DALLA TEORIA ALLA PRATICA Celestina Martinelli Minervino Murge, 24 febbraio 2014.

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DALLA TEORIA ALLA PRATICACelestina Martinelli

Minervino Murge, 24 febbraio 2014

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DECRETO 16 novembre 2012, n. 254

Regolamento recante indicazioni nazionali per il

curricolo della scuola dell'infanzia e del primo ciclo

d'istruzione,

a norma dell'articolo 1, comma 4, del decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89.

Art. 1

1. Le Indicazioni nazionali, allegate al presente decreto,

sostituiscono le Indicazioni nazionali per i piani

di studio personalizzati di cui agli allegati A, B, C

e D del decreto legislativo 19 febbraio 2004, n. 59 , e le

successive Indicazioni per il curricolo per la

scuola dell'infanzia e per il primo ciclo

d'istruzione di cui al decreto del Ministro della pubblica istruzione 31

luglio 2007.

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COME SONO NATE LE INDICAZIONI NAZIONALI 2012

Paolo Seclì

ESIGENZA GIURIDICA

Indicazioni per il curricolo per la scuola dell'infanzia e per il primo ciclo d'istruzione 2007

SCADEVANO il 31 Agosto 2012

dopo 5 anni dall’entrata in vigore e dopo la«Sperimentazione» prevista

2 c onsultazioni:

• Novembre 2011 - «Monitoraggio sulle Indicazioni»Questionario per conoscere il contesto di riferimento all'interno del quale le scuole hanno sperimentato Indicazioni [...] utilizzando gli strumenti offerti dall'autonomia scolastica.

• Giugno 2012 - Consultazione telematica delle scuole sui nodi principali della bozza del nuovo testo

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La progressiva generalizzazione degli istituti comprensivi, che

riuniscono scuola d’infanzia, primaria e secondaria di primo grado, crea

le condizioni perché si affermi una scuola unitaria di base che prenda

in carico i bambini dall’età di tre anni e li guidi fino al termine del

primo ciclo di istruzione e che sia capace di riportare i molti

apprendimenti che

ISTITUTI COMPRENSIVI

Criticità

Risorsa

il mondo oggi offre entro un unico percorso strutturante.

(p. 15 A.P.I.)

CURRICOLO DI SCUOLA / ISTITUTO

[È sufficiente la norma per creare gli istituti comprensivi? È plausibile che la creazione del contenitore non sia riuscita, spesso, a produrre il nuovo contenuto]

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ELEMENTI GENERALI DI NOVITÀ

• Linguaggio più semplice e comprensibile.

• FINALITÀ della scuola nel «Quadro europeo delle competenze chiave»

• Definizione profilo 14enne come impegno comune di tutti i docenti coinvolti,

• Migliore organizzazione del curricolo

• Valorizzazione del ruolo dei docenti all’interno della comunità professionale

• Eliminazione di aree disciplinari predefinite, con la raccomandazione che siano le scuole a provvedere a «possibili» aggregazioni delle discipline in aree disciplinari nella predisposizione del curricolo d'istituto

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• L’impatto della valutazione sulla vita della scuola:

- Valutazione formativa,- Rilevazioni nazionali,- Certificazione delle competenze

• Utile introduzione di un quadro finale di competenze che “è ragionevole attendersi” al termine della scuola dell'infanzia;

• L'introduzione di un Profilo delle competenze dello studente al termine del primo ciclo

[Un Profilo dello studente al termine del primo ciclo, in forma più discorsiva ed estesa, figurava nelle Indicazioni Nazionali del 2004, non più in quelle del 2007]

ELEMENTI GENERALI DI NOVITÀ

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ELEMENTI GENERALI

DI NOVITÀ

• Sono assunti come importanti riferimenti dell'azione educativa e didattica delle scuole (in “L'organizzazione del curricolo”),

• tre documenti ministeriali significativi degli ultimi anni:

- La via italiana per la scuola interculturale e l'integrazione degli alunni stranieri (2007);

- Le Linee guida per l'integrazione scolastica degli alunni con disabilità(2009);

- Le Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con disturbi specifici di apprendimento (2011).

- Direttiva Ministeriale 27.12.2012, Strumenti d’intervento per alunni con Bisogni Educativi Speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica.[Ai precedenti documenti va aggiunta la presente Direttiva anche se pubblicata successivamente ma altrettanto strategica per la realizzazione del Curricolo di scuola/istituto]

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COMPETENZE-CHIAVEPER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE

Raccomandazione Consiglio d’Europa del 18 dicembre 2006

1) comunicazione nella madrelingua;

2) comunicazione nelle lingue straniere;

3) competenza matematica e competenze di base in scienza e

tecnologia;

4) competenza digitale;

5) imparare a imparare;

6) competenze sociali e civiche;

7) spirito di iniziativa e imprenditorialità;

8) consapevolezza ed espressione culturale.

(pp. 14-15 API)

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Traguardi per lo sviluppo delle competenze

Obiettivi di apprendimento

Organizzazione delle Indicazioni

Discipline

OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

Per alcune discipline quali ITALIANO, LINGUA INGLESE, STORIA, GEOGRAFIA,MATEMATICA, SCIENZE sono declinati anche al termine del III anno di sc,prim.

NUCLEI TEMATICI

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• ITALIANO•LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA COMUNITARIA•STORIA•GEOGRAFIA•MATEMATICA•SCIENZE•MUSICA•ARTE E IMMAGINE•EDUCAZIONE FISICA•TECNOLOGIA•RELIGIONE CATTOLICA

Per la scuola dell’infanzia 5 campi di esperienza:•Il sé e l’altro•Il corpo e il movimento•Immagini,suoni,colori•I discorsi e le parole•La conoscenza del mondo

Per la scuola primaria e per la secondaria di I grado:

DISCIPLINE

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NUCLEI TEMATICI ITALIANO

• ASCOLTO E PARLATO

• LETTURA

• SCRITTURA

• ACQUISIZIONE ED ESPANSIONE DEL LESSICO RICETTIVO E PRODUTTIVO

• ELEMENTI DI GRAMMATICA ESPLICITA E RIFLESSIONE SUGLI USI DELLA LINGUA

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NUCLEI TEMATICI MATEMATICA

• NELLA SCUOLA PRIMARIA:

• NUMERI• SPAZIO E FIGURE• RELAZIONI, DATI E PREVISIONI

• NELLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

• NUMERI• SPAZIO E FIGURE• RELAZIONI E FUNZIONI• DATI E PREVISIONI

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NUCLEI TEMATICI SCIENZE

• NELLA SCUOLA PRIMARIA:

• OGGETTI, MATERIALI E TRASFORMAZIONI• OSSERVARE E SPERIMENTARE SUL CAMPO• L’UOMO I VIVENTI E L’AMBIENTE

• NELLA SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

• FISICA E CHIMICA• ASTRONOMIA E SCIENZE DELLA TERRA• BIOLOGIA

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“In un tempo molto breve, abbiamo vissuto il passaggio da una società relativamente

stabile a una società caratterizzata da molteplici cambiamenti e discontinuità. […]Gli ambienti in cui la scuola è immersa sono

più ricchi di stimoli culturali, ma anche più contraddittori. […]

[Incipit: Indicazioni per il curricolo]

LA SCUOLA NEL NUOVO SCENARIO

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I PROBLEMI DA ASSUMERE

La conoscenza è in continuo cambiamento

Gli alunni sono cambiati

Le famiglie, la comunità, il lavoro … sono cambiati

La scuola ….

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UNA SCUOLA AL PASSO COI TEMPI

La scuola di oggi deve ispirarsi a dei valori universali declinati storicamente

Giovanni Maria Bertin parla di “aderenza reattiva” della scuola alla società

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La trasformazione: da quantità a qualità

opportunità di accesso a scuola (anni di scolarità, titoli di studio)

ieri

opportunità di successo

(qualità dell’insegnamento, livelli di apprendimento)

oggi

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CAPACITA’ …

SONO LE RISORSE PERSONALI, I TALENTI DI CUI OGNI ESSERE UMANO DISPONE: ESPRIMONO LA FORMA DEL NOSTRO ESSERE POTENZIALE. NON SI ACQUISISCONO, MA SI PROMUOVONO, SI SVILUPPANO, SI ESERCITANO, SI CONSOLIDANO..

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CONOSCENZE …

INDICANO IL RISULTATO DELL’ASSIMILAZIONE DI INFORMAZIONI ATTRAVERSO L’APPRENDIMENTO.LE CONOSCENZE SONO L’INSIEME DI FATTI, PRINCIPI, TEORIE RELATIVE A UN SETTORE DI STUDIO . Possono essere dichiarative (che cosa) procedurali(come), semantiche (significato) condizionali (perché).

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ABILITA’ …

INDICANO LE CAPACITA’ DI APPLICARE LE CONOSCENZE PER PORTARE A TERMINE COMPITI E RISOLVERE PROBLEMI. RIGUARDANO IL “SAPER FARE”.Possono essere cognitive comprendenti l’uso del pensiero logico o pratiche comprendenti l’abilità manuale e l’uso di metodi, materiali, strumenti.

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COMPETENZE …

INDICANO LA COMPROVATA CAPACITA’ DI USARE CONOSCENZE E ABILITA’ E CAPACITA’ PERSONALI IN SITUAZIONI DI LAVORO E DI STUDIO. Nelle Raccomandazioni del Parlamento Europeo del 2008, nel contesto del Quadro Europeo delle Qualifiche per l’apprendimento permanente (EQF), le competenze sono descritte in termini di RESPONSABILITA’ E AUTONOMIA.

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Ischia 2010Damiano Previtali 26

PROVA NAZIONALE DI MATEMATICA

Scuola secondaria di I grado classe III

D20. Il Signor Carlo scende dal tram all’incrocio di via Pietro Micca con via Antonio Giuseppe Bertola (nella mappa che vedi

qui sotto il punto è contrassegnato da un asterisco).

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PERCORRE 200 METRI DI VIA BERTOLA E ALL’INCROCIO CON VIA 20 SETTEMBRE SVOLTA A SINISTRA; DOPO AVER CAMMINATO PER 150 METRI, RAGGIUNGE L’INCROCIO CON VIA PIETRO MICCA. DA LÌ DECIDE DI TORNARE AL PUNTO DI PARTENZA PER VIA PIETRO MICCA. QUANTI METRI ALL’INCIRCA PERCORRE AL RITORNO?□ A. 200 M□ B. 250 M□ C. 350 M □ D. 600 M

Ischia 2010Damiano Previtali 27

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L’ALLIEVOAllievo “diligente”

Risorsecognitive

Lettura; comprensione; relazioni spaziali; orientamento; riconoscimento figure; teorema di Pitagora; calcolo mentale; stime; quadrato e radice quadrata.

Euristiche Si chiede: -Quando abbiamo fatto queste cose a scuola?-

Controllo Non trova soluzione. Panico. Rinuncia a risolvere il problema (Non

lo abbiamo trattato a scuola!)

Belief system Le discipline sono chiuse - “edite”

Ischia 2010Damiano Previtali

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Allievo “competente” Lettura; comprensione; relazioni spaziali;

orientamento; riconoscimento figure; teorema di Pitagora; calcolo mentale; stime; quadrato e radice quadrata.

Legge la situazione e si chiede: - Come “trasformo” le cose che conosco in questa

situazione nuova?

La trasformazione non porta subito alla soluzione, si applica, cerca trasformazioni alternative e

innovative (il desiderio della scoperta)

Interdisciplinarietà ed apertura “all’inedito”

Un modello di PROBLEM SOLVING matematico (Schoenfeld)

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TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE …

•RAPPRESENTANO DEI RIFERIMENTI INELUDIBILI.•INDICANO PISTE CULTURALI E DIDATTICHE.•AIUTANO A FINALIZZARE L’AZIONE EDUCATIVA ALLO SVILUPPO INTEGRALE DELL’ALLIEVO.•COSTITUISCONO CRITERI PER LA VALUTAZIONE DELLE COMPETENZE ATTESE.•NELLA LORO SCANSIONE TEMPORALE SONO PRESCRITTIVI a garanzia dell’unità nazionale e della qualità del servizio

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OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO …

•INDIVIDUANO CAMPI DEL SAPERE OSSIA CONOSCENZE E ABILITA’ PER RAGGIUNGERE I TRAGUARDI PER LO SVILUPPO DELLE COMPETENZE.•SONO UTILIZZATI NELLA PROGETTAZIONE DIDATTICA•SONO ORGANIZZATI IN NUCLEI TEMATICI E DEFINITI IN RELAZIONE A PERIODI DIDATTICI LUNGHI.•PER ITALIANO, INGLESE, STORIA, GEOGRAFIA, MATEMATICA E SCIENZE SONO INDICATI ANCHE ALTERMINE DELLA III CLASSE DI SCUOLA PRIMARIA.

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PROFILO DELLO STUDENTE …

DESCRIVE IN FORMA ESSENZIALE LE COMPETENZE RIFERITE ALLE DISCIPLINE DI INSEGNAMENTO E AL PIENO ESERCIZIO DELLA CITTADINANZA AL TERMINE DEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE.IL CONSEGUIMENTO DELLE COMPETENZE DELINEATE NEL PROFILO COSTITUISCE L’OBIETTIVO GENERALE DEL SISTEMA EDUCATIVO E FORMATIVO ITALIANO.

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IL QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTOIL COSTRUTTIVISMO VIENE A COSTITUIRE IL NUOVO QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO PEDAGOGICO: IL SOGGETTO APPRENDE IN QUANTO REALE PROTAGONISTA DI UN PROCESSO DI COSTRUZIONE DELLA PROPRIA CONOSCENZA

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IL QUADRO TEORICO DI RIFERIMENTO

•COSTRUTTIVISMO OPERATORIO DI PIAGET•COSTRUTTIVISMO SOCIALE DI VYGOTSKIJ•COSTRUTTIVISMO SOCIO-CULTURALE DI BRUNER

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LA PROSPETTIVA COSTRUTTIVISTICA

•La natura e la qualità del processo di costruzione della conoscenza dipendono da molteplici fattori:

• Variabili riferite al soggetto che apprende• Variabili riferite a chi propone l’apprendimento• Variabili riferibili alle tecnologie dell’apprendimento• Variabili riferite al clima della classe

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DALLE DISCIPLINE ALLA TRASVERSALITA’

MULTIDISCIPLINARITA’

PLURIDISCIPLINARITA'

INTERDISCIPLINARITA’

TRANDISCIPLINARITA’

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TIPOLOGIE DI TRASVERSALITA’

PEDAGOGICA

DIDATTICA

PER OMOLOGIA MATERIALE

PER OMOLOGIA FORMALE

OPERATIVA

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OBIETTIVOFORMATIVO

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINEDISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE DISCIPLINE

OBIETTIVO FORMATIVO

TRASVERSALITA’ PEDAGOGICA

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OBIETTIVOFORMATIVO

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINEDISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE DISCIPLINE

OBIETTIVO DIDATTICO

TRASVERSALITA’ DIDATTICA

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OBIETTIVOFORMATIVO

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINEDISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE DISCIPLINE

CONTENUTO

TRASVERSALITA’PER OMOLOGIA MATERIALE

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OBIETTIVOFORMATIVO

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINEDISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE DISCIPLINE

PROBLEMA

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OBIETTIVOFORMATIVO

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINEDISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE DISCIPLINE

METODO

TRASVERSALITA’ PER OMOLOGIA FORMALE

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OBIETTIVOFORMATIVO

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINEDISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE

DISCIPLINE DISCIPLINE

COLLEGIALITA’

TRASVERSALITA’ OPERATIVA

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AMBIENTE DI APPRENDIMENTO

PRINCIPI METODOLOGICI FORNITI DALLE INDICAZIONI

1.valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni

2.attuare interventi adeguati nei riguardi della diversità

3.favorire l’esplorazione e la scoperta

4.incoraggiare l’apprendimento collaborativo

5.promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere

6.realizzare percorsi in forma di laboratorio

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AMBIENTE DI APPRENDIMENTO•L’ambiente di apprendimento:

1. ha una forte caratterizzazione sociale nel senso che crea comunità di apprendimento in cui i bambini collaborano nella risoluzione di compiti e problemi, si scambiano pareri e punti di vista, imparano a confrontarsi e rispettare le opinioni di altri, a negoziare idee e concetti. In questo senso l’ambiente di apprendimento si ispira alla cognizione situata e distribuita;

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AMBIENTE DI APPRENDIMENTO2.ha una forte caratterizzazione metacognitiva nel senso che l’alunno mentre costruisce insieme ad altri il proprio apprendimento impara dal confronto a riconoscere i propri limiti e i propri pregi, gli errori che compie e le modalità per evitarli, apprende non solo contenuti, ma anche le modalità e le strategie per svolgere un compito, si abitua a riflettere sul proprio funzionamento mentale e a controllare la propria attività cognitiva;

Page 46: DALLA TEORIA ALLA PRATICA Celestina Martinelli Minervino Murge, 24 febbraio 2014.

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO3. ha una forte caratterizzazione emotiva e affettiva nel senso che esprime il gusto della scoperta della conoscenza, lo stupore e l’ammirazione per il nuovo che viene appreso, l’emozione del prodotto finito, l’orgoglio di una realizzazione riuscita, la fiducia in sé e negli altri.

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C.M. N. 22 DEL 26.08.2013

«AVVIO DELLE MISURE DI ACCOMPAGNAMENTO DELLE INDICAZIONI NAZIONALI 2012. PRIMI ADEMPIMENTI E SCADENZE»

•PROSPETTIVA PLURIENNALE:

FASE DI INFORMAZIONE E RIFLESSIONE rivolta ai Collegi dei docenti

FASE DI FORMAZIONE E DI RICERCA rivolta a gruppi limitati di docenti

FASE DI DOCUMENTAZIONE DEGLI ESITI.

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C.M. N. 22 DEL 26.08.2013

«UN MODELLO DI GOVERNANCE»

A LIVELLO CENTRALE: COMITATO SCIENTIFICO NAZIONALE

A LIVELLO REGIONALE LO STAFF DELLA SINGOLA REGIONE

A LIVELLO TERRITORIALE LE RETI DI SCUOLE E IL GLT (Gruppo di lavoro territoriale)

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C.M. N. 22 DEL 26.08.2013

«LE INIZIATIVE IN RETE»

•RIVOLGERSI AD UN NUMERO MEDIO DI ISTITUZIONI SCOLASTICHE

•ESSERE RAPPRESENTATIVE DEI TRE GRADI DI SCUOLA

•PREVEDERE EVENTUALI COFINANZIAMENTI

•CARATTERIZZARSI COME LABORATORI (da 1 a 4 laboratori di 20 docenti)

•PREVEDERE UN IRRINUNCIABILE LAVORO NELLE CLASSI

•INCLUDERE L’IMPEGNO A DOCUMENTARE GLI ESITI E A DIFFONDERLI.

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DPCUMENTO DI LAVORO DEL C.S.N.

CAMPI DI ESPERIENZA

ITALIANO

LINGUA INGLESE E SECONDA LINGUA

STORIA

GEOGRAFIA

MATEMATICA

SCIENZE

MUSICA

ARTE E IMMAGINE

EDUCAZIONE FISICA

TECNOLOGIA

•CULTURA SCUOLA PERSONA

•PROFILO DELLO STUDENTE

•CURRICOLO VERTICALE

•DIDATTICA PER COMPETENZE

•AMBIENTE DI APPRENDIMENTO

•VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE

•CITTADINANZA E COSTITUZIONE

•INCLUSIONE

•COMPETENZE DIGITALI

•COMUNITA’ EDUCATIVA E PROFESSIONALE

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C.M. N. 22 DEL 26.08.2013

«BISOGNI EMERGENTI DA PARTE DEI DOCENTI

•BISOGNO DI FORMAZIONE NON TEORICA MA PRATICA

BISOGNO DI IMPARARE A GESTIRE SITUAZIONI DIFFICILI

BISOGNO DI IMPARARE AD UTILIZZARE LE NUOVE TECNOLOGIE NELLA DIDATTICA

BISOGNO DI SAPERNE DI PIU’ SU VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE

BISOGNO DI NON ESSERE LASCIATI SOLI

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C.M. N. 22 DEL 26.08.2013

BISOGNI EMERGENTI DA PARTE DEGLI STUDENTI

CHE LA SCUOLA SIA PIU’ ATTRAENTE

CHE «SI FACCIANO DELLE COSE E NON SI PARLI SOLTANTO»

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C.M. N. 22 DEL 26.08.2013

•SCHEMA DI U.A. / PERCORSO INTERDISCIPLINARE •TITOLO

•DESTINATARI

•RISORSE PROFESSIONALI

•COMPITO UNITARIO

•TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE

•OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO (CONOSCENZE E ABILITA’)

•ATTIVITA’ LABORATORIALE: DESCRIZIONE DELLE FASI

•MONITORAGGIO

•VERIFICA

•VALUTAZIONE

•DOCUMENTAZIONE

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•TITOLO

•IL TITOLO DEVE ESSERE BREVE E ACCATTIVANTE.•DEVE SINTETIZZARE EFFICACEMENTE L’ARGOMENTO DEL PERCORSO LABORATORIALE.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•DESTINATARI

•Si indicano:• IL GRADO DI SCUOLA;• LA CLASSE E LA SEZIONE DEGLI ALUNNI ai quali è rivolto l’intervento formativo.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•RISORSE PROFESSIONALI

•Si indicano:• i docenti e i rispettivi ambiti disciplinari nella scuola primaria o discipline nella scuola secondaria di I grado

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•COMPITO UNITARIO

•CORRISPONDE ALL’OBIETTIVO FORMATIVO TRASVERSALE ED INDICA CHE COSA CONCRETAMENTE I RAGAZZI DEVONO REALIZZARE DURANTE IL PROCESSO DIDATTICO.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•TRAGUARDI DI SVILUPPO DELLE COMPETENZE

•Si indicano le COMPETENZE che si intendono perseguire scegliendo tra:

•le otto COMPETENZE CHIAVE del Consiglio Europeo•le competenze del PROFILO DELLO STUDENTE in uscita•i TRAGUARDI PER LO SVILUPPO delle competenze disciplinari.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO

•Si individano alcuni OBIETTIVI DI APPRENDIMENTO tratti dalle INDICAZIONI NAZIONALI, che indicano le CONOSCENZE E LE ABILITA’ disciplinari da potenziare.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•ATTIVITA’ LABORATORIALE

•Al centro di questa sezione c’è l’OPERATIVITA’ degli alunni.•La descrizione delle attività è articolata in FASI con l’indicazione dei tempi e dei materiali necessari,•Una fase delle attività di laboratorio è dedicata alla realizzazione del PRODOTTO che rappresenta la logica conclusione del percorso.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•MONITORAGGIO

•Si sostanzia sull’osservazione sistematica e registrata dei comportamenti, sui processi di apprendimento e sugli ESITI A MEDIO TERMINE, sul contributo fornito al lavoro e sul GRADIMENTO DELL’ATTIVITA’ (autovalutazione) mediante opportune domande o stimoli di riflessione.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•VERIFICA

•Trattasi della verifica del livello di acquisizione delle CONOSCENZE e delle ABILITA’ mediante prove e test di vario tipo nel corso delle attività laboratoriali.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•VALUTAZIONE

•Trattasi dell’ACCERTAMENTO DELLE COMPETENZE conseguite e della loro certificazione, eventualmente attraverso RUBRICHE VALUTATIVE che tramite una serie di indicatori che evidenziano il livello raggiunto nello sviluppo delle competenze.

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SCHEMA DI UNITA’ DI APPRENDIMENTO

•DOCUMENTAZIONE

•La pratica della documentazione va intesa come processo che produce tracce, memoria e riflessione, negli adulti e nei ragazzi, rendendo visibili le modalità e i percorsi di formazione e permettendo di apprezzare i progressi dell’apprendimento individuale e il cammino del gruppo. Vanno qui individuate le modalità di documentazione e il PRODOTTO FINALE.

Page 65: DALLA TEORIA ALLA PRATICA Celestina Martinelli Minervino Murge, 24 febbraio 2014.

GRAZIE PER L’ATTENZIONE