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DA UN POLO ALL’ALTRO: VERSO QUALI REALTA’ DA UN POLO ALL’ALTRO: VERSO QUALI REALTA’ SI SPOSTA UN CURRICOLO LINGUISTICO?SI SPOSTA UN CURRICOLO LINGUISTICO?
a. Concetto di lingua: da un monolinguismo “letterario” al plurilinguismo delle varietà linguistiche immerse nel sociale (italiano standard, sottocodici, varietà dialettali, registri ecc.)
b. Funzione della lingua: da una creatività estetico-letteraria-espressiva di uso personale a una creatività comunicativa basata sul sociale, tesa a una pluralità di funzioni diverse
c. Concetto di grammatica: da una grammatica formale, normativa e descrittiva a una grammatica d’uso, intesa come costruzione e presa di coscienza da parte dello stesso soggetto che riflette su quella lingua che già possiede e utilizza
d. Apprendimento: da un’idea di progressione formale, basata su modelli esterni da imitare, a una progressione testuale d’uso che metta al centro il soggetto che apprende, costruttore attivo della lingua che utilizza in relazione con il sociale
e. Codice verbale e altri codici: dalla considerazione del solo codice verbale a quella degli altri linguaggi simbolici, complementari e non alternativi, all’interno del fenomeno comunicativo
Da un linguaggio formale, normativo, strutturato, trasmesso dall’adulto al discente a una lingua viva e mutevole, che varia
secondo i contesti, gli scopi, gli attori e che il soggetto costruisce da sé partendo dalle competenze possedute
OPERAZIONI PRELIMINARI PER LA COSTRUZIONE DI UN CURRICOLO
1. Individuare i nuclei fondanti (dai più globali ai Individuare i nuclei fondanti (dai più globali ai più analitici) della disciplinapiù analitici) della disciplina
• la pragmatica (la comunicazione)
• le funzioni comunicative (le tipologie testuali)
• il codice convenzionale e l’ortografia
• gli elementi costitutivi (il lessico e la morfologia)
• le regole compositive (la sintassi)
2. Analizzare la disciplina rendendo espliciti e Analizzare la disciplina rendendo espliciti e trasparenti i concetti essenziali che la trasparenti i concetti essenziali che la costituiscono e che si riferiscono ai nuclei costituiscono e che si riferiscono ai nuclei fondantifondanti
UN CURRICOLO DOVREBBE ESSERE (ALMENO) UN CURRICOLO DOVREBBE ESSERE (ALMENO)
§ UnitarioUnitario
- i nuclei fondanti sono tra loro connessi e interdipendenti
§ continuo continuo
- scelte metodologiche e rivalutazione dei saperi spontanei
§ progressivoprogressivo
- senza fratture, coordinato in senso verticale
UN CURRICOLO DOVREBBE PRIVILEGIARE CRITERI CHE UN CURRICOLO DOVREBBE PRIVILEGIARE CRITERI CHE PORTINOPORTINO
Dall’esperienza alla sua rappresentazione
Dalla concettualizzazione alla concettualizzazionespontanea convenzionale
Dall’uso alla riflessione sull’uso
STRATEGIE DI BASE TRANSDISCIPLINARISTRATEGIE DI BASE TRANSDISCIPLINARI
L’apprendimento è favorito se
si segue il percorso “semplice-complesso” e se si segue il percorso “semplice-complesso” e se l’apprendimento è l’apprendimento è graduatograduato
lo studente si esercita direttamente sui contenuti dello stesso e lo studente si esercita direttamente sui contenuti dello stesso e vi vi rifletteriflette
è materia di verifica e di discussioneè materia di verifica e di discussione
lo studente capisce le ragioni per cui apprende quello che lo studente capisce le ragioni per cui apprende quello che apprendeapprende
lo studente non si annoialo studente non si annoia
il docente accompagna con strumenti facilitatori i ragionamenti il docente accompagna con strumenti facilitatori i ragionamenti dello dello studente, rinforzando positivamente i suoi sforzistudente, rinforzando positivamente i suoi sforzi
L’APPRENDIMENTO DELLA LINGUA E’ UN L’APPRENDIMENTO DELLA LINGUA E’ UN PROCESSO DI COSTRUZIONE SOCIALEPROCESSO DI COSTRUZIONE SOCIALE
Le attività previste dovrebbero essere svolte in gruppiLe attività previste dovrebbero essere svolte in gruppi
piccoli o piccolissimi (due/tre alunni)
tutti sono costretti a dare il proprio contributo
eterogenei in modo calibrato creare occasioni di “conflitto cognitivo”
che lavorino in aree di sviluppo prossimale
le proposte devono essere in anticipo sullo sviluppo
MODELLO DIDATTICO TRADIZIONALEMODELLO DIDATTICO TRADIZIONALE
(in ambito grammaticale)(in ambito grammaticale)
Spiegazione del fenomeno a partire dagli esempiSpiegazione del fenomeno a partire dagli esempi
Descrizione della regolaDescrizione della regola
Verifica dell’apprendimentoVerifica dell’apprendimento
La regola viene riconosciuta, memorizzata, La regola viene riconosciuta, memorizzata, applicataapplicata
IL MODELLO DEL “PICCOLO LINGUISTA”IL MODELLO DEL “PICCOLO LINGUISTA”
Insieme di fenomeni linguisticiInsieme di fenomeni linguistici
Ragionamento per “confronto e contrasto”Ragionamento per “confronto e contrasto”
Costruzione di regoleCostruzione di regole
Eventuale messa a puntoEventuale messa a punto
Ridescrizione delle regoleRidescrizione delle regole
Lo studente indaga, generalizza, sistema Lo studente indaga, generalizza, sistema le sue conoscenzele sue conoscenze
TRAGUARDO AL TERMINE DELLA SCUOLA PRIMARIA
- Svolge attività esplicite di riflessione linguistica su ciò che si dice o si scrive, si ascolta e si legge
OBIETTIVI AL TERMINE DELLA CLASSE TERZA
- Attivare semplici ricerche su parole ed espressioni presenti nei testi
- Conoscere le parti variabili del discorso
FASI DI LAVORO
1. Si distribuisce ai bambini una lista (o una serie di schede colorate con una parola) di termini simile a questa:
gatta, nonnino, nonna, stellina, stella, visino, cavallo, mammina, gattina, nonno, nonnina, cavallino, gattino, bambola, gatto, viso, mamma, bambolina…
Si chiede di dividere la lista in due gruppi omogenei, non considerando il significato ma la forma delle parole, il loro aspetto, il modo in cui sono “fatte”
2. Arrivati alle due liste, quella dei nomi di base e quella dei derivati si fa osservare che le parole sono –due a due- le stesse ma quelle della seconda lista sono più “lunghe”. Riscriviamo le parole a coppia. La seconda ha come una coda in più, che chiameremo “suffisso”. Per passare, però, dalla prima alla seconda parola, non si è solo aggiunto, ma si è anche tolto qualcosa. Rappresentiamo quello che è successo con una convenzione matematica.
Gatt - o = gatt; gatt + ino = gattino
Gatt – a = gatt; gatt + ina = gattina
Proponiamo ai bambini una ricerca di parola simili, da presentare anche nelle lezioni successive
3. Ma perché alcune parole hanno come suffisso -ino e altre -ina? Ipotesi: la vocale cancellata della parola di base “si trasferisce” alla fine della parola derivata: gatt-o gatt-ino. Proponiamo alla classe le parole dente, piede, mano. Applichiamo la regola appena individuata: funziona? Chi decide, allora, se la parola terminerà con -o oppure con -a? Ma è il genere (femminile o maschile) della parola di base! Proviamo a scrivere una regola che riassuma quanto abbiamo capito finora: in italiano certe parole (derivate) si formano da altre parole (di base) aggiungendo una “coda” (suffisso) : -ino e –ina. Se la parola di base è maschile, il suffisso sarà –ino, se è femminile, il suffisso sarà –ina.
4. Consideriamo, però, le parole libro/libricino, bastone/bastoncino, sasso/sassolino, lume/lumicino e proviamo a scomporle.
Libr – o = libr; libr + ic + ino = libricino
Sass – o = sass; sass + ol + ino = sassolino
Bastone – e = baston; baston + c + ino bastoncino
Evidentemente ci sono parole che, prima del suffisso –ino, aggiungono altre parole: -ic-, -c-, -ol-. Cerchiamo altre parole simili per vedere se possono essere aggiunte altre lettere oltre a quelle individuate: canzoncina, fogliolina, leoncino, pantaloncino. Sembra di no. Miglioriamo la nostra regola: tra la parola di base e il suffisso ci possono essere alcune lettere: -ol-, -ic-, -c-.
5. Ma come la mettiamo con casetta, casettina, sacchetto, sacchettino, gonnella, gonnellina? Il suffisso –ino e –ina può aggiungersi ad altri gruppi di lettere come –ett- e -ell- che, a loro volta, trasformano la parola base in una derivata, quindi possono esserci parole derivate da altre derivate.
6. Ma quale significato assume la parola derivata rispetto a quella di base? Che cosa significa “gattino” rispetto a “gatto”? E “manina” rispetto a “mano”? E che cosa significano “mammina” e “nonnino”? E la frase “vieni a mangiare la minestrina che ti ha preparato la tua mammina”?
LA PAROLA E LA FRASE
Obiettivo: individua le caratteristiche della frase e le sue differenze comunicative con la singola parola
Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’allievo
° Si procura un “robot” che farà “parlare” e gli chiede: “Che cosa è successo ieri a scuola?”. Il robot risponde: “Fiori”. Chiede ai bambini: “Avete capito? Che cosa è successo ieri?”
° Chiede conferma al robot che ripete: “No, fiori”.
° Chiede ai bambini se si capisce quello che vuol dire il robot e invita ad indicare la causa
° Ascolta il dialogo
° Risponde avanzando delle ipotesi: “La maestra ha portato dei fiori?”
° Capisce che la parola del robot è ambigua e può sottintendere molte situazioni diverse
° Invita i bambini a spiegare al robot come deve parlare per farsi capire e a formulare istruzioni perché possa comunicare correttamente. Li aiuta iniziando l’istruzione: “Quando parli, devi…”
° Seguendo le istruzioni fornite, ripete la domanda al robot, che risponde: “Un bambino ha portato dei fiori”
° Chiede come può chiamarsi la prima risposta (inadeguata) del robot e come la seconda (adeguata)
° Avanza proposte per dare istruzioni al robot
° Ascolta il robot e capisce se le istruzioni date sono corrette
° Risponde, definendo la prima risposta “parola”, la seconda “frase”
° Invita gli allievi a scrivere una possibile definizione di “frase” (ad es.: un insieme di parole con significato”)
° Divide la classe a coppie, all’interno delle quali un bambino, a turno, sarà il robot, dicendo una sola parola. Il compagno dovrà capire che cosa vuol dire il robot e dargli le istruzioni giuste per parlare correttamente
° Avanza proposte di definizione fino a quella accettata da tutti
° Si mette in coppia con un compagno, dice una sola parola, risponde alle domande del compagno, ascolta le istruzioni, parla correttamente. Cambia il ruolo con il compagno
Cosa dicono di sapere i bambini Che cosa è una frase?Che cosa è una frase?
Fate un esempio di una fraseFate un esempio di una frase
Da che cosa si capisce che è una frase?Da che cosa si capisce che è una frase?
Che cosa ci deve essere in una frase?Che cosa ci deve essere in una frase?
Basta mettere insieme delle parole qualsiasi per formare unaBasta mettere insieme delle parole qualsiasi per formare una
frase?frase?
Come devono essere le parole?Come devono essere le parole?
Che cosa è una parola?Che cosa è una parola?
Le parole sono tutte dello stesso tipo?Le parole sono tutte dello stesso tipo?
Quali tipi di parole conosci?Quali tipi di parole conosci?
Dove comincia e dove finisce una frase? Dove comincia e dove finisce una frase?
Mappa di cosa dicono di sapere i bambini
FRASEè fatta di lettere
parole
diverse
messe al posto giusto
finisce con il punto
Una storia o un pezzo di storia
parola
Quel che si dice
ESEMPIO DI RETE CONCETTUALE (Ottenuta mediando la mappa concettuale con le conoscenze
spontanee degli alunni)
PAROLE
DI DIVERSE CATEGORIE
nomi verbi funzionali
FRASEinsieme di parte di
TESTO
delimitata da
lettera maiuscola
punto
con concordanza
morfosintattica
in ordine
genere
numero
soggetto-verbo
IL DIARIO INTIMOIL DIARIO INTIMO
Conversazione
- Che cosa è il diario?
- Che cosa si scrive sul diario? Come?
- Per chi si scrive?
- Perché si scrive?
- Che cosa è il diario intimo?
- Perché si scrive?
- Conoscete qualche esempio di diario?
Mappa di ciò che dicono di sapere i ragazziMappa di ciò che dicono di sapere i ragazzi
DIARIODIARIO personale
scolastico
per
compiti
avvisi
libro segreto
per
ricordare esperienze
esprimersiconfidarsi
RETE CONCETTUALERETE CONCETTUALE
DIARIO INTIMO
può
div
enta
re
documentostorico
parti
scandito
in
contrassegnate da date
racconta fatti personali
utilizza
prima persona
registro informale
libertà espressiva
LEGGENDALEGGENDA MITOMITO
racconto
per
esaltare
persone, eroi
luoghi situazioni
di fatti inventati
racconto
per
da popoli antichi
spiegare
fenomeni naturali e umani
narrare
vicende di dei o esseri
soprannaturali
RETE CONCETTUALERETE CONCETTUALE
LA PAROLA E LA FRASE
Obiettivo: individua le caratteristiche della frase e le sue differenze comunicative con la singola parola
Cosa fa l’insegnante Cosa fa l’allievo
° Si procura un “robot” che farà “parlare” e gli chiede: “Che cosa è successo ieri a scuola?”. Il robot risponde: “Fiori”. Chiede ai bambini: “Avete capito? Che cosa è successo ieri?”
° Chiede conferma al robot che ripete: “No, fiori”.
° Chiede ai bambini se si capisce quello che vuol dire il robot e invita ad indicare la causa
° Ascolta il dialogo
° Risponde avanzando delle ipotesi: “La maestra ha portato dei fiori?”
° Capisce che la parola del robot è ambigua e può sottintendere molte situazioni diverse
° Invita i bambini a spiegare al robot come deve parlare per farsi capire e a formulare istruzioni perché possa comunicare correttamente. Li aiuta iniziando l’istruzione: “Quando parli, devi…”
° Seguendo le istruzioni fornite, ripete la domanda al robot, che risponde: “Un bambino ha portato dei fiori”
° Chiede come può chiamarsi la prima risposta (inadeguata) del robot e come la seconda (adeguata)
° Avanza proposte per dare istruzioni al robot
° Ascolta il robot e capisce se le istruzioni date sono corrette
° Risponde, definendo la prima risposta “parola”, la seconda “frase”
° Invita gli allievi a scrivere una possibile definizione di “frase” (ad es.: un insieme di parole con significato”)
° Divide la classe a coppie, all’interno delle quali un bambino, a turno, sarà il robot, dicendo una sola parola. Il compagno dovrà capire che cosa vuol dire il robot e dargli le istruzioni giuste per parlare correttamente
° Avanza proposte di definizione fino a quella accettata da tutti
° Si mette in coppia con un compagno, dice una sola parola, risponde alle domande del compagno, ascolta le istruzioni, parla correttamente. Cambia il ruolo con il compagno
VALUTARE
RACCOGLIERE DATI E OSSERVAZIONI SU TUTTETUTTE LE VARIABILI EDUCATIVE
PER MIGLIORARE IL SISTEMA (DECIDERE)
nelle sue parti nel suo insieme
VALUTARE DOVREBBE SIGNIFICARE
+ -regolare sanzionareregolare sanzionare
decidere premiaredecidere premiare
porsi interrogativi punireporsi interrogativi punire
far partecipare fornire risposte far partecipare fornire risposte banalibanali
condividere dividere tra condividere dividere tra controllaticontrollati e controllorie controllori
VALUTAZIONE COMEVALUTAZIONE COME
- momento dinamico essenziale del momento dinamico essenziale del processo processo insegnamento/apprendimentoinsegnamento/apprendimento
e non tantoe non tanto
- come momento conclusivo in cui si come momento conclusivo in cui si “tirano le “tirano le sommesomme”
COME SCEGLIERE CRITERI E STRUMENTI DI DOCUMENTAZIONE E VALUTAZIONE?
Attraverso il confronto dialettico tra singoli docenti e organi collegiali e
in connessione con le scelte formative
conoscenze
conoscenze
abilità
abilità
impegnoimpegno
motivazionemotivazione
strategie strategie
metacognitivemetacognitive
ruolo ruolo
socialesociale
imm
agine
imm
agine
di sèdi sè
consapevolezza
consapevolezza
sensibilità al sensibilità al
contestocontesto
UNA RAPPRESENTAZIONE DELLA COMPETENZAUNA RAPPRESENTAZIONE DELLA COMPETENZA
Che cosa si apprende
Come si apprende
COME SI VERIFICANO TRADIZIONALMENTE CONOSCENZE E ABILITA’ (E LE COMPETENZE?)?
1.1. Si individuano gli obiettivi di apprendimento Si individuano gli obiettivi di apprendimento da verificare (pochi per ogni prova e si da verificare (pochi per ogni prova e si misurano solo quelli)misurano solo quelli)
2.2. Si propongono “attività” (questionario, Si propongono “attività” (questionario, vero/falso, corrispondenze, riempimenti ecc.) vero/falso, corrispondenze, riempimenti ecc.) per ogni obiettivoper ogni obiettivo
3.3. Si attribuisce un punteggio per ogni item Si attribuisce un punteggio per ogni item dell’attività (più è facile, minore il valore dei dell’attività (più è facile, minore il valore dei punti)punti)
4.4. Partendo dal punteggio massimo Partendo dal punteggio massimo raggiungibile si individua una soglia di raggiungibile si individua una soglia di accettabilità (60%?)accettabilità (60%?)
5.5. Si individuano cinque (?) fasce di punteggio e Si individuano cinque (?) fasce di punteggio e le si trasforma in livelli (aggettivi, colori, le si trasforma in livelli (aggettivi, colori, lettere, numeri, faccine ecc.)lettere, numeri, faccine ecc.)
UN ESEMPIO DI COMPITO DI PRESTAZIONEUN ESEMPIO DI COMPITO DI PRESTAZIONE(problemi complessi e aperti posti agli studenti come mezzo per
dimostrare la padronanza di qualcosa.)
U.A. Incontro con il libroObiettivi: - riconosce le proprie specificità e potenzialità - effettua scelte consapevoli - espone in modo adeguato
I bambini con il gruppo classe vanno in biblioteca e scoprono “il libro” e il piacere della lettura di storie diverse.Successivamente, ne scelgono uno con l’impegno di leggerlo. Dopo varie attività svolte in classe, ogni bambino sceglie un libro tra quelli letti o una parte di esso che più gli è piaciuta, e lo presenta ai compagni nella modalità a lui più congeniale.Esempi di possibili prestazioni:Racconto della storia;Lettura di una pagina che più lo ha emozionato;Disegno/collage/immagini rappresentative;Articolo sul giornale della scuola;Semplice ipertesto;Animazione di una parte letta.
Pienamente raggiunto
Raggiunto Parzialmente raggiunto
Conoscenza di sé
Esprime le proprie preferenze motivandole
Esprime le proprie preferenze
Non sempre esprime le proprie preferenze
Conoscenza del proprio modo di essere
Esprime le emozioni che la lettura ha suscitato
Motiva le proprie emozioni.
Va aiutato a riconoscere le emozioni suscitate.
Consapevolezza delle proprie scelte
Sceglie il libro in base al proprio interesse
Sceglie un libro su consiglio di un compagno o dell’insegnante.
Va stimolato a scegliere un libro che gli piaccia.
Esposizione del libro/parte di esso
Espone quanto preparato in modo chiaro e comprensibile, coinvolgendo gli ascoltatori
Espone in modo chiaro e comprensibile
Espone in modo confuso e non del tutto comprensibile
RUBRICHE VALUTATIVERUBRICHE VALUTATIVE
Sono strumenti che hanno lo scopo di descrivere i livelli di padronanza di una competenza
- Identificare i risultati attesi
- Rendere più trasparente il giudizio
- Prendere coscienza del percorso formativo
- Avere punti di riferimento per l’autovalutazione
insegnanti
studenti
COMPONENTI DI FONDO DI UNA RUBRICACOMPONENTI DI FONDO DI UNA RUBRICA
DIMENSIONI QUALI ASPETTI DELLA PRESTAZIONE CONSIDERO?
CRITERI IN BASE A CHE COSA APPREZZO LA PRESTAZIONE?
INDICATORI COME FACCIO A CAPIRE IN QUALE MISURA I
CRITERI SONO PRESENTI?
LIVELLI QUALE GRADO DI RAGGIUNGIMENTO?
ANCORE ESEMPI CONCRETI DI PRESTAZIONE
Dimensioni criteri indicatoriCapacità tecnica di lettura
Individuare informazioni
Velocità di lettura silenziosa
Individuazione personaggi, azioni, motivazioni quando sono espliciti.Individuazione di luoghi e tempi
Sa leggere silenziosamente in modo corretto e in un tempo adeguato
Individua personaggi direttamente presenti nel testo, li definisce come principali e secondari, ne coglie le azioni esplicite e le collega con le motivazioni indicate.Coglie i rapporti temporali esplicitati e le descrizioni di luoghi
Pienamente raggiunto
Sostanzialmente raggiunto
Raggiunto parzialmente
Capacità tecnica di lettura
Individuare informazioni esplicite
legge silenziosamente in modo corretto e in un tempo adeguato
Individua tutti personaggi distinguendoli tra principali e secondari, attribuendo azioni e motivazioni. Coglie l’aspetto temporale e le descrizioni di luoghi
Legge silenziosamente in modo abbastanza corretto e in un tempo accettabile
Individua quasi tutti i personaggi e mostra qualche incertezza nel distinguerli tra principali e secondari. Attribuisce azioni e motivazioni con accettabile sicurezza. Individua gli sviluppi temporali lineari e coglie le informazioni di base riferite ai luoghi
Legge silenziosamente con lentezza e senza cogliere tutte le informazioni
Non individua tutti i personaggi, confondendo talvolta principali e secondari. Non attribuisce con sicurezza azioni e motivazioni. Non coglie lo sviluppo temporale, non coglie le caratteristiche dei luoghi
dimensioni criteri indicatori
Capacità di comprendere il testo letto
Capacità di individuare le informazioni essenziali presenti nel testo
Capacità di riordinare le informazioni essenziali in modo logico
Ricerca sul dizionario del significato delle parole sconosciute
Comprensione globale del testo letto
Individuazione delle parole-chiave
Conoscere i nessi logici
Produrre lo schema di sintesi
Individua le parole sconosciute e ne ricerca il significato sul dizionario
Coglie il significato globale del testo
Sa riconoscere le parole chiave del testo
Sa individuare collegamenti logici, temporali, causali
Sa costruire scalette, mappe, schemi
Saper rielaborare informazioni e conoscenzeSaper rielaborare informazioni e conoscenze
LIVELLILIVELLI
pieno adeguato parziale
Capacità di comprendere il testo letto
Capacità di individuare le informazioni essenziali
Capacità di riordinare le informazioni essenziali
Comprende in modo autonomo e immediato il significato di quanto letto
Individua in modo autonomo e preciso le parole chiave presenti nel brano
Riconosce con sicurezza i nessi logici, temporali e causali. Produce schemi di sintesi
Comprende il significato di quanto letto
Individua le principali parole chiave presenti nel testo
Sa, in genere, riconoscere i nessi logici, temporali e causali. Sa produrre semplici schemi di sintesi
Comprende il significato di quanto letto con l’aiuto dell’insegnante
Individua le parole chiave solo se aiutato
Riconosce i nessi solo se aiutato. Completa schemi o mappe predisposte