Cs Oggi n.68 - 2012

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AREA URBANA NUOVA SERIE N. 68 - 6 OTTOBRE 2012 È UN SETTIMANALE ON-LINE DIRETTORE RESPONSABILE Antonlivio Perfetti R EGISTRO S TAMPA T RIBUNALE DI C OSENZA N .547 www.cosenzaoggi.it È UN SETTIMANALE ON-LINE · È UN SETTIMANALE ON-LINE CLICCA QUI Matteo Renzi - candidato Primarie PD UN PARTITO DA CAMBIARE C omunque vada a finire la disputa interna al PD, fra “rottamatori” e “rottamandi”, Matteo Renzi può tranquillamente aggiudicarsi un successo di ascolti che non era nelle previsioni, almeno nell’ampiezza che si è dovuto constatare. Anche Cosenza ha risposto all’appello in un’ora ostile a qual- siasi leader. Strapieno il cinema che ospita la manifesta- zione,folla all’esterno davanti al megaschermo che tra- smette le immagini dall’interno. C’è molta gente venuta dalla provincia, donne e giovani e qualche intellettuale dal- l’aria gramscianamente sofferta. Manca la nomenclatura locale e non per ostilità a Matteo Renzi ma perché’ all’indomani si svolge a Roma l’asemblea nazionale e molti sono già partiti. Ma se non ci fosse stata l’assem- blea nazionale difficilmente sarebbe stata presente in quanto direttamente interessata dalla proposta di cam- biamento e di rottamazione che Renzi porta avanti. Molti fanno finta di non capire che Renzi non pone una questione anagrafica ma trovano comodo far intendere che si tratta di una generazione che spinge per prende- re il posto di chi le sta avanti. Può darsi che ci sia anche questo come è evidente che Renzi rivendica il diritto di vivere la sua passione politica con la libertà di idee e le proposte politiche che la fantasia e l’analisi gli suggeri- scono nell’ambito di regole definite. Detto questo, non perdono di valore le posizioni di Renzi se, immaginarlo in ruoli impegnativi di governo,lo si trova soggettiva- mente scarsamente attrezzato e perciò inadeguato. Troppo facile il giochino di immaginare Renzi al posto e nel ruolo di Mario Monti, soprattutto nelle relazioni internazionali. Renzi per primo è consapevole dei suoi limiti e,quindi, bisogna dare un’altra spiegazione ai bagni di folla che accompagnano il suo tour lungo la penisola. Vale un po’ il ragionamento che si fa con Grillo e il suo movimento. Non è Grillo come persona che produce un 16 per cento di consensi e di intenzioni di voto ma è il suo movimento con la severità delle sue posizioni politiche che intercetta una indignazione e un disgusto largamente diffuso che colpisce gli schieramenti tradi- zionali e i loro leaders. Ma mentre Grillo spinge dall’e- sterno del sistema Matteo Renzi si muove dentro il sistema e intercetta e interpreta una voglia di cambia- mento che viene ritenuta possibile senza dover neces- sariamente demolire le regole dell’agire politico. Renzi sa che,alla fine, dovrà vincere comunque Bersani perché ne va la sopravvivenza del partito ma Renzi sa anche che le primarie sono l’occasione per far entrare aria nuova nel PD, ridimensionare il potere dei vecchi gruppi dirigenti e mettere fuori gioco quanto sopravvi- ve del vechhio funzionariato impiegatizio del PCI. Di per sé la battaglia delle primarie, comunque vada a fini- re, non incide sulla crisi che il Paese sta attraversando e,anzi, sotto questo profilo,può considerarsi irrilevante. Molto più significative e politicamente rilevanti le mani- festazioni studentesche contro il governo per i tagli alla scuola pubblica. Ciò non toglie che l’esito delle prima- rie,quale che sia, segna e impone una svolta nel PD. Primarie e legge elettorale camminano insieme e deci- dono delle candidature. Per certo non sarà come prima. Renzi con il suo tour ha dimostrato che sono in molti a pensarla come lui sui vitalizi politici,i costi della politica e la necessità di mettere in campo facce nuove. D’Alema può anche riservare battute acidule alla batta- glia di Renzi ma la questione è posta e rischia di tra- volgere tutti. Mai come oggi per il PD vale il detto: o si cambia o si muore. RENZI IN CITTA’ UN PARTITO DA CAMBIARE S ono in molti a chiedersi perché all’as- semblea nazionale del PD a Lamezia non è stata data la parola alla rappresentanza calabrese. Una anomalia che non può essere attribuita al caso. Il fatto vero è che a Roma delle vicende cala- bresi hanno una pessima opinione e non per i gruppi interni che si contrappongono, mossi e divorati da ambizioni personali, ma per l’assen- za di una politica in cui identificarsi e ritrovarsi per contrastare e battere il centrodestra. Il parti- to è finito sotto il controllo dei feudatari del voto e il voto è nella disponibilità di chi occupa posizioni di potere,maneggia denaro e alimenta clientele. Se mai dovessero venire alla luce le I SILENZIATI DI LAMEZIA spese dei gruppi consiliari alla Regione, si avrà finalmente la spiegazione di certi successi elet- torali che non poco hanno disorientato l’opinio- ne pubblica. Il silenzio,dunque, imposto alla rapprsentanza calabrese va interpretato e c’è chi sostiene che è l’annuncio di sostanziali cambiamenti nelle candidature alle politiche di primavera . Vale per gli uscenti e vale per gli aspiranti che hanno paralizzato il partito fomentando con- trapposizioni strumentali. Si vedrà ma ,a ben considerare, non si vede pro- prio cosa avrebbero dovuto e potuto dire di inte- ressante i “silenziati” di Lamezia. Non farli par- lare è stata una decisione saggia.

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Cosenza oggi n.68 del 6 Ottobre 2012

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AREA URBANA

NUOVA SERIE N. 68 - 6 OTTOBRE 2012

È UNSETTIMANALE

ON-LINE

DIRETTORE RESPONSAB ILEAntonl i v io Perfett i

REGISTRO STAMPA TRIBUNALE DI COSENZA N.547

www.cosenzaoggi.it

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Matteo Renzi - candidato Primarie PD

UN PARTITO DA CAMBIAREC omunque vada a finire la disputa interna al

PD, fra “rottamatori” e “rottamandi”, MatteoRenzi può tranquillamente aggiudicarsi un

successo di ascolti che non era nelle previsioni, almenonell’ampiezza che si è dovuto constatare. AncheCosenza ha risposto all’appello in un’ora ostile a qual-siasi leader. Strapieno il cinema che ospita la manifesta-zione,folla all’esterno davanti al megaschermo che tra-smette le immagini dall’interno. C’è molta gente venutadalla provincia, donne e giovani e qualche intellettuale dal-l’aria gramscianamente sofferta. Manca la nomenclaturalocale e non per ostilità a Matteo Renzi ma perché’all’indomani si svolge a Roma l’asemblea nazionale emolti sono già partiti. Ma se non ci fosse stata l’assem-blea nazionale difficilmente sarebbe stata presente inquanto direttamente interessata dalla proposta di cam-biamento e di rottamazione che Renzi porta avanti.Molti fanno finta di non capire che Renzi non pone unaquestione anagrafica ma trovano comodo far intendereche si tratta di una generazione che spinge per prende-re il posto di chi le sta avanti. Può darsi che ci sia anchequesto come è evidente che Renzi rivendica il diritto divivere la sua passione politica con la libertà di idee e leproposte politiche che la fantasia e l’analisi gli suggeri-scono nell’ambito di regole definite. Detto questo, nonperdono di valore le posizioni di Renzi se, immaginarloin ruoli impegnativi di governo,lo si trova soggettiva-mente scarsamente attrezzato e perciò inadeguato.Troppo facile il giochino di immaginare Renzi al posto enel ruolo di Mario Monti, soprattutto nelle relazioniinternazionali. Renzi per primo è consapevole dei suoilimiti e,quindi, bisogna dare un’altra spiegazione ai bagnidi folla che accompagnano il suo tour lungo la penisola.Vale un po’ il ragionamento che si fa con Grillo e il suomovimento. Non è Grillo come persona che produceun 16 per cento di consensi e di intenzioni di voto maè il suo movimento con la severità delle sue posizionipolitiche che intercetta una indignazione e un disgustolargamente diffuso che colpisce gli schieramenti tradi-zionali e i loro leaders. Ma mentre Grillo spinge dall’e-sterno del sistema Matteo Renzi si muove dentro ilsistema e intercetta e interpreta una voglia di cambia-mento che viene ritenuta possibile senza dover neces-sariamente demolire le regole dell’agire politico.Renzi sa che,alla fine, dovrà vincere comunque Bersaniperché ne va la sopravvivenza del partito ma Renzi saanche che le primarie sono l’occasione per far entrarearia nuova nel PD, ridimensionare il potere dei vecchigruppi dirigenti e mettere fuori gioco quanto sopravvi-ve del vechhio funzionariato impiegatizio del PCI. Diper sé la battaglia delle primarie, comunque vada a fini-re, non incide sulla crisi che il Paese sta attraversandoe,anzi, sotto questo profilo,può considerarsi irrilevante.Molto più significative e politicamente rilevanti le mani-festazioni studentesche contro il governo per i tagli allascuola pubblica. Ciò non toglie che l’esito delle prima-

rie,quale che sia, segna e impone una svolta nel PD.Primarie e legge elettorale camminano insieme e deci-dono delle candidature. Per certo non sarà come prima.Renzi con il suo tour ha dimostrato che sono in molti apensarla come lui sui vitalizi politici,i costi della politica

e la necessità di mettere in campo facce nuove.D’Alema può anche riservare battute acidule alla batta-glia di Renzi ma la questione è posta e rischia di tra-volgere tutti. Mai come oggi per il PD vale il detto: o sicambia o si muore.

RENZI IN CITTA’

UN PARTITO DA CAMBIARE

S ono in molti a chiedersi perché all’as-semblea nazionale del PD a Lamezia nonè stata data la parola alla rappresentanza

calabrese. Una anomalia che non può essereattribuita al caso. Il fatto vero è che a Roma delle vicende cala-bresi hanno una pessima opinione e non per igruppi interni che si contrappongono, mossi edivorati da ambizioni personali, ma per l’assen-za di una politica in cui identificarsi e ritrovarsiper contrastare e battere il centrodestra. Il parti-to è finito sotto il controllo dei feudatari delvoto e il voto è nella disponibilità di chi occupaposizioni di potere,maneggia denaro e alimentaclientele. Se mai dovessero venire alla luce le

II SSIILLEENNZZIIAATTII DDII LLAAMMEEZZIIAAspese dei gruppi consiliari alla Regione, si avràfinalmente la spiegazione di certi successi elet-torali che non poco hanno disorientato l’opinio-ne pubblica. Il silenzio,dunque, imposto alla rapprsentanzacalabrese va interpretato e c’è chi sostiene cheè l’annuncio di sostanziali cambiamenti nellecandidature alle politiche di primavera .Vale per gli uscenti e vale per gli aspiranti chehanno paralizzato il partito fomentando con-trapposizioni strumentali.Si vedrà ma ,a ben considerare, non si vede pro-prio cosa avrebbero dovuto e potuto dire di inte-ressante i “silenziati” di Lamezia. Non farli par-lare è stata una decisione saggia.