DA DE CHIRICO A FONTANA - Home — Teramo...
Transcript of DA DE CHIRICO A FONTANA - Home — Teramo...
TRA FIGURA E SEGNO
Ad inaugurazione della nuova stagione culturale viene presentata, nei locali della Pinacoteca
Civica per la durata di un mese, la mostra “Tra Figura e Segno, da De Chirico a
Fontana”, un affascinante percorso tra figurazione e astrazione, in un ideale viaggio tra le
esperienze artistiche del Novecento Italiano, attraverso un’ ottantina circa di opere di
assoluta qualità, tra cui un nucleo significativo di tele appartenenti a importanti collezioni.
L'evento é stato fortemente voluto dal Sindaco, Dott. Maurizio Brucchi, e dall’ Assessorato
agli Eventi della Città di Teramo, nella persona di Guido Campana: del Presidente della
Regione Abruzzo, Dott. Gianni Chiodi e dall'Assessore Regionale alla Cultura, Avv. Mauro Di
Dalmazio. Roberto Alberton ne ha curato il progetto e il catalogo. L’organizzazione della
mostra è affidata ad Arte Contemporanea Maiocchi di Milano.
Attraverso un percorso articolato e ricco di fascino si verrà a delineare una delle fondamentali
problematiche che i molti movimenti che hanno animato il mondo dell’arte sin dagli inizi del
secolo scorso - sebbene distanti per finalità di ricerca e modus operandi - hanno posto in
luce: ovvero come nella rappresentazione artistica si sia realizzata, in quegli anni, una
fondamentale dicotomia tra rappresentazione, sia pure la più varia, del mondo reale e
rappresentazione dell’immagine pensata, tra figura e segno. Proprio questa dicotomia,
intorno alla quale vertono le più significative esperienze artistiche del secolo appena concluso,
è al centro della mostra.
“Dipingere l’aria, scrive De Chirico, è molto difficile, dipingere l’aria vuol dire dare una tale
plasticità, un tal volume, una tale forza della forma alle cose che (…) gli oggetti appaiono
come sospesi, immobili, ma vivi nell’aria che si sposta, che si muove, mentre le cose
sembrano fermate, immobilizzate come per effetto di magia”. Ed è questa sospensione
magica, questo maestoso silenzio che De Chirico declina in modo supremo, questa presenza–
assenza che, prendendo corpo tra Muse, Manichini, Statue ed Oracoli, arcani Dei
imperscrutabili, s’insinua poi tra arcate e portici, tutto avvolgendo in una sublime ed
inquietante atmosfera.
Muse come statue di gesso, statue come ombre, manichini come statue, piazze come stanze
con pavimenti di legno; il visionario mondo dechirichiano così si presenta in tutta la sua
enigmaticità e potenza. Egli disarticola ogni immagine accostandola al suo contrario, al suo
Arte Contemporanea Maiocchi s.r.l. Sede Legale via Goldoni, 51 Milano – cap. soc. i. vers. E 25000 - p.i. 13473850157 - c.c.i.a.a. mi 1655228
DA DE CHIRICO A FONTANATra Figura e Segno
altro da sé. Dipinge oggetti reali, palazzi e statue, con limpido rigore dà forma e sostanza ad
architetture imponenti, torri, portici, ciminiere, colonne e manichini irti di righelli e squadre,
che delineano però, come le quinte di un teatro, spazi inaccessibili e impraticabili.
Dalla Metafisica di De Chirico all’Astrattismo, dalla pittura figurativa del Novecento Italiano
allo Spazialismo di Fontana, per citarne solo alcuni, il ‘900 è stato indubbiamente il secolo
della molteplicità dei linguaggi, quasi una babele inestricabile, in cui però si possono
individuare alcuni elementi essenziali.
Da un lato la destrutturazione dell’immagine, cioè quel processo che da Van Gogh a Picasso,
da Giacometti a Bacon, distorce, frammenta, distrugge quasi l’immagine, o la svuota come
De Chirico privandola di ogni significato, per giungere ad un grumo essenziale di materia,
nucleo-cellula primordiale, che si dibatte in problematiche possibilità esistenziali. Dall’altro
l’astrazione, ovvero non più la rappresentazione della realtà, o la ricerca del divino, come
nella pittura antica, o i temi “romantici” e borghesi dell’800, ma è l’immagine pensata – o
sognata come nei Surrealisti – che prende corpo e sostanza, talora in quasi labili tracce,
come in Mondrian, per giungere poi a grovigli inestricabili, esplosioni di colori, come in
Pollock, o alla pura spazialità di Fontana.
Nel “Manifesto Blanco” del 1946 Fontana così scrive: “(….)Si richiede un cambiamento
nell’essenza e nella forma, si richiede il superamento della pittura, della scultura, della poesia
e della musica”. “Concepiamo la sintesi come una somma di elementi fisici: colore, suono,
movimento, tempo, spazio, (…) sono le forme fondamentali dell’arte nuova, che contiene le
quattro dimensioni dell’esistenza. Tempo e Spazio”.
E ancora: “(…) La mia arte è tutta portata a questa purezza, su questa filosofia del niente,
che non è un niente di distruzione, ma un niente di creazione.(…)E il taglio,(…) il buco (…)
non era la distruzione del quadro(…) ma proprio una dimensione al di là del quadro(…)”
(“Autoritratto” di Carla Lonzi, De Donato Editore, Bari 1969).
Per Fontana dunque il taglio, il buco, lo squarcio è il segno, è l’atto creativo nella sua totale
purezza e la spazialità di Fontana quindi non è soltanto una struttura a tre dimensioni, ma è
anche la proiezione di uno spazio interiore che è l’affermazione dell’essere nella sua
dimensione infinita, quasi mistica, che solo gli “ infiniti spazi” leopardiani possono evocare.
Arte Contemporanea Maiocchi s.r.l. Sede Legale via Goldoni, 51 Milano – cap. soc. i. vers. E 25000 - p.i. 13473850157 - c.c.i.a.a. mi 1655228
Giorgio De Chirico - Gladiatori, Olio su tela, 1929, cm. 90x115
Ottone Rosai - Carabinieri, Olio su tela, cm. 70x50
Massimo Campigli - Bagnanti, Olio su tela, 1953, cm. 51x67
Filippo De Pisis - Omaggio a Morandi, Olio su tela, 1937, cm. 54x72