CROnews n.1, Volume 6, anno 2012

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Gennaio-Marzo

Transcript of CROnews n.1, Volume 6, anno 2012

trimestrale2012 - V. 6 (1)gennaio 2012

in questo numero

CROnews

Direttore responsabileDr. Paolo De Paoli

notizie dell’ultima oraLa giornata per la ricerca sul cancro .......................................................p. 2

I tumori nella provincia di Pordenone: incontro con il presidente Ciriani ...p. 3

Nuova task-force nazionale su virus e tumori ..........................................p. 4Il Dr. Michele Spina nel Consiglio direttivo della FIL e Responsabile della Commissione anziani .............................................p. 5

Convegno all’ISIS Malignani di Udine sugli stili di vita corretti per i giovani ..p. 6

Il trasferimento tecnologico del CRO Aviano è online ..............................p. 6

FLASH ON...Milena Sabrina Nicoloso, ricercatrice CRO, premiata al Senato ...............p. 7Fuga e rientro di talenti... ma quanto ci costa? ........................................p. 9

HIGHLIGHTSEndomicroscopia confocale laser ..........................................................p. 10ll Libro Bianco della Gastroenterologia ...................................................p. 12

PARLIAMO DIMetilazione del DNA e prognosi del melanoma cutaneo ..........................p. 15Italian Angels for Growth finanziano Smart Clot .......................................p. 16

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CROLa progettazione formativa: metodi e strumenti .......................................p. 17Corso di chirurgia radicale addomino-pelvica in diretta “Live Surgery” ......p. 20

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECAI nuovi servizi della Biblioteca ..................................................................p. 22La Biblioteca Pazienti al PMH .................................................................p. 25

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICOL’esposizione di opere d’arte al CRO ......................................................p. 26

AREA GIOVANIPordenone corre alla maratona di New York 2012 ..................................p. 29

Musical… orchestra & voce .....................................................................p. 30

Pinocchio sugli sci ..................................................................................p. 31

Lettera di una mamma ............................................................................p. 32

Mostra Fotografica per il CRO ................................................................p. 34

Dolomiti Winter Games 2012 ..................................................................p. 35

sostegno alla ricercaIl Lions Club Pordenone Host supporta il Progetto Martina .....................p. 36

ORGANIZZAZIONI NO-PROFITSono attive al CRO .................................................................................p. 37

il cinque per mille alla ricercaSostieni la ricerca al CRO .......................................................................p. 40

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notizie dell’ultima ora

La giornata per la ricerca sul cancroPalazzo del Quirinale, Roma - 11 Novembre 2011

Anche 4 ricercatori del Centro di Riferimento Oncologico sono stati invitati e accolti al Quirinale dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, per le cele-brazioni della giornata nazionale dedicata alla ricerca sul cancro, che ha riunito oltre 250 affermati e giovani scienziati da tutta Italia.Del nostro Istituto erano presenti a Roma il Dr. Gustavo Baldas-sarre e la Dr.ssa Barbara Belletti della SOC di Oncologia Speri-mentale 2, il Dr. Riccardo Bom-ben della SOC di Oncoemato-logia Sperimentale e Clinica, e il Dr. Luca Sigalotti della SOSD di Bioimmunoterapia, come parte della delegazione dei ricercatori finanziati dall’AIRC.All’incontro, sono intervenuti an-che l’ex ministro della Salute Fer-ruccio Fazio, Umberto Veronesi e il presidente dell’AIRC Piero Sierra.Il presidente Sierra ha sottoline-ato che la rilevanza scientifica delle ricerche italiane è tutt’altro che trascurabile e ha anche riba-dito la convinzione dell’AIRC che, per rendere il cancro sempre più curabile, serva la partecipazione della collettività intera. Infatti, in questi anni grazie all’efficace pro-gramma del 5 per mille, milioni di cittadini hanno deciso di par-tecipare alla missione dell’AIRC [strategia, questa della raccolta del 5 per mille per la ricerca, per-seguita con successo anche al CRO di Aviano, ndr].Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto europeo di oncologia di Milano, ha ricordato al Presidente della Repubblica e a

tutti i presenti che la prevenzione è l’arma più efficace per battere la malattia e ha sottolineato che la partecipazione della popola-zione e l’impegno dei ricercato-ri hanno bisogno del sostegno delle istituzioni pubbliche. Oggi i farmaci biomolecolari in uso, ot-tenuti grazie alla moderna ricerca biomedica, sono circa 40, e sono oltre 100 quelli in fase di studio. Ha, inoltre, messo in risalto l’im-portanza dei microRNA, molecole giunte alla ribalta scientifica solo negli ultimi anni, sottolineandone

Il Presidente della Repubblica Napolitano inaugura la giornata per la ricerca

il rilevante ruolo che ricoprono nello sviluppo del cancro e l’al-to potenziale “traslazionale” che portano con sé.L’ex Ministro della Salute Ferruc-cio Fazio ha poi ribadito la ne-cessità di stabilire un dialogo e uno scambio più sistematico tra il ministero e le grandi organizza-zioni impegnate nella lotta contro il cancro come l’AIRC, che, nella purtroppo cronica scarsità di fon-di pubblici per la ricerca del nostro Paese, rappresentano una risorsa straordinaria e irrinunciabile.

I ricercatori CRO da sx: Gustavo Baldassarre, Riccardo Bomben, Luca Sigalotti e Barbara Belletti

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I tumori nella provincia di Pordenone: incontro con il presidente Ciriani

Il 7 Febbraio 2012 il Presiden-te della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani e alcuni mem-bri del suo staff, hanno visitato la struttura di Epidemiologia e Bio-statistica del CRO di Aviano sede del Registro Tumori del Friuli Venezia Giulia. Alcuni articoli di stampa, apparsi sui quotidiani lo-cali alla fine del mese di gennaio 2012, attribuivano erroneamente alla provincia di Pordenone un’al-ta incidenza di tumori. Notizie in-fondate che hanno suscitato una comprensibile preoccupazione nella Amministrazione Provinciale.Durante la visita, il Presidente Ciriani ha incontrato il direttore, Dr. Diego Serraino, e i ricercatori che gestiscono il registro tumori, analizzano i dati raccolti e pub-blicano i risultati. Si è dimostra-to molto interessato al lavoro di registrazione dei casi di tumori, e ha chiesto chiarimenti dettagliati circa la attuale situazione epide-miologica dei tumori in provin-cia di Pordenone e nella regione Friuli Venezia Giulia. In realtà, ha spiegato il Dr Serraino, Pordeno-ne è la provincia con la più bassa incidenza (cioè, il numero di nuo-ve diagnosi di tumori l’anno per 100.000 abitanti) in regione. Con 509 nuove diagnosi l’anno ogni 100 mila uomini e 379 nuove dia-gnosi l’anno ogni 100 mila donne, oltre ad essere la più bassa del-la regione, l’incidenza dei tumori nella provincia di Pordenone è in linea con il Nord Italia. Quello che cresce, in realtà, è il numero del-le persone che, dopo aver avu-

Da sx: il Direttore Scientifico CRO, Paolo De Paoli, il Presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani e il Direttore Generale CRO, Piero Cappelletti

to una diagnosi di tumore, vive a lungo e guarisce. Infatti, sono circa 12.000 le persone che, in provincia di Pordenone, hanno avuto in passato (da 2 o più anni) una diagnosi di tumore (su circa 58.000 in tutta la regione Friuli Venezia Giulia). Il fatto che tante persone vivano a lungo dopo una diagnosi di tumore è un’indica-zione positiva dell’efficacia della diagnosi precoce, dei progressi nella diagnosi e nelle terapie per la cura dei tumori e nell’assisten-za intra- ed extra-ospedaliera.L’errata interpretazione dei dati da parte della stampa, che ha confuso il dato relativo al nume-ro di persone che vivono a lungo o guariscono dopo la diagnosi di tumore con quello dei nuovi am-malati che ha generato un allar-mismo ingiustificato – questa la spiegazione data al presidente Ciriani che si è poi informato su altri dati epidemiologici.Sebbene i tumori rappresentino uno dei più gravi problemi di sa-nità pubblica, il fatto che 12 mila persone in provincia di Porde-none e 58 mila in regione (45%

uomini e 55% donne) vivano con una diagnosi di tumore avuta diversi anni prima è un succes-so del nostro sistema sanitario regionale. Questo fatto testimo-nia la notevole efficacia dei pro-grammi di diagnosi precoce, dei miglioramenti diagnostici (su tut-ti, l’oncologia molecolare), e delle terapie farmacologiche (i vari tipi di chemioterapia), chirurgiche e radioterapiche. Tutti interventi che allungano la speranza di vita dei pazienti. A maggior ragione i dati sono positivi perché, di que-ste 58 mila persone in regione e 12 mila in provincia di Pordeno-ne, il 51% degli uomini e il 64% delle donne sono lungo soprav-viventi. Essi hanno avuto, cioè, una diagnosi di tumore da 5 o più anni e la maggior parte di loro è libera da malattia e da trattamen-ti antitumorali. Inoltre, si allarga anche il sottogruppo dei guariti – con il 15% degli uomini e il 25% delle donne che hanno avuto la diagnosi di tumore da 15 anni o più. In altre parole è in continua crescita quello che il Corriere del-la Sera, commentando la ricerca

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Nuova task-force nazionale su virus e tumori

Si è riunita ad Aviano il 20 gen-naio 2012, la prima task-force nazionale su virus e tumori solidi con la partecipazione di virologi, immunologi, patologi, microbio-logi, epidemiologi e oncologi pro-venienti da diverse università e istituti italiani, quali l’Università di Padova, l’Istituto Pascale di Na-poli, l’IRCCS Burlo e l’ICGEB di Trieste, la Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia, l’Università di Ferrara, l’Istituto Nazionale Tu-mori e il Multimedica Castellanza di Milano, l’Ospedale di Ancona, l’Azienda Ospedaliera di Porde-none e, naturalmente, il CRO di Aviano.I responsabili di questa task for-ce sono Umberto Tirelli, Diretto-re del Dipartimento di Oncologia Medica del nostro Istituto e Paolo Pedrazzoli, Direttore dell’Onco-logia Medica del Policlinico San Matteo di Pavia. Quella tra agenti infettivi e tumori,

del CRO, ha definito “l’esercito” dei lungosopravviventi e dei gua-riti”. Un esercito bisognoso di molte attenzioni da parte di tutti gli attori del sistema sanitario re-gionale.

LE NUOVE DIAGNOSI DI TU-MORE - L’invecchiamento è uno dei principali determinanti della incidenza dei tumori nelle popo-lazioni, e in Friuli Venezia Giulia il 23% della popolazione ha 65 o più anni. Nel 2006-2007, l’ultimo biennio per il quale sono dispo-nibili i dati del registro, in media sono state fatte 9 mila nuove dia-gnosi di tumore l’anno – 2375 in provincia di Pordenone. Tenendo in considerazione l’età avanzata dei nuovi casi (69 anni), in provin-cia di Pordenone, l’incidenza era pari a 509 casi l’anno ogni 100 mila uomini e 379 casi l’anno ogni 100 mila donne. Questi tas-si sono i più bassi della regione in entrambi i sessi, e negli uomini sono inferiori a quelli registrati in media nel Nord Italia (522 casi/anno ogni 100 mila uomini). L’at-

tivazione, nel 2005, dello scree-ning mammografico con conse-guente aumento della incidenza di questa patologia nel 2006 e 2007, spiega il lieve aumento dellincidenza di tumori nelle don-ne rispetto alla media del Nord Italia (371 casi/anno ogni 100 mila donne). Anche negli uomini, la promozio-ne di screening per la diagnosi precoce di alcuni tumori (pro-stata in primis) spiegano buona parte della differenza con le altre aree del Nord Italia.

PROVINCIA – I dati del registro tumori del Friuli Venezia Giulia in-dicano, in sintesi, che l’impatto delle nuove diagnosi di tumori tra gli uomini e le donne della provin-cia di Pordenone è più basso che nelle altre provincie della regione ed è in linea con le altre aree del Nord Italia. Le risposte offer-te dal sistema sanitario regionale alle persone che si ammalano di tumore hanno fortemente contri-buito ad aumentare il numero di persone che vivono con malattia

Da sx: Il Presidente, Luca Ciriani, Sivia Birri, Diego Serraino e Alberto Parifi, addetto stampa del Presidente Ciriani, durante l’incontro al CRO

neoplastica, molte delle quali sono lungo sopravviventi o guarite.Un quadro più completo sull’e-pidemiologia dei tumori nella no-stra regione, con i dati di inciden-za, sopravvivenza e prevalenza aggiornati al 2007, è stato pre-sentato il 23 febbraio a Udine a cura della Direzione centrale della salute del FVG e del Servizio di Epidemiologia e Biostatistica del CRO di Aviano. Informazioni più approfondite sui tumori in Friuli Venezia Giulia si possono ottenere consultando il sito www.cro.it, mentre mate-riale cartaceo può essere richie-sto a [email protected] (telefono 0434/659354).

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qui al CRO, è sempre stata una priorità, sin dall’inizio dell’epide-mia provocata dall’HIV. Da allora l’intero spettro della ricerca (di base, epidemiologica e clinica) ha studiato a fondo le correla-zioni esistenti tra virus e tumori: le epatiti B e C e il tumore del fegato, l’HPV e i tumori del col-lo dell’utero e della tonsilla e via discorrendo. Questo know-how che si è sta-bilito nel nostro Istituto ha spinto, per esempio, la Dott.ssa Silvia Franceschi al vertice della ricer-ca epidemiologica sui virus allo IARC di Lione, con significative ripercussioni sullo sviluppo del vaccino contro l’HPV. La deci-sione di creare un gruppo inve-stigativo su questo tema, in par-ticolare sottolineando l’aspetto dei tumori solidi, è nata congiun-tamente a Pavia e ad Aviano, e già lo scorso ottobre, a Pavia, si è tenuto un congresso speci-fico sull’argomento (CROnews 4-2011 pag 3).

Dalla teoria (congresso scientifico) alla pratica (task-force) il passo è stato breve, con la costituzione del Gruppo sugli agenti infettivi e i tumori solidi più comuni (mam-mella, colon retto, polmone, per i quali non vi è ancora evidenza di una qualche specifica correla-zione). Nel concreto, la prima ri-unione di Aviano, con la proficua partecipazione di diversi ricerca-tori provenienti dai succitati istitu-ti, si è arrivati a una discussione che ha portato all’identificazione di proposte progettuali che sono state ben riassunte da Riccardo Dolcetti del nostro Istituto e da Vittorio Perfetti di Pavia: • HPV e carcinoma dell’orofa-

ringe;• valore predittivo e/o diagnosti-

co della risposta immune da EBV in tumori solidi;

• virus e tumori solidi nei pazien-ti trapiantati;

• virus fishing;• bio-banking.In questo momento stanno arri-vando le proposte di partecipa-zione a questi progetti da parte degli istituti che fino ad ora hanno dato la loro disponibilità quasi en-tusiastica a partecipare a questa attività. La prossima riunione del gruppo si terrà a Ferrara 23 mar-zo 2012, con l’ospitalità del Prof. Mauro Tognon, del Dipartimento di Morfologia ed Embriologia, Se-zione di Biologia Cellulare e Ge-netica Molecolare, dell’Università di Ferrara.

Il Dr. Michele Spina, Dirigente Medico della SOC di Oncologia Medica A

Il Dr. Michele Spina nel Consiglio direttivo della FIL e Responsabile della Commissione anziani

Si è svolta recentemente a Udi-ne la riunione annuale della Fon-dazione Italiana Linfomi (FIL) che ha riunito, in tre giorni di intenso e proficuo lavoro, tutti i maggio-ri esperti italiani impegnati nella cura dei linfomi. La riunione è stata l’occasione per fare un aggiornamento dei ri-sultati dei protocolli in atto e per presentare le nuove proposte di studio sia nazionali che in colla-borazione con i principali gruppi internazionali. Nel corso della riunione si sono svolte anche le elezioni del nuovo consiglio direttivo e tra i candidati il Dr. Michele Spina, condirettore della divisione di oncologia medi-ca A del nostro istituto, è risultato il quinto degli eletti. Successiva-mente il nuovo consiglio direttivo ha confermato il Dr. Spina come responsabile della commissione anziani della FIL per i prossimi

due anni. “È una enorme soddisfazione avere ottenuto un consenso cosi ampio” - commenta il Dr. Spina - “segno dei buoni rapporti creatisi con i colleghi di altre istituzioni. È comunque motivo di maggiore orgoglio la conferma alla guida della commissione anziani che testimonia l’ottimo lavoro svolto da tutti i componenti che, con notevole impegno, hanno colla-borato all’ideazione e conduzio-ne degli studi. Un ringraziamento particolare va a tutti i miei colleghi del CRO che hanno contribuito giorno per giorno e spesso nell’ombra a tut-te le iniziative della commissione. Un ringraziamento particolare va al Prof. Tirelli, vero cultore dell’ar-gomento, per i suoi consigli e il suo continuo sostegno. Gli obiettivi principali per i prossi-mi due anni” - conclude il Dr. Spi-na - “sono quelli di migliorare lo standard nei pazienti ultrasettan-tenni con linfoma che, spesso a causa di preconcetti da parte dei medici e dei familiari, non ven-gono trattati in modo adeguato compromettendo in modo signi-ficativo la possibilità di guarire da una malattia che risponde molto bene con trattamenti adeguati.”

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Convegno all’ISIS Malignani di Udine sugli stili di vita corretti per i giovani

Anche Giampiero Pinzi, il centro-campista dell’Udinese calcio era presente al talk show sugli stili di vita corretti da proporre ai giovani svoltosi all’ISIS Malignani di Udi-ne martedì 28 febbraio, promos-so dall’associazione Euretica in collaborazione con Fondazione Crup, Comitato Friul Tomorrow 2018, Unione nazionale consu-matori - Udine, Siram SpA e Aido dal titolo: “For a fair living - Par un vivi franc”. In apertura i saluti della preside del Malignani, Ester Jannis, e del presidente di Euretica, Ales-sandro Grassi a seguire Daniele Damele, coordinatore del Friul Tomorrow, nella funzione di mo-deratore. Oltre a Pinzi erano pre-senti i presidenti della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Ton-do, e della Provincia di Udine, Pietro Fontanini, lo scrittore e Premio Campiello, Pino Rove-redo, due studenti del Maligna-ni, l’oncologo, Umberto Tirelli, e Francesca, una giovane di 23 anni che ha sconfitto un tumore cinque anni fa ed ora studia a Mi-lano. Una testimonianza, la sua, di sicuro impatto ed effetto. Conclude il “panel” dei relatori il preparatore atletico dell’Udine-se, Claudio Bordon, il quale ha affermato: «È con vivo piacere che Pinzi e io abbiamo aderito a quest’iniziativa realizzata all’in-segna del fair play. D’altronde quando l’amico Damele chiama non possiamo che rispondere “presenti”». Le conclusioni saranno tratte dall’arcivescovo di Udine, mon-signor Andrea Bruno Mazzocato. Il convegno mira a dire no a:

Il trasferimento tecnologico del CRO Aviano è online

Il nostro Istituto è impegnato a tradurre sul piano economico e delle collaborazioni col mondo industriale i risultati della ricerca, traslazionale, dalle sperimenta-zioni di laboratorio fino alla fase clinica. Lo spazio web dedicato alle in-venzioni e alle innovazioni del CRO Aviano è ora ampliato nei contenuti e nelle funzionalità. È infatti possibile sfogliare, ac-cedendovi anche da “news on

droghe, abuso di alcol, fumo, doping, promiscuità sessuale e un deciso sì a: alimentazione corretta, attività fisica e sportiva, volontariato, rispetto delle regole, amore.

Da sinistra: il vice-preside del Malignani Malacrea, il direttore del Dipartimento Oncologia Medica A del CRO di Aviano Umberto Tirelli, il coordinatore del Comitato “Friul Tomorrow 2018” Daniele Damele e il presidente dell’associazione Euretica Alessandro Grassi.

technology transfer” in Homepa-ge, una serie di schede illustra-tive d’interesse per le imprese, dei settori biotecnologico e bio-medicale. Si tratta di brevetti e licenze, di dispositivi medici, di software e prodotti per la ricerca, oltre a opportunità progettuali pubblico-privato e iniziative spin-off pro-mosse dal CRO. Brevi notizie d’attualità e una rassegna sulle attività formative inerenti il trasferimento tecnolo-gico completano la nuova sezio-ne online, curata dalla Direzione Scientifica. Tutti i contenuti sono condivisibili sulle principali reti sociali digitali, come Facebook, Twitter o Lin-kedIn. Per ulteriori informazioni: www.cro.sanita.fvg.it/ricerca/txt_technology_transfer.htm#50

7CROnews 2012 - V. 6 (1)FLASH ON...

FLASH ON...

Milena Sabrina Nicoloso, ricercatrice CRO, premiata al Senato

l’Italia. “Una situazione progressi-va che si aggrava di anno in anno - afferma Patrik Jonsson, Presi-dente Fondazione Lilly Italia - per l’alto numero di ricercatori che scelgono di emigrare verso Pae-si in cui è ancora possibile fare ricerca e dove il lavoro è giusta-mente remunerato e valorizzato sulla base del merito. Per questo motivo stanziamo per la borsa di ricerca una somma annuale che sia congrua con gli stipendi medi percepiti dai ricercatori nei paesi più avanzati”.È appunto per contenere l’in-cessante defezione di cervelli dal nostro Paese che la Fondazione Lilly, organismo non a fini di lucro istituito per contribuire allo svilup-po scientifico e sociale dell’Italia, promuove il progetto “La ricerca in Italia: un’idea per il futuro”.

Alla Fondazione Lilly è stata as-segnata una targa del Presidente della Repubblica, Giorgio Napo-litano per la lodevole iniziativa intrapresa. “Noi siamo chiamati a una sfida che per gli scettici sembrerà irraggiungibile: impedi-re ai nostri migliori cervelli la fuga verso lidi lontani” ha dichiarato il Presidente delal Commissione Sanità del Senato Antonio Tom-masini presente all’evento.

Ma chi è questa giovane ricer-catrice così brava e capace?Milena Nicoloso, nasce a Mara-caibo (Venezuela) da una famiglia originaria di Buja (UD). Si laurea in Medicina e Chirurgia all’Università degli studi di Udine (summa cum laude) e consegue la specializ-zazione in Oncologia sempre al-l’Università di Udine e ancora con il massimo dei voti. Ma Milena non si accontenta di sapere come curare un tumore, vuole andare più a fondo e ca-pire quali meccanismi causano questa malattia, perché solo così si può riuscire a sconfiggerla. Ed ecco allora che, dal 2002 al 2005, decide di frequentare l’Oncologia Sperimentale 2 del CRO, per svi-luppare le sue conoscenze nel campo dei meccanismi cellulari. Poi, per completare al meglio la sua preparazione e ampliare le proprie capacità, fa la valigia e si reca negli Stati Uniti prima in Ohio al Comprehensive Cancer

Il Premio Fondazione Lilly

Il 30 novembre 2011, nella Sala Capitolare del Senato della Re-pubblica, si è tenuta un’avvin-cente giornata di sostegno per chi fa ricerca in Italia. Anche il CRO era presente in prima fila. Infatti, Milena Sabrina Nicoloso, ricercatrice dell’Oncologia Spe-rimentale 2 del CRO, rientrata di recente in Italia dagli Stati Uniti, è stata premiata dalla Fondazio-ne Lilly per le ricerche condotte all’MD Anderson Cancer Center, Houston Texas. Si tratta di uno dei tre premi conferiti alle tre mi-gliori pubblicazioni scientifiche degli ultimi 5 anni sul tema “Nuovi biomarcatori per le patologie ne-oplastiche: tumori solidi”. Milena in questi studi ha avvalorato la potenzialità dei microRNA, pic-coli geni regolatori, di essere uti-lizzati come marcatori in campo oncologico. La Fondazione Lilly ha inoltre as-segnato con il sistema trasparen-te e meritocratico della “peer re-view” una borsa di studio di ben 360 mila euro per il progetto di ri-cerca più valido nell’ambito della diagnosi precoce della malattia di Alzheimer che è andato a Chiara Cerami, 32 anni palermitana. Questa giornata è stata occa-sione di riflessione e “presa di coscienza” sulla gravità e sull’im-patto negativo che la perdita dei nostri migliori scienziati ha sul Milena S. Nicoloso riceve il premio Lilly

8 CROnews 2012 - V. 6 (1) FLASH ON...

anche partecipato a un bando di concorso europeo il “Marie Cu-rie Career Integration Grant” per il quale ha ottenuto un finanzia-mento per lo sviluppo del proget-to: “Transposon based Forward Genetic Screen for the Identifica-tion of non coding RNAs involved in Colorectal Cancer Metastasis”Si può dire, a questo punto, che il programma YIP è stata una scommessa che si è rivelata vincente da tutti i punti di vista: sia perché il programma YIP ha raggiunto il suo scopo riportando in Italia un talento, sia perché la giovane ricercatrice, in un anno di attività in Italia, sta già racco-gliendo buoni frutti. “Il talento di Milena, come quello di tanti altri giovani italiani promet-tenti, - dice il Direttore Scientifico Paolo De Paoli - va caparbia-mente trattenuto in Italia. L’Italia deve investire sul talento dei pro-pri giovani per poter essere com-petitiva a livello internazionale e per poter aver peso nel mondo scientifico. Ai giovani ricercatori con elevate qualità va data più autonomia e fiducia al fine di la-sciare esprimere le loro capacità al massimo. Per questo, al CRO, ho deciso di utilizzare parte dei proventi derivanti dal 5x1000 nel programma YIP e sono contento dei risultati ottenuti. Una formula

che andrebbe ri-petuta.” Ma vedia-mo cosa ne pensa la ricercatrice.

“Milena il tuo rientro in Italia sembra una scelta contro-corrente. Che cosa ti ha spinto a a fare questo passo?” “Nonostante mi

Center della Ohio State Universi-ty di Columbus, dove lavora per un anno come ricercatrice e suc-cessivamente in Texas dove ot-tiene una posizione ancora più ri-levante come Senior Researcher presso il prestigioso MD Ander-son Cancer Center, di Houston (Texas), uno dei più importanti Istituti di ricerca in oncologia al mondo e lì si ferma trovando un luogo ottimale per realizzare la sua attività di ricercatrice. Anche Milena, dunque, entra a far parte della schiera dei cosiddetti “cer-velli scappati all’estero”. Nel 2010, la Direzione Scientifica del CRO lancia un programma internazionale, lo Young Investi-gator Programme (YIP) con la finalità di attrarre in Italia nuovi ta-lenti o far rientrare in patria quelli che erano “scappati” proponen-do una opportunità lavorativa si-mile a quelle americane, offrendo cioè la possibilità di sviluppare in autonomia un progetto di ricerca innovativo. E così Milena Nicoloso si rimet-te in gioco, partecipa al concor-so lo vince e rientra in Italia nel gennaio 2011 come ricercatrice senior con un laboratorio di ricer-ca a disposizione per sviluppare il suo progetto di durata triennale al CRO di Aviano. Oltre al premio Lilly già citato, Milena Nicoloso ha

trovassi in un centro oncologico prestigiosissimo e anche molto stimolante, l’MD Anderson Can-cer Center di Houston, avevo sentito il bisogno di maggior au-tonomia nei miei studi e di creare un gruppo di ricerca mio. Proprio in quel momento il CRO lanciava il Concorso per il rientro dall’e-stero dei giovani ricercatori, che appunto mi offriva quest’oppor-tunità, e così eccomi qua”.

“Avevi già lavorato in passato al CRO; com’è statol’impatto, dopo 5 anni all’estero?”“Devo confessare che fino ad oggi tutti gli spostamenti che ho fatto per motivi di lavoro sono stati inizialmente molto duri, ri-chiedendomi grandi capacità di adattamento. E, anche questa volta, con mia grande sorpresa, seppur giocassi in casa, non è stato diverso. Ora è passato un anno dal mio rientro e a questo punto posso dire che è stato bello e istruttivo poter guardare con occhi nuovi una realtà che già conoscevo. Al CRO ho ritro-vato vecchi amici e colleghi, un ambiente in fermento, e tutti mi hanno dato una mano affinché potessi re-inserirmi, e incomin-ciare ad essere produttiva sul piano scientifico. Inoltre, il grande passo del ritorno in Italia e della realizzazione di un nuovo filone di ricerca l’ho compiuto insieme al mio collega, amico e compagno di vita Riccardo Spizzo. Soprat-tutto grazie a lui sono felice di essere dove sono e di affrontare questa nuova sfida.

“Milena, a parte il lavoro, ci sono stati altri cambiamenti nella tua vita?” “Non faceva di sicuro parte dei piani di due ricercatori come me e Riccardo che con molti inter-

MIlena Sabrina Nicoloso nel suo laboratorio al CRO di Aviano

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rogativi decidono di rientrare per dare una svolta alla propria car-riera; ma per fortuna in cielo qual-cuno ha più buon senso di noi e così 4 mesi dopo aver messo piede in Italia è nato Romeo. Non ho mai avuto un grosso slancio verso i bambini, eppure ammetto che essere mamma è una delle esperienze più belle e divertenti che mi siano capitate”.

“Com’è essere neo-mamma e ricercatrice al CRO?”

“Non posso più lavorare senza guardare l’orologio, come spes-so accadeva in passato, ciò non-dimeno mi appassiona sempre di più la ricerca, m’immergo quasi in apnea nei miei studi durante il giorno per poi prendere una boccata d’aria la sera a casa con mio figlio. E non posso nemme-no essere stanca. Romeo con le sue inesauribili energie, lanciato alla scoperta del mondo mi da una forte carica. In più i colleghi al CRO mi sono di sostegno e

Nel corso della cerimonia al Se-nato organizzata dalla Fondazio-ne Lilly di cui si è parlato in prece-denza, sono stati presentati i dati dell’Istituto per la Competitività (I-Com), che testimoniano quan-to dannosa sia in termini econo-mici la fuga dei cervelli dall’Italia, stimata essere attorno al 35% fra i 500 migliori ricercatori italiani e salire al 50% fra i top 100. Mo-tivo principale dell’abbandono dell’Italia è l’assenza di condizio-ni di lavoro adeguate che causa la perdita di oltre 1 miliardo di euro di ricchezza all’anno, gene-rato dai 243 brevetti che i nostri migliori 50 cervelli producono all’estero. Un valore che proiet-tato a 20 anni arriva a toccare quota 3 miliardi di euro. È stata quindi sottolineata la necessità per i ricercatori italiani di diven-tare imprenditori di se stessi e di imparare a trasferire nel campo applicativo le proprie scoperte. L’Italia, infatti, è in fondo alla clas-sifica per numero di brevetti svi-

incoraggiamento, sia nell’essere mamma che nel portare avanti la ricerca.”

“Qualche buon risultato fino a oggi con la tua ricerca ?”“Siamo fiduciosi, ma bisogna avere pazienza e perseverare. Intrapren-dere un nuovo progetto è sempre un investimento a lungo termine, e siamo solo agli inizi.”

“Allora, in bocca al lupo per tutto e buon lavoro !”

Fuga e rientro di talenti... ma quanto ci costa?

luppati in patria negli ultimi anni ma sale drasticamente per pro-duttività di brevetti “italiani” all’e-stero, raddoppiando da 12 a 24. Andrea Paci, Professore Ordina-rio di economia e Gestione delle Imprese è intervenuto spiegando come “le attività di ricerca e in-novazione rappresentano i seg-menti a maggior valore aggiunto per alimentare le prospettive di crescita e sviluppo. Dall’analisi della dinamica degli investimenti in ricerca e sviluppo nei vari pa-esi emerge un quadro globale dei processi di rilocalizzazione delle attività di ricerca, orientati a premiare quei paesi che han-no saputo organizzare nel modo più efficace i sistemi di relazione tra gli attori del processo di R&D (imprese manifatturiere, sistema dei fornitori, Università e centri di ricerca, operatori di venture capi-tal)”. Ulteriore tema di riflessione è stato l’incremento della presen-za femminile nel mondo della ri-cerca. Infatti, tutti i premi conferiti

fino a oggi dalla Fondazione Lilly sono stati vinti da sole donne, confermando la crescita della ri-cerca italiana al femminile: in un solo anno il numero delle donne nella lista dei 50 migliori ricerca-tori italiani al mondo è raddop-piato. Tuttavia, c’è ancora un gap da colmare per il divario di gene-re esistente anche all’estero: gli uomini registrano valori più alti per numero di brevetti, mentre le donne, pur essendo parte di quasi tutti i gruppi di ricerca che sviluppano brevetti, a oggi hanno ancora una quota molto bassa di risultati ottenuti come prime au-trici principali. Nel corso dell’evento è stato pre-sentato il bando della prossima selezione con tema: “Osso ormoni e metabolismo: biomarcatori per il monitoraggio della salute schele-trica e del controllo metabolico’’. La scadenza del bando riservata ai giovani ricercatori italiani laureati in medicina e chirurgica under 35 è il 30 aprile 2012.

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HIGHLIGHTS

HIGHLIGHTS

Da circa un anno è operativa presso la SOC di Gastroenterolo-gia del CRO di Aviano una nuova tecnica endoscopica. Si tratta dell’endomicroscopia confocale laser che integra la vi-deo-endoscopia convenzionale con la microscopia confocale la-ser. Sembrano paroloni da esper-ti ai lavori; per questo abbiamo chiesto al Dr. Renato Cannizzaro, Direttore della SOC di Gastroen-terologia, di darci qualche delu-cidazione su questa importante innovazione tecnologica.

Ci può illustrare quali sono le caratteristiche dell’endomi-croscopia confocale rispetto alla tecnica standard?L’endomicroscopia confocale laser (Confocal Laser Endomi-croscopy, CLE) è una tecnica di recente introduzione che viene eseguita durante un esame en-doscopico tradizionale e permet-te di esaminare le mucose e i tes-suti durante la fase diagnostica.L’endoscopio tradizionale è un sistema munito di una piccola te-lecamera e permette la visualiz-zazione dell’interno del tratto ga-stroenterico; ad una prima fase di diagnosi ottica da parte dell’ope-ratore, segue spesso un prelievo bioptico con l’asportazione di

parte della mucosa su cui, in una seconda fase, vengono condotti esami istologici al fine di stabili-re lo stato cellulare della regione analizzata.Al contrario, l’endomicroscopio confocale laser consente l’anali-si in vivo della microarchitettura dei tessuti con risoluzione a livel-lo cellulare permettendo, quindi, anche una precisa identificazione delle aree da sottoporre a biop-sia. Queste caratteristiche ren-dono la microscopia confocale endoscopica potenzialmente utile nella diagnosi precoce di le-sioni tumorali o displastiche, così come nella ottimizzazione delle biopsie e del trattamento endo-scopico resettivo mirato.

Ma qual è effettivamente l’ingrandimento dell’immagine ottenuta con un sistema di endomicroscopia confocale?La regione analizzata viene in-grandita di 1000 volte. Questo ci permette di osservare la struttu-ra microscopica delle lesioni che vediamo contemporaneamente all’esame endoscopico tradizio-nale. Possiamo così esaminare nello stesso momento la mucosa e le sue ghiandole, i vasi, e i mi-crovasi e interpretare se le altera-zioni siano di tipo infiammatorio

pre-neoplastico o neoplastico.

Ma come avviene un esame di endomicroscopia confocale?La procedura endoscopica con-focale si svolge in modo analogo a quella tradizionale e quindi per il paziente le modalità di esecu-zione sostanzialmente non cam-biano. Noi utilizziamo attualmen-te il sistema Cellvizio® (pCLE), compatibile e integrabile con tutti gli endoscopi flessibili. La son-da pCLE viene quindi immessa nello stesso endoscopio di tipo tradizionale durante l’esecuzio-ne dell’esame. Le immagini en-domicroscopiche sono generate mediante l’uso di un agente di contrasto. Per questo motivo, al momento si somministra per en-dovena della fluoresceina sodica, già largamente utilizzata in oftal-mologia e angiografia. È il mezzo di contrasto più adoperato per il basso costo e l’assenza di effetti collaterali documentati. Dopo la somministrazione endovenosa di 5-10 ml di fluoresceina sodi-ca al 10%, le cellule, il sistema vascolare e il tessuto connettivo possono essere ben differenziati. Durante l’acquisizione delle im-magini endomicroscopiche il ter-minale dello strumento deve es-sere appoggiato delicatamente

Endomicroscopia confocale laserAvanzamento tecnologico in endoscopia

11CROnews 2012 - V. 6 (1)HIGHLIGHTS

sulla mucosa/lesione da indaga-re. Sul terminale dell’endoscopio confocale c’è un obiettivo mi-croscopico che, emettendo una luce laser, cattura il riflesso della luce focalizzata su piani paralleli della mucosa mediante una lente e la ritrasmette a un “detector” di immagine. Su un monitor vengo-no mostrate 0,8 o 1,6 immagini endomicroscopiche per secondo che possono essere registrate nel data-base dell’apparecchiatura.

In base alla sua esperienza, crede che lo strumento sia un avanzamento nel campo diagnostico o addirittura qualcosa di più?In questo genere di tecnologia stiamo ovviamente ancora muo-vendo i primi passi. È infatti molto importante e fondamentale che gli operatori siano ben addestrati nel riconosci-mento della microarchi-tettura della regione inte-ressata. Abbiamo però già avuto la possibilità di presentare i nostri dati in occasione di due congressi (UEGW - United European Gastro-enterology Week, Stoc-colma 2011 e FISMAD - Federazione Italiana Società Malattie dell’Ap-parato Digerente, Napoli 2012) e di pubblicarli sulla rivista Gastroenterology Research and Practice. Personalmente sono dunque molto soddisfat-to dell’esito. I nostri risul-tati riguardano un pro-getto che ho caldamente sostenuto e voluto, con-vinto che una tecnologia così avanzata potesse avere un preciso utilizzo in un Istituto come il nostro

dove non si opera solo per la dia-gnostica e la cura ma dove si fa ricerca. Un aspetto interessante della ricerca in campo oncologi-co è proprio la sua prerogativa di essere traslazionale, cioè di poter trasformare le scoperte scientifi-che, realizzate in laboratorio, in applicazioni cliniche per ridurre l’incidenza e la mortalità per can-cro. Questa è solo una delle de-finizioni possibili per questo ramo della ricerca scientifica che viene ben rappresentata anche dalla frase “dal bancone del laborato-rio al letto del paziente” (in ingle-se, “from bench to bedside”). Si tratta, in altre parole, di costruire una sorta di ponte tra la scienza e la medicina, per poter utilizza-re nel modo migliore le scoper-te dei ricercatori. In questi ultimi mesi, con il supporto della Dire-

zione Scientifica, il nostro sforzo è stato quello di mettere insie-me competenze e conoscenze scientifiche diverse per ottenere informazioni non solo diagnosti-che da uno strumento che finora viene utilizzato quasi esclusiva-mente per raggiungere una dia-gnosi sempre più precisa. Il pro-getto che stiamo portando avanti riguarda l’approccio traslazionale per lo studio dell’angiogenesi nel cancro gastrico e del colon-retto mediante l’utilizzo della CLE.

Ci può parlare un po’ più in dettaglio di questo progetto?Lo sviluppo di nuovi vasi sangui-gni da vasi preesistenti (angioge-nesi) è un fenomeno indispensa-bile sia in condizioni normali che in situazioni patologiche come la crescita e la progressione tumo-

Immagini relative al quadro di angiogenesi registrabile con lo strumento pCLE. Sono visibili in alto a sx alcuni vasi tortuosi, a dx un esempio di fuoriuscita (“leakage”) della fluoresceina utilizzata quale metodo di contrasto.In basso a sx è riportato un vaso di grande dimensione mentre a dx un esempio di flusso sanguigno difettoso.

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rale. I tumori non riescono a cre-scere oltre i 2 mm a meno che non insorga un processo angio-genetico. Riuscire ad identificare in tempi relativamente brevi l’in-sorgenza di nuovi vasi nell’area intratumorale può essere cruciale per una decisiva e personalizza-ta terapia anti-angiogenetica. La definizione del nostro progetto è stata resa possibile dagli interes-si di ricerca nel campo dell’an-giogenesi che da anni vengono perseguiti nel nostro istituto. In particolare mi riferisco agli studi preclinici condotti nei laborato-ri della Struttura di Oncologia Sperimentale 2 che da sempre si occupa delle proprietà strut-turali e funzionali di alcune mo-lecole della matrice extracellulare nell’ambito dei fenomeni angio-linfoangiogenetici e all’utilizzo di marcatori dell’angiogenesi nel settore diagnostico e di ricerca della Struttura di Anatomia Pato-

logica. È stata, inoltre, molto uti-le per l’avvio del progetto anche l’expertise nel campo della mi-croscopia confocale che da circa 10 anni viene utilizzata nei labo-ratori dell’Oncologia Sperimen-tale 2 quale strumento avanzato per lo studio delle proprietà mor-fologiche e funzionali delle cellule nel microambiente tumorale.

Ma come si riesce a riconoscere questi “nuovi” vasi con l’endomicroscopia confocale?L’approccio è abbastanza sem-plice. La fluoresceina che usiamo come mezzo di contrasto si rivela molto utile nell’ evidenziare que-sti vasi neoformati che si presen-tano spesso come strutture piut-tosto grandi e tortuose difettose nel flusso e con zone di fuoriusci-ta (“leakage”). Il quadro morfolo-gico di neoangiogenesi che ab-biamo valutato per una ventina

di pazienti era in accordo con le analisi istologiche e immunoisto-chimiche, così da permetterci di sviluppare una scala arbitraria di angiogenesi che riesce a valutare l’estensione dell’angiogenesi in-tratumorale basata sull’aumento del numero dei vasi, la presen-za di vasi di grandi dimensioni e tortuosi, con fuoriuscita di fluore-sceina e flusso difettoso. Un esempio è riportato nella figu-ra (Fig. 1 pag11). Anche se preli-minari questi risultati suggerisco-no che l’applicazione di questi criteri potrebbe essere utile nel predire una risposta a terapia an-ti-angiogenetica o una possibile chemioresistenza durante il trat-tamento. Ovviamente è necessa-rio lo studio di un gran numero di casi di tumori a diverso grado per il miglioramento e l’accuratezza diagnostica e la predizione di ap-propriate e “individuali” strategie di trattamento.

È stato pubblicato a cura delle Società Scientifiche di Malattie dell’Apparato Digerente AIGO, SIED, SIGE il “Libro bianco del-la Gastroenterologia Italiana” alla cui stesura ha partecipato la SOC di Gastroenterologia del CRO.La Gastroenterologia è la disci-plina clinica che, con il supporto fondamentale delle conoscen-ze professionali cliniche e delle metodiche diagnostiche e tera-peutiche specialistiche, si occu-pa delle condizioni patologiche dell’apparato digerente (tubo di-gerente, pancreas, fegato) sotto i molteplici aspetti della ricerca e

della formazione, della preven-zione, dell’assistenza e della ria-bilitazione. Le malattie gastroenterologiche hanno un impatto importante sul-la salute della popolazione e sui costi del sistema sanitario, rap-presentano infatti una delle più importanti cause di morte nella popolazione generale, e sono tra le prime cause di ricovero ospedaliero (Swansea Review, Gut 2007). La mortalità nella po-polazione generale per queste malattie è pari al 13% circa, con un trend sostanzialmente stabile negli ultimi 10 anni (FRANCIA,

ll Libro Bianco della Gastroenterologia

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Franciotti, 2007). In particolare, i tumori dell’ap-parato digerente rappresenta-no la prima causa di morte per tumori e tra di essi il cancro del colon-retto, il più frequente can-cro dell’apparato digerente, ha un’incidenza di 55 per 100.000 nell’uomo e 44 per 100.000 nella donna, in crescita, con una so-pravvivenza del 60% a 5 anni. Tale scenario epidemiologico, nel contesto delle attuali strategie di contenimento dei costi in sa-nità, rende necessaria e urgen-te l’individuazione e l’attuazione di modelli più appropriati, effi-cienti e omogenei di assistenza gastroenterologica; tali modelli, finalizzati a migliorare lo stato di salute della popolazione, devono basarsi sulle evidenze e/o cono-scenze scientifiche disponibili, e valorizzare le competenze pro-fessionali specialistiche ospeda-liere, opportunamente integrate con il territorio.Il libro bianco intende promuove-re l’efficacia e l’efficienza e ridurre lo spreco di risorse nella cura di queste malattie, mettendo in evi-denza quali interventi e tipologia di servizi rispondono meglio alle necessità di prevenzione, dia-gnosi e cura delle malattie dige-stive, sulla linea dello “strategic purchasing” auspicato dall’Orga-nizzazione Mondiale della Sanità.Alcuni capitoli del libro sono de-dicati alla prevenzione in ambito oncologico gastroenterologico e alle neoplasie dell’apparato dige-rente, screening del cancro colo-rettale.Lo screening è un intervento sanitario che si propone di dia-gnosticare una malattia preco-cemente, cioè prima che com-paiano sintomi o segni, in modo da ottenere la guarigione o una prognosi migliore.

Un programma di screening è un insieme complesso di attivi-tà che comprende, oltre al test, l’informazione-educazione della popolazione bersaglio, l’organiz-zazione che facilita l’accesso al test e, per le persone con il test positivo, la predisposizione e l’at-tivazione di protocolli diagnostici, terapeutici e di follow up.Obiettivo di un programma di screening è offrire, ad ogni per-sona che ne può beneficiare, la possibilità di ricorrere ad un mez-zo riconosciuto efficace per pre-servare o migliorare il suo stato di salute e che rispetti il bene della comunità.Sulla base di quanto detto lo screening del cancro colorettale è giustificato in quanto:• la malattia è frequente e causa

di elevata morbilità e mortalità;• i test usati permettono la dia-

gnosi in fase iniziale, sono ac-curati, accettabili per il pazien-te, e attuabili nella pratica;

• è disponibile una terapia effi-cace per la malattia diagnosti-cata precocemente;

• esistono prove che i rischi sono inferiori ai benefici.

In Italia il tasso standardizzato di incidenza del cancro colorettale è 80/100.000 abitanti, mentre il tasso di mortalità è 20/100.000 all’anno. Il cancro del colon si pone al secondo posto tra i tu-mori sia per incidenza che per mortalità sia nell’uomo che nella donna. Un altro elemento che giustifica lo screening è che tale cancro si presenta in modo significativo solo dopo i 50 anni di età e quin-di lo screening va iniziato dopo questa età. La prognosi di questo tumore cambia molto in funzione dello stadio in cui viene diagno-sticato: è importante quindi una diagnosi precoce.

Infine il cancro del colon si svi-luppa quasi esclusivamente da adenomi, e tale “trasformazione” necessita in genere di un tempo superiore ai 10 anni.L’obiettivo dello screening è trovare gli adenomi e asportarli prima che diventino cancri e dia-gnosticare i cancri in fase iniziale, curabile e guaribile.Lo screening del carcinoma del colon-retto in ItaliaLa legislazione italiana incomincia a occuparsi dello screening del cancro del colon-retto nel piano sanitario nazionale nel 1994-96 considerandolo uno dei tre pro-grammi di screening di docu-mentata efficacia. Con il DPCM del 29/11/2001 viene inserito nei livelli essenziali di assistenza. La normativa che ha promos-so il recente sviluppo di questo screening è la legge 138/2004 all’articolo 2 bis dove vengono stanziate importanti risorse per l’implementazione di questa in-dagine. Viene inoltre istituita una commissione ministeriale che pone le basi scientifiche ed orga-nizzative del suo sviluppo. L’Italia si pone oggi tra i paesi all’avan-guardia con uno screening del cancro del colon che nel 2009 ha interessato il 50% della po-polazione italiana tra i 50 e i 69 anni (popolazione di 14.483.000 individui/1.425.616 che si sono sottoposti allo screening) con 98 programmi attivi. Lo screening viene eseguito so-prattutto con la ricerca del san-gue occulto nelle feci (SOF) men-tre la rettosigmoidoscopia (RSS) di screening viene utilizzata at-tualmente solo in 2 province in Veneto e nella maggior parte del Piemonte. La media italiana di adesione al-l’invito per SOF è del 50%, men-tre l’ adesione all’invito per RSS

14 CROnews 2012 - V. 6 (1) HIGHLIGHTS

è del 24,3%. Il SOF è positivo mediamente nel 5,6% di casi nel primo passaggio e nel 4,2% nei passaggi successivi. In Italia, nel-le persone con SOF positivo, la detection rate delle colonscopie è del 2.4 per mille casi screena-ti per i carcinomi e dell’11.6 per 1000 casi screenati per gli ade-nomi avanzati; il valore predittivo positivo (VPP) ai primi esami è del 27% per gli adenomi avanzati e del 5,6 per i carcinomi.L’adesione alla colonscopia (CS) nelle persone con SOF positivo è mediamente dell’82,5% e in tali colonscopie viene raggiunto il cieco nel 91,2% dei casi.Gastroenterologia OncologicaNegli ultimi 20 anni l’oncologia gastroenterologica ha visto un enorme sviluppo, testimoniato da un numero di lavori su riviste scientifiche in continuo aumento. L’interesse dei gastroenterologi si è sviluppato in tutti gli ambiti coinvolti: dall’epidemiologia alla prevenzione, dai meccanismi patogenetici, in particolare per quanto riguarda la biologia mo-lecolare, alla diagnostica, per giungere infine alla terapia. Dal punto di vista clinico tutto ciò ha portato ad importanti ricadute, valgano ad esempio lo screening genetico del cancro del colon eredo-familiare o quello del can-cro del colon nella popolazione a rischio intermedio, la determina-zione del ruolo dell’Helicobacter Pylori nella carcinogenesi gastri-ca, l’interferone e la vaccinazione anti-HBV per il cancro del fegato e altri. Nuovi trattamenti sono ora disponibili e vengono utilizzati in neoplasie quali ad esempio l’e-patocarcinoma e nuovi approcci terapeutici sono in valutazione in neoplasie quali il tumore del pan-creas. La terapia dal carcinoma gastrico avanzato è ancora un

problema aperto mentre si sono ottenuti dati solidi sull’efficacia del trattamento in adiuvante del cancro del colon e la neoadiu-vante del retto e dell’esofago.Il coinvolgimento diretto del Ga-stroenterologo in queste pato-logie è dimostrato dal fatto che quasi metà dei pazienti ricoverati nelle Divisioni di Gastroenterolo-gia lo sono per motivi direttamen-te o indirettamente collegati a pa-tologia oncologica dell’apparato digerente e questa rappresenta la prima causa di morte per neopla-sia in Italia, sia nel sesso maschile che in quello femminile. La gestione del paziente onco-logico anche dopo la diagnosi, avviene ormai in modo siste-matico in un contesto multidi-sciplinare. Questo deve vedere riconosciute alcune specifiche competenze, per quanto attiene ad esempio alle problematiche chirurgiche, radioterapiche e alle chemioterapie complesse, ma deve anche trovare il gastroente-rologo coinvolto direttamente, in collaborazione con gli oncologi, nelle chemioterapie più semplici in particolare, come già avviene, nella gestione delle terapie a ber-saglio molecolare. Il Gastroenterologo spesso è il primo a vedere il paziente con tumore per la valutazione di sin-tomi quali dolore addominale, perdita di peso, ittero, emorragia digestiva, ecc., imposta l’iter dia-gnostico con l’endoscopia, con l’ecografia e con gli esami radio-logici, determina l’estensione e lo stadio della neoplasia e collabora al trattamento appropriato.Il Gastroenterologo sviluppa pro-grammi di screening e diagnosi precoce, e in quest’ambito svi-luppa e utilizza gli indicatori di qualità. Il Gastroenterologo identifica i

gruppi ad alto rischio per Storia Familiare, Sindromi Ereditarie, Patologie croniche (IBD, CAG, Barrett…), Infezioni croniche (HP, HBV, HCV…) e valuta e introdu-ce nuovi marcatori neoplastici e innovazioni tecnologiche. Ad esempio in endoscopia gastroin-testinale la magnificazione, la cromoendoscopia, Narrow Band Imaging e nuove tecnologie nella palliazione.Un ruolo fondamentale nello staging dei tumori dell’apparato digerente ha l’esecuzione del-l’ecoendoscopia +/-FNA (Fine Needle Aspiration Biopsy esegui-ta in ecoendoscopia) che insieme alle tecniche radiologiche (TAC, RM) rappresenta il gold standard diagnostico.Per quanto riguarda infine la tera-pia il Gastroenterologo affronta in modo multidisciplinare le neopla-sie dell’Esofago, dello Stomaco, del Pancreas e del Colon-retto mentre affronta in prima persona il percorso diagnostico-terapeu-tico di Tumori Neuroendocrini, GIST ed Epatocarcinoma.

Il Dr. Renato Cannizzaro, Direttore della SOC di Gastroenterologia del CRO che ha collaborato alla stesura del Libro

15CROnews 2012 - V. 6 (1)PARLIAMO DI...

PARLIAMO DI...

Uno studio collaborativo coordi-nato dal Dr. Luca Sigalotti e dal Dr. Michele Maio, che ha coinvolto il Centro di Riferimento Oncologi-co (CRO) e l’Azienda Ospedalie-ra Universitaria Senese (AOUS), ha recentemente consentito di identificare nuovi marcatori mo-lecolari in grado di “prevedere” l’andamento clinico della malattia in pazienti affetti da melanoma cu-taneo.Il melanoma cutaneo è un tumo-re della pelle molto aggressivo, la cui incidenza nei paesi indu-strializzati è in continuo aumento. Circa 19 nuovi casi di melanoma su 100.000 abitanti sono diagno-sticati ogni anno in Friuli Venezia Giulia. Pazienti nello stesso stadio di malattia hanno frequentemen-te un decorso molto differente, estremamente aggressivo in alcu-ni casi e molto lento in altri. Sulla base di questi andamenti clinici molto diversi tra loro, l’identifica-zione di marcatori molecolari che consentano di “prevedere” quale potrà essere l’evoluzione clinica della malattia è fondamentale per poter offrire un trattamento otti-male, e personalizzato, ai pazienti affetti da melanoma. Scoper-te recenti del gruppo di ricerca, precedentemente coordinato dal Dr. Maio al CRO e successiva-

mente in collabora-zione con la AOUS, indicano come la biologia di questa neoplasia sia pro-fondamente influen-zata da alterazioni nella metilazione del DNA genomico, le quali contribuisco-no alla crescita incontrollata delle cellule tumorali, alla loro metasta-tizzazione, e al mancato controllo ed eliminazione delle cellule tumo-rali da parte del sistema immuni-tario del paziente. Sulla scorta di queste informazioni, è stato più recentemente indagato lo stato di metilazione complessivo del DNA genomico (“metiloma”) delle cel-lule tumorali di pazienti affetti da melanoma al fine di identificarne il potenziale prognostico, e quindi la capacità di identificare pazienti ad “alto” piuttosto che a “basso ri-schio” di progressione di malattia. I risultati della ricerca, pubblicati in parte sulla rivista internazionale “Journal of Translational Medici-ne”, hanno consentito di identifi-care diversi marcatori di metilazio-ne che hanno un forte ruolo nel melanoma cutaneo, essendo in grado di poter anticipare quale potrebbe essere il decorso clinico futuro dei pazienti. L’importanza e

la novità di questi risultati hanno portato alla richiesta di deposi-to dell’invenzione presso l’Ufficio Brevetti europeo nel 2011, e alla sua estensione in fase Internazio-nale nel febbraio 2012. Sono in corso ulteriori studi, svolti in stretta collaborazione tra le due Istituzioni, mirati a sviluppare ulte-riormente i risultati sinora ottenuti utilizzando ampie casistiche na-zionali e internazionali di pazienti affetti da melanoma cutaneo, an-che al fine di studiare il ruolo pre-dittivo della metilazione del DNA alla risposta clinica in corso di terapia. Complessivamente, il tra-sferimento clinico di questi studi promette di fornire, in futuro, nuo-vi strumenti per migliorare e indi-rizzare il trattamento e il follow-up dei pazienti affetti da melanoma cutaneo in modo diversificato e personalizzato in base alle carat-teristiche della malattia di ciascun soggetto.

Metilazione del DNA e prognosi del melanoma cutaneoBrevetto congiunto CRO Aviano e Azienda Ospedaliera Universitaria Senese

A sinistra il Dr. Luca Sigalotti e il Dr. Michele Maio

16 CROnews 2012 - V. 6 (1) PARLIAMO DI...

Contribuire alla riuscita economi-ca di aziende con alto potenziale di sviluppo è l’obiettivo degli Ita-lian Angels for Growth (IAG). Tali investitori, altamente specializzati, supporteranno la crescita di Sedi-cidodici Srl, impresa spin-off nata da un’idea dei ricercatori del CRO di Aviano, promossa dai Giovani Imprenditori di Pordenone e inse-diatasi presso il locale Polo Tec-nologico.Ammonta difatti a oltre 900mila euro il finanziamento conferito dalla rete IAG, finalizzato a pro-durre e commercializzare su scala mondiale l’apparato “Smart Clot”, un brevetto Europeo che consen-

Italian Angels for Growth finanziano Smart Clot

Il Dr. Luigi De Marco e il Dr. Mario Mazzucato, sulla destra, con i membri dell’iniziativa imprenditoriale SediciDodici

te lo studio in vitro, a circuito chiu-so, dell’emostasi primaria e della formazione del coagulo.Gli inventori Luigi De Marco e Mario Mazzucato, dirigenti dei Laboratori Diagnostici del CRO, spiegano che “in tutte le condi-zioni patologiche caratterizzate da eventi trombotici acuti i due elementi determinanti nella for-mazione e crescita del trombo sono l’attivazione piastrinica e la deposizione di fibrina. La misura-zione di tali eventi in un campione di sangue aiuta a tracciare il po-tenziale trombogenico di un dato campione e a caratterizzare, quin-di, la predisposizione di un deter-

minato individuo a formare trombi. L’applicazione di tale misurazione, in soggetti che assumono farma-ci anticoagulanti e antiaggreganti, permette di quantificarne l’effetto inibitorio sulla tromboformazione”.Numerosi studi sono stati condot-ti allo scopo sia di ottenere test di laboratorio riproducibili per misu-rare la coagulazione, sia per la va-lidazione di strumenti che studias-sero l’aggregazione piastrinica. “È da mettere in evidenza però che, in entrambi i casi, i fenomeni coa-gulazione e aggregazione piastri-nica sono sempre stati valutati se-paratamente e in un sistema per lo più statico”, spiega Ilaria Selmi, project manager di SediciDodici, secondo cui “la caratteristica pe-culiare e innovativa che contraddi-stingue Smart Clot da tutti gli altri strumenti presenti sul mercato è un sistema dinamico, che con-sente la misurazione della for-mazione di fibrina come risultato della generazione di trombina nel contesto più vicino al fisiologico e cioè in sangue intero, quindi in presenza di piastrine, in condizio-ni di flusso su una superficie trom-bogenica.”Altri aspetti positivi, tradotti in vantaggi prestazionali rispetto alla maggior parte dei competitor, sono l’utilizzo di quantità relativa-mente ridotte di sangue in rap-porto ai risultati forniti, l’assenza di manipolazione del campione di sangue, la tempistica ridotta e, in-fine, l’ottenimento di informazioni più complete sul fenomeno della coagulazione.

17CROnews 2012 - V. 6 (1)ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

PremessaNegli ultimi 20 anni la sanità italia-na è passata attraverso numerosi cambiamenti normativi che han-no coinvolto e, a volte, sconvolto l’assetto organizzativo, i sistemi formativi delle professioni, il mer-cato del lavoro nella Pubblica Am-ministrazione. Sono stati introdotti nuovi modelli relativi alla gestione delle risorse umane e nuovi ap-procci al miglioramento continuo di qualità e questo ha fatto au-mentare le aspettative dei cittadini in termini quali- e quantitativi nei confronti delle aziende, degli ope-ratori, dell’offerta di servizi.Le parole chiave, oggi, più ricor-renti sono: informazione, comu-nicazione, conoscenza, cam-biamento, tecnologizzazione, formazione continua, apprendi-mento continuo, competenza, empowerment, responsabilità.È oggi necessario realizzare le prestazioni sanitarie bilanciando le esigenze di efficacia con quel-le di efficienza, appropriatezza, equità, sostenibilità, nel rispet-to dei diritti umani delle persone assistite e del loro desiderio di autodeterminazione. Ma anche con le esigenze di flessibilità e adattabilità richieste dai continui cambiamenti a livello normativo, organizzativo, scientifico.

In questo scenario alcuni ele-menti di riferimento sembrano consolidarsi sempre di più come fattori di successo per le aziende di servizi:• la centralità della risorsa umana

nelle organizzazioni di lavoro;• l’esistenza di un capitale intel-

lettuale come grande fonte di valore;

• la conoscenza come risorsa base per lo sviluppo dell’a-zienda;

• la necessità di coltivare il pro-cesso di produzione - ma-nutenzione - trasmissione - sviluppo di conoscenze e di competenze.

Come si evince dalla letteratura

(Agency for Healthcare Research and Quality. Evidence Report/Technology Assessment n. 149 Effectiveness of Continuing Me-dical Education. AHRQ Publica-tion No. 07-E006 January 2007), la formazione continua del perso-nale è da considerarsi quale:• strumento a supporto dei

cambiamenti a livello culturale e organizzativo;

• leva per la promozione di pro-cessi di cura di alta qualità;

• strumento per l’empowerment e la motivazione degli opera-tori sanitari;

• elemento indispensabile alla “governance” del Sistema Aziendale.

La progettazione formativa: metodi e strumentiFormazione residenziale e sul campo

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

18 CROnews 2012 - V. 6 (1) ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

In Italia, come nel resto d’Euro-pa, ha preso avvio dal gennaio 2002 il sistema di formazione continua (ECM), introdotto dal decreto legislativo 229/1999. Esso comprende l’aggiornamen-to professionale e le attività fina-lizzate a migliorare le competen-ze e le abilità cliniche, tecniche e manageriali e i comportamenti, con l’obiettivo di garantire effi-cacia, appropriatezza, sicurezza ed efficienza all’assistenza pre-stata dal Servizio sanitario. Con-siste nell’insieme organizzato e controllato di tutte quelle attività formative, sia teoriche che prati-che, promosse da enti specifica-tamente preposti alla formazione in campo sanitario ed è finalizza-to alla valutazione della qualità dell’evento formativo e della pro-fessionalità del soggetto fornitore dell’evento stesso alla luce degli obiettivi formativi individuati a li-

vello locale e nazionale. La legge 3/2003 riordina la disci-plina degli IRCSS e li definisce enti a rilevanza nazionale dotati di autonomia e personalità giuri-dica che, secondo standards di eccellenza, perseguono finalità di ricerca, prevalentemente cli-nica e traslazionale, nel campo biomedico e in quello dell’orga-nizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta speciali-tà. Essi svolgono inoltre attività di alta formazione nell’ambito delle attività e discipline di riferimento. In seguito, la legge regionale del 2006 che disciplina l’assetto isti-tuzionale, organizzativo e gestio-nale del CRO richiama la neces-sità di integrare le funzioni della formazione nell’ambito del SSR.Il programma di formazione continua è stato regolamentato attraverso una serie di Accor-di Stato Regioni e disposizioni emanate dalla Commissione Na-zionale ECM e per il FVG dalla Commissione Regionale ECM. In particolare, l’Accordo n. 192 del 5.11.2009 sviluppa ulteriormen-te il sistema ECM prevedendo il passaggio dall’accreditamento degli eventi formativi all’accredi-tamento dei Provider; tale cam-biamento è stato recepito dal-

la Delibera di giunta Regionale 2087 del 2011, che avvia la spe-rimentazione dei provider Regio-nali, alla quale il CRO ha aderito.

Per tutto quanto in premessa, ne deriva la necessità di sviluppare le competenze di coloro che a qualsiasi titolo hanno respon-sabilità nei processi formativi ed in particolar modo responsabili scientifici, formatori d’aula, tutor di formazione sul campo, tutor universitari, dirigenti e coordina-tori. Di qui l’importante evento formativo che si è svolto al CRO di Aviano il 15 febbraio 2012, aperto a operatori di tutte le qua-lifiche, con l’obiettivo di sviluppa-re competenze nell’ambito della progettazione formativa. Com-petenze davvero essenziali in un contesto sanitario in cui la for-mazione continua, dunque, non è solo un obbligo previsto dalla norma, ma è soprattutto una im-portantissima leva strategica per lo sviluppo dell’organizzazione e delle persone.

La progettazione formativaDopo l’analisi dei fabbisogni for-mativi, la progettazione è la 2° fase del ciclo di formazione – ap-prendimento (Fig. 1).Fase alquanto delicata, in quan-

Figura 1 Figura 2

19CROnews 2012 - V. 6 (1)ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

to si tratta di declinare concre-tamente un’idea progettuale e mettere in atto un processo per favorire, da parte dei discenti, l’acquisizione delle competenze attese, diversificate in base a:• contesto (ospedaliero, resi-

denziale, territoriale, di comu-nità, di ricerca;

• tipologie di utenti;• qualifiche professionali e inter-

disciplinarietà; • tipologie di competenze da

formare (tecnico professionali, relazionali, organizzativo/ge-stionali, trasversali);

• livello di competenza atteso (di base, avanzato, esperto).

Progettare è attività impegnativa che richiede coerenza e aderen-za ai valori e agli obiettivi azien-dali e ai bisogni degli utenti del SSN e SSR.

La progettazione formativa nei contesti sanitari corrisponde a una necessità preventiva rispetto all’azione formativa stessa.Mager scrisse: “Chi non sa dove vuole andare può rischiare di tro-varsi altrove.” Il progetto è dun-que uno strumento posto a guida del percorso di insegnamento– apprendimento e consta di una serie di scelte rispetto a obiettivi, contenuti, tempi, luoghi, forma-tori, metodologie, risorse, stru-menti di valutazione. La formazione è un’attività che ha costi generalmente elevati le-gati alla progettazione, ai forma-tori, alle ore impegnate nei per-

corsi di apprendimento, più che all’erogazione diretta del servizio. La formazione del personale sa-nitario deve essere progettata con rigore e metodo e non può essere lasciata all’improvvisazio-ne, con il rischio di non ottenere il cambiamento voluto, cioè svi-luppo/miglioramento delle com-petenze attese. Progettare è at-tività complessa che richiede la conoscenza di una metodologia specifica e la capacità di coordi-nare fra loro in modo coerente e appropriato tutti gli elementi del progetto. Il progettista, pertanto ,è colui che sa porsi una serie di domande–guida per la costruzio-ne del progetto formativo, par-tendo dalle principali domande che sono: che cosa voglio otte-nere con l’attività formativa che intendo effettuare? Qual è il risul-tato atteso? Da che cosa dipen-derà il risultato del progetto?La progettazione formativa richie-de dunque a una metodologia scientifica (Fig. 2) e la conoscen-za dei principi che guidano la for-mazione degli adulti.Ogni progetto formativo deve ri-spondere ai criteri di Utilità, Per-tinenza, Coerenza, Economicità Si arriva in seguito a declinare il progetto in tutte le sue parti: obiettivi, contenuti, metodologie, programma dettagliato, forma-tori, materiali didattici e valuta-zione dell’apprendimento. Per coerenza del progetto si intende una scelta ponderata di tutti gli elementi finora descritti affinché risultino sinergici fra loro: a titolo di esempio se si è scelto di rea-lizzare un convegno per 150 par-tecipanti, non si potrà indicare il role play come metodo principale di lavoro; oppure se l’obiettivo di-dattico riguarda l’apprendimento e la sperimentazione di tecni-che relazionali, la metodologia

di insegnamento/apprendimento non potrà prevedere solo lezioni frontali. Progettare la formazione residenziale e la formazione sul campo richiede la conoscenza di una serie di analogie e di differen-ze che riguardano gli obiettivi del-la formazione, i metodo didattici, i contenuti del progetto stesso. Soprattutto, occorre imparare a individuare quando utilizzare una tipologia di formazione piuttosto che l’altra, o quando utilizzarle associate. Le figure di responsa-bile scientifico, docente e tutor hanno un ruolo fondamentale nella progettazione formativa e concorrono a determinare la qua-lità della formazione stessa. In particolare, il responsabile scien-tifico ha una responsabilità sia in fase di progettazione che in fase valutazione dell’evento formativo e di reportistica. Il docente e il tutor concorrono alla definizione dei contenuti della formazione e sono responsabili dell’erogazio-ne della stessa per la parte di competenza. Il sistema di gestio-ne qualità del CAF del CRO ha previsto delle istruzioni operative per queste 3 figure per facilitare la conoscenza del proprio ruolo e l’assunzione di responsabilità. Tali documenti sono pubblicati nella pagina WEB del CRO, nella sezione del Centro Attività For-mative assieme al materiale di-dattico dell’evento.Certamente va ricordato che la formazione non può risolvere tutti i problemi di una organizzazione.Infatti, il progettista deve sempre porsi alcune importanti domande quando costruisce un progetto:il progetto formativo è l’unica ri-sposta possibile? è la soluzione al problema dell’organizzazione? oppure uno strumento a sup-porto? o addirittura un obbligo di legge? E ancora: il progetto

20 CROnews 2012 - V. 6 (1) ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

formativo è coerente con il Pia-no Annuale della Formazione e, se richiesto, collegato ad azioni organizzative, ad adeguamenti strutturali, a innovazioni tecnico strumentali o ad altre azioni for-mative?L’evento formativo deve, quindi, essere condotto con una meto-dologia didattica molto interatti-va: i partecipanti devono essere guidati nella riflessione sull’uso degli strumenti proposti, in modo da comprendere quando e come utilizzare i progetti di formazione residenziale e di formazione sul campo all’interno del complesso quadro della formazione ECM. In modo particolare, va anche curato il tema dell’auto appren-

dimento: la formazione, infatti, non assolve il suo compito solo nelle aule. È necessario, infatti, guidare l’adulto nell’acquisizio-ne della capacità di apprendere lungo tutto il corso della sua vita professionale, per poter dare ri-sposte efficaci al cittadino e nel contempo curare il proprio “be-nessere” come operatore della salute. In sostanza, come dice Steve Jobs “Devi essere sempre affamato e curioso di imparare”.

ConclusioniUna progettazione efficace, coe-rente con i piani aziendali, regio-nali e nazionali, può concorrere all’uso efficiente ed efficace delle risorse umane, alla promozione

della cultura dell’apprendimento continuo, allo sviluppo organiz-zativo, a un utilizzo “etico” della formazione stessa È necessario pertanto diffondere nei contesti sanitari la capacità progettuale in campo formativo, non come mero compito formale nei confronti degli organi di veri-fica/certificazione (Commissione Nazionale o regionale ECM, va-lutatori ISO 9001: 2008 o di ac-creditamento istituzionale), bensì come competenza trasversale all’interno di una azienda sani-taria moderna che guarda alla formazione come leva strategica per lo sviluppo delle competenze degli operatori e per la gestione dei cambiamenti.

Corso di chirurgia radicale addomino-pelvica in diretta “Live Surgery”SOC Oncologia Chirurgica Ginecologica del CRO

della Struttura e dal Dr. Giorgio Giorda, in due sessioni, una pri-maverile e una autunnale. Questi corsi, da anni, permetto-no ai ginecologi italiani di con-frontarsi con la chirurgia radi-cale nel trattamento dei tumori ginecologici, in particolare con le forme avanzate del cancro della portio e dell’ovaio.C’è, quindi, la possibilità, per i partecipanti del corso, di con-frontarsi con una chirurgia mul-tidisciplinare che affronta com-

plicanze chirurgiche spesso inusuali per un chirurgo gineco-logo. L’utilizzazione di tecniche particolari, quali la chemioiper-termia intraoperatoria permette un ampio confronto clinico-pro-cedurale sui vantaggi e limiti di scelte terapeutiche non sempre codificate e spesso imprevedibili per la loro complessità.Anche il vasto campo del tratta-mento dei tumori del collo dell’u-tero in fase iniziale o negli stadi avanzati rappresenta un argo-

Una delle missioni specifiche del Centro di Riferimento Oncologico di Aviano è la formazione perma-nente dei vari operatori sanitari che si interessano di problemati-che oncologiche.In questa ottica anche quest’an-no, la SOC di Oncologia Chirur-gica Ginecologica del Centro di Riferimento Oncologico (CRO) di Aviano (PN), ha organizzato i “Corsi di chirurgia radicale ad-domino-pelvica”, coordinati dal Dr. Elio Campagnutta Direttore

21CROnews 2012 - V. 6 (1)ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

mento da sempre sviluppato al CRO che può offrire la propria esperienza ai ginecologi che in-tendono affrontare il campo spe-cifico dell’oncologia chirurgica ginecologica.Il ginecologo, che si approccia alla chirurgia oncologica, deve conoscere, oltre alla chirurgia pelvica, le problematiche dell’alto addome e acquisire competenze che lo rendano autonomo nella resezione chirurgica anche delle masse che interessano gli orga-ni addominali alti. Tale specificità non è patrimonio tipico del gine-cologo ostetrico presente nelle varie sedi ospedaliere ma richie-de una competenza da acquisire negli anni con la pratica costante e con una casistica rilevante che può essere trovata solo in strut-ture chirurgiche dedicate allo stu-dio dei tumori femminili.È ormai un dato certo che una paziente affetta da tumore gine-cologico veda la sua aspettati-va di vita nettamente migliorata quando la stessa sia operata da

un ginecologo oncologo piuttosto che da un ginecologo ostetrico. Questo è dovuto anche alla con-tinua evoluzione clinico-scienti-fica e tecnologico-strumentale che come nel nostro Istituto è una realtà quotidiana.La presenza, a turno, dei parte-cipanti in sala operatoria favori-sce la visione concreta dei casi; contemporaneamente gli altri partecipanti seguono in diretta, assistiti da un “tutor”, i vari inter-venti con la possibilità di interagi-re passo per passo.Il pomeriggio, durante gli incontri sulle patologie oncologiche gine-cologiche, vengono confronta-te le esperienze di ogni gineco-logo partecipante; in tal modo le conoscenze si integrano e si discutono. Nei quattro giorni di “full immersion”, tanti preconcetti vengono chiariti; si apprendono tecniche e “filosofie” di tratta-menti integrati che possono an-che essere diversificate, ma che devono comunque sottostare all’imperativo della “radicalità”,

dell’efficacia e dei risultati.Nel post corso spesso vengono mantenuti contatti tra i colleghi del CRO e i corsisti: vengono scambiate esperienze e consigli che consentono di continuare, anche nei rispettivi Istituti di lavo-ro, una collaborazione di stimoli e suggerimenti interattivi che pos-sono essere preziosi. A conferma di tale collaborazio-ne, durante l’anno, alcuni medici ginecologi che hanno partecipa-to a corsi precedenti frequentano le nostre sale operatorie.La SOC di Oncologia Chirurgica Ginecologica del CRO di Avia-no, continuando una tradizione chirurgica iniziata con intuizione e innovazione già dal 1990 dal Dr. Carlo Scarabelli, anche per l’anno 2012 ripropone tale offer-ta formativa in due sessioni, una primaverile e una autunnale, con-fermandosi tra i centri oncologici, leader in Italia per il trattamento delle neoplasie ginecologiche che interessano l’apparato geni-tale femminile.

I partecipanti al corso di chirurgia “Live surgery” - sessione autunnale

22 CROnews 2012 - V. 6 (1) L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

Nello scorso numero abbiamo descritto i nuovi locali della Biblio-teca Scientifica e per i Pazienti, situati al piano terra di fronte al nuovo spazio d’arte espositivo. Insieme alla funzione riconosciu-ta di “luogo del sapere”, in que-sti ultimi anni, si sta riscoprendo l’importanza e il valore delle bi-blioteche intese come fair pla-ces, ovvero luoghi piacevoli, in cui stare bene, dove ognuno può trovare il proprio posto per ag-giornarsi o portare a termine un lavoro in tranquillità.Da ciò la scelta di differenziare i servizi e gli spazi dei nuovi locali.Vi sono zone silenziose dove po-ter studiare, altre in cui potersi riunire in gruppi di lavoro, altre

to dell’accoglienza, educazione e informazione ai pazienti;• coordinare e/o partecipare a progetti innovativi nel settore della documentazione scientifica divulgativa.In definitiva, supportare in modo attivo i settori fondamentali del CRO: ricerca, cura e alta forma-zione. Consultando la mpagina della Biblioteca nel sito web di Istituto (www.cro.it), si può ave-re una visione panoramica delle molteplici risorse informative of-ferte, dei suoi servizi e dei pro-getti in corso. Il nucleo delle risorse della Biblio-teca Scientifica è costituito dalle riviste biomediche: un notevole patrimonio accessibile tramite

ancora in cui ci si può collegare alla rete con PC wireless, leggere un giornale o un libro o solo sfo-gliarlo o ascoltarlo.In questa seconda parte parlere-mo, quindi, delle attività e dei ser-vizi vecchi e nuovi della biblioteca.Gli obiettivi fondamentali non cambiano: • rendere accessibile l’infor-mazione scientifica al personale dell’Istituto; • formare e assistere il persona-le di ricerca, clinico e tecnico-am-ministrativo all’utilizzo delle risor-se disponibili e dei programmi;• raccogliere e rendicontare la produzione scientifica interna;• promuovere iniziative allargate a varie professionalità nell’ambi-

I nuovi servizi della BibliotecaSeconda parte. Attività e risorse disponibili al pubblico

Dr.ssa Ivana Truccolo, responsabile della BibliotecaIl bancone dell’accoglienza all’ingresso della nuova Biblioteca

23CROnews 2012 - V. 6 (1)L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

Internet che impegna il 95% del budget della biblioteca. Le riviste scientifiche vengo-no quotidianamente consultate da parte del personale interno a supporto dell’attività clinica e di ricerca dell’Istituto e vengono utilizzate anche per alimentare il rapporto di interscambio di arti-coli scientifici con le altre biblio-teche.I nuovi locali hanno permesso anche di valorizzare le riviste e i seriali monografici su carta sistemati ora nel nuovo archivio dotato di scaffali compattabili. Tuttavia, non tutte le riviste carta-cee sono state ricollocate perchè si sta lavorando alla realizzazio-ne di un’unica Biblioteca Bio-medica Virtuale dell’Area Vasta Pordenonese, una forma di inte-grazione fra le tre biblioteche bio-mediche della provincia – CRO di Aviano, Azienda Ospedaliera e Azienda Sanitaria per i Servizi Sa-nitari del “Friuli Occidentale” – al fine di razionalizzare le risorse e i servizi offerti ampliandoli, seppur in regime di risparmio. Da questo nasce la decisione di conservare una sola copia delle riviste biomediche su carta – tan-to più preziose perché non ac-cessibili via Internet – in uno dei tre archivi cartacei delle bibliote-che, garantendone la visibilità at-traverso un catalogo unico e l’ac-cessibilità attraverso lo scambio dei documenti tra le biblioteche È prevista anche la condivisione dei corsi di formazione, la colla-borazione a progetti innovativi e l’acquisto coordinato e condiviso delle riviste. Anche i libri posse-duti dai tre Enti saranno ricerca-bili grazie al catalogo unico del Polo SBN regionale.I libri disponibili al CRO sono di carattere biomedico specialisti-co, infermieristico, amministrativo,

scientifico-divul-gativo sul can-cro, a cui si ag-giungono quelli che ripotano le testimonianze dei pazienti. Il materiale carta-ceo è consulta-bile in biblioteca e prestabile all’e-sterno, a ecce-zione di alcuni te-sti fondamentali. La Biblioteca, inoltre, può effettuare ricerche bi-bliografiche, potendo accedere a un consistente numero di ban-che dati a pagamento di natura biomedica, farmacologica, giu-ridica, infermieristica, ecc. Oltre a supportare l’utilizzo autonomo delle banche dati, la Biblioteca offre un servizio esperto di ricer-che bibliografiche (a pagamento per esterni non convenzionati). Inoltre, vengono organizzati pe-riodicamente dei corsi di istruzio-ne all’uso delle risorse informati-ve a disposizione e dei software per il personale interno o di area vasta, in collaborazione con il Centro Attività Formative (CAF) dell’Istituto. In particolare, da maggio partirà l’offerta di forma-zione sul campo “Si fa presto a dire Internet”, una serie di corsi brevi di un’ora e trenta la setti-mana su una trentina di risorse e programmi.La biblioteca partecipa a SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale), aderisce a Bibliosan (sistema di Biblioteche degli Enti di Ricerca Biomedici Italiani), ai cataloghi collettivi GIDIF-RBM (Gruppo Italiano Documentalisti Industria Farmaceutica e Istituti di Ricer-ca Biomedica) e ACNP (Archivio Collettivo Nazionale dei Perio-dici), a NILDE (Network Inter-Li-

brary Document Exchange) e ad associazioni di categoria come EAHIL (European Association for Health Information and Libraries).Presso la biblioteca sono, inol-tre, gestite diverse tipologie di archivi CRO:• l’archivio delle pubblicazioni scientifiche che contiene arti-coli scientifici, le comunicazioni a convegni e congressi, libri/ca-pitoli di libro, relazioni divulgative alla popolazione, guide informa-tive per i pazienti prodotte dal personale dell’Istituto. Questo al fine di rispondere agli obiettivi di promozione, monitoraggio e rendicontazione della produttività scientifica d’Istituto (disponibile dal 1995-1996, accessibile dal sito del CRO solo dalla rete inter-na dal 2003 con testo completo delle pubblicazioni); • l’archivio della Letteratura Grigia che raccoglie il materiale didattico presentato nell’attività formativa organizzata dal CRO, le tesi e documenti di lavoro di interesse comune non ancora pubblicati e prodotti dal CRO: accessibile in rete dal 2004, nel rispetto della liberatoria conces-sa dagli autori; • l’archivio di CROnews, vale a dire la possibilità di consultare

Il Punto di Informazione Oncologica per i Pazienti e il Servizio di Informazione sul Farmaco all’interno della Biblioteca Scientifica

24 CROnews 2012 - V. 6 (1) L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

online il testo completo degli arti-coli del numero corrente e di tutti gli arretrati del trimestrale d’Istitu-to (dal 2007 in poi);• fa capo alla biblioteca anche la realizzazione di CIGNOweb.it, progetto nazionale coordinato dal CRO per realizzare una ban-ca dati di materiale informativo. Principalmente redatto in lingua italiana, questo materiale è rivolto ai pazienti, familiari e cittadini in ambito oncologico e sanitario e offre informazioni su associazioni di volontariato, helplines, forum e blog dei pazienti, ecc. valutan-done la qualità e rendendole ac-cessibili sul web attraverso una semplice e rapida interfaccia.

Un discorso a parte merita la Bi-blioteca Pazienti, servizio di ac-coglienza e informazione attivo dal 1984. Tenendo ben presente il suo obiettivo principale - cer-care di migliorare il dialogo tra medico e paziente - i suoi servizi sono andati ampliandosi nel tem-po sulla base delle richieste degli utenti. Oltre al Punto di Accoglienza e Informazione Oncologica, de-dicato a soddisfare le richieste

di informazione di pazienti e fa-miliari, dove si trovano testi, gui-de, opuscoli, depliant e video sui vari aspetti della malattia onco-logica – prevenzione, fattori di rischio, diagnosi, ecc –, è attivo anche il servizio di Informazione sul Farmaco, curato dal CIFAV-Onlus (Centro di Informazione sul Farmaco per l’Area Vasta por-denonese). Un farmacista acco-glie le richieste di informazione sui farmaci di pazienti e familiari e provvede a rispondere nel ri-spetto della riservatezza e del-l’”indipendenza” (cioè al di fuori del contesto del marketing).La Biblioteca Pazienti, inoltre, offre una ricca sezione di svago proponendo non solo un’ampia selezione di libri (narrativa, sag-gistica, fotografia, cultura e geo-grafia locale) collocati ai piani di degenza, ma anche degli incontri periodici di Lettura ad Alta Voce (LaAV) grazie ad un gruppo di lettori volontari adeguatamente formati. Ai numerosi film in VHS e DVD si associa il nuovo e consistente patrimonio di audiolibri a dispo-sizione dei pazienti. Il progetto Musica per i pazienti, invece, si occupa di offrire presso il Day Hospital una vasta scelta di mu-sica per chi si trova in terapia chemioterapica. I punti internet a favore dei pa-zienti e dei loro familiari collocati nei saloni, nei piani e nelle stanze di degenza continuano a essere gestiti dalla biblioteca tramite la semplice registrazione e la crea-zione di un ID e di una password.Dal 2010 la biblioteca funge da catalizzatore del Gruppo Patient Education & Empowerment del CRO, voluto dal Direttore Scien-tifico al fine di coinvolgere effetti-vamente pazienti e volontari nelle varie attività di formazione, ricer-ca e informazione-comunicazio-

ne loro destinate, sin dalla fase della programmazione. La Biblioteca Pazienti, infine, ha una tradizione decennale nel promuovere iniziative volte a dar voce ai pazienti e ai loro familiari. Attraverso una serie di pubbli-cazioni, che racchiudono le loro testimonianze e che rientrano in quel nuovo genere chiamato Me-dicina Narrativa, si vuole far in-contrare l’oggettività della malat-tia con la soggettività del malato. Dopo il primo convegno, “Leg-giamoci con cura - scrittura e narrazione di sé in medina”, te-nutosi al CRO con successo lo scorso settembre e di cui ver-ranno pubblicati gli atti, un nuovo appuntamento è previsto per il mese di ottobre 2012. L’obiettivo è di generare attorno a quest’ar-gomento il confronto, la condivi-sione e la diffusione delle com-petenze, considerando non solo gli aspetti tecnici della malattia, ma anche quelli più prettamente personali, intimi ed emozionali di ogni singola persona-paziente; sviluppando una maggior capa-cità di ascolto e accogliendo il paziente nel suo essere persona a tutti gli effetti.Ricordiamo, infine, che è disponi-bile in Biblioteca la Guida ai servizi della Biblioteca Scientifica e per i Pazienti del CRO, una delle nuo-ve guide CROinforma, collana nata dall’esigenza di uniformare il materiale informativo prodotto dall’Istituto per destinarlo a un pubblico non esperto, organiz-zando gli argomenti trattati attra-verso diverse sezioni tematiche.«Una biblioteca è un organismo che cresce» dice l’ultima delle cinque regole della Bibliotecono-mia formulate da Ranganathan. «E quindi cambia, si rivolge a pubblici diversificati, si mette in discussione…» ci sentiamo di aggiungere noi.

Archivio delle riviste biomediche

25CROnews 2012 - V. 6 (1)L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

Svolgo la mia attività alla Biblio-teca Pazienti dal dicembre 2010 e, mese dopo mese, mi accor-go delle tante possibilità per mi-gliorare il servizio offerto e per acquisire nuove competenze. Finalmente l’opportunità si pre-senta con il bando “CRO INTRA-MURAL RESEARCH GRANTS - 2011/2012 CALL” finanziato sui fondi del 5 x1000: un’occasione d’oro per tutti i giovani ricercatori del CRO! La possibilità di ideare e realizzare un progetto creato ad hoc per il proprio ruolo all’in-terno dell’Istituto, mi è sembrata un’ottima occasione per realizza-re quello che da tempo avevo in mente: vedere come viene svolto il mio lavoro in altre realtà. Scegliere “l’altra realtà” con cui confrontarsi è stato semplice: da circa 5 anni il CRO ha rapporti di collaborazione con il Princess Margaret Hospital di Toronto (Ca-nada) basati sull’interscambio di personale, di competenze e idee. A luglio 2011, in occasione di una sua visita in Italia, ho cono-sciuto David Wiljer, direttore del Knowledge Management e Inno-vazione dello stesso Istituto non-chè responsabile del programma Patient Education e professore all’Università di Toronto. E questa è stata la scintilla… Poi è stato tutto veloce: la defi-nizione dettagliata del progetto, l’approvazione da parte del Di-rettore Scientifico, i contatti con lo staff canadese che mi avrebbe ospitato...e finalmente il 10 no-vembre la partenza!Il progetto proposto “Patient In-formation & Communication: CRO and PMH together” si svi-luppa nell’ambito della Patient Education e delle attività della Bi-

La Biblioteca Pazienti al PMHblioteca Pazienti e si concretizza attraverso l’ac-quisizione diretta dell’esperienza del Patient Edu-cation Network del Princess Mar-gareth Hospital, fiore all’occhiello dell’informazio-ne ai pazienti. Esso si realizza attraverso sva-riati strumenti e attività, offre un interessante confronto con la re-altà del neo-nato gruppo Patient Education del CRO e un impor-tante stimolo per le attività di in-formazione ai pazienti gestite qui in Biblioteca. Un volo transatlan-tico e il Canada mi accoglie con un insolito, ma piacevole, clima “mite”: era un piacere al mattino presto andare al lavoro guardan-do gli scoiattoli passare da un ramo all’altro o vedere le puzzole nascondersi sotto qualche ce-spuglio! Toronto è infatti una città verde, affacciata sul lago Ontario, dove spicca forte il contrasto tra gli edifici storici dell’800 e i mo-derni grattacieli in continua edifi-cazione. Nel cuore della città, tra il campus universitario, Queen’s park, e il quartiere a sud, più moderno, identificato dalla CN tower alta ben 553,5 metri, si snoda University Avenue, lungo la quale ci sono ben 5 strutture ospedaliere. Tra tutto questo bru-licare di studenti, medici e “cultu-ra della salute” (non a caso lungo questa arteria sorge l’University Health Network – UHN) si trova l’ELLICSR, la struttura che si oc-cupa di Patient Education per il Princess Margaret Hospital. Ed è

qui che trascorro una settimana, guidata da un efficientissimo e cordialissimo staff, alla scoperta di nuovi strumenti per rafforzare il ruolo dei pazienti nel loro percor-so di prevenzione e cura.La settimana di stage è stata pro-grammata affinché venissero af-frontati tutti i punti del mio progetto:• le competenze di accoglienza dell’utente e delle sue richieste, modalità di risposta con relativa ricerca del materiale, colloquio in cui si consegna il materiale reperi-to, in una parola, l’attività di “refe-rence” della Biblioteca Pazienti;• la valutazione del materiale in-formativo;• l’organizzazione dei focus group – incontri a tema per pa-zienti e familiari su determinati ar-gomenti;• la capacità di cogliere le esigen-ze informative dei pazienti-familiari e, conseguentemente, modulare le offerte in base a tali necessità: produzione di libretti a tema, in-contri formativi, analisi dei bisogni.Il giorno della partenza è arrivato troppo presto: un saluto ai pa-renti che mi hanno ospitato, una scorta di dolcetti natalizi in valigia e nuovi progetti da realizzare con Janet, Michelle e David.

Da destra David Wiljer, Chiara Cipolat Mis, Janet Papadakos e parte dello staff dell’ELLICSR di Toronto (Canada)

26 CROnews 2012 - V. 6 (1) URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

Margherita Donnarumma(9 gennaio-10 febbraio)

Con gennaio 2012 riprende l’atti-vità delle mostre d’arte al CRO.Il primo artista che esporrà le proprie opere al CRO sarà Mar-gherita Donnarumma, scelta non casuale. L’artista, infatti, ha operato per anni nelle strutture dell’assistenza sociale della Regione Friuli-Vene-zia Giulia e condivide il significato di “arte come supporto terapeu-tico”, facendone veicolo anche per dare all’osservatore un sug-

gestivo motivo di coinvolgimento spirituale.La mostra intitolata “Le tracce della luce” è stata inaugurata lunedì 9 Gennaio 2012 alle ore 17.30, e si potrà visitare fino al 10 febbraio. La Donnarumma è nativa del-l’Istria, ma vive e opera a Trie-ste. Ha al suo attivo numerose rassegne personali. Attualmente espone a Roma, alla Galleria Tar-taglia, in via Margutta. Questa rassegna inaugurerà un nuovo ciclo di mostre d’arte al CRO dopo i restauri, che hanno riguardato ampi spazi dell’edifi-cio centrale: della Donnarumma verranno esposte una trentina di tele di diverse dimensioni. Alla vernice, il 9 gennaio 2012, parteciperà il critico d’arte Carlo Milic che presenterà l’artista.

L’esposizione di opere d’arte al CRO

Laura Trevisan(11 febbraio-17 marzo)

Il giorno 11 febbraio 2012, alle ore 18.00, viene inaugurata la mostra delle opere dell’artista Laura Trevisan. Friulana di nascita, Laura fre-quenta il Liceo Artistico e poi l’Accademia di Belle Arti di Ve-nezia dove si diploma nel 1992. È certamente un’artista eclet-tica che spazia dalla pittura alle arti visive alla computer grafica

fino agli effetti speciali per i film e video-clips lavorando anche al-l’estero (Miami e Londra).Organizza laboratori di teatro con registi quali Mauricio Paroni de Castro e insegna negli stessi la-boratori, dipinge e realizza scene e costumi teatrali con l’uso priori-tario della pittura.Le sue opere pittoriche sono mol-to particolari perché sono realiz-zate non solo a pittura con colori vivaci ma molte di esse sono un misto di pittura e collage e in esse troviamo frammenti e oggetti di ogni tipo: fili, perle, vetri, lettere, fiori, giornali ecc. a rappresentare il mondo reale e a tenere ancorati all’oggi momenti del passato. “Ogni evento è soggetto a un regime di perdita incessante,” – dice Laura Trevisan - “e la possi-bilità di ricostruirlo in una tela, dà modo agli attimi vissuti di sottrarsi al pericolo di un destino incerto, legato alla memoria, la cui anali-si è spesso inadatta e instabile, dominata com’è dall’inconscio, dalla possibilità della rimozione, dall’esigenza di distogliere gli oc-chi e di guardare altrove”.Dunque, l’opera realizzata da Laura Trevisan, con ogni fram-mento del quotidiano reale e con le pennellate e i tratti particolari che la distinguono, tende a ripor-tare al presente il tempo che, al-trimenti, potrebbe andare perso o dimenticato. La diversità di forme permette a

27CROnews 2012 - V. 6 (1)URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

quest’artista la possibilità di tene-re aperta la mente e di cogliere, invece, quel che di comune esi-ste nel frammentario, sia nei temi espressi che nei modi di espri-merli. I suoi pesci sono oggetti, ma anche persone. I suoi pae-saggi astratti si possono quasi toccare con mano, se si decide di andare oltre al primo sguardo. Foto, scritte, numeri sono alcuni degli elementi che costituiscono la pittura di Laura Trevisan, che trasforma tutto in una visione particolarmente felice dell’esi-stenza quotidiana, fatta di verità, calligrafie, cifre. A volte Laura si esprime con tratto deciso -come la riga che scorre orizzontale in alcuni dipinti-, a volte delicato -come quegli acquerelli che han-no il coraggio di confrontarsi con le superfici più “ostili”– la ruvidità dei vari supporti come l’affresco, il legno o le garze, mescolan-do tecniche pittoriche e culture come fosse la cosa piu sempli-ce e bella, del mondo; la trama e l’ordito di un tessuto fatto di relazioni che nel loro contrasto creano musiche. Un messaggio universale, che supera i confini, le barriere mentali e ci permette di ritrovare, davanti a un suo di-pinto, quello spirito armonico che accomuna tutto il genere umano.Ma Laura Trevisan non si ferma

qui e si cimenta nella land-art realizzando sulle pendici delle prealpi friulane, in località Castal-dia, alle spalle della cittadina di Aviano (PN), il “Lumacuore” che ha una superficie di 42.000 m2). L’ispirazione per questa idea è venuta all’artista da una famosa frase del Mahatma Gandhi: “Il bene avanza a passo di luma-ca” ed è da questo concetto che nasce nell’artista l’idea di creare una “linea di confine” dalla qua-le emerge un cuore. Nell’insie-me la forma ricorda una lumaca con la casetta a forma di cuore. Quest’opera ha come obiettivo la diffusione di un messaggio di cul-tura dei diritti umani, dell’amore per la natura e per uno sviluppo ecosostenibile del territorio ed è realizzata con lenzuola (per deli-neare i contorni della figura) e con sassi bianchi appoggiati sopra le lenzuola portati in loco da tutte le persone che vogliono e vorranno partecipare a questo progetto che ha avuto inizio nel 2009.

Pietro Galliussi(17 marzo-27 aprile)

Il 17 marzo alle 17.30 viene inau-gurata al CRO la mostra delle opere dell’artista Pietro Galliussi.

Galliussi è nato il 17 maggio 1930 a Terenzano (UD) dove, da alcuni anni, ha aperto al pubblico lo studio in via G. Verdi 84, int. 2, con mostra permanente di pittu-ra, scultura e grafica.Per anni ha lavorato come ar-tigiano: falegname, modellista, cementista, lustrino; un periodo lungo, faticoso che però è servito a conoscere bene gli elementi es-senziali, le materie naturali (legno, cemento) a imparare a lavorarli ed è servito anche a far maturare dentro di sè la personale visione del mondo e la vena artistica che premeva per uscire. Pietro Galliussi, che si definisce un “autodidatta”, parla attraverso le forme, i segni il colore. Spesso per le sue opere, utilizza materiali di scarto riciclandoli e dando loro una vita nuova. Artista del “recu-pero”, egli non butta via mai nul-la, ma elabora e rielabora la ma-teria fino a darle un senso nuovo un valore più profondo. Dunque, secondo Galliussi, ciò che ap-parentemente sembra aver con-cluso il proprio ciclo di vita può rinascere e quale destino migliore per una cosa umile e semplice, divenire opera d’arte? Verso la fine degli anni ’50, l’arti-sta inizia a dedicarsi pienamente alla sua arte iniziando a disegna-re e dipingere e dando vita, nel

28 CROnews 2012 - V. 6 (1) URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

corso degli anni, a diversi cicli ar-tistici, in una continua evoluzione personale alla ricerca di materiali e tecniche sempre innovativi:• il primo periodo, che si può

definire figurativo, è lega-to alla rappresentazione del mondo quotidiano della ci-viltà contadina, a rappresen-tazione di figure maschili e femminili, paesaggi e oggetti;

• verso la fine degli anni ’60, l’artista vuole andare oltre la rappresentazione di ciò che vede e indagare il mondo e i suoi misteri. Nel secondo periodo vi è, quindi, un’evo-luzione verso forme e mate-ria nuovi. L’artista esce dagli schemi canonici per espri-mersi con segni istintivi, im-mediati;

• il terzo periodo è deno-minato dal pittore stes-so “metamorfosi e motivo contemporaneo”: Al centro è ancora l’uomo: Galliussi analizza vita, natura, azio-ni quotidiane e le riproduce attraverso una figurazione evocativa ottenuta grazie ad una tecnica mista;

• il quarto periodo è definito “forme nello spazio”: vengo-no rappresentate figure che si espandono. La materia viene depurata, si ricerca l’essenzialità. I quadri si fan-no specchio della fantasia più pura e delle idee profon-de dell’’autore;

• dal 2007 Galliussi sviluppa la pitto-scultura. In questo pe-riodo l’artista si dedica alla materia pura al riutilizzo delle cose comuni e alla nobilita-zione delle materie povere o umili riuscendo a dare valore ad un oggetto apparente-mente privo di significato e a proporre forme fantastiche

sintetizzando il soggetto rappresentato fino ad arri-vare all’essenziale. Le pitto-sculture non hanno titolo, non a caso, per lasciare lo spettatore libero di interpre-tare il significato dell’opera, o il messaggio nascosto in essa, attraverso la sua fan-tasia e il suo sentire.

In questi 5 periodi, Galliussi ha sperimentato molte tecniche: la lineolumgrafia, le calcografie su carta e terracotta, la scultura, la medaglistica, i disegni, la punta-secca. Ma la sua opera non è solo tec-nica, lavoro, esercizio, è anche studio, introspezione, vuoto e soprattutto vita perché l’arte par-la sempre di vita.

L’URP e le Mostre

Le esposizioni sono organizzate e coordinate dall’Ufficio Relazioni con il pubblico. Per informazioni contattare il Responsabile Dr. Roberto Biancat.0434 659 826@ [email protected]

29CROnews 2012 - V. 6 (1)AREA GIOVANI

AREA GIOVANI

I pordenonesi e la maratona: un binomio che va avanti con suc-cesso da una decina d’anni, tan-to che nel 2005 proprio Pordeno-ne fece registrare le presenze più numerose, a New York, in rap-porto alla popolazione della città di provenienza.Ma correre è anche uno stile di vita, una capacità di comprende-re le sofferenze di chi uno sport non lo può praticare, perché meno fortunato. Per questo, sia nel 2005 che nel 2007, le spedi-zioni newyorkesi organizzate dai podisti della Destra Tagliamento hanno avuto anche una finalità benefica: aiutare prima i pazien-ti nefropatici e poi i bambini con disabilità motorie. Dopo 5 anni i maratoneti pordenonesi, in un gruppo ribattezzato “Pordenone corre”, si sono nuovamente uniti per abbinare alla propria spedi-zione a New York (dall’1 al 7 no-vembre) uno scopo benefico. Dall’Electrolux a Pordenone Fie-

re alla BCC, il gruppo di amici di “Pordenone corre” ha già incas-sato importanti volontà di soste-gno all’iniziativa. Quest’anno i fondi raccolti sa-ranno destinati ai ragazzi dell’A-rea Giovani del CRO di Aviano. Il progetto 2012, chiamato “La ricerca va di corsa”, servirà a incrementare la conoscenza sui linfomi di Hodgkin a prevalenza linfocitaria. In particolare la ricer-ca sarà rivolta alla comprensione dei meccanismi biologici che ren-dono alcuni di questi pazienti cu-rabili con la sola asportazione del linfonodo, evitando così tratta-menti chemio- o radioterapici. Se gli studi preliminari attualmente in corso al CRO di Aviano, daran-no i frutti sperati, il progetto verrà esteso anche agli altri centri italia-ni e tedeschi attivi nella diagnosi e cura di questa patologia. Il grande cuore dei maratone-ti pordenonesi ha cominciato a battere. Il 4 novembre 2012

Pordenone corre alla maratona di New York 2012

continuerà a farlo nella maratona più famosa del mondo sotto una maglietta con l’insegna del CRO. Per l’orgoglio di chi prenderà parte all’iniziativa e per la speran-za di chi ne trarrà beneficio.Per informazioni:[email protected]

30 CROnews 2012 - V. 6 (1) AREA GIOVANI

Musical… orchestra & voce

Grande successo il 3 dicembre 2011 per lo spettacolo Musi-cal… orchestra & voce, organiz-zato dall’Associazione Midway Chorus in collaborazione con la Provincia di Pordenone e l’Area Giovani del CRO di Aviano. L’Au-ditorium Concordia, traboccante di pubblico, è stato la cornice di questo evento musicale molto articolato, che ha visto avvicen-darsi sul palcoscenico quasi 70 ragazzi tra cantanti, musicisti, ballerini e ginnaste. Un vortice di pura energia che ha subito con-tagiato il pubblico, trascinando-lo per ben due ore attraverso la magia dei brani più celebri degli intramontabili Musical di Bro-adway, completamente suonati e cantati dal vivo dal Midway Cho-rus, la Midway Band e l’Orche-stra d’archi giovanile Akroama. Il viaggio è cominciato con un omaggio al capolavoro di An-drew Lloyd Webber Cats, che ha visto protagoniste, nei panni dei “gattoni” della popolare colonia felina, le sinuose ed agilissime atlete dell’Associazione ginnasti-

ca artistica Flic Flac di Pasiano-Chions-Pravisdomini, che hanno affascinato il pubblico con vol-teggi e acrobazie e per l’intera serata hanno strisciato furtiva-mente tra la gente in sala. Lo spettacolo è proseguito con una carrellata di brani tratti da Cho-rus Line, Fame, West Side Story, Hair, Jesus Christ Superstar, Evi-ta, Cabaret, sull’onda di un en-tusiasmo sempre crescente, che è poi esploso nella finale Music di John Miles. Splendidi gli inter-venti delle ballerine della Ballet School di Pordenone, che han-no presentato un appassionato pas de deux (Anna Campello e Besmir Viliju) sulle note di What I did for love, una sfavillante core-ografia di New York New York, e un assolo di Jessica Macera sul-la struggente melodia di Cançao do mar. Ben due presentatrici, Eleonora delle Vedove e Nadia Zanin, si sono alternate sul palco e hanno tenuto le fila della serata con briosa maestria, catalizzan-do l’attenzione del pubblico sullo scopo benefico dello spettaco-

I “gatti” della ginnastica artistica Flic Flac Midway Chorus

lo; come di consueto, infatti, il Midway Chorus ha utilizzato la musica come veicolo privilegiato per comunicare un forte messag-gio di speranza che, partendo proprio dai tanti ragazzi presenti sul palco, è voluto arrivare diret-tamente ai tanti, troppi, bambini e giovani che in una stanza d’o-spedale lottano con uguale ener-gia contro il cancro. Oltre che a far divertire, la serata aveva un’altro importante obietti-vo: la solidarietà al reparto Area Giovani del CRO di Aviano. Sono intervenuti, per il CRO, il Direttore Generale, Dr. Piero Cappelletti, e del Dr. Maurizio Mascarin per far conoscere meglio questa realtà così vicina a noi. E la sensibili-tà degli spettatori verso questo tema così delicato si è manife-stata nella loro grande genero-sità: ben 4.310 Euro sono stati raccolti e consegnati con com-mozione direttamente nelle mani del responsabile dell’Area Gio-vani… ed è sicuramente questo il più importante successo della serata! Grazie a tutti di cuore!

31CROnews 2012 - V. 6 (1)AREA GIOVANI

I premiati della gara Pinocchio sugli sci insieme agli organizzatori del COF

La gondola Veneziana al Piancavallo

Anche quest’anno è stata orga-nizzata la tanto attesa gara del Pinocchio sugli sci a Piancavallo che festeggia i suoi primi 30 anni di vita. Ed è proprio per questo motivo, visto l’anniversario, che è stato dato un taglio diverso a tut-ta la manifestazione. Il COF (Co-mitato Organizzazione Feste) ha

organizzato, infatti, una bellis-sima caccia al tesoro sugli sci per tutti i bambini, una mostra e una rappresentazione tea-trale interamente dedicata a Pinocchio. Il Sig. Enzo Carugno del Bar Pinocchio di Polcenigo, gran-de amante di questo personag-

Pinocchio sugli sci

gio speciale, ha messo a dispo-sizione i pezzi migliori della sua collezione per allestire una pic-cola mostra dedicata a questo evento, pensate ha più di 1.400 Pinocchi di varie misure e vari materiali, raccolti in più di 40 anni di lavoro. Non vogliamo dimen-ticare l’Associazione Molino Ro-senkranz che ci ha prestato un grande Pinocchio gonfiabile.Una originale gondola Veneziana, portata per la prima volta al mon-do in una pista da sci, con tanto di amici gondolieri che ci hanno fatto gustare il classico scartoc-cetto di frittura con polenta fatto alla Veneziana.Presente anche l’AVIS, per sensi-bilizzare grandi e piccini a dona-re il sangue a favore di persone bisognose. Un atto di generosi-tàche ci fa sentire bene con noi stessi ma soprattutto aiuta gli al-tri.L’evento é stato seguito dalle te-state giornalistiche Messaggero Veneto e Il Gazzettino ed è sta-to ripreso dalle televisioni locali, RAI3 Regionale e TPN. Tutto il ricavato è stato devoluto in beneficenza a favore dell’area Giovani del CRO di Aviano.Al COF e a tutti coloro che han-no contribuito alla realizzazione dell’evento va un sentito ringra-ziamento da parte dell’Area Gio-vani.

32 CROnews 2012 - V. 6 (1) AREA GIOVANI

Buongiorno,mi presento: sono una ragazza di 27 anni e abito a San Severo in provincia di Foggia, mamma di due maschietti e moglie di un uomo speciale, tre anni più gran-de di me, con il quale sto viven-do una bellissima storia d’amore. Vi starete chiedendo il motivo di questa lettera, il perché sia arri-vata proprio a voi o meglio, chi vi sta scrivendo.Ho appena finito di leggere due libri molti belli, cioè “Oltrelacqua” di Alessandra Merighi e “Non chiedermi come sto ma dimmi cosa c’è fuori” edito dalla Mon-dadori, nei quali viene menziona-to spesso il progetto Area Gio-vani, che io ho avuto la fortuna di conoscere attraverso questi racconti. Avevo voglia di scriver-vi per mettervi a conoscenza del mio parere su questo argomen-to, anche se non ci conosciamo e non ho alcun titolo medico, ma tanta voglia di crescere umana-mente.Sono una ragazza molto aperta alle tematiche e alle problema-tiche dei malati di cancro o tu-more, come vogliasi chiamare; ho sempre pensato che prima di tutto, nella vita, priorità assoluta spetta alle nostre condizioni di salute, allo stare bene o almeno a poter vivere degnamente e in maniera indipendente la quotidia-nità che si prospetta a noi esseri viventi. Leggendo i libri mi sono commossa, ho riflettuto molto e ho cercato, per quanto mi era possibile, di calarmi nel vissuto di questi ragazzi, di queste gio-vani vite che ad un tratto della loro esistenza hanno dovuto fare i conti non solo con il debilitan-

Lettera di una mamma

te male fisico, ma con qualcosa di potente e sconosciuto, di ag-gressivo e subdolo che non ti dà tregua e che non “guarda in fac-cia nessuno”.Non ho vissuto direttamente questa triste esperienza ma alcu-ne persone vicine a me ci sono passate e avendole sostenute durante il corso della malattia, ho percepito, sicuramente in mini-ma parte, ciò che si prova. Que-sto maledetto male, nel 2011, mi ha portato via due persone care, due familiari a cui io tenevo tan-to: una zia che mi ha cresciuta durante l’infanzia quando i miei genitori lavoravano (tumore al seno), e una nipotina di soli 10 anni con una leucemia (LAM) che non le ha dato tregua per due lunghi anni, nonostante fosse in cura da una meravigliosa equipe di sanitari dell’Oncologia Pedia-trica dell’ospedale di San Gio-vanni Rotondo, e avesse fatto il trapianto da donatore esterno a Pavia …Si sono ammalate e ci hanno la-sciato più o meno nello stesso periodo e, dal 2009 fino a qual-

che mese fa, ci siamo interessati in famiglia di valori ematici altera-ti, piastrine basse, globuli bianchi alti, midollo pulito e non, chemio, radio, etc… Avrei preferito di gran lunga rimanere ignorante su que-sti argomenti, ma la vita è una sfida continua, è una sorpresa che ti coglie impreparata sia negli aspetti positivi che in quelli nega-tivi. Quando sei messo di fronte ad una battaglia devi “cacciare le unghie” e batterti per difendere ciò che di più prezioso posse-diamo e cioè la VITA! Che siano bimbi, adulti o anziani la notizia di diagnosi di un cancro è sempre sconvolgente: entra nelle case e nelle famiglie in modo dirompen-te, come la “lava che fuoriesce selvaggia da un vulcano”…! Tur-ba i pensieri, gli animi, i rapporti interpersonali, il quotidiano.È un nemico che attenta alla vita, si insinua silenzioso nel fisi-co, vuole sfinirlo e annientarlo. Il cancro è ambiguo, è un’arma a

33CROnews 2012 - V. 6 (1)AREA GIOVANI

doppio taglio: ti catapulta al cen-tro dell’attenzione dei tuoi affetti e nello stesso tempo ti allontana dal resto del mondo e della vita che abitualmente conduci …Purtroppo quando si iniziano le terapie antitumorali non si sa mai quando termineranno e si intra-prende una “partita d’azzardo” contro il male, dove in gioco c’è soltanto la vita: si investono tutte le forze in possesso per riuscire ad uscirne ma il pericolo è sem-pre “dietro l’angolo”.Fortunatamente, come nelle mi-gliori fiabe, dietro questa antago-nista, al fianco dell’eroe, ci sono sempre dei protagonisti buoni, delle persone che come nel vo-stro caso, mettono sia la profes-sionalità che il cuore per far sì che tutto si risolva per il meglio, per sconfiggere il male e soprattutto far tornare questi giovani pazien-ti alla NORMALITÀ! Si parlo di normalità, perché vivere queste lunghe degenze è davvero stres-sante sia per il paziente che per la famiglia, costretta a dividersi (in alcuni casi sentirsi solo per telefono o vedersi attraverso lo schermo di un computer) senza la possibilità di toccarsi, abbrac-ciarsi o semplicemente guardarsi negli occhi …Il paziente oltre allo strazio per l’intenso dolore fisico deve sop-portare il fatto che nulla sarà più come prima, non potrà fare tutto ciò che svolgeva normalmente e molti di loro, come se non ba-stasse, devono allontanarsi dalla propria casa, dal loro paese.Da un po’ di anni a questa parte, però, si sente sempre più parla-re dell’umanizzazione dei reparti ospedalieri, soprattutto quelli a lunga degenza, dove si cerca di rendere la permanenza e il rap-porto con il personale sanitario,

molto più accogliente e familiare creando una relazione non di di-stacco tra medico e utente, bensì di reciproco aiuto. Può sembrare strano che il paziente possa aiu-tare il medico ma non è così: egli è il primo ad analizzare se stesso e a comunicare a che gli sta di fronte ciò che sente, la prove-nienza del dolore ma soprattutto il suo stato d’animo che se ben assistito e tutelato, può facili-tare (a mio parere), anche se di poco, la guarigione! Diverse volte ho assistito la mia nipotina Anna durante la sua permanenza in ospedale, per far sì che la mam-ma potesse passare più tempo con la figlia più piccola e con il marito, e ho osservato l’amore e la passione con cui ogni giorno voi professionisti cercate di cu-rare e salvare la vita, nonostante sforzi immani e numerose perdi-te … Quando nel reparto veniva a mancare un Angelo l’aria era pungente, terribilmente silenzio-sa, ma quel silenzio era in realtà ”rumoroso” e raccoglieva tutte le lacrime, la disperazione, la rabbia per una sconfitta, per non aver salvato la vita ad un piccolo in-nocente che non aveva meritato quel male! Nonostante questo si torna in campo, si mette da par-te il dolore per cercare di riuscire in un’altra missione, si asciugano le lacrime e si cerca di dare spe-ranza e forza ad un’altra famiglia, ad un’altra realtà: è questo quello che ammiro di più in voi, questo ingiusto ma difficile fardello che portate addosso giorno dopo giorno cercando di non cadere nell’insensibilità al dolore e nell’o-mologazione dei casi medico-personali. Tutti noi dobbiamo fare i conti con la possibilità di trovarci a contatto con questo tipo di do-lore, di sofferenza.

Leggendo il libro sulle esperien-ze dei giovani pazienti del CRO di Aviano, ho notato la diversità di vissuti e di approcci alla malat-tia, paralleli alla comune voglia di vivere e di affrontare la sfida che gli si propone innanzi con l’aiuto dei propri familiari e del personale medico ed infermieristico; questi ultimi dedicano tutte le energie e l’umanità che possiedono al fine di “alleggerire” lo stato d’animo dei pazienti appesantito da un ricovero prolungato, stressanti cure mediche e farmacologiche e la lontananza dalla propria realtà quotidiana. Tutte le testimonian-ze narrano di una grande fidu-cia riposta nell’equipe sanitaria, di una gratitudine sincera e non retorica, di un rispetto reciproco necessario in tutte le convivenze che si rispettino …Mi è piaciuta molto l’idea del li-bro, d’impatto e assolutamente veritiero: quando ci si reca a vi-sitare un caro ricoverato in ospe-dale la prima domanda che si fa è proprio questa: “Come stai?” … La domanda meno indicata che si possa rivolgere; bisogne-rebbe invece raccontare ciò che accade fuori, quello che di bello o di interessante i ricoverati non hanno l’opportunità di vedere! Proprio l’intitolazione di questo libro mi ha colpita e mi ha indot-to a sceglierlo; leggendolo ho conosciuto una realtà che mi ha lasciata senza parole …È stata un’idea geniale quella di progettare uno spazio dedicato ai giovani malati di tumore che non si sa se collocare nei repar-ti pediatrici o in oncologia adulti: dovrebbero avere un posto tutto loro in ospedale, dove poter ri-cevere le cure adatte ma soprat-tutto scambiare testimonianze, paure, gioie, aspettative! E poi le

34 CROnews 2012 - V. 6 (1) AREA GIOVANI

stanze, ognuna abbinata ad un colore e a un personaggio che rappresenta le qualità dei gio-vani ospiti, e il libro comune su cui scrivere le proprie emozioni, le stanze di degenza calde e ac-coglienti, il personale medico e non, sempre pronto a sostenerli, la biblioteca come spazio di di-strazione e di acculturamento. Mi congratulo con tutti coloro che hanno ideato e realizzato questo importante progetto perché è un vanto in campo ospedaliero per

noi italiani e un modo più soft e spensierato di accogliere giovani con gravi malattie.La cooperazione di gente motiva-ta e positiva porta sempre ottimi risultati come questo di cui sono venuta a conoscenza: qui in Pu-glia non so se ci sono dei centri così ma credo che con la buona volontà di persone speciali come voi, potrebbero nascervi …Colgo l’occasione per inviare un augurio di serenità a tutto lo staff del CRO di Aviano, ai giovani

pazienti e alle loro famiglie, con la speranza che grazie all’aiuto della ricerca scientifica si riesca-no a debellare queste malattie o almeno ad aumentare le speran-ze di guarigione! Vi ringrazio an-ticipatamente per aver perso un po’ del vostro tempo a leggere questa ulteriore testimonianza e mi farebbe immenso piacere se renderete disponibile la lettura di questa lettera anche ad altri. Grazie per il vostro lavoro!

Bisceglia Federica

Mostra Fotografica per il CROIl 21 e 22 gennaio 2012, i respon-sabili della Filiale di Banca Medio-lanum di Azzano Decimo, Dario Candiago e Guglielmo Gregoris, hanno organizzato una mostra fotografica benefica a favore del Cro di Aviano. Mediolanum Photo Awards, così intitolato il primo di una serie di eventi che verranno realizzati per tutto il 2012, dove le passioni e hobbies dei loro clienti saranno

La foto vincitrice del tema “libero” realizzata dal Signor Nardo La foro vincitrice del tema “spread” realizzata dal Signor Candotti

protagoniste. Sono state esposte più di 70 fotografie con oltre 20 fotografi partecipanti. L’evento si è svolto nel salone delle feste della Cantina dei Con-ti di Porcia ad Azzano Decimo, dove i numerosi visitatori hanno acquistato tutti i lavori esposti e il ricavato è stato interamente de-voluto in beneficienza al CRO.Il premio per la miglior foto a

tema libero è andato a Gino Nar-do e quello per la miglior fotogra-fia a tema “lo spread”, è stato ag-giudicato a Stefano Candotti.Sono intervenuti come relatori i signori Gregoris e Candiago di Banca Mediolanum, i dottori De Paoli e Mascarin, in rappresen-tanza del CRO, il conte Guecello di Porcia e Antonio Cacco, titola-re dell’Azienda Unicolor di Azza-no X.

35CROnews 2012 - V. 6 (1)AREA GIOVANI

La sala dove si è svolta la mostra fotografica presso l’Azienda Conti di Porcia ad Azzano Decimo

VitaMi ritrovai in un posto buioTanto buio che non ci vedeva nessunoPreoccupata incominciai a camminareNon so se drittaNon so se indietroNon so se a destraNon so se a sinistraMa infine vidi una luceMi avvicinai ad ellaE capii che questa era la mia vita …Coperta da pensieri buiPerò una lucetta splendevaEd è quella della vita.

Dafne Bertoncello

Dolomiti Winter Games 2012

Sabato 4 febbraio 2012, nell’am-bito della manifestazione “Do-lomiti Winter Games” si è svol-ta, presso la sala convegni del Comune di Claut – Valcellina, la conferenza “Storie di bambini” incontro/dibattito organizzato dal Comune di Claut, dall’O-spedale “S. Maria degli Angeli” di Pordenone, dal CRO di Avia-no e dall’Agmen Regione FVG. Un’iniziativa bellissima, quella organizzata a Claut, dove sport e solidarietà si sono intreccia-te in maniera perfetta. Gli ospiti ,presentati da Lorenzo Padovan

dell’ANSA, sono stati la dott.ssa De Zen, responsabile del proget-to di assistenza domiciliare pe-diatrica e il dott. Mascarin dell’A-rea giovani del CRO di Aviano. Entrambi hanno raccontato alcu-ne esperienze con i pazienti e ap-profondito lo scopo di entrambi i progetti, spiegandone l’essenza e la filosofia.Bello e toccante l’intervento degli “Amici di Lory”, in ricordo di Lo-renza una giovane adolescente di Claut ammalata di leucemia e del papà di Edordo!All’iniziativa, organizzata dal Co-mune di Claut per raccogliere fondi per il progetto di assisten-za domiciliare pediatrica, ha par-tecipato anche la campionessa olimpica a Pechino nel tiro al volo Chiara Cainero. Chiara, orgoglio friulano, ha portato testimonian-za della sua disponibilità verso il progetto e verso iniziative per i bambini ed i ragazzi ricoverati nei nostri ospedali. Grazie Chia-ra! In bocca al lupo per Londra, accompagnata dal tifo di tutti noi.

La serata si è conclusa con un piacevole momento conviviale attorno a un ricco buffet e a pre-giati vini offerti della Cantina.I prossimi eventi in programma per marzo e aprile 2012 tratte-ranno i seguenti temi: “Nuove Tecnologie”, “Protezione del Pa-trimonio”, “Viaggi e Vacanze”.Gli organizzatori ringraziano i partecipanti per la generosità di-mostrata, gli Sponsor e il CRO di Aviano che hanno collaborato all’ottima riuscita di questo evento.

36 CROnews 2012 - V. 6 (1)

Nell’anno scolastico 2011-2012 ha preso il via il “Progetto Martina”, un nuovo service sociale del Lions Club Pordenone Host indirizzato a studenti delle scuole seconda-rie di secondo grado informarli sull’importanza della prevenzione contro patologie purtroppo molto diffuse e spesso fatali.Martina era una giovane donna che, prima di perdere la sua bat-taglia contro il tumore, lasciò un toccante testamento morale, au-spicando “che i giovani vengano informati su mali da cui nessuna fascia d’età è immune”.Ed ecco che nasce il “Progetto Martina” che ha due principali obiettivi:• Informare i giovani sull’impor-tanza di seguire uno stile di vita corretto, sull’importanza della pre-venzione dei tumori e delle diagno-si precoci e tempestive, sulle mo-dalità di lotta contro i tumori e sulla necessità di impegnarsi in prima persona per avere risultati efficaci;• Dare tranquillità. È fuori dub-bio che sapere come affrontare un problema, sapere in che cosa consiste la malattia e soprattut-to sapere che ci si può difendere e che si può curare e vincere dà certamente più tranquillità. La conoscenza aquisita, inoltre, può essere diffusa anche tra gli amici, tra coetanei, in famiglia.Si sa che i tumori possono col-pire tutti anche in giovane età.

Il Lions Club Pordenone Host supporta il Progetto Martina Programma di informazione sulla prevenzione dei tumori nelle scuole

sostegno al malato

Ecco perché il progetto Martina vuole raggiungere i ragazzi: per informarli in tempo. Si sa, infatti che se si assumono cattive abi-tudini alimentari o stili di vita non corretti è possibile che in seguito insorgano problemi di salute.Alcuni tumori sono causati da “fattori ambientali” bisogna, quin-di, combattere i fattori inquinanti. È fondamentale, dunque, cono-scere le cause, gli effetti, e capire che l’importanza di fare control-li periodici anche e soprattutto quando si è in piena salute.“In sintesi,” - dice il Dr. Vincenzo Miglietta, coordinatore Lions del progetto Martina nella Provincia di Pordenone - “la lotta contro i tumori richiede conoscenza e impegno personale, è necessa-rio creare una “cultura” su que-sto importante tema e la scuola è appunto la culla della cultura. Educare i giovani a considerare la vita un bene prezioso e sentirsi impegnati personalmente nella sua difesa, può ritenersi un im-pegno prioritario dei Lions.”Il Lions Club Pordenone Host è stato il primo ad avviare questa iniziativa in Friuli. Per l’anno sco-lastico in corso sono stati coin-volti: il Liceo scientifico Grigoletti e l’Ipsia-Zanussi di Pordenone e il Liceo Artistico Galvani di Corde-nons. Il progetto è già stato com-pletato in tutti e 3 gli Istituti e ha coinvolto 200 studenti grazie allla

collaborazione delle prof.sse Del Ben, Chinè, Azzano, Bortolussi e della Vice Preside Gasparotto per il Grigoletti, del Vice-Preside Giotta per l’IPSIA-Zanussi e della Preside Sannino per il Liceo Arti-stico GalvaniIl progetto ha visto coinvolti il Dr. Elio Campagnutta, Direttore della Divisione di Oncologia Chi-rurgica Ginecologica del CRO di Aviano che ha trattato il proble-ma dell’insorgenza dei tumori del collo dell’utero, la dermatologa Dr.ssa Teresa Corradin e la chi-rurga Dr.ssa Elvia Micheli dell’O-spedale Civile di Pordenone che hanno parlato rispettivamente del melanoma e del tumore del-la mammella. L’urologo Dr. Piero Belmonte, del Reparto di Urolo-gia dell’Ospedale Civile di Porto-gruaro, ha trattato il tema legato al tumore del testicolo.Tale iniziativa è partita nel no-vembre 2011 con i primi incontri che il Dr. Campagnutta ha tenuto presso il Liceo Artistico di Corde-nons alla presenza della Preside Filomena Sannino e della Prof.ssa Gabriella Del Zotto Coordi-natrice degli studenti e della Prof.ssa Annamaria Manfredelli, Vice Presidente del Lions Club Porde-none Host.Lions riproporrà il progetto an-che negli anni futuri per poter raggiungere il maggior numero di giovani possibile

37CROnews 2012 - V. 6 (1)ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

ADMO - ASS. DONATORI MIDOLLO OSSEOLa sua attività è finalizzata a creare una banca dati di donatori volontari;sostenere il Registro Internazionale Donatori Midollo Osseo.

Udine (sede regionale) Via Carducci, 48 - 3100 Udine 0432-299728Fax 0481-92276@ [email protected] www.admo.it

ASS. FEDERICA PER LA VITAL’Associazione supporta coloro che quotidianamente sono impegnati nella lotta ai tumori. È nata proprio per raccogliere fondi necessari alla ricerca scientifica e per l’aiuto ai ma-lati neoplastici. Sostiene inoltre il progetto condotto dal CRO di Aviano per la produzione di vaccini antitumorali per la terapia dei linfomi.

AFDS - ASS. FRIULANA DONATORI DI SANGUE

La sede provinciale si trova a Spi-limbergo ed è aperta il Martedì dal-le 16:30 alle 19.30 e il Sabato dalle 9.00 alle 12.00.

Vicolo delle Primule, 1 Trieste338-7457763@ [email protected]

ASSOCIAZIONE GIULIAPresso il CRO: offre sostegno e ascolto, nel reparto OMA, ai mala-ti e ai loro familiari; ha attivato un punto di ascolto, in collaborazione con la Divisione Oncologica Medica A-AIDS, rivolto alle persone sieropo-sitive all’interno del CRO;promuo-ve gruppi di auto-mutuo-aiuto; il giovedì pomeriggio dalle 15.30 alle 18.00, nel salone del Secondo pia-no, svolge due attività: il laboratorio “I colori dell’anima” e “Il salotto di Giulia”; il lunedì pomeriggio collabo-ra con la Biblioteca per i Pazienti (Bi-bliobus) per svolgere attività “diver-sionistiche” e dare così “ali ai libri”.

Pordenone (c/o Casa Serena) Via Revedole, 88 -

33170 Pordenone 0434-20282 340-2936554Fax 0434-363508@ [email protected] http://digilander.libero.it/solegiulia

ASSOCIAZIONE INSIEME

Aviano (sede principale) Via Stretta, 1 33081 Aviano (PN)334-2519013@ [email protected]

L’Associazione garantisce giornal-mente, dal lunedì al venerdì, presso il CRO, un servizio di accoglienza e orientamento dei pazienti all’ingresso e ai piani (al mattino), sostegno-rela-zione di aiuto ai pazienti e ai loro fa-miliari in tutti i reparti di degenza (nel pomeriggio 4° piano: lunedì, giovedì - 2° e 3° piano: martedì, mercoledì, venerdì). Fornisce inoltre informazio-ni logistiche sul territorio e di servizi esterni all’Istituto.

AIL ONLUS - ASS. ITAL. CONTRO LE LEUCEMIE LINFOMI E MIELOMAIl malato è al centro degli sforzi del-l’Associazione, diretti a migliorarne la qualità della vita e ad aiutarlo nella lot-ta che conduce in prima persona per sconfiggere il proprio male. L’impe-gno dell’AIL è volto a:sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro le malattie ematologiche;promuo-vere e sostenere la ricerca.

ASSOCIAZIONE LUCA-INSIEME PER UN SORRISOSvolge le seguenti attività:sostegno economico, psicologico e logistico alle famiglie con bambini ammalati di tumore; promuove l’assistenza domiciliare socio-sanitaria rivolta ai piccoli pazienti pediatrici;collabora con vari ospedali della regione al fine di potenziarne le strutture

Udine (sede principale). Via Roma n 3 33010 Magnano in

Riviera (UD) 0432-792255 - 0432-793267Fax 0432-793267 - 0432-792255@ [email protected]

Sono attive al CRO... le Associazioni di Volontariato e organizzazioni a sostegno della ricerca o a supporto del malato

Sede locale di Pramaggiore Piazza Libertà, 48

30020 Pramaggiore (VE) 0421-799996@ [email protected]

Sede provinciale di Pordenone Via Gemona, 1 - 33077 Sacile 0434-72518 (lun-ven 9-12/14-19)@ [email protected]

Pordenone (sede provinciale) Viale Marconi, 16 - 33097 Spilim-

bergo (PN)0427-51472 e Fax@ [email protected] www.afdspn.it

38 CROnews 2012 - V. 6 (1) ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

proprio caro durante le terapie onco-logiche e si propone di collaborare con le varie Associazioni oncologi-che. L’Associazione ha messo a di-sposizione un primo appartamento, composto da due camere con due letti singoli, ampio angolo cottura, sala da pranzo e due bagni, in gra-do di ospitare contemporaneamente due famiglie. Il “Piano ospitalità Casa” prevede il suo utilizzo, a titolo gratuito, dando priorità ai malati in età pediatrica e/o con minori possibilità economiche.

Roveredo in Piano (sede legale) Via Garibaldi, 23 33080 Roveredo in Piano (PN) 331-5709988@ [email protected]@ [email protected] www.associazionerosarioscarpolini.org

ASSOCIAZIONE SOROPTIMIST

Il Soroptimist di Pordenone, fondato nel 1973, appartiene al Soroptimist International, un’organizzazione di-namica di livello mondiale di donne impegnate in attività professionali e manageriali che promuove l’avanza-mento della condizione femminile e i diritti umani. Il Soroptimist di Pordenone è pre-sente all’interno dell’Area Giovani del CRO di Aviano con il progetto “la scuola in ospedale” reso possibile grazie ad un gruppo di insegnanti vo-lontari, di ogni ordine di scuola, che offre ai giovani pazienti un’attività di supporto scolastico anche durante il periodo di ricovero ospedaliero, assi-curando in questo modo il prosegui-mento del percorso didattico. L’intervento educativo prevede la flessibilità del curriculum, la perso-nalizzazione degli interventi, l’uso delle nuove tecnologie e la certifi-cazione dei percorsi svolti. A livello amministrativo l’attività si avvale del supporto dell’Istituto Comprensivo di Aviano.

AIRC - ASS. ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRORaccoglie ed eroga fondi a favore del progresso della ricerca oncologica e diffonde al pubblico una corretta in-formazione in materia.

Trieste (sede regionale) Via del Coroneo, 5 -

34133 Trieste 040-365663Fax 040-633730@ [email protected] www.airc.it

ANDOS ONLUS - ASS. NAZIONALE DONNE OPERATE AL SENOOffre consigli di tipo socio sanitario tramite specifico materiale informa-tivo, protesi provvisorie, trattamenti di linfodrenaggio (presso la propria Sede), organizza corsi di ginnastica riabilitativa postoperatoria, di yoga e corsi di ginnastica in acqua. Organiz-za corsi di formazione per volontarie ed operatrici. Il venerdì (e al bisogno il lunedì) pomeriggio le volontarie sono presenti al CRO a disposizione delle donne operate al seno ricove-rate. Vengono organizzati gruppi po-meridiani di ascolto e mutuo aiuto e vengono offerte informazioni utili per poter riprendere una vita normale dopo l’intervento (trattamenti di lin-fodrenaggio, ginnastiche di riabilita-zione, ecc)

Sezione di Pordenone (c/o Centro Sociale Anziani)

Via Piave, 54 33170 Pordenone 0434-40729Fax 0434-40729@ [email protected] www.andosonlusnazionale.it

ANGOLO ONLUS - ASS. NAZIONALE GUARITI O LUNGOVIVENTI ONCOLOGICIOffre supporto psicologico, promuo-ve attività di formazione, informazio-ne, prevenzione. Pubblica anche un periodico trimestrale dal titolo Ango-lo News.• RISPONDE LA PSICOLOGA:Lunedì e Venerdì dalle 14.30 alle 16.30. Supporto-ascolto psicolo-

gico; informazioni su: centri di cura oncologici a livello nazionale, asso-ciazioni di aiuto ai pazienti terminali.• INCONTRA ANGOLO i soci rispon-dono: Lunedì-Venerdì dalle 8.00 alle 12.00. Servizio telefonico di ascolto partecipe e condivisione di esperien-ze relative all’essere malato oncolo-gico, la storia della propria malattia, la guarigione e lo star bene dopo; servizio di incontro/conoscenza dei pazienti ricoverati al CRO e dei loro familiari. Questo servizio è svolto presso la Segreteria di ANGOLO, 2° piano saletta biblioteca di reparto (prima dell’ingresso alla Divisione di Oncologia Medica A).

SEGRETERIA: apertura: da Lunedì a Ve-nerdì dalle 9.00 alle 12.30 Veronica 0434-659277NAVETTA DA E PER VENEZIA: 0434-659277REPERIBILITÀ VOLONTARI:Marilena 339-8789040

Pordenone (sede nazionale) c/o Centro di Riferimento Oncolo-

gico, Via Franco Gallini, 2 - Aviano www.associazioneangolo.it @ [email protected] 0434-659277Fax 0434-659531

ANLAIDS ONLUSASS. NAZIONALE PER LA LOTTA ALL’AIDS

Promuove iniziative volte allo svilup-po della ricerca scientifica nei campi della prevenzione, diagnosi e cura dell’infezione e delle forme morbose ad essa correlate. Sono attivi servizi informativi, di counseling telefonico, di assistenza e consulenza psicolo-gica, legale, sociale e medica.

ASSOCIAZIONE ROSARIO SCARPOLINI (ONLUS)L’Associazione è nata con lo scopo di dare ospitalità alle famiglie che devono prestare assistenza a un

Pordenone Via Oberdan, 17 - 33170 Pordenone348-8743636@ [email protected] www.soroptimist.itPresidente Pordenone: Mirna Carlet

Aviano (sede regionale) c/o Prof. Umberto Tirelli, Oncolo-

gia Medica A, CRO di Aviano (PN) Via F. Gallini, 2 - 33081 Aviano 0434-659284Fax 0434-659531@ [email protected] www.anlaids.it

39CROnews 2012 - V. 6 (1)ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

problemi previdenziali, assistenziali e per quanto riguarda l’assicurazione per gli infortuni sul lavoro. Tra i servi-zi offerti ai cittadini vi è quello legato alla malattia e all’assistenza socio sanitaria che comprende:indennità di malattia; esenzione dal ticket sani-tario e richiesta cure balneo-termali; assicurazione infortuni domestici; handicap e permessi per assistenza a familiari; domande per invalidità ci-vile; maternità. Presso il CRO è pos-sibile contattare un rappresentante dell’INAS per chiedere spiegazioni e maggiori informazioni sugli aspetti legali inerenti ai diritti del malato. L’INAS è presente al CRO di Avia-no ogni Martedì dalle ore 9.30 alle 13.30 per una consulenza.

Via S. Valentino, 30 - 33170 Por-denone

0434-549939Fax 0434-45085@ [email protected] www.inas.it

LILT - LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORISi occupa della prevenzione della malattia oncologica, il suo impegno si dispiega su tre fronti: la prevenzio-ne primaria (attraverso stili e abitudi-ni di vita), quella secondaria (con la promozione di una cultura della dia-gnosi precoce) e l’attenzione verso il malato, la sua famiglia, la riabilitazio-ne e il reinserimento sociale.Offre i seguenti servizi: assisten-za domiciliare al malato tumorale, trasporto dei malati agli ambulatori;telefono amico per malati, sussidi, conferenze nelle scuole o gruppi e associazioni sull’educazione sanita-ria (lotta contro il fumo di tabacco, alcoolismo, cancerogenesi ambien-tale, educazione alimentare, AIDS, prevenzione ginecologica); corsi per la dissuasione dal fumo di ta-bacco;corsi di aggiornamento per volontari, manifestazioni e convegni scientifici.

Pordenone (sede provinciale) Via Martelli, 1233170 Pordenone

0434-28586Fax 0434-26805@ [email protected] www.legatumori.it

ASSOCIAZIONE VIA DI NATALE ONLUSL’Associazione Via di Natale ha re-alizzato una struttura di accoglienza per i malati di cancro e i loro familiari nei pressi del CRO di Aviano. PIANI DI OSPITALITÀ: Pazienti in terapia ambulatoriale al CRO di Aviano: l’ospitalità è consentita al paziente solo per la durata della te-rapia; il periodo massimo di perma-nenza sono 4 settimane. Familiari di pazienti ricovera-ti: l’ospitalità è concessa a un solo familiare per paziente. Il periodo di permanenza concesso è di 2-3 set-timane.HOSPICE: l’ospitalità è riservata ai malati di cancro nella fase di malattia in cui non vi è più indicazione di un trattamento chemio o radioterapico volto alla guarigione o al trattamento della malattia tumorale ma sono in-dicate solo cure palliative finalizzate ad alleviare la sofferenza e a miglio-rare la qualità della vita.Hanno priorità di accoglienza a ti-tolo gratuito le persone con minori possibilità economiche. Il ricovero in Hospice garantisce la disponibilità di un’assistenza specializzata.

Via Franco Gallini, 1 33081 Aviano (PN) 0434-660805 Fax 0434-651800@ [email protected] www.viadinatale.org

AVIS - ASS. VOLONTARI ITALIANI SANGUE

Pordenone (sede regionale) Via Montereale, 24 - 33170 0434-555145Fax 0434-253707@ [email protected] www.avis.it/regioni/friuli_venezia_

giulia

È un’organizzazione costituita tra coloro che donano volontariamen-te, gratuitamente e anonimamente il proprio sangue. Gli scopi sono:venire incontro alla crescente do-manda di sangue; avere donatori pronti e controllati nella tipologia del sangue e nello stato di salute; lot-tare per eliminare la compravendita del sangue; donare gratuitamente sangue a tutti, senza alcuna discri-minazione.

CIFAVIl Centro di Informazione sul Farma-co per l’Area Vasta promuove attività di divulgazione e informazione a cit-tadini, pazienti e professionisti sani-tari su tutto ciò che attiene l’utilizzo appropriato dei medicinali e terapie farmacologiche. Promuove la co-noscenza dei diritti all’assistenza e alle cure, anche in favore di pazienti e cittadini non di lingua italiana o di persone con particolari difficoltà di comprensione. Risponde a quesiti specifici su farmaci e terapie, posti dagli utenti attraverso uno specifico modulo (scaricabile dl sito) o al servi-zio di posta elettronica.

C/O Farmacia CRO Aviano Via F. Gallini, 2, 33081 Aviano (PN) 0434-659221 - 0434-659738Fax 0434-659743@ [email protected] www.cifav.it

Biblioteca per i Pazienti: 0434-659248

FONDAZIONE BIASOTTOa Fondazione Biasotto collabora attivamente con il CRO di Aviano assicurando il trasporto gratuito dei malati oncologici residenti nella pro-vincia di Pordenone, che si trovano in situazioni economiche e/o familiari di particolare necessità.Organizza conferenze e dibattiti sulla prevenzione dei tumori e l’educa-zione alla salute e supporta medici e infermieri del CRO con contributi economici destinati a corsi di aggior-namento. Mette a disposizione due propri automezzi e autisti volontari per il trasporto gratuito di ammalati oncologici dal proprio domicilio alle strutture sanitarie provinciali per visi-te oncologiche e/o terapie.

Via Leonardo Da Vinci, 44 – 33080 Ghirano di Prata di Pordenone (PN) 335-7000760 0434-622141 e Fax@ [email protected] www.fondazionebiasotto.it

INAS - CISLL’Istituto Nazionale di Assistenza Sociale, è il patronato della Cisl che tutela gratuitamente i cittadini per i

40 CROnews 2012 - V. 6 (1)

il cinque per mille alla ricerca

Per aiutare la Ricerca al CRO il contribuente dovrà compilare l’apposito spazio della propria dichiarazione dei redditi

come sotto indicato