Corso di Sociologia della comunicazione Prof. Andrea ...
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Corso di Sociologia della comunicazione
Prof. Andrea Cerase
a.a. 2019-2020
Appunti per una storia della comunicazione
Appunti per una storia
della comunicazione
Sociologia della Comunicazione
A.A: 2019/2020
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La storia sociale dei media
• Capire la comunicazione significa ricomprendere in un unico
campo analitico più ambiti di riferimento: tecnologia, cultura,
struttura sociale, economia, potere
• La comunicazione è sempre un fenomeno socialmente,
culturalmente e tecnologicamente situato
• Non si può capire la comunicazione senza tenere assieme il
testo (messaggio) e il contesto (struttura sociale, tecnologie,
culture, pratiche)
• Asa Briggs e Peter Burke: “la necessità per quanti si dedicano
agli studi sulla comunicazione e sui fenomeni culturali di
prendere sul serio la storia qualunque sia il punto di partenza” (Briggs & Burke, 2000)
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L’uomo come animale simbolico
• Il filosofo Ernst Cassirer propone l’idea di uomo come animale
simbolico: è infatti l’unica creatura dotata della capacità
distintiva di utilizzare i simboli per organizzare il pensiero e la
realtà
• La capacità simbolica si esprime nella sua capacità di creare
sistemi simbolici complessi come il linguaggio, il mito, la
religione, le arti e le scienze
• “L’uomo non vive più in un universo soltanto fisico, ma in un
universo simbolico. […] L’uomo non si trova più direttamente
di fronte alla realtà; per così dire, egli non può più vederla
faccia a faccia. La realtà fisica sembra retrocedere via via che
l’attività simbolica dell’uomo avanza” (Cassirer, 1948: 47-49).
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I simboli
• I simboli consistono in segni, immagini o oggetti che
rappresentano o rimandano a qualcos’altro, che consentono di
semplificare, immagazzinare e condividere un certo significato
• Il simbolo «sta per» l’oggetto rappresentato ma non coincide
con esso
• L’evolversi delle forme di comunicazione può essere letto
come il progressivo allontanamento dei simboli dagli oggetti
che intendono rappresentare
• Il rapporto tra segni, immagini, oggetti costituisce l’oggetto di
studio della linguistica e della semiotica
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La comparsa dei simboli
• I primati superiori (e i primi ominidi)
sanno utilizzare un limitato insieme di
segni appresi, indispensabili per
regolare la vita sociale
• Mancano ancora di un cervello e di un
apparato fonatorio adatti al linguaggio
• Dagli anni sessanta in poi una serie di ricerche sui primati antropomorfi dimostra la capacità di alcune specie di comprendere e utilizzare simboli per esprimere / capire semplici pensieri
• Tuttavia, nemmeno le scimmie antropomorfe più evolute sanno combinare spontaneamente parole o idee in nuove frasi
• Aumento del volume cerebrale e modificazione della laringe come requisiti indispensabili per lo sviluppo del linguaggio
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Le più antiche pitture rupestri del mondo
• Un altro studio, sempre degli stessi autori
documenta l’uso di conchiglie forate per scopi
decorativi già 115.000 / 118.000 anni fa
• «l’uomo è diventato “umano” prima di quanto
immaginavamo»
• Le pitture rupestri
sono tra le più
antiche espressioni
della capacità
simbolica dell’uomo
• Alcuni ricercatori
hanno analizzato con
la tecnica al torio-
uranio alcune pitture
rupestri a Pasiega
Maltravieso e
Ardales, scoprendo
che risalgono a
65000 anni fa
(Neanderthal)
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Le conchiglie di Cueva de los Aviones
• Conchiglie forate e / o con tracce di ematite (pigmento),
risalenti a115.000 anni fa, ritrovate a Cueva de los Aviones,
Cartagena, Spagna (Hoffman et al., 2018)
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Sepolture rituali
• La sepoltura rituale è un
importante indicatore
delle capacità simboliche
dell’uomo
• Presuppone la
consapevolezza della
morte e un’idea astratta
di aldilà dopo il trapasso
• Le tracce archeologiche
hanno consentito di
datare la sepoltura
rituale ad almeno
100.000 anni fa.
• La tomba di Qafzhe in Israele
contiene le ossa di una donna e di
un bambino “abbelliti” con l’ocra
rossa: datazione 98k / 100k anni
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Homo neanderthalensis VS homo sapiens
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Dai segni al linguaggio
• La capacità di usare segni e simboli è una caratteristica
presente in alcuni primati superiori
• L’uso di questi segni e simboli non è regolato dall’istinto ma è
possibile solo con l’apprendimento
• L’ampiezza e la complessità dei repertori di segni utilizzabili
sono limitate dalle capacità del cervello, la selezione favorisce
lo sviluppo del cervello
• Il passaggio dai segni al linguaggio orale richiede un apparato
fonatorio adatto: i primi ominidi non parlavano perché
semplicemente non erano fisicamente in grado di farlo
• Il linguaggio verbale comprime enormemente i tempi per
codificare e decodificare un messaggio, aumentando così la
quantità e la qualità delle informazioni trasmesse
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La comparsa del linguaggio verbale
• Nel corso dei millenni, l’uomo acquisisce la capacità di usare
sistemi di segni sempre più complessi, elaborati ed efficaci
• Questa capacità rappresenta un formidabile mezzo di
adattamento all’ambiente ostile, e conferiva all’uomo un forte
vantaggio competitivo rispetto a altre specie di predatori
• Tuttavia, il linguaggio rappresenta un enorme salto evolutivo,
e le prime prove della capacità di usare il linguaggio risalgono
all’uomo di Cro Magnon
• Gli uomini iniziano a parlare tra I 90.000 e i 40.000 anni fa, e
la certezza che il linguaggio fosse pienamente in uso risale a
soli 35.000 anni fa
• Le prime tracce del passaggio dall’oralità alla scrttura
risalgono a circa 5.000 anni fa
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Comunicazione e linguaggio verbale
• Se non c’è comunicazione non può esserci società: il
linguaggio nasce in epoca preistorica come risposta adattiva
all’ambiente ostile: consentiva di coordinare le azioni dei
gruppi di cacciatori
• I modi e le tecnologie della comunicazione sono decisivi per
comprendere i mutamenti della struttura sociale
• Il linguaggio è, anzitutto, linguaggio verbale: “ovunque
esistano esseri umani, essi hanno un linguaggio, e si tratta
sempre di lingua parlata e udita” (Ong, 1986: 25)
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L’Homunculus di Penfield
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Oralità e scrittura secondo Ong • Walter J. Ong (1912-2003) gesuita,
filosofo, antropologo e linguista
• Nel suo libro più famoso, analizza
approfonditamente le differenze tra le
culture orali e scritte
• Non sono solo due modi diversi di
esprimere concetti, ma modi diversi di
organizzare il pensiero e quindi la
realtà fisica e sociale
• Le culture orali si reggono sulla
memoria e procedono per
aggregazione, le culture scritte
procedono in modo analitico
• La complessità sociale riflette la
complessità del linguaggio
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Il potere della parola
“Non sorprende che la maggior parte dei popoli a tradizione orale
ritengano che le parole abbiano in sé un grande potere: non si
può emettere un suono senza esercitare un potere […] ogni
suono è dinamico […] il fatto che i popoli a tradizione orale
ritengano che le parole abbiano un potere magico è collegato al
loro senso della parola necessariamente parlata, dunque
potente”
(Ong, 1986: 60-61)
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Il potere nelle culture orali
Tribal meeting in East Darfur (February 2015).
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Linguaggio orale
• Si basa sulla capacità di memorizzare (non esistendo supporti
scritti)
• Fa ampiamente ricorso a formule o espressioni
• Si basa sull’esperienza concreta
• La conoscenza viene trasmessa e condivisa (dinamicamente)
attraverso le narrazioni (storie)
• La parola è potere: gli anziani come custodi della conoscenza
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Linguaggi chirografici
• Sono tecnologie del tutto artificiali: non si impara a scrivere
naturalmente, ma richiedono forme di apprendimento
formalizzate
• Strutturano il modo di pensare: la scrittura ha trasformato la
mente umana più di qualsiasi altra invenzione
• Mettono una distanza tra la conoscenza e gli oggetti della
conoscenza
• Delocalizzano I messaggi nello spazio e nel tempo: non può
esistere una confutazione diretta di un testo scritto
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Storia della scrittura
• 50.000 anni fa: comparsa dell’homo sapiens
• 3500 anni fa: comparsa dei primi sistemi di
scrittura (sistema cuneiforme in
Mesopotamia)
• Una delle ipotesi è che la scrittura sia nata
per registrare gli scambi economici, erano
cioè una specie di contratto o di bolla
d’accompagnamento per le merci
• I sistemi di scrittura derivano quasi sempre
da sistemi pittografici o da simboli
• I primi alfabeti fonetici iniziano a svilupparsi
nelle aree del Mediterraneo (Fenicia,
Israele, Grecia, Etruria)
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