Dante Dante Alighieri 1265-1321 1CANANA' MASSIMILIANO.

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DanteDante

Dante Alighieri1265-1321

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Perché Dante è così Perché Dante è così importanteimportante

– È il primo che costruisce un complesso di opere in volgare che riassumono la mentalità medioevale

– È il primo a teorizzare l’uso del volgare in letteratura(DE VULGARI ELOQUENTIA)

– È il primo intellettuale consapevole del proprio ruolo e funzione (intellettuale “comunale”)

– È un intellettuale militante (poetapolitica)

•Non è il Non è il primo poeta primo poeta in volgare in volgare mama

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La situazione a Firenze e in La situazione a Firenze e in Italia ai tempi di DanteItalia ai tempi di Dante

• In Italia perdurano per tutto il XII secolo e parte del XIII i conflitti tra papato e impero.

• Al tempo di Federico II (fino al 1250) l’impero è in fase di affermazione. Con la sua morte l’impero si indebolisce

• A Firenze si crea un governo “comunale” guidato da un Capitano del popolo e affiancato da un consiglio di rappresentanti delle ARTI.

• In un primo tempo i ghibellini, guidati da Farinata degli Uberti, nella battaglia di Montaperti -1260 vincono.

• Ma dopo il 1266 gli eredi di Federico II sono sconfitti da Carlo d’Angiò, re di Francia chiamato in Italia dal papa.

• Dovunque i guelfi riprendono vigore. Nel 1289 a Campaldino i guelfi fiorentini sconfiggono aretini e senesi (ghibellini)

ComuniComuni

Lotte tra Lotte tra guelfi e guelfi e

ghibellinighibellini

Incremento delle attività mercantili e manifatturiere

Sviluppo della borghesia

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Guelfi Bianchi e NeriGuelfi Bianchi e Neri

• Dal 1251 Firenze è comune, fino all’ascesa dei Medici nel 1434

• Governano dapprima l’aristocrazia poi i grandi borghesi esponenti delle professioni.

• Si scontrano due fazioni del partito guelfo– bianchi (capeggiati dai Cerchi-

moderati) – Neri (guelfi filoaristocratici)– nella contesa si inserisce papa

Bonifacio VIII, sostenendo i Neri

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Dante AlighieriDante AlighieriUna famiglia di piccola nobiltà (non feudale)

Alighiera + Cacciaguida

Alighiero

Bello Bellincione

Geri Altri figli Alighiero II + Bella

Dante

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Le origini e la giovinezza Le origini e la giovinezza (1265-1290)(1265-1290)

• Nasce tra il 21 maggio e il 20 giugno del 1265 a Firenze ( segno dei GEMELLI)– Il padre si dedica alla vendita di terreni e a traffici valutari

• Segue un normale corso di studi• 1274: primo incontro con Beatrice (identificata con Bice di Folco

Portinari poi sposata a Simone dei Bardi, n.1266- m .1290)• 1277: contratto di matrimonio con Gemma di Manetto Donati,

sposata nel 1285, da cui avrà Jacopo, Pietro, Antonia (forse Giovanni)

• Ha rapporti con Gianni Alfani, Lapo Gianni e corrispondenza poetica, amicizia, sodalizio culturale con Guido Cavalcanti

• 1287: soggiorno a Bologna e conoscenza della poesia guinizzelliana

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Il “traviamento” e la Il “traviamento” e la “conversione” 1290-1295“conversione” 1290-1295

• Traviamento successivo alla morte di Beatrice: – morale (vita non irreprensibile) – culturale (abbandono dell’ideale amoroso rappresentato da B. e

conversione alla filosofia)• Approfondisce gli studi filosofici grazie all’amicizia con il

“maestro” Brunetto Latini, esperto di ars dictaminis e lett. francese

• Reinterpreta la sua esperienza poetica giovanile nella Vita Nuova• Frequenta le scuole dei religiosi:• Domenicani di S.Maria Novella (sostenitori del pensiero di Alberto

Magno e Tommaso d’Aquino)

• Francescani di S.Croce (testi di mistici medievali e problematiche legate al rinnovamento della Chiesa)

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• Vita pubblica:• Militare-1289: è feditore a cavallo nella

battaglia di Campaldino contro i ghibellini di Arezzo e nell’assedio al castello di Caprona

• 1294: Modifica degli Ordinamenti di Giustizia di Giano della Bella, istituiti nel 1293 > …ma i magnati RESTANO ancora esclusi dalle cariche,

• accettata la piccola nobiltà purchè iscritta a un’Arte– 1295: Dante si iscrive all’Arte dei Medici e

degli Speziali

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L’impegno politico 1295-1304 L’impegno politico 1295-1304 E LA CONDANNAE LA CONDANNA

• Dante è guelfo bianco– 1300: è priore, è costretto ad esiliare Corso Donati e Guido

Cavalcanti in seguito a violenti scontri fra le fazioni• 1301: è uno dei 3 ambasciatori inviati a Bonifacio VIII per

dissuaderlo dalla sua ingerenza nella politica di Firenze. – Carlo di Valois formalmente viene inviato dal papa in Toscana

come paciere, in realtà favorisce i Neri e consegna loro Firenze.

• Dante viene accusato di BARATTERIA(=TRAFFICO DI FAVORI POLITICI) – (CONDANNATO A UNA multa + 2 anni di confino, sequestro dei

beni entro 3 giorni), ma rifiuta di rientrare a Firenze, così il 10 marzo 1302 la sua pena è commutata in contumacia in quella di morte.

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L’esilioL’esilio

• Partecipa ai tentativi di rientro a Firenze da parte dei bianchi esiliati, poi, sperando nella mediazione del nuovo papa Benedetto XI, fa “parte per se stesso”.

• 20 luglio 1304: non partecipa alla disastrosa battaglia della Lastra, in cui i fuorusciti sono sconfitti duramente.

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1305-13121305-1312

• 1305: estensione della condanna ai figli. – Dante vuol dimostrare il proprio genio ai fiorentini con le

opere letterarie

• 1305-1306: “come sa di sale lo pane altrui”… – è ospitato a Treviso, Padova, Venezia, Casentino,

Lunigiana… Scrive l’Inferno, il Convivio (1304-07)

• 1307-11:IN TOSCANA – è a Poppi da Guido di Battifolle (1308 Purgatorio)

• 1310: – discesa in Italia di Arrigo VII di Lussemburgo. Dante spera

in una restaurazione imperiale e si reca a Milano per rendergli omaggio. Teoria dei DUE SOLI (1310-11 Epistole ai pricipi italiani, ad Arrigo, contro i Fiorentini)

• 1313: morte di Arrigo e delusione di Dante11CANANA' MASSIMILIANO

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1312-13211312-1321

• 1312-1318: con i figli Jacopo e Pietro si rifugia a Verona, ospite di Cangrande della Scala– 1315: umiliante proposta di amnistia da parte del

Comune di Firenze. Dante dovrebbe pagare una multa e riconoscersi colpevole in atto di penitente, ma rifiuta con l’Epistola all’amico fiorentino; viene proclamato ribelle con la conferma della condanna a morte

• Diffusione di Inferno e Purgatorio• 1313-18: Monarchia• Dante lavora al Paradiso (1316 Epistola dedicatoria a

Cangrande)• 1318: è a Ravenna da Guido Novello da Polenta• 1319-20 scrive le Egloge, la Quaestio de situ et forma

aquae et terrae• Rientrato da una missione diplomatica a Venezia,

contrae febbri malariche e muore a Ravenna il 14 settembre 1321. Viene sepolto nella chiesa di S.Piero Maggiore, divenuta oggi S.Francesco.

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Dante e FirenzeDante e Firenze Amore-odio: indissolubilmente legato alla città, di cui però deve constatare l’ingratitudine

1265- maggio-giugno:nasce a Firenze

1274:primo incontro con Beatrice

1285 sposa Gemma Donati

1289 Campaldino

A Bologna?

1283: secondo incontro con B:

1290 muore Beatrice

1295 Carriera politica

1300 È priore

1301 È ambasciatore presso papa Bonifacio

Carlo di Valois entra a Firenze

1302 È processato e condannato in contumacia

Esilio: a Forlì, poi in varie corti italiane, in particolare Verona e Ravenna

1321 Muore a Ravenna

Vita Nuova

Tenzone con Forese

Convivio, De Vulgari eloq. Inferno

1308

Purgatorio

Paradiso

1316

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Cronologia delle opere di Cronologia delle opere di DanteDante

1302-esilio

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La “biblioteca” di DanteLa “biblioteca” di Dante

• Inferno IV (biblioteca “pagana”):– Virgilio Orazio Ovidio Lucano Cicerone

Aristotele (in latino)

• Paradiso X (biblioteca cristiana):– Tommaso, Alberto Magno, Boezio – Isidoro di Siviglia, Paolo Orosio, Graziano, etc – Agostino

• Scuole religiose di Firenze.» Domenicani (S.M.Novella- Aristotele, Tommaso)» Francescani (Santa Croce- Gioacchino da Fiore)» Agostiniani (Santo Spirito- Agostino)

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LA FORMAZIONE LA FORMAZIONE CULTURALE in 3 FASICULTURALE in 3 FASI

1. FASE RETORICO-GRAMMATICALE– Lo studio dei classici (Virgiio, Ovidio, Lucano, Cicerone)– Studio del trivio e del quadrivio (grammatica, dialettica, retorica,

aritmetica, geometria,musica, astronomia)

2. LA FASE –FILOSOFICO-LETTERARIA– Fase stilnovistica, l’amore acquista una valenza spirituale.– Amore come Strumento di perfezionamento morale– La filosofia assume un valore conoscitivo superiore alla religione.

3. FASE FILOSOFICA – TEOLOGICA– SI rivolge ad Aristotele e San Tommaso – Filosofia e religione– Virgilio immagine e allegoria della filosofia non può entrare in paradiso– Beatrice allegoria della teologia conduce Dante fino all’empireo.

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Universo culturale di Dante Universo culturale di Dante

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IL PENSIERO IL PENSIERO

• Il pensiero di D. è aristotelico-tomistico• La sua antropologia, etica ed estetica

fanno leva su S. Agostino, Averroè, San Francesco, la tradizione classica.

• I classici sono letti in chiave allegorica e simbolica

• La Bibbia è il testo mistico per eccellenza.• Dante concilia la fede con la scienza.

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LA CONCEZIONE LA CONCEZIONE DELL’UNIVERSODELL’UNIVERSO

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LA CONCEZIONE DELLA LA CONCEZIONE DELLA STORIA STORIA

• Concezione Prefigurale• La natura e la storia sono espressione della

volontà divina.• Concezione provvidenziale degli eventi

– Il peccato originale– Incarnazione di Cristo e morte, centro della storia– Istituzione della chiesa e impero, come guide.– Ricaduta dell’uomo nel peccato per la crisi delle

istituzioni. Necessità di renovatio.– Giudizio universale.

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Concezione antropologica Concezione antropologica

• Uomo unione di corpo e anima• Entrambe tendono alla felicità• Terrena e celeste• Virtù teologali e libero arbitrio• Dio soccorre l’uomo con 2 guide del

potere universale: imperatore e papa.• Dante rifiuta e non comprende la

società del suo tempo.CANANA' MASSIMILIANO 22

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La vita nuovaLa vita nuovaRaccoglie rime

precedentemente composte, assemblate in una cornice narrativa da parti in prosa

Libello -1292 \ 93

42 capitoli

31 testi poetici (25 sonetti, 5 canzoni, 1 ballata)

prosimetron Come il De consolatione philosophiae di Boezio

autobiografia autoesegesi

Trasfigurazione e idealizzazione degli avvenimenti biografici, interpretati in chiave simbolica

tipizzazione

paradigmaticità

Mediante la numerologia

Rielaborazione personale delle teorie stilnovistiche Da Guinizzelli: il tema del saluto-salute e della loda

Da Cavalcanti: la fenomenologia d’amore e la sofferenza amorosa

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• DANTE incontra Beatrice a nove anni, e la rivede nove anni dopo; lei lo saluta

• Per nascondere il suo amore ricorre per due volte all’espediente della donna-schermo; ha fama così di amante volubile e Beatrice gli nega il saluto

• Dante decide di amarla solo attraverso la loda• Presagi che alludono alla morte di Beatrice,

che poi avviene• Dante chiude l’opera dicendo che non parlerà

più di lei fino a quando non potrà dirne “quello che mai non fue detto di alcuna”

Vita nuova: giovinezza rinnovata dall’amore per BEATRICE

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Vita nuova Vita nuova

• Primo incontro a Nove anni (la rivede dopo altri Nove)

• RITRATTO di Beatrice

• Abbigliamento

• angelicazione

Nomen omenNomina sunt consequentia rerum

Interpretatio nominis

Isidoro di SivigliaEtymologiae

Liber Numerorum

Sanguigno colore, umile onesto nobilissimo, convenienza (dignitas)

Angiola giovanissima, “filia Dei” (Omero, Iliade XXIV)

Pitagora

Cabala

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Il salutoIl saluto

Dispensa salussalus (grazia e salvezza eterna)

Infonde sentimenti di carità e umiltà, prefigurando la beatitudine celeste

Trasforma l’amore terreno in mezzo per avvicinarsi a Dio

Quando Beatrice nega il saluto a Dante non rimane che la lode di lei

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La lodaLa loda

Stilo de la loda →Donne ch’avete intelletto d’amore

L’amore non è brama di essere corrisposti ma gioa nel semplice lodare la perfezione di lei

Dio stesso ha mandato Beatrice “da cielo in terra a miracol mostrare” quindi a differenza di Guinizzelli Dante non deve giustificarsi per le lodi che le tributa

Amore non solo ha la sua sede naturale nel cuore gentile ma si identifica con esso:

VEDI

AMORE E ‘L COR GENTIL SONO UNA COSA

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Dante Dante Cavalcanti Cavalcanti

• L’amore regna guidato da ragione che giustamente impone di amare una donna perfetta intermediatrice con Dio

• L’amore è passione sconvolgente che coinvolge anima sensitiva e intellettiva e non è razionale

Il progressivo distacco di Dante da “lo primo del li suoi amici” è sancito nel Canto X dell’Inferno, dove Dante incontra Cavalcante Cavalcanti fra gli eretici negatori dell’immortalità dell’anima, e getta un’ombra di ateismo anche sul figlio

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I significati segretiI significati segreti

• Libro diviso in 3 parti1.Effetti dell’amore sull’amata2.Lode della donna 3.Morte della gentilissimaTre stadi dell’amore1.Amare per essere ricambiato2.Amare per amare fine a se stesso3.La donna è il miracolo della natura in terra

espressione dell’amore di Dio.CANANA' MASSIMILIANO 29

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La vita nova e la commediaLa vita nova e la commedia

• La vita nova narra l’esperienza mistica del poeta Dante.

• L’esperienza umana è trasfigurata in simbolo

• Il nome è significativo • La simbologia del 9• La simbologia del colore rosso

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Capitolo IIICapitolo III

• 2° incontro con Beatrice, 1283

• Saluto della donna

• Isolamento del poeta nella propria camera

• Sogno-profezia

• Sonetto-epistola in versi

Saluto=salute > salus=salvezzaBeatrice speculum Christi

Agens> il poeta è solo oggetto dellla sua azione

Amore nutre la donna col cuore del poeta poi se ne va con lei verso il cielo

Ne la prima delle ultime nove ore de la notte

salutatio

A ciascun'alma presa, e gentil core,nel cui cospetto ven lo dir presente,in ciò che mi rescrivan suo parventesalute in lor segnor, cioè Amore.Già eran quasi che atterzate l'oredel tempo che onne stella n'è lucente,quando m'apparve Amor subitamentecui essenza membrar mi dà orrore.Allegro mi sembrava Amor tenendomeo core in mano, e ne le braccia aveamadonna involta in un drappo dormendo.Poi la svegliava, e d'esto core ardendolei paventosa umilmente pascea:appresso gir lo ne vedea piangendo.

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Capitolo Capitolo XVIIIXVIII

• Materia del comporre: “sempre mai quello che fosse loda di questa gentilissima” (cap XVIII)

XVIII.Con ciò sia cosa che per la vista mia molte persone avessero

compreso lo secreto del mio cuore, certe donne, le quali adunate s'erano, dilettandosi l'una ne la compagnia de l'altra, sapeano bene lo mio cuore, però che ciascuna di loro era stata a molte mie sconfitte; ed io passando appresso di loro, sì come da la fortuna menato, fui chiamato da una di queste gentili donne. … una, volgendo li suoi

occhi verso me e chiamandomi per nome, disse queste parole: «A che fine ami tu questa tua donna, poi che tu non puoi sostenere la

sua presenza? Dilloci, ché certo lo fine di cotale amore conviene che sia novissimo». … Allora dissi queste parole loro: «Madonne, lo fine

del mio amore fue già lo saluto di questa donna, forse di cui voi intendete, ed in quello dimorava la beatitudine, ché era fine di tutti li

miei desiderii. Ma poi che le piacque di negarlo a me, lo mio segnore Amore, la sua merzede, ha posto tutta la mia beatitudine in quello che

non mi puote venire meno». … questa donna che m'avea prima parlato, queste parole: «Noi ti preghiamo che tu ne dichi ove sia

questa tua beatitudine». … E però propuosi di prendere per matera de lo mio parlare sempre mai quello che fosse loda di questa

gentilissima; e pensando molto a ciò, pareami avere impresa troppo alta matera quanto a me, sì che non ardia di cominciare; e così

dimorai alquanti dì con disiderio di dire e con paura di cominciare

premessa

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Cap XIXCap XIX

• Donne ch'avete intelletto d'amore,i' vo' con voi de la mia donna dire,non perch'io creda sua laude finire,ma ragionar per isfogar la mente.Io dico che pensando il suo valore,Amor sì dolce mi si fa sentire,che s'io allora non perdessi ardire,farei parlando innamorar la gente:E io non vo' parlar sì altamente,ch'io divenisse per temenza vile;ma tratterò del suo stato gentilea respetto di lei leggeramente,donne e donzelle amorose, con vui,ché non è cosa da parlarne altrui

Donne ch’avete:

lo “stilo de la loda”

proemio

Donne ch'avete intelletto d'amore

pubblico

Guinizz.Io voglio del ver

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Cap XIXCap XIX

• Angelo clama in divino intellettoe dice: «Sire, nel mondo si vedemaraviglia ne l'atto che proceded'un'anima che 'nfin quassù risplende».Lo cielo, che non have altro difettoche d'aver lei, al suo segnor la chiede,e ciascun santo ne grida merzede.Sola Pietà nostra parte difende,ché parla Dio, che di madonna intende:«Diletti miei, or sofferite in paceche vostra spene sia quanto me piacelà ov' è alcun che perder lei s'attende,e che dirà ne lo inferno: «O malnati,io vidi la speranza de' beati».

Donne ch’avete: lo “stilo de la

loda”Qualità prodigiose di Beatrice

2:lodi

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Cap XIXCap XIX

• Madonna è disiata in sommo cielo:or vòi di sua virtù farvi savere.Dico, qual vuol gentil donna parerevada con lei, chè quando va per via,gitta nei cor villani Amore un gelo,per che onne lor pensero agghiaccia e père;e qual soffrisse di starla a vederediverria nobil cosa, o si morria;E quando trova alcun che degno siadi veder lei, quei prova sua vertute,ché li avvien ciò che li dona salute,e sì l'umilia ch'ogni offesa oblia.Ancor l'ha Dio per maggior grazia datoche non pò mal finir chi l'ha parlato.

Donne ch’avete: lo “stilo de la

loda”

Fa risaltare la gentilezza delle altre

3 loda

Paralizza i pensieri dei cuori villani

Nobilita o “uccide” Guinizz: e no.lle po’ appressar om che sia vile

Guinizz.Ch’el fa de nostra fe’ se non la crede

Null’om po’ mal pensar fin che la vede 35CANANA' MASSIMILIANO

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Cap XIXCap XIX

• Dice di lei Amor: «Cosa mortalecome esser pò sì adorna e sì pura?»Poi la reguarda, e fra se stesso giurache Dio ne 'ntenda di far cosa nova.Color di perle ha quasi in forma, qualeconvene a donna aver, non for misura;ella è quanto de ben pò far natura;per esemplo di lei bieltà si prova.De li occhi suoi, come ch'ella li mova,escono spirti d'amore inflammati,che fèron li occhi a qual che allor la guati,e passan sì che 'l cor ciascun retrova:voi le vedete Amor pinto nel viso,là 've non pote alcun mirarla fiso.

Donne ch’avete: lo “stilo de la

loda”

4 loda

descrizione

Cavalcanti

A simil di natura ben non tarda

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Cap XIXCap XIX

• Canzone, io so che tu girai parlandoa donne assai, quand'io t'avrò avanzata.Or t'ammonisco, perch'io t'ho allevataper figliuola d'Amor giovane e piana,che là ove giugni tu dichi pregando:«Insegnàtemi gir, ch'io son mandataa quella di cui laude so' adornata».E se non vuoli andar sì come vana,non restare ove sia gente villana;ingègnati, se puoi, d'esser palesesolo con donne o con omo cortese,che ti merranno là per via tostana.Tu troverai Amor con esso lei;raccomàndami a lui come tu dei.

Donne ch’avete: lo “stilo de la

loda”

5 congedo

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Cap XXVICap XXVI

• Tanto gentile e tanto onesta parela donna mia, quand'ella altrui saluta,ch'ogne lingua deven tremando muta,e li occhi no l'ardiscon di guardare.Ella si va, sentendosi laudare,benignamente d'umiltà vestuta;e par che sia una cosa venutada cielo in terra a miracol mostrare.Mòstrasi sì piacente a chi la mira,che dà per li occhi una dolcezza al core,che 'ntender no la può chi non la prova:e par che de la sua labbia si movaun spirito soave pien d'amore,che va dicendo a l'anima: «Sospira!»

Amore e 'l cor gentil sono una cosa,sì come il saggio in suo dittare pone,e così esser l'un sanza l'altro osacom'alma razional sanza ragione

Negli occhi porta la mia donna Amore,per che si fa gentil ciò ch'ella mira;ov'ella passa, ogn'om vèr lei si gira,e cui saluta fa tremar lo core

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Le RimeLe Rime

Dante Alighieri

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esordiesordi

• Rime di corrispondenza con amici: in particolare con Guido Cavalcanti, con Dante da Maiano, con Cino da Pistoia

• Sonetto Guido i’vorrei

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La tenzone con Forese DonatiLa tenzone con Forese Donati

• Tre coppie di sonetti (tre di Dante e tre di Forese) nei quali i due si scambiano insulti (topici)

• Anteriore al 1296 anno della morte di Forese (fratello di Corso). Dante poi immagina di incontrare Forese nel Purgatorio, fra i golosi (un vizio che gli aveva rimproverato nella tenzone) e di ritrattare le accuse (palinodia)

• Utilizza il registro comico e della invettiva che si sviluppo’ soprattutto nella poesia senese il cui più importante esponente è Cecco Angiolieri)

• Plurilinguismo: Dante sperimenta diversi registri linguistici che utilizzera’ nella Commedia

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Chi udisse tossir la malfatata Chi udisse tossir la malfatata

DANTE A FORESE 1 Chi udisse tossir la malfatata 2 moglie di Bicci vocato Forese, 3 potrebbe dir ch'ell'ha forse vernata 4 ove si fa 'l cristallo, in quel paese. 5 Di mezzo agosto la truovi infreddata: 6 or sappi che de' far d'ogni altro mese...; 7 e non le val perché dorma calzata, 8 merzé del copertoio c'ha cortonese. 9 La tosse, 'l freddo e l'altra mala voglia 10 no l'addovien per omor' ch'abbia vecchi, 11 ma per difetto ch'ella sente al nido. 12 Piange la madre, c'ha più d'una doglia, 13 dicendo: «Lassa, che per fichi secchi 14 messa l'avre' 'n casa del conte Guido».

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Ben ti faranno il nodo Ben ti faranno il nodo SalamoneSalamone

DANTE A FORESE 1 Ben ti faranno il nodo Salamone, 2 Bicci novello, e' petti de le starne, 3 ma peggio fia la lonza del castrone, 4 ché 'l cuoio farà vendetta de la carne; 5 tal che starai più presso a San Simone, 6 se tu non ti procacci de l'andarne: 7 e 'ntendi che 'l fuggire el mal boccone 8 sarebbe oramai tardi a ricomprarne. 9 Ma ben m'è detto che tu sai un'arte 10 che, s'egli è vero, tu ti puoi rifare, 11 però ch'ell'è di molto gran guadagno; 12 e fa sì, a tempo, che tema di carte 13 non hai, che ti bisogni scioperare; 14 ma ben ne colse male a' fi' di Stagno. 43CANANA' MASSIMILIANO

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Bicci novel, figliuol di non so Bicci novel, figliuol di non so cuicui

DANTE A FORESE 1 Bicci novel, figliuol di non so cui 2 (s'i' non ne domandasse monna Tessa), 3 giù per la gola tanta roba hai messa 4 ch'a forza ti convien tòrre l'altrui. 5 E già la gente si guarda da lui, 6 chi ha borsa a lato, là dov'e' s'appressa 7 dicendo: «Questi c'ha la faccia fessa, 8 è piuvico ladron negli atti sui». 9 E tal giace per lui nel letto tristo, 10 per tema non sia preso a lo 'mbolare, 11 che gli appartien quanto Giosepp'a Cristo. 12 Di Bicci e de' fratei posso contare 13 che, per lo sangue lor, del malacquisto 14 sanno a lor donne buon' cognati stare.

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Le rime petroseLe rime petrose

• Un gruppo di canzoni tra cui 2 sestine • (forma praticata da Arnaut Daniel, “lo miglior fabbro

del parlar materno” secondo Dante e l’unico che nella Commedia si esprime nella sua lingua, il provenzale)

– Sono dedicate a una donna che ha il nome-senhal di Petra (per indicare la sua durezza, e il fatto che non corrisponde all’amore di Dante)

– In esse D. sperimenta lo stile “aspro” con suoni duri,termini violenti o anche volgari, metafore tratte da campi semantici come la guerra, il cibo, i mestieri

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Così nel mio parlar vogl’i esser Così nel mio parlar vogl’i esser aspro aspro

• Il pensiero d'Amore è così forte da rendere sempre meno efficace la difesa dei sensi, per cui il poeta teme di tradirsi e rivelare il suo sentimento;

• il poeta ormai è atterrato da Amore e corre verso la morte, che non sarebbe atroce perché renderebbe vano il colpo doloroso inferto da Amore.

• La donna dal cuore di pietra sa resistere agli assalti di Amore e della passione amorosa, ed anzi dà la caccia al poeta;

• Amore divora l'innamorato e lo minaccia di morte con la spada, come è successo a Didone;

• il poeta sogna violenta vendetta sulla donna e vorrebbe diviso a metà il duro cuore di lei.

XLVI"Canzone di sei stanze e XLVI"Canzone di sei stanze e congedo. congedo. Il poeta "armato" di poetica asprezza contro la donna-pietra aspra e crudele e contro Amore guerriero e feditore: ma è contesa impari, la morte è prossima, la vendetta un'illusoria speranza" (Davico Bonino)." (Davico Bonino).

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Così nel mio parlar voglio esser Così nel mio parlar voglio esser asproaspro

1a stanza1a stanza

• Così nel mio parlar voglio esser asproCom'è ne li atti questa bella petra,La quale ognora impetraMaggior durezza e più natura cruda,E veste sua persona d'un diasproTal che per lui, o perch'ella s'arretra,Non esce di faretraSaetta che già mai la colga ignuda;Ed ella ancide, e non val ch'om si chiudaNé si dilunghi da' colpi mortali,Che, com'avesser ali,Giungono altrui e spezzan ciascun'arme:Sì ch'io non so da lei né posso atarme.

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2a stanza2a stanza

• Non trovo scudo ch'ella non mi spezziNé loco che dal suo viso m'asconda:Ché, come fior di fronda,Così de la mia mente tien la cima.Cotanto del mio mal par che si prezziQuanto legno di mar che non lieva onda;E 'l peso che m'affondaè tal che non potrebbe adequar rima.Ahi angosciosa e dispietata limaChe sordamente la mia vita scemi,Perché non ti ritemiSì di rodermi il core a scorza a scorzaCom'io di dire altrui chi ti dà forza?

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3a stanza3a stanza

•   Che più mi triema il cor qualora io pensoDi lei in parte ov'altri li occhi induca,Per tema non tralucaLo mio penser di fuor sì che si scopra,Ch'io non fo de la morte, che ogni sensoCo li denti d'Amor già mi manduca:Ciò è che 'l pensier brucaLa lor vertù sì che n'allenta l'opra.E' m'ha percosso in terra, e stammi sopraCon quella spada ond'elli ancise Dido,Amore, a cui io gridoMerzé chiamando, e umilmente il priego:Ed el d'ogni merzé par messo al niego.

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4a stanza4a stanza

• Egli alza ad ora ad or la mano, e sfidaLa debole mia vita, esto perverso,Che disteso a riversoMi tiene in terra d'ogni guizzo stanco:Allor mi surgon ne la mente strida;E 'l sangue, ch'è per le vene disperso,Fuggendo corre versoLo cor, che 'l chiama; ond'io rimango bianco.Elli mi fiede sotto il braccio mancoSì forte che 'l dolor nel cor rimbalza:Allor dico: "S'elli alzaUn'altra volta, Morte m'avrà chiusoPrima che 'l colpo sia disceso giuso".

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5a stanza5a stanza

•      Così vedess'io lui fender per mezzoLo core a la crudele che 'l mio squatra;Poi non mi sarebb'atraLa morte, ov'io per sua bellezza corro:Ché tanto dà nel sol quanto nel rezzoQuesta scherana micidiale e latra.Omè, perché non latraPer me, com'io per lei, nel caldo borro?Ché tosto griderei: "Io vi soccorro";E fare'l volentier, sì come quelliChe nei biondi capelliCh'Amor per consumarmi increspa e doraMetterei mano, e piacere'le allora.

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6a stanza6a stanza

• S'io avessi le belle trecce prese,Che fatte son per me scudiscio e ferza,Pigliandole anzi terza,Con esse passerei vespero e squille:E non sarei pietoso né cortese,Anzi farei com'orso quando scherza;E se Amor me ne sferza,Io mi vendicherei di più di mille.Ancor ne li occhi, ond'escon le favilleChe m'infiammano il cor, ch'io porto anciso,Guarderei presso e fiso,Per vendicar lo fuggir che mi face;E poi le renderei con amor pace.

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- congedo- congedo

•          Canzon, vattene dritto a quella donnaChe m'ha ferito il core e che m'involaQuello ond'io ho più gola,E dàlle per lo cor d'una saetta,Ché bell'onor s'acquista in far vendetta.

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Il FIOREIl FIORE

• Attribuito a Dante, è la traduzione rimaneggiata di un poemetto allegorico (il ROMAN DE LA ROSE) in cui si rappresenta il processo dell’amor cortese fino alla conquista vera e propria della donna, che si concede

• 232 sonetti tutti con lo stesso schema

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La sestina - l’imitatio arnautianaLa sestina - l’imitatio arnautianaAl poco giorno e al gran cerchio d’ombra

  son giunto, lasso, ed al bianchir de’ colli, quando si perde lo color ne l’erba: e ’l mio disio però non cangia il verde, sì è barbato ne la dura petra che parla e sente come fosse donna.

Similemente questa nova donna si sta gelata come neve a l’ombra: ché non la move, se non come petra, il dolce tempo che riscalda i colli e che li fa tornar di bianco in verde perché li copre di fioretti e d’erba.

Quand’ella ha in testa una ghirlanda d’erba, trae de la mente nostra ogn’altra donna: perché si mischia il crespo giallo e ’l verde si bel, ch’Amor lì viene a stare a l’ombra, che m’ha serrato intra piccioli colli più forte assai che la calcina petra.

La sua bellezza ha più vertù che petra,e ’l colpo suo non può sanar per erba.ch’io son fuggito per piani e per colli, per potere scampar da cotal donna; e dal suo lume non mi può far ombra poggio né muro mai né fronda verde..

  

Io l’ho veduta già vestita a verde, sì fatta ch’ella avrebbe messo in petra l’amor ch’io porto pur a la sua ombra: ond’io l’ho chesta in un bel prato d’erba innamorata com’anco fu donna, e chiuso intorno d’altissimi colli.

Ma ben ritorneranno i fiumi a’ colli,

prima che questo legno molle e verde s’infiammi, come suol far bella donna, di me; che mi torrei dormire in petra tutto il mio tempo e gir pascendo l’erba, sol per veder do’ suoi panni fanno ombra.

Quantunque i colli fanno più nera ombra, sotto un bel verde la giovane donna la fa sparer, com’uom petra sott’erba

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Il ConvivioIl Convivioil De vulgari eloquentiail De vulgari eloquentia

il Monarchiail Monarchia

Dante Alighieri

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La teorizzazione dell’uso del La teorizzazione dell’uso del volgarevolgare

– Illustra una tradizione poetica all’interno della quale egli si colloca

– Crea la prima storia della letteratura in volgare e un CANONE degli autori

– Usa consapevolmente il volgare per elargire il sapere a un più vasto pubblico, contro la tradizione dell’epoca che vedeva nel latino la lingua della cultura

De vulgari De vulgari eloquentiaeloquentia

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Dopo la morte di BeatriceDopo la morte di Beatrice

• Dante si dedica agli studi filosofici (De consolatione philosophiae di Boezio)

• Compone canzoni allegorico-dottrinali per la donna gentile (allegoria della filosofia)– Alcune di queste canzoni

furono successivamente commentate da Dante stesso nel Convivio

Autoesegesi, come in Vita Nuova

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Convivio Convivio

• 1304\06 primi anni di esilio

• enciclopediail banchetto del sapere

– Commento a canzoni dottrinali che trattavano grandi questioni filosofiche: ma è interrotto al 4° libro poiché Dante si dedica alla Commedia

tutti gli uomini tutti gli uomini hanno fame del hanno fame del sapere come del sapere come del cibo: Dante, che ha cibo: Dante, che ha partecipato al partecipato al banchetto di grandi banchetto di grandi sapienti, può offrire a sapienti, può offrire a coloro che non hanno coloro che non hanno il tempo o gli il tempo o gli strumenti per strumenti per costruire la propria costruire la propria educazione, almeno educazione, almeno le briciole della le briciole della sapienza filosoficasapienza filosofica

Divulgare il sapere per le nuove classi sociali (BORGHESI)

LEGGI il testo di pag. 260\263

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De vulgari eloquentiaDe vulgari eloquentia

• 1304\07• Incompiuto

– Circolò pochissimo, si diffuse solo nel Cinquecento e ne abbiamo 3 soli esemplari

per approfondire le teorie linguistiche accennate nel trattatoper approfondire le teorie linguistiche accennate nel trattato

In latino: perché si rivolge ai “literati”

4 libri: ma ne scrisse solo 1 e mezzo

I° libro: teoria del linguaggio:

•Lingua volgare naturale (materna), segue l’uso, è variabile

•“Gramatica”: il latino (lingua convenzionale e immutabile “inventata” per ovviare alle difficoltà di comprensione causate dalle lingua naturali

•Dopo la distruzione della Torre di Babele gli uomini, che prima parlavano tutti l’ebraico, svilupparono diverse lingue

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I volgari I volgari italianiitaliani

• Li analizza per individuare il volgare adatto alla lirica di argomento elevato (VOLGARE ILLUSTRE)

Teoria degli stili e congruenza materia-stile

Cardinale

Aulico

Curiale

Punto di riferimento di tutte le lingue municipali

Sarebbe proprio della reggia, se ci fosse

Poiché in Italia non vi è una corte nazionale, il linguaggio della corte e’ quello usato da tutti i grandi poeti (corte di intellettuali)

Non la lingua italiana da “parlare “ ma il linguaggio della poesia

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MonarchiaMonarchia

• Composto forse nel 1313

• In latino• 3 libri

Dedicato alla riflessione sulla politica e sul potere

Tema: la necessità dell’impero universale a garanzia della pace e della giustizia

il rapporto tra i poteri universali (papato e impero)

Ogni ente creato ha un suo fine ultimo dipendente dalla sua natura (teleologismo- Aristotele)

Natura umana: duplice (anima, immateriale\immortale; corpo materiale\mortale)

Fine dell’anima: la salvezza eterna

Ad essa ci guida la Chiesa e il papa

fine del corpo: la vita ordinata e pacifica in società, secondo giustizia

ad essa ci guida l’imperatore

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La teoria dei due soliLa teoria dei due soli

• Tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento si riaccende il conflitto tra i poteri universali, papato e impero (entrambi in declino poiché stanno emergendo le monarchie nazionali)

• Teoria teocratica:• il potere supremo è del Papa (Sole) diretto emissario di

Cristo sulla terra• L’imperatore deriva il suo potere dal papa che glielo

concede (come la luna, è illuminato di luce riflessa)

• Teoria di Dante: • Impero e papato sono entrambi soli,

e il loro potere deriva direttamente da Dio che li ha preposti ciascuno al raggiungimento di uno dei fini propri dell’uomo

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410 sacco di Roma (ALARICO)

De civitate Dei: l’impero terreno dei Romani

non è una istituzione essenziale per l’uomo

Dimostrazione della Dimostrazione della indipendenza del potere indipendenza del potere dell’impero da quello del dell’impero da quello del

PapaPapa

• Dante ≠

Agostino

Dio stesso ha promosso provvidenzialisticamente la nascita

dell’Impero Romano

L’impero preesiste alla Chiesa

Cristo è nato durante il periodo di massima fioritura dell’Impero, sotto Augusto

Cristo ha voluto che la sua condanna fosse sancita da un tribunale dell’impero (Pilato) legittimandolo

Cristo : “Date a Cesare quel che è di Cesare”

Vedi Paradiso, canto 6°

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LE EPISTOLELE EPISTOLE

• Le Epistole scritte in latino da Dante Alighieri ci sono pervenute tramite due sillogi del Trecento.

• La prima silloge, raccolta dal Boccaccio (Laurenziano XXIX) comprende tre epistole: la prima databile al 1305-1306 indirizzata a Cino da Pistoia,

• la seconda inviata ai Cardinali italiani in seguito alla morte del papa Clemente V il 20 aprile 1314 e

• la terza ad un amico di Firenze nella quale egli respinge il ribandimento del 19 maggio 1315.

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LE ESPISTOLELE ESPISTOLE

• La seconda silloge venne raccolta in epoca quattrocentesca nell'ambiente di Coluccio Salutati (Vaticano Palatino 1729) e comprende nove epistole:

• la prima scritta nella primavera del 1304 al cardinale Niccolò da Prato a nome dei Bianchi di Firenze,

• la seconda, sempre nel 1304, indirizzata a Oberto e Guido da Romena,

• la terza rivolta a Moroello Malaspina databile 1307-1308,• la quarta scritta in occasione della discesa di Enrico VII, ottobre

1310, indirizzata ai Signori e Popoli d'Italia, • la quinta che porta la data del 31 marzo 1311 ai Fiorentini, • la sesta datata 17 aprile 1311 all'imperatore Enrico, l'ottava e • la nona, scritta a nome della contessa Gherardesca di Battifolle

alla moglie dell'imperatore, Margherita di Lussemburgo.

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LE EPISTOLELE EPISTOLE

• A queste epistole si aggiungono tre messaggi manoscritti rintracciati nel secolo XV dal testo incompleto e una epistola nella forma dei codici del Cinquecento indirizzata a Can Grande della Scala.

• Intorno a questa epistola ancora discordi sono i pareri della critica. Infatti alcuni, come Augusto Mancini, Bruno Nardi e Giorgio Brugnoli ne negano l'autenticità, mentre altri, come Francesco Mazzoni ed Emilio Cecchi la confermano.

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LE EPISTOLELE EPISTOLE

• Il tema principale della maggior parte delle epistole di Dante, tranne la lettera a Cino da Pistoia e al Malaspina più prettamente di carattere letterario, è quello politico ed è soprattutto legato a Arrigo VII e alla sua impresa.

• TUTTE LE LETTERE SONO SCRITTE IN LATINO PERCIO’ RIVOLTE AD UN PUBBLICO DOTTO.

• Sono molto curate nell’arte retorica ed hanno soprattutto contenuto politico e morale, ciò traduce la ferma coscienza del poeta di avere una missione profetica da compiere.

• Fondamentale è la lettera a Cangrande della Scala , signore di Verona in cui si spiegano i modi e i sensi della lettura della Commedia.

• VEDERE ANTOLOGIA PAG.304-307

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EPISTOLA A CANGRANDEEPISTOLA A CANGRANDE

• SCRITTA INTORNO AL 1314-15 ESSA CONTIENE LA DEDICA DI DANTE DEL PARADISO AL SIGNORE DI VERONA

• IN ESSA SONO SPIEGATI I SENSI DI LETTURA DELLA DIVINA COMMEDIA, IL SIGNIFICATO DEL TITOLO.

• Nella lettera si mette in evidenza l’intenzione del poeta di imitare le sacre scritture e di indicare il libro come prosecuzione del libro divino.

• Spiegazione del titolo comedia di carattere retorico. Il poema inizia con tono dimesso e umile per poi raggiungere le alte sfere della poesia grazie alla applicazione delle tecniche di poesia più elevate, argomenti teologici e filosofici.

• STUDIARE IL TESTO A PAG. 305-306

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DANTE SEMPRE MODERNODANTE SEMPRE MODERNOANCHE NELLA MUSICAANCHE NELLA MUSICA

• VINICIO CAPOSELLA• http://www.youtube.com/watch?v=kKE7-grSLbA• VENDITTI • http://www.youtube.com/watch?v=CsBHxxWd_ys• BRANDUARDI • http://www.youtube.com/watch?v=97qhDLsqlyw• http://www.youtube.com/watch?v=DVj0NpyFO3I

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