Cs Oggi N.85 - 2013

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AREA URBANA NUOVA SERIE N. 85 - 9 FEBBRAIO 2013 È UN SETTIMANALE ON-LINE si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it www.cosenzaoggi.it È UN SETTIMANALE ON-LINE · È UN SETTIMANALE ON-LINE CLICCA QUI LEADER QUEL GRIGIORE CHE ESPANDE BERSANI Il rischio che corre è che passerà alla sto- ria, dopo la “giocosa macchina da guer- ra” di Occhetto, come il segretario che, partito quasi con 15 punti di vantaggio a pagina 2 CHI VOTARE? LE GUARDIE O I LADRI? a pagina 3 FUGHE DAL VOTO OLIVERIO IN CANADA a pagina 3 RADICALI È GENOCIDIO POLITICO a pagina 4 BACI E ABBRACCI IL BACIO DI FEDELE a pagina 4 Berlusconi insiste nel sostenere che bi- sogna votare i grandi partiti e cioè, nel- la sua semplificazione, o il centrodestra (lui) o il centrosinistra (Bersani). Monti È molto difficile che i radicali riescano a raggiungere il quorum per portare una rappresentanza in parlamento e, quin- di, a maggior ragione bisogna impe- Non bisogna menare scandalo e lancia- re accuse di disinteressamento rispetto agli esiti della campagna elettorale. In fondo la causa e il partito li si può servi- Con i baci bisogna essere cauti, soprat- tutto nei rapporti politici. Alla storia pas- serà certamente il presunto bacio che ci sarebbe stato in un ancora più presunto Mario Oliverio Montecitorio Pierluigi Bersani PARTITI E PROGRAMMI LOTTA DI TASSE E LOTTA DI CLASSE a pagina 2 a pagina 4 Luigi Fedele È una campagna elettorale fasulla non solo per l’ignobile legge elettorale gra- dita, al di là delle dichiarazioni di fac- ciata, a tutte le satrapie del regime par- Teoricamente potrebbe accadere che la giostra ultradecennale dell’ammini- strazione comunale finisca col dissesto dichiarato ma è una ipotesi che non sta CANDIDATURE IL SILENZIO DEI “NOMINATI” a pagina 3 Inutile fare zapping col telecomando, non ci sono anche perché non hanno niente da dire se non replicare le affer- mazioni e le parole d’ordine dei loro lea- Marco Minniti Palazzo dei Bruzi PALAZZO DEI BRUZI MA QUALE DISSESTO?

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Cosenza Oggi N.85 del 9 Febbraio 2013

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AREA URBANA

NUOVA SERIE N. 85 - 9 FEBBRAIO 2013

È UNSETTIMANALE

ON-LINE

si legge su internet digitando www.cosenzaoggi.it

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LEADER

QUEL GRIGIORE CHEESPANDE BERSANIIl rischio che corre è che passerà alla sto-ria, dopo la “giocosa macchina da guer-ra” di Occhetto, come il segretario che,partito quasi con 15 punti di vantaggio

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CHI VOTARE?

LE GUARDIEO I LADRI?

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FUGHE DAL VOTO

OLIVERIOIN CANADA

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RADICALI

È GENOCIDIOPOLITICO

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BACI E ABBRACCI

IL BACIODI FEDELE

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Berlusconi insiste nel sostenere che bi-sogna votare i grandi partiti e cioè, nel-la sua semplificazione, o il centrodestra(lui) o il centrosinistra (Bersani). Monti

È molto difficile che i radicali riescanoa raggiungere il quorum per portare unarappresentanza in parlamento e, quin-di, a maggior ragione bisogna impe-

Non bisogna menare scandalo e lancia-re accuse di disinteressamento rispettoagli esiti della campagna elettorale. Infondo la causa e il partito li si può servi-

Con i baci bisogna essere cauti, soprat-tutto nei rapporti politici. Alla storia pas-serà certamente il presunto bacio che cisarebbe stato in un ancora più presunto

MarioOliverio

Montecitorio

PierluigiBersani

PARTITI E PROGRAMMI

LOTTA DI TASSEE LOTTA DI CLASSE

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LuigiFedele

È una campagna elettorale fasulla nonsolo per l’ignobile legge elettorale gra-dita, al di là delle dichiarazioni di fac-ciata, a tutte le satrapie del regime par-

Teoricamente potrebbe accadere che lagiostra ultradecennale dell’ammini-strazione comunale finisca col dissestodichiarato ma è una ipotesi che non sta

CANDIDATURE

IL SILENZIODEI “NOMINATI”

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Inutile fare zapping col telecomando,non ci sono anche perché non hannoniente da dire se non replicare le affer-mazioni e le parole d’ordine dei loro lea-

Marco Minniti

Palazzodei Bruzi

PALAZZO DEI BRUZI

MA QUALEDISSESTO?

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LEADER

QUEL GRIGIORE CHE ESPANDE BERSANI

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su Berlusconi, si è visto raggiungere,strada e campagna elettorale facendo, fino a sfio-rare soltanto 4 punti di differenza.Almeno secondo alcuni sondaggi.La certezza,sua edel suo cerchio magico,è che ce la farà comunque, almeno alla Camera, poi si ve-drà.Mettiamo da parte le simpatie e le antipatie personali e riconosciamo che,rispettoa Bersani, Berlusconi interpreta una comunicazione politica che,al di là dei contenuti,raggiunge l'elettore per la varie vie mediatiche.Altro discorso è se lo convince ma,in-tanto,per poterlo convincere bisogna arrivarci e luici arriva.Bersani è consapevole di non avere uguali capacitàe fortuna vuole che,per ragioni non sue, si è potutosottrarre ai "faccia a faccia". Ma il problema si po-ne.Non si tratta di parlare nelle "case del popolo"della bassa padana, ci sono 40 milioni di elettori po-tenziali da convincere, di cui quasi la metà è disgu-stata dalla politica ed è intenzionata ad astenersi.Lacomunicazione in campagna elettorale,quella oralema anche quella del corpo,è fondamentale.NegliStati Uniti,dove le presidenziali durano quasi un an-no fra primarie e voto finale, nulla viene lasciato alcaso e, se ci sono dei gap di comunicazione nel can-didato, si interviene con corsi accelerati, mirati almiglior risultato possibile. C'è da dire che Bersaniispira una simpatia umana,spontanea,grazie anchealle imitazioni di Crozza, che sono un ottimo punto di partenza.Si può ritenere che ognu-no avrebbe piacere di averlo come zio, con la sua calma,il sigaro in bocca, la giacca avento alternativa al loden, e le metafore della nonna per semplificare la politica. Soltantoquella del "non stiamo qui a pettinare le bambole" vale da sola 5 punti nei sondaggi.Iproblemi cominciano quando,sentendolo parlare,il pensiero va a Strasburgo,a Bruxelles,a Washington, alle cancellerie europee. Non è che gli manchi la preparazione o la co-noscenza dei problemi, per altro con esperienze ministeriali sui temi dell'economia edello sviluppo, ma ci si deve chiedere come viene percepito da chi lo ascolta,soprattut-to in TV.Mario Monti, che per la sua voce monocorde è stato paragonato a un robot, è

corso ai ripari ingaggiando uno stratega delle campagne elettorali americane che haprogressivamente modificato l'immagine dello statista in loden, che parla correttamentel'inglese ed è di casa nelle cancellerie europee, nell'uomo di famiglia che gioca con i ni-potini,che adotta un cane in TV, che esprime comprensione per le fasce deboli della so-cietà dimostrando di conoscerne i problemi. Quanto gli frutterà in termini di consensielettorali non è possibile prevederlo ma ci ha provato. Bersani è rimasto quello che era,

come lo conosce la base del partito, con la sua bo-nomia e l'ira contenuta quando minaccia di "sbra-nare" qualcuno ma si ferma al suo target di appar-tenenza. Bersani e il centrosinistra,invece, soprat-tutto per il senato, hanno bisogno di consensi ag-giuntivi, di ottenere fiducia soprattutto dagli inde-cisi e dagli indignati dell'antipolitica. A come stan-no le cose, a 20 giorni circa dal voto, si è in una fa-se di stallo, con Vendola che perde consensi ancheperché troppo appiattito sulle posizioni di Bersani.Verrà inevitabilmente sacrificato,dopo il voto,al-l'accordo con Monti e i centristi,con evidente im-barazzo promossi a "riformisti"di nuovo conio. Matorniamo a Bersani.Chi lo conosce dice che è per-sona di compagnia, briosa e simpatica.Perchè,allo-ra,quel grigiore che espande intorno a sé nelle sueapparizioni televisive? In maniche di camicia già of-

fre una immagine più accattivante ma dovrebbe sapere che ,quando si parla, dal vivoo dalla Tv, a migliaia o milioni di ascoltatori, nulla va lasciato al caso. Deve essere unacostruzione rigorosa e controllata del messaggio che si vuole mandare. Anche le pausevanno studiate.Figurarsi le battute.Berlusconi queste cose le sa e se ne avvale.Il cerchiomagico di Bersani offre fisionomie ruspanti e nomi di apparato,buoni per l'ordinariaamministrazione. Il manifesto con la foto di Bersani e la scritta "l'Italia giusta" non di-ce nulla, è assertivo e non spiega come deve essere l'Italia per essere giusta.Per certo,nonse l'abbia il PD, non basta la faccia di Bersani ed è un grossolano errore non spender-si anche la faccia di Renzi.

PARTITI E PROGRAMMI

LOTTA DI TASSE E LOTTA DI CLASSE

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titocratrico ma anche perché non è sufficientemente chiaro su che cosa gli italiani so-no chiamati a votare.A sinistra, salvo qualche precisazione di Vendola, non si ritrova-no certamente nel PD di Bersani e Rosy Bindi i riferimenti storici della sinistra.Non ènostalgia e rimpianto per lalotta di classe ma non si puònemmeno accettare che , spa-riti i fondamentali storici del-la lotta di classe nel dibattitopolitico ma non in econo-mia,questa si sia ridotta aduna lotta di tasse in contrap-posizione alla destra berlu-sconiana ed al moderatismoilluminato di Mario Monti.Berlusconi parla alla panciadel Paese ed è ben consape-vole del gioco spregiudicatoche porta avanti prometten-do l'abolizione e la restituzio-ne dell'IMU già pagata eniente patrimoniale. Bersanivuol rimodulare l'IMU informa progressiva e applica-re una patrimoniale al di so-pra di un certo valore. MarioMonti ricorda gli impegni assunti con l'Europa, le difficoltà che permangono in eco-nomia, senza escludere di poter attenuare il carico dell'IMU sulla prima casa anche inbase alla composizione del nucleo familiare. Comunque la si voglia mettere è lotta ditasse a fuoco incrociato e la povertà, nuova e antica, perde di protagonismo perché,notoriamente, i poveri,pur volendo,eventuali tasse non le potrebbero pagare.Non re-sta,dunque, nell'impostazione data, che votare chi promette di far pagare più o menotasse, senza specificare i destinatari,problema in realtà strettamente vincolato al fiscal

compact ovvero all'obbligo europeo del pareggio di bilancio.Ne consegue, come com-menta Monti, che siamo in presenza di maldestri tentativi di incamerare voti pur sa-pendo che, chiunque vada a governare, troverà i vincoli europei da rispettare.

Dicevamo Vendola e,alla suasinistra, Antonio Ingroia e lasua rivoluzione civilr a ricor-darci che c'è una Italia mag-gioritaria che ha il problemadel lavoro che non c'è,dellefabbriche che chiudono,deldiritto alla salute occasione diruberie per lo più impuniteda parte di chi occupa posi-zioni di potere, direttamenteo indirettamente riconduci-bile al sistema dei partiti.Poic'è la scuola,l'università,la ri-cerca, lo strapotere delle ban-che, il taglieggio autorizzatodelle compagnie di assicura-zione, la corruzione diffusa, icosti indecenti e criminogenidella politica, i ritardi incol-pevoli del Mezzogiorno, senon per la rappresentanza

politica che esprime, rispetto al resto del Paese.Di questi problemi non si trova traccianel dibattito politico in corso, a conferma che è una campagna elettorale truccata,fon-data sui sondaggi e incardinata all'IMU che,per quanto odiata e bestemmiata,incidesoltanto per meno di 4 miliardi sugli 800 della spesa pubblica. Ma le differenze di "clas-se" restano, come l'evasione fiscale, non sono mai sparite,vengono chiamate diversa-mente ed hanno il riscontro più spietato in quel dato che configura nelle mani dei ric-chi, pari al 10 per cento delle famiglie, oltre il 50 per cento della ricchezza nazionale.

Pierluigi Bersani Matteo Renzi

“Il Quarto Stato”, di Pellazza da Volpedo

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è per lui un alieno che non doveva esserci, doveva mantenere lo status di tecnico pre-stato alla politica e astenersi dal "salire" in campo. Così non è stato ed è spiegabileche Berlusconi veda in Monti e nelle sue liste un concorrente insidioso,considerato chesi rivolgono entrambi all'area moderata.Ma sarebbe troppo comodo limitare il consenso ad uno schema bipolare che non hafunzionato prima e non si vede perché dovrebbe funzionare con la prossima legisla-tura,visto che la realtà politica è troppo frastagliata e diversificata nei suoi orienta-menti per essere ridotta a sintesi forzate.C'è poi il problema del voto vincolato,nel sen-so che l'elettore ha poco da scegliere con le liste dei nominati, a significare che le piùalte istituzioni sono "occupate" dal sistema dei partiti. I costi e le ruberie della politi-ca ne sono l'inevitabile conseguenza. Si pone,allora,il problema di come attivare un'a-zione di contrasto all'egemonia dei partiti,dei nominati e dei ladri che la politica ge-nera a tutte le sue latitudini.. In attesa di una riforma della legge elettorale e del ruo-lo dei partiti non resta che affidarsi al buon senso. Duemila miliardi di debito pub-blico,80 miliardi di interessi sui 2 mila miliardi, ci danno l'ampiezza della crisi che ab-biamo davanti.Altro che i 4 miliardi scarsi dell'IMU. Poi abbiamo la spesa sanitaria,con standard qualitativi di merda, che prende oltre il 60 per cento dei bilanci regio-nali ed è pascolo di impunite clientele politiche sulle quali la magistratura dovrebbevigilare con maggiore attenzione e severità, soprattutto quando sono le Corti dei con-ti a segnalare sperperi e voci di bilancio poco credibili. La stampa,non tutta,cerca difare la sua parte ma l'obbligatorietà dell'azione penale è una variabile dipendente.Ridotta all'osso, la questione morale e la corruzione connessa, che stanno portandol'Italia alla bancarotta, può essere semplificata alla contrapposizione onesti e disone-sti che,trasposta sul piano politico-elettorale,potrebbe diventare la scelta obbligata distare o dalla parte delle guardie o dalla parte dei ladri. Non è facile conoscere la sto-ria di tutti i candidati anche se,nelle realtà locali, ogni politico è figlio della sua storiapersonale e,pertanto, giudicabile per quel che si sa,per come appare e per come è.L'opzione elettorale "guardie o ladri" deve interessare tutte le liste e tutti i candida-ti, nel senso che gli onesti bisogna sceglierli e individuarli come tali e non per la listadi appartenenza. E' pur vero che ci sono liste con candidati più presentabili di altreliste ma, con la legge elettorale dei "nominati", non resta che punire il partito e guar-dare altrove non avendo a disposizione il voto di preferenza per selezionare i presen-tabili dagli impresentabili. Guardando alle liste e ai partiti in campo non dovrebbeessere poi così difficile individuare dove prevalgono gli onesti,ovvero le guardie chedaranno o potranno dare filo da torcere ai ladri. Fatta questa scelta,con tutte le ri-serve possibili, almeno l'onore del voto democratico è salvo .Non ci si deve candidaresolo per governare. Una democrazia è forte se, nelle sue articolazioni di governo, puòfare affidamento su una sana opposizione che ne controlla scelte,decisioni e profilomorale. I tempi che corrono ci chiedono di mandare in parlamento più guardie cheladri e non possiamo tirarci indietro.

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VOTI E PARTITI

LOIERO RESTA IN GIOCO

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re anche dal Canada in tempi di globalizzazione. E poi si vota anche in Canada pergli italiani residenti all'estero,quindi non c'è fuga dal voto a San Giovanni in Fiore,indicatore di un consenso che va e che viene e che non sempre si riesce a mantene-re.Intanto è bene chiarire-come opportunamente hanno fatto gli uffici della presi-denza della Provincia- che Oliverio e il suo seguito sono in Canada a spese proprie e,coi tempi che corrono,non è dettaglio da trascurare.Cosa siano andati a fare in Canadaè domanda legittima, considerato che c'è in atto una campagna elettorale dagli esitiincerti al senato e che dovrebbe vedere i potentati PD impegnati in prima fila e la pro-vincia di Cosenza è senza dubbio un potentato PD. I maligni, che non mancano mai,spiegano la fuga in Canada con la vergogna dell'allagamento dell'area archeologicadi Sibari , evento segnalato con molto anticipo dal sindaco di Cassano e pressocchèignorato dalla Provincia. Uno scivolone per Oliverio, dal quale dovrà rialzarsi pertempo se aspira a concorrere alle prossime regionali. Il personaggio è sufficientementenavigato per sapere,con i risultati di governo,dove finisce il bluff e dove comincia larealtà.Mettere nell'ordine dovuto e nella trasparenza richiesta le poste del bilancio èmerito che non assolve dall'avere pesantemente indebitato l'ente per gli anni a veni-re. Quello che fino ad oggi è mancato è stato un doveroso raffronto fra ciò che si è spe-so e ciò che si è realizzato,senza con ciò voler delegittimare la scelta effettuata e la de-cisione presa.Un modo anche per mettere a tacere pettegolezzi in libertà che vorreb-bero lavori di semplice pitturazione di una scuola costati quanto il rifacimento dellacappella Sistina. Oliverio è attento a queste aspetti e sarebbe accorgimento quantomai opportuno se nell'illustrare il bilancio 2012, quando sarà, metterà in condizionigli organi d'informazione di acquisire anche quegli elementi che consentono di raf-frontare la spesa sostenuta con il risultato ottenuto, diversamente la trasparenza sipresenta incompleta.L'unico modo ,in fondo,per scoraggiare malignità e pettegolez-zi. Lo chiamano bilancio partecipato e controllo democratico della spesa.

CHI VOTARE?

LE GUARDIE O I LADRI?

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Montecitorio

der. Sono i "nominati" del 25 febbraio che non diranno nulla nemmeno quando sa-ranno eletti,come è accaduto per la passata legislatura di cui rimane una "mozioneCalabria", a tempi scaduti, che nessuno si è filato.Così non sapremo mai di cosa vorràoccuparsi Nico Stampo una volta nominato deputato e non più segretario di fiduciadi Bersani come pure non ci è dato sapere di quali emer-genze si farà carico, alla Camera, lo statista di Lamezia,al secolo FrancescoTalarico,attuale presidente del consi-glio regionale. Eppure sarebbe utile e interessante farglidire in TV quanto viene a costare ai calabresi quel ba-raccone del consiglio regionale,col suo esercito di impie-gati,precari, co.co.co. ,consulenti, famigli,funzionari dipartito, rimborsi elettorali,finanziamenti ai gruppi, so-cietà in house, fornitori di servizi, spese di rappresen-tanza. In fondo è un diritto dei calabresi conoscere quan-to costano,di riffa e di raffa, i 50 consiglieri. I cattivi e imaligni dicono più della Lombardia, che deve governa-re 10 milioni circa di lombardi, ma deve essere un mododi dire.O no? Se c'è del talento, nei nominati in Calabria,bisogna valorizzarlo.Marco Minniti per il PD e AntonioGentile per il PDL, rispettivamente capilista locali, sie-deranno in Senato e non è dato sapere,anche per la pros-sima legislatura, cosa porteranno e rappresenterannodella Calabria salvo se stessi.Per gli altri di prima nomi-na sarebbe scorretto anteporre giudizi negativi.Semmaibisogna anche dire che ci sono nominati e nominati.Franco Laratta,per esempio,deputato uscente è stato for-se l'unico deputato che ha cercato di onorare il manda-to ricevuto.Al di là del merito dei suoi interventi, non hatralasciato occasione per sostenere gli interessi e le aspet-tative della Calabria. Clientele e truppe cammellate dei feudatari del PD lo hannomassacrato alle "primarie" ed è in lista al decimo posto.Deve subire l'umiliazione diessere preceduto,in posizione blindata, da quel Nico Stumpo,fiduciario di Bersani edi origini crotonesi, che al ballottaggio delle primarie voleva da Margherita Hach lagiustificazione per non aver votato al primo turno.Avanti Calabria,il peggio deve an-cora venire.

CANDIDATURE

IL SILENZIODEI “NOMINATI”

dallapprriimmaa

Marco Minniti

Antonio Gentile

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in piedi,per ragioni cosiddette politiche.A ri-schiare non sarebbero gli attuali ammi-nistratori ma coloro che,nel corso del lo-ro mandato,hanno contribuito a creareil dissesto.Il comune di Cosenza è messomale perché ha sempre spostato in avan-ti il problema,con espedienti contabili for-malmente legittimi, ma alla fine ha do-vuto prendere atto che bisogna ristrut-turare in profondità il bilancio nel suocomplesso e la spesa in particolare, conspecifica e chirurgica attenzione ai debi-ti fuori bilancio. L'occasione di risanarei conti è offerta dalla possibilità di aderi-re al piano "Salva Comuni" varato dalgoverno Monti per consentire ai comuniin difficoltà di risanare e ripulire i conti.Ci sarà un prestito con rate distribuitelungo un arco di dieci anni ma, soprat-

tutto, giocando sulle voci di spesa e sulle aliquotedi alcuni tributi, si potrà pervenire ad unbilancio reale in cui i dati contabili corri-spondono alla realtà dei crediti e dei de-biti.Quanto al dissesto è da escludere, poi-ché l'eventuale pronunciamento mette-rebbe in guai seri,non solo politicamen-te,gli amministratori del passato chiama-ti dalla Corte dei Conti a rispondere an-che economicamente delle poste del dis-sesto e delle decisioni retrostanti.Sotto ilprofilo strettamente politico il dissestocomporterebbe l'incandidabilità dei sog-getti ritenuti responsabili e l'interdizioneper 10 anni da incarichi amministrativi.Un evento che la "casta" delle periferienon consentirebbe se non dopo un giocoal massacro che sconvolgerebbe la vita deipartiti.

PALAZZO DEI BRUZI

MA QUALE DISSESTO?

dallapprriimmaa

BACI E ABBRACCI

IL BACIO DI FEDELE

dallapprriimmaa

incontro fra Giulio Andreottie Totò Riina che è stato allabase di un processo col quale,sostiene una scuola di pensie-ro, si è cercato di riscrivere lastoria dell'Italia repubblica-na.Il bacio ora in questione èquello che si sarebbero scam-biati Luigi Fedele, assessoreregionale del PDL, e GiulioLampada, imprenditore rite-nuto esponente di una poten-te famiglia mafiosa, all'uscitadi un ristorante dove aveva-no cenato con altri politici eamici. Un bacio sulla guanciaè troppo poco per innestarviun ipotesi giudiziarie di rile-vanza penale ma è sufficienteper spiegare a quali rischi siespone un politico dal baciofacile anche se a mettere neiguai Totò Cuffaro,presidentedella giunta regionale dellaSicilia,detto "vasa vasa" perl'eccessivo dispendio di baci,non furono i baci ma un vas-soio di cannoli siciliani per"salutare" una sentenza dimafia che lo riguardava. PerLuigi Fedele, che sul bacio fo-tografato dai carabinieri hadato tutte le spiegazioni ri-chieste dai magistrati milane-si, "in ambito politico è con-suetudine assai diffusa e rico-nosciuta salutarsi anche conun abbraccio". Non fu ba-cio,dunque. E così sia.

Luigi Fedele

RADICALI

È GENOCIDIO POLITICO

dallapprriimmaa

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direttore responsabileAntonlivio Perfetti

infoline 335.5320437

Direzione-AmministrazioneVia Pisa, 8 - Diamante (Cs)

e-mail: [email protected]

Registro Stampa Tribunaledi Cosenza n.547

gnarsi perché un solo voto non vada disperso nell'area delle battaglie libertarie per idiritti civili,per la giustizia e la legalità.Nei confronti dei radicali è in atto un'operazione di genocidio politico,condivisa a de-stra come a sinistra, per ciò che i radicali rappresentano ed hanno sempre rappre-sentato. In oltre 60 anni di presenza e attività sulla scena politica non uno scandalo liha sfiorati mentre è a loro che si deve se vergogne e indegnità della politica sono ve-nute alla luce e consegnate al giudizio dell'opinione pubblica. Una informazione me-no prostituita di quella che è al sistema dei partiti e di chi li rappresenta avrebbe do-vuto dare la notizia che soltanto per merito dei due consiglieri radicali nella RegioneLazio sono saltati i tombini fognari dei finanziamenti milionari ai gruppi consiliari,deliberati con la tacita complicità di tutti salvo la distinzione di come ogni gruppo hautilizzato i fondi ricevuti. E' stato un sisma che si è propagato a tutti i consigli regio-nali e sono le cronache quotidiane a riferire del limac-cioso e gaudente uso che si è fatto del finanziamen-to ai gruppi.Nessuno può chiamarsi fuori, so-prattutto il PD che nel consiglio regionale delLazio esprimeva il vice-presidente, per non di-re della Lombardia e del suo presidenteFormigoni che ha speso per consulenze più diquanto assegnato alla protezione civile. Tuttomerito dei radicali che hanno messo in mu-tande il ceto politico della partitocrazia solle-vando un'ondata di indignazione che non ri-sparmia nessuno.Ed ecco la rappresaglia. A Roma Zingaretti, candi-dato del PD alla presidenza della regione, ha negato alla li-sta dei radicali l'apparentamento motivandola con la candidatura proprio dei dueconsiglieri radicali che hanno fatto scoppiare lo scandalo.Per Zingaretti non doveva-no essere ricandidati. C'è da augurarsi che gli elettori di Roma e province sappianofare giustizia politica nel segreto dell'urna. Anche per il parlamento alla lista radica-le "AMNISTIA,GIUSTIZIAE LIBERTA'" è stato negato l'apparentamento col cen-trosinistra, forse nella speranza di poter fare impunemente regali al Vaticano conl'IMU e accantonare gli scomodi obiettivi della ricerca scientifica e dei diritti dellapersona di fronte alla vita ma anche di fronte alla morte.Trionfano i clericalismi diascendenza democristiana e comunista,oggi interpretati da Rosy Bindi e PierluigiBersani ma sbaglia chi pensa di ridurre al silenzio i radicali, i quali qualche proble-ma ce l'hanno. Dovrebbero decidersi a portare avanti le seconde file della dirigenzae della rappresentanza politica e a convincere Pannella e la Bonino a trovarsi una col-locazione meno invasiva, senza con ciò far mancare al partito il contributo del loro ta-lento politico e dell'esperienza maturata.Marco Pannella, con i suoi 84 anni e la chio-ma bianca da santone, incarna la storia dei radicali ma non può esprimere le poten-zialità politiche che il partito con le nuove generazioni è in grado di sviluppare. Nonc'è nessun parricidio o matricidio da consumare,soltanto una saggia e responsabiledecisione da prendere.

Palazzo dei Bruzi

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