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CPS-Infermiere FRANCESCO PETROSINO

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CPS-Infermiere FRANCESCO PETROSINO

Occorre innanzitutto saper distinguere in

modo opportuno due grandi famiglie di

sindromi:

le intossicazioni (o tossinfezioni)

e gli avvelenamenti

Le INTOSSICAZIONI (o tossinfezioni) sono un gruppo di sindromi a carattere solitamente gastroenterico acuto provocate dall’assunzione di sostanze prodotte da un provocate dall’assunzione di sostanze prodotte da un organismo animale, vegetale o microbico (origine biologica), capaci di produrre un effetto deleterio sull'organismo. Generalmente sono di più facile gestione.

Gli AVVELENAMENTI, dal latino “venenum” (veleno), sono invece provocati da veleni, cioè da sostanze invece provocati da veleni, cioè da sostanze (direttamente o indirettamente antropogeniche) che, assunte da un organismo vivente, causano alterazioni più o meno gravi degli organi, in maniera irreversibile o reversibile, determinando, nei casi più gravi, la morte del soggetto.

Il concetto di veleno non può essere quindi separato dal concetto di dose. In natura infatti praticamente tutte le sostanze possono provocare un danno su un organismo sostanze possono provocare un danno su un organismo vivente, quello che permette di identificare una sostanza come tossica è la dose a cui provoca effetti dannosi.

Di per sé esprime un significato neutrale, equidistante tra negativo e positivo, che va quindi di volta in volta ricavato dal contesto.

Infatti il termine latino venenum è una vox media (voce intermedia), un lemma, ha bisogno di essere aggettivato per acquisire pregnanza semantica.

Quindi possiamo dire che la presenza di TOSSICO(l'aspetto qualitativo) non è corrispondente ad AVVELENAMENTO (aspetto quantitativo).

Inizialmente un soggetto può essere colpito da una semplice intossicazione ma, se prolunga il contatto o assume una dose eccessiva di sostanza contaminata, può andare incontro ad un vero e proprio avvelenamento.proprio avvelenamento.

Le cause di un avvelenamento possono essere molteplici e il grado e l’importanza dell’ avvelenamento stesso viene distinto in base:

• Alla durata della contaminazione (continuativa o episodica)

• Alla via d'ingresso

episodica)

• Al tipo di sostanza ingerita o con cui si è avuto un contatto

• Alle condizioni e alla capacità di difesa dell’organismo colpito

• Al meccanismo di azione della sostanza ( funzionale, lesionale o di entrambi)

Infine, nel valutare la tossicità d'una data sostanza, si deve pur tenere conto dell'età dell'individuo a cui viene somministrata: la dose che per un adulto è medicamentosa, diviene tossica per un bambino.

Le vie di aggressione dell’agente velenoso o tossico possono essere:

Gastrointestinale

Cutanea

InalatoriaSanguigna

Mucosa

Avvelenamenti provocati da sostanze esogene:

• Avvelenamento da funghi

• Avvelenamento da piante velenose

• Avvelenamento da punture o morsi di animali velenosi (ragni e vipere)

• Avvelenamento da farmaci

Danni causati:

• alterazioni della coscienza fino al coma;

• insufficienza respiratoria;

• insufficienza cardiocircolatoria;

• insufficienza respiratoria;

• gastroenterite acuta e tossica, con disbiosi e conseguente diarrea;

• turbe epatiche e renali.

I provvedimenti da adottare in caso di contatto con sostanze tossiche si dividono in due tipi:

A) Provvedimenti immediati

B) Terapia specifica

A) Provvedimenti immediati

Vanno attuati possibilmente nello stesso posto dell'intossicazione o all'arrivo in P.S.

Essi consistono in:

1) stabilizzazione delle funzioni vitali (rianimazione)

2) prevenzione o riduzione dell'assorbimento della sostanza tossica (decontaminazione)

2) Prevenzione dell'assorbimento della sostanza tossica

I provvedimenti sono differenti a seconda della via di intossicazione:

Areare l'ambiente

AVVELENAMENTI PER INALAZIONE

Areare l'ambiente

Allontanare il paziente dall'ambiente inquinato.

AVVELENAMENTI PER CONTATTO OCULARE O

Liberare il paziente dai vestitieventualmente contaminati elavare le parti contaminatecon acqua corrente. Se lasostanza è oleosa occorreacqua e sapone.

CONTATTO OCULARE O CUTANEO

In caso di lesioni ocularilavare con acqua corrente peralmeno 10 minuti, facendomantenere gli occhi con lepalpebre aperte

AVVELENAMENTI

Generalmente è meglio evitare il vomito mediante stimolazione meccanica del faringe. La manovra è controindicata se il paziente è in coma o presenta convulsioni. Va inoltre evitato nel caso siano state ingerite sostanze caustiche o corrosive.

Il latte non è l'antidoto universale, può essere inutile o addirittura controindicato

AVVELENAMENTI

PER INGESTIONE

Il latte non è l'antidoto universale, può essere inutile o addirittura controindicato perchè può facilitare l'assorbimento dei tossici solubili nei grassi.

Se l'intervallo trascorso dal momento dell'ingestione è breve (entro 60 minuti) le tecniche di evacuazione hanno maggiori probabilità di successo.

B) TERAPIA SPECIFICA

Va attuata in ambiente ospedaliero, eventualmente consultando un CENTRO ANTIVELENI

Ci si può avvalere di provvedimenti come l'EMESI CON Ci si può avvalere di provvedimenti come l'EMESI CON SCIROPPO DI IPECACUANA, la GASTROLUSI, il CVA, l'IRRIGAZIONE INTESTINALE, la DIALISI PERITONEALE, l'EMODIALISI, l'EMOPERFUSIONE, LA TERAPIA IPERBARICA, nonché il blocco o l'antagonizzazione dell’azione tossica specifica sull’organo bersaglio (ANTIDOTI o farmaci specifici).

L’uso degli antidoti in Pronto Soccorso non è sostitutivo delle manovre rianimatorie di base. Tuttavia l’utilizzo di alcuni antidoti che permettono un rapido recupero delle alcuni antidoti che permettono un rapido recupero delle

funzioni vitali trova impiego nelle prime fasi del trattamento di alcune intossicazioni specifiche.

Bisogna, quindi, gestire la crisi Bisogna, quindi, gestire la crisi Bisogna, quindi, gestire la crisi Bisogna, quindi, gestire la crisi del paziente e non limitarsi del paziente e non limitarsi del paziente e non limitarsi del paziente e non limitarsi semplicemente a reagire!semplicemente a reagire!semplicemente a reagire!semplicemente a reagire!

L’approccio razionale al paziente con intossicazione acuta è indipendente dal tossico e deve essere rivolto ad evitare due errori fondamentali:

1) Sottovalutazione della situazione a rischio:1) Sottovalutazione della situazione a rischio:infatti, l'avvelenamento è un processo evolutivoche può rapidamente peggiorare e portare acomplicanze letali

2) Interventismo pericoloso e/o inutilmente aggressivo

SINDROMI AUTONOMICHE TIPICHE

Alcune combinazioni di sintomi relativi al sistema autonomicopossono indirizzare verso il riconoscimento di esposizione tossica ad una specifica categoria di farmaci o sostanze:

• SINDROME COLINERGICA

• INTOSSICAZIONE DA OPPIACEI

• SINDROME ANTICOLINERGICA

• SINDROME SIMPATICOMIMETICA

SINDROME COLINERGICA (promemoria..)

Salivation

Lacrimation

Urination

Insetticidi organofosforici

Funghi (a breve incubazione)Urination

Defecation

Gastrointestinal

Eye findings

Farmaci per miastenia

Gas nervino

SINDROMI ANTICOLINERGICHE (promemoria..)

CALDO come una lepreCIECO come un pipistrelloMATTO come una gallina

AtropinaAntistaminiciAntiparkinsonianiAntipsicoticiAntispasticiMATTO come una gallina

ROSSO come una barbabietolaSECCO come un osso

AntispasticiAntidepressivi tricliciAmanita Muscaria

SINDROME SIMPATICOMIMETICA

• Iperreflessia• Allucinazioni• Convulsioni• Coma

CocainaAnfetamine

• Coma• Midriasi• Orripilazione• Sudorazione• Iperpiressia• Ipertensione• Tachicardia

AnfetamineEcstasyDecongestionanti

INTOSSICAZIONE DA OPPIACEI

• Coma• Depressione respiratoria• Depressione respiratoria• Miosi puntiforme

SEGNI DI INTOSSICAZIONE RISCONTRABILI A LIVELLO DEI DIVERSI APPARATI

HABITUS: comportamento bizzarro o violento (alcool etilico, cocaina, monossido di carbonio)

CUTE E MUCOSE: pallore, iperemia, cianosi (ipossia o metaemoglobinemia), discromia (arsenico), secchezza o sudorazione (azione simpaticomimetica o anticolinergica), ustioni (caustici), ecchimosi, segni di inoculo o venipuntura

OCCHI: fotofobia, miosi (oppiacei), midriasi (botulismo anticolinergici), dolore (sostanze chimiche irritanti, caustici), lacrimazione, nistagmo (carbamazepina),

iperemia congiuntivaleiperemia congiuntivale

APP. NEUROMUSCOLARE: ipotono, ipertono, tremori, fascicolazioni (carbamati, organofosforici), discinesie e distonie (metoclopramide, anfetamine, cocaina)

OROFARINGE: alitosi (etilismo, solventi, cianuro, antitarme), scialorrea (organofosforici, lesioni da caustici), xerostomia (botulismo anticolinergici), disfagia,

lesioni mucose

VOMITO: caratteristiche macroscopiche, odore

URINE: caratteristiche macroscopiche, discromia, odore, quantità

Di fondamentale importanza nella gestione di un caso di avvelenamento è la RACCOLTA ANAMNESTICA:

• Per quale via è avvenuta l’intossicazione/avvelenamento (ingestione, inalazione, contatto, iniezione)

• La dose indicativa (un sorso, un bicchiere, una compressa, un • La dose indicativa (un sorso, un bicchiere, una compressa, un blister di compresse, etc.)

• A che ora è avvenuto il contatto con il tossico

• Il/i sintomo/i principale/i ed in quanto tempo è comparso

• Come si è modificato il sintomo principale nel tempo

• Cosa è stato fatto nel frattempo (il pz ha vomitato, ha preso degli antidoti casalinghi, etc.)

ASPETTI CIRCOSTANZIALITalvolta l’anamnesi può essere difficile per l’impossibilità o la mancata disponibilità da parte del paziente (alterazione della coscienza o reticenza nel caso di tentato suicidio o abuso di droghe)

In questo caso le informazioni devono essere raccolte attraverso una intervista, opportunamente guidata sugli aspetti attraverso una intervista, opportunamente guidata sugli aspetti anamnestico-circostanziali, di parenti, accompagnatori o testimoni

Ogni materiale sospetto rinvenuto accanto al paziente o sul luogo dell’esposizione deve essere fatto portare in ospedale per essere esaminato

Possiamo concludere col dire che: la conoscenza di queste informazioni permette di comunicare in maniera più precisa ed efficace con il Centro di queste informazioni permette di comunicare in maniera più precisa ed efficace con il Centro Antiveleni di riferimento, da contattare in ogni situazione, rendendo migliore l’approccio terapeutico al paziente.

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