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Eco dei Barnabiti 2/2016 68 DAL MONDO BARNABITICO ARGENTINA 25 ANNI DI VITA DELLA “ESCUELA SAN CAYETANO” A BAHÍA BLANCA La storia della “Escuela San Caye- tano” inizia nell’ormai lontano 1989, quando una piccola scuola di Bahía Blanca che si chiama “San Patricio”, ridotta ai minimi termini con 100 studenti, si vede costretta a chiudere i battenti a causa di seri problemi fi- nanziari. Ma, per questa, la Provvi- denza ha altri piani. A pochi isolati, infatti, si trova la “Capilla San Caye- tano”, officiata dai barnabiti che, giunti nel 1947 in Argentina dal- l’Italia, hanno messo radici a Bahía Blanca, nella parrocchia di “San Ro- que”. È il 7 dicembre e, come tutti i giorni 7 del mese, i fedeli hanno par- tecipato alla preghiera comune per la pace, il pane e il lavoro. Tra questi, ci sono anche il preside, gli insegnanti e un gruppo di genitori della scuola “San Patricio” che, dopo la preghiera comunitaria vogliono incontrarsi con il p. Salvatore Putzolu, con la speran- za di trovare uno spazio in cui poter continuare la loro attività docente. La risposta dei barnabiti non si fa atten- dere. Il 7 Marzo 1990 l’edificio per accogliere la ex scuola “San Patricio” è già in avanzata fase di costruzione. Il 12 marzo le campane della cappella suonano a distesa: è nata una nuova DAL MONDO BARNABITICO la “Capilla San Cayetano” e, al fianco, l’entrata della “Escuela San Cayetano” come era nel 1991 anno 1990 - alunni della “Escuela” nel loro primo giorno di scuola, quando la struttura era appena abbozzata. Si possono notare il p. Salvatore Putzolu, a sinistra della foto e, a destra, la signora Luisa Zita Peés, prima Direttrice scolastica stemma della scuola

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Eco dei Barnabiti 2/201668

DAL MONDO BARNABITICO

ARGENTINA

25 ANNI DI VITADELLA “ESCUELA SAN CAYETANO”

A BAHÍA BLANCA

La storia della “Escuela San Caye-tano” inizia nell’ormai lontano 1989,quando una piccola scuola di BahíaBlanca che si chiama “San Patricio”,ridotta ai minimi termini con 100studenti, si vede costretta a chiudere ibattenti a causa di seri problemi fi-nanziari. Ma, per questa, la Provvi-denza ha altri piani. A pochi isolati,infatti, si trova la “Capilla San Caye-tano”, officiata dai barnabiti che,giunti nel 1947 in Argentina dal-l’Italia, hanno messo radici a BahíaBlanca, nella parrocchia di “San Ro-que”. È il 7 dicembre e, come tutti igiorni 7 del mese, i fedeli hanno par-tecipato alla preghiera comune per lapace, il pane e il lavoro. Tra questi, cisono anche il preside, gli insegnanti eun gruppo di genitori della scuola“San Patricio” che, dopo la preghieracomunitaria vogliono incontrarsi conil p. Salvatore Putzolu, con la speran-za di trovare uno spazio in cui potercontinuare la loro attività docente. Larisposta dei barnabiti non si fa atten-dere. Il 7 Marzo 1990 l’edificio peraccogliere la ex scuola “San Patricio”è già in avanzata fase di costruzione.Il 12 marzo le campane della cappellasuonano a distesa: è nata una nuova

DAL MONDO BARNABITICO

la “Capilla San Cayetano” e, al fianco, l’entrata della “Escuela San Cayetano”come era nel 1991

anno 1990 - alunni della “Escuela” nel loro primo giorno di scuola, quandola struttura era appena abbozzata. Si possono notare il p. Salvatore Putzolu,a sinistra della foto e, a destra, la signora Luisa Zita Peés, prima Direttricescolasticastemma della scuola

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scuola, sotto l’egida del Patrono delpane e lavoro, San Cayetano. Ovvia-mente, la nuova scuola si chiamerà“Escuela San Cayetano”. I primi an-ni sono decisivi per la crescita dellascuola. Nel 1991, con l’inaugurazio-ne dell’asilo infantile, ha ufficial-mente inizio l’attività scolastica della“Escuela San Cayetano”. L’anno suc-cessivo è la volta della scuola elemen-tare, cui farà seguito l’apertura dellascuola media e, posteriormente, del li-ceo. In questo sviluppo, svolgono unruolo importante il p. Giuseppe Contie la signora Adriana Ruggiero Lito-rale che, con l’entusiastica collabora-zione di un generoso corpo docentesempre disposto a lavorare sodo, tra-sforma quella piccola comunità edu-cativa in una grande famiglia. In 25anni, la “Escuela San Cayetano nonha mai smesso di crescere, sotto l’at-tenta guida di docenti competenti equalificati e l’assistenza di tantipadri barnabiti: Salvatore Putzolu,Onorino Galbiati, Vincenzo Adamo,Juan Carlos Del Vecchio, GiorgioGraiff, Miguel Panes Villalobos, JuanLuis Saud, Antonio Cacace, SantiagoRamos, Osvaldo Giudice, Juan Ra-mon Ojeda. Attualmente, esercitanoattività direttive e pastorali nel Colle-gio i padri Rubén Vidal, Mauro Can-tanhede, Antonio Bottazzi.

Oggi, prospera più che mai, la“Escuela San Cayetano” conta con870 alunni e alunne distribuiti intre livelli: iniziale, basico e superiore,serviti da un équipe docente compo-sta da 76 professori.

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anno 1990 - il p. Salvatore Putzolu e la signora Luisa Zita Peés, prima Direttricescolastica. Si notano le pareti ancora grezze

gruppo di alunni del livello iniziale

anno 1991 - il primo gruppo di docenti con il p. Giuseppe Conti

alunni delle classi superiori

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scolaresca in gita scolastica

un gruppo di docenti delle classi superioripersonale della “Escuela” con il p. Conti, all’intero della“Capilla San Cayetano”

coro di alunni del livello basico

alunni del livello iniziale in allegra compagnia della loromaestra

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BRASILE

PASTORALE GIOVANILE:DAL BRASILE

Maggio - Geograficamente parlan-do il Brasile non è certo vicino al-l’Italia, ma secondo l’anelito pastora-le e specialmente i desideri, i sogni,la voglia di fare dei giovani sì.Durante l’ultimo viaggio in Brasi-

le, in contatto con le diverse realtàgiovanili delle nostre comunità bar-nabitiche nel Nord quanto nel Suddi questa grande nazione ho avutomodo di confrontarmi con una di-namicità religiosa e sociale real-mente in fermento che trova inade-guati numericamente i padri che ivioperano.La caratteristica comune alle di-

verse realtà ecclesiali barnabiticheè la presenza di molti gruppi gio-vanili con spiritualità originali allequali devono provvedere quasi au-tonomamente per mancanza di re-ligiosi.Questo dato suscita una sana ansia

pastorale nelle diverse componentibarnabitiche, preoccupate di poter

arrivare ovunque, consapevoli chenon si può raggiungere tutti.Accanto a tale realtà non manca

poi una non piccola componentegiovanile che desidera ardentementevivere una spiritualità zaccariana e

trasmetterla meglio ai diversi gruppipresenti nella stessa parrocchia oscuola o… Infatti, questi giovani sidomandano con vigore e passionecome mai molti loro coetanei fannoriferimento con forzaa questa o quella spi-ritualità e non si rie-sca a fare altrettan-to per una miglioreidentità zaccariano-barnabitica.È questa una do-

manda che i Barnabi-ti si portano dietro datempo, una domandache per certi versinon riesce a trovarerisposta in Brasile co-me in Italia come…Il fatto però che tale

domanda emerga conforza dai giovani nonpuò lasciarci indiffe-renti.Ho tentato una risposta proposta a

confratelli e giovani.Non pretendere di essere grande

numero con grandi azioni solo perscimmiottare altri, essere anche pic-coli numeri, trasversali ai diversi

gruppi, capaci di leg-gere la fede secondoil taglio paolino-zac-cariano.Cominciare a re-

cuperare alcune ca-ratteristiche zacca-riane e diffonderle:per esempio quanticelebrano la “coron-cina della misericor-dia”, ma quanti san-no del “tocco dicampana” alle 15.00del venerdì? Quantoe come si celebra ilculto eucaristico?Rispondere con spi-

rito critico alle do-mande che la societàattuale ci pone, nontralasciare la dimen-sione culturale pro-pria della nostra tra-dizione.Testimoniare in mo-

do più organizzato la carità verso“gli altri”.A questo ultimo proposito si sta fa-

cendo strada una maggiore attenzio-ne e, speriamo veloce collaborazio-

ne, con l’esperienza del volontariatoitaliano/albanese del QenderAgorà.Una tale opportunità sarebbe l’occa-sione di un’apertura più globale trale nostre componenti giovanili nel

mondo, una bella risposta al bisognodi globalizzazione che, anche con lesue dimensioni positive, non possia-mo mettere da parte.Ci auguriamo che l’incontro dei gio-

vani barnabiti alla prossima GiornataMondiale della Gioventù di Craco-via, cui parteciperanno anche 24 gio-vani brasiliani e il prossimo EnJuz (In-contro Giovani Zaccariani) latino -americano a Sao Paulo a novembrepossa condurre a una ulteriore rispo-sta a queste domande.

Giannicola M. Simone

FILIPPINE

TRE NUOVI SACERDOTI FILIPPINI

Marzo - Tre giovani filippini sonostati ordinati sacerdoti il 12 del mar-zo nella chiesa parrocchiale di SantaTeresita del Bambin Gesù da monsi-gnor Socrates Villegas, arcivescovodi Lingayen-Dagupan e presidentedella Conferenza Episcopale filippi-na. I tre neo-sacerdoti sono il p. Ro-xie Miso Roflo, il p. Ar-John CainoyIgnalig e il p. Raphael Catalon Lao-toco, tutti originari dell’isola di Min-danao, al sud delle Filippine. Eranopresenti i padri filippini, il p. FrankPapa e il p. Etienne, il provinciale

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p. Giannicola con alcuni giovani brasiliani dellapastorale giovanile zaccariana a Belém do Pará

...e a Rio do Janeiro

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della Provincia Belga. Numerosiamici e i familiari e i vari istituti reli-giosi hanno voluto, con la loro pre-senza, condividere nella gioia deinuovi sacerdoti.Attualmente, i padrini lavorano nelle

loro varie aree di apostolato: il p. Ro-flo è in Belgio presso la comunità diStrepy, il p. Laotoco lavora nellacomunità dei padri a Genova, e il

p. Ignalig è rimasto nel seminario diMarikina.

NUOVI MEMBRI DELLA FAMIGLIAZACCARIANA NELLE FILIPPINE

Maggio - La Pro-Provincia Filippi-na è lieta di annunciare l’inizio del -l’anno canonico del noviziato dei

cinque giovani filippini Steven Pa-billan, Renz Marion Villanueva, GilLayag, Michael Comaling e ReymartBarcobero con il rito della crocenel pomeriggio del 30 maggio pres-so la Saint Anthony Mary ZaccariaSeminary a Marikina. Il padre pro-vinciale Richard Genetiano ha ac-cettato i cinque novizi, che sonostati affidati al padre Maestro CiriloConiendo che sarà assistito dal pa-dre Jesus Allado.Il 31 di maggio, festa della Visitazio-

ne della Vergine, i novizi Glenn Ma-nayon (filippino), Bala Yesu Kham-mbam e William Anthony Pramodh(ambedue indiani) hanno conclusoil periodo di noviziato con la loroprima professione religiosa, emessadurante la solenne celebrazioneeucaristica presieduta dal p. Ge -nerale Francisco da Silva, nellaChiesa di Sant’Antonio Maria Zac-caria a Marikina. Alla celebrazio-ne, era presente anche il p. AldoRizzi, che ha accompagnato il Pa-dre generale nella sua visita cano-nica alle comunità filippine e che,per molti anni è stato maestro dinoviziato di numerosi Confratellifilippini.I neo-professi inizieranno quest’an-

no lo studio teologico e la formazionereligiosa presso lo studentato SaintPaul Scholasticate a Tagaytay.

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da sinistra: p. Roxie Miso Roflo, mons. Socrates Villegas, p. Ar-John CainoyIgnalig e p. Raphael Catalon Laotoco

i cinque nuovi novizi insieme con il padreMaestro p. Cirilo Coniendo

i neo-professi insieme con il padre Generale, il p. Aldo Rizzi e iconfratelli filippini

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INDIA

ORDINAZIONE SACERDOTALEDI PADRE BALA

Gennaio - Il 25 gennaio 2016, festadella Conversione di San Paolo Apo-stolo, il nostro confratello AppapoguBalasawami (da noi chiamato sempli-cemente Bala) veniva ordinato sacer-dote nella chiesa dedicata a Sant’An-tonio a Gospadu, suo paese natale,nello stato dell’Andhra Pradesh, perla gioia dei suoi genitori, fratelli, pa-renti e numerosi amici e parrocchia-ni. Gli conferiva l’ordinazione epi-scopale Monsignor Anthony Poola,vescovo della diocesi di Kurnool. As-sistevano all’ordinazione e concele-bravano la Santa Messa una quaranti-na di sacerdoti diocesani e religiositra i quali spiccavano due Padri Bar-nabiti venuti da Roma (Padre FrankPapa, Vicario Generale, e Padre Giu-seppe Moretti, Superiore della CasaGeneralizia), un Padre venuto da Ka-bul, Afghanistan (Padre Giovanni Sca-lese, Superiore Ecclesiastico della“missio sui iuris” afghana), e natural-mente i tre Padri della comunità diBangalore (Benny, Subash e Patil).Presenti erano pure i nostri seminari-

sti del Barnabite Vidya Bhavan ai qua-li era toccato il compito di decorarela chiesa con gli splendidi fiori cheavevano portato da Bangalore.Dopo la cerimonia dell’ordinazio-

ne veniva servito il pranzo a tutti ipresenti.Il giorno seguente Padre Bala i Pa-

dri Barnabiti e il parroco della chiesavenivano portati in processione su uncarro trainato da un trattore alla pic-cola semplice ma rinnovata cappellanelle vicinanze della casa dei genito-ri di Padre Bala, dove il Padre cele-

brava la sua Prima Santa Messa. Do-po la Santa Messa e la tradizionaledistribuzione di scialli agli ospiti insegno di riconoscenza e ringrazia-mento, Padri e seminaristi facevanoritorno a Bangalore.Il parroco della chiesa, Padre Pra-

sad, OFM, le Suore Francescane Mis-sionarie del Sacro Cuore e la fami-glia di Padre Bala sono stati veramen-te ospitali nei tre giorni della nostrapermanenza a Gospadu e hannocreato un clima di fede gioiosa per ildono fatto da Dio di un nuovo sacer-

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l’imposizione delle mani da parte dimonsignor Anthony Poola

dopo l’ordinazione, con confratelli e amici

p. Bala con i genitori e il vescovo ordinante

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dote. A loro va il nostro sentito rin-graziamento e a Padre Bala l’auguriodi un fruttuoso ministero sacerdotale.

Gabriele Patil

ITALIA

PROVINCIA DEL CENTRO-SUDIN FESTA PER TRIPLICE

ORDINAZIONE SACERDOTALE

Febbraio - La Provincia Italianadel Centro-Sud, ha vissuto nel primo

trimestre del 2016 un momento spe-ciale di grazia per l’ordinazione pre-sbiterale di tre nostri giovani religiosi:p. Giuseppe M. Di Nardo, p. Ales-sandro M. Tirelli e p. Angelo SavinoM. Vulso.Il 6 febbraio nella Chiesa Madre

S. Nicola in Palazzo San Gervasio (PZ)è avvenuta l’ordinazione presbiteraledi p. Giuseppe M. Di Nardo per lemani di mons. Ottavio Vitale, vesco-vo di Lezha (Albania) e religioso ro-gazionista. La cerimonia religiosa si èsvolta nel primo pomeriggio ed ha vi-sto la partecipazione di molti fedeli eamici dei barnabiti. Ben 5 i pullmanarrivati da Bari, Conversano e San Fe-lice a Cancello nel piccolo paese lu-cano. L’ordinazione è stata precedutada una settimana di incontri a sfondovocazionale in cui sono stati presen-tati la Congregazione e il carisma deibarnabiti attraverso la proiezione difilmati e la testimonianza vocaziona-le di p. Giuseppe. Hanno partecipa-to all’ordinazione molti familiari dip. Giuseppe insieme a tanti confratelli,in particolare il p. provinciale p. Riil-lo e il Vicario generale p. FrancescoPapa, tanti concittadini, il clero dio-cesano e tanti fratelli delle comunitàneocatecumenali.Il 27 febbraio in Conversano nella

nostra parrocchia Maris Stella, è av-venuta l’ordinazione presbiterale dip. Alessandro M. Tirelli, per le manidi mons. Domenico Padovano, ve-scovo di Conversano-Monopoli. Unaliturgia semplice e molto curata havisto una discreta partecipazione diparenti, amici e confratelli, in parti-colare la presenza di p. Lenssen,

giunto direttamente dal Canada, dal-la comunità barnabitica di Oakville,luogo della prima destinazione delp. Alessandro.Il 12 marzo, nella cattedrale di Ba-

ri, mons. Ottavio Vitale, Vescovo diLezha (Albania) è ha conferito l’ordi-nazione sacerdotale a p. Angelo Savi-no M. Vulso. La celebrazione, anima-ta dal Coro Ecumenico di Bari di cuip. Savino ha fatto parte nella sua gio-ventù, è stata molto suggestiva e par-

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mons. Ottavio Vitale impone le mania d. Giuseppe Di Nardo

ordinazione di d. Angelo Savino Vulso

d. Angelo Savino con genitori e amicid. Giuseppe da la comunione alla mamma

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tecipata. Numerosi i parenti, gli amicie i confratelli presenti, in particolarep. Fabien Muvunyi, assistente genera-le e delegato del p. Generale e i padriElson Rojas Lamas e Luis Garcia Oca-ranza, rispettivamente provinciale econsultore della provincia cilenapresso cui il p. Angelo Savino è stato

destinato. Incontenibile la felicità dip. Angelo Savino e dei suoi familiari,espressa nei numerosi ringraziamenti.

LIVORNO: 50° DI SACERDOZIONELLA PARROCCHIADI S. SEBASTIANO

Marzo - A meno di tre mesi dalcinquantesimo anniversario di sacer-dozio del parroco p. Giovanni Batti-sta Damioli, la nostra parrocchia ènuovamente in festa. Questa voltaper una una festa che vale il doppio:i sessant’anni di vita sacerdotale dip. Ezio Bertini e p. Giuseppe Motta.Una celebrazione semplice, in fa-

miglia ha ricordato l’importante av-venimento con la S. messa di ringra-ziamento nel giorno esatto dell’anni-versario, a cui seguirà la domenicadella Divina Misericordia, una festapiù conviviale.Due coetanei, due amici d’infanzia,

entrambi originari del paese di Pioltel-lo (in provincia di Milano), insiemechierichetti da bambini nella stessaparrocchia, insieme entrati nel semi-nario barnabitico di Cremona, ordina-ti insieme a Roma il lontano 17 mar-zo 1956 e ora nuovamente insieme afesteggiare questo importante traguar-do del loro cammino sacerdotale.Padre Ezio Bertini, dal carattere

schivo e riservato, ma dotato anchedi un ironico humor “all’inglese” è l’artista della comunità barnabitadi Livorno. Devoto di S. Giuseppe,grande amante della musica, guida eaccompagna con l’organo il coroparrocchiale. Bravissimo disegnatore,non manca ogni anno a Natale e Pa-squa di deliziarci con biglietti d’au-guri, da lui disegnati e ogni Natalecostruisce con ingegno e passione ilpresepe parrocchiale. È a Livorno dal1990, con un’interruzione di qualcheanno, in cui fu chiamato a Bologna.In parrocchia oltre a seguire il coro,

è impegnato soprattutto come confes-sore e guida spirituale. Forse non tuttilo sanno, ma è anche cappellano del-la clinica Villa Tirrena, dove ogni gior-no conforta, sostiene, prega e porta lasanta eucarestia ai malati.Padre Giuseppe Motta, dal caratte-

re affabile e bonario, grande golosodi dolci (non proprio indicati per lasua glicemia) è nella nostra comunitàda circa cinque anni. In parrocchia èimpegnato soprattutto come confes-

sore, in quanto i suoi “acciacchi disalute” non gli permettono di far dipiù. È seguito e assistito dalle amore-voli cure della signora Teresina.Che dire… Due presenze semplici,

umili e composte, proprie dello stiledei barnabiti, che rappresentano dueimportanti punti di riferimento pertutti i parrocchiani.A nome di tutti, ringraziamo i padri

per il loro servizio nella nostra par-rocchia e la loro pazienza con cuisopportano tutti noi, a volte un po’invadenti. Un grazie particolare, poia p. Bertini, a nome di tutto il coroper la pazienza con cui sopporta noicantori, spesso “latitanti” alle prove eper le nostre “ugole non propriod’oro”, che guida amorevolmente e

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d. Alessandro Tirelli istanti primadell’ordinazione

mons. Domenico Padovano unge lemani a d. Alessandro Tirelli

p. Ezio Bertini

p. Giuseppe Motta

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senza brontolare come meriteremo,ogni domenica.

Caterina Lo Russo

UN PO’ PIÙ VICINORITIRO DEL GIUBILEODEI SACERDOTIE DEI SEMINARISTI

Giugno - Dopo aver partecipato alritiro in occasione del Giubileo deisacerdoti e dei seminaristi con PapaFrancesco, possiamo dire che per ilnostro gruppo di Studenti tremesanti2016, è stato un momento intenso edi ricchezza spirituale indescrivibile.Non essendo una cosa semplice daspiegare, per quanto possibile mi li-mito qui a offrire alcuni episodi vis-suti durante questo ritiro con i sacer-doti e seminaristi provenienti da ogniparte del mondo.Innanzitutto bisogna precisare che

non si è trattato solo di un eserciziospirituale quello a cui abbiamo avutomodo di partecipare, per cui alcune diqueste azioni, o esperienze personali,si sono rivelate molto produttive e al-tre meno; tuttavia, in generale, il ritiroci ha fornito la possibilità di vivere in-sieme un sincero momento di comu-nione, sull’invito che il papa ha fattonella Giornata Mondiale della Gio-ventù del 2015 a Rio de Janeiro. Ci ri-feriamo all’invito a cercare di coltivarein ogni modo l’incontro con Gesù nel-

l’incontro con il prossimo. Questo,possiamo dire è stato il primo passocompiuto; il secondo è stato quellodella riconciliazione; il terzo, quellodel consiglio con l’ascolto del Papa; einfine la celebrazione della festa, conla s. Messa in Piazza S. Pietro. In particolare, il primo momento

fondamentale è stato l’incontro conCristo nell’Eucaristia esposta all’ado-razione dei fedeli: stare davanti alSantissimo è stato il modo miglioreper iniziare l’esercizio spirituale. Sta-re davanti a Cristo eucaristico ha ri-chiesto in certo qual modo di lascia-

re tutto ciò che ci poteva tenere legati al mondo esterno e poteva allontanarci da una profonda e since-ra unione con Cristo. Solo Cristo, in-fatti, conosce perfettamente il nostrointeriore e solo lui sa le nostre mise-rie e difficoltà nel seguire il camminoche lui ci indica; e solo quando sia-mo aperti a Lui, siamo aperti alla suaazione di rinnovamento, che ci rin-nova e ci ridona coraggio e vigoreper intraprendere vie nuove e spiri-tuali nella sua chiesa. Abbiamo spe-rimentato così il desiderio di sentirciancora una volta dire «vieni e segui-mi, perché mi aspetto molto da voi».Naturalmente, ognuno risponde aquesta chiamata di Cristo secondo leproprie competenze e capacità. Nes-sun sacerdote, seminarista o anchelaico, però, può essere in dialogocon Cristo e rivolgersi mediante lui aDio, se non attraverso la preghiera,che diventa quindi la condizione ne-cessaria per rimanere in collegamen-to con Dio. Il secondo momento fondamentale

è stato l’incontro con il confessore equindi la preziosa esperienza delperdono e della riconciliazione. Ab-biamo fatto, una volta di più, l’espe-rienza dell’incontro con Cristo che ciha rivelato il volto misericordioso delPadre e della possibilità di rimanerevicino a lui, per rimanere lontano dalpeccato. Il terzo momento ci ha fatto riflet-

tere sul profondo significato dellamisericordia. Infatti, sentiamo spesso

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i “tremesanti” che hanno partecipato all’incontro con papa Francesco

papa Francesco durante il suo intervento

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il Papa insistere sul tema della mise-ricordia, tanto che qualcuno avvertequesta insistenza con un certo sensodi fastidio; tuttavia, per il papa èchiaro che la misericordia non puòessere oggetto di pura e semplice ri-flessione, ma di prassi concreta, dalmomento che siamo figli di un Dioche pratica la misericordia. Per que-sto motivo, come creature di Dio,dovremmo avere non solo chiaro ilconcetto di misericordia nella mente,ma anche stampato profondamentenel cuore e visibile nelle nostre azio-ni. Naturalmente, come diceva unanziano sacerdote barnabita: «Dio èbuono, ma non ingenuo», nel sensoche noi non possiamo compiere gestidi misericordia solo per sentirci inpace con Dio e perché gli altri veda-no e ammirino quanto è stato fatto.La misericordia di Dio non è una mi-sericordia ingenua e immatura. Esse-re misericordiosi significa anche farsicarico dei problemi e delle necessitàdei nostri fratelli e sorelle. Occorreessere misericordiosi ed essere di-sposti a camminare insieme, nono-stante i difetti degli altri. Quello checi manca è spesso il senso di comu-nità; pensiamo che possiamo starebene solo nel nostro «fantasticomondo di Oz» e ci si dimentica deipiù bisognosi vicini a noi. È vero che una buona azione che

facciamo, è come una goccia d’ac-qua nel mare di fronte ai tanti pro-blemi della nostra società, dove lachiesa è già immersa in questi pro-blemi e si sforza di risolverli con te-stimonianza evangelica nelle attivitàpastorali e sociali.È stato bello sentire dal Santo Pa-

dre – sia pure con la sua voce stanca,a volte roca, ma ferma – che era feli-ce di aver visto ottimi sacerdoti lavo-rare in tutto il mondo e testimoniareil Vangelo e la presenza di Cristo nelgregge loro affidato, pur consapevoledei problemi e delle esigenze dei sa-cerdoti, che spesso si trovano in crisie nelle condizioni di affrontare que-sta barriera da soli e senza un aiutospirituale o professionale.L’ultimo momento fondamentale è

stato la festa della celebrazione euca-ristica in Piazza San Pietro, dove si èpotuto fare esperienza, anche solo perpoco tempo, di cosa significhi essereChiesa, Corpo mistico di Cristo, checerca di vivere il modello perfetto dicomunità offertoci dalla SS. Trinità.

Non possiamo che ringraziare ilSignore per averci offerto questa op-portunità in questo anno santo dellamisericordia, per aprire il cuore e lamente all’azione dello Spirito, af-finché susciti in noi e nella nostravita quotidiana la capacità di di-scernere, riflettere e mettere in pra-tica gli insegnamenti che ci sonostati proposti.

Gli studenti tremesanti 2016

POLONIA

BARNABITI E FIGLIE DELLA DIVINAPROVVIDENZA. COME A VARSAVIA,

ANCHE A CRACOVIA

Maggio - La feconda collaborazio-ne tra Barnabiti e Figlie della DivinaProvvidenza, ampiamente sperimen-tata a Varsavia nell’attività di gestio-ne della scuola materna presso laparrocchia S. Antonio M. Zaccaria,

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DAL MONDO BARNABITICO

il cordiale saluto del cardinale Stanisław Dziwisz a Barnabiti e Figlie dellaDivina Provvidenza

il card. Dziwisz in dialogo con la madre Carmen Perry, Superiora generaledelle Figlie della Divina Provvidenza

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continuerà pure a Cracovia, dove ibarnabiti hanno, recentemente, sta-bilito una nuova residenza. Infatti,grazie al l’interessamento dell’infati-cabile p. Casimiro Lorek, arcivesco-vo di Cracovia, cardinale StanisławDziwisz, si è mostrato favorevole adaccogliere nella sua diocesi, dovegià sono numerosissime le congre-gazioni femminili, anche le Figliedella Divina Provvidenza con lequali, nella persona della loro Ma-dre generale Carmen Perry, ha avutoun cordiale incontro a cui ha parte-cipato, oltre al p. Casimiro, anche ilp. Enrico Sironi.

USA

IL VESCOVO RICHARD MALONEALLA “24 ORE PER IL SIGNORE”

ALLO SHRINE

Marzo - Monsignor Richard Malo-ne, vescovo della diocesi di Buffa-lo, New York (USA) ha presieduto, il5 marzo, una concelebrazione eucari-stica per concludere l’iniziativa “24ore per il Signore” – voluta dal PapaFrancesco nella bolla di indizione

del Giubileo straordinario della Mise-ricordia – allo Shrine, nel Santuariodella Madonna di Fatima in Lewi-ston. Tante sono state le persone chesi sono riavvicinate al sacramentodella riconciliazione. Tra queste,

molti giovani, che in taleesperienza hanno ritro-vato spesso il camminoper ritornare al Signore,per vivere un momentointensa preghiera e risco-prire il senso della pro-pria vita.Nella sua omelia sulla

parabola del fariseo e ilpubblicano (Lc 18, 9-14),il vescovo Malone hasottolineato l’importanzadell’umiltà che apre leporte per la riconcilia-zione: «l’orgoglio, l’am-nesia spirituale crea unblocco per la vita in ge-nere, e in particolare, unblocco anche in questoAnno della Misericordia,alla misericordia divina».Inoltre, mons. Malone hainsistito sulla condivisio-ne della vita quotidiana,la tentazione di andareavanti come se nulla fos-se, dicendo, tra l’altro:«putroppo, c’è semprequalcuno che non vuolefermarsi, che non vuole

essere disturbato da chi grida il pro-prio dolore, preferendo far tacere erimproverare il povero che dà fasti-dio», e insistendo sul fatto che «l’or-goglio non giova nessuno, e il que-sto modo, si rimane distanti da Dioe si tengono lontani da Cristo anchegli altri». Invece, «la presenza vicinadi Gesù fa sentire che lontani da luici manca qualcosa di importante; cifa sentire bisognosi di salvezza equesto è l’inizio della guarigione delcuore».Infatti: «la preghiera del pubblicano

è quella del l’umile. E una preghierache purifica e illumina. E una suppli-ca con due poli: la misericordia diDio e la miseria dell’uomo. L’umiltà èl’unica realtà capace di attirare Dio.La fede che giustifica viene dall’umil-tà che invoca la misericordia. La pre-sunzione della propria giustizia nonsalva nessuno; il giusto non è giustifi-cato finché non riconosce il propriopeccato».Alla fine della celebrazione, mons.

Malone ha attraversato anche lui la“Porta Santa”. È importante sottoli-neare il fatto che lo Shrine è già, at-traverso la devozione alla Madonnadi Fatima, un luogo della misericor-dia per tantissimi pellegrini che fan-no del Santuario un luogo di conver-sione, per mezzo del sacramentodella reconciliazione.

John Paul Bahati

Eco dei Barnabiti 2/201678

DAL MONDO BARNABITICO

la concelebrazione presieduta da mons. Richard Malone, vescovo di Buffalo

santuario dello Shrine - mons. Richard Malonecon il p. Julio Ciavaglia davanti alla Porta Santa