Giorgio de Chirico - Ebdomero

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    Ebdmero: Naturalia, Mirabilia e la Wunderkammer del quotidiano Prof. A. Sbrilli Stud. L. Todaro

    Universit degli studi di Roma la Sapienza - Facolt di Lettere e Filosofia

    Dipartimento di Storia dellArte Docente: Prof.sa Antonella Sbrilli - Studentessa: Luna Todaro

    Ricerca di Storia dellArte Contemporanea (L-ART/03)

    Ebdmero: Naturalia, Mirabilia

    e la Wunderkammer del quotidiano

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    Ebdmero: Naturalia, Mirabilia e la Wunderkammer del quotidiano Prof. A. Sbrilli Stud. L. Todaro

    Ebdmero: Natural ia, Mirabi l ia e la Wunderkamm er del quo t idiano

    Introduzione:

    In questa mia circoscritta indagine ho voluto cercare, e in parte credo di

    aver trovato, alcuni punti di contatto tra quello che il mondo figurativo e

    poetico di de Chirico, specialmente nella sua celebre opera letteraria

    Ebdmero, ed il processo che sta alla base della creazione della

    Wunderkammer(letteralmente camera delle meraviglie).

    Sarebbe fuori luogo ripercorrere la storia della Wunderkammer;

    brevemente posso dire che era un luogo nato a scopo di esposizione

    privata presso le corti nel500. La Wunderkammerrappresentava

    sicuramente unevoluzione dello studiolo medievale in quanto non aveva

    nessun tipo di organizzazione scientifica per il suo gi ribadito carattere

    privato e per la sua evidente finalit di divertissementcolto.

    La Wunderkammerconteneva oggetti provenienti dal mondo vegetale

    e animale (Naturalia) e si figurava quindi come una sorta di museo

    biologico, ma la caratteristica che la rendeva un qualcosa a s, distanteanche dal museo moderno, era il suo contenuto meraviglioso (Mirabilia):

    prodigi della natura, animali curiosi e di ogni specie e razza,

    piante tropicali e rare, etc. Una dimensione privata della meraviglia

    suscitata dallo spettacolo della natura, di cui luomo fa parte

    e che ha il dono di poter ammirare e, solo in parte, conoscere.

    Gli spazi dellarte di de Chirico sono luoghi meravigliosi: un sentimento

    contrastante assale lo spettatore che si compiace attraverso i rassicuranti

    elementi familiari dellarte classica, al tempo stesso deformati e

    de-naturalizzati nelle loro forme e de-contestualizzati.

    Vi un procedimento intellettuale in de Chirico che gli permette, attraverso

    la sua arte, di mantenere un contatto con la realt delle cose, pur

    snaturando la loro natura, che diviene cos una pura essenza mentale.

    Questi privati spazi dechirichiani sono ridotti, a volte angusti, spesso freddi

    e inanimati, ma da essi il mondo acquista unaltra dimensione.

    Quasi fossero delle lenti attraverso le quali la semplice banalit quotidiana

    pu diventare un fantastico viaggio verso un mondo reale ma al tempo

    stesso immaginario e sicuramente intellettuale.

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    Una caratteristica di Ebdmero (ma potrei dire della poetica dechirichiana)

    questa unione di sensazioni, stati danimo distanti e di oggetti avulsi fra

    loro. Spesso avviene attraverso unoperazione di accumulo di simboli e

    immagini secondo criteri quanto meno misteriosi e, per la maggior parte,

    insondabili.

    Un tratto che accomuna de Chirico alle Wunderkammerncinquecentesche

    in questo senso laspetto pre-museale. Pre-museale in quanto riferito ad

    uno stadio non organizzato del sapere enciclopedico, per cui non c un

    metodo classificatorio prestabilito e organizzato in modo scientifico.

    In questi casi, al contrario, c una giustapposizione di cose diverse

    accomunate tra loro solo dalla meraviglia: lo stupore che suscita uno

    scaffale di Wunderkammer colmo di oggetti provenienti dai posti pi

    disparati simile alla meraviglia che si prova nel leggere un accostamento

    di parole o situazioni totalmente avulse tra loro (cosa che accade spesso in

    Ebdmero) o nel vedere una ciminiera di sfondo ad una piazza metafisica

    di paese. Inoltre, come i Mirabilia contenuti nelle Wunderkammern non

    hanno scopo scientifico nel loro essere oggetto di studio, cos Ebdmero

    non vuole rendere palesi il punto dinizio e quello di fine dei suoi

    innumerevoli rimandi, non vuole spiegare ma suggestionare. Il suo intento

    quindi quello di movere e non quello di docere, cos come veniva

    contrapposto in epoca repubblicana il diverso stile delloratore romano.

    Il motivo quindi che scorre nella vena poetica di de Chirico non tanto

    quello di indicare o descrivere, a suo modo, un oggetto, quanto quello di

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    stupire e al tempo stesso commuovere nellaccezione etimologica del

    termine di muovere con.

    Si pu trovare cos una somiglianza tra il museo di Ferrante Imperato 1

    famoso per la sua sovrabbondanza (anche estetico-visiva) di animali

    meravigliosi di ogni razza e specie ed il mondo che si cela in Ebdmero.

    TAVOLA 1

    In entrambi i casi si nota anche che lidea di stanza come puro e semplice

    contenitore di mobilio o come luogo funzionale del tutto stravolta a favore

    di un concetto pi ampio: ludico e stupefacente al tempo stesso, pi

    fantasioso e fuori dagli schemi.

    Ebdmero, con spirito fanciullesco ed ironica trasgressione, fa il giro della

    sua stanza in barca. In questo momento la Kammer, che faceva parte

    della sua vita quotidiana diventa wunderesclusivamente grazie alla sua

    immaginazione.

    Il gusto del viaggio, dellesplorazione di terre lontane ed esotiche viene

    sottolineato in molti punti di Ebdmero, basti citare lincipit: consolato

    tedesco a Melbourne. Questa caratteristica presente anche nelle

    Wunderkammern cinquecentesche. Frequentemente infatti si ritrovano

    suppellettili provenienti da paesi esotici e luoghi remoti e assai spesso

    vengono usate personificazioni dei continenti per rappresentare tale

    curiosit e interesse. TAVOLA 2

    Sappiamo anche che locchio attento di Ebdmero (che quello di de

    Chirico, ovviamente) frequentemente si posa sugli animali. Spesso egli ce

    ne parla con interesse e curiosit e li descrive con stupore. Ed proprio

    questa curiosit ad alimentare la meraviglia della scoperta. Fisicamente

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    vicini nel museo di Ferrante Imperato il coccodrillo africano e la rana delle

    Antille, la farfalla tropicale e lairone indiano, non comunicano che

    attraverso la loro giustapposizione arbitraria, cos come arbitrario il

    processo descrittivo (fino al limite della sopportazione) delle situazioni

    vissute da Ebdmero.

    Daltra parte lo stesso De Chirico ci fa intuire scrivendo: per inquadrare

    questa mia felicit, rilievi perfettissimi si formano lungo le pareti della mia

    camera2. E ancora: C anche un enorme luccio, fatto di zinco e di

    piombo, sollevato sopra antenne di ferro, e posto nel mezzo di un salone

    solitario dal grande tappeto rosso.3

    Un forte rapporto tra lambiente che lo circonda e le posizioni degli oggetti

    nello spazio caratterizza de Chirico e la sua arte. Come anche lattenzione

    allarchitettura, che viene rappresentata come un solido dalle dimensioni

    sconosciute e indefinibili (facenti cio parte della coscienza e della

    memoria piuttosto che della realt in senso stretto) e gli oggetti che,

    diventando macroscopici e significanti, sembrano architetture, dai volumi

    altrettanto insondabili.

    Torna anche unaltra costante del collezionismo: spostare un

    oggetto dal suo contesto, reinventandolo per un uso diverso. Il

    collezionismo fa sempre dei ready-made, anzi si pu dire che lo

    spaesamento delloggetto, resecato dalle sue radici, sia una

    condizione ideale per far affluire nuovi sensi di lettura. Cos le

    sculture greche perdono in gran parte la loro destinazione sacra

    passando a Roma []4

    La memoria in Ebdmero come nelle Wunderkammern unisce laspetto

    pre-museale a quello di meraviglia e ricordo. Spesso infatti reperti, reliquie,

    oggetti meravigliosi e di ignota origine venivano conservati nelle chiese o

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    negli studioli/museo in eterna memoria dei posteri come nel caso del

    gigante trovato in una grotta vicino Trapani: Boccaccio testimonia che al

    contatto degli scopritori, il gigante si dissolse in polvere lasciando a terra

    solo tre enormi denti, subito trasportati nella chiesa dellAnnunciata a

    Trapani.

    Una capacit di stupirsi che non deve essere logorata

    dallabitudine a ci che si vede, una specie di innamoramento

    perpetuo del mondo perch etiam mundo ipse miraculum (ib.)

    Agostino, per sua vocazione teosofica, riduce a norma leccezione e volge

    al positivo ogni apparenza del mondo, anche quella mostruosa o

    miracolosa (tuttavia teniamo conto che nellaccezione etimologica, e se

    vogliamo cristiana, monstrumsignifica segno, ammonimento).

    Ebdmero porta avanti un processo esattamente opposto: rende

    stupefacente unazione quotidiana5 e, facendo questo, in qualche modo

    supera ed altera il concetto di meraviglioso o strano.

    La circolarit e linversione sono altre caratteristiche presenti nellopera di

    de Chirico e molto forti anche nel romanzo Ebdmero.

    La circolarit (del tempo, della storia) un principio (di ovvia ispirazione

    vichiana e nietzschiana) a cui de Chirico tiene e che in Ebdmero diventa

    quasi unossessione. A questo si collega anche unaura di determinismo

    molto presente nel romanzo.

    Nei musei di naturaliae artificialia il compito di riassumere leidos

    della collezione sar affidato al catalogo, con la sua duplice

    funzione di registrazione linguistica e visiva. Il catalogo sar infatti

    quasi sempre preceduto da una tavola sinottica, una grande

    incisione ripiegata nella quale sono minuziosamente ricollocati uno

    per uno i reperti che il visitatore coglie in un solo colpo docchio.

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    Questa universalit di particolari infiniti gi presente nelle

    raccolte degli studioli e ne sono prova quegli studioli di studiosi, le

    tarsie trompe-loeil, che sono il resoconto visivo di un ambiente

    ideale, da immaginarsi al di l delle superfici offerte allocchio. (ib.)

    Ebdmero compila questo catalogo di immagini visive, anchesse trompe-

    loeil di ricordi di vita quotidiana. Facendo questo diventa il demiurgo della

    sua raccolta e, in qualche modo, il suo unico custode.

    Unintera narrazione costituita da una collezione meticolosa (quasi fosse

    una paziente raccolta di francobolli) di tante piccole immagini separate ed

    indipendenti tra loro, ma facenti parte di un unico grande disegno, spesso

    misterioso (o conoscibile solo in parte). Esattamente come nei quadri di de

    Chirico gli oggetti predisposti in maniera apparentemente casuale in realt

    non potrebbero avere diversa collocazione, cos in Ebdmero ogni piccolo

    tassello del racconto che pu sembrare inconsistente e ingiustificato, in

    realt strettamente connesso allo scopo finale, ma allo stesso tempo pu

    essere invertito o sostituito con altri tasselli, come in un gioco da tavola o in

    un puzzle5 o in un divertissement intellettuale strutturato a matrioska.

    Questa anche una riflessione sullessere e lapparire, sul cambiamento

    percettivo che si attua nel momento in cui la visuale a partire dalla quale si

    guarda un oggetto, cambia. TAVOLA 4

    Il catalogo di immagini, lalbum figurato attraverso la narrazione non altro

    che la teoria di s medesima: quello che Ebdmero (nella vita reale: de

    Chirico) riuscito ad osservare, a catalogare, a ricordare raccolto in un

    racconto, in un quadro che ha la sua naturale estensione (pressoch

    infinita) in tre dimensioni: quella dello spazio, del tempo e della memoria,

    che tra loro dialogano in modo dinamico. Dunque il procedimento non si

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    attua attraverso processi consequenziali o deduttivi, bens attraverso

    apparenti labili nessi casuali.

    In questo senso si collega in modo preponderante una strana idea di

    museo: un museo istintivo della coscienza. Una collezione privata di ricordi

    e di sensazioni, ma anche un non luogo dove poter dar adito a intime

    connessioni e libere associazioni mentali. Daltra parte il museion, nella sua

    prima accezione storica, non era altro che luogo di riunione per intellettuali

    e studiosi.

    La stessa vita che scorre, con il suo silenzioso ritmo, un museo dinamico.

    Anche i falsi, di cui la vita di de Chirico fu costellata, in qualche modo

    collegano il suo allinesorabile destino del museo.

    Linterno, il chiuso, lafferrabile a colpo docchio, il circoscritto a livello fisico

    e materiale ma infinito nellimmaginazione sono alcune delle tante

    caratteristiche della poetica espressiva di de Chirico: la sicurezza che d

    una stanza chiusa, le quattro pareti terribilmente familiari della propria

    camera, lapparente controllo su quello che circonda luomo sono solo

    illusioni quando ci rendiamo conto che altri infiniti ed inesplorati mondi sono

    contenuti in ogni frammento dellinsignificante e banale oggetto quotidiano7.

    D l parte quindi il viaggio, quel viaggio che nelle Wunderkammern

    essenziale perch unisce mondi lontani, quel viaggio che Ebdmero

    compie nelle quattro pareti della sua camera in barca a remi, quel viaggio

    che, topos dell800 illuministico, non ha mai smesso di affascinare il

    curioso, lo scopritore delluomo e della natura.

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    I trofei, di cui la sua produzione ricca, sono oggetti preziosi e simbolici di

    unazione umana. Simboleggiano infatti un vertice di esperienza, una vetta

    (anche a livello figurativo). Essendo preziosi, si addice alla loro

    conservazione il museo, un luogo che li protegga e che impedisca il loro

    deperimento fisico. Questo senso di staticit ed immobilit ma al tempo

    stesso di preziosit caratteristico del museo8 trovo sia assimilabile alla

    poetica dechirichiana.

    Un'altra caratteristica che collega Ebdmero alle Wunderkammern il

    divertissement mentale/linguistico (guarda caso entrambi di origine

    francese) di cui entrambi sono ricchi:

    come il pignouer, porta pettini in forma di pigna che gioca

    sullequivoco peigne-pigne, e la gabbietta dargento dorato che

    nasconde loiselle de Cypre(profumo di Cipro) in due contenitori in

    forma di uccellino (ib.)

    Oggetto frequente dei quadri di De Chirico larcheologo.

    Larcheologo scopre lantico e lo raccoglie per proteggerlo e renderlo

    fruibile. Simile operazione si fa con il museo e simile operazione fa egli

    stesso nelle sue opere ed anche in Ebdmero: scava nelle sensazioni e nei

    ricordi biografici, crea delle immagini interiori e poi le elabora al fine di

    renderle conoscibili da parte di chi sta guardando un suo quadro o

    leggendo il suo libro.

    Allo stesso tempo larcheologo pieno dentro di s di ci che costituisce

    loggetto del suo studio, in questottica si spiegano gli innumerevoli rimandi

    e riferimenti a parti architettoniche (o addirittura ad architetture intere), a

    paesaggi e a rovine antiche contenute nelle figure dei quadri sugli

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    archeologi, quasi fossero dei moderni Arcimboldo costituiti interamente da

    simboli dellantichit.

    Gli archeologi, come tutte le figure ricollegabili alluomo in de Chirico, sono

    artefatti. Artefatto Ebdmero, quasi un contenitore e non un uomo (o

    dovremmo parlare di superuomo), artefatti sono i manichini del periodo

    giovanile, artefatti sono finanche i cavalli: lo deduciamo dalla loro fisica

    plasticit, esagerata e ostentata, ancora una volta: mentale.

    Il manichino (Ebdmero, e non solo) non altro che un contenitore di

    memorie, ricordi, immagini, personaggi, speranze, paure, sensazioni.

    Tutte quelle figure che io accomuno sotto la stessa categoria di manichino

    sono proiezioni intellettuali delluomo9: il manichino pieno di oggetti, ancor

    meglio, costituito da essi. Proprio dagli oggetti di cui composto trae il

    motivo della sua esistenza.

    Questi manichini si somigliano perch li lega un processo di creazione ed

    una costituzione molto simili: il loro viso non mai ben delineato, le loro

    pose sono sempre riflessive e statiche, quello che producono

    nellosservatore non un sentimento ben definito: si ha sempre la

    sensazione che queste figure emanino direttamente da una teoria e che il

    loro rapporto con una presunta realt sia veramente trascurabile.

    Quando invece il manichino assume una forma pi umana, e mi riferisco ai

    manichini metafisici, ancor pi forte si sente il senso della sua perdita di

    umanit: diventa una semplice figura di legno, come quella usata dagli

    artisti per studiare lanatomia, diventa una proiezione imperfetta

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    delluomo10, diventa un simbolo, perde totalmente una sua qualsiasi

    presenza indipendente.

    Lidea di uno spettacolo e, di necessit, di uno spettatore

    allorigine di una metafora di grande fortuna dei secoli XVI e XVII,

    quella del teatro del mondo11

    , alla quale si accompagna laltra, di

    tradizione pi antica, gi affermata da Agostino e dal pensiero

    medievale, del mondo come libro. (ib.)

    Ed eccoci ad un ulteriore punto di contatto tra il naturalismo che diede vita

    alle Wunderkammern e la visione dechirichiana: la spettacolarit della

    rappresentazione. Il manifestarsi delle cose: della natura in primis, ma

    anche delluomo e degli oggetti fonte di grande interesse per de Chirico.

    C lidea che non esistano le cose in s, ma solo le relazioni tra gli oggetti.

    Questa operazione, effettuata dallautore con sapienza ed acuto intelletto,

    rende ogni quadro di de Chirico un mistero non rivelato.

    Mi si permetta una breve divagazione: lopera architettonica forse pi

    leggendaria di Aldo Rossi, Il teatro del mondo, che larchitetto designer

    realizz in occasione della Biennale di Venezia del 1979, un teatro

    galleggiante capace di attraversare il mare Adriatico fino a Dubrovnik,

    ricorda, nella sua plasticit e fisionomia, alcune opere di De Chirico, tra cui

    Enigma di un pomeriggio dautunno, 1910. Pi in generale noto come

    Rossi traesse ispirazione dalle opere di Sironi e De Chirico, come denotano

    alcuni suoi disegni TAVOLA 7

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    NOTE

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    1 Historia naturale, 1599.

    2G. de Chirico,Promontorio,inIl meccanismo del pensiero, Ferrara, 1917.

    3Questo grande luccio di cui parla de Chirico (ed al quale da una collocazione molto

    precisa e dettagliata) pu essere ricollegato alluso, fiorente nel medioevo e presente anchesuccessivamente, di appendere coccodrilli (o altri animali mostruosi) al centro del soffittonelle chiese affinch fungesse da monito per i fedeli (monstrum). TAVOLA 3A ci inoltre si pu in qualche modo ricollegare il grande coccodrillo disegnato posto alcentro del soffitto della sala principale del Museo di Ferrante Imperato.

    4Lugli, A., Naturalia et mirabilia. Il collezionismo enciclopedico nelle

    Wunderkammern dEuropa, Mazzotta, Roma, 2005.

    5

    Papini, G., Il tragico quotidiano. Lunachi, Firenze, 1903.

    6Laspetto ludico si ricollega in modo evidente alla sua produzione ma ancor di pi a quella

    del fratello Savinio giocattoli nella stanza.

    7Questa idea in qualche modo stata trattata pi di una volta nellarte contemporanea.

    Basti pensare alla Fontana di Duchamp.

    8Il museo, inteso in senso moderno, un luogo di conservazione e tutela ma laccezione

    contemporanea tiene conto dellevoluzione dellidea stessa di museo. Il museo quindi non pi concepito come luogo di semplice tutela e conservazione, ma anche di fruizione epromozione verso il pubblico. Questo implica gi in larga scala (purtroppo non ancora nellevie di fatto) unintegrazione con la caratteristica multidisciplinare propria del museounitamente alla potenzialit degli strumenti tecnologici e multimediali che la nostra epoca ci

    offre.

    9Evidentemente, non si parla esclusivamente di un uomo generico, ma ci si riferisce anche

    e soprattutto a de Chirico.

    10La teoria delluomo imperfetto e difettoso in alcune delle sue capacit di percezione della

    realt una teoria Nietzscheana.

    11Di evidente influenza schopenhaueriana lidea del teatro, dello spettacolo del mondo, di

    cui luomo fa parte e che in parte subisce.

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    BIBLIOGRAFIA_______________

    De Chirico, G.,Promontorio, in Il Meccanismo del pensiero.A cura di M. Fagiolo, Einaudi,

    Torino, 1985;

    Lugli, A.,Naturalia et mirabilia.Il collezionismo enciclopedico nelle

    Wunderkammern dEuropa. Mazzotta Roma, 2005;

    Papini, G.,Il tragico quotidiano. Lunachi, Firenze, 1903;

    Calvesi, M., Mori, G.,Art e dossier. Inserto redazionale allegato al n. 28, ottobre

    1988;

    Calvesi, M.,La Metafisica schiarita da de Chirico a Carr, da Morandi a Savinio,

    Feltrinelli, Milano, 1982.

    Roma, 6 Ottobre 2008

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    Tavole di immagini

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    Museo di Ferrante Imperato

    Ebdmero doveva fuggire.

    Fece in barca il giro della sua camera,

    respinto sempre agli angoli dalla risacca [...]

    TAVOLA 1

    confronto

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    TAVOLA 2

    Jan van Kessel, Europa, Asia, Africa e America

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    Coccodrillo appeso alla sommit della navata

    nella chiesa di Santa Maria delle Grazie presso Mantova

    TAVOLA 3

    Museo di Ferrante Imperato, part. del soffitto

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    TAVOLA 4

    Antonio Fantuzzi, Criptoportico, 1545

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    19/22

    Figura di conchiglie, da F.Bonanni

    La ricreazione dellocchio

    e della mente, 1681

    Il condottiero, 1925

    TAVOLA 5

    confronto

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    20/22

    Giuseppe Crespi,Piccola raccolta di curiosit

    Trofeo con la testa di Giove, 1929-30

    TAVOLA 6

    confronto

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    21/22

    A.Rossi, Teatro del mondo, 1978

    A.Rossi, La macchina modenese, 1983A.Rossi, Composizione senza titolo,1979

    TAVOLA 7

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    Luna Todaro

    contatti:

    [email protected]

    cell. 348 019 33 01

    fisso 06 81 77 167