Cronache · 2020. 3. 18. · delle cronache e dei social media ed i bambini e i ragazzi rischiano...

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Il nostro servizio Andrea Pellegrino LA NOTA Distribuzione gratuita DIRETTORE: ANDREA PELLEGRINO Giovedì 19 marzo 2020 Anno III • n. 12 www.oradicronache.it SPECIALE #CORONAVIRUS #ANDRATUTTOBENE I RACCONTI, LE STORIE, I DATI, LE SPERANZE DEI PRIMI GIORNI DA ISOLATI Mia nonna mi raccontava spesso della seconda guerra mondiale e dei bombarda- menti e mi diceva che anche allora, quando si era costretti a ripararsi nelle cantine e nelle gallerie, c'era chi cantava per tenere su il morale delle persone. La situazione è tragica e ades- so ce ne stiamo accorgendo davvero. Ora le pallottole ci fischiano vicino alle orecchie e ci ac- corgiamo che il virus è ac- canto a noi, subdolo ed insi- dioso. Siamo comunque un popolo dalle mille contrad- dizioni, diviso tra geni, labo- riosi, responsabili, decisionisti ed in misura (ahimè) equa anche imbecilli, menefreghisti ed ignoranti. E questa condi- zione di tensione, di restri- zioni, fa sì che questo sia il tempo per tutte queste cose. L'unica iniziativa che non dovrebbe trovare spazio ora è la critica, quella sterile, inu- tile, becera.... segue a pag. 7 Alessandro Rizzo L’Italia ai tempi dei flashmob L‘ ora di Cronache FONDATO DA MARTA NADDEI U n numero speciale che non sarà in distribuzione per le strade e gli esercizi commerciali di Salerno e pro- vincia ma sarà visibile sul nostro sito web. E’ l’informazione ai tempi del Coronavirus che ha cambiato tutto all’improvviso. Raccontiamo le vostre storie, at- traverso i vostri contributi, al- leggeriamo quanto possibile la tensione, cerchiamo di offrire un servizio durante questa surreale vicenda che si speri finisca quanto prima. La vostra (nostra) qua- rantena impressa nero su bianco, segno tangibile della voglia di reagire con forza e determina- zione. Noi della redazione ci sia- mo chiesti più volte cosa avrebbe detto la nostra Marta davanti a ciò. Sorridiamo immaginando i suoi post pungenti e intelligenti. Ci mancano i suoi scritti e le sue riflessioni, così come manca lei in questo già complesso periodo che abbiamo vissuto (e viviamo) tutti noi.... segue a pag. 12 LA RIFLESSIONE La “lezione” ai tempi del Coronavirus di Giuseppe Fauceglia* Il necessario ed opportuno blocco, disposto dal Governo, alle lezioni scolastiche ed universitarie (per ora, sino al 3 aprile), ha comportato la moltiplicazione di iniziative per l’organizzazione delle lezioni con strumenti telematici. In questi giorni di forzato ritiro, ho riletto qualche pagina della straordinaria opera di Oswald Spengher, “Il tramonto dell’occidente”, edizioni Aragno, con la splendida traduzione ed introduzione di Giuseppe Raciti (ai tempi del liceo avevo già avuto modo di “scoprire” Spengher, tradotto e commentato per Longanesi da Julius Evola), avendo modo di apprezzarne il tratto profetico. Vorrei partire da questa riflessione per giungere alla vertiginosa trasformazione della vita quotidiana, che fa sembrare l’individuo “concreto” sempre più spaesato e superato, estraneo in una realtà in cui l’artificiale (ovvero la tecnica) sta diventando sempre più “la natura dell’uomo”. .. segue a pag. 3 DIARIO dalla QUARANTENA ‘Rilassatevi, siate vivi e non siete soli. Forse è tempo per un bel libro grande e lungo, forse è tempo per il fremito della creatività. L’arte è sempre stata una forma di grande medicina’. ‘Come interagire con le persone? Fate che sia come in un gioco o un passo di danza in cui, nonostante non ci si tocca, molto ci si scambia’. ‘Vestitevi d’amore, divertimento, mente giocosa e lasciate che le vibrazioni d’amore fluiscano’ ‘Giocate con la distanza. Fare arte può essere utile. Fate che sia divertente’ Il messaggio di Patch Adams all’artista vietrese Mirkò

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Il nostro servizio

Andrea Pellegrino

LA NOTA

Distribuzione gratuita

DIRETTORE: ANDREA PELLEGRINO

Giovedì 19 marzo 2020 Anno III • n. 12

www.oradicronache.it SPECIALE #CORONAVIRUS #ANDRATUTTOBENE

I RACCONTI, LE STORIE, I DATI, LE SPERANZE DEI PRIMI GIORNI DA ISOLATI

Mia nonna mi raccontavaspesso della seconda guerramondiale e dei bombarda-menti e mi diceva che ancheallora, quando si era costrettia ripararsi nelle cantine enelle gallerie, c'era chi cantavaper tenere su il morale dellepersone. La situazione è tragica e ades-so ce ne stiamo accorgendodavvero. Ora le pallottole ci fischianovicino alle orecchie e ci ac-corgiamo che il virus è ac-canto a noi, subdolo ed insi-dioso. Siamo comunque unpopolo dalle mille contrad-dizioni, diviso tra geni, labo-riosi, responsabili, decisionistied in misura (ahimè) equaanche imbecilli, menefreghistied ignoranti. E questa condi-zione di tensione, di restri-zioni, fa sì che questo sia iltempo per tutte queste cose. L'unica iniziativa che nondovrebbe trovare spazio oraè la critica, quella sterile, inu-tile, becera....

segue a pag. 7

Alessandro Rizzo

L’Italia ai tempidei flashmob

L‘oradiCronache

FONDATO DA MARTA NADDEI

Un numero speciale chenon sarà in distribuzioneper le strade e gli esercizi

commerciali di Salerno e pro-vincia ma sarà visibile sul nostrosito web. E’ l’informazione aitempi del Coronavirus che hacambiato tutto all’improvviso.Raccontiamo le vostre storie, at-traverso i vostri contributi, al-leggeriamo quanto possibile latensione, cerchiamo di offrire unservizio durante questa surrealevicenda che si speri finisca quantoprima. La vostra (nostra) qua-rantena impressa nero su bianco,segno tangibile della voglia direagire con forza e determina-zione. Noi della redazione ci sia-mo chiesti più volte cosa avrebbedetto la nostra Marta davanti aciò. Sorridiamo immaginando isuoi post pungenti e intelligenti.Ci mancano i suoi scritti e le sueriflessioni, così come manca leiin questo già complesso periodoche abbiamo vissuto (e viviamo)tutti noi....

segue a pag. 12

LA RIFLESSIONE

La “lezione”ai tempidel Coronavirus

di Giuseppe Fauceglia*

Il necessario ed opportuno blocco, disposto dal Governo, alle lezioni scolastiche ed universitarie (per ora,sino al 3 aprile), ha comportato la moltiplicazione di iniziative per l’organizzazione delle lezioni construmenti telematici. In questi giorni di forzato ritiro, ho riletto qualche pagina della straordinaria operadi Oswald Spengher, “Il tramonto dell’occidente”, edizioni Aragno, con la splendida traduzione edintroduzione di Giuseppe Raciti (ai tempi del liceo avevo già avuto modo di “scoprire” Spengher, tradottoe commentato per Longanesi da Julius Evola), avendo modo di apprezzarne il tratto profetico. Vorreipartire da questa riflessione per giungere alla vertiginosa trasformazione della vita quotidiana, che fasembrare l’individuo “concreto” sempre più spaesato e superato, estraneo in una realtà in cui l’artificiale(ovvero la tecnica) sta diventando sempre più “la natura dell’uomo”. .. segue a pag. 3

DIARIO dallaQUARANTENA‘Rilassatevi, siate vivi e nonsiete soli. Forse è tempo per unbel libro grande e lungo, forse è tempo per il fremito dellacreatività. L’arte è sempre statauna forma di grande medicina’.‘Come interagire con le persone? Fate che sia come in un gioco o un passo didanza in cui, nonostante non ci si tocca, molto ci si scambia’. ‘Vestitevi d’amore, divertimento, mente giocosa e lasciate che le vibrazionid’amore fluiscano’ ‘Giocate con la distanza. Farearte può essere utile. Fate chesia divertente’

Il messaggio di Patch Adamsall’artista vietrese Mirkò

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a verità è che l'emergenza Co-ronavirus ci ha trovato impre-parati psicologicamente: toccacorde profonde e mina i nostribisogni primari di salute, sicu-

rezza e protezione che riguardano noistessi e soprattutto i nostri figli.Scenari simili non li avevamo mai speri-mentati se non tramite uno schermo e cilascia addosso quasi un senso di irrealtà,come se fosse tutto impossibile, attivandoper spirito di sopravvivenza una serie diatteggiamenti di negazione o panico.Mentre ciò che serve e responsabilità edequilibro. Difficile, ma non impossibileper un genitore. Ogni giorno e in ognidove il tema del Coronavirus è al centrodelle cronache e dei social media ed ibambini e i ragazzi rischiano di essere so-vraesposti alle informazioni, non semprecorrette, che possono diventare per lorofonte di grandi stress e generare paure.Per dare a bambini e adolescenti il neces-sario supporto, Save the Children, orga-nizzazione internazionale che si occupadella protezione dei minori in contesti diemergenza, ha messo a punto questi sem-plici suggerimenti, attraverso i quali i ge-nitori e gli adulti che gli sono vicino,possano affrontare le grandi preoccupa-zioni dei più piccoli. Ascoltare. L’ascoltodei bambini è il primo passo per com-prendere quale sia il loro stato emotivo,supportare emotivamente e psicologica-mente i bambini e ragazzi vuol dire primadi tutto stargli vicino accogliendo le loropreoccupazioni e le loro paure. È fonda-mentale capire i bisogni per poter dare ri-

sposte adeguate alle loro richieste. Informare. Dire la verità nel modo piùsemplice è sempre la cosa migliore dafare. Per farlo al meglio ciascun adultopuò fare riferimento a fonti ufficiali, comead esempio il Ministero della Salute.Dare le informazioni con un linguaggiosemplice e adatto alla loro età è il modomigliore per tranquillizzarli e facilitare lacomprensione di ciò che sta accadendointorno a loro. No alla sovraesposizione di informa-zioniEvitare di far trascorrere troppo tempodavanti ai media e ai social media, pernon amplificare la confusione rispetto aciò che vedono e ascoltano. L’eccessivaesposizione rischia inoltre di essere con-troproducente e innescare meccanismi dirifiuto o di minimizzazione eccessivadella situazione. Continuare a mostrareimmagini di ospedali, mascherine e il co-stante aggiornamento del numero deicontagi e delle morti, non può che incre-mentare fantasie e pensieri negativi.Rassicurarli sulle misure di protezioneadottateSpiegare ai bambini che gli adulti e so-prattutto le istituzioni stanno facendo ditutto per proteggere loro e le persone chegli sono vicine. È essenziale far compren-dere a bambini e ragazzi che i comporta-menti preventivi come la chiusura dellescuole in alcune regioni italiane, la so-spensione delle gite scolastiche e di al-cune attività aggregative in tutto ilterritorio nazionale, sono misure necessa-rie per avere maggiore controllo e garan-

tire alla popolazione una protezione ade-guata; Approfondire la conoscenzaProporre momenti di approfondimento,anche attraverso il gioco, per studiare itemi scientifici legati alle caratteristichedel virus aiuterà i bambini e ragazzi a sen-tirsi più consapevoli e comprendere mag-giormente anche le indicazioni deicomportamenti da adottare che sonostate indicate dalle autorità sanitarie.Essere da esempioI primi a dover seguire i comportamenticorretti devono essere gli adulti: è fonda-mentale essere attenti ad esprimere le pro-prie emozioni negative di fronte aibambini e ragazzi, che potrebbero essereinfluenzati dagli adulti che li circondano.È inoltre fondamentale che siano propriogli adulti a seguire con scrupolo le regolee i comportamenti indicati dalle istitu-zioni competenti, coinvolgendo i bambinia fare altrettanto. Mantenere la quotidianitàNon cambiare i propri comportamenti ele proprie abitudini, se non richiesto dalleautorità competenti, è importante pernon creare ulteriori fonti di ansia e stress.Per coloro che si trovano invece in con-dizione di non poter andare a scuola ofrequentare le normali attività ricreative acui erano abituati, è importante mante-nere un senso di normalità attraverso ilgioco e lo studio anche in casa; Non discriminareEvitare comportamenti o affermazioniche siano discriminatorie nei confrontidei contagiati o delle persone che proven-gono da una determinata area geografica.Anche in questo caso è necessario che gliadulti siano da esempio e siano capaci dispiegare ai bambini che commettono attidiscriminatori, che si tratta di un compor-

tamento sbagliato. Di fronte a un bam-bino che dovesse essere invece vittima didiscriminazione è importante cercare dicoinvolgere gli altri genitori, gli insegnantie coloro che sono vicini al bambino, pernon farlo sentire escluso, condividendo leinformazioni corrette. Valorizzare le opportunità che vengonodai nuovi mediaPer ridurre il senso di isolamento, soprat-tutto laddove i bambini siano costretti incasa, le tecnologie digitali possono essereuno strumento utile alla socializzazione eall’apprendimento. È però necessario chei genitori e gli adulti promuovano un uti-lizzo consapevole e corretto di questistrumenti da parte dei più piccoli. Piccoli gesti che possono fare la diffe-renzaTrovare modalità nuove e divertenti perinvogliare i bambini ad avere comporta-menti corretti può aiutarli a rendere abi-tuali dei piccoli gesti. A volte anche unasemplice filastrocca può essere di aiutoper insegnare ai bambini che le manivanno lavate per almeno 20 secondi, cosìcome non mettersi le mani in bocca ostarnutire nell’incavo del braccio. Un po’alla volta queste piccole attenzioni, cre-ando anche occasioni di divertimento, sitrasformeranno in sane abitudini. Te-niamo duro. La situazione che stiamo vi-vendo sollecita i nostri limiti e le paurepersonali e da genitore, ma va ricordatoche è una condizione temporanea e tran-sitoria che durerà tanto meno se ognunodi noi saprà approfittare del tempo a di-sposizione da dedicare ai propri figli.

Daniela Pasatore

uanti di voi stanno leggendo unlibro in questo momento? Io neho già due in cantiere “ Storia diÁsta” di Jòn Kalman Stefánsson

e “ Il maestro e Margherita” di Mi-chail Bulgakov. Ma vi siete maichiesti cosa c’è dietro almondo dei libri? Dietroogni libro che avete ac-quistato nella libreriasotto casa ci sono deigiocatori d’azzardo. Inquesto momento sonoper me come acqua neldeserto, mi aiutano anon pensare e a far tra-scorrere più in fretta que-sti giorni in cui nel mondoimperversa una pandemia.Sì, ogni libraio gioca ogni giornola sua partita d’azzardo. Nella miriadedi proposte letterarie che presenta ilmondo editoriale, decide di puntare sui ti-

toli in cui più crede e se quei titoli piac-ciono ai suoi lettori ha fatto “bingo”. Bel-lissima l’idea romantica del libraio che sene sta tutto il giorno a spolverare le men-sole dei suoi grandi scaffali passando dauna lettura all’altra di un libro. I librai oggisono trapezisti che si giostrano tra tasse,

spese d’affitto e esose bollette. Perquesto quando il decreto dello

scorso 11 marzo attuato dalPresidente del Consiglioha previsto la chiusuratemporanea delle no-stre saracinesche il pa-nico un po’ ci haassaliti. Lo stesso pa-nico che ha assalitotutti i commercianti.

Parla Giuseppe Avi-gliano, titolare insieme

alla moglie Alessia della li-breria Mondadori Bookstore

situata sul corso di Agropoli: “Il primo pensiero è andato ai nostri

lettori perché abbiamo da sempre intesoquesto lavoro come un servizio, una pic-

cola missioneculturale a favore della lettura in un paeseancora troppo indietro nella diffusione dellibro. Poi, non meno ingombranti, sonoarrivati a bussare i problemi di ogni altroimprenditore : scadenze, fitto, progetti darimandare “. In questo momento storicoin cui il nostro dovere di cittadini ci ri-chiama a mettere da parte anche i nostristessi interessi personali, i dubbi e le in-certezze sono davvero tanti. “ Utopistica-mente avrei voluto leggere su quel decretoche anche i libri fossero considerati benidi prima necessità. Negli ultimi giorni ab-biamo avuto molti lettori che sono venutia fare scorpacciate di libri prima di rin-chiudersi in casa nel rispetto delle regolevigenti e questo mi fa pensare che forsepian piano si comincia a diffondere l’ideache anche la letteratura è un bene fonda-mentale per la vita. E quando l’incubo diAmazon sembrava attenuarsi grazie allaLegge del libro approvata il 5 febbraio dalSenato, ecco che l’incubo è ritornato afarsi più forte di prima” – queste le paroledi Salvatore Iumiento, titolare della libre-

ria Mondadori Bookstore del CentroCommerciale La Fabbrica di Salerno.Tante le testimonianze proveniente ancheda librai di piccole librerie indipendenti.La preoccupazione è comune ma non cisi può lasciar sopraffare. E allora ecco chenascono tante idee per non starsene conle mani in mano. Su cosa possono puntareinquesto momento i librai? Sul fattoreumano, quello che li ha sempre contrad-distinti dalle grandi catene di distribu-zione. Nascono così video-letturedivulgate sul web, piccole fiabe lette in di-retta per i più piccini per dare una manoa mamma e papà a tenerli impegnati, di-rette Facebook in cui si parla di libri, incui si chiacchiera di letteratura, in cui ciscambia bellezza. Tutto questo a titolo deltutto gratuito con un'unica speranza di so-pravvivenza: quando riapriremo le nostresaracinesche ricordatevi di noi, i nostrilibri vi aspettano. Questo è un momentodi resistenza per tutti e noi librai vogliamoessere la resistenza della letteratura.

«Anche i libridovrebbero esserebeni primari»

Q

IL RACCONTO

Tra video letture e piccole fiabe in direttacosì “sopravvivono” i librai nei giorni più bui

L

FABIANA AMATO

CORONAVIRUS E BAMBINII consigli di Save the Children

2 Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.itPrimo Piano

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“Milano sei un bellis-simo deserto” è soloil verso di una can-

zone. Dopo la fuga di notizie cheha visto la pubblicazione dellabozza del nuovo decreto governa-tivo che chiude la Lombardia, Mi-lano è spettrale. La città è sempre stata un grandequanto luminoso orfanotrofiopronto ad accogliere le speranze ditutt’Italia: qui arrivano studenti elavoratori. In tanti sognano di tor-nare dalle proprie famiglie ungiorno, altri invece vogliono cheMilano diventi casa. Lei non ci facaso e adotta tutti, sembra quasiche non li veda, ma ha a cuore lalibertà di tutti i suoi abitanti. Perquesto sapere che durante la notteun’orda di persone con la valigiaha invaso le sue stazioni per scap-pare fa un po’ paura. Un po’ rende l’idea di quantagente non abbia a cuore né la pro-pria terra né la città che l’ha adottata. La mattinadopo l’esodo è surreale: in città c’è il sole ma nonc’è quasi nessuno. Le persone sono chiuse in casae sono pochi i coraggiosi che si aggirano per lestrade vuote. I negozi fanno entrare gruppi da pochiclienti e la distanza di sicurezza di un metro è dili-gentemente segnata davanti alle entrate con del na-stro adesivo. Una città che fa fatica a dividersi i tramnonostante passino di continuo non può rispettaredistanze di sicurezza, questo è certo, eppure lo fa.Il silenzio è surreale, le famiglie di chi ha scelto direstare chiamano più volte al giorno. Vivo in unquartiere frequentato dalle etnie più disparate esono sempre state tantissime le attività commercialigestite da cinesi. Oggi sono tutte chiuse, ma la stessaansia della saracinesca abbassata si respira anchenel market gestito dagli indiani che abitano a dueisolati di distanza dal mio appartamento. I vicini misalutano dalla finestra, sono meravigliati. “Sei rima-sta?”, mi chiedono. Sì, sono rimasta. Ho a cuore il

Sud, ho a cuore Salerno che è la mia terra natia eho a cuore la mia famiglia. Se è vero che a un certopunto della vita devi lasciare il posto in cui sei nato,è anche vero che il luogo in cui sei nato non lasceràmai te. Però amo anche la città che mi ha adottatoe la rispetto. Resto per non mettere a repentaglio chi mi aspettaa casa e resto perché io Milano vuota non la sop-porto. Non è lei. Io Milano silenziosa non la rico-nosco. E allora rimango qui, apro la finestra, alzoun po’ la musica e fingo che qualcuno la stia suo-nando fuori. Resto e spero che la mia terra nel frat-tempo non ceda per l’irresponsabilità di qualcuno.Spero che il mio posto vuoto su un treno Torino –Salerno sia servito a darle una possibilità in più.Spero che la mia scelta abbia reso un po’ meno ma-linconica anche Milano. Forse avere due case in questi momenti equivale anon averne nessuna.

Gabriella Mazzeo

LA FUGA DA NORD A SUD

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Viaggio in treno, da nord a sud, senza alcuna tutela. Un nuovoesodo, nonostante le restrizioni volute dal governo Conte perfronteggiare l’emergenza Coronavirus, si è verificato nei giorniscorsi. Tante sono le persone che, ancora una volta, hannoscelto di lasciare le città “d’azione” per far ritorno nei loro pic-coli paesi del sud, quei paesini che avevano lasciato - anni fa -per cercare fortuna altrove. Il presidente del consiglio dei mini-stri Giuseppe Conte ha blindato l’Italia lo scorso 8 marzo. Apoche ore dall’annuncio, avvenuto in via ufficiosa perchè unabozza del decreto ha presto fatto il giro del web, numerose sonole persone che si sono precipate alla stazione per far ritorno acasa. E quella di domenica 8 marzo non è stata certo una do-menica semplice da gestire: forze dell’ordine e volontari dellaprotezione civile hanno blindato la stazione di Salerno per con-trollare tutti. Un esodo che si è poi ripetuto anche la settimanasuccessiva quando si è verificato un vero e proprio assalto aiconvogli ferroviari diretti al sud. Un vero e proprio pericolo, perl’incolumità dei passeggeri a causa dell’assembramento verifica-tosi alla stazione di Milano. Alle 20.10, a Mlano giunge infatti iltreno Siracusa-Palermo e pochi minuti dopo Milano-Lecce delle20.50. In molti, soprattutto studenti delle principali universitàdella Lombardia, hanno deciso di mettersi in viaggio, temendoche dopo lo stop dei voli aerei si possa arrivare anche ad unadrastica riduzione dei treni, alla luce del dilagare del contagiodel coronavirus soprattutto al Nord. Da qui poi la denuncia delpersonale: «Non ci sono garanzie di sicurezza sanitaria, la genteè disposta a viaggiare tutta la notte con persone sconosciute».

Erika Noschese

LA TESTIMONIANZA / UNA SALERNITANA AL NORD

Scelgo di restare per non mettere a repentaglio la mia famiglia e tutti coloro che mi aspettano a casa

Milano al tempo del Coronavirus

3Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.it Primo Piano

DALLA PRIMA GIUSEPPE FAUCEGLIA...Questo virus subdolo, che si insinua nelle nostre vite enella società come un serpente, dopo circa quaranta annidi insegnamento nell’università, mi ha posto di fronte allanecessità di rinunciare alla tanto vituperata lezione “dia-logica” e, in parte, “frontale”, per utilizzare il freddo (e,ritengo, pedagogicamente inutile) strumento telematico,come apprestato per le lezioni a distanza.Invero, l’istruzione, parlata o messa in atto attraverso laparola e la dimostrazione esemplare in un unico locus(l’aula o il peregrinare peripatetico) è antica come la cul-tura occidentale, che a sua volta trova le radici in Empe-docle, Eraclito, Pitagora o Parmenide. Il “maestro” parlaal discepolo, da Platone a Wittgenstein, e l’ideale dellaverità vissuta è stato sempre un ideale di oralità, consi-stente nel rivolgersi all’altro e di ottenere risposte “facciaa faccia” (Steiner, La lezione dei maestri, Feltrinelli). Edè proprio questo rapporto “personale” (l’insegnamentoautentico è sempre una vocazione) tra allievo e maestroa suscitare curiosità reciproche, interrogativi, soluzioni aproblemi. Quanto volte prestando un libro o ferman-domi a fine lezione ho avuto la fortuna di consentire aglistudenti di avvicinarsi alla materia, in tal modo co-struendo quella comunità (come amava definirla il mioMaestro) basata sulla comunicazione, su una coerenzadi sentimenti condivisi e finanche di rifiuti. Il processo diseduzione, volontario o accidentale, che presiede la co-noscenza, resta sempre connesso all’insegnamento oralee frontale o dialogico (comunque sempre svolto conte-

stualmente nello stesso luogo fisico) ovvero all’incur-sione nell’altrui sfera cognitiva mediante una persuasione(il discorso esoterico di Pitagora), così trasformando laconversazione nel dialogo e nell’empatia. Conosco giàle vostre obiezioni e, in parte, le condivido: i professorisi sono lentamente trasformati in modesti burocrati alservizio della gestione commerciale o aziendale dellaScuola o dell’Università; spesso i corsi universitari si ri-ducono ad una noiosa, superficiale e svogliata ripetizionedell’esistente; si assiste ad un egoismo autoreferenziale enarcisistico, se non pericolosamente intriso di veri e pro-pri interessi personali, da parte dei docenti universitari,specie di quelli – e diciamolo chiaramente !! – che nonhanno “sudato” per raggiungere la meta, e per i quali lapresunzione è di molto superiore alla loro modestia.Orbene, credo che questa “comunità di destino” (perchéfinalizzata a creare il futuro del Paese) non possa co-struirsi sulle lezioni a distanza e con modalità telemati-che; dall’altra parte del video spesso c’è il vuoto; non viè nessuno con il desiderio (vero) di partecipare ad unacomunità educativa, o, almeno, desideroso di apprenderegli ormai pochi rudimenti che consentono di superarel’esame; nessuno desideroso di misurare i propri limiti ola propria preparazione oppure sollecitare domande o ri-sposte (quanta linfa alle mie ricerche hanno dato i quesitidegli studenti più bravi !!). Gli studenti hanno “diritto”specie in questo tragico frangente, di fruire le lezioni conlo strumento telematico, ma, nel contempo, hanno il do-

vere di seguirle e di studiare: pretendere diritti e negaredoveri finisce per accelerare quella frantumazione indi-vidualistica che ormai caratterizza il nostro tempo op-pure quella preoccupante e diffusa indifferenza per ilsenso del dovere che ha prodotto la crisi di legittimitànei confronti di tutte le forme di autorità (sociale, peda-gogica o familiare). Ai giovani voglio ancora una volta ri-cordare che il sapere si pone di per sé come un ostacoloal delirio dell’onnipotenza del danaro e dell’utilitarismo.Ogni cosa ha il suo prezzo, un politico, un giudice, unprofessore universitario, un funzionario (come ricordanel suo bel libro Nuccio Ordine, “L’utilità dell’inutile”,Bompiani), ma non la conoscenza, nessuno potrà com-prare al nostro posto quel faticoso percorso che ci per-metterà di apprendere Allora, un vecchio docente comeme, sul viale del tramonto in un mondo che riconoscenon più appartenergli, vi raccomanda di profittare dellapandemia, per studiare, per utilizzare ogni mezzo possi-bile al fine di apprendere, di avere fiducia e, soprattutto,di non pensare (ma qualche volta, anzi spesso, anche iocado nel peccato !) che il modo sia tutto “raccomanda-zione” e “compromesso”. Forse, dopo tanti anni ancorasogno, ma cari giovani che anche quest’anno seguirete ilmio corso, questa volta telematico, vi prego di non delu-dermi.

*Avvocato e Ordinario presso l'Università degli Studidi Salerno

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IL REPORT / SALGONO A SETTE I POSITIVI IN CITTÀ

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

Non è un allarme. Precisarlo prima del-l’inizio del pezzo sarà utile a evitare diappesantire ulteriormente l’aria in città eprovincia. La Regione Campania, tramiteil Governatore Vincenzo De Luca, hafatto sapere già nei giorni scorsi che ilvero picco dei contagi si potrà registraresoltanto tra la prima e la seconda metà diaprile. Martedì tre positivi: uno in zonaPastena, due a via Memoli – in zonaVestuti –, una coppia di medici ricoveratapoi al Ruggi. Ma gli ultimi positivi nonsono un caso, né un allarme particolarerispetto a quanto non fosse stato già dettoe ridetto in ogni salsa: Salerno necessitadi coesione e di attenzione in un momentoindubbiamente particolare, che necessitadi tutte le precauzioni del caso. Lo affer-mano le istituzioni politiche, le strutturesanitarie per mezzo di una enorme fettadi personale medico e paramedico chesegnala costantemente l’attenzione ne-cessaria, le forze di pubblica sicurezza ela protezione civile, ma non basta. I cit-tadini continuano ad assembrarsi dinanziai supermercati, a tossire sui farmacistiche hanno dovuto installare pannelli in

plexiglas a ulteriore salvaguardia dellapropria salute, a girare con i cani comese fosse una furbata. L’annuncio dell’eser-cito in arrivo in molte aree della Campaniaprobabilmente non spaventa ancora: lesegnalazioni di “inadempienti” arrivanoda tutta Italia, sia chiaro, ma non è suffi-ciente a spiegare il motivo di una simileimprudenza in un periodo così particola-re.Dal punto di vista istituzionale, la città diSalerno prova a fare del suo meglio ma laconfusione la fa da padrona: l’attivazionedei segretariati comunali per consentireai cittadini di ottenere beni di prima ne-cessità senza uscire dalle proprie abitazioninon fa registrare grandi successi. Lo sabene la Croce Rossa di Salerno, totalmentesommersa da richieste e costretta ad os-servare ritmi alti per consentire ai cittadinidi ottenere spesa e farmaci senza doverstare in strada. Seguiranno, sul nostrosito web e sulle pagine di questo settima-nale di approfondimento, ulteriori repor-tage sull’andamento dei servizi riservati atutti, anche ai clochard che saranno ospi-tati presso il Palatulimieri.

Salerno attende il boom dei contagiI sette casi del Comune capoluogo lasciano presagire che il trend atteso sia confermato

Il falso diventa vero. Troppo semplice, come sempre, incappare inun “consiglio” o in una notizia che risulta totalmente opposta allarealtà delle cose, soprattutto in un periodo in cui si è disposti acredere a tutto pur di avere un minimo di conforto. Per questa ra-gione ci teniamo a rilanciare e ribadire la necessità di tenere altal’attenzione verso le fonti scientificamente e mediaticamente va-lide, senza lasciarsi trasportare da facili allarmismi o lassismiquando si legge una notizia o, come sempre più spesso accade,una foto. In questo caso parliamo di quanto già rilanciato dal por-tale BUTAC e dal portale d’informazione Open, riguardo un’im-magine che suggerisce le modalità per un’autodiagnosi e per laprevenzione di contagio da coronavirus.I tre suggerimenti possono essere, molto sinteticamente, smentiticosì: tossire mentre si prova a trattenere il respiro per più di diecisecondi non indica assolutamente nulla sulla reale possibilità diessere positivi al Covid-19. È molto più probabile che dobbiatesmettere di fumare;bere acqua aiuta a prescindere, tiene i reni pulitima non ha e non può avere alcun effetto sul virus;tenere bocca e gola umide ha senso a priori, poiché il merito èdella saliva. Qualora così non fosse, è molto più probabile che lapatologia sia di altra natura e non direttamente assimilabile al co-ronavirus. Attenzione, sempre, anche quando si sta chiusi in casa:leggere notizie false non vi aiuterà e la sua diffusione, proprio comeaccade per il virus, non è altro che dannosa.

(er.no)

FAKENEWS

Covid19, bisogna seguire i dottori e non i social

«Decisione conseguenza di due iniziative chehanno favorito i contagi, messe in campo da un“predicatore” e da altri suoi collaboratori inviolazione a ordinanze già in essere». Con queste parole il Presidente della RegioneCampania, Vincenzo De Luca, ha motivato ladecisione di “chiudere” un’area che fa riferi-mento a quattro comuni del Vallo di Diano inseguito a una serie importante di tamponi po-sitivi riscontrati nell’area. Ben sedici i contaginell’area sud della provincia di Salerno, maevento non poi così casuale: uno dei compo-nenti del raduno religioso di Atena Lucana –un ritiro spirituale di tre giorni che si è realiz-zato dal 28 febbraio al 1 marzo – aveva infattitrascorso una settimana a Milano in prece-denza rispetto alle misure restrittive che si sonosusseguite dall’ottavo giorno di marzo in poi. Un primo campanello di allarme si è presen-tato il 10 marzo, quando un diacono 77enne diBellizzi, che aveva partecipato al raduno, è de-

ceduto presso l’ospedale di Battipaglia risul-tando però positivo al tampone post mortem.Il comune di Caggiano, per stessa ammissionedel primo cittadino Modesto Lamattina, hapreferito inserirsi nel vortice degli isolamentiin modo del tutto volontario, preferendo il “sa-crificio” di un’area di duemila abitanti rispettoal rischio di contagiare una fetta ben più ampiadella popolazione. Sacrificio imponente, tenendo conto del nu-mero di positivi registrati nel comune valdia-nese – “soltanto” tre dei sedici totali riscontratinell’area – ma la domanda che si pongono i cit-tadini è sempre la stessa: con le attuali notiziescientificamente provabili che riguardano ilCovid-19, ha senso chiudere i comuni soltantodopo l’avvenuto inizio del contagio? La speranza, come annunciato e ribadito danumerosi virologi di tutta Italia, è che sia suffi-ciente più che sensato.

(e.n)

IL CASO

Vallo di Diano, è quarantena

4 Giovedì 19 narzo 2020www.oradicronache.itSalerno

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Studia fashion designer e spera di lavorare, ungiorno, nel mondo della moda. Nel frattemposi sta dedicando alla realizzazione di masche-

rine da donare alle persone che ne hanno bisogno.Alessia Pandolfi, 24 anni, ha così deciso di contri-buire e dare un aiuto concreto in piena emergenzaCoronavirus, attraverso una vera e propria chal-lenge, metodo innovativo per raggiungere quante piùpersone possibili ed estendere l’iniziativa su tutto ilterritorio provinciale.Alessia, un'idea nata in un periodo particolar-mente critico. Come nasce l'iniziativa di realizzaremascherine? «L’idea nasce dal mio pensiero di vita, ovvero cheognuno nel suo piccolo può contribuire a dare unamano e che se questa mano da una diventa centoancora meglio. Così la necessità di aiutare ilprossimo è venuto da sé ma non sapevobene come fare e ho semplicementeutilizzato uno dei metodi più velociquello che ora più che mai sta spo-polando nei social le challenge.Così, ho creato una challenge adoppio scopo produttivo: aiutare lepersone che avevano bisogno dimascherine che io le potevo aiutarema allo stesso tempo, cosa più im-portante, sfidare le persone a mettersiin gioco, a nominare dopo essere statenominate a loro volta persone che propriocome me potevano aiutare concretamente. Ecosi e stato: alla mia sfida hanno risposto tantissimeragazze che volevano e stanno aiutando con la pro-duzione di mascherine, da Angri, Scafati, Pompei,Pontecagnano, Sant’Eustachio, Sarno, Salerno,Roccadaspide. La forza della condivisione è arrivataoltre quello che potevo immaginare. Lo scopo finaleera ottenere in zone diverse persone che potesseroaiutare i propri vicini poiché obiettivamente le pos-sibilità non sono tantissime. Purtroppo non pos-seggo azienda, sono semplicemente una ragazza chevuole aiutare e dove non potevo arrivare io volevoche ci arrivasse la mano di quelle famose cento dicui parlavo prima, e cosi e stato».Come realizzi le tue mascherine? «Le realizzo con tutto il materiale che ho a disposi-zione o che trovo: tessuti presi da vecchi abiti, cami-cie, stoffe di cotone di Tnt, gli elastici cerco diriciclarli dalle mascherine usa e getta, le prendo neijeans arricciati in vita, altre le ho persino ricavate dai

copri divani. Molto spesso chi michiede un aiuto cerca anche diprocurami il materiale e questoaiuta molto». Cosa provi in questo momentodi particolare crisi? «Personalmente in questo mo-mento così difficile due sono leemozioni che prevalgono: la gra-titudine e la tristezza. Gratitudineper tutte le persone che si adope-rano nel fare del bene al pros-simo, chiedendo comericompensa semplicemente del-l’altro materiale così da poterdare sempre di più. Tristezzaverso le persone che potrebberofare tanto ma non fanno, che pos-seggono ma non danno, e che se

danno chiedono soldi in cambio. Avrei vo-luto vedere più ricchezza d’animo, non

so forse è la mia giovane età che mi faparlare, chissà però, forse e dicoforse, ci sono gesti che valgono piùdi ogni altra cosa».Hai già avuto richieste? «Le richieste sono tantissime enon arrivano solo dalla mia zonaper questo voglio lasciare dei nomidi persone che hanno abbracciato

la mia iniziativa a Salerno: PecoraroAdriana e Paola Valitutti sono felici di

aiutare. Sono stata contatta da un signoreche vive a Roma il quale mi ha chiesto due ma-

scherine per la sorella invalida che vive a Salerno,zona Carmine e per l’accompagnatore socio sani-tario della sorella. Questo signore verrà a ritirare ve-nerdì le mascherine, ovviamente rispettando ogniprecauzioni e norme. Addirittura mi ha contatta uncentro medico che non ho potuto aiutare io perso-nalmente, però li ho messi in contatto con altre ra-gazze che realizzano, mascherine. Oggi le ultimemascherine della giornata sono state donate allesuore di via Fusandola nel centro storico».Pensi potrebbe diventare un lavoro a tutti gli ef-fetti?«Studio fashion designer e spero un giorno di poterlavorare nel mondo della moda, ma questo che stofacendo ora e solo un donare un qualcosa che perme è normale fare. Progettare, realizzare, creare miviene spontaneo quindi no, non credo potrà maidiventare un lavoro anche perché non avrebbe piùsenso».

«Volevo sentirmi utile in questo periodoCosì ho iniziato a realizzare mascherine»

LA MISSION DI CARMELA BUONO, TITOLARE DI “L’ANTRO DI VENERE”

DI ERIKA NOSCHESE

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Donare oltre mille mascherine per aiutarela popolazione a sconfiggere il Coronavi-rus. È questa la mission di Carmela Buono,titolare del laboratorio "L'antro di Venere"a San Valentino Torio. Ago, filo, cotone tntma soprattutto tanto altruismo: le armi ne-cessarie per portare a termine un'impresadi alto valore sociale, grazie alla collabora-zione con le istituzioni del territorio e conla Protezione Civile che assicurerà la distri-buzione delle mascherine prodotte.Come è nata l'idea di cimentarsi nellaproduzione a scopo benefico di masche-rine?

«Vedendo l'emergenza che si era creata inseguito al varo del decreto da parte del go-verno, siccome molte persone devomo co-munque uscire per svolgere impegni cherappresentano lo stretto indispensabile misono accorta della carenza di mascherine. Avendo del materiale a disposizione chemi sarebbe servito per un saggio che poi èstato annullato, Michele Strianese mi haaiutato nel mettermi all'opera, trovando unmodo celere ed efficace per la loro distri-buzione».Ecco, come avete fatto a distribuire que-sto materiale così prezioso in modo ca-

pillare, prevenendo pericolosi assembra-menti?«Attraverso l'attivazione di un numeroverde, e con l'ausilio della protezione ci-vile, le stiamo distribuendo casa per casa».Quante mascherine siete riusciti a pro-durre?«Milletrecento. Purtroppo non ho più ma-teriale a disposizione: il cotone tnt mi è fi-nito e ho dovuto interrompere laproduzione. Avrei aiutato la Campania in-tera realizzandone anche diecimila se leavessi avute. Ho anche realizzato un tuto-rial in cui ho spiegato come cucirle in

modo da dare comunque assistenza a tutticoloro che vogliano farlo in autonomia. Lemascherine sono in ogni caso lavabili a 90gradi e riutilizzabili».La sua azione è stata lodevole..«Mi piace aiutare il prossimo e sono con-vinta che con la solidarietà ne usciremopiù forti di prima. E proprio su questo spi-rito si è fondata l'azione della mia squadradi collaboratori che con grande umiltà stalavorando insieme a me: Maria Giudice,Francesca e Maria Buono, Caterina Raf-fone, Maria Cuomo».

Andrea Bignardi

L’INIZIATIVA

L’INTERVISTA / ALESSIA PANDOLFI

L’Arechi Calcio lancia una raccolta fondiper acquistare dispositivi di sicurezza

Una raccolta fondi per acqui-stare mascherine e materialeda donare agli enti salernitani.E’ l’iniziativa lanciata da An-drea Junior Viscido, ClaudioStammelluti e MassimilianoVoto, tre atleti dell’Arechi Cal-cio, attraverso la piattaformaGoFoundMe. «Lo scopo è quello di racco-gliere fondi per l’acquisto dimascherine ed altri materialida donare a Comuni, Forzedell’Ordine ed Ospedali di Salerno e provincia. Abbiamo già ricevutole prime mascherine che abbiamo donato ai comuni di Ponteca-gnano-Faiano, Pellezzano, Giffoni Sei Casali e alla Questura di Sa-lerno – spiegano gli atleti - Altri ordini sono già in corso, machiaramente non abbiamo disponibilità economiche illimitate quindichiediamo di condividere la raccolta e cercare di mettere insieme piùpersone possibili». Tramite i canali di acquisto e produzione dei nostripartner Hello Srl e W2d Srl i giovani atleti dell’Arechi Calcio hannogià avviato l'ordine di alcune mascherine Ffp2 e contiamo di poterneacquistare altre insieme a camici per medici, guanti, gel disinfettantied altro materiale utile. Eventuali cifre residue al termine dell'emer-genza saranno donate all'ospedale San Giovanni di Dio e Ruggid'Aragona di Salerno.

(er.no)

Presidi medici donati alla popolazione per sconfiggere il Coronavirus

La 24enne salernitana ha lanciato una challenge: numerose le adesioni ricevute in poche ore

5Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.it Le Storie

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Oltre centocinquanta cantanti datutto il mondo per lanciare “abbrac-cio musicale” a Wuhan. È il pro-

getto di “AcaLab”, organizzazione situata aPechino, da anni impegnata nella musica acappella. A rappresentare la voce e il ta-lento del Belpaese, la salernitana EleonoraPierro, ai più noti come Nora. Laureata in“Relazioni Internazionali e Diplomatiche”e appassionata di Africa e Asia, si è trasfe-rita a Pechino per approfondirne lingua ecultura. Nel frattempo, ha proseguito inCina la sua carriera di cantante. Qui si è af-fermata nella scena musicale cinese comeambasciatrice della musica italiana con lasua band "The italian way", portandoovunque i classici della musica italiana maanche le sue composizioni.Come nasce questo progetto musicale?«Molti artisti cinesi e internazionali “china-based” hanno aderito al progetto di “Aca-Lab” tramite passaparola via “WeChat”,l'app tuttofare in Cina. La comunità di arti-sti è sempre in stretto contatto, condivi-diamo tutto, collaboriamo tantissimo e,soprattutto noi stranieri, ci aiutiamo a vi-cenda a districarci tra problemi che sianodi lingua, legali o culturali. Il brano sichiama "Stay with you". Ognuno ha regi-strato dal proprio appartamento e “Aca-Lab” si è occupata dell'editing di audio evideo. Come molti progetti in Cina è partito

in maniera molto semplice e poi si è velo-cemente diffuso su social e app cinesi (bi-libili, Weibo, QQ) per poi finire sul "ChinaGlobal Television Network CGTN", e sumedia di tutto il mondo. Tutto questo ènato quando il virus era un problema quasiesclusivo di WuHan».Qual è la percezione che i tuoi colleghihanno del nostro Paese in piena emer-genza?«I colleghi cinesi mi scrivono quotidiana-mente. Il mantra è sempre lo stesso: "Staia casa, indossa la mascherina". Per loro èsurreale vedere tramite i media ancoratanti italiani in giro per le città, e non capi-scono perché siamo a corto di mascherine.Qualcuno ha anche deciso di inviarmenein donazione. In Cina il virus è scoppiatodurante il Capodanno Cinese, quandoerano già tutti nei luoghi natii per celebrarecon le loro famiglie. A differenza nostra,non ci sono stati grandi spostamenti,anche se qualcuno, come da noi, è scap-pato lo stesso (nessuno è stato fucilato oucciso, intanto). In molte città, per esem-pio Pechino, siamo in uno dei periodi piùfreddi dell'anno, è raro uscire a priori. Noistranieri in Cina siamo quelli che vanno piùin giro d'inverno. E poi sono abituati alleemergenze, più che ai totalitarismi, è comese sapessero già il posto che ognuno di lorodebba occupare in caso di crisi. Ma l'amoree l'attenzione che hanno per noi sono ine-stimabili, hanno un cuore enorme e amanol'Italia».

Eppure molti italiani continuano ad addi-tarli come untori.«Chi ragiona così non sa contenere la rab-bia e ha bisogno di individuare un colpe-vole. Ora è il tempo di collaborare, seguirele ordinanze alla lettera, senza filosofeg-giare a vanvera (atteggiamento che ci hadanneggiato tantissimo). I miei colleghi

hanno visto anche molti live sui balconi emi chiedono se ne farò uno, ma io parados-salmente non ho mai amato stare al centrodell'attenzione. Già mi sforzo tanto a con-dividere quello che faccio per lavoro. E poiin zona Via Laspro, dove vivo, c'è già unbravo intrattenitore. Non voglio fargli con-correnza!».

“Stay with me”, la canzone coralecontro la paura con la voce di Nora

LA PANDEMIA/ Il racconto dall’estero

DI GIOVANNA NADDEO

L’INTERVISTA / ELEONORA PIERRO

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“Un nuovo virus che si diffonde in tutto ilmondo e contro il quale la maggioranzadegli uomini non ha difese immunitarie”. Èla definizione di pandemia secondo l’Or-ganizzazione Mondiale della Salute. Da oltre una settimana il coronavirus nonè più un'epidemia confinata ad alcunezone geografiche, bensì diffusa in tutto ilpianeta. L’Organizzazione di Ginevra lo hadichiarato ammettendo un’evidenza cheera sotto agli occhi già da tempo: i contagisono diffusi in ogni continente, a eccezionedell’Antartide. Ed ecco che i numeri dei tamponi positivial virus crescono a ritmi vertiginosi in ogniparte del globo, dall’Asia all’Europa, dagliStati Uniti all’Africa. Il numero di contagi cresce soprattutto inSenegal e Sudafrica, dove è stato già dichia-rato lo stato di “disastro nazionale”, perpoter accedere a finanziamenti speciali eadottare misure severe di contenimentodell’epidemia: chiusura di scuole, restri-zioni di viaggio, divieto di assembramenti.Guardando all’Europa, fino a due setti-mane fa la Spagna era ancora ben lungidall’adottare misure stringenti contro il co-ronavirus che già stava dilagando in Italia,ma il 13 marzo anche Madrid, come Wa-

shington, ha dovuto dichiarare lo stato diemergenza, come racconta Enrique Aribi,giovane avvocato di Madrid da sempre in-namorato dell’Italia tant’è che qualcheanno fa ha trascorso diversi mesi di studioall’Università di Salerno. «Allo scoppiare dei primi casi (23 febbraio)non è stato preso alcun provvedimento. Gliaerei dalla Cina e dall’Italia sono atterratisenza alcun problema, così come la genteusciva per strada tranquillamente. Il 7 e l’8marzo si sono tenuti meeting e manifesta-zioni con grandi assembramenti di per-sone. Tutto questo fino allo scorso 11marzo, quando sono state chiuse tutte lescuole e si è optato per lo smart working inmolti settori lavorativi. Molte persone hanno lasciato la capitale,Madrid, ed ecco che il virus si è diffusoanche nelle zone di periferia, e poi in tuttala Nazione. E pensare che lunedì scorso oltre 120milapersone erano in strada per la Marcia delleDonne. Ho i brividi». E aggiunge: «La per-cezione che abbiamo dell’emergenza ita-liana è catastrofica. Sarei dovuto atterrarea Torino il 27 febbraio ma alla fine ho ri-nunciato al viaggio. Ho sentito molti amicie mi sono informato, così come sto se-

guendo le migliaia di iniziative in Italia(musica sui balconi, striscioni colorati, rac-colte fondi sui social network) per ringra-ziare e sostenere medici e infermieriattualmente impegnati nella lotta al virus. La Spagna si sta avvicinando alla vostra si-tuazione, anzi oserei aggiungere che la Spa-gna è ormai nelle stesse situazionidell'Italia. Siamo popoli in gamba. Ce la fa-remo. Supereremo anche questa». Misure draconiane anche in Germania aseguito della chiusura dei confini, ad ecce-

zione del traffico commerciale, per limitareil dilagare dell'epidemia. «Anche qui sonostate chiuse le attività di divertimento e imusei, così come piscine e palestre - af-ferma Francesco Liguori, avvocato salerni-tano attualmente in Germania. - Restanoaperti alimentari, farmacie e banche. L’Ue sta lavorando per il contenimento deidanni e la soluzione del fenomeno. Ci au-guriamo tutti che il virus sia debellatoquanto prima».

gio.nad

La cantante per tanti anni a Pechino, adesso a Salerno: «Ora è tempo di collaborare»

Nora

Enrique Aribi

L’emergenza globale del Coronavirus, Liguori: «Impegno Ue c’è»Aribi: «L’Italia come la Spagna, sono certo che andrà tutto bene»

Francesco Liguori

6 Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.itLe Storie

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Sono oltre 100mila i ragazzi italianiche ogni anno vanno all’estero astudiare, dal liceo fino all’uni-

versità e oltre. Quanti siano in que-sto momento all’estero èimpossibile dirlo, di sicuro di-verse decine di migliaia di italianipotrebbero trovarsi in un Paesestraniero bloccati dall’emer-genza coronavirus, che sta pren-dendo piede ormai in ogni partedel globo. Tra questi, AlessioLausi, studente di Economia al-l’Università di Salerno attualmentein Erasmus a Iasi, città universitariadella Romania orientale, accanto alconfine con la Moldavia.Alessio, la Romania come sta affron-tando l’emergenza coronavirus?«Al momento i tamponi positivi non arri-vano a dieci in città. Da lunedì è iniziatolo stato di emergenza, con l’attivazionedelle prime misure di contenimento comela sospensione delle attività di pub e risto-ranti. Attualmente in tutta la Romania sisfiorano i duecento casi, ma bisogna am-mettere che c’è un minor monitoraggio

della situazione rispetto all’Italia. Noi studenti mettiamo il naso fuori dal

dormitorio solo per acqui-stare beni di prima

necessità, comecibo o far-maci».Quale per-cezione siha in Ro-m a n i adella si-tuaz ioneitaliana?«I medialocali ne

parlano pocoma sono in

contatto quoti-diano con i miei ge-

nitori e i miei amici.Avverto nei loro occhi e nella loro vocetutta la preoccupazione per quello che staaccadendo. Spero che questo maledettovirus possa passare nel più breve tempopossibile».E per il rientro dall’Erasmus, adessocome funziona? Sei stato contattatodalla Farnesina?«Sono in contatto con l’Ambasciata ita-

liana e l’Università di Salerno in attesa diun volo speciale Bucarest-Roma. Nei giorni scorsi, alcuni studenti hannodeciso di muoversi arbitrariamente e, conil blocco delle frontiere, hanno fatto tre oquattro scali prima di atterrare in Italia.Ho preferito attendere le indicazioni delleAutorità e, adesso che ci stanno arrivandole prime informazioni, siamo in fase di va-

lutazione. Avrei voluto godermi questaesperienza in maniera diversa. È la seconda che parto per l’Erasmus,un’esperienza a dir poco meravigliosa,esperienza che ho sempre consigliato.Purtroppo il virus ci ha fermato ma speroche la vicenda si concluda nel migliore deimodi, per continuare a viaggiare, a sco-prire il mondo».

DALLA PRIMA RIZZO

DI GIOVANNA NADDEO

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...Che pure c'è, specie sui social, dove ileoni da tastiera non mancano di far sen-tire (o leggere) il loro inutile pensiero.Giudizi sul governo, giudizi su Conte, suDe Luca. Giudizi che a volte, anchequando si portano dietro qualcosa dicondivisibile, è per puro caso, non per-ché siano frutto di valutazioni avvedute.Sono stanco di leggere le opinioni dicentinaia di virologi laureati su Googlecon i "Giga illimitati". Tra le tante inutili polemiche, quella piùaccreditata in questi giorni è quella an-tieuropeista. Non si può negare in effetti che l'Europasia mancata, ma non è mancata nelle pa-role della Lagarde, prontamente messa aposto da Mattarella. In fondo il contraccolpo sui mercati de-terminato dalla presidente della Bce non

l'ha subito solo l'Italia ma l'intera Eu-ropa. E per di più gli effetti negativi delle sueinfelici espressioni sono durati il tempodella vita di una farfalla. Certo, a tempo debito occorrerà ricor-darsene, ma non ora. Se l'Europa è mancata è stato nella con-divisione di una strategia comune e con-divisa, dal modo di affrontarel'emergenza fino al modo di diffonderele informazioni. È qui che abbiamo dimostrato di avereancora molta strada da fare, tuttavia nonin direzione ostinata e contraria quantoinvece compiendo sforzi ulteriori versol'unità. Per capire quanto sia importantel'Europa occorre riflettere su questo: perquanto inaccettabile la posizione diBoris Johnson, tanto assurda da essere

durata anch'essa cinque giorni, non osoimmaginare la sua paura data dalla con-sapevolezza di non poter confidare piùnell'aiuto dell'Europa. La soluzione, a mio avviso, non è usciredall'Europa, ma acquisire sempre mag-gior peso al suo interno e per farlo dob-biamo prima riconquistare maggioreconsapevolezza della nostra importanza.Questo durissimo banco di prova targatoItalia non è altro che la dimostrazionegenerale di ciò che si sarebbe dovuto faree si dovrà fare ovunque nel nostro conti-nente. E noi tutto sommato siamo stati bravi, cistiamo comportando bene anchequando usciamo sui balconi a cantare.Anche i flashmob hanno un senso, apatto che poi si rispettino le restrizioniche, per quanto odiose, sono poste a tu-

tela e beneficio di un'intera collettività,a cominciare dai più deboli, più espostiai rischi. Siamo forti, cantiamo ma restiamo seri.Rispettiamo le disposizioni, attendiamoil meglio ma prepariamoci al peggio.Continuiamo a invadere Facebook eWhatsApp di simpatici meme su DeLuca e su Conte ma poi prendiamo sulserio le cose. Solo così ne usciremo atasta alta e con la forza di dare lezioneagli altri. Poi, quando la tempesta sarà passata, ri-cordiamoci di chi ha mantenuto fermo iltimone e di chi si è comportato irrespon-sabilmente. Ricordiamoci anche di chi ha cercato dispeculare sulla disgrazia. Ricordiamocidi tutto perché anche la nostra geneticanon migliora senza la memoria.

L’INTERVISTA / ALESSIO LAUSI

Lo studente è in Romania: in contatto con l’ambasciata per tornare a casa

«Un Erasmus a “metà” a causa dell’emergenza globale Coronavirus»

7Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.it Le storie

Luca PeruzziniVietri sul Mare (Salerno) Corso Umberto I, 37

Tel. 089 76 11 22 Cell. 338 27 30 346

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Il Coronavirus? «Un mostric I piccoli riscoprono il calore della famiglia, c’è chi impasta dolci e chi nel lettone di ma

I RACCONTI / GLI ALUNNI DELLA 3A E DELLA SCUOLA ELE 8 Giovedì 19 marzo 2020

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LE GIORNATE A CASA

Clauda: «Sto imparandoa cambiare il pannolino

al mio nipotino»Adriano Rescigno

Anche i cartoni animatied i giocattoli dopoun po’ stancano e la

scuola perde l’aspetto del luo-go del “dovere” e prende sem-pre più le sembianze di quellagrande casa che nessuno infin dei conti vuole lasciare.Come può essere la quaran-tena da Coronavirus vita dagliocchi di un bambino? Sonoin diciotto a raccontarcelo,sono i piccoli alunni dellaterza “E” della scuola ele-mentare Don Bosco di Cavade’ Tirreni, che grazie all’impegno della maestra Immacolata Car-damone ci hanno spedito anche i loro lavoretti ed i loro pensieri. «Non posso uscire a giocare con le mie amiche anche se fuori c’èil sole – scrive Matilde – mi mancano i miei compagni di classe,tempo trascorso a scuola e soprattutto le maestre». Fabiana invecetra una Barbie ed un cartone animato gioca con i fratellini ed ilgatto Max, ma: «Mi mancano tanto le mie amiche e spero ditornare presto a scuola». C’è chi però non vive in città e dunque può giocare all’aria apertanel giardino di casa e chi come Alfredo – visto che gli alunni dellaDon Bosco pranzano a scuola – può: «Finalmente pranzo a casa espesso prepariamo i dolci, e sembra tutto più dolce». Giuliainvece questo periodo lo sta particolarmente soffrendo, infatti:«Mi sento imprigionata, vorrei fare tante cose. Ho perso il ritmo,la mia quotidianità è scomparsa. Più che imprigionata a casa misento imprigionata nella mia mente. Per fortuna che c’è miasorella. Non bisogna arrendersi, tutto andrà bene, e poi ci sonopersone che ci sostengono in questi tempi, come mamma e papà».Elisa, mamma e papà medici: «Loro visitano tante persone e po-trebbero ammalarsi, ma la mia mamma dice che questo periodofinirà molto presto e io sono tranquilla». Simone invece vede nelCovid-19 un “brutto mostriciattolo con le corna” da tenere fuori laporta, e per questo lui e i suoi fratelli rimangono a casa. «Anchemamma e papà sono con noi e questa novità mi piace perché fac-ciamo tantissime cose insieme. La sera vediamo un bel film tuttiinsieme nel lettone e mangiamo patatine». Non manca anche chipotrebbe scoprirsi giornalista sportivo, come Fernando che: «Giococon le carte dei calciatori, mi diverto a fare le squadre e poi faccioanche la telecronaca», ma il pensiero è sempre alla scuola ed aicompagni: «Mi mancano molto i miei compagni di classe e le miemaestre. Penso anche ai miei amici della scuola calcio. Sono sicuro chequesto virus passerà ed andrà tutto bene». Giuditta anche è tristeper non poter andare a scuola: «Purtroppo sono sola e mi annoioperché non ho con me i miei amici e mi accorgo che le giornatesono tristi senza l’abbraccio di un amico». Angelica infine si ribella, anche se è preoccupata: «Non mi piacestare a casa, non posso andare a scuola, dagli zii dai cugini e so-prattutto dai nonni. Per fortuna che ci sono mamma e papà eposso stare a casa a giocare con loro». Anche a Claudia non piacestare a casa e vorrebbe uscire per andare in palestra e a danza,però in cambio, in questi giorni di quarantena sta imparando afare i dolci: «Non mi piace stare in casa, soprattutto perché fuoric’è il sole e vorrei andare a danza. Per fortuna c’è mia sorella e miamamma con me e quindi sto imparando a fare i dolci ed anche afare il bagnetto al mio nipotino Riccardo. Sto imparando anche acambiare i pannolini». In buona sostanza dunque i piccoli stannoriscoprendo il calore della famiglia che nella quotidianità normaleè sopito dai mille impegni di figli e genitori, tutti contenti, a metà,con tanta voglia di tornare a scuola. ".

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ciattolo brutto con le corna» amma e papà guarda un film, ma: «Vogliamo ritornare a scuola con i nostri amici»

EMENTARE “DON BOSCO” DI CAVA DE’ TIRRENI9Giovedì 19 marzo 2020

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L’INTERVENTO DELL’INSEGNANTE

«Mi mancano tanto, anche la confusione,

e quasi mi sento in colpaper averli rimproverati »

Le giornate senza scuola continuano ad aumentare. La primasettimana si può dire che mi sia scivolata tre le dita, ancheperché i giorni di chiusura decisi dall’amministrazione locale

coincidevano con la settimana già a metà festiva di Carnevale. Poiinvece ho dovuto fare i conti con la realtà visto che mi ritrovo quia casa, da sola a preparare attività da inserire sul registro elettronicoe da inoltrare al gruppo classe virtuale che ho creato con Whatsapp:non c’è nessuno che chiede spiegazioni, nessuno da incorraggiare,nessuno da richiamare, … Di certo è una sensazione molto strana, insolita, che non ho maiprovato prima perché c’è la consapevolezza che ora tutto è diverso:ho chiesto ai miei bambini di mandarmi la registrazione della lorovoce, che mi raccontassero delle loro ore trascorse in casa o chesemplicemente mi parlassero di storia o geografia, tutto pur disentirli più vicino. Cerco di immaginarli nel loro mondo-casa mentre giocano,mangiano, ridono, leggono, fanno i compiti … e nel cuore nutro lasperanza che tutto questo non gli faccia troppo male e non gli lasciun segno troppo profondo nell’anima.Semplicemente mi mancano. Mi mancano i loro pensieri, le lororisate, la loro confusione a merenda o in sala mensa e ora misembra quasi di sentirmi in colpa per tutte le volte che per questoli ho rimproverati! Ogni mattina appena sveglia mi riprometto di avere ancora piùforza e determinazione per mostrarmi nei messaggi, nel tono dellavoce quanto più positiva possibile perché in questo momento inostri bambini hanno bisogno proprio di questo, di una forte inie-zione di fiducia e di serenità che gli faccia superare questa sfida.Da parte nostra, di noi adulti , la responsabilità di fargli sentireche Andrà tutto bene

Maestra Tina

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Anche gli chef, come un po' tutti noiin misura minore o maggiore,hanno subìto una restrizione delle

proprie libertà per provare a contrastare ilCoronavirus. Ma la cucina - si sa - èun'arte e in quanto tale non c'è remotoche tenga: occorre lavorare dal vivo, averecontatto diretto con i fornelli e soprattuttocon le materie prime. Fortunatamente, èpossibile farlo anche a casa, seppur conqualche difficoltà. Così la cucina divental'oasi felice per molti chef del territorio sa-lernitano, costretti a casa ma al tempostesso con un'occasione in più per potersidedicare a ricerca e sperimentazione.Dalle giornate domestiche, ma pur sempredi lavoro, degli chef in quarantena, na-scono ricette che - nella loro semplicità -possono avere una resa che non ha nullada invidiare a quelle in uso presso i blaso-nati ristoranti in cui operano. Parola d'or-dine che emerge dalle loro testimonianzeculinarie è senz'altro la semplicità. Siamoinfatti in un periodo in cui si riscontrano,purtroppo, alcune carenze dal punto divista dell'approvvigionamento di prodottiesclusivi, per cui anche tra le mura dome-stiche occorre sfruttare ciò che si ha tra gliscaffali. "E' un momento difficile quelloche stiamo attraversando - commentaClaudio Lanuto, resident chef dell'NhGrand Hotel Convento di Amalfi, doveera tutto pronto per l'avvio della stagioneturistica - un momento insolito, per me,che in questo periodo mi preparavo allapartenza di una stagione intensa". "Hocercato di riorganizzare i miei pensieri, le

mie abitudini e soprattutto le mie giornatesenza mai tralasciare la mia passione -continua lo chef dell'albergo amalfitano -pertanto cucino, sperimento, mi divertocon il mio ometto di quattro anni, che hasempre tanta voglia di mettere le mani inpasta, e mi godo la principessa di casa ar-rivata da soli quindici giorni. E' proprioper i miei figli se io resto a casa, sono po-

sitivo e credo che ne usciremo, rispet-tando le regole". "Come ogni professioni-sta e come uomo amante delle battaglienon mi fa piacere rimanere rinchiuso - ag-giunge invece Nando Melileo, residentchef del ristorante Emozionando diOgliara - approfitto però per poter condi-videre con la mia famiglia attimi di pas-sione culinaria e di convivialità, restando

a casa". "Per un cuoco - continua - stare fermo èun po'come morire: siamo abituati allostress e all'emotività psicologica moltoforte. Siamo sempre in tensione e sul chiva là per far sì che il nostro ospite si trovia suo agio e viva un emozione. E'questoche a me più manca della vita in un risto-rante".

CLAUDIO LANUTO

DI ANDREA BIGNARDI

www.oradicronache.it L’Ora di Cronache oradicronache

Montanare1 kg farina; 500 gr acqua 15gr lievito20gr sale10 gr zucchero50 gr. StruttoOlio per fritturaPomodoro passatoformaggio grattugiatoBasilicoUnite la farina, salezucchero e strutto,sciogliere da parte illievito con l’acqua,Unirli agli ingre-dienti e impastareLasciar lievitare per 2 ore circaa temperatura ambiente.Stendere con il matterello aduno spessore di 1 cm, lasciarlievitare su di un vassoio co-perto. Nel frattempo preparare la salsa

di pomodoro passato.Portare l’olio ad una tempera-tura di 180 gradiDopo la frittura passare si cartaassorbente.dire con la passatadi pomodoro, parmigiano grat-tugiate e foglioline di basilico.

L’ESPERIENZA DEI CUOCHI SALERNITANI

Montanara

10 Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.itChef in quarantena

Claudio Lanuto e Nando Melillo raccontano la loro quarantena, fuori dai ristoranti

«Per noi è indispensabile il contatto diretto con i fornelli e le materie prime»

NANDO MELILLEO

Ingredienti per 4persone:Patate 300 gr; Cur-cuma 2 gr; Cipolla1; Verza 400 g; Saleq.b.; Pepe q.b.; Pa-prika q.b; Olio 80ml; Passata di Po-modoro 200 ml;Agrumi; Succo dimezzo limone,zeste di limone epochissimo di aran-cia; Mazzancollefresche o gamberirossi 500 gr. Proce-dimentoPelare e tagliare a cubi regolari per facilitare la cot-tura le patate e sbianchirle in acqua salata con ag-giunta di curcuma. Una volta cotte con unaspatola mantecarle con sale olio e poco pepe.Prendere la verza e usare solo le foglie eliminandola parte coriacea, sbollentare in acqua leggermenteacidulata, raffreddarle, strizzarle e tenere da parte.Tritare la cipolla e metterla a soffriggere aggiun-

gendo gli scarti di verza portarli acottura senza aggiunta di acqua. unavolta cotte aggiungerle al compostodi patate e mantecarle. Aprire le fo-glie di verza e aggiungere la farcia dipatate alla curcuma. Richiuderle for-mando dei cilindri e metterli daparte. Preparare la base di pomodoroacido mettendo a soffriggere la ci-polla aggiungere il pomodoro, ilsucco di limone e portare a cotturaper quindici minuti. Aggiungere sale,pepe e zeste di limone. Con l'aiuto diun frullatore ad immersione frullareaggiungendo poco peperoncino fre-sco ed olio extra vergine e tenere in

caldo. Sgusciare le mazzancolle eliminando il budellocentrale e matterle a marinare con zeste di arancioe limone e scottarne qualcuno che poi andremoad utilizzare. In una padella antiaderente con unfilo d'olio far rosolare gli involtini di verza. Impiat-tare inserendo sul fondo un cucchiaio di pomo-doro acido e sovrapporre agli involtini dell'olioevo.

Involtini di verza

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In un momento molto delicato per la nostra società, che sitrova a gestire un'importante emergenza sanitaria, il teatrochiude momentaneamente battenti ma vive attraverso tv, social,giornali e anche noi continuiamo a raccontare il teatro attraversola nostra rubrica. Oggi incontriamo Christian Mandas, sardo dinascita, milanese di adozione, attore, regista, autore della com-pagnia teatrale “Princesa” di Milano.Christian, come nasce “Princesa”?«Tutta inizia nel 2018 quando ho incontrato Valeria Colizzi.Abbiamo frequentato insieme la scuola di teatro "Quelli diGrock" a Milano e abbiamo proseguito gli studi di recitazionecon l'attrice e insegnante Brunella Andreoli che ha segnato lanostra formazione. Mentre io ho approfondito il mondo dellascrittura, Valeria si è dedicata anche a quello della danza».Il vostro è un teatro contemporaneo con vocazione socialegiusto?«Il nostro intento è quello di proporre un teatro inedito di cuisiamo autori. Dall’osservazione attenta e critica della realtàemerge un’umanità sempre più fragile fatta di solitudine, paura,bisogno di trovare il proprio posto e di far sentire la propriavoce. La volontà della compagnia è di attingere da questo os-servatorio umano mantenendo sempre vivo il processo di ricercadi nuovi linguaggi, stili e materiali drammaturgici con una par-ticolare attenzione al corpo e alla sua espressività aldilà della

parola».Che ci dici dei vostri spettacoli?«Per ora abbiamo scritto e prodotto tre spettacoli: "Pater Noster"che tratta il tema della diversità, dell'emarginazione del diverso,"Il cortile" racconta invece le intime confidenze di tre sconosciutiche si raccontano incontrandosi in un cortile in un modo ina-spettatamente naturale, senza paure, infine il nuovo nato,"Levitico 24, 19-20" che vedrà la messa in scena nei prossimimesi. Uno spettacolo sulla violenza sessuale e sulla vendetta. Iltitolo rimanda al passo della Bibbia che dice: "occhio perocchio, dente per dente". Perché, per alcune cose, non c'è per-dono».Come state vivendo questa emergenza sanitaria voi che vivetenella regione più colpita, la Lombardia?«È un momento difficile perché è tutto fermo, prove, incontri,spettacoli. Il teatro è già povero e questa è una bella batosta. Maallo stesso tempo però c’è un’incredibile forza e voglia di fare edi creare. Gli attori a Milano continuano a pubblicare video diracconti e storie, i ballerini danzano creando ogni giorno miniperformance da condividere. C’è voglia di stare uniti con unlinguaggio comune, è come se la rete di artisti rispondesse al-l’impotenza con la bellezza. Lo spettacolo in qualche modo so-pravvive sempre. La nostra compagnia, ad esempio, è in pienafase creativa, questa reclusione forzata mette in moto nuove ri-flessioni e spunti, e nonostante alcuni progetti in programmatra marzo e aprile sono al momento bloccati, abbiamo almenodue lavori paralleli che sono in fase embrionale. L’arte a Milanonon molla».

*officina teatrale “Primomito”

«Coronavirus? A Milanol’arte non molla»

SPAZIO TEATRO COSA FARE IN CASA

Dietro le quinte dello spettacolocon la compagnia “Princesa”

Mentre fuori incombeil Coronavirus

“Un uomo che osa sprecare un’ora di temponon ha scoperto il valore della vita“ - CharlesDarwin. Ognuno di noi, in questi giorni, sitrova a fare i conti il proprio tempo, queltempo che fino alla scorsa settimana sembravanon essere sufficiente per contenere i nostriimpegni, i nostri hobby, le nostre passioni.Oggi il tempo sembra addirittura troppo. Lelancette dell’orologio camminano lente e lospazio in cui si svolge la nostra quotidianità èavvolto da una rarefatta monotonia. Ci sen-tiamo come imprigionati nelle sabbie mobili,desiderosi di correre verso quella normalitàdi cui siamo stati privati a causa di un virusche impone distanze tra individui. Stiamomodificando le nostre abitudini e forse stiamoriscoprendo il piacere dello stare a casa. Per-tanto adesso le soluzioni sono due: o lamentarsidalla mattina alla sera per quello che non ab-biamo oppure approfittare in modo produttivoe riscoprire il piacere di stare le mura dome-stiche. I cantanti attualmente non possonofare concerti. E’ severamente vietata ogniforma di assembramento. Poiché il mondonon si ferma, molti di questi artisti hannoben pensato di utilizzare i social per fare deimini concerti on line proprio per non perdereil contatto con i fan. Jovanotti, ad esempio,ha allietato il pubblico con una diretta chiamata“Jova house party”. In streaming è possibiletrovare, oltre ai concerti home made, tantecose interessanti che diventano alternativevalide in queste giornate a tratti noiose. Daifilm alle mini serie televisive, dalle lezioni diyoga alle piattaforme come Youcanprint chepermettono di leggere gratuitamente un e-book. Molte casalinghi invece si ritrovano inquesti giorni ad ammazzare il tempo facendole “pulizie di primavera” che diventano occa-sione per lavare tutte quelle cose che durantel’anno non si ha mai il tempo di detergere perbene: dalle tende ai cuscini dai tappeti ai co-pridivani. Basta munirsi di aspirapolvere e disoluzioni a base di aceto o bicarbonato ed ilgioco è fatto! Per gli amanti del bricolagequesto è il momento migliore per aggiustareuna serratura, per sistemare quel cassetto cheda mesi non scorre alla perfezione o per co-struire quel veliero in legno lasciato in un an-golo del garage. Spopola inoltre tra gli amantidel decupage il riciclo creativo. Si dà una se-conda vita a tutti quegli oggetti che eranopronti per finire nella spazzatura ed è questaun’attività da condividere anche con figli ado-lescenti. D’altro canto invece è possibile si-stemare casa liberandoci di tutti quegli oggettiche non ci danno più gioia, di cui non com-prendiamo l’utilità. Inoltre, poiché estetiste eparrucchieri hanno purtroppo dovuto abbas-sare le saracinesche, si può approfittare deltempo a disposizione per concedersi un ritualedi bellezza. Un bagno caldo, una mascheraviso, uno scrub corpo: tutto questo ovviamentediventa fattibile per una mamma nel momentoin cui i figli sono caduti un sonno profondo!Una cosa che consiglio a tutti è quella dicreare una vision board: si tratta di un collage(digitale o vero e proprio) in cui si inserisconole immagini, le frasi, le citazioni, gli aforismiche rappresentano ciò che siamo o megliociò che vorremmo fare della nostra vita, unasorta di diario, un vademecum degli obiettivida raggiungere, un collage di buoni propositiche va stampato, una volta terminato ed at-taccato in un punto ben visibile della casa.Questo ci ricorderà chi siamo, accrescendola nostra autostima e la voglia di non perderedi vista i nostri obiettivi. Il tempo, dunque, èun alleato prezioso. Facciamo in modo chediventi un confidente, un amico, una sorta ditrousse per noi donne, un contenitore disogni e di aspettative per riscoprirci più creativie meno soli. Rossella Graziuso

di LUANA IZZO*

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Mi cercavate, sono qui. Sono io il Co-vid-19. Ma sono stato anche la pestenera, la spagnola, l’asiatica, l’influenzadi Hong-Kong, la pandemica H1N1.Sono la cattiva coscienza dell’uomo, ilgrumo nero che ne ammorba le frattaglie,la filigrana che si dispone a cappio allagiugulare dell’umanità. Sono il profittoche pianta il vessillo sul sangue dell’ulti-mo, l’isola pedonale che vomita piastrineplastificate da discount, il superfluo chedissecca la vena del necessario.Sono l’imprevedibile che interseca le pa-rallele, l’imponderabile che confonde itorti e le ragioni, l’onnipresente che mol-tiplica laddove la medicina sottrae.Sono generato e non creato, della so-stanza dei vostri antibiotici, dei vostri“dovremmo”, dei vostri “ma c’è prima…”. E sì perché c’è sempre un “conveniente”

prima di un “giusto”, un interesse primadi un obbligo, uncornicione prima del salto nel vuoto.Sono nel vostro disgusto al solo scorgereun muso giallo mangiapipistrelli. Sononelle vostre 100 mascherine acquistate apeso d’oro e nel “peggio per i povericristi che non ce l’hanno!”. Sono nellevostre valigie che si accalcano febbricitantilungo il corridoio del Milano-Salerno.Sono nei vostri strafottenti drink collettivimentre la tazzina di caffè riflette sullasua solitudine. Sono nel vecchio rag-grinzito che sputa in faccia al camicebianco perché l’attesa si protrae troppo.Sono nella “immunità di gregge” delloscalcagnato Boris Johnson e nel “com-plotto democratico” dell’improponibileDonald Trump. Non ci sono più, invece,in quell’infermiera estenuata che reclina

il capo sulla testieradel pc. Non ci sonopiù nello sforzo vo-lontario che portamedicinali e generi diprima necessita agli an- zia-ni e agli immunodepressi. Non ci sonopiù nel siero e nelle attrezzature recantila doppia bandiera cinese e italiana. Nel-l’etere della mia inconsistenza, osservoil genere umano dall’alto. La cosa certa,in questo pomeriggio da centro cittadinofinalmente respirabile, è che io andròvia. Tra venti giorni o tra un paio dimesi, tra diecimila o centomila morti,per me non fa alcuna differenza. La cosaaltrettanto certa è che quando ritornerò,sicuramente sotto altre spoglie, troveròad attendermi gli stessi uomini, ugualisistemi, identici strabismi. O no?

MUSIC O'CLOCK di Antonio Sica

LA MUSICA CONTRO LA PAURA. ABBRACCIAME È L’INNO DELLA SPERANZA Chi fermerà la musica? Non di certo ilCoronavirus. La Campania, come il restod'Italia, risponde alla quarantena e provaa superare la paura con dei flash mobche vedono protagonisti i balconidell’intera penisola. Tra le canzoniinnalzate ad inno c'è senza dubbioAbbracciame di Andrea Sannino:"Questo brano riesce sempre asorprendere. La gente ha capitoil reale significato di questa can-zone - spiega Sannino - Quando ènata quel giorno con Mauro Spenillo,pensavo ad un abbraccio universale anchese non immaginavo che nella vita qualcosao qualcuno ci vietasse proprio questogesto così importante". Un brano ripreso

a cinque anni di distanza che in questoperiodo sottolinea quanto un abbraccio,dato troppe volte per scontato, può invece

fare la differenza anche nella quoti-dianità: "Questa emergenza è si-curamente una tragedia, è bel-lissimo che l'Italia ammazziil tempo cantando dai balconiperò non bisogna mai di-menticare che altre città, re-gioni e famiglie vivono una

tragedia molto più grave. Speroche quando tutto sarà finito ci

sarà un'Italia più civile, rispettosa, amantedel prossimo. C'era troppo odio prima".E con il suo sorriso contagioso accompa-gnato da parole piene di speranza, l'artista

partenopeo prova a vedere una luce infondo al tunnel e afferma deciso #IoRe-stoacasa: "Non dobbiamo uscire innanzi-tutto per noi stessi. Più usciamo e piùquesta storia dura. Io per esempio sonoormai papà a tempo pieno e ho il recorddi pannolini cambiati. - missione papà aparte, Andrea non accantona i numerosiprogetti in corso - Appena tutto finirà cisono due inediti pronti e l'esordio del mu-sical dedicato a Carosone. Ma è lecito erispettoso aspettare un po', non è questoil momento per farlo. Mai come questavolta ricordate che andrà tutto bene”. Equando tutto questo finirà ci abbracceremoancora più forte, magari chissà proprio suquesta meravigliosa colonna sonora.

"SONO IO IL COVID-19"

11Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.it Le Rubriche

IL RACCONTO di Vincenzo Benvenuto

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In queste ore stiamo giustamente elo-giando l’immenso lavoro degli operatorisanitari riscoprendo l’evidenza di quanto

il sistema sanitario universale sia un pilastrofondamentale della nostra comunità. Allostesso modo il Terzo Settore sta dimo-strando di essere un elemento fondamentaledella spina dorsale di questo paese. Pensoinnanzitutto a tutte quelle cooperative chesi occupano di servizi socio-sanitari, a tuttele operatrici ed operatori che continuano alavorare e che fanno la doppia fatica di ge-stire al meglio le proprie paure e si fanno ca-rico delle paure e delle ansie di quanti sonoaffidati alle loro cure. Un mondo silenziosoche in queste ore continua nella propriamissione di prendersi cura dei più fragili concoraggio, professionalità e dedizione. Comeil Terzo Settore, lo stesso vale per il mondodel volontariato, che altrettanto sta facendoper le persone senza dimora, per i migranti,per quanti sono soli ed isolati nelle pro-prie case: anziani, disabili e tanti altri incondizione di bisogno. Come per ilservizio sanitario pubblico, anche ilTerzo Settore viene da decenni didemonizzazione, di tagli, di umilia-zioni e nonostante questo conti-nuiamo ad essere punto diriferimento per tante persone e fa-miglie che hanno bisogno di aiuto,di conforto, di tutela. Da questopunto di vista, il sostegno del Governoalle attività produttive è davvero impor-tante ed ancora di più sarà importante il so-stegno alla cooperazione sociale neiprossimi mesi. La Cooperativa Capovolti non si ferma,nonostante l’emergenza. Quali attività at-tualmente in corso?La nostra Cooperativa opera nell’area dellapresa in carico di persone con disabilitàmentale. Da diversi anni ci occupiamo dipercorsi riabilitativi, formativi e lavorativi.In queste settimane abbiamo chiaramentesospeso i servizi e le attività non essenziali,ben prima dei decreti che poi abbiamo visto.Proseguono naturalmente le attività d’ufficioe la gestione delle emergenze in collabora-zione con i servizi sanitari dedicati comequelli legati alla gestione dell’azienda agri-cola. Abbiamo però sospeso le attivitàdiurne e semiresidenziali per prenderci curae per tutelare al meglio le persone che sonoin questo momento residenti presso la no-stra casa alloggio. Si tratta di persone con

estrema fragilità non solo psichica ma,come spesso accada per le persone con di-sabilità mentale, anche organica, a partireproprio da problematiche respiratorie. Ab-biamo quindi previsto l’isolamento totale esono state sospese già da oltre una setti-mana tutte le visite degli esterni (familiaried altri operatori non direttamente coin-volti nella gestione della struttura) ed ab-biamo sospeso tutte le uscite chequotidianamente venivano effettuate. No-nostante ciò cerchiamo di mantenere uncontatto costante con le famiglie, consci diquanto la preoccupazione sia forte e so-prattutto che circondare i nostri ospiti diaffetto e rassicurazione sia il modo miglioredi affrontare insieme questa situazionedrammatica. La mancanza di contatti conl’esterno ha chiaramente prodotto un pro-fondo disagio nei nostri ospiti, al quale

stiamo rispondendo coniniziative che pos-

sano alleggerire ilclima e offrire ilmassimo dellaserenità possi-bile in una si-t u a z i o n edavvero emer-genziale. Sono

state per questoi m p l e m e n t a t e

tutte le attività in-terne, quelle riabilita-

tive come quelle piùludiche, al fine di preservare e mantenerel’assetto di prassi quotidiane stabili a cui po-tersi ancorare anche nei momenti di diffi-coltà. La nostra fortuna è quella di essere incampagna, seppur in prossimità dei servizie del centro abitato, e di avere ampi spaziesterni che già normalmente sono abitati esono oggetto di attività di comunità. Certosiamo preoccupati, ma il nostro primo im-pegno è quello di tutelare e proteggere i no-stri ospiti ed accompagnare le loro famigliea vivere al meglio queste ore difficili.Gestione dei problemi psicologici ai tempidella pandemia: qualche consiglio?Pur comprendendo la priorità delle que-stioni strettamente sanitarie legate alla so-pravvivenza delle persone, devo però direche mi pare che si stia sottovalutando laportata delle questioni psicologiche sianell’attualità dell’emergenza, sia in prospet-tiva. Persone che infettano i familiari, i

nonni, le mamme, come si devono sentire?Persone che hanno i propri cari in ospedalee non possono avvicinarli tantomeno pren-dersene cura, come si sentono? Gli anzianisoli che non possono ricevere visite comestanno vivendo queste ore? Le persone confragilità che sono nelle loro case, quali vis-suti portano? E così ciascuno di noi. Hoparlato nelle scorse ore di un rischio con-creto di una diffusione di sintomatologie im-portanti legate al disturbo post traumaticoda stress. Una situazione come quella chestiamo vivendo, infatti, esaspera i vissuti diansia, preoccupazione, frustrazione e quindiaumenta vertiginosamente la quota di stressa cui siamo sottoposti. Mi aspetto nelleprossime settimane e prossimi mesi, un si-lente ma incessante emergere di disturbid’ansia, depressione, somatizzazioni ed ungeneralizzato diffondersi di un malessereche è frutto di questa emergenza, ma che ve-dremo nel tempo. Credo sia inevitabile, macredo altrettanto che si debba intervenire su-bito, immaginando l’impiego delle profes-sionalità di area psicologica a sostegno delpersonale medico e sanitario, innanzitutto,a sostegno dei pazienti ricoverati ed in par-ticolare quelli più gravi. Credo che sia altret-tanto necessario sostenere i familiari deipazienti ricoverati. Oltre alle questioni le-gate al trauma collettivo che stiamo attraver-sando, credo che si debba avere anche curadi quanti vivono il lutto in queste ore. Unlutto che non può essere elaborato, non può

essere incorniciato nei rituali a cui siamoabituati, attraverso i quali riusciamo ad ela-borare il lutto almeno in una prima istanza.Persone che non possono salutare i propricari, non li possono seppellire, accompa-gnare al cimitero. Quei lutti restano sospesidentro e rischiano di produrre disagi e fra-gilità psicologiche importanti. L’onda lungadel lutto, che ha molte fasi, in queste circo-stanze rischia davvero di compromettere ilbenessere psicologico di una larga fetta dipopolazione, non solo di quelli che ne sonodirettamente coinvolti per la morte di unapersona cara, ma credo che si debba iniziarea parlare, soprattutto in alcune zone del no-stro paese, della necessità di elaborare unlutto collettivo. Infine, credo che sia neces-sario tenere in considerazione l’impattosulla salute pubblica che la crisi economicadeterminata da questa emergenza potrà ge-nerare. Abbiamo già visto come in tempo dicrisi economica profonda il malessere au-menti diffusamente. Ci troveremo prevedibilmente di fronte aduna impennata di fragilità e disagi psicolo-gici e psichici che dovremo poter affrontare.Mi voglio augurare che la lezione che stiamoimparando in queste settimane intorno al-l’emergenza sanitaria, possa esserci di aiutoper prevenire ed attrezzarci in tempo per lenuove piccole e grandi emergenze cheavremo come conseguenza di quella attuale.

*Presidente Cooperativa Sociale Capovolti

Terzo settore ai tempi del coronavirus:Ecco come bisogna muoversi ora

DALLA PRIMA PELLEGRINO

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....#Andràtuttobene, è la speranza di tuttinoi per tornare presto ad una vita normale,fatta di relazioni pubbliche, fatta di socia-lità, fatta di abbracci. Tocca anche a noi de-terminare il futuro di questo mostroinvisibile che ha messo in ginocchio ilMondo intero. Ci stiamo salvaguardando,stiamo cercando di rispettare le regole delGoverno, senza guardare il colore politico,senza scendere in polemica. Non ne ab-biamo bisogno in questo momento doveaccanto alla naturale risoluzione dell’emer-

genza sanitaria deve essere creato un climadi serenità e di calma. Ben venga la manotesa di Guido Bertolaso in Lombardia, benvengano le donazioni, ben venga tutto ciòche abbia un fine pratico e non politico. Iconti si faranno, poi, quando l’Italia si rial-zerà e ci sarà tempo per tornare alle liturgiequotidiane, forse (si spera) con un approc-cio diverso, teso sempre all’interesse gene-rale e non particolare.Partendo dalla sanità, quella che è statasmantellata, quella dei reparti doppiati,

degli ospedali chiusi, dei posti letto tagliata,delle sperimentazioni non finanziate, deimedici e degli infermieri non assunti, deimacchinari non comprati. Da qui deve par-tire l’azione di un governo o di una ammi-nistrazione regionale. E non si escluda ilricorso ad una centralizzazione delle fun-zioni rispetto ad una gestione regionale chenon ha dato i frutti sperati. Anzi.Ora è tempo di combattere e reagire. Poisarà il tempo di rialzare economicamentel’Italia attraverso i suoi comparti produttivi

e le sue eccellenze, poi sarà il tempo di tor-nare a sorride. Noi faremo la nostra parte,per quanto possiamo, per quel che è di no-stra competenza. Questo numero è dedi-cato, per quanto ci riguarda, alle personeche in solitudine stanno vivendo la propriaquarantena, alle persone che stanno lot-tando contro questo maledetto virus, allefamiglie che hanno perso un proprio caro.Il nostro pensiero va a loro, così come va atutti i papà in questa particolare festa. Ce lafaremo, insieme.

IL CASO / FRANCESCO NAPOLI*

La cooperativa Capovolti non si ferma con l’emergenza: «La nostra fortuna? Essere in campagna»

12 Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.itParola all’esperto

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Per arginare gli effetti congiunturalidovuti alla pandemia del COVID-19, è stato emanato il Decreto “Cura

Italia”; di seguito i punti salienti.Versamenti fiscali Allo scopo di garantire liquidità a famiglieed aziende, sono sospesi tutti i versamentifiscali e contributivi in scadenza il 16Marzo; a tal punto si scindono coloro chehanno ricavi superiori a 2.000.000 € (sca-denza 20 Marzo) a coloro che hanno ri-cavi inferiori a predetta somma (scadenza31 Maggio).Cartelle Agenzia Delle Entrate Riscos-sione (ex Equitalia)Gli avvisi relativi a:-Cartelle di pagamento-Avvisi di accertamento esecutivi-Avvisi di addebito-Atti di accertamento esecutivi-Ingiunzioni e atti esecutivi degli enti lo-cali scadenti in un periodo ricompreso tral’8 Marzo ed il 31 Maggio, sono rinviati al30 Giugno.Le somme in scadenza relative alla cd.“pace fiscale” (rottamazione ter e saldo estralcio) dovranno invece essere versateentro la data del 31 Maggio.Adempimenti fiscaliSono stati prorogati al 30 Giugno tutti gliadempimenti tributari ricadenti dall’ 8Marzo al 31 Maggio (ad esclusione deidati relativi al 730 precompilato). Ritenuta d’acconto in fatturaI compensi fino al 31 Marzo dei soggetticon ricavi inferiori alla soglia dei 400.000euro non sono soggetti a ritenuta d’ac-conto; il percettore dovrà presentare ap-posita dichiarazione e versarli in unicasoluzione entro il 31 Maggio.

Sospensione mutui prima casa per tito-lari di Partita Iva. È prevista la sospensione delle rate delmutuo sulla prima casa per i titolari diPartita Iva per nove mesi. Tale sgravio èprevisto solamente al presentarsi di auto-certificazione dove si dichiara la perdita,nel trimestre seguente il 21 febbraio 2020,di un importo pari o superiore ad un terzocirca (33%) del fatturato generato nell’ ul-timo trimestre 2019.Prestiti per impreseSospeso il pagamento delle rate dei pre-stiti presso enti finanziari alle Pmi ed allemicroimprese fino al 30 Settembre; se nericava che le rate con scadenza anterioreal 30 Settembre sono rinviate a quest’ ul-tima; inoltre le linee di credito a revoca(cd.“fido”) e i finanziamenti per anticipisu crediti non possono essere revocati allastessa data in epigrafe.Come sopra, per poter ottenere tali bene-fici è necessaria autocertificazione diblocco parziale o totale della propria atti-vità, avente come causale le restrizioni inmerito al cd. Coronavirus.Credito d’imposta affitto negozi e sanifi-cazioneÈ stato riconosciuto un credito di impostapari:-Al 60% per il canone di locazione delmese di Marzo 2020, per immobili rien-tranti in categoria C/1;-Al 50%, fino alla somma di 20.000 euro,per le spese di sanificazione degli ambientidi lavoro (fino ad esaurimento fondi).Detrazioni per erogazioni liberaliLe erogazioni in denaro, effettuate per fi-nanziare l’emergenza Coronavirus sonodetraibili dal reddito delle persone fisiche

(IRPEF) al 30%, per un importo massimodi 30.000 euro; anche le imprese possonobeneficiarne, essendo le erogazioni dedu-cibili ai fini Irap (per cassa).Stop ai licenziamentiBloccati i licenziamenti per “giustificatomotivo oggettivo” per 60 giorni dall’ ema-nazione del Decreto.Bilancio d’esercizioProrogato il termine da 120 a 180 giornidalla chiusura dell’esercizio sociale perl’approvazione del bilancio d’esercizio.Cassa integrazione in deroga – Inden-nizzo Partite Iva.La Cassa integrazione in deroga vieneestesa a tutti; i datori di lavoro con menodi 5 dipendenti, i quali sospendono o ri-ducono l’attività per l’emergenza, ne pos-sono ricorrere per un periodo massimo di9 settimane.È riconosciuto un indennizzo pari adeuro 600, su base mensile, non tassabile,per i lavoratori autonomi non iscritti adordini professionali, artigiani, commer-cianti, co.co.co, coltivatori diretti, altre fi-gure agricole, lavoratori del settorespettacolo.Equiparazione quarantena (o assistenzafiduciaria domiciliare) alla malattiaPer chi lavora nel privato, come nel pub-blico si prevede l’equiparazione della qua-rantena o del periodo fiduciario allamalattia.Voucher baby-sitterPossibilità di usufruire, per i genitori lavo-ratori, di un congedo parentale per 15giorni aggiuntivi al 50% del trattamentoretributivo o, in alternativa, riconosci-mento di un bonus per il baby-sitting paria 600 euro(1.000 per dipendenti SSN o

forze dell’Ordine)Spunti criticiIl presente D.L., al netto di modifiche insede di pubblicazione in G.U., ad avvisodello scrivente tutela in maniera spere-quata il lavoratore dipendente dal lavora-tore autonomo; in particolar modo visono alcune classi di lavoratori, coloroiscritti agli Ordini Professionali (giornali-sti, commercialisti, avvocati, ingegneri,ecc..) per i quali non è prevista alcunaforma di indennizzo diretta.Anche coloro i quali è previsto un inden-nizzo vedono il bicchiere mezzo vuoto, inquanto i 600 euro in molti casi non ba-stano ad una mera sussistenza, soprattuttoper chi ha famiglia.

*Commercialista

L’ESPERTA / VERONICA BENINCASA

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Oggi l’indagine periodica realizzata dal-l’Istituto Piepoli per conto dell’OrdineNazionale degli Psicologi registra più65% il livello dello stress. È la variazionepiù ampia e il dato più alto registratodallo stressometro. Un aumento del 25%rispetto alla scorsa settimana, dovuto si-curamente ad una piena presa di co-scienza da parte degli italiani. Sembrauna frase semplice, da dire a tutti: “Re-state, resto a casa!” Slogan che in questigiorni di quarantena forzata leggiamoovunque…Ma nella nostra realtà quotidiana ci tro-viamo di fronte ad abitudini stravolte, im-mobilità forzata, un tempo che, se nonadeguatamente riempito, sembra am-pliarsi all'infinito. Mi chiedeva Andrea,come stessi trascorrendo le mie giornate,in qualità di psicologo, nel pieno dellamia professione…Sto trascorrendo le miegiornate divise in due parti, tendenzial-mente…Da una parte, con i miei colleghipsicologi dell'Azienda Ospedaliera - Uni-versitaria San Giovanni di Dio e Ruggid'Aragona, con i quali abbiamo formatouna task force coronavirus e scritto cosìcome da indicazione del Consiglio Nazio-nale Ordine Psicologi un decalogo per ge-stire l'emergenza psicologica da

coronavirus ( che allego) concordandoun unico numero di telefono di emer-genza a cui si può chiamare dalle 9 alle 21che è 3339143688. Dall’altra a casa, conla possibilità di usufruire di un colloquiopsicologico on line attraverso l’uso del te-lefono, e-mail, skype, facebook, what-sapp.Il supporto psicologico in questa fasemolto particolare e delicata, può essereutile nei casi in cui si verificano stati di:-Ansia, paura eccessiva, attacchi di pa-nico;-Tristezza e/o stati depressivi emergenti;-Insonnia;- Difficoltà nella gestione del proprioumore e delle proprie emozioni;Grazie anche ai suggerimenti di pazientiche sto continuando a seguire in terapiaattraverso questa modalità, abbiamo rile-vato alcuni modi utili per affrontare, almeglio, queste giornate di “reclusione for-zata”. Evitiamo il continuo e ossessivo ag-giornamento di informazioni mediatiche.Questo può essere fonte di forte ansia,un'ansia passiva che si accumula alla giàcomprensibile dose di preoccupazioneche possiamo vivere. Dal momento che lenotizie le riceviamo a senso unico, invecedi subirle mettiamo in atto l'unica possi-

bilità reattiva che abbiamo: valutiamo lapossibilità di vedere un unico bollettinoper gli aggiornamenti, per il resto utiliz-ziamo i mass media per guardare i nostrifilm e le nostre serie televisive preferite.Non stiamo continuamente sui social,non potendone controllare i contenuti,controlliamo almeno i tempi di consulta-zione e leggiamo invece un buon libro.Proviamo a fare un planner per organiz-zare al meglio il nostro tempo. Un po' di lettura, un po'di tv, una telefo-nata alle persone care, un bagno caldo,per chi può, in questo mi considero estre-mamente fortunata, potersi dedicare astare in giardino a piantare semi, curarefiori e piante. Dedichiamo tempo ai nostrihobbies o passioni. Se non ne abbiamopensiamo e creamone una. Program-miamo ciò che vogliamo fare, quandosarà finito questo periodo di tempo nonstrutturato. Ci ritornerà utile, appena sa-remo di nuovo impegnati nelle nostre at-tività consuete. Come dico sempre con imiei pazienti. E’ giusto dedicare il neces-sario tempo a ciò che mangiamo in modosano e ad una regolare attività fisica. Fac-ciamo piccoli esercizi da poter fare incasa, facciamo un po’ di yoga che fa be-nissimo, on line troviamo tanti tutorial. Ci

aiutano a scaricare le tensioni e manten-gono corpo e psiche in salute e in equili-brio.La convivenza forzata a tempo pieno puòessere causa di malumori e litigi. Impa-riamo a dedicarci tempi in solitudine perquanto ci è possibile. Le relazioni, alta-mente funzionali, sono il risultato di unbuon equilibrio tra tempi individuali etempi in relazione.Facciamo in modo che sia, così come diceil caro collega Oscar Travino un tempovivo, non insopportabile, che possa la-sciarci, quando sarà passato, un po'piùricchi di quando ci ha trovati.Sono disponibile, previo contatto di ac-cordo, attraverso un messaggio privato suuno dei miei social, oppure attraverso unamail al seguente indirizzo: [email protected] Dott.ssa Veronica Benin-casaPsicologa - Psicodiagnosta- specializ-zanda presso la Scuola di Specializza-zione Cognitivo-Comportamentale A. T.Beck di Roma.Via P. Atenolfi n. 33 - 84013 Cava dei Tir-reni (SA) - Italia cel. +393397750158 ;pagina fb Studio di psicologia dott.ssa Ve-ronica Benincasa contatto skipe: Veronica Benincasa

L’INTERVENTO/ EMILIO LUCIBELLO*

L’importanza della psicologia in questa fase della nostra vita

Ecco i punti salienti dell’economia per fronteggiare la pandemia Covid19“Cura Italia”, le novità del decreto

13Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.it Il focus

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“Sorelle in Chic è ormai è diventatauna community, una cucina dicondivisione, di amore. Ogni

giorno si cucina in videochat con le proprieamiche, scambiando ricette e anche consi-gli. È un’occasione di aggregazione in que-sto momento tanto difficile, perché lacucina aiuta a pensare positivamente. Ol-tretutto questa grande passione nasce dal-l’amore per la farina, tramandato digenerazione in generazione dalla nonna.Impastare aiuta a dimenticare, ad allegge-rire le tensioni, a guardare il bello della vita.La cucina è ricerca della felicità, della bel-lezza, della perfetta armonia di sapori in cuiognuno rimane perfettamente riconosci-bile. È un orgoglio, perché il “fatto in casa”,“fatto a mano” con una visione anche bioed ecosostenibile, recupera il suo valore ori-ginario. L’artigianalità diventa una nuovaavanguardia”: ad affermarlo è FrancescaLandi, avvocato con la passione per l’arteculinaria, creatrice del food blog “Sorelle inChic”.Per @sorelle_in_Chic nulla è cambiato.L'amore per il cibo e per la cucina sonosempre lo stesso nonostante l’emergenzacoronavirus – scrive sui social - Un consi-glio però lo voglio dare quando vi sentitestretti, senza aria: cucinate, e fatelo conamore, perché il cibo porta positività, buonumore, energia... Vi fa sentire utili ed attivi.Noi faremo tante ricette insieme”Sorelle in Chic è un food blog attivo da di-versi anni, nato sui social in maniera spon-tanea e quasi goliardica, prima con unapagina Facebook e solo di recente anchesulla piattaforma Instagram, per condivi-dere con gli amici le varie ricette e speri-mentazioni culinarie, nei momenti ditempo libero. Uno spazio virtuale di entu-siasmo, creato da due sorelle, Barbara eFrancesca Landi, una giornalista e l’altraavvocato, unite da un’unica passione: la cu-cina, la creatività, i colori e gli allestimenti.IG: @sorelle_in_chic .

Una chat per scambiarsi ricetteCosì la cucina diventa condivisioneLA CURIOSITÀ / SORELLE IN CHIC

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L’idea è stata lanciata da Francesca e Barbara Landi, per combattere la quarantena

LA RICETTAINGREDIENTI:200gr cioccolato fondente130 gr. Burro6 uova250 gr. Zucchero50 gr. Farina 0050 gr. Fecola1 bustina pan degli angeliPROCEDIMENTO:In una ciotola fare sciogliere a bagnomaria il cioccolato fon-dente con il burro. Fare raffreddare il composto.Appena sarà freddo aggiungere al composto di cioccolato eburro le uova e lo zucchero e girare con una frusta.Aggiungere la farina setacciata insieme alla fecola ed infine labustina di pan degli angeli, sempre setacciata.Imburrare ed infarinare un ruoto e versare il composto.Fare cuocere per 30 minuti a 175° in forno ventilato.

Le girelle ripiene sono un finger foodappetitoso e stuzzicante.Ideali per il compleanno dei bambini,per un pic nic o una merenda diversa dalsolito. Per un aperitivo sfizioso, come antipasto,per un buffet o cena di lavoro, si possonorealizzare con la farcitura che più cipiace. Colorate, deliziose ed estremamente in-vitanti sono come le ciliegie, una tiral'altra! INGREDIENTI 500 gr di farina (metà Manitoba metà00)300 ml di acqua tiepida 1/2 cubetto di lievito di birra fresco 40 ml di olio evo 1 cucchiaino raso di sale 1 cucchiaino di zucchero PER IL RIPIENO 250 gr di scamorza

150 diprosciuttocotto atocchetti In una cioto-la impastare la fa- rina,il lievito con lo zucchero e l'ac-qua. Aggiungere sale e olio econtinuare ad impastare. Ap-pena il panetto non si attaccapiù alle dita porre a lievitare inun contenitore coperto con pel-licola per un paio d'ore o co-munque fino a quando l'impastonon avrà raddoppiato il suo vo-lume. Successivamente stenderela pasta, farcire, arrotolare e ta-gliare a rondelle. Porre le ron-delle su carta forno e far lievitareancora 1 ora. Cuocere per 20/25minuti o comunque fino a do-ratura a 200°.

GIRELLE GOLOSEILA RICETTA di Roberta Memoli

14 Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.itLe ricette

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"L'attività fisica è necessaria ma non in-dispensabile. Facciamo il possibile per ledonazioni". In questi giorni di emergenzasanitaria, il presidente della Rari NantesEnrico Gallozzi ha espresso il propriopensiero in merito alle tematiche sportive.La pallanuoto, ferma come gli altri sport,ha chiesto agli atleti di restare nelle proprieabitazioni. Messaggio che Gallozzi tendea ribadire alla squadra: "Le restrizionisulla vita delle persone, imposte dalla ne-cessità di contenere la trasmissione delvirus, stanno avendo un impatto devastantesu tante attività lavorative. Penso al settore del turismo, al settoredell’intrattenimento, al settore del com-mercio. Anche il mondo dello sport - ri-badisce il presidente giallorosso - ha subitodanni ingenti. Chi gestisce un impiantosportivo si trova con un improvviso azze-ramento delle entrate a causa della chiusuradegli impianti con la necessità di dovercoprire comunque le spese generali. Allostaff ed agli atleti abbiamo chiesto di ri-manere a casa; cercare laddove possibiledi fare un minimo di attività fisica ma trale mura domestiche". È un momento estre-mamente difficile per l'Italia, ma affinchétutto torni alla normalità c'è bisogno delcontributo di tutti. Come ribadisce Gallozzi:

"Dipende soprattutto da noi. Le misuredel governo sembrano giuste: si sta cer-cando di limitare la diffusione del contagioprovando, nei limiti del possibile, di man-tenere alcuni settori della produzioneaperti. Dobbiamo aspettare almeno unpaio di settimane per verificare qualchemiglioramento". L'attività fisica al mo-mento, va rimandata: "Giusto limitarel’uscita da casa per andare al lavoro, ac-quistare medicinali o beni di prima ne-cessità. Possiamo accettare, seppur mal-volentieri, di rimandare le attività fisichedi un paio di settimane". L'appello del Presidente della RegioneVincenzo De Luca, in merito alla carenzadi sangue, trova piena condivisione daparte di Enrico Gallozzi: "Come donatoreregolare ritengo che la donazione di sangueè qualcosa di prezioso. Certamente in questa situazione è com-plicato convincere le persone a scenderedi casa, ma è necessario fare il possibileanche su questo versante". L'Aibi, asso-ciazione che combatte l'abbandono mi-norile con l'adozione internazionale, nonsi ferma: "Stare in casa dà il tempo e lapossibilità di riflettere su tanti temi: magaricoppie che prese dalla fretta quotidiananon hanno mai riflettuto sulla meravigliadell'adozione possono fare dei passi versoquesto modello di vita". E così i nipoti si

riscoprono nonni-sitter, invitando gli an-ziani a non abbandonare le proprie abita-zioni: "L’altro giorno con mia moglie ab-biamo avuto una piacevolissima videochiamata con una coppia che ha avutodue figli biologici. Hanno chiesto infor-

mazioni sull'adozione ed hanno cominciatoa preparare i documenti on line al tribunaledei minori subito dopo. Gli abbinamentiproseguono anche sul versante cinese manaturalmente al momento le partenzesono rimandate".

L’INTERVISTA / IL PRESIDENTE ENRICO GALLOZZI

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"Tempi di recupero? Almeno tre settimane". In questesettimane, con le attività sportive di ogni ordine e gradoferme, gli atleti hanno bisogno di mantenere costante siail peso corporeo che la forza fisica. Il preparatore atleticodell'Alma Salerno Vincenzo Bergamo sottolinea l'impor-tanza di una buona alimentazione ma soprattutto il riposoassoluto in caso di sintomi influenzali: "E' giusto farequalche esercizio a casa, ma senza forzare: se stiamomale rischiamo di mettere in difficoltà sia l'apparato im-munitario che il sistema respiratorio". Ad ora la cosa fondamentale è quella di non perdere iltono muscolare: "In queste settimane il rischio per l'atletaè di perdere la resistenza e tutti gli sforzi fatti nei mesiprecedenti". L'alimentazione diviene quindi fondamentale:"Ciò che non si può fare dal punto di vista fisico va ot-

temperato con l'alimentazione. E' obbligatorio non metteretroppo peso, altrimenti il rientro è ancora più problematico". Naturalmente, quando tutto tornerà alla normalità, saràfondamentale non forzare troppo i tempi di recupero:"La probabilità di incappare in nuovi infortuni è elevata,ma tutto dipende dal tipo di preparazione che viene effet-tuata". I tempi per un rientro completo dopo la pausa sono di al-meno tre settimane: "I primi sette giorni cerchiamo di ri-svegliare solo il muscolo, poi in progressione inziamo afare lavoro specifico per farsi trovare pronti al ventunesimogiorno. Le partite nell'immediato non possono essere af-frontate al 100% delle proprie possibilità". Consigli pergli esercizi a casa: "Chi può lavori sulle gambe e intensifichiil lavoro aerobico". ma.ma

I CONSIGLI / IL PREPARATORE ATLETICO VINCENZO BERGAMOLe fasi del ritorno in campo: "Lavorare su alimentazione e parte aerobica"

di MATTEO MAIORANO

Donazioni di sangue ed adozioniL'altra Italia che non si ferma

"Le misure del decreto coerenti con il momento storico, nonostante diversi settori accuseranno la crisi"

15Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.it Sport

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L’INTERVISTA / IL DIARIO DI GERARDO ACITO

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Restare in forma tra le mura domestiche. "E' la ricettaper abbattere la noia in questi giorni di quarantena"confessa Gerardo Acito, pesista paralimpico da un lustroai vertici nazionali della categoria. Il campione salernitanoin questi giorni prosegue gli allenamenti sulla panca dicasa, invitando la popolazione a non lasciare le proprieabitazioni: "Stasera guarderò la Tv. Il momento è delicatoper tutti, le difficoltà non sono certo poche ma insiemesupereremo anche questo momento difficile". Acito haattrezzato una piccola palestra in casa per mantenere laforma: "In questo periodo impianti sportivi e palestresono chiusi, ho realizzato la mia piccola area di allem-namento domestica. Provo qualche esercizio con unapiccola panca e con pesi da 15 e 20 chili". Fare sport per Gerardo è un diversivo per allentare iltempo: "Ho preso una pausa sia come sportivo checome lavoratore. Noi sportivi avvertiamo la mancanzadi esercizio in maniera maggiore rispetto agli altri ma,chi più chi meno, stiamo provando ad attrezzarci". E isiparietti a casa non mancano: "Mia moglie, il miogrande sostegno, deve sopportare le mie incursioni incucina: sto imparando a cucinare delle sfiziose ricette,per via delle quali passo gran parte del tempo in cucina.Abbiamo preparato una millefoglie di zucchine: tagliate

le verdure con una man-dolina a fettine sottili, leho stese a crudo in unapirofila, il cui fondo èstato riempito con uncucchiaio di olio. Ho ag-giunto del crudo, carnetritata di maiale, pancettae scamorza e del parmi-giano, poi sale e pepenei diversi strati dellacomposizione. In aggiun-ta, in superficie, ho mes-so pochi grammi di pan-grattato. Dopo venti mi-nuti, posso garantire chela ricetta abbia soddi-sfatto largamente il no-stro palato. Stamattinainvece - continua Gerar-do Acito - abbiamo pian-tato dei semi di peperoncino, speriamo di vedere prestoi risultati". Ma prima di essere cuoco, il pesista è unosportivo di fama nazionale: "La pesistica palalimpicaconsiste principalmente nel sollevamento pesi, che èdifferente dal body building. E' necessaria una grandeforza di volontà mentale oltre che fisica, perché andiamo

a caricare maggiormente il sistema ner-voso centrale. Io lavoro a carichi elevateper pochi volumi. In gara sollevo 106chili. Per me che sono abituato ad allenarmianche 5/6 volte al giorno la palestra èuna seconda casa". La quarantena hafrenato la corsa di Gerardo verso la Na-zionale: "Il problema è che adesso stavocominciando a spingere. Prima rientravonella categoria 59, ora invece sono scesonei 54. Per indossare la maglia azzurra è obbli-gatorio alzare un determinato peso chevaria in base alle diverse selezioni: nei59 kg avrei dovuto alzare 115, mentrenei 54 dieci in meno. Sarebbe stata unabuona opportunità. Ora sono a casa -riflette l'atleta - svolgo gli allenamenticon manubri da 20 kg, esercitando bi-

cipiti e tricipiti".Il fattore età gioca la sua parte: "Desidero restare al topcome accaduto negli ultimi cinque anni, nei quali hovinto altrettanti trofei. In cuor mio è difficile rinunciareall'attività sportiva, ma in questi casi è indispensabile.Dobbiamo lanciare un messaggio forte e chiaro affinchéla popolazione resti unita, ma distante".

Lo sport aiuta a potenziare il sistema im-munitario, purché praticato in modo in-telligente, equilibrato e senza eccessi.In merito agli effetti benefici dello sportsulle difese immunitarie, interessanti studiscientifici hanno dimostrato che l'eserciziofisico regolare migliora la funzione deineutrofili, ossia una delle componenticellulari costituenti i globuli bianchi.Studi condotti sugli atleti e su personeche praticano attività fisica in modo re-golare a livello amatoriale hanno eviden-ziato che l'allenamento moderato, chemantiene in forma l'organismo senzastressarlo, contribuisce a potenziare lacapacità di contrastare i virus respiratori;sebbene lo sport non agonistico e mode-

rato possa vantare diverse indicazionipositive per la salute, non da ultima quelladi rinforzare il sistema immunitario. Cosa indebolisce le difese immunita-rie?Oggi, le cause principali dell'indebolimentodelle difese immunitarie sono: lo stress,alcune patologie (es: raffreddore), l'usosmodato degli antibiotici, svariati fattoriambientali (es: freddo, umidità, cambiodi stagione, eccessiva esposizione solareecc.), un'alimentazione impropria, l'ina-deguato riposo notturno, la sedentarietà,l'affaticamento fisico e l'avanzare dell'età.Oggi, le cause principali dell'indebolimentodelle difese immunitarie sono: lo stress,alcune patologie (es: raffreddore), l'uso

smodato degli antibiotici, svariati fattoriambientali (es: freddo, umidità, cambiodi stagione, eccessiva esposizione solareecc.), un'alimentazione impropria, l'ina-deguato riposo notturno, la sedentarietà,l'affaticamento fisico e l'avanzare del-l'età.Come rafforzare le difese immunitarie?Secondo il parere unanime della comunitàmedico-scientifica, il modo migliore perrafforzare le difese immunitarie è adottareuno stile di vita sano. Del resto, è undato di fatto che, con l'adozione di unostile di vita sano, qualsiasi organo, apparatoe sistema del corpo umano - compreso ilsistema immunitario - funziona meglio ein modo più efficace.

Il rafforzamento delle difese immunitarie,attraverso comportamenti di vita sana, sifonda su alcuni capisaldi, che sono:-La dieta appropriata-Il mantenimento nella norma del pesocorporeo-La limitazione delle bevande alcoliche-Non fumare-Dormire a sufficienza-L'attività fisica.Dato il momento particolare che attraversail nostro paese (coronavirus) dobbiamolimitare al massimo i nostri spostamenti:restiamo a casa ma niente vieta di man-tenersi in forma allenandosi tra le muradomestiche.

*topallenatori.it

A LEZIONE DA MISTER LA CAMERA

Il rapporto tra la pratica sportiva e le difese immunitarie

di MATTEO MAIORANO

Libri di cucina ed esercizi di pesistica"La ricetta per la forma e il sorriso"

Il pesista paralimpico pluricampione d'Italia: "In quarantena riscopriamo i valori della famiglia"

16 Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.itSport

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La festa del Papà nasce sulla scia della ricor-renza religiosa di San Giuseppe, festività na-zionale fino alla sua abolizione nel 1977.

Nel 1871 infatti la Chiesa aveva reso lo sposo diMaria il protettore dei padri di famiglia e patronodella Chiesa Universale. Un ruolo, quello di San Giuseppe, che fu poi ancheesaltato successivamente da Papa Leone XIII allafine dell'800, quando si iniziarono a porre le basi peruna tradizione ancora oggi molto diffusa nei paesidi cultura cattolica.Non a caso, la festa di San Giuseppe è inquadratada diversi studiosi come la diretta erede dei Libera-lia, la ricorrenza romana con la quale si veneravanoLiber Pater e Libera o Proserpina, divinità legate aiculti agresti. Differenti, sono le declinazioni del cultodel santo protettore dei padri nelle regioni italiane emolto diversificate ovviamente all'interno dellastessa Campania, dove sono le tradizioni culinarie ascandire lo scorrere del tempo e delle stagioni. A tal proposito, per la prima volta forse dagli annipiù bui della Seconda Guerra Mondiale noi campanidovremo fare una grande rinuncia: acquistare pro-dotti di pasticceria nel periodo prepasquale. Anche le zeppole di San Giuseppe, dolce tradizio-nale della festa del Papà, un must della tradizionedolciaria della nostra regione, non sfuggono alle re-

strizioni imposte dai decreti governativi, se non perquei panifici che continueranno a produrle. Ritorna dunque, giocoforza, la produzione casalingadi un dolce popolarissimo, di origini remote ma altempo stesso controverse. C'è chi ne fissa le radiciin età egizia o romana. Una certezza sulla loro datazione la offre il manualedi cucina napoletana di Ippolito Cavalcanti, la "Cu-cina Teorico-Pratica" del 1837. Diffusissime a Napolie nell'Agro, le zeppole sono però popolarissimeanche nel salernitano, dove assumono una formaleggermente diversa, con la crema che viene dispostaseguendo la forma circolare del bignè e non al cen-tro. Ma nel territorio salernitano, così variegato, nonmancano tradizioni locali differenti legate al cultodel Santo, magari meno note al grande pubblico,come quella della "benedizione dei pani" che av-viene nel piccolo borgo di San Teodoro di Serramez-zana, appena trenta abitanti nel cuore del ParcoNazionale del Cilento. Un rito antichissimo legato alle tradizioni della se-mina. Il santo è venerato anche a Giungano edAgnone, celebre frazione marina di Montecorice dicui è santo patrono. Andando oltre la Piana del Selecambia, però, l'orizzonte gastronomico della festi-vità, con le classiche zeppole sostituite da frittelle,come nel caso delle pett'r r lup tanto diffuse a Cag-giano, nel Vallo di Diano.

Il 19 marzo, comenasce la tradizione?

IL RACCONTO

DI ANDREA BIGNARDI

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17Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.it Speciale festa del papà

Vivere per la prima volta la “festa delpapà”, da papà è difficile da descrivere,se non la certificazione assoluta di tuttigli impegni presi ogni mattina da tre mesia questa parte, quando ci si alza e si in-contrano quegli occhioni sbarrati chechiedono solo di essere presi in braccio.Alla prima da papà nella “festa del papà”si può soltanto dire che si ha l’esatta con-

tezza di quanto usare o meno la parola“amore”, ovvero ci si rende conto diquante volte la si è sprecata in vita perdescrivere situazione che non erano per-tinenti alla descrizione stessa. Pesa la pa-rola “amore” pronunciata adessosapendo che niente più è parametrabilea 67 centimetri per quasi sette chili diamore puro e indissolubile che ti spin-

gono ad essere più ligio, attento, colla-borativo e responsabile. Tutto moltipli-cato per due, tutto che si convoglia in unsolo zenith, ovvero quando a fine gior-nata si rientra a casa e si sentono i primiversi o si guarda il sorriso appena ti ci av-vicini. Il mio primo 19 marzo da papà?Un atto di fede.

Adriano Rescigno

Anche nel salernitano si celebra il culto del santo

La mia prima festa del papà? Un atto di fede verso mio figlio

LA RICETTA

Zeppole di San Giuseppe:Per la pasta choux500 ml d' acqua300 gr di burro500 gr di farina10 gr di sale finoMettere l'acqua sul fuoco ag-giungendo il burro a toc-chetti, far cuocere a fuocomedio, prima che giunga adebollizione versare la farina eil sale all'interno del compo-sto e girare, far cuocere unpo' e versare nella planetaria.Far girare un po' in modotale che esca il vapore e si raf-freddi un po', versare un po'alla volta le uova sbattute(circa 10). Usare una sache apoche con un becco 12 riccioo liscio. e disporle su carta daforno come per fare la formadi una zeppola. Per comple-tare la preparazione si potràadoperare il forno, a 180° percirca 25 minuti, tenendolo ri-gorosamente chiuso fino acompletamento della cotturaper non compromettere lastruttura dello choux. Per laversione fritta, invece, cuo-cerle da entrambi i lati in olioa 180 gradi. Per la crema pasticceraIngredienti1 lt latte 300 gr zucchero10 tuorli d'uovo150 gr farina e 30gr fecolaProcedimentoIn un pentolino riscaldare illatte senza farlo bollire.In un secondo pentolinocuocere i tuorli e lo zucchero,unire le polveri e versare illatte un po'alla volta, facendoattenzione a non crearegrumi. Aromatizzare lacrema - una volta tiepida -con vaniglia, limone grattu-giato o arancio. Far raffred-dare il tutto prima diadoperarla per la farcitura.

Pasticceria Gambardella di Minori

LA RICORRENZA

Zeppoladi San Giuseppe

LA RICETTA/1

Festa del papà sinonimo dizeppola di Giuseppe? Nonè detto. O almeno non pertutti. C’è a chi la crema pa-sticciera proprio non vagiù, magari perchè estrema-mente dolce o semplice-mente perchè preferisconodolci senza alcuna farcituraallora, per l’occasione, pro-poniamo la ricetta dellezeppole tradizionali, graziea “mamma” Speranza,cuoca in quarantena che inquesti giorni ha rispolve-rato gli attrezzi del me-stiere.Ingredienti: 1kg di farina 00, un pezzo di lievito da 25 gr, 150gr di burro, 150gr di zucchero,20gr di sale, 5 uova, latte per impastare. Procedimento: mettere inuna ciotola farina, zuc-chero, uova, sale, burro elievito precedentementesciolto nel latte tiepido eimpastare il tutto (si puòimpastare a mano o conl’impastatrice). Fare un im-pasto morbidissimo. Dopomettere l’impasto in unaciotola e coprire con un ca-novaccio per farlo crescereper circa 2 ore. Una voltache l’impasto si è replicatoformare delle zeppole efarle riposare, sempre co-perte con un canovaccio,all’incirca una mezz'ora.Dopo friggere in abbon-dante olio.

La zeppolatradizionale

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SANREMO CANTA IL VIRUS

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E’ l’iniziativa lanciata dal salernitano Vittorio Cicalese, per infor-mare - tra note e ironia - sul delicato tema del Coronavirus e sullanecessità di restare in casa in questo periodo particolare.Questa settimana, tocca al secondo classificato al noto festival ca-noro, Sanremo 2020.

FAI RUMORE - DIODATO

Sai che cosa penso?Che a casa devi stareChe se tu esci sei un vero animaleAlmeno esci col tuo animaleNeanche questa pandemiaMi allontana da teE non so più cosa devo inventarePer stare a un metro da teHo capito chePer quanto fuggaLa sirena c'è

E fa rumore, quiE non lo so se fa la multaSe mi va bene, io ho l'autoCertificazione, sìMa non lo posso comprovareQuesto motivo innaturalePerché non c'è.

E me ne vado in giro senza parlareSenza un posto a cui arrivareConsumo le mie scarpeE pure le mie scarpeSanno bene che dovrei stareIn sala pranzo o nella cucinaProprio quei posti che dovevo evitareE faccio finta di mangiare beneLa quarantena mi fa poco beneMa capisco chePur stando attentiLa bilancia c'è

E fa rumore, quiE non lo so se mi supportaSe la lancetta mi sconfortaMa fa rumore, sìSe vado in banca, anche stavoltaMi dice "entrare uno alla volta"Perché, perché!

La quarantena, quiIo non la posso sopportareRestare a dieta è innaturaleSe faccio la prova costume oramaiIndosso quello del Gabibbo lo sai.

IL REPORTAGE FOTOGRAFICO

Le ultime disposizioni del governo centrale e le relative regionali fanno il vuoto nelle strade di Salerno

Il deserto in città dopo il decreto

18 Giovedì 19 marzo 2020www.oradicronache.itLa contrOra