Da Tutmosi III a Cristiano Rosacroce

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(Didascalia Figura Mancante) di epoche diverse di Men-Khper-Ra, il nome dincoronazione diTuthmosi III.

Leredit moderna di

(Didascalia Figura Mancante) 1898, la cui camera principale era fatta come un "cartiglio", ma che fu selvaggia?mente saccheggiata dai profanatori di tombe. La salma del sovrano

TUTHMOSI IIIDi Massimo Barbetta

(Didascalia Figura Mancante) o fa unofferta rituale al dio Amun. A destra la mummia del Faraone, danneggiata in alcuni punti, fu riparata dai sacerdoti di Amun, che la ribendaron

A volte pu capitare, nel corso delle vicende umane, che una importante figura storica, soprattutto se molto antica, venga in parte dimenticata o resa leggendaria da racconti mitici, che possono formare una vera e propria epopea, disgiunta parzialmente o totalmente dal contesto storico in cui essa visse. Uno dei pi grandi Faraoni della storia dellAntico Egitto, insieme a Sesostri III ed a Ramses II, fu sicuramenteTuthmosi III. Questo re condusse lEgitto alla massima espansione territoriale della sua plurimillenaria storia; si distinse come assennato organizzatore dello stato, eccelse come costruttore di templi ma, stranamente o casualmente, (questo studio cerca infatti di appurarlo) conosciuto, ancora oggi, in ambito esoterico sia occidentale che orientale, come il potenziale creatore di una scuola iniziatica e misterica davvero segreta, che si sarebbe mantenuta tale per migliaia di anni. Di questo ateneo segreto, logicamente, non si ha nessuna informazione ufficiale o documentaria, ma si ritiene fosse connesso ai sacerdoti del culto di Amun od a quelli del culto del dio di cui il Faraone portava il nome: Djehuti, alias Thot. Esso aveva la funzione di salvaguardia e mantenimento del sapere e della cultura egizia, che, allepoca di Tuthmosi III era gi onusta di 3.000 anni di fasti e di storia. Ma, attraverso ulteriori 3.500 anni di storia, le conoscenze ancestrali od archetipiche del Primo Egitto, raccolte da questa scuola, sarebbero giunte sino a noi, vivificate e sublimate via via dalle culture che si appropriarono, nel corso dei secoli, degli arcani sentori della terra del Nilo, per essere infine plasmate in un inaspettato corpus letterario. Secondo Laurence Gardner (Le misteriose origini dei re del Graal, pag. 534), Tuthmosi III era stato, infatti, il fondatore di una Grande Fratellanza Bianca, erede di antiche scuole misteriche, cos appellata forse per la veste bianca dei suoi membri, a suo dire, sacerdoti di Ptah ma, pi verosimilmente, per linteresse per la misteriosa polvere bianca chiamata erroneamente, dallo scrittore inglese, mfkzt, in luogo di M-fkat, ritrovata dallegittologo inglese W.M. Flinders-Petrie nellarea circostante lantico sito templare di Serabit elKhadem, nel Sinai. (Archeomisteri nr. 12 e 13). Secondo Harvey Spencer Lewis (1883-1939), (The mystical life of Jesus), fondatore della Loggia Suprema dellAntico e Mistico Ordine dei Rosacroce, e secondo Michael Howard (The occult cospiracy) questa Fratellanza occulta egizia aveva sede nel Tempio di Tebe, ora Luxor; constava di 39 membri, con uomini e donne deputati a preservare i sacri misteri e, perci, considerata come Scuole di misteri. l candidati moderni alliniziazione dellistituzione fondata da Spencer Lewis, lAMORC, acrostico di Antiquus Mysticusque Ordo Rosae Crucis, secondo alcuni derivato dellAntiquus Arcanus Ordo Rosae Rubeae et Aurae Crucis, dovevano prestare giuramento davanti alla Sfinge ed essere ispirati profondamente alla matrice culturale egizia..

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Questa scuola misterica, secondo la tradizione rosa-crociana, era stata fondata direttamente da Tuthmosi III (1479-1425 a.C.). Non a caso lAMORC riconosce come proprio anno di fondazione il 1450 a.C., data di morte di Tuthmosi III, secondo certe cronologie. (Didascalia Figura Mancante) Secondo la leggenda comunemente nota, erano stati proprio i sacerdoti (Kherioronazione (Nesut-Biti): "Men-Kheper-Ra". A destra, invece, il nome con cui era noto (Sa-Ra): "Tuthmosi". Hebs) di Amun a sceglierlo ritualmente, quale legittimo successore al trono, durante una cerimonia religiosa avvenuta durante il regno della regina HatRiassunto delle date di nascita e di morte, attribuite a Tuthmosi III dai principali egittologi. Shep-Sut. = 1504-1452 a. di Il racconto leggendarioRedford istoriare sul tempio C. Karnak, ben 42 anni dopo fatto Krauss = 1479-1426 a. C. gli avvenimenti in questione, da un maturo Tuthmosi III ed analizzato per la Wente, Van Siclen = 1504-1450 a. C. Dodson = 1479-1424 a. C prima volta da Henry Breasted, vuole, infatti, che il giovane Tuthmosi Hornung, Gardiner, Parker = 1490-1436 a. C. frequentasse abitualmente il grande tempio di Amun. Durante una processione Helck = 1467-1413 a. C. Von Beckerath, di in cui la statua del dio, posta suMalek,un tabernacolo a forma di barca, veniva Grimal, British Museum, portata a spalla dai sacerdoti,Arnold, Shaw, si prostr a terra ma, quando la statua Murnane, il giovane Kitchen, Aldred = 1479-1425 a. C. era giunta presso di lui, il dio rese il peso insopportabile ai sacerdoti-portatori, che furono costretti a fermarsi, invitando il giovane principe a rialzarsi. In realt, sembra che furono gli stessi sacerdoti ad escogitare questo trucco, quale un vero e proprio deus ex machina ante-litteram, conferendo a Tuthmosi la benevolenza e lapprezzamento della loro gruppo, tramite il simulacro di Amun. Come conferma Alan Gardiner (La civilt egizia, pag.166), vi era un potente partito, sostenuto dal clero di Amun, che prediligeva senza remore il giovane principe; e che Tuthmosi potrebbe aver confermato come esistenza, privilegi ed organizzazione, una volta ratificata la sua ascesa al trono. Sotto il profilo storico, quindi, teoricamente verosimile che il giovane Tuthmosi abbia voluto tutelare la memoria e la struttura di queste scuole misteriche, unificandone e strutturandone lassetto, con la sua consueta energia e determinazione (anche se levento potrebbe non essere avvenuto in questo modo). Come ebbe a scrivere, con tono enfatico e spirito romanzesco, lo stesso Spencer Lewis (Rosicrucian questions and answers with complet history of the Rosicrucian Order, Rosicrucian Library, vol. I), Una ristretta cerchia di iniziati era ammessa alle stanze personali del faraone. l membri di questi gruppi divennero sempre pi selezionati, con insegnamenti sempre pi profondi e le discussioni sempre pi dialettiche; tanto che nacque una societ autocratica e segreta di grandi menti, ponendo le basi della grande Fratellanza Bianca... Fu Tuthmosi lll che modell, strutturandola, la forma fisica di questa Fratellanza... Un giorno Tuthmosi propose che la classe che si incontrava nelle sue stanze divenisse un ordine chiuso e segreto. Si tramanda come questo incontro si svolgesse nella settimana tra il 28 Marzo ed il 4 Aprile del 1489 a.C. (Anche qui le datazioni non consentono di esprimere un parere univoco; tuttavia, se esaminiamo la maggior parte delle cronologie degli egittologi, in questo anno Tuthmosi III o non era nato o era un bambino!), pi precisamente Gioved, 1 Aprile, successivamente connesso ad un gioved santo... Alla riunione parteciparono 3 donne, tra cui la moglie di Tuthmosi e 9 uomini; e fu deciso, per sicurezza, di non dare un nome alla Fratellanza... Nel 1447 a.C. vi erano 39 membri; e gli incontri avvenivano in una sala del Tempio di Karnak, allesterno della quale vi erano due obelischi del faraone... . Le riunioni venivano vidimate dal sigillo, con cartiglio del sovrano; che divenne, cos, emblema dellOrdine. E Tuthmosi stesso non mancava di emettere uno scarabeo recante il suo cartiglio ed un simbolo noto a tutti i mistici. Uno di questi stato donato a noi (AMORC) Questo cartiglio contenuto

(Didascalia Figura Mancante) Tre esempi di scarabei commemorativi, "editi" da Tuthmosi III: Uno di questi potrebbe essere in possesso dellAMORC, gi? dai tem (Didascalia Figura Mancante) nfidenzialmente appellato "Cleopatras needle; "lAgo de Cleopatra: donato dal Governatore egizio Ismahil nel 1878. A destra lObelisco di Tuthmos

nellobelisco di Central Park, che si ipotizz sarebbe stato poi eretto nel paese dove lAquila distende le sue ali (un po di sano patriottismo a stelle e strisce non guasta!)

Secondo Michael Howard, le iscrizioni dellobelisco egizio fatto incidere (Didascalia Figura Mancante) daTuthmosi Tuthmosi lui definito il Faraone rende Mos, presente a New York, raffigurazioni, il dio m?mento di un obelisco distrutto diIII, da III, a Karnak, dove trisavolo diomaggio al dio Amun. Da notare, in entrambe le nel Central Park, e chiamato confidenzialmente, ma erroneamente, lAgo di Cleopatra, furono identificate, da Spencer Lewis, come simboli criptati di tipo massonico. Daltro canto la spedizione dellobelisco negli States, da Alessandria dEgitto, fu curata proprio da massoni. Non stupisce, a questo punto, sapere che, al di sotto del basamento dellobelisco di Tuthmosi III, furono ritorovati, 7 oggetti di uso pratico, ma di fortissimo valore simbolico massonico, fatti interrare da un gruppo di massoni, durante una cerimonia rituale, per le generazioni future. Evidentemente lassociazione culturale tra Tuthmosi III, che dellobelisco era lautore, e lintellighentia statunitense non era solo prerogativa dellAMORC. Altri obelischi del faraone sono a Roma, nei pressi del Laterano; a Londra, nei pressi del Victoria Embankments sul Tamigi; e allippodromo di Istambul. Laurence Gardner, un po disinvoltamente, ci fa sapere che una filiazione di questordine, fondato da Tuthmosi III, diede origine ai Terapeuti egizi che, in Giudea, a quanto riporta Spencer Lewis, furono identificati con gli Esseni di Qumran, di cui Ges faceva parte; forse antesignani della sapienza di quelli che diverranno, secoli dopo, i Rosa+Croce. Inoltre, come apprendiamo da Alan Gardiner (La civilt egizia, pag. 51): Il vocabolo egizio originario Per Aa, significava semplicemente Grande Casa, ed era uno dei modi per designare il palazzo reale. In seguito, durante il regno di Tuthmosi III incominci ad essere usato per il re stesso.... Di qui la parola Faraone pass nelle Sacre Scritture ebraiche e da queste nel nostro vocabolario. Si pu cos inferire che il termine Faraone abbia iniziato a comparire nella Bibbia proprio sulla scorta della figura di Tuthmosi III. Un indizio indiretto di una versatilit di Tuthmosi III per tutti i campi dello scibile, ci giunge dalle parole di un suo funzionario. Il vizir Rekh-Mi-Ra lasci infatti scritto nella sua tomba, a proposito del suo re: Sua maest era sempre informato di tutto; non vera nulla in cui fosse ignorante. Era come Thot, e non vi era argomento che egli non sapesse trattare. Al di l del consueto tono celebrativo ed encomiastico dellampolloso stile egizio, ed oltre al gioco di parole tra Toth-mosi ed il dio Toth, spicca il fatto che il Faraone guerriero, era tuttaltro che uno sprovveduto in termini di cultura e di apertura mentale, tanto da essere paragonato al dio Thot, dio della scrittura e delle scienze. Poich abbiamo detto che lAMORC raccoglieva leredit spirituale e culturale dei Rosa+Croce, vediamo di sapere qualcosa di pi a riguardo. Le leggende fiorite intorno ai Rosa+Croce, di cui lAMORC di Spencer Lewis si diceva custode, parlavano di una diceria secondo cui lOrdine alternava 108 anni di attivit a 108 anni di quiescenza, al termine dei quali si procedeva ad una nuova rinascita dellOrdine dei Rosa+Croce, mediante lapertura di una tomba in cui vi era il corpo di un Gran Maestro C. R. C. insieme a manoscritti ed antichi gioielli. La sigla C.R.C. si riferiva, con tutta probabilit, al leggendario e virtuale creatore dellOrdine, Christian Rosenkreutz; il cui nome corrisponde, in tedesco, lingua dei fondatori della tradizione rosa+crociana, a Rosa CroceDa Tutmosi III a Cristiano Rosacroce.doc Pagina 3 di 13

Cristiana, evidenziando, sin dallinizio, un tentativo, durato secoli e che permane ancora oggi, di conciliare lesoterismo e lalchimia, con tematiche cristiane. (Didascalia Figura Mancante) o di Piazza Laterano,XIII secolo comparve il destra, i nomi Horus, Horo dOro, Neb-ty Sa-Ra, Nesut-Biti.de Villeneuve, Nel a Roma. Compaiono da sinistra a Rosarium Philosophorum, di Arnaud che sembra essere il primo testo scritto che parla della tradizione della Rosa+Croce. Nel 1533, invece, fu edito da Paracelso il Liber resurrectione e corporum glorificatione che accenna al simbolo della Rosa+Croce. Nel 1614, 1615 e 1616 videro la luce, i tre manifesti paradigmatici delle

tematiche rosa-crociane: Fama fraternitatis Confessio fraternitatis, Nozze chimiche di Christian Rosenkreutz, che Spencer Lewis pensava fossero dovuti alla penna di Francesco Bacone; mentre altri studiosi, quali Roland Edighoffer, riteneva essere stati composti dal Cerchio di Tubingen, un gruppo di esoteristi, kabbalisti ed alchimisti, originari della cittadina tedesca. Nel 1693, inoltre, un gruppo di rosa+crociani, guidati dal maestro Johannes Kelpius (1673-1708), sbarcarono a Wissahickon, vicino a Philadelphia, (Didascalia Figura Mancante) ellAMORC. Il Faraone egizio veniva chiamato "K-H-M Lal Singh" stabilendosi negli Stati Uniti e trasferendo il germe della cultura rosa+crociana presenti nei riquadri rossi. In alto a destra compare il nome "Maat"; termine che gli egizi conferivano allEquilibrio", all"Armonia Cosmica" divinizzata negli U.SA. Nel 1907 Harvey Spencer Lewis, futuro studioso delle tematiche rosa+crociane, e fondatore della New York Society for Psichical Research, sent parlare dellesistenza dei Rosa+Croce da May Bank Spacey. Nel 1909 Spencer Lewis si rec in Francia per incontrare alcuni esponenti dellordine, conosciuti tramite Clovis Lasalle. Dopo averne soppesato e vagliato la levatura intellettuale e la cultura, i membri transalpini decisero di iniziare Spencer Lewis a Tolosa, dandogli lincarico di preparare la rinascita americana dellordine. Fu cos che Lewis istitu lAMORC nel 1915, per ricevere poi la carica di Imperatore dellOrdine, ed essere ribattezzato con lappellativo di Sar Alden. LAMORC era organizzato, secondo la struttura massonica, in Logge di almeno 50 membri ognuna, Capitoli di almeno 30 membri ciascuna, Pronai di almeno 15 membri. La locandina dellAMORC, tuttora disponibile sul web, mostra una croce con una rosa al centro circondata dalla scritta ad emicerchio Antiquus Mysticusque Ordo e, sotto la croce ed in grassetto, la dizione Rosae Crucis. In alto compare, a sinistra, la sigla CRO, probabile acronimo di Christian Rosen Kreutz (Rosa croce cristiana) ed, a destra, la parola Maat, che in egizio significa Armonia, Verita, Equilibrio cosmico, impersonata dallomonima Dea o principio divino, talora applicata dagli egittologi alle vicende umane; e tradotta, in questo caso, con un, invero riduttivo, significato di giustizia. Come vedremo, nella tradizione gnostica iniziatica di ispirazione massonica, il concetto della Maat egizia molto presente e strutturalmente di estrema importanza. Ai due lati della locandina, dissimulati quasi come un elemento decorativo, compaiono i due cartigli di Tuthmosi III, presente con il suo nome Nesut-Biti (Re dellAlto e Basso Egitto) di Men-Kheper Ra (Stabile la trasformazione di Ra). A Harvey Spencer Lewis, che resse la carica di lmperator dal 1915 al 1939, successero in seguito il figlio Ralph Maxwell Lewis (imperator dal 1939 al 1987), Gary L. Stewart (dal 1987 al 1990) Christian Bernard (dal 1990 fino al

1997) e lattuale Yves Jayet. Dopo aver fondato le prime sedi dellAMORC a New York, Tampa, San Francisco, San Jos, poi elevata a rango di sede centrale, Spencer Lewis inizi a collezionare reperti orientali, donati dai primi membri e sponsorizz gli scavi, nel 1921, a Tell el-Amarna, la dimenticata Akhet Aton, la capitale fondata da Akhen Aton, alias Amenhotep IV. Seguirono poi la creazione, nel 1918, del Rosicrucian Egyptian Oriental Museum, e lorganizzazione di diversi Gran Tour of Egypt tra i suoi membri. Sicuramente interessante, ma dibattuta, la collaborazione tra lAMORC di Spencer Lewis e leuropeo O.T.O. (Ordo Templi Orientis). Se infatti la stessa segreteria dellAMORC conferma i rapporti di collaborazione culturale ed organizzativa con il tedesco Theodor Reuss (1855-1913), fondatore dellOrdo nel 1906, assai controverse, invece, sono le frequentazioni con Edward Alexander, detto Aleister Crowley (1875-1947), la Bestia, occultista ed esoterista nero, proveniente dalla Golden Dawn, e membro dellO.T.O. dal 1911. Per molti anni, infatti, Spencer Lewis non vide affatto di buon occhio Crowley; e, solo tardivamente, gli concesse qualche considerazione. Secondo Robert Vanloo (Les Rose-Croix du Nouveau Monde. Aux sources du rosicrucianisme moderne) Theodor Reuss avrebbe conferito nel 1915 a Spencer Lewis lattestato di affiliazione allOrdo Templi Orientis. Lo stesso Reuss, peraltro, riteneva lO.T.O. la facciata esterna del rosicrucianesimo. In unintervista, presente nel portale web dellAMORC, il penultimo imperator, Christian Bernard cos si esprime: Nessuno pu negare che lEgitto la culla non solo delle scienze fisiche (medicina, astronomia, geometria,...), ma anche delle scienze sacre, tra le quali lesoterismo. Molte opere dei secoli passati ne fanno, in effetti, La sorgente di una Tradizione Primordiale, cio di una conoscenza assoluta che Dio ha rivelato a pochi eletti e che stata trasmessa attraverso una filiazione di Iniziati: Ermete Trimegisto, Mos, Zoroastro, Orfeo, Pitagora... Come vedremo, le prime due figure, qui citate ed accomunate, Ermete Trimegisto e Mos, facevano parte di antiche conoscenze, filtrate dallOriente e giunte in Italia gi molto tempo prima della nascita formale della tradizione rosa+crociana Secondo gli Annali dellAMORC le persone particolarmente significative, che sono appartenute ai Rosa+Croce, venivano precedute dallappellativo Sar, forse corrispondente al fonema mesopotamico Shar, re, analogo al numero 3.600, entit di tempo strettamente connesso con le divinit. Non bisogna dimenticare, peraltro, che il nome Sar secondo gli egizi, corrispondeva, in base alle ricerche da me condotte, alla stella Aldebaran, la stella gigante rossa conosciuta come Alfa del Toro, locchio del Toro. LA CONNESSIONE MASSONICA Ma la correlazione tra Tuthmosi lll ed il concetto divinizzato di Maat, lArmonia Cosmica, non soltanto prerogativa dellAMORC. Christopher Knight e Robert Lomas, autori de La chiave di Hiram, massoni apprezzati per limpegno e le ricerche compiute sulle radici storiche e culturali della Massoneria (ma anche talvolta disapprovati per la mancata segretezza di molte loro rivelazioni sullassociazione di cui facevano parte) affrontano il tema di una filiazione egizia delle matrici e dei germi culturali che hanno segnato linizioDa Tutmosi III a Cristiano Rosacroce.doc Pagina 5 di 13

della Massoneria in epoche antiche. Knight e Lomas, esaminando la parola sacra rituale della cerimonia di passaggio al 3 grado, quello di Maestro, e scomponendola nei fnemi che la costituiscono, trovano che si tratterebbe di parole egizie. Questa loro scoperta, appare cos rilevante, da connotare la copertina del libro da loro stessi composto. Le parole egizie, come leggiamo a pag. 156,

sarebbero Maat Neb Men Aa seguite da Maat Ba Aa, la cui traduzione potrebbe essere Stabile e Grande il Signore dellArmonia e Grande lo Spirito dellArmonia. La traduzione di Knight-Lomas invece: Grande il Maestro massone eletto e Grande lo spirito della Massoneria, da cui si evince, secondo gli autori, che la Massoneria, in un alto e nobile ideale di universalit, corrisponderebbe a Maat, lArmonia Cosmica. l due ricercatori inglesi cos si giustificano per la loro scelta lessicale (pag. 156): Al termine Maat abbiamo fatto corrispondere la parola massoneria, perch la lingua moderna priva di unespressione atta a convogliare il composito significato originale de! termine, che racchiude in s concetti quali verit, giustizia, lealt, armonia e rettitudine morale, simboleggiati dalla regolare purezza delle fondamenta, perfettamente squadrate e diritte, di un tempio. Occorre sottolineare come il concetto di Maat sia essenzialmente connesso al cosmo, anzi al macrocosmo, e, solo secondariamente, alle vicende umane che del cosmo sono una parte significativa, anche se estremamente esigua. Tutto ci in pieno rispetto dellaforisma ben conosciuto, emblema della scuola ermetica, connessa pertanto ad Ermete Trimegisto. Come sopra, cos sotto. Ricordiamo, fra laltro, che la Regina HatShep-Sut aveva scelta come proprio nome Nesut Biti, (Re dellAlto e Basso Egitto) Maat-Ka-Ra (Armonia Spirito vitale di Ra), evidenziando un particolare interesse e rispetto per la dea dellArmonia cosmica. Non quindi un caso che il giovane Tuthmosi III, che dalla matrigna era, suo malgrado, condizionato, possa aver assimilato certi ideali culturali e religiosi ancora prima di salire al regno. Altri Faraoni quali Amenhotep III, Seti I, Ramses II e buona parte dei sovrani ramessidi, non mancarono di inserire, nei propri cartigli reali la dea Maat. Knight e Lomas (pag. 118) riferiscono, inoltre, come il racconto di Tuthmosi III presenta forti analogie con la storia di Jahv trasportato nellarca (un tabernacolo a forma di imbarcazione) dagli Israeliti, tali da indurci a rileggere il libro dellEsodo sotto una nuova luce, consentendoci di rilevare una singolare impronta egizia nella leggenda di Mos e del popolo eletto. Altro fatto interessante, che coordina il nome di Tuthmosi III con una sorta di Maat cosmica, la levata eliaca (prima del sorgere del Sole) della stella Sirio (Sothis), che avvenne proprio durante il regno del Faraone guerriero. Il dio egizio Thot, chiamato anche Djehuti dal corpo di uomo e dalla testa di ibis, figlio di Ra e sposo di Maat, arbitro della contesa fra Seth ed Horus, era il dio lunare della scrittura e degli scribi, del tempo, della storia, della geometria, tramandate in seguito in Grecia da Pitagora e da Platone e, tardivamente, dellalchimia. Uno dei suoi appellativi era Colui che calcola nel Cielo, colui che enumera le

stelle, il numeratore della Terra. In certi miti ad Hermopolis Parva, citt dove era adorato,Thot aveva creato il mondo tramite il verbum, in qualit di Demiurgo Universale. Grazie a questo, egli concretizz 4 coppie di dei, che formarono lOgdoade. Principalmente adorato a Khemenu, od Hermopolis Magna, lattuale el-Ashmunein, detta citt degli otto, chiamata, appunto, in gergo citt dellOgdoade, dalle otto divinit che ne caratterizzavano il culto, e che catalizzavano lattenzione sul cielo delle stelle. Ma Thot era conosciuto dai neoplatonici con il nome di Ermete, o Hermes. ERMETE TRISMEGISTO E LA TARSIA DEL DUOMO DI SIENA Una delle rare raffigurazioni di Ermete Trismegisto, che non siano litografie, xilografie, o stampe depoca, risalenti al XVl-XVII secolo, ci giunge dalla pregevole tarsia, posta sul pavimento del Duomo di Siena. Come apprendiamo dallerudito, poliedrico ed esaustivo Nei giardini di Toth; Cultura ermetica e arti magiche a Siena nel Rinascimento a cura di Mario Ascheri e Vinicio Serino, questa ed altre pregevoli tarsie furono volute e fatte istoriare dallOperaio senese Alberto Aringhieri, Cavaliere di Rodi, in pratica Cavaliere dellAntico Ordine degli Ospitalieri che, insieme ai cavalieri dellOrdine del Tempio, era stato uno dei baluardi della cristianit in Terrasanta, durante le epiche Crociate. Lopera risale al 1488 ed di Giovanni di Stefano. La tarsia di Ermete Trismegisto si inserisce nel contesto di molte altre pregevoli tarsie, presenti nelle navate del Duomo che raffigurano le 10 Sibille, lAllegoria della Fortuna (Colle della Conoscenza), la Morte di Assalonne, la Lupa senese, con i simboli delle citt alleate, la Ruota della Fortuna, David con il salterio (che ripropone alcune tematiche da me gi presentate sul tema della zoppia sacra in Archeomisteri nr. 38). Il periodo in cui furono ideate e realizzate queste opere risente in pieno dei germi culturali che pervadevano la Toscana del pieno Rinascimento. Questa parola esprime appieno il desiderio di riscoperta della cultura classica e neoclassica, arricchita di influssi arabi ed ebraici, dei secoli passati. Nel 1460 Cosimo de Medici invi il monaco Leonardo da Pistoia, in Macedonia, a recuperare un importante manoscritto ellenistico, di cui aveva sentito parlare (approfondire i rapporti di Cosimo con Gemisto Pletone, Mario). ll monaco fece il suo dovere e, agli sbalorditi fiorentini, riport una rara versione integrale del Corpus Hermeticum. Cosimo consegn il manoscritto greco al suo pi valente traduttore, Marsilio Ficino, raccomandandogli di fare presto a tradurlo, perch egli era gi avanti negli anni, e voleva leggerne la traduzione prima di morire. Cosimo, morto nel 1464, riusc solo a leggere la prima frettolosa stesura di Ficino; ma, con la seconda versione, del 1471, si pu quasi dire che inizi la cultura italiana ermetica, quale appendice peculiare del Rinascimento. In questo ipotetico crogiolo di fermenti che vedeva a Firenze il suo capoluogo, ma che diffondeva benefici influssi su tutta la Toscana e, quindi, anche a Siena, si svilupp lAccademia Medicea, con Angelo Ambrogini, detto il Poliziano, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Luigi Pulci. Ecco cos che la traduzione del Corpus Hermeticum, ispirato alla figura mitizzata di Ermete Trismegisto, fece nuovamente conoscere nei cenacoli culturali della Toscana, prima, e dellItalia, poi, il complesso di idee e filosofie gnostiche ermetiche scomparse in Europa gi dal II - III secolo d.C. Questo rinnovato interesse culturale e spirituale verso questi nuovi aspetti del pensiero, sublimati e rivisitati alla luce del pensiero cattolico cristiano, pi oDa Tutmosi III a Cristiano Rosacroce.doc Pagina 7 di 13

meno esteriore, consent che, indirettamente, tutti gli ambienti culturali delle citt ne fossero favorevolmente condizionati; al punto che furono inseriti allegorie o simbologie di ispirazione gnostica o ermetica (e il Duomo di Siena ne lesempio pi cristallino) in un luogo di culto cattolico. Questo avvenne solo e soltanto nel periodo del Rinascimento, in quanto nel Medio-Evo i fermenti culturali non esistevano, semplicemente perch mancava la conoscenza dei testi. NellEt della Controriforma, invece, il timore delle eresie e delle deformazioni e devianze dalla retta morale cattolica, oscurarono lo spirito umanistico. Con tutta probabilit, infatti, se Alberto Aringhieri fosse vissuto solo 100 anni dopo la sua epoca, le pregevoli tarsie, che ora fanno bella mostra sul pavimento del Duomo di Siena, le potremmo vedere soltanto nella villa privata del nobile senese. Come afferma Roberto Guerrini, non a caso le tarsie del Duomo di Siena costituiscono un eccezionale caso di sincretismo tra filosofia pagana e cristiana; vi sono infatti esposti i misteri fondamentali del Cristianesimo attraverso la lettura degli Oracoli sibillini, compiuta da Lattanzio e mediata dallo spirito rinascimentale. Un particolare interesse era legato, per i senesi del periodo rinascimentale, alla struttura stessa del Duomo, considerato, oltre che simbolo ecclesiale, anche luogo sacro a prescindere; sulla falsariga delle maggiori cattedrali gotiche europee, edificate su preesistenti vestigia di antichi luoghi di culto di epoca gallica, greca, romana, forniti di importanti valenze geomagnetiche. Girolamo Gigli, non a caso, ci riferisce, a proposito dellattuale Duomo di Siena, che questa nostra insigne Basilica, oggi Metropolitana, serv anticamente ai Gentili di Tempio dedicato a Minerva... essendo...che quel popolo...serbasse il culto per quelle deit che erano le pi caste: ond che in altri tempi si venerava pur da Sanesi antichi Diana. In tempi molto remoti, quindi, il Duomo di Siena aveva la duplice valenza di luogo dedicato a Minerva ed a Diana. Non allora una casualit che una lapide del Duomo riporti la frase: Castissimum Vir/ ginis Templum/ Caste Memento/ingredi. Formalmente la traduzione recita: Ricordati di entrare castamente nel castissimo Tempio della Vergine, tuttavia alcuni esegeti pongono lattenzione sul fatto che liscrizione focalizza troppo il luogo in se stesso, invece che il suo valore simbolico quale luogo di culto cristiano, senza dimenticare che la Vergine non collegata, nelliscrizione, al nome Maria, inequivocabile allusione alla Madre di Ges. Questa Vergine era forse lomonima costellazione o una divinit antica quale Diana o Minerva, note per la loro castit? Sottigliezze formali da sofisti o credi gnostici dissimulati? Difficile affermarlo con sicurezza! Non dimentichiamo che Marsilio Ficino, traduttore del Corpus Hermeticum afferm che Lastrologia non altro che la traduzione in un linguaggio celeste della realt, una proiezione figurata ed ingrandita dei moti della psiche, dellagitarsi degli affetti. Leggere gli astri significa leggere in noi; leggere nel nostro spirito significa leggere nellUniverso; e lUniverso non che un grande vivente. Marsilio ebbe anche a dire: Nel tempo in cui nacque Mos, fioriva lastrologo Atlante, fratello del fisico Prometeo e zio materno di Mercurio il vecchio, il cui nipote fu Ermete Trismegisto Anche se lo stesso Marsilio riteneva, peraltro, che Mos ed Ermete Trismegisto fossero la stessa persona: Non dobbiamo meravigliarci che costui (Ermete

Trismegisto) sapesse tutto, se Mercurio altri non era che lo stesso Mos. La tarsia di Ermete Trismegisto del Duomo di Siena, a detta di molti autori, sembra essere una sorta di crittografia, quasi una specie di tarsia enigmistica, che mostra certi simboli e altri ne lascia da far decrittare dal visitatore, pi che mai invitato ad essere fine osservatore di che cosa si presenta ai suoi occhi. Liscrizione sul libro aperto che Ermete dona allallievo, posto alla sinistra dellosservatore, mostra questa frase sulla pagina di sinistra: Suscipite o licteras; e, su quella di destra, et leges egiptii. Se noi verifichiamo il senso di lettura tradizionale, pienamente ispirato al Corpus Hermeticum, abbiamo questa traduzione: Fate proprie la letteratura e le leggi di un egizio. Vediamo come vi sia un riferimento ad acquisire, da parte delleventuale osservatore, il patrimonio culturale lasciatoci dallegizio Ermete Trismegisto. Tuttavia, come afferma Mario Luccarelli (Nei Giardini di Toth, pag. 126), possibile attribuire al termine licteras la valenza di geroglifici figurati, a funzione alchemica o iniziatica: ll ben noto Ermete Trismegisto in Duomo che invita chi entra a leggere, osservare, interpretare come legge etica i geroglifici ben presenti nel Tempio pagano/cristiano. Questa - a mio giudizio lesatta lettura del ter maximus: Ors, voi che entrate, suscipite (accogliete) licteras (i geroglifici, il linguaggio sacro, misterico) dellEgizio, posti in questo luogo sacro e osservateli come norma di vita (leses). Se, tuttavia, ammettiamo che vi sia, allinterno delliscrizione della tarsia, un significato criptato, non a caso definito ermetico, possibile verificare, sfruttando le variabilit di significato dei vari vocaboli latini, e approfittando della mancanza dellarticolo, propria della lingua di Cicerone, che consente traduzioni nascoste, se qualche parola delliscrizione si presti a duplici significati. La parola chiave delliscrizione, in questo caso, leges, leggi, che, oltre ad essere il plurale di lex, la 2a persona singolare del futuro di lego. Questo verbo, contrariamente a quello che si pu abitualmente pensare, ha il significato di raccogliere, cogliere, scegliere, nominare e, solo secondariamente, di leggere, nel senso di raccogliere le lettere, che, guarda caso, sono proprio contenute nelliscrizione stessa (licteras). La frase delliscrizione, pertanto, potrebbe vedere nel suscipite un generico monito, simile ad un memento per poi proseguire con et leges o lictera egiptii, per una traduzione generale di: Fate attenzione!...e tu (visitatore) raccoglierai le lettere (del nome) di un egizio. Verrebbe, quindi, suggerito alleventuale investigatore del mistero di ricercare lettere che compongono il nome di un egizio Ma dove? Lunico luogo, nella tarsia, che fa ipotizzare un possibile codice nascosto, il titolo posto ai piedi di Ermete Trismegisto, che contiene alcune stranezze e, soprattutto, una informazione che non ci saremmo aspettati, specie in unopera di fine 400. Liscrizione del titolo, in basso nella tarsia reca la seguente dizione: HERMIS MERCURlUS TRIMEGISTUS CONTEMPORANEUS MOYSI che, tradotta in italiano, diviene. Ermete Mercurio Trismegisto, contemporaneo di Mos. Emergono alcune stranezze linguistiche: la prima luso di Herm-i-s, in luogo di Herm-e-s, la seconda lutilizzo della dizione Trimegistus al posto di TriDa Tutmosi III a Cristiano Rosacroce.doc Pagina 9 di 13

s-megistus, latinizzazione del greco . Altro particolare inconsueto la ridondanza o la tautologia di usare Mercurius, quando gi si era usato il termine Hermes. Ma il fatto davvero interessante, tuttavia, la frase che riporta come Ermete Trimegisto fosse contemporaneo di Mos. Il Corpus Hermeticum, pur risalendo al I-II secolo a.C. nella sua matrice formativa, poi estesa, nella sua divulgazione, fino al II-III secolo d.C., si riferisce ad un passato estremamente lontano rispetto a questa epoca, ma non localizzato con precisione. Schwaller de Lubicz collocava le Tabule Smaragdine, donate da Ermete Trimegisto, in un periodo compreso tra lAntico ed il Medio Regno, mentre C.R.S. Mead (Thrice greatest Hermes) ritiene che lespressione Trismegisto sia per lo meno contemporanea a Tolomeo Epifane che, infatti, definisce Hermes con lappellativo di grande e grande. Sul fatto che Ermete fosse definito Trismegistus c una certa variabilit di interpretazioni. Secondo alcuni il tre volte grande sarebbe un semplice superlativo di stima; secondo altri, invece, si tratterebbe di una figura che si sarebbe incarnata, secondo i dettami della metempsicosi, impregnata, quindi, di sentori pitagorici, per tre volte. Secondo altri ancora, poi, vi sarebbero state tre persone diverse che, nel corso del tempo, avrebbero portato questo nome; di cui il terzo, sarebbe stato quello dotato di maggiore carisma e spessore morale e filosofico. Questultimo avrebbe raccolto e condensato un patrimonio di conoscenze molto pi antiche della sua epoca, probabilmente perse nella notte dei tempi. Egli stesso avrebbe poi favorito, presso saggi e sacerdoti, lulteriore coagulazione e fusione di conoscenze dalla sua epoca fino al periodo tolemaico, quando il Corpus Hermeticum prese la sua forma sostanziale. La contemporaneit tra Ermete e Mos, espressa dalliscrizione, focalizza, invece, unepoca - seppure non localizzata, a tuttoggi, con estrema precisione - con una connotazione pi precisa. La querelle sullepoca e, di conseguenza, sul Faraone che sarebbe vissuto ai tempi di Mos, spazia (dal pi recente al pi antico), fra Merenptah e Ramses II, della XIX Dinastia, ed Amenhotep IV, alias Akhenaton, fino a Tuthmosi III, della XVlll Dinastia, estendendosi tra il 1212 a.C. ed il 1480 a.C. circa. Sono per diversi gli autori che affermano o una contemporaneit tra Mos e Tuthmosi III, o una sostanziale sovrapposizione delle due figure storiche. Daltro canto nella Bibbia vediamo Dio che invita Mos a costruire un serpente di bronzo ed a porlo intorno ad una verga, con specifica funzione apotropaica curativa, in pratica un caduceo, tipico della futura iconografia (anche medica) di Mercurio, ma anche delle rappresentazioni egizie del dio Thot. La stessa prestigiosa Encyclopedia Britannica propone, per la datazione dellEsodo di Mos dallEgitto, una data che cadrebbe durante il regno di Tuthmosis III; ipotesi condivisa, peraltro, anche da Ian Wilson (The Exodus enigma) e da J.I. Packer, Merril C. Tenney, William White jnr (The Bible almanac). La tradizione esoterica, ma di tipo occultista, fece propria la contemporaneit tra Mos ed Ermete, cio, il Thot egizio, creando il nome di Toth-Moses, forse senza sapere che questo era il nome stesso di un importante Faraone. Antiche leggende vogliono poi che Ermete Trismegisto fosse stato il nome simbolico di una Scuola esoterica dei misteri dellAntico Egitto, curiosamente

la stessa idea introdotta dallAMORC di Spencer-Lewis, che vi poneva, invece, a capo Tuthmosi III. La creazione di una realt leggendaria intorno alla figura di Ermete Trismegisto, possibile anche in virt del vistoso lasso di tempo trascorso dal Corpus Hermeticum allepoca di Tuthmosi III. In pratica, tra la comparsa della leggenda di Ermete Trimegisto ed il periodo in cui visse Mos e, di conseguenza, lErmete storico, vi sarebbero, infatti, 10-12 secoli. Per fare un esempio moderno, tale lasso di tempo sarebbe la differenza cronologica esistente fra i nostri tempi, e quelli di Carlo Magno; non a caso, figura molto romanzata e resa leggendaria per le sue vicende, proprio come accadde al mitico Ermete. Se ora noi torniamo alliscrizione del titolo della tarsia, alla luce del suggerimento preliminare nel libro che Ermete dona alladepto, aggiunte alla seconda parte delliscrizione stessa, abbiamo questa crittografia, sulla vera identit di Ermete: Fate attenzione!... e tu raccoglierai le lettere (del nome) di un egizio, contemporaneo di Mos. Applicandola alla prima parte della frase: HERMIS MERCURIUS TRIMEGISTUS, otteniamo alcune ulteriori considerazioni. Mercurio il dio latino che corrisponde all greco, derivato dal dio egizio Thot. Non , infatti, un caso, che lidentificazione Mercurius-Thot, sia stata gi proposta e sottolineata da Mario Ascheri e da Vinicio Serino, tanto da dare titolo alla loro opera (Nei giardini di Thot). Trimegisto una latinizzazione del greco , che significa grandissimo. Ora, poich letimologia del nome Faraone, introdotta, guarda caso, proprio ai tempi di Tuthmosi III, era Per Aa, grande casa, sottolineando laggettivo grande, in greco, non si pu davvero escludere che, in questo senso, Megistus, corrispettivo di ellenico, sia un appellativo di Re, Faraone. Nella tarsia del Duomo di Siena il numerale Tri, senza la s, che di solito separa tri da megistus, potrebbe, pertanto, essere correlato al nostro Terzo. Luso del termine Her-mes, se noi lo interpretiamo in senso geroglifico o di lettere egizie, come chiedeva liscrizione, contiene la parte iniziale che compone la parola Her, la fonetica egizia di Horus, il dio Falco figlio di Osiride ed Iside, di cui il Faraone costituiva lincarnazione, tant vero che nella titolatura reale ben 2 dei 5 nomi del re, lo contenevano (nome Horo, nome Horo dOro). Il suffisso mes, parte finale di Her-mes, in geroglifico egizio corrisponde al termine nascita, origine. Riarrangiando, quindi, in base a questi nostri procedimenti di analisi, lintera decrittazione della frase, secondo la lingua egizia: HERMIS MERCURIUS TRl(S)MEGISTUS otteniamo cos un incredibile Horus Mes Thot 3 Faraone, vale a dire: il Faraone Horus Tuthmosi III Ma un altro dettaglio, apparentemente insignificante, depone per questa interpretazione. Nellopera Aegyptiaca dello scriba Manetone da Sebennito, (che prese il la proprio quando stava per cominciare a farsi strada la leggenda di Ermete Trismegisto), elaborata su commissione della Dinastia dei Tolomei, per porre ordine nella plurimillenaria storia della terra del Nilo, vi erano citati molti Faraoni. Pur essendo andata perduta nel suo originale, lopera di Manetone citata da molti autori successivi, che lavevano letta di persona.Da Tutmosi III a Cristiano Rosacroce.doc Pagina 11 di 13

Il nome che Manetone riservava, nelle sue cronologie, a Tuthmosi III era Misafris. Sar un caso ma, senza nessuna ragione apparente, nelliscrizione della tarsia del Duomo di Siena, invece del corretto Hermes, troviamo la dizione Herm-is, dove Mis proprio la sillaba iniziale con cui era noto Tuthmosi III (Misafris); proprio ai tempi, come detto pocanzi, della nascita del mito di Ermete Trimegisto. Inoltre lo storico di Sebennito afferma che lEsodo degli Ebrei dallEgitto sarebbe avvenuto durante la parte iniziale della XVlll Dinastia, non molto distante dal regno di Tuthmosi III. Daltro canto gi lo storico Artapanus (I, II secolo a.C.) correlava Mos ad Ermete Trismegisto Il fatto che pu far storcere il naso a questa mia interpretazione non tanto lutilizzo di un codice di crittazione figurato che mostra una buona conoscenza della struttura della lingua egizia, rimasta apparentemente sepolta nel suo mistero fino a Champollion, cio fino ai primi decenni del XIX secolo, ma, soprattutto, il fatto che siamo alla fine del XV secolo, a Siena, quando la diffusione della cultura e del pensiero della letteratura classica, era limitata da molteplici cause, anche logistiche. Tutto per potrebbe essere rivalutato, se pensiamo a chi ha voluto le tarsie allinterno del Duomo della sua citt: Alberto Aringhieri che, essendo cavaliere di Rodi, come si evince dal dipinto che lo ritrae nella Cappella di San Giovanni, apparteneva allOrdine degli Ospitalieri. Questi antichi cavalieri, al pari dei cavalieri Templari, erano venuti in contatto con il mondo arabo in Terrasanta e, sicuramente, con quello copto-egizio, durante alcune campagne militari; nella parte dellEgitto prospiciente Alessandria dEgitto e nelle zone limitrofe. Come sostenuto da molti autori, questi cavalieri potrebbero aver assimilato un certo bagaglio di conoscenze, non disgiunte da documenti rinvenuti in loco o da antichi manoscritti copti, eredi dellantica tradizione degli Egizi, facendoli poi propri. Grazie allintuizione preziosa, innovativa e, forse, un po temeraria per lepoca, Aringhieri decise cos di trasmetterla e confidarla, in ambito iniziatico, semicriptato, per coloro che fossero stati disposti ad approfondire tale tematica in tutte le epoche, presenti e future. Il binomio Ermete Trimegisto-Mos che emerge dalla tarsia del Duomo di Siena, doveva, infatti, essere stato la chiave di conoscenze segrete di ispirazione gnostiche che Alberto Aringhieri poteva aver plasmato e forgiato nel suo cenacolo culturale; e di cui, come afferma Vinicio Serino, probabile che facesse parte lo stesso pittore Bernardino di Betto, meglio conosciuto come il Pinto(u)ricchio. Bernardino aveva gi effettuato il ritratto di Alberto Aringhieri, che era stato posto nella Cappella di S. Giovanni Battista. Vinicio Serino riporta che il quadro era oggetto di uno strano gioco di luce, foriero di una sacralit cattolica cristiana di indubbio spessore ed impatto emotivo; ma che riproduceva fenomeni analoghi dei maggiori templi Egizi, vivificati dal raggio di sole allalba, che raggiungeva il Sancta Sanctorum. Il 13 giugno 2005 che, in conseguenza della riforma del calendario gregoriano, corrispondeva al 24 giugno, festa di San Giovanni, patrono dellOrdine degli Ospitalieri, fu osservato un raggio di luce che, proveniente da una piccola apertura della parte di fondo della Cappella, porta una piccola luce sul ritratto di Aringhieri. Questo fascio di luce centra la croce patente color argento, posta sul mantello del Cavaliere di Rodi, risalendo ancora sul cielo del ritratto, formando strane figure, in forma, evidentemente, del tutto intenzionale. Il Pinto(u)ricchio prima di aver, peraltro, realizzato per Alberto Aringhieri, la splendida tarsia del Colle della Conoscenza sul pavimento del Duomo di Siena, nel 1505, decora tra il 1492

rnardino di Betto detto il Pinto(u)ricchio, e posto nella Cappella di S. Giovanni. una croce patente colorRoma con affreschi di Sanciclo della giugno, attraverso una ed Osiride. argento. Durante la festivit? del Giovanni, il 24 Storia di Iside feritoia nella parete opposta al dipinto, un cerchio

ed il 1494, le stanze dellappartamento Borgia, di Papa Alessandro Vl, a

ento di papa Uno di questi affreschi il 1492 ed ilguarda caso, proprio ErmeteTrismegisto, a sinistra, e Mos?, a destr Borgia a Roma, realizzato fra mostra, 1494. Ritrae Io-Iside al centro, Ermete Trismegisto e

rano ossute, scheletriche, con un aspetto esangue. A destra particolare delle mani mummificate del Faraone Tuthmosi III. Esiste una correlazione dir

Mos posti ai lati di una figura femminile che potrebbe benissimo essere unipostasi apparente della Madonna, ma il contesto laico o gnostico dei due personaggi fa identificare come Io-Iside. Mentre la figura di Mos, a destra, ha un normale atteggiamento plastico, testimone di una piena vitalit, la postura di Ermete Trimegisto, a sinistra, ad onta di un aspetto estremamente giovanile del volto, con guance paffute ed un incarnato giovanile, presenta una certa staticit ma, soprattutto, una particolare postura delle mani e dei polsi, incrociate e conserti al petto. Le dita delle mani, inoltre, sono estremamente ossute e magre, quasi scheletriche, e di colorito biancastro, molto diverse da un vitale incarnato roseo. Perch il Pinto(u)ricchio ha scelto questa modalit raffigurativa per Ermete? un dato di fatto che la postura con le braccia incrociate sul petto tipica dei Faraoni egizi che, sia in vita che dopo morti, impugnavano i due scettri, emblemi peculiari della regalit sulla terra del Nilo: il pastorale (Hega in egizio) e lo scacciamosche (Nekhekh in egizio). Laspetto delle mani di Ermete Trismegisto, nel dipinto del Pinto(u)ricchio, fa pensare a dita esangui, ossute e scheletriche, tipiche di una morto, come quelle di una figura mummificata, come sono, in realt, i Faraoni sepolti allinterno dei loro preziosi sarcofagi. Al di l del comune valore simbolico abitualmente attribuito ad Ermete Trismegisto, sembrerebbe che il Pinto(u)ricchio, con questa scelta raffigurativa iconografica per le mani, attribuisca valori criptici di Faraone semi-mummificato al creatore del Corpus Hermeticum. Anche il Pinto(u)ricchio sapeva, forse, grazie al suo Mentore, Alberto Aringhieri, che esisteva una tradizione esoterica che collegava Ermete Trimegisto a Tuthmosi III, il pi importante Faraone della XVIII Dinastia e, forse, dellintera storia dellAntico Egitto. Secondo Vinicio Serino, , infatti, del tutto verosimile che Bernardino di Betto fosse stato iniziato e reso membro del cenacolo culturale di Alberto Aringhieri, uomo dalla conoscenze culturali ed esoteriche invero rare, per lepoca. Il Pinto(u)ricchio avrebbe poi fatto tesoro delle conoscenze acquisite a Siena, ponendo in atto una sorta di messaggio criptato, per iniziati, imperniato sulla figura di Ermete Trismesgisto, una volta giunto a Roma, per decorare lappartamento del Papa Alessandro VI Borgia. Abbiamo cos dimostrato, nel corso di questo articolato studio, come vi fosse una tradizione culturale, di cui i Rosa+Croce e la Massoneria erano tardivi movimenti culturali ed associazioni di ricerche a sfondo esoterico che custodivano, nobilitandolo, il bagaglio culturale di epoche davvero lontane, allombra delle Piramidi, nella Terra bagnata dal Nilo. Ma il fatto pi incredibile che vi fosse gi una tradizione rinascimentale che preservava, al pari delle due pi recenti ed a noi note, questo patrimonio di conoscenze, incentrate sulle figure di Ermete Tri(s)megisto e di Mos, usualmente mitizzate e tra loro dissociate cronologicamente; ma che potrebbero, invece, essere tra loro connesse sia in senso storico che cronologico; essendo focalizzate, sia pure in forma criptata, sulla figura del pi grande faraone dellAntico Egitto: Tuthmosi III.

Da Tutmosi III a Cristiano Rosacroce.doc

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