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1 Arcivescovado per le Chiese Ortodosse Russe in Europa Occidentale, Esarcato del Patriarcato Ecumenico 12, rue Daru 75 008 Paris +33 (0)1 46 22 38 91 — feuillet@exarchat. eu — www. exarchat. eu Direttore dell’editoria : Mgr Jean — traduzioni : Anne Worontzoff uillet de l’ xarchat E F Settembre 2018 n° 80 Dopo più di un anno di interruzione, finalmente esce un nuovo numero dei «Fogli dell’Esarcato». È un’ottima notizia perché si tratta di un elemento indispensabile per la vita della nostra Arcidiocesi-Esarcato e più particolarmente, perché esso contribuisce al mantenimento e al rafforzamento del legame tra le varie parrocchie e comunità. L’argomento trattato in questo numero, il sacerdozio, è al centro delle mie preoccupa- zioni. Il mio sogno sarebbe che l’anno prossimo, ogni parrocchia e ogni comunità possa celebrare la totalità delle funzioni nella notte di Pasqua ma per questo ci vogliono più sacerdoti! Ringrazio quindi i membri del comitato di redazione e mi congratulo con loro per il loro lavoro tenace che ha consentito questa pubblicazione e spero che ce ne saranno molte altre. Lunga vita ai Fogli dell’Esarcato ! Arcivescovo Giovanni di Chariupoli S INASSI 2018 DELLA GERARCHIA DEL TRONO ECUMENICO Sua Eminenza Monsignor Giovanni di Chariupoli ha preso parte alla Sinassi dei vescovi del Trono Ecumenico iniziata il 1o settembre, giorno della festa dell’anno nuovo ecclesiastico e tenutasi dal 10 al 4 settembre. Il 10 settembre dopo la divina liturgia, celebrata dal grande archimandrita reverendissimo padre Vissarion (Komzias) in presenza di Sua Santità il Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I ha poi presieduto una funzione di ringraziamento in occasione del nuovo anno ecclesiastico nella chiesa di San Giorgio al Phanar, in presenza dei vescovi del Patriarcato. Alla fine della funzione tutti i vescovi presenti, dopo aver reso grazia al Signore e chiesto la benedizione per l’anno nuovo hanno firmato la nuova Indizione e salutato Sua Santità augurandogli un anno di benedizione, di grazia e di pace. La sera dello stesso giorno, il Patriarca Bartolomeo ha aperto la prima sezione dei lavori della Sinassi nella chiesa della Santa Trinità nel quartiere di Taksim. Riflessione della Sinassi dei nostri Ierarchi Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha aperto la Sinassi della Gerarchia del Trono Ecumenico con una preghiera di ringra- ziamento, egli si è poi rivolto alla venerabile Assemblea per invitare gli Ierarchi presenti a fondare la loro azione pastorale sul Vangelo e la Liturgia. Egli ha insistito sulla formazione seria del clero attraverso le istitu- zioni teologiche, affinché la vita teologica, ecclesiastica e spirituale ortodossa sia trasmessa in conformità alla tradizione della Chiesa. Ha menzionato poi le diverse prerogative del Trono Ecumenico al servizio del Pleroma delle Chiese ortodosse in questi tempi difficili in cui vediamo spuntare scismi riguardanti l’ecclesiologia ortodossa e la vita ecclesiale dei fedeli. Nel corso delle altre sessioni, diversi temi storici, ecclesiologici e teologici sono stati menzionati da alcuni metropoliti, membri della Sinassi. La questione rovente relativa all’accessione all’autocefalia di alcune Chiese locali è stata trattata attraverso la tradizione canonica della Chiesa ortodossa e l’esperienza del Patriarcato Ecumenico. Dopo aver ricordato la tradizione canonica e la storia particolare della Chiesa ortodossa, è stato sottolineato che «il primato inter pares» del Patriarcato Ecumenico va ben oltre un semplice primato d’onore come è stato spesso detto. Questa espressione contiene in sé che il il Patriarcato Ecumenico a causa del privilegio della sua anzianità alla testa della Chiesa ortodossa, esercita una maternità giurisdizionale sul Pleroma delle chiese ortodosse e che è l’unico ricorso per guarire le piaghe degli scismi generati nelle chiese locali autocefale e che, a causa del suo Primato, i suoi privilegi e la sua sollecitudini paterna, egli ha l’obbligo di ristabilire la pace in questi spazi turbati e di aiutare le chiese ad accedere all’autocefalia in concertazione con le chiese locali già autocefale.

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Arcivescovado per le Chiese Ortodosse Russe in Europa Occidentale, Esarcato del Patriarcato Ecumenico12, rue Daru 75 008 Paris ✆ +33 (0)1 46 22 38 91 — feuillet@exarchat. eu — www. exarchat. eu

Direttore dell’editoria : Mgr Jean — traduzioni : Anne Worontzoff

uilletde l’ xarchatEF Settembre 2018

n° 80

Dopo più di un anno di interruzione, finalmente esce un nuovo numero dei «Fogli dell’Esarcato». È un’ottima notizia perché si tratta di un elemento indispensabile per la vita della nostra Arcidiocesi-Esarcato e più particolarmente, perché esso contribuisce al mantenimento e al rafforzamento del legame tra le varie parrocchie e comunità.L’argomento trattato in questo numero, il sacerdozio, è al centro delle mie preoccupa-zioni. Il mio sogno sarebbe che l’anno prossimo, ogni parrocchia e ogni comunità possa celebrare la totalità delle funzioni nella notte di Pasqua ma per questo ci vogliono più sacerdoti!Ringrazio quindi i membri del comitato di redazione e mi congratulo con loro per il loro lavoro tenace che ha consentito questa pubblicazione e spero che ce ne saranno molte altre.

Lunga vita ai Fogli dell’Esarcato !Arcivescovo Giovanni di Chariupoli

SinaSSi 2018 della Gerarchia del trono ecumenico

Sua Eminenza Monsignor Giovanni di Chariupoli ha preso parte alla Sinassi dei vescovi del Trono Ecumenico iniziata il 1o settembre, giorno della festa dell’anno nuovo ecclesiastico e tenutasi dal 10 al 4 settembre. Il 10 settembre dopo la divina liturgia, celebrata dal grande archimandrita reverendissimo padre Vissarion (Komzias) in presenza di Sua Santità il Patriarca Ecumenico, Bartolomeo I ha poi presieduto una funzione di ringraziamento in occasione del nuovo anno ecclesiastico nella chiesa di San Giorgio al Phanar, in presenza dei vescovi del Patriarcato.Alla fine della funzione tutti i vescovi presenti, dopo aver reso grazia al Signore e chiesto la benedizione per l’anno nuovo hanno firmato la nuova Indizione e salutato Sua Santità augurandogli un anno di benedizione, di grazia e di pace.La sera dello stesso giorno, il Patriarca Bartolomeo ha aperto la prima sezione dei lavori della Sinassi nella chiesa della Santa Trinità nel quartiere di Taksim.

Ri f less ione del la S inassi dei nostri Ierarchi

Sua Santità il Patriarca Ecumenico Bartolomeo ha aperto la Sinassi della Gerarchia del Trono Ecumenico con una preghiera di ringra-ziamento, egli si è poi rivolto alla venerabile Assemblea per invitare gli Ierarchi presenti a fondare la loro azione pastorale sul Vangelo e la Liturgia.

Egli ha insistito sulla formazione seria del clero attraverso le istitu-zioni teologiche, affinché la vita teologica, ecclesiastica e spirituale ortodossa sia trasmessa in conformità alla tradizione della Chiesa. Ha menzionato poi le diverse prerogative del Trono Ecumenico al servizio del Pleroma delle Chiese ortodosse in questi tempi difficili in cui vediamo spuntare scismi riguardanti l’ecclesiologia ortodossa e la vita ecclesiale dei fedeli.

Nel corso delle altre sessioni, diversi temi storici, ecclesiologici e teologici sono stati menzionati da alcuni metropoliti, membri della Sinassi. La questione rovente relativa all’accessione all’autocefalia di alcune Chiese locali è stata trattata attraverso la tradizione

canonica della Chiesa ortodossa e l’esperienza del Patriarcato Ecumenico. Dopo aver ricordato la tradizione canonica e la storia particolare della Chiesa ortodossa, è stato sottolineato che «il primato inter pares» del Patriarcato Ecumenico va ben oltre un semplice primato d’onore come è stato spesso detto. Questa espressione contiene in sé che il il Patriarcato Ecumenico a causa del privilegio della sua anzianità alla testa della Chiesa ortodossa, esercita una maternità giurisdizionale sul Pleroma delle chiese ortodosse e che è l’unico ricorso per guarire le piaghe degli scismi generati nelle chiese locali autocefale e che, a causa del suo Primato, i suoi privilegi e la sua sollecitudini paterna, egli ha l’obbligo di ristabilire la pace in questi spazi turbati e di aiutare le chiese ad accedere all’autocefalia in concertazione con le chiese locali già autocefale.

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Per sua natura la Chiesa è una sinassi. La sinassi è un’adunanza nel nome di Cristo la cui presenza è sempre attuale grazie all’azione dello Spirito Santo. La volontà di Cristo è che noi stiamo tutti uniti. Questo è la missione e l’essenza stessa della Chiesa.

Questa unità passa dalla costituzione e ricostituzione in modo per-manente fin dalla Pentecoste. La sinassi è la comunità, l’assemblea. Così come si diventa membro della comunità con la fede e gli atti, così se ne esce con degli atti erronei e una fede erronea. È quello che la Chiesa fin dai primi concili apostolici di Gerusalemme si è sforzata di proclamare: proclamare la fede quando la Chiesa era minacciata da false dottrine oppure sforzarsi di mostrare ai fedeli come possono tornare a riconciliarsi con la Chiesa rinunciando alle cattive azioni commesse nel passato con un periodo di esame per poter infine comunicare al Corpo e al Sangue di Cristo. È il significato delle regole o dei canoni enunciati dalle sinassi dei vescovi o dai Concili provinciali o ecumenici quando essi erano convocati dagli imperatori.

Solo ai vescovi spetta l’incarico di mostrare, di guidare i fedeli e di avviarli sempre di più alla comunione intima con il Cristo e di raccogliere la gregge intorno al calice. Ogni volta che la Chiesa era minacciata, i vescovi radunavano un sinodo o un concilio e

proclamavano la vera fede, l’ortodossia e, ogni volta, essi mos-travano la via del ritorno ai fedeli smarriti.

Oggi nel XXI° secolo, quando una sinassi o un concilio si riunisce sia al livello di una chiesa locale, di una regione oppure viene convocato un grande concilio come quello di Creta nel 2016, lo scopo di questa sinassi o di questo concilio è che i vescovi compiano il loro ruolo principale sfidando il tempo della post-modernità dietro alla quale si nascondono sempre le antiche eresie e le false dottrine che proclamino la vera fede e guidino il gregge di Cristo.

Il concilio ha un ruolo pastorale e apre la via per tornare alla Chiesa, a Cristo.

Padre Jivko Panev

SinaSSi, concilio, …

PASTORAL ASSEMBLY To all members of the clergy of the Archdiocese and to the members of the Council

Dear Fathers, Brothers and Sisters,

The next Pastoral Assembly will be held in Paris at the Saint Serge Institute (93 rue de Crimée, 75019 Paris) on Saturday 22 September 2018. Its program is as follows:

8.30 : Welcome coffee

9.00-9.45 : « Moleben »

9.45-10.00 : Introduction (Archbishop John)

10.00-10.30 : How to use new medias in pastoral context (Father Jivko Panev)

10.30-10.45 : break

10.45-11.15 Bioethics - update on today’s issues (Mrs. Julija Vidovic)

11.15-11.45: Modernity and pastoral practice (Father Vladimir Zelinsky)

11.45-12.30: INFORMATION

Commission works on ordination - P Alexander Fostiropoulos,

Liturgical Commission - P Jean Gueit,

Diocesan Administration - N.Lopoukhine

12h30-13h15: Debate, conclusion

13h15-14h30 : Lunch

information : [email protected]

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Incontro intorno al sacerdozioproponiamo qui sotto un’intervista al giovane archimandrita Antonio (Serguievski) della par-rocchia di Cristo Salvatore ad Asnières vicino a Parigi (Fr.), ordinato in ottobre 2016.

Buongiorno padre Antonio, Lei è sacerdote ad Asnières vicino a Parigi. Grazie per aver accettato di rispondere alle nostre domande in quanto giovane sacerdote, se Lei mi permette di esprimersi così, per il Foglio dell’Esarcato. Potrebbe presentarsi brevemente ai nostri lettori?Avrò fra poco 30 anni, sono originario della regione di Donetsk in Ucraina. La famiglia di mio padre proviene invece dalla re-gione di Kaluga in Russia.

Ho compiuto gli studi al seminario di Kiev in Ucraina, vi ho poi seguito i corsi dell’Accademia di teologia. Ho anche studiato filosofia. Tuttavia, ho piuttosto come base un profilo scientifico.

Ho lavorato poi presso la cancelleria della chiesa in Ucraina e anche come assistente e segretario del Metropolita Vladimir di Kiev. È così che ho conosciuto e apprezzato la Francia poiché ho accompagnato il Metropolita Vladimir quando fu curato in un ospedale parigino. Pertanto, quando mi fu offerta la possi-bilità di concludere il mio cursus all’estero, ho scelto di venire in Francia. Attualmente, studio all’Istituto San-Sergio in Master1. Parallelamente, seguo i corsi di Francese Lingua straniera all’Università di Parigi X-Nanterre.

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Les ministères dans l’église :

Il sacerdozio

Parroco

Cosa significa essere parroco?Certo, possiamo dire che la vita di un parroco è sempre la stessa nelle sue principali caratteristiche. Al centro, vi è la Divina litur-gia. E le mille e una cosa che deve fare un prete hanno un unico scopo: la formazione e la riunione della parrocchia perché possa ricevere il verbo divino si con la proclamazione del Vangelo che per mezzo dei Santi Doni. L’amore e la dedizione di ognuno e della parrocchia nel suo insieme rappresentano un movimento senza fine verso ciò che è di fronte a noi ed è un oblio permanente di ciò che è dietro a noi (Fil 3:13). La Divina liturgia è l’azione di tutte le azioni e, in quanto tale, è sempre al centro ed è l’obbiettivo delle attività del sacerdote.

Il quadro invece può variare. Si tratta delle condizioni e del punto di partenza che portano a sforzi instancabili per costituire questo corpo di Cristo al servizio del quale noi sacerdoti siamo chiamati in modo splendido e senza uguali. Ciò che fa parte di questo quadro e di questo punto di partenza non è semplicemente la società in seno alla quale ci troviamo e di cui siamo membri - identificandoci con essa da un lato, e prendendo le nostre deci-sioni dall’altro - non sono solo le condizioni politiche, sociali e culturali e nemmeno il contesto storico, le disposizioni culturali e spirituali dei fedeli, ma è anche, decisamente, lo stato d’animo in cui ci troviamo noi sacerdoti.

Se, come nel mio caso, si raggiunge la vecchiaia dopo molti anni di sacerdozio, si volge uno sguardo critico sulla propria evoluzione personale, allora ci si rende conto a che punto siamo deboli, imma-turi ed impuri, a che punto siamo temerari di fronte all’immensità della nostra responsabilità e nello stesso tempo di fronte all’ab-bondanza della grazia. Il grado di maturità o l’assenza di maturità in questo processo di identificazione, che io spero progressivo, con il compito che mi spetta, determina in modo decisivo il successo (o l’insuccesso) del mio impegno per il gregge che mi è stato affidato. In altre parole: colui che non cerca di santificarsi non può contribuire alla santificazione della parrocchia.

Certo, noi diciamo giustamente che il mistero in quanto tale non può essere ostacolato dalla indegnità del celebrante. L’atto sacra-mentale agisce ex opere operato. Eppure! Chiediamo di nuovo e di nuovo, «che noi ci teniamo dinnanzi al Tuo santo altare senza incorrere né rimprovero né condanna» (2a preghiera per i fedeli). E in modo ancora più forte, preghiamo alla fine dell’anamnesi nella liturgia di San Basilio:»Ricordati, Signore, della mia indegnità, secondo la grandezza della tua compassione. Perdonami ogni colpa volontaria e involontaria, e a causa dei miei peccati, non allontanare dai doni qui presenti la grazia del Tuo Spirito Santo».

La santificazione consiste nel rendere la nostra esistenza sempre più trasparente a colui che ci santifica. £Un solo è santo, un solo è il Signore». La vita di un sacerdote è una penetrazione eucaris-tica di tutte le attività e di tutti i momenti di presa di coscienza. È un’offerta permanente. « Ciò che è Tuo, da Te ricevuto, a Te offriamo in tutto e per tutto». il sacerdote non può rappresen-tare il Cristo, così come non lo può fare nessuno. Ma la sua vita dovrebbe orientarsi in modo sempre più puro e evidente verso il Cristo, l’unico Sacerdote il quale «entrò una volta per sempre nel santuario con il proprio sangue , dopo averci ottenuto una liberazione definitiva (Eb 9:12)».

Certo, la grazia divina non è in nessun modo limitata dall’indegnità del prete. D’altra parte, essa è tanto più presente in quanto tale, cioè nel suo illimitati splendore, quanto lo stesso sacerdote colloca il proprio sacerdozio nel sacerdozio del solo e unico Sacerdote.

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Di fronte a questa cos-tante fondamentale, vi è un numero illimitato di possibilità per il prete di vivere secondo queste esigenze generali legate al sacerdozio pur tenendo conto delle condizioni locali e delle caratteris-tiche dell’epoca.

Sono stato ordinato nel 1986 per una piccolissima parrocchia in Renania. A quell’epoca, l’arciprete Sergius Heitz ne era il parroco. Ne era stato anche il fondatore. 17

anni dopo la sua fondazione, ha trasferito la parrocchia nella nostra diocesi, Pertanto, l’attacamento alla tradizione e al pro-filo particolare della nostra diocesi era relativamente debole. Sei anni dopo la mia ordinazione, questo stesso sacerdote lasciò la diocesi di rue Daru per tornare nella sua giuridizione che aveva lasciata nel 1975.

Menziono questo solo per spiegare in quale caos sono capitato essendo un giovane prete immaturo. Paradossalmente, giunsi ad una identificazione sempre più cosciente con la nostra diocesi. Non tanto a causa delle condizioni e dei dati della vita parroc-chiale ma piuttosto per resistere ad una realtà dominata da una situazione parzialmente caotica e da antagonismi interni. Era tanto più difficile perché all’epoca, tra 1992 e 2005, ero l’unico membro del clero della nostra diocesi in Germania. Pertanto, sarà evidente per ognuno che ho potuto rimanere indenne durante tutto questo difficile periodo solo grazie all’atteggiamento pieno di amore degli arcivescovi Giorgio di Eudociade e Sergio di Eucarpia di beata memoria.

In seguito, vorrei enunciare alcune costanti che determinano tutt’oggi la mia vita concreta di parroco.

Sono sposato dal 1986. Vuol dire che sono prete da quasi lo stesso tempo di quando mi sono sposato. Dio ci ha dato tre figli, due femmine e un maschio. Il matrimonio e la famiglia sono sempre per me un’esperienza d’importanza fondamentale e questo tanto più perché sono prete. La famiglia rappresenta per me una sfida, ma non l’ho mai sentita come un ostacolo o un pregiudizio alla vita sacerdotale. Al contrario. Il che non vuol dire che la vita di famiglia di un prete ortodosso sia idilliaca nelle condizioni specifiche della vita ortodossa in Europa occidentale. Il carico di lavoro è doppio, nella parrocchia e nella vita civile - occorre sovvenire ai suoi bisogni - richiedono uno spirito di sacrificio per la moglie del prete e per i figli. Ciò comporta restrizioni di ogni genere. Ognuno si scontra in permanenza con i limiti delle proprie possibilità e solo con la fede possiamo cavarcela.

Come è giunto al sacerdozio ?Dall’età di 10 anni ho servito all’altare e questo mi ha dato l’amore per la vita liturgica.

Perché ? Molto presto, è stato chiaro per me che questo era la mia vocazione.

Cosa rappresenta per Lei ?Aiutare tutti i fedeli senza esclusione. Mi capita anche di accogliere semplici passanti spesso non ortodossi e di iniziare discussioni pro-fonde con loro.

Assicurare la vita liturgica e più precisamente l’eucaristia, la quale è alla base di tutto secondo me.

Ha l’incarico di una parrocchia ?Sono sacerdote in servizio presso la parrocchia del Cristo Salvatore Misericordioso di Asnières vicino a Parigi, una delle più vecchie parrocchie della nostra diocesi.

La parrocchia di Asnières a una lunga e richissima storia, ricca di tradizioni proprie. Queste tradizioni non sono comparse in un giorno.Sono state costituite per decenni e noi dobbiamo salva-guardare con cura queste tradizioni e la memoria dei fondatori della parrocchia. Dobbiamo proseguire i loro sforzi in memoria di loro.

Cosa significa essere prete in una parrocchia?Il ministero di un sacerdote cambia completamente la vita di una persona. Per il prete, non ci sono ferie, non esiste un tempo in cui il prete è assente. Per questo, nel mio ministero, provo sempre a seguire l’esempio dei miei padri spirituali che hanno seguito il loro gregge giorno e notte.

Il ministero del sacerdote in parrocchia richiede anche la capacità di cantare, di preparare le prosfore, di curare la bellezza del luogo di culto. Dobbiamo sempre, con i parrocchiani, pensare alle buone azioni ed aiutare i malati, i poveri, ognuno secondo i propri mezzi. È la nostra opera comune.

I parrocchiani l’aiutano nel suo compito e, se è così, in quale modo?In generale, ho molto da imparare dai miei parrocchiani. A Asnières sono circondato da parrocchiani di un livello intellettuale superiore a quello che ho conosciuto in Ucraina e che sono spesso più anziani di me. Molti sono immersi in una tradizione liturgica e spirituale molto stimabile dalla loro infanzia e sono felice di poter beneficiare del loro sostegno. So che avrò molto da imparare dai parrocchiani fino alla fine dei miei giorni.

Com’è la sua vita ?Grazie a Dio, ho la possibilità di vivere presso la chiesa. Questo mi da l’occasione di celebrare più spesso e di essere vicino ai parroc-chiani che mi possono trovare facilmente,

Studio e sto per avere il mio secondo diploma dell’Istituto di teo-logia di S.Sergio. Questo mi aiuta ad arricchire la mia esperienza teologica e la mia comprensione della vita dell’emigrazione russa.

È bello quando il prete ha la possibilità di essere più vicino alla gente. Personalmenet, come monaco e sacerdote, mi è più facile evitare le seccature del mondo quando compio il mio ministero pastorale.

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La parrocchia dei Santi Arcangeli nella quale compio il mio sa-cerdozio celebra in lingua tedesca. Da quando sono prete, mi occupo della traduzione in tedesco dei testi liturgici. Mi piace veramente dedicarmi a questo ma richiede abnegazione. È un lavoro invisibile. Bisogna sapere che non c’è stato quasi nessun sforzo di traduzione sistematica in un epoca recente in Germania. Le traduzioni fatte nel 19o secolo e nella prima metà del 20o s. non corrispondono aille necessità di una utilizzazione liturgica. E solo da poco una commissione nominata dalla Conferenza dei vescovi ortodossi è stata incaricata di elaborare un testo norma-tivo per la Divina liturgia e i sacramenti. Tutto questo è ancora in fase di sperimentazione.

80 persone circa sono iscritti nella nostra parrocchia, 30 o 40 delle quali assistono alla liturgia la domenica. Come gran parte dei nostri sacerdoti, sono quindi obbligato a guadagnarmi da vivere in altro modo. Dal 1990, lavoro a Bonn come segretario della metropolia greca di Germania. Questa circostanza mi consente di percepire le questioni legate all’ortodossia da diversi punti di vista. Questo riguarda in particolar modo le questioni giurisdizionali. Nella mia parrocchia seguiamo il nuovo calendario. Il mio lavoro mi permette di celebrare le funzioni liturgiche nei giorni delle feste principali, anche se capitano in un giorno feriale. Tuttavia le città di Bonn - dove lavoro - e di Düsseldorf - dove si trova la mia parrocchia - sono distanti di 70 chilometri. Infatti, devo percorrere in macchina 400 o 500 chilometri ogni settimana per essere presente in parrocchia 3,5 volte alla settimana in media.

In qualità di sacerdote germanofono e grazie alla mia attività professionale in seno alla metropolia greca, sono sollecitato nel quadro del dialogo ecumenico da quando sono prete. Il dialogo ecumenico fa parte del mio lavoro. Mi aiuta a valutare realisti-camente le potenzialità, le missioni e le carenze dell’ortodossia nel vasto campo della martyria (della testimonianza cristiana). M’impegna anche a vedere l’ortodossia nel suo insieme.

Il dialogo interortodosso è un campo del tutto particolare, come lo dimostra la situazione a Düsseldorf. Ci sono sei parrocchie ortodosse di diverse giuridizioni nella città, esse presentano una grande disparità nel numero dei fedeli. Le nostre sei parrocchie partecipano al lavoro delle «Conferenze dei parroci». Si tratta

di un’istituzione fondata dalla Conferenza dei vescovi ortodossi per i sacerdoti presenti in una città o in una regione. Non mi è facile partecipare a questo dialogo con la necessaria intensità néé di trarne sufficientemente le conseguenze pratiche poiché non vivo e non lavoro a Düsseldorf. Inoltre, non ho abbastanza tempo per dedicarmi a questo. Ma per la verità, si apre qui un vasto campo per una collaborazione fruttuosa in tutti i settori del lavoro pastorale. Tuttavia la realtà è ancora molto lontana da ciò che sarebbe possibile. Malgrado diversi anni di sperimentazione, ci troviamo sempre all’inizio.

Per chiudere, vorrei ancora ricordare un tema evidentemente di particolare importanza per un prete e per la sua parrocchia: si tratta della chiesa e dei locali parrocchiali. Nei primi cinquant’anni della sua esistenza, la parrocchia usava una cappella di un cimitero e il suo piccolo padiglione in giardino. Questo luogo storico era stato ceduto dalla città di Düsseldorf per una durata indeterminata, il cimitero nella periferia della città era stato abbandonato dall’inizio del 20o secolo. Nel 2008 ci siamo trasferiti in una chiesa più grande, più vicina al centro della città e con una piacevole canonica. Finora siamo in affitto. Si tratta della prima chiesa ortodossa costruita in Germania dopo la seconda guerra mondiale. Questi edifici sono stati costruiti nel 1962 per i cristiani ortodossi e finanziati per 70% dallo stato. La fondazione era destinata alle vittime della guerra costretti a lasciare la loro patria. Queste persone venivano dall’ex-Unione sovietica e dai Balkani, la maggior parte erano apolidi. Ma nel fratempo questo complesso architettonico era diventato la proprietà della Diakonisches Werk (opera sociale) della Chiesa evangelica in Germania. Ora la chiesa sarà messa in vendita con la canonica e il terreno attiguo.

Di recente, abbiamo deciso di affrontare la sfida e di accettare il prezzo di vendita, sapendo che dobbiamo mobilitare tutte le nostre forze per raggiungere questo scopo. Con l’aiuto di Dio e la dedizione dei fedeli noi compreremo la chiesa e il centro parrocchiale.

Bonn, il 18 luglio 2018Archiprete Peter Sonntag

Tradotto dal francese in italiano(originale in tedesco) da Anna Worontzoff

19e concilio panamericano della chieSa ortodoSSa d’america

Ho potuto partecipare al 19o Concilio panamericano della Chiesa ortodossa d’America come rappresentante della nostra diocesi.

Il concilio ha riunito 600 persone circa a St-Louis, dal 23 al 27 luglio. Il tema del concilio era « Per la vita del mondo», titolo del libro del Padre Alessandro Schmemann che è servito di base ad una riflessione pubblica ta dal primato della Chiesa, il

Metropolita Tikhon sotto il titolo: «Di quale vita parliamo?»

Di primo acchito, mi ha colpito la realtà che ci accomuna dell’eredità del Concilio di Mosca raccolta sia dall’OCA che dalla nostra arcidiocesi. Abbiamo quindi similitudini nel nostro modo di funzionare. Ritroviamo la presidenza del Concilio con due vice-pre-sidenti, un sacerdote e un laico. Anche la composizione del concilio ricorda le nostre

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Assemblee diocesane con il clero e i delegati laici di ogni parrocchia, anche se tutte non sono rappresentate.

Ma la cosa che mi ha più segnato è stata l’atmosfera del Concilio. un’atmosfera di gioia, un momento eccle-siale. La gente viene con la famiglia, i ragazzi hanno un programma parallelo, ma si va alle funzioni insieme in famiglia, i partecipanti sono lieti di ritrovarsi ed è una vera festa. Del resto, una proposta di cambiamento dello statuto per riunire il Concilio ogni 4 anni invece di ogni 3 anni era stata formulata e respinta dall’assemblea. Ciò dimostra l’importanza che i partecipanti danno a questi tempi di incontro, anche se alcuni temono che l’aspetto dell’incontro abbia la precedenza sulla necessità del lavoro che il Concilio deve compiere.

Il lavoro del Concilio somiglia a quello delle nostre assemblee, con il suo numero impressionante di rapporti anche se alcuni sono realizzati sotto forma di video per essere meno fastidiosi. Due pomeriggi erano dedicati ai fora che consentivano ai partecipanti di discutere problematiche più precise. I 6 fora erano animati da due vescovi e da alcuni esperti. Ognuno poteva contribuire in modo che i vescovi potessero sentirli per poi discuterne nel Sinodo. I fora vertevano sulla vita spirituale, l’attenzione data ai sacerdoti, su come prendiamo cura del bene che Dio ci ha affidato, sulle relazioni con gli altri, su evangelizzazione e missione e sulla evangelizzazione nelle nostre parrocchie.

La vita liturgica iniziava alle 6 di mattina con la liturgia celebrata da diversi membri del clero e cantata da un coro sotto la direzione di un direttore del coro ogni volta diverso. Dopo la liturgia, un acatisto veniva celebrato di fronte ad una delle icone miracolose portate al Concilio. L’acatisto di fronte all’icona della Vergine di

Sikta, celebrato dal vescovo dell’Alaska circondato dal suo clero è stato particolarmente notevole . La sera , i vespri erano seguiti da un’omelia.

Un momento di grande emozione fu la benedizione, alla fine della liturgia episcopale, di una famiglia che partiva in missione per la Corea del Sud, in testimonianza non solo dell’universalità della Chiesa, ma anche del dinamismo della chiesa ortodossa in America.

La vita della Chiesa ortodossa in America dimostra la forza che potrebbe avere la Chiesa ortodossa sul continente europeo se fosse capace di unirsi e di mettere tutte le forze al servizio di Cristo, del prossimo, per la vita del mondo. Certo, la situazione canonica della Chiesa non è risolta, ma essa da prova di un dinamismo ineguagliabile in America, partecipando più di tutte le altre dio-cesi agli organismi pan-ortodossi (missione, aiuto umanitario, cappellani nelle prigioni...).

Padre Serge Sollogoub, Paris (Fr)

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Lecteurs :

PIERRE BENIC a été ordonné lecteur pour l’église Saint-Séraphin-de-Sarov et de la Protection-de-la-Mère-de-Dieu à Paris, le 8 janvier 2017 ;

NICOLAS VODÉ a été ordonné lecteur pour l’église Saint-Séraphin-de-Sarov et de la Protection-de-la-Mère-de-Dieu à Paris, le 8 janvier 2017 ;

SYLVAIN BARON a été ordonné lecteur pour la communauté Saint-Brieuc en Bretagne, le 22 janvier 2017 ;

THEOPHILE VITALIS a été ordonné lecteur pour la communauté Saint-Brieuc en Bretagne, le 22 janvier 2017 ;

ION BALEANU was ordained reader for the church of the Annunciation in Oxford, on 25th March, 2017;

PETER COUSINS was ordained reader, to serve in the Parish of Saint Anne, Northampton, on 28th May 2017 ;

OLEKSANDR HERASYMENKO a été ordonné lecteur pour la paroisse Saint-Georges à Marseille, le 13 août 2017 ;

SERGIU CUJBA a été ordonné lecteur pou l’église de la Présentation-de-la-Vierge-au-Temple à Paris, le 3 décembre 2017.

ARISTOBOULOS (KARL) LYON was ordained reader, to serve in the Community of Saint Aristoboulos in Bournemouth, on 28th October 2017;

JAMES ANGUS was ordained reader, to serve in the Community of Saint Symeon the Righteous and the Holy Prophetess Anna, in Redbourn (Harpenden), on 29th October 2017;

JEAN-PHILIPPE DELAGE a été ordonné lecteur pour l’église de Saint-Nicolas-le-Thaumaturge à Toulouse, le 17 décembre 2017;

CYRIL BOLAND a été ordonné lecteur pour l’église de Saint-Nicolas-le-Thaumaturge à Toulouse, le 17 décembre 2017;

DAVID POPKHADZE a été ordonné lecteur pour l’église de Saint-Nicolas et Sainte-Alexandra à Nice, le 19 décembre 2017 ;

JULIEN MOULARD a été ordonné lecteur pour l’église de Saint-Nicolas et Sainte-Alexandra à Nice, le 19 décembre 2017 ;

LOÏC ITALIA a été ordonné lecteur pour l’église de Saint-Basile-le-Grand et Saint-Alexis-d’Ugine à Nantes, le 24 décembre 2017;

IHOR KUSHNIR a été ordonné lecteur pour l’église de la communauté de Saint-Nicolas-le-Thaumaturge à Donostia/San Sebastián (Espagne), le 28 janvier 2018;

HENRI MAUREL a été ordonné lecteur pour l’église Sainte-Hélène et la Sainte-Croix de Montpellier, le 8 juillet 2018;

Sous-diacres :

STEPHEN (MORYS) IRELAND was ordained sub-deacon, to serve in the Parish of Saint Peter and Saint Paul, Clapham, London, on 28th May 2017 ;

DANIEL LOSSKY a été ordonné sous-diacre pour la paroisse francophone de la Sainte-Trinité et des Saints-Côme-et-Damien de Bruxelles (Belgique) à Bruxelles, le 1 novembre 2017 ;

VLADIMIR – CHARLES LEROUX ZIEGLER a été ordonné lecteur puis hypodiacre pour l’église Saint-Séraphin-de-Sarov et de la Protection-de-la-Mère-de-Dieu à Paris, le 31 mars 2018 ;

Diacres :

RENAUD PRESTY a été ordonné diacre pour la paroisse de Saint-Séraphin-de-Sarov et de la Protection-de-la-Mère-de-Dieu à Paris, le 8 janvier 2017 ;

NICOLAS PETIT a été ordonné diacre pour la paroisse de la Trinité et Saint-Hilaire-de-Poitiers à Poitiers, le 15 janvier 2017 ;

VLADIMIR SPARTA was ordained deacon for the parish of St Bega, St Mungo and St Herbert in Keswick, 28th May 2017;

CHRISTOPHE GUÉRIN a été ordonné diacre pour la communauté de Saint-Alexis-d’Ugine à Clairefontaine, le 10 septembre 2017 ;

LAURENT MARCHAL-HEUSSLER a été ordonné diacre pour la communauté des Saints-Hiérarques : Basile-le-Grand, Grégoire-le-Théologien et Jean-Chrysostome à Metz, le 1 octobre 2017 ;

MARON (MARIO) ABI NADER a été ordonné diacre pour la Communauté de la Sainte–Rencontre-de-notre-Seigneur, à Lourdes, le 17 décembre 2017 ;

THEOPHILE VITALIS a été ordonné diacre pour la paroisse Saint-Brieuc de Plérin à Saint-Brieuc, le 04 mars 2018 ;

VICTOR CRETU a été ordonné diacre pour la communauté de Saint-Donato à Como (Italie), le 18 mars 2018;

ALAIN MONNIER a été ordonné diacre pour l’église de Saint-Jean-de-Cronstadt et Saint-Nectaire-d’Egine à Rennes, le 24 mars 2018;

ERIC PRAT a été ordonné diacre pour l’église du Christ-Sauveur et de la Dormition à Vichy, le 22 avril 2018;

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ORDINATIONS pAR MgR JeAN

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EMMANUEL LOMÜLLER a été ordonné diacre pour la communauté de l’Annonciation à Angers, le 12 mai 2018 ;

FRANCK-ABRAHAM PARANS a été ordonné diacre pour l’église Sainte-Hélène et la Sainte-Croix de Montpellier, le 8 juillet 2018;

ANASTASIOS-BRANDON GALLAHER was ordained deacon for the church of the Holy Prophet-Elias in Exeter, on 15th July 2018;

THOMAS MICHAEL ZMIJA VON GOJAN a été ordonné diacre pour la Communauté Saint-Martin-de-Tours à Balingen (Allemagne), le 30 juin 2018 ;

Prêtres :

IGOR TATARINTSEV a été ordonné prêtre pour la paroisse de la Protection-de-la-Mère-de-Dieu et Saint-Alexandre-de-Neva à Biarritz, le 6 janvier 2017 ;

SERGEY KRIGER a été ordonné prêtre pour la paroisse Saint-Jean-Chrysostome et Saint-Servais à Maastricht (Pays-Bas), le 13 août 2017 ;

JEAN DRANCOURT a été ordonné prêtre pour la paroisse Saint-Serge-de-Radonège et Saint-Vigor de Bayeux, le 10 septembre 2017 ;

JULIAN LOWE was ordained priest for the parish of St Aidan & St Chad, Nottingham, on 29th October 2017.

MICHEL (ALEXANDER EVELSON) a été ordonné prêtre pour la paroisse francophone de la Sainte-Trinité et des Saints-Côme-et-Damien de Bruxelles (Belgique) à Bruxelles, le 1 novembre 2017.

RENAUD PRESTY a été ordonné prêtre pour l’église Saint-Séraphin-de-Sarov et de la Protection-de-la-Mère-de-Dieu à Paris, le 21 mai 2018 ;

Tonsure :

Diacre VICTOR (CRETU) a été tonsuré dans le rasophorat (premier degré de la vie monastique) en la chapelle de la crypte de la basilique Saint-Nicolas-de-Bari (Italie), le 21 mai 2018.

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Dal 1971, la Fraternità ortodossa in Europa occidentale organizza ogni tre anni un congresso che riunisce pastori e fedeli ortodossi a prescindere dalla frammentazione strutturale che ancora li separa in Europa dell'Ovest. La Fraternità ortodossa è una iniziativa ecclesiale, cominciata negli anni 1960, in particolare intorno a personalità come Olivier Clément, Elisabeth Behr-Sigel, il padre Cyrille Argenti, Jean Tchékan,... Vuol essere uno spazio di amicizia che raccoglie persone, movimenti e comunità desiderosi di operare insieme per l'unità e per la testimonianza della Chiesa ortodossa in Europa dell'Ovest. In particolare, essa è all'origine di pubblicazioni liturgiche e catechetiche.

Secondo la parola del Signore, i cristiani sono chiamati a fare risplendere intorno a loro la speranza e l'amore di Dio per il mondo. Come possono i fedeli, soli o in comunità, incarnare questa missione nella complessità del mondo contemporaneo? Per approfondire queste questioni, mediante temi di riflessione, convivialità e preghiera,

venite al XVI Congresso ortodosso!

Come offrire una testimonianza pertinente di Cristo in un contesto secolarizzato? Come fare della vita e dell'azione sociali un segno della presenza di Cristo? Come testimoniare dell'unità della Chiesa nonostante le divisioni?

Iscrizioni ed informazioni: www.fraternite-orthodoxe.eu

“E serate I mei testimoni” (Att. 1,8)

XVI CONGRESSO ORTODOSSO IN EUROPA OCCIDENTALE

1 - 4 Novembre 2018 Manosque, Sainte-Tulle - Francia

Con il patrocinio dell'Assemblea dei Vescovi ortodossi di Francia (AEOF) Dear Friends in Christ,

I’m writing to let you know that the 16th Congress organized by the Orthodox Fraternity is happening in approximately one month.

The Congress will take place in the South of France close to Manosque. This gathering will be inspired by the word of our Lord: «And you shall be my witnesses» (Acts 1.8). It will be an excellent opportunity to affirm our common in faith beyond everything that could threaten the unity of our Church.

If you wish to come there is still space available. To register now and for all practical information regarding the program and accomodations, please follow the link below.

www.fraternite-orthodoxe.eu/en

Don’t hesitate to share the news around you!

We wish you a beautiful entrance in the new liturgical year.

On behalf of the preparation team,

In Christ, Daniel Lossky, Secretary General

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