Cronache economiche n.18

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Istituto Nazionale per il Commercio Estero FOCUS - INVESTIMENTI ITALIANI IN TURCHIA Dai dati forniti dal Sottosegretariato al Tesoro turco, al 25 giugno 2009 risultano operanti in Turchia 727 società a partecipazione italiana. L'Italia, nel corso del primo quadrimestre del 2009, ha fatto registrare un andamento assolutamente positivo ed in controtendenza rispetto agli altri paesi, con 180 milioni di dollari investiti rispetto ai 21 milioni dello stesso periodo del 2008 (+757% '09/'08 e terzo posto in graduatoria). Lo stock degli investimenti diretti italiani in Turchia risulta aggirarsi intorno alla cifra di 4,7 miliardi di dollari. Si illustrano qui di seguito alcuni dati statistici al riguardo. Società con partecipazione italiana, secondo dimensione della società 1

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Istituto Nazionale per il Commercio Estero

FOCUS - INVESTIMENTI ITALIANI IN TURCHIA Dai dati forniti dal Sottosegretariato al Tesoro turco, al 25 giugno 2009 risultano operanti in Turchia 727 società a partecipazione italiana. L'Italia, nel corso del primo quadrimestre del 2009, ha fatto registrare un andamento assolutamente positivo ed in controtendenza rispetto agli altri paesi, con 180 milioni di dollari investiti rispetto ai 21 milioni dello stesso periodo del 2008 (+757% '09/'08 e terzo posto in graduatoria). Lo stock degli investimenti diretti italiani in Turchia risulta aggirarsi intorno alla cifra di 4,7 miliardi di dollari. Si illustrano qui di seguito alcuni dati statistici al riguardo.

Società con partecipazione italiana, secondo dimensione della società

  Numero SocietàPercentuale sul totale generale

N. Società con capitale inferiore a TL 50.000 240 33,0N. Società con capitale tra TL 50.000 e TL 500.000 323 44,4N. Società con capitale tra TL 500.000 e TL 1.000.000 49 6,7N. Società con capitale tra TL 1.000.000 e TL 5.000.000 64 8,8

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N. Società con capitale superiore a TL 5.000.000 51 7,0

Totale 727 100,0

Società con partecipazione italiana, secondo il settore di attività

Settore Numero delle SocietàAgricoltura, caccia e silvicoltura 13Costruzioni 36Istruzione 3

Forniture di elettricità, gas e acqua 10Intermediazione finanziaria 5Pesca 3Attività sanitarie e sociali 4Alberghiero e ristorazione 24Manifatturiero 258Minerario ed estrattivo 14Altre attività nel settore dei servizi alla comunità e dei servizi sociali 20

Attività immobiliari e commerciali 64

Trasporti, immagazzinamento e comunicazioni 61

Commercio all'ingrosso e al dettaglio 212Totale 727

Società con partecipazione italiana, secondo dislocazione geografica (nelle 81 provincie turche), al 25.06.2009

1. Adana: 6 (Mediterraneano)2. Aksaray: 1 (Anatolia Centrale)3. Ankara: 26 (Anatolia Centrale)4. Antalya: 22 (Mediterraneano)5. Aydın: 3 (Egeo)6. Balıkesir: 1 (Marmara)7. Bilecik: 1 (Marmara)8. Bolu: 1 (Mar Nero)9. Burdur: 1 (Mediterraneo)10.Bursa: 31 (Marmara)11.Çanakkale: 1 (Marmara)12.Denizli: 6 (Egeo)13.Düzce: 2 (Mar Nero)14.Edirne: 1 (Marmara)15.Eskişehir: 5 (Anatolia Centrale)

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16.Gaziantep: 1 (Anatolia Sud-Orientale)17.Hatay: 3 (Mediterraneo)18. Isparta: 1 (Mediterraneo)19. İstanbul: 450 (Marmara)20. İzmir: 98 (Egeo)21.Kars: 1 (Anatolia Orientale)22.Kocaeli: 12 (Marmara)23.Konya: 2 (Anatolia Centrale)24.Kütahya: 1 (Egeo)25.Manisa: 10 (Egeo)26.Mersin: 10 (Mediterraneo)27.Muğla: 9 (Egeo)28.Nevşehir: 3 (Anatolia Centrale)29.Ordu: 1 (Mar Nero)30.Sakarya: 6 (Marmara)31.Samsun: 1 (Mar Nero)32.Tekirdağ: 6 (Marmara)33.Yalova: 4 (Marmara)

Suddivisione delle 727 società nelle sette Regioni della Turchia:

1. Marmara: 5132. Egeo: 1273. Mediterraneo: 434. Anatolia Centrale: 375. Mar Nero: 56. Anatolia Sud-Orientale: 17. Anatolia Orientale: 1

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ULTIMI SVILUPPI

BredaMenarinibus si aggiudica una commessa per un valore complessivo di oltre 11 milioni di euro. L'appalto è stato emesso dalla Municipalità di Kocaeli (Izmit) per la fornitura di 35 autobus standard 12m "low floor" con alimentazione a metano e di 10 autobus articolati 18m "low floor" con alimentazione a metano. Si tratta dei primi autobus a pianale completamente ribassato "low floor" a metano, del più avanzato standard europeo, che verranno consegnati ad una città turca. Nel recente passato infatti le sole forniture di autobus a metano in Turchia sono state effettuate dalla tedesca MAN alla città di Ankara, ma per autobus con pianale alto a tre gradini. La

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firma del contratto di fornitura del valore complessivo di 11.250.000 € è avvenuta il 23 giugno 2009 a Kocaeli. Alla gara la Bredamenarinibus ha partecipato in partnership con la Temsa, costruttore di autobus sul mercato turco, che curerà i servizi di assistenza tecnica, garanzia e ricambi per conto della Bredamenarinibus, che costruirà e fornirà gli autobus. All'appalto si era presentata anche la Mercedes, la cui offerta tuttavia era stata superiore del 40% a quella formulata dalla partnership Bredamenarinibus-Temsa, risultata vincente. Le consegne degli autobus a Kocaeli dovranno essere effettuate entro fine 2009 per gli autobus da 12m ed entro febbraio 2010 per gli articolati. E' importante sottolineare che la Turchia sta spingendo l'uso del metano nei trasporti pubblici delle principali città per ragioni di costo e convenienza energetica, per cui si sta effettivamente aprendo un mercato molto grande in cui saranno richieste svariate centinaia di tali mezzi di trasporto. “La presenza di Bredamenarinibus costituisce un primo passo sul mercato turco che ci auguriamo si possa consolidare in futuro attraverso ulteriori forniture. Questi successi – ha dichiarato Pier Francesco Guarguaglini, Presidente e Amministratore Delegato di Finmeccanica – sono il risultato del rinnovamento avviato da qualche anno a questa parte in BredaMenarinibus, che grazie al nuovo gruppo dirigente, ai consistenti investimenti in ricerca e sviluppo e alla revisione dei processi produttivi, è riuscita in pochi anni a tornare competitiva sia sul mercato interno che su quello estero, con prodotti all’avanguardia nella loro categoria”.

Prossima missione ICE ad Antalya. Dal 14 al 18 settembre p.v. l’Ufficio ICE diIstanbul, nell’ambito del proprio programma promozionale e in collaborazione con la Camera di Commercio di Antalya e l’Agenzia SIDI di Ravenna, organizzera’ un workshop B2B dedicato ad oltre 20 imprese italiane del settore nautica, cantieristica ed accessori relati. La missione ad Antalya (cui seguira’ una a Bodrum) e’ la piu’ ampia mai organizzata dall’Italia in Turchia in tale settore. A breve l’ICE di Istanbul pubblichera’ una brochure relativa alle imprese italiane presenti in delegazione ed ai loro desiderata operativi, che verra’ inviata alle imprese, organizzazioni, camere di commercio, associazioni industriali potenzialmente interessate ad incontrarle. (Fonte ICE).

Riforme economiche sempre piu’ necessarie, secondo l’Associazione degli Investitori Internazionali (YASED). Secondo la YASED, l’ambiente per gli investimenti in Turchia deve migliorare per attrarre in modo ancor maggiore gli investitori stranieri,. “Ci aspettavamo 10 miliardi di dollari in Investimenti Diretti Esteri (IDE) entro la fine dell’anno”, afferma Piraye Antika, Presidente dello YASED, “ma abbiamo dovuto rivedere le nostre stime. Gli IDE giunti nel Paese nel primo trimestre del 2009 hanno toccato quota 2.2 miliardi di dollari e il numero delle fusioni e’ calato. Ci aspettiamo di conseguenza che per la fine dell’anno il totale degli IDE raggiunga una cifra inferiore ai 10 miliardi di dollari”. “Esistono sei temi sui

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quali il Paese deve concentrarsi per attrarre piu’ investimenti: lotta all’economia informale, certezza del diritto, sistema fiscale per le imprese e relativi incentivi, occupazione e istruzione”, ha insistito Antika, aggiungendo che “la Turchia deve focalizzarsi maggiormente sulla tutela dei diritti di proprieta’ intellettuale cosi’ come sugli investimenti nella ricerca.

Simsek, riforme con o senza l’accordo del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Nel corso di un incontro con gli investitori internazionali, il Ministro delle Finanze, Mehmet Şimşek, ha dichiarato che la Turchia e’ pronta ad intraprendere un pacchetto di misure finanziarie a medio-lungo termine con o senza il sostegno del FMI. Tuttavia, nota il Ministro, il supporto del FMI darebbe maggiore credibilita’ all’azione dell’esecutivo. Il Ministro ha dichiarato che a causa della crisi la Turchia si trova costretta ad intraprendere delle riforme strutturali ed a mantenere un rigida disciplina fiscale per minimizzarne l’impatto. Secondo il Ministro Şimşek i primi risultati positivi, in termini economici, dell’azione di Governo dovrebbero occorrere nell’ultimo trimestre del 2009 oppure all’inizio del 2010.

L’economista Nouriel Roubini spinge per un accordo della Turchia con il Fondo Monetario Internazionale (FMI). “E’ inquietante che un possibile accordo con il FMI sia stato posticipato al piu’ presto al prossimo autunno. Prima la Turchia stringera’ un accordo con il FMI e migliori saranno le aspettative di ripresa”, ha affermato il Prof. Roubini. “L’economia turca e’ molto piu’ attrezzata ad affrontare le crisi di quanto lo fosse nel passato. Ma una contrazione dell’economia e’ inevitabile. E l’incertezza sull’accordo con il FMI e’ la questione piu’ importante per il rilancio dell’economia. Un prestito del FMI infondera’ fiducia negli investitori non solo in termini di finanziamento del deficit delle partite correnti ma anche nella convertibilita’ dei debiti nel settore pubblico e delle imprese locali. Secondo Roubini “il problema delle finanze pubbliche potrebbe limitare la flessibilita’ della politica monetaria e l’aumento del prestito da parte dello Stato potrebbe generare un aumento dei tassi di interesse”.

FMI, Turchia e Africa in lista d`attesa. Chi sarà il prossimo paese ad accedere a un prestito flessibile alla polacca o ad un piu’ classico stand-by all`ungherese? «Sicuramente uno dei paesi candidati a ricevere un consistente aiuto dal Fmi è la Turchia (la più grande economia emergente al mondo dopo i Bric). La cifra potrebbe aggirarsi tra i 25 e i 45 miliardi di dollari e l`accordo finale con il Fondo potrebbe essere raggiunto dopo l`estate», pronostica Matteo Ferrazzi, economista di UniCredit Group. Certo va tenuto conto che i rapporti tra governo turco e Fmi assomigliano a una lunga telenovela e le trattative per il prestito vanno avanti ormai da maggio 2008 con rinvii all`ultimo momento. Il premier Recep Tayyip Erdogan e il vicedirettore del Fondo John Lipsky hanno più volte dichiarato, prima a

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Davos poi ad Ankara, di essere vicinissimi alla stretta finale, ma si sono arenati sullo scoglio della politica fiscale e soprattutto sui tagli agli enti locali. «Dall`inizio della crisi (autunno 2008) a oggi il 55% dei fondi spesi dal Fmi a livello mondiale a supporto dei paesi in difficoltà è stato destinato ai paesi dell`Europa centro orientale (la Bosnia-Erzegovina con 1,52 miliardi di dollari è stato l`ultimo della serie di interventi del Fmi nell`area); se includiamo anche la Turchia, questa quota diverrebbe superiore al 60-65% degli aiuti erogati dal Fondo negli ultimi nove mesi», afferma Ferrazzi. Certo va tenuto conto che i paesi che hanno già ricevuto aiuti (Ucraina, Lettonia) potrebbero chiederne di ulteriori, senza dimenticare che c`è anche l`Africa in lista d`attesa con il Kenya che in difficoltà ha richiesto 100 milioni a marzo e lo Zambia che potrebbe ricevere altri 100-150 milioni di dollari per affrontare la crisi del calo del prezzo del rame. Nei prossimi mesi anche le situazioni di quei paesi emergenti che non producono materie prime potrebbero peggioreranno ulteriormente. «Credo che alla base della richiesta di emissione di bond da parte del Fmi ci sia soprattutto l`esigenza della Cina di avere tra le sue riserve in valuta estera asset che non siano denominati in dollari - dice Lorenzoni, economista della Banca Monte dei Paschi di Siena. Pechino è il primo detentore mondiale di bond statunitensi che acquista con le sue riserve in valuta e da qualche anno sta cercando di diversificare maggiormente la sua esposizione in valuta per annacquare le perdite derivanti dall`indebolimento del biglietto verde». «In futuro questo potrebbe creare un minor flusso di acquisto di bond in dollari - aggiunge Lorenzoni - in una fase in cui il Tesoro americano sta emettendo ingenti quantità di debito per finanziare la spesa pubblica e potrebbe generare pressioni al rialzo per i tassi di rendimento USA e una ulteriore spinta all`indebolimento del biglietto verde». (Fonte Vittorio Da Rold – Sole 24 Ore – 02.07.09).

Si aggrava la crisi del tessile-abbigliamento turco. Il Presidente dell'Associazione turca degli industriali del settore abbigliamento (TGSD), Ahmet Nakkas, ha comunicato che  il settore sta attraversando un momento congiunturale "catastrofico" in considerazione della caduta della domanda estera ed interna. La produzione industriale  del settore nei  primi sei mesi dell'anno in corso - secondo i dati raccolti da ICE Istanbul -  e' calata del 25,8% (fra le piu' elevate dell'intero comparto industriale turco), mentre sono state chiuse - sempre nel primo semestre - oltre 2.000 aziende, causando 150.000 disoccupati. Il Presidente Nakkas ha anche evidenziato che la profonda crisi strutturale  del comparto ha portato alla chiusura dal 2003 al 2008 di oltre 40.000 imprese (industriali e commerciali) legate al mondo dell'abbigliamento e tessile e che quest'anno le esportazioni ritorneranno ai livelli del 2004, sfiorando la cifra di 12 miliardi di dollari. La TGSD peraltro ritiene che il settore tessile-abbigliamento turco potra' probabilente ritornare sul sentiero di crescita non prima della  fine del 2010.  E' interessante porre in risalto che altre  associazioni  imprenditoriali del mondo tessile, pur confermando la gravissima crisi strutturale, vedono nel difficile momento un'opportunita' di "decollo" e "svolta" dell'intero comparto

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tessile turco, che potrebbe, riorganizzandosi e concentrandosi in imprese piu' strutturate e orientate al marchio, internazionalizzarsi maggiormente e sostenere la aggressiva competizione  estremo orientale (Fonte ICE).

Positiva la bilancia commerciale del settore “automotive” turco. Il settore automotive turco ha fatto registrare un suplus nel commercio con l’estero per i primi 5 mesi del 2009. La Turchia, infatti, ha importato prodotti automotive per 2.9 miliardi di dollari e ne ha esportati per 4.2 miliardi di dollari, realizzando un surplus di 1.2 miliardi di dollari tra gennaio e maggio 2009. Se confrontati con l’anno passato, i dati dell’industria automotive turca indicano tra gennaio e giugno 2009 un calo nelle esportazioni del 51% per un valore di 6.4 miliardi di dollari rispetto allo stesso periodo del 2008. L’Istituto statistico turco (TUIK) fa notare come la Turchia abbia ottenuto 965 milioni di dollari dalle esportazioni nel mese di maggio 2009 e speso 956 milioni di dollari in importazioni. Infine, il settore ha fatto registrare una crescita del 13.2% in esportazioni e un analogo aumento del 17.8% delle importazioni a maggio, rispetto al mese di aprile 2009. Stando infine ai dati forniti dall”Associazione dei produttori di automobili (ODD), il mercato delle automobili e dei veicoli commerciali leggeri e’ cresciuto del 3.92% nella prima meta’ del 2009 se confrontato con lo stesso periodo del 2008. Mentre le vendite di automobili sono cresciute del 15.36%, le vendite di veicoli commerciali leggeri hanno registrato un calo del 15.16% nei primi sei mesi del 2009.

Crescono le vendite di FIAT / TOFAS. Le vendite della FIAT TOFAS in Turchia nei primi 6 mesi del 2009 hanno raggiunto le 41.489 unita’. Secondo un comunicato stampa pubblicato di recente, la FIAT si conferma marchio preferito dai turchi con 16.285 automobili e 25.204 veicoli commerciali leggeri venduti nella prima meta’ del 2009. Nel solo mese di giugno, la FIAT ha venduto 10.637 esemplari. Secondo quanto dichiarato nel comunicato stampa, i modelli Fiorino, Doblo e Altea, prodotti in Turchia, rappresentano la parte piu’ consistente delle vendite. Per quanto riguarda il Paese nel suo insieme, sono state vendute, nel periodo gennaio-giugno 2009, un totale di 273.357 unita’, fra veicoli commerciali leggeri ed automobili.

Cala la produzione della Toyota. Nella prima meta’ del 2009 la produzione dell’impianto della Toyota in Turchia ha subito una contrazione netta a causa della crisi nei mercati d’esportazione. La Toyota, infatti, ha ridotto la produzione di automobili a 32.000 unita’ nel periodo gennaio-giugno 2009, registrando un calo del 38% rispetto allo stesso periodo del 2008. La Toyota Turchia aveva prodotto nel 2008 127.000 automobili, delle quali ben 119.000 erano state esportate (principalmente in Europa).

Nuovo Presidente della Pirelli Turchia. Il Presidente dell’Investment Executive Board della Banca Garanti, Metin Ar, e’ stato eletto nuovo Presidente della Pirelli Turchia, dopo le dimissioni di

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Selahattin Beyazit. Metin Ar continuera’ a lavorare per entrambi i Gruppi. Il Direttore Esecutivo della Pirelli, Andrea Pirondini, ha recentemente affermato “la Turchia e’ molto importante come mercato e come base produttiva”. Quello che rende la Turchia vantaggiosa e’ l’alta qualita’ del lavoro, un’infrastruttura sviluppata e un buon background industriale. Il piu’ grande impianto della Pirelli, caratterizzato da altissimi standard produttivi, si trova a Kocaeli. La Pirelli e’ la quinta al mondo tra le aziende produttrici di pneumatici al mondo, con 25 fabbriche in 12 paesi e con attivita’ in 169 paesi. Il giro d’affari della societa’ nel 2008 raggiunge i 4.7 miliardi di euro, che proviene per l’88% dalla produzione di pneumatici.

Forte il supporto all'UE (51,9%) . Sondaggio ufficiale del TUIK. L'Ufficio Statistico Turco (TUIK)  ha effettuato nei giorni scorsi  un sondaggio  presso 6.465 cittadini turchi, dal quale si evince che il 51,9% -ove ci fosse un referendum popolare pro o contro l'ingressso nell'Unione Europea- voterebbe a favore. Il sondaggio ha anche mostrato che "solo" il 29,5% della popolazione  e' palesemente contraria all'UE, mentre il 18,6% non si esprime in materia. I favorevoli si dividono fra uomini (58,5%) e donne (45,6%), con i giovani (18-24 anni) ancor piu' favorevoli all'UE, con una percentuale del 57,1% (gli over 60 invece si mostrano meno favorevoli). E' anche interessante notare che coloro i quali dispongono di una laurea o un titolo scolastico superiore si mostrano ancor piu' favorevoli ad un ingresso nell'UE (circa il 60%), mentre chi puo' disporre di un reddito mensile superiore alle 2.500 Lire Turche (TL) al mese (1.250 euro circa) per il 62,1% e' favorevole all'ingresso della Turchia nell'UE. Secondo gli analisti locali, il sondaggio - ritenuto molto attendibile poiche' effettuato dall'ente statistico ufficiale e con criteri scientifici - e' particolarmente interessante, poiche' tanti ritenevano che le difficolta' attuali del processo di avvicinamento della Turchia all'UE, come anche le dichiarazioni palesemente contrarie all'ingresso della Turchia nell'UE di alcuni importanti leaders europei, avrebbero influito negativamente sul sondaggio, cosa che nella realta' non e'  avvenuta. Avere oggi "solo" il 29,5% di contrari all'UE e' un dato importante poiche' significa che nonostante tutte le contrarieta', l'integrazione in Europa dal punto di vista sociale, politico e culturale ed il sentirsi definitivamente parte  della "grande famiglia" europea e' ritenuto un reale obiettivo, peraltro molto diffuso fra la popolazione turca. (Fonte ICE).

La Turchia firma un accordo con la Germania per la costruzione di 6 sottomarini per la marina turca. L’accordo riguarda 6 sottomarini Class-14 con air-independent propulsion (AIP) prodotti da Howaldtswerke-Deutsche Werf GmbH (HDW), del gruppo ThyssenKrupp Marine Systems. I nuovi sottomarini renderanno la marina turca piu’ efficiente nelle operazioni sottomarine di lunga durata. Il Ministro della Difesa turco ha informato che la partecipazione industriale turca si aggirera’ intorno all’80% del valore del

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contratto. La HDW pre-assemblera’ le parti meccaniche e strutturali in Germania per poi spedirle in Turchia, mentre tutti i sistemi d’arma ed elettronici in generale verranno prodotti in Turchia sulla base di un “design” turco.

La Turchia firma diversi accordi di trasporto aereo civile. La Direzione Generale per l’aviazione civile del Ministero dei Trasporti (SHGM) ha recentemente dichiarato di aver siglato nel corso della prima meta’ del 2009 ben 21 nuovi accordi bilaterali di aviazione civile che hanno permesso la messa in opera di nuove tratte aeree. La Turchia ha firmato tali accordi con il Libano, la Cina, il Vietnam, il Canada, il Kenya, l’Egitto, la Russia, la Tailandia, l’Iran, il Kyrgyzstan, l’Ucraina, la Grecia, il Giappone, la Serbia, il Qatar, il Mali, il Gambia, la Somalia e le Isole Comore. Al momento la Turchia ha siglato nel complesso 97 accordi bilaterali di aviazione civile, raggiungendo un totale di 109 aeroporti. D’altra parte la Turchia si prepara ad ospitare in autunno ad Istanbul la Conferenza dell’ICAO (International Civil Aviation Organization) dal titolo “Air services negotiation conference”.

Decisione sugli elicotteri “general purpose” rinviata. Il Comitato esecutivo dell’industria della difesa, presieduto dal premier Erdogan, ha deciso di rinviare la scelta su quali elicotteri multipurpose adottare per i propri bisogni militari e civili per i prossimi decenni. Il programma per gli elicotteri era all’ordine del giorno della riunione di mercoledi 1 luglio scorso del Comitato. I concorrenti sono l’americana Sikorsky e l’italiana Augusta Westland. Le due societa’ hanno entrambe recentemente proposto produzioni in collaborazione con l’industria locale turca per accaparrarsi la commessa. La prima infornata del programma in questione prevede l’acquisto di 109 elicotteri, 69 dei quali militari e 40 civili.

Servizi RoRo tra Mersin e Trieste. Il servizio roll-on e roll-off (RoRo) tra Mersin e Trieste ha iniziato ad operare il 4 aprile; da allora la domanda per questa tipologia di servizio non ha smesso di aumentare. Il servizio si e’ inoltre rivelato utile anche per l’export verso l’Europa dalle citta’ anatoliche di Kayseri, Konya, Gaziantep e Adana.

Istanbul ospitera’ le prossime riunioni annuali del FMI e della Banca Mondiale. Si terrano i prossimi 6-7 ottobre nella capitale economica del Paese le riunioni annuali del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale. La pagina web degli incontri e’ gia’ apparsa (www.istanbul2009turkey.org). E’ la seconda volta nella sua storia che la Turchia ospita tali riunioni. La prima fu nel 1955. Il Global Economic Outlook e il Global Financial Stability Report verranno resi pubblici in vista delle riunioni in questione.

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In crescita le esportzioni verso l’Iraq. Le esportazioni turche verso l’Iraq, che nei primi 5 mesi del 2008 avevano raggiunto un valore di 1.2 miliardi di dollari, hanno toccato 2.1 miliardi di dollari nello stesso periodo del 2009 (le aspettative per fine anno prevedono un totale di 5 miliardi di dollari di export verso l’Iraq).

ECONOMIA E POLITICA ECONOMICA

Turchia - commercio estero (gennaio-maggio '09). Confermato il difficile momento congiunturale. Nel momento nel quale viene certificato che l'economia turca e' in recessione tecnica (due trimestri consecutivi con il PIL in territorio negativo -6,2% nell' ultimo trimestre '08 e -13,8% nel primo trimestre 09), viene anche confermato che uno dei motivi principali del tracollo dell'economia e' derivato dalla caduta verticale dell'interscambio (-36,4% gennaio-maggio '09/'08). Le importazioni sono ammontate infatti a 49,8 miliardi di dollari (-42,3% '09/'08), un dato veramente significativo per comprendere come un paese essenzialmente trasformatore come la Turchia ha de-facto "congelato" o per meglio dire "dovuto congelare" i processi produttivi interni (-24% la produzione industriale nel primo trimestre), mentre le esportazioni sono ammontate a 39,4 miliardi di dollari (30,8% '09/'08), un calo drammatico che sta influendo notevolmente anche sull'occupazione (-15,8%). Il saldo della bilancia commerciale e' pertanto negativo per 10,4 miliardi di dollari (lo scorso anno era risultato nello stesso periodo di 29,4 miliardi di dollari -64,6% '09/'08). La Germania si riconferma nuovamente primo partner commerciale con un interscambio di 8,7 miliardi di dollari, in calo del 37,3% rispetto al 2008. Le importazioni turche dalla Germania sono ammontate a circa 5 miliardi di dollari (-38,9% '09/'08), mentre le esportazioni turche verso una delle principali locomotive europee sono state pari a 3,7 miliardi di dollari (-35,6%). Il saldo e' a favore della Germania per 1,3 miliardi di dollari. La Russia, permane nel 2009 il secondo partner commerciale con un interscambio di 8,3 miliardi di dollari (-52,2% '09/'08), con esportazioni russe in calo del 47,5% (dovuto essenzialmente ad un alleggerimento della "bolletta energetica") ed esportazioni turche che si sono ridotte del 56,8% (segnale di un'altra crisi economica forse molto piu' vasta e complessa vissuta a Mosca e dintorni). La Cina e' il terzo partner commerciale con un interscambio di 4,825 miliardi di dollari (-30% '09/'08)ed un saldo attivo per 4 miliardi di dollari. Al quarto posto si colloca l'Italia, che ha esportato merci per 2,6 miliardi di dollari (-45,7% '09/'08) ed importato prodotti turchi per 2,1 miliardi di dollari (-43% '09/'08). L'interscambio pari a circa 4,8 miliardi di $ e' calato del 44,4% ('09/'08); il saldo e' sempre attivo per l'Italia per circa 500 milioni di dollari, mentre la quota di mercato sul totale delle importazioni turche dal mondo e' pari al 5,2%. Al quinto posto si colloca la Francia (ma

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mesi orsono in alcuni circoli non si parlava di "boicottaggio" del "Made in France" ?) che scavalca dopo molti anni gli USA ed insidia l'Italia da vicino, con un interscambio di 4,6 miliardi di dollari (-32,5% '09/'08). Le esportazioni francesi sono ammontate a 2,4 miliardi di dollari (-37% '09/'08), mentre le esportazioni turche verso quel paese sono ammontate a 2,2 miliardi di dollari (-28% '09/'08). Gli USA si collocano pertanto al sesto posto, con un interscambio di 4,4 miliardi di dollari (-29,8% '09/'08). Come negli scorsi mesi, anche con tutti gli altri tradizionali partners commerciali o quelli relativamente "nuovi" (fanno eccezione solo alcuni paesi dell'Africa), l'interscambio e' stato sempre caratterizzato dal segno meno, segnale molto chiaro che la difficile fase congiunturale pregiudica molto fortemente piu' o meno allo stesso modo le relazioni commerciali della Turchia con il resto del mondo. (Fonte ICE).

Calo della produzione industriale a maggio. La produzione industriale a maggio scorso e’ calata del 17.4% rispetto allo stesso periodo del 2008. La stessa risulta tuttavia aumentata del 5% rispetto al mese precedente (indicando l’inizio di una ripresa). Secondo i dati forniti dalla TUIK i settori industriali che hanno subito maggiori contrazioni sono i seguenti: manifatturiero – 19%, minerario -12.9%, elettricita’/gas/acqua -5.5%. In merito alla tipologia dei beni, la contrazione piu’ consistente e’ quella relativa alla produzione di beni capitali (-35.8%). Per quanto riguarda i beni intermedi, la produzione e’ calata del 19,5%; in particolare, la produzione di energia si e’ ridotta dell’8.2%, la produzione di beni di consumo non durevoli dell’8%, mentre quella di beni durevoli del 4%. Se si considera l’industria manifatturiera nello specifico, la produzione di veicoli a motore e‘ calata del 41.9%, quella metallurgica del 29.2% e quella dei macchinari elettrici del 28.0%. Si noti che gli incentivi fiscali introdotti nel corso degli ultimi mesi per contrastare gli effetti della crisi internazionale sull’economia turca hanno contribuito all’aumento del 5% dell’output industriale rispetto al mese di aprile.

Accelerazione dell’inflazione a giugno. L’inflazione in Turchia ha subito un’accelerazione a giugno a seguito delle misure del Governo per l’aumento delle tasse sulle automobili e gli elettrodomestici. A giugno l’inflazione e’ aumentata a 5.73% per i prezzi al consumo da un minimo storico del mese precedente, secondo quanto dichiarato dall’Istituto Statistico turco (TUIK). Tuttavia i prezzi alla produzione sono diminuiti di un ulteriore 1.86%.

Cala il numero delle nuove imprese nella prima meta’ del 2009. Nel corso dei primi sei mesi del 2009, il numero delle nuove imprese e’ diminuito del 24.1% rispetto allo stesso periodo del 2008. Stando ai dati forniti dall’Unione delle Camere di Commercio (TOBB), nella prima meta’ del 2008 nascevano 28.296 nuove imprese, mentre nel 2009 questo numero si riduce a 21.469. D’altra parte, nello stesso periodo hanno chiuso i battenti 7.204 imprese, facendo registrare un incremento del 15.4%.

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I profitti delle grandi imprese turche diminuiscono. Il quotidiano economico Referans riporta le gravi perdite subite dalle grandi imprese turche negli ultimi mesi del 2008 a causa della crisi internazionale. Secondo l’edizione turca del magazine “Fortune” ben 142 delle 500 grandi imprese turche hanno subito perdite nel 2008. In generale, per quelle che hanno perso, le perdite si aggirano intorno al 35%. I profitti totali realizzati nel 2008 sono calati da 20.7 miliardi di dollari a 12.9 miliardi di dollari. I profitti delle prime 10 dieci imprese nazionali sono scesi del 53,1% se confrontati con l’anno precedente. E mentre le grandi imprese accusano un calo dei profitti, le piccole imprese devono affrontare le difficolta’ legate alla loro esposizione debitoria dovuta alla crisi.

La Turchia consolida i rapporti economici con i paesi del Gulf Cooperation Council (GCC). Si e' concluso nei giorni scorsi ad Istanbul, il vertice fra la Turchia ed i ministri degli esteri dei paesi membri del Gulf Cooperation Council (GCC) (Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kuwait, Bahrain, Qatar ed Oman). Fra gli argomenti piu' rilevanti  e peraltro  fortemente caratterizzanti della dichiarazione finale, vi sono stati i temi economici. Nello specifico, il ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu,  ha sottolineato che il commercio bilaterale fra i sei paesi del Golfo Arabico e la Turchia e' cresciuto otto volte dal 2002 raggiungendo lo scorso anno la cifra record di 16,6 miliardi di dollari, anche gli investimenti diretti  dei paesi del GCC -solo lo scorso anno- hanno sfiorato la somma di 2 miliardi di dollari con  interessi crescenti nell'immobiliare, turismo, trasporti, logistica, energia, chimico, agricoltura, agroindustria, ecc. E' anche interessante porre in evidenza che  i contractors turchi si sono aggiudicati  -negli ultimi sette anni-   progetti infrastrutturali pari a circa 16 miliardi di dollari nell'area del golfo (il 20% circa dell'intero ammontare derivante dai lavori all'estero). Un altro punto importante dei lavori e' stato dedicato al progetto di connessione ferroviaria fra la Turchia e  quindi l'europa, con i paesi aderenti al GCC, un progetto molto ambizioso che vedrebbe protagonisti ancora una volta i contractors turchi pero' con ottime opportunita' di inserimento -anche in joint-venture- per le imprese europee e non solo del settore. Infine  ruoli centrali saranno svolti dalla cooperazione in campo energetico (petrolio, gas ed energie rinnovabili), con la Turchia che vorrebbe svolgere -per i paesi GCC-  il ruolo di testa di ponte verso l'UE per alcuni progetti (p.e. rigassificatori) e l'industria della difesa con le imprese turche pronte ad aggiudicarsi importanti commesse derivanti dagli ampi budgets dei sei paesi . (Fonte ICE)

ENERGIA FOCUS – LEGGE SULLE ENERGIE RINNOVABILILo scorso 10 giugno la rivista economica, Yatırimlar Dergisi, ha pubblicato l’intervista con il Capo della Commissione Parlamentare sull’Energia, Soner

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Aksoy. La conversazione ha avuto come tema principale gli effetti che la nuova legge sulle energie rinnovabili (YEK Law), redatta dalla Commissione Parlamentare, diretta da Aksoy, potra’ generare, a livello socio-economico, in favore dell’ambiente (adesione turca all’Accordo di Kyoto per la riduzione obbligatoria delle emissioni di gas serra) e dell’intero sistema produttivo. Questa nuova legge, che va ad integrare le lacune presenti in quella promulgata nel 2005, considerata troppo inadeguata in termini di funzionalita’, richiama l’attenzione degli investitori privati del settore energetico in Turchia, in quanto agira’ sulla leva dei prezzi calmierati per l’energia prodotta in maniera pulita (circa 7 centesimi di euro/Kw per l’energia idroelettrica, da 8 a 12 centesimi di euro per l’energia prodotta da fonte eolica, fino a 16 centesimi di euro per l’energia proveniente da centrali mareomotrici, fino a 25 centesimi di euro per alcuni tipi di energia solare) e garantira’ sovvenzioni ai produttori di energia pulita che impiegheranno mano d’opera locale. Dal punto di vista tecnico sono state definite in maniera piu’ chiara le aree di investimento che, specie in alcune categorie e sottocategorie, presentano differenti caratteristiche di impiego e di produzione. In base alla nuova normativa, inoltre, pannelli solari e strumenti per la produzione di energia eolica potranno essere installati anche nei parchi nazionali. Come noto, la Turchia da tempo sta cercando di diversificare le fonti energetiche per diminuire la sua dipendenza dalle importazioni di gas, dalla Russia e dall’Iran. La nuova legge e’ stata presentata in occasione di una conferenza sul tema delle energie rinnovabili, a oltre 80 amministratori delegati di differenti compagnie di settore, tenutasi in Germania. Due delle piu’ rinomate compagnie europee (la prima tedesca, con molta probabilita’ la societa’ Scholz, e l’altra spagnola) si sono mostrate molto interessate allo studio di possibili investimenti in Turchia, in particolare nell’eolico e solare. Con la nuova legge il mercato turco viene considerato con un maggiore potenziale di crescita e piu’ interessante sotto il profilo degli investimenti, per cui le società tedesche e spagnole stanno dimostrando un grande interesse a creare nuove collaborazioni e contatti commerciali con enti e aziende turchi. Il Capo della Commissione Parlamentare, Aksoy, si e’ detto convinto che, al termine dell’iter legislativo, la nuova legge sara’ in grado di assicurare ingenti investimenti stranieri nel settore delle energie rinnovabili, considerato ormai, a livello internazionale, uno dei settori che attirano il maggior numero degli investimenti (+ 400% dal 2004 al 2008 – e solo nel 2008 sono stati investiti oltre 140 milioni di dollari per una capacita’ produttiva di 65GW a fronte di un totale di 250 milioni di dollari per 157 GW di potenza installata da tutte le fonti). Il fabbisogno di energia elettrica della Turchia, nel 2023, si prevede che possa aggirarsi sulle 100.000 MW, di cui 20.000 MW dovrebbero essere prodotti da energia alternativa. Lo stesso Aksoy, contattato al riguardo, avrebbe suggerito, vista la notevole esperienza dell’Italia nella produzione di energia a impatto zero (distretti regionali delle energie rinnovabili, centro di Actelios del Gruppo Falck, per il solare e biomasse, Enel ed ENI impegnate nel progetto del fotovoltaico ‘Sunto Grid’, l’estensione della superficie dedicata all’eolico in Puglia, con i suoi 2.932 Kmq. E alla potenzialita’ dell’Italia fino a 11.686 Kmq, l’Astaldi da poco entrata nel settore delle centrali idroelettriche, potenzialita’ dell’Italia nel settore della biomasse residuali, stimata

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in 25 milioni di tonnellate), di sensibilizzare gli enti, le associazioni di categoria e le societa’ italiani, affinché possano valutare con maggior interesse la possibilita’ di partecipare al processo di diversificazione delle fonti energetiche e all’azione di mobilitazione degli investimenti, intrapresa dalla Turchia, per il rilancio di una piattaforma di maggior utilizzazione delle risorse di energie rinnovabili disponibili. (Fonte Consolato Generale d’Italia in Istanbul)

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Turchia, Russia ed Azerbaijan, "Il grande gioco energetico" continua. Nell'incontro di Soci dello scorso maggio fra i primi ministri di Russia e Turchia, un tema centrale era stato quello energetico con particolare riguardo al petrolio, gas naturale, elettricita' ed energia nucleare. A distanza di poco piu' di quaranta giorni, il   neo Ministro dell'Energia turco, Taner Yildiz, si e' recato a Mosca per incontri con il suo omologo Sergei I. Shmatko ed il Vice Primo Ministro Igor Sechin, nell'ambito della "Commisione Economica Mista" , per approfondire le tematiche lanciate a Soci. In  particolare, i due paesi dovranno rinnovare l'accordo per la imprescindibile fornitura annuale russa di 6 miliardi di m3 di gas naturale, discutere in merito alle possibili collaborazioni energetiche bilaterali in paesi terzi (p.e Iraq), sciogliere i nodi sui risultati del tender per la prima centrale nucleare turca (era risultata vincente un'azienda russa, ma l'aggiudicazione e' sospesa) e sulle prospettive connesse  alla cooperazione industriale e scientifica sempre nel campo nucleare, definire forme di collaborazione avanzata nel campo elettrico ribadendo il ruolo che i contractors turchi hanno nel settore in Russia, collaborare nell'ambito di due importanti progetti, il Blue Stream 2 che porterebbe il gas russo sino in Israele  ed il South Stream che porterebbe il gas controllato dai russi, sino al centro dell'europa (i russi -secondo gli analisti- sarebbero in queste ore in forte  pressing sui turchi per coinvolgerli molto piu' attivamente in questi 2 progetti e "distoglierli" dal Nabucco, cosa qui ritenuta peraltro non possibile e non auspicata). E' peraltro interessante notare che nello scacchiere energetico globale, si inserisce a pieno titolo l'accordo raggiunto nei giorni scorsi da Gazprom con la Socar , per la fornitura dal primo gennaio 2010 di 500 milioni di m3 incrementabili, di gas naturale azero che dovrebbero alimentare il mercato russo e far "deviare" cosi' le forniture russe  verso l'europa e successivamente in medioriente,  per i futuri progetti (South Stream e Blue Stream 2). Il Ministro Yildiz ha peraltro evidenziato ieri -lasciando Istanbul per la Russia-  che l'accordo russo-azero sul gas naturale non dovrebbe avere effetti sostanziali sul progetto Nabucco, poiche' le amplissime riserve azere consentirebbero di alimentare sia le reti distributive controllate dai russi, che  quelle c.d. "euro-americane" che transitano ora (BTE) o transiteranno  in futuro (Nabucco), per la Turchia. Un quadro dunque molto complesso nel quale i posizionamenti strategici dei singoli paesi partecipanti al " grande gioco"  non sono stati ancora totalmente definiti e che riguardera' ancora molti anni a venire. (Fonte ICE).

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South Stream, Mosca incassa il primo Si di Ankara. Mosca ha incassato di recente una prima disponibilita' da parte di Ankara ad esaminare la proposta di partecipare al progetto di gasdotto russo-italiano South Stream. Lo riferisce l'agenzia Interfax. ''Riteniamo che la Russia possa garantire alla Turchia condizioni vantaggiose per la cooperazione nel campo energetico'', ha commentato il Ministro degli esteri turco Ahmet Davutoglu, rispondendo ad una domanda sulle prospettive di una partecipazione turca nel South Stream, dopo un incontro a Mosca con il suo collega Russo Serghiei Lavrov. ''La Turchia e' pronta a continuare le trattative sulle questioni energetiche in una atmosfera di piena franchezza ed a ricevere le proposte della Russia'', ha proseguito. Lavrov, dal canto suo, ha ribadito che la Turchia puo' partecipare al South Stream in qualsiasi formato. ''Se la Turchia e' interessata al progetto South Stream, la forma della partecipazione puo' essere differente. Gli operatori russi e turchi si metteranno d'accordo su questo'', ha aggiunto.( Fonte ANSA 02.07.09).

Meno burocrazia per favorire lo sviluppo del settore energetico. Lo scorso anno la Turchia ha totalizzato 6.6 miliardi di dollari da 19 accordi nel settore energetico. Lo afferma il Rapporto annuale “Energy Deals”, eleborato da ConnectedThinking e PriceWaterHouseCoopers. “Gli ostacoli burocratici creano le difficolta’ piu’ grandi al settore energetico”, secondo Kerim Alain Bertrand, capo executive della societa’ di consulenza ISI Emerging Markets in Turchia. Per gli investitori, si legge nel rapporto, le incertezze regolamentari e legislative rappresentano gli ostacoli maggiori da sormontare. Secondo Bertrand, il Governo dovrebbe fornire incentivi di diversa natura al settore privato, sul prezzo o sulle garanzie immobiliari. La Turchia, ad esempio, e’ molto indicata per la produzione di energia da fonti rinnovabili. Ma le energie rinnovabili sono piu’ costose e la redditivita’ del capitale investito si misura sul piu’ lungo termine. Per queste ragioni la Turchia avrebbe bisogno, sempre secondo Bertrand, di una migliore definizione del prezzo. La Turchia si pone due obiettivi nel settore energetico: da una parte soddisfare la domanda interna di energia e dall’altra divenire un corridoio energetico fra Asia e Europa.

FOCUS ENERGIA - RAPPORTO 2009 SU: ‘ACQUA IN TURCHIA’ - PUBBLICATO DALLA DIREZIONE GENERALE DEI LAVORI IDRICI DI STATO.

Alcuni dati statistici sul Paese

La popolazione della Turchia (71.500.000 di cui 66,5% tra 15-64 anni e una prospettiva di vita pari a 71,7 anni) ha un tasso di crescita annuale dell’1,31%. La popolazione rurale è scesa dall’80%, nel 1927, al 29,5% nel 2007. La densità di popolazione è di 92 abitanti per km2, mentre quella

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abitativa è di 3,9 persone per appartamento. Il contributo di partecipazione alla formazione del PIL (USD 656,8 Mld. e USD 9.305 pro-capite, + 1% nel 2008) è risultato pari al 8,9% dell’Agricoltura, al 26,8% dell’industria, del 6,5% della costruzione, del 15,2% del commercio e del 42,6% dai restanti settori produttivi.

La Turchia e la sua Acqua

Dal rapporto 2009 sull’Acqua in Turchia, pubblicato dalla Direzione Generale dei Lavori Idrici di Stato, si evince una situazione velatamente preoccupante, in considerazione dell’evoluzione sempre più rischiosa prodotta dal continuo ed inarrestabile aumento della popolazione e dal peggioramento graduale delle condizioni climatiche in Turchia e, in modo particolare, nella zona centrale del Paese (in Anatolia Centrale dove si registrano precipitazioni scarsissime pari a 250mm all’anno – si comincia a parlare di processi di desertificazione con precipitazioni di 250 mm/anno e temperature da 27/28° C.). La situazione drammatica sull’emergenza acqua nel mondo (solo in nove paesi è localizzato il 60% delle risorse naturali di acqua - tra cui Stati Uniti, Russia, Canada, Brasile e Indonesia - e per ben 80 paesi si può parlare di stato di penuria - oggigiorno si stima in circa 10.000 il numero di persone che ogni giorno muore per malattie legate alla mancanza d’acqua oppure all’utilizzo di acque inquinate - nel mondo sono circa 1.400.000.000 le persone che non hanno accesso all’acqua potabile - nell’anno 2025, quando la popolazione supererà gli 8 miliardi di esseri umani, il numero delle persone senza accesso all’acqua potabile si prevede possa raggiungere più di 3 miliardi - alla fine del 1990, il numero delle città con più di 1 milione di abitanti era di 290, di cui 250 in Asia, Africa e America Latina, nel 2025 il numero delle citta’ potra’ essere di 650 di cui, più o meno 600, nei paesi “sottosviluppati” – Fonte Ist.Calvino di Genova) che si legge quotidianamente sui media internazionali, per effetto della sua iniqua distribuzione, spinge le autorità Turche a considerare il problema dell’acqua una delle priorità assolute della propria politica sociale e a considerare seriamente il problema della gestione delle proprie risorse idriche. La disponibilità annua di acqua della Turchia è pari a 1/5 di quella dei Paesi ricchi; negli ultimi trenta anni, la Turchia ha raggiunto buoni risultati nello sviluppo delle proprie risorse, migliorando le condizioni di vita della popolazione, sviluppando il settore agricolo, incrementando la produzione di energia e, infine, ottenendo ottimi risultati nella prevenzione contro le inondazioni. Seguendo le direttive della Conferenza Internazionale su Ambiente e Sviluppo di Rio (UNCED 1992), dove sono state trattate tematiche importanti, come quelle relative all’ esaurimento delle risorse, della lotta all'inquinamento, della protezione del patrimonio forestale, marino e della biodiversità naturale e, soprattutto del surriscaldamento globale, la Turchia si é impegnata fortemente nel creare la cornice legale e amministrativa per la difesa dell’ambiente; la ‘Strategia Nazionale dell’Ambiente’ e la ‘Strategia Nazionale sulla Biodiversità’ sono le tracce più evidenti del grande sforzo che il Paese ha fatto per migliorare la qualità di vita della sua popolazione e garantire ad essa uno sviluppo sostenibile nel settore dell’ambiente.

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Clima e situazione acqua in Turchia

La media annuale della temperatura in Turchia oscilla tra i 15°C ed i 20° C. Il clima viene classificato in semi-arido (dai 60mm ai 100mm di precipitazioni/anno), in semi-umido (dai 100mm ai 120mm di precipitazioni/anno) e umido (dai 120 ai 140/150mm di precipitazioni anno). Secondo una previsione a livello mondiale sui cambiamenti climatici, la Turchia dovrebbe trovarsi, nel 2030, nella fascia dei Paesi critici, con un aumento delle temperature estive di 2-3° e con il calo delle precipitazioni intorno al 5-15%, con conseguente riduzione del 15%-25% di umidità. La precipitazione media/anno (1941-2007) è di 643mm (si passa da un minimo di 250mm del centro Anatolia ad un massimo di 2500mm della costa nord-est del Mar Nero), con tendenza di diminuzione di 29mm/su 100 anni. Il volume complessivo delle precipitazioni annue ammontano a 501 Miliardi (Mld) di m3, di cui 274 Mld. di m3 rappresentano il volume di evaporizzazione. Con i suoi 25 bacini (Dicle-Firat, Konya Kapali, Sakarya, Yesilirmak, Buyuk Menderes, Susurluk, Marmara H., ecc.), i suoi 16 fiumi più importanti (Tigri, Eufrate, Aras, Kura, Kizilirmak, Goksu, Evros, Oronte, ecc.) ed i suoi tre laghi (Beysehir, Tuz e Van), la Turchia dispone attualmente di una capacità di 227 Mld. di m3/anno di sedimenti acquei (186 Mld di risorse proprie disponibili, 41 Mld. di m3 raccolte dalla falde freatiche). Di tale capacità, 112 Mld. di m3/anno sono quelli disponibili e utilizzati (98 Mld. di m3 di superfice acquea e 14 Mld. di m3 di falde acquifere). L’attuale consumo si attesta sui 46 Mld. di m3/anno. Considerando una popolazione di 71,5 milioni di persone, la quantità disponibile di acqua pro-capite in Turchia risulta essere di 1.566 m3/anno (ovvero pari a 4,3 m3/giorno - mentre in Europa il consumo medio equivale a circa 87 metri cubi d'acqua al giorno, incluso l'uso per l'irrigazione, l’agricoltura, l’industria e l’uso domestico); tale quantita’ viene giudicata dalla World Health Organization (WHO) già in fascia di ‘stress idrico’ (si stima che per il 2025 circa 3,5 miliardi di persone rientreranno nella categoria di "water scarcity") dato che, la stessa Organizzazione Internazionale ha valutato che il consumo di mille metri cubi/anno d’acqua pro capite, costituisce il limite al di sotto del quale è impossibile avere uno sviluppo economico e garantire la salute e il benessere delle persone. La Turchia non é considerato un Paese ricco di acqua, visto che la sua disponibilità pro-capite/anno è inferiore alla media mondiale; si stima che, nel 2023, la quantità di acqua disponibile potrà raggiungere una quantità inferiore ai 1000 m3/anno. La Turchia possiede una superficie di circa 78 milioni di ettari (mha); la superficie destinata all’agricoltura (terreni coltivabili), raggiunge oltre un terzo (circa 28,05mha); di questa superficie oltre 5 mha sono attualmente irrigati ed ulteriori 8,50 mha vengono considerati ‘economicamente irrigabili’.

Gestione dell’Acqua

Dal 1950, molte opere sono state realizzate su tutto il territorio turco, che hanno contribuito a creare un sistema integrato delle risorse idriche; è stata anche predisposta una cornice legale volta ad assicurare una gestione

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sostenibile delle risorse idriche. Il Piano Quinquennale della gestione delle risorse idriche, con il quale si è provveduto a definire gli obiettivi principali da raggiungere a breve e medio termine, ne è la dimostrazione evidente. Il potere decisionale di tale Piano spetta al Primo Ministro, congiuntamente ad alcuni Ministri (Ambiente e Foreste, Lavori Pubblici, Agricoltura), e all’Organizzazione della Pianificazione (DIS - Direzione Generale dei Lavori Idrici dello Stato, delle Risorse di Produzione Elettricità e Amministrazioni Provinciali). Le Organizzazioni Governative compongono la struttura esecutiva organizzata su due livelli: centrale (Direzioni Generali) e periferica (Direzioni regionali e provinciali). Secondo la Costituzione turca (art. 168) l’acqua è un bene delloStato, per cui solo il Governo potrebbe deleganre l’uso e la gestione. Il Codice Cicile (CC) turco distingue due tipi di risorse idriche: Risorse Pubbliche di acqua (gesione e utilizzo regolati da leggi pubbliche – Leggi 167, 1053 e 2872); Risorse idriche in ambito di legge privata e di proprietà privata (considerate parte integranti del territorio ed ubicate in proprietà appartenenti a privati, per cui i diritti su tali risorse vengono regolate dal CC (art. 674).

L’uso dell’Acqua.

La sicurezza di approvvigionamento di acqua è divenuta ormai una delle preoccupazioni più inquietanti di diversi Paesi, per cui l’obiettivo prioritario che i Governi si propongono di raggiungere, entro il 2015, nell’ambito del MDGs (Millennium Development Goals), e’ una riduzione dei Paesi che non hanno accesso all’acqua. La Turchia si sta muovendo in tale direzione compiendo ogni sforzo per aumentare l’efficienza dell’uso dell’acqua. L’Ente turco preposto alla distribuzione delle risorse idriche è la DSI – General Directorate of the State Hidraulic Works – che gestisce i 25 bacini più importanti sul territorio turco ed è coinvolto direttamente nei tre più importanti progetti di sviluppo regionale: GAP (Southeastern Anatolia Project), DAP (Eatern Anatolia Project) e KOP (Konya Plain Project). Attualmente solo il 41% del totale delle risorse idriche potenziali della Turchia (attualmente consumati 46 miliardi. di m3) sono state sfruttate, mentre il restante 59% (112 miliardi di m3) si spera possa essere utilizzato entro il 2023 (Centenario della Repubblica della Turchia). Nel 2008 la Turchia ha consumato 46 miliardi. di m3 di acqua (34 miliardi di m3 per usi irrigui, 7 miliardi di m3 per usi domestici e 5 miliardi di m3 per usi industriali); per il 2023 la quantità di acqua da destinare all’agricoltura si prevede sia più che raddoppiata (72 miliardi di m3), quella per usi dometici quasi triplicata (18 miliardi di m3) e, quella assorbita dall’industria più che quadruplicata (22 miliardi di m3).

Le dighe in Turchia

L’attività di costruzione di dighe in Turchia ha avuto inizio fin dai tempi della seconda guerra mondiale; dal 1954 in poi tale attività si è sviluppata, gradualmente, sempre nel rispetto dell’ambiente che, in alcune circostanze, ne ha condizionato le realizzazioni. La prima diga costruita nell’epoca repubblicana è stata quella di Cubuk-I Dam per la fornitura di acqua alla capitale. La più grande diga costruita in Turchia è quella di Ataturk Dam

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(Ataturk Baraji) che, costruita sul fiume Eufrate, a valle della città di Keban, rappresenta l’elemento centrale del GAP - Progetto dell’Anatolia Sud-Est - (Guneydogu Anadolu Projesi), un progetto che prevede la costruzione di 22 dighe e 19 centrali idroelettriche sui fiumi Tigri ed Eufrate (interessa principalmente la zona che comprende le pianure di Gaziantep, Sanliurfa, Adiyaman, Diyarkabir, Mardin, Siirt, Batman e Sirmak. In Turchia sono state costruite 673 dighe, di cui 260 di grandi dimensioni e 413 di entità minore (la capacità di invaso di oltre 140 km3 di acqua). Sono in costruzione o in fase di studio ulteriori 146 dighe (63 grandi e 83 piccole). In Turchia, come in altri Paesi che soffrono di carenza di acqua, diviene prioritaria la costruzione di bacini per lo stoccaggio di acqua, per cui le dighe che vengono costruite non hanno solo lo scopo di fornire acqua per irrigazione e per la produzione di energia elettrica, ma di fornire anche l’acqua per gli invasi di stoccaggio.

Potenziale idroelettrico

Da stime effettuate il potenziale idroelettrico teorico della Turchia, stimato in 433.000 GWh equivarrebbe all’1% di quello del mondo intero e al 16% di quello europeo; il potenziale raggiungibile si attesta sui 216.000 GWh, mentre quello economicamente utilizzato è pari a 140.000 GWh. La Turchia ha 172 impianti di produzione idroelettrica già operativi, con una capacità installata di 13.700 MW, in grado di generare una produzione di 40.000 GWh/anno (circa il 29% del potenziale idroelettrico utilizzato in Turchia); ulteriori 148 impianti sono in fase di costruzione e serviranno ad aumentare di ulteriori 20.000 GWh la produzione di energia elettrica. In futuro è prevista la costruzione di 1.418 nuove centrali idroelettriche che potranno generare una produzione di energia elettrica di ulteriori 22.700 GWh. Alla fine del 2008, grazie anche alla partecipazione del capitale privato, incentivato da un quadro normativo più favorevole (legge 4628 in vigore dal 2001), sono stati realizzati diversi progetti che hanno portato la capacità complessiva installata a 42.359 MW, capace di generare una produzione di energia elettrica di 247.000 GWh. In Turchia il 19% della produzione di energia viene generata da impianti idroelettrici e il restante 81% da impianti termoelettrici. In Turchia il consumo annuale di energia elettrica è risultato pari a 2.900 kWh, che è al di sopra della media mondiale pari a 2.500 kWh.

Fornitura di Acqua per uso domestico

Alla fine del 2008 sono stati forniti alle città, dagli Enti preposti alla fonitura di acqua potabile (DIS, Municipalità e SPA), oltre 7 miliardi di metri cubi (m3) di acqua per uso domestico, su un totale di 46 miliardi di m3 di acqua consumata. Nel 2023, si stima che la quantità di acqua consumata possa raggiungere un volume di 112 miliardi di m3 e, quella per uso domestico, 18 miliardi di m3. Il trattamento delle acque viene effettuato secondo gli standards europei e la capacità di depurazione degli impianti esistenti varia da 50.000 m3 a 1.600.000 m3 di acqua al giorno, a seconda della grandezza degli impianti. Nel 2008, oltre il 40% della popolazione è risultata destinataria di acque effluenti trattate e il oltre 78% della popolazione delle varie municipalità è risultato connesso ad un sistema fognario. La media

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annua della quantità di acqua fornita per uso domestico per persona risulta essere, oggigiorno, pari a 250 litri/giorno (litri 195/giorno nel 1990).

Fornitura di Acqua per uso Industriale

La quantità di acqua adibita ad uso industriale rappresenta circa l’11% del totale della quantità di acqua fornita (5 miliardi di m3 su un totale di 46 miliardi di m3). Nel 2023, su un totale di di 112 miliardi di m3 di quantità fornita, si spera di poter giungere a rifornire 22 miliardi di m3, ossia il 20% del totale di quantità di acqua distribuita.

Utilizzo di Acqua nel settore dell’Agricoltura

Il peso del settore agricolo nella formazione del PIL turco è stato del 25% nel 1980 ed attualmente si aggira su una partecipazione dell’8-9%. Le più importanti produzioni agricole che contribuiscono alla formazione del PIL sono: silvicoltura, allevamento del bestiame, acquacoltuta e diverse attività produttive (cereali, cotone, frutta e vegetali). Molte delle produzioni agricole provengono da estensioni di campi con impianti di irrigazione. In Turchia, nel 2008, la superficie irrigua copriva un’estensione di 5,8 milioni di ettari; nel 2023 tale superficie dovrebbe raggiungere un’estensione di 8,5 mil.di ettari (ovvero il 10,89% del territorio). Il sistema di irrigazione in Turchia viene fornito e manutenuto dal WUO (Water User Organization), che esegue i progetti elaborati dagli Enti statali preposti (DIS, Bank of Provinces, Municipalità e SPA).

Progetto GAP (Guney Anadolu Projesi - Southern Anatolia Project -)

Il GAP è un progetto regionale che si sviluppa lungo il tratto inferiore dei corsi d'acqua dei fiumi Dicle (Tigre) e Firat (Eufrate) e mira al raggiungimento dello sviluppo socio-economico della regione sud-est della Turchia, conosciuta col nome di Mesopotamia Alta. Trasformato, nel 1989, in progetto multisettoriale, il GAP è tra i più grandi progetti di sviluppo rrealizzati nel mondo in quanto interessa nove provincie con un numero di abitanti pari al 10% dell’intera popolazione turca (72.500.00) e, inoltre, assicura la potenza idroelettrica e l'irrigazione delle terre aride e lo sviluppo di settori quali I'industria, il turismo, i trasporti, I'istruzione, la sanità, le telecomunicazioni, I'industria mineraria e il petrolio e grandii opere (dighe, impianti di irrigazione e di produzione di energia elettrica).

Le aspirazioni di sviluppo del progetto sono le seguenti:

1. Sviluppare tutte le terre e le risorse idriche della regione interessata, per ottenere un accelerato sviluppo economico e sociale; 2. Ridurre la disparità tra la regione e le altre regioni turche aumentando i livelli della produzione e il conseguente benessere della regione.3. L'aumento della produttività e dei posti di lavoro nella regione.4. Porre rimedio al crescente bisogno di infrastrutture derivante dall'esplosione demografica e dalla crescente urbanizzazione.5. Contribuire agli obiettivi nazionali di crescita economica e promozione delle

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esportazioni, tramite un efficiente utilizzo delle risorse della regione. ). Nel 2008, il Governo turco ha stanziato una somma di circa 3 miliardi di euro per la copertura finanziaria 2008/2009 destinata alla realizzazione dei progetti GAP programmati entro il 2012. Del suddetto finanziamento biennale, ad oggi, ne é stato speso circa 1 Miliardo di euro (TL 1.9 miliardi). Attualmente il 66% dei progetti sono stati portati a termine, per cui risulta evidente che il Governo dovra’ ancora assumersi un impegno finanziario ancora consistente per giungere alla conclusione dell’intero progetto. Nel settore dell’energia sono stati portati a termine il 75% dei progetti da realizzare e, con la realizzazione del progetto ‘Ilisu Dam’ in Batman, si arrivera’ a coprire il 90% dei progetti del settore energia. Il GAP prevede l’implementazione di 13 progetti di irrigazione e di produzione di energia elettrica, di cui 7 progetti (1. Lower Fira, 2. Karakaya Dam and HEPP, 3. Border Firat, 4. Suruç-Baziki, 5. Adiyaman-Kahta, 6. Adiyaman-Göksu-Araban, 7. Gaziantep) da realizzazrsi sul fiume Eufrate e 6 progetti (1. Dicle-Kralkizi; 2. Batman, 3. Batman-Silvan, 4. Garzan, 5. Ilisu e 6. Cizre) sul bacino del Tigri. Il Progetto include la costruzione di 22 dighe, 19 impianti idroelettrici e reti d’irrigazione sui fiumi Eufrate e Tigri. Il costo totale del progetto è stimato in 37 Miliardi di TL (circa 18 miliardi di Euro), di cui il 57% sarebbe stato già investito; il progetto servirà a irrigare 1,8 milioni di ettari, ovvero il 21% dell’area totale irrigata della Turchia, a produrre energia idroelettrica per una potenza di 27.387 GWh, ad aumentare il reddito pro-capite del 209% e, infine, a dare occupazione a circa 3,8 milioni di lavoratori.

Il progetto GAP e l’Energia Idroelettrica

IL GAP è destinato ad avere un impatto considerevole sull’aumento della potenza idroelettrica installata. I progetti nell’area GAP contribuiranno ad aumetare la potenza installata di energia idroelettrica di ulteriori 7,5 GWh. Il progetto più importante viene identificato con la costruzione della diga ed impianto idroelettrico di Ilisu sul fiume Tigri.

La Turchia e la politica tranfrontaliera

La Turchia viene considerato un Paese che, con l’aumento della popolazione , comincerà a soffrire la siccità a partire dal 2030. Attualmente la disponibilità di acqua pro-capite risultra essere al disotto della media europea, per cui la Turchia è obbligata a svolgere una politica accurata di ricerca e della conservazione delle proprie risorse di acqua. Alcune parti del territorio della Turchia comprendono regioni semi-aride dove le precipitazioni si verificano per un periodo di solo 5 o 6 mesi all’anno. Il ricorso ad azioni di prevenzion i contro lo straripamento dei fiumi e le inondazioni inducono a considerare la necessità di far corso a progetti infrastrutturali, ovvero alla costruzione di dighe e bacini, per poterne disporre di acqua, per usi domestici, agricoli e industriali, in periodi di carenza. Il 40% del potenziale di acqua in Turchia è in stretta dipendenza con corsi di acqua (Coruh, Tigri, Eufrate, Kura, Aras, Meric e Asi) che sono in comune con Paesi confinanti. La politica tranfrontaliera turca dell’acqua è stata improntata verso una cooperazione con i Paesi interessati che, in caso di controversie, devono

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ricercare la soluzione nelle proprie radici storiche e culturali. Riguardo all'aspetto giuridico dello sfruttamento dei fiumi transfrontalieri, quali il Tigri e l'Eufrate, esistono aspre controversie di difficile risoluzione. Sebbene esista un consistente corpo di leggi riguardo lo status dei corsi d'acqua navigabili transfrontalieri, grazie all'antico uso dei corsi d'acqua per il commercio, lo sfruttamento dei corsi d'acqua non navigabili è divenuto una questione di conflitto internazionale solo nell'ultimo secolo, e, nonostante i ripetuti tentativi non si è ancora raggiunto un accordo. (Fonte Consolato Generale d’Italia in Istanbul)

INDICATORI MACROECONOMICI Crescita del PNL: Il Governo turco ha attuato con determinazione il

programma di risanamento economico concordato con il FMI a partire dal 1999, conseguendo importanti risultati che hanno reso in questi anni l’economia turca sempre più robusta e stabile. Il Paese si è infatti ripreso dalla crisi con caparbietà ed impegno, riportando una crescita dell’8% nel 2002, del 6% nel 2003, di quasi il 10% nel 2004, del 7,7% nel 2005, del 6% nel 2006 e, seppur in tono minore, del 4,5% nel 2007 (con una produzione complessiva del valore di 659 miliardi di dollari, una cifra che pone la Turchia al 17° posto a livello mondiale). La crescita del PIL per tutto il 2008 è stata di 1.1% per un valore complessivo pari a 741 miliardi di dollari.

Inflazione annua: 8,4% nel 2007. A gennaio 2009, l’inflazione si è confermata a due cifre (+10,1%), mentre a febbraio è scesa a 7,7%. L’inflazione ha raggiunto, ad aprile 2009, il livello più basso da 39 anni a questa parte: 6.1%. A giugno, l’inflazione ha toccato 5.73%.

Interscambio con l’Italia nel 2008: 18,8 miliardi di dollari. Nel 2008, l’Italia si è confermata terzo partner commerciale della Turchia, con una crescita dell’interscambio del 7,5% (‘08/’07). Le esportazioni italiane verso la Turchia sono ammontate a 11 miliardi di dollari, registrando un aumento del +10,4% rispetto al 2007; le importazioni sono cresciute del 4,4%, raggiungendo la cifra di 7,8 miliardi di dollari. Il saldo è da considerarsi un record per l’Italia: 3,2 miliardi di dollari (+28% rispetto al 2007). La quota di mercato dell’Italia, sul totale generale importato dalla Turchia dal mondo, è stata del 5,5%. Per quanto riguarda il periodo gennaio-maggio del 2009, l’Italia si colloca al quarto posto per importanza di interscambio con la Turchia. L'Italia ha esportato merci per 2,6 miliardi di dollari (-45,7% '09/'08) ed importato prodotti turchi per 2,1 miliardi di dollari (-43% '09/'08). L'interscambio pari a circa 4,8 miliardi di dollari, e' calato del 44,4% rispetto allo stesso periodo del 2008, il saldo e' sempre attivo per l'Italia per circa 500 milioni di dollari, mentre la quota di mercato sul totale delle importazioni turche dal mondo e' pari al 5,2%.

BORSA DI ISTANBUL Borsa di Istanbul (IMBK 1100) a chiusura di settimana punti 36424

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CAMBIO 1 Euro = YTL 2. 162 1 USD = YTL 1. 555

A cura di: Gianmarco Macchia Primo Segretario dell’Ufficio Economico eCommerciale dell’Ambasciata d’Italia in Turchia

Roberto Luongo Direttore dell’Ufficio ICE di Istanbul

Redazione: Andrea Perugini - Collaboratore Economico e Finanziario Ufficio Commerciale

Ambasciata d’Italia in Turchia

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