Corso di Sociologia della comunicazione Prof. Andrea ......insufficiente e inadeguato per...
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Corso di Sociologia della comunicazione
Prof. Andrea Cerase
a.a. 2019-2020
I paradigmi della comunicazione
Paradigma
• Il paradigma è il quadro di riferimento teorico che
orienta e dà senso all‟attività scientifica.
• Il paradigma è la cornice, all‟ interno della quale lo
scienziato individua i problemi e i metodi che, in
una certa fase del cammino scientifico, sono
riconosciuti come validi e legittimi.
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Paradigma
I paradigmi determinano
i modi, la gamma dei
problemi e i modelli di
soluzione accettati da
una comunità scientifica
di un determinato
periodo
T.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962
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Incommensurabilità
• I sostenitori di paradigmi
opposti conducono le loro
ricerche all‟interno di mondi
differenti, ciò significa che i
due gruppi di scienziati
vedono cose diverse quando
guardano dallo stesso punto,
nella stessa direzione
T.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962
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Paradigma
Nel mutamento paradigmatico alcuni vecchi
problemi possono venire trasferiti a un‟altra
scienza o addirittura dichiarati non scientifici
La teoria che poneva la terra al centro
dell‟universo era il risultato di un paradigma di
stampo religioso, che rimase in vigore fino a
quando la scienza non fu in grado di rendersi
autonoma dal potere ecclesiastico
T.S. Kuhn, La struttura delle rivoluzioni scientifiche, 1962
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I paradigmi della
Comunicazione
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Paradigmi comunicativi
Due differenti proposte teoriche:
approccio scientifico, sforzo di concettualizzazione forte. Si parla di trasporto (di informazione) non di trasformazione (Shannon)
approccio coinvolgente, riflette una chiara prospettiva umanistica. La generazione di significato implica un processo di trasformazione, mutamento (Richards)
«Sebbene non necessariamente contraddittorie fra loro, nessuna delle due definizioni fa riferimento agli interessi evocati dall‟altro autore»
Em Griffin
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Paradigmi comunicativi
• James Carey, studioso di teorie e analista dei media,
contrappone una definizione di comunicazione legata a una
visione trasmissiva ad una collegata a una dimensione rituale,
che valorizza la partecipazione e la condivisione come forze in
grado di aumentare la compattezza di una comunità sociale.
• Le due diverse visioni della comunicazione di Carey riflettono i
due paradigmi informazionale e relazionale.
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Paradigmi comunicativi
• Il paradigma informazionale ha
subito un processo di usura
maggiore rispetto al paradigma
relazionale.
• Nato alla fine degli anni „40 ha
vissuto un (lungo) periodo di
grande successo
• Nel corso degli anni „50 sembra
poter assumere la guida degli
studi sulla comunicazione,
superando l‟amalgama tra
approccio umanistico e scientifico,
natura e cultura, uomo e
macchina, che li caratterizzava.
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Paradigmi comunicativi
• La rapida ascesa del paradigma informazionale è stata
seguita però da un altrettanto rapido declino e da forti critiche,
dovuto ad un legame eccessivamente stretto con il mondo
delle macchine e delle scienze dure, che rendeva il paradigma
insufficiente e inadeguato per l‟analisi della comunicazione
quale fenomeno tipicamente umano.
• Il paradigma relazionale, invece, pur essendo più attento alla
dimensione umana della comunicazione e agli effetti degli
scambi comunicativi, non sempre ha avuto gli strumenti
adeguati per analizzali o misurarli con esattezza.
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Paradigmi
I paradigmi della Comunicazione,
secondo Morcelini e Fatelli, sono due:
Il paradigma
relazionale
Il paradigma
informazionale
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I presupposti di base dei due
paradigmi
• Paradigma informazionale: la diffusione di informazioni e la
trasmissione di significato come funzione specifica:
comunicazione come sistema nervoso centrale della società,
articolato in diversi insiemi di sistemi comunicativi (es:
Luhmann)
• Paradigma relazionale: enfatizza il potere di agglomerazione
della comunicazione e la sua centralità rispetto ai processi di
socializzazione e di integrazione dell‟individuo nella comunità /
società (es: Appel, Habermas)
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Un diverso angolo di campo
I due paradigmi implicano una diversa ampiezza del campo
osservato:
• Il paradigma informazionale si caratterizza per la sua pretesa
"onnicomprensività", abbraccia concezioni distanti tra loro
(dalla cibernetica all‟antropologia) e finisce per includere
anche l‟analisi degli scambi tra macchine
• Il paradigma relazionale si caratterizza invece per la sua
"selettività", che considera pienamente comunicativo soltanto
quel processo in cui si raggiunga la formulazione di un‟unità
sociale a partire dai singoli individui).
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Le quattro variabili comunicative
fondamentali • Morcellini e Fatelli individuano quattro variabili fondamentali
per distinguere i due paradigmi:
1. Modalità comunicativa principale, che definisce e
caratterizza il paradigma stesso
2. Connessione del rapporto, si riferisce ai modi di
connessione che legano la mente, i segni comunicabili
significanti) e le esperienze generali (significati)
3. Ruolo del soggetto nel processo di comunicazione, che è
diverso se c‟è confronto tra due monologhi o
conversazione come pratica dialogica
4. Struttura del messaggio e del codice: si riferisce ai codici
e alle pratiche comunicative utilizzate per trasmettere un
messaggio oppure condividere una conversazione
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Persuasione e costruzione
• Il paradigma informazionale spesso sottende a
finalità di tipo dimostrativo o persuasorio: la
comunicazione è intesa come volano di
trasmissione di messaggi definiti dall‟emittente e si
articola come comando
• Il paradigma relazionale sottende invece all‟idea di
costruzione intersoggettiva del mondo simbolico: la
comunicazione è orientata al dare forma
all‟esperienza significativa e simbolica, come
premessa dell‟agire dotato di senso
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Significato e senso
• Il significato ha un carattere
linguistico, cioè è valido
all‟interno di una data lingua e in
riferimento ad un particolare
oggetto.
• «Il contenuto espressivo di
qualsiasi mezzo di
comunicazione (parole o frasi,
gesti, segni grafici ecc.). In
linguistica, ciò che si vuol dire
pronunciando una frase o una
parola, il messaggio cioè che con
queste si trasmette.»
• Il senso fa riferimento alla
comprensione generale del
pensiero o dell‟esperienza e ha
un carattere ampio che si
declina nei significati
• «La facoltà di ricevere
impressioni da stimoli esterni o
interni e per estensione la
percezione e coscienza di fatti
interni».
• Per Frege è il «modo in cui
quell‟oggetto ci viene dato»
(all‟esperienza sensibile)
Per comprendere meglio la differenza tra i paradigmi è utile far
riferimento (in senso generico) alla differenza tra significato e senso
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• Il paradigma
informazionale è
orientato alla
comunicazione come
studio dei mezzi tecnici
per la trasmissione di
significati particolari e
di comportamenti legati
a quei messaggi
• Es: analisi del
contenuto
• Il paradigma
relazionale legge la
comunicazione come
processo attraverso
cui diamo un senso
intersoggettivo
all‟esperienza sociale
e alle nostre stesse
azioni
• Es: analisi del
discorso
Significato e senso
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Comunicazione e struttura sociale
Fondazione dell’attività comunicativa
Carattere
paradigmatico
prevalente
Ontologica
(la comunicazione
come «realtà»)
Funzionale
(la comunicazione
come «strumento»)
Neutralità
(informazione)
Rivelazione di strutture
profonde
Connettivo sociale
Relazione
(comunicazione)
Costruzione di senso Formazione di unità
sociali
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Movimento e mutamento
• Le definizioni possono essere pensate come mattoni costruiti
con due materiali fondamentali: movimento e mutamento
• L‟attenzione viene data al movimento quando ci si preoccupa
unicamente del processo trasmissivo di un atto comunicativo,
concedendo molta attenzione alla tecnologia adoperata e al
funzionamento del processo
• Le definizioni costruite con il mutamento, invece, si
concentrano sulle conseguenze del processo comunicativo,
sulle trasformazioni indotte su emittente e destinatario
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Movimento Mutamento
Trasporto di qualcosa da
un punto a un altro Modificazione della
situazione esistente
PARADIGMA
INFORMAZIONALE
PARADIGMA
RELAZIONALE
Paradigmi, mutamento e movimento
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Movimento Mutamento
• CONDIVISIONE
• RELAZIONE SOCIALE
• TRASFERIMENTO DI RISORSE
• INFLUENZA
• SCAMBIO DI VALORI
• TRASMISSIONE
Paradigmi e definizioni
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Informazione
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Informazione
Informazione s.f. (der. di informare,
sul modello del lat. Informatio –onis
“nozione, idea, rappresentazione” e
in epoca tarda “istruzione,
educazione, cultura”). – 1 (ant., non
com.) L’azione di dar forma a
qualche cosa. 2. (fig.) a. Atto
dell’informare o dell’informarsi, nel
senso di dare o ricevere notizie:
libertà di informazione.
G. Devoto, C.G. Oli Nuovo vocabolario illustrato della lingua italiana, Milano, Selezione dal Reader’s Digest, 1987 Ia edizione
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Informazione s.f. b. Notizia, dato
o elemento che consente di avere
conoscenza di fatti, situazioni,
modi di essere, ecc.: dare,
chiedere, ricevere un’ i; ufficio
informazioni. c. L’insieme delle
persone e delle strutture (giornali,
reti radiotelevisive, ecc.) attive
nella produzione e diffusione delle
informazioni, spec. giornalistiche: il
mondo dell’informazione.
G. Devoto, C.G. Oli
Nuovo vocabolario illustrato
della lingua italiana, Milano,
Selezione dal Reader’s
Digest, 1987 Ia edizione
Informazione
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Informazione s.f. 3. (biol.) I.
genetica, l’insieme dei messaggi
ereditari contenuti nei geni dei
cromosomi di una cellula. 4 (inform.)
Dato elaborato o memorizzato
all’interno di un’unità di
elaborazione. 5. Teoria dell’i., scienza che studia i messaggi in
quanto successioni statistiche di
eventi, a ciascuno dei quali è
associata una certa quantità
d’informazione. 6. (giur.) I. di
garanzia, denominazione…
G. Devoto, C.G. Oli
Nuovo vocabolario illustrato
della lingua italiana, Milano,
Selezione dal Reader’s
Digest, 1987 Ia edizione
Informazione
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Dal latino Informo Do forma,
plasmo
• Privilegio del movimento
• Neutralizzazione del mutamento
• Attenzione al processo di
trasmissione
• Scarsa attenzione agli effetti
successivi alla ricezione del
messaggio
Paradigma informazionale
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Paradigma informazionale
• Metafora del viaggio
• Caratteristiche principali:
– trasporto di
informazioni
preconfezionate
– trasmissione di
significati
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Paradigma informazionale
• La comunicazione informazionale è una comunicazione
finalizzata, intenzionale, ma che per contro non è né
“persuasiva” né “d‟influenza”.
• Taluni dicono che è “scientifica” – a condizione che s’intenda
chiaramente che si applica a tutte le scienze: umane, sociali,
esatte e applicate. Il che le conferisce un carattere neutrale o
universale.
• La comunicazione informazionale ha una componente
“trasmissione” che non può essere ignorata (modello E-R),
poiché l‟autore utilizza tutti i mezzi tecnici possibili per
raggiungere il suo obiettivo di farsi conoscere
E R
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Paradigma informazionale
• I significati della
comunicazione sono
prodotti in un luogo
esterno ad essa e da qui
trasferiti diffusivamente
nello spazio circostante
per esercitarvi forme di
controllo e di influenza
• Il paradigma del
paradigma informazionale
sono i media broadcast
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Esempi di comunicazione
informazionale: il deficit model
• Rielaborazione del modello classico della comunicazione
pubblica della scienza
• La comunicazione è intesa come processo gerarchico,
unidirezionale e deterministico (effetti comportamentali e a
breve termine)
• I presupposti sono: 1) lo scetticismo dei cittadini, 2) la
pregiudiziale ostilità dei cittadini alla scienza e alla ricerca, 3)
la disinformazione dei cittadini dovuta alla scarsa
alfabetizzazione scientifica e 4) alle distorsioni della scienza
operate dai media
• La soluzione? Più informazione scientifica = migliore
comprensione del pubblico = meno irrazionalità
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La logica dell’argomentazione
razionale • L‟emittente trasferisce informazioni
(scientificamente corrette) al
ricevente
• I comportamenti «irrazionali» si
devono a una scarsa conoscenza
delle questioni scientifiche e alla
distorsione dei media
• Più informazioni = migliore
comprensione
• La comunicazione del rischio come
processo per far convergere le
diverse conoscenze a supporto
della decisione (Bradbury, 1989).
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La teoria della propaganda di
Bernays
• Edward Bernays è considerato uno dei padri fondatori delle relazioni pubbliche e uno dei primi spin doctor
• Nel 1928 pubblica «Crystalizing public opinion», testo molto discusso ma importante espressione dello zeitgeist del tempo
• Per Bernays la propaganda ha un valore fortemente positivo, perché informa ed educa le masse, favorendo l‟integrazione sociale: creando circostanze ad arte essa anticipa gli umori della gente
• “ La propaganda è l‟organo esecutivo del governo invisibile” […] “la consapevole e intelligente manipolazione dei costumi e delle opinioni delle masse è un aspetto importante della società democratica” […] “uomini intelligenti possono combattere per finalità produttive e contribuire a metter ordine in mezzo al caos” (Bernays, 1928)
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Containermodell
Klaus Krippendorf (1989) critica gli approcci
informazionali usando la metafora del
“containermodell”
Considerano solo il punto di vista dell‟emittente
come detentore di conoscenze superiori
Messaggi, linguaggi e immagini come semplici
contenitori d‟informazioni che ne preservano il
significato, trasferitibile da un porto all‟altro come
un container.
Qualsiasi interpretazione diversa dalle intenzioni
dell‟emittente è addebitata alle “follie della
percezione umana” (Krippendorf, 1993).
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