SCHEDARIO BARNABITICO · Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, e di Romano Guardini; e...

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Eco dei Barnabiti 4/2015 57 DAL NOSTRO SCAFFALE FIORENZA GRASSO (a cura di), Museo Archeologico Etrusco “De Feis”, Napoli-Frosinone, Istituto Pari- tario Collegio “Francesco Denza” – Arti Grafiche Tofani snc (agtofani.it), 2015. L’agile è alquanto utile volumetto, curato dall’archeologa Fiorenza Gras- so, rappresenta uno strumento di supporto al percorso museale che conduce alla visita dei reperti ar- cheologici provenienti da Orvieto, da Montesarchio, da Talamone e da Sovana, frutto di diverse donazioni (Zampi, D’Avalos, Strozzi...) e di re- perti raccolti dal padre barnabita Leopoldo De Feis nel collegio della congregazione “Alla Querce” di Fi- renze e, dopo la sua chiusura, trasfe- riti nel Museo Archeologico Etrusco “De Feis” di recente aperto a Napoli nell’Istituto Paritario Collegio “Fran- cesco Denza” a Napoli. A una intro- duzione redatta dal padre Pasquale Riillo, superiore provinciale della Provincia Italiana Centro Sud dei Barnabiti e direttore del museo ar- cheologico, seguono: i motivi illu- strati da Giuseppe Vecchio, che han- no portato all’istituzione del museo come sinergia tra la gli organi dello Stato competenti in materia di tutela dei beni archeologici e l’Ordine dei Barnabiti; l’illustrazione del nucleo orvietano dei reperti archeologici, curata dal prof.re Giovannangelo Camporeale; e la presentazione del museo nel suo insieme e la sua gene- si storica da parte di Fiorenza Gras- so. Segue la raccolta vera e propria delle schede illustrative dei pezzi presenti nel museo, suddivise in: re- perti orvietani, di acquisto e dona- zione (1-30); reperti della donazione D’Avalos (31-41); e reperti prove- nienti da singole donazioni e acqui- sti provenienti dall’Italia meridionale (42-53). Il volumetto si chiude con una bibliografia essenziale. m.r. ANTONIO GENTILI, Il Risveglio. Dottrina Testimoni e Pratica, Roma, Edizioni Appunti di Viaggio, 2015. Il volumetto del barnabita Padre Antonio Gentili affronta uno dei te- mi più delicati eppure più intriganti che riguardano l’uomo: il suo rap- porto con la morte e la risurrezione che, intesa come “supremo risve- glio”, ben oltre lo stato di illumina- zione, costituisce il nuovo paradig- ma che ha fatto irruzione nella sto- ria umana, portando il risveglio alla sua pienezza con la sconfitta della morte. Ciò è reso possibile dall’in- contro con il Cristo-Risorto. Il per- corso di lettura si fa dottrinale, attraverso la riflessione biblica e patristica con la descrizione dei cinque caratteri dell’uomo spiritua- le – risvegliato, illuminato, liberato, unificato e aperto – come spunto di riflessione e di preghiera, e adden- trandosi nell’aspetto mistico; richia- ma la testimonianza di alcuni “ri- svegliati” come Siddha - rtha Gauta- ma, Leone Tolstoj e a Rabindranath Tagore e appoggiandosi al contribu- to della riflessione dello psicologo Roberto Assagioli, fondatore della Psicosintesi, e di Romano Guardini; e diventa pratica al risveglio spiri- tuale attraverso l’insegnamento di Scenuda III, Patriarca copto di Ales- sandria d’Egitto, e di Eckhart Tolle. Le caratteristiche del risveglio spiri- tuale si concentrano nella trasfigu- razione del mondo visibile, per cui ogni casa acquista una bellezza nuova e tutto appare circonfuso da un alone di gloria, a cui si affianca una illuminazione interiore, per cui «l’anima scopre nuove meravigliose verità» e lo sguardo dell’anima così illuminata «scorge ogni fatto e ogni avvenimento connesso con gli altri e giustificato da una logica superio- re; vede l’universo sorretto e per- meato da una perfetta giustizia e da un’infinita bontà». Nel contemplare l’universo così trasfigurato l’anima è pervasa da stupore e ammirazione a cui subentra una gioiosa esultan- za e una pace ineffabile, che porta- no a elevare a Dio un inno di grati- tudine e l’anima a dimenticare se stessa. Il risveglio come pratica spi- rituale gode del contributo offerto dalla riflessione di Shenuda III, che parte dall’inno copto della liturgia notturna: «Alzatevi, figli della luce, SCHEDARIO BARNABITICO

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  • Eco dei Barnabiti 4/2015 57

    DAL NOSTRO SCAFFALE

    FIORENZA GRASSO (a cura di),Museo Archeologico Etrusco “DeFeis”, Napoli-Frosinone, Istituto Pari-tario Collegio “Francesco Denza” –Arti Grafiche Tofani snc (agtofani.it),2015.

    L’agile è alquanto utile volumetto,curato dall’archeologa Fiorenza Gras-so, rappresenta uno strumento disupporto al percorso museale checonduce alla visita dei reperti ar-

    cheologici provenienti da Orvieto,da Montesarchio, da Talamone e daSovana, frutto di diverse donazioni(Zampi, D’Avalos, Strozzi...) e di re-perti raccolti dal padre barnabitaLeopoldo De Feis nel collegio dellacongregazione “Alla Querce” di Fi-renze e, dopo la sua chiusura, trasfe-riti nel Museo Archeologico Etrusco“De Feis” di recente aperto a Napolinell’Istituto Paritario Collegio “Fran-cesco Denza” a Napoli. A una intro-duzione redatta dal padre PasqualeRiillo, superiore provinciale dellaProvincia Italiana Centro Sud deiBarnabiti e direttore del museo ar-cheologico, seguono: i motivi illu-

    strati da Giuseppe Vecchio, che han-no portato all’istituzione del museocome sinergia tra la gli organi delloStato competenti in materia di tuteladei beni archeologici e l’Ordine deiBarnabiti; l’illustrazione del nucleoorvietano dei reperti archeologici,curata dal prof.re GiovannangeloCamporeale; e la presentazione delmuseo nel suo insieme e la sua gene-si storica da parte di Fiorenza Gras-so. Segue la raccolta vera e propriadelle schede illustrative dei pezzipresenti nel museo, suddivise in: re-perti orvietani, di acquisto e dona-zione (1-30); reperti della donazioneD’Avalos (31-41); e reperti prove-nienti da singole donazioni e acqui-sti provenienti dall’Italia meridionale(42-53). Il volumetto si chiude conuna bibliografia essenziale.

    m.r.

    ANTONIO GENTILI, Il Risveglio.Dottrina Testimoni e Pratica, Roma,Edizioni Appunti di Viaggio, 2015.

    Il volumetto del barnabita PadreAntonio Gentili affronta uno dei te-mi più delicati eppure più intrigantiche riguardano l’uomo: il suo rap-porto con la morte e la risurrezioneche, intesa come “supremo risve-glio”, ben oltre lo stato di illumina-zione, costituisce il nuovo paradig-ma che ha fatto irruzione nella sto-ria umana, portando il risveglio allasua pienezza con la sconfitta dellamorte. Ciò è reso possibile dall’in-contro con il Cristo-Risorto. Il per-corso di lettura si fa dottrinale, attraverso la riflessione biblica epatristica con la descrizione deicinque caratteri dell’uomo spiritua-le – risvegliato, illuminato, liberato,unificato e aperto – come spunto diriflessione e di preghiera, e adden-trandosi nell’aspetto mistico; richia-ma la testimonianza di alcuni “ri-svegliati” come Siddha-rtha Gauta-ma, Leone Tolstoj e a RabindranathTagore e appoggiandosi al contribu-to della riflessione dello psicologoRoberto Assagioli, fondatore dellaPsicosintesi, e di Romano Guardini;

    e diventa pratica al risveglio spiri-tuale attraverso l’insegnamento diScenuda III, Patriarca copto di Ales-sandria d’Egitto, e di Eckhart Tolle.Le caratteristiche del risveglio spiri-tuale si concentrano nella trasfigu-razione del mondo visibile, per cuiogni casa acquista una bellezzanuova e tutto appare circonfuso daun alone di gloria, a cui si affiancauna illuminazione interiore, per cui«l’anima scopre nuove meraviglioseverità» e lo sguardo dell’anima cosìilluminata «scorge ogni fatto e ogniavvenimento connesso con gli altrie giustificato da una logica superio-re; vede l’universo sorretto e per-meato da una perfetta giustizia e daun’infinita bontà». Nel contemplarel’universo così trasfigurato l’animaè pervasa da stupore e ammirazionea cui subentra una gioiosa esultan-za e una pace ineffabile, che porta-no a elevare a Dio un inno di grati-tudine e l’anima a dimenticare sestessa. Il risveglio come pratica spi-rituale gode del contributo offertodalla riflessione di Shenuda III, cheparte dall’inno copto della liturgianotturna: «Alzatevi, figli della luce,

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  • per lodare il Dio delle schiere cele-sti...» per diagnosticare le cause deltorpore spirituale (le preoccupazio-ni di questo mondo) e smascherarela tirannia della passione e dell’am-biente in cui si vive, ma soprattuttodei pensieri egoistici e della ricercadel piacere; passa poi a scandaglia-re i motivi del risveglio spirituale,dovuto a uno slancio d’amore versoDio e dalla presa di coscienza delproprio smarrimento, o per unoschiaffo violento procurato dalledolorose vicissitudini della vita(esperienza del peccato, malattie,fallimenti, umiliazioni...), o per in-tervento dei santi, solleciti a risve-gliare i loro fratelli sulla Terra; se-gnala quindi i sentimenti che ac-compagnano il risveglio spirituale(vergogna, pentimento, calore spiri-tuale, desiderio di riscatto, gioia); econduce alla “veglia notturna” co-me riserva spirituale, cifra del risve-glio e suo peculiare strumento. Pervegliare spiritualmente è però necessario precisare l’obiettivo daraggiungere (ad esempio ridestarel’amore di Dio), fissare i mezzi in-dispensabili per raggiungerlo (fedel-tà ai momenti di preghiera o in altriadempimenti come l’astinenza e ildigiuno) e infine vigilare su speci -fiche inclinazioni difettose (vistoseo meno che siano). Con Tolle il discorso si fa più psicologico e introspettivo, perché il risvegliocomporterebbe un cambiamentonella coscienza dove pensiero e consapevolezza si separano, pas-sando dal sapere al sentire, da unadimensione conoscitiva (che è ilmondo dell’io) a una esperienziale(che è il mondo del sé). Ne segueche quando giunge la grazia del ri-sveglio «il proposito principale dellapropria vita diventa quello di aprirevoi stessi alla coscienza emergentee portare la sua luce nel mondo».Tuttavia, anche la vecchiaia, la ma-lattia, l’inabilità, una tragedia per-sonale possono costituire un puntodi partenza per il risveglio, perchésolo nel momento in cui il propo -sito esteriore collassa e il gusciodell’ego comincia a frantumarsi, sipuò dare l’inizio del “movimento diritorno” in se stessi, nelle profon -dità del proprio essere e quindiun’apertura al regno dello spirito.Per Tolle l’ego umano rappresentalo stadio finale del sonno universa-

    le: uno stadio necessario nell’evolu-zione della coscienza, ma al qualedeve subentare un salto qualitativoche conduca al “fare risvegliato”, inmodo che il bruco diventi farfalla.Le modalità del “fare risvegliato”sarebbero l’accettazione, il gioire el’entusiasmo. Strumento ideale perrisvegliare la profonda natura spiri-tuale e pertanto la sua matrice divi-na è la meditazione, di cui padreGentili indica un possibile itinerarioin dieci passaggi, aiutati e sorrettida alcuni spunti di riflessione.

    m.r.

    Clariores. Dizionario biograficodei docenti e degli studenti dell’Uni-versità di Padova, Padova UniversityPress, 2015.

    Il breve trafiletto, a firma D[onato]G[allo] contiene purtroppo mador-nali errori, ancor più inspiegabili vi-sta la puntuale e aggiornata nota bi-bliografica. Si dànno per scontati glistudi filosofici a Pavia, dove semmai

    si poteva parlare di “forse”; un “for-se” che invece è erroneamente applicato alla presenza del santo aPadova, che risulta indiscussa nonfosse che dall’autografo dei suoiSermoni contenente appunti univer-

    sitari! Inoltre lo Zaccaria fu a Mila-no a partire dall’autunno del 1530 enon 1529. Infine venne canonizzatonel 1897, non nel 1892. Nella bi-bliografia, poi, non si tratta di Achil-le ma di Andrea Erba, autore dellasuddetta voce nel DIP.

    a.m.g.

    MASSIMO SQUILLACI, Padre Se-meria - Gallarati Scotti e il laicatogiovanile, “Evangelizzare”, luglio-agosto 2015.

    Si tratta di un “numero speciale”della rivista dei Discepoli, la Con-gregazione fondata da don Giovan-ni Minozzi, che ricostruisce il rap-

    porto tra Semeria e Gallarati Scotti,sulla scorta del relativo epistolario,non senza introdursi mettendo inrilievo l’influsso esercitato dal bar-nabita sulla gioventù, che volevadiventasse il fermento di una nuovacultura pienamente moderna e pie-namente cristiana. Al Gallarati èstato dedicato di recente un conve-gno (Milano, 16 ottobre), finalizza-to alla ricostruzione della sua figu-ra come emerge dal ricco quadrodi fonti presenti negli archivi di di-verse istituzioni – la Biblioteca Am-brosiana (dove si custodisce il sud-

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  • detto epistolario), il Centro StudiGallarati Scotti, l’Archivio storicodi Intesa Sanpaolo – che conserva-no testimonianze inedite dei nume-rosi ambiti in cui Gallarati Scotti halasciato la sua impronta. Ci augu-riamo di potere disporre degli Atti,che offriranno ulteriore prova del-l’influsso che Semeria esercitò sulpatrizio milanese a partire dal pri-mo incontro a Genova, dove il gio-vane conseguì la laurea in giuri-sprudenza.

    a.m.g.

    SANTE LESTI, Riti di guerra. Reli-gione e politica nell’Europa dellaGrande Guerra, il Mulino, Bologna2015.

    Anche se questo testo non fa diret-to riferimento a padre Semeria, Cap-pellano al Comando supremo, è peròutile per inquadrare lo spirito religio-so che, da entrambe le parti dei con-

    tendenti, ispirava l’azione bellica (si-gnificativo il richiamo al Sacro Cuo-re, in merito al quale si rimanda a“Barnabiti studi” 11/1994). A questastregua possiamo rileggere l’attivitàpastorale che il barnabita profuse ac-

    canto alle truppe, non soltanto attra-verso il ministero sacramentale, maanche offrendo motivazioni spiritua-li, come quando invitava i soldatiesposti alle rappresaglie del nemico,a unire il proprio sacrificio al sacrifi-cio eucaristico di Cristo che venivacelebrato nel Campo!

    a.m.g.

    MARIA LAURA GIORDANO eADRIANA VALERIO (edd.), Donne eBibbia nella crisi dell’Europa cattoli-ca (secoli XVI-XVII), Il Pozzo di Gia-cobbe, Trapani 2014.

    È noto l’interesse che Adriana Vale-rio ha riservato all’angelica Paola An-tonia Negri, alla quale nella presentepubblicazione sono dedicati diversirichiami anche da parte di altre col-

    laboratrici. Dell’angelica si sottolineala «straordinaria capacità di ruminaree di spiegare la Scrittura», considera-ta «come il fondamento della sua di-rezione spirituale» e si aggiunge che«il suo pensiero si costruisce moltoper pratica, e non per sola scienzaletterale».Gioverà ricordare che sempre la

    Valerio curò un’opera miscellanea,

    Donna potere e profezia, D’Auria,Napoli 1955, dove illustrò “L’espe-rienza profetica femminile nei sec.XIV-XVI”, sottolineando il rapportodonne-papato e mettendo in luce il

    “profetismo ecclesiologico” che sipuò evincere dalle Lettere dell’an-gelica.

    a.m.g.

    MILLY GUALTERONI, Strappataall’abisso. Dagli psicofarmaci alla fe-de, Ares, Milano 2015.

    È un inaspettato regalo per barna-biti e angeliche e nel contempo unlusinghiero attestato di quanto siacongeniale alle famiglie zaccarianela coltivazione dei quella “vita spiri-tuale vera” che tanto stava a cuoread Antonio Maria e a Paola AntoniaNegri e che registra oggi una crisinelle stesse famiglie religiose di cuidovrebbe costituire l’autentico, irri-nunciabile carisma. Non per nulla il“caso” dell’autrice gravita su una Ca-sa di esercizi spirituali!Narra la vicenda di un’affermata

    pubblicista, la cui vita venne funesta-ta da eventi personali e familiari de-vastanti: stupro della protagonista(quasi come un “giallo” affiora nelle

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    prime pagine come un evento rimos-so e viene rivelato alla fine del libro,tenendo il fiato sospeso al lettore...) edue suicidi del fratello venticinquen-ne e dell’anziano padre, che era me-dico. Su questo macabro, allucinantesfondo si colloca un’esistenza scom-pensata, segnata dalla depressioneche, puntualmente, si ripresentava,come un’implacabile spada di Da-

    mocle, due volte l’anno, al consuetocambio di stagione...Il libro è una spietata confessione,

    dalle movenze talvolta agostiniane, eci consente di seguire l’autrice neisuccessi professionali e nei travaglisentimentali, nonché nei tre tentatividi un rocambolesco licenziarsi a suavolta da un’esistenza che periodica-mente le risultava insostenibile, conl’aggravante che il ricorso a psicofar-maci e psicoterapeuti si manifestavasempre più devastante e deludente.…Quando si fece strada nel suo ani-mo la determinazione di uscire dalladepressione, voltando le spalle a unmondo che la teneva prigioniera: ilsuo mondo interiore, anzitutto. E quisi affacciò alla sua mente un interro-gativo: «E se la depressione fosse unachiamata?». Risparmio ai lettori diquesta succinta presentazione i primicontatti che Milly ebbe con personeamiche che in qualche modo le spia-

    narono, come vero rimedio, la viadel ritorno a una fede peraltro luci-damente e pervicacemente abbando-nata: «Può esistere un Dio al cui co-spetto si verificano eventi e tragediecome quelle che hanno costellato ecostellano la mia vita?».Ma che la depressione fosse una

    chiamata, Milly lo apprese con indi-scussa evidenza a Eupilio, sotto laguida di padre Antonio Gentili, nien-temeno che da... fra Battista da Cre-ma, considerato “il padre e fondato-re” dei tre collegi paolini, e dalla“divina madre” Paola Antonia Negri,loro “guida e maestra”. Il padre, in-fatti, accolta questa naufraga dal-l’esistenza “mondana”, le ricordòanzitutto, con le parole di AntonioMaria, come l’uomo che vuole an-dare a Dio deve prima lasciarel’esteriore (per Milly comportaval’abbandono della professione già inatto) ed entrare nel suo interiore (co-sa che aveva già accarezzato se-guendo un corso di kundalini yoga eche avrebbe approfondito nei corsidi preghiera profonda che si teneva-no in quella Casa di spiritualità). Epoi, alla domanda se la depressionefosse una chiamata, le fece leggereun passo dei Detti notabili del do-menicano e un altro passo dell’ange-lica, dove illustra le potenzialità spi-rituali della “Melanconia”, come al-lora si diceva, e cioè la modernadepressione. Non fu difficile dispor-re di queste due fonti, dal momentoche il padre stava preparando un’an-tologia delle lettere che l’angelicadettava o “committeva”, autentican-dole con l’inconfondibile firmaA.P.A. E sempre nella Casa di eserci-zi briantea, la Nostra apprese la“preghiera del cuore”, quella “per-petuità di orazione” interiore cherappresenta uno dei capisaldi delmagistero dello Zaccaria. L’appro-do di Milly a Eupilio si rivelò quin-di doppiamente provvidenziale, perl’ospite in primis e per gli ospitanti!Il lettore che volesse raggiungere su-bito questa sezione del libro, puòscorrere le pagine da 118 a 194, uncorpus significativo, all’interno di unvolume di 210 pagine, di come ilnostro patrimonio spirituale parli alcuore di ogni generazione e di comel’eredità dei nostri e delle nostremaggiori risulti attuale, non obsole-ta! Quanto poi all’antologia dellelettere A.P.A. ricordiamo che venne-

    ro pubblicate, con il mecenatescosostegno di mons. Andrea Erba, dalleedizioni Edivi di Roma, nel 2008, acura di Antonio Gentili, barnabita eMarina Alghisi, angelica, con un’in-troduzione dello stesso Erba.Milly, con questo suo lavoro che le

    è costato soprattutto un vero e pro-prio dénouement, è diventata unasorta di “commessa viaggiatrice” diun messaggio di innegabile attualitàspecialmente nel mondo giovanile,se si pensa che negli USA (apripista,direbbe Tacito, di quanto è scelleratoe nefando), dopo quella dovuta a in-cidenti causati da droga e alcol, il

    suicidio è la principale causa di mor-te. Questo nei ragazzi; nelle ragazzeil suicidio viene al primo posto! C’èda augurarsi che la testimonianza diMilly e la sua voce appassionata pos-sa risuonare anche nei nostri gruppigiovanili e nei nostri istituti.

    PS. Mi permetto di segnalare alcu-ne sviste: a pag. 41 si tratta del “Se-condo capitolo”; la quint’ultima rigadi pag. 120 va letta: ...mi avrebbefatto piacere; a pag. 142, quinta riga,si tratta di hatha yoga.

    a.m.g.

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