Dall'osservazione al PEI - ctimonzabrianza.it...La valutazione del livello di sviluppo raggiunto...
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Dall'osservazione al Dall'osservazione al PEIPEI
PENSAMI ADULTO
19 gennaio 2016
Alessandra Berto
Il termine inclusione si riferisce a tutti gli alunni, come garanzia di poter partecipare alla vita scolastica e di raggiungere il massimo possibile in termini di apprendimento e partecipazione sociale.
La scuola inclusiva deve mettere in campo tutti i facilitatori possibili e rimuovere tutte le barriere all'apprendimento e alla partecipazione di tutti gli alunni.
I sette punti chiave per una I sette punti chiave per una didattica inclusivadidattica inclusiva
ATTIVARE I PROCESSI DI APPRENDIMENTO I compagni di classe come risorsa L'adattamento come strategia inclusiva Strategie logico-visive, mappe, schemiELABORARE LE INFORMAZIONI E COSTRUIRE L'APPRENDIMENTO Processi cognitivi e stili di apprendiemento Metacognizione e metodo di studio Emozione e varibili psicologiche nell'apprendiementoVALUTARE GLI ESITI DELL'APPRENDIMENTO Valutazione, verifica e feedback
La concezione sociale di disabilità è cambiata nel tempo, non è più solo un attributo alla persona, ma un insieme di condizioni potenzialmente restrittive derivanti dal fallimento della società nel soddisfare i bisogni delle persone nel consentire loro di mettere a frutto le proprie capacità.
Abbiamo bisogno di tecnici capaci di leggere non ciò che manca, ma di capire quali sono i punti “vivi” sui quali poter costruire un progetto.Bisogno di “diagnosi in avanti”; non serve un giudizio.
Cos’è il PEICos’è il PEI
Il PEI è il documento nel quale vengono descritti gli
interventi didattico-educativi programmati per
realizzare il diritto all'educazione e all'istruzione.
Identifica gli obiettivi di sviluppo, le attività, le
metodologie, le facilitazioni, le risorse umane e
materiali di supporto, i tempi e gli strumenti di
verifica e le modalità del lavoro di rete.
Si definisce entro il mese di ottobre/novembre e si
verifica con frequenza trimestrale con la presenza e
il coinvolgimento di tutti gli attori del percorso.
Il principio ispiratore del PEI risiede nella convinzione che ogni persona abbia un potenziale di apprendimento che possa svilupparsi grazie ad adeguate mediazioni, opportune scelte metodologiche e l’individuazione di fattori ambientali che possano favorire la partecipazione eliminando le barriere.
Da dove iniziareDa dove iniziare
1. Studio della documentazione (diagnosi funzionale, relazioni osservative, PEI degli anni precedenti….)2. Colloquio con la famiglia3. Osservazione diretta del bambino 4. Avvio dei rapporti di rete: conoscere il bambino attraverso il confronto di professionalità e prospettive osservative diverse
L'osservazioneL'osservazione
FINALITÀAcquisizione di una conoscenza approfondita e individualizzata degli studenti.
SCOPIAnalizzare il livello di sviluppo per organizzare le attività.Analizzare le risorse dell’ambiente.Valutare il proprio modo di porsi in relazione con gli allievi o con i colleghi.Analizzare i processi di apprendimento.Valutare il risultato degli interventi realizzati.
L'osservazione sistematicaL'osservazione sistematica
Si distingue dal semplice guardare, dall’osservazione spontanea poichè:
è guidata da uno specifico obiettivo conoscitivo.
Implica delle procedure particolari: tempi e contesti.
Necessita dell’utilizzo di alcune tecniche di registrazione dei dati.
La valutazione del livello di La valutazione del livello di sviluppo raggiuntosviluppo raggiunto
Utilizzata nella fase conoscitiva preliminare della programmazione per la scelta degli obiettivi, dei metodi, degli strumenti e dei criteri di verifica e di valutazione.
L’osservazione in valutazioneL’osservazione in valutazione
Utilizzata nella fase conclusiva al fine di verificare i risultati dell’apprendimento e le modificazioni prodotte dall’intervento educativo
Scegliere Scegliere
Cosa osservareComeQuandoA quale scopo
Metodi aperti:protocolli osservativi “carta e matita”
Metodi chiusi: griglie di osservazione (checklist)
Protocolli osservativiProtocolli osservativi
Utilizzo di un linguaggio narrativo/descrittivo.
Distinguere i fatti osservati dalle opinioni.
Evitare il linguaggio valutativo interpretativo.
Condurre l’osservazione: scelte Condurre l’osservazione: scelte preliminaripreliminari
Riportare per iscritto i seguenti punti: luogo/contesto dove si condurrà l’osservazione;
che cosa si intende osservare (obiettivi)a che fine (motivazioni); se si intende osservare un solo soggetto (in un dato contesto), due soggetti (specificando di chi si tratta), più di due (specificando di chi si tratta).
Stesura del protocolloStesura del protocollo
Dopo aver definito il luogo e il fine dell’osservazione, è necessario stabilire la modalità che verrà utilizzata per l’osservazione (per esempio carta matita in diretta o in differita). Per la stesura del protocollo si consiglia di a) descrivere quello che si vede con la maggiore precisione possibile tenendo distinte le descrizioni dalle impressioni/valutazioni/interpretazioni (es: M. mi è sembrata arrabbiata). É possibile dividere la pagina del protocollo in due parti annotando da un lato la descrizione della situazione osservata e dall’altro le impressioni/valutazioni/ interpretazioni. b) utilizzare un linguaggio descrittivo/narrativo (es: F. ha preso il trenino e l’ha picchiato sul braccio della bambina ….) e non valutativo/interpretativo (es: F. ha aggredito la bambina)
Al termine del protocolloAl termine del protocollo
è necessario scrivere:brevi informazioni di contesto, dove si è svolta l’osservazione, di che situazione si trattava, per esempio una lezione di geografia in una classe terza, alla seconda ora, chi era presente.Quali modalità si sono utilizzate per l’osservazione (in diretta carta e matita, cioè osservando e scrivendo nello stesso tempo; in differita, cioè scrivendo dopo aver osservato, da video, ecc.)Se l’osservazione è stata condotta da un solo osservatore o da due o più osservatori.
Discutere l’osservazioneDiscutere l’osservazione
Dopo aver condotto l’osservazione, è necessario scrivere: eventuali difficoltà incontrate; commenti al lavoro svolto; nel caso di un’osservazione condotta da più osservatori
dare conto delle principali differenze riscontrate nei protocolli (per esempio nel caso in cui due osservatori abbiamo osservato la stessa cosa, nello stesso momento avendo concordato obiettivi e contesti) e della eventuale discussione in proposito.
Se è possibile, nel caso in cui l’osservazione sia stata condotta da soli, si consiglia di discutere il materiale con un’altra persona.
G:\dall'osservazione al PEI\schema osservazione.doc
Esempio di protocollo osservativoEsempio di protocollo osservativo
Griglie di osservazioneGriglie di osservazione
Insieme di descrizioni comportamentali decisi precedentemente come rilevanti per il particolare scopo a cui l’osservazione è finalizzata.
ChecklistChecklist
Si utilizzano quando l’obiettivo dell’ossevazione è la rilevazione dello sviluppo di una competenza chiaramente definibile e limitata.I comportamenti sono descritti in un
ordine logico di sviluppo. Deve essere indicata la presenza o l’assenza.
Il PEI come progettoIl PEI come progetto
Il Pei è un progetto costruito sul bambino con il contributo di molti attori: insegnanti di sostegno e di classe/sezione, genitori, operatori dell’Asl e dei servizi socio-sanitari, terapisti privati, che aiutano a:
“vedere” il bambino nei suoi diversi contesti di vita e a implementare il programma delle attività;
guardare al suo “progetto” di vita rispettando i suoi bisogni reali e la sua possibilità di partecipare e apprendere;
individuare obiettivi comuni; imparare reciprocamente attraverso il confronto e
gli scambi nel lavoro di rete dai diversi saperi.
Gli obiettiviGli obiettivi
“L'obiettivo è la descrizione di una performance che gli studenti devono essere in grado di mostrare per essere considerati competenti; descrive cioè il risultato che l'istruzione si prefigge”. R. Mager
Elaborare un obiettivo equivale a prospettare un'azione da compiere o una conoscenza da acquisire non in modo approssimativo, ma preciso, concreto, determinato e controllabile. Operazionalizzare gli obiettivi significa tradurre in comportamenti osservabili e misurabili le capacità che si intende sollecitare nelle diverse aree.
Il processo soggettivo è indicato da un verbo, l'oggetto da un sostantivo:
Esempio: “saper classificare degli oggetti secondo un criterio dato”
Esempio:“eseguire un percorso rispettando i rapporti spaziali dentro-fuori e sopra-sotto”
È formulato in modo utile se ci dice dove siamo diretti e ci fa capire quando siamo arrivati.
Esempio: Indicare il bisogno di fare “pipì” e trattenerla fino a quando non si raggiunge il wc.
Deve descrivere una performance osservabile, cosa dovremmo veder fare al bambino per poter dire che l'obiettivo è stato raggiunto.
Esempio: Indicare il più grande e il più piccolo fra due oggetti.
Deve essere centrato sul bambino: deve partire dalle sue
capacità iniziali e individuare la zona di sviluppo prossimale.
Esempio: Salire le scale alternando i piedi con l’aiuto di un adulto/compagno.
Gli obiettivi didattici specifici elencati nel PEI vanno riferiti alle singole discipline e devono essere indicati come competenze da conseguire.Essi rappresentano, con gli eventuali adattamenti, gli indicatori cioè i criteri per la rilevazione degli apprendimenti e la formulazione dei giudizi analitici per le singole discipline.
Gli indicatori sono strumenti che consentono di rilevare gli elementi qualificanti di un determinato fenomeno o processo; sono le “spie”del comportamento dello studente che stabiliscono se le prestazioni fornite sono quelle corrispondenti (o meno) al raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Sa utilizzare la
relazione
d’ordine
Sa ordinare in
senso crescente
e decrescente i
numeri frazionari
e i numeri
irrazionali
Sa ordinare in
senso crescente
e decrescente
numeri interi
minori di 100
.. centrati sull’insegnante..
AREA OBIETTIVI ATTIVITÀVERIFICA
1° - entro Gen/Feb
2° - entro Mag/Giu
RACCORDO CON LA PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
2 B - Aspetti affettivo-relazionali con adulti
-Offrire un senso di star bene con gli altri.
-Dare sicurezza emotiva al bambino.
- Creare un ambiente sereno e gioioso preparando i coetanei ad accettare la disabilità formando un gruppo classe predisposto all’inclusione. -Nei momenti di crisi che si possono presentare durante la giornata fornire al bambino un contenimento emotivo con maternage, canti e coccole.
Abbiamo cercato di creare un ambiente sereno e di sicurezza emotiva per rassicurare e rafforzare la fiducia del bambino.
Non sempre la sua risposta è positiva, dimostra però nei momenti più sereni di essere contento quando arrivano le insegnanti di riferimento o gli operatori sorridendo ed emettendo dei suoni per farsi notare.
Le insegnanti accolgono valorizzano i bambini e la loro curiosità creando le occasioni per favorire l’organizzazione di ciò che i bimbi vanno scoprendo.Per G. le attività saranno adeguate alle sue esigenze dando particolare importanza alla relazione affettiva e allo star bene.
…. vaghi e astratti …
AREA OBIETTIVI ATTIVITÀVERIFICA
1° - entro Gen/Feb
2° - entro Mag/Giu
RACCORDO CON LA PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
2 – Autono
mia sociale
2.A --
Aspetti
affettivo
relaziona
li con
coetanei
Prendere coscienza delle routine quotidiane
Avvertire e gioire della presenza dei compagni
-Durante l’appello del mattino prestare attenzione e rispondere alla chiamata del proprio nome.-In bagno, con l’aiuto dell’adulto, aspettare i compagni per distribuire il dentifricio. -Condivisione con i compagni dei momenti più significativi del gruppo classe (cerchio del mattino, attività e giochi, uscite didattiche)
G. non è costante nel mantenere il contatto visivo con i suoi compagni, predilige il contatto individuale con l’adulto.Dimostra fastidio alla confusione che a volte si crea durante i cambi delle attività con pianto.
G. non è costante nel mantenere il contatto visivo con i suoi compagni, predilige il contatto individuale con l’adulto.Dimostra fastidio alla confusione che a volte si crea durante i cambi delle attività con pianto.
Raccordo con il ”sé e l’altro”-Percepire e acquisire sentimenti di appartenenza alla comunità.-Star bene con gli altri e con sé stessi.
Raccordo con il ”sè e l’altro”-Percepire e acquisire sentimenti di appartenenza alla comunità.-Star bene con gli altri e con se stessi.
Le attività devono essere contestualizzate, cioè inserite in una cornice di significati che stimoli la motivazione del bambino.
La cornice relazionale è fondamentale e da essa dipende la qualità delle relazioni del bambino nei confronti dell’insegnante e dei pari.
La cornice affettiva, invece, pone un’attenzione continua alle emozioni, agli stati d’animo e ai sentimenti.
Identificare spazi, tempi, risorse materiali, organizzative, strutturali e metodologiche che serviranno per realizzare le attività didattiche, educative.
É importante indicare come saranno condotte le attività: individuali, o in piccolo gruppo con il coinvolgimento attivo dei pari come avviene nell’apprendimento cooperativo e nel tutoring.
Se ci si avvale di modelli specifici, precisare quali sono le dinamiche di comunicazione e mediazione didattica rispetto al raggiungimento di obiettivi. Per esempio l’analisi del compito, l’uso degli aiuti, delle facilitazioni e dei rinforzi ecc
AREA OBIETTIVI ATTIVITÀ VERIFICA1° - entro Gen/Feb2° - entro Mag/Giu
RACCORDO CON LA PROGRAMMAZIONE DI
SEZIONE
Ambito logico-matematico
-acquisizione e sviluppo del concetto di quantità
(pochi-tanti)
-appaiamento di figure/forme complementari
-seriazione e classificazio ne di oggetti per forma-colore-grandezza.
-sviluppare il concetto di numero
Attività individuali e di piccolo gruppo con il supporto di materiale strutturato. Cerchio del mattino (registrazione dei bimbi presenti – assenti).Giochi a tavolino con materiale strutturato.Giochi con oggetti e immagini, blocchi logici.Giochi protomatematici: mettere la quantità di oggetti corrispondenti alle indicazioni,contare compagni, cose.
Partecipa positivamente alle attività individuali, nel piccolo gruppo e nel cerchio ma disturba i compagni seduti al suo fianco e si distrae. Sa contare, riconosce fra due insiemi quello che contiene pochi o tanti.Sa appaiare due figure o forme che si completano a vicenda.Sa seriare per forma, conosce anche il trapezio e il rombo (che chiama aquilone), per colore e grandezza fino a 4 pezzi. Conta fino a 20 a memoria, riconosce i simboli numerici (gli piace l’11) ma non riesce ad creare corrispondenze fra oggetti e simboli oltre il 9/10.
In raccordo con il Campo di Esperienza “La conoscenza del mondo e lo sfondo integratore “Lo zaino del ricercatore” stimoleremo i bambini a: - operare secondo procedure metacognitive;- costruire, trovare, inventare;- formulare un problema elaborare ipotesi;- pianificare una soluzione;- trovare i mezzi per la soluzione;- disponibilità a organizzare l’attività secondo procedure cooperative;- registrare le loro “scoperte”.Le ipotesi, le verifiche e le teorie così costruite saranno documentate da dati registrati su: tabelle, grafici, istogrammi.Altre attività verranno proposte a G. in piccolo gruppo con materiale proto matematico e specifico.
La verificaLa verifica
È un processo dinamico e collegiale di controllo degli apprendimenti conseguiti in ordine agli obiettivi individuati, attraverso l'azione didattico-educativa.
È la descrizione oggettiva degli apprendimenti del bambino nelle singole aree attraverso l'osservazione delle sue prestazioni.
Consente ai docenti la constante ridefinizione del percorso formativo e la riflessione sia sui contenuti educativi e didattici sia sulle metodologie sperimentate.
Permette il monitoraggio dell'efficacia del processo insegnamento-apprendimento attivando un'attenzione critica sulla validità dei metodi e sulle scelte di contenuto.
Colloca il PEI nell'ambito delle attività curricolari e delle scelte metodologiche della classe con l'obiettivo di rispondere alla possibilità di includere, fornendo a ciascuno la possibilità di partecipare e apprendere nella didattica comune, quella per tutti i bambini.
Dal PEI al progetto di vita Dal PEI al progetto di vita
ampliare il PEI nelle dimensioni:spazialetemporaledella massima flessibilità
Un percorso formativo in cui sono presenti le diverse dimensioni della persona: -affettiva, sociale, lavorativa, ecc.
Questo progetto si muove nella prospettiva dell'educazione continua, e quindi in quella del futuro cittadino.
Il progetto di vitaIl progetto di vita
“Il progetto di vita, fa parte
integrante del PEI, anche per il fatto
che include un intervento che va
oltre il periodo scolastico, aprendo
l’orizzonte di “un futuro possibile”,
deve essere condiviso dalla famiglia
e dagli altri soggetti co
involti nel
processo di integrazione” Linee guida
per l'integrazione 2009
Il progetto di vita deve avere i seguenti obiettivi:
essere mirato al potenziamento delle capacità e delle competenze che il giovane già possiede o può possedere;
deve far conseguire al giovane disabile competenze per poter realizzare la partecipazione sociale, cioè per permettergli di prendere parte alla vita della comunità;
prendere in considerazione i fattori contestuali facilitanti che rappresentano l’intero background della vita e della conduzione dell’esistenza dell’individuo.
Grazie per l'attenzione