Dante alighieri

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Dante Alighieri di Carlo Mariani

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Dante Alighieridi Carlo Mariani

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Perché Dante è così importante

È il primo che costruisce un complesso di opere in volgare che riassumono la mentalità medioevale.

È il primo a teorizzare l’uso del volgare in letteratura De vulgari eloquentia

È il primo intellettuale consapevole del proprio ruolo e funzione (intellettuale “comunale”)

È un intellettuale militante (rapporto tra impegno letterario e impegno politico).

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Perché Dante è così importante

Il tratto specifico che egli adopera nella Commedia non rispecchia più la gerarchia degli stili e del linguaggio proposti a suo tempo nel De vulgari eloquentia.

Dante mette a frutto un plurilinguismo e un pluristilismo in cui si trovano insieme tragedia, commedia e elegia, stile alto e stile basso, lingua dotta e voci gergali, sermo humilis e linguaggi tecnici, con un potenziale lessicale di quasi trentamila termini.

Per questo motivo egli parla di polisemia dell’opera letteraria. Dante si spinge più avanti rispetto agli schemi stilistici della letteratura classica, che erano molto rigidi, quasi bloccati.

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Perché Dante è così importante

La novità del linguaggio dantesco consiste nell’avere modellato una poetica e una ricerca morale alle esigenze di un pubblico non più uniforme, aristocratico, quantitativamente ristretto, ma eterogeneo, “borghese”, e quindi sincronizzato con un ideale polisemico della letteratura.

Nella Epistola a Cangrande, Dante scrive che il compito della Commedia è «removere viventes in hac vita de statu miserie et perducere ad statum felicitatis»

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Apporto linguistico di Dante Alighieri

Lessico Trecentesco: 19%(circa 23 mila lemmi)

Dante Alighieri: 15%(circa 18 mila lemmi)

Lessico Duecentesco: 56%(circa 67 mila lemmi)

Secoli successivi: 10%(circa 12 mila lemmi)

Dante Alighieri introdusse nella lingua italiana circa 18 mila termini nuovi, alcuni dei quali caddero poi in disuso. Attraverso le sue opere egli indirizzò la lingua italiana sul modello del toscano.

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La situazione a Firenze e in Italia ai tempi di Dante

In Italia perdurano per tutto il XII secolo e parte del XIII i conflitti tra papato e impero.

Al tempo di Federico II (fino al 1250) l’impero è in fase di affermazione. Con la sua morte l’impero si indebolisce.

A Firenze si crea un governo “comunale” guidato da un Capitano del popolo e affiancato da un consiglio di rappresentanti delle arti.

In un primo tempo i Ghibellini, guidati da Farinata degli Uberti, sconfiggono i Guelfi nella battaglia di Montaperti (1260).

Ma dopo il 1266 (battaglia di Benevento) gli eredi di Federico II sono sconfitti da Carlo d’Angiò, chiamato in Italia dal papa.

Dovunque i guelfi riprendono vigore. Nel 1289 a Campaldino i Guelfi fiorentini sconfiggono aretini e senesi (ghibellini).

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Firenze al tempo di Dante Alighieri

Nell’arco di un secolo la popolazione di Firenze raddoppiò

50000

75000

85000

95000

1200 1260 1280 1300

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Firenze al tempo di Dante Alighieri

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Firenze al tempo di Dante Alighieri

Firenze al tempo di Dante.Questa parte della città venne cinta di nuove mura a partire dal 1284, quando Firenze raggiunse i 75 mila abitanti

Firenze all’interno della seconda cerchia di mura (1173-75)È il nucleo storico della città comunale. Agli inizi del 1200 la città contava circa 50 mila abitanti.

Il nucleo più antico della Firenze comunaleCorrispondente alle mura matildine (1078).Sorge sui resti di un precedente castrum romano.

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Firenze al tempo di Dante Alighieri

S. Maria Novella (Domenicani) - 1221

S. Croce (Francescani)1226-28

S. Spirito (Agostiniani)1250

Chiesa del Carmine (Carmelitani) 1250

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Firenze al tempo di Dante Alighieri

Firenze intorno alla metà del XV sec.

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Guelfi Bianchi e Guelfi Neri

Dal 1251 Firenze assume l’assetto di una città comunale: questa struttura politico-amministrativa dura fino all’ascesa dei Medici nel 1434.

Governano dapprima l’aristocrazia poi i grandi borghesi esponenti delle professioni.

Si scontrano due fazioni del partito guelfo: Bianchi (capeggiati dai Cerchi-moderati)

Neri (guelfi filoaristocratici, capeggiati dalla famiglia dei Donati)

Nella contesa si inserisce papa Bonifacio VIII, sostenendo i Neri

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Le origini e la giovinezza (1265-1290)

Nasce tra il 21 maggio e il 20 giugno del 1265 a Firenze ( segno dei gemelli)

Il padre si dedica alla vendita di terreni e a traffici valutari

Segue un normale corso di studi 1274: primo incontro con Beatrice (identificata con Bice di Folco Portinari

poi sposata a Simone dei Bardi, n.1266- m .1290) 1277: contratto di matrimonio con Gemma di Manetto Donati, sposata nel

1285, da cui avrà Jacopo, Pietro, Antonia (forse Giovanni) Ha rapporti di amicizia con Gianni Alfani, Lapo Gianni e corrispondenza

poetica, amicizia, sodalizio culturale con Guido Cavalcanti 1287: soggiorno a Bologna e conoscenza della poesia guinizzelliana

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Il “traviamento” e la “conversione” 1290-1295

Traviamento successivo alla morte di Beatrice: morale (vita non irreprensibile)

culturale (abbandono dell’ideale amoroso rappresentato da B. e conversione alla filosofia)

Approfondisce gli studi filosofici grazie all’amicizia con il “maestro” Brunetto Latini, esperto di ars dictaminis e letteratura francese

Reinterpreta la sua esperienza poetica giovanile nella Vita Nuova Frequenta le scuole dei religiosi:

Domenicani di Santa Maria Novella (sostenitori del pensiero di Alberto Magno e Tommaso d’Aquino)

Francescani di Santa Croce (testi di mistici medievali e problematiche legate al rinnovamento della Chiesa)

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La poetica di Dante Alighieri

L’esperienza letteraria di Dante Alighieri è caratterizzata da due fasi distinte, separate dalla vicenda biografica dell’esilio. Generalmente si indicano una fase giovanile, prima dell’esilio, che coincide con la Vita nuova, e una fase della maturità, che è invece rappresentata dalle opere maggiori (il De vulgari eloquentia, il Convivio e soprattutto la Commedia).

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La poetica di Dante Alighieri

La poetica dantesca è fortemente condizionata dall’esperienza biografica dell’esilio, che dette al poeta una più matura consapevolezza del proprio ruolo di scrittore e di intellettuale. L’esilio accelerò le scelte letterarie e spostò l’attenzione di Dante sui grandi temi morali e politici che la poesia avrebbe potuto assumere rispetto all’impegno individuale e sentimentale rappresentato invece dalla Vita nuova.

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La poetica di Dante Alighieri

Vita nuova Commedia

Racconta un’esperienza individuale.Racconta un’esperienza individuale che ha l’ambizione di diventare simbolica dell’intera condizione umana.

Rielabora quasi esclusivamente la tematica amorosa.

Inserisce alcune tematiche legate all’amore soltanto in alcuni canti e in alcune situazioni specifiche.

Approfondisce l’universo dei sentimenti.

Amplifica il raggio d’azione sui sentimenti, inserendo una riflessione soprattutto sulle passioni più torbide e inquietanti dell’animo umano (l’incapacità dell’uomo di controllare i propri istinti, la brutale violenza fisica, l’inganno).

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La poetica di Dante Alighieri

Dante produsse una sostanziale emancipazione della lingua volgare rispetto alla lingua letteraria adoperata fino ad allora, sia appunto in direzione dell’italiano come lingua d’arte (Vita nuova; Rime; Commedia) e della riflessione filosofica (Convivio), sia come accantonamento del latino inteso da Dante prevalentemente come lingua tecnica della comunicazione scientifica e saggistica (De vulgari eloquentia; De Monarchia; Epistole).L’italiano diviene uno strumento adatto sia alla lirica d’amore che alla poesia narrativa della Commedia e perfino alla trattatistica.

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La poetica di Dante Alighieri

Dante operò un forte potenziamento della narratività in prosa e in poesia, cioè della capacità della letteratura di raccontare l’esperienza artistica e di rappresentare i sentimenti attraverso la struttura del racconto: mediante la forma dell’autobiografia (ad esempio nella Vita nuova, che contiene molte parti in prosa) Dante racconta l’esperienza dell’amore, dei sentimenti e delle reazioni che esso provoca. Oppure attraverso il tema del viaggio immaginario nella Commedia, il poeta rappresenta una nuova opportunità per la poesia, quella cioè del narrare in forma poetica. Questa situazione è resa possibile anche dalla struttura metrica del poema dantesco (la terzarima), che conferisce ai singoli canti la valenza di veri e propri capitoli di un “romanzo in versi”.

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La poetica di Dante Alighieri

Con la Commedia Dante operò un rimescolamento degli stili e delle categorie che fino ad allora avevano prevalso nella poesia: tragedia, commedia ed elegia si confondono e vengono in un certo senso adattate alle esigenze delle singole cantiche.

Nell’Inferno prevale uno stile comico (con immagini grottesche, rime aspre, situazioni rovesciate, prevalenza della satira e dell’invettiva); nel Purgatorio siamo di fronte ad un clima invece più attenuato, molto simile a quello dell’elegia latina e funzionale allo status e alla condizione di penitenza che le anime sopportano in vista della salvezza eterna. Questo clima trova poi una consacrazione più solenne nello stile tragico, nella discussione teologica e nella condizione di santità presenti nel Paradiso

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La poetica di Dante Alighieri

La scelta dantesca di una poesia lunga, distesa e tendenzialmente narrativa andarono nella direzione di un gusto letterario che si stava aprendo – nell’epoca di Dante – ai generi narrativi del romanzo cavalleresco d’avventura e alla novellistica, ai cantari e alle cronache. Era una tendenza che si stava affermando nella nascente società borghese e che facevano presagire anche un consumo più ampio della letteratura.