CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

44

description

Luglio-Settembre

Transcript of CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

Page 1: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012
Page 2: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012
Page 3: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

trimestrale2012 - V. 6 (3) - luglio 2012

in questo numero

CROnews

Direttore responsabileDr. Paolo De Paoli

notizie dell’ultima oraIV meeting GECAT ad Amsterdam ..........................................................p. 2Premio “Toyp” Italia 2012 al Dr. Matteo Castronovo .................................p. 2 Il team del Dr. Toffoli ottiene uno dei quattro Grant AIRC 5x1000 2012 ...p. 33° Convegno Mondiale di Dermatoscopia in Australia .............................p. 5Internet WI-FI al CRO ..............................................................................p. 5Patient Education presso il CRO di Aviano: comunicazione per e da bambini, adolescenti e giovani adulti .........................................p. 6

attualitàNuova PET/CT al CRO di Aviano ............................................................p. 7

FLASH ON...Chirurgia polmonare innovativa al CRO ...................................................p. 9

HIGHLIGHTSYoung Investigator Event 3rd Edition .......................................................p. 12Tre giorni con Mirna e René ....................................................................p. 16

PARLIAMO DIL’importanza di lavarsi le mani ................................................................p. 18

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CROIl risveglio della qualità umana con le fiabe tradizionali: l’arte-terapia in oncologia. ...........................................................................................p. 21

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECAPremio letterario: “Scriviamoci con cura” ................................................p. 24

Percezione dell’assistenza al CRO ..........................................................p. 26

RECENSIONI LIBRI DI SVAGOPerchè mi è piaciuto ...............................................................................p.29

VIDEOTECAUn film per stare insieme ........................................................................p. 30

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICOL’esposizione di opere d’arte al CRO ......................................................p. 31

AREA GIOVANILe uova di Pasqua per i bambini del CRO ...............................................p. 32Pasqua a quattro ruote ...........................................................................p. 32Allevi incontra i ragazzi dell’Area .............................................................p. 33Pordenone Rugby in campo con l’Area Giovani ......................................p. 34Music is life! ............................................................................................p. 35

sostegno al malatoArte come terapia: oggi... al CRO si danza... ............................................p. 36Il sogno continua a viaggiare... .................................................................p. 37

calendario eventiNei prossimi mesi... ................................................................................p. 38

ORGANIZZAZIONI NO-PROFITSono attive al CRO .................................................................................p. 38

il cinque per mille alla ricercaSostieni la ricerca al CRO .......................................................................p. 40

Page 4: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

2 CROnews 2012 - V. 6 (2)

notizie dell’ultima ora

IV meeting GECAT ad Amsterdam Il 15 giugno ad Amsterdam, in occasione del Congresso Eu-ropeo di Ematologia, si è svolta la quarta riunione plenaria del GECAT (Gruppo Europeo di Co-operazione AIDS e Tumori), orga-nizzata dal Prof. Umberto Tirelli e dal Dr. Michele Spina. Erano pre-senti diverse figure professionali del nostro istituto che insieme a colleghi francesi, tedeschi, spa-gnoli, inglesi e statunitensi hanno fatto il punto sullo stato dell’arte della diagnostica e della terapia dei linfomi in pazienti con infezio-ne da HIV.La riunione ha permesso ai ricer-catori presenti di confrontarsi sul-le realtà dei paesi europei e degli Stati Uniti ed è emerso in modo chiaro il ruolo ormai consolidato del nostro Istituto come leader mondiale in questo campo. Sono stati, quindi, discussi i punti in agenda che hanno permesso di pianificare studi futuri comuni che permetteranno di incremen-tare le conoscenze su alcuni punti chiave.In particolare il Dr. Spina ha pre-sentato i risultati definitivi sull’a-nalisi dei fattori prognostici nei pazienti con malattia di Hodgkin dimostrando come anche nei pazienti con infezione da HIV emergono gli stessi fattori della popolazione HIVB negativa. No-tevole interesse hanno suscitato i dati presentati dal Dr. Eugenio Borsatti sul ruolo della PET dopo due cicli di chemioterapia nei pazienti con linfoma di Hodgkin. La reale utilità di tale esame, ben nota nella popolazione generale, lasciava ancora parecchi dubbi nei pazienti con infezione da HIV per il fatto che eventuali infezioni occulte potessero aumentare il

Premio “Toyp Italia 2012” al Dr. Matteo CastronovoLa Junior Chamber lnternatio-nal (JCI), organizzazione a livello mondiale di giovani Imprenditori (professionisti e non) attivi nelle proprie comunità, offre ai giova-ni tra i 18 e 40 anni opportunità di crescita personale, professio-nale e sociale. Ogni anno la JCI organizza il Premio Toyp, The

numero di falsi positivi. I dati di questo studio europeo hanno di-mostrato che i pazienti con PET-2 negativa hanno una percentuale di guarigione nettamente supe-riore a quei pazienti che sono ancora PET positivi dopo i primi due cicli di chemioterapia. Questi importanti risultati rappresentano una base di partenza per strati-ficare l’approccio terapeutico di tali pazienti e infatti il Dr. Heintrich di Monaco di Baviera ha presen-tato una nuova proposta di stu-dio che prevede la modulazione della chemioterapia in base ai risultati della PET-2. La presentazione della Dr.ssa Ariela Noy del Memorial Sloan Kettering di New York è stato il momento saliente della riunione La Dr.ssa Noy ha presentato, per conto del National Cancer Institute (NCI) di Bethesda, una nuova proposta di studio interna-zionale per i pazienti con malattia di Hodgkin e infezione da HIV. Lo studio prevede la sperimen-tazione di un nuovo anticorpo monoclonale (brentuximab), non ancora disponibile in Europa, in associazione alla chemioterapia

e rappresenta uno dei primi stu-di di associazione al mondo. La parte europea dello studio sarà coordinata qui ad Aviano e il fat-to che un ente prestigioso come il NCI proponga a centri europei la partecipazione ad uno studio statunitense rappresenta un ulte-riore riconoscimento del prestigio di Aviano e del GECAT. Successivamente, Stefan Barta del Montefiore Medical Center di New York ha riportato i risul-tati di una metanalisi condotta su tutti gli studi finora pubblicati ove il ruolo delle ricerche condot-te presso il nostro centro hanno avuto un ruolo fondamentale.La seconda parte della riunione è stata dedicata alla presentazione dei risultati preliminari degli studi in corso e alle nuove proposte di studio. Tra queste è importan-te ricordare lo studio che sarà coordinato da Josep Ribera di Bacellona e da Silvia Montoto di Londra sui lungo sopravviventi con linfoma. Si è inoltre deciso di attuare protocolli terapeutici co-muni per il linfoma di Burkitt una forma di linfoma non Hodgkin molto frequente nei pazienti con infezione da HIV.La prossima riunione si svolgerà ad Atlanta in Dicembre 2012.

Page 5: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

3CROnews 2012 - V. 6 (2)

Outstanding Young Person (Pre-mio Giovani Talenti) che è un ri-conoscimento conferito a uomini o donne tra i 18 e i 40 anni che abbiano contribuito al progres-so della propria comunità in vari ambiti (cultura, ricerca scientifica e tecnologica, business, volon-tariato, crescita personale), af-finché fungano da esempio per i loro coetanei. I vincitori delle selezioni locali concorrono alle selezioni nazio-nali e, in caso di vittoria, alle sele-zioni internazionali.Lo scorso 19 maggio, a Milano, il Dr. Castronovo ha ricevuto il premio Toyp nazionale per la ri-cerca scientifica e tecnologica e sta attualmente concorrendo per il premio internazionale (la pre-miazione avverrà al Congresso Mondiale che si terrà a Taipei dal 18 al 23 novembre 2012).Giovane “cervello” rientrato da-gli USA, il Dr. Castronovo con-duce le sue ricerche nel campo delle nanotecnologie molecolari presso l’Unità di Farmacologia Sperimentale e Clinica del Cen-tro di Riferimento Oncologico di Aviano. La sua attività in ambito oncologico mira a produrre dei trasportatori di farmaci intelligenti

e completamente biocompatibili, che consentano il rilascio control-lato dei farmaci nei tessuti malati. Inoltre, Castronovo collabora allo sviluppo di dispositivi sensibili e veloci per il monitoraggio quan-titativo e rapido dell’effetto dei farmaci nei pazienti, allo scopo di personalizzare la cura. Riuscire in questo significherebbe molto per i pazienti oncologici, perché i do-saggi farmacologici non sempre sono ben adattati alle loro carat-teristiche fisiologiche. La scelta di Castronovo è moti-vata dal fatto che egli crede che solo lavorando in stretta collabo-razione con medici e biologi (sot-to lo stesso tetto) la ricerca mul-tidisciplinare potrà affermarsi ed essere davvero significativa per i malati. Il Dr. Castronovo collabora anche con alcuni centri di ricerca negli Stati Uniti per realizzare pro-grammi internazionali che mirano ad offrire opportunità per studenti italiani (ma non solo), nelle scien-ze fisiche chimiche e naturali e/o nella medicina, per migliorare il loro livello di interdisciplinarietà e interculturalità.

Il team del Dr. Toffoli ottiene uno dei quattro Grant AIRC 5x1000 2012L’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), da sempre impegnata nella raccolta e nell’erogazione di fondi a favore del progresso della ricerca on-cologica, ha deciso, quest’anno, di utilizzare i fondi raccolti con il 5x1000, per premiare i 4 progetti ipiù promettenti in tutto il territo-rio nazionale. Non, quindi, una distribuzione “a pioggia” dei fi-nanziamenti, ma ma una scelta ponderata in base al referaggio di revisori internazionali indipen-denti.Il Dr. Giuseppe Toffoli, Direttore dell’Unità di Faramacologia Spe-rimentale e Clinica (FSC) del CRO di Aviano, si aggiudicato il grant con il progetto dal titolo: “Appli-cation of Advanced Nanotechno-logy in the Development of Inno-vative Cancer Diagnostics Tools” (Nanotecnologie avanzate per lo sviluppo di dispositivi diagnostici innovativi). Il progetto coinvolge 14 gruppi di ricerca (per un tota-

Trieste. Il Presidente nazionale JCI-Italia, Stefano Traversa, conferisce il Toyp-Ricerca 2012 a Matteo Castronovo.

Il Dr. Giuseppe Toffoli, Direttore dell’Unità di Faramacologia Sperimentale e Clinica

Page 6: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

4 CROnews 2012 - V. 6 (2)

le di 114 ricercatori) e si propone di sviluppare dispositivi innovati-vi per fare diagnosi di tumore in modo più semplice e per dosare i farmaci antitumorali nel sangue dei pazienti in modo innovativo. È un progetto di nanomedicina (applicazione delle nanotecno-logie alla medicina) con possibili importanti ricadute positive nella cura dei pazienti e che potrà ave-re anche potenziali ricadute per l’industria biomedicale del terri-torio.Questo progetto scaturisce dall’incontro di competenze di-versificate in campo tecnologico, fisico, ingegneristico e medico ed è proprio la sua multidisciplinarie-tà a garantire buone possibilità di successo. “Scopo principale del progetto è la creazione di nanotecnolo-gie innovative per lo sviluppo di dispositivi medici che favorisca-no una diagnosi più semplice e precisa in ambito oncologico” - puntualizza Toffoli - “I nuovi di-spositivi consentiranno, infatti, di eseguire un’analisi precoce dei tumori permettendo di identifica-re in modo agevole l’andamento dei marcatori tumorali (anche se presenti in concentrazioni molto basse) esaminando piccole goc-ce di sangue, come avviene per la diagnostica di alcune malattie metaboliche quali, ad esempio, il diabete, dove è possibile con-trollare i livelli di glicemia senza l’ausilio del medico, direttamente a casa del paziente.Questi marcatori includeranno il PSA (Antigene specifico prostati-co) per pazienti affetti dal tumore alla prostata e il CEA (Antigene Carcinoembrionale) per pazienti affetti dal carcinoma del colon-retto, ma il lavoro dei ricercatori riguarderà anche marcatori inno-

vativi come le cellule tumo-rali circolanti, importanti per d e t e r m i n a -re il rischio di recidive (vale a dire il rifor-marsi di un tumore, dopo la sua aspor-tazione, nella stessa zona del corpo pre-cedentemente trattata).Il programma di ricerca avrà ripercussioni positive anche sull’evoluzione della terapia. Attraverso que-ste nuove tecnologie, infatti, si vuole mettere a punto un siste-ma per tenere sotto controllo la concentrazione dei farmaci nel sangue dei pazienti (direttamente al letto del paziente), per segui-re in tempo reale il loro livello e ridurne gli effetti indesiderati, sia per terapie classiche (chemiote-rapia) che mirate (anticorpi mo-noclonali e altri farmaci biologici), aumentandone l’efficacia.Le probabilità di successo di un progetto a così ampio spettro sono molto elevate poiché alcune tecniche analitiche sviluppate nei laboratori delle Unità partecipanti alla ricerca sono state già messe a punto per campioni semplifica-ti. È proprio questo l’incipit del programma di ricerca, che si av-varrà della consulenza di esperti internazionali, tra i quali il Prof. Massimo Cristofanilli, Chief on-cologist al FOX-CHASE Cancer Center di Filadelfia e il Prof. Ro-bert H. Austin del Department of Physics della Princeton Univer-sity di Princeton. I finanziamenti

hanno permesso il rientro di alcu-ni “cervelli” dagli Stati Uniti. Due giovani, ma già affermati ricercatori: il Dr. Flavio Rizzolio e il Dr. Matteo Castronovo che hanno iniziato a lavorare al CRO nell’Unità di Farmacologia dove stanno per arrivare anche ricer-catori provenienti dagli USA e dal Giappone.Il 5 giugno nella sede dell’AIRC a Milano vi è stata la conferenza stampa per la presentazione dei 4 progetti risultati vincitori a livello Nazionale con la partecipazione di importanti testate giornalisti-che come il Corriere della Sera, Il Sole 24 ore, La Repubblica, ecc. e delle telivisioni.L’infinitamente piccolo servirà dunque a realizzare qualcosa di abbastanza grande… e con que-sti presupposti, diagnosi precoce dei tumori e terapia “personaliz-zata” sembrano davvero a porta-ta di… Nano!

I 4 vincitori del Grant AIRC 5x1000 2012. A dx il Dr. Giuseppe Toffoli.

Page 7: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

5CROnews 2012 - V. 6 (2)

3° Convegno Mondiale di Dermatoscopia in AustraliaDal 17 al 19 Maggio 2012 a Bri-sbane In Australia, al Convention and Exibition Centre si è tenuto il 3° Congresso Mondiale di Der-matoscopia, un prestigioso con-gresso che riunisce tutti i mag-giori esperti al mondo in questo campo. La Dr.ssa Maria Anto-nietta Pizzichetta (Responsabile dell’Unità di Oncologia Clinica Preventiva del CRO di Aviano) è stata invitata in come Chairman della sessione plenaria, assieme alla Dr.ssa Crotty, del Melano-ma DIagnostic Centre di Sidney. Inoltre, ha tenuto una relazione magistrale sui nuovi criteri der-moscopici utili per la diagnosi

Internet WI-FI al CRODal mese di luglio è disponibile in Biblioteca e nelle aree circo-stanti (zona prelievi, spazio mo-stre) l’accesso alla rete Internet senza fili, WI-FI: attivato dal Ser-vizio Informatico interno, è rivol-to ai pazienti e familiari che si trovano in Istituto e che hanno la necessità di navigare in Internet per organizzare il viaggio di ritor-no, per consultare la posta elet-tronica o semplicemente per far passare il tempo in attesa di una

visita, di una terapia o durante la degenza. Al momento il servizio è attivo solo in alcune aree del CRO con-trassegnate da appositi cartelli (Biblioteca, salone 2° piano), ma in futuro verrà esteso anche in al-tre zone dell’Istituto.Per accedere al WI FI è necessa-rio registrarsi presso la Biblioteca Scientifica (al Piano terra, lun-ven ore 9.00-17.00) che rilascerà il codice di accesso e i dettagli sul-la regolamentazione del servizio.

WI-FI a

l CRO

BibliotecaScientificaCRO AVIANO

precoce del melanoma. I dati presentati dalla ri-cercatrice del CRO sono frutto di un intensa attività di ricerca internazionale che la Dr.ssa Pizzichetta sta conducendo in colla-borazione con Centri di eccellenza Dermatologica Italiani e stranieri. “La der-matoscopia (detta anche dermoscopia, microsco-pia ad epiluminescenza o microscopia a luce di superficie), metodica dia-

gnostica non invasiva che per-mette di studiare in vivo le lesioni cutanee, è indispensabile -sotto-linea la Dr.ssa Pizzichetta- per la diagnosi precoce del melanoma e delle neoplasie cutanee. Grazie ad uno strumento quale il derma-toscopio e a un accurato esame clinico è possibile individuare e diagnosticare lesioni cutanee in fase iniziale, facilmente asporta-bili chirurgicamente e in modo definitivo. In questo tipo di pato-logia, la diagnosi precoce è sem-pre la strategia migliore”.

La Dr.ssa Pizzichetta con il Prof. H. Peter Soyer del Dermatology Research Centre, University di Queensland, Brisbane-Australia e la Dr.ssa Kerry Crotty Melanoma Diagnostic Centre di Sidney-Australia

Page 8: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

6 CROnews 2012 - V. 6 (2)

Patient Education al CRO di Aviano: comunicazione per e con bambini, adolescenti e giovani adultiStorie e racconti delicati e de-dicati, narrati con misura e su misura per i pazienti più piccoli, bimbi, adolescenti e giovani adul-ti sospinti nel percorso di malattia dal vento della speranza: a loro il CRO di Aviano - l’Area giovani e Radioterapia Pediatrica, la Biblio-teca Scientifica e per i Pazienti, la Psicologia Oncologica e la Di-rezione Scientifica - ha dedicato un progetto di Patient Education - il processo con cui il personale sanitario informa e orienta tutti i pazienti circa malattia, strutture e servizi - che dal 2007, grazie a colloqui, scritti e osservazioni di vario genere, raccoglie per-plessità, incertezze, esitazioni e richieste di pazienti e famiglie ri-elaborati e condensati in alcuni prodotti editoriali. Questo straordinario sforzo co-municativo, che dal 2008 al 2011 ha contribuito a dare alla luce cinque prodotti editoriali pubbli-cati da Mondadori, Omino Rosso ed Edizioni CROinforma, è stato compendiato in un poster che ha vinto il primo premio al 37° con-gresso organizzato dall’Associa-zione Italiana di emato - oncolo-gia pediatrica svoltosi a Bari.Il manifesto, dal titolo «Patient Education al Cro di Aviano: co-municare per e da bambini, ado-lescenti e giovani adulti», sintetiz-za obiettivi, metodi e risultati che in questi anni l’equipe del dottor Maurizio Mascarin - responsabi-le della Radioterapia Pediatrica dell’Istituto - coadiuvata da altre componenti del CRO, ha indi-cato e perseguito con l’unica fi-nalità di rendere più sostenibile, per quanto possibile, ai pazienti,

l’apprendimento della malattia e delle sue contingenze. «Quanto prodotto - ha detto il medico - favorisce conformità e adesione alle cure, facilita la comunicazio-ne e l’alleanza con il personale e restituisce ai ragazzi un ruolo da protagonisti nella gestione della malattia e nella promozione della salute, sia a livello personale sia sociale. L’occasione che questi scritti ci ha fornito - ha concluso Masca-rin - facendo emergere la voce della vita accanto a quella della medicina, ci sembrava troppo preziosa per non perseguirla». Le pubblicazioni sono: «Radio Trolla», «Colora la tua linfa», «Non chiedermi come sto ma dimmi cosa c’è fuori», «Diabolik. Zero Negativo. Un colpo speciale» e «Oltrelacqua». Secondo Paolo De Paoli, Direttore scientifico del CRO, «questo riconoscimento inorgoglisce e conferma la vali-dità della Patient Education, un progetto metodologicamente in-novativo che il Cro ha attuato nei confronti di tutti i suoi pazienti.Le attività in senso alle PE sono organizzate principalmente intor-no ai temi della ricerca, dell’infor-mazione medico - scientifica e della formazione. Pubblichiamo opuscoli informativi su vari aspet-ti della malattia oncologica e libri che raccolgono le testimonianze dei pazienti ospitati dall’Istituto».

Page 9: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

7CROnews 2012 - V. 6 (2)

Nuova PET/CT al CRO di AvianoTecnologia d’avanguardia

Il 16 maggio 2012, alla presen-za del Presidenti della Regio-ne Renzo Tondo, della Provin-cia Alessandro Ciriani e di altre personalità del territorio, è stata inaugurata ufficialmente la nuova PET/CT del CRO. Questa appa-recchiatura utilizza una tecnolo-gia d’avanguardia per la diagnosi, la caratterizzazione metabolica e la valutazione della risposta alle terapie oncologiche dei principali tipi di tumore. La nuova macchi-na, Gemini TF-Astonish 16TOF, della ditta Philips, un colosso della diagnostica per immagini, rappresenta, per le sue carat-teristiche tecniche hardware e software, il più recente sviluppo della tecnologia PET. In primo luogo, grazie ad una maggior precisione e accuratezza nella rivelazione delle radiazioni, consente di accorciare i tempi di esecuzione e di ridurre la quantità di tracciante radioattivo neces-saria per l’esame. Questi due re-quisiti rispondono a due esigenze fondamentali della diagnostica medica per immagini: la riduzio-ne dei tempi di attesa (grazie alla possibilità di eseguire più esami giornalieri); la riduzione della dosi-metria di radiazioni somministrate al paziente e dell’irraggiamento degli operatori.In secondo luogo, la nuova PET/CT possiede un nuovo cristallo ri-velatore (LYSO, Ortosilicato di Lu-tezio dopato all’Ittrio) e sofisticati algoritmi di calcolo che permet-

attualità

tono l’applicazio-ne della tecnolo-gia T.O.F. (Time of Flight, Tempo di Volo) in gra-do di distinguere eventi di decadi-mento radiattivo con differenze inferiori a mez-zo nanosecondo l’uno dall’altro e riconoscere così, grazie alla diffe-renza temporale, anche la diversa sede spaziale di provenienza di un segnale radioattivo rispetto ad un altro. Tale differenziazione tem-porale si traduce in una miglior delineazione del tumore in rap-porto ai tessuti circostanti, fino ad evidenziare l’attività metaboli-ca di noduli tumorali con dimen-sioni anche di 2 mm. Oltre ad evidenziare la “vitalità” di una lesione tumorale grazie alla PET, la nuova apparecchiatura è in grado di localizzarne anatomi-camente la sede con molta preci-sione, essendo abbinata ad una TC a 16 strati, più performante e con una elevata risoluzione spaziale, nonché dotata di sof-tware per la riduzione della dose. La nuova PET/CT è in grado di eseguire contemporaneamen-te la PET e la TC con mezzo di contrasto, evitando in alcuni casi ai pazienti un doppio accesso al

CRO per l’esecuzione delle due indagini in giornate diverse. In alcuni tipi di neoplasie (tumori del distretto ORL, tumori polmo-nari, sarcomi…) l’abbinamento PET-TC con mezzo di contrasto costituisce un grosso vantaggio non solo dal punto di vista della comodità per il paziente che ese-gue contemporaneamente due esami in un colpo solo, ma anche e soprattutto rispetto all’accura-tezza diagnostica che migliora utilizzando il mezzo di contrasto per la TC. Inoltre, grazie ad un vano pazien-te più largo e al posizionamento di laser di centramento sulle pareti della stanza diagnostica, la nuo-va PET/CT consente l’attuazio-ne di programmi di radioterapia PET-guidata per indirizzare i trat-tamenti con maggior precisione

Ricercatori CRO e ospiti nella Sala Convegni del CRO durante la visita del Presidente Tondo.

Page 10: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

8 CROnews 2012 - V. 6 (2)

sul bersaglio tumorale. Un sen-sore sul torace del paziente abbi-nato ad una telecamera permette in alcuni casi di correggere la di-storsione dell’immagine diagno-stica determinata dai movimenti respiratori del paziente durante l’esame e di “aggiustare” i volumi di radioterapia assecondando le escursioni respiratorie del torace. Il numero di esami PET/CT ese-guiti ai pazienti oncologici presso la Medicina Nucleare del CRO di Aviano dal 2003 ad oggi è anda-to aumentando progressivamen-

te di anno in anno, dai 315 del 2003 ai 2400 del 2006, fino a raggiungere nel 2010 e nel 2011 la cifra di 3430 indagini PET/CT annuali. Nel corso degli anni sono aumentate in oncologia le indica-zioni all’esecuzione della PET/CT, che ha consentito di fatto un miglioramento della diagnosi e della valutazione dell’efficacia dei trattamenti. La nuova PET/CT si inserisce in questo contesto cli-nico allargando la disponibilità e affinando le potenzialità della dia-gnosi. L’obiettivo finale è quello

Il Presidente Renzo Tondo e il Presidente Alessandro Ciriani visitano i locali della nuova PET/CT

IL Dr. Borsatti illustra al Presidente Tondo le potenzialità della nuova apparecchiatura. Sulla dx il Presidente del CRO Michelangelo Agrusti

In alto e a dx alcune immagini di tumore polmonare con la nuova PET-TC da cui risulta chiaramente visibile la massa tumorale

di consentire trattamenti sempre più mirati e personalizzati, guida-ti dall’imaging metabolico della PET, in grado, spesso, di indiriz-zare con precisione la scelta del-la terapia più adeguata per quel singolo paziente di prevederne la risposta. È auspicabile, ora, che l’avanzamento tecnologico sia accompagnato da un adeguato supporto professionale umano tecnico ma soprattutto medico, per consentire il pieno e appro-priato utilizzo di una tale risorsa diagnostica.

Page 11: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

9CROnews 2012 - V. 6 (2)FLASH ON...

FLASH ON...

Le neoplasie del distretto toracico rappresentano una delle sfide più com-plesse sul piano della dia-gnosi e della cura tra tutti i tumori.In particolare il tumore del polmone rappresenta una causa primaria di malat-tia neoplastica in Italia e in generale nel mondo occidentale, situandosi al secondo posto per gli uomini e al terzo per le donne, con una incidenza di 200/220 casi all’anno nella realtà pordenonese.Al pari degli altri Istituti Nazionali Italiani per i Tumori, an-che il CRO di Aviano si trova da tempo impegnato anche a livello internazionale nella lotta a questo tumore sia sul piano clinico che della ricerca.In quest’ottica è stato deciso di investire ancor maggiori risorse nello strumento terapeutico, e diagnostico, costituito dalla chi-rurgia, che, da sola o associata ad altre terapie, rimane lo stru-mento che offre la più elevata possibilità di cura. Pertanto dal 1° agosto 2011 il Prof. Vittore Pagan, noto in ambito nazionale e internazionale per il suo lungo impegno specialistico nel campo

della chirurgia toracica, si è unito a noi in qualità di consulente sia clinico che operativo (Executive Consultant) di chirurgia toraco-polmonare con un contratto po-liennale. L’inserimento del Prof. Pagan è avvenuto in un ambito polidiscipli-nare medico e infermieristico più ampio (sia di tutte le strutture in-terne al CRO, sia in collegamento con la realtà sanitaria pordeno-nese), che del pari già operava in tema di oncologia polmonare, ma che ora ha trovato una co-stituzione organica in un gruppo multispecialistico dedicato, ope-rativamente integrato.

Con il suo arrivo si è inteso in par-ticolare potenziare e sistematiz-zare l’attività di valutazione preo-peratoria e di chirurgia maggiore, soprattutto polmonare, che già, peraltro, veniva in precedenza eseguita. Nel contempo si mira a far sì che il nuovo consulente, nella sua costante attività ad ora-rio esteso, condivida la propria esperienza con il team di base presente in Istituto e concorra al rafforzamento di specialisti dedi-cati al torace in una progettualità proiettata nel futuro. Tra gli altri obiettivi strategici critici , oltre al tumore del polmone, i tumori del mediastino, come il timoma (la

Da sx. il Prof. Vittore Pagan, il Presidente di Banca Friuladria Credit Agricole, Silvestro Sette e il Dr. Piero Cappelletti, Direttore Generale del CRO

Chirurgia polmonare innovativa al CROAmpliamento delle competenze nel campo grazie alla tecnica del professor Vittore Pagan

Page 12: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

10 CROnews 2012 - V. 6 (2) FLASH ON...

cui diagnosi e cura richiedono spessissimo procedimenti chi-rurgici), il mesotelioma pleurico (in continuo aumento e una cre-scente sfida terapeutica).A riprova dell’impegno collet-tivo in questo settore, oltre al potenziamento dell’attività am-bulatoriale, dall’inizio dell’attività ad oggi sono stati eseguiti 60 interventi maggiori sul torace (si consideri che tali operazioni im-pegnano la sala operatoria in me-dia per 5 ore) e una quarantina di interventi minori. Gli interventi maggiori hanno riguardato utenti provenienti nel 70% dei casi da altre regioni e trattati chirurgica-mente per neoplasie ad origine nel polmone (circa 80% dei casi).Grazie alla dedizione di tutti gli operatori, al monitoraggio inten-sivo (inclusa la riabilitazione re-spiratoria precoce - già il matti-no dopo l’intervento - mediante fisioterapia specialistica), la de-genza non ha superato in media i 6 giorni; l’incidenza di compli-canze operatorie non severe si è attestata sull’8%, ossia la metà di quanto è riportato in trattatistica, e non si è dovuto registrare nes-suna complicazione postopera-toria grave (cioè a rischio di vita).

A ciò ha certamen-te concorso anche il criterio di perse-guire ad ogni costo il minimo trauma chirurgico e il mi-nimo sacrificio di polmone, pur senza rinunciare alla radi-calità dell’intervento: quando possibile, ingresso nel torace solo con telecame-re (videotoracosco-pia); oppure, se non possibile altrimenti, con incisione limita-ta (mini-toracotomia verticale), di pochi centimetri, risparmiante i muscoli e le coste, estetica e ben lonta-na dalle toracotomie trasversali invalidanti del passato. Analoga-mente, ogniqualvolta la malattia lo consente si cerca di evitare amputazioni di tessuto polmo-nare che peggiorano la qualità di vita: l’asportazione di un solo segmento anatomico (più seg-menti formano un lobo) invece di un lobo; la scomposizione di un polmone nei suoi componen-ti (vasi e bronchi), resezione dei soli segmenti ammalati di questi,

riattacco diretto capo a capo dei tratti residui (autotrapianto), inve-ce di dover rimuovere un polmo-ne intero. Si è confermato il miglioramento dei risultati terapeutici nei riguar-di dei tumori toracici che scatu-risce dalla stretta combinazione della chirurgia con le altre due fondamentali discipline oncolo-giche, medica e radioterapica, e inoltre con la radiologia e le sue nuove metodiche interventisti-che (termoablazione). In questa prospettiva sono allo studio pro-tocolli avanzati, come l’impiego integrato della chirurgia polmo-nare e pleurica con i più avanzati ritrovi chemioterapici, con la ra-dioterapia intraoperatoria e con la tomoradioterapia, settori in cui l’esperienza e l’attrezzatura del CRO di Aviano ne fanno uno dei pochissimi centri d’eccellenza al mondo; in valutazione anche l’e-spianto temporaneo del polmone al di fuori del corpo per poterlo trattare intensivamente, subito seguito da reimpianto nella sua sede (chirurgia detta “su banco”).

Il Prof. Vittore Pagan

La presentazione del programma alla stampa

Page 13: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

11CROnews 2012 - V. 6 (2)FLASH ON...

Nato a Padova nel 1948; iscritto a Medicina Università di Padova, dove si è laureato nel 1973 col massimo dei voti e la lode.Abilitato alla professione nel febbraio 1974. Dal novembre 1973 Borsista presso la I^ Divisione Chi-rurgica dell’Ospedale di Padova (Prof. Carlon). Nel 1975-76 ha nel contempo servito come Ufficiale Medico con la qualifica di Capo-Reparto presso l’Ospedale Militare di Padova. Assunto il 2/5/1976 come assistente presso la II^ Divisione Chirurgica dell’Ospedale di Mestre, dal I° ottobre 1980 ha ricoperto la qualifica di Aiuto di Chirurgia Generale e dal 1986 di Responsabile della allora Sezione di Chirurgia Toracica, poi divenuta Unità Autonoma. Nel 1978 ha conseguito la Specializzazione in Chirurgia Generale e nel 1981 quella in Chirurgia Toracica presso l’Università di Padova col massimo dei voti. Nel 1983 ha ottenuto l’idoneità nazionale a Primario di Chirurgia Generale e a Primario di Chirurgia Toracica.Superato l’esame per poter esercitare negli Stati Uniti (E.C.F.M.G.), ha trascorso il 1977 presso il Dipartimento di Chirurgia Generale e Toracica della Duke University Medical School, di Durham, North Carolina in qualità di fellow; il 1978 presso il Dipartimento di Chirurgia Toraco-Cardio-Vascolare della Harvard University, Boston, in qualità di resident e infine nel 1983, per altri sei mesi, ancora presso il Dipartimento di Chirurgia della Duke University, interessandosi specificamente di trapianto sperimen-tale del polmone e di oncologia toracica. Ha trascorso periodi di perfezionamento in chirurgia polmo-nare e a Zurigo con il Dr. Weder e a St. Louis (USA) con il Dr. Cooper ed è in contatto di scambio con i maggiori centri di chirurgia toracica italiani e, all’estero, con i chirurghi L. Lampl (Augsburg, Germa-nia), D. Waller (Leicester, G.B.), P. Molnar (Pecs, Ungheria), D. Cerfolio (Mayo Clinic, USA).Nel 1991 diviene Primario, il più giovane al tempo in Italia, della UOC di Chirurgia Toracica dell’Ospe-dale di Mestre. Da essa ha originato anche la Unità di Endoscopia Respiratoria, di Cardiochirurgia e di Chirurgia Toracica Pediatrica. Dal maggio 2000 al luglio 2011 è stato Direttore del Dipartimento Toraco-Polmonare dell’Azienda USL di Venezia-Mestre, che sotto la sua direzione è stato riconosciuto dal Ministero della Salute come primo centro di chirurgia toracica in Italia per assenza di complicanze gravi postoperatorie. Dal 1.8.2011 ricopre la qualifica di Executive Consultant per la chirurgia oncologica polmonare presso l’Istituto Nazionale Tumori CRO di Aviano, avendovi eseguito a tutt’oggi circa 60 interventi maggiori sul torace con mortalità operatoria 0% e morbilità 8%.Dal 2000 è stato chiamato come Professore a contratto titolare del Corso di Chirurgia Toracica pres-so la Scuola di Chirurgia Toracica dell’Università di Padova; dal 2003 come Professore a contratto titolare di analogo Corso presso la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica dell’Università di Ferrara, e dal 2005 presso la Scuola di Specializzazione in Chirurgia Toracica dell’Università di Trieste. È stato Co-Relatore di varie Tesi di Specializzazione, Componente del Comitato Tecnico dell’Istituto Oncologico Veneto e ha organizzato vari Convegni e Meeting.Co-ricercatore in vari studi e progetti. Iscritto a varie Società Mediche, tra cui la Soc. Italiana di Chirur-gia e la Soc. Italiana di Chirurgia Toracica (di cui è stato Consigliere), la Soc. Ital. Endoscopia Toracica (di cui è stato Consigliere) la Società Triveneta di Chirurgia (di cui è stato Consigliere), del Gruppo Italiano Mesotelioma (di cui è consigliere), è autore di 187 pubblicazioni scientifiche. Partecipa rego-larmente ai più importanti Congressi di Chirurgia Toracica italiani e internazionali in qualità di relatore (50 solo negli ultimi cinque anni, di cui 18 con relazioni specifiche sul mesotelioma pleurico). E’ stato componente della Commissione per la Formazione dell’Ordine dei Medici di Venezia. Studente del Corso di laurea in Storia presso l’Università Cà Foscari –Venezia.Perito accreditato presso il Tribunale di Padova.Ad oggi ha personalmente eseguito più di 3.500 interventi maggiori sul torace (75% per tumori), con indici di complicanze da due a quattro volte inferiori a quanto riportato in USA e in Italia e risultati te-rapeutici sovrapponibili ai migliori riportati in letteratura.

Page 14: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

12 CROnews 2012 - V. 6 (2)

HIGHLIGHTS

HIGHLIGHTS

Il 12 e 13 aprile 2012 i giovani ri-cercatori del CRO di Aviano han-no dato vita alla Terza Edizione dello “Young Investigator Event”. Ogni anno la Direzione Scienti-fica dell’Istituto offre, ai giovani ricercatori dell’Istituto, l’opportu-nità di organizzare una riunione scientifica che ha lo scopo di “far circolare” le idee e le conoscenze che vengono generate da loro nel corso dell’anno. Questa edizione però è stata del tutto nuova rispetto alle due edi-zioni precedenti. Nuova a partire dal nome dato all’evento: YRCA, Young Researcher at CRO Avia-no, a voler sottolineare il ruolo degli stessi giovani ricercatori, favorendone la visibilità di non strutturati (cioè borsisti o con-trattisti a tempo determinato), che contribuiscono in maniera significativa sia alla produzione scientifica del CRO, sia alla divul-gazione dei risultati delle ricerche all’esterno dell’Istituto.L’edizione del 2012 è stata pen-sata con una nuova impostazio-ne all’insegna dell’intraprendenza e dell’indipendenza dei giovani. Per stimolare l’intraprendenza dei nostri Giovani colleghi abbia-mo organizzato le due giornate come un vero e proprio concor-so nel quale poter assegnare dei premi alle migliori idee per nuovi progetti di ricerca e con lo scopo di gratificare i giovani per il lavoro svolto. Per sottolineare l’indipen-

denza da parte dei Giovani Ricer-catori è stata nostra volontà cer-care all’esterno del CRO, con il sostegno del Direttore Scientifico Dr. Paolo De Paoli, gli sponsor. Ad offrire i premi sopramenziona-ti, che consistono in una genero-sa somma di denaro, hanno ade-rito con entusiasmo la Banca di Credito Cooperativo Pordeno-nese e il Rotary Club di Sacile. Altra novità è stata la presenza di due speaker internazionali, il Dr. Renè Bernards, che lavora presso l’Istituto Olandese per la lotta contro il cancro e la Dr.ssa Mirna Perez-Moreno, che lavo-ra presso il corrispettivo Istituto Spagnolo.Il concorso per il miglior progetto si è svolto in due fasi: nella prima fase tutti i progetti (20 in totale) sono stati raccolti e successiva-mente valutati da una commissio-ne formata da giovani ricercatori senior (cioè con più esperienza). Ogni progetto è stato valutato da tre diversi revisori e il punteggio finale, originato dalla somma dei singoli giudizi, ha dato origine a una graduatoria. Gli 8 progetti che hanno ottenuto il punteggio più alto sono stati presentati nella giornata del 12 Aprile per essere nuovamente valutati dagli stes-si revisori a cui si sono aggiunti i due relatori internazionali. Da questa nuova valutazione sono emersii due vincitori finali per il miglior progetto della Giornata

del Giovane Ricercatore 2012. Naturalmente, non abbiamo vo-luto che i 12 giovani che aveva-no sottomesso il loro progetto, ma che non avevano passato la prima selezione, rimanessero con le mani in mano durante il 12 e 13 Aprile. Abbiamo quindi affiancato al premio per il miglior progetto un premio per il miglior poster. Un poster è un cartellone nel quale i ricercatori presentano le loro ricerche durante i conve-gni (alcuni esempi si possono trovare lungo i corridoi del CRO vicino ai laboratori di ricerca). I 12 candidati hanno quindi preparato i propri poster e li hanno affissi e presentati durante la giornata del 12 Aprile. I partecipanti al con-vegno hanno visionato i poster e hanno scelto i 2 migliori. Voglia-mo spendere qualche riga sugli otto progetti che hanno concor-so al premio del miglior progetto. Molti di questi progetti erano ac-comunati da un filo conduttore, cioè lo studio dell’interazione tra le cellule tumorali e il tessuto in cui le cellule tumorali crescono. Spesso, studiando e curarando il tumore, ci focalizziamo solo sulle cellule tumorali e ci dimen-tichiamo dell’importante ruolo che l’ambiente (=matrice extra cellulare), in cui le cellule tumorali risiedono, ha nella storia di ogni tumore. Molte delle presentazioni

Young Investigator Event 3rd EditionLa 2-giorni dei giovani ricercatori dell’IRCCS CRO

Siamo già al lavoro per la pros-sima edizione del 2013 e se vuoi aiutarci o vuoi dare il tuo contributo, ci puoi contattare alla’email [email protected] oppure puoi contattare direttamente la rappresentante dei Giovani Ricercatori Paola Biason (0434 659816).

Page 15: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

13CROnews 2012 - V. 6 (2)HIGHLIGHTS

si sono rivolte appunto allo studio di componenti (=proteine) della matrice extracellulare e di come l’interazione tra queste proteine e il tumore influiscano sull’anda-mento e il decorso del tumore.Il Dr. Stefano Marastoni e il Dr. Pierandrea Nicolosi hanno pro-posto di studiare il ruolo svolto dalla multimerina 2 (una partico-lare proteina della matrice extra-cellulare) nella migrazione delle cellule del tumore della mammel-la. La mobilità delle cellule tu-morali è considerato un aspetto molto importante in funzione del-la capacità dei tumori di invade-re tessuti normali anche distanti dal punto in cui il tumore origi-na, che in termine tecnico viene chiamato metastasi. Ad esem-pio, il tumore della mammella può spostarsi dalla sede primiti-va della mammella ad altri organi distanti come l’osso o il polmone e questa abilità può dipendere da come il tumore si interfaccia con alcune proteine della matrice extracellulare. In prospettiva, se fossimo in grado di comprende-re meglio queste interazioni po-tremmo manipolare l’interazione tumore-matrice con il fine ultimo di inibire la motilità del tumore ad esempio. La Dr.ssa Eva Andreuzzi ha pro-posto lo studio del ruolo di un’al-tra proteina della matrice, chia-

mata Emilina 2, nello sviluppo del tumore del colon retto. Eva ha proposto l’uso di un particolare ceppo di topo in cui è stata eli-minata in laboratorio l’Emilina 2. Questo ceppo di topo permette di studiare se il tumore del colon-retto si comporti in modo diverso in presenza o meno dell’Emilina 2 e rappresenta sicuramente un potente modello di studio. Ri-manendo nell’ambito di modelli animali che possono essere usati in laboratorio, la Dr.ssa Roberta Colladel ha mostrato i vantaggi che potrebbe offrire l’uso di un piccolo pesce chiamato Zebra fish, e come possa essere usato per lo studio della Multimerina 2, la stessa proteina che Stefano e Pierandrea propongono di stu-diare nel tumore della mammella.La Dr.ssa Erika Tissino, dell’Uni-tà Leucemie, ha spostato l’inte-resse della platea sull’interazione CD49d-Emilina 1 nella Leucemia Linfatica Cronica (LLC). La LLC è un tumore che interessa un par-ticolare tipo di cellula sanguigna: il linfocita B. Si potrebbe pensare che, essendo una cellula san-guigna che circola nel sangue, l’interazione tra cellule tumorali e matrice non siano importanti. In realtà Erika ci mostrato che que-sto non è il caso e che le cellule tumorali di LLC possono inte-ragire con altre cellule o con la

matrice e che queste interazioni possono favorire la fuoriuscita delle cellule tumorali dal circolo ematico verso altri organi in cui il tumore può trovare un ambiente più favorevole per la propria so-pravvivenza.La Dr.ssa Alessandra Capuano ha portato invece il tavolo della discussione in una direzione di-versa, e ci ha fatto riflettere su come una molecola Emilina 1, si-mile a quelle di cui gli altri ricerca-tori hanno parlato, possa essere impiegata negli impianti vascolari. Infatti, pur lavorando in un Cen-tro di Riferimento Oncologico, non dobbiamo dimenticare che un’altrettanto importante causa di morte nei Paesi Occidentali, sono gli eventi trombo-embolici, ad esempio gli infarti cardiaci. In altri termini, può accadere che i vasi sanguigni si ostruiscano e il tessuto a valle soffra dell’assenza di sangue e quindi Ossigeno. Per ovviare a questo si può sostituire il vaso sanguigno danneggiato con protesi vascolari (dei nuovi tubini sintetici). Però, come Ales-sandra ha puntualizzato nella sua presentazione, queste pro-tesi hanno a loro volta il rischio di occludersi di nuovo. Un modo per limitare questa probabilità è rendere la protesi il più simile possibile a un vaso sanguigno normale. Per fare ciò si dovrebbe

Da sx: Erika Tissino, Roberta Colladel, Alessandra Capuano, Francesca Bomben

Page 16: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

14 CROnews 2012 - V. 6 (2) HIGHLIGHTS

far crescere, all’interno di questi tubini, le cellule che normalmente rivestono i nostri vasi sanguigni che sono chiamate cellule endo-teliali, in modo permanente, cosa per niente facile. Ed ecco l’idea di Alessandra: provare a rivestire la superficie interna delle prote-si con la proteina Emilina 1. Ciò dovrebbe favorire di gran lunga la capacità delle cellule endoteliali di rivestire la protesi.La Dr.ssa Alessandra Silvestri e la Dr.ssa Rosanna Pellicani hanno cambiato argomento pas-sando dall’interazione tra matrice extracellulare e tumore ai cam-biamenti che avvengono all’inter-no delle cellule tumorali. Precisa-mente, Alessandra e Rosanna si prefiggono lo studio di proteine intracellulari chiamate FOXO nel-lo sviluppo di metastasi al fegato che originano da tumori primitivi del colon retto.Molte delle ricerche proposte hanno l’obiettivo di approfondire le nostre conoscenze del tumo-re e dell’interazione tra tumore e matrice extracellulare; potenzial-mente, conoscendo questi nuo-vi aspetti del tumore possiamo tentare di modularne i fenomeni a tutto vantaggio del paziente limitando la crescita o la motilità del tumore.Le ultime due comunicazioni sono state quelle delle psicolo-

ghe Dr.sse Barbara Muzzati e Francesca Bomben: la prima ha presentato un lavoro dal tito-lo “La qualità di vita relativa alla salute nelle pazienti con cancro della mammella: uno studio os-servazionale, trasversale sul re-sponse shift”, mentre la seconda ha trattato un argomento molte delicato “Dolore da cancro come narrazione per comprendere un’esperienza globale e sogget-tiva. Analizzando le narrazioni di pazienti, medici, infermieri e assi-stenti familiari”.Il 13 Aprile, alle ore 11, alla pre-senza del Dr. Giovanni Umberto Caretta, in rappresentanza della Banca di Credito Cooperativo, e della signora Cimolai, in rappre-sentanza del Rotary Club di Sa-cile, è iniziato il momento più at-teso di questa terza edizione: le premiazioni per le migliori comu-nicazioni orali e il miglior poster.La vincitrice del concorso miglio-re presentazione dell’Area “ricer-ca di base” (2500 EURO, offerti dalla Rotary Club Sacile) è stata la Dr.ssa Alessandra CAPUA-NO, con il suo progetto dal titolo: “Adesione di cellule endoteliali al dominio gC1q dell’Emilina1 me-diante interazione con l’integri-ne α4β1: ricadute nel trapianto di impianti protesici vascolari”. Queste le parole della Dr.ssa Capuano dopo aver ricevuto il

premio: “L’edizione 2012 dell’or-mai consueto YRCA meeting si è caratterizzata, forse per la pri-ma volta, per il clima vivace e la partecipazione sentita da parte di tutti noi ricercatori precari dell’i-stituto. Merito di un’organizzazio-ne impeccabile, ma anche dell’i-dea originale di inserire il bando di concorso per l’assegnazione di “grant” interni, espediente tan-to stimolante intellettualmente quanto strettamente calato nella realtà attuale della ricerca secon-do cui il ricercatore deve “saper vendere le proprie idee per ot-tenere i finanziamenti”. Oltre alla gratificazione per il premio ricevu-to, il mio bilancio dell’evento è del tutto positivo: è stato momento di scambio e confronto su tema-tiche scientifiche di alto livello, alla presenza di due ricercatori di caratura internazionale. Queste giornate ci hanno fornito, inol-tre, l’occasione di trattare temi di natura più strettamente “pra-tica”, quali le possibili modalità, per noi giovani, di reperire fondi di ricerca e stringere rapporti di collaborazione con l’estero, o di riflettere, ancora una volta, sulla difficile condizione del precariato. Intendo investire gran parte della somma ricevuta per completare il mio percorso di formazione pro-fessionale (breve esperienza in un altro laboratorio e/o partecipazio-

Da sx: Pierandrea Nicolosi, Stefano Marastoni, Rosanna Pellicani, Eva Andreuzzi, Barbara Muzzatti

Page 17: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

15CROnews 2012 - V. 6 (2)HIGHLIGHTS

ne a corsi formativi) e il mio livello aggiornamento (partecipazione a convegni internazionali). Qualora possibile, mi piacerebbe acqui-stare dei manuali ed un nuovo pc, quali utili di supporti per il mio lavoro”.La vincitrice del concorso miglio-re presentazione dell’Area “clini-co-assistenziale” (2500 EURO, offerti dalla Banca di Credito Co-operativo Pordenonese) è stata la Dr.ssa Barbara MUZZATTI con il suo progetto dal titolo: “La qua-lità di vita relativa alla salute nelle pazienti con cancro della mam-mella: uno studio osservazionale, trasversale sul response shift”. Al termine dell’evento, la Dr.ssa Muzzati ha ringraziato gli orga-nizzatori: “Sono davvero grata agli Organizzatori per la rilevanza data all’attività di ricerca clinico-assistenziale cui è stato dedicato un premio ad hoc. Ringrazio per l’opportunità di comunicare il no-stro modo di lavorare oltre che alcuni dei nostri campi di indagi-ne. Personalmente credo molto nel contributo della ricerca psi-cologica in sanità – in ciò trovo conforto anche nella letteratura internazionale – quindi, intendo utilizzare la somma del premio per incrementare le mie compe-tenze tecniche e metodologiche, con l’iscrizione e la frequenza ad un di perfezionamento/master.Le vincitrici per il miglior poster della ricerca di base (500 EURO Donati della Banca di Credito Cooperativo Pordenonese) sono state le Dr.sse Katy MASTORCI ed Elena MURARO che hanno presentato un poster dal titolo: “Erlotinib come targeted-therapy con effetti positivi su bersagli “imprevisti”: l’attività inibitoria su EGFR maschera un effetto immuno-stimolante?”. Anche le

due colleghe hanno voluto rila-sciare una dichiarazione al ter-mine della due giorni YRCA: “Le giornate dedicate ai giovani ricer-catori del CRO sono state per noi occasione per approfondire le conoscenze nel nostro ambito di studi e un modo proficuo per essere protagonisti nel pensare e creare un progetto di ricerca dal-la teoria alla pratica. Ricevere il premio per il miglior poster nell’a-rea “ricerca di base” è stato poi il coronamento dell’impegno che abbiamo messo prima nella ricer-ca dello stato dell’arte di nostro interesse e poi nella realizzazione di uno strumento che potesse comunicare al meglio la nostra idea. Data la finalità dell’evento “YRCA - because young science matters”, abbiamo deciso di uti-lizzare il premio vinto per parteci-pare e portare il nostro contributo al congresso internazionale pro-mosso dall’associazione europea per la ricerca sul cancro che si terrà il prossimo luglio a Barcel-lona”.Infine, per l’area clinico assisten-ziale, il premio per il miglior poster (500 EURO donati dalla Banca di Credito Cooperativo Pordenone-se) è andato alla Dr.ssa Lamia CHANNOUFI, capofila di un la-voro dal titolo: “Un modello ma-tematico per la gestione del per-corso diagnostico-terapeutico ed assistenziale del paziente anziano affetto da tumore”. La Dr.ssa Channoufi ha lascia-to una breve dichiarazione della due giorni: “La partecipazione a questo evento è stata un’ottima opportunità di presentare un la-voro in cui credo. Una possibilità di condividere le idee e in parte i risultati insiti nella ricerca con lo scopo di innovare, di perfezio-nare e di migliorare. Il premio è

stato un riconoscimento per un lavoro impegnativo, ma anche una spinta per continuare ad andare avanti. Per un ricercato-re non è solo una soddisfazione personale, ma anche un piccolo segnale di speranza per la cate-goria”. Come pensa di spendere il premio? “L’idea è quella di for-mulare una scheda di rilevazione dei tempi d’attesa nelle varie fasi del PDTA. Questa raccolta dati ci permetterà di calcolare e quindi di quantificare i punti critici del percorso. La creazione di una rete informatica dedicata all’ana-lisi dei dati facilita la valutazione, il monitoraggio ed il confronto dei risultati ottenuti a quelli standard attesi”.Nelle giornate del 12 e 13 Apri-le, oltre ai giovani ricercatori si sono intervallati sul podio an-che i due speaker internazionali (a cui rimandiamo all’articolo tre giorni con Mirna e Renè) e il Dr. Ciro Franco dello sportello di ac-coglienza del Friuli Venezia Giulia situato all’AREA Science Park di Trieste. Ciro ha toccato diversi aspetti durante la sua presenta-zione, ha parlato in primo luogo di come l’Italia si inserisce nel contesto europeo della ricerca (quanto mai attuale in questi gior-ni), ha mostrato del successo dei giovani ricercatori italiani in Euro-pa che non sfigurano in numero di borse di studio vinte. Ha però mostrato come l’Italia sia meno attrattiva come destinazione per ricercatori di altre nazioni. Ha mostrato anche utili servizi che lo sportello di accoglimento offre per ricercatori che si spostano a lavorare in Friuli Venezia Giulia.L’ultima novità dell’appena con-clusa Giornata del Giovane Ri-cercatore è stata l’evento sociale che ci ha visti tutti riuniti attorno

Page 18: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

16 CROnews 2012 - V. 6 (2) HIGHLIGHTS

ai tavoli della Scuola Alberghiera di Aviano, dove abbiamo avu-to modo di scambiare le nostre opinioni non solo su YRCA ma anche sulle nostre attività lavora-tive ed esperienze personali: ci si incrocia tutti i giorni in laboratorio

o nei corridoi ma la novità di que-sta cena ci ha offerto l’occasio-ne di conoscerci un po’ meglio! È stato anche molto bello fruire della professionalità dei ragazzi della Scuola Alberghiera per cre-are un ponte tra giovani di due

mondi così diversi (quello della ricerca e della ristorazione).In conclusione, un grazie va a tutte le persone che hanno reso possibile questo evento: alla Di-rezione Scientifica del CRO nelle persone del Dr. Paolo De Paoli e di Elettra Gislon, a tutti i revisori che hanno valutato i progetti dei giovani ricercatori, a Mirna Perez-Moreno e a Renè Bernards per aver accettato il nostro invito, ai nostri sponsor (La Banca di Cre-dito Cooperativo Pordenonese, al Rotary Club di Sacile, e alla ditta Promega), ma soprattutto a tutti i giovani che hanno par-tecipato alla Terza edizione della giornata del giovane ricercatore e a tutti i concorrenti che hanno avuto il coraggio di esporsi pre-sentando le loro idee!

Evento YRCA, foto di gruppo: gli organizzatori, gli sponsor, i vincitori e gli ospiti.

Tre giorni con Mirna e RenéLa giornata del Giovane Ricer-catore 2012 ha visto la parteci-pazione di due illustri ricercatori stranieri, Mirna Perez-Moreno che lavora presso il CNIO di Ma-drid e René Bernards che lavora presso il NKI-AVL di Amsterdam. Sia il CNIO che il NKI-AVL pos-sono essere paragonati al CRO come tipologia di Istituto di cura contro il Cancro che abbina la cura del malato alla ricerca con-tro il tumore. Durante quest’oc-casione, i giovani ricercatori del CRO hanno avuto l’occasione di parlare e di interagire con Mirna e René, che non hanno voluto sen-tire ragioni e fin da subito hanno voluto che li chiamassimo per nome, e così continuiamo a farlo in questo articolo.Non c’è che dire, i tre giorni tra-

scorsi insieme a loro sono stati molto stimolanti e hanno dato nuova linfa e spunti di riflessio-ne a noi giovani. Mirna e Renè hanno presentato le proprie ri-cerche nell’arco delle due gior-nate; Mirna ha tenuto una lettura magistrale il 12 Aprile dal titolo “Connections between epithelial cells and stroma in skin physio-logy and disease”, che benissi-mo si sposava con il tema trat-tato da molti giovani durante lo Young Investigator Event sull’in-terazione tra tumore e matrice extracellulare. Renè, invece, ha tenuto due letture magistrali, una dal titolo “Using the genome to guide therapy choise in cancer” e la seconda “Starting your own company: is it worth it?”.Tante sono le cose che ci hanno

colpito di loro, in particolar modo l’estrema professionalità e la pro-fonda etica che contraddistingue la loro ricerca. Renè più volte ha sottolineato come “il ricercatore ha un dovere morale nei confron-ti della società nello sviluppare ricerche che possano avere un impatto nella cura dei malati” e come “il fine ultimo del ricerca-tore non debba essere la pub-blicazione delle proprie ricerche su riviste prestigiose”. Certo, non sempre è facile applicare questo insegnamento quando il ricer-catore è valutato principalmente per il prestigio delle riviste su cui pubblica e da ciò derivano mag-giori probabilità di finanziamento della propria ricerca.Molto interessante è stato vedere all’opera René nel duplice ruolo

Page 19: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

17CROnews 2012 - V. 6 (2)HIGHLIGHTS

di imprenditore e di ricercatore. Infatti, da oltre 10 anni René ge-stisce non solo il suo laboratorio di ricerca, ma anche la compa-gnia che ha fondato e che si oc-cupa di commercializzare marca-tori che predicono la prognosi di diversi tipi di tumore. René ci ha raccontato come intraprendere una carriera nell’industria paralle-lamente a quella nella ricerca sia stata una scelta obbligata. Infatti, all’inizio, Renè si era rivolto a di-verse ditte, ma nessuna azienda aveva creduto a tal punto nelle sue ricerche da decidere di com-mercializzarle; ciò constatato, René ha scelto di rendere dispo-nibili ai pazienti i propri risultati con le proprie forze. Questo mo-dello del “ricercatore-imprendito-re di se stesso” sta diventando sempre più attuale. Ad esempio la Comunità Europea sta incenti-vando molto le collaborazioni tra l’industria e la ricerca, a tal punto che per accedere ad alcuni fondi di ricerca è necessario presenta-re i propri progetti in collabora-zione con le industrie. Lo stesso René ha puntualizzato che quan-do iniziò la sua carriera nell’indu-stria, la collaborazione tra ricerca e industria veniva disincentivata, ma ora sembra si stia raggiun-gendo l’eccesso opposto e che tale modello venga forzato quasi a tutti i costi. Un altro concetto che Mirna e René hanno affronta-to è l’importanza della collabora-zione tra ricercatori: “difficilmente oggi giorno il singolo ricercatore è in grado di farcela da solo, è meglio unire le forze per giunge-re all’obiettivo”. Lo dimostrano i loro racconti di come, proprio dai contatti maturati in gioventù al bancone, siano nate anni dopo le opportunità lavorative e di fi-nanziamento per far progredire le loro ricerche. Inoltre Mirna e René

erano molto curio-si di sapere come venga strutturata la ricerca e quale sia la carriera del giovane ricercatore in Italia. Abbiamo spiegato loro che le aspira-zioni di noi giovani ricercatori italiani non sono diverse da quelle dei nostri col-leghi stranieri, infatti, anche noi abbiamo le ambizioni di essere indipendenti e di avere un nostro gruppo di ri-cerca. Purtroppo, in questo parti-colare momento storico, è molto difficile soddisfare queste esigen-ze professionali, dato che il mer-cato del lavoro è statico (in Italia come del resto in larga parte del mondo). Ci siamo confrontati an-che sul concetto di “posto fisso” e sul fatto che, in alcuni centri di ricerca (come il CNIO e NKI-AVL) questo concetto non sia nemme-no contemplato. Infatti, entrambi i nostri ospiti hanno raccontato che loro stessi, pur avendo un ruolo di capo di laboratorio, so-ano soggetti a revisioni periodi-che del loro operato da parte di un comitato esterno al centro di ricerca in cui lavorano e che la loro posizione è garantita a pat-to di dimostrare la loro operosità. Mirna ha aggiunto che il suo isti-tuto (come altri in Europa) investe molto sulle persone e concede tempo (nell’ordine dei 3-5 anni) ai giovani “capo gruppo” per migliorare le loro pubblicazioni e consolidare la loro ricerca. René ha aggiunto, a tal proposito, che da alcuni anni nel suo Istituto è prassi, prima di sottomettere un progetto ad un’agenzia esterna per richiedere finanziamenti, far leggere e valutare il progetto ai propri colleghi che ne giudicano

l’idoneità. “Questa strategia, -ha detto René- inizialmente poco apprezzata, ha permesso di au-mentare le possibilità di succes-so grazie alle critiche costruttive apportate dai colleghi al progetto.Al termine delle due giornate, abbiamo avuto modo di ricevere il parere di Mirna e René sull’e-vento del 12-13 Aprile. Entram-bi sono rimasti piacevolmente sorpresi dall’iniziativa. Hanno trovato tutti i giovani che hanno presentato i loro progetti prepa-rati e capaci nell’esporre le loro idee e progetti di ricerca. Sono rimasti colpiti dall’accoglienza e dall’organizzazione, nonostante sia stato difficoltoso al loro arrivo uscire dall’aeroporto, perché la cassa automatica aveva smesso di funzionare ed eravamo prigio-nieri del parcheggio” (certo, non un buon inizio!). Per fortuna nel tempo di un buon caffè, “come solo in Italia lo sanno fare” (dice René) è riuscito a far desistere la cassa automatica che ci ha la-sciati uscire.Mirna e René ci hanno salutato offrendoci il loro aiuto per le futu-re edizioni della giornata. Possia-mo, quindi, essere orgogliosi di come noi giovani ricercatori del CRO siamo riusciti a porre le basi per una collaborazione con due ottimi ricercatori stranieri.

Da sx: Riccardo Bomben, René Bernards, Riccardo Spizzo, Mirna Perez-Moreno e Paola Biason

Page 20: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

18 CROnews 2012 - V. 6 (2) PARLIAMO DI...

PARLIAMO DI...

“Lavarsi le mani!”Chi non ricorda quando, magari mentre si giocava trafelati con gli altri bambini, la mamma ci chia-mava a tavola con questo invito perentorio?

Lavarsi le mani prima di man-giare è una di quelle regole in-troiettate nell’infanzia, che sono entrate prepotentemente nelle nostre “credenze profonde”, cioè quelle che i cognitivisti chiamano “core beliefs”. Regole che ormai appartengono all’ovvio e di cui nessuno si sognerebbe di conte-stare l’utilità e l’efficacia, però a cui nessuno rivolge più molta at-tenzione. Lavarsi le mani in modo appropriato dovrebbe essere anche per gli operatori sanitari un “core belief” nell’approccio al malato, ma così non è, o non lo è abbastanza, se l’OMS ha do-vuto rilanciare con forza il pro-blema tramite direttive e progetti specifici come ad esempio quello denominato “Save lives, clean your hands” (Salva le vite, lavati le mani). Se chiediamo agli studenti di me-dicina e ancor più agli operatori sanitari, siano essi infermieri o medici, qual è stato il principale progresso della scienza medica nel combattere le infezioni, una parte certo citerà prontamente la

L’importanza di lavarsi le mani

scoperta degli antibiotici, ma cre-do che un’altra parte, quella più avveduta, indicherà come fattore principale l’adozione di efficaci misure igieniche, tra cui il lavaggio delle mani. Cicourel, professore di sociologia a San Diego in Califor-nia, uno che ha passato del tem-po a studiare l’ “ovvio”, ritiene che i comportamenti ritenuti “ovvii” andrebbero rianalizzati di quan-do in quando per recuperarne le ragioni e combatterne l’automa-ticità. Automaticità che ne riduce progressivamente l’efficacia per quel fenomeno che gli psicologi sperimentali chiamano “estinzio-ne” e che noi più comunemente definiamo con il “perdere l’abitu-dine” perché non adeguatamente “rinforzata”. E poi il lavarsi le mani, che un tempo era pratica “sacra” e riservata a pochi e solenni riti di purificazione, in epoca moderna è diventata una pratica quasi “ancil-lare”, meno importante della “ie-raticità” dell’intervento clinico. Eppure, anche il lavarsi le mani ha avuto i suoi eroi e i suoi marti-ri. Uno va ricordato in particolare, il Dr. Ignaz Philipp Semmelweis (1 luglio 1818 – 13 agosto 1865). Narrano le cronache che il Dr. Semmelweis ebbe un “crollo di nervi” e fu ricoverato in una strut-tura psichiatrica dove morì, sen-za che gli venisse riconosciuto, se non postumo, il grandissimo merito di aver scoperto come

prevenire le sepsi puerperali, cioè quelle gravissime infezioni che possono colpire la donna dopo il parto. La scienza medica uffi-ciale, nel 1850, fu ostile alla sua scoperta, in sé di una semplicità quasi banale e cioè che se, dopo aver manipolato i cadaveri nelle autopsie, i medici si lavavano le mani in modo appropriato “pri-ma” di aiutare le donne a parto-rire, le sepsi puerperali diminui-vano. Inutile dire che la scoperta avvenne per “differenza”, come spesso accade. Le ostetriche, che non effettuavano autopsie (e che forse si lavavano di più le mani) inducevano molte meno sepsi puerperali dei medici e de-gli studenti. Ma, in un momento in cui la medicina si crogiolava in cervellotiche ipotesi per cui le malattie (e quindi anche le sepsi) erano frutto di improbabili “sbi-lanciamenti tra gli umori corpo-rali”, l’idea di Semmelweis appa-riva quantomeno ingenua. Quasi quanto quella che non sono state la pulizia, la potabilità delle acque e le fognature, ma gli antibiotici il principale baluardo contro le infe-zioni, senza nulla togliere all’effi-cacia di questi ultimi. E, a questo proposito, ricordiamo che, in pre-senza di fenomeni di antibiotico-resistenza, fenomeno sempre in agguato negli ospedali, l’unico vero baluardo che abbiamo an-cora oggi sono le misure igie-

Page 21: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

19CROnews 2012 - V. 6 (2)PARLIAMO DI...

niche, e principe, tra queste, il lavaggio delle mani. Il problema delle infezioni ospedaliere, infat-ti, viene tuttora considerato un problema globale. Nei Paesi in-dustrializzati le infezioni nei luo-ghi di cura coinvolgono dal 5 al 15% dei pazienti ospedalizzati e possono colpire dal 9 al 37% dei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Secondo i dati di HE-LICS (Hospital In Europe Link for Infection Control through Surveil-lance), sono circa 5 milioni i casi

di infezione che si verificano negli ospedali europei ogni anno, con un impatto economico sul siste-ma sanitario che oscilla tra i 13 e i 24 miliardi di euro. Nel 2002, ne-gli Stati Uniti, il tasso d’incidenza delle infezioni nosocomiali è stato stimato attorno al 4,5% e sono stati attribuiti a questo tipo di in-fezioni circa 99 mila decessi. Le infezioni che più frequentemente vengono trasmesse negli ospe-dali degli USA e dei Paesi indu-strializzati sono le infezioni del

tratto urinario (36%), dei siti chi-rurgici (20%) e del sangue (11%) e la polmonite (11%).Il numero di infezioni ospedaliere stimato in Italia è compreso tra il 5 e l’8%; ogni anno si verificano circa 450-700 mila infezioni (so-prattutto infezioni urinarie, segui-te da infezioni della ferita chirur-gica, polmoniti e sepsi) e nell’1% dei casi si stima che esse siano la causa diretta del decesso del paziente (dati dell’Istituto Supe-riore di Sanità, 2009). Il 30% delle infezioni ospedaliere è potenzial-mente evitabile con l’adozione di misure preventive efficaci (Mi-nistero della salute, 2008 e altre fonti). La singola azione di igiene delle mani è stata riconosciuta come uno degli elementi centrali per proteggere il paziente dalla trasmissione di microrganismi. Nonostante ciò, vi sono nume-rose evidenze di scarsa adesio-ne a questa pratica da parte dei professionisti sanitari: il tasso di adesione raramente supera il 50% secondo fonte autorevoli in letteratura. Insomma il povero Semmelweis, nonostante la sua triste e ne-gletta sorte, sembra mantenere, dopo 160 anni, ancora intatta, tutta la sua attualità. E non è sufficiente lavarsi le mani purchessia. Perché sia efficace, bisogna farlo seguendo le rac-comandazioni e le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). L’iniziativa ci-tata, “Save lives, clean your han-ds”, si propone come una sfida globale per la sicurezza del pa-ziente. I precetti da seguire sempre sono:• primaditoccareilpaziente;• prima di qualsiasi procedura

di pulizia o di sterilizzazione;

Page 22: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

20 CROnews 2012 - V. 6 (2) PARLIAMO DI...

• dopol’esposizioneoilcontat-to con fluidi corporei;

• dopoavertoccatounpazien-te;

• dopo qualsiasi contatto conl’ambiente di degenza.

Viene poi raccomandato di usare soluzioni alcooliche, come le più adeguate al raggiungimento del-la massima efficacia, con alcune eccezioni, come ad esempio le spore. Ma per i dettagli si riman-da ai documenti specifici, sicura-

qui preme ancora sottolineare due cose:1) la prima è che le Direzioni degli Ospedali possono dare un grande contributo garantendo che siano disponibili i lavandini, le soluzioni alcooliche, le istru-zioni di come lavarsi le mani in modo corretto ed efficace, fare controlli casuali e in incognito su-gli operatori sanitari, promuovere la cultura del lavaggio delle mani attraverso mirate campagne di informazione/formazione per far si che lavarsi le mani diventi una prassi consolidata;2) la seconda è che tutti posso-no dare un contributo: medici, infermieri (già molto sensibili e in prima linea su queste problema-tiche!) ma anche pazienti e visita-tori i quali, curando l’igiene delle mani, contribuiscono a loro volta a mantenere un ambiente sfavo-revole al diffondersi dei microrga-nismi. Per contrastare i fisiologici cali di attenzione sono infine ne-cessarie costanti azioni di richia-mo al rispetto delle linee guida.In definitiva, pare essere gran-demente nell’interesse dei pa-zienti, che in ospedale ci sia una “mamma” (o in questo caso forse meglio un papà) che richiami co-stantemente ed educatamente, ma in modo perentorio a “lavarsi le mani!”

mente più esaustivi di queste poche note. Stabilito, quindi, con questo escur-sus che il lavaggio corretto delle mani rimane sempre e comunque la pri-ma cosa da fare indispensabile per limitare i rischi di contaminazione,

Page 23: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

21CROnews 2012 - V. 6 (2)ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

Premessa:Nel nostro Istituto da anni viene curata la formazione al personale nell’ambito della qualità relaziona-le, attraverso una serie di percorsi per sviluppare le strategie, le tec-niche e abilità (counselling skill), che servono ad instaurare e con-durre in modo efficace le relazioni di cura in ambito oncologico.Il terreno è ora fertile per fare un ulteriore passo verso la cosiddet-ta COMPETENZA NARRATIVA, aiutando gli operatori a diventare buoni comunicatori e persone in grado di cogliere la storia umana del paziente. Infatti, la malattia, anche quella oncologica, assume sempre un significato soggettivo per il paziente: si riferisce cioè alla sua esperienza e al suo “mondo”, è ricca di significati e non coincide mai con il malato che è, e resta, il vero esperto della sua condizione di salute/malattia.La medicina narrativa fonda le sue radici nel movimento culturale che negli anni ’70 diffonde il modello bio-psico-sociale in opposizione al modello biomedico (approccio ritenuto troppo meccanicista e riduzionista), richiamando l’atten-zione alla persona nella sua unici-tà e sulla sua biografia.Negli anni ’90 la Prof.ssa Rita Charon dà un forte contributo a questo movimento avviando il Programma di Medicina Narrati-va alla Medical School della Co-lumbia University di New York e

sdando vita rivista internazionale “Literature and Medicine”.Nel 1998 viene coniato il termine Narrative Based Medicine (NBM), una medicina che vuole fare dia-gnosi e ricerca a partire dai rac-conti dei pazienti, che chiedono sempre più di poter comunicare la loro esperienza di malattia per non essere solo casi clinici ma protagonisti del loro percorso di cura. Non vi è opposizione alla medicina basata su prove scien-tifiche, anzi vi è integrazione.Si tratta, dunque, di una prose-cuzione del filone della PATIENT CENTERED MEDICINE, una me-dicina che mette la persona al centro dell’attenzione, un movi-mento questo che vede in Italia grandi esponenti come Giorgio Bert e Silvana Quadrino dell’Isti-tuto Change di Torino e Antonio Virzì dell’Università di Catania.La medicina narrativa si colloca nella prospettiva più ampia delle medical humanities, campo inter-disciplinare che contempla molti contributi umanistici (le scien-ze sociali, l’arte, la letteratura, il cinema, il teatro, le arti visive e pittoriche) con l’intento di acuire negli operatori la SENSIBILITÀ nell’approccio alla persona.Le medical humanities, infatti, mobilitando riflessioni filosofi-che, etiche, storiche, letterarie, aiutano a ripensare l’esistenza umana sotto l’impatto della me-dicina moderna. Contribuiscono,

inoltre, a sviluppare e coltivare le competenze di osservazione e di analisi, l’empatia, la riflessione e la competenza emotiva.

Medicina Narrativa al CROAll’interno di questa cornice, è stato sviluppato al CRO il pro-gramma “Patient education”, che nasce da una cultura di at-tenzione al paziente oncologico, con numerose iniziative sul fronte dell’umanizzazione e personaliz-zazione delle cure. Il gruppo di lavoro che si dedica al progetto, costituito da professionisti di vari dipartimenti dell’Istituto, si occu-pa fra l’altro di censire le iniziative in tema di informazione e comu-nicazione ai pazienti, di promuo-vere azioni coordinate all’interno del CROe di organizzare iniziative formative per operatori e pazienti.Parte dell’attività è dedicata a dare voce alle testimonianze dei pazienti, il che significa dare un nuovo spazio alle narrazioni. In linea con le attività del pro-gramma “Patient Education”, il Centro Attività Formative ha pre-disposto quest’anno un proget-to in cui la Qualità Umana delle persone e dei professionisti fa da trait d’union tra clinica, ricerca traslazionale e formazione.Parlare di Qualità Umana in for-mazione significa mettere l’ac-cento sulle persone come creatri-ci di valore, significa riconoscere la loro dignità e occuparsi di ciò

Il risveglio della qualità umana con le fiabe tradizionali: l’arte-terapia in oncologia

Page 24: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

22 CROnews 2012 - V. 6 (2) ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

che più sta a cuore.Questo progetto pluriennale prevede percorsi formativi per-sonalizzati e apprendimenti di competenze distintive quali le competenze della Medicina Nar-rativa per sviluppare negli opera-tori capacità di:•ascoltarestorie,siadirettamen-te raccontate da pazienti, fami-liari, operatori, volontari sia storie tratte dalla letteratura;• leggerestorie,sianoesserac-conti, novelle, fiabe o poesie;•scriverestorie,autobiografichee non autobiografiche;• estrapolare storie attraversol’intervista narrativa al paziente;• costruire insieme storie comeparte della relazione di aiuto.Parallelamente la formazione mirerà anche a migliorare altre competenze quali: la conoscen-za di sé, l’ascolto attivo, la com-prensione empatica, l’utilizzo effi-cace del linguaggio verbale e non verbale, la conoscenza e l’utilizzo della corporeità, la conoscenza e gestione delle proprie emozioni, l’utilizzo del respiro consapevole

come strumento e molto altro.

Fiabe della tradizione e forma-zione degli operatori Nel primo semestre è stato re-alizzato l’evento formativo inti-tolato “Il risveglio della qualità umana con le fiabe tradizionali: l’arte-terapia in oncologia” a cui hanno partecipato operatori del CRO, direttamente coinvolti nel-la relazione di aiuto con i pazienti oncologici.Gli incontri sono stati condotti da Piera Giacconi, coadiuvata in aula da Cristina Bordin, ne-odiplomata alla scuola di arte-terapia. Piera Giacconi è un arte terapeuta e formatrice, inse-gnante de La Voix des Contes di Parigi, dove ha appreso come sviluppare creatività e autostima in adulti e bambini attraverso le fiabe della tradizione. Collabo-ra con varie facoltà (Ingegneria gestionale, Scienze della forma-zione, Policlinico universitario e Infermieristica a Udine, Medici-na e Chirurgia a Napoli, Lettere e Filosofia a Trento) ed è autrice

di numerose pubblicazioni. Il suo recente libro “C’era una volta …Un cantastorie in azienda”, edito da Franco Angeli, è stato il testo-guida del corso insieme ad una nutrita dispensa per eseguire la pratica individuale a casa.

Piera Giacconi si racconta“Con i racconti meravigliosi sono docente ECM dal 2003. Ho ini-ziato con la Comicoterapia, per-ché le fiabe millenarie (anche se hanno tanto sangue e morti e demoni assassini), sono uno strumento per ridere di ciò che ci imprigiona l’animo. Una costru-zione mentale condizionata, non è mai un bel luogo in cui sostare e crescere. Meglio avere “il cuor leggero” e cercare un’elevata espressione dell’essere.In seguito sono stata chiamata da strutture sociali, scolastiche e sa-nitarie a portare l’Arte-terapia in laboratori che sovente sono du-rati alcuni anni. Erano una forma di sostegno rivolta a famiglie che vivevano esperienze di disagio psichico o giovanile, disabilità,

I partecipanti al corso di formazione assieme alla docente, Piera Giacconi (terza da sx in ginocchio)

Page 25: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

23CROnews 2012 - V. 6 (2)ATTIVITÀ FORMATIVA AL CRO

problemi di integrazione cultura-le, di apprendimento delle regole di convivenza, difficoltà nella cura degli anziani, dell’aggressività femminile e giovanile, delle ma-lattie croniche e oncologiche in adulti e bambini.Nei centri di ricerca scientifica a livello nazionale, abbiamo lavo-rato sui temi dell’umanizzazione dell’assistenza, della collabora-zione interdisciplinare efficace tra medici e infermieri, del dialogo con i pazienti per ottenere la loro adesione a multiterapie e l’em-powerment del “cittadino com-petente”.In verità abbiamo sviluppato, nell’operatore sanitario, la con-sapevolezza di essere un “esse-re umano”. Là dove la Medicina Narrativa si prefigge il compito di dare significato agli avvenimen-ti che ci portano dentro l’abisso della malattia, abisso che ci co-stringe a vivere un percorso paral-lelo a quello in cui finora avevamo vissuto, le narrazioni millenarie ci aiutano a dialogare con l’essere umano splendente di bellezza in-finita racchiuso in noi.Queste parole poetiche sembra-no stridere con le esigenze di efficienza, risparmio di fondi già esigui, riduzione dei rischi di con-tenzioso, che l’attuale congiuntu-ra richiede alle aziende sanitarie.Eppure, lavorare sulle risorse individuali e interiori dei singo-li dipendenti significa mettere in circolo l’energia inesauribile racchiusa nelle infinite qualità umane, affinché siano queste a permeare sempre più le comu-nicazioni verbali, paraverbali e scritte della struttura, piuttosto che i vecchi limiti condizionanti e i contrasti caratteriali.Evolvere è il destino che l’umano si porta dentro, non vi è scampo,

raccontano i cantastorie. Ribel-larsi alle prove che incontriamo significa non poter mai scoprire l’America, perché ci eravamo im-barcati solo per scoprire le Indie. Affrontare con dignità i limiti alla crescita naturale quotidiana e alla creatività nell’esprimersi, sul lavo-ro così come a casa, permette di aprire un dialogo generativo alla scoperta dell’umano che ci di-stingue dal mammifero terrestre.Le Fiabe della Tradizione non sono buone solo per addormen-tare i bambini, tutt’altro! Esse celano una saggezza millenaria che accompagna l’uomo a ri-conoscere quel periplo di cui è portatore sano, quel viaggio da sé a sé, da domanda a risposta, che lo fa avanzare nell’esperienza della realtà. Così facendo egli si conosce, esprime i suoi talenti, e può partecipare consapevolmen-te allo sviluppo del creato. Esse-re co-creatori è il nostro destino. Esserne responsabili è il nostro sforzo, che è pura presenza in azione. Le fiabe millenarie sono una chiave d’accesso a risor-se impensabili di cui ciascuno è custode, spesso ignaro, sovente sentendosi indegno di ogni fortu-na. Infatti, è molto più frequente giudicarci, parlar male dei nostri gesti, svalutare i nostri sogni. Ma un desiderio racchiude sempre dentro di sé un pezzetto d’oro, un infinito che chiede di venire alla luce. Anche se non lo rea-lizzeremo, l’importante sarà aver ritrovato la strada di casa, in un dialogo sereno e fiducioso tra sé e sé. Essere dei buoni amici per se stessi, e sapere che possiamo contare su di noi, è molto rasse-renante e dà una stabilità nuova e solida. Ringrazio il gruppo pioniere del CRO per essersi fidato e aver

surfato tra le emozioni, per aver riflettuto ed essersi posto molte domande aperte. Per aver osato varcare una soglia senza ritorno, quella del lieto fine. Siete per me il frutto di dodici anni di lavoro, diventiamo insieme un virus di speranza. Insieme si può”.Gli obiettivi fondamentali a gui-da del nostro percorso formativo erano ambiziosi il corso ha uti-lizzato una metodologia didat-tica nuova, molto interattiva in cui musica, disegno e respiro si sono integrati con la narrazione delle fiabe. I racconti sono stati letti, analizzati e commentati dal gruppo. L’ampia dimensione del gruppo (25 persone), ha favori-to la condivisione delle vicende umane personali e professionali, per trarne quella preziosa sag-gezza che è il frutto dell’espe-rienza faticosa di ciascuno. Ne è risultato anche un confronto co-struttivo su temi forti come la re-lazione con i familiari dei pazienti gravi, e la gestione di pazienti ag-gressivi o demotivati. La maggiore conoscenza recipro-ca fatta su basi valoriali, ha rinfor-zato la fierezza di appartenere a una simile struttura sanitaria, che ha consentito aggiornamenti d’a-vanguardia per rinvigorire la moti-vazione professionale e la fiducia nel futuro. A settembre ci sarà un ultimo in-contro, dei partecipanti a questo corso, per condividere le speri-mentazioni effettuate e per valu-tare l’efficacia dell’intero percorso in termini di benessere personale e di ricadute positive nel contesto in cui il metodo è stato saggiato.Sarà, quindi, possibile per noi organizzatori del corso, tirare le somme e valutare l’efficacia di questo importante viaggio di scoperta di noi e degli altri.

Page 26: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

24 CROnews 2012 - V. 6 (2) L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

In occasione della seconda edi-zione del convegno di medicina narrativa, il gruppo Patient Edu-cation, con la preziosa collabo-razione della Biblioteca Civica di Aviano, ha indetto un premio let-terario per dare risalto agli scritti dei pazienti-ex pazienti che han-no iniziato a scrivere durante o in seguito alla malattia oncologica. Il concorso si inserisce nell’am-bito della medicina narrativa, in particolare sull’aspetto della stessa che vede i pazienti auto-

premiare testi di pazienti onco-logici che raccontino la malattia in forma narrativa; il concorso si connota come evento speciale del convegno di medicina narrati-va “Leggiamoci con cura: scrittu-ra e narrazione di sé in medicina. 2a edizione, anno 2012”. Art. 3. Tema della presente edizione: “Pazienti oncologici raccontano come levare l’anco-ra con la scrittura… Intonazione all’estate che arriva”.Art. 4. La partecipazione al premio è totalmente gratuita e aperta a tutti i cittadini italiani, ai cittadini di uno degli stati mem-bri dell’Unione Europea e/o dei paesi EFTA (Norvegia, Islanda, Liechtenstein), ai cittadini extra-comunitari residenti in Italia e che hanno/hanno avuto la condizione di paziente oncologico. Art. 5. Il concorso è suddiviso in due sezioni distinte:• sezione a) riservata agli ado-lescenti - giovani adulti di età compresa tra i 14 e i 25 anni non compiuti alla data fissata come termine per la presentazione dell’elaborato ovvero il giorno 31 luglio 2012;• sezioneb)riservataaiparteci-panti di età superiore ai 25 anni.Art. 6. Le produzioni dovranno consistere in un testo scritto che si connoti come uno dei seguenti generi letterari: racconto, diario, testimonianza o fiaba. Tutto il materiale presentato do-

ri di narrazioni, racconti, testimo-nianze… Il CRO ha, da anni, una tradi-zione consolidata nel dare voce a queste testimo-nianze che si è c o n c r e t i z z a t a in vere e pro-prie pubblicazioni (Continueranno a fiorire stagioni (2011); …) aventi l’obiettivo di rac-cogliere e diffon-dere i “messag-gi in bottiglia” di quanti – bambini, giovani, adulti, anziani, operatori, volontari – sono passati di qui per curarsi. Da ciò la convin-

zione che diffondere tali narrazio-ni e portare allo scoperto il mondo contenuto negli scritti dei malati possa aiutare medici e operato-ri sanitari a costruire un’alleanza terapeutica con i pazienti.

RegolamentoArt. 1. È indetta la prima edizione del Concorso letterario “Scrivia-moci con cura: pazienti oncolo-gici raccontano come levare l’an-cora con la scrittura”.Art. 2. Finalità del concorso è

Premio letterario:“Scriviamoci con cura”

PatientEducationPatient

Education

PatientEducation

Page 27: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

25CROnews 2012 - V. 6 (2)L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

del CRO di Aviano.Art. 11. La giuria stabilirà, se li riterrà meri-tevoli, tre vincitori per ogni sezione. Ad essi spetterà la pubblicazione dell’opera stessa. La pubblicazione sarà comprensiva di en-trambi gli elaborati delle sezioni a) e b). Ai candidati che si classificheranno primi nel-le due sezioni sarà conferito anche un pre-mio consistente in buono libri del valore di €250,00= (euro duecentocinquanta=).Art. 12. I diritti sugli elaborati restano rico-nosciuti agli autori. Gli organizzatori si riser-vano il diritto di pubblicare sul trimestrale dell’Istituto, CROnews, estratti degli ela-borati presentati al concorso, con le dovute citazioni, meritevoli di pubblicazione, senza che ciò comporti alcun compenso agli auto-ri. Resta inteso che gli autori potranno pub-blicare il materiale presentato al concorso, senza preventiva autorizzazione dell’Istituto.Art. 13. La cerimonia di premiazione avver-rà il giorno 12 ottobre 2012 a Pordenone presso l’Auditorium Concordia di Pordeno-ne in occasione del 2° convegno di Medi-cina Narrativa “Leggiamoci con cura 2a ed. Scrittura e narrazione di sé in medicina” or-ganizzato dal gruppo Patient Education del CRO.Art. 14. La partecipazione al concorso comporta la piena accettazione del presente regolamento. I dati acquisiti sono utilizzati esclusivamente dall’Istituto per lo svolgimento e l’analisi del concorso, ai sensi dell’art.10, D. Lgs. N. 196 del 2003 (privacy)Art. 15. Chiarimenti e informazioni potran-no essere richiesti telefonicamente ai se-guenti numeri:Biblioteca Pazienti del CRO di Aviano: 0434 659467Biblioteca Civica del Comune di Aviano: 0434 652492

La domanda di partecipazione è scaricabile anche dal sito del CRO.

vrà essere in lingua italiana, dattiloscritto con carattere times new roman dimensione 12, lunghezza da un minimo di 10 a un mas-simo di 50 cartelle. Per cartella si intende un foglio word di circa 40 righe.Non saranno oggetto di valutazione even-tuali illustrazioni inserite nel testo; esse sa-ranno prese in considerazione solo se fun-zionali alla narrazione. Art. 7. Le produzioni delle sezioni a) e b) dovranno essere inedite.Art. 8. Gli elaborati dovranno pervenire in duplice copia alla Segreteria Organizza-tiva che fa capo alla Biblioteca Pazienti del CRO di Aviano, avente sede presso CRO- Biblioteca Scientifica e per i Pazienti, via F. Gallini n.2. 33081 Aviano (PN), entro e non oltre le ore 24.00 del 31 luglio 2012, tra-mite consegna a mano, via fax al numero 0434/659358, via e-mail all’indirizzo [email protected] o a mezzo posta. Nel caso in cui l’elaborato sia stato spedito a mezzo posta, farà fede la data del timbro postale; ci sarà un margine di tolleranza inderogabile di gior-ni 7 rispetto alla data di scadenza. Verranno quindi ritenuti validi gli elaborati spediti entro il 31 luglio 2012 e pervenuti entro il 7 Agosto 2012. Si declina ogni responsabilità per il mancato o ritardato recapito dei lavori in concorso. I lavori non saranno restituiti.Art. 9. La Segreteria Organizzativa darà notizia dell’esito del concorso, tramite lette-ra raccomandata, solo a coloro che risulte-ranno classificati al primo, secondo e terzo posto per ciascuna sezione. Gli elaborati saranno giudicati da una commissione giu-dicatrice appositamente costituita. Art. 10. Gli elaborati saranno esaminati ap-plicando i seguenti criteri di giudizio: pos-sesso dei requisiti minimi di partecipazione; attinenza con il tema e lo scopo enunciati; arguzia e originalità; capacità compositiva e correttezza linguistica. I giudizi della giuria sono insindacabili; non sono ammessi ricor-si. La commissione giudicatrice è compo-sta da operatori del CRO e collaboratori ed esponenti del mondo culturale. La segreteria organizzativa fa capo alla Biblioteca Pazienti

Page 28: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

26 CROnews 2012 - V. 6 (2) L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

so fondamentale in questa dire-zione, sostengono i medici e gli operatori AIOM.In questo numero di CROnews analizziamo il punto di vista degli operatori sanitari del nostro Istitu-to che, nel mese di maggio, sono stati invitati a compilare, in modo anonimo, un questionario online intitolato “Indagine sulla perce-zione dell’assistenza ai pazienti in Istituto, con particolare riguardo alle persone di altra nazionalità”. Hanno risposto all’indagine onli-ne 199 persone il 36% del perso-nale contattato, vale a dire tutto il personale CRO dotato di un indi-rizzo di posta elettronica. A una decina di persone è stato conse-gnato il questionario su carta, in tutto 550 persone.Di seguito forniamo un anticipo delle risposte più significative.Le prime due domande mirava-no a comprendere la percezione, da parte degli intervistati, circa la nazionalità di appartenenza delle persone di altra nazionalità pre-senti nella nostra Regione e dei pazienti stranieri che si rivolgono al nostro Istituto, al fine di con-frontare questi dati con la realtà.

Alla prima domanda “A suo pa-rere, quali sono le comunità di stranieri maggiormente rappre-sentate in Friuli Venezia Giulia?”,

Indagine sulla percezione dell’assistenza al CROCon particolare riguardo alle persone di altra nazionalità

Come promesso nel precedente numero di questo giornale, sia-mo a darvi un primo breve an-ticipo sul risultato dell’Indagine sulla percezione dell’assistenza ai pazienti, con particolare ri-guardo alle persone di altra na-zionalità, che si sta svolgendo in questi mesi al CRO. Si tratta di un’indagine che si propone di conoscere come viene percepita l’assistenza al CRO, valutandola da tre diversi punti di vista: quel-lo dei pazienti, quello degli opera-tori sanitari e quello dei mediatori culturali e/o delle persone, che in provincia di Pordenone, si re-lazionano con persone di altra nazionalità. L’indagine è promossa, nel suo insieme, dal Gruppo Patient Edu-cation & Empowerment, gruppo di cui fanno parte anche pazien-

ti e volontari e che ha ricevuto l’approvazione del Comitato Eti-co del CRO. L’idea di realizzare un’indagine di questo tipo risale a circa un anno fa. Muove dalla constatazione che, come si dice anche nel numero di novembre 2011 del Notiziario dell’Ordine dei Medici della Provincia di Por-denone, “…La nostra è di fatto una società multietnica. Il servizio sanitario deve adeguarsi ai biso-gni derivanti da questa realtà, per tutelare tutta la popolazione. È necessario favorire l’integrazio-ne sanitaria di cittadini con cul-ture e abitudini diverse”. Anche Associazioni consolidate come l’AIOM, Associazione Italiana de-gli Oncologi Medici, ha lanciato un invito, nel suo 13° Congres-so (Bologna, novembre 2011), a facilitare l’accesso al servizio sanitario dei “pazienti migranti”, per favorire sia la prevenzione, sia la cura dei tumori. Produrre informazione, secondo modali-tà nuove e integrate, è un pas-

Primo report. Il parere degli operatori

Page 29: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

27CROnews 2012 - V. 6 (2)L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

le tre risposte maggiormente quotate dai rispondenti sono state, nell’ordine: comunità di persone provenienti dai Balcani (ex Jugoslavia), dall’Africa e dai paesi dell’ex Unione Sovietica e paesi satelliti (Romania, Polonia, Ucraina…). Nella realtà, secondo i dati ag-giornati all’01.01.2009 e pubbli-cati sul sito “Friuli Solidale” della Regione Friuli Venezia Giulia, i paesi di provenienza dei cittadini di altra nazionalità presenti in re-gione sono, nell’ordine: Romania, Albania, Serbia, Ghana, Ucraina. Se si tiene conto che i dati mu-tano velocemente, nel tempo, si può dire che esiste una lieve discrepanza fra i dati regionali e la percezione dei nostri operatori ma che, nell’insieme, il personale del CRO ha una percezione ab-bastanza realistica della realtà, in tema di paesi di provenienza dei “migranti”.

Alla seconda domanda “A suo parere, quali sono le comunità di stranieri che maggiormente si rivolgono al nostro Istituto?” per cui era possibile scegliere più opzioni, la maggior parte delle risposte si è concentrata sulle persone provenienti dai Balca-ni; seguono quelle provenienti

da Polonia, Romania, ex URSS; quindi quelle provenienti dall’Afri-ca, e così via. E, in effetti, se prendiamo a riferi-mento i dati del 2011, forniti dalla Direzione Sanitaria del CRO re-lativi, per esempio, alle persone che hanno frequentato il CRO in regime di Day Hospital, notiamo che tra le persone di altra nazio-nalità la maggior parte proveniva da Croazia, Bosnia, Kossovo, ex Jugoslavia; di seguito, Albania, Romania, Polonia, ex URSS, il re-sto si distribuiva tra paesi dell’A-frica e del resto del mondo. La percezione degli operatori è quin-di corretta. Anche per quanto riguarda i pa-zienti ambulatoriali si è visto che in prevalenza provenivano da pa-esi balcanici.Ritornando ai dati emersi dal no-stro questionario online, dei 199 operatori che hanno risposto, 114 (pari al 57%) dichiarano di avere rapporto diretto con i pa-zienti, il restante 43%, no. Sul tema delle difficoltà incontrate dagli operatori nel rapportarsi con pazienti migranti, argomento fondamentale per la nostra inda-gine, la maggior parte delle rispo-ste si concentra sulle difficoltà linguistiche, relative cioè alla reci-proca difficoltà nella comprensio-ne del significato delle parole. In particolare, nell’ordine: difficoltà di tali pazienti a comprendere le

informazioni relative alla malat-tia; difficoltà culturali, cioè sulle diverse attribuzioni di valore a comportamenti, abitudini, modi di essere, sulle difficoltà di tipo organizzativo nel rapportarsi con questi pazienti e in quelle che essi stessi hanno nel rapportarsi con le istituzioni sanitarie del nostro paese. Riguardo alle difficoltà di carattere culturale, forse le più importanti, gli operatori del CRO, che hanno risposto al questiona-rio, percepiscono con maggior rilevo le difficoltà del paziente a descrivere i propri sintomi, non tanto per ragioni legate alla lingua quanto alla cultura di provenien-za e una scarsa consapevolezza della malattia. Inoltre emergono altre difficoltà quali: pregiudizio nei confronti del sesso dell’ope-ratore e difficoltà del paziente a scoprire parti del proprio corpo. Per quanto riguarda le difficol-tà di tipo emotivo, è la risposta “Paura di non riuscire a comuni-care/comprendere un paziente straniero” che ottiene le maggiori quotazioni, accanto alla perce-zione nei pazienti di una “manca-ta espressione dei propri bisogni per paura, timore, disagio”. Altre domande riguardavano la figura del mediatore culturale, il suo ruolo e la sua utilità nelle or-ganizzazioni sanitarie e, anche in questo caso, le risposte ottenute sono state molto interessanti per

Page 30: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

28 CROnews 2012 - V. 6 (2) L’ANGOLO DELLA BIBLIOTECA

quanti devono organizzare i ser-vizi. La maggior parte conosce la figura del mediatore, pensa sarebbe utile la sua presenza al CRO, al bisogno, e ha un’imma-gine abbastanza realistica delle sue funzioni. Ciò che molti ope-ratori non sanno, forse, è che già esiste la possibilità di utilizzare tale figura, ma il percorso di ri-chiesta non è noto.Per finire, due domande si rife-rivano alla necessità o meno di “una formazione degli operatori sanitari in relazione all’assistenza al paziente di altra nazionalità”: la maggior parte dei risponden-ti ne reclama la necessità. Gli argomenti più quotati, e quindi percepiti come più importanti da approfondire, sono nell’ordine: conoscenza delle culture stranie-re maggiormente rappresentate nel territorio regionale; approcci multiculturali ai processi di cura; stereotipi e pregiudizi culturali; principali differenze di organizza-zione sanitaria rispetto ai paesi di origine; comunicazione (cattive notizie, argomenti controversi, ecc); principali precetti, riti e co-stumi legati alle diverse religioni.Vi è poi chi non si esprime sull’ar-gomento oppure ritiene che non sia necessaria alcuna formazio-ne specifica. Le risposte più fre-quenti a questo riguardo sono:

“Non mi interessa” oppure “Non serve, i pazienti stranieri sono accompagnati da persone che parlano italiano”, o ancora “non ci sono particolari conoscenze da acquisire”.

Per finire, chi sono gli operatori che hanno compilato il questio-nario online: 58 sono maschi (pari al 29%), 141 femmine (pari al 71%). Per quanto riguarda la qualifica: gli infermieri/tecnici/operatori sanitari sono la mag-gior parte, 61 (pari al 31%); i me-dici, 32 (pari al 16%); 45 (pari al 23%) fra biologi, farmacisti e psi-cologi e 34 (pari al 17%) il per-sonale amministrativo. Il 74% dei rispondenti lavora al CRO da più di 5 anni, il resto da meno tempo; il 98% sono di nazionalità italia-na, il 2% di altra nazionalità. Ci sarebbero altri dati di mag-giore dettaglio da riportare ma i numeri cominciano ad essere troppi e rischiano di annullare gli spunti di interesse che emergo-no dalla voce degli operatori del CRO. Un report più analitico dei dati qui esposti è disponibile, a richiesta, presso la Biblioteca Scientifica dell’Istituto.Le difficoltà avvertite dagli ope-

ratori che hanno risposto sono legate maggiormente a elemen-ti di diversità culturale piuttosto che alla lingua. È altresì emer-sa, in modo evidente, la neces-sità di formarsi per migliorare la relazione con le persone di altra nazionalità e di conoscere meglio la figura e il ruolo del mediatore culturale.Nel ringraziare gli operatori che hanno partecipato all’indagine, molti dei quali si sono compli-mentati con l’iniziativa, vogliamo concludere riportando il com-mento di un intervistato: “Non ho contatto diretto con i pazienti nel mio lavoro al CRO, tuttavia ho riscontrato più volte, in maniera indiretta, una certa difficoltà, an-che dei pazienti italiani, nell’orien-tarsi all’interno dell’istituto, sia per quanto riguarda la logistica (indicazioni poco chiare), sia per quanto riguarda il management del percorso diagnostico e di cura”. Risulta molto importante, a questo punto, sentire quanto emerge dalla viva voce dei pa-zienti tutti, a qualsiasi nazionalità appartengano, accanto a quella dei mediatori culturali figure rite-nute importanti per facilitare la relazione con utenti di altra nazio-nalità. Proporremo anche il loro punto di vista sull’argomento nel prossimo numero di CROnews.

Page 31: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

29CROnews 2012 - V. 6 (2)RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

RECENSIONI LIBRI DI SVAGO

libertà di scegliere la morte. Po-trebbe sembrare un romanzo tra-gico, invece racconta di quanto la vita possa essere splendida in una continua alternanza di gioie e do-lori: piccole gioie come comprare dei fiori in una splendida giornata e grandi dolori come perdere un amico.

Piccoli crimini coniugaliErich Emmanuel Schmitt

Quando vediamo un uomo e una

donna davanti al sindaco o al pre-te, dobbiamo veramente chiederci quale dei due sarà l’assassino? “Piccoli crimini coniugali” è una commedia nera con una suspen-se sorprendente, un vero diverti-mento ma anche una saggia rifles-sione sulla madre di tutte le guerre: quella dentro la coppia. Mi piace perché…Perché la finzione, a volte, può es-sere la giusta realtà se aiuta a ri-trovare il gusto dell’affetto, troppo spesso travolto dall’abitudine.

Le oreMichael Cunningham

Tre donne di  tre epoche diverse vi-vono una giornata qualunque. Virgi-nia Woolf sta scrivendo Mrs Dal-loway e medita il suicidio perché sente di aver fallito come donna e come scrittrice. Laura Brown sta leggendo Mrs Dalloway, il roman-zo di Virginia Woolf: si sente  in-trappolata in una vita domestica e familiare che le sta stretta. Mrs. Dalloway sta organizzando una fe-sta per l’amico omosessuale ma-lato di aids, scrittore e poeta, che ha ricevuto un importante premio. I  tre personaggi femminili creati da Cunningham sembrano quasi confondersi per il gioco di sovrap-posizioni e richiami costanti che l’autore fa al personaggio inventa-to da Virginia Woolf. Mi piace perché…Leggendo il libro si scopre che c’è un filo che lega i personaggi: la convinzione che in qualunque momento, se non puoi cambiare la tua vita, esiste sempre l‘estrema

Lo diciamo a Liddy? Anne Fine

Quattro sorelle le-gatissime, un ma-trimonio imminen-te – e un segreto atroce, che qualcuno ha sussurra-to. Rivelarlo significa buttare tutto all’aria. Tacerlo, rendersi complici di un misfatto. Un nobile dilemma, si direbbe. Ma siamo poi sicuri? Chi non ha incontrato, ad esem-pio, qualcuno che, volendo fare del bene, ha seminato disastri? In un turbinio di pettegolezzi, sospet-ti, vendette e tradimenti, presto la farsa si colora della sinistra os-sessività di un thriller. Dietro ogni quinta si svela un’altra quinta, e la scena si affolla di rancori e perfi-die. Con demoniaca abilità Anne Fine trascina il lettore in una con-versazione a più voci dove tutto è divertente e terribile in pari misura – e quanto più si accende il diver-timento, tanto più affiora un orrore che tutti sapremo riconoscere. Lo diciamo a Liddy? è apparso per la prima volta nel 1998. Mi piace perché…Perché mi ha fatto apprezzare la mia sincera, imperfetta solitudine vi-sto che denuncia la presenza dell’i-pocrisia nei luoghi più impensati.

Per cercare i libri di svago presenti in Istituto

basta accedere al catalogo SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale)

dal linkhttp://sol.units.it/SebinaOpac/Opac

A seguito del corso di formazione organizzato dalla Biblioteca nel 2011 per la Lettura ad Alta Voce e dei successivi incontri di aggiornamento, il nutrito gruppo di lettori volontari al CRO continua con passione ed entusiasmo a prestare servizio presso il salone del 2° piano con gli appuntamenti di lettura (tre volte al mese, i martedì e il sabato, dalle 15.30 alle 17.00). Le attività del gruppo di lettori volontari del CRO non finiscono qui. Il gruppo LaAV offre ora nuovi spunti per la scelta delle letture dei pazienti.Con interessanti risposte al “perché è piaciuto” vi presentiamo alcuni suggerimenti:

Perché mi è piaciuto...A cura del gruppo Lettori ad Alta Voce

Page 32: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

30 CROnews 2012 - V. 6 (2) VIDEOTECA

VIDEOTECA

ANCHE SE È AMORE NON SI VEDEGenere: CommediaRegia: Salvatore Ficarra, Valentino PiconeAnno: 2011Durata: 96 minCast: Salvatore Ficarra, Valentino Picone, Ambra An-giolini, Diane Fleri, Sascha Za-charias, David Furr, Giovanni Esposito...

LE AVVENTURE DI TIN TINGenere: AnimazioneRegia: Steven SpielbergAnno: 2011Durata: 107 minCast: Jamie Bell, Andy Serkis, Daniel Craig, Simon Pegg, Nick Frost, Gad Elma-leh, Tony Curran, Mackenzie Crook, Toby Jones, Daniel Mays....

IL BUONGIORNO DEL MATTINOGenere: CommediaRegia: Roger MichellAnno: 2010Durata: 102 minCast: Harrison Ford, Diane Keaton...

Colleen Peck è una conduttrice televisiva in perenne lite con il collega Mike Pomeroy. Il loro show mat-tutino è in calo e sarà compito di Becky Fuller, una giovane e talentuosa aspirante produttrice, tentare di riportare la trasmissione alla ribalta.

LUGLIO11 18 25

THE REAL STEELGenere: AzioneRegia: Shawn LevyAnno: 2010Durata: 127 minCast: Hugh Jackman, Evangeline Lilly, Dakota Goyo, Kevin Durand, Anthony Ma-ckie, Hope Davis, James Rebhorn, Olga Fonda, Marco Ruggeri, Karl Yune, Grego-ry Sims, John Gatins, Torey Adkins, Tom Carlson, John Hawkinson, David Alan Ba-sche, Phil LaMarr

MIDNIGHT IN PARIS Genere: CommediaRegia: Woody AllenAnno: 2011Durata: 94 minCast: Owen Wilson, Rachel McAdams, Kurt Ful-ler, Mimi Kennedy, Michael Sheen, Nina Arianda, Carla Bruni, Adrien Brody, Marion Cotillard, Kathy Bates, Léa Seydoux, Corey Stoll, Tom Hiddleston, Alison Pill, Gad Elmaleh, Sonia Rolland, Yves Heck, Marcial Di Fonzo Bo, David Lowe, Adrien De Van

LEZIONI DI CIOCCOLATO 2Genere: CommediaRegia: Alessio Maria FedericiAnno: 2011Durata: 130 minCast: Luca Argentero, Hassani Shapi, Angela Finoc-chiaro, Nabiha Akkari, Vincenzo Salemme

IL GIORNO IN PIÙGenere: CommediaRegia: Massimo VenierAnno: 2011Durata: 123 minCast: Fabio Volo, Isabel-la Ragonese, Pietro Ragusa, Stefania Sandrelli, Roberto Ci-tran, Luciana Littizzetto, Jack Perry, Camilla Filippi, Lino Tof-folo, Paolo Bessegato, Valeria Bilello, Roberta Rovelli, Anna Stante, Irene Ferri, Hassani Shapi

AGOSTO8 221

SHERLOCK HOLMES GIOCO DI OMBREGenere: AzioneRegia: Guy RitchieAnno: 2011Durata: 129 minCast: Robert Downey Jr., Jude Law, Noomi Ra-pace, Rachel McAdams, Jared Harris, Stephen Fry, Kelly Reilly, Geraldine James, W i l l i a m Houston, E d d i e Marsan, Gabrielle Scharnit-zky, Paul A n d e r -son...

LA PEGGIOR SETTIMANA DELLA MIA VITAGenere: CommediaRegia: Alessandro GenovesiAnno: 2011Durata: 93 minCast: Fabio De Luigi, Cristiana Capotondi, Monica Guerritore, Alessandro Siani, Antonio Catania, Nadir Caselli, Chiara Francini, Rosalba Pippa, Andrea Mingardi, Gisella Sofio, Ales-sandro Genovesi

LE IDI DI MARZOGenere: DrammaticoRegia: Geroge ClooneyAnno: 2011Durata: 102 minCast: Ryan Gosling, Ge-orge Clooney, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Philip Seymour Hoffman, Paul Gia-matti, Max Minghella, Jeffrey Wright

CRAZY, STUPID, LOVEGenere: DrammaticoRegia: Glenn Ficarra, John RequaAnno: 2011Durata: 118 minCast: Steve Carell, Ryan Gosling, Emma Stone, Julianne Moore, Marisa Tomei, Kevin Bacon, Karolina Wydra, Crystal Reed, John Carroll Lynch, Joey King, Liza Lapira, Beth Littleford

5 12 19 26SETTEMBRE

29

Un film per stare insiemeOgni mercoledì alle ore 15.00 in sala riunioni al 4° piano

Page 33: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

31CROnews 2012 - V. 6 (2)URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

URP E ARTE COME SUPPORTO TERAPEUTICO

Ennio Fassina(29 giugno - 31 luglio 2012)

Ennio Fassina nasce nel 1933 a Porcia (PN), dove risiede tuttora. Per sua definizione, è un autodi-datta che ha scoperto la passio-

ne per l’arte solo nella maturità. Nata come passatempo, la pittu-ra di Fassina si rivolge a soggetti naturali (paesaggi, figure, ecc) ma anche a forme astratte.Fassina coglie con scrupolosità le variazioni di colore presenti in natura che traduce poi sulla tela con sapienti mescolanze dando origi-ne a tramonti, paesaggi e scorci campestri dalle sfumature delicate. Accanto alla naturalez-za dei paesaggi, Fassina propone opere astratte o di fantasia in cui può dare sfogo a giochi di colore e a contrasti cromatici

L’esposizione di opere d’arte al CRO

Anna Zanette(31 luglio-31 agosto 2012)

Anna Zanette nasce a Udine il 10 giugno 1956 e vive a Maniago in Via Bruna, 43 dove ha il suo studio di pittura. Fin da bambina è affascinata dal colore e, grazie ad una acuta osservazio-ne del reale, impara ad esprimere, con esso le proprie emozioni. Un insieme raffinato di ar-monia, equilibrio e abi-lità impaginativa carat-terizzano i suoi lavori. Tre sono i temi princi-pali dell’artista: - il nudo con la sua

utilizzando tinte vivaci e accese ben amalgamate e associate. Per contrasto, le linee e tratti del disegno sono, molto semplici ed essenziali e arrivano quasi a scomparire, in alcuni quadri, sot-to il colore.

sensibile plasticità, il richiamo all’eterno femminino sorgente di vita; - gli animali, soggetto prediletto della pittrice, rappresentati nel loro ambiente naturale nei loro

atteggiamenti peculiari di forza, timidezza, aggressività, scatto;- i paesaggi intesi come rifugio e dilatazione del sogno colmi di poesia e lirismo dai quali l’artista, con sapiente mano, fa emergere

il soggetto principa-le (una persona, un animale, un albero o una siepe) che ripor-ta alla dimensione reale.Nel corso della sua carriera Anna Za-nette ha realizzato diverse personali esponendo a Mode-na, Goro e in diver-se città del territorio friulano.

Page 34: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

32 CROnews 2012 - V. 6 (2) AREA GIOVANI

AREA GIOVANI

L’Associazione Giacomo Cian-chetti-Onlus, nata in ricordo di un bambino di Latina che in passato era stato curato presso il CRO di Aviano, ha raccolto in occasione delle recenti festività Pasquali, più di 800 uova di cioccolato che serviranno a sostenere l’associa-zione. Venti uova sono state do-nate da 2 classi del Liceo dove insegna la Prof. Monica Calabre-si, mamma di Giacomo, ai bam-bini e ai ragazzi del CRO.Su ogni uova c’era scritto il nome

Le uova di Pasqua per i bambini del CRO

Gli ospiti di Fiume Veneto che hanno realizzato l’Uovo, i rappresentanti del Comune di fiume Veneto e il personale della Radioterapia, festeggiano l’arrivo dell’uovo di Pasqua insieme ai bambini e alle loro famiglie.

Pasqua a quattro ruoteNella pasticceria e cioccolateria “CREMA CIOCCOLATA” che gestisce insieme con la madre Franca e il fra-tello Nicola, Loris (nel 2001 campione italiano tra i pasticcieri) trova sempre nuove ispirazioni e idee originali nel realizzare composizioni di cioccolata. Quest’anno la sorpresa per i bambini dell’Area Giovani è arrivata sulle quat-tro ruote: fatta con delizioso ciocco-lato al latte e marzapane, l’uovo di Pasqua regalato ai ragazzi dai mastri pasticceri aveva la forma di un mac-china rossa fiammante. L’entusia-smo e la curiosità dei più piccoli ha superato ogni aspettativa. Il prelibato finissimo cioccolato è stato gustato a tutta velocità. Doveroso un ringra-ziamento alla famiglia De Bortoli per il dolce pensiero portato ai nostri ragaz-zi, al Comune di Fiume Veneto e al Dr. Graffiti Umberto.

del ragazzo che l’aveva donata. Scrive Monica: “abbiamo deciso di scrivere i nostri nomi perché se sei un ragazzo il bacio di ‘Martina III M’ ti avrà fatto piacere....È stato un piacere, un piacere grande pensare a un amico sco-nosciuto... voleva essere solo un piccolo pensiero per parlare a voi, fate conto un bacio sincero, la comunicazione di una passio-ne, l’intensità di una spinta, il pia-cere di una “compagnia” ... ma tutto per la vita.!”

Page 35: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

33CROnews 2012 - V. 6 (2)AREA GIOVANI

Domenica 27 maggio il teatro Mascherini di Azzano Decimo ha ospitato, per Pordenone Pensa, il maestro Giovanni Allevi che ha presentato oltre alla sua musica il suo ultimo libro Classico ribelle, nel quale si racconta dal punto di vista professionale, personale e filosofico. Prima dello spettacolo, Allevi ha incontrato in privato una deci-na di ragazzi dell’Area Giovani (Giulia, Cristina, Veronica, Daniel, Roberta, Federico, Federica e Dafne) e, commosso per aver vi-sto tanta fierezza e coraggio nei loro sguardi, ha risposto ad alcu-ne curiose domande che essi gli hanno posto.Scrive Dafne: “Noi ragazzi dell’A-rea Giovani assieme al Dr. Mauri-zio Mascarin e a Riccardo Favaro, della consulta di Sacile, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare il maestro Allevi. L’incontro è stato interessantissimo perché non ho portato a casa solo l’ammirazio-ne per un ragazzo talentuoso,

Allevi incontra i ragazzi dell’Area Giovani

ma anche la consapevolez-za che, anche se noi ragazzi siamo diver-si da lui sotto molti aspetti, egli ha dato peso soltanto a noi adesso nel presente più che a ciò che è avvenuto in noi nel passato. Inoltre ho am-mirato anche la sua naturalezza e soprattutto l’onestà con cui ha risposto alle nostre curiose do-mande sulla sua musica, la sua vita e il suo modo di vivere la mu-sica. L’incontro è stato come lo scon-tro tra due realtà in apparenza molto diverse ma che nella so-stanza sono essenzialmente le stesse. Mi spiego meglio, molti di noi percepiscono le persone che appaiono in tv molto lontane dalla nostra quotidianità, diciamo

distanti anni luce. Ebbene da que-sto incontro ho potuto conoscere l’umanità che si nasconde dietro quel muro che contrapponiamo tra noi e la perso-na famosa, qual è il maestro Allevi; umanità che nel momento in cui abbiamo come porta bandiera la

sofferenza e lotta per la vita di-venta la medesima.L’umanità del maestro Allevi per-vade la sua musica che colpisce nel profondo, a differenza della musica che si sente usualmente alla radio, la musica del maestro rimane in un angolino profondo della coscienza e a tratti si sen-te quasi la necessità di risentirne le note viaggiando un po’ con la fantasia. La caratteristica che mi ha col-pito del maestro Allevi è stato il suo contrapporsi al modello per cui la musica classica è eter-na e stupenda, ma sarà sempre la stessa. Lui cerca di proporre una musica “nuova”, come era “nuova” quella che portò grandi autori quali Beethoven e Mozart a rappresentare il loro presente attraverso la musica classica. In altri termini la musica trova le sue radici nel passato ma crea anche le basi per il presente, e Allevi fa la musica del presente. Parafrasando come è importan-te per un musicista non fissarsi sulla musica classica di Mozart

Il maestro Allevi parla e discute con i ragazzi

Page 36: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

34 CROnews 2012 - V. 6 (2) AREA GIOVANI

Music is life!Speciale concerto al Teatro Verdi di Pordenone per il progetto “Scuola al CRO”

Da sempre la società Filarmoni-ca di Roveredo in Piano è attenta alle tematiche sociali. A partire dall’anno scorso ha intrapreso un percorso musical-solidale con lo scopo di sostenere associa-zioni ed enti che si occupano del sostegno a famiglie e persone in difficoltà. Per questo l’11 maggio 2012 è stato organizzato il con-certo “Music is life”, a favore del progetto “Scuola in ospedale” dell’Area Giovani del CRO di Avia-no a cui è stato donato il ricavato della serata. L’evento promosso ha visto la collaborazione da par-te della Filarmonica di Roveredo in Piano, presieduta da Pierluigi De Mattia, delle bande giova-nili della Base di Aviano, dirette dal maestro Sean Boyle, della “Scuola di danza Dania”, delle bande giovanili B-Band e classe propedeutica Bimbo-Band, di-rette da Francesco Dal Bo della

stessa Filarmonica di Rovere-do. Il concerto ha riscontrato un grandissimo successo: sono sta-ti venduti tutti i biglietti, il teatro ha registrato il tutto esaurito. La serata si è aperta con l’esecu-zione degli inni nazionali italiano e americano, davanti al picchetto d’onore della Base mentre i bam-bini sventolavano le bandierine dei due Paesi. Le bande hanno alternato brani diversi tra cui pez-zi di storia della musica (come il famosissimo Guglielmo Tell di Rossini), o la meravigliosa Sinfo-nia per un Addio di Rondò Vene-ziano. Ancora, gag e momenti di riflessione, come la testimonian-za dei ragazzi dell’Area Giovani del Cro e del Direttore Generale dell’Istituto Piero Cappelletti, del sindaco di Roveredo Sergio Ber-gnach, dell’Assessore alla cultura Callegari, del Presidente dell’as-sociazione dei Comandanti Ono-

rari della Base USAF Salvador, nonchè del comandante del 31° Fighter Wing, generale Scott Zo-brist. Sono saliti sul palco anche il Dr. Maurizio Mascarin che ha illustrato le finalità di questo con-certo e il direttivo di Soroptimist e dell’Istituto Scolastico Avianese, che segue il progetto della Scuo-la nell’Ospedale. Si sono esibiti i Trackanado Dream Ballet, forma-to da un quartetto di musicisti e genitori di allievi della Filarmonica di Roveredo, con coreografia se-guita da Danza Dania, che han-no saputo strappare una risata a tutto il pubblico! A sorpresa, gran finale con Everybody needs so-mebody.“La musica- hanno spiegato gli organizzatori- ha unito i cuori dei musicisti, del pubblico e dei ra-gazzi del CRO, perché per tutti la musica è importante: per i musi-cisti è una passione, per il pub-

o Beethoven, così per noi ragaz-zi è importante non fissarsi sul passato, né sulla nostra sofferen-za. Allevi si pone come obiettivo la rappresentazione della realtà presente attraverso una nuova musica, non limitandosi a ripro-durre il passato. Dobbiamo guardare al presente, alla progettualità, alla voglia di vi-vere e agli occhi dei ragazzi che sono metafora della lotta contro la malattia”.

Allevi con i ragazzi dell’Area Giovani

Page 37: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

35CROnews 2012 - V. 6 (2)AREA GIOVANI

Le Bande di Roveredo e dell’USAF

Pordenone Rugby in campo con l’Area GiovaniDal prossimo settembre, sulle maglie del Pordenone Rugby, al logo dell’AVIS Pordenone si affiancherà il logo del CRO Area Giovani, a seguito di un accordo tra il presidente del Pordenone Rugby, Avv. Francesco Silvestri e il CRO Area Giovani di Aviano. Un modo, questo per sensibilizzare le persone alla solidarietà verso i giovani pazienti onco-logici e per reperire fondi al fine di acquistare nuove apparecchiature di conforto agli ammalati. .

A sx. e sopra, i ragazzi del Pordenone Rugby

blico è un piacere e per i ragazzi del CRO è una speranza! Forse il pubblico non si è reso conto, ma ogni applauso, ogni sorriso, ogni lacrima o semplicemente

ogni emozione che ha provato durante il concerto, l’ha donata a dei ragazzi che ora potranno stu-diare anche all’interno dell’ospe-dale, potranno crescere e sorri-

dere, nonostante le difficoltà che incontrano e che hanno incon-trato.” Un concerto, un inno alla vita, un richiamo nel continuare a sperare e a sorridere!

Page 38: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

36 CROnews 2012 - V. 6 (2)

Arte come terapia: oggi ... al CRO si danza...

“Esperienza bellissima, assolutamente da ripetere!”. Sono queste le pa-role di molte delle ragazze che il 12 aprile si sono esibite al CRO di Avia-no. Sulle note di canzoni ora più grintose, come Papi di Jennifer Lopez, ora più passionali come Sono già solo dei Modà, il gruppo delle Grandi e delle Over 18 hanno intrattenuto per una buona mezz’ora il pubblico regalando forti emozioni. Le talentuose ballerine, allieve di Sara Mante-se, frequentano i corsi di danza della Polisportiva Pordenone Nord, nata quasi trent’anni fa e che lavora in molti altri settori, come la ginnastica ritmica, il fitness e l’aikido. Ed è proprio lì che, prima di fare della danza la sua professione, si allenava anche la loro insegnante.Il gruppo delle Grandi è formato da ragazze di età compresa tra i 15 e i 18 anni e studiano insieme da sette anni. Hanno fatto dell’amicizia il loro punto di forza, sono molto affiatate e con grande energia, umiltà e passione riescono a realizzare splendide coreografie.Diversa è invece la formazione del gruppo Over 18. Esso infatti è nato quasi per caso l’anno scorso. Alcune delle componenti avevano frequen-tato dei corsi con Sara Mantese, altre venivano da mondi completamente diversi, come quello del calcio, ma tutte erano unite dalla passione per la danza che, anche dopo tanto tempo, ritorna prepotentemente. Insieme hanno trovato la grinta giusta per esprimere il proprio talento, diventando un gruppo in continuo miglioramento.Un sincero grazie va a Gerardo Armini, il presentatore, che si è prestato molto volentieri anche in quest’occasione Roberto Biancat che ha invitato i gruppi di Danza Moderna della Polisportiva Pordenone Nord ad esibirsi. L’esperienza ha coinvolto in modo positivo le ragazze. Inaspettatamente lo spettacolo ha rappresentato per loro non solo una realizzazione della loro passione ma anche una tappa importante per la crescita della loro persona. Sapere di poter rallegrare anche solo una mezz’ora persone che si possono sentire abbandonate è davvero unico.

sostegno al malato

Un momento dello spettacolo di danza nel salone degenze del 2° piano al CRO.

Da sx: Fabiana Spina, Lisa Bianco, Sara Mantese, Elisa Zanet, Chiara Panontin, Aurelia Spina, Ilaria Dugaro, Martina Palmisano

Page 39: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

37CROnews 2012 - V. 6 (2)

Il sogno continua a viaggiare...

Più di qualcuno si ricorderà, (non solo perchè era presen-te ma anche perché ne è stato co-protagonista) dell’evento del 17 aprile 2011, quando è appar-sa, nel piazzale del Centro Medu-na a Pordenone, la bottiglia eco-solidale più grande del mondo, candidata al Guinness dei prima-ti, piena zeppa di tappi di bottiglia raccolti in tutto il territorio della provincia grazie allo sforzo di mi-gliaia di persone.Giornata bellissima per il bel tem-po ma soprattutto per la grande partecipazione della gente all’in-segna della celebrazione della realizzazione di un “sogno” che possiamo tranquillamente dire non ha precedenti. Giornata ricca di spettacoli, musica, giochi, ma anche di emozioni e solidarietà.La manifestazione si è svolta alla presenza e con la partecipazione attiva dei sindaci del territorio, di personalità in rappresentan-za della provincia, e delle forze dell’ordine, del Vscovo della Dio-cesi di Concordia Sagittaria, dei rappresentanti del CRO di Avia-no, e delle Associazioni di volon-tariato del territorio, del Presiden-te AiCS e di molti altri.

Ma come è nata questa idea così singolare?L’idea di creare la bottiglia di tap-pi più grande del mondo è venuta

a Viviana Cadamuro, presidente dell’Associazione “Sorgente dei Sogni” che ha sede a Fontana-fredda, in Via A. Malignani n. 4. “Questo sogno, -dice Viviana-, non si sarebbe potuto realizzare senza l’aiuto degli 850 volontari che hanno lavorato tenacemen-te senza risparmio di energie alla costruzione della bottiglia e alla raccolta dei tappi per riempirla”.L’iniziativa aveva come primo scopo la sensibilizzazione del ter-ritorio alle tematiche sociali quali l’ambiente, la solidarietà, l’infor-mazione. La campagna di raccol-ta tappi ha coinvolto tutta la po-polazione del territorio comprese le scuole, gli esercizi pubblici, le altre associazioni di volontariato ecc. Tutti hanno collaborato e fatto “rete” per coronare questo gran-de sogno di solidarietà umana. Dietro ogni tappo c’è una perso-na; una persona che voluto non rimanere indifferente all’appello di Viviana e che ha deciso di fare un piccolo sforzo per un grande ri-sultato a dimostrare che insieme si possono fare grandi cose.

Ma dove finiscono tutte quelle migliaia di tappi e a cosa ser-vono?È una domanda che molti si sa-ranno posti quando depositava-no i tappi raccolti negli appositi

contenitori sparsi in tutta la pro-vincia. La campagna di raccolta tappi serve a sostenere un pro-getto molto più importante del riconoscimento del Guinness dei primati. Infatti, contribuisce al so-stegno di un altro grande sogno che la Via di Natale ha iniziato tanti anni fa e che ancora porta avanti: la casa di Natale 2 e l’Ho-spice per i malati oncologici.Il ricavato della vendita dei tappi, infatti, è utilizzato a supporto del-la gestione delle due strutture.

Ed ora che succede?Ora che la bottiglia gigante è vuota e va riempita nuovamente. E così Viviana, che è un vulcano di idee, ha pensato alla bottiglia “itinerante” perché ... il sogno continua ...In sinergia con le forze del territo-rio prosegue, quindi, la raccolta di tappi eco-solidale. La bottiglia “si è messa le ruote” per poter-si spostare nei vari comuni della provincia. Prima tappa a Lignano dove si fermerà dal 15 luglio al 9 settembre. Tutti avvisati, quindi; da bravi eco-vacanzieri girate muniti di sacchettino raccogli tappi per ri-empire il bottiglione! Segnatevi in agenda anche la data del 9 settembre per parteci-pare, alla straordinaria festa finale a Lignano.

Page 40: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

38 CROnews 2012 - V. 6 (2)

ADMO - ASS. DONATORI MIDOLLO OSSEO Udine (sede regionale) Via Carducci, 48 - 3100 Udine 0432-299728Fax 0481-92276@ [email protected] www.admo.it

ASS. FEDERICA PER LA VITA

AFDS - ASS. FRIULANA DONATORI DI SANGUE

Vicolo delle Primule, 1 Trieste338-7457763@ [email protected]

Pordenone (sede provinciale) Viale Marconi, 16 - 33097 Spilim-

bergo (PN)0427-51472 e Fax@ [email protected] www.afdspn.it

ASSOCIAZIONE GIULIA

Pordenone (c/o Casa Serena) Via Revedole, 88 -

33170 Pordenone 0434-20282 340-2936554Fax 0434-363508@ [email protected] http://digilander.libero.it/solegiulia

ASSOCIAZIONE INSIEMEAviano (sede principale) Via Stretta, 1 33081 Aviano (PN)334-2519013@ [email protected]

Sono attive al CROORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

Venerdì 12 ottobre presso l’Auditorium Concordia di Pordenone si terrà il secondo convegno inerente al narrare e scrivere di sé in medicina, o meglio, all’im-portanza del narrare di sé e scrivere in relazione al processo di cura. Per questo secondo appuntamen-to di “Scriviamoci con cura – scrittura e narrazione di sé in medicina”, si presenterà il libro degli atti del convegno dell’anno precedente: l’intenzione è quella di raccogliere la testimonianza dell’interesse e dell’o-perato dell’Istituto per questo particolare ambito della medicina, quale è appunto la Narrative-Based Me-dicine (NBM), facendo leva sulla tradizione narrativa dello scrivere per e con i pazienti. L’obiettivo che il Gruppo “Patient Education & Empowerment” e i Vo-lontari delle Associazioni presenti al CRO si propon-gono è di consolidare una tradizione di NBM con il confronto, la condivisione e la diffusione delle com-petenze, per considerare gli aspetti non solo tecnici della malattia, ma anche quelli più prettamente per-sonali, intimi ed emozionali di ogni singola persona-paziente; di far luce sull’importanza di una maggiore attenzione alla relazione operatore sanitario-paziente, sviluppare una maggior capacità di ascolto e di acco-gliere il paziente nel suo essere persona.

Segreteria organizzativa: Centro Attività Formative

0434 659830@ [email protected]

Nei prossimi mesi...calendario eventi

Page 41: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

39CROnews 2012 - V. 6 (2)ORGANIZZAZIONI NO-PROFIT

AVIS - ASS. VOLONTARI ITALIANI SANGUE

Pordenone (sede regionale) Via Montereale, 24 - 33170 0434-555145Fax 0434-253707@ [email protected] www.avis.it/regioni/friuli_venezia_

giulia

CIFAV C/O Farmacia CRO Aviano Via F. Gallini, 2, 33081 Aviano (PN) 0434-659221 - 0434-659738Fax 0434-659743@ [email protected] www.cifav.it

Biblioteca per i Pazienti: 0434-659248

FONDAZIONE BIASOTTO

Via Leonardo Da Vinci, 44 – 33080 Ghirano di Prata di Pordenone (PN) 335-7000760 0434-622141 e Fax@ [email protected] www.fondazionebiasotto.it

INAS - CISL

Via S. Valentino, 30 - 33170 Por-denone

0434-549939Fax 0434-45085@ [email protected] www.inas.it

LILT - LEGA ITALIANA PER LA LOTTA CONTRO I TUMORI Pordenone (sede provinciale)

Via Martelli, 1233170 Pordenone

0434-28586Fax 0434-26805@ [email protected] www.legatumori.it

AIL ONLUS - ASS. ITAL. CONTRO LE LEUCEMIE LINFOMI E MIELOMA

Sede locale di Pramaggiore Piazza Libertà, 48

30020 Pramaggiore (VE) 0421-799996@ [email protected]

Sede provinciale di Pordenone Via Gemona, 1 - 33077 Sacile 0434-72518 (lun-ven 9-12/14-19)@ [email protected]

ASSOCIAZIONE LUCA-INSIEME PER UN SORRISO

Udine (sede principale). Via Roma n 3 33010 Magnano in

Riviera (UD) 0432-792255 - 0432-793267Fax 0432-793267 - 0432-792255@ [email protected]

AIRC - ASS. ITALIANA PER LA RICERCA SUL CANCRO Trieste (sede regionale) Via del Coroneo, 5 -

34133 Trieste 040-365663Fax 040-633730@ [email protected] www.airc.it

ANGOLO ONLUS - ASS. NAZIONALE GUARITI O LUNGOVIVENTI ONCOLOGICISEGRETERIA: apertura: da Lunedì a Ve-nerdì dalle 9.00 alle 12.30 Veronica 0434-659277NAVETTA DA E PER VENEZIA: 0434-659277REPERIBILITÀ VOLONTARI:Marilena 339-8789040

Pordenone (sede nazionale) c/o Centro di Riferimento Oncolo-

gico, Via Franco Gallini, 2 - Aviano www.associazioneangolo.it @ [email protected] 0434-659277Fax 0434-659531

ANDOS ONLUS - ASS. NAZIONALE DONNE OPERATE AL SENO Sezione di Pordenone (c/o Centro

Sociale Anziani) Via Piave, 54 33170 Pordenone 0434-40729Fax 0434-40729@ [email protected] www.andosonlusnazionale.it

ANLAIDS ONLUSASS. NAZIONALE PER LA LOTTA ALL’AIDS Aviano (sede regionale) c/o Prof. Umberto Tirelli, Oncolo-

gia Medica A, CRO di Aviano (PN) Via F. Gallini, 2 - 33081 Aviano 0434-659284Fax 0434-659531@ [email protected] www.anlaids.it

ASSOCIAZIONE ROSARIO SCARPOLINI (ONLUS)

Roveredo in Piano (sede legale) Via Garibaldi, 23 33080 Roveredo in Piano (PN) 331-5709988@ [email protected]@ [email protected] www.associazionerosarioscarpolini.org

ASSOCIAZIONE SOROPTIMIST

ASSOCIAZIONE VIA DI NATALE ONLUS

Pordenone Via Oberdan, 19 33170 Pordenone348-8743636@ [email protected] www.soroptimist.itPresidente Pordenone: Mirna Carlet

Via Franco Gallini, 1 33081 Aviano (PN) 0434-660805 Fax 0434-651800@ [email protected] www.viadinatale.org

Page 42: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012

40 CROnews 2012 - V. 6 (2)

il cinque per mille alla ricerca

Page 43: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012
Page 44: CROnews n.3, Volume 6, anno 2012