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L'organizzazione nefrologica in Sicilia. Dr. G. Battaglia «Un piano studiato su un percorso di premialità>

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IN SICILIA. L’Aism coinvolge l’assessorato regionale alla Salute e i neurologi

Sclerosi multipla, rete di specialistiper migliorare la qualità della vitaANGELO TORRISI

possibile migliorare la gestione del-la sclerosi multipla in Sicilia? Mi-gliorare la qualità di vita della per-

sona con sclerosi e quella dei loro familiari, e ri-durre i costi di gestione della malattia? L’Asso-ciazione Italiana Sclerosi Multipla ci crede e hacoinvolto l’assessorato regionale alla Salute e imedici neurologi siciliani. Un primo passo con-creto è stata la riunione del tavolo tecnico neigiorni scorsi all’assessorato regionale. Nell’au-la magna dell’ospedale "V.Cervello" di Palermo,nell’incontro promosso da Aism e assessoratoregionale alla Salute, è stato dato il via a un per-corso comune. Una rete tra l’assessorato dellaSalute, l’associazione italiana sclerosi multipla(Aism), i neurologi specializzati in sclerosi mul-tipla e i pazienti con i loro familiari per una re-ciproca assunzione di impegni e responsabilità,per garantire a ogni persona affetta da sclerosimultipla una migliore qualità di vita.Ma si punta anche a un efficace utilizzo delle ri-sorse disponibili per razionalizzare i costi di ge-stione della malattia. Si vuole dare insomma ri-sposte concrete alla popolazione con sclerosimultipla in Sicilia. Con il piano sanitario regio-nale è stata data un’opportunità: far funziona-re la rete dei centri clinici in Sicilia. Vogliamo lapresa in carico della persona con slerosi multi-pla in tutte le discipline. Si punta al percorsodiagnostico terapeutico assistenziale per proto-colli standard.La sclerosi multipla è una malattia cronica delsistema nervoso centrale. Nel nostro Paese sicalcola una media di circa 5 nuove diagnosi algiorno; una persona ogni 1.000 viene colpitadalla malattia nel corso della propria vita. Se-condo gli ultimi dati Aism, in Italia si registrano61.000 persone affette da sclerosi, con1800/2000 nuovi casi all’anno. Tra i 20-30 an-

E’ ni la fascia di età a maggiore incidenza, e 2 a 1il rapporto tra le donne e gli uomini. La malat-tia rappresenta la seconda causa di disabilità trai giovani adulti, subito dopo gli incidenti strada-li. I problemi di mobilità colpiscono il 91% deipazienti. Il 50% dei pazienti necessita di unsupporto per la deambulazione entro 10 annidalla diagnosi e le difficoltà nella deambulazio-ne colpiscono il 64-85% dei pazienti. La disabi-lità gioca un ruolo significativo, contribuendoper oltre il 60% al carico di malattia totale. Se-condo l’Oms, la sclerosi multipla è una dellemalattie socialmente più costose, proprio per-ché colpisce giovani adulti, all’inizio della lorovita lavorativa e sociale. In Italia il costo sociale annuo della sclerosimultipla è stimato in 1 miliardo e600 milioni di euro, il costo me-dio per paziente/anno è di 38.845euro. Il costo medio per pazien-te/anno aumenta all’aumentaredel livello di disabilità. La sommadei costi indiretti e di quelli corre-lati alla perdita di produttività è dioltre il 70% dei costi della malattiaDi fronte a questo scenario, unamigliore gestione della sclerosicontribuisce al miglioramentodella qualità della vita dei pazien-ti e dei familiari e favorisce la ri-duzione dei costi globali di ge-stione della malattia, di modo an-che da sostenere l’innovazione te-rapeutica futura.In questo qua-dro assume particolare rilevanzail controllo della spesa farmaceu-tica. La sclerosi multipla, in basead una varietà di elementi, è con-siderabile una malattia autoim-mune. Le terapie attualmente disponibi-

li migliorano la qualità di vita dei pazienti e liaiutano a vivere meglio. Da qui la necessità diuna adeguata e multidisciplinare gestione clini-ca dei rischi e delle nuove patologie che si sonoaffacciate alla ribalta nei soggetti trattati. Inquest’ottica un percorso diagnostico terapeuti-co va inteso proprio come "raccomandazione"per la corretta applicazione professionale circadiagnosi e cura e una utile gestione di tipo ma-nageriale necessaria al conseguimento di obiet-tivi di salute.Attraverso la formalizzazione e l’adozione di unpiano specifico per la sclerosi multipla saràquindi possibile definire le potenzialità dell’u-tilizzo di percorsi diagnostici-terapeutici assi-stenziali nelle nostre strutture sanitarie.

Primo intervento in Italia per l’impianto diuna protesi «copri -anca» senza l’uso delcemento, a totale ancoraggio biologico.Rivestire l’anca con materiale tecnologicoantiusura, invece di «aggredire» l’osso, èla nuova frontiera - meno invasiva, piùconservativa e particolarmente adatta aigiovani pazienti - in questo settore dellachirurgia ortopedica. Ed ora si fa unulteriore passo avanti per rendere ancorapiù «naturale» e meno dolorosol’intervento, di maggiore duratal’impianto e per consentire al paziente ditornare a svolgere prestazioni fisichealtrimenti limitate.L’intervento innovativo è stato realizzatoa Roma da Koen De Smet e AlessandroCalistri, esperti nelle protesi dirivestimento dette anche «di superficie».«Su queste protesi - spiega Calistri - irecenti dati scientifici sono moltoesaltanti. La differenza rispetto al passatoè che rivestono completamente l’anca ene lasciano immutato il collo e la testa.Mentre nella protesi tradizionale ènecessario un taglio chirurgico in cui sirimuove una parte di osso. Con la nuovatecnica si ricopre la cartilagine usurata e iltrauma è ridotto notevolmente».Non solo. Se normalmente gli impiantitradizionali si usurano sempre di più con ilpassare del tempo «in questi casi lapercentuale di usura con il tempodiminuisce, quindi il risultatodell’intervento si mantiene a lungo. Equesto è particolarmente utile neipazienti più giovani».«Questa tecnica è nata proprio per loro(soprattutto pazienti con problemi legatia patologie pediatriche) per conservarepiù osso possibile nel caso in cui fossenecessario, nel tempo, una nuovaprotesi». Il nuovo intervento «rappresentauna nuova evoluzione», spiega ancoraCalistri.«L’artroprotesi - continua- è composta dadue parti: quella acetabolare, che sta nelbacino, e quella femorale. Normalmentela parte acetabolare si incastona e poibiologicamente l’osso cresce nellaprotesi, e lì rimane ancorata. La partefemorale viene cementata per bloccaresull’osso. Quello che abbiamo fatto, per laprima volta nel nostro Paese, su unpaziente di 60 anni (quindi relativamentegiovane per la protesi, con una aspettativadi vita lunga), è inserire un impianto dirivestimento, in cromo cobalto, noncementato anche la parte femorale cheviene quindi incastonata. In pratica si èfatto ancora un passo avanti per rendereancora più biologica la protesi».A un giorno dall’intervento il paziente«già cammina con le stampelle. Ma ilvantaggio per il paziente è la riduzione deldolore, la maggiore stabilità, la possibilitàdi essere da subito più suo agio nelmovimento. Inoltre può tornare aottenere prestazioni nel movimento piùdifficili con altri tipi di protesi», concludeCalistri.

T. M.

Prima protesicopri-ancasenza l’usodel cemento

ESEGUITA IN ITALIA

LO STUDIO

41 milionidi americanisoffronodi mancanzadi sonno

Vi capita di sentirvistanchi mentre sieteseduti alla scrivania?Non è una sorpresa. InAmerica 41 milioni dipersone che hanno unimpiego regolare - il30% della forza lavoroUsa - dormono meno disei ore per notte esoffrono di mancanza disonno. È quanto rivelauno studio condotto dalCenter for DiseasControl (Cdc).Secondo gli esperti -riporta il sito della retetelevisiva Cbs - si trattadi un dato allarmante:la National SleepFoundation infattisostiene che unapersona dovrebbedormire dalle sette allenove ore per notte. Lapercentuale dei«sempre stanchi» saleaddirittura al 44% tracoloro che svolgonoturni di notte, un datoche «non sorprende»,secondo la dottoressaSara Luckhaupt, autricedello studio del Cdc. Trai più a rischio ci sono lepersone che hanno piùdi un lavoro o chesvolgono occupazioniche li impegnano peroltre 40 ore settimanali.Chi abitualmente nonrispetta la regola puòmettere a repentaglionon solo la propriasalute, ma anche quelladegli altri. Per gliesperti infatti il 20%degli incidenti stradalisono causati dasonnolenza, fattore cheaumenta notevolmenteanche il rischio dirimanere vittima di uninfortunio sul lavoro.«Se ci si addormenta inmeno di dieci minutiforse si è in debito disonno», ha spiegato ildottor Michael Breus,esperto della materia epsicologo clinico.

La sclerosimultipla è unapatologia cronicadel sistemanervoso centralecaratterizzatadalla distruzionedella mielina, laguaina che avvolgele fibre nervose econsente dimigliorare eaumentare lavelocità ditrasmissione degliimpulsi nervosi

Il dott. Giorgio Battaglia, direttoredell’Unità operativa complessa diNefrologia e dialisi all’ospedale diAcireale: «Con questo progetto sunefrologia, dialisi e trapianto la Siciliaper la prima volta è all’avanguardiaperché è stato studiato su un percorsodi premialità»

SALUTEe medicina

Sistema integrato. Struttureospedaliere e centri privati accreditatidi emodialisi e di trapianto sarannocollegati in una rete articolata

Nefrologia, il modello Sicilialo adotteranno altre regioniIl dott. Battaglia: «Un piano studiato su un percorso di premialità»

45milai dializzati in Italia

5000i dializzati in Sicilia

217trapianti nel 2011 di cui 97 di reni

da cadavere, 12 di cuore, 68di fegato, 14 di polmone

PREVALENZA DELLAMALATTIA

760casi su 1 milione in Italia

929casi su 1 milione in Sicilia

INCIDENZA

153casi su 1 milione in Italia

213 casi su 1 milione in Sicilia

I NUMERI LUCY GULLOTTA

n Italia la qualità della sanità è mol-to alta. La Sicilia è un’eccellenza. Laqualità è un dato certo, bisogna

adesso puntare sul sistema e l’organiz-zazione. E’ questo l’obiettivo da rag-giungere per poter affrontare, nel pros-simo quinquennio, il problema dellemalattie croniche invalidanti, tra cuil’insufficienza renale; che risulta la piùgrave e diffusa soprattutto in Sicilia. Sono 45mila i dializzati in Italia, 5000 inSicilia. Due individui su 10 soffrono diuna funzione renale diminuita, la mag-gior parte delle volte misconosciuta, esolo una piccola parte finirà in dialisi.Gli altri, i meno fortunati, possono in-correre in un accidente cardiovascolare,cioè l’ictus o l’infarto. Il rene, infatti, è unrivelatore di malattie cardiovascolari.Il costo che la sanità paga per ogni ma-lato è di 50mila euro l’anno. Tanto, se siconsidera che i 45mila malati in dialisicostano allo Stato quanto i 5milioni didiabetici su tutto il territorio nazionale.Un problema, quello delle malattie cro-niche, più ampio delle neoplasie."Al di là della prestazione sanitaria ècentrale nella cura il sistema di organiz-zazione, e la Sicilia è riuscita ad ottene-re un risultato straordinario in tal sensotanto che altre regioni quali Lazio, Pu-glia, Lombardia e Piemonte stannoguardando al modello Sicilia e chiesto idecreti attuativi del piano sanitario" ri-leva il dott. Giorgio Battaglia, direttoredell’unità operativa complessa di Nefro-logia e Dialisi all’ospedale di Acireale.Con la nuova rete per l’assistenza delpaziente con insufficienza renale croni-ca avviata circa sei mesi addietro dal-

Il’assessore regionale Massimo Russo,la sanità siciliana ha avviato un vero eproprio percorso di "rivoluzione" pun-tando sul sistema integrato: struttureospedaliere, centri privati accreditati diemodialisi e di trapianto saranno colle-gati in una rete articolata per livelli cre-scenti di complessità delle prestazionierogate. Il paziente potrà essere segui-to da strutture pubbliche e i suoi dati sa-ranno registrati sulla tessera sanitaria eresi disponibili a tutti gli operatori. Alcentro il benessere del paziente conl’avvio della deospedalizzazione delservizio che migliorerà la vita del pa-ziente con incentivi alla famiglia per ladialisi a casa; costi che potranno esseresostenuti grazie ad un taglio delle spe-se."Questo progetto è frutto di uno studioapprofondito" spiega il dottore Batta-glia. "Si è guardato inizialmente al pro-getto di "outsourcing" attuato nel nordEuropa dove l’idea è quella di "appalta-re" all’esterno, ma ci si è resi conto chenon è un sistema appropriato per biso-gni come dialisi o riabilitazione. Conquesto progetto sulla nefrologia, dialisi

e trapianto per la prima volta la Sicilia èall’avanguardia perché è stato studiatosu un percorso di premialità: il governoclinico del paziente rimane al pubblicoe l’erogazione della prestazione inveceviene affidata al privato accreditato masotto il controllo del pubblico. Al priva-to accreditato sono stati forniti degliindicatori di qualità con i dati di ognipaziente che poi devono essere inviatial dipartimento epidemiologico dellaRegione; chi produce qualità e migliorservizio per il paziente viene premiatocome nel concetto del "medicare", il si-stema americano di qualità. Il lavorodel privato, infine, viene giudicato dauna commissione esterna. Questo pro-getto - sottolinea - ha già dato dei frut-ti: basti pensare che per la prima voltasono diminuiti i casi che sono stati 220nel 2010 e 213 nel 2011, si è dunquebloccata quella crescita esponenzialeche in Sicilia vede un’incidenza altissi-ma". "Un altro caposaldo del progetto che abreve partirà - prosegue Battaglia - èquello della possibilità di fare la dialisi acasa con un contributo alla famiglia el’erogazione di apparecchiatura e variincentivi".Una regione che cresce, dunque, anchenel numero di trapianti effettuati. Sonostati complessivamente 217 nel 2011 dicui 97 di rene da cadavere. Nei primi tremesi del 2012 c’è stato un incrementodel 50% dei trapianti che pone la Siciliaa livello della media nazionale. Un neo:"In Sicilia solo il 10% dona il rene in fa-miglia, in Svezia i trapianti di rene sonorealizzati per il 50% da vivente. Dai nu-meri si comprende quanta strada ci siaancora da percorrere".

Ci sarà anche la possibilitàper chi soffre di insufficienzarenale di fare la dialisi a casacon un contributo regionalealla famiglia, la dotazione

dell’apparecchiatura el’erogazione di incentivi

LA SICILIALUNEDI 30 APRILE 2012

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LA SICILIALUNEDÌ 30 APRILE 2012

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