csoggi n.62 2012

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AREA URBANA NUOVA SERIE N. 62 - 9 GIUGNO 2012 È UN SETTIMANALE ON-LINE si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it www.cosenzaoggi.it È UN SETTIMANALE ON-LINE · È UN SETTIMANALE ON-LINE LETTERA «ORA UNA DONNA AL QUIRINALE: EMMA BONINO» a pagina 2 IN QUESTO NUMERO LETTERA «ORA UNA DONNA AL QUIRINALE: BONINO CONGRESSO PD FEUDATARI A CASA O È LA FINE BERLUSCONIANI IN FUGA SCOPELLITI FRA PRESENTE E FUTURO TRAPPOLE TOCCA A NACCARI CARLIZZI PIAZZA BILOTTI CAMBIARE VOLTO ALLA CITTÀ FISCO GIUSTO, STUDI DI SETTORE E PARADISI FISCALI PSICOSI DA TERREMOTO PALAZZO DEI BRUZI DARE E AVERE PARTITI NUCCI CON MONTEZEMOLO TURISMO QUELL’UFFICIO CHIUSO A MILANO CLICCA QUI CONGRESSO PD FEUDATARI A CASA O È LA FINE a pagina 3 a pagina 4 BERLUSCONIANI IN FUGA SCOPELLITI FRA PRESENTE FUTURO

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Cosenza Oggi n.62 del 8 giugno 2012

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AREA URBANA

NUOVA SERIE N. 62 - 9 GIUGNO 2012

È UNSETTIMANALE

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si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it

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«ORA UNADONNA

AL QUIRINALE:EMMA BONINO»

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IN QUESTO NUMERO

LETTERA

«ORA UNA DONNAAL QUIRINALE: BONINO

CONGRESSO PD

FEUDATARI A CASAO È LA FINE

BERLUSCONIANI IN FUGA

SCOPELLITI FRAPRESENTE E FUTURO

TRAPPOLE

TOCCA A NACCARICARLIZZI

PIAZZA BILOTTI

CAMBIARE VOLTOALLA CITTÀ

FISCO GIUSTO, STUDI DI SETTOREE PARADISI FISCALI

PSICOSI DA TERREMOTO

PALAZZO DEI BRUZI

DARE E AVERE

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NUCCI CON MONTEZEMOLO

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FEUDATARI A CASAO È LA FINE

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BERLUSCONIANI IN FUGA

SCOPELLITI FRAPRESENTE FUTURO

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05-06-2012 Caro direttore,le scriviamo in seguito alla recente dichiarazione delnostro amato Presidente della Repubblica che auspical'avvento al Quirinale, per il mandato successivo al suo,di una donna. Con grande tempismo e solita lungimi-ranza, il sito internet del Corriere della Sera ha condi-viso con i propri lettori un sondaggio che proponeva alPaese di esprimersi per dare un volto e un nome allapersonalità politica più adatta, a ricoprire, quel presti-gioso ruolo. Non troppo sorprendentemente, gli ormai"maturi" e ben intenzionati lettori hanno scelto, in ma-niera forte e decisa, la vicepresidente del Senato EmmaBonino! Accadde la stessa cosa nel 1999 quando i mi-gliori sondaggi vedevano Emma Bonino raggiungereil 76% di gradimento degli italiani, che riconoscevanoil suo lungo ed inesauribile impegno politico e il profi-lo alto e internazionale, perfetto per rappresentare l'im-magine della nostra gente nel mondo.Una piccola, grande donna, amante del diritto e indi-scussa paladina dei diritti civili, che per le sue capacitàha ricevuto riconoscimenti in tutto il mondo. IlParlamento le preferì l'illustre Carlo Azeglio Ciampi,disattendendo ancora una volta il desiderio dei citta-dini che avevano vissuto la campagna di "Emma forPresident" con grande speranza e dedizione. Difficilenon pensare che se fosse per i cittadini, Emma sareb-be già da un pezzo presidente del Consiglio (e non so-lo della Repubblica) e su questa bellissima opportunitànoi italiani dovremmo tutti riflettere, a partire dalla di-retta interessata.Proprio in questo particolare momento storico, dovetutti siamo alla ricerca di etica, trasparenza e legalità,in poche parole buona politica! Sarebbe bello e rivolu-zionario che, dopo tutte le vicende politiche che hannoattraversato gli ultimi 20 (forse 60?) anni della nostrastoria, lasciando questo Paese sempre più fragile e inbalia di se stesso, la politica cominciasse a intercettaree soprattutto rispettare questa grande voglia di parte-cipazione. Certo noi artisti possiamo fare poco. Forse,a volte, alcuni di noi sono, o sono stati, pigri e magaria ragion veduta, visti i risultati di innumerevoli falli-menti politici e di pseudo democrazia, poco interessatialle sorti del Paese.Questa volta, invece, vogliamo dare questo nostro pic-colo contributo alla causa. Un messaggio al Parlamento,al Governo, alle forze politiche in campo, non abbia-mo bisogno di rivolgerci all'Italia, che ha già parlatoattraverso i sondaggi e che non perde occasione di ma-nifestare il suo affetto a una donna che ci rende orgo-gliosi di essere italiani nel mondo! Queste dieci firme,di artisti emergenti e non, messe insieme in poco tem-po ma con grandissimo entusiasmo da parte di tutti noi,sono sicuramente una piccola rappresentanza di "uo-mini che amano le donne" e ne riconoscono gli immensimeriti. La candidatura di Emma Bonino presidentenon è solo un cambiamento "di genere" ma è ripristi-no di meritocrazia e di distanza da giochi di, Palazzo einteressi di partito. E un grande e coraggioso passoavanti verso la riconciliazione tra eletti ed elettori.

Luca Argentero, Sergio Castellitto,Alessandro Gassman, Remo Girone, Vinicio

Marchionni, Filippo Nigro, Rocco Papaleo, ClaudioSantamaria, Emilio Solfrizzi, Gianmarco Tognazzi

*dal Corriere della sera

n. 62 - 9 giugno 20122

LETTERA

«ORA UNA DONNA AL QUIRINALEEMMA BONINO»

L'informazione è uno strumento delicato, da usare congrande responsabilità e prudenza quando può creare al-larme sociale. Parlare di terremoto in Calabria,quandoce n'è uno in corso da 20 giorni in Emilia, non è unagrande intuizione.Fa male,crea disagio epaura e non porta alcun sollievo poichési va intrecciare con le drammatiche cro-nache televisive dei terremotati emiliani.Che la Calabria sia considerata terra bal-lerina è noto a tutti così come è noto a tut-ti,però, che i terremoti non si possono pre-vedere. Non si possono nemmeno esclu-dere ma, muovendo da questo presup-posto, non c'è giorno dell'anno che pos-sa lasciarci tranquilli.Diverso è dare una informazione menotecnica possibile sui fenomeni sismici,co-me si affrontano e si controllano, con qua-li modalità di prevenzione si possono con-tenere i danni. Perché creare paura in unmomento in cui di paura ce n'è tanta perquel che sta accadendo in Emilia? E chedire di quel sismologo che, intervenendoin una trasmissione televisiva, si è avventurato a fare ilnome di Cosenza come epicentro possibile di un sismadi là da venire e di cui nessuno,ovviamente,sente la man-canza. Perché creare un panico al quale,per altro,non sisaprebbe come porre rimedio?Qualche anno fa è accaduto che,non si sa come, si è spar-sa in città la voce che alle 18 di quel giorno avremmo

avuto in città un terremoto.La voce arrivò in prefettura,tant'è che il prefetto dovet-te chiedere la collaborazione delle radio e delle tv localiper smentire la voce e spiegare che i terremoti non si

possono,purtroppo, prevedere. Ma eragià troppo tardi e per non poche perso-ne fu una serata lunga da trascorrere. Aigiardinetti di Viale Trieste due anzianiseduti su una panchina,mani nelle mani,aspettavano il terremoto con faccia ter-rea.Ce n'è voluto per convincerli che non c'e-ra alcun allarme e nessun indizio che po-tesse far pensare ad un terremoto immi-nente. Al riguardo la scienza dei fenomenisismici è molto chiara nel dichiarare i suoilimiti. Ci vorrebbe,dunque,più cautelada parte di chi maneggia strumenti diinformazione dove non basta la buonafede. Come conseguenza,infatti,ilComune si è affrettato a rendere noto ,incaso di terremoto, quali modalità sonopreviste per affrontare l'evento.

Per concludere sulla vicenda, c'è stata angoscia sismicain città anche perché è dal mese di aprile che nell'areadel Pollino si registra uno sciame sismico a bassa inten-sità.Insomma ad avere paura ci vuole poco se ci met-tiamo a pensare ma, non disponendo di rimedi, è più sa-lutare pensare alla prevenzione ed al contenimento pos-sibile dei danni. Niente di allegro, comunque.

PSICOSI DA TERREMOTO

Emma Bonino

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n. 62 - 9 giugno 2012 3

Per far conoscere il suo pensiero ha scelto l'house or-gan della CEI, l'Avvenire,più semplicemente il quoti-diano dei vescovi. C'è chi vede in questa scelta, certa-mente non casuale, un possibile collegamento con ipronunciamenti recenti della chiesa sul quadro poli-tico nazionale,la crisi e l'inadeguatezza della classe po-litica a farvi fronte.Anche la chiesa,insomma, senzaconfondersi con l'antipolitica ed il grillismo, conver-ge, con la cautela e l'esperienza che viene da secoli dipotere, sulla spinta che viene dal basso e che impieto-samente vuole e sollecita, contro il vecchiume che pas-sa indenne da una "repubblica" all'altra senza paga-re pegno, facce nuove a interpretare la politica.Le affermazioni che fa Scopelliti, comunque, possonoanche prescindere da richiami espliciti ai moniti ve-scovili, considerato che non ricorre a diplomazie persviluppare la sua critica dentro il PDL.I numeri gli danno ragione.Un partito,il PDL, che dal40 per cento dei consensi esce con le ossa rotte dal vo-to amministrativo di maggio, non può non avere deiresponsabili e Scopelliti punta il dito contro i coordi-natori nazionali Bondi,Verdini e La Russa.Ma a Scopelliti pare interessare molto poco l'evolu-zione che avranno le cose all'interno del PDL dove,asuo parere, lo stesso Angelino Alfano dovrebbe esse-re più deciso e meno democristiano nel portare avan-ti il suo progetto di partito, sempre che dietro di lui cisia effettivamente Berlusconi, il quale viene dato mol-to più interessato alle manovre della Santanchè e del-la Brambilla.La sortita di Scopelliti, che non potrà passare senzaconseguenze nel partito, punta al futuro, travolge i pa-letti del dibattito interno e apre a scenari innovativi,alle liste civiche, ai movimenti, ai moderati senza par-tito che vogliono restare moderati e pesare politica-mente. E' nel grande gioco che vuole entrare Scopelliti,oltre i confini calabresi, navigando nello stesso maredi Montezemolo, di Casini e dei vertici del PDL, a cac-cia di moderati appunto ma per ritagliarsi un ruolopolitico di più ampia rappresentanza e peso.In questo,forse,c'è un'ambizione che non tiene contodei dati reali della situazione politica e delle incertez-ze che segnano la legge elettorale con la quale si vo-terà l'anno prossimo.Ma se per il futuro è tutta una partita da giocare, peril passato Scopelliti sembra avere le idee molto chiaree non le manda a dire.Quanto alla deputazione parlamentare ne abbatte il75 per cento,inutile e parassitaria, con molti che nonhanno a loro attivo nemmeno una campagna eletto-rale vinta. Dei 50 consiglieri regionali ne salva menodella metà. E' una rottura traumatica che non può es-sere ricondotta ad imprudenza o a emotività. Sonomessaggi espliciti ai vecchi apparati e ai nani e balle-rine del berlusconismo in crisi.Dove forse eccede Scopelliti è nel considerare un mo-dello da proporre il patto di potere che ha sottoscrit-to in Calabria con l'UDC. Nessuno meglio di lui sa cheè un accordo di potere e che molti nel PDL lo trovanosbilanciato in favore dell'UDC. Un accordo che vienemesso a rischio dalle scelte che Casini dovrà fare perle politiche del 2013.In compenso Scopelliti può cavalcare, con margini tol-lerabili di ambiguità , la novità delle liste civiche chenotoriamente non dispiacciono a Berlusconi .Bisognerà vedere quanti dei consensi che andavanoal PDL Scopelliti riuscirà a traghettare nelle liste ci-viche da lui ispirate e che nelle regionali del 2010 ham-mo avuto successo.

A monte c'è il convincimento, espresso da Berlusconi,che nel voto amministrativo di maggio i consensi cheerano del PDL non sono andati ad altri partiti ma so-no rimasti a casa,annegati nel tasso di astensionismo.Sitratta di recuperarli e Scopelliti,come Berlusconi, èconvinto che col PDL non si va da nessuna parte.Siamo,cioè,in presenza di calcoli elettorali e non di unepocale pronunciamento sui diritti calpestati del sude della Calabria che non si farà più imporre candida-

ti da Roma.Gratta gratta, Scopelliti pensa a quello cuipensano tutti, Alfano,Verdini,Bondi,La Russa, e cioèalle politiche dell'anno prossimo . Sono lontani i tem-pi in cui, candidato da Berlusconi, Scopelliti recitavain piazza, insieme alla Polverini, il giuramento di fe-deltà e sottomissione al berlusconismo. Ora vuole gio-care in proprio e contare di più.E,tutto sommato, nonsi vede perché non ci debba provare.

BERLUSCONIANI A CASA

SCOPELLITI FRA PRESENTE E FUTURO

E' ufficiale la notizia che Sergio Nucci, consigliere co-munale e candidato a sindaco l'anno scorso con"Buongiorno Cosenza",ha aderito al movimento po-litico di Luca Cordero di Montezemolo. Nei giorniscorsi si è tenuta aCatanzaro una primariunione organizzativacon prevalente parteci-pazione di ambienti im-prenditoriali. Il movi-mento del presidente del-la Ferrari si colloca poli-ticamente al centro e sirivolge a quell'elettoratomoderato cui guardanotutte le formazioni poli-tiche per ampliare la ba-se del consenso. Sembraormai certo, dopo incer-tezze e titubanze, che"Italia Futura",questo ilnome del movimento,parteciperà alle politichedell'anno prossimo.Sergio Nucci approda almovimento di Montezemolo con un percorso politi-camente lineare se si considera la sua ascendenza de-mocristiana,l'aver aderito all'UDC e ,uscitone, aversempre mantenuto una posizione di centro inequivo-cabilmente moderata.

Al di là della collocazione politica Sergio Nucci si èsempre impegnato per una sana,corretta e trasparenteamministrazione dell'ente comunale mettendo sem-pre al centro della sua azione politica i diritti del cit-

tadino e l'interesse gene-rale della collettività.Negli anni si è abituato acondurre battaglie solita-rie in consiglio comunalema sostenute dall'opinio-ne pubblica più attenta esensibile all'immaginedella città ed alla qualitàdella vita.Suo il primato delle in-terrogazioni presentate inconsiglio comunale chehanno costretto l'ammi-nistrazione guidata daSalvatore Perugini ad af-frontare problemi av-vertiti dalla popolazionema tenuti in scarsa con-siderazione.E' presto per dire se

Sergio Nucci sarà candidato alle politiche del 2013 manon è da escludere, considerato che disporrebbe diuna vasta rete di relazioni familiari e professionaliche,di certo, non saranno sfuggite agli strateghi elet-torali di Montezemolo.

PARTITI

NUCCI CON MONTEZEMOLO

Beppe Scopelliti

Sergio Nucci

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4 n. 62 - 9 giugno 2012

Non s'è capito ancora di che pasta è fatto il commissario Dattorre del PD, filosofo mandatoda Roma per mettere d'accordo i feudatari calabresi del partito dopo che Musi, suo prede-cessore, aveva provato, se non a mandarli a casa, a ridimensionarne ruolo e peso.Per certo si può dire che Dattorre in Calabria è venuto a gestire vecchi giochi e vecchie litur-gie ascendeni alle nomenclature cattocomuniste.Non sono i nomi in gioco a richiamare vecchie usanze e vecchi ricatti ma è il PD, così comeè stato ridotto, a non avere oggi vie d'uscita.Non c'è una seconda fila cui, volendo,passare il testimone e la responsabilità di ridare slan-cio e credibilità al partito.I feudatari che controllano il partito hanno impedito che prendesse corpo, che si potesse con-figurare una alternativa possibile ai loro feudi e al potere che ne discende, che un avvicen-damento fosse possibile senza un bagno di sangue.Metaforicamente,s'intende.Musi ci aveva provato ma gli hanno fatto terra bruciata edha dovuto rinunciare.Dattorre ha capito che un gruppo diri-gente nuovo non si improvvisa e sta soltanto cercando dirimettere insieme i pezzi di un partito mai nato per affronta-re alla meno peggio le prossime scadenze elettorali. La situa-zione, del resto, non è un dato specifico della Calabria poichéè tutto il partito a non ritrovarsi intorno ad un progetto cheunifichi e mobiliti. Soltanto in una logica di sopravvivenza edi salvare il salvabile si può capire come sia possibile punta-re su Nicodemo Oliverio per la segreteria regionale.Non è in discussione la persona,di aspetto mite e conciliante,ma rappresenta il passato che ritorna, peggiore del presenteche fa montare l'antipolitica e il disprezzo per la casta.Comesi fa a pensare che Nicodemo Oliverio possa essere la rispo-sta alla domanda di cambiamento e di rinnovamento dellarappresentanza politica che viene dall'elettorato riconducibi-le al Pd ed alla sua area d'influenza ?Non lo è lui e non lo sarebbe stato nemmeno l'altro Oliverio,il presidente della Provincia di Cosenza, con 4 se non 5 legi-slature in parlamento alle spalle e che aspira a fare il governatore. Può darsi che, a contifatti, sia il più capace ma non implica la rinuncia a guardarsi intorno,alla generazione deiquarantenni.Nei giorni scorsi ha fatto la sua apparizione sulla TV nazionale il sindaco di Rimini, 40 annipoco più poco meno, che parlava della sua città, dei problemi da affrontare e delle modalità

adottate per superarli. Parole chiare, consapevolezza delledifficoltà, considerazione per le aspettative dei cittadini,pro-filo basso e niente certezze. La democrazia vive e si difendegiorno per giorno. Una ovvietà ,certo, ma non fa male ricor-darlo a chi riduce la democrazia da ordinamento di valori aun sistema di poteri, piccoli e grandi, in scala gerarchica,chepassano per la politica e da questa si alimentano.La sorpresa,leggibile anche sul volto di chi faceva le doman-de, era l'appartenenza del sindaco al PD. Niente a chefare,per stile,capacità di esposizione,chiarezza di linguaggio,con i prototipi di Largo del Nazareno, da Bersani allaBindi,da Dalema e Veltroni, da Franceschini a Fioroni e giùdi lì.Questo è il punto, cioè l'incapacità di passare la mano, dimettere in campo nuove energie e intelligenze per come vienerichiesto, a torto o a ragione, da chi fino ad oggi ha credutonel progetto politico del PD.Per tornare alle cose di Calabria, se la rosa dei nomi da cuidovrà uscire il segretario regionale è quella riportata dallastampa,meglio non farlo il congresso o farlo per eleggere

Dattorre stesso segretario.Sarebbe una riduzione o contenimento del danno. NemmenoMaiolo,Doris Lo Moro,Muzzì o Battaglia possono essere la risposta. Sono le comparse di ungioco vecchio che non appassiona più nessuno.Anche le correnti sono un residuo del passa-to che torna e che sarà interessante vedere che sponda troverà nelle nuove generazioni se ilcongresso darà loro voce.Certamente delude leggere che Salvatore Scalzo, fino a ieri simbolo del PD che può rinasce-re, si è fatto inglobare nei sostenitori di Nicodemo Oliverio,passando da leader di un nuovocorso a gregario di un vecchiume che non ha più nulla da dire. Così come fa un po' penavedere Marco Minniti andare in giro per la Calabria a raccogliere truppe per sedere al tavo-lo delle trattative come rappresentante di Veltroni. E non uno, dicesi uno, che abbia spiega-to in che rapporto sta il congresso da tenere con il malessere che viene dalla pancia dellasocietà , che vede nella politica , nei partiti e in chi li rappresenta da troppo tempo i respon-sabili delle angosce e delle paure di oggi.

CONGRESSO PD

FEUDATARI A CASA O È LA FINE

Da molti anni nel centro di Milano c' un ufficio turisticodella regione Calabria che dovrebbe assicurare tutti i ser-vizi di informazione e promozione della nostra offertaturistica.C'è un telefono ma non risponde e non è datosapere quale attività e con quali risultati l'ufficio abbiasvolto in questi anni. Sappiamo, però, che l'ufficio ha uncosto,come lo aveva quello di Bruxelles e come ce l'ha lasede di Roma. Diciamo che l'idea di creare una postazio-ne a Milano per far conoscere l'offerta turistica calabre-se non era e non è uno spreco se all'ufficio corrispondonoiniziative concrete e risultati riscontrabili.Così non è stato.Nessuno ha mai dato conto dell'operati-vità dell'ufficio di Milano e nessuno ne ha mai chiestoconto dai banchi del consiglio regionale dove,notoria-mente,ci si occupa di ben altro.Viene,quindi,da chiedersi con i chiari di luna che abbia-mo con le casse regionali e l'abbassamento della soglia dipovertà per molte famiglie, perchémai non si mette fine ad un fallimen-to evidente e senza appello. Conquello che si andrebbe a risparmiare,aggiungendovi dell'altro, si potrebbepensare ad uno spot televisivo sullereti nazionali anche se il problemadel turismo calabrese non è la cono-scenza dei luoghi ed il loro fascino.Il problema,noto anche alle cronachenazionali, è la balneabilità delleacque inquinate dagli scarichi fogna-ri a mare per via dei depuratori chenon funzionano e degli interventi riparatori non effettua-ti. Un problema serio che andava affrontato per tempoma che non ha trovato proposizione in consiglio regiona-le dove ,in verità,tengono banco le vicende interne deipartiti,dei congressi,dei tesseramenti,delle candidaturealle politiche del 2013. Tutta paglia che brucia e alza lefiamme dell'antipolitica e dell'avversione alla casta.Se si tiene conto di quanto sia centrale il turismo nell'as-setto economico-produttivo della Calabria ci si aspette-rebbe dal governo regionale un disegno strategico menovago e più consistente del mare e del sole che madre natu-ra assicura. Intanto come si arriva in Calabria.L'autostrada viene vissuta come una espiazione mentre alresto pensa Trenitalia che ha tagliato i treni a lunga per-correnza ed offre un servizio da quarto mondo con gliintercity di 40 anni fa, con le portiere bloccate e le toilet-te a tenuta stagno. Se ne vorrebbe sapere di più, soprat-tutto per il trasporto aereo che, riferiscono le cronache,vedono l'aeroporto di Lamezia in progressiva aumento diviaggiatori. Si apprende che il sindaco di Reggio ha fir-mato un protocollo d'intesa con un gestore privato per untreno azzurro che collega Reggio al centro-nord.Se nevorrebbe sapere di più, soprattutto per i costi. Non lo sap-piamo noi in Calabria e non lo sa certamente l'ufficioturistico di Milano che, nell'indifferenza generale, conti-nua a bruciare risorse facendo non poco danno all'imma-gine della Calabria e del suo governo se mai qualcuno siavventurasse a recarvisi per avere informazioni.

TURISMO

QUELL’UFFICIOCHIUSO A MILANO

Nicodemo Oliverio

Mario Maiolo

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In politica non si può mai dire cosa può accaderema è pur vero che c'è una regola, non scritta maben presente , che chi la fa se l'aspetti.Più sempli-cemente, i conti si regolano alla prima occasio-ne.E' quanto sta accadendo a Naccari Carlizzi,assessore regionale con la giunta Loiero e anima-tore della campagna di demolizione del "modelloReggio" attraverso una rigorosa ricostruzionedella contabilità comunale che ha portato allarivelazione di un buco di centinaia di milioni lecui ricadute politiche hanno non poco lesionatol'immagine di Scopelliti sindaco.Accade ora che Naccari Carlizzi viene tirato den-tro una storia di concorsi che riguardano lamoglie, la quale avrebbe goduto di agevolazioninell'assegnazione di un primariato all'ospedale diReggio.La cosa non avrebbe fatto nemmeno notizia senon si fosse trattato della moglie di un politicoche, di solito,non le manda a dire e ama il corpo acorpo negli scontri . Ma ora Naccari Carlizzi nonsi può chiamare fuori e lo sa bene.Ostenta sere-nità nel merito della vicenda e, a qanto pare, luistesso aveva chiesto di essere ascoltato dal magi-strato che segue il fascicolo giudiziario.La vicenda viene fuori per un ricorso che mette inevidenza come il bando di concorso per un soloposto di primario alla fine di primariati ne haassegnato due, di cui uno alla moglie di NaccariCarlizzi,signora Falcomatà.Ora il fustigatore del "modello Reggio" deve farei conti col volume di fuoco che viene sparato dallebatterie scopellitiane. Il primo a porre la "que-stione morale" è Giacomo Mancini, assessoreregionale al Bilancio e vicinissimo a Scopelliti, chechiede conto a Naccari Carlizzi del profilo etico-politico della vicenda che lo riguarda da vicino. Ma non è soltanto Mancini, che con Reggio hascarse frequentazioni, a chiedere conto. C'è daaspettarsi che tutto l'entourage di Scopelliti cer-cherà la rivincita dopo gli sbeffeggiamenti del"modello Reggio" e le accuse di opaca ammini-strazione che hanno occupato per lungo tempo lecronache regionali. E' già accaduto altre volte.Niente di nuovo sotto il sole.Semplicemente oratocca a Naccari Carlizzi.

TRAPPOLE

TOCCA A NACCARI CARLIZZI

Demetrio Naccari Carlizzi

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n. 62 - 9 giugno 2012 5

"Oggi apprendiamo dai giornali che l'ex assessore re-gionale, professione moralizzatore, Demetrio NaccariCarlizzi e' indagato relativamentealla vicenda che riguarda il con-corso per Dermatologia di ReggioCalabria, vinto nel 2009 da suamoglie in circostanze da ap-profondire, portate recentementealla luce dagli organi di stampa".Lo afferma, in una nota, l'asses-sore regionale Bilancio e pro-grammazione nazionale e comu-nitaria Giacomo Mancini."Sorgono spontanee - ha aggiun-to - alcune riflessioni: come mail'esponente del Pd ha sempre mi-

nacciato querele ai quattro venti in relazione a tale vi-cenda? Addirittura, in riferimento a questo fatto, alcu-

ni esponenti del suo partito nei gior-ni scorsi avevano parlato di fangomediatico: qual e' oggi il loro pen-siero? Pur rimanendo sempre ga-rantisti, come e' nostra cultura, e'davvero possibile adesso, di frontead un esposto e ad un avviso di ga-ranzia, parlare ancora di notizieinfondate e infamanti? Attendiamoche la giustizia faccia il suo corso,ma i calabresi cominciano a vedercichiaro, a partire da come e' statagestita la sanita' dalle amministra-zioni regionali precedenti".

LE RIFLESSIONI DI MANCINI

Man mano che si va avanti col bando di gara per l'assegnazione dei lavori,il sindaco Occhiuto va comple-tando e integrando con nuove informative quel che sarà Piazza Bilotti ,ex Piazza Fera, certamente la piazzapiù prestigiosa della città. Sembra,dunque,che i lavori non interesseranno soltanto la piazza ma coinvolge-ranno anche le strade collegate, a cominciare da Via Alimena. La piazza è destinata a diventare il cuore del-la città,spostandone più avanti il baricentro lungo l'asse sud-nord. In termini, sia pure relativi, di vissutoquotidiano sarà un ulteriore distanziarsi dal centro storico ma anche da Piazza dei Bruzi. Convince l'idea difare di Piazza Bilotti il luogo di maggiore densità artistica del MAB che avrà la sua continuità di percorsolungo l'isola pedonale ma si vorrebbe ,daparte del sindaco urbanista, una indica-zione più completa della città che sarà,vi-sta in tutte le sue componenti, comprese leperiferie o ciò che per tali si intende.Lavorare soltanto sul centro città può ri-velarsi riduttivo se il resto della città so-pravvive nel degrado e nella mancanza dimanutenzione. Ogni città ha le sue strade-immagine, luoghi deputati allo shopping ,agli eventi o alle relazioni sociali. PiazzaBilotti e il centro cittadino,dunque,meri-tano ogni attenzione ma l'architetto MarioOcchiuto deve ricordarsi che le incombenze di un sindaco vanno oltre l'urbanistica in senso stretto, anche sesi può convenire che, modificando gli spazi in meglio, cambia anche la qualità della vita.C'è molto disagio sociale in città e si ha l'impressione che non venga percepita adeguatamente e sufficiente-mente la gravità della crisi economica che colpisce più in profondità le fasce più deboli della società. Polemichea parte sul rispetto delle procedure e sull'attendibilità di perizie fatte 12 anni fa, il progetto che riguardaPiazza Bilotti non può essere assunto a elemento strategico dell'amministrazione della città. C'è il problemadei servizi,quello dei rifiuti e della differenziata in particolare, dai quali dipende in maniera più diretta laqualità della vita in città. C'è un'area urbana,già vissuta dai cittadini, che attende una interpretazione più ri-spondente alle aspettative delle comunità interessate e che,invece,vede prevalere gelosie e logiche campanili-stiche che si pensava definitivamente azzerate. C'è una università che alimenta rendite edilizie ma che non èancora diventata componente vissuta del vivere collettivo. Ci sarà pure una ragione se il ve-nerdì il campus si svuota ma non a vantaggio della città che, forse, dovrebbe pensare ad accoglierli con un'of-ferta di servizi ed attrattive.C'è stato un tempo in cui il centro storico viveva le sue notti con una popolazione prevalentemente giovani-le e gran parte erano universitari.I 4 anni che restano di amministrazione non sono sufficienti per affrontare e,meno che mai,risolvere i pro-blemi che premono ma,probabilmente, non sono nemmeno sufficienti per portare a compimento il progettodi Piazza Bilotti. Una ragione in più per considerare in maniera più equilibrata i problemi che la città ha da-vanti. Avere un sindaco urbanista è certamente un vantaggio ma può essere anche un limite.

PIAZZA BILOTTI

CAMBIARE VOLTO ALLA CITTÀ

Il progetto per la nuova piazza Bilotti

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C'è una polemica in corso e riguarda le inden-nità di carica che percepiscono sindaco , assesso-ri e consiglieri e che una proposta della mino-ranza vorrebbe destinare alla spesa sociale,unavolta che gli interessati accettino di rinunciarvi.La polemica sui compensi degli amministratoridi Palazzo dei Bruzi non è nuova , anche perchépassa dai gettoni di presenza ai lavori di com-missione e desta qualche sospetto l'eccessivonumero di sedute di alcune commissioni. Comeche sia, qualcuno ha fatto i conti e non sarebbeda trascurare la cifra che si renderebbe disponi-bile con un anno di rinuncia.Ma la proposta è venuta dal consigliere del PDMarco Ambrogio che era assessore nella giuntaPerugini,per cui è venuto facile chiedergli pole-micamente perché mai questa proposta non l'hafatta quando era lui, insieme al sindacoPerugini, a dover rinunciare all'indennità dicarica.La città,da parte sua,segue senza interesse ildibattito che ne è scaturito ma è quanto mai evi-dente che il giudizio sui politici,di questi tempi,non cambierebbe nemmeno se dichiarassero dilavorare gratis per tutta la durata del mandato.Il problema, per i consiglieri comunali come perquelli provinciali e regionali,nonché i parlamen-tari, non è quello che prendono ma quello chedanno o, meglio,quello che non danno.Tremilaeuro al mese per un assessore possono esserepoco o molto a seconda di quello che dà, dell'im-pegno che ci mette, del lavoro che svolge e deirisultati che ottiene.Tutto qui.

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n. 62 - 9 giugno 20126

Palazzo dei Bruzi

Oggi apprendiamo dai giornali che l'ex assessore re-gionale, professione moralizzatore, Demetrio NaccariCarlizzi e' indagato relativamente alla vicenda che ri-guarda il concorso per Dermatologia di ReggioCalabria, vinto nel 2009 da sua moglie in circostanzeda approfondire, portate recentemente alla luce dagliorgani di stampa". Lo afferma, in una nota, l'assesso-re regionale Bilancio e programmazione nazionale ecomunitaria Giacomo Mancini. "Sorgono spontanee- ha aggiunto - alcune riflessioni: come mai l'espo-nente del Pd ha sempre minacciato querele ai quattroventi in relazione a tale vicenda? Addirittura, in riferi-mento a questo fatto, alcuni esponenti del suo partitonei giorni scorsi avevano parlato di fango mediatico:qual e' oggi il loro pensiero? Pur rimanendo sempregarantisti, come e' nostra cultura, e' davvero possibileadesso, di fronte ad un esposto e ad un avviso di ga-ranzia, parlare ancora di notizie infondate e infaman-ti? Attendiamo che la giustizia faccia il suo corso, mai calabresi cominciano a vederci chiaro, a partire dacome e' stata gestita la sanita' dalle amministrazioniregionali precedenti".

Giovanni PerriConsigliere comunale PSE

PALAZZO DEI BRUZI

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DICHIARAZIONE

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Gli studi di settore sono uno strumento che il Fiscoutilizza per rilevare i parametri fondamentali di li-beri professionisti, lavoratori autonomi e impreseallo scopo di valutare la loro capacità reale di pro-durre reddito.Secondo un articolo del Sole 24 Ore del gennaio 2012due contribuenti su dieci in Italia dichiarano ricavio compensi inferiori a quelli degli studi di settore,rischiando così di finire nel mirino del fisco. Per Cerved Group su 123.000 imprese che hannopresentato il bilancio in Italia nel 2010 hanno chiu-so l'esercizio in utile il 71% delle società analizzate.E' una percentuale di 5 punti superiore a quella del-l'anno precedente, ma di 6 punti più bassa rispettoa quella del 2007.C'è da chiedersi se coloro i quali non raggiungonole soglie minime prefissate dal Fisco siano tutti eva-sori. E' logico ritenere che ci siano invece anche pic-cole imprese e lavoratori autonomi che non solo nonsono riusciti sempre a raggiungere le soglie minimeprefissate dall' Agenzie delle Entrate, soprattutto inquesto periodo di crisi, ma che sono anche costret-ti in alcuni casi a pagare tasse per ricavi che nonhanno mai conseguito. E ciò è veramente assurdo.Gli evasori vanno ricercati dappertutto, ma è da sot-tolineare che si aggrediscono i più piccoli, non esi-tando a mettere a rischio a volte arbitrariamente lasopravvivenza di microimprese e lavoratori auto-nomi, mentre nei confronti dei paradisi fiscali e del-le società off shore, dove secondo alcune stime è con-centrato 1/5 del PIL mondiale, non si fa quasi nul-la.L'economista Giorgio Ruffolo in un articolo pub-blicato dall' Espresso nel 2010, dal titolo "Una ver-gogna chiamata off shore" riporta qualche cifra :"Il prodotto lordo mondiale ammonta a 4 mila mi-liardi di dollari. Il prodotto lordo criminale, a mil-le miliardi, un quinto del totale. Il prodotto di que-

sto enorme giro di affari bisogna, ovviamente, rici-clarlo. E a questo si provvede grazie all'anonimatodi oltre 50 paradisi fiscali, che si sottraggono ad ogniseria informazione. Si calcola che il riciclaggio di denaro sporco am-monti a 600 miliardi di dollari all'anno. Il giro d'af-fari dei paradisi fiscali è di 1.800 miliardi di dolla-ri. Le società off shore presenti sono 680 mila. Lebanche, attraverso le loro filiali sono, dichiarata-mente, 10 mila." http://espresso.repubblica.it/det-taglio/una-vergogna-chiamata-off-shore/2137840Secondo Ruffolo non risultano iniziative efficaci deiPaesi europei per eliminare questo scandalo.In relazione alle politiche fiscali e agli studi di set-tore, introdotti dal Governo Ciampi nel 1993, il se-gretario del PD Bersani, nel dicembre 2009 ha di-chiarato : "bisogna puntare su un fisco giusto. Lacrisi economica corre e ha reso inutilizzabili gli stu-di di settore. Ormai i lavoratori, le piccole e medieimprese e i professionisti ne ricevono un trattamentoiniquo".http://www.partitodemocratico.it/doc/91296/un-fi-sco-pi-giusto.htmAncora più preciso Stefano Fassina, attuale re-sponsabile economico del PD. In un articolo del gen-naio 2010, pubblicato da "Sbilanciamoci", propo-ne di abolire gli studi di settore, dichiarando: "Lemodifiche legislative ed amministrative apportateagli Studi di Settore hanno stravolto lo strumento.Al di là di legittime differenze nelle valutazioni sul-l'opportunità o finanche la necessità degli stravol-gimenti, è difficile negare che, attraverso una seriedi passaggi legislativi (in particolare, il DL 112/08art 33, DL 185/08 artt 8, 16, 27), si è compiuta unariscrittura del patto fiscale, asse del più generale pat-to di cittadinanza, tra la collettività, lo Stato, ed ilmondo del lavoro autonomo, della micro e piccolaimpresa, dei professionisti. Per tali categorie di con-

tribuenti, di fatto, è stato superato l'articolo 53 del-la Costituzione e si è introdotto o, meglio, si è dataformale traduzione legislativa al principio in partegià seguito, ma non codificato, dell'autodetermina-zione del quantum di imposte dovute e dei tempi deiversamenti".http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/capitali/Perche-abolire-gli-studi-di-settoreL'articolo 53 prevede che tutti sono tenuti a con-correre alle spese pubbliche in ragione della loro ca-pacità contributiva e che il sistema tributario è infor-mato a criteri di progressività.Da sottolineare che il Governo Berlusconi non hasoppresso gli studi di settore e che il Governo Montili ha di fatto rilanciati, nonostante alcune recentisentenze li abbiano dichiarati anticostituzionali.Gli studi di settore, inoltre, costituiscono una bar-riera all'ingresso nel mercato per chi non ha gran-di risorse finanziarie e spesso sono una spinta allachiusura delle aziende che non riescono ad adeguarsiagli standard fissati dall'Agenzia delle Entrate.Risulta che numerose microimprese e lavoratori au-tonomi in questi giorni stiano ricevendo letteredall'Agenzia delle Entrate, che ha rilevato scosta-menti tra i redditi da loro dichiarati e quelli fissatidagli studi di settore. Sono stati pertanto invitati ad un contraddittoriodagli esiti incerti, visto il clima che si è creato. Se na-scerà un contenzioso c'è da tenere conto infatti chericorsi tributari sono stati discussi in alcune pro-vince dopo decenni, visto il numero dei procedimentipendenti.C'è da augurarsi, pertanto, che ci sia un ripensa-mento da parte del Governo e che l'evasione fisca-le venga colpita ad ogni livello, ma nel rispetto deidiritti dei cittadini e della Costituzione.

Vincenzo Gallo

FISCO GIUSTO, STUDI DI SETTOREE PARADISI FISCALI

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