Dante Alighieri

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1/2/2014 Dante Alighieri - Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Dante_Alighieri 1/17 Sandro Botticelli: Dante Alighieri Dante Alighieri Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Dante Alighieri o Alighiero, detto semplicemente Dante , battezzato come Durante di Alighiero degli Alighieri , della famiglia Alighieri (Firenze, tra il 22 maggio e il 13 giugno 1265 – Ravenna, 14 settembre 1321) è stato un poeta, scrittore e politico italiano. Considerato il padre della lingua italiana, è l'autore della Comedìa, divenuta celebre come Divina Commedia e universalmente considerata la più grande opera scritta in italiano e uno dei più grandi capolavori della letteratura mondiale. [1] Il suo nome, secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un ipocoristico di Durante: [2] nei documenti era seguito dal patronimico Alagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante Alighieri si affermò solo con l'avvento di Boccaccio. [3] È conosciuto come il Sommo Poeta, o, per antonomasia, il Poeta. Indice 1 Biografia 1.1 I primi anni e le origini familiari 1.2 Il matrimonio e la carriera politica 1.3 L'esilio nella Lunigiana dei Malaspina 1.4 L'esilio in Romagna e la morte 2 Studi 3 Lo Stilnovo e Beatrice 4 Filosofia e politica 5 Opere 5.1 Il Fiore e Detto d'Amore 5.2 Le Rime 5.3 Vita Nova 5.4 Convivio 5.5 De vulgari eloquentia 5.6 De Monarchia 5.7 Commedia 5.8 Epistola XIII a Cangrande della Scala 5.9 Egloghe 6 Dante nella cultura moderna 7 Note 8 Bibliografia 9 Voci correlate 10 Altri progetti 11 Collegamenti esterni Biografia 654) LCCN: n78095495 (http://id.loc.gov/authorities/names/n78095495) SBN: IT\ICCU\CFIV\008732 (http://id.sbn.it/af/IT\ICCU\CFIV\008732)

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Dante Alighieri scheda

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Sandro Botticelli: Dante Alighieri

Dante Alighieri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Dante Alighieri o Alighiero, detto semplicemente Dante,battezzato come Durante di Alighiero degli Alighieri, della famigliaAlighieri (Firenze, tra il 22 maggio e il 13 giugno 1265 – Ravenna, 14settembre 1321) è stato un poeta, scrittore e politico italiano.Considerato il padre della lingua italiana, è l'autore della Comedìa,divenuta celebre come Divina Commedia e universalmenteconsiderata la più grande opera scritta in italiano e uno dei più grandi

capolavori della letteratura mondiale.[1]

Il suo nome, secondo la testimonianza di Jacopo Alighieri, è un

ipocoristico di Durante:[2] nei documenti era seguito dal patronimicoAlagherii o dal gentilizio de Alagheriis, mentre la variante Alighieri si

affermò solo con l'avvento di Boccaccio.[3]

È conosciuto come il Sommo Poeta, o, per antonomasia, il Poeta.

Indice

1 Biografia1.1 I primi anni e le origini familiari1.2 Il matrimonio e la carriera politica1.3 L'esilio nella Lunigiana dei Malaspina1.4 L'esilio in Romagna e la morte

2 Studi3 Lo Stilnovo e Beatrice4 Filosofia e politica5 Opere

5.1 Il Fiore e Detto d'Amore5.2 Le Rime5.3 Vita Nova5.4 Convivio5.5 De vulgari eloquentia5.6 De Monarchia5.7 Commedia5.8 Epistola XIII a Cangrande della Scala5.9 Egloghe

6 Dante nella cultura moderna7 Note8 Bibliografia9 Voci correlate10 Altri progetti11 Collegamenti esterni

Biografia

(http://viaf.org/viaf/97105654) LCCN: n78095495 (http://id.loc.gov/authorities/names/n78095495) SBN: IT \ICCU\CFIV\008732 (http://id.sbn.it/af/IT \ICCU\CFIV\008732)

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Casa di Dante a Firenze

I primi anni e le origini familiari

La data di nascita di Dante è sconosciuta anche se, in genere, vieneindicata attorno al 1265, sulla base di alcune allusioni autobiograficheriportate nella Vita Nova e nella cantica dell'Inferno - che cominciacon il verso "Nel mezzo del cammin di nostra vita": poiché in altre sueopere, seguendo una tradizione ben nota, la metà della vita dell'uomoviene considerata di 35 anni, e svolgendosi il viaggio immaginario nel1300, si risalirebbe al 1265. Alcuni versi del Paradiso ci dicono poiche egli nacque sotto il segno dei Gemelli, quindi in un periodocompreso fra il 21 maggio e il 21 giugno:

« con voi nasceva e s'ascondeva voscoquelli ch'è padre di ogni mortal vita

quand'io senti' di prima l'aere tosco »

(Paradiso, XXII, vv. 115-117)

Secondo riferimenti indiretti è possibile poi risalire alla data di nascita di Dante nel periodo compreso tra il 14maggio e il 13 giugno del 1265. Tuttavia, se sconosciuto è il giorno della sua nascita, certo invece è quello delbattesimo: il 26 marzo 1266, Sabato Santo. Quel giorno vennero portati al sacro fonte tutti i nati dell'anno peruna solenne cerimonia collettiva. Dante venne battezzato con il nome di Durante, poi sincopato in Dante, in

ricordo di un parente ghibellino.[4]

Boccaccio racconta che la sua nascita fu preannunciata da lusinghieri auspici. La madre di Dante infatti, pocoprima di darlo alla luce, ebbe una visione: sognò di trovarsi sotto un alloro altissimo, in mezzo a un vasto pratocon una sorgente zampillante insieme al piccolo Dante appena partorito, e di vedere il bimbo tendere la piccola

mano verso le fronde, mangiare le bacche e trasformarsi in un magnifico pavone.[5]

Dante nacque nell'importante famiglia fiorentina degli Alighieri, legata alla corrente dei guelfi, un'alleanza politicacoinvolta in una complessa opposizione ai ghibellini; gli stessi guelfi si divisero poi in guelfi bianchi e guelfi neri.

Dante credeva che la sua famiglia discendesse dagli antichi Romani (Inferno, Canto XV, 76), ma il parente piùlontano di cui egli fa nome è il trisavolo Cacciaguida degli Elisei (Paradiso, Canto XV, 135), vissuto intorno al1100. Dal punto di vista giuridico perciò la presunta nobiltà derivantegli da questa ascendenza, già di per sédubbia, si era comunque estinta da tempo. Il nonno paterno, Bellincione, era un popolano, e un popolano sposò

la sorella di Dante.[5]

Suo padre, Aleghiero o Alighiero di Bellincione, svolgeva la non gloriosa professione di compsor(cambiavalute), con la quale riuscì a procurare un dignitoso decoro alla numerosa famiglia. Era un guelfo masenza ambizioni politiche: per questo i ghibellini, dopo la battaglia di Montaperti non lo esiliarono come altri

guelfi, giudicandolo un avversario non pericoloso.[5]

La madre di Dante era Bella degli Abati: Bella era diminutivo di Gabriella, Abati era un'importante famiglia

ghibellina. Di lei si sa poco. Dante ne tacerà sempre.[5] Morì quando Dante aveva cinque o sei anni e Alighieropresto si risposò con Lapa di Chiarissimo Cialuffi che mise al mondo Francesco e Tana (Gaetana) e forse anche- ma potrebbe essere stata anche figlia di Bella degli Abati - un'altra figlia ricordata dal Boccaccio come mogliedel banditore fiorentino Leone Poggi e madre del suo amico Andrea Poggi. Si ritiene che a lei alluda Dante nellaVita Nova (XXIII, 11-12), chiamandola «donna giovane e gentile [...] di propinquissima sanguinitadecongiunta».

Il matrimonio e la carriera politica

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Dante in un affresco di Luca Signorelli

Quando Dante aveva dodici anni, nel 1277, fu concordato il suo matrimonio con Gemma, figlia di MesserManetto Donati, che successivamente sposò all'età di vent'anni. Contrarre matrimoni in età così precoce eraabbastanza comune a quell'epoca; lo si faceva con una cerimonia importante, che richiedeva atti formalisottoscritti davanti ad un notaio. La famiglia a cui Gemma apparteneva - i Donati - era una delle più importantinella Firenze tardo-medievale e in seguito divenne il punto di riferimento per lo schieramento politico opposto aquello del poeta, i guelfi neri. Politicamente Dante apparteneva alla fazione dei guelfi bianchi, che, pur trovandosinella lotta per le investiture schierati col papa, contavano molte famiglie della nobiltà signorile e feudale più anticaed erano contrari ad un eccessivo aumento del potere temporale papale. Dante, in particolare, nella sua operaDe Monarchia auspicava l'indipendenza del potere imperiale dal papa, pur riconoscendo a quest'ultimo una

superiore autorità morale.

Da Gemma Dante ebbe tre figli: Jacopo, Pietro e Antonia, e unpossibile quarto, Giovanni. Infatti si dice fosse figlio suo anche uncerto "Iohannes filius Dantis Aligherii de Florentia", che comparecome testimone in un atto del 21 ottobre 1308 a Lucca. Antoniadivenne monaca con il nome di Sorella Beatrice, sembra nelConvento delle Olivetane a Ravenna.

A Firenze ebbe una carriera politica di discreta importanza: dopol'entrata in vigore dei regolamenti di Giano della Bella (1295), cheescludevano l'antica nobiltà dalla politica permettendo ai ceti intermedidi ottenere ruoli nella Repubblica, purché iscritti a un'Arte, Dante siimmatricolò all'Arte dei Medici e Speziali.

L'esatta serie dei suoi incarichi politici non è conosciuta, poiché iverbali delle assemblee sono andati perduti. Comunque, attraverso altre fonti, si è potuta ricostruire buona partedella sua attività: fu nel Consiglio del popolo dal novembre 1295 all'aprile 1296; fu nel gruppo dei "Savi", che neldicembre 1296 rinnovarono le norme per l'elezione dei priori, cioè dei massimi rappresentanti di ciascuna Arte;dal maggio al settembre del 1296 fece parte del Consiglio dei Cento. Fu inviato talvolta nella veste diambasciatore, come nel maggio del 1300 a San Gimignano. Lo stesso anno fu priore dal 15 giugno al 15agosto.

Nonostante l'appartenenza al partito guelfo, egli cercò sempre di osteggiare le ingerenze del suo acerrimonemico papa Bonifacio VIII. Con l'arrivo del cardinale Matteo d'Acquasparta, inviato come paciere, almenonominale (in realtà spedito dal papa per ridimensionare la potenza della parte dei guelfi bianchi, in quel periodoin piena ascesa sui Neri), Dante cercò, con successo, di ostacolare il suo operato. Egli stesso si recò dal papaper cercare di trovare un compromesso alla pace ma durante il viaggio venne bloccato e condannato incontumacia.

Quale membro del Consiglio dei Cento, fu tra i promotori del discusso provvedimento che spedì ai due estremidella Toscana i capi e le "teste calde" delle due fazioni. Questo non solo fu una disposizione inutile (presto essitornarono alla spicciolata) ma fece rischiare un colpo di stato da parte dei Neri, che stavano per approfittaredella situazione quando i Bianchi erano senza leader, ritardando oltre misura l'inizio del loro esilio. Inoltre ilprovvedimento attirò sui responsabili, Dante compreso, sia l'odio della parte nemica sia la diffidenza degli"amici", e da lui stesso fu definito come l'inizio della sua rovina.

Con l'invio di Carlo di Valois a Firenze, mandato dal papa come teorico paciere, ma di fatto conquistatore, laRepubblica spedì a sua volta a Roma un'ambasceria di cui faceva parte essenziale Dante stesso, accompagnatoda Maso Minerbetti e da Corazza da Signa.

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Dante in un ritratto di Gustave

Doré

Il castello-palazzo vescovile di

Castelnuovo dove Dante nel 1306

pacificò i rapporti tra i Marchesi

Malaspina e i Vescovi-Conti di Luni

Dante si trovava quindi a Roma, sembra trattenuto oltre misura da Bonifacio VIII, quando Carlo di Valois, alprimo subbuglio cittadino prese pretesto per mettere a ferro e fuoco Firenze con un colpo di mano. Il 9novembre 1301 Cante Gabrielli da Gubbio fu nominato Podestà di Firenze. Questi appartenente ai guelfi neri,diede inizio ad una politica di sistematica persecuzione degli esponenti politici di parte bianca ostili al papa, e chesi risolse alla fine nella loro uccisione o nell'esilio. Con due condanne successive, quella del 27 gennaio e quelladel 10 marzo 1302, che colpirono inoltre numerosi esponenti delle famiglie dei Cerchi e soprattutto deiGherardini di Montagliari, il poeta fu condannato da Cante Gabrielli, in contumacia, al rogo e alla distruzionedelle case. Dante fu raggiunto dal provvedimento di esilio a Roma e non rivide mai più Firenze.

Dopo i falliti tentati colpi di mano del 1302, Dante, in qualità di capitano dell'esercito degli esuli, organizzòinsieme a Scarpetta Ordelaffi, capo del partito ghibellino e signore di Forlì, un nuovo tentativo di rientrare aFirenze. L'impresa, però, fu sfortunata: il podestà di Firenze, un altro forlivese (nemico degli Ordelaffi), Fulcierida Calboli, riuscì ad avere la meglio nella battaglia di Castel Puliciano; fallita, anche, l'azione diplomatica nella

primavera del 1304, del cardinale Niccolò da Prato, legato pontificio dipapa Benedetto XI, sul quale Dante aveva riposto molte speranze, il 20luglio dello stesso anno i Bianchi, riuniti alla Lastra, una località a pochichilometri da Firenze, decisero di intraprendere un nuovo attacco militarecontro i Neri. Dante, ritenendo corretto aspettare un momentopoliticamente più favorevole, si schierò contro l'ennesima lotta armata,trovandosi in minoranza al punto che i più intransigenti formularono su dilui dei sospetti di tradimento, decise di non partecipare alla battaglia eprendere le distanze dal gruppo. Come preventivato dallo stesso, labattaglia di Lastra fu un vero e proprio fallimento con la morte diquattrocento uomini fra ghibellini e bianchi. Il messaggio profetico ciarriva da Cacciaguida:

« Di sua bestialitate il suo processofarà la prova; sì ch'a te fia bello

averti fatta parte per te stesso. »

(Paradiso, Canto XVII, 67-69)

L'esilio nella Lunigiana dei Malaspina

L'esilio di Dante inizia con la condanna del 1302[6]. I primi adaccoglierlo, nell'aprile del 1306, furono i marchesi Malaspina di

Villafranca in Lunigiana[7], che governavano i castelli di Malnido e diVirgoletta insieme a Moroello Malaspina di Giovagallo. Quest'ultimo,zio di Corrado – che il poeta incontra nel Purgatorio – era protettoreanche di Cino da Pistoia. Per i Malaspina Dante realizza la pace diCastelnuovo, siglata nel castello vescovile di Castelnuovo Magra, inLunigiana, il 6 ottobre del 1306, tra i marchesi Malaspina e ilvescovo-conte di Luni. Durante la sua permanenza in Lunigiana Dantepotrebbe aver iniziato la scrittura dell'Inferno. Ricorderà l'ospitalitàmalaspiniana nel Canto VIII del Purgatorio con chiaro riferimentoall'avo Corrado Malaspina (morto forse nel 1294) e alla sua famiglia,cui si sentiva molto legato per le cortesie ricevute.

« Fui chiamato Currado Malaspina;non son l'antico, ma di lui discesi;

a' miei portai l'amor che qui raffina[8] »

(Divina Commedia, Purgatorio, Canto VIII, vv. 118-120)

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Monumento a Dante Alighieri a

Villafranca in Lunigiana presso la

tomba sacello dei Malaspina

La tomba di Dante a Ravenna

Dante prosegue parlando con Corrado e lodando la liberalità e i valori cortesi della famiglia Malaspina (di parteghibellina), come noti in tutto l’occidente cristiano, facendosi monito di ricordarli una volta ritornato dal suoviaggio.

« "Oh" diss’io lui, "per li vostri paesigià mai non fui; ma dove si dimoraper tutta Europa ch’ei non sien palesi?La fama che la vostra casa onora,grida i segnori e grida la contrada,sì che ne sa chi non vi fu ancora;e io vi giuro, s’io di sopra vada,che vostra gente onorata non si sfregia

del pregio de la borsa e de la spada"[9] »

(Divina Commedia, Purgatorio Canto VIII, vv. 121-129)

L'esilio in Romagna e la morte

Dante fu ospite di diverse corti e famiglie della Romagna, fra cui gliOrdelaffi, signori ghibellini di Forlì, dove probabilmente si trovava quando l'imperatore Enrico VII diLussemburgo entrò in Italia. Qui è possibile che abbia conosciuto le opere del famoso pensatore ebreo Hillelben Samuel da Verona, che era da poco morto, dopo aver trascorso a Forlì gli ultimi anni della sua vita. Dantetornò a Forlì nel 1310-1311 e ancora nel 1316 (data incerta, quest'ultima).

Dante terminò le sue peregrinazioni a Ravenna, dove trovò asilo presso la

corte di Guido Novello da Polenta, signore della città,[10] tuttavia irapporti con Verona non cessarono, come testimoniato dalla suapresenza nella città veneta il 20 gennaio 1320, per discutere la Quaestiode aqua et terra, ultima sua opera latina.

Morì a Ravenna il 14 settembre 1321 di ritorno da un'ambasceria aVenezia. Passando dalle paludose Valli di Comacchio contrasse lamalaria.Venezia era all'epoca in attrito con Ravenna e in alleanza con Forlì: glistorici pensano che sia stato scelto Dante per quella missione in quantoamico degli Ordelaffi, signori di Forlì, e quindi in grado di trovare piùfacilmente una via per comporre le divergenze. I funerali, in pompamagna, vennero officiati nella chiesa di San Pier Maggiore (oggi SanFrancesco) a Ravenna, dove, sotto un portico laterale, venne posto ilprimo sarcofago del poeta. Intorno al sarcofago nel 1483 venne costruitauna cella, su progetto dello scultore Pietro Lombardo; nel 1780 Camillo Morigia, su incarico del cardinalelegato Luigi Valenti Gonzaga, progettò il tempietto neoclassico tuttora visibile. Per sottrarre i resti del poeta a unpossibile trafugamento da parte dei fiorentini, i frati francescani tolsero le ossa dal sepolcro, nascondendole in unluogo segreto; questo episodio fece nascere la leggenda che la tomba fosse in realtà un cenotafio, ossia unatomba vuota. Nessuno indagò in merito fino al 1865, allorché un muratore intento a restaurare il convento, inoccasione del VI centenario della nascita di Dante, scoprì casualmente sotto una porta murata una piccolacassetta di legno, recante delle iscrizioni in latino a firma di un certo frate A. Santi, le quali riportavano che nellascatola erano contenute le ossa di Dante. Effettivamente, all'interno della cassetta fu ritrovato uno scheletropressoché integro; si provvide allora a riaprire l'urna nel tempietto del Morigia, che fu trovata vuota, fatte salvetre falangi, che risultarono combaciare con i resti rinvenuti sotto la porta murata, certificandone l'effettivaautenticità.

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La statua di Dante situata

in Piazza dei Signori a

Verona.

La salma fu ricomposta, esposta per qualche mese in un'urna di cristallo e quindi ritumulata all'interno deltempietto del Morigia, in una cassa di noce protetta da un cofano di piombo.

Nel sepolcro di Dante, sotto un piccolo altare si trova l'epigrafe in versi latini dettati da Bernardo da Canaccionel 1366:

(LA)

« IURA MONARCHIAE SUPEROS FLEGETONTA

LACUSQUE

LUSTRANDO CECINI VOLUERUNT FATAQUOUSQUE SED QUIA PARS MELIORIBUSHOSPITA CASTRIS ACTOREMQUE SUUMPETIIT FELICIOR ASTRIS HIC CLAUDORDANTES PATRIIS EXTORRIS AB ORISQUEM GENUIT PARVI FLORENTIA MATER

AMORIS. »

(IT)

« I diritti della monarchia, i cieli e le acque di

Flegetonte (gli inferi) visitando cantai finchévolsero i miei destini mortali. Poiché però la miaanima andò ospite in luoghi migliori, ed ancor piùbeata raggiunse tra le stelle il suo Creatore, qui storacchiuso, (io) Dante, esule dalla patria terra, cuigenerò Firenze, madre di poco amore. »

(Epigrafe)

Studi

Poco si sa circa gli studi di Dante. La cultura dantesca, formatasi in un contestoeducativo totalmente diverso da quello attuale, è ricostruibile, in assenza di datidocumentari affidabili, innanzitutto a partire dalle opere. Si ottiene così l'immaginedi un attento studioso di teologia, filosofia, fisica, astronomia, grammatica eretorica: in breve, di tutte le discipline del trivium e del quadrivium previste dallescuole e dalle Universitates medievali.

Ad ogni modo, è probabile che il poeta abbia frequentato gli studia religiosi elaici di cui si ha notizia a Firenze. Alcuni ritengono che Dante abbia studiatopresso l'Università di Bologna, ma non vi sono prove in proposito. In un versodella Divina Commedia (Paradiso, Canto X, 133-138) Che, leggendo nelVico de li Strami, silogizzò invidïosi veri, Dante allude a Rue du Fouarre,dove si svolgevano le lezioni della Sorbona: questo ha fatto pensare a qualchecommentatore, in modo puramente congetturale, che Dante possa essersirealmente recato a Parigi.

Ovviamente, la cultura ufficiale delle Università era essenzialmente in lingua latina.Di conseguenza, la cultura letteraria di Dante è basata principalmente sugli autori

latini: in particolare Virgilio, che ebbe un'influenza determinante sulle opere dantesche. Dante, tuttavia, conobbecertamente un buon numero di poeti volgari, sia italiani che provenzali. Nelle sue opere è evidente il legame conla poesia toscana di Guittone d'Arezzo e di Bonagiunta Orbicciani (cfr. Purgatorio, Canto XXIV, 52-62), diGuido Guinizzelli e della Scuola poetica siciliana - una corrente letteraria attiva alla corte di Federico II, correnteche si esprimeva in volgare e che proprio allora stava cominciando ad essere conosciuta in Toscana, avendo inGiacomo da Lentini (il famoso "Notaro" di cui alla citazione precedente) il suo maggior esponente. Laconoscenza del provenzale da parte di Dante è ricostruibile sia dalle citazioni contenute nel De vulgarieloquentia sia dai versi provenzali inseriti nel Purgatorio (Canto XXVI, 140-147).

Alla scelta di Dante di utilizzare la lingua volgare per scrivere alcune delle sue opere possono avere influitonotevolmente le opere di Andrea da Grosseto, letterato del Duecento che utilizzava la lingua volgare da luiparlata, il dialetto grossetano dell'epoca, per la traduzione di opere prosaiche in latino, come i trattati di

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Henry Holiday, Dante incontra

Beatrice al ponte Santa Trinita,

1883

Albertano da Brescia.[11] È noto che il panorama linguistico medievale, era caratterizzato dalla diglossia e che ilPoeta scrisse quelle opere destinate ad un gruppo elitario di studiosi in lingua latina, ma predilesse il volgare perle opere di carattere didascalico anche perché gli intenti divulgativi potevano trovare la propria pienarealizzazione attraverso la lingua materna, ovvero la lingua della comunicazione. Infatti Dante riteneva laGrammatica, ovvero il Latino, un artificio che mal si sarebbe adattato alle esigenze di educare il lettore.

In virtù dei suoi interessi, Dante apprese la tradizione dei menestrelli, dei poeti provenzali e la stessa culturalatina, professando, come già detto, una devozione particolare per Virgilio:

« Tu se' lo mio maestro e 'l mio autore,tu se' solo colui da cu' io tolsi

lo bello stilo che m'ha fatto onore. »

(Inferno, Canto I, 85-87)

Dovrebbe essere sottolineato che, durante il Medioevo, le rovine dell'Impero romano decadderodefinitivamente, lasciando spazio a dozzine di piccoli stati: la Sicilia, ad esempio, era tanto lontana -culturalmente e politicamente - dalla Toscana quanto lo era la Provenza. Le stesse regioni, in buona sostanza,non condividevano una lingua o una cultura comune né tanto meno potevano usufruire di facili collegamenti. Sullabase di queste premesse, è possibile supporre che Dante fosse per la sua epoca un intellettuale aggiornato,acuto e con interessi, come si direbbe oggi, internazionali.

Lo Stilnovo e Beatrice

A diciotto anni Dante incontrò Lapo Gianni, Cino da Pistoia e subitodopo Brunetto Latini: insieme essi divennero i capiscuola del Dolce stilnovo. Brunetto Latini successivamente fu ricordato dal poeta nellaDivina Commedia (Inferno, XV, 82) per quello che aveva insegnato aDante, non come un semplice maestro ma come uno dei più grandiluminari che segnò profondamente la sua carriera letteraria e filosofica:maestro di retorica, abile compilatore di trattati enciclopedici, dovetteiniziarlo alla letteratura cortese provenzale e francese, scrivendo il Tresorproprio in Francia. Brunetto mette in evidenza il rapporto tra gli studi digrammatica (latino) e di retorica e la filosofia amorosa cortese, gettandole basi degli interessi speculativi del futuro Dante. Altri studi sono inoltresegnalati, o sono dedotti dalla Vita Nova o dalla Divina Commedia,per ciò che riguarda la pittura e la musica.

All'età di nove anni Dante si innamorò di Beatrice, la figlia di Folco Portinari. Si è detto che Dante la videsoltanto una volta e mai le parlò (ma altre versioni sono da ritenersi ugualmente valide). Più interessante però, aldi là degli scarni dati biografici che ci sono rimasti, è la Beatrice divinizzata e dunque sublimata della Vita Nova:l'angelo che opera la conversione spirituale di Dante sulla Terra, lo studio psicologico che compie il poeta sulproprio innamoramento. L'introspezione psicologica, l'autobiografismo, ignoto al Medioevo, guardano già alPetrarca e più lontano ancora, al Rinascimento. Il nome Beatrice assumerà soprattutto nella Divina Commediala sua reale importanza, in quanto, etimologicamente parlando, significa Portatrice di Beatitudine, tanto chesolo questa figura potrà condurre Dante lungo il percorso del Paradiso.

È difficile riuscire a capire in cosa sia consistito questo amore, ma qualcosa di estremamente importante stavaaccadendo per la cultura italiana: è nel nome di questo amore che Dante ha dato la sua impronta al Dolce stilnovo e condurrà i poeti e gli scrittori a scoprire i temi dell'amore, in un modo mai così enfatizzato prima.

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L'amore per Beatrice (come in modo differente Francesco Petrarca mostrerà per la sua Laura) sarà il punto dipartenza per la formulazione della sua concezione del Dolce stil novo, nuova concezione dell'amor cortesesublimata dalla sua intensa sensibilità religiosa (il culto mariano con le laudi arrivato a Dante attraverso le correntipauperistiche del Duecento, dai Francescani in poi), e, pertanto, privata degli elementi sensuali e carnali tipicidella lirica provenzale, poi confluiti nella Scuola Siciliana; quella formulazione approderà, in seguito, alla filosofia,dopo la morte dell'amata, con cui si segna simbolicamente il distacco dalla tematica amorosa e l'ascesa delSommo Poeta verso la Sapienza, luce abbacinante e impenetrabile che avvolge Dio nel Paradiso della DivinaCommedia.

Filosofia e politica

Quando Beatrice morì nel 1290, Dante cercò di trovare un rifugio nella letteratura latina. Dal Conviviosappiamo che aveva letto il De consolatione philosophiae di Boezio e il De amicitia di Cicerone. Egli allora sidedicò agli studi filosofici presso le scuole religiose come quella Domenicana in Santa Maria Novella. Preseparte alle dispute che i due principali ordini religiosi (Francescani e Domenicani) pubblicamente o indirettamentetennero in Firenze, gli uni spiegando la dottrina dei mistici e di San Bonaventura, gli altri presentando le teorie diSan Tommaso d'Aquino. La sua "eccessiva" passione per la filosofia gli sarebbe stata successivamente

rimproverata da Beatrice nel Purgatorio. Il critico Bruno Nardi [12] evidenzia i tratti salienti del pensierofilosofico dantesco che, pur avendo una base nel tomismo, presenta anche altri aspetti tra cui un evidenteinflusso del neoplatonismo (ad esempio dallo Pseudo-Dionigi l'Areopagita nelle gerarchie angeliche delParadiso). Nell'ambito politico, Dante crede con Aristotele e san Tommaso d'Aquino che lo Stato abbia unfondamento razionale e naturale. Nardi aggiunge poi che "pur riconoscendo che lo schema generale della suametafisica è quello della Scolastica cristiana, è certo che egli vi ha inserito taluni particolari caratteristici, come laproduzione mediata del mondo inferiore, e quella intorno all'origine dell'anima umana risultante del concorsodell'atto creatore coll'opera della natura". Nel trattato De Monarchia "è notevole la vigorosa affermazionedell'unità del genere umano, dedotta dal principio averroistico che tutti gli uomini tendono ad un unico fine, cioèa che, per mezzo dello sforzo comune, la potenza dell' intelletto possibile sia in ogni momento tutta quantaspiegata". Dante attinse largamente anche alla dottrina di Alberto Magno.

Dante fu anche soldato, e l'11 giugno 1289 combatté nella battaglia di Campaldino che vide contrapposti icavalieri fiorentini ad Arezzo; successivamente, nel 1294, avrebbe fatto parte della delegazione di cavalieri chescortò Carlo Martello d'Angiò (figlio di Carlo II d'Angiò) quando questi si trovava a Firenze. Dante stesso cita

Carlo Martello d'Angiò nella Divina Commedia (Paradiso, Canto VIII, 31 e Canto IX, 1).[13]

Opere

Il Fiore e Detto d'Amore

Per approfondire, vedi Il Fiore e Detto d'Amore.

Due opere poetiche in volgare di argomento, lessico e stile affini, collocate in un periodo cronologico che va dal1283 al 1287, sono state attribuite con una certa sicurezza a Dante dalla critica novecentesca, soprattutto apartire dal lavoro del filologo dantesco Gianfranco Contini: Il Fiore e Detto d'Amore sono due elaboratipoemetti inscrivibili nell'opera giovanile del poeta, precedente al soggiorno bolognese del 1287.

Le Rime

Per approfondire, vedi Le Rime.

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Il più antico ritratto documentato di

Dante Alighieri conosciuto, Palazzo

dell'Arte dei Giudici e Notai,

Firenze

Le Rime sono una raccolta messa insieme e ordinata da moderni editori,che riunisce il complesso della produzione lirica dantesca dalle provegiovanili a quelle dell'età matura. Le rime giovanili comprendonocomponimenti che riflettono le varie tendenze della lirica cortese deltempo, quella guittoniana, quella guinizzelliana e quella cavalcantiana. Traquesto gruppo di testi Dante aveva scelto quelli che dovevano entrare afar parte della Vita Nova.

Vita Nova

Per approfondire, vedi Vita Nova.

La Vita Nova, può essere considerata il "romanzo" autobiografico diDante; in essa è il racconto della vita spirituale e della evoluzione poeticadel Poeta, resa come exemplum; è un prosimetro (i.e. è scritta in prosa e

in versi) e risulta strutturata in quarantadue (o trentuno[14]) capitoli inprosa collegati in una storia omogenea, che spiega una serie di testipoetici composti in tempi differenti, tra cui hanno particolare rilevanza lacanzone-manifesto Donne ch'avete intelletto d'amore e il celebre sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare.Secondo buona parte degli studiosi, Dante per la forma del prosimetro, si sarebbe ispirato alle razos provenzali(ovvero le "ragioni"), sicuramente note al Nostro, che servivano a spiegare le ragioni da cui scaturivano le liriche.

L'opera è consacrata all'amore per Beatrice e fu composta probabilmente tra il 1292 e il 1293. Lacomposizione delle rime si può far risalire, secondo la cronologia che Dante fornisce, tra il 1283 come risulta dalsonetto A ciascun alma presa e dopo il giugno del 1291, anniversario della morte di Beatrice. Per stabilire conuna certa sicurezza la data della composizione del libro nel suo insieme organico, ultimamente la critica èpropensa ad avvalersi del 1300, data non superabile, che corrisponde alla morte del destinatario GuidoCavalcanti: "Questo mio primo amico a cui io ciò scrivo" (Vita Nova, XXX, 3).

Quest'opera ha avuto una particolare fortuna negli Stati Uniti, dove fu tradotta dal grande filosofo e letteratoRalph Waldo Emerson.

Convivio

Per approfondire, vedi Convivio.

Il Convivio (1304-1307), dal latino convivium, ovvero "banchetto" (di sapienza), è la prima delle opere diDante scritta subito dopo il forzato allontanamento di Firenze. È un prosimetro che si presenta comeun'enciclopedia dei saperi più importanti per coloro che vogliano dedicarsi all'attività pubblica e civile senza avercompiuto gli studi superiori. È scritta in volgare per essere appunto capita da chi non ha avuto la possibilità inprecedenza di studiare il latino. L'incipit del Convivio fa capire chiaramente che l'autore è un grandeconoscitore e seguace di Aristotele; questi, infatti, viene citato con il termine "Lo Filosofo". L'incipit in questocaso spiega a chi è rivolta quest'opera e a chi non è rivolta: soltanto coloro che non hanno potuto conoscere lascienza dovrebbero accedervi. Questi sono stati impediti da due tipi di ragioni:

Interne: malformazioni fisiche, vizi e malizia

Esterne: cura familiare, civile e difetto di luogo di nascita

Dante ritiene beati i pochi che possono partecipare alla mensa della scienza, dove si mangia il "pane degliangeli", e miseri coloro che si accontentano di mangiare il cibo delle pecore. Dante non siede alla mensa, ma èfuggito da coloro che mangiano il pastume e ha raccolto quello che cade dalla mensa degli eletti per crearne un

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Statua di Dante, situata alla Galleria

degli Uffizi, Firenze

Monumento a Dante in Piazza

Santa Croce a Firenze (1865)

altro banchetto. A questo convivio saranno invitati solo coloro che sono stati impediti da ragioni esterne, perchégli altri non avrebbero la capacità di capire. L'autore allestirà un banchetto e servirà una vivanda (i componimentiin versi) accompagnata dal pane (la prosa) necessario per assimilarne l'essenza. Saranno invitati a sedersi solocoloro che erano stati impediti da cura familiare e civile, mentre i pigri sarebbero stati ai loro piedi perraccogliere le briciole.

De vulgari eloquentia

Per approfondire, vedi De vulgari eloquentia.

Contemporaneo al Convivio il De vulgari eloquentia è un trattato in lingua latina scritto da Dante Alighieri trail 1303 e il 1304. Composto da un primo libro intero e da 14 capitoli del secondo libro, era inizialmentedestinato a comprendere quattro libri.

Pur affrontando il tema della lingua volgare, fu scritto in latino perché gli interlocutori a cui Dante si rivolseappartenevano all'élite culturale del tempo, che forte della tradizione della letteratura classica riteneva il latino

senz'altro superiore a qualsiasivolgare, ma anche per conferirealla lingua volgare una maggiordignità: il latino era infatti usatosoltanto per scrivere di legge,religione e trattati internazionali,cioè argomenti della massimaimportanza. Dante si lanciò inun'appassionata difesa del volgare,dicendo che meritava di diventareuna lingua illustre in grado dicompetere se non uguagliare lalingua di Virgilio, sostenendo peròche per diventare una lingua ingrado di trattare argomentiimportanti il volgare dovevaessere:

illustre (in quanto luminoso e

quindi capace di dare lustro a chi

ne fa uso nello scritto),

cardinale (tale che intorno ad esso ruotassero come una porta

intorno al cardine, i volgari regionali),aulico (reso nobile dal suo uso dotto, tale da esser parlato nella

reggia),

curiale (come linguaggio delle corti italiane, e da essere adoperato

negli atti politici di un sovrano).

Con tali termini intendeva l'assoluta dignità del volgare anche come lingua letteraria, non più come linguaesclusivamente popolare. Dopo avere ammesso la grande dignità del siciliano illustre, la prima lingua letterariaassunta a dignità nazionale, passa in rassegna tutti gli altri volgari italiani trovando nell'uno alcune, nell'altro altredelle qualità che sommate dovrebbero costituire la lingua italiana. Dante vede nell'italiano la panthera redolensdei bestiari medievali, animale che attrae la sua preda (qui lo scrittore) con il suo irresistibile profumo, che Dantesente in tutti i volgari regionali, e in particolare nel siciliano, senza però riuscire mai a vederla materializzarsi:manca in effetti ancora una lingua italiana utilizzabile in tutti i suoi registri, da tutti gli strati della popolazione della

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Monumento a Dante in Piazza

Dante a Napoli (1871)

Dante (Andrea del Castagno, Ciclo

degli uomini e donne illustri)

penisola italica. Per farla riapparire era dunque necessario attingere alle opere dei migliori scrittori italiani, mamolti di quei libri attendevano ancora di essere scritti, e in questo senso il trattato di Dante è un appello ai dottilettori alla cui penna chiedeva disperatamente aiuto.

De Monarchia

Per approfondire, vedi De Monarchia.

L'opera venne composta in occasione della discesa in Italiadell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo tra il 1310 e il 1313. Sicompone di tre libri. Nel primo Dante afferma la necessità di un imperouniversale e autonomo, e riconosce questo impero come unica forma digoverno capace di garantire unità e pace. Nel secondo riconosce lalegittimità del diritto dell'impero da parte dei Romani. Nel terzo libroDante dimostra che l'autorità del monarca è una volontà divina, e quindidipende da Dio: non è soggetta all'autorità del pontefice.La posizione dantesca è per più aspetti originale. Essa è in contrastotanto con i sostenitori della concezione ierocratica, quanto con isostenitori dell'autonomia politica e religiosa dei sovrani nazionali rispettoall'imperatore e al papa.

Commedia

Per approfondire, vedi Divina Commedia.

La Comedìa — titolo originale dell'opera — è il capolavoro del poetafiorentino ed è considerata la più importante testimonianza letteraria dellaciviltà medievale nonché una delle più grandi opere della letteraturauniversale. Viene definita "comedia" in quanto scritta in stile "comico",ovvero non aulico. Un'altra interpretazione si fonda sul fatto che il poemainizia da situazioni piene di dolore e paura e finisce con la pace e lasublimità della visione di Dio. Dante iniziò a lavorare all'opera intorno al1300 (anno giubilare, tanto che egli data al 7 aprile di quell'anno il suoviaggio nella selva oscura) e la continuò nel resto della vita, pubblicandole cantiche man mano che le completava. Si hanno notizie di copiemanoscritte dell'Inferno intorno al 1313, mentre il Purgatorio fupubblicato nei due anni successivi. Il Paradiso, iniziato forse nel 1316, fupubblicato man mano che si completavano i canti negli ultimi anni di vitadel poeta.

Il poema è diviso in tre libri o cantiche, ciascuno formato da 33 canti(tranne l'Inferno che ne presenta 34, poiché il primo funge da proemioall'intero poema); ogni canto si compone di terzine di endecasillabi. LaCommedia tende a una rappresentazione ampia e drammatica dellarealtà, ben lontana dalla pedante poesia didattica medievale, ma intrisa diuna spiritualità cristiana nuova che si mescola alla passione politica e agli interessi letterari del poeta. Si narra diun viaggio immaginario nei tre regni dell'aldilà, nei quali si proiettano il bene e il male del mondo terreno,compiuto dal poeta stesso, quale "simbolo" dell'umanità, sotto la guida della ragione e della fede. Il percorsotortuoso e arduo di Dante, il cui linguaggio diventa sempre più complesso quanto più egli sale verso il Paradiso,rappresenta, sotto metafora, anche il difficile processo di maturazione linguistica del volgare illustre, che si

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Cenotafio di Dante nella Basilica di

Santa Croce a Firenze (scultura di

Pietro Lombardo)

Moneta italiana da 2 euro

emancipa dai confini angusti entro i quali lo aveva rinchiuso il pregiudizio scolastico medievale. Dante èaccompagnato sia nell'Inferno che nel Purgatorio dal suo maestro Virgilio; in Paradiso da Beatrice e da SanBernardo.

Epistola XIII a Cangrande della Scala

Per approfondire, vedi Epistola XIII a Cangrande della

Scala.

L'Epistola XIII a Cangrande I della Scala, risalente agli anni tra il 1315e 1317, è l'ultima e la più rilevante delle sole tredici epistole dantescheattualmente conservate; essa contiene la dedica del Paradiso al signoredi Verona, nonché importanti indicazioni per la lettura della Commedia: ilsoggetto (la condizione delle anime dopo la morte), la pluralità dei sensi,il titolo (che deriva dal fatto che inizia in modo aspro e triste e si concludecon il lieto fine), la finalità dell'opera che non è solo speculativa, mapratica poiché mira a rimuovere i viventi dallo stato di miseria per portarlialla felicità.

Egloghe

Per approfondire, vedi Egloghe (Dante Alighieri).

Le Egloghe sono due componimenti di carattere bucolico scritti in lingua latina tra il 1319 e il 1320 a Ravenna,facenti parte di una corrispondenza con Giovanni del Virgilio, intellettuale bolognese, i cui due componimentifiniscono sotto il titolo di Egloga I e Egloga III, mentre quelli danteschi sono l'Egloga II e Egloga IV.

Dante nella cultura moderna

La vita e l'opera di Dante hanno avuto un'influenza determinante sulla costruzionedell'identità italiana e in generale sulla cultura moderna.

Alla figura di Dante papa Benedetto XV dedicò l'enciclica In PraeclaraSummorum, firmata il 30 aprile 1921.

Numerosissimi gli scrittori e gli intellettuali che hanno utilizzato e continuano adutilizzare la Commedia e le altre opere dantesche come fonte di ispirazionetematica, linguistica, espressiva. Di seguito si cerca di offrire un panoramasintetico, organizzato per periodi e per autori, della presenza di Dante nellacultura moderna italiana e mondiale.

Nel 1965, Dante venne raffigurato sulla moneta da 500 lire italiane; dal 1948 al 1963, sulla banconota da10.000 lire italiane. Dal 2002 venne raffigurato sulla moneta da 2 euro (nella versione italiana).

Letteratura italiana del Novecento:

L'opera La Divina Mimesis di Pier Paolo Pasolini è chiaramente ispirata alla Commedia dantesca.

Nell'opera poetica di Eugenio Montale è frequente la ripresa di termini e formule del Dante lirico e delDante della Commedia.

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Il poeta Mario Luzi ha utilizzato più volte temi danteschi e in particolare 'purgatoriali', ad esempio nellalirica La notte lava la mente.

In Se questo è un uomo di Primo Levi si trovano numerosi riferimenti alla discesa dantesca agli Inferi;

uno dei capitoli è inoltre strutturato come una ripresa del viaggio di Ulisse nel canto XXVI dell'Inferno.

La figura di Dante ha ispirato diversi autori che ne hanno fatto il protagonista dei loro romanzi, sia italiani

(Giulio Leoni, Francesco Fioretti) sia stranieri (Nick Tosches).

Dante Alighieri appare spesso nella narrativa della scrittrice Laura Pariani nella figura di un “viaggiatore”:nel racconto “Que viene el coco” (1977) in una Milano del futuro; nel romanzo Milano è una selva

oscura (2010) nella Milano del 1969; nella favola musicale Büs d'l'Orchéra Tour (2011), sul Lagod'Orta ai nostri giorni.

Letteratura straniera del Novecento:

Il poeta Thomas Stearns Eliot trae ispirazione da Dante e al v. 63 del poema La terra desolata traduceletteralmente i versi 56-57 del canto terzo dell'Inferno: «i' non averei creduto / che morte tanta n'avesse

disfatta». Il passo descrive una mattina londinese nella quale la folla delle persone che vanno al lavoro èassociata all'immagine dantesca degli ignavi. Sempre in The waste land, in What the thunder said cita

esplicitamente il v. 148 del canto XXVI del Purgatorio:"Poi s'ascose nel fuoco che gli affina". Inoltreriporta i vs 61-66 del XXVII canto dell'Inferno ad introduzione della poesia The Love Song of J. Alfred

Prufrock. Celebre inoltre, nei Quattro quartetti, il rimando alla vasta landa che fa da sfondo all'incontrocon Brunetto Latini nel canto XV, ma già introdotta nel canto precedente.Lo scrittore statunitense Henry Miller cita sovente Dante nei suoi libri Tropico del Cancro e Tropico del

Capricorno

Nel racconto L'omnibus celeste lo scrittore inglese Edward Morgan Forster introduce un misterioso

personaggio «giallastro, dalla mascella poderosa e dagli occhi infossati», che «si chiama Dan eccetera»che guida una strana vettura a cavalli, dentro la quale si trova la scritta «"Lasciate ogni baldanza voi

ch'entrate"; al che il signor Bons borbottò un: satire intellettualoidi o che so io; e che baldanza eralocuzione sbagliata, per speranza.»Alla fine di un percorso in mondi abitati dai grandi personaggi del mito e della poesia, il ragazzo che

compie il viaggio «avvertì sulla fronte un fresco contatto di foglie. Qualcuno lo aveva cinto di una

corona.»[15]

Il poeta Ezra Pound fu un profondo conoscitore della poesia dantesca, che riprese in alcuni passaggi dellasua opera principale, The Cantos.

Il poeta argentino Jorge Luis Borges ammirò la Commedia di Dante fino a dire che è la migliore operaletteraria di tutti i tempi, l'apice delle letterature. Ha scritto Nove saggi danteschi e ha tenuto molte

conferenze sul "sacro poema". Nella sua opera a volte traduce dei brani della Commedia che inseriscenelle sue poesie come nel "Poema conjetural" che riprende l'episodio di Bonconte in Purgatorio, V.

L'acclamato autore di fumetti giapponese Gō Nagai ha tratto ispirazione dalla Commedia per alcune

delle sue opere più famose: Mao Dante e Devilman. In seguito ha pubblicato La Divina Commedia,versione a fumetti del poema.

Letteratura contemporanea:

Dan Brown nel suo romanzo Inferno (2013), per la struttura e la topografia del regno subtellurico si è

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ispirato all'Inferno dantesco.[16]

Cinema:

Nel film Seven di David Fincher il serial killer scandisce i delitti secondo i sette peccati capitali come sono

scanditi nel Purgatorio, mentre in Hannibal vi è una "interpretazione del suicidio di Pier delle Vigne".[17]

Inoltre in Hannibal il soundtrack "Vide cor meum", interpretato da Danielle De Niese e Bruno Lazzaretti, è unlibretto di Patrick Cassidy, tratto dalla Vita Nova, il cui tema riguarda la simbologia del "cuore mangiato".

"Il mistero di Dante" (2013)è un film di Louis Nero, in cui si traccia un percorso anche esoterico dellacostruzione dell'Inferno.

Televisione:

Nel 1965 la RAI ha dedicato al Sommo Poeta uno sceneggiato televisivo dal titolo Vita di Dante,

interpretato da Giorgio Albertazzi.

Anche Roberto Benigni torna alla RAI per interpretare Dante Alighieri.

E-Book:

A partire dal 2008, con l'avvento di nuovi dispositivi touch quale iPhone e iPod touch appaiono edizioniinterattive delle Divina Commedia.

Nel 2010 compare un'edizione interattiva per iPad in cui i testi vengono associati ad illustrazioni ricolorate

di Gustave Doré, oltre a ricostruzioni virtuali e mappe sinottiche degli ambienti immaginati da Dantedurante il suo viaggio.

Fumetti:

Marcello Toninelli esordì in tale campo proponendo una sua versione di Dante. In seguito produce consuccesso una sua rivisitazione in chiave fumettistica della Divina Commedia e della biografia del Poeta.

Videogiochi:

In Devil May Cry e nei rispettivi seguiti il protagonista è Dante, un ibrido uomo-demone. Inoltre vi sonovarie allusioni alla Divina Commedia:la partner di Dante si chiama Trish (abbreviativo di Beatrish), suo

fratello si chiama Vergil (Virgilio) e il suo più grande nemico è Mundus (Satana). Inoltre nel terzo capitoloDante attraverserà i gironi dell'Inferno.

In Dante's Inferno (ispirato alla divina commedia) è un uomo fiorentino che durante le crociate fece stragedi eretici e per questo la sua anima è destinata all'Inferno. Tuttavia egli sconfiggerà la Morte per poi

tornare all'Inferno per salvare Beatrice da Lucifero.

Note

1. ^ (EN) Harold Bloom, Il Canone occidentale. I libri e le scuole delle età, tradotto da Francesco Saba Sardi,Milano, Bompiani, 1996. ISBN 88-452-2869-X.

2. ^ «Durante, olim vocatus Dante»

3. ^ Boccaccio fu tra l'altro uno dei maggiori commentatori trecenteschi dell'opera di Dante, e copiò di suo pugnodiversi manoscritti della Commedia e delle Rime dantesche.

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http://it.wikipedia.org/wiki/Dante_Alighieri 15/17

4. ^ Cesare Marchi, Dante, Bergamo, RCS, 2006, p. 15

5. ^ a b c d Cesare Marchi, “Dante”, Bergamo, RCS, 2006, p. 14

6. ^ Per una consultazione agevole circa i fatti storico-biografici e quelli aneddotici relativi all'esilio si veda MarioCerilli, Dante, il grande esule. (L'esilio di Dante. Dalla condanna alla morte del poeta), con un saggio e curadi Dante Cerilli, Venafro (IS), Edizioni Eva, 2010, 164 pp.

7. ^ Livio Galanti, Il soggiorno di Dante in Lunigiana, Artigianelli, 1985.

8. ^ Si noti la distinzione tra Corrado Malaspina, detto il Giovane, e il nonno, detto l'Antico o il Vecchio

9. ^ Dante ricorda le virtù cavalleresche per eccellenza come a pagare un debito di gratitudine verso la famigliaMalaspina.

10. ^ Sembra su diretto consiglio della moglie Caterina.

11. ^ Francesco Selmi, Dei Trattati morali di Albertano da Brescia, volgarizzamento inedito fatto nel 1268 daAndrea da Grosseto, Commissione per i testi di lingua, Bologna, Romagnoli, 1873, Osservazioni, p.389 (25*).

12. ^ La filosofia di Dante, in "Grande antologia filosofica", Marzorati, Milano, 1958, IV, p. 1156 e sgg.

13. ^ Filosofia in “Enciclopedia Dantesca” – Treccani(http://www.treccani.it/enciclopedia/filosofia_%28Enciclopedia-Dantesca%29/)

14. ^ L'edizione critica tradizionale di Barbi, 1921, conta 42 capitoli; quella di Gorni, 1996, ne rivede la suddivisione,contandone 31.

15. ^ E.M. Forster, I racconti, Garzanti, Milano,1988, pp.37-52

16. ^ Dan Brown all'Inferno(http://www.ilmessaggero.it/CULTURA/LIBRI/dan_brown_all_inferno_laquo/notizie/279499.shtml), IlMessaggero, 14 maggio 2013

17. ^ Dante e la Commedia nel cinema(http://www.treccani.it/scuola/tesine/divina_commedia_e_iconografia/10.html),Treccani.it (http://Treccani.it)

Bibliografia

Per approfondire, vedi Bibliografia su Dante.

La bibliografia sulla vita e sull'opera di Dante è sterminata; normalmente, il primo strumento di ricerca èl'Enciclopedia dantesca, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Roma, 1970-1978. Si possono utilizzare anche lerisorse informatiche, in primo luogo la bibliografia consultabile sul sito della Società Dantesca Italiana. Per labibliografia cartacea si rimanda alla voce Bibliografia su Dante

Voci correlate

AlighieriGiovanni Boccaccio

Firenze medievaleFrancesco Petrarca

Casa di DanteTomba di Dante

Altri progetti

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Collegamenti esterni

1/2/2014 Dante Alighieri - Wikipedia

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Testi di e su Dante Alighieri (http://www.liberliber.it/libri/a/alighieri/) in «Liber Liber».

Sito su Dante a cura della Società Dantesca Italiana (http://www.danteonline.it)Centro Dantesco dei Frati Minori Conventuali, Ravenna (http://www.centrodantesco.it)Le Rime di Dante, a cura di C. Berra e P. Borsa (Milano, Cisalpino, 2010)

(http://air.unimi.it/bitstream/2434/155923/2/Berra-Borsa_-_Rime_di_Dante_protetto.pdf)Lettura e commento di Vittorio Sermonti della prima Cantica di Dante (http://www.mediafire.com/?

sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c84988bd917b3333f0), della seconda Cantica di Dante(http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c804c3ff0d93f3304a), della

terza Cantica di Dante (http://www.mediafire.com/?sharekey=affc28aecdd49bd84012e8015643d9c883d77a994dd94856)World of Dante (http://www.worldofdante.org) contiene il testo italiano e la traduzione inglese di Allen

Mandelbaum, una galleria, mappe dal Museo Casa di Dante, un timeline, music, e materiali perl'insegnamento della Divina Commedia

Vita di Dante (http://italia.aula365.com/permalink/historieta/Dante-Alighieri-5180637.aspx) in immaginiProgetto Dante di Giuseppe Bonghi (http://www.classicitaliani.it/index042.htm), con testi della critica e

opere dell'autore e bibliografiaBibliografia e opere complete di Dante Alighieri(http://www.interbooks.eu/poesia/duecento/dantealighieri.html), www.interbooks.eu

Lettera enciclica "In praeclara summorum", in occasione del VI centenario della morte di Dante Alighieri,pubblicata da papa Benedetto XV il 30 aprile 1921

(http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xv/encyclicals/documents/hf_ben-xv_enc_30041921_in-praeclara-summorum_it.html)

Le 100 pergamene con i disegni danteschi eseguiti da Botticelli alla fine del Quattrocento(http://www.scrinium.org/scrinium/Opere.php?idProgetto=1&idOpera=7&idLingua=1)Dizionario biografico Treccani (http://www.treccani.it/enciclopedia/dante-

alighieri_(Dizionario_Biografico)/)"I Precursori di Dante" di Alessandro D'Ancona (1874). (http://alighieri.scarian.net/index.html)

Biblioteca digitale BEIC: Dante Alighieri, Commedia, Foligno, Johannes Numeister, 1472.(http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?

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Milano, Ludovico e Alberto Pedemontani, 1478.(http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?

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Bernardino Benali e Matteo da Parma, 1491. (http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=1999842&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle=)

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Pietro Quarengi, 1497. (http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?pid=2386355&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle=)Biblioteca digitale BEIC: Dante Alighieri, Credo, (Firenze), (s. n.), (ca. 1500).

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Biblioteca digitale BEIC: Dante Alighieri, Credo, (Firenze), (Lorenzo Morgiani e Johann Petri), (ca.1500). (http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?

pid=469818&custom_att_2=simple_viewer&search_terms=DTL2&pds_handle=)Biblioteca digitale BEIC: Dante Alighieri, Divina Commedia, a cura di Domenico Guerri, Bari, Laterza,1933. (http://131.175.183.1:1801/webclient/DeliveryManager?

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Categorie: Poeti italiani del XIII secolo Poeti italiani del XIV secolo Scrittori italiani del XIII secolo

Scrittori italiani del XIV secolo Politici italiani del XIII secolo Politici italiani del XIV secolo

Nati nel 1265 Morti nel 1321 Morti il 14 settembre Nati a Firenze Morti a Ravenna Dante Alighieri

Scrittori in lingua latina Personalità legate a Forlì Personalità del cattolicesimo Scrittori toscani

Personaggi citati nella Divina Commedia (Inferno) Personaggi citati nella Divina Commedia (Purgatorio)

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