrol’anno un vero e proprio ac-cordo di libero scambio conl’Unione Europea.

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    MARIA CRISTINA GIONGOAmsterdam

    on pensavo che interve-nissero così tante perso-ne». Queste le parole, af-

    fidate al quotidiano olandese AD, delsindaco di Amsterdam, Femke Halse-ma, (partito di sinistra GroenLinks) inrisposta alle accuse sulla manifesta-zione contro il razzismo che si è svol-ta nella sua città, con circa 5.000 per-sone stipate nella piazza Dam.«L’organizzatore e la stessa polizia nonse l’immaginavano prima che la noti-zia dell’evento cominciasse a diventa-re virale via Twitter e Facebook. Nonho chiesto l’intervento delle forze del-l’ordine per frenare l’afflusso per ti-more che fra la folla potessero esserci

    degli infiltrati provocatori, i quali a-vrebbero potuto trasformare una pro-testa pacifica, com’è rimasta, in guer-riglia. Inoltre molti indossavano la ma-scherina». Una difesa inaccettabile peril personale sanitario e icittadini da mesi sotto-posti a tanti sacrifici perrispettare le regole im-poste per frenare l’epi-demia da coronavirus. IlPartito della libertà ne hachiesto le dimissioni. Ilministro della Salute De Jong ha invi-tato i partecipanti a sottoporsi al tam-pone in caso di sintomi riferibili al Co-vid-19. La qual cosa fa ancora più rab-bia, in quanto è solo da pochi giorniche finalmente i test potranno essererichiesti da chiunque pensi di essere

    entrato in contatto con il virus. Tantoche il Ggd, il Centro per la salute pub-blica, è stato subissato da telefonate:323.000 il primo giorno. I centralini so-no andati in tilt e si sono potuti fissa-

    re meno appuntamentidi quanto era stato pro-messo. Il problema dellamancanza dei tamponi,dovuto al fatto che l’O-landa ha sottovalutato laportata della pandemia,ha fatto sì che non venis-

    se chiusa subito una fabbrica per lamacellazione e lavorazione della car-ne quando tempo fa i dipendenti e-rano stati colpiti dal virus. Solo in se-guito sono state chiuse due fabbrichesimili dove il contagio aveva colpitoun gruppo di migranti bulgari e ru-

    meni privi di ogni tutela, «modernischiavi», li ha chiamati un sindacolocale, portati al lavoro con piccolibus sovraffollati.Il premier Mark Rutte ha detto che pro-prio per evitare problemi il corteo di ie-ri a Rotterdam (sempre contro il raz-zismo) è stato interrotto dalla polizia.Anche quello precedente si sarebbepotuta rimandare a quando i PaesiBassi avranno fatto chiarezza sui datireali della trasmissione del virus, di si-curo superiori a quelli emessi dal Mi-nistero della sanità, (come il numerodei deceduti), la cui certezza si può a-vere solo con i tamponi. Purtroppo o-ra dovranno essere probabilmente u-tilizzati per affrontare una seconda on-data di contagi. Che si poteva evitare.

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    TOTALE CONTAGI TOTALE VITTIME

    Dati aggiornati a ieri 3 giugno ore 20.15FONTE: JOHNS Hopkins University & Medicine

    (New York)

    Oceano Atlantico

    Oceano Indiano

    Oceano Pacifico

    6.435.453Totale contagi

    382.093Totale VITTIME

    188Paesi colpiti

    La diffusione del coronavirusLa diffusione del coronavirusnel mondonel mondo

    La diffusione del coronavirusnel mondo

    Stati Uniti

    RussiaRegno UnitoSpagnaItalia

    Francia

    GermaniaBrasile

    TurchiaIran

    Cina

    CanadaIndia

    Perù

    Belgio

    Paesi Bassi

    Arabia Saudita

    Messico

    Pakistan

    BangladeshCile

    Svezia

    Qatar

    Bielorussia

    1.839.167

    431.715555.383

    281.264

    233.836240.326

    216.314188.450

    184.121170.039165.555160.696108.686

    97.32694.02191.182

    91.18280.46362.16058.68555.14046.93845.11640.803

    106.55321.64949.983*33.601

    29.02127.128

    31.199

    10.637

    8.6028.012

    5.996

    7.563

    4.638

    4.5859.522

    4.542

    6.0873.438

    5.208

    4.634

    1.921

    1.6591.447

    1.698

    Stati Uniti

    Regno UnitoItalia

    SpagnaFranciaBrasile

    BelgioGermaniaIran

    Paesi Bassi

    Canada

    Cina

    Turchia

    Messico

    Svezia

    IndiaEcuador

    Russia

    Perù

    Svizzera

    IrlandaPortogallo

    Indonesia

    (New York)

    *dati aggiornati dall’Istituto nazionale di statistica

    GRAN BRETAGNA

    Il coronavirusnon basta:«Brexitnon si rinvia»

    In Germania nuovi focolai a Gottinga:scuole chiuse

    Un nuovo focolaio dicoronavirus aGottinga, in BassaSassonia, ha portatoalla chiusura dellescuole della città perquesta settimana. È laprima volta che lelezioni vengonosospese in Germaniadalla fine dellockdown, il 23maggio. Nella cittàuniversitaria ci sonostate 80 nuoveinfezioni, quasi tuttenello stesso edificio.All’origine ci sarebbeuna serie di festeprivate. Già duecentopersone sono statemesse in quarantenaobbligatoria, contanto di controllo daparte delle forzedell’ordine. Sonorisultati positivi anchemolti bambini eadolescenti, da qui lascelta di chiudere gliistituti scolastici finoa lunedì. Da allora, iragazzi potrannoritornare in aula conl’obbligo, però, diindossare lemascherine. I daticomplessivi dellapandemia inGermania sono indiscesa in lineatendenziale secondoil Koch Institut. Ieri cisono stati 342 casi inpiù rispetto al giornoprecedente, mentre leinfezioni totali sono182.370 infezioni totalie i morti sono 8.551.

    12 PRIMO PIANO Giovedì 4 giugno 2020

    Stipati in 5.000nella piazza Dam

    Il sindaco: «Non ce

    lo aspettavamo»

    LA MANIFESTAZIONE CONTRO IL RAZZISMO

    Ad Amsterdam va in piazza la rabbia e il serio rischio di contagio

    STEFANO VECCHIA

    u una parte consistente dell’umanità giàin difficoltà, il Covid va imponendo ul-teriori restrizioni e rischi. Si tratta dei

    migranti, dei profughi interni e dei rifugiatiche la diffusione della pandemia costringe inun limbo. Solo in Asia, i migranti che si spo-stano all’interno del Continente sono quaran-ta milioni, secondo l’Organizzazione mondia-le per le migrazioni. Altri 77 milioni sono lepersone originarie di quest’area che vivono elavorano altrove, ora in condizioni incerte espesso sottoposti a forti restrizioni. A questi sisommano 7,7 milioni di rifugiati, sfollati e ri-chiedenti asilo registrati dall’Alto commissa-riato Onu per i rifugiati (Acnur-Unhcr), per cuil’emergenza sanitaria allontana ulteriormen-te la possibilità di risolvere la loro situazione.Tra i “casi” esemplari l’India, dove la questio-ne riguarda anzitutto la vasta migrazione in-terna, con milioni di persone bloccate lonta-no da casa ed esposte a incidenti mortali neltentativo di tornare alle terre d’origine. Se-condo la SaveLife Foundation, specializzatanel monitoraggio della sicurezza, sono 198 imorti in incidenti tra le migliaia che hanno in-trapreso la via del ritorno con qualunque mez-zo. Solo una parte delle vittime della strada re-gistrate in India tra il 25 marzo e il 31 maggio,nonostante il blocco selettivo delle comuni-cazioni stradali, aeree e ferroviarie. Migranti indiani sono pure vittime nelle Mal-dive. L’arcipelago ha limitato fortemente il flus-so turistico che rappresenta la prima fonte divaluta e benessere. A subirne le ricadute socio-economiche sono soprattutto cittadini india-ni, bengalesi e srilankesi. Essi costituiscono lametà della popolazione della capitale Male,150mila abitanti, e questo spiega l’elevato nu-mero di casi (1.829) e i sette decessi, superio-ri a quelli del vicino Sri Lanka, che ha una po-polazione 40 volte maggiore. Decine di mi-

    gliaia di immigrati si trovano ad affrontare i ri-schi della convivenza forzata in spazi angustiaccentuata dalla necessità di isolamento chespiega perché tra gli stranieri si registri il tri-plo dei contagi rispetto ai maldiviani. Condi-zioni definite dall’opposizione politica come«inumane» che il governo sta pensando di af-frontare con la segregazione, com’è già acca-duto per gli oltre 3mila bengalesi già inviati neicampi sull’isola di Gulhi Falhu, “sobborgo in-dustriale” di Male. Seconda potenza economica nel Sud-Est a-siatico, la Thailandia attira una immigrazioneintensa (4-5 milioni). Un rapporto dell’orga-nizzazione non governativa Fortify Rights evi-denzia come la paura di essere individuati siapiù forte del timore del contagio. «Rifugiati,migranti e individui senza cittadinanza, prividi adeguati documenti di viaggio o di statuslegale certo sono sottoposti anche in questasituazione a arresto e detenzione per viola-zione delle leggi sull’immigrazione». In gran numero si trovano rinchiusi in una de-cina di centri di detenzione e tra questi mi-gliaia di cristiani pachistani in fuga dalla per-secuzione. Come evidenziato da un sondag-gio dell’Organizzazione internazionale per lemigrazioni, molti lavoratori stranieri non si tu-telano in alcun modo dal contagio anche perla mancanza di informazione. Questo aggravala situazione per tutti, thailandesi inclusi. Leautorità, tuttavia, finora hanno rifiutato di af-frontare la questione. Un po’ come succedenella vicina Malaysia, dove pure si trovano mi-lioni di immigrati e profughi. Tra questi ultimi,decine di migliaia di Rohingya in fuga dalMyanmar o dalle dure condizioni dei campiprofughi in Bangladesh, dove il primo deces-so di un 71enne per coronavirus a Cox’s Bazar,il 31 maggio, e le decine di contagiati tra i ri-fugiati, rischiano di aprire un nuovo fronte disegregazione ed emarginazione.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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    Da sapere

    La Svezia:troppi mortiTroppe personesono morte a causadel coronavirus inSvezia. Lo haammesso inun’intervista allaradio pubblicasvedese AndersTegnell,l’epidemiologodietro la strategia“soft”’ adottata dalgoverno diStoccolma contro ilcoronavirus. NelPaes, che ha unapopolazione di 10milioni di abitanti, ilvirus ha ucciso4.468 persone.

    Il doppio dramma dei profughi asiaticisenza una patria e decimati dal Covid

    Un operatore nel campo di Cox’s Bazar in Bangladesh che ospita i profughi Rohingya / LaPresse