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IN COPERTINA: «Il buon Pastore»Basilica di Aquileia, mosaico inizi IV sec.

editrice

ANDREA BRUNO MAZZOCATO

ARCIVESCOVO DI UDINE

«SIAMO SUO POPOLO E GREGGE DEL SUO PASCOLO»

(Salmo 99,3)

Lettera Pastoralea conclusione della prima Visita alla Chiesa Udinese

Solennità di Pentecoste, 12 giugno 2011

4. Collana:MAGISTERO DEL VESCOVO

editrice

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“ Siamo suo popolo e gregge del suo pascolo’’

Cari sacerdoti, diaconi, consacrate/i, operatori pastorali,cristiani giovani e adulti delle nostre comunità,

con questa lettera desidero condividere con voi l'espe-rienza della prima visita pastorale che da poco ho con-cluso e che mi ha portato ad attraversare, di forania inforania, tutto il territorio dell'Arcidiocesi di Udine.Anche se è durata solo undici mesi, dall'aprile del 2010al marzo 2011, è stata una grazia di Dio che ha supera-to le mie attese. Desidero rendere partecipi di questagrazia tutti i cristiani perché è stata un dono fatto a meVescovo e alla Chiesa diocesana tutta.

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Un pellegrinaggio in mezzo

al gregge del Signore

LA PRIMA VISITA PASTORALE: UN PELLEGRINAGGIO IN MEZZOAL GREGGE DEL SIGNORE

1. Quando si torna da un viaggio, è bello riandare con ilricordo ai luoghi visitati e alle esperienze vissute. Vienespontaneo ripensare alle persone incontrate e inviare, aquelle che ci sono rimaste nel cuore, una lettera, unacartolina o anche solo un sms. È come tornare a farcipresenti ad ognuno ed esprimere il desiderio che resti vi-vo l'affetto e continui il dialogo pur nella distanza fisica. Dopo la Pasqua dello scorso anno, a pochi mesi dall'ini-zio del mio ministero di Vescovo nell'Arcidiocesi di Udi-ne, ho iniziato un viaggio di circa 600 tappe nelle chie-se e nelle comunità cristiane della nostra Chiesa dioce-sana.Un'ispirazione dello Spirito Santo e il saggio consigliodei Vicari foranei, mi hanno convinto che, come nuovoPastore, dovevo muovermi per andare a conoscere dipersona la diocesi alla quale il Papa mi aveva inviato.Più che di un dovere si trattava di un desiderio profon-do. Avvertivo il desiderio dello sposo che cerca un in-contro reale con la sposa alla quale vuol donare tutto sestesso; il desiderio del pastore che è al suo posto solo inmezzo al gregge che gli è stato affidato.Il viaggio, di forania in forania, è stato bello e ricco ditanti incontri ed esperienze. Si è trasformato in una ve-ra «prima Visita pastorale» anche se della durata di so-lo undici mesi. È diventato un «pellegrinaggio» di chie-sa in chiesa, di luogo sacro in luogo sacro dove ho dia-logato e pregato con i cristiani accorsi ad incontrarmi.

2. Cosa porto con me di questa Visita pastorale e diquesto pellegrinaggio attraverso la diocesi? È stataun'interessantissima «incarnazione» dentro il territo-

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rio, la storia, le tradizioni, la vita del Friuli e della no-stra diocesi. Ne esco arricchito di tante conoscenze edintuizioni che mi aiuteranno ad essere più vicino a voiper camminare assieme sulle strade del Signore. Elen-carle qui sarebbe lungo e prematuro.Mi limito a condividere un'immagine che mi è rimastanel cuore.Percorrendo, in compagnia del Vicario foraneo, le Vallidel Natisone, osservavo i piccoli paesi, sparsi qua e là,lungo le pendici di quelle verdi montagne. Ad un certopunto sono risuonate in me le parole del profeta Eze-chiele: «Le radunerò da tutte le regioni. Le ricondurrònella loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele,nelle valli e in tutte le praterie della regione. Le con-durrò in ottime pasture e il loro ovile sarà sui monti al-ti d'Israele»1. Ho pensato che la Chiesa di Udine assomiglia proprioal gregge di Dio descritto dal profeta con un'immaginepoetica. Essa è formata da tante persone e da tante co-munità, spesso piccole, sparse sui monti, le colline e lepianure di questo splendido angolo d'Italia.E ho fatto la consolante constatazione che anche noi(come il popolo di Dio dell'Antico Testamento) siamocome un gregge «sparso» su un ampio territorio, manon siamo un gregge «disperso» e disorientato. Me lo hanno confermato le decine di migliaia di cristia-ni accorsi ad incontrare l'Arcivescovo che visitava la lo-ro chiesa. Essi mi hanno testimoniato che per loro lachiesa è la casa della comunità e il Vescovo è la presen-za di Gesù, Buon Pastore, attorno a cui riunirsi.Ho avvertito nei sacerdoti, nei diaconi, nelle persone divita consacrata e nei laici, impegnati nelle foranie e nel-le parrocchie, il desiderio di incontrare il Vescovo per-ché si sentivano uniti a lui dalla passione per la stessaChiesa.

1 Ezechiele 34,13-14

Una preghiera di lode a Dio

e un «grazie» a tante persone

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UNA PREGHIERA DI LODE A DIO E UN «GRAZIE» A TANTE PERSONE

3. Per questa Chiesa, che ho incontrato da vicino du-rante la Visita pastorale, sento di esprimere, prima ditutto, un grazie sincero al Buon Pastore, che mi hainviato a guidarla in nome suo. Ho iniziato, certamente, a vedere e ascoltare anche lesue sofferenze e debolezze, le diffuse incertezze epreoccupazioni per il futuro. Esse, però, non generanoin me sentimenti di delusione o di rassegnazione. Nonsoffocano la preghiera di ringraziamento a Dio perquello che ho visto e toccato con mano nelle foranie enelle comunità.Le avverto, piuttosto, come uno stimolo ad amare an-cor di più la nostra Arcidiocesi e a dedicarmi ad essacon animo missionario, sempre sostenuto dalla spe-ranza. Anche in Friuli la Chiesa è chiamata ad un'azio-ne missionaria che ci porterà a purificare la fede e a ri-scoprire la freschezza del Vangelo.Il mio ringraziamento al Signore desidero estenderloa tutti i cristiani che ovunque mi hanno accolto confede, gioia e affetto. Sinceramente mi hanno sorpresotrovandoli così numerosi ad aspettarmi in ogni chiesae a qualunque ora del giorno. Si è avviato subito undialogo familiare e mi sono sentito di casa. È stato bel-lo pregare assieme e invocare la prima benedizione diDio, in particolare, sulle famiglie e sui malati e soffe-renti. Ho ricevuto tante parole di ringraziamento per la miapresenza e vicinanza. Ho pensato di ricambiare scri-vendo questa lettera che è un grande «grazie» a quan-ti ho incontrato, con una sottolineatura particolare peralcune categorie di persone.

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A Dio Padre, Figlio e Spirito Santo

4. Prima, però, di rivoIgere il pensiero agli uomini, ilmio primo grazie va con gioia e riconoscenza al no-stro Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Durante la Visita pastorale, ho riconosciuto vere ancheper la nostra Chiesa di Udine le parole del Concilio Va-ticano II: «Così la Chiesa universale si presenta comeun popolo che deriva la sua unità dall'unità del Padre,del Figlio e dello Spirito Santo»2. Sono secoli che Gesù, Buon Pastore, guida il suo greg-ge in terra friulana con la forza e l'azione del suo San-to Spirito. Non è stato difficile vedere l'opera dello Spi-rito Santo in mezzo a noi e i suoi doni che distribui-sce, magari in modo inatteso e dove non ce l'aspettia-mo. Ho constatato, ad esempio, in tanti sacerdoti, consa-crati e laici una dedizione alla propria parrocchia e al-la diocesi che li avvicina all'amore di Gesù per il suoCorpo che è la Chiesa. Ho ascoltato testimonianze difede e di spirito di preghiera che mi hanno edificato.Ho visto all'opera il Buon Samaritano in molti cristia-ni, spesso organizzati in gruppi, che si dedicano ai piùdeboli o alle missioni.Il Signore Gesù precede, accompagna e, spesso, superai nostri programmi e i nostri sforzi pastorali. Con ilsuo Spirito, nel quale è risorto dai morti, «risuscita» erinnova sempre anche la nostra Chiesa riempiendo ilcuore di tanti cristiani di santità e di carità.Il nostro primo programma pastorale, allora, sia quel-lo di accorgerci dei frutti che lo Spirito Santo fa ma-turare in mezzo a noi per seguire le sue e non le nostrestrade.Si apprezza un dono quando si alza lo sguardo versocolui che ce lo ha fatto per ringraziarlo. Per questo, a

2 CONCILIO VATICANO II, Lumen Gentium, 4

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conclusione della Visita pastorale faccio mie le paroledi S. Paolo: «Io piego le ginocchia davanti al Padre,dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prendenome. A colui che in tutto ha potere di fare molto piùdi quanto possiamo domandare o pensare, secondo lapotenza che già opera in noi, a lui la gloria nella Chie-sa e in Cristo Gesù per tutte le generazioni, nei secolidei secoli! Amen»3.

A Maria, Madre di Gesù e Madre nostra

5. Passando di chiesa in chiesa ho ritrovato ovunqueviva la devozione a Maria. A chiunque è evidente que-sta caratteristica del popolo del Friuli.Accanto ai santuari di Castelmonte, della Madonnadelle Grazie, di Monte Lussari e della Madonna missio-naria, sono innumerevoli le chiese dedicate a Maria, lebellissime statue, le tradizionali feste in suo onore, gliappuntamenti per pregare con il santo rosario, i pelle-grinaggi ai luoghi mariani.Ho vissuto la Visita pastorale sentendomi accompa-gnato dallo sguardo materno di Maria. In ogni chiesaci siamo rivolti a Lei con l'«Ave Maria» e, confidandonella sua intercessione, ho invocato la benedizione diDio.A Maria, allora, va la seconda preghiera di ringrazia-mento, mia e vostra. È stata e continua ad essere laMadre che tocca i cuori dei suoi figli, li protegge e liconsola.Anche grazie alla devozione a Maria, i cristiani delFriuli sono arrivati a Gesù e sono rimasti uniti dentrola Chiesa. Ancora oggi è Lei ad avere la forza missio-naria di attirare e convertire persone che magari ave-vano perso la fede e si erano disorientate nella vita.Continuiamo a tenere viva, nelle nostre famiglie e nel-

3 Ef 3,14-15.20-21

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le parrocchie, la devozione alla Madre che Gesù ci hadonato dalla croce. Lei ha la forza materna di raggiun-gere i cuori.

Ai Vicari foranei

6. Passo ora ad alcuni ringraziamenti particolari. Ini-zio con i Vicari foranei ai quali devo un grazie specia-le per l'impegno profuso nel preparare, assieme alConsiglio pastorale foraniale, la mia Visita e per la de-dizione con cui mi hanno accompagnato in ogni pas-so.Mentre viaggiavamo di comunità in comunità abbia-mo avuto l'opportunità di dialogare familiarmente, diconoscerci meglio e di creare una sintonia reciproca.Ho sentito accanto a me dei fratelli con cui potevocondividere la dedizione alla nostra Chiesa diocesana,l'attenzione verso gli altri sacerdoti, l'impegno per laformazione dei laici, la guida e la cura pastorale dellecomunità.Confido che questo legame, che lo Spirito di Dio hacreato nei giorni della Visita pastorale, rimanga vivo eci aiuti a collaborare strettamente per il bene di tuttala diocesi. Anche recentemente, ho chiesto ai Vicariforanei di essere particolarmente vicini al mio mini-stero di Vescovo e Pastore di questa Chiesa.

Ai sacerdoti

7. Ho tanti motivi di riconoscenza verso i sacerdoti.Fin dall'inizio mi sono sentito accolto con animo fra-terno. La congrega, condivisa nella prima mattinatadella Visita pastorale, è stata un momento di graziaperché lo Spirito Santo ha creato tra noi un clima diserenità, di accoglienza reciproca e di libertà nel dialo-go.Sono rimasto, poi, edificato, cari confratelli, vedendo

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con quanta generosità e ammirevole fedeltà vi dedica-te alle comunità cristiane che il Vescovo vi ha affidato.Nella dedizione alle persone traspare il vostro cuorecelibe; cuore indiviso nel quale ognuno si sente accol-to con calore e fedeltà, senza preferenze o attaccamen-ti. Traspare anche un cuore distaccato dal possesso deibeni materiali che sono un'attraente idolatria nella so-cietà dei consumi.Non mancano i sacrifici perché spesso dovete seguiremolte comunità, magari percorrendo strade di monta-gna. Non mancano le amarezze perché tanti cristianinon corrispondono alla loro vocazione e al nostro im-pegno per loro. Ho visto, però, che è più forte la vostra fedeltà al Si-gnore e alla Chiesa, alla quale abbiamo consacrato tut-ta la nostra esistenza. Essa affonda le sue radici in unrapporto personale con Gesù coltivato nella Liturgiadelle Ore, nella meditazione della Parola di Dio e nellaspiritualità eucaristica.

8. Con l'aiuto di Dio riprenderemo i tanti argomentiemersi durante i nostri incontri in congrega e nei dia-loghi personali. In questa lettera desidero solo rinno-vare il mio impegno a camminare assieme con voi, co-me con fratelli che Gesù ha unito, consacrandoci nel-lo stesso sacramento dell'Ordine sacro.Sarà importante che questa comunione sacramentalesi traduca concretamente in condivisione fraterna del-la vita e del ministero fino anche a forme di vita co-mune. Questa solidarietà tra fratelli sarà di sostegno achi vive momenti di debolezza e ci aiuterà a guarire damancanze di rispetto che a volte sussistono anche nelpresbiterio.Tornerò ad incontrarvi nelle congreghe perché ho vi-sto che sono un momento prezioso per condividerenel concreto la vita e la pastorale della nostra diocesi.

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Sono sempre disponibile ad un dialogo personale perqualunque motivo e necessità.Ancora un pensiero desidero condividere con voi. A-scoltando tante testimonianze, mi sono reso conto chela Chiesa e il popolo friulano deve molto ai suoi preti.La gente continua a cercarli e stimarli. Non stanchia-moci, allora, di pregare per avere nuovi sacerdoti, diriconoscere i ragazzi e i giovani che Gesù chiama acontinuare la nostra missione nella Chiesa e di accom-pagnarli con amore nel discernimento.

Ai diaconi

9. Nella tradizione cristiana i diaconi hanno sempre a-vuto un legame privilegiato con il Vescovo. Anche unodei Patroni della Arcidiocesi, il diacono Fortunato cheha condiviso fino al martirio il ministero del VescovoErmacora. Ringrazio i nostri diaconi perché, fin dall'inizio delmio ministero tra voi, mi sono stati vicini con grandedisponibilità alla collaborazione. Nella Visita pastorale ho avuto conferma dell'impor-tanza della loro presenza e ministero nelle parrocchiee foranie. Ho potuto appezzare il loro generoso servi-zio liturgico, formativo e caritativo offerto alle comu-nità, spesso più piccole.Quest'anno celebriamo il 30° anniversario dell'ordina-zione dei primi diaconi in diocesi. Mi auguro che siaun provvidenziale appuntamento per riconoscerequanto sia stato prezioso il dono del ministero diaco-nale.L'esperienza di questi anni potrà aiutarci a compren-dere e valorizzare nel modo migliore le caratteristicheproprie del servizio dei diaconi nella nostra Chiesa e apromuovere tale ministero.

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Alle consacrate e ai consacrati

10. Nel programma della Visita pastorale ho inseritosempre un incontro con tutte le comunità religiosepresenti in forania, che sono prevalentemente femmi-nili.Ho preso visione. in modo più dettagliato, dell'impor-tanza che hanno nella nostra diocesi le comunità reli-giose maschili. Esse offrono una viva testimonianza e,insieme, un prezioso servizio a tante persone e comu-nità nel campo della spiritualità, della carità e della pa-storale. Nasce dal profondo del cuore un ringrazia-mento a tutti i religiosi per il fraterno affetto con cuimi hanno accolto, e sempre mi accolgono, e per la ge-nerosa disponibilità in servizi ordinari e straordinari.Per quanto riguarda le suore, presenti ancora nume-rose sul territorio, con vera gioia ho dedicato parte deltempo. Ad esse mi lega quella sintonia evangelica cheunisce tra loro i consacrati nella Chiesa.Ho voluto testimoniare loro quanto siano amate dainostri cristiani e quanto sia apprezzata la loro dedizio-ne nella liturgia, nella pastorale, nella scuola e nell'as-sistenza ai poveri e agli anziani.

11. Care sorelle e fratelli consacrati nei tre consigli e-vangelici, Dio Padre vi ricompensi per la comunione dipreghiera e di affetto che mostrate verso di me, comeVescovo. Vi ricompensi, ancora, per la vostra testimonianza difedeltà al Signore Gesù e di amore alla Chiesa e ai fra-telli.Il nostro grazie diventi preghiera che invoca da Dio labenedizione di giovani che ancora, con cuore indiviso,si consacrano nella povertà, verginità e obbedienza.Vi chiediamo di aiutare la nostra diocesi in tutti i modiche vi sono possibili. Prima di tutto, però, vi chiediamodi essere testimoni palpitanti del primo comandamen-

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to: «Ama Dio con tutto il tuo cuore»4; di essere testi-moni, ancora, della gioia riservata a chi segue Gesù di-staccando il cuore da ogni altra sicurezza5. Di queste e-sempi ha bisogno anche il nostro Friuli.Sarà mio impegno tenere vivo un dialogo con voi pervalorizzare ancor di più la vostra presenza e la vostraopera in questa diocesi.

Agli operatori pastorali

12. Accogliendomi in Cattedrale, al momento del mioingresso in diocesi, S. E. mons. Brollo mi fece dono diun folto numero di laici impegnati nella vita e nellapastorale delle parrocchie e delle foranie; sono coloroche chiamiamo «operatori pastorali».A conclusione della mia Visita pastorale posso confer-mare per esperienza che nella Chiesa di Udine esistequesta consolante realtà.Ho incontrato tanti appassionati catechisti e animato-ri, cristiani dedicati alla liturgia e alla preghiera dellecomunità, ministri straordinari della comunione, vo-lontari della caritas e delle missioni, referenti dei variambiti della pastorale, membri dei consigli pastorali edegli affari economici, sacrestani e donne che rendonoaccoglienti le tante chiese. E l'elenco non è completo. Un ringraziamento particolare desidero riservarlo aidirettori dei Consigli pastorali foraniali e ai referentiforaniali d'ambito della pastorale perché, ovunque, sisono spesi con i Vicari foranei per la migliore riuscitadella mia Visita pastorale e, in particolare, dell'incon-tro con gli operatori pastorali della forania. Ho vistolaici di solida spiritualità e capaci di corresponsabilitàdentro la Chiesa. Confortato da questa esperienza, hodeciso che il nuovo Consiglio pastorale diocesano sia

4 Marco 12,305 Matteo 19,27-29

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formato, sostanzialmente, dai direttori dei Consigli pa-storali foraniali a cui chiedo di essere stretti collabora-tori nella guida pastorale della diocesi.Mentre ascoltavo tutti questi laici e parlavo con loro,mi sono chiesto tante volte: da dove viene tanta e gra-tuita disponibilità? Per me la risposta è chiara: sonofrutto dell'opera dello Spirito Santo che trova cuoridisponibili a vivere l'amore per il Signore e per la suaChiesa.

13. L'esperienza, forse, più consolante sono stati gliincontri di preghiera e di dialogo che ho avuto, in ogniforania, con gli operatori pastorali.Ho offerto a tutti una lectio sul brano evangelico chepresenta la parabola della vite e dei tralci6. Mi sono sof-fermato sull'immagine della linfa che dalla vite passaai tralci tenendoli vivi e capaci di portare frutti. Sotto-lineavo che anche la comunione con Gesù e tra noi,nella Chiesa, è tenuta viva da una «linfa» che da Gesù-vite giunge in noi-tralci.Questa linfa è lo stesso Spirito Santo del Signore cheriversa in noi l'amore che Gesù vive per il Padre e pergli uomini7. Come la linfa passa in modo invisibile dalla vite ai tral-ci, così lo Spirito Santo è invisibile per chi non crede.Ma chi ha il dono della fede lo conosce e ne fa espe-rienza.Facendo questa meditazione con voi, cari operatori pa-storali, mi sono reso conto che ci capivamo perché o-gnuno aveva fatto esperienza dell'opera dello SpiritoSanto in lui. E nella preghiera si è creata un'intensacomunione per la quale molti mi hanno anche ringra-ziato.Sono uscito consolato da quegli incontri perché ho

6 Giovanni 15, 1-177 cfr. Rom 5,5

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sentito tanti laici vicini a me nella stessa fede e nell'a-more personale per Gesù, nell'esperienza dell'ascoltodella Parola di Dio e dei sacramenti, nella capacità dipregare, nel desiderio di diventare santi vivendo la pro-pria vocazione. Questa è la vera comunione di cui vivela Chiesa.Un'unica linfa divina scorre nei nostri cuori e conti-nuerà a portare nella nostra vita i frutti dell'amore,della testimonianza evangelica, dell'attenzione ai pic-coli che crescono e ai poveri nei quali Gesù ci viene in-contro.

Agli adolescenti e ai giovani

14. Durante i tre giorni della Visita pastorale ho volu-to invitare gli adolescenti e i giovani ad un incontroparticolare con il loro Vescovo. L'incontro poteva essere organizzato in tanti modi. Hopensato che il Vescovo non doveva radunare i giovaniper orientarli a sé ma per accompagnarli verso Gesù.Per questo li ho chiamati a vivere con me una serata dipreghiera meditando la Parola di Gesù in adorazione diLui presente nell'Eucaristia.Ho visto con tanta gioia che i ragazzi e gli adolescentihanno risposto. Sono venuti in chiesa e, specialmente,sono stati capaci di pregare personalmente e comuni-tariamente e sono tornati a casa con la gioia nel cuore.Hanno mostrato al loro Vescovo, ai sacerdoti e agli a-dulti che li accompagnavano, che in loro c'è sete di Ge-sù e della sua Parola e che sanno fare silenzio nellamente e nel cuore e sanno pregare.Chiedono a noi di non deluderli. Cercano testimoni emaestri che li guidino lungo la «via stretta»8 che Gesùindica a chi vuol seguirlo. È una via impegnativa manon spaventa cuori giovani pronti a dare tutto.

8 Matteo 7, 13-14

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Ai ministranti

15. Non posso dimenticare i fanciulli e i ragazzi mini-stranti che ho incontrato in tutte le S. Messe celebratenelle varie parrocchie.Quando sto con loro ricordo sempre le mie esperienzedi chierichetto iniziate a otto anni e che porto ancoranel cuore. Dal servizio accanto al sacerdote nella S.Messa è sbocciata la mia vocazione a diventare, a miavolta, ministro di Dio e della Chiesa.Anche se vivaci, trovo i chierichetti sempre contentidel loro servizio ed è bella l'amicizia che si crea tra diloro. Li ringrazio per essere venuti quando ho visitato la lo-ro parrocchia e per aver partecipato, poi, alla 27ª Festadiocesana e alla S. Messa che ho celebrato con loro inCattedrale.Ho constatato che il gruppo dei ministranti funzionameglio se è guidato da un responsabile più adulto ric-co di sensibilità liturgica e convinto che questo servi-zio è un'importante esperienza educativa per ragazzi eragazze.Da quest'anno abbiamo iniziato ad organizzare, per lo-ro, degli incontri anche in alcune zone della diocesi acui spero tanti possano partecipare.

Ai nostri anziani

16. Quando arrivavo dentro una chiesa, accolto da tan-te persone, mi tornavano sempre in mente gli anzianiai quali la debolezza del corpo aveva impedito di esserepresenti. Ogni volta c'è stato un ricordo per loro nellapreghiera e ho invocato una particolare benedizione diDio su di loro e sui familiari che amorevolmente li as-sistono.Nella misura del possibile, ho trovato, invece, il tempoper visitare gli anziani ospiti delle case di riposo.

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Spesso, scherzando, ho detto: «Se un cristiano non hapiù le gambe buone per andare dal Vescovo, è giustoche il Vescovo vada da lui».Ho visto gli sguardi risvegliarsi e i sorrisi riaccendersinei volti stanchi quando passavo e mentre li salutavouno per uno. La presenza del Vescovo richiamava in lo-ro la memoria delle esperienze cristiane e parrocchialivissute in passato.La mia Visita ha voluto essere anche un incoraggia-mento ai responsabili, agli operatori e ai volontariche compiono una grande opera di carità nelle case diriposo, assistendo con rispetto e pazienza gli anzianiospiti.Con molta convinzione ho anche ribadito che ero an-dato non solo a dare, ma anche a ricevere. Ho, infatti,chiesto ai nostri anziani l'offerta della preghiera, puri-ficata dalla debolezza e dalla sofferenza. Nella comu-nione spirituale - di cui vive la Chiesa - gli anziani pos-sono assicurare una potente preghiera di intercessio-ne. In questo senso essi sono una vera «risorsa» inmezzo a noi.Anche per questo, meritano di essere sostenuti nellaloro vita spirituale fino all'ultimo giorno di esistenzaterrena.

Ai Sindaci

17. Nel corso della Visita pastorale non ho previsto,per ristrettezza di tempo, un incontro ufficiale con leautorità civili e militari che ho invitato, invece, alla S.Messa conclusiva.Ho voluto, piuttosto, offrire ai Sindaci la possibilità diun incontro informale, considerando che le ammini-strazioni comunali sono sempre in stretta collabora-zione con le parrocchie.Ringrazio i signori Sindaci di aver accolto con grandecordialità il mio invito e di aver avviato un dialogo

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costruttivo, alla presenza del vicario foraneo.Li ringrazio, pure, per essersi resi disponibili a tanteforme di sinergia e collaborazione con le attività pasto-rali delle parrocchie.Ho incoraggiato la continuazione di un dialogo perio-dico tra i parroci e i sindaci dei comuni inseriti nelterritorio della forania. Abbiamo, infatti, tutti a cuorelo stesso bene comune della nostra popolazione e, suquesto, ci illumina la Dottrina sociale della Chiesa.

A quanti sono impegnati nel mondo della scuola

18. I limiti di tempo mi hanno permesso di visitare so-lo qualche scuola pubblica, primaria e secondaria. So-no stati, però, incontri molto stimolanti sia con glistudenti che con gli insegnanti. Spero che questo dia-logo possa svilupparsi in futuro per aiutarci tutti ad af-frontare la «sfida educativa» che sarà il tema principa-le della pastorale diocesana dei prossimi anni. La Chie-sa di Udine è sempre stata vicina al grande ambiente e-ducativo della scuola impegnandosi anchedirettamente quando ci fu da ottenere la fondazionedell'Università del Friuli di cui oggi andiamo giusta-mente orgogliosi.Dal mondo della scuola attendiamo sempre una quali-ficata proposta culturale di tipo letterario, filosofico,scientifico, artistico, pedagogico. La nostra diocesi -secondo le indicazioni del «Progetto culturale» dellaChiesa italiana - si impegnerà ad aprire un dialogo conle donne e gli uomini dedicati alla cultura. Restiamo,infatti, convinti che fede e ragione possono reciproca-mente arricchirsi e che un grande dono che possiamofare ai nostri figli sia quello di farli crescere in mezzo aqualificati interessi culturali. La ricerca della verità edella bellezza eleva l'animo umano mentre la banalitàlo offende e lo deprime.

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19. Più frequenti sono state le visite alle scuole del-l'infanzia parrocchiali o di ispirazione cristiana.Esse costituiscono un grande patrimonio educativo eun'occasione unica per stabilire contatti con le giovanifamiglie e coinvolgerle nell'opera educativa.Basta stare un po' di tempo in mezzo ai bambini e os-servare i loro sguardi per capire come i primi anni divita siano il tempo più prezioso e delicato per la loroeducazione. Amarli significa offrire loro tutte le mi-gliori condizioni e possibilità perché imparino ad a-prirsi alla vita con serenità, con fiducia, con generositàe con fede.Sappiamo quanti sacrifici stanno costando oggi lescuole dell'infanzia non statali e parrocchiali. Per que-sto motivo sono benemeriti quanti vi si dedicano nel-l'insegnamento, nell'amministrazione e nell'organiz-zazione. Imitiamo Gesù che aveva un affetto privilegiato per ipiccoli9, senza cedere alla tentazione di trascurarli co-me succede troppe volte nella società contemporanea.

Ai dirigenti, alle maestranze e ai sindacati

20. In alcune foranie ho accolto l'invito a visitare qual-che industria per avviare un rapporto, che spero possacontinuare, con il mondo del lavoro.Ho incontrato dirigenti, operai, tecnici, rappresentan-ti sindacali e ho trovato spesso persone impegnate asuperare il momento di crisi con intelligenza, determi-nazione e onestà.Ho visto la volontà di collaborare per obiettivi comuni;questa è il valore aggiunto per aprire nuove prospetti-ve per il futuro.La mia presenza di Vescovo è stata sentita come il se-gno di una concreta vicinanza della Chiesa alle imprese

9 Cfr. Marco 10,13-15

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che producono benessere e posti di lavoro.Tante persone e famiglie stanno aspettando in questotempo segnali di speranza proprio dal mondo impren-ditoriale. Li attendono, soprattutto, i giovani che sonocostretti a subire un'eccessiva precarietà che li porta aritardare le grandi scelte della loro vita.Il mondo del lavoro può essere anche ambiente per u-na serena integrazione degli immigrati provenienti dapaesi stranieri. Per loro, come per ogni persona, il la-voro è una delle forme principali di riconoscimentodella loro dignità.Mentre ringrazio per la cordialità con cui sono stato o-vunque accolto, invoco la Provvidenza di Dio su quan-ti si dedicano ad avviare e sviluppare attività imprendi-toriali e a promuovere e difendere il lavoro.

A coloro che operano negli ospedali

21. Rivolgo un grazie, infine, ai direttori, ai medici, a-gli infermieri, ai cappellani e agli altri operatori degli o-spedali che ho avuto l'opportunità di visitare.Sono stato atteso e accolto con grande interesse e, neldialogo, ho potuto conoscere l'attività delle Aziende Sa-nitarie del nostro territorio. Spesso sono emersi anchele grande questioni che attraversano oggi il mondo del-la sanità; non solo quelle scientifiche, economiche edorganizzative, ma anche quelle umane ed etiche.Nella prima visita all'ospedale di Udine osservavo comein questi ambienti si combatte la sfida del futuro dellanostra civiltà perché ci si confronta quotidianamentesul rapporto tra tecnica ed etica e sulle condizioni perun vero rispetto della vita e della dignità della persona.Per questo invoco spesso la sapienza di Dio su chi simette a servizio della salute dei fratelli e, in particola-re, sui tanti cristiani che testimoniano con coerenza ilVangelo all'interno delle organizzazioni sanitarie.

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A quanti sono nella sofferenza

22. Al termine della Visita pastorale avverto che nellamemoria e nel cuore non rimangono solo le personeche ho ricordato finora con affetto e riconoscenza. Risuonano in me anche altre voci che ho ascoltato neimomenti più diversi e impensati, magari solo per qual-che istante mentre uscivo da una chiesa o risalivo inmacchina. Sono le voci della sofferenza umana chenon si fanno sentire negli incontri pubblici, ma sus-surrano appena qualcosa al Pastore che passa, speran-do di essere accolte.Ho ascoltato racconti pacati e mesti di sofferenze delpassato. Non dimenticherò i volti delle anziane che miparlavano della guerra, della miseria in montagna, deidrammi legati all'esperienza dell'emigrazione.Mi hanno avvicinato persone che portano le ferite del-le sofferenze attuali: persone che chiedevano una pre-ghiera per la loro malattia, che mi confidavano l'ansiaper la precarietà economica, che confessavano la tri-stezza per la solitudine creata anche dalla fragilità del-le relazioni affettive e familiari. Ho visto adolescenti egiovani che - più con gli atteggiamenti che con le pa-role - mi manifestavano un disagio profondo per un fu-turo incerto e per la ricerca inquieta di un senso bellodella vita che gli adulti non sanno loro rivelare.A queste persone devo un grazie perché avverto che ilmio cuore di Pastore si fa più umano e sensibile se sastare in mezzo ai sofferenti. E se essi si rivolgono a luiè segno che sentono un cuore paterno nel Vescovo chepassa come passava Gesù di villaggio in villaggio inmezzo a coloro che erano tormentati da ogni tipo dimale10.Li raccolgo ogni mattina nella mia preghiera anche senon ricordo volti e nomi; ma li ricorda Dio Padre.

10 Marco 1,32-34

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23. Passando attraverso i paesi di montagna sono statoaccompagnato dalla rassegnata sofferenza che, comenebbia, avvolge la Carnia, Canal del Ferro, Val Canale,le Valli del Natisone. Ezechiele vede il popolo di Israelecome un gregge sparso sui monti perché là trova pa-scoli ricchi di nutrimento. Anche sui nostri monti so-no sparsi tanti paesetti, ma è difficile ormai trovarvinutrimento e lo spopolamento sembra inarrestabile.Purtroppo, con la gente che va verso la pianura si di-sperde un patrimonio di esperienze religiose, di tradi-zioni forti, di cultura autentica di cui le comunità del-la montagna sono custodi.Ho portato con me anche questa sofferenza che mi dàmolto da pensare. Spesso mi chiedo - e spero che riu-sciremo a chiedercelo assieme - se lo spopolamentodelle montagne sia proprio un destino ineluttabile ose uno scatto di fantasia e di passione non potrebbe farintuire nuove prospettive.Temo che tutti vivranno peggio in Friuli se oltre lametà del territorio sarà abbandonato. Da questa con-vinzione può partire un impegno che avrà successo so-lo se ci sarà una forte alleanza di tutte le forze religio-se, politiche, sociali ed economiche.

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Una Chiesa di testimoni che si

nutrono all’unico Pane di vita

UNA CHIESA DI TESTIMONI CHE SI NUTRONO ALL'UNICO PANE DI VITA

24. La mia lettera di ringraziamento volge al termine.Desidero aggiungere qualche parola che ci orienti in a-vanti camminando uniti e con speranza.Al termine della Visita pastorale, la parola che, per pri-ma, mi saliva dal cuore era «grazie»; grazie a Dio pertante persone di fede incontrate, per tante esperienzericche umanamente e spiritualmente, per i frutti di ca-rità raccolti.Questi sono i segni e le prove che Gesù, Buon Pastore,lavora instancabilmente nella nostra Chiesa di Udinecon la potenza del suo Spirito. Lungo la lettera ho raccontato molti di questi segni delSignore visti attorno a me. Essi sostengono la nostrasperanza e ci indicano la direzione del cammino.Quale sarà la direzione della nostra diocesi nel prossi-mo futuro? Non è questo il luogo per delineare pro-grammi pastorali precisi. La bella immagine del profeta Ezechiele, che descriveil popolo di Dio come un gregge sparso sui monti di I-sraele, mi ha suggerito, però, alcune intuizioni. Nonsono prospettive nuove, ma attuali e vitali per noi inquesto tempo.

25. Anche la nostra Chiesa di Udine è una grande fa-miglia di figli di Dio formata da tante piccole comunitàsparse su un territorio vasto e affascinante.Ognuna di queste comunità conserva dentro di sé unaricchezza di tradizioni e di esperienze evangeliche. Sesi chiude in se stessa rischia di spegnersi un po' allavolta. Se, invece, si apre alle comunità vicine della fo-rania e a tutta la diocesi ci sarà uno scambio di espe-rienze e di persone che arricchirà tutti.

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Per questo motivo, in ogni parrocchia e forania in cuisono passato non mi sono stancato di invitare ad aprir-si alla comunione e alla collaborazione. Ho ripetuto loslogan: «campanili sì; campanilismi, no!».I Vescovi, miei predecessori, hanno insistito molto suuna pastorale di comunione e collaborazione. È la viasu cui continueremo a camminare e ogni passo versola comunione è benedetto da Dio. Invece, ogni impre-sa solitaria può avere anche un immediato successoma poi cadrà. Anche le intuizioni profetiche possonofare un po' di rumore, ma restano sterili se non resta-no, umilmente, dentro la comunione con tutta laChiesa riunita attorno al Successore degli apostoli.

26. La collaborazione tra parrocchie diventa più facilese all'interno di esse e delle foranie si sviluppa una piùintensa e serena corresponsabilità tra le diverse voca-zioni e i vari ministeri; tra sacerdoti, diaconi, religiosie fedeli laici. Abbiamo fatto della strada in questa dire-zione ma, onestamente, dobbiamo riconoscere che cen'è anche tanta da fare. Solo «l'ottica della testimo-nianza e della corresponsabilità permette di metteremeglio a fuoco le singole vocazioni cristiane, senza ca-dere in una visione puramente funzionale dei cari-smi»11. In questa collaborazione devono trovare spazio le as-sociazioni e movimenti laicali che arricchiscono la no-stra Chiesa di Udine. Sempre nella Chiesa tanti laicihanno avvertito la chiamata ad aggregarsi per condivi-dere una particolare spiritualità, per sostenersi graziealla reciproca testimonianza e per offrire un serviziopiù organizzato alla Chiesa e alla società.Come Vescovo, mi sto impegnando ad aprire un dialogodiretto con ognuna di queste associazioni e movimenti

11 Nota pastorale dell'Episcopato italiano dopo il 4° Convegno Ecclesiale Nazionale,2007, n. 26

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per discernerne e valorizzarne il carisma.Recentemente ho rinnovato, anche, la Consulta dioce-sana dei laici nella quale essi sono attivamente presen-ti con un loro rappresentante.

27. Il profeta Ezechiele ci riporta, poi, la preoccupa-zione di Dio di guidare il suo gregge in pascoli nu-trienti. Anche la nostra Chiesa e tutti i suoi membrihanno bisogno del cibo buono, del «Pane di vita eter-na» che Gesù non fa mancare. È il pane della Parola diDio, del Corpo e Sangue di Gesù e degli altri sacra-menti di cui dovremo continuare a nutrirci.Vedo due occasioni particolarmente favorevoli per of-frire questo «pane» a tante persone. A queste occasio-ni daremo particolare attenzione nei nostri program-mi pastorali.La prima occasione è la liturgia e, in particolare, la ce-lebrazione dell'Eucaristia, «fonte e culmine» della vitadi un cristiano e di ogni comunità cristiana12. La gran-de riforma liturgica del Concilio Vaticano II ha ancoratante potenzialità che aspettano di essere valorizzate.Le celebrazioni liturgiche sono un'armonia di linguag-gi nei quali si esprime il Mistero della salvezza e l'espe-rienza dell'uomo. Le genti del Friuli custodiscono unaricchezza di tradizioni linguistiche e musicali che nel-la liturgia e nella preghiera comunitaria hanno trova-to uno dei luoghi di espressione più intensa.

28. La seconda grande occasione per spezzare il «Pa-ne della vita» è un'efficace opera educativa radicatasulla Parola di Dio per formare, grazie ad essa, le co-scienze dei piccoli e dei grandi. Con tutte le Chiese chesono in Italia ci dedicheremo, anche noi, a migliorarele proposte educative.Sarà un impegno molto stimolante che esprimerà

12 CONCILIO VATICANO II, Sacrosanctum Concilium, n. 10

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il nostro amore per i piccoli che si affacciano alla vi-ta. Esprimerà anche la nostra solidarietà verso i ge-nitori che restano sempre e comunque i primi educa-tori. In essi si riscontra spesso un sofferto smarrimen-to perché è diventato difficile educare. La Chiesa nondeve lasciarli soli perché è madre chiamata a generarefigli «alla vita buona del vangelo»13. Se trascura i pascoli della liturgia e dell'educazione, ilcristiano si indebolisce e cede al compromesso; spe-cialmente in questi tempi che sono impegnativi perchi vuol restare fedele al Vangelo. E anche le comu-nità, senza il Pane di vita eterna, si infiacchiscono e sidividono al loro interno.

29. Uniti nella comunione e nutriti al Pane di vita e-terna, avremo la forza di essere una Chiesa di testimo-ni che mostrano il Vangelo con le loro buone opere. In Friuli ci saranno, così, lampade che diffondono laluce di Cristo; e ci sarà sale che farà assaporare agli uo-mini il gusto della vita spesa secondo l'esempio e l'in-segnamento di Gesù.Queste esperienze spirituali sono i presupposti per ogniprogramma di nuova evangelizzazione e per una pa-storale missionaria rivolta ai piccoli che crescono, achi ha smarrito la fede e alle sorelle e ai fratelli immi-grati che non hanno conosciuto Gesù.

30. Concludo in preghiera la mia lettera affidando aDio la nostra Chiesa diocesana che, grazie alla Visitapastorale, ho imparato a conoscere e amare di più. ÈLui che «suscita in noi il volere e l'operare» (Fil 2,13)e ci precede e sostiene con sicura fedeltà con la forzadel suo Spirito.

13 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Educare alla vita buona del Vangelo - Orientamenti pastorali dell'Episcopato italiano per il decennio 2010-2020

PPadre nostro che sei nei cieli,ascolta la lode riconoscentedei tuoi figli che con il Battesimohai reso membri della Chiesa santa di Udine.Tu l'hai piantata, come vite feconda,nell'antica città di Aquileiacon la predicazione del Vangelo di tuo Figlio Gesùe l'hai protetta e vivificata lungo i secoliin mezzo alle debolezze umane e alle prove della storia.Ti ringraziamo perché continui a rinnovarci e santificarcicon le grazie che vengono dal tuo amore misericordiosoal di là anche di quanto sappiamo chiedere e desiderare.

O Gesù, Buon Pastore, che ti sei sacrificato sulla croce per la tua Chiesa che è in Udine e che ami come tuo Corpo e tua Sposa,mantieni fedeli a Te il nostro Vescovo e i nostri sacerdotiperché siano pastori secondo il tuo cuoree guidino il tuo gregge ai pascoli buonidella tua Parola, del tuo Corpo e Sangue.Riempi del tuo spirito di servizio i diaconi,fa splendere di bellezza evangelica i tuoi consacrati,dona la forza invincibile del tuo amore agli sposiperché le loro famiglie siano case fondate su di te che sei la Roccia sicura.

Amen

O Spirito, che soffi dove vuoi,e continui a suscitare in mezzo a noi doni e carismi,tu entri nel cuore di tutti noi e suggerisci desideri grandidi amore a Dio Padre e ai fratelli.Convinci i giovani a donare senza paura tutta la vitanella vocazione al matrimonio, al sacerdozio, alla vita consacrata.Infondi lo spirito del buon samaritanoin tante donne e uominiperché sappiano farsi vicini ai poveri e sofferentiche Gesù vuole al primo posto nella comunitàdei suoi discepoli.Fa crescere nei giovani e negli adulti l'amoreper la Chiesa, pronti a servirla nelle sue necessità.

O Maria, Madre di Gesù e nostra,tu sei presenza familiare nel nostro territorioin santuari, ancone e immagini costruite in tuo onore.Mettiamo le famiglie, le comunità cristiane e tutta la Chiesa diocesanasotto il tuo sguardo misericordioso e le tue braccia materne.Guidaci a Gesù che è la Via, la Verità e la Vitae presenta al Padre tutte le nostre preghiere. Amen.

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La benedizione di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo cu-stodisca e protegga la Chiesa di Udine che continua ilsuo cammino nella storia, accompagnata dall'interces-sione di Maria e dei santi Patroni Ermacora e Fortuna-to.

La benedizion di Diu Pari, Fi e Spirtussant e custodis-si e e protezi la Glesie di Udin che e continui il so cja-min te storie, compagnade de intercession di Marie edai sants patrons Ermacure e Furtunât.

Naj ¬egen Boga O¤eta, Sina in Svetega Duha varuje inpodperja vidensko cerkev, ki nadaljuje svojo pot v zgo-dovini pod varstvom in priprošnjo Device Marije insvetih zavetnikov Mohorja in Fortunata.

Die Gnade Gottes, des Vaters, des Sohnes und des Hei-ligen Geistes behüte die Kirche von Udine, welche ih-ren Weg in der Geschichte zusammen mit der Fürbit-te Mariens und der Schutzheiligen Hermagor undFortunatus fortsetzt.

✠ Andrea Bruno MazzocatoArcivescovo

12 giugno 2011Solennità di Pentecoste

IndiceINDICE

1 - La prima Visita pastorale: un pellegrinaggioin mezzo al gregge del Signore

p. 6

2 - Una preghiera di lode a Dioe un «grazie» a tante persone p. 8» a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo p. 9» a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra p. 10» ai Vicari foranei p. 11» ai sacerdoti p. 11» ai diaconi p. 13» alle consacrate e ai consacrati p. 14» agli operatori pastorali p. 15» agli adolescenti e ai giovani p. 17» ai ministranti p. 18» ai nostri anziani p. 18» ai Sindaci p. 19» a quanti sono impegnati nel mondo della scuola p. 20» ai dirigenti, alle maestranze, ai sindacati p. 21» a coloro che operano negli ospedali p. 22» a quanti sono nella sofferenza p. 23

3 Una Chiesa di testimoni che si nutrono all’unico Pane di vita

p. 25

Finito di stampare nel mese di giugno 2011presso Primeoffset srl, via A. Zanussi 301, 33100 Udine