OSSERVATORIO REGIONALE IN EMILIA-ROMAGNA€¦ · passa dal 21,3% del primo semestre 2013 al 25,6%...

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OSSERVATORIO REGIONALE

SUL CREDITO

IN EMILIA-ROMAGNA

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Il presente report è stato realizzato da un gruppo di ricerca costituito dall’Unioncamere Emilia-Romagna e dall’Istituto G. Tagliacarne.

L’analisi è relativa ad una rilevazione campionaria svolta dal 2 dicembre 2013 al 10 gennaio 2014

Hanno collaborato:

per Unioncamere Emilia-Romagna:

Matteo Beghelli - Centro studi e monitoraggio dell’economia

per l’Istituto G. Tagliacarne:

Corrado Martone - Responsabile Studi Settoriali e PMI

Fabio Ulgiati – Ricercatore

Francesca Loi - Ricercatore

Claudia Saporito – Ricercatrice

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Il presente report è stato realizzato da un gruppo di ricerca costituito dall’Unioncamere Emilia-Romagna e dall’Istituto G. Tagliacarne.

L’analisi è relativa ad una rilevazione campionaria svolta dal 2 dicembre 2013 al 10 gennaio 2014

Hanno collaborato:

per Unioncamere Emilia-Romagna:

Matteo Beghelli - Centro studi e monitoraggio dell’economia

per l’Istituto G. Tagliacarne:

Corrado Martone - Responsabile Studi Settoriali e PMI

Fabio Ulgiati – Ricercatore

Francesca Loi - Ricercatore

Claudia Saporito – Ricercatrice

 

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INDICE

 

 

SINTESI DELLE MAGGIORI EVIDENZE ..........................................................................................4  

Il clima dei rapporti con il sistema bancario ....................................................................................4  L’evoluzione delle posizioni debitorie delle imprese emiliano-romagnole.......................................7  Il ruolo dei confidi in Emilia-Romagna...........................................................................................13    

CAPITOLO 1 – LA SITUAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA DELLE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA...............................................................................................................16  

1.1 – Il quadro di riferimento congiunturale...................................................................................16  1.2 - L’assetto finanziario delle imprese........................................................................................22    

CAPITOLO 2 – L’ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA .........29  

2.1 – Il clima dei rapporti con il sistema bancario .........................................................................29  2.2 – L’evoluzione delle posizioni debitorie delle imprese emiliano-romagnole............................38    

CAPITOLO 3 – IL RUOLO DEI CONFIDI IN EMILIA-ROMAGNA ..................................................45  

CONCLUSIONI ................................................................................................................................49  

Le specifiche tecniche dell’indagine .................................................................................................50  

 

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INDICE

 

 

SINTESI DELLE MAGGIORI EVIDENZE ..........................................................................................4  

Il clima dei rapporti con il sistema bancario ....................................................................................4  L’evoluzione delle posizioni debitorie delle imprese emiliano-romagnole.......................................6  Il ruolo dei confidi in Emilia-Romagna...........................................................................................12    

CAPITOLO 1 – LA SITUAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA DELLE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA...............................................................................................................15  

1.1 – Il quadro di riferimento congiunturale...................................................................................15  1.2 - L’assetto finanziario delle imprese........................................................................................20    

CAPITOLO 2 – L’ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA .........26  

2.1 – Il clima dei rapporti con il sistema bancario .........................................................................26  2.2 – L’evoluzione delle posizioni debitorie delle imprese emiliano-romagnole............................33    

CAPITOLO 3 – IL RUOLO DEI CONFIDI IN EMILIA-ROMAGNA ..................................................41  

CONCLUSIONI ................................................................................................................................44  

Le specifiche tecniche dell’indagine .................................................................................................45  

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SINTESI DELLE MAGGIORI EVIDENZE La tendenza di fondo che emerge è che, mentre il primo semestre 2013 segnava una sostanziale stabilità delle situazione rispetto all’anno precedente (stabilità, quindi, su livelli piuttosto bassi per le imprese in termini di valutazione del rapporto col credito sia per credito concesso che per le condizioni applicate), il secondo semestre 2013 segna un leggero miglioramento in termini di quantità di credito concesso, tassi applicati, tempi di valutazione delle richieste di credito e richieste di rientro da parte delle banche. Migliora, anche se meno intensamente rispetto alle altre variabili, il giudizio rispetto alle garanzie richieste dagli istituti di credito. Nonostante questa migliore intonazione del giudizio delle imprese sulle condizioni del credito, l’assetto finanziario delle imprese appare ancora molto stressato con oltre l’80% delle imprese che dice di destinare principalmente le proprie risorse alle spese correnti. Anche restringendo il campo alle sole risorse finanziare prese a prestito la principale destinazione delle stesse è la gestione corrente. Per quel che riguarda i confidi, oltre un quarto delle imprese intervistate vi ha fatto ricorso durante la propria esistenza e la maggior parte di queste imprese ne valuta adeguati i servizi.

Il clima dei rapporti con il sistema bancario

La prima domanda che è stata posta è relativa all’adeguatezza della “quantità” del credito offerto dal mondo bancario. Al riguardo si ha una forte percezione di insufficienza delle risorse rese disponibili, in quanto è il 60,3% a dichiararlo nel primo semestre 2013 ed il 55,3% nel secondo (contro il 31,4% a giugno ed il 36,7% a dicembre delle imprese che considerano adeguata la quantità di credito a loro disposizione).

Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile/erogabile (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato 33,3 26,8 34,6 35,2 27,0 32,9 27,0 31,4 Inadeguato 52,1 65,3 61,7 57,1 64,9 60,4 62,2 60,3 Non sa/Non risponde 14,5 7,9 3,7 7,6 8,1 6,7 10,7 8,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013 Adeguato 38,4 32,7 37,5 33,3 37,5 40,3 36,4 36,7 Inadeguato 55,7 55,9 58,0 60,3 55,1 48,9 50,6 55,3 Non sa/Non risponde 5,9 11,4 4,6 6,3 7,4 10,8 13,1 8,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne La disamina per settore economico evidenzia come nella prima metà del 2013 siano, per lo più, le imprese del settore della moda (65,3% dei casi) e di quello dell’edilizia (64,9%) a denunciare una forte inadeguatezza. I settori che invece, nello stesso periodo, rilevano un maggior peso di imprese che dichiarano un’adeguata quantità di risorse finanziarie sono, a fronte di una media regionale del 31,4%, le altre industrie (35,2% dei casi), il metalmeccanico (34,6%), l’industria alimentare (33,3%) ed il commercio (32,9%). Nel secondo semestre del 2013 è interessante notare come il commercio e l’edilizia abbiano mostrato sensibili incrementi (passando, rispettivamente, al 40,3% ed al 37,5%) nelle quote di imprese che considerano adeguate le risorse creditizie. Per contro, gli stessi settori mostrano una notevole riduzione

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delle imprese che considerano inadeguate tali risorse, passando al 48,9% (il commercio) ed al 55,1% (l’edilizia). Guardando ai tempi impiegati dagli intermediari per valutare le richieste di credito pervenute dal mondo delle imprese, i settori che considerano inadeguate le tempistiche sono, nei primi sei mesi del 2013, l’edilizia (65,4% di casi a fronte di un 56,7% medio settoriale), il sistema moda (58,4%) ed il commercio (57,3%). E’, per contro, il settore metalmeccanico quello che mostra un maggior grado di soddisfazione (il 37,4% delle imprese intervistate contro il 31,8% di media regionale). Le risposte fornite nella seconda metà del 2013 mostrano un netto calo delle percentuali di imprese insoddisfatte tra le imprese edili (con un calo di 9 punti percentuali) e tra le imprese del commercio (incidenza scesa dal 57,3% al 51,7%). Considerato, poi, che la media delle imprese che considerano adeguati i tempi di valutazione delle domande di credito, nel secondo semestre è salita al 36,1% (con un aumento di 4,8 punti percentuali), maggior ottimismo si nota nel comparto dell’edilizia (con una crescita dell’11,5%) e dell’industria alimentare (passata dal 29,9% di imprese soddisfatte al 38%). Considerando il giudizio circa il tasso applicato, invece, notiamo una media di imprese soddisfatte che passa dal 21,3% del primo semestre 2013 al 25,6% del secondo, mentre l’incidenza di coloro che definiscono tale tasso inadeguato, pur restando molto elevata nel corso dell’anno, scende dal 70,3% al 66,5%. Nel dettaglio, i settori in cui la soddisfazione è maggiore sono quello del commercio (23,8%) e dell'industria alimentare (25,2%) per quanto riguarda la prima parte del 2013; per il secondo semestre invece risultano maggiormente soddisfatti i settori dei servizi alle imprese (che con il 30,7%, quasi raddoppia tale quota rispetto al primo semestre) e della metalmeccanica (27%). I settori in cui le imprese sono maggiormente insoddisfatte sono invece quelle del sistema moda, della metalmeccanica e dell'edilizia (tutti intorno al 72% nel primo semestre), mentre per la seconda parte dell'anno spicca il 70,5% del settore edile, unico a superare quota 70% e ben al di sopra dalla media settoriale.

Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per provincia, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento ai tempi di valutazione della domanda di credito (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna

I° semestre 2013

Adeguato 36,0 27,6 29,2 32,7 26,0 29,2 39,7 33,9 27,5 31,8

Inadeguato 52,8 60,9 59,0 53,5 65,9 60,9 45,0 55,6 62,7 56,7 Non sa/Non risponde

11,2 11,5 11,8 13,9 8,1 9,9 15,2 10,5 9,9 11,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 31,6 36,8 38,9 38,5 43,1 30,0 42,7 31,4 35,9 36,1

Inadeguato 60,0 52,3 54,9 52,5 46,2 63,1 48,7 62,1 55,6 55,5 Non sa/Non risponde 8,4 11,0 6,3 9,0 10,8 6,9 8,7 6,5 8,5 8,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Per quanto riguarda le garanzie richieste dagli istituti di credito, notiamo come nel primo semestre 2013 vi sia un generale pessimismo, dal momento che le stesse risultano adeguate solo per il 28% degli operatori; i settori che manifestano maggiore apprezzamento sono il commercio, le altre industrie e l'industria alimentare.

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Nel corso del secondo semestre, si nota un miglioramento generale dell'opinione delle imprese sulle garanzie richieste, manifestato dalla crescita degli ottimisti al 30,9%. In questo periodo i settori nei quali le imprese risultano maggiormente soddisfatte sono il sistema moda con una quota del 31,8% e, ancora una volta, il commercio con il 34,7%. I settori invece per i quali tali garanzie non sono adeguate sono principalmente il settore edile e quello metalmeccanico. Tra i diversi settori, le imprese che si dichiarano soddisfatte sono soprattutto presenti nel comparto metalmeccanico (24,3% dei casi), nell’industria alimentare (23,5%) e nel commercio (22%). Particolarmente elevata, invece, la quota di imprese dei settori delle costruzioni (79,5%) e dei servizi alle imprese (73%) che ritiene troppo oneroso il costo del finanziamento.

Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alle garanzie richieste (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato 29,5 27,4 28,0 31,4 23,8 30,5 25,5 28,1 Inadeguato 59,4 63,7 67,3 58,6 69,7 62,2 59,7 63,1 Non sa/Non risponde 11,1 8,9 4,7 10,0 6,5 7,3 14,8 8,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 29,5 31,8 29,3 31,6 30,7 34,7 30,1 30,9 Inadeguato 62,7 58,2 64,5 60,3 62,5 55,1 58,5 60,7 Non sa/Non risponde 7,7 10,0 6,2 8,0 6,8 10,2 11,4 8,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento al costo del finanziamento (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato/ Accettabile 23,5 21,6 24,3 18,1 13,5 22,0 13,3 19,9 Inadeguato/ Oneroso 62,0 65,3 67,0 69,5 79,5 67,1 73,0 68,7 Non sa/ Non risponde 14,5 13,2 8,7 12,4 7,0 11,0 13,8 11,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato/ Accettabile 25,1 24,5 21,5 21,3 23,3 24,4 25,0 23,5 Inadeguato/ Oneroso 67,9 64,1 71,0 69,0 69,9 64,8 61,9 67,3 Non sa/ Non risponde 7,0 11,4 7,5 9,8 6,8 10,8 13,1 9,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

L’evoluzione delle posizioni debitorie delle imprese emiliano-romagnole

La disamina dei rapporti tra imprese e banche non può prescindere dall’analisi relativa all’evoluzione della richiesta effettiva di credito nel corso del 2013. La gran parte degli operatori emiliano-romagnoli (il 73,4% nel primo semestre 2013 ed il 78,6% nel secondo) ha dichiarato stabilità in termini di richieste di credito (nel 2012 erano il 68,6%); il 15,9% (a giugno) ed il 13,8% (a dicembre) ha aumentato le proprie richieste, mentre il 9,1% (nella prima metà dell’anno) ed il 7,1% (nella seconda) le ha diminuite.

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Evoluzione della richiesta di credito bancario in Emilia-Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Aumentata 17,0 21,2 16,9 12,8 14,5 10,8 17,4 15,9 Diminuita 8,8 8,8 9,1 8,7 8,6 12,5 7,3 9,1 Rimasta stabile 73,6 70,1 72,0 75,2 75,0 75,8 73,4 73,4 Non sa/non risponde

0,6 0,0 2,1 3,4 2,0 0,8 1,8 1,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Aumentata 12,0 11,0 12,2 14,2 20,3 15,7 14,1 13,8 Diminuita 3,8 7,8 6,5 11,3 8,0 7,4 7,1 7,1 Rimasta stabile 83,6 81,2 81,3 74,5 71,7 76,9 74,7 78,6 Non sa/non risponde

0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,0 0,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Disaggregando tale dato in base al settore economico di appartenenza degli intervistati, si nota come sia il sistema moda a presentare la percentuale maggiore (21,2%) di imprese che hanno aumentato la richiesta di credito, mentre con il 12,5%, il commercio è il settore in cui si ha la percentuale più alta di imprese che dichiarano di aver ridotto le richieste nel primo semestre 2013. Nella seconda metà dell’anno, invece, è il settore delle costruzioni a presentare la quota maggiore di imprese che dichiarano un aumento della richiesta di credito (20,3%) ed allo stesso tempo la quota maggiore (se si escludono le altre industrie) di imprese in cui tale richiesta è diminuita (8%). Nella prima metà del 2013 l’esito delle richieste, a livello regionale, vede solo nel 36,5% dei casi una concessione totale del credito, nel 26,5% una concessione parziale e nel 17,6% un mancato accoglimento della richiesta; il 15,3% ha risposto che al momento dell’intervista la richiesta era in fase di valutazione. Nel secondo semestre, la percentuale di imprese per le quali il credito è stato concesso in toto sale al 46,9%, quelle per cui la concessione è solo parziale scende al 21%, mentre le richieste respinte corrispondono all'11,9%. Emerge inoltre che, rispetto al 2012, si sono notevolmente ridotte le percentuali di concessioni totali dei finanziamenti richiesti. Nello specifico dei settori, in merito al primo semestre 2013, si nota come il comparto con la più alta percentuale di risposte integralmente positive è quello dei servizi alle imprese, con il 42,1% di concessioni totali. Gli altri settori con percentuali di risposte positive maggiori rispetto alla media generale sono il metalmeccanico (41,5%), l’industria alimentare (37%) e le altre industrie. Nel secondo semestre 2013 è invece il commercio il settore che fa registrare la quota maggiore di concessioni in toto (70,6% addirittura), precedendo l'industria alimentare (63,6%) e i servizi alle imprese (50%), tutti al di sopra della media regionale. In merito alle richieste respinte, per contro, il settore dei servizi alle imprese nel primo semestre 2013 presenta il 21,1% di casi che affermano di avere ricevuto risposte di diniego di accesso al credito. Elevata è anche la percentuale di richieste respinte nel settore dell’edilizia (36,4%). Il settore delle costruzioni si conferma anche nel secondo semestre leader nel ranking relativo alle richieste respinte con il 17,9%, superato solo dalle altre industrie (20%) e ben al di sopra della media settoriale.

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Esito della richiesta di credito bancario in Emilia-Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Credito è stato concesso in toto

37,0 34,5 41,5 36,8 27,3 30,8 42,1 36,5

Credito concesso solo in parte

14,8 27,6 22,0 31,6 31,8 38,5 31,6 26,5

Richiesta è stata respinta 18,5 6,9 19,5 10,5 36,4 7,7 21,1 17,6 Richiesta è in fase di valutazione

29,6 20,7 14,6 15,8 4,5 7,7 5,3 15,3

Non sa/non risponde 0,0 10,3 2,4 5,3 0,0 15,4 0,0 4,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Credito è stato concesso in toto

63,6 35,3 40,0 53,3 28,6 70,6 50,0 46,9

Credito concesso solo in parte

13,6 35,3 13,3 6,7 28,6 17,6 35,7 21,0

Richiesta è stata respinta 9,1 11,8 13,3 20,0 17,9 5,9 0,0 11,9 Richiesta è in fase di valutazione

13,6 17,6 33,3 20,0 25,0 5,9 14,3 20,3

Non sa/non risponde 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in Emilia-Romagna, per settore economico, in termini di costi applicati (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzio

ni Commerci

o Servizi

imprese Totale settori

I° semestre 2013 Aumentata 42,8 51,1 48,6 46,3 50,7 43,3 45,0 47,1 Diminuita 1,9 0,7 3,7 4,7 2,0 2,5 5,5 3,0 Rimasta stabile 51,6 45,3 44,0 47,7 44,1 50,0 45,9 46,7 Non sa/non risponde

3,8 2,9 3,7 1,3 3,3 4,2 3,7 3,3

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzio

ni Commerci

o Servizi

imprese Totale settori

Aumentata 45,9 52,6 48,0 46,2 44,2 48,1 42,4 47,1 Diminuita 3,3 1,9 0,8 0,0 0,7 0,9 1,0 1,4 Rimasta stabile 47,5 45,5 49,6 51,9 53,6 49,1 54,5 49,8 Non sa/non risponde

3,3 0,0 1,6 1,9 1,4 1,9 2,0 1,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Relativamente alle risposte che le imprese hanno fornito (a giugno 2013) in merito all’evoluzione dei tassi di interesse, emerge una diffusa percezione di incremento del costo del denaro, con il suo inasprimento lamentato dal 44% (comunque in calo rispetto al 49,1% del 2012) degli intervistati, mentre

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una condizione invariata viene indicata dal 45,5% delle imprese e soltanto il 6,1% parla di una riduzione del tasso di interesse. I settori che maggiormente rilevano un aumento del tasso di interesse sono quello relativo alle costruzioni e il sistema moda, rispettivamente nel 50% e nel 50,4% dei casi. Il sistema moda tuttavia è anche il settore per il quale si rileva la percentuale di diminuzione maggiore (8%). L’indagine svolta nel secondo semestre denota, poi, un cospicuo aumento della percentuale (salita al 55,6%) di imprese che testimoniano una stabilità dei tassi applicati a fronte di un calo del peso dei casi di aziende che ne hanno lamentato l’incremento (scesa dal 44% al 37,5%) e di quelle che, invece, ne riconoscono una diminuzione (scesa dal 6,1% al 4,2%).

Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in Emilia-Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Azienda ha ricevuto richiesta di rientro 15,7 8,8 11,1 20,1 23,7 17,5 19,3 16,1

Pur avendo “sconfinato” non è pervenuta richiesta

6,3

13,1

7,4

7,4

3,9

15,8

9,2

8,6

Rientro non previsto nella tipologia di operazione di finanziamento scelta

6,3

3,6

2,5

2,0

3,3

0,0

2,8

3,0

Azienda non ha “sconfinato”

71,7

73,7

78,6

69,1

69,1

65,8

67,0

71,7

Non sa/non risponde

0,0

0,7

0,4

1,3

0,0

0,8

1,8

0,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Azienda ha ricevuto richiesta di rientro 12,0 11,7 11,4 13,2 29,0 10,2 8,1 13,6

Pur avendo “sconfinato” non è pervenuta richiesta

12,0 8,4 12,6 8,5 8,0 5,6 5,1 9,4

Rientro non previsto nella tipologia di operazione di finanziamento scelta

7,1 5,2 7,3 7,5 4,3 12,0 12,1 7,5

Azienda non ha “sconfinato”

68,9 74,0 67,5 70,8 57,2 71,3 72,7 68,6

Non sa/non risponde 0,0 0,6 1,2 0,0 1,4 0,9 2,0 0,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Per quel riguarda, infine, le imprese che lamentano un aumento dei costi e delle commissioni applicate dalle banche sul credito, sono il 47,1% quelle che, a giugno 2013, hanno rilevato un aumento in tal senso, mentre è il 46,7% a dichiarare di non rilevare variazioni significative. Suddividendo tali giudizi in base al settore economico, i comparti che lamentano maggiormente la crescita dei costi applicati sul credito sono il sistema moda (51,1% dei casi), l’edilizia (50,7%) e il metalmeccanico (48,6%). Il settore dei servizi alle imprese, invece, è quello che segna la percentuale maggiore (5,5%) di imprese che

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percepiscono una diminuzione dei costi (considerando una media regionale del 3%). Nel secondo semestre si ha un’immutata percentuale delle imprese che lamentano un aumento dei predetti costi, ed un aumento di quella relativa alle imprese che ne riconoscono un’invarianza (salita al 49,8%). Anche in questo caso è ulteriormente diminuita (dal 3% all’1,4%) la percentuale di imprese che riconoscono una riduzione dei costi applicati alla concessione del credito. In merito all'incidenza delle richieste di rientro sui finanziamenti concessi alle imprese si ha che, nel primo semestre 2013, i settori che maggiormente hanno ricevuto richieste dalle banche sono quello edile (23,7% degli affidati), quello delle altre industrie (20,1%) e quello dei servizi alle imprese con il 19,3%. A livello settoriale, la media si attesta al 16,1%; da notare come, comunque, la stragrande maggioranza delle imprese non abbia sconfinato (71,7%), con differenze poco significative fra i diversi settori. Nella seconda metà del 2013, nonostante l’aumento delle imprese edili che hanno ricevuto richiesta di rientro (con una percentuale salita dal 23,7% al 29%), è emerso, considerando l’intero tessuto imprenditoriale emiliano-romagnolo intervistato, un calo di richieste di rientro (che, per l’appunto, è sceso dal 16,1% al 13,6%). Sono, invece, i settori delle altre industrie (passate dal 20,1% al 13,2%) e quello del commercio (dal 17,5% al 10,2%) a registrare in tal senso i cali più sensibili. Da sottolineare anche il fatto che dal primo al secondo semestre si sono più che raddoppiate le imprese che affermano di aver contratto prestiti che non prevedono il rientro del credito. Alla luce di quanto finora evidenziato, non stupisce che siano relativamente pochi gli imprenditori che non hanno lamentato criticità alcuna nel corso del 2013 relativamente ai rapporti con il sistema bancario: sono, infatti, il 25,5% nel primo semestre ed il 30,5% nel secondo semestre gli operatori che affermano di non aver avuto problemi nell’approcciare le banche; pur tuttavia, rispetto a quanto rilevato nel 2012, c’è un miglioramento visto che in detto anno solo l’11,3% delle imprese aveva dichiarato di non aver riscontrato alcuna criticità nel rapporto con le banche. Restano comunque molto alte le percentuali di chi lamenta una crescita ingiustificata dei costi applicati al credito, rappresentate dal 39% (sia a giugno che a dicembre). Per il 12% la criticità principale è rappresentata dall’aumento dei tassi, mentre è attorno al 10% la percentuale di imprese che lamentano soprattutto la riduzione della quantità di credito concesso.

Principale criticità incontrata dalle imprese nei rapporti con il sistema bancario in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Anche se i rapporti appaiono non del tutto fluidi, va comunque sottolineato come le imprese emiliano-romagnole siano riuscite nel corso del 2013 a mantenere gli impegni finanziari presi con le banche di riferimento: indagando, infatti, sulla capacità di far fronte ai finanziamenti contratti, è emerso che il 94,2% delle imprese ha dichiarato di aver rispettato tali impegni. Tra chi non ha potuto adempiere ai propri obblighi contrattuali, a fronte di una media del 5,8%, è emerso che i settori più in difficoltà sono quello dell’edilizia (col 10,8% di casi) e quello delle altre industrie (col 9,2%). Il settore più virtuoso è, di contro, quello dell’industria alimentare (col 96,8% di imprese adempienti).

Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese, per settore economico, in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Azienda inadempiente

3,2 4,5 5,5 9,2 10,8 4,4 4,9 5,8

Azienda adempiente

96,8 95,5 94,5 90,8 89,2 95,6 95,1 94,2

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Nelle intenzioni future, infine, non poche imprese hanno dichiarato di richiedere finanziamenti: sia nei primi sei mesi del 2013 sia nel semestre successivo, infatti, circa il 17% degli operatori ha espresso la volontà di richiedere credito al sistema bancario. La principale motivazione che spinge tali imprese a richiedere credito è riconducibile, come già accaduto in passato, alla necessità di gestire le attività correnti (53,3% dei casi nei primi sei mesi). Emerge tuttavia che il 33,2% (a giugno) ed il 37,2% (a dicembre) delle aziende chieda nuovi fidi per realizzare investimenti.

Principali motivi delle richieste future di credito delle imprese in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali*)

* Il totale può essere diverso da 100 a causa della possibilità di risposte multiple Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Il ruolo dei confidi in Emilia-Romagna

La percentuale di imprese che ha usufruito del sostegno dei Confidi nell’accesso ai finanziamenti bancari risulta in netta crescita rispetto all’indagine condotta nel 2012: sono, infatti, oltre il 26% gli operatori che dichiarano di aver fatto ricorso ad un confidi per approcciare il credito bancario. Tra i settori economici spicca il 35,2% di imprese della metalmeccanica che hanno fatto ricorso a tali soggetti, mentre gli altri settori sono sostanzialmente molto più vicini alla media generale.

Incidenza di imprese che hanno fatto ricorso ai Confidi per settore economico in Emilia-Romagna, (Valori percentuali; anno 2013)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Ha fatto ricorso a confidi 22,2 25,3 35,2 26,2 25,9 22,6 21,4 26,3 Non ha fatto ricorso a confidi 77,8 74,7 64,8 73,8 74,1 77,4 78,6 73,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Disaggregando le risposte in base alla dimensione organizzativa delle aziende intervistate, emerge come ad aver fatto ricorso ai confidi siano state soprattutto quelle con oltre i 50 addetti, mentre l’unica tipologia di imprese con una percentuale inferiore alla media (25,1%) è quella con un numero di addetti inferiore a 10.

Incidenza di imprese che hanno fatto ricorso ai Confidi per classi di addetti in Emilia-Romagna, (Valori percentuali; anno 2013) 1-9 addetti 10-19 addetti 20-49 addetti 50 e oltre Totale Ha fatto ricorso a confidi 25,1 28,0 26,8 31,3 26,3 Non ha fatto ricorso a confidi 74,9 72,0 73,2 68,8 73,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne L’indagine sul ruolo dei Confidi ha riguardato anche tutta una serie di aspetti legati alle condizioni di accesso al credito, ai tassi e quantità di credito concesso dalle banche, alle garanzie richieste, ai costi e ai servizi di consulenza offerti. Si nota come sull’accesso al credito siano percepite delle condizioni migliori rispetto all’offerta standard dal 35,2% delle imprese che hanno fatto ricorso ai Confidi. I settori nei quali le imprese esprimono maggior favore rispetto ai Confidi sono soprattutto l’industria alimentare (42,3%), l’edilizia (41,7%), e, con il 37,5% delle imprese, il sistema moda. A percepire condizioni peggiori sono il 25,6% degli operatori e il settore con la percentuale più alta di risposte in tal senso è il commercio (con il 40,5% delle imprese che lamenta condizioni peggiorative a seguito del ricorso ai confidi). La stessa tabella sintetizza le risposte che le imprese intervistate hanno fornito in merito alle evoluzioni del tasso di interesse applicato, della quantità di credito disponibile e delle garanzie richieste dalle banche a fronte del ricorso alle garanzie fornite dai confidi. Il tasso di interesse applicato è più vantaggioso secondo il 33,9% delle imprese intervistate, peggiora secondo il 25,8% e non subisce alcuna variazione secondo il 34,7%. A livello settoriale il comparto più insoddisfatto è senza dubbio il commercio per il quale è il 43,2% delle imprese a lamentare un tasso di interesse peggiore (contro il 25,8% di media generale). I settori in cui le imprese che dichiarano un tasso di interesse più vantaggioso con percentuali sensibilmente maggiori sono invece l’industria alimentare (44,2%) e l’edilizia (39,6%).

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Continuando la disamina delle conseguenze dell’intervento dei Confidi, in merito alla quantità di credito disponibile, la maggior parte delle imprese intervistate (il 50,6%) dichiara che non si assiste a nessun miglioramento, il 26,3% riconosce condizioni migliori, mentre il 17,7% parla di un peggioramento delle condizioni. Anche in questo caso vengono analizzate le risposte fornite in base al settore di appartenenza delle imprese e possiamo notare che il settore maggiormente insoddisfatto è quello delle altre industrie (25,5% dei casi), seguito dal commercio (21,6%). Le imprese più soddisfatte, invece, sono quelle dell’industria alimentare (34,6% di imprese che riconoscono un miglioramento delle condizioni in termini di quantità). In merito alle garanzie richieste dalle banche, analogamente a quanto detto in merito alla quantità del credito disponibile, si ha una larga diffusione (55,2%) di imprese che non notano alcun cambiamento. Le imprese che, invece, hanno affermato un miglioramento delle condizioni sono il 20%, mentre per il 19,5% si è verificato un peggioramento. Disaggregando tali dati in base ai settori, vediamo che quello più soddisfatto è l’industria alimentare, con il 30,8% di imprese che riconoscono condizioni migliori, mentre i settori più insoddisfatti sono il commercio (32,4% di risposte che lamentano una richiesta di maggiori garanzie dalle banche) ed il sistema moda (25%).

Cambiamenti osservati dalle imprese emiliano-romagnole per settore economico a fronte della garanzia rilasciata dal confidi rispetto ai principali parametri creditizi (Valori percentuali; anno 2013)

Accesso al credito

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Condizioni migliori 42,3 37,5 35,4 32,7 41,7 27,0 26,2 35,2 Condizioni peggiori 23,1 25,0 20,4 29,1 22,9 40,5 28,6 25,6 Nessun cambiamento 26,9 33,3 39,8 34,5 33,3 29,7 42,9 35,2 Non sa /Non risponde 7,7 4,2 4,4 3,6 2,1 2,7 2,4 4,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tasso applicato Condizioni migliori 44,2 37,5 34,5 27,3 39,6 21,6 28,6 33,9 Condizioni peggiori 21,2 37,5 14,2 40,0 20,8 43,2 21,4 25,8 Nessun cambiamento 28,8 16,7 44,2 29,1 35,4 35,1 42,9 34,7 Non sa /Non risponde 5,8 8,3 7,1 3,6 4,2 0,0 7,1 5,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Quantità credito concesso Condizioni migliori 34,6 27,1 24,8 25,5 27,1 18,9 26,2 26,3 Condizioni peggiori 15,4 18,8 14,2 25,5 16,7 21,6 16,7 17,7 Nessun cambiamento 44,2 50,0 54,9 41,8 56,3 51,4 52,4 50,6 Non sa /Non risponde 5,8 4,2 6,2 7,3 0,0 8,1 4,8 5,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Garanzie richieste Condizioni migliori 30,8 10,4 18,6 21,8 20,8 13,5 23,8 20,0 Condizioni peggiori 17,3 25,0 15,0 18,2 22,9 32,4 14,3 19,5 Nessun cambiamento 46,2 60,4 60,2 56,4 54,2 45,9 54,8 55,2 Non sa /Non risponde 5,8 4,2 6,2 3,6 2,1 8,1 7,1 5,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Giudizio complessivo sui servizi offerti dai Confidi da parte delle imprese emiliano-romagnole per settore economico (Valori percentuali; anno 2013)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Molto adeguati 0,0 4,2 4,4 3,6 0,0 0,0 4,8 2,8 Adeguati 82,7 66,7 74,3 72,7 83,3 59,5 71,4 73,7 Non adeguati 13,5 16,7 15,9 21,8 10,4 27,0 21,4 17,5 Non sa/non risponde 3,8 12,5 5,3 1,8 6,3 13,5 2,4 6,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne L’ultima questione rivolta alle imprese è la valutazione complessiva dei servizi offerti dai Confidi; notiamo una larghissima maggioranza (il 76,5%) di imprese che ritengono “adeguati” o “molto adeguati” i servizi offerti, contro il 17,5% di imprese che lamentano un’inadeguatezza. Tra chi ha risposto positivamente, spiccano i settori dell’edilizia (83,3%) e dell’industria alimentare (82,7%), mentre i settori per i quali le imprese hanno lamentato maggiormente un’inadeguatezza dei servizi offerti sono quelli del commercio (27%), delle altre industrie (21,8%) e quello dei servizi alle imprese (21,4%).

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CAPITOLO 1 – LA SITUAZIONE ECONOMICA E FINANZIARIA DELLE IMPRESE DELL’EMILIA-ROMAGNA

1.1 – Il quadro di riferimento congiunturale

La condizione economica e finanziaria delle imprese dell’Emilia-Romagna viene analizzata in un periodo tutt’altro che facile dal punto di vista dell’economia mondiale, europea e in particolar modo, italiana. Secondo il Bollettino Economico congiunturale della Banca d’Italia, infatti, considerando l’area dell’euro, nel terzo trimestre 2013 il PIL è cresciuto dello 0,1% rispetto al precedente, con un lieve incremento dei consumi (anch’essi +0,1%). Il Paese che ha mostrato la maggior crescita è stata la Germania (0,3% in aumento), mentre in Italia il PIL è rimasto invariato, interrompendo una lunga serie di risultati negativi dal 2011 in poi. La domanda interna, che stenta a riprendere vigore, è compensata in parte dalla crescita della domanda estera (aumento dello 0,6% rispetto al dato precedente). Un dato particolarmente preoccupante è la contrazione del credito concesso alle imprese che nel novembre 2013 ha fatto segnare un -3,6%. Il caso italiano risente del perdurare della debolezza della domanda interna, dovuta in particolare alla fragilità del mercato del lavoro italiano e caratterizzata da un reddito disponibile ancora basso. L’inflazione ha segnato un nuovo record scendendo sotto l’1% su base annua nel mese di settembre. Segnali positivi arrivano però dalla produzione industriale: a novembre infatti essa ha fatto segnare un nuovo aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e la fiducia delle imprese è tornata ai livelli di inizio 2011. A tale fiducia però non corrisponde un altrettanto roseo trend degli investimenti; essi infatti dopo aver fatto segnare una buona ripresa in primavera, hanno registrato un calo dell’1,2% nel terzo trimestre annullando quasi i buoni tassi del secondo trimestre. Un’analisi da svolgere in via preliminare rispetto all’indagine sui fenomeni creditizi emiliano-romagnoli è quella che si basa sui dati congiunturali regionali che hanno interessato le imprese nel corso del 2013. Secondo l’aggiornamento congiunturale di novembre delle Economie Regionali della Banca d’Italia, le imprese dell’Emilia-Romagna segnano un calo del 4,3% su base annua della domanda. Dei comparti economici considerati, le maggiori difficoltà sono risentite da quello edile, mentre sono l’industria alimentare, meno esposta all’andamento ciclico dell’economia, e l’industria meccanica, che ha compensato con la domanda esterna, a registrare le flessioni meno negative. In linea generale, inoltre, la riduzione degli ordinativi è stata più intensa per le imprese di minori dimensioni, meno presenti sui mercati internazionali. Analogamente si registra un calo anche nella produzione industriale, che rispetto al 2012 segna un -3,7%. Sia il calo di domanda, che quello dell’attività produttiva, mostrano segnali di attenuazione nella seconda metà dell’anno. Merita particolare attenzione anche il dato relativo al saldo tra l’apertura di nuove imprese e la cessazione di imprese esistenti: la diminuzione è nell’ordine dell’1,5% e rimane invariata rispetto all’anno precedente. Lo scenario regionale della concessione dei crediti alle imprese è, in linea generale, caratterizzato sia da deboli capacità degli operatori economici di domandare finanziamenti che da una sempre maggiore riluttanza degli intermediari finanziari a concederne (tradottasi principalmente nella richiesta di elevati tassi d’interesse e di maggiori garanzie sui finanziamenti ad alto rischio di insolvibilità); il tutto “sfocia” in un calo, registrato a giugno 2013, del 4,2% dei prestiti concessi alle imprese. Andando ora ad esaminare i risultati dell’indagine condotta da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con Istituto G. Tagliacarne, va sottolineato in primis come, nel primo semestre del 2013, il 47,8% delle imprese regionali abbia dichiarato una diminuzione del proprio fatturato. Tale dato è, tuttavia, in calo rispetto a quanto rilevato nel 2012 quando le imprese che denunciavano un calo del fatturato erano addirittura il 57,1%. Sostanzialmente invariata risulta poi la percentuale delle imprese che segnalano un aumento del proprio giro d’affari (11,9% nel primo semestre 2013 contro gli 11,3% del 2012), mentre le imprese che dichiarano una stabilità del proprio fatturato sono passate dal 31,6% del

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2012 al 40,3%. Nel secondo semestre 2013, si registra che la percentuale delle imprese con un fatturato in calo ha proseguito la sua discesa e, infatti, si è ridotto dal 47,8% al 41,5%, in favore di un equivalente incremento della percentuale di imprese che hanno dichiarato un fatturato stabile nella seconda metà del 2013 (passato dal 40,3% al 46,7%). Stabile il peso delle imprese che hanno dichiarato un aumento (11,8%). Dei settori considerati, relativamente al primo semestre 2013, quello che registra l’aumento di fatturato maggiore è il metalmeccanico (col 14,6% delle imprese intervistate), seguìto da quello delle altre industrie (13,8%), da quello edile (13%) e dal sistema moda (12,1%). Sono questi i quattro settori in cui il numero delle imprese che hanno dichiarato un aumento di fatturato supera la media settoriale (11,9%). Rispetto poi alla media delle imprese che dichiara una contrazione del fatturato, maggiori difficoltà si registrano nel comparto del commercio (59,8% delle imprese evidenzia una diminuzione) e dell’edilizia (54,1% dei casi). Il mondo dei servizi è, invece, caratterizzato da una forte componente di intervistati che dichiarano una sostanziale invarianza del proprio fatturato (52%). Nella seconda metà del 2013, tra le imprese che vantano un incremento del proprio fatturato, si ha un aumento della percentuale di imprese del sistema moda (che sale al 14,5% dei casi) e dell’industria alimentare (12,2%), una sostanziale stabilità (14,3%) del metalmeccanico, ed una diminuzione delle percentuali delle imprese delle altre industrie (11,5%), delle costruzioni (10,2%), del commercio (8,5%) e dei servizi alle imprese (8%). Tab. 1.1 – Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese per settore economico in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Aumento 8,1 12,1 14,6 13,8 13,0 9,8 10,7 11,9 Diminuzione 47,9 44,2 43,0 53,3 54,1 59,8 37,2 47,8 Stabilità 44,0 43,7 42,4 32,9 33,0 30,5 52,0 40,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Aumento 12,2 14,5 14,3 11,5 10,2 8,5 8,0 11,8 Diminuzione 42,4 43,6 35,5 33,3 50,6 52,3 36,4 41,5 Stabilità 45,4 41,8 50,2 55,2 39,2 39,2 55,7 46,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Tab. 1.2 – Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese per classe di addetti in Emilia Romagna (Valori percentuali) 1-9 addetti 10-19 addetti 20-49 addetti 50 e oltre Totale I° semestre 2013 Aumento 10,3 13,4 12,7 21,9 11,9 Diminuzione 50,4 45,6 44,4 39,1 47,8 Stabilità 39,3 41,1 42,9 39,1 40,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013 Aumento 9,4 15,5 15,1 17,9 11,8 Diminuzione 45,2 38,2 31,3 32,1 41,5 Stabilità 45,5 46,3 53,6 50,0 46,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Se analizziamo il fenomeno disaggregando le imprese intervistate in base al numero dei dipendenti, il primo dato che emerge è che al crescere del numero di addetti migliorano le performance. Nello specifico

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le imprese che registrano le maggiori difficoltà sono quelle con un numero di addetti compreso tra 1 e 9, delle quali il 50,4% nel primo semestre, percentuale poi scesa al 45,2% nel secondo, riportano una diminuzione del proprio giro d’affari. Interessante il contrasto evidenziato dalle percentuali, in forte calo dal primo al secondo semestre (39,1% a giugno e 32,1% a dicembre) delle imprese che invece vantano un numero di addetti superiore a 50. Discorso diametralmente opposto, per contro, va fatto in merito alle imprese che dichiarano un aumento del fatturato. Infatti, a tal proposito, delle imprese intervistate con oltre i 50 addetti è il 21,9% (a giugno) ed il 17,9% (a dicembre) di esse che dichiara un aumento del proprio fatturato (tale dato relativo alle imprese con un numero di addetti tra 1 e 9 si ferma al 10,3% di giugno e 9,4% a dicembre). Il gruppo di imprese con un numero di addetti tra i 10 e 19 mostra, seppure in maniera meno evidente di quanto visto per le imprese con oltre i 50 dipendenti, delle performance di fatturato superiori alla media totale in quanto a dichiarare un aumento sono state il 13,4% nel primo semestre 2013 ed il 15,5% nel secondo. Interessante l’evoluzione della percentuale di questa classe di imprese che hanno dichiarato una diminuzione del fatturato, passata dal 45,6% di giugno al 38,2% di dicembre, mentre il peso di chi ha dichiarato un’invarianza è passato dal 41,1% del primo semestre al 46,3% del secondo. Discorso analogo può essere fatto per l’evoluzione del fatturato delle imprese con un numero di addetti tra i 20 ed i 49 (dal 12,7% di giugno al 15,1% di dicembre delle imprese in aumento, dal 44,4% al 31,3% in diminuzione e dal 42,9% al 53,6% invariato). Disaggregando il campione in base alla forma giuridica emerge altresì che le imprese che denunciano maggiori difficoltà sono le ditte individuali, delle quali è soltanto l’8% (al 30 giugno 2013) ed il 7,3% (al 31 dicembre) a presentare un fatturato in aumento; le ditte individuali che, invece, dichiarano una riduzione del giro d’affari sono il 57,8% al primo semestre ed il 48,4% al secondo. Delle altre forme societarie esaminate (società di persone, società di capitali e cooperative) è la cooperativa che (nel primo semestre) presenta la peggiore evoluzione dei propri ricavi; infatti è il 57,5% ad avere un fatturato in diminuzione, il 12,5% in aumento e il 30% stabile. Nel secondo semestre, per contro, si ha una netta inversione di tendenza delle cooperative, delle quali è solo il 25,5% ad aver dichiarato una diminuzione del fatturato contro il 17,6% in aumento ed il 56,9% stabile. Sono invece le società di capitali a realizzare le migliori performance al 30 giugno 2013 (con il 12,8% in aumento, il 45% in diminuzione ed il 42,2% stabili) per poi migliorare ulteriormente registrando, a fine 2013, un 14,7% di intervistati in aumento di giro d’affari, un 38,1% in diminuzione e un 47,2% stabili. Graf. 1.1 – Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese per forma giuridica in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Suddividendo le imprese in base al territorio di appartenenza emerge che nel primo semestre 2013, il tessuto imprenditoriale che meglio ha fronteggiato la congiuntura economica avversa è localizzato nelle province di Forlì-Cesena (15,4% di casi di fatturato in aumento, 44% in diminuzione e 39,7% stabili), di Modena (13,4% in aumento e 46,5% in diminuzione), di Piacenza (13% in aumento e 45,5% in diminuzione) e di Reggio Emilia (12,9% in aumento e 43,3% in diminuzione). Le imprese più in difficoltà invece sono quelle delle province di Ferrara (56,9% di casi di volume d’affari in diminuzione ed 11,1% in aumento), di Parma (52,8% in diminuzione e 9,9% in aumento) e di Rimini (50% in diminuzione e 8,5% in aumento). Infine, le imprese ravennati sono quelle che dichiarano le performance più vicine alla media generale (12,6% di casi di aumento, 47% in diminuzione e 40,4% stabili). Considerando, poi, la seconda parte del 2013 si nota uno scenario territoriale leggermente differente. Infatti, considerato che (come detto) in generale si ha un aumento delle imprese che dichiarano un fatturato stabile a discapito di quelle che ne dichiarano una riduzione, fanno eccezione le imprese della provincia di Forlì-Cesena, di cui la percentuale che ha dichiarato un aumento del fatturato è scesa all’8,4%, mentre è salita al 49% quella delle imprese in diminuzione ed al 42,6% quella delle imprese con un ammontare di ricavi stabile. La seconda variabile presa in considerazione per analizzare i dati congiunturali che hanno interessato le imprese emiliano-romagnole è quella relativa all’evoluzione che hanno avuto i livelli occupazionali durante il 2013. Rispetto al 2012, quando le imprese che dichiaravano una stabilità del numero di addetti erano il 60,4%, quelle in diminuzione il 33,2% e quelle in aumento il 6,4%, si ha un forte incremento della percentuale di imprese che dichiarano stabilità (74,4% dei casi nel primo semestre e 80,4% nel secondo), una forte contrazione della percentuale di imprese in diminuzione (20,4% e 14,4% dei casi rispettivamente nei due periodi esaminati) e una leggera diminuzione del peso rappresentato dalle imprese che dichiarano di aver incrementato il numero dei propri addetti (5,2% dei casi). Tab. 1.3 – Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese per provincia in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna

I° semestre 2013

Aumento 10,8 15,4 11,1 13,4 13,0 9,9 12,6 12,9 8,5 11,9

Diminuzione 45,6 44,9 56,9 46,5 45,5 52,8 47,0 43,3 50,0 47,8

Stabilità 43,6 39,7 31,9 40,1 41,5 37,3 40,4 43,9 41,5 40,3

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013

Aumento 12,8 8,4 16,0 12,0 13,1 13,1 11,3 10,1 8,5 11,8

Diminuzione 38,0 49,0 45,8 34,5 41,5 40,0 42,7 41,4 45,8 41,5

Stabilità 49,2 42,6 38,2 53,5 45,4 46,9 46,0 48,5 45,8 46,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Analogamente a quanto è emerso analizzando gli sviluppi del fatturato delle imprese, le province in cui, nel primo semestre, si registrano le peggiori evoluzioni dei livelli occupazionali sono Ferrara (2,8% di casi di aumento, 22,2% di diminuzione e 75% di stabilità) e Rimini (3,5% casi di aumento, 25,4% di diminuzione e 71,1% di stabili).

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Una delle province con le migliori performance nel fatturato, ovvero Forlì-Cesena, è sede di un’alta percentuale (25% di casi) di imprese che dichiarano di aver dovuto fronteggiare esuberi aziendali. Reggio Emilia è la provincia che vanta il maggior peso in termini di imprese che dichiarano un’invarianza nel numero di addetti (81,3%) ed il miglior risultato in termini di imprese che dichiarano una riduzione del personale (14,6%), seguita da Ravenna (17,2% casi di diminuzione e 76,2% di stabilità) e Bologna (17,6% casi di diminuzione e 77,6% di invarianza). A fine 2013, inoltre, analogamente a quanto visto per l’evoluzione del fatturato, si evidenzia una riduzione (pari al 6%) del peso delle imprese che dichiarano una contrazione del personale bilanciata da un aumento delle imprese che dichiarano un’invarianza del numero di addetti. Il Grafico 1.2 mette in mostra i risultati dell’indagine disaggregando le imprese intervistate in base alla loro veste giuridica. Analogamente a quanto visto in termini di fatturato, la tipologia di impresa che, in percentuale, è riuscita meno di tutte ad aumentare il numero di addetti (1,7% dei casi nel primo semestre 2013) è la ditta individuale. Pur tuttavia, proprio tra le ditte individuali si registra il più basso tasso di casi in cui si è dovuto ricorrere ad una riduzione del personale. Le cooperative sono la tipologia più eterogenea in quanto mostrano, allo stesso tempo, sia il maggior peso tra coloro hanno dovuto ridurre i propri organici (22,5% delle intervistate) che il maggior peso tra coloro che l’hanno aumentato (10%). Le società dotate di personalità giuridica, infine, registrano performance nettamente migliori di quelle dichiarate dalle società in cui i soci sono illimitatamente responsabili. Nella seconda metà dell’anno, infine, migliora la situazione registrandosi in tutte le tipologie di impresa considerate una diminuzione del peso delle aziende che diminuiscono i livelli occupazionali. Tab. 1.4 – Andamento del numero di addetti nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese per provincia in Emilia Romagna (Valori percentuali) Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio-

Emilia Rimini Emilia

Romagna I° semestre 2013

Aumento 4,8 4,5 2,8 7,4 7,3 5,6 6,6 4,1 3,5 5,2

Diminuzione 17,6 25,0 22,2 23,3 20,3 19,9 17,2 14,6 25,4 20,4

Stabilità 77,6 70,5 75,0 69,3 72,4 74,5 76,2 81,3 71,1 74,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013

Aumento 4,8 7,1 9,7 5,5 4,6 5,6 4,0 3,6 2,1 5,2

Diminuzione 11,2 15,5 10,4 16,5 17,7 16,9 15,3 10,7 17,6 14,4

Stabilità 84,0 77,4 79,9 78,0 77,7 77,5 80,7 85,8 80,3 80,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Graf. 1.2 – Andamento del numero di addetti nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese per forma giuridica in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

1.2 - L’assetto finanziario delle imprese

L’analisi relativa all’assetto finanziario delle imprese ha valutato in primis i principali canali attraverso i quali vengono finanziate le esigenze aziendali. In prima battuta si evince come l’autofinanziamento sia il canale scelto dalla maggior parte delle aziende (56,9% dei casi), seguito dai finanziamenti bancari (46,9%). Disaggregando il campione per settore economico di appartenenza è emerso che le imprese edili sono quelle che ricorrono maggiormente ai finanziamenti bancari (lo fanno il 64,2%), seguite dalla metalmeccanica (48,9%) e dal sistema moda (46,8%). Il settore meno interessato al predetto canale è quello dei servizi alle imprese, di cui è solo il 35,8% a farne ricorso. Tab. 1.5 – Principali strumenti di finanziamento delle imprese in Emilia Romagna nel 2013, per settore economico (Valori percentuali*)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale Settori

Autofinanziamento 62,7 60,9 50,2 59,2 48,9 61,9 55,7 56,9

Capitale familiare o dei soci 13,7 15,9 20,8 16,7 20,5 15,9 18,2 17,4 Leasing o factoring 4,1 3,2 9,8 6,9 9,7 3,4 7,4 6,4 Obbligazioni 0,4 0,0 0,7 0,0 0,6 0,0 0,0 0,3 Poste Italiane SPA 0,7 0,9 1,0 0,6 0,0 0,6 0,6 0,7 Venture Capital 0,4 1,8 1,3 1,1 0,6 0,0 0,0 0,8 Finanziamenti bancari 44,6 46,8 48,9 44,3 64,2 43,8 35,8 46,9

Società di intermediazione 1,5 2,3 1,3 1,1 1,7 0,0 2,3 1,5

Fondi europei, nazionali, locali 0,0 0,9 0,7 1,1 0,0 0,6 1,1 0,6 Altri canali 0,7 1,4 0,0 0,6 0,0 0,0 0,6 0,5 * Il totale può essere diverso da 100 a causa della possibilità di risposte multiple Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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In merito alla destinazione delle risorse finanziarie a disposizione delle imprese, le principali voci di spesa riguardano la gestione corrente (per il 70% delle imprese nel primo semestre 2013, addirittura per più dell'80% nel secondo), la spesa per il personale e l'acquisto di materie prime (entrambe intorno al 55% ed entrambe in lieve diminuzione nel secondo semestre). Particolarmente rilevante è anche la voce che riguarda i debiti verso clienti o fornitori che sfiora il 40% per entrambe le rilevazioni. Risulta interessante notare che l'innovazione di prodotto e dei processi, nel complesso riguarda una percentuale modesta di imprenditori (intorno al 3,5% e al 2% in entrambi i semestri). Se si considera, tuttavia, il fatturato delle imprese, tali voci di spesa assumono particolare consistenza (entrambe all'11,9% nel primo semestre e rispettivamente al 9,1% e al 6,1% nel secondo) per le imprese con un fatturato maggiore di 10 milioni di euro annui. Proprio per queste ultime imprese, nel secondo semestre 2013 assume particolare rilevanza la voce per le spese di ampliamento e di ammodernamento delle strutture (18% delle imprese intervistate). Un altro aspetto rilevato riguarda la periodicità con cui le imprese effettuano check-up finanziari. Ciò che emerge è che la grande maggioranza delle imprese, il 72,9%, effettua un check-up finanziario, di cui il 16,8% lo effettua con cadenza annuale o superiore, mentre il 43,4% con cadenza inferiore all'anno. Analizzando i diversi settori, si nota che l'industria alimentare è il comparto che detiene la quota più alta di aziende che effettua check-up con maggior frequenza (il 47,2% lo fa con cadenze inferiori a 12 mesi), mentre quello dei servizi alle imprese è quello con la quota maggiore di imprese che lo effettuano saltuariamente (16,5%). Quest'ultimo è inoltre anche il settore per il quale si registra la maggiore quota di imprese che non lo effettuano per nulla (33% dei casi). Alle imprese è stato, inoltre, chiesto di indicare le tipologie di diagnosi utilizzate per effettuare il check-up finanziario. E’ emerso che la grande maggioranza di esse (95,9%) dichiara di fare ricorso all’analisi del proprio bilancio e, il settore che privilegia tale strumento è quello della metalmeccanica (97,8%). L’analisi del cash flow, invece, è utilizzata dal 41,6% delle intervistate e, anche in questo caso, è il settore della metalmeccanica a presentare la percentuale più alta di operatori che fanno ricorso a tale diagnosi (45,4%), seguita dal sistema moda (42,9%) e dalle altre industrie (42,4%). Graf. 1.3 – Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

* Il totale può essere diverso da 100 a causa della possibilità di risposte multiple Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Tab. 1.6 – Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in Emilia Romagna, per settore economico (Valori percentuali)

Effettua con

cadenza inferiore all’anno

Effettua con cadenza annuale o superiore

Effettua saltuariamente

Effettua Non

Effettua Totale

Industria alimentare 47,2 15,9 12,2 75,3 24,7 100,0 Sistema moda 38,2 19,1 13,6 70,9 29,1 100,0 Metalmeccanica 46,3 17,6 10,1 73,9 26,1 100,0

Altre industrie 47,1 14,9 9,8 71,8 28,2 100,0 Costruzioni 41,5 18,2 13,6 73,3 26,7 100,0 Commercio 40,3 21,0 14,8 76,1 23,9 100,0 Servizi alle imprese 40,3 10,2 16,5 67,0 33,0 100,0 Totale Settori 43,4 16,8 12,7 72,9 27,1 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

Il terzo strumento utilizzato con maggiore frequenza è quello dell’analisi di andamento delle vendite, utilizzato dal 22,2% delle imprese; il settore che utilizza con maggiore frequenza il predetto strumento è quello dell’industria alimentare (27%), seguito dalla metalmeccanica (26,4%) e dal commercio (25,4%). Ciò che emerge, pertanto, è una generale consapevolezza della necessità di fare ricorso ad attente letture dell’andamento della liquidità della propria impresa. Altro aspetto positivo è il fatto che le imprese non si limitino ad analizzare gli indici che emergono dal conto economico o dallo stato patrimoniale ma anche dal rendiconto finanziario che permette di rilevare se l’azienda sia in grado di rispettare le scadenze dei propri debiti nel tempo. Tab. 1.7 – Tipologia di diagnosi utilizzata per il check-up finanziario dalle imprese in Emilia-Romagna, per settore economico (Valori percentuali*; anno 2013)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale Settori

Analisi dei bilanci 96,6 94,2 97,8 96,8 95,3 94,8 94,1 95,9

Analisi redditività investimenti

7,4 8,3 13,2 8,0 15,5 6,7 12,7 10,2

Analisi flussi di cassa

40,7 42,9 45,4 42,4 38,0 41,8 37,3 41,6

Analisi andamento vendite

27,0 20,5 26,4 20,8 18,6 25,4 10,2 22,2

Analisi rating creditizio

0,5 1,3 1,8 0,8 4,7 0,7 1,7 1,6

Altre analisi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,8 0,1

* Il totale può essere diverso da 100 a causa della possibilità di risposte multiple Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

In merito alla destinazione delle risorse finanziarie ricevute dal sistema bancario, la prima considerazione da fare è che si ha un bassissimo tasso percentuale di imprese che dichiarano di aver destinato a nuovi investimenti i finanziamenti ricevuti (3,7% nel primo semestre 2013 e 3,3% nel secondo); durante il primo semestre 2013, i settori che hanno mostrato percentuali maggiori di operatori che destinano risorse alle attività di investimento sono il metalmeccanico (5,6% dei casi), l’industria alimentare (4,3%), il sistema moda (4,2%) ed i servizi alle imprese (4,1%).

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Nel secondo semestre, la destinazione dei debiti contratti ad attività di investimento sono preferite dall’industria alimentare (5,5% dei casi), dall’edilizia (4,5%) e dalla metalmeccanica (3,9%). Per contro, l’edilizia (61,6% dei casi a giugno e 61,9% a dicembre 2013) e le altre industrie (59,5% e 48,3%) hanno dovuto utilizzare le predette risorse soprattutto per fronteggiare la gestione corrente (considerato che la media settoriale è del 54,2% nel primo semestre e 50,5% nel secondo). Questo andamento è indice di una forte sofferenza, in termini di liquidità, a cui devono far fronte le imprese: è infatti preoccupante che più di una impresa su due dichiari di far fronte alla gestione corrente ricorrendo al credito bancario. Guardando a ciò che ha inciso sull’equilibrio finanziario dei vari settori delle imprese intervistate, la prima causa presa in considerazione sono i ritardi dei pagamenti dei clienti privati. Nel primo semestre 2013, i settori che risentono maggiormente dei ritardi nei pagamenti da parte dei privati sono quelli relativi alle altre industrie (34,3% dei casi), all’edilizia (33,5%) ed al sistema moda (28,9%). I servizi alle imprese (32,7% dei casi) ed il commercio (31,7%) sono i due settori che, considerando una media del 28,1%, hanno risentito “abbastanza” di tali ritardi. Infine il commercio (24,4%), l’industria alimentare (24,4%) ed il sistema moda (20%) sono le imprese che, rispetto alla media, considerano maggiormente ininfluenti (sull’equilibrio finanziario) i ritardi dei pagamenti dei clienti privati. Tab. 1.8 – Destinazione principale del credito bancario delle imprese in Emilia-Romagna nel corso del primo e del secondo semestre 2013, per settore economico (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Attività di investimento 4,3 4,2 5,6 2,4 2,2 1,8 4,1 3,7 Gestione corrente 50,4 51,1 59,2 59,5 61,6 51,8 42,9 54,2 Non ho fatto ricorso al credito bancario

44,9 44,2 34,6 36,7 35,7 46,3 52,0 41,4

Non sa/non risponde 0,4 0,5 0,6 1,4 0,5 0,0 1,0 0,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Attività di investimento 5,5 1,8 3,9 2,9 4,5 2,3 1,1 3,3 Gestione corrente 46,9 48,2 53,1 48,3 61,9 48,3 47,2 50,5 Non ho fatto ricorso al credito bancario

47,6 49,1 42,3 47,7 31,8 47,2 51,1 45,3

Non sa/non risponde 0,0 0,9 0,7 1,1 1,7 2,3 0,6 0,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Anche nel secondo semestre, considerata una media regionale del 28,9%, è il sistema moda (37,7%), seguito dall’edilizia (33%) e dal commercio (29,5%), a soffrire maggiormente i ritardi nei pagamenti della clientela privata. Nella seconda metà del 2013 i settori che hanno dichiarato di non soffrire per nulla i ritardati pagamenti dalla clientela privata sull’equilibrio finanziario d’impresa sono, a fronte di una media generale del 23,4%, le altre industrie (32,2%), il commercio (31,3%) e l’industria alimentare (24%). Suddividendo le imprese intervistate in base alla dimensione in termini di addetti, emerge come siano le micro imprese (quelle fino a 10 addetti) a soffrire maggiormente i ritardi dei pagamenti della clientela privata. Le imprese di dimensioni più grandi (tra i 20 e i 49 addetti e quelle da 50 addetti ed oltre) mostrano, invece, una maggior incidenza di casi tra chi considera “poco” o “per nulla” influente il ritardo degli incassi dei crediti dai clienti privati sull’equilibrio finanziario; tale trend è confermato sia nel primo che nel secondo semestre.

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Tab. 1.9 – Livello di incidenza dei ritardi dei pagamenti della clientela privata sull’equilibrio finanziario dell’azienda in Emilia-Romagna nel corso del primo e del secondo semestre 2013, per settore economico (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013

Molto 27,8 28,9 25,2 34,3 33,5 22,0 23,0 27,7 Abbastanza 20,9 28,9 30,2 22,9 30,8 31,7 32,7 28,1 Poco 25,2 21,1 24,9 25,7 24,9 22,0 27,0 24,5 Per nulla 24,4 20,0 18,7 15,2 10,3 24,4 16,3 18,5 Non sa/Non risponde 1,7 1,1 0,9 1,9 0,5 0,0 1,0 1,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013 Molto 24,7 37,7 29,0 20,7 33,0 29,5 27,8 28,9 Abbastanza 25,8 24,1 27,4 23,6 35,2 22,2 29,0 26,7 Poco 25,5 16,8 20,2 23,6 16,5 17,0 25,6 20,9 Per nulla 24,0 20,9 23,1 32,2 15,3 31,3 17,6 23,4 Non sa/Non risponde 0,0 0,5 0,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne A livello territoriale poi si osserva che i ritardi dei pagamenti dei clienti privati influiscono “molto” sull’equilibrio finanziario soprattutto nella provincia di Forlì-Cesena (36,5% di casi), di Ferrara (32,6%), di Piacenza (30,9%) e di Modena (30,2%). Nel secondo semestre 2013, inoltre, la provincia piacentina presenta la percentuale più alta (36,2% dei casi) di imprese in difficoltà con gli incassi, seguita da quelle di Reggio Emilia e di Ravenna (rispettivamente 33,7% e 33,3% dei casi). Le province in cui sono localizzate le imprese che, più delle altre, dichiarano che tali ritardi non influiscano “per nulla” sul loro equilibrio finanziario sono, invece, quelle di Parma (24,8% dei casi contro il 18,5% di media regionale) e Reggio Emilia (24%) per quanto concerne il primo semestre 2013. La seconda rilevazione, invece, mette in luce in modo analogo le province di Parma (28,1%), di Bologna (26,8%) e di Forlì-Cesena (26,5%) a fronte di una media regionale del 23,4%. Tab. 1.10 – Livello di incidenza dei ritardi dei pagamenti della clientela privata sull’equilibrio finanziario dell’azienda in Emilia-Romagna nel corso del primo e del secondo semestre 2013, per classe di addetti (Valori percentuali)

1-9 addetti 10-19 addetti 20-49 addetti 50 e oltre Totale I° semestre 2013 Molto 28,7 25,9 27,3 28,1 27,7 Abbastanza 27,6 30,7 28,8 17,2 28,1 Poco 23,1 25,7 28,3 23,4 24,5 Per nulla 19,5 16,6 15,1 28,1 18,5 Non sa/Non risponde 1,1 1,0 0,5 3,1 1,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II semestre 2013 Molto 30,2 29,6 21,7 25,0 28,9 Abbastanza 25,6 27,9 31,9 21,4 26,7 Poco 20,2 18,1 26,5 32,1 20,9 Per nulla 23,8 24,4 19,9 21,4 23,4 Non sa/Non risponde 0,2 0,0 0,0 0,0 0,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Passando all’analisi dell’influenza sull’equilibrio finanziario delle imprese dei ritardi nei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni (Tabella 1.12), emerge come le imprese che dichiarano che tali

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ritardino influenzano “molto” la loro liquidità sono appena il 6,1% nel primo semestre 2013 ed il 7,3% nel secondo (erano rispettivamente il 27,7% e il 28,9% in merito ai clienti privati), mentre ben il 73,8% (circa l'82% nel secondo semestre) hanno risposto “poco” o “per nulla” (contro un 44% per i clienti privati). Il settore che soffre maggiormente tali difficoltà è quello delle costruzioni in entrambi i periodi analizzati; tale dato si spiega probabilmente con le criticità amministrative che coinvolgono gli appalti per opere pubbliche. Il sistema moda e l'industria alimentare, invece, sono i settori meno legati al settore pubblico e quindi sono quelli che meno di tutti risentono dei ritardi ad esso legati.

Tab. 1.11 – Livello di incidenza dei ritardi dei pagamenti della clientela privata sull’equilibrio finanziario dell’azienda in Emilia-Romagna nel corso del primo e del secondo semestre 2013, per provincia (Valori percentuali) Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio-

Emilia Rimini Emilia

Romagna I° semestre 2013

Molto 24,0 36,5 32,6 30,2 30,9 24,2 27,2 21,1 26,1 27,7

Abbastanza 32,8 23,7 26,4 29,2 27,6 31,7 23,8 24,0 31,0 28,1

Poco 26,0 21,2 22,2 22,8 28,5 17,4 29,1 29,2 24,6 24,5

Per nulla 17,2 17,3 18,1 17,3 12,2 24,8 17,2 24,0 17,6 18,5

Non sa/Non risponde

0,0 1,3 0,7 0,5 0,8 1,9 2,6 1,8 0,7 1,1

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Molto 21,2 25,2 30,6 31,0 36,2 23,8 33,3 33,7 31,0 28,9 Abbastanza 30,0 29,7 23,6 24,5 23,1 32,5 24,7 26,6 22,5 26,7 Poco 21,6 18,7 23,6 20,0 22,3 15,6 21,3 20,7 24,6 20,9 Per nulla 26,8 26,5 22,2 24,5 18,5 28,1 20,0 18,9 21,8 23,4 Non sa/Non risponde

0,4 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,7 0,0 0,0 0,1

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Tab. 1.12 – Livello di incidenza dei ritardi dei pagamenti della clientela pubblica sull’equilibrio finanziario dell’azienda in Emilia-Romagna nel corso del primo e del secondo semestre 2013, per settore economico (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Molto 3,8 3,2 5,6 4,3 13,5 4,9 8,2 6,1 Abbastanza 5,6 8,4 5,6 7,6 12,4 7,9 13,3 8,3 Poco 15,8 10,5 14,6 20,0 14,1 20,1 19,9 16,3 Per nulla 59,4 70,5 58,3 55,2 51,4 58,5 49,0 57,5 Non sa/Non risponde 15,4 7,4 15,9 12,9 8,6 8,5 9,7 11,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013 Molto 3,7 4,1 4,6 4,0 19,3 6,8 13,6 7,3 Abbastanza 8,5 5,9 6,5 10,3 14,2 8,0 9,1 8,6 Poco 9,2 10,9 16,3 13,2 18,2 15,9 15,9 14,0 Per nulla 76,0 75,9 71,3 71,8 47,7 65,3 60,2 68,1 Non sa/Non risponde 2,6 3,2 1,3 0,6 0,6 4,0 1,1 1,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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CAPITOLO 2 – L’ACCESSO AL CREDITO PER LE IMPRESE

DELL’EMILIA-ROMAGNA

2.1 – Il clima dei rapporti con il sistema bancario

Analogamente a quanto visto per il 2011 e per il 2012, anche per il 2013 è stato chiesto agli attori del sistema economico emiliano-romagnolo di esprimere un giudizio sul loro grado di soddisfazione sull’offerta del sistema creditizio e sulle capacità dello stesso sistema di fornire risposte adeguate alle loro esigenze. La prima domanda che è stata posta è relativa all’adeguatezza della “quantità” del credito offerto dal mondo bancario. Al riguardo si ha una forte percezione di insufficienza delle risorse rese disponibili, in quanto è il 60,3% a dichiararlo nel primo semestre 2013 ed il 55,3% nel secondo (contro il 31,4% a giugno ed il 36,7% a dicembre delle imprese che considerano adeguata la quantità di credito a loro disposizione). Tab. 2.1 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile/erogabile (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato 33,3 26,8 34,6 35,2 27,0 32,9 27,0 31,4 Inadeguato 52,1 65,3 61,7 57,1 64,9 60,4 62,2 60,3 Non sa/Non risponde 14,5 7,9 3,7 7,6 8,1 6,7 10,7 8,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013

Adeguato 38,4 32,7 37,5 33,3 37,5 40,3 36,4 36,7 Inadeguato 55,7 55,9 58,0 60,3 55,1 48,9 50,6 55,3 Non sa/Non risponde 5,9 11,4 4,6 6,3 7,4 10,8 13,1 8,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne La disamina per settore economico evidenzia come nella prima metà del 2013 siano, per lo più, le imprese del settore della moda (65,3% dei casi) e di quello dell’edilizia (64,9%) a denunciare una forte inadeguatezza. I settori che invece, nello stesso periodo, rilevano un maggior peso di imprese che dichiarano un’adeguata quantità di risorse finanziarie sono, a fronte di una media regionale del 31,4%, le altre industrie (35,2% dei casi), il metalmeccanico (34,6%), l’industria alimentare (33,3%) ed il commercio (32,9%). Nel secondo semestre del 2013 è interessante notare come il commercio e l’edilizia abbiano mostrato sensibili incrementi (passando, rispettivamente, al 40,3% ed al 37,5%) nelle quote di imprese che considerano adeguate le risorse creditizie. Per contro, gli stessi settori mostrano una notevole riduzione delle imprese che considerano inadeguate tali risorse, passando al 48,9% (il commercio) ed al 55,1% (l’edilizia). Analizzando i giudizi sull’offerta di credito bancario a livello territoriale, in riferimento al primo semestre 2013, si nota come maggiori incidenze di imprese soddisfatte siano presenti in provincia di Ravenna (39,1% dei casi), di Reggio Emilia (37,4%) e di Modena (36,6%). Di contro, le province di Ferrara (68,1%), di Parma (67,1%), di Rimini (66,9%) e di Forlì-Cesena (64,1%) sono quelle in cui è più alta la percentuale di imprese che dichiarano un’inadeguata quantità di credito disponibile. Nel secondo semestre si ha un significativo aumento delle imprese che considerano adeguata la quantità di credito disponibile in provincia di Piacenza (passano dal 29,3% al 45,4%) e di Ferrara (dal 25% al 37,5%). Le province che presentano una elevata quota di insoddisfatti sono, invece, Rimini (63,4%), Parma (61,3%), Forlì-Cesena (58,7%) e Bologna (58%).

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Tab. 2.2 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per provincia, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile/erogabile (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna

I° semestre 2013

Adeguato 31,6 26,9 25,0 36,6 29,3 25,5 39,1 37,4 28,2 31,4

Inadeguato 59,6 64,1 68,1 55,4 64,2 67,1 49,0 52,6 66,9 60,3 Non sa/Non risponde

8,8 9,0 6,9 7,9 6,5 7,5 11,9 9,9 4,9 8,3

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna

Adeguato 35,2 34,2 37,5 39,5 45,4 28,8 43,3 39,6 27,5 36,7

Inadeguato 58,0 58,7 56,3 50,5 43,8 61,3 50,7 53,3 63,4 55,3 Non sa/Non risponde 6,8 7,1 6,3 10,0 10,8 10,0 6,0 7,1 9,2 8,1

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne In riferimento all’adeguatezza delle varie tipologie di strumenti finanziari offerti si evince, poi, che il settore maggiormente insoddisfatto è quello dell’edilizia per il quale (a fronte di una media generale del 51,2% nel primo semestre e del 48,8% nel secondo) è il 58,9% degli operatori (sceso al 53,4% a fine 2013) a considerare gli strumenti offerti inadeguati. I due settori che mostrano le evoluzioni più sensibili tra il primo ed il secondo semestre sono il commercio ed i servizi alle imprese; infatti a giugno 2013 gli insoddisfatti erano nel primo caso il 54,9% e per le imprese dei servizi il 53,6%. A fine 2013 tali percentuali sono scese, entrambe, al 43,2%. Tab. 2.3 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla qualità degli strumenti finanziari offerti (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013

Adeguato 38,9 40,0 44,2 41,0 32,4 36,6 33,2 38,7 Inadeguato 44,9 48,4 49,8 51,0 58,9 54,9 53,6 51,2 Non sa/Non risponde 16,2 11,6 5,9 8,1 8,6 8,5 13,3 10,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 44,3 40,5 43,0 39,7 40,3 43,8 44,9 42,5 Inadeguato 48,7 47,7 51,1 52,9 53,4 43,2 43,2 48,8 Non sa/Non risponde 7,0 11,8 5,9 7,5 6,3 13,1 11,9 8,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne I due settori che, sia nel primo che nel secondo semestre, evidenziano un maggior peso di coloro i quali hanno manifestato un giudizio positivo rispetto alla tipologia di prodotti finanziari offerti sono quelli del metalmeccanico e dell’industria alimentare.

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Disaggregando, invece, i giudizi su base territoriale, l’unica provincia che, sia nel primo che nel secondo semestre, mostra una percentuale di intervistati soddisfatti nettamente superiore alla media regionale è Ravenna (49% nel primo semestre e 48,7% nel secondo). Le province che invece mostrano le maggiori variazioni in aumento (dal primo al secondo semestre) della percentuale di imprese soddisfatte sono Forlì-Cesena (dal 32,7% al 41,9%), Ferrara (dal 33,3% al 44,4%) e Parma (dal 32,9% al 41,3%). Le province in controtendenza rispetto alla media regionale, in quanto (da giugno a dicembre) hanno visto crescere sensibilmente le percentuali di imprese insoddisfatte sono Bologna (passata dal 47,2% al 50,4% di imprese che parlano di inadeguatezza dei prodotti finanziari offerti) e Modena (dal 46,5% al 51,5%). Tab. 2.4 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per provincia, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla qualità degli strumenti finanziari offerti (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna I° semestre 2013

Adeguato 42,8 32,7 33,3 38,1 39,8 32,9 49,0 39,2 38,0 38,7

Inadeguato 47,2 59,0 56,9 46,5 53,7 57,1 40,4 50,3 54,2 51,2 Non sa/Non risponde

10,0 8,3 9,7 15,3 6,5 9,9 10,6 10,5 7,7 10,1

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 40,8 41,9 44,4 39,5 43,1 41,3 48,7 42,6 42,3 42,5

Inadeguato 50,4 49,0 50,7 51,5 46,9 46,3 42,7 50,3 49,3 48,8 Non sa/Non risponde

8,8 9,0 4,9 9,0 10,0 12,5 8,7 7,1 8,5 8,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Tab. 2.5 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento ai tempi di valutazione della domanda di credito (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato 29,9 29,5 37,4 34,3 25,4 33,5 29,1 31,8 Inadeguato 52,1 58,4 56,1 56,2 65,4 57,3 53,6 56,7 Non sa/Non risponde 17,9 12,1 6,5 9,5 9,2 9,1 17,3 11,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 38,0 31,8 37,1 32,2 36,9 38,1 37,5 36,1 Inadeguato 54,6 57,7 57,3 60,3 56,3 51,7 49,4 55,5 Non sa/Non risponde 7,4 10,5 5,5 7,5 6,8 10,2 13,1 8,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Guardando ai tempi impiegati dagli intermediari per valutare le richieste di credito pervenute dal mondo delle imprese, i settori che considerano inadeguate le tempistiche sono, nei primi sei mesi del 2013, l’edilizia (65,4% di casi a fronte di un 56,7% medio settoriale), il sistema moda (58,4%) ed il commercio (57,3%). E’, per contro, il settore metalmeccanico quello che mostra un maggior grado di soddisfazione (il 37,4% delle imprese intervistate contro il 31,8% di media regionale). Le risposte fornite nella seconda metà del 2013 mostrano un netto calo delle percentuali di imprese insoddisfatte tra le imprese edili (con un calo di 9 punti percentuali) e tra le imprese del commercio (incidenza scesa dal 57,3% al 51,7%). Considerato, poi, che la media delle imprese che considerano

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adeguati i tempi di valutazione delle domande di credito, nel secondo semestre è salita al 36,1% (con un aumento di 4,8 punti percentuali), maggior ottimismo si nota nel comparto dell’edilizia (con una crescita dell’11,5%) e dell’industria alimentare (passata dal 29,9% di imprese soddisfatte al 38%). Tab. 2.6 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per provincia, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento ai tempi di valutazione della domanda di credito (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna

I° semestre 2013

Adeguato 36,0 27,6 29,2 32,7 26,0 29,2 39,7 33,9 27,5 31,8

Inadeguato 52,8 60,9 59,0 53,5 65,9 60,9 45,0 55,6 62,7 56,7 Non sa/Non risponde

11,2 11,5 11,8 13,9 8,1 9,9 15,2 10,5 9,9 11,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 31,6 36,8 38,9 38,5 43,1 30,0 42,7 31,4 35,9 36,1

Inadeguato 60,0 52,3 54,9 52,5 46,2 63,1 48,7 62,1 55,6 55,5 Non sa/ Non risponde 8,4 11,0 6,3 9,0 10,8 6,9 8,7 6,5 8,5 8,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Considerando la disaggregazione territoriale, si osserva come siano le province di Ravenna (il 39,7% degli operatori considera i tempi “adeguati” contro il 31,8% della media regionale), Bologna (36%), Reggio Emilia (33,9%) e Modena (32,7%) quelle in cui si riscontrano i più alti tassi di imprese soddisfatte. Le province di Piacenza (65,9% di giudizi di inadeguatezza contro il 56,7% di media regionale), Rimini (62,7%), Forlì-Cesena e Parma (entrambe con il 60,9%) e Ferrara (59%) sono invece le province col più alto tasso di imprese insoddisfatte sulla tempistica richiesta per chiudere le pratiche di finanziamento. Emerge poi, tra il primo ed il secondo semestre 2013, un forte aumento della percentuale di soddisfatti tra le imprese piacentine (aumentato dal 26% al 43,1%), tra quelle di Ferrara (dal 29,2% al 38,9%) e di Forlì-Cesena (dal 27,6% al 36,8%), contrastato da un innalzamento della percentuale di imprese della provincia di Bologna che (passando dal 52,8% di giugno al 60% di dicembre) considerano inadeguate le tempistiche. Tab. 2.7 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento al tasso applicato (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato 25,2 18,4 21,8 20,0 20,5 23,8 18,4 21,3 Inadeguato 62,0 72,6 72,9 72,4 72,4 68,9 70,4 70,3 Non sa/Non risponde 12,8 8,9 5,3 7,6 7,0 7,3 11,2 8,5 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013

Adeguato 26,2 23,6 27,0 24,7 22,2 23,9 30,7 25,6 Inadeguato 67,5 66,4 67,4 67,2 70,5 67,0 58,0 66,5 Non sa/Non risponde 6,3 10,0 5,5 8,0 7,4 9,1 11,4 7,9 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Considerando il giudizio circa il tasso applicato, invece, notiamo una media di imprese soddisfatte che passa dal 21,3% del primo semestre 2013 al 25,6% del secondo, mentre l’incidenza di coloro che definiscono tale tasso inadeguato, pur restando molto elevata nel corso dell’anno, scende dal 70,3% al 66,5%. Nel dettaglio, i settori in cui la soddisfazione è maggiore sono quello del commercio (23,8%) e dell'industria alimentare (25,2%) per quanto riguarda la prima parte del 2013; per il secondo semestre invece risultano maggiormente soddisfatti i settori dei servizi alle imprese (che con il 30,7%, quasi raddoppia tale quota rispetto al primo semestre) e della metalmeccanica (27%). I settori in cui le imprese sono maggiormente insoddisfatte sono invece quelle del sistema moda, della metalmeccanica e dell'edilizia (tutti intorno al 72% nel primo semestre), mentre per la seconda parte dell'anno spicca il 70,5% del settore edile, unico a superare quota 70% e ben al di sopra dalla media settoriale. Tab. 2.8 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per provincia, nel primo semestre del 2013 con riferimento al tasso applicato (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna I° semestre 2013

Adeguato 24,4 19,2 18,1 17,8 22,8 24,2 25,8 23,4 14,1 21,3

Inadeguato 64,8 74,4 72,2 73,3 69,9 70,2 63,6 66,1 81,7 70,3 Non sa/Non risponde 10,8 6,4 9,7 8,9 7,3 5,6 10,6 10,5 4,2 8,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013

Adeguato 21,6 24,5 27,1 30,0 26,9 25,0 31,3 25,4 19,7 25,6

Inadeguato 70,0 67,7 67,4 61,0 64,6 65,6 60,7 68,0 72,5 66,5 Non sa/Non risponde 8,4 7,7 5,6 9,0 8,5 9,4 8,0 6,5 7,7 7,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Tab. 2.9 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alle garanzie richieste (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato 29,5 27,4 28,0 31,4 23,8 30,5 25,5 28,1 Inadeguato 59,4 63,7 67,3 58,6 69,7 62,2 59,7 63,1 Non sa/Non risponde 11,1 8,9 4,7 10,0 6,5 7,3 14,8 8,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 29,5 31,8 29,3 31,6 30,7 34,7 30,1 30,9 Inadeguato 62,7 58,2 64,5 60,3 62,5 55,1 58,5 60,7 Non sa/Non risponde 7,7 10,0 6,2 8,0 6,8 10,2 11,4 8,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne In merito al grado di soddisfazione da parte delle imprese nelle diverse province circa il tasso applicato durante il primo semestre, le province che mostrano le incidenze più elevate sono Ravenna (25,8% dei casi), Bologna (24,4%), Parma (24,2%), Reggio Emilia (23,4%) e Piacenza (22,8%). Di segno opposto sono le province di Rimini (81,7% di “inadeguati” contro una media regionale del 70,3%), Forlì-Cesena (74,4%) e Ferrara (72,2%).

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Nel corso del secondo semestre, la valutazione sul tasso applicato ai finanziamenti concessi ha visto, a livello regionale, un miglioramento evidenziato dall’aumento (dal 21,3% al 25,6%) delle imprese che parlano di un tasso applicato adeguato, bilanciato da un calo (dal 70,3% del primo semestre al 66,5% del secondo) della media di imprese che, per contro, lo considerano inadeguato. A livello provinciale si è assistito ad un forte aumento delle imprese soddisfatte nella provincia di Modena (passate dal 17,8% di giugno al 30% di dicembre) e di Ferrara (dal 18,1% al 27,1%). In controtendenza la provincia del capoluogo regionale, in cui si denota un sensibile aumento della percentuale (dal 64,8% al 70%) di imprese che considerano inadeguato il costo del denaro. Tra le altre province, l’unica ad avere la stessa tendenza di Bologna, seppure in misura meno evidente, è Reggio-Emilia, dove le imprese insoddisfatte sul tasso sono passate dal 66,1% di giugno al 68% di dicembre. Per quanto riguarda le garanzie richieste dagli istituti di credito, notiamo come nel primo semestre 2013 vi sia un generale pessimismo, dal momento che le stesse risultano adeguate solo per il 28% degli operatori; i settori che manifestano maggiore apprezzamento sono il commercio, le altre industrie e l'industria alimentare. Nel corso del secondo semestre, si nota un miglioramento generale dell'opinione delle imprese sulle garanzie richieste, manifestato dalla crescita degli ottimisti al 30,9%. In questo periodo i settori nei quali le imprese risultano maggiormente soddisfatte sono il sistema moda con una quota del 31,8% e, ancora una volta, il commercio con il 34,7%. I settori invece per i quali tali garanzie non sono adeguate sono principalmente il settore edile e quello metalmeccanico. Tab. 2.10 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per provincia, nel corso del primo e del secondo semestre del 2013 con riferimento alle garanzie richieste (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena

Piacenza

Parma Raven

na Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna I° semestre 2013

Adeguato 33,6 21,8 23,6 26,7 23,6 28,6 31,8 31,6 26,8 28,1

Inadeguato 58,8 71,8 66,7 63,9 69,9 62,7 55,6 57,3 66,2 63,1 Non sa/Non risponde

7,6 6,4 9,7 9,4 6,5 8,7 12,6 11,1 7,0 8,8

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 29,6 32,9 27,8 35,0 30,8 26,9 33,3 32,0 28,9 30,9

Inadeguato 62,0 59,4 66,7 56,5 59,2 62,5 58,7 59,2 63,4 60,7 Non sa/Non risponde 8,4 7,7 5,6 8,5 10,0 10,6 8,0 8,9 7,7 8,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Disaggregando i giudizi a livello provinciale, si evince che le imprese maggiormente soddisfatte circa le garanzie richieste dalle banche si trovano in provincia di Bologna (33,6% dei casi), Ravenna (31,8%) e Reggio-Emilia (31,6%). Le province con il più alto tasso di imprese che considerano “inadeguate” le garanzie richieste sono, invece, Forlì-Cesena (71,8% dei casi), Piacenza (69,9%) e Ferrara (66,7%). In merito alle garanzie, coerentemente con quanto detto in tema di tasso applicato, a livello regionale si è assistito ad un innalzamento delle imprese che parlano di “adeguatezza” (passate dal 28,1% al 30,9% nel corso del 2013). Le province che denotano tali variazioni in maniera più evidente sono Forlì-Cesena (passata dal 21,8% di soddisfatti al 32,9%), Modena (dal 26,7% al 35%) e Piacenza (dal 23,6% al 30,8%). Anche in questo caso Bologna è in controtendenza, in quanto ha visto aumentare la percentuale di imprese che parlano di “inadeguatezza” (passate dal 58,8% al 62%) e diminuire quelle che considerano adeguate le garanzie richieste (dal 33,6% al 29,6%).

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Il giudizio che le imprese hanno fornito in merito al costo dei finanziamenti erogati dal sistema creditizio (Tabella 2.11) risulta sostanzialmente “severo”, in particolare nei primi sei mesi del 2013, vista l’elevata incidenza di operatori (68,7% dei casi) che parlano di costi troppo onerosi, a fronte di un 19,9% di risposte che considerano tale costo “accettabile”. Tra i diversi settori, le imprese che si dichiarano soddisfatte sono soprattutto presenti nel comparto metalmeccanico (24,3% dei casi), nell’industria alimentare (23,5%) e nel commercio (22%). Particolarmente elevata, invece, la quota di imprese dei settori delle costruzioni (79,5%) e dei servizi alle imprese (73%) che ritiene troppo oneroso il costo del finanziamento. Tab. 2.11 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento al costo del finanziamento (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Adeguato/ Accettabile 23,5 21,6 24,3 18,1 13,5 22,0 13,3 19,9 Inadeguato/ Oneroso 62,0 65,3 67,0 69,5 79,5 67,1 73,0 68,7 Non sa/ Non risponde 14,5 13,2 8,7 12,4 7,0 11,0 13,8 11,4 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato/ Accettabile 25,1 24,5 21,5 21,3 23,3 24,4 25,0 23,5 Inadeguato/ Oneroso 67,9 64,1 71,0 69,0 69,9 64,8 61,9 67,3 Non sa/ Non risponde 7,0 11,4 7,5 9,8 6,8 10,8 13,1 9,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Analizzando le risposte fornite in merito ai costi del credito su base territoriale, si nota come le uniche province che, sia nel primo che nel secondo semestre 2013 hanno mostrato percentuali di imprese soddisfatte superiori alla media regionale sono Piacenza (22,8% dei casi a giugno e 26,9% a dicembre) e Ravenna (22,5% e 28,7%). Le province che invece mostrano gli aumenti più sensibili (da giugno a dicembre) di coloro i quali giudicano adeguato il costo dei finanziamenti sono Forlì-Cesena (con un aumento dell’8,5%), Ferrara (6,9%), Modena (7,2%) e Rimini (6,9%). Tab. 2.12 – Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative in Emilia Romagna, per provincia, nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento al costo del finanziamento (Valori percentuali)

Bologna Forlì

Cesena Ferrara Modena Piacenza Parma

Ravenna

Reggio-Emilia

Rimini Emilia

Romagna I° semestre 2013

Adeguato 24,0 16,0 18,1 20,3 22,8 19,3 22,5 21,1 12,7 19,9

Inadeguato 63,6 75,0 67,4 66,8 67,5 72,7 60,9 67,8 80,3 68,7 Non sa/Non risponde

12,4 9,0 14,6 12,9 9,8 8,1 16,6 11,1 7,0 11,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Adeguato 22,0 24,5 25,0 27,5 26,9 18,1 28,7 21,9 17,6 23,5

Inadeguato 68,0 66,5 66,7 64,0 63,1 71,3 64,7 69,2 71,8 67,3 Non sa/Non risponde

10,0 9,0 8,3 8,5 10,0 10,6 6,7 8,9 10,6 9,2

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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Le province di Bologna, Ravenna e Reggio-Emilia, per contro, sono quelle che, contrariamente a quanto emerso su base regionale, hanno lamentato un peggioramento dei giudizi ed, infatti, le imprese ivi residenti mostrano sensibili variazioni in aumento delle percentuali di insoddisfatti. In merito, poi, alla tipologia di operazioni di finanziamento bancario effettivamente utilizzate dalle imprese intervistate, analogamente a quanto visto per il 2012, nel primo semestre 2013 sono gli “Anticipi su fatture salvo buon fine” (46,3% dei casi) a rappresentare lo strumento finanziario largamente più utilizzato, seguito dalle operazioni di mutuo (preferite dal 29,7% degli operatori) e dalle aperture di credito in conto corrente (il 25%). Un interessante paragone tra la prima metà del 2013 ed il 2012 è quello relativo all’innalzamento della percentuale delle imprese regionali che dichiarano di non utilizzare strumenti di finanziamento, ovvero di non rivolgersi agli istituti bancari per ottenere finanziamenti (nel 2012 erano il 25,1%, mentre nel 2013 sono il 27%). Gli anticipi su fatture rimangono lo strumento più utilizzato anche nella seconda metà dell’anno (48,5% dei casi), seguiti dall’apertura di credito nel conto corrente bancario (in forte aumento nella seconda metà 2013) e dai mutui (30% circa). In continuo aumento, inoltre, sono le imprese che non utilizzano alcuno strumento finanziario o che non si rivolgono ad alcun istituto bancario (passate dal 27% di giugno al 29,2% di dicembre).

Graf. 2.1 – Principali strumenti di finanziamento delle imprese in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali*)

* Il totale può essere diverso da 100 a causa della possibilità di risposte multiple Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

2.2 – L’evoluzione delle posizioni debitorie delle imprese emiliano-romagnole

La disamina dei rapporti tra imprese e banche non può prescindere dall’analisi relativa all’evoluzione della richiesta effettiva di credito nel corso del 2013. La gran parte degli operatori emiliano-romagnoli (il 73,4% nel primo semestre 2013 ed il 78,6% nel secondo) ha dichiarato stabilità in termini di richieste di credito (nel 2012 erano il 68,6%); il 15,9% (a giugno) ed il 13,8% (a dicembre) ha aumentato le proprie richieste, mentre il 9,1% (nella prima metà dell’anno) ed il 7,1% (nella seconda) le ha diminuite.

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Tab. 2.13 – Evoluzione della richiesta di credito bancario in Emilia-Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Aumentata 17,0 21,2 16,9 12,8 14,5 10,8 17,4 15,9 Diminuita 8,8 8,8 9,1 8,7 8,6 12,5 7,3 9,1 Rimasta stabile 73,6 70,1 72,0 75,2 75,0 75,8 73,4 73,4 Non sa/non risponde

0,6 0,0 2,1 3,4 2,0 0,8 1,8 1,6

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Aumentata 12,0 11,0 12,2 14,2 20,3 15,7 14,1 13,8 Diminuita 3,8 7,8 6,5 11,3 8,0 7,4 7,1 7,1 Rimasta stabile 83,6 81,2 81,3 74,5 71,7 76,9 74,7 78,6 Non sa/non risponde

0,5 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 4,0 0,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Disaggregando tale dato in base al settore economico di appartenenza degli intervistati, si nota come sia il sistema moda a presentare la percentuale maggiore (21,2%) di imprese che hanno aumentato la richiesta di credito, mentre con il 12,5%, il commercio è il settore in cui si ha la percentuale più alta di imprese che dichiarano di aver ridotto le richieste nel primo semestre 2013. Nella seconda metà dell’anno, invece, è il settore delle costruzioni a presentare la quota maggiore di imprese che dichiarano un aumento della richiesta di credito (20,3%) ed allo stesso tempo la quota maggiore (se si escludono le altre industrie) di imprese in cui tale richiesta è diminuita (8%). Nella prima metà del 2013 l’esito delle richieste, a livello regionale, vede solo nel 36,5% dei casi una concessione totale del credito, nel 26,5% una concessione parziale e nel 17,6% un mancato accoglimento della richiesta; il 15,3% ha risposto che al momento dell’intervista la richiesta era in fase di valutazione. Nel secondo semestre, la percentuale di imprese per le quali il credito è stato concesso in toto sale al 46,9%, quelle per cui la concessione è solo parziale scende al 21%, mentre le richieste respinte corrispondono all'11,9%. Emerge inoltre che, rispetto al 2012, si sono notevolmente ridotte le percentuali di concessioni totali dei finanziamenti richiesti. Nello specifico dei settori, in merito al primo semestre 2013, si nota come il comparto con la più alta percentuale di risposte integralmente positive è quello dei servizi alle imprese, con il 42,1% di concessioni totali. Gli altri settori con percentuali di risposte positive maggiori rispetto alla media generale sono il metalmeccanico (41,5%), l’industria alimentare (37%) e le altre industrie. Nel secondo semestre 2013 è invece il commercio il settore che fa registrare la quota maggiore di concessioni in toto (70,6% addirittura), precedendo l'industria alimentare (63,6%) e i servizi alle imprese (50%), tutti al di sopra della media regionale.

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Tab. 2.14 – Esito della richiesta di credito bancario in Emilia-Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Credito è stato concesso in toto

37,0 34,5 41,5 36,8 27,3 30,8 42,1 36,5

Credito concesso solo in parte

14,8 27,6 22,0 31,6 31,8 38,5 31,6 26,5

Richiesta è stata respinta 18,5 6,9 19,5 10,5 36,4 7,7 21,1 17,6 Richiesta è in fase di valutazione

29,6 20,7 14,6 15,8 4,5 7,7 5,3 15,3

Non sa/non risponde 0,0 10,3 2,4 5,3 0,0 15,4 0,0 4,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Credito è stato concesso in toto

63,6 35,3 40,0 53,3 28,6 70,6 50,0 46,9

Credito concesso solo in parte

13,6 35,3 13,3 6,7 28,6 17,6 35,7 21,0

Richiesta è stata respinta 9,1 11,8 13,3 20,0 17,9 5,9 0,0 11,9 Richiesta è in fase di valutazione

13,6 17,6 33,3 20,0 25,0 5,9 14,3 20,3

Non sa/non risponde 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne In merito alle richieste respinte, per contro, il settore dei servizi alle imprese nel primo semestre 2013 presenta il 21,1% di casi che affermano di avere ricevuto risposte di diniego di accesso al credito. Elevata è anche la percentuale di richieste respinte nel settore dell’edilizia (36,4%). Il settore delle costruzioni si conferma anche nel secondo semestre leader nel ranking relativo alle richieste respinte con il 17,9%, superato solo dalle altre industrie (20%) e ben al di sopra della media settoriale. Analizzando tali dati su base territoriale, emerge che, nella prima metà dell’anno, le province con la percentuale maggiore per quanto riguarda le concessioni totali sono Bologna (55,6% a fronte di una media regionale del 36,5%) e Modena (52,2%), mentre quelle con le percentuali più alte in merito alle richieste respinte sono Forlì-Cesena (34,3% a fronte di una media del 26,5%), Parma (28,6%) e Rimini (23,5%). Nella seconda rilevazione invece, le province con il più alto tasso di richieste accettate integralmente risultano Modena (66,7%), Ferrara (57,9%), Piacenza (55,6%) e Reggio Emilia (54,2). L’indagine si è concentrata altresì sull’evoluzione annuale delle condizioni che regolano i rapporti debitori con le banche partendo dalle dichiarazioni rese dagli affidati in merito alle garanzie sul credito concesso, per passare al tasso di interesse applicato e, da ultimo, ai costi legati alle operazioni di finanziamento. Quanto alle dichiarazioni rese in riferimento alle evoluzioni percepite nel primo semestre 2013, in merito alla richiesta di garanzie reali e/o personali sui fidi concessi, si rileva una sostanziale stabilità, con il 77,4% delle imprese che si esprime in tal senso (nel 2012 erano il 70,9%), contro, invece, il 18,1% degli affidati che ne ha lamentato l'incremento. I due settori che denunciano maggiormente un incremento nelle richieste di garanzie sono quello delle costruzioni (con il 22,4% degli intervistati) e quello del commercio (al 20%).

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  36  

Tab. 2.15 – Andamento delle richieste di garanzia di credito bancario in Emilia-Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Aumentata 17,6 12,4 19,8 16,8 22,4 20,0 15,6 18,1 Diminuita 1,9 2,9 3,3 3,4 3,3 3,3 3,7 3,1 Rimasta stabile 78,6 84,7 75,3 77,9 72,4 75,0 79,8 77,4 Non sa/non risponde

1,9 0,0 1,6 2,0 2,0 1,7 0,9 1,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013 Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Aumentata 20,2 18,8 17,5 22,6 24,6 20,4 12,1 19,4 Diminuita 1,6 3,9 0,8 1,9 1,4 2,8 2,0 1,9 Rimasta stabile 78,1 77,3 80,9 75,5 73,2 76,9 84,8 78,2 Non sa/non risponde

0,0 0,0 0,8 0,0 0,7 0,0 1,0 0,4

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Tab. 2.16 – Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in Emilia-Romagna, per settore economico, in termini di tasso applicato (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Aumentata 41,5 50,4 40,3 47,0 50,0 39,2 40,4 44,0 Diminuita 4,4 8,0 7,0 4,7 6,6 6,7 4,6 6,1 Rimasta stabile 51,6 36,5 46,1 46,3 40,1 50,0 47,7 45,5 Non sa/non risponde

2,5 5,1 6,6 2,0 3,3 4,2 7,3 4,5

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Aumentata 41,5 40,3 32,9 36,8 38,4 40,7 33,3 37,5 Diminuita 3,8 3,2 4,5 5,7 5,1 3,7 3,0 4,2 Rimasta stabile 50,3 55,2 58,9 54,7 55,1 52,8 62,6 55,6 Non sa/non risponde

4,4 1,3 3,7 2,8 1,4 2,8 1,0 2,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Nel secondo semestre 2013 si assiste ad un sostanziale consolidamento dello scenario prospettato nella prima metà dell’anno quando, seppure di poco, aumenta sia la percentuale (che sale al 78,2%) delle imprese che dichiarano una stabilità delle condizioni richieste a titolo di garanzie sui fidi che quella di imprese che ne dichiara un aumento (salita al 19,4%). Per contro, a diminuire è la (già) esigua percentuale di casi che ne riconoscono una diminuzione (scesa dal 3,1% del primo semestre al 1,9% del secondo). Relativamente alle risposte che le imprese hanno fornito (a giugno 2013) in merito all’evoluzione dei tassi di interesse, emerge una diffusa percezione di incremento del costo del denaro, con il suo inasprimento lamentato dal 44% (comunque in calo rispetto al 49,1% del 2012) degli intervistati, mentre una condizione

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invariata viene indicata dal 45,5% delle imprese e soltanto il 6,1% parla di una riduzione del tasso di interesse. I settori che maggiormente rilevano un aumento del tasso di interesse sono quello relativo alle costruzioni e il sistema moda, rispettivamente nel 50% e nel 50,4% dei casi. Il sistema moda tuttavia è anche il settore per il quale si rileva la percentuale di diminuzione maggiore (8%). L’indagine svolta nel secondo semestre denota, poi, un cospicuo aumento della percentuale (salita al 55,6%) di imprese che testimoniano una stabilità dei tassi applicati a fronte di un calo del peso dei casi di aziende che ne hanno lamentato l’incremento (scesa dal 44% al 37,5%) e di quelle che, invece, ne riconoscono una diminuzione (scesa dal 6,1% al 4,2%). Per quel riguarda, infine, le imprese che lamentano un aumento dei costi e delle commissioni applicate dalle banche sul credito, sono il 47,1% quelle che, a giugno 2013, hanno rilevato un aumento in tal senso, mentre è il 46,7% a dichiarare di non rilevare variazioni significative. Suddividendo tali giudizi in base al settore economico, i comparti che lamentano maggiormente la crescita dei costi applicati sul credito sono il sistema moda (51,1% dei casi), l’edilizia (50,7%) e il metalmeccanico (48,6%). Il settore dei servizi alle imprese, invece, è quello che segna la percentuale maggiore (5,5%) di imprese che percepiscono una diminuzione dei costi (considerando una media regionale del 3%). Tab. 2.17 – Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in Emilia-Romagna, per settore economico, in termini di costi applicati (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Aumentata 42,8 51,1 48,6 46,3 50,7 43,3 45,0 47,1 Diminuita 1,9 0,7 3,7 4,7 2,0 2,5 5,5 3,0 Rimasta stabile 51,6 45,3 44,0 47,7 44,1 50,0 45,9 46,7 Non sa/non risponde

3,8 2,9 3,7 1,3 3,3 4,2 3,7 3,3

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

II° semestre 2013

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Aumentata 45,9 52,6 48,0 46,2 44,2 48,1 42,4 47,1 Diminuita 3,3 1,9 0,8 0,0 0,7 0,9 1,0 1,4 Rimasta stabile 47,5 45,5 49,6 51,9 53,6 49,1 54,5 49,8 Non sa/non risponde

3,3 0,0 1,6 1,9 1,4 1,9 2,0 1,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Nel secondo semestre si ha un’immutata percentuale delle imprese che lamentano un aumento dei predetti costi, ed un aumento di quella relativa alle imprese che ne riconoscono un’invarianza (salita al 49,8%). Anche in questo caso è ulteriormente diminuita (dal 3% all’1,4%) la percentuale di imprese che riconoscono una riduzione dei costi applicati alla concessione del credito. In merito all'incidenza delle richieste di rientro sui finanziamenti concessi alle imprese si ha che, nel primo semestre 2013, i settori che maggiormente hanno ricevuto richieste dalle banche sono quello edile (23,7% degli affidati), quello delle altre industrie (20,1%) e quello dei servizi alle imprese con il 19,3%. A livello settoriale, la media si attesta al 16,1%; da notare come, comunque, la stragrande maggioranza delle imprese non abbia sconfinato (71,7%), con differenze poco significative fra i diversi settori. Nella seconda metà del 2013, nonostante l’aumento delle imprese edili che hanno ricevuto richiesta di rientro (con una percentuale salita dal 23,7% al 29%), è emerso, considerando l’intero tessuto imprenditoriale emiliano-romagnolo intervistato, un calo di richieste di rientro (che, per l’appunto, è sceso dal

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16,1% al 13,6%). Sono, invece, i settori delle altre industrie (passate dal 20,1% al 13,2%) e quello del commercio (dal 17,5% al 10,2%) a registrare in tal senso i cali più sensibili. Da sottolineare anche il fatto che dal primo al secondo semestre si sono più che raddoppiate le imprese che affermano di aver contratto prestiti che non prevedono il rientro del credito. Tab. 2.18 – Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in Emilia-Romagna, per settore economico, nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

I° semestre 2013 Azienda ha ricevuto richiesta di rientro

15,7 8,8 11,1 20,1 23,7 17,5 19,3 16,1

Pur avendo “sconfinato” non è pervenuta richiesta

6,3

13,1

7,4

7,4

3,9

15,8

9,2

8,6

Rientro non previsto nella tipologia di operazione di finanziamento scelta

6,3

3,6

2,5

2,0

3,3

0,0

2,8

3,0

Azienda non ha “sconfinato”

71,7

73,7

78,6

69,1

69,1

65,8

67,0

71,7

Non sa/non risponde

0,0

0,7

0,4

1,3

0,0

0,8

1,8

0,7

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 II° semestre 2013

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Azienda ha ricevuto richiesta di rientro

12,0 11,7 11,4 13,2 29,0 10,2 8,1 13,6

Pur avendo “sconfinato” non è pervenuta richiesta

12,0 8,4 12,6 8,5 8,0 5,6 5,1 9,4

Rientro non previsto nella tipologia di operazione di finanziamento scelta

7,1 5,2 7,3 7,5 4,3 12,0 12,1 7,5

Azienda non ha “sconfinato”

68,9 74,0 67,5 70,8 57,2 71,3 72,7 68,6

Non sa/non risponde

0,0 0,6 1,2 0,0 1,4 0,9 2,0 0,9

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Alla luce di quanto finora evidenziato, non stupisce che siano relativamente pochi gli imprenditori che non hanno lamentato criticità alcuna nel corso del 2013 relativamente ai rapporti con il sistema bancario: sono, infatti, il 25,5% nel primo semestre ed il 30,5% nel secondo semestre gli operatori che affermano di non aver

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avuto problemi nell’approcciare le banche; pur tuttavia, rispetto a quanto rilevato nel 2012, c’è un miglioramento visto che in detto anno solo l’11,3% delle imprese aveva dichiarato di non aver riscontrato alcuna criticità nel rapporto con le banche. Restano comunque molto alte le percentuali di chi lamenta una crescita ingiustificata dei costi applicati al credito, rappresentate dal 39% (sia a giugno che a dicembre). Per il 12% la criticità principale è rappresentata dall’aumento dei tassi, mentre è attorno al 10% la percentuale di imprese che lamentano soprattutto la riduzione della quantità di credito concesso. Graf. 2.2 – Principale criticità incontrata dalle imprese nei rapporti con il sistema bancario in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Anche se i rapporti appaiono non del tutto fluidi, va comunque sottolineato come le imprese emiliano-romagnole siano riuscite nel corso del 2013 a mantenere gli impegni finanziari presi con le banche di riferimento: indagando, infatti, sulla capacità di far fronte ai finanziamenti contratti, è emerso che il 94,2% delle imprese ha dichiarato di aver rispettato tali impegni. Tra chi non ha potuto adempiere ai propri obblighi contrattuali, a fronte di una media del 5,8%, è emerso che i settori più in difficoltà sono quello dell’edilizia (col 10,8% di casi) e quello delle altre industrie (col 9,2%). Il settore più virtuoso è, di contro, quello dell’industria alimentare (col 96,8% di imprese adempienti). Le cause principali che hanno impedito alle imprese di far fronte agli impegni presi sono rappresentate, principalmente, dalla forte imposizione fiscale a carico delle attività produttive (è il 48,4% a considerare il pagamento di imposte, tasse e tributi come la causa principale dell’impossibilità di rimborsare i crediti ottenuti). Il secondo motivo denunciato dalle imprese intervistate è quello della difficoltà di riscuotere i crediti verso i clienti privati (46,8%). Interessante la bassissima percentuale di imprese (appena il 4,8%) che individuano come principale causa i ritardi nei pagamenti della pubblica amministrazione. Nelle intenzioni future, infine, non poche imprese hanno dichiarato di richiedere finanziamenti: sia nei primi sei mesi del 2013 sia nel semestre successivo, infatti, circa il 17% degli operatori ha espresso la volontà di richiedere credito al sistema bancario. La principale motivazione che spinge tali imprese a richiedere credito è riconducibile, come già accaduto in passato, alla necessità di gestire le attività correnti (53,3% dei casi nei primi sei mesi). Emerge tuttavia che il 33,2% (a giugno) ed il 37,2% (a dicembre) delle aziende chieda nuovi fidi per realizzare investimenti.

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Tab. 2.19 – Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese, per settore economico, in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Azienda inadempiente

3,2 4,5 5,5 9,2 10,8 4,4 4,9 5,8

Azienda adempiente

96,8 95,5 94,5 90,8 89,2 95,6 95,1 94,2

Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Graf. 2.3 – Principali motivi delle richieste future di credito delle imprese in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali*)

* Il totale può essere diverso da 100 a causa della possibilità di risposte multiple Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne

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CAPITOLO 3 – IL RUOLO DEI CONFIDI IN EMILIA-ROMAGNA

La percentuale di imprese che ha usufruito del sostegno dei Confidi nell’accesso ai finanziamenti bancari risulta in netta crescita rispetto all’indagine condotta nel 2012: sono, infatti, oltre il 26% gli operatori che dichiarano di aver fatto ricorso ad un confidi per approcciare il credito bancario. Tra i settori economici spicca il 35,2% di imprese della metalmeccanica che hanno fatto ricorso a tali soggetti, mentre gli altri settori sono sostanzialmente molto più vicini alla media generale. Tab. 3.1 – Incidenza di imprese che hanno fatto ricorso ai Confidi per settore economico in Emilia-Romagna, (Valori percentuali; anno 2013)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Ha fatto ricorso a confidi 22,2 25,3 35,2 26,2 25,9 22,6 21,4 26,3 Non ha fatto ricorso a confidi 77,8 74,7 64,8 73,8 74,1 77,4 78,6 73,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Disaggregando le risposte in base alla dimensione organizzativa delle aziende intervistate, emerge come ad aver fatto ricorso ai confidi siano state soprattutto quelle con oltre i 50 addetti, mentre l’unica tipologia di imprese con una percentuale inferiore alla media (25,1%) è quella con un numero di addetti inferiore a10. Tab. 3.2 – Incidenza di imprese che hanno fatto ricorso ai Confidi per classi di addetti in Emilia-Romagna, (Valori percentuali; anno 2013) 1-9 addetti 10-19 addetti 20-49 addetti 50 e oltre Totale Ha fatto ricorso a confidi 25,1 28,0 26,8 31,3 26,3 Non ha fatto ricorso a confidi 74,9 72,0 73,2 68,8 73,7 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Le motivazioni che, invece, hanno spinto circa i ¾ delle aziende intervistate a non ricorrere ai Confidi possono essere ricondotte, in primo luogo, alla percezione di non utilità per la vita finanziaria dell’impresa. In tal senso si esprime il 37,5% delle imprese intervistate che non hanno mai fatto ricorso a Consorzi fidi. Chi, invece, non accede considerando i costi eccessivi, è il 5,4%, mentre chi non lo fa perché ritiene che gli svantaggi superino i vantaggi sono il 4,9%. Disaggregando i dati in base al settore di appartenenza dell’impresa intervistata si ha che il settore per il quale si registra la maggior percentuale di chi ritiene non utile lo strumento dei confidi è quello dell’edilizia (col 43,1%), seguito dal commercio (42,5%), dalle altre industrie (38,1%) e dai servizi alle imprese (37,7%). Dalla lettura del seguente grafico si evince, poi, che il primo ricorso ai Confidi è avvenuto generalmente prima del 2009 (60,8% dei casi); nel 2009 per il 10,1% delle imprese, nel 2010 per il 12,7%, tra il 2011 ed il 2012 nel 15% dei casi. L’indagine sul ruolo dei Confidi ha riguardato anche tutta una serie di aspetti legati alle condizioni di accesso al credito, ai tassi e quantità di credito concesso dalle banche, alle garanzie richieste, ai costi e ai servizi di consulenza offerti.

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Graf. 3.1 – Anno in cui è avvenuto il primo ricorso ai Confidi in Emilia-Romagna (Valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne Si nota come sull’accesso al credito siano percepite delle condizioni migliori rispetto all’offerta standard dal 35,2% delle imprese che hanno fatto ricorso ai Confidi. I settori nei quali le imprese esprimono maggior favore rispetto ai Confidi sono soprattutto l’industria alimentare (42,3%), l’edilizia (41,7%), e, con il 37,5% delle imprese, il sistema moda. A percepire condizioni peggiori sono il 25,6% degli operatori e il settore con la percentuale più alta di risposte in tal senso è il commercio (con il 40,5% delle imprese che lamenta condizioni peggiorative a seguito del ricorso ai confidi). La stessa tabella sintetizza le risposte che le imprese intervistate hanno fornito in merito alle evoluzioni del tasso di interesse applicato, della quantità di credito disponibile e delle garanzie richieste dalle banche a fronte del ricorso alle garanzie fornite dai confidi. Il tasso di interesse applicato è più vantaggioso secondo il 33,9% delle imprese intervistate, peggiora secondo il 25,8% e non subisce alcuna variazione secondo il 34,7%. A livello settoriale il comparto più insoddisfatto è senza dubbio il commercio per il quale è il 43,2% delle imprese a lamentare un tasso di interesse peggiore (contro il 25,8% di media generale). I settori in cui le imprese che dichiarano un tasso di interesse più vantaggioso con percentuali sensibilmente maggiori sono invece l’industria alimentare (44,2%) e l’edilizia (39,6%). Continuando la disamina delle conseguenze dell’intervento dei Confidi, in merito alla quantità di credito disponibile, la maggior parte delle imprese intervistate (il 50,6%) dichiara che non si assiste a nessun miglioramento, il 26,3% riconosce condizioni migliori, mentre il 17,7% parla di un peggioramento delle condizioni. Anche in questo caso vengono analizzate le risposte fornite in base al settore di appartenenza delle imprese e possiamo notare che il settore maggiormente insoddisfatto è quello delle altre industrie (25,5% dei casi), seguito dal commercio (21,6%). Le imprese più soddisfatte, invece, sono quelle dell’industria alimentare (34,6% di imprese che riconoscono un miglioramento delle condizioni in termini di quantità).

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Tab. 3.3 – Cambiamenti osservati dalle imprese emiliano-romagnole per settore economico a fronte della garanzia rilasciata dal confidi rispetto ai principali parametri creditizi (Valori percentuali; anno 2013)

Accesso al credito

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Condizioni migliori 42,3 37,5 35,4 32,7 41,7 27,0 26,2 35,2 Condizioni peggiori 23,1 25,0 20,4 29,1 22,9 40,5 28,6 25,6 Nessun cambiamento 26,9 33,3 39,8 34,5 33,3 29,7 42,9 35,2 Non sa /Non risponde 7,7 4,2 4,4 3,6 2,1 2,7 2,4 4,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Tasso applicato Condizioni migliori 44,2 37,5 34,5 27,3 39,6 21,6 28,6 33,9 Condizioni peggiori 21,2 37,5 14,2 40,0 20,8 43,2 21,4 25,8 Nessun cambiamento 28,8 16,7 44,2 29,1 35,4 35,1 42,9 34,7 Non sa /Non risponde 5,8 8,3 7,1 3,6 4,2 0,0 7,1 5,6 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Quantità credito concesso Condizioni migliori 34,6 27,1 24,8 25,5 27,1 18,9 26,2 26,3 Condizioni peggiori 15,4 18,8 14,2 25,5 16,7 21,6 16,7 17,7 Nessun cambiamento 44,2 50,0 54,9 41,8 56,3 51,4 52,4 50,6 Non sa /Non risponde 5,8 4,2 6,2 7,3 0,0 8,1 4,8 5,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Garanzie richieste Condizioni migliori 30,8 10,4 18,6 21,8 20,8 13,5 23,8 20,0 Condizioni peggiori 17,3 25,0 15,0 18,2 22,9 32,4 14,3 19,5 Nessun cambiamento 46,2 60,4 60,2 56,4 54,2 45,9 54,8 55,2 Non sa /Non risponde 5,8 4,2 6,2 3,6 2,1 8,1 7,1 5,3 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne In merito alle garanzie richieste dalle banche, analogamente a quanto detto in merito alla quantità del credito disponibile, si ha una larga diffusione (55,2%) di imprese che non notano alcun cambiamento. Le imprese che, invece, hanno affermato un miglioramento delle condizioni sono il 20%, mentre per il 19,5% si è verificato un peggioramento. Disaggregando tali dati in base ai settori, vediamo che quello più soddisfatto è l’industria alimentare, con il 30,8% di imprese che riconoscono condizioni migliori, mentre i settori più insoddisfatti sono il commercio (32,4% di risposte che lamentano una richiesta di maggiori garanzie dalle banche) ed il sistema moda (25%). Tab. 3.4 – Giudizio complessivo sui servizi offerti dai Confidi da parte delle imprese emiliano-romagnole per settore economico (Valori percentuali; anno 2013)

Industria

alimentare Sistema

moda Metal-

meccanica Altre

industrie Costruzioni Commercio

Servizi imprese

Totale settori

Molto adeguati 0,0 4,2 4,4 3,6 0,0 0,0 4,8 2,8 Adeguati 82,7 66,7 74,3 72,7 83,3 59,5 71,4 73,7 Non adeguati 13,5 16,7 15,9 21,8 10,4 27,0 21,4 17,5 Non sa/non risponde 3,8 12,5 5,3 1,8 6,3 13,5 2,4 6,1 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G. Tagliacarne L’ultima questione rivolta alle imprese è la valutazione complessiva dei servizi offerti dai Confidi; notiamo una larghissima maggioranza (il 76,5%) di imprese che ritengono “adeguati” o “molto adeguati” i servizi offerti, contro il 17,5% di imprese che lamentano un’inadeguatezza. Tra chi ha risposto positivamente, spiccano i settori dell’edilizia (83,3%) e dell’industria alimentare (82,7%), mentre i settori per i quali le imprese hanno lamentato maggiormente un’inadeguatezza dei servizi offerti sono quelli del commercio (27%), delle altre industrie (21,8%) e quello dei servizi alle imprese (21,4%).

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CONCLUSIONI Come si è visto, il quadro economico generale presenta numerose criticità, che in una certa misura influenzano inevitabilmente la performance delle imprese emiliano-romagnole. In particolare il calo della domanda interna non favorisce la ripresa della produzione e pesa sicuramente sulle risposte fornite dalle aziende intervistate. Nel primo semestre del 2013, quasi un'impresa su due ha registrato una flessione del proprio fatturato (il 47,8%); nel corso del secondo semestre la quota di imprese con un fatturato in calo migliora leggermente (41,5%), ma rimane comunque molto elevata. In particolare, i settori che presentano le maggiori difficoltà sono quello edile e quello del commercio; a soffrire questa situazione sono soprattutto le piccole imprese (sotto i 10 dipendenti) e le ditte individuali. Fra le province dell'Emilia-Romagna, riscontriamo la quota maggiore di imprese con un fatturato in diminuzione in provincia di Ferrara e Parma. La diminuzione del fatturato non si ripercuote, fortunatamente, in maniera proporzionale sull'occupazione: nel primo semestre sono il 20% (14% nel secondo semestre) le imprese che segnalano una diminuzione del proprio personale. Parte delle problematiche aziendali provengono, inoltre, dal ritardo nei pagamenti: nel caso dei clienti privati, tali ritardi influiscono in misura rilevante sull’equilibrio finanziario dell’impresa nel 56% dei casi circa, mentre i pagamenti ritardati delle pubbliche amministrazioni influiscono in misura inferiore (15% dei casi), anche per la possibilità di ricorrere agli “anticipi” relativamente ai crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione, notoriamente più solvibili di quelli vantati verso i privati. Lo stato di difficoltà del sistema produttivo emiliano-romagnolo è testimoniato inoltre dall'utilizzo principale del credito che le imprese richiedono: il 70% delle aziende (nel secondo semestre 2013 l'81% addirittura) dichiara di richiedere credito per finanziare la gestione corrente; quote superiori al 50% dichiarano invece di utilizzare il credito per acquistare materie prime o per le spese del personale. In tutti i casi quindi, le imprese hanno bisogno di credito per attività di breve periodo, mettendo in secondo piano attività di investimento, formazione e innovazione. A tali necessità corrisponde inoltre un sistema creditizio debole e spesso poco efficace a detta delle imprese intervistate, con percentuali di giudizi negative comprese tra il 55% e il 70% in tutti gli aspetti analizzati. Lo scenario appena prospettato porta gli operatori economici a dover continuamente fronteggiare affannose crisi di liquidità, che causano l’esigenza delle imprese di non poter (contrariamente a quelle che sono le intenzioni iniziali) ricorrere al credito per investire su nuove attività, ma di dover utilizzare qualsiasi risorsa disponibile per fronteggiare la gestione corrente. Tutto ciò è causa di un’inevitabile riduzione del rating nel merito del credito assegnato agli operatori economici dagli intermediari finanziari, e l’avvio di una spirale negativa, aggravando il già critico quadro economico regionale.

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SCHEDA 1 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI BOLOGNA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

Le aziende della provincia di Bologna hanno presentato, nel corso del primo semestre del 2013, un andamento complessivamente positivo del proprio giro d’affari. Sommando insieme coloro i quali hanno registrato una stabilità (43,6% dei casi) e quelli che evidenziano un aumento (10,8%) del fatturato si supera nettamente il 50% della compagine aziendale; il restante 45,6%, invece, ha scontato una diminuzione del proprio fatturato. Nel secondo semestre si nota un andamento migliore rispetto al primo periodo dell’anno: è diminuita, infatti, l’incidenza di aziende che hanno visto contrarre il proprio fatturato (38,0% dei casi) ed è cresciuta, invece, la quota di chi ha aumentato il fatturato (12,8%).

Rispetto alla media regionale, inoltre, la situazione delle imprese bolognesi risulta essere migliore, in particolare nella seconda parte del 2013, visto che il 41,5% delle aziende emiliano-romagnole registra nel periodo in esame una diminuzione del fatturato.

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Bologna e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  In tema di assetto finanziario appare utile osservare come siano state allocate le risorse a disposizione delle imprese nel corso del 2013. Nel primo semestre si nota come queste siano state impiegate prevalentemente dalle imprese bolognesi per sostenere le attività ordinarie. Infatti, la principale destinazione risulta essere costituita dalle spese correnti, come indicato dal 70,8% degli imprenditori; a seguire si trovano l’acquisto di materie prime e semilavorati (63,6% dei casi), le spese per il personale (51,6%) ed il pagamento dei debiti verso i fornitori (43,2%). Tutte le percentuali, tranne quella relativa alle spese per il personale, risultano altresì superiori ai valori medi regionali. Dal lato delle spese in conto capitale è possibile, invece, rilevare una quota inferiore di imprese, rispetto alla media regionale, che ha sostenuto investimenti, con l’eccezione dell’ammodernamento e della sostituzione dei macchinari (2,8% nella provincia di Bologna rispetto al 2,4% in regione).

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Anche nel corso del secondo semestre la maggior parte delle imprese (78,0%) ha destinato le proprie risorse finanziarie alle spese correnti ed il 56,0% le ha impiegate per l’acquisto di materie prime e semilavorati. Rimane bassa nel periodo anche l’incidenza di aziende (rispettivamente l’1,6% e l’1,8%) che ha investito nell’innovazione dei processi e del prodotto. In aumento, rispetto al semestre precedente, la percentuale di aziende che ha investito nella sostituzione dei macchinari obsoleti (5,2% dei casi).

 Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Bologna ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Bologna Emilia Romagna Bologna Emilia Romagna

Innovazione processi 1,2 1,9 1,6 2,5

Innovazione prodotto 2,8 3,4 2,8 2,5

Ammodernamento, sostituzione macchinari o impianti obsoleti 2,8 2,4 5,2 4,1

Ristrutturazione/rinnovo strutture 0,4 1,3 0,8 1,2

Acquisto immobili, terreni, fabbricati 0,0 0,5 0,8 0,7

Formazione risorse umane/ personale 0,4 0,6 0,0 0,3

Acquisto brevetti, marchi 0,8 0,4 0,0 0,0

Acquisto scorte/ reintegro magazzino 10,4 8,5 10,8 7,2

Acquisti materie prime, semilavorati 63,6 57,3 56,0 52,8

Spese correnti 70,8 70,1 78,0 81,8

Pagamento debiti clienti/fornitori 43,2 38,5 38,8 37,8

Spese del personale 51,6 55,9 54,0 55,3

Altra destinazione 0,0 0,2 0,0 0,0

Non sa/ Non risponde 0,0 0,6 0,0 0,5 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

Rispetto al monitoraggio della propria situazione finanziaria, si nota poi come le aziende bolognesi sembrino complessivamente “attente” ad effettuare tale attività, dal momento che il 72,0% delle stesse utilizza strumenti di controllo finanziario (anche se l’11,2% lo fa saltuariamente); inoltre, il 44,0% delle imprese effettua check-up con cadenza inferiore all’anno, mentre quelle che non eseguono alcun controllo finanziario rappresentano il 28,0%. A livello regionale, la situazione si presenta simile, visto che quasi il 73,0% delle aziende dell’Emilia Romagna effettua check-up finanziari.

Relativamente all’utilizzo di strumenti creditizi messi a disposizione dal sistema bancario si osserva poi come le imprese della provincia di Bologna utilizzino principalmente gli anticipi su fatture o s.b.f. che, nel primo semestre, vengono indicati come strumento principale dal 47,6% delle imprese e nel secondo dal 53,6% (tale quota risulta maggiore rispetto alla media regionale che si attesta sul 48,5%). Anche lo strumento ‘mutuo’ mostra una percentuale elevata di utilizzo in provincia (25,6% di casi nel primo periodo e 28,0% nel secondo), così come l’apertura di credito in conto corrente che addirittura nella seconda parte dell’anno viene scelta dal 34,8% degli imprenditori bolognesi. Risultano, invece, più contenute le quote di quelli che ricorrono ad altri strumenti di finanziamento quali il leasing finanziario, i finanziamenti agevolati, i prestiti personali e gli anticipi sulle esportazioni. È rilevante, invece, la percentuale di imprese, pari al 23,2%, che nel secondo semestre 2013 non utilizza nessuna operazione finanziaria presso gli istituti bancari trovando altrove gli strumenti per finanziare la propria attività, mentre il 5,2% delle aziende bolognesi non si rivolge a nessun istituto di credito.

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Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Bologna ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

  Tab. 2 – Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Bologna e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Bologna Emilia Romagna Bologna Emilia Romagna

Anticipi di credito Anticipi su fatture o s.b.f. 47,6 46,3 53,6 48,5 Anticipi all’export 2,0 2,7 2,4 1,5 Crediti di firma 3,2 3,3 4,0 2,5 Finanziamenti Prestiti personali o subordinati 3,2 3,5 1,6 3,5 Mutuo 25,6 29,7 28,0 29,9 Apertura di credito in c/c 22,0 25,0 34,8 33,8 Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 4,8 5,7 4,0 2,3 Altre forme di credito Leasing finanziario 5,2 6,9 12,4 11,1 Factoring 1,2 0,7 1,2 0,6 Altre tipologie 0,8 0,1 0,0 0,0 Nessun finanziamento Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 28,0 25,7 23,2 26,2 Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 1,6 1,3 5,2 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

1.2- L’accesso al credito

Riguardo alla situazione dell’accesso al credito in provincia emerge, in riferimento alla quantità di credito disponibile, come il 59,6% delle imprese esprima un giudizio negativo nel primo semestre 2013, a fronte del 31,6% che riferisce, invece, una sostanziale adeguatezza; nel secondo semestre le percentuali si attestano sul 58,0% e 35,2% rispettivamente.

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Le aziende bolognesi si dividono quasi equamente in merito al giudizio riguardo la tipologia di strumenti finanziari offerti dalle banche: il 42,8% la considera adeguata (40,8% nella seconda osservazione), mentre il 47,2% inadeguata (50,4% nella seconda osservazione). Il 52,8% delle aziende giudica inadeguati anche i tempi di valutazione ed accettazione delle richieste di credito, percentuale che sale al 60,0% nel secondo semestre, a dimostrazione di una crescente criticità nella fase valutativa della concessione di credito. A livello regionale, sulla quantità di credito disponibile si riscontrano giudizi simili a quelli espressi nella provincia bolognese, mentre leggere differenze si riscontrano in merito alla tipologia di strumenti finanziari offerti o ai tempi di valutazione delle richieste. Ad ogni modo, a differenza della provincia bolognese, cresce nel secondo semestre nella regione l’incidenza di coloro i quali esprimono giudizi di adeguatezza in merito ai tre parametri considerati, in particolare in riferimento ai tempi di valutazione.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Bologna ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre Bologna Emilia Romagna Bologna Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE

Adeguato 31,6 31,4 35,2 36,7

Inadeguato 59,6 60,3 58,0 55,3

Non sa/Non risponde 8,8 8,3 6,8 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 42,8 38,7 40,8 42,5

Inadeguato 47,2 51,2 50,4 48,8

Non sa/Non risponde 10,0 10,1 8,8 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 36,0 31,8 31,6 36,1

Inadeguato 52,8 56,7 60,0 55,5

Non sa/Non risponde 11,2 11,5 8,4 8,4

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Oltre al giudizio che le imprese hanno dato sulle condizioni generali dell’accesso al credito è importante notare l’evoluzione della effettiva richiesta di credito bancario nella provincia di Bologna. Si rileva una sostanziale stabilità in termini di ammontare della richiesta di credito da parte delle imprese, simile a quella individuata nel resto della regione: il 79,8% dichiara la stabilità dei livelli di credito richiesto alle banche nella seconda parte del 2013 a fronte del 78,6%dell’Emilia Romagna. La quota delle imprese bolognesi che ha aumentato la richiesta di credito (pari al 15,9% nel primo semestre e al 12,1% nel secondo) risulta, inoltre, maggiore a quella delle aziende che hanno diminuito tale richiesta (8,8% e 7,5% rispettivamente). Analoga situazione si verifica anche nel contesto regionale.

Rispetto alle imprese che hanno effettuato una richiesta di credito al sistema bancario, si osserva che, nel primo semestre, al 55,6% è stato concesso completamente il finanziamento ed al 33,3% è stato concesso in parte. Relativamente bassa è la percentuale di imprese nella provincia di Bologna alla quale non è stato concesso il credito richiesto (3,7%).

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Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Bologna e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne Nel secondo semestre la percentuale di imprese alle quali è stato completamente concesso il credito è diminuita (42,9%), mentre è aumentata la percentuale di imprese alle quali non è stato concesso credito (4,8%).

Rispetto alla regione, la situazione nella provincia di Bologna si presenta migliore nel primo semestre ma peggiore nel secondo; infatti, in Emilia Romagna il credito è stato concesso completamente al 36,5% ed in parte al 26,5% dei richiedenti (percentuali variate rispettivamente di più dieci punti percentuali e meno cinque punti percentuali nel secondo semestre). Aumentano, tuttavia, le imprese alle quali non è stato elargito il finanziamento (17,6% e 11,9% nei due semestri in considerazione). Anche per quanto riguarda le richieste di rientro, la provincia di Bologna mostra una buona stabilità ed una tenuta del sistema imprenditoriale. Nel corso del 2013 la maggior parte delle imprese della provincia è riuscita a rispettare le scadenze dei pagamenti (il 71% circa nel primo e nel secondo semestre delle imprese non ha “sconfinato”) restando nella media regionale (71,7% nei primi sei mesi e 68,6% successivamente). La quota di imprese che, invece, ha ricevuto una richiesta di rientro nel corso del primo semestre risulta leggermente inferiore rispetto alle richieste pervenute a livello regionale per il primo periodo (rispettivamente del 15,3% e del 16,1%), situazione che si inverte nel secondo semestre (15,6% e 13,6% rispettivamente).

La stabilità finanziaria delle imprese in provincia di Bologna si nota anche riguardo alla situazione di adempienza rispetto agli impegni presi col sistema bancario. Il 96,1% dei clienti che hanno contratto un debito ha rispettato gli impegni, mentre il 3,9% si è trovato in una situazione di inadempienza. La percentuale sale a 5,8% se si considera il dato della regione.

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Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Bologna e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Graf. 5- Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Bologna e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Le imprese bolognesi sembrano mostrare nel corso del 2013 un peggioramento delle condizioni creditizie, in particolare per quanto riguarda i costi delle commissioni, aumentati per il 45,9% delle imprese nel primo semestre e per il 45,1% nel secondo. Meno accentuata appare la crescita dei tassi di interesse, dal momento che risulterebbero aumentati per il 44,1% delle aziende nel primo semestre e per il 36,4% nel secondo.

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Il 76,5%, inoltre, delle imprese nel primo semestre ha verificato una stabilità nelle garanzie richieste per le condizioni di accesso al credito, percentuale rimasta sostanzialmente invariata nel secondo semestre.

Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Bologna e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Bologna Emilia Romagna Bologna Emilia Romagna

Garanzie richieste

Aumentata 18,8 18,1 19,1 19,4

Diminuita 4,1 3,1 3,5 1,9

Saldo 14,7 15,0 15,6 17,5

Rimasta stabile 76,5 77,4 76,3 78,2

Non sa/non risponde 0,6 1,5 1,2 0,4

Tasso Applicato

Aumentata 44,1 44,0 36,4 37,5

Diminuita 7,1 6,1 2,9 4,2

Saldo 37,1 37,9 33,5 33,4

Rimasta stabile 42,9 45,5 56,6 55,6

Non sa/non risponde 5,9 4,5 4,0 2,7

Costi/Commissioni

Aumentata 45,9 47,1 45,1 47,1

Diminuita 2,4 3,0 0,6 1,4

Saldo 43,5 44,1 44,5 45,7

Rimasta stabile 48,8 46,7 51,4 49,8

Non sa/non risponde 2,9 3,3 2,9 1,7

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

1.3- Il ricorso al Confidi

Il Confidi rappresenta un importante canale di accesso al credito per le imprese, soprattutto per quelle di piccola dimensione che hanno minore capacità contrattuale con il sistema bancario. Nella provincia di Bologna, il 23,6% delle imprese utilizza questo strumento. Il dato, inferiore a quello regionale (26,3%), mostra una minore esigenza di far riferimento al Confidi probabilmente per una maggiore facilità delle aziende della provincia ad accedere al credito bancario. L’utilizzo dei servizi offerti dai Confidi risulta essere vantaggioso per il 47,5% delle imprese della provincia di Bologna, mentre il 39% delle imprese considera migliori le condizioni sul tasso creditizio applicato e sulla quantità di credito concesso rispetto a quelle offerte sul mercato bancario (il 18,6% delle imprese ritiene che il tasso applicato dal Confidi sia peggiore rispetto a quello applicato dal sistema bancario). È rilevante la percentuale di imprese che, invece, non ritiene esserci nessun sostanziale cambiamento sui costi complessivi del garante e della banca (per il 50,8%) e per la consulenza (67,8%) rispetto alle condizioni di mercato. A livello regionale, le imprese risultano suddividersi più o meno equamente rispetto alla percezione delle condizioni di accesso al credito ed al tasso applicato dai Confidi.

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Il 35% circa delle imprese ritiene che le condizioni siano migliori ed altrettante che non ci sia nessun cambiamento rispetto alle condizioni di mercato, mentre il 25,6% considera i requisiti di accesso tramite Confidi peggiori. Rilevante è la percentuale di imprese della regione che non ritiene ci sia nessun cambiamento riguardo la quantità di credito concessa (50,6%). In generale il 79,7% delle imprese di Bologna reputa i servizi offerti dai Confidi adeguati, mentre l’11,9% li considera non adeguati.

Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Bologna e in Emilia-Romagna (Valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Bologna e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Bologna Emilia Romagna

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non risponde

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non risponde

Accesso al credito 47,5 16,9 30,5 5,1 35,2 25,6 35,2 4,1

Tasso Applicato 39,0 18,6 35,6 6,8 33,9 25,8 34,7 5,6 Quantità credito concesso 39,0 15,3 39,0 6,8 26,3 17,7 50,6 5,3

Garanzie richieste 18,6 22,0 52,5 6,8 20,0 19,5 55,2 5,3

Costi complessivi del garante e della banca

13,6 27,1 50,8 8,5 13,7 27,1 53,2 6,1

Consulenza e altri servizi 11,9 15,3 67,8 5,1 12,7 12,4 67,6 7,3

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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SCHEDA 2 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI FERRARA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

Le aziende in provincia di Ferrara hanno mostrato un andamento del fatturato piuttosto negativo nel primo semestre del 2013; infatti, il 57% circa ha registrato una contrazione del fatturato, mentre il 32% delle imprese non ha subito variazioni e l’11,1% ha visto aumentare il proprio fatturato. Nel secondo semestre la situazione è migliorata notevolmente, visto che una contrazione del fatturato è stata registrata nel 45,8% dei casi ed il 16,5% delle imprese ha presentato un aumento del fatturato. Rispetto al livello regionale, dunque, in provincia di Ferrara si è evidenziato un andamento iniziale del 2013 maggiormente negativo (con circa il 10% in più di imprese che hanno subito una diminuzione del fatturato); tale divario è diminuito nel corso dell’anno, tanto da registrare una percentuale maggiore di imprese che hanno aumentato il proprio fatturato rispetto al livello medio regionale (16,5% a fronte dell’11,8%).

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Ferrara e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

  Sul piano finanziario giova invece sottolineare come nella provincia ferrarese le risorse aziendali siano

state impiegate principalmente per sostenere le attività ordinarie. La principale destinazione risulta essere nella prima parte dell’anno 2013 la gestione delle spese correnti (74,3% dei casi), seguite dalle spese per il personale (59,7%), dall’acquisto di materie prime e semilavorati (56,3%) e dal pagamento dei debiti verso i fornitori (36,8%). Dal lato degli investimenti risulta invece bassa l’incidenza di imprese ferraresi che hanno utilizzato risorse per l’ammodernamento e la sostituzione dei macchinari (2,8% dei casi) o per l’innovazione dei processi e dei prodotti (1,4% e 2,1% rispettivamente).

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Appare rilevante mostrare che nessuna azienda ha indicato la formazione del personale tra le possibili destinazioni di risorse finanziarie. Anche nel corso del secondo semestre del 2013 la maggior parte delle imprese ha destinato le proprie risorse finanziarie alle spese correnti, mentre il 52,8% le ha impiegate per le spese del personale. Rimane bassa anche nel secondo periodo in esame (1,4% e 3,5% dei casi) la percentuale di imprese che ha investito nell’innovazione di prodotto e nell’ammodernamento dei macchinari. Va poi evidenziato come l’incidenza delle imprese ferraresi che hanno destinato risorse per l’innovazione risulta inferiore a quella registrata in Emilia Romagna sia nel primo sia nel secondo semestre 2013.

Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Ferrara ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Ferrara Emilia Romagna Ferrara Emilia Romagna

Innovazione processi 1,4 1,9 0,0 2,5

Innovazione prodotto 2,1 3,4 1,4 2,5

Ammodernamento, sostituzione macchinari o impianti obsoleti 2,8 2,4 3,5 4,1

Ristrutturazione/rinnovo strutture 0,7 1,3 0,0 1,2

Acquisto immobili, terreni, fabbricati 0,7 0,5 0,0 0,7

Formazione risorse umane/personale 0,0 0,6 0,7 0,3

Acquisto brevetti, marchi 0,7 0,0 0,0 0,0

Acquisto scorte/ reintegro magazzino 6,9 8,5 4,9 7,2

Acquisti materie prime, semilavorati 56,3 57,3 43,8 52,8

Spese correnti 74,3 70,1 87,5 81,8

Pagamento debiti clienti/fornitori 36,8 38,5 43,8 37,8

Spese del personale 59,7 55,9 52,8 55,3

Altra destinazione 0,0 0,2 0,0 0,0

Non sa/ Non risponde 0,0 0,6 0,0 0,5 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Le aziende ferraresi effettuano check-up finanziari in misura meno strutturata della regione. Nella provincia di Ferrara, infatti, il 33,3% delle imprese effettua controlli con cadenza inferiore all’anno, a fronte del 43,4% registrato in Emilia Romagna. All’opposto, il 34% delle aziende della provincia non effettua alcun controllo a fronte del 27% circa di aziende emiliano-romagnole. Tra gli strumenti finanziari bancari utilizzati dalle imprese in provincia di Ferrara, il principale risulta essere l’anticipo su fatture o s.b.f. che nel primo semestre 2013 è stato indicato dal 39,6% delle aziende e nel secondo il 42,4%. Vengono utilizzati come strumento di finanziamento principale anche il mutuo (31,3% dei casi nel primo periodo e 29,2% nel secondo) e l’apertura di credito in conto corrente (21,5% e 35,4% nei due periodi), mentre risulta contenuta la quota di imprese che ricorrono a strumenti alternativi quali il leasing finanziario (7,6% e 12,5%), i finanziamenti agevolati (4,9% e 2,1%), i prestiti personali (4,9% nei due periodi) e gli anticipi sulle esportazioni (1,4% e 0% nel secondo semestre).

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Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Ferrara ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 È rilevante la percentuale di imprese, pari al 28,5% (e 27,8% nel secondo periodo), che non utilizza nessuna operazione finanziaria presso gli istituti bancari, trovando altrove gli strumenti per finanziare la propria attività. Le incidenze di utilizzo degli strumenti di finanziamento sopra richiamati in provincia di Ferrara risultano in linea con i dati medi regionali, fatta eccezione per gli anticipi su fatture che assumono invece un’importanza minore.

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Ferrara e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Ferrara Emilia Romagna Ferrara Emilia Romagna

Anticipi di credito Anticipi su fatture o s.b.f. 39,6 46,3 42,4 48,5 Anticipi all’export 1,4 2,7 0,0 1,5 Crediti di firma 3,5 3,3 2,8 2,5 Finanziamenti Prestiti personali o subordinati 4,9 3,5 4,9 3,5 Mutuo 31,3 29,7 29,2 29,9 Apertura di credito in c/c 21,5 25,0 35,4 33,8 Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 4,9 5,7 2,1 2,3 Altre forme di credito Leasing finanziario 7,6 6,9 12,5 11,1 Factoring 0,7 0,7 0,0 0,6 Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0 Nessun finanziamento Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 28,5 25,7 27,8 26,2 Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 0,7 1,3 3,5 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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1.2 - L’accesso al credito

Riguardo all’offerta di credito bancario le imprese ferraresi esprimono, complessivamente, un giudizio negativo, sebbene nel secondo periodo del 2013 si riduca la percentuale di imprese insoddisfatte ed aumenti quella di aziende soddisfatte. In particolare, riguardo la quantità di credito disponibile, il 68,1% delle imprese in provincia di Ferrara nel primo semestre ha ritenuto la stessa inadeguata, a fronte di un 25% che la considera appropriata (nel secondo semestre le percentuali si attestano sul 56,3% e 37,5% rispettivamente). Sia per quanto riguarda la tipologia di strumenti finanziari offerti dalle banche, sia rispetto ai tempi di valutazione e accettazione delle richieste, circa il 60,0% delle imprese in provincia di Ferrara pronuncia un giudizio di inadeguatezza, rispetto a meno di un terzo delle aziende (circa il 30%) che le ritiene adeguate. Nel secondo semestre la situazione si presenta, come detto, migliore con un notevole aumento delle percentuali di imprese che ritengono adeguato l’accesso al credito. A livello regionale si notano giudizi meno severi, con percentuali più basse per quanto riguarda l’inadeguatezza della quantità di credito (60,3% dei casi), della tipologia di strumenti finanziari offerti (51,2%) e dei tempi di valutazione delle richieste di credito (56,7%) nel primo semestre. Il divario tra i livelli di giudizio provinciale e regionale si riduce notevolmente nel corso dell’anno.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Ferrara ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Ferrara Emilia Romagna Ferrara Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE Adeguato 25,0 31,4 37,5 36,7

Inadeguato 68,1 60,3 56,3 55,3

Non sa/Non risponde 6,9 8,3 6,3 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 33,3 38,7 44,4 42,5

Inadeguato 56,9 51,2 50,7 48,8

Non sa/Non risponde 9,7 10,1 4,9 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 29,2 31,8 38,9 36,1

Inadeguato 59,0 56,7 54,9 55,5

Non sa/Non risponde 11,8 11,5 6,3 8,4

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Oltre al giudizio che le imprese hanno dato sull’accesso al credito, si ritiene utile osservare l’evoluzione della richiesta effettiva di credito bancario da parte delle imprese nella provincia di Ferrara. Si rileva una sostanziale stabilità in termini di casi di stabilità dei volumi di credito richiesto alle banche (72,7% dei casi), simile a quella individuata nel resto della regione; la percentuale non varia molto a livello provinciale nel secondo semestre 2013, ma aumenta a livello regionale. La quota di imprese che ha aumentato la richiesta di credito (13,1% dei casi) risulta la stessa di quella delle aziende che l’hanno diminuita nel primo periodo del 2013. Nel secondo semestre, invece, sale al 19,2% la percentuale di imprese ferraresi che ha aumentato la richiesta di credito.

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Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Ferrara e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Rispetto alla situazione relativa allo sconfinamento sui finanziamenti in essere, si nota poi come nella provincia di Ferrara il 70,7% delle imprese sia riuscito a rispettare i “paletti” imposti nei primi sei mesi del 2013, percentuale simile a quella evidenziata dalla regione (71,7% dei casi). La quota di imprese che ha ricevuto una richiesta di rientro risulta, tuttavia, elevata e leggermente maggiore rispetto al livello regionale. Oltre il 18% delle aziende ferraresi si è ritrovata in questa situazione sia nel primo sia nel secondo semestre 2013, mentre in regione si assiste nel corso dell’anno ad un abbassamento dei casi di aziende oggetto di richiamo da parte delle banche (dal 16,1% al 13,6%).

Rispetto alla condizione di adempienza rispetto agli impegni presi col sistema bancario, si osserva una cospicua percentuale di imprese in provincia che non sono riuscite a rispettare i termini di pagamento dei finanziamenti; il 10% circa delle imprese non è riuscito, infatti, ad adempiere ai propri impegni finanziari a fronte di una media regionale del 5,8%.

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Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Ferrara e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Ferrara e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Ferrara e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali) 1° semestre 2° semestre

Ferrara Emilia Romagna Ferrara Emilia Romagna

Garanzie richieste

Aumentata 22,2 18,1 19,2 19,4

Diminuita 3,0 3,1 1,0 1,9

Saldo 19,2 15,0 18,2 17,5

Rimasta stabile 73,7 77,4 79,8 78,2

Non sa/non risponde 1,0 1,5 0,0 0,4

Tasso Applicato

Aumentata 42,4 44,0 39,4 37,5

Diminuita 9,1 6,1 4,0 4,2

Saldo 33,3 37,9 35,4 33,4

Rimasta stabile 44,4 45,5 53,5 55,6

Non sa/non risponde 4,0 4,5 3,0 2,7

Costi/Commissioni

Aumentata 45,5 47,1 50,5 47,1

Diminuita 3,0 3,0 2,0 1,4

Saldo 42,4 44,1 48,5 45,7

Rimasta stabile 49,5 46,7 46,5 49,8

Non sa/non risponde 2,0 3,3 1,0 1,7 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 Le maggiori difficoltà finanziarie delle imprese ferraresi rispetto alla media regionale sono testimoniate anche dall’evoluzione delle condizioni di accesso al credito. In particolare nel primo semestre 2013 sono aumentate le garanzie richieste per il 22,2% delle imprese locali a fronte del 18,1% regionale; i tassi applicati ed i costi per le commissioni vengono dichiarati in aumento da una quota maggiore di imprese rispetto alla media regionale nella seconda parte dell’anno. Nel secondo semestre del 2013 appare comunque meno critica rispetto alla prima parte dell’anno nella provincia ferrarese la situazione relativa alle garanzie richieste e al tasso applicato dal momento che risultano aumentati per una percentuale minore di imprese (19,2% e 39,4% rispettivamente). Al contrario i costi e le commissioni risultano aumentati per il 50,5% delle imprese, percentuale questa superiore a quella fatta registrare nella prima parte del 2013.

1.3- Il ricorso al Confidi

Il Confidi costituisce un fondamentale canale di accesso al credito per le imprese, soprattutto per quelle di piccola dimensione che hanno minore capacità contrattuale con il sistema bancario. Nella provincia di Ferrara, il 31,9% delle imprese utilizza tale strumento. Il dato, superiore a quello regionale (26,3%), mostra una maggiore esigenza di far riferimento a tale strumento, probabilmente dovuta alla maggiore difficoltà delle aziende della provincia ad accedere al credito bancario. L’accesso al credito per il tramite dei confidi risulta essere più vantaggioso rispetto alle condizioni di mercato per il 32,6% delle imprese ferraresi, la pensa diversamente il 26,1% delle imprese che ha espresso opinione contraria considerando che con il Confidi le condizioni di accesso siano peggiori. Il 30,4% ed il 26,1% delle imprese valuta poi migliori le condizioni sul tasso creditizio applicato e sulla quantità di credito concesso rispetto a quelle offerte sul mercato bancario; il 23,9% ed il 13% delle imprese ritiene, all’opposto, che l’intervento del confidi abbia sortito risultati peggiori

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rispetto alle due voci sopra richiamate. È considerevole la percentuale di imprese che, inoltre, non ritiene esserci nessun sostanziale cambiamento rispetto ai costi complessivi (il 65,2% dei casi) e alle garanzie richieste (56,5%) rispetto alle condizioni di mercato. I giudizi espressi dalle imprese ferraresi risultano altresì in linea con quelli medi regionali, dal momento che la percentuale di imprese soddisfatte dell’intervento dei confidi in riferimento ai tassi applicati, alle garanzie richieste e ai costi complessivi del garante e della banca risultano similari.

Graf.6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Ferrara e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Ferrara e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Ferrara Emilia Romagna

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non risponde

Accesso al credito 32,6 26,1 41,3 0,0 35,2 25,6 35,2 4,1

Tasso Applicato 30,4 23,9 43,5 2,2 33,9 25,8 34,7 5,6

Quantità credito concesso 26,1 13,0 60,9 0,0 26,3 17,7 50,6 5,3

Garanzie richieste 23,9 19,6 56,5 0,0 20,0 19,5 55,2 5,3

Costi complessivi del garante e della banca 10,9 23,9 65,2 0,0 13,7 27,1 53,2 6,1

Consulenza e altri servizi 13,0 8,7 71,7 6,5 12,7 12,4 67,6 7,3 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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SCHEDA 3 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI FORLÌ-CESENA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

Le aziende della provincia di Forlì-Cesena hanno presentato, nel corso del primo semestre del 2013, un andamento complessivamente positivo. Circa il 40% delle stesse ha mantenuto stabile il proprio giro d’affari, mentre il 15,4% ha registrato un aumento. Rispetto all’Emilia Romagna, la situazione delle imprese forlivesi risulta essere complessivamente migliore nel primo semestre, evidenziandosi valori inferiori in regione di aziende che hanno visto un aumento del fatturato (11,9% dei casi). Nel secondo semestre si nota un andamento peggiore rispetto al primo periodo dell’anno nella provincia. Il 49,0% delle imprese presenta, infatti, una contrazione del fatturato rispetto ad un 8,4% in cui è aumentato. Nel secondo semestre 2013, quindi, la situazione cambia rispetto al dato medio dell’Emilia Romagna, visto che le imprese della provincia di Forlì-Cesena mostrano livelli inferiori alla media regionale per quanto riguarda l’aumento del fatturato (11,8% nella regione) o la stabilità dei livelli raggiunti (42,6% dei casi a fronte del 46,7% regionale).

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Per quanto riguarda l’impiego delle risorse finanziarie a disposizione delle aziende forlivesi si osserva, sia nel primo che nel secondo semestre, un ampio ricorso al sostenimento delle attività ordinarie. La principale destinazione risulta, infatti, il pagamento delle spese correnti (69,2% dei casi nel primo semestre e 83,2% nel secondo), seguite dall’acquisto di materie prime e semilavorati (62,8% e 52,3% rispettivamente), dalle spese per il personale (54,5% e 61,9%) e dal pagamento dei debiti verso i fornitori (34,6% e 41,3%).

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Dal lato delle spese in conto capitale è possibile rilevare una quota inferiore di imprese, rispetto alla media regionale, che ha sostenuto investimenti di vario genere, con l’eccezione delle spese per l’innovazione del prodotto (4,5% dei casi in provincia di Forlì-Cesena rispetto al 3,4% dell’intera regione). L’1,3% ed l’1,9% delle aziende provinciali ha investito infatti, nei primi sei mesi del 2013, rispettivamente nell’innovazione dei processi e nell’ammodernamento dei macchinari obsoleti, a fronte di valori medi dell’Emilia Romagna pari a 1,9% e 2,4%. Anche nel secondo semestre l’incidenza di imprese forlivesi che hanno destinato risorse all’attività di investimento risulta inferiore alla media regionale.

 

Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Forlì-Cesena ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Forlì-Cesena Emilia Romagna Forlì-Cesena Emilia Romagna

Innovazione processi 1,3 1,9 0,6 2,5

Innovazione prodotto 4,5 3,4 1,3 2,5

Ammodernamento, sostituzione macchinari o impianti obsoleti 1,9 2,4 3,2 4,1

Ristrutturazione/rinnovo strutture 0,0 1,3 0,0 1,2

Acquisto immobili, terreni, fabbricati 0,0 0,5 0,6 0,7

Formazione risorse umane/personale 0,6 0,6 0,0 0,3

Acquisto brevetti, marchi 0,0 0,4 0,0 0,0

Acquisto scorte/ reintegro magazzino 10,9 8,5 6,5 7,2

Acquisti materie prime, semilavorati 62,8 57,3 52,3 52,8

Spese correnti 69,2 70,1 83,2 81,8

Pagamento debiti clienti/fornitori 34,6 38,5 41,3 37,8

Spese del personale 54,5 55,9 61,9 55,3

Altra destinazione 0,6 0,2 0,0 0,0

Non sa/ Non risponde 1,9 0,6 0,6 0,5 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

Osservando poi la propensione ad effettuare controlli sulla propria salute finanziaria, si nota come il tessuto aziendale della provincia di Forlì–Cesena risulti nell'insieme “attento” ad operare check-up finanziari. Circa il 70% delle imprese della provincia utilizza strumenti di controllo finanziario (anche se l’11% lo fa saltuariamente); il 43,9% delle imprese effettua dei controlli con cadenza inferiore all’anno, mentre quelle che non eseguono alcun controllo finanziario rappresentano il 29,7%. A livello regionale la situazione si presenta sostanzialmente analoga, con un 43,4% di imprese che effettua check-up finanziari con cadenza inferiore a dodici mesi.

Tra gli strumenti finanziari offerti dal sistema bancario, le imprese della provincia di Forlì-Cesena, utilizzano come principale l’anticipo su fatture o s.b.f. che nel primo semestre 2013 viene indicato nel 54,5% dei casi e nel secondo dal 52,3%. Rilevante è anche la percentuale di utilizzo del mutuo (37,2% dei casi nel primo periodo e 32,9% nel secondo) e dell’apertura di credito in conto corrente (25,6% e 31,6% nei due periodi). Risulta contenuta la quota di imprese che ricorrono a strumenti alternativi quali il leasing finanziario, i prestiti personali e subordinati ed il factoring.  

 

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Graf. 2 - Cadenza dei ckeck-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Forlì-Cesena ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne È considerevole, invece, la percentuale di imprese, pari al 21,2% nel primo semestre e al 25,8% nel secondo, che non utilizza nessuna operazione finanziaria presso gli istituti bancari, trovando altrove gli strumenti per finanziare la propria attività, mentre l’1,9% delle imprese non si rivolge a nessun istituto di credito. La frequenza di utilizzo della maggior parte degli strumenti di finanziamento bancari risulta comunque per l’intero 2013 più alta in provincia rispetto ai valori medi regionali, con l’eccezione dei prestiti personali (3,5% è il valore regionale in entrambi i periodi).

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori Percentuali*) 1° semestre 2° semestre

Forlì-Cesena Emilia Romagna Forlì-Cesena

Emilia Romagna

Anticipi di credito Anticipi su fatture o s.b.f. 54,5 46,3 52,3 48,5 Anticipi all’export 4,5 2,7 0,6 1,5 Crediti di firma 4,5 3,3 3,2 2,5 Finanziamenti Prestiti personali o subordinati 1,3 3,5 1,9 3,5 Mutuo 37,2 29,7 32,9 29,9 Apertura di credito in c/c 25,6 25,0 31,6 33,8 Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 4,5 5,7 3,2 2,3 Altre forme di credito Leasing finanziario 5,1 6,9 13,5 11,1 Factoring 0,6 0,7 1,9 0,6 Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0 Nessun finanziamento Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 21,2 25,7 25,8 26,2 Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 1,9 1,3 1,3 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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1.2- L’accesso al credito

Riguardo all’accesso al credito in provincia, ed in particolare alla quantità di credito disponibile, il 64,1% delle imprese forlivesi ha espresso, nel primo semestre, un giudizio di inadeguatezza a fronte del 26,9% che esprime, invece, un giudizio positivo; nel secondo semestre pur migliorando il giudizio permane un’ampia fascia di imprenditori insoddisfatti (il 58,7%). Sia per quanto riguarda la tipologia di strumenti finanziari offerti dalle banche, sia rispetto ai tempi di valutazione e accettazione delle richieste, il 60% circa delle imprese in provincia di Forlì-Cesena pronuncia un giudizio negativo, rispetto a meno di un terzo delle aziende (circa il 30%) che le ritiene adeguate (32,7% e 27,6% rispettivamente). Nel secondo periodo dell’anno diminuisce la percentuale di imprese che ritiene inadeguata la tipologia di strumenti finanziari (49%) ed i tempi di valutazione (52,3%), mentre aumentano i giudizi positivi. A livello regionale si notano nel primo semestre 2013 percentuali di maggior soddisfazione rispetto alla provincia riguardo ai tre parametri sopra richiamati. Nel secondo semestre, invece, i giudizi tendono a migliorare ma in misura meno accentuata della provincia.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Forlì-Cesena ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Forlì-Cesena Emilia Romagna Forlì-Cesena Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE Adeguato 26,9 31,4 34,2 36,7

Inadeguato 64,1 60,3 58,7 55,3

Non sa/Non risponde 9,0 8,3 7,1 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 32,7 38,7 41,9 42,5

Inadeguato 59,0 51,2 49,0 48,8

Non sa/Non risponde 8,3 10,1 9,0 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 27,6 31,8 36,8 36,1

Inadeguato 60,9 56,7 52,3 55,5

Non sa/Non risponde 11,5 11,5 11,0 8,4

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Oltre al giudizio che le imprese hanno dato sull’accesso al credito, è interessante notare l’evoluzione della richiesta di credito bancario da parte delle stesse nella provincia di Forlì-Cesena. Nel primo semestre, il 29,4% delle imprese forlivesi ha aumentato la propria richiesta di credito bancario, mentre circa il doppio (60% circa) non l’ha modificata; la richiesta di credito bancario è diminuita per il 10,1% delle imprese. Nel secondo semestre le percentuali hanno subito delle notevoli variazioni: solo il 18,9% delle imprese ha aumentato la domanda di finanziamento, mentre il 75,5% non ha variato le proprie richieste. La richiesta di credito è diminuita per il 5,7% delle imprese. A livello regionale, invece, è maggiore la percentuale di aziende che non ha modificato la richiesta di credito sia nel primo semestre (73,4% dei casi) che ne secondo (78,6%) del 2013.

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Graf. 3 - Evoluzione della richieste di credito bancario in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Riguardo alla situazione relativa alle richieste di rientro da parte delle banche, nella provincia di Forlì-Cesena il 72,3% delle imprese è riuscito nel 2013 a rispettare le scadenze dei pagamenti (il 67,9% nel secondo semestre) restando nella media regionale (71,7% nei primi sei mesi e 68,6% successivamente). La quota di imprese che, invece, ha ricevuto una richiesta di rientro risulta leggermente maggiore rispetto alle richieste pervenute a livello regionale (rispettivamente del 17,6% e del 16,1% nel primo semestre e del 17,9% e 13,6% nel secondo), mentre il 7,5% delle imprese che ha “sconfinato” non ha ricevuto richiesta di rientro (percentuale che si riduce al 5,7% nel secondo periodo). Più in generale rispetto alla condizione di adempienza degli impegni presi con le banche, in provincia di Forlì-Cesena si osserva una alta percentuale di imprese che sono riuscite a rispettare i termini imposti (92,9% dei casi), mentre il 7,1% delle imprese non è riuscito ad adempiere ai propri impegni finanziari. La percentuale di imprese in situazione di adempienza sale a 94,2% se si considera il totale della regione. Riguardo all’evoluzione delle condizioni che regolano i rapporti di finanziamento, la provincia di Forlì-Cesena mostra nel primo semestre 2013 una elevata incidenza di imprese clienti (il 79,8%) che dichiarano stabili le garanzie richieste per accedere al credito. Sono invece aumentate per il 15,1% e per il 3,4% diminuite. Il 57,1% considera poi aumentato il tasso applicato dalle banche e solo per il 2,5% si è ridotto, mentre il 38% circa non ha verificato variazioni nel tasso applicato. Percentuali simili si sono registrate rispetto ai costi e alle commissioni: circa il 60% delle imprese ritiene siano aumentati, mentre per l’1,7% delle imprese i costi hanno subito una diminuzione e per il 36,1% sono rimasti stabili.

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Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Nel secondo semestre 2013 cresce la quota di imprese critiche sulle garanzie, dal momento che le stesse sono aumentate per il 22,6% dei clienti; il tasso applicato è aumentato per il 39,7% e diminuito per il 5,7% dei clienti. Percentuali più basse di giudizi di aumento rispetto al primo semestre si registrano per i costi e le commissioni bancarie, dal momento che il 48,1% delle aziende li considera aumentati a fronte del 60,5%. La provincia di Forlì-Cesena mostra soprattutto nella seconda parte del 2013 valori complessivamente in linea con le medie regionali.

Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Forlì-Cesena Emilia Romagna Forlì-Cesena Emilia Romagna

Garanzie richieste

Aumentata 15,1 18,1 22,6 19,4

Diminuita 3,4 3,1 0,0 1,9

Saldo 11,8 15,0 22,6 17,5

Rimasta stabile 79,8 77,4 77,4 78,2

Non sa/non risponde 1,7 1,5 0,0 0,4

Tasso Applicato

Aumentata 57,1 44,0 39,6 37,5

Diminuita 2,5 6,1 5,7 4,2

Saldo 54,6 37,9 34,0 33,4

Rimasta stabile 37,8 45,5 52,8 55,6

Non sa/non risponde 2,5 4,5 1,9 2,7

Costi/Commissioni

Aumentata 60,5 47,1 48,1 47,1

Diminuita 1,7 3,0 1,9 1,4

Saldo 58,8 44,1 46,2 45,7

Rimasta stabile 36,1 46,7 49,1 49,8

Non sa/non risponde 1,7 3,3 0,9 1,7 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

1.3- Il ricorso al Confidi

Il Confidi rappresenta un importante possibilità di accesso al credito per le imprese, soprattutto per quelle di piccola dimensione che hanno minore capacità contrattuale con il sistema bancario. Nella provincia di Forlì-Cesena, il 34% delle imprese utilizza tale interlocutore e tale incidenza superiore a quella regionale (26,3%) mostra una netta esigenza di far riferimento al Confidi probabilmente dovuta ad una più spiccata difficoltà delle aziende della provincia ad accedere al credito bancario. Se confrontate poi con le condizioni di mercato, l’intervento dei confidi è risultato vantaggioso per il 32,1% delle imprese della provincia di Forlì-Cesena per quel che attiene al generale accesso al credito. Il 24,5% delle imprese della provincia ha espresso, però, opinione contraria considerando che con il confidi le condizioni di accesso al credito peggiorino. Il 30,2% delle imprese considera più vantaggiose le condizioni sul tasso applicato grazie all’intervento del confidi, mentre il 22,6% si esprime in tal senso avuto riguardo alla quantità di credito concesso. Tuttavia, il 22,6% ed il 22,6% delle imprese ritiene che il tasso applicato e la quantità di credito concesso siano peggiori rispetto a quelli applicati in condizioni di rapporto diretto con il sistema bancario. È rilevante poi la percentuale di imprese che non ritiene esserci nessun sostanziale miglioramento nell’utilizzo dei Confidi. In particolare per il 64,2% delle imprese le garanzie richieste sono le medesime di quelle che si trovano sul mercato e lo stesso vale per il 75,5% delle imprese rispetto alle consulenze e altri servizi offerti.

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A livello regionale, le imprese risultano suddividersi più o meno equamente rispetto alla percezione delle condizioni di accesso al credito ed al tasso applicato con o senza intervento dei Confidi. Il 35,2% delle imprese ritiene che le condizioni siano migliori ed altrettante che non ci sia nessun cambiamento rispetto alle condizioni di mercato. Rilevante è la percentuale di imprese della regione che non ritiene ci sia nessun cambiamento riguardo la quantità di credito concessa (50,6% dei casi).

Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Forlì-Cesena e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Forlì-Cesena Emilia Romagna

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde Accesso al credito 32,1 24,5 43,4 0,0 35,2 25,6 35,2 4,1

Tasso Applicato 30,2 22,6 45,3 1,9 33,9 25,8 34,7 5,6 Quantità credito concesso 22,6 22,6 50,9 3,8 26,3 17,7 50,6 5,3

Garanzie richieste 17,0 15,1 64,2 3,8 20,0 19,5 55,2 5,3

Costi complessivi del garante e della banca 11,3 34,0 52,8 1,9 13,7 27,1 53,2 6,1

Consulenza e altri servizi 11,3 9,4 75,5 3,8 12,7 12,4 67,6 7,3

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

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SCHEDA 4 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI MODENA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

Il 2013 ha visto nella provincia di Modena un rafforzamento della quota di aziende che ha mantenuto stabile il proprio volume di fatturato. Nel primo semestre, infatti, l’incidenza di imprese che non hanno subito variazioni del giro d’affari si è attestata al 40,1%, mentre nella seconda parte dell’anno è cresciuta al 53,5%. In linea con la media regionale è invece la quota di imprese che hanno registrato un aumento del fatturato: nel secondo semestre rappresentano il 12% del totale a fronte di una media dell’Emilia Romagna dell’11,8%.

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Modena e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 

La principale destinazione delle risorse finanziarie è risultata essere nel corso del 2013 la gestione delle spese correnti. Il 70% delle imprese modenesi ha, infatti, destinato risorse per tale scopo, percentuale che è cresciuta nel secondo semestre ad oltre l’85%. A seguire per importanza si trovano le spese per il personale (54,5% dei casi), l’acquisto di materie prime e semilavorati (55,9%), il pagamento dei debiti verso i fornitori (39,1%) e l’acquisto di scorte (9,4%). Dal lato delle spese in conto capitale, le percentuali di imprese che hanno prioritariamente seguito tale strada risultano inferiori al 4% sia per l’ammodernamento e la sostituzione dei macchinari (3,5% dei casi), sia per l’innovazione dei processi e l’innovazione del prodotto (2,5% e 3,5% rispettivamente). Appare rilevante mostrare che alla formazione del personale ha provveduto solo lo 0,5% delle aziende. Anche nel corso del secondo semestre la maggior parte delle imprese, come detto, ha destinato le proprie risorse finanziarie alle spese correnti, mentre il 56% ed il 55% le ha impiegate per l’acquisto di materie prime e per le spese del personale. Rimane bassa anche nel secondo periodo la percentuale di imprese che ha investito nell’innovazione dei processi e nell’ammodernamento dei macchinari.

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Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Modena ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Modena Emilia Romagna Modena Emilia Romagna

Innovazione processi 2,5 1,9 3,5 2,5

Innovazione prodotto 3,5 3,4 2,0 2,5

Ammodernamento, sostituzione macchinari o impianti obsoleti 3,5 2,4 3,5 4,1

Ristrutturazione/rinnovo strutture 1,0 1,3 1,5 1,2

Acquisto immobili, terreni, fabbricati 0,0 0,5 0,5 0,7

Formazione risorse umane/personale 0,5 0,6 0,0 0,3

Acquisto brevetti, marchi 0,0 0,4 0,0 0,0

Acquisto scorte/ reintegro magazzino 9,4 8,5 5,0 7,2

Acquisti materie prime, semilavorati 55,9 57,3 56,0 52,8

Spese correnti 69,3 70,1 86,0 81,8

Pagamento debiti clienti/fornitori 39,1 38,5 40,5 37,8

Spese del personale 54,5 55,9 55,0 55,3

Altra destinazione 0,0 0,2 0,0 0,0

Non sa/ Non risponde 1,0 0,6 0,5 0,5 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

Le imprese modenesi prestano particolare attenzione al controllo della propria situazione finanziaria: circa l’80% delle aziende in provincia effettua check-up finanziari,a fronte del 73% medio dell’Emilia Romagna. Inoltre, il 45,5% delle imprese modenesi effettua controlli con cadenza inferiore all’anno, mentre quelle che eseguono controlli con cadenze superiori rappresentano il 23,0%.

Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Modena ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Tra gli strumenti di credito bancario maggiormente utilizzati dalle imprese in provincia di Modena, il principale è risultato essere, nel corso del 2013, l’anticipo su fatture o s.b.f. scelto nel primo semestre dal 43,6% delle aziende e nel secondo semestre dal 46,0%. Vengono altresì utilizzati frequentemente i mutui (scelti dal 35,1% delle aziende nel primo periodo e dal 31,0% nel secondo) e le aperture di credito in conto corrente (25,2% e 34,0% dei casi nei due periodi). Risulta, invece, contenuta la quota di imprese che ricorre a strumenti alternativi quali il leasing finanziario (7,4% e 8,5% dei casi nei due periodi in esame), i finanziamenti agevolati (5,9% e 2,5%), i prestiti personali (4,5% e 3,0%) e gli anticipi sulle esportazioni (5,0% e 2,0%). È rilevante la percentuale di imprese, pari al 24% del totale, che nel 2013 non ha utilizzato nessuna operazione finanziaria presso gli istituti bancari. Tale percentuale risulta, comunque, leggermente inferiore alla media della regione. Sale poi nel corso dell’anno la quota di imprenditori modenesi (dallo 0,5% al 4,5% nel secondo semestre) che non si rivolgono a nessun istituto di credito, segnale questo di criticità crescenti nell’accesso al credito bancario.

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Modena a e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori Percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Modena Emilia Romagna Modena Emilia Romagna

Anticipi di credito

Anticipi su fatture o s.b.f. 43,6 46,3 46,0 48,5

Anticipi all’export 5,0 2,7 2,0 1,5

Crediti di firma 2,0 3,3 2,0 2,5

Finanziamenti

Prestiti personali o subordinati 4,5 3,5 3,0 3,5

Mutuo 35,1 29,7 31,0 29,9

Apertura di credito in c/c 25,2 25,0 34,0 33,8

Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 5,9 5,7 2,5 2,3

Altre forme di credito

Leasing finanziario 7,4 6,9 8,5 11,1

Factoring 0,5 0,7 0,0 0,6

Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0

Nessun finanziamento

Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 24,8 25,7 24,0 26,2

Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 0,5 1,3 4,5 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

1.2 - L’accesso al credito

Di fatto i giudizi sull’accesso al credito in provincia di Modena non appaiono del tutto lusinghieri, dal momento che più della metà degli imprenditori ha evidenziato una inadeguatezza circa la quantità di credito erogabile dalle banche: in particolare, nel primo semestre 2013, il 55,4% delle imprese l’ha considerata

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inadeguata, a fronte di un 36,6% che considera adeguata la quantità di credito messa a disposizione (nel secondo semestre le percentuali si attestano sul 50,5% e 39,5% rispettivamente). Per quanto riguarda la tipologia di strumenti finanziari offerti dalle banche le imprese in provincia di Modena si dividono: il 38,1% considera gli strumenti finanziari appropriati alle proprie esigenze (il 39,1% nel secondo semestre), mentre il 46,5% ha un’opinione contraria (il 51,5% nel secondo periodo). Percentuali più distanti tra loro sono quelle relative ai tempi di valutazione e accettazione delle richieste: il 53,5% delle imprese in provincia di Modena pronuncia un giudizio di inadeguatezza (52,5% nel secondo periodo), rispetto a meno di un terzo delle aziende (il 32,7%) che le ritiene adeguate (il 38,5% nel secondo semestre). A livello regionale si notano giudizi leggermente più severi con percentuali più alte della provincia modenese per quanto riguarda l’inadeguatezza della quantità di credito (60,3% dei casi nel primo semestre 2013 e 55,3% nel secondo), della tipologia di strumenti finanziari offerti (51,2% e 48,8%) e dei tempi di valutazione delle richieste di credito (56,7% e 55,5%).

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Modena ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Modena Emilia Romagna Modena Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE

Adeguato 36,6 31,4 39,5 36,7

Inadeguato 55,4 60,3 50,5 55,3

Non sa/Non risponde 7,9 8,3 10,0 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 38,1 38,7 39,5 42,5

Inadeguato 46,5 51,2 51,5 48,8

Non sa/Non risponde 15,3 10,1 9,0 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 32,7 31,8 38,5 36,1

Inadeguato 53,5 56,7 52,5 55,5

Non sa/Non risponde 13,9 11,5 9,0 8,4

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Oltre al giudizio che le imprese hanno dato sull’accesso al credito, è interessante notare l’evoluzione della effettiva richiesta di credito bancario da parte delle aziende nella provincia di Modena. Si rileva nel corso dell’anno una sostanziale stabilità in termini di ammontare delle richieste: il 76,2% delle aziende dichiara stabile il volume del credito richiesto nel primo periodo semestre e l’81,8% nel secondo periodo dell’anno. Tali incidenza risultano poi maggiori a quelle individuate nel resto della regione (73,4% in entrambi i periodi). La quota delle imprese che ha aumentato la richiesta di credito (15,6% dei casi) risulta in provincia più di tre volte superiore a quella delle aziende che l’hanno diminuita (4,7%). Tale divario si riduce nel corso dell’anno: infatti, le aziende che hanno aumentato la richiesta di credito bancario sono pari a 8,4%, superate da quelle che l’hanno ridotta (9,1%).

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Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Modena e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Graf. 4 – Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Modena e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Anche per quanto riguarda le richieste di rientro, la provincia di Modena mostra una buona stabilità e tenuta del sistema imprenditoriale con il 73,5% (69,9% nel secondo semestre 2013) di imprese che non ha sconfinato e con una percentuale di aziende che hanno ricevuto una richiesta di rientro (12,9%, 11,2% nel secondo periodo) inferiore alla media regionale (16,1% e 13,6% rispettivamente nei due periodi in esame). Considerando gli impegni finanziari complessivamente presi dalle aziende col sistema bancario, si nota come in provincia di Modena risulti una alta percentuale di imprese che sono riuscite a rispettare i termini e le condizioni di pagamento dei finanziamenti (95,1% dei casi). La percentuale di imprese che si è trovata in una situazione di adempienza risulta poi leggermente superiore al livello totale della regione (pari a 94,2%).

Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Modena e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne La relativa migliore situazione finanziaria delle imprese modenesi si evince anche dall’evoluzione delle condizioni che regolano i rapporti debitori con il sistema bancario. In particolare sono aumentate nei primi sei mesi del 2013 le garanzie richieste per il 12,9% delle imprese modenesi a fronte del 18,1% medio registrato in regione. Anche nel secondo semestre, pur in aumento, la quota di aziende che segnala la crescita delle garanzie resta inferiore alla media regionale.

Anche il tasso applicato ed i costi e le commissioni bancarie hanno subito un aumento per una quota consistente di imprenditori, ma inferiore alla media dell’Emilia Romagna (valori inferiori rispetto alla media regionale di circa tre punti percentuali).

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Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Modena e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Modena Emilia Romagna Modena Emilia Romagna

Garanzie richieste Aumentata 12,9 18,1 16,1 19,4

Diminuita 1,4 3,1 2,1 1,9

Saldo 11,6 15,0 14,0 17,5 Rimasta stabile 84,4 77,4 81,1 78,2

Non sa/non risponde 1,4 1,5 0,7 0,4

Tasso Applicato Aumentata 41,5 44,0 39,2 37,5

Diminuita 5,4 6,1 2,8 4,2

Saldo 36,1 37,9 36,4 33,4 Rimasta stabile 46,3 45,5 55,9 55,6

Non sa/non risponde 6,8 4,5 2,1 2,7

Costi/Commissioni Aumentata 44,2 47,1 43,4 47,1

Diminuita 1,4 3,0 1,4 1,4

Saldo 42,9 44,1 42,0 45,7 Rimasta stabile 50,3 46,7 53,1 49,8

Non sa/non risponde 4,1 3,3 2,1 1,7 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 

1.3- Il ricorso al Confidi

Nell’accesso al credito bancario il ricorso ai confidi appare in provincia di Modena leggermente meno diffuso rispetto alla media regionale. Nella provincia il 25,7% delle imprese utilizza tale strumento di mitigazione del rischio a fronte del 26,3% di casi dell’Emilia Romagna. Ad ogni modo l’intervento del confidi sembra risultare vantaggioso per una quota rilevante di imprese modenesi. Di fatto il 38,5% delle aziende reputa che i confidi abbiano consentito di ottenere condizioni migliori rispetto alle condizioni di mercato nell’accesso al credito, mentre il 26,8% delle imprese modenesi ha espresso opinione contraria asserendo che con il Confidi le condizioni di accesso sono state peggiori. Sulle altre voci relative alle condizioni di accesso al credito, le imprese si sono espresse in maniera positiva in percentuale maggiore rispetto ai giudizi negativi ad eccezione dei tassi applicati. L’intervento del confidi avrebbe infatti nel 34,6% dei casi favorito condizioni più favorevoli a quelle medie di mercato, mentre nel 38,5% dei casi i tassi applicati sarebbero stati più onerosi. Rispetto alla media regionale, infine, non si riscontrano giudizi disallineati nella provincia modenese, ad eccezione appunto del tasso applicato che vede in regione una quota di scontenti inferiore e pari al 25,8% dei casi.

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Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Modena e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Modena e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Modena Emilia Romagna

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Accesso al credito 38,5 26,9 28,8 5,8 35,2 25,6 35,2 4,1

Tasso Applicato 34,6 38,5 21,2 5,8 33,9 25,8 34,7 5,6 Quantità credito concesso 25,0 21,2 48,1 5,8 26,3 17,7 50,6 5,3

Garanzie richieste 26,9 19,2 50,0 3,8 20,0 19,5 55,2 5,3 Costi complessivi del garante e della banca

19,2 34,6 42,3 3,8 13,7 27,1 53,2 6,1

Consulenza e altri servizi 21,2 11,5 61,5 5,8 12,7 12,4 67,6 7,3

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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SCHEDA 5 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI PARMA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

La provincia di Parma mostra nei primi sei mesi del 2013 una situazione più critica della regione. Circa il 53% delle aziende ha registrato, infatti, una diminuzione del proprio fatturato a fronte del 47,8% della media dell’Emilia Romagna. Inoltre, solo il 9,9% delle aziende parmensi evidenzia una crescita del giro d’affari a fronte del 12% circa regionale. La situazione va, tuttavia, progressivamente a migliorare nel corso dell’anno, dal momento che le imprese che nel secondo semestre mostrano un calo del fatturato sono il 40% in provincia, quota inferiore alla media dell’Emilia Romagna (41,5% dei casi) e quelle che registrano una crescita il 13,1% a fronte dell’11,8% regionale.

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Parma e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Dal punto di vista della destinazione delle risorse finanziarie si nota come queste siano state impiegate per sostenere soprattutto le attività ordinarie. La principale destinazione risulta, infatti, il pagamento delle spese correnti (70,8% dei casi), seguite dalle spese per il personale (60,9%), dall’acquisto di materie prime e semilavorati (55,3%), dal pagamento dei debiti verso i fornitori (39,8%) e dall’acquisto di scorte (7,5%). Le imprese parmensi che invece hanno puntato principalmente sugli investimenti risultano meno del 3,0% del totale se si considerano l’ammodernamento e la sostituzione dei macchinari (2,5% dei casi) o l’innovazione dei processi e dei prodotti (1,9% in entrambi i casi). Anche nel corso del secondo semestre la maggior parte delle imprese (75,6%) ha destinato le proprie risorse finanziarie alle spese correnti, mentre il 55% le ha impiegate per l’acquisto di materie prime ed il 50% per le spese per il personale. Pur in crescita, resta comunque bassa anche nel secondo periodo del 2013 l’incidenza di imprese che ha investito nell’innovazione di processo o prodotto (rispettivamente il 3,1% ed il 5,6%) e nell’ammodernamento degli impianti (5,6%).

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Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Parma ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Parma Emilia Romagna Parma Emilia Romagna

Innovazione processi 1,9 1,9 3,1 2,5

Innovazione prodotto 1,9 3,4 5,6 2,5

Ammodernamento, sostituzione macchinari o impianti obsoleti 2,5 2,4 5,6 4,1

Ristrutturazione/rinnovo strutture 3,1 1,3 3,1 1,2

Acquisto immobili, terreni, fabbricati 0,6 0,5 1,9 0,7

Formazione risorse umane/personale 0,0 0,6 0,0 0,3

Acquisto brevetti, marchi 0,6 0,4 0,0 0,0

Acquisto scorte/ reintegro magazzino 7,5 8,5 5,6 7,2

Acquisti materie prime, semilavorati 55,3 57,3 55,0 52,8

Spese correnti 70,8 70,1 75,6 81,8

Pagamento debiti clienti/fornitori 39,8 38,5 33,1 37,8

Spese del personale 60,9 55,9 50,0 55,3

Altra destinazione 0,6 0,2 0,0 0,0

Non sa/ Non risponde 0,6 0,6 0,6 0,5 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

Le imprese della provincia parmense mostrano altresì una spiccata sensibilità verso l’utilizzo di strumenti per il controllo del proprio “stato di salute” finanziaria. Se si osserva, infatti, l’incidenza delle imprese che effettuano check-up finanziari, si nota come il 45,6% delle aziende effettua controlli con cadenza inferiore all’anno, mentre quelle che eseguono controlli al più una volta l’anno rappresentano il 16,9%. La sensibilità rispetto ai check-up finanziari nella provincia di Parma risulta poi superiore alla media regionale dal momento che si riscontrano in regione incidenze maggiori di aziende che non effettuano mai controllo alcuno (sono il 27% circa a fronte del 23,8% registrato nel territorio parmense). Tra gli strumenti finanziari maggiormente utilizzati dalle imprese in provincia di Parma, il principale risulta essere l’anticipo su fatture che viene indicato dal 46% delle aziende nel primo semestre 2013 e dal 48,8% nel secondo periodo dell’anno. Sono altresì diffusamente utilizzati come fonti di finanziamento principali anche l’apertura di credito in conto corrente (31,1% e 30,0% dei casi nei due periodi considerati) ed il mutuo (23,0% nel primo periodo e 28,1% nel secondo). Risulta poi maggiore rispetto al livello medio regionale la quota di imprese che nei primi sei mesi del 2013 ricorre a strumenti alternativi quali i finanziamenti agevolati (9,9% dei casi) ed il leasing finanziario (7,5%). Rilevante è altresì il brusco calo della percentuale di imprese che utilizza finanziamenti agevolati nel secondo semestre e pari all’1,9% del totale. Un quinto delle imprese (il 21,7%) della provincia di Parma non utilizza nessuna operazione finanziaria presso gli istituti bancari, percentuale che sale al 27% circa nella seconda metà del 2013, mentre a livello regionale resta stabile intorno al 25-26% dei casi.

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Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Parma ed in Emilia Romagna (valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese nel primo e nel secondo semestre 2013 in provincia di Parma e in Emilia Romagna (Valori Percentuali*) 1° semestre 2° semestre

Parma Emilia Romagna Parma Emilia Romagna

Anticipi di credito Anticipi su fatture o s.b.f. 46,0 46,3 48,8 48,5 Anticipi all’export 1,9 2,7 1,3 1,5 Crediti di firma 3,1 3,3 1,3 2,5 Finanziamenti Prestiti personali o subordinati 4,3 3,5 3,8 3,5 Mutuo 23,0 29,7 28,1 29,9 Apertura di credito in c/c 31,1 25,0 30,0 33,8 Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 9,9 5,7 1,9 2,3 Altre forme di credito Leasing finanziario 7,5 6,9 13,1 11,1 Factoring 1,2 0,7 0,6 0,6 Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0 Nessun finanziamento Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 21,7 25,7 26,9 26,2 Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 2,5 1,3 1,9 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

   

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1.2- L’accesso al credito

Riguardo l’offerta di credito bancario, le imprese parmensi esprimono, complessivamente, un giudizio negativo sia in riferimento alla quantità di credito disponibile sia rispetto alla tipologia di strumenti finanziari offerti e ai tempi di valutazione delle pratiche di finanziamento. Oltre il 60% delle aziende giudica infatti nel corso del 2013 inadeguata la quantità di credito disponibile in provincia, eccedendo tale quota l’analoga incidenza registrata nella regione. Negative sono poi le percezioni sui tempi di valutazione ed accettazione delle richieste, dal momento che anche in questo caso 6 imprese su 10 nel territorio parmense hanno espresso giudizi di inadeguatezza sia nella prima che nella seconda parte dell’anno, evidenziano un clima d’opinione più severo della media regionale. Inadeguata risulta altresì per la maggioranza delle aziende la tipologia di strumenti finanziari offerti; in quest’ultimo caso però i giudizi negativi si attenuano in corso d’anno attestandosi su livelli similari, se non addirittura inferiori, alla media regionale.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Parma ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Parma Emilia Romagna Parma Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE Adeguato 25,5 31,4 28,8 36,7

Inadeguato 67,1 60,3 61,3 55,3

Non sa/Non risponde 7,5 8,3 10,0 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 32,9 38,7 41,3 42,5

Inadeguato 57,1 51,2 46,3 48,8

Non sa/Non risponde 9,9 10,1 12,5 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 29,2 31,8 30,0 36,1

Inadeguato 60,9 56,7 63,1 55,5

Non sa/Non risponde 9,9 11,5 6,9 8,4 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Oltre al giudizio espresso sulle condizioni generali dell’accesso al credito, è interessante notare l’evoluzione della richiesta effettiva di credito bancario da parte delle imprese nella provincia di Parma. Si rileva una sostanziale stabilità in termini di ammontare richiesto dalle imprese: il 76,7% dei prenditori asserisce, infatti, come nel corso dei primi sei mesi sia rimasta immutata la richiesta di credito e tale percentuale cresce fino all’80,6% dei casi nella seconda metà del 2013. Rispetto alla media regionale inoltre si nota una leggera maggiore quota di imprese che hanno mantenuto stabile il proprio livello di credito ed una più bassa incidenza di casi di aumento di richiesta sia nel primo che nel secondo semestre 2013.

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Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Parma e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne Per quanto riguarda la gestione dei finanziamenti bancari, si nota poi come nella provincia di Parma più del 72% delle imprese sia riuscito a rispettare le scadenze dei pagamenti nella prima metà del 2013 (incidenza questa in linea con il dato medio regionale). La quota di imprese che, invece, ha ricevuto una richiesta di rientro nel corso del primo semestre risulta leggermente inferiore rispetto alle richieste pervenute a livello regionale (rispettivamente del 13,3% e del 16,1% nel primo semestre), mentre il 10,8% delle imprese che ha “sconfinato” non ha ricevuto richiesta di rientro. Nella seconda parte dell’anno aumentano in provincia i casi di impiego bancario che non prevedono possibilità di sconfinamento, ma si registra in positivo una diminuzione dei casi di imprese che hanno ricevuto richiesta di rientro dalle banche. Analogo andamento risulta anche nella regione dove le richieste sono diminuite di oltre 2,5 punti percentuali.

Che le aziende parmensi siano state virtuose lo dimostra il fatto che solo il 3,5% delle stesse non è riuscito negli ultimi tempi a rispettare gli impegni presi col sistema bancario, a fronte del 5,8% medio registrato in regione. Nonostante le aziende parmensi abbiano mostrato maggior attenzione all’adempimento degli impegni presi, esistono maggiori difficoltà di rapporto col sistema bancario nella provincia rispetto al territorio regionale, come testimoniato dall’evoluzione delle condizioni relative ai finanziamenti in essere. Per quanto concerne le garanzie richieste si osserva, infatti, come le stesse siano aumentate nella seconda metà del 2013 per il 28% circa dei clienti parmensi a fronte del 19,4% medio della clientela regionale. Analogamente il costo e le commissioni pagate rispetto alle operazioni finanziarie in essere sono aumentati per il 52% circa dei clienti a fronte del 47,1% registrato nella regione negli ultimi mesi del 2013. Migliore appare, invece, la situazione sui tassi applicati, complice anche la politica di riduzione dl costo del credito adottata dalla BCE nella seconda metà dell’anno appena trascorso, con una quota di imprese elevata (61% dei casi) che dichiara una stabilità degli stessi e che risulta altresì superiore alla media regionale (55,6%).

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Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Parma e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Parma e in Emilia-Romagna (Valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Parma e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Parma Emilia Romagna Parma Emilia Romagna

Garanzie richieste Aumentata 18,3 18,1 27,8 19,4

Diminuita 3,3 3,1 0,0 1,9

Saldo 15,0 15,0 27,8 17,5 Rimasta stabile 76,7 77,4 71,3 78,2

Non sa/non risponde 1,7 1,5 0,9 0,4

Tasso Applicato

Aumentata 40,8 44,0 31,5 37,5

Diminuita 5,8 6,1 4,6 4,2

Saldo 35,0 37,9 26,9 33,4 Rimasta stabile 49,2 45,5 61,1 55,6

Non sa/non risponde 4,2 4,5 2,8 2,7

Costi/Commissioni

Aumentata 43,3 47,1 51,9 47,1

Diminuita 7,5 3,0 0,0 1,4

Saldo 35,8 44,1 51,9 45,7 Rimasta stabile 48,3 46,7 46,3 49,8

Non sa/non risponde 0,8 3,3 1,9 1,7 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

1.3- Il ricorso al Confidi

Circa 1 azienda su 4 in provincia di Parma ha fatto ricorso ad un confidi per l’accesso al credito bancario. Tale incidenza risulta leggermente inferiore a quella media regionale (26,3% dei casi), mostrando una realtà provinciale in cui, nonostante una situazione non rosea nei rapporti con il sistema bancario, non si ricorre molto frequentemente a tale strumento di mitigazione del rischio. Se si osservano, tuttavia, i giudizi espressi in riferimento all’intervento del confidi, si nota come soprattutto in riferimento al tasso applicato le imprese parmensi abbiano riscontrato condizioni migliori rispetto ai parametri medi offerti dal mercato: il 42,5% delle imprese considera migliori le condizioni sul tasso creditizio applicato, mentre meno della metà (il 20%) ha espresso un’opinione opposta.

A livello regionale le imprese risultano suddividersi più o meno equamente tra coloro i quali giudicano ininfluente l’intervento dei confidi rispetto alle condizioni di mercato e coloro i quali invece giudicano positivamente l’operato degli stessi sia in riferimento alle condizioni di accesso al credito sia al tasso applicato: il 35,2% delle imprese emiliano-romagnole ritiene, infatti, che le condizioni siano migliori ed altrettante che non ci sia nessun cambiamento rispetto alle condizioni di mercato; sui tassi, invece, a fronte di un 34% circa di imprese che si esprimono favorevolmente sull’intervento del confidi si registra un 34,7% di casi di segnalazioni di ininfluenza dell’intervento.

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Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Parma e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Parma e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Parma Emilia Romagna

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde Accesso al credito 40,0 22,5 32,5 5,0 35,2 25,6 35,2 4,1

Tasso Applicato 42,5 20,0 30,0 7,5 33,9 25,8 34,7 5,6 Quantità credito concesso 32,5 20,0 42,5 5,0 26,3 17,7 50,6 5,3

Garanzie richieste 25,0 15,0 55,0 5,0 20,0 19,5 55,2 5,3

Costi complessivi del garante e della banca 15,0 15,0 60,0 10,0 13,7 27,1 53,2 6,1

Consulenza e altri servizi 7,5 10,0 72,5 10,0 12,7 12,4 67,6 7,3

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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SCHEDA 6 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI PIACENZA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

Nella provincia di Piacenza si è riscontrata nel 2013 una situazione migliore della media regionale per quanto attiene alle dinamiche del fatturato aziendale. Di fatto nei primi sei mesi dell’anno la quota di aziende che hanno evidenziato una diminuzione del proprio giro d’affari pur essendo consistente (il 45,5% del totale) è risultata comunque inferiore al valore medio dell’Emilia Romagna (47,8%); nella seconda parte dell’anno, invece, la provincia piacentina mostra un andamento del fatturato sostanzialmente in linea con la media regionale con un numero leggermente maggiore di aziende che hanno aumentato il fatturato (13,1% a fronte dell’11,8%).

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Piacenza e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 

Osservando, invece, le scelte allocative delle risorse a disposizione delle aziende, si sottolinea come nel primo semestre, sia stato prevalente il finanziamento delle attività ordinarie. La principale destinazione risulta, infatti, il sostegno alle spese correnti (71,5% dei casi), cui segue l’acquisto di materie prime e semilavorati (50,4%), le spese per il personale (49,6%) ed il pagamento dei debiti verso i fornitori (38,2%). Tutte le percentuali, tranne quella relativa alla spesa corrente, sono altresì superiori ai valori regionali. Dal lato delle spese in conto capitale è possibile rilevare una quota inferiore di imprese, rispetto alla media regionale, che ha sostenuto investimenti di vario genere, con l’eccezione per l’innovazione del prodotto (5,7% nella provincia di Piacenza rispetto a 3,4% su tutta la regione). Infatti la percentuale di investitori in innovazione dei processi risulta pari allo 0,8% come per l’acquisto di immobili e la formazione del personale. Anche nel corso del secondo semestre 2013 la maggior parte delle imprese (82,3%) ha destinato le proprie risorse finanziarie alle spese correnti, mentre il 52,3% ed il 50,8% delle stesse le ha impiegate per le spese per il personale e per l’acquisto di materie prime.

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In positivo, si segnala come aumenti rispetto al primo periodo dell’anno la percentuale delle imprese che ha investito nella sostituzione degli impianti, nella ristrutturazione delle strutture e nell’innovazione dei processi (valori superiori alla media regionale).

Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Piacenza ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Piacenza Emilia Romagna Piacenza Emilia Romagna

Innovazione processi 0,8 1,9 3,1 2,5

Innovazione prodotto 5,7 3,4 0,8 2,5

Ammodernamento, sostituzione macchinari o impianti obsoleti 1,6 2,4 4,6 4,1

Ristrutturazione/rinnovo strutture 3,3 1,3 3,8 1,2

Acquisto immobili, terreni, fabbricati 0,8 0,5 0,0 0,7

Formazione risorse umane/personale 0,8 0,6 0,0 0,3

Acquisto brevetti, marchi 0,0 0,4 0,0 0,0

Acquisto scorte/ reintegro magazzino 6,5 8,5 7,7 7,2

Acquisti materie prime, semilavorati 50,4 57,3 50,8 52,8

Spese correnti 71,5 70,1 82,3 81,8

Pagamento debiti clienti/fornitori 38,2 38,5 23,8 37,8

Spese del personale 49,6 55,9 52,3 55,3

Altra destinazione 0,0 0,2 0,0 0,0

Non sa/ Non risponde 0,8 0,6 0,8 0,5 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

Le aziende piacentine mostrano una minore sensibilità rispetto alla media regionale nell’effettuazione di check-up finanziari. Circa 1/3 delle imprese non effettua mai controlli finanziari a fronte di una media regionale del 27% circa. Si rileva poi come risulti decisamente più modesta la quota di aziende che, al contrario, effettuano con cadenza inferiore all’anno check-up finanziari. In provincia sono il 37% circa del totale a fronte del 43,4% medio dell’Emilia Romagna.

Esaminando poi il grado di utilizzo di strumenti finanziari offerti dalle banche emerge come le imprese piacentine abbiano prevalentemente optato per gli anticipi di credito, ed in particolare per gli anticipi su fatture o s.b.f. Nel primo semestre 2013 rappresentava per il 46,3% delle aziende il principale canale di finanziamento bancario e nel secondo semestre per una quota similare (il 45,4%). Vengono altresì utilizzati da un cospicuo numero di imprese piacentine il mutuo (24,4% di casi nel primo periodo 2013 e 28,5% nel secondo) e l’apertura di credito in conto corrente (24,4% e 36,9% rispettivamente nei due periodi). Risulta rilevante anche la quota di imprese che ricorre a strumenti alternativi quali il leasing finanziario; nel secondo semestre tale strumento viene utilizzato quale canale principale di finanziamento dal 10,8% delle imprese. È, tuttavia, rilevante in particolare nella seconda parte del 2013 la percentuale di imprese (30,8% dei casi) che non utilizza nessuna operazione finanziaria presso gli istituti bancari; addirittura il 2,3% delle aziende della provincia non si rivolge a nessun istituto di credito.

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Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Piacenza ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Piacenza a e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori Percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Piacenza Emilia Romagna Piacenza Emilia Romagna

Anticipi di credito

Anticipi su fatture o s.b.f. 46,3 46,3 45,4 48,5

Anticipi all’export 2,4 2,7 1,5 1,5

Crediti di firma 2,4 3,3 3,1 2,5

Finanziamenti

Prestiti personali o subordinati 1,6 3,5 2,3 3,5

Mutuo 24,4 29,7 28,5 29,9

Apertura di credito in c/c 24,4 25,0 36,9 33,8

Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 8,1 5,7 0,0 2,3

Altre forme di credito

Leasing finanziario 8,1 6,9 10,8 11,1

Factoring 0,8 0,7 0,0 0,6

Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0

Nessun finanziamento

Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 26,8 25,7 30,8 26,2

Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 0,8 1,3 2,3 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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1.2 - L’accesso al credito

La maggior parte delle imprese in provincia di Piacenza  ha  espresso  un  giudizio negativo riguardo all’offerta di credito delle banche, sia per quanto concerne la quantità di credito erogabile (64,2% dei casi di inadeguatezza contro il 29,3% che considera adeguato il credito), sia per i tempi di valutazione delle richieste (65,9% di scontenti rispetto al 26% che esprime giudizi positivi). Per quanto concerne la tipologia di strumenti finanziari offerti dalle banche la differenza tra le percentuali di imprese soddisfatte (39,8% dei casi) e quelle che esprimono un giudizio opposto (53,7%) è minore. Nel secondo semestre del 2013, aumenta però la quota di imprese che ritengono adeguata la quantità di credito disponibile (45,4% dei casi) e diminuisce quella di coloro i quali reputano la stessa inadeguata (43,8%). La situazione migliora, nel corso dell’anno, anche per la tipologia di strumenti finanziari offerti (adeguati per il 43,1% ed inadeguati per il 46,9%) e per i tempi di valutazione delle richieste (adeguati per il 43,1% ed inadeguati per il 46,2%). A livello regionale, nel primo semestre, si notano giudizi meno severi della provincia piacentina, mentre nel secondo semestre si evidenzia una situazione esattamente opposta.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Piacenza ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Piacenza Emilia Romagna Piacenza Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE Adeguato 29,3 31,4 45,4 36,7

Inadeguato 64,2 60,3 43,8 55,3

Non sa/Non risponde 6,5 8,3 10,8 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 39,8 38,7 43,1 42,5

Inadeguato 53,7 51,2 46,9 48,8

Non sa/Non risponde 6,5 10,1 10,0 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 26,0 31,8 43,1 36,1

Inadeguato 65,9 56,7 46,2 55,5

Non sa/Non risponde 8,1 11,5 10,8 8,4 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

A fronte di un generale giudizio di non adeguatezza dell’offerta di credito nella provincia piacentina, che soprattutto nei primi mesi del 2013 è risultato maggiormente critico, gli effettivi utilizzatori di credito bancario hanno dichiarato di aver mantenuto stabile il volume di credito richiesto alle banche. Il 70% circa delle aziende non ha variato la domanda di credito nel primo semestre e tale percentuale è salita all’81,6% nella seconda metà del 2013. Diminuisce, inoltre, nel corso dell’anno la quota di imprese che hanno richiesto un aumento di credito alle banche dal 13,9% al 10,3%, segnale questo di una effettiva difficoltà del sistema imprenditoriale piacentino ad ottenere ulteriore credito.

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Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Piacenza e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne I rapporti col sistema bancario appaiono “complessi” anche osservando le richieste di rientro: la provincia di Piacenza mostra, di fatto, una percentuale più alta di imprese alle quali è stata fatta richiesta di rientro da parte delle banche (18,6% dei casi a fronte di una media regionale del 16% circa nel primo semestre 2013) La situazione sembra poi peggiorare nell’arco della seconda parte del 2013, con un numero di casi di aziende piacentine a cui è stato richiesto dagli istituti bancari di rientrare che si attesta su circa 22 punti percentuali a fronte di una media regionale di 13,6% che è altresì diminuita rispetto ai primi sei mesi dell’anno. Nonostante i difficili rapporti col sistema bancario, la grande maggioranza delle aziende piacentine affermano di aver rispettato i termini di pagamento dei finanziamenti (95,4% dei casi); inoltre, la percentuale di imprese che si è trovata in una situazione di adempienza nella provincia è in linea rispetto al livello regionale, pari al 94,2%. Il rispetto degli adempimenti presi col sistema bancario ha comunque comportato una sostanziale stabilità delle condizioni che regolano i rapporti debitori con le banche; in particolare garanzie, tassi applicati e costi e commissioni. Osservando il quadro evolutivo degli elementi richiamati, va sottolineato come nel primo semestre siano aumentate le garanzie per il 14,0% delle imprese (diminuite per il 5,8%), valore questo inferiore alla media regionale (18,1%). Anche il tasso applicato ed le commissioni hanno subito un aumento per il 40,7% ed il 44,2% delle imprese della provincia, valori inferiori rispetto alla media regionale di circa tre punti percentuali rispettivamente. Nel secondo semestre le garanzie richieste risultano aumentate per il 10,3% delle imprese della provincia, mentre il tasso applicato risulta aumentato per il 27,6% ed i costi e le commissioni sono aumentati per il 44,8% delle aziende della provincia.

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Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Piacenza e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Piacenza e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Piacenza e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Piacenza Emilia Romagna Piacenza Emilia Romagna

Garanzie richieste Aumentata 14,0 18,1 10,3 19,4

Diminuita 5,8 3,1 2,3 1,9

Saldo 8,1 15,0 8,0 17,5 Rimasta stabile 77,9 77,4 87,4 78,2

Non sa/non risponde 2,3 1,5 0,0 0,4

Tasso Applicato

Aumentata 40,7 44,0 27,6 37,5

Diminuita 15,1 6,1 4,6 4,2

Saldo 25,6 37,9 23,0 33,4 Rimasta stabile 38,4 45,5 64,4 55,6

Non sa/non risponde 5,8 4,5 3,4 2,7

Costi/Commissioni

Aumentata 44,2 47,1 44,8 47,1

Diminuita 9,3 3,0 1,1 1,4

Saldo 34,9 44,1 43,7 45,7 Rimasta stabile 40,7 46,7 54,0 49,8

Non sa/non risponde 5,8 3,3 0,0 1,7 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

     

1.3- Il ricorso al Confidi

Le difficoltà di accesso al credito riscontrate dalle imprese nella provincia di Piacenza ed il contestuale allontanamento delle stesse dal mondo bancario per le proprie esigenze di finanziamento si riverbera anche sul ricorso allo strumento del confidi, importante canale di accesso al credito per le imprese, soprattutto in chiave di mitigazione del rischio. Nella provincia di Piacenza, infatti, il confidi è utilizzato dal 17,9% delle imprese, valore che risulta inferiore a quello medio regionale (26,3%). Coloro i quali hanno fatto ricorso ai confidi esprimono poi giudizi non del tutto positivi. La percezione su un effettivo vantaggio nel ricorso ai confidi rispetto alle condizioni di mercato riguarda una quota minoritaria di imprese, mentre la prevalenza dei giudizi si orienta una neutralità di intervento.

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Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Piacenza e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Piacenza e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Piacenza Emilia Romagna

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Accesso al credito 31,8 22,7 45,5 0,0 35,2 25,6 35,2 4,1

Tasso Applicato 27,3 36,4 36,4 0,0 33,9 25,8 34,7 5,6 Quantità credito concesso 22,7 27,3 50,0 0,0 26,3 17,7 50,6 5,3

Garanzie richieste 13,6 40,9 45,5 0,0 20,0 19,5 55,2 5,3

Costi complessivi del garante e della banca 4,5 27,3 68,2 0,0 13,7 27,1 53,2 6,1

Consulenza e altri servizi 4,5 18,2 72,7 4,5 12,7 12,4 67,6 7,3

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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SCHEDA 7 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI RAVENNA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

Il tessuto imprenditoriale della provincia di Ravenna ha mostrato una situazione di difficoltà nel 2013 che è andata tuttavia attenuandosi nel corso dell’anno. Le imprese che evidenziano un calo del fatturato sono il 47% del totale nei primi sei mesi dell’anno e divengono il 42,7% nel successivo semestre. Al contempo aumenta la quota di imprenditori che hanno mantenuto stabile il proprio giro d’affari, passando dal 40,4% al 46%. L’andamento evidenziato dalla provincia ravennate, inoltre, risulta in linea con la media dell’Emilia Romagna.

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Ravenna e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 

Anche l’utilizzo prevalente delle risorse finanziarie delle imprese ravennati rispecchia sostanzialmente il profilo medio dell’Emilia Romagna. La principale destinazione risulta, infatti, sia nel primo sia nel secondo semestre 2013, il pagamento delle spese correnti, come indicato dal 68,2% delle aziende locali a fronte di una media regionale del 70% nei primi sei mesi dell’anno e dal 78,7% dei casi contro l’82% circa nella seconda parte. A seguire gli imprenditori indicano le spese per il personale (62% dei casi in provincia in entrambi i periodi) e l’acquisto di materie prime e semilavorati (51,7% nel primo semestre e 59,3% nel secondo). Dal lato delle spese in conto capitale, la percentuale di imprenditori che destinano risorse a tale scopo risulta essere inferiore o al più uguale al 2,0% sia per l’innovazione di processo che di prodotto. Rimane bassa anche nel secondo periodo la percentuale delle imprese che ha investito nell’innovazione dei processi produttivi, nell’acquisto dei mobili e nell’innovazione del prodotto e nella formazione del personale.

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Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Ravenna ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Ravenna Emilia Romagna Ravenna Emilia Romagna

Innovazione processi 1,3 1,9 2,0 2,5

Innovazione prodotto 2,0 3,4 0,7 2,5

Ammodernamento, sostituzione macchinari o impianti obsoleti 1,3 2,4 0,0 4,1

Ristrutturazione/rinnovo strutture 0,7 1,3 0,0 1,2

Acquisto immobili, terreni, fabbricati 2,0 0,5 2,0 0,7

Formazione risorse umane/personale 2,0 0,6 0,7 0,3

Acquisto brevetti, marchi 0,7 0,4 0,0 0,0

Acquisto scorte/ reintegro magazzino 9,3 8,5 9,3 7,2

Acquisti materie prime, semilavorati 51,7 57,3 59,3 52,8

Spese correnti 68,2 70,1 78,7 81,8

Pagamento debiti clienti/fornitori 31,1 38,5 38,0 37,8

Spese del personale 62,3 55,9 62,7 55,3

Altra destinazione 0,0 0,2 0,0 0,0

Non sa/ Non risponde 0,7 0,6 0,0 0,5 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne Le aziende ravennati hanno evidenziato una spiccata capacità di controllo della propria situazione finanziaria. Il 44,7% delle imprese locali, infatti, effettua dei controlli con cadenza inferiore all’anno, mentre quelle che eseguono controlli almeno ogni dodici mesi rappresentano il 16%. La sensibilità rispetto ai check-up finanziari della provincia di Ravenna risulta poi in linea con nella media regionale, dal momento che circa il 27% delle imprese emiliano-romagnole non effettua check-up finanziari.

Riguardo poi l’utilizzo di strumenti di finanziamento bancari, si osserva come nella provincia ravennate gli imprenditori hanno optato prevalentemente per l’anticipo di credito sotto forma di anticipi su fatture o s.b.f. (45% di casi nei primi sei mesi del 2013 e 48,7% nella seconda metà dell’anno). Seguono poi, in ordine di importanza, i mutui (scelti dal 29% circa e dal 33% circa di imprese nei due periodi in esame) e le aperture di credito in c/c; queste ultime hanno visto una notevole crescita di utilizzo nel corso dell’anno, dal momento che si passa da un 24,5% di aziende ravennati che ne fanno uso nei primi sei mesi del 2013 al 38,7% del secondo semestre. Stante l’importanza del canale bancario per il finanziamento delle attività aziendali, va osservato però come il 27,2% delle imprese locali non ha utilizzato nel 2013 (il 25,3% nel secondo semestre) alcuna operazione finanziaria presso gli istituti bancari, mentre il 3,3% (2,0% negli ultimi sei mesi dell’anno) non ha intrattenuto alcun tipo di rapporto con gli istituti di credito.

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Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Ravenna ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Ravenna e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori Percentuali*)

1° semestre 2° semestre

Ravenna Emilia Romagna Ravenna Emilia Romagna

Anticipi di credito

Anticipi su fatture o s.b.f. 45,0 46,3 48,7 48,5

Anticipi all’export 1,3 2,7 1,3 1,5

Crediti di firma 5,3 3,3 2,7 2,5

Finanziamenti

Prestiti personali o subordinati 5,3 3,5 7,3 3,5

Mutuo 29,1 29,7 32,7 29,9

Apertura di credito in c/c 24,5 25,0 38,7 33,8

Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 4,6 5,7 2,0 2,3

Altre forme di credito

Leasing finanziario 5,3 6,9 9,3 11,1

Factoring 0,0 0,7 0,7 0,6

Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0

Nessun finanziamento

Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 27,2 25,7 25,3 26,2

Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 3,3 1,3 2,0 3,0 * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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1.2- L’accesso al credito

Osservando i giudizi espressi in riferimento all’accesso al credito nella provincia di Ravenna emerge un quadro meno pessimista della media regionale, considerato che la differenza tra la percentuale di imprese che giudicano adeguati i principali parametri di accesso al credito (quantità di credito disponibile, tipologia di strumenti finanziari offerti e tempi di valutazione delle richieste di fido) e quella di aziende di opinione contraria risulta nettamente inferiore ai valori registrati nella regione. In particolare, nel primo semestre 2013, il 49% delle imprese ravennati ha considerato la quantità di credito disponibile inadeguato, a fronte di un 39,1% che considera la stessa adeguata, mentre in Emilia Romagna le due percentuali ammontano rispettivamente al 60,3% e al 31,4%. Per quanto riguarda le tipologie di strumenti finanziari offerti dalle banche, il 49% delle imprese in provincia di Ravenna le considera adeguate, mentre il 40,4% esprime opinione contraria; nella regione i giudizi di inadeguatezza abbracciano, la contrario, la maggioranza delle imprese attestandosi al 51,2%. Rispetto ai tempi di valutazione e accettazione delle richieste, infine, il 45% delle imprese ravennati esprime un giudizio di inadeguatezza a fronte del 56,7% delle aziende emiliano-romagnole, mentre il 39,7% ritiene la tempistica adeguata a fronte di un 31,8% medio regionale.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Ravenna ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Ravenna Emilia Romagna Ravenna Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE

Adeguato 39,1 31,4 43,3 36,7

Inadeguato 49,0 60,3 50,7 55,3

Non sa/Non risponde 11,9 8,3 6,0 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 49,0 38,7 48,7 42,5

Inadeguato 40,4 51,2 42,7 48,8

Non sa/Non risponde 10,6 10,1 8,7 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 39,7 31,8 42,7 36,1

Inadeguato 45,0 56,7 48,7 55,5

Non sa/Non risponde 15,2 11,5 8,7 8,4 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Oltre al giudizio che le imprese hanno dato sull’accesso al credito, è interessante notare l’andamento delle effettive richieste di credito da parte delle imprese gli istituti bancari. A tal proposito emerge in provincia di Ravenna un quadro in linea con la situazione della regione dal momento che 3 imprese su 4 hanno dichiarato di non aver aumentato la richiesta di credito nel corso del 2013 agli istituti di riferimento. La quota di imprese che ha aumentato la richiesta di credito (15,4% nei due periodi in esame ) risulta nella seconda parte dell’anno leggermente maggiore dell’analoga incidenza regionale (che si attesta al 13,8%).

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Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Ravenna e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne Per quanto riguarda le richieste di rientro espresse dal sistema bancario alle imprese clienti, invece, si evince come nella provincia di Ravenna risulti più modesta la quota di imprenditori cui è stata rivolta tale richiesta: nei primi sei mesi del 2013 il 15,4% ha ricevuto una richiesta di rientro a fronte del 16,1% medio della regione. La relazionalità con il sistema bancario tende a migliorare nella seconda parte dell’anno dal momento che meno del 10% degli imprenditori ravennati ha ricevuto una richiesta di rientrare a fronte del 13,6% medio dell’Emilia Romagna. Rispetto alla condizione di adempienza rispetto agli impegni presi dalle imprese in provincia di Ravenna col sistema bancario si osserva una alta percentuale di imprese che sono riuscite nel 2013 a rispettare tali impegni (92,7% dei casi). La percentuale di imprese che si è trovata in una situazione di adempienza sale a 94,2% se si considera il totale della regione. La capacità delle imprese di Ravenna di adempiere agli impegni finanziari presi si riverbera su una sostanziale stabilità delle garanzie applicate ai finanziamenti in essere nel corso del 2013; in particolare nel primo semestre sono aumentate le garanzie richieste per il 22,1% delle imprese (incidenza leggermente superiore alla media regionale pari al 18,1%), mentre sono rimaste stabili per il 74% dei clienti. Anche i tassi applicati ed i costi bancari sono rimasti stabili per la maggior parte dei clienti ravennati nei primi sei mesi dell’anno; tuttavia, i tassi e i costi hanno subito un aumento per il 38,5% delle imprese della provincia, ma tali valori risultano inferiori rispetto alla media regionale rispettivamente di 5,5 e di circa 8,5 punti percentuali. Nel secondo semestre la situazione si presenta diversa dal semestre precedente, dal momento che l’incidenza di imprese che lamentano un incremento dei tassi e dei costi risulta in provincia in crescita a differenza della regione in cui, invece, è diminuita.

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Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Ravenna e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Ravenna e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Ravenna e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Ravenna Emilia Romagna Ravenna Emilia Romagna

Garanzie richieste Aumentata 22,1 18,1 22,1 19,4

Diminuita 1,9 3,1 1,9 1,9

Saldo 20,2 15,0 20,2 17,5 Rimasta stabile 74,0 77,4 76,0 78,2

Non sa/non risponde 1,9 1,5 0,0 0,4

Tasso applicato

Aumentata 38,5 44,0 43,3 37,5

Diminuita 5,8 6,1 2,9 4,2

Saldo 32,7 37,9 40,4 33,4 Rimasta stabile 52,9 45,5 51,9 55,6

Non sa/non risponde 2,9 4,5 1,9 2,7

Costi commissioni

Aumentata 38,5 47,1 46,2 47,1

Diminuita 1,0 3,0 1,9 1,4

Saldo 37,5 44,1 44,2 45,7 Rimasta stabile 53,8 46,7 51,0 49,8

Non sa/non risponde 6,7 3,3 1,0 1,7 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

   

1.3- Il ricorso al Confidi

Le imprese ravennati mostrano una spiccata relazionalità con il mondo dei confidi. Il 28,5% delle aziende ha infatti fatto ricorso a tali strutture per accedere al credito bancario a fronte di una media regionale pari al 26,3%. L’intervento dei confidi è risultato inoltre migliorativo delle condizioni medie praticate dal mercato nell’accesso al credito per il 30,2% delle imprese della provincia di Ravenna, mentre il 25,6% delle imprese ha espresso opinione contraria considerando che con il Confidi le condizioni di accesso siano peggiori. Per le altre voci relative alle condizioni di accesso al credito, le imprese mostrano pareri maggiormente orientati verso una “neutralità” dei confidi. Infatti oltre il 50% delle imprese non ha osservato alcun cambiamento tra le condizioni offerte tramite intervento dei Confidi e quelle offerte dal mercato bancario.

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Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Ravenna e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Ravenna e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Ravenna Emilia Romagna

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde

Condizioni migliori

Condizioni peggiori

Nessun cambiamento

Non sa /Non

risponde Accesso al credito 30,2 25,6 39,5 4,7 35,2 25,6 35,2 4,1

Tasso Applicato 32,6 18,6 41,9 7,0 33,9 25,8 34,7 5,6 Quantità credito concesso 20,9 11,6 58,1 9,3 26,3 17,7 50,6 5,3

Garanzie richieste 11,6 18,6 60,5 9,3 20,0 19,5 55,2 5,3

Costi complessivi del garante e della banca 14,0 23,3 53,5 9,3 13,7 27,1 53,2 6,1

Consulenza e altri servizi 14,0 14,0 55,8 16,3 12,7 12,4 67,6 7,3

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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SCHEDA 8 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI REGGIO EMILIA

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

In provincia di Reggio Emilia l’andamento del fatturato aziendale ha evidenziato una stabilità per la maggior parte delle imprese. Nei primi sei mesi del 2013 sono, infatti, circa il 44% gli imprenditori che hanno registrato un livello stabile del fatturato (mentre in Emilia Romagna sono il 40,3%) e nella seconda parte dell’anno il 48,5% delle aziende dichiara una stabilità del proprio giro d’affari a fronte di una media regionale del 46,7%. Durante il corso dell’anno si nota altresì sia una diminuzione delle aziende che hanno registrato un calo sia di quelle che hanno avuto una crescita del volume d’affari; inoltre, inferiore alla regione risulta nella seconda metà del 2013 la quota di aziende che hanno visto un aumento del proprio fatturato (10,1% a fronte dell’11,8%).

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Reggio Emilia e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 Nei primi sei mesi dell’anno 2013, inoltre, le aziende reggiane hanno utilizzato risorse finanziarie principalmente per affrontare le spese correnti (66,7% dei casi). A seguire viene indicato l’acquisto di materie prime e semilavorati (61,4%), le spese per il personale (54,4%), ed il pagamento dei debiti verso i fornitori (40,9%). Non va trascurata tuttavia la quota di aziende che ha destinato risorse all’innovazione di processo e di prodotto; circa il 5% degli imprenditori reggiani, infatti, ha investito nella prima metà dell’anno in innovazione a fronte di una media regionale rispettivamente del 2% circa relativamente all’innovazione di processo e del 3,4% all’innovazione di prodotto.

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Nel secondo semestre, tuttavia, cresce nettamente l’esigenza di far fronte alle spese correnti dal momento che circa l’83% delle aziende le indica come destinazione principale delle risorse a disposizione. Diminuisce al contempo la quota di coloro i quali hanno optato per acquisto di materie prime e semilavorati, segnale questo di una stabilità o di un calo delle attività. Cresce, invece, la quota di aziende che investono in innovazione di processo, rappresentando il 6,5% del totale, valore questo nettamente superiore alla media regionale che si attesta al 2,5%. Aumenta nel secondo periodo dell’anno anche l’incidenza delle imprese che hanno investito nell’ammodernamento dei macchinari (7,7% dei casi a fronte del 4% circa regionale), segnale questo di una spiccata fiducia in una pronta ripresa delle attività produttive da parte degli imprenditori reggiani.

Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Reggio Emilia ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)     1°  semestre   2°  semestre        Reggio  Emilia   Emilia  Romagna   Reggio  Emilia   Emilia  Romagna  Innovazione  processi   4,7   1,9   6,5   2,5  

Innovazione  prodotto   4,7   3,4   4,1   2,5  Ammodernamento,  sostituzione  macchinari  o  impianti  obsoleti  

1,8   2,4   7,7   4,1  

Ristrutturazione/rinnovo  strutture   1,8   1,3   1,2   1,2  Acquisto  immobili,  terreni,  fabbricati  

0,6   0,5   0,0   0,7  

Formazione  risorse  umane/personale  

0,0   0,6   0,6   0,3  

Acquisto  brevetti,  marchi   0,0   0,4   0,0   0,0  Acquisto  scorte/  reintegro  magazzino  

7,6   8,5   6,5   7,2  

Acquisti  materie  prime,  semilavorati  

61,4   57,3   46,2   52,8  

Spese  correnti   66,7   70,1   82,8   81,8  Pagamento  debiti  clienti/fornitori   40,9   38,5   39,6   37,8  

Spese  del  personale   54,4   55,9   53,8   55,3  

Altra  destinazione   0,6   0,2   0,0   0,0  

Non  sa/  Non  risponde   0,0   0,6   0,6   0,5  * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  

Le aziende reggiane mostrano altresì una elevata attenzione al monitoraggio del proprio “stato di salute finanziaria”. A fronte, infatti, di un 47,3% di aziende che effettua check-up finanziari con cadenze inferiori all’anno, solamente il 21,3% dichiara di non svolgere mai alcun controllo finanziario. Nella regione l’incidenza delle aziende che non monitorano il proprio equilibrio finanziario ammontano, invece, al 27% circa del totale, percentuale questa superiore di circa 6 punti rispetto alla provincia reggiana. Tra gli strumenti di credito bancario utilizzati dalle imprese in provincia di Reggio Emilia, il principale risulta essere l’anticipo su fatture o s.b.f , indicato nel primo semestre del 2013 dal 41% delle imprese, percentuale questa che resta sostanzialmente stabile anche nella seconda metà dell’anno. Vengono utilizzati come strumenti di finanziamento principale anche il mutuo (25,6% dei casi nel primo periodo dell’anno e 30,8% nel secondo) e le aperture di credito in conto corrente (24,6% e 32,5% dei casi nei due periodi); inoltre, risulta discreta anche la quota di imprese che ricorrono a strumenti alternativi quali il leasing finanziario (9,9% e 10,7% dei casi). È rilevante, tuttavia, la percentuale di aziende reggiane pari al 27,5% (valore in linea con la media regionale) che non utilizza alcuna operazione di finanziamento, segnale questo di possibili criticità anche nella provincia nell’accesso al credito bancario.

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Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Reggio Emilia ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Reggio Emilia a e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori Percentuali*) 1° semestre 2° semestre Reggio Emilia Emilia Romagna Reggio Emilia Emilia Romagna Anticipi di credito Anticipi su fatture o s.b.f. 40,9 46,3 40,8 48,5 Anticipi all’export 4,7 2,7 1,8 1,5 Crediti di firma 4,1 3,3 1,2 2,5 Finanziamenti Prestiti personali o subordinati 3,5 3,5 4,1 3,5 Mutuo 28,7 29,7 30,8 29,9 Apertura di credito in c/c 24,6 25,0 32,5 33,8 Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 6,4 5,7 1,2 2,3 Altre forme di credito Leasing finanziario 9,9 6,9 10,7 11,1 Factoring 0,6 0,7 0,0 0,6 Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0 Nessun finanziamento Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 27,5 25,7 27,8 26,2 Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 0,0 1,3 3,0 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

1.2- L’accesso al credito

Se si osservano i giudizi espressi dagli imprenditori reggiani circa l’offerta di credito in provincia, si nota come prevalgono sia nel primo che nel secondo semestre 2013 i giudizi di inadeguatezza relativamente alle tre componenti esaminate. Il 53% circa delle imprese esprime, infatti, un giudizio di inadeguatezza rispetto alla quantità di credito disponibile, mentre il 37,4% ha un’opinione contraria. Rispetto, invece, alla tipologia di strumenti finanziari offerti, il 50,3% delle imprese considera inadeguata l’offerta, mentre ancor più elevata risulta l’incidenza degli scontenti riguardo ai tempi di valutazione delle richieste di fido, dal momento che

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sono il 55,6% del totale nel primo semestre 2013 ed addirittura il 62,1% nella seconda metà dell’anno. I valori evidenziati nella provincia reggiana, ad ogni modo, risultano in linea con quelli monitorati nella regione, anche se sulla tempistica di valutazione delle pratiche di fido, le imprese emiliano-romagnole mostrano giudizi meno critici, visto che circa il 36% delle stesse giudica la tempistica adeguata.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Reggio Emilia ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Reggio Emilia Emilia Romagna Reggio Emilia Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE Adeguato 37,4 31,4 39,6 36,7

Inadeguato 52,6 60,3 53,3 55,3

Non sa/Non risponde 9,9 8,3 7,1 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 39,2 38,7 42,6 42,5

Inadeguato 50,3 51,2 50,3 48,8

Non sa/Non risponde 10,5 10,1 7,1 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 33,9 31,8 31,4 36,1

Inadeguato 55,6 56,7 62,1 55,5

Non sa/Non risponde 10,5 11,5 6,5 8,4 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Le imprese reggiane mostrano comunque nel corso del 2013 una maggior necessità rispetto alla media regionale di accedere al credito bancario, dal momento che i casi di effettivo aumento delle richieste di credito sono soprattutto nella seconda metà dell’anno superiori al profilo medio dell’Emilia Romagna (21,2% delle aziende a fronte del 13,8% regionale). Inoltre, nel secondo semestre raddoppia la percentuale di imprese che hanno aumentato la richiesta di credito bancario (dal 10,9% al 21,2%) e si riduce al 3,5% dall’iniziale 8,4% la quota di imprese che ha diminuito tale richiesta. Ad ogni modo la maggior parte degli imprenditori non ha variato la propria domanda di credito bancario, visto che oltre il 75% delle imprese reggiane è rimasto nel secondo semestre dell’anno su livelli di credito concessi stabili.

Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Reggio Emilia e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Anche per quanto riguarda le richieste di rientro, la provincia di Reggio Emilia mostra valori simili ai livelli regionali ma solo nel primo semestre 2013: il 71,4% di imprese non ha sconfinato, l’8,4% non ha ricevuto richiesta di rientro pur avendo sconfinato ed il 16,8% ha ricevuto una richiesta di rientro. Nel secondo semestre, invece, si riduce al 7,1% la percentuale di imprese che hanno ricevuto richiesta di rientro (13,6% nella regione) ed aumentano le aziende che non hanno sconfinato (79,6%), superando nettamente il livello regionale (68,5%).

Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Reggio Emilia e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

La maggior virtuosità delle aziende reggiane rispetto alla regione viene testimoniata anche dal fatto che circa il 96% delle stesse dichiara di aver provveduto ad adempiere agli impegni finanziari presi col sistema bancario, mentre in regione si osserva una maggior quota di aziende inadempienti (sono il 5,8% del totale). La maggior virtuosità delle aziende reggiane rispetto al profilo medio dell’Emilia Romagna, viene altresì evidenziata dall’evoluzione delle condizioni che regolano i rapporti debitori con le banche ed in primis la richiesta di garanzie. Sono circa il 16% delle aziende a sottolineare un aumento delle garanzie a fronte del 18% medio della regione. Inoltre, la quota di aziende in provincia di Reggio Emilia che testimonia che le garanzie richieste sono rimaste stabili si attesta al 79% nei primi sei mesi dell’anno 2013 e all’81,4% nel secondo semestre. Per quanto riguarda il tasso applicato, il 54,6% delle aziende nella prima metà dell’anno non ha subito modificazioni a fronte del 45% circa di imprese regionali. I costi e le commissioni sono rimasti stabili, infine, per il 52,1% degli imprenditori reggiani a fronte del 46,7% medio di casi in Emilia Romagna.

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Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Reggio Emilia e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Reggio Emilia e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

    1°  semestre   2°  semestre  

    Reggio  Emilia   Emilia  Romagna   Reggio  Emilia   Emilia  Romagna  

Garanzie  richieste                  Aumentata   16,0   18,1   15,9   19,4  

Diminuita   1,7   3,1   2,7   1,9  

Saldo   14,3   15,0   13,3   17,5  

Rimasta  stabile   79,0   77,4   81,4   78,2  

Non  sa/non  risponde   3,4   1,5   0,0   0,4  

Tasso  Applicato          

Aumentata   37,8   44,0   32,7   37,5  

Diminuita   3,4   6,1   5,3   4,2  

Saldo   34,5   37,9   27,4   33,4  

Rimasta  stabile   54,6   45,5   61,1   55,6  

Non  sa/non  risponde   4,2   4,5   0,9   2,7  

Costi/Commissioni          

Aumentata   42,9   47,1   46,0   47,1  

Diminuita   1,7   3,0   1,8   1,4  

Saldo   41,2   44,1   44,2   45,7  

Rimasta  stabile   52,1   46,7   50,4   49,8  

Non  sa/non  risponde   3,4   3,3   1,8   1,7  Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

1.3- Il ricorso al Confidi

Da ultimo si osserva il grado di ricorso ai Confidi, soggetti che da sempre rappresentano un importante canale di accesso al credito per le imprese, soprattutto per quelle di piccola dimensione che hanno minore capacità contrattuale con il sistema bancario. Nella provincia di Reggio Emilia, il 26,9% delle imprese ricorre ai Confidi, valore questo in linea con la media regionale (26,3% dei casi). Nella provincia di Reggio Emilia,

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tuttavia, risultano esserci più imprese che si sono rivolte al Confidi che ritengono che le condizioni per l’accesso al credito (32,6% dei casi) ed il tasso applicato (32,6%) siano risultati peggiori rispetto alle condizioni mediamente praticate nel mercato, mentre circa il 25% ha espresso un’opinione opposta. Per quanto riguarda la quantità di credito concesso e le garanzie richieste, le opinioni sulle condizioni ottenute tramite intervento dei Confidi sono omogenee: il 17,4% delle aziende considera le garanzie richieste migliori e altrettante sono quelle che le considerano peggiori, mentre per la quantità di credito concesso la percentuale è pari in entrambi i casi al 19,6%.

Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Reggio Emilia e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Reggio Emilia e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

  Reggio  Emilia   Emilia  Romagna  

   Condizioni  migliori  

Condizioni  peggiori  

Nessun  cambiamento  

Non  sa  /Non  

risponde  

Condizioni  migliori  

Condizioni  peggiori  

Nessun  cambiamento  

Non  sa  /Non  

risponde  

Accesso  al  credito   23,9   32,6   34,8   8,7   35,2   25,6   35,2   4,1  

Tasso  Applicato   26,1   32,6   28,3   13,0   33,9   25,8   34,7   5,6  

Quantità  credito  concesso  

19,6   19,6   50,0   10,9   26,3   17,7   50,6   5,3  

Garanzie  richieste   17,4   17,4   52,2   13,0   20,0   19,5   55,2   5,3  

Costi  complessivi  del  garante  e  della  banca  

15,2   23,9   45,7   15,2   13,7   27,1   53,2   6,1  

Consulenza  e  altri  servizi  

13,0   19,6   56,5   10,9   12,7   12,4   67,6   7,3  

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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SCHEDA 9 – DOMANDA ED OFFERTA DI CREDITO IN PROVINCIA DI RIMINI

1.1 - L’assetto finanziario delle aziende

La provincia riminese ha evidenziato nel corso del 2013 difficoltà maggiori rispetto alla regione emiliano-romagnola, dal momento che la quota di imprese che hanno registrato una diminuzione del fatturato in provincia supera l’analoga quota regionale: nei primi sei mesi dell’anno, infatti, 1 azienda riminese su 2 lamenta un calo del proprio giro d’affari a fronte del 47,8% medio regionale; nel semestre successivo le aziende che hanno subito una diminuzione del fatturato sono il 46,6% del totale della provincia superando di 5 punti percentuali l’analogo valore della regione. All’opposto le imprese che hanno accresciuto il proprio fatturato rappresentano nel territorio riminese meno del 10% del totale a fronte del 12% dell’Emilia Romagna.

Graf. 1 - Andamento del fatturato nel primo e nel secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Rimini e in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne  Osservando, invece, le scelte di allocazione delle risorse finanziarie a disposizione si nota come, nel primo semestre 23013, le aziende riminesi abbiano optato in netta maggioranza per la gestione delle attività ordinarie. La principale destinazione risulta, infatti, il pagamento delle spese correnti (71,1% dei casi), ed in seconda battuta le spese per il personale (58,5%) e l’acquisto di materie prime e semilavorati (52,8%); rilevante risulta altresì la quota di aziende che hanno destinato risorse per il pagamento dei debiti verso i fornitori (39,4% dei casi). Poche sono, invece, le aziende che hanno optato per il finanziamento dell’attività di investimento, anche se l’incidenza sul totale delle aziende della provincia risulta leggermente superiore alla media regionale sia per l’innovazione dei processi sia per l’innovazione del prodotto (2,1% e 4,2% dei casi rispettivamente). Cresce poi nel corso del secondo semestre, l’attenzione verso la gestione delle spese correnti, che vengono indicate come destinazione principale da circa l’84% delle aziende riminesi.

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Il 55,6% ed il 58,8% delle imprese ha indicato, altresì, nella seconda metà dell’anno, le spese per il personale e l’acquisto di materie prime, come principali scelte di allocazione finanziaria, mentre risulta in diminuzione la quota di imprenditori che hanno destinato risorse all’innovazione.

Tab. 1 - Destinazioni principali delle risorse finanziarie nel corso del primo e del secondo semestre 2013 delle imprese in provincia di Rimini ed in Emilia Romagna (Valori percentuali*)     1°  semestre   2°  semestre  

     Rimini   Emilia  Romagna   Rimini   Emilia  Romagna  

Innovazione  processi   2,1   1,9   1,4   2,5  

Innovazione  prodotto   4,2   3,4   2,8   2,5  Ammodernamento,  sostituzione  macchinari  o  impianti  obsoleti  

2,8   2,4   2,1   4,1  

Ristrutturazione/rinnovo  strutture   1,4   1,3   0,7   1,2  Acquisto  immobili,  terreni,  fabbricati  

0,0   0,5   0,0   0,7  

Formazione  risorse  umane/personale  

1,4   0,6   0,7   0,3  

Acquisto  brevetti,  marchi   0,7   0,4   0,0   0,0  Acquisto  scorte/  reintegro  magazzino  

6,3   8,5   7,0   7,2  

Acquisti  materie  prime,  semilavorati   52,8   57,3   52,8   52,8  

Spese  correnti   71,1   70,1   83,8   81,8  

Pagamento  debiti  clienti/fornitori   39,4   38,5   38,0   37,8  

Spese  del  personale   58,5   55,9   55,6   55,3  

Altra  destinazione   0,0   0,2   0,0   0,0  

Non  sa/  Non  risponde   0,7   0,6   0,0   0,5  * Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Particolare attenzione riveste poi in provincia l’attività di monitoraggio dello stato finanziario dell’azienda. Nel territorio riminese, infatti, il 46,5% delle imprese effettua controlli finanziari con cadenza inferiore all’anno a fronte del 43,4% medio dell’Emilia Romagna. Pur tuttavia, le aziende che non effettuano controllo alcuno sono il 29% circa, ossia una quota leggermente superiore a quella registrata in regione (27,1%).

I rapporti con il sistema bancario nella provincia di Rimini appaiono essere caratterizzati soprattutto per l’utilizzo di uno strumento finanziario che garantisce liquidità immediata. Sono, infatti, oltre il 54% le aziende che eleggono come principale strumento di finanziamento bancario l’anticipo su fatture o s.b.f. e tale incidenza risulta nettamente superiore alla media regionale in entrambi i semestri del 2013. Vengono altresì utilizzati come strumento di finanziamento il mutuo, indicato dal 33,1% delle aziende riminesi nella prima parte dell’anno e dal 28,9% nella seconda, e l’apertura di credito in conto corrente (27,5% e 30,3% dei casi nei due periodi in esame). Risulta, invece, più contenuta della media regionale la quota di imprese che ricorre a strumenti alternativi quali il leasing finanziario, i finanziamenti agevolati o i crediti di firma. È rilevante, anche se in linea con la media regionale, la percentuale di imprese, pari al 24,6% (27,5% nel secondo semestre), che non utilizza alcuna operazione finanziaria.

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Graf. 2 - Cadenza dei check-up finanziari effettuati dalle imprese nel corso del 2013 in provincia di Rimini ed in Emilia Romagna (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

 

Tab. 2 - Principali strumenti di finanziamento delle imprese in provincia di Rimini e in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori Percentuali*) 1° semestre 2° semestre Rimini Emilia Romagna Rimini Emilia Romagna Anticipi di credito Anticipi su fatture o s.b.f. 54,2 46,3 57,0 48,5 Anticipi all’export 0,7 2,7 2,1 1,5 Crediti di firma 2,1 3,3 1,4 2,5 Finanziamenti Prestiti personali o subordinati 2,1 3,5 4,2 3,5 Mutuo 33,1 29,7 28,9 29,9 Apertura di credito in c/c 27,5 25,0 30,3 33,8 Finanziamenti agevolati a fronte di leggi specifiche 2,1 5,7 2,1 2,3 Altre forme di credito Leasing finanziario 6,3 6,9 9,2 11,1 Factoring 0,7 0,7 0,7 0,6 Altre tipologie 0,0 0,1 0,0 0,0 Nessun finanziamento Non utilizzo nessuna operazione finanziaria 24,6 25,7 27,5 26,2 Non mi rivolgo a nessun istituto di credito 0,0 1,3 1,4 3,0

* Trattandosi di domanda a risposta multipla il totale può differire da 100

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

1.2- L’accesso al credito

Riguardo all’accesso al credito, le imprese in provincia di Rimini esprimono, complessivamente, un giudizio negativo. In particolare, relativamente alla quantità di credito disponibile, il 66,9% delle imprese riminesi ha espresso, nel primo semestre 2013, un giudizio negativo, a fronte di un 28,2% che considera la stessa adeguata; nel secondo semestre le percentuali si attestano al 63,4% e 27,5% rispettivamente. Per quanto riguarda la tipologia di strumenti finanziari offerti dalle banche ed i tempi di valutazione e accettazione delle richieste, il 54,2% ed il 62,7% delle imprese in provincia di Rimini pronuncia un giudizio di inadeguatezza, rispetto al 38% ed al 27,5% rispettivamente che le ritiene adeguate.

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Nel secondo semestre la situazione si presenta leggermente migliore rispetto alla prima parte dell’anno con una minor incidenza di imprese che esprimono giudizi di inadeguatezza relativamente alla tipologia di strumenti finanziari ed ai tempi di valutazione (49,3% e 55,6% dei casi). Se confrontata poi con la situazione della regione, appare più critico il quadro del credito disponibile in provincia, mentre la tempistica di valutazione delle richieste di fido e la tipologia di strumenti offerti raccolgono percentuali di insoddisfazione similari a quelle registrate in Emilia Romagna.

Tab. 3 - Giudizio sull'accesso al credito presso le banche operative nella provincia di Rimini ed in Emilia Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 con riferimento alla quantità di credito disponibile / erogabile; alla tipologia di strumenti finanziari offerti ed ai tempi di valutazione / accettazione richieste credito (valori percentuali)

1° semestre 2° semestre

Rimini Emilia Romagna Rimini Emilia Romagna

QUANTITA' CREDITO DISPONIBILE / EROGABILE Adeguato 28,2 31,4 27,5 36,7

Inadeguato 66,9 60,3 63,4 55,3

Non sa/Non risponde 4,9 8,3 9,2 8,1

TIPOLOGIA DI STRUMENTI FINANZIARI OFFERTI

Adeguato 38,0 38,7 42,3 42,5

Inadeguato 54,2 51,2 49,3 48,8

Non sa/Non risponde 7,7 10,1 8,5 8,7

TEMPI DI VALUTAZIONE / ACCETTAZIONE RICHIESTE CREDITO

Adeguato 27,5 31,8 35,9 36,1

Inadeguato 62,7 56,7 55,6 55,5

Non sa/Non risponde 9,9 11,5 8,5 8,4 Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Soprattutto nella prima parte del 2013 si è registrato in provincia un discreto incremento delle richieste di aumento di credito da parte delle imprese clienti. Sono, infatti, il 16,2% ad esprimere l’esigenza di aumentare i volumi di credito bancari a fronte del 9% circa del secondo semestre. Si rileva, comunque, una sostanziale stabilità in termini di ammontare della richiesta di credito bancario, così come asserito dal 75,2% delle imprese nei primi sei mesi del 2013 e dall’81,2% nel secondo semestre, incidenza questa leggermente superiore a quella individuata nel resto della regione (78,6% dei casi).

Graf. 3 - Evoluzione della richiesta di credito bancario in provincia di Rimini e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre del 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Le banche dal canto loro hanno espresso una richiesta di rientro sulle linee di finanziamento soprattutto nella prima parte del 2013. Sono, infatti, il 19% le aziende cha hanno ricevuto la richiesta di rientrare nei primi sei mesi dell’anno. La situazione della provincia di Rimini appare peggiore di quella verificatasi nel resto della regione, in cui il 16% delle aziende ha ricevuto una richiesta di rientro. Nel semestre successivo, invece, diminuisce nettamente la quota di imprese riminesi oggetto di richieste di rientro, attestandosi all’11% circa del totale, a fronte di una media regionale che si situa oltre i 13,5 punti percentuali. Graf. 4 - Incidenza di richieste di rientro sul totale delle linee di finanziamento accese dalle imprese in provincia di Rimini e in Emilia-Romagna nel primo e nel secondo semestre 2013 (Valori percentuali)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne Le difficoltà della prima metà del 2013 sono confermate anche dal fatto che una alta percentuale di imprese riminesi non è riuscita a rispettare gli impegni presi con il sistema bancario (8,9% dei casi); tale incidenza risulta altresì maggiore dell’analogo dato regionale di oltre 3 punti percentuali. La generale difficoltà delle imprese riminesi viene mostrata anche dall’evoluzione delle condizioni che regolano i rapporti debitori con il sistema bancario. In particolare nel primo semestre del 2013 sono aumentate le garanzie richieste per il 24,8% delle imprese, a fronte di una media dell’Emilia Romagna del 18,1%. Subiscono un aumento anche il tasso applicato ed i costi e le commissioni per il 52,4% e per il 59% delle imprese, mentre a livello regionale tali incidenze non superano il 46-47% dei casi. Nel secondo semestre la situazione si presenta nettamente migliore per le aziende della provincia, dal momento che i casi di imprese che lamentano un accrescimento dei costi e dell’onerosità dei finanziamenti risulta minore rispetto ai primi sei mesi dell’anno, pur

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mantenendosi però al di sopra della media regionale per ciascuna voce considerata (garanzie richieste, tasso applicato e costi e commissioni bancarie).

Graf. 5 - Verifica della condizione di adempienza degli impegni presi col sistema bancario delle imprese in provincia di Rimini e in Emilia-Romagna (valori percentuali; anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 4 - Evoluzione delle condizioni di accesso al credito per le imprese nel corso del primo e del secondo semestre 2013 in provincia di Rimini e in Emilia-Romagna in termini di garanzie richieste, tasso applicato e costo delle commissioni (Valori percentuali)

    1°  semestre   2°  semestre  

    Rimini   Emilia  Romagna   Rimini   Emilia  Romagna  

Garanzie  richieste                  Aumentata   24,8   18,1   21,8   19,4  

Diminuita   3,8   3,1   3,0   1,9  

Saldo   21,0   15,0   18,8   17,5  Rimasta  stabile   71,4   77,4   75,2   78,2  

Non  sa/non  risponde   0,0   1,5   0,0   0,4  

Tasso  Applicato          

Aumentata   52,4   44,0   47,5   37,5  

Diminuita   2,9   6,1   5,9   4,2  

Saldo   49,5   37,9   41,6   33,4  

Rimasta  stabile   41,9   45,5   42,6   55,6  

Non  sa/non  risponde   2,9   4,5   4,0   2,7  

Costi/Commissioni          

Aumentata   59,0   47,1   50,5   47,1  

Diminuita   1,0   3,0   2,0   1,4  

Saldo   58,1   44,1   48,5   45,7  

Rimasta  stabile   37,1   46,7   44,6   49,8  

Non  sa/non  risponde   2,9   3,3   3,0   1,7  Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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1.3- Il ricorso al Confidi

Anche iI rapporto con il sistema dei confidi appare nella provincia di Rimini meno stringente rispetto ad altri contesti emiliano-romagnoli. Di fatto, il 24% circa delle imprese della provincia ha fatto ricorso ad un confidi per accedere al credito bancario a fronte di una media della regione del 26,3%. I giudizi sull’intervento dei confidi appaiono comunque orientati verso una positività dell’operato di questi ultimi, in particolare per quanto attiene i tassi di interesse applicati dalle banche: 41,2% delle imprese riminesi ritiene che le condizioni sui tassi siano migliori rispetto a quelle praticate sul mercato, a fronte di una media regionale che sfiora i 34 punti percentuali. Sulle altre condizioni, e nello specifico sulle garanzie richieste e sui costi complessivi del garante e della bnca, si riscontrano in provincia giudizi meno lusinghieri che tuttavia risultano allineati con le dichiarazioni rese dagli imprenditori regionali.

Graf. 6 - Imprese che hanno fatto ricorso ad un Confidi per accedere al credito bancario in provincia di Rimini e in Emilia-Romagna (Valori percentuali, anno 2013)

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

Tab. 5 - Percezione delle condizioni di accesso al credito ottenute attraverso il sistema dei Confidi rispetto alle condizioni di mercato da parte delle imprese in provincia di Rimini e in Emilia-Romagna (Valori percentuali; anno 2013)

  Rimini   Emilia  Romagna  

   Condizio

ni  migliori  Condizio

ni  peggiori  Nessun  

cambiamento  

Non  sa  /Non  risponde  

Condizioni  

migliori  

Condizioni  peggiori  

Nessun  cambiament

o  

Non  sa  /Non  risponde  

Accesso  al  credito   35,3   35,3   23,5   5,9   35,2   25,6   35,2   4,1  

Tasso  Applicato   41,2   26,5   29,4   2,9   33,9   25,8   34,7   5,6  Quantità  credito  concesso   23,5   11,8   61,8   2,9   26,3   17,7   50,6   5,3  

Garanzie  richieste   23,5   17,6   55,9   2,9   20,0   19,5   55,2   5,3  

Costi  complessivi  del  garante  e  della  banca   14,7   32,4   50,0   2,9   13,7   27,1   53,2   6,1  

Consulenza  e  altri  servizi   11,8   5,9   79,4   2,9   12,7   12,4   67,6   7,3  

Fonte: Osservatorio regionale sul credito in Emilia-Romagna 2013; Unioncamere ER/Istituto G.Tagliacarne

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Le specifiche tecniche dell’indagine

L’indagine sul campo ha interessato un campione di imprese operanti nella regione Emilia Romagna. Il metodo statistico utilizzato per estrarre i soggetti/imprese da intervistare è stato quello del campione stratificato proporzionale, finalizzato ad un’indagine qualitativa multiscopo. Obiettivi informativi e popolazione obiettivo Quest’indagine, riferita al periodo luglio – dicembre 2013, ha raggiunto un campione di 1.500 imprese emiliano-romagnole. La popolazione obiettivo è costituita dalle 358.350 imprese attive extra-agricole presenti nell’archivio del Registro Imprese aggiornato al 31 dicembre 2012.

Strategia campionaria: Disegno campionario Trattandosi di un’indagine qualitativa multiscopo, il disegno campionario utilizzato è quello stratificato. La stratificazione, inoltre, è avvenuta considerando i pesi relativi, nei diversi contesti provinciali della regione, dei diversi settori produttivi.

Stimatore A partire dal numero di unità effettivamente rilevate all’interno del singolo strato, sono stati calcolati i pesi effettivi come rapporto fra Nh (numerosità della popolazione di riferimento nello strato h) su nh (numerosità del campione effettivo nello strato h). Le stime sono poi state calcolate espandendo le misure campionarie con i pesi effettivi. Tenendo conto delle differenze fra campione ottimale e campione effettivo, oltre alle mancate risposte, tale procedura ha permesso di garantire una corretta rappresentatività dei risultati all’interno dello strato, una maggiore efficienza delle stime ottenute ed una minore distorsione dei risultati.

Stima degli errori campionari Si forniscono alcune indicazioni sulla precisione delle stime di percentuali (o proporzioni) in termini di semintervalli di confidenza al livello di fiducia del 95% (nell’ipotesi di p=q=50%). Strutturando il campione in questo modo le stime ottenute sono soggette ad un errore per il totale dei settori del 2,52%.

Questionario e sua somministrazione La raccolta delle informazioni è stata curata dalla società GN Research Spa di Roma che ha somministrato il questionario telefonico con il metodo CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), nel periodo compreso tra il 02 dicembre 2013 ed il 10 gennaio 2014.

Qualità dei dati Come è ormai prassi consolidata è stata realizzata una attività di verifica della qualità dei dati rilevati che ha riguardato essenzialmente gli esiti dei contatti telefonici, l’accesso sequenziale alle liste di unità sostitutive, l’allocazione effettivamente ottenuta, l’avvenuta ricerca dei numeri di telefono mancanti. Qui sono riportati i principali risultati di queste verifiche:

Analisi degli esiti della rilevazione

Per ottenere 1.500 interviste valide sono stati “lavorati” 13.037 numeri di telefono con i seguenti esiti: 1) le interviste valide, pari a 1.500, sono pari all’11,5% del totale dei contatti; 2) le imprese fuori dal campo di osservazione sono state 456 (pari al 3,5%); 3) le imprese non disponibili all’intervista sono state 2.046 (pari al 15,7%). Tra queste coloro che hanno espresso un rifiuto sono state 614 (pari al 4,7% del totale); 4) i mancati contatti sono risultati 9.035 (69,3% del totale).

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Accesso sequenziale alle liste Sebbene la teoria del campionamento vorrebbe che fossero contattate tutte e solo le imprese del campione base, il problema della caduta di risposta comporta la necessità di utilizzare, oltre al campione base, anche alcune liste sostitutive. Oltre tutto, poiché negli ultimi tempi si è verificata una elevata incidenza della caduta di risposta e della difficoltà di contatto con le imprese, sono state fornite alla società che ha condotto la rilevazione, oltre che alla lista base, ben 4 liste di unità sostitutive per un totale di circa 25.000 unità. Per cercare comunque di allontanarsi il meno possibile dall’impostazione probabilistica si è richiesto alla società che ha curato la rilevazione telefonica di accedere in modo sequenziale alle liste: ossia prima alla lista base e, solo in caso di effettiva necessità, alla prima lista sostituta, e così via. Dalle verifiche effettuate emerge che l’accesso sequenziale è stato, per quanto possibile, ben rispettato.

Allocazione programmata ed effettiva Trattandosi di un’indagine svolta su 7 macro-settori (Industria alimentare, Sistema moda, Metalmeccanica, Altre industrie, Costruzioni, Commercio, Servizi alle imprese) non sono state riscontrate in sede di realizzazione dell’indagine differenze significative fra campione teorico e campione effettivo.  

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