Corso di Qualifica per “Assistente Familiare” · PDF file3 CNA Sostenibile srl Il...

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1 Corso di Qualifica per “Assistente Familiare” di cui alla D.G.R. n. 609 del 31/07/2008 Progetto finanziato POR FESR lazio 2007-2013 - Piano Locale Urbano e di Sviluppo (PLUS) Asse V Obiettivo Operativo 1 Attività V1 Comune di Viterbo

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Corso di Qualifica per

“Assistente Familiare”

di cui alla D.G.R. n. 609 del 31/07/2008

Progetto finanziato

POR FESR lazio 2007-2013 - Piano Locale Urbano e di Sviluppo (PLUS)

Asse V Obiettivo Operativo 1 Attività V1

Comune di Viterbo

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CNA Sostenibile srl

Sommario

LA FIGURA PROFESSIONALE .............................................................................................................................. 3

In quale contesto si colloca: i vantaggi per la collettività, le famiglie, gli operatori e chi è in cerca lavoro . 3

LA FORMAZIONE REGOLAMENTATA DELL’ASSISTENTE FAMILIARE .................................................................. 5

Obiettivi formativi del corso .......................................................................................................................... 5

Contenuti e materie del corso ....................................................................................................................... 6

Requisiti di accesso al corso .......................................................................................................................... 8

Verifica finale ................................................................................................................................................. 8

IL PROGETTO REALIZZATO ................................................................................................................................. 9

Iscrizioni e selezioni ....................................................................................................................................... 9

Svolgimento del corso ................................................................................................................................. 10

Metodologie e materiale didattico .............................................................................................................. 11

I RISULTATI DELL’ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO SULL’ANDAMENTO DEL CORSO .......................................... 12

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Il presente documento illustra i contenuti, le finalità e le modalità di organizzazione ed erogazione del

Corso di qualifica per “Assistente Familiare”, finanziato dal POR FESR lazio 2007-2013 nell’ambito del Piano

Locale Urbano e di Sviluppo (PLUS) Asse V Obiettivo Operativo 1 Attività V1 del Comune di Viterbo.

CNA Sostenibile srl è Ente di formazione accreditato con la Regione Lazio con determinazione D2828 del

17.09.2009 per la Formazione Superiore e Continua.

LA FIGURA PROFESSIONALE La figura professionale in esito al percorso formativo, l’Assistente familiare, ha caratteristiche pratico-

operative: la sua attività è rivolta a garantire assistenza a persone autosufficienti e non, nelle loro necessità

primarie, favorendone il benessere e l’autonomia all’interno del clima domestico-familiare.

L’Assistente Familiare è in grado di relazionarsi con la rete dei servizi territoriali, pubblici e privati, al fine di

assicurare assistenza e garantire opportunità di accesso a tali servizi alle persone non in grado di svolgere in

autonomia gli adempimenti connessi.

In quale contesto si colloca: i vantaggi per la collettività, le famiglie, gli operatori

e chi è in cerca lavoro

Eventi demografici quali invecchiamento della popolazione, calo della natalità, separazioni e divorzi,

emancipazione della donna, hanno determinato “nuovi bisogni di famiglia”, i quali non hanno trovato

adeguata risposta nel welfare state in crisi negli ultimi decenni.

La struttura familiare si è modificata e conseguentemente si è verificata una trasformazione del sistema

relazionale tra i componenti della stessa. I legami familiari si sono evoluti da una situazione di distacco

emotivo (l’autoritarismo e l’obbedienza tipici della famiglia patriarcale) alla centralità dell’affettività e

dell’intimità.

Il modello familiare del passato era basato su una rigida divisione dei ruoli, per cui l’uomo lavorava fuori

casa provvedendo al sostentamento economico della famiglia e la donna si occupava del lavoro domestico

e di cura per i familiari – bambini ed anziani.

Con l’emancipazione femminile e la sua compresenza nei lavori di casa e nel mondo del lavoro, la famiglia

ha subito un indebolimento strutturale. Sono cambiate le aspettative della società nei confronti della

donna, mentre il ruolo maschile è rimasto sostanzialmente legato ai modelli tradizionali.

La frattura che si è creata tra la rilevanza della famiglia come si poneva nelle società tradizionali e quella

che nasce in una società postmoderna, evidenzia quindi “nuovi bisogni di famiglia”.

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E questi nuovi bisogni si manifestano in una serie di problemi, di ordine pratico ma anche psicologico,

organizzativi e culturali, in una fase ove la tradizione e il background culturale suggeriscono – alle donne in

particolare - determinati comportamenti, ma i nuovi ritmi ed esigenze di vita en di lavoro ne impongono

altri:

• gli anziani hanno sempre sperato di essere assistiti dalla propria famiglia e dai propri figli (anzi

figlie) ma si stanno rendendo ben conto che questa speranza non può più essere coltivata”(anche

perché i figli sono sempre meno) per quanto cerchino di “farsi curare poco” per non essere di peso;

• le famiglie devono, da sole, gestire scelte e procedure complesse: cercano una soluzione che dia

una copertura temporale massima, disponibilità per tutte le esigenze che si presentano,

amorevolezza, affidabilità, affetto. In sostanza, anche perché prese da sensi di colpa nei confronti di

anziani delusi nelle loro aspettative, cercano una figura che li sostituisca e una sorta di servizio

complessivo.

La scelta è tra la casa di riposo, che comporta lo sradicamento dell’anziano dal suo contesto, dalla sua casa,

dai suoi affetti; e l’assistenza domestica: un percorso di scelta cui gli anziani partecipano troppo poco,

sebbene riguardi il proprio futuro e il modo in cui dovranno vivere il quotidiano. Una scelta inoltre non

sempre dettata dall’esigenza di assistenza sanitaria, ma troppo spesso legata a mancanza di informazioni,

difficoltà burocratiche, pregiudizi e stereotipi.

La famiglia ha il compito principale di tutelare e promuovere l’autonomia dell’anziano, ed è in questo

compito che la famiglia - ed in particola la donna - deve essere aiutata e sostenuta. E’ necessario preparare

la famiglia ad avere un approccio gerontologico corretto con l’anziano, in modo da fornirle conoscenze e

strumenti per aiutare i suoi membri ad invecchiare bene.

Il progetto può quindi orientare le famiglie verso la scelta dell’assistenza in ambito domestico e sostenerle

nel momento in cui si trovano ad affrontate la difficile scelta di inserire una persona "estranea" nella casa di

un congiunto non più in condizioni di autosufficienza.

Con l’assistenza familiare infatti si permette all’anziano di invecchiare nel suo ambiente, di mantenere i

rapporti personali di una vita, di non subire traumi da distaccamento dalla propria casa, dalle proprie

abitudini, dai proprio cari; inoltre si colmano le carenze del welfare nazionale su territori marginali, si

riducono i costi statali e si creano posti di lavoro, principalmente per donne italiane e straniere.

Ma anche seguendo questa strada i problemi sono molteplici.

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Per le famiglie la difficoltà di convincere l'anziano sui vantaggi di questa scelta, la selezione della persona

più adatta alle specifiche esigenze del familiare, la necessità di ridisegnare gli spazi domestici per l'arrivo di

una persona "in più", l’assunzione del ruolo di “datore di lavoro”, ecc.

In questo frangente solo una piccola parte riesce a trovare risposte nel servizio pubblico; la stragrande

maggioranza gestisce in solitudine con incertezze e preoccupazione, una risorsa che proprio perché

individualizzata e domiciliare interviene in un contesto segnato da profonde relazioni affettive, messe in

crisi dalla condizione di dipendenza del familiare.

Per le donne che si offrono, o intendono offrirsi, come assistenti, le difficoltà riguardano l’ampia diffusione

di lavoro nero e di penalizzazione sul piano del riconoscimento economico e sociale, l’instabilità

dell’inserimento, l’esposizione all’informalità ed alle tutele connesse.

D’altro canto, davanti al manifestarsi degli effetti disastrosi della crisi in ambito occupazionale, il settore

domestico mostra una notevole capacità di tenuta dovuta alle esigenze che vi sottostanno e che restano

slegate dall’andamento economico internazionale, con una spesa che resta ineludibile per le famiglie,

nonostante le difficoltà economiche.

In sintesi pertanto, le problematiche su cui il progetto incide sono le seguenti:

• assenza di politiche di genere ed esigenza di promozione di azioni positive nell’ambito di interventi

di sviluppo locale;

• carenza di servizi alla famiglia e difficoltà di conciliazione dei tempi;

• pregiudizi e stereotipi rispetto alla figura della “badante”, in particolare straniera, ed alla decisione

della famiglia di scegliere l’assistenza familiare piuttosto che la casa di riposo;

• occupazione ed emersione dal lavoro nero nel settore dell’assistenza domestica;

• qualificazione professionale, riconoscimento ed integrazione socio-culturale delle donne che

lavorano nel settore della cura.

LA FORMAZIONE REGOLAMENTATA DELL’ASSISTENTE FAMILIARE La normativa della Regione Lazio, con D.G.R. n. 609 del 31/07/2008, definisce le modalità ed i contenuti per

la formazione finalizzata alla Qualifica di Assistente Familiare ai sensi della Legge regionale n. 23 del 25

febbraio 1992 e della Legge Quadro n°845 del 21 dicembre 1978.

Obiettivi formativi del corso

Le competenze acquisite con il percorso frequentato consentono alle partecipanti di:

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• relazionarsi dinamicamente con l’assistito e con la famiglia assumendo atteggiamenti coerenti con i

principi di etica professionale;

• orientarsi nel contesto sociale ed istituzionale, in relazione all’assistenza privata domiciliare;

• fornire cura ed assistenza nel rispetto dei bisogni e della condizione psico-fisica dell’assistito;

• assistere la persona nella preparazione e nell’assunzione dei cibi;

• curare l’igiene degli ambienti adottando comportamenti atti a prevenire la trasmissione di malattie

e gli incidenti domestici.

Contenuti e materie del corso

Come previsto dalla normativa regionale di riferimento, il corso ha durata totale di 300 ore. Il programma

prevede cinque aree didattiche con i seguenti contenuti minimi:

Unità di

competenza Obiettivi didattici Obiettivi conoscitivi

Comunicazione e

relazione

� Utilizzare strategie di comunicazione differenziate in

rapporto al destinatario (assistito, famiglia e figure di

riferimento), al messaggio, allo scopo della

comunicazione;

� decodificare correttamente i messaggi verbali e non

verbali, riconoscendone il contenuto comunicativo;

� ascoltare e sapersi decentrare nella comunicazione;

riconoscere e valutare, nei diversi contesti, gli effetti

delle strategie di comunicazione sia personali sia

adottate dagli altri;

� gestire la propria attività con riservatezza, rispettando

i diritti e i bisogni fondamentali delle persone in

situazione di malattia e di disagio

fisico/psichico/sociale.

� La comunicazione come processo

sociale;

� i bisogni di assistenza sociale e di

relazione dell’utente e della famiglia

all’interno dell’assistenza privata;

� modalità di organizzazione della

comunicazione in rapporto al contesto

di riferimento, agli obiettivi, alle

caratteristiche degli interlocutori;

� la gestione delle emozioni, dello stress e

la capacità di ascolto;

� tecniche volte a rassicurare, confortare,

ottenere la collaborazione, stimolare

l’autostima;

� aspetti etici connessi all’attività di

assistenza.

Servizi sociali e

assistenza

� Sapersi orientare nel contesto sociale, sanitario,

culturale e ricreativo di appartenenza dell’utente e

della famiglia, in relazione ai bisogni espressi;

� effettuare acquisti, disbrigo di pratiche burocratiche

ed altre commissioni;

� supportare l’assistito nell’accesso ai servizi.

� Definizione dei concetti di: bisogno

(fisico, psichico e sociale), salute,

malattia, disagio, dipendenza nelle

attività della vita quotidiana;

� i principali servizi sociali, sanitari,

culturali e ricreativi del territorio e

modalità di accesso a tali servizi;

� la normativa nazionale e regionale in

materia di assistenza socio- sanitaria.

Cura e

accompagnament

o persona

� Applicare correttamente le tecniche per supportare il

movimento e la deambulazione di utenti di diverso

grado di inabilità;

� applicare correttamente le tecniche per il

trasferimento in carrozzella;

� Elementi di anatomia e fisiologia

dell’apparato locomotorio (scheletrico e

muscolare);

� tecniche per supportare movimenti e

spostamenti, principi elementari di

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� realizzare semplici pratiche di mobilizzazione e

mantenimento delle capacità motorie, collaborando

all’educazione al movimento;

� applicare le tecniche per l’assunzione di posture

corrette;

� applicare le procedure tecniche di prevenzione dei

rischi professionali, supportare l’assistito ai diversi

gradi di inabilità nelle pratiche di igiene personale e

nell’abbigliamento;

� sviluppare l’autonomia, superare resistenze,

rassicurare, ottenere collaborazione.

terapia riabilitativa;

� strumenti e tecniche per l’alzata e il

trasferimento su carrozzelle;

� rischi connessi all’uso non corretto di

tali tecniche;

� principi elementari di ortesi ed ausili;

� prodotti e strumenti per l’igiene

personale, parziale e totale

dell’assistito;

� tecniche per la pulizia parziale e totale

dell’assistito a letto o in bagno;

� tecniche per la vestizione.

Alimentazione

� Applicare semplici ricette per la realizzazione delle

preparazioni di base;

� osservare principi dietologici di base per

l’alimentazione degli anziani e quelli collegati alle loro

principali patologie;

� applicare le tecniche per supportare l’assistito

nell’assunzione dei cibi in base ai diversi gradi di

autonomia;

� osservare e rispettare i principi dietologici e

dietoterapici per l’alimentazione di utenti affetti da

patologie funzionali di organi specifici;

� osservare i principi fondamentali per una corretta

conservazione degli alimenti.

� Elementi di anatomia e fisiologia

dell’apparato digerente e metabolismo;

� elementi di igiene degli alimenti, della

cucina e delle stoviglie; t

� tecniche di preparazione dei cibi:

cottura a vapore, alla griglia, al forno,

ecc.;

� elementi di dietologia: principi

nutrizionali, diete per l’età e per

particolari patologie;

� preparazioni e menù principali;

� tecniche di supporto e strumenti per

l’assunzione dei cibi per le diverse

tipologie di assistiti: allettati, con disagio

mentale, parkinsoniani, ecc.

Gestione degli

ambienti e

sicurezza sul

lavoro

� Utilizzare modalità, materiali e strumenti per una

corretta sanificazione e sanitizzazione degli ambienti;

� utilizzare modalità, materiali e strumenti per una

corretta disinfezione, sterilizzazione e

decontaminazione di strumentari e presidi sanitari

presenti a domicilio;

� adottare comportamenti idonei a mantenere una

adeguata ventilazione, illuminazione, umidificazione

e temperatura dell’ambiente;

� adottare comportamenti idonei alla prevenzione e

riduzione del rischio professionale, ambientale;

� mantenere una adeguata igiene personale e pulizia

degli indumenti di lavoro;

� utilizzare le procedure atte a svolgere la mansione

assegnata nel rispetto delle norme di sicurezza e di

igiene del lavoro, sia nella normale routine lavorativa

che in occasione di anomalie;

� utilizzare e conservare correttamente i Dispositivi di

Protezione Individuale messi a disposizione.

� Concetti di base di igiene, microclima e

tipologie di infezioni;

� prodotti, strumenti e tecniche per la

pulizia e l’igiene degli ambienti;

� infezione, malattie infettive, fattori di

rischio;

� disinfezione, sterilizzazione e

decontaminazione degli strumenti e dei

presidi sanitari;

� igiene dell’abbigliamento, rischi

connessi alla propria mansione/posto di

lavoro;

� procedure riferite alla mansione;

� D.P.I. utilizzabili;

� misure di prevenzione collettiva

presenti sul posto di lavoro.

Stage � Applicare nella pratica le nozioni apprese in aula

� Metodologie e strumenti per

l’applicazione concreta delle proprie

conoscenze

Sono ammessi alla prova di verifica finale soltanto coloro che hanno frequentato almeno l’80% delle ore di

lezione previste dal Corso, pari a 240 ore di Corso.

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Requisiti di accesso al corso

I requisiti per l’accesso al Corso sono:

- assolvimento del diritto-dovere all’istruzione e formazione professionale ai sensi della normativa

vigente e senza limitazioni di età.

Coloro che hanno conseguito il titolo di studio all’estero debbono presentare una dichiarazione di

valore, rilasciata dalla competente Autorità, che attesti il livello di scolarizzazione.

Per i cittadini extracomunitari è richiesto di essere in regola con le norme in materia di immigrazione ed il

superamento di un test di pre-selezione per la valutazione delle conoscenze della Lingua Italiana.

Non sono richieste conoscenze-capacità pregresse.

Verifica finale

La verifica finale è diretta ad accertare l’apprendimento delle conoscenze e l’acquisizione delle competenze

tecnico-professionali previste dal Corso.

Essa è articolata in:

� prova in simulazione, per la verifica dell’apprendimento delle competenze tecnico-professionali;

� test, per la verifica dell’apprendimento delle competenze cognitive;

� colloquio individuale per la verifica della padronanza delle competenze e delle conoscenze.

Si svolge in presenza di una Commissione composta da:

� Presidente, designato dall’Amministrazione Provinciale;

� un esperto del Ministero della pubblica istruzione, designato dal Provveditore agli studi;

� un esperto del Ministero del lavoro e della previdenza sociale;

� un esperto designato dalle organizzazioni sindacali dei lavoratori a livello regionale;

� un esperto designato dalle organizzazione imprenditoriali o professionali di categoria;

� un rappresentante dell'ente gestore;

� due docenti interni scelti, prioritariamente, tra i docenti di materie professionali.

La commissione è legittimamente costituita anche nel caso in cui siano stati designati e presenti il

Presidente ed almeno quattro membri.

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IL PROGETTO REALIZZATO Il progetto realizzato da CNA Sostenibile da Dicembre 2013 a Giugno 2014, è stato finanziato dal POR FESR

Lazio 2007-2013 nell’ambito del Piano Locale Urbano e di Sviluppo (PLUS) Asse V Obiettivo Operativo 1

Attività V1 del Comune di Viterbo.

Iscrizioni e selezioni

L’Avviso Pubblico di selezione allievi, pubblicato con scadenza 25 novembre 2013, prevedeva quali requisiti

di accesso:

- Cittadinanza italiana oppure appartenenza ad uno dei Paesi dell’Unione Europea;

- Soggetti immigrati extracomunitari e neocomunitari in regola con le norme in materia di

immigrazione;

- Conoscenza della lingua italiana al livello B2-C1 del Quadro di Riferimento Europeo;

- Assolvimento dell’obbligo di istruzione e formazione ai sensi della normativa vigente;

- Non aver riportato condanne penali né avere procedimenti penali in corso;

- Aver compiuto la maggiore età;

- Godimento dei diritti civili e politici.

L’accesso era prioritariamente riservato a donne, giovani di età compresa tra 18 e 35 anni, inoccupati e

disoccupati, residenti da almeno un anno nel Centro Storico della Città di Viterbo.

I candidati in possesso dei requisiti previsti dal Bando sono stati sottoposti a due prove: Prova A: psico-

attitudinale, propedeutica al passaggio alla Prova B: colloquio.

I candidati stranieri sono stati preventivamente sottoposti a verifica della conoscenza della lingua italiana

tramite test.

A fronte di 15 posti, più eventuali 3 uditori, sono state presentate 64 domande di iscrizione, di cui 11

stranieri; i presenti al test di italiano sono stati dieci, di cui soltanto 5 ammessi alla Prova A: test

psicoattitudinale.

Il test, basato sulla scala SAR - Scala Alessitimica Romana, consente di valutare l'alessitimia, ovvero

l'incapacità di comunicare le proprie emozioni e di percepire quelle altrui. Il test intende prevenire, e quindi

valutare la predisposizione, alle eventuali situazioni di stress e disagio emotivo derivanti dall’impiego

quotidiano in mansioni a contatto, sotto diversi punti di vista, con la sofferenza umana.

A questa prova partecipano 47 candidati: ne risultano idonei 45, ammessi pertanto alla Prova B.

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Il colloquio individuale mirava ad evidenziare per ciascun candidato la motivazione, le aspettative ed il

progetto professionale; la coerenza tra obiettivi del percorso formativo di assistente familiare e le

precedenti esperienze lavorative/personali; l’identificazione e consapevolezza del ruolo professionale

dell’assistente familiare; la disponibilità alla frequenza.

Quarantadue i candidati ascoltati, vengono selezionati i 15 allievi effettivi e i tre uditori.

Svolgimento del corso

Il corso si è articolato in una parte teorica di 165 ore, che ha avuto luogo dal 16/12/2013 al 03/04/2014, e

in uno stage di 135 ore, che si è svolto dal 14/04/2014 al 24/05/2014, per un totale di 300 ore.

Il progetto prevedeva inizialmente 18 partecipanti, di cui 15 allievi “ufficiali”e 3 uditori. A seguito del ritiro

per motivi personali di tre partecipanti, hanno portato a compimento il percorso 15 partecipanti.

La fase di aula ha visto partecipanti e docenti impegnati per 4 ore al giorno nei pomeriggi di lunedì, martedì

e giovedì.

I docenti, dalla comprovata esperienza d’aula, hanno messo in campo conoscenze ed abilità professionali e

tecniche specifiche della materia insegnata: una somma di competenze che ha consentito l’applicazione

delle metodologie didattiche più adeguate agli obiettivi formativi ed al target di utenti.

Sono stati trattati gli argomenti teorico-pratici dei moduli:

MODULO DOCENTE ORE

Comunicazione e relazione Lomoni Benedetta 23

Servizi sociali e assistenza Schiano Lomoriello Giosuè Giorgio 25

Cura e Accompagnamento della persona Perugini Mariano 65

Alimentazione Marina Maggini 6

Alimentazione Rubino Deborah 14

Gestione degli ambienti e sicurezza Ricci Riccardo 12

Gestione degli ambienti e sicurezza Coppola Carolina 20

Il 14 aprile i discenti hanno iniziato il tirocinio, organizzato con calendari individuali elaborati sulle esigenze

delle strutture ospitanti e dei corsisti stessi.

Struttura Tirocinanti n.

RESIDENZA CIMINA S.R.L. Viterbo (VT) 2

RSA BARBARANO - Roma (RM) 1

VILLA ANNA - Faleria (VT) 1

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VILLA BENEDETTA - Viterbo (VT) 4

VILLA BUON RESPIRO - Viterbo (VT) 1

VILLA DANIELA - Latera (VT) 2

VILLA IMMACOLATA - Viterbo (VT) 5

VILLA SERENA - Montefiascone (VT) 2

VILLA SUTRI - Sutri (VT) 1

Il tutor di stage ha svolto azione di supporto nella definizione del singolo Patto Formativo e nel

monitoraggio del perseguimento degli obiettivi didattici, oltre a svolgere ruolo di raccordo tra strutture

ospitanti e referenti di progetto.

Sia il tutor di stage che il tutor di aula sono esperti della formazione e conoscono le problematiche legate

alla formazione degli adulti, in grado pertanto di supportare i processi di apprendimento, integrazione e

motivazione dei partecipanti mediando altresì tra i vari attori del percorso (docente, allievi, management,

ente di formazione).

Metodologie e materiale didattico

delle metodologie didattiche si è tenuto conto:

� dell’importanza di garantire la coerenza con gli obiettivi formativi previsti e l’adeguatezza agli stili di

apprendimento degli utenti;

� della capacità di sviluppare sia i processi cognitivi dei partecipanti, sia le dinamiche operative e

relazionali degli utenti.

Nell’ambito di ciascuna area didattica, i docenti hanno identificato le metodologie didattiche più adeguate

al raggiungimento degli obiettivi formativi tenendo in considerazione, per ciascuna classe, le caratteristiche

dei discenti ed i loro stili di apprendimento.

La metodologia tradizionale della lezione d’aula è stata integrata da metodologie attive ed emergenti quali

problem solving e problem finding, analisi dei casi, role playing e decision making, attività di gruppo, project

work, esercitazioni pratiche, dimostrazioni tecniche e simulazioni. Ai fini dell’apprendimento ricopre un

ruolo fondamentale infatti il coinvolgimento dei discenti ottenibile per mezzo di attività di brainstorming,

discussioni, confronti e testimonianze professionali.

E’ stato appositamente elaborato e distribuito ai partecipanti materiale didattico di supporto

all’apprendimento e di approfondimento degli argomenti trattati durante il Corso.

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I RISULTATI DELL’ATTIVITA’ DI MONITORAGGIO SULL’ANDAMENTO DEL

CORSO

La valutazione sul gradimento e la soddisfazione dei discenti nonché sul livello di apprendimento valutato in

sede di esami finali, è ampiamente illustrata ed analizzata nella Relazione di Monitoraggio e Valutazione

realizzata durante ed al termine del percorso formativo.

Gli aspetti considerati sono stati:

- Articolazione del corso e Analisi delle presenze;

- Formazione in Aula;

- Corpo Docente;

- Tirocinio Formativo;

- Apprendimento.

In estrema sintesi, i valori che emergono dall’indagine sono molto buoni, se non eccellenti, in tutte le aree.

Complessivamente, emergono un notevole livello di soddisfazione degli allievi in relazione a tutti gli aspetti

valutati e un grado di apprendimento e di maturazione dei corsisti elevato.

I risultati evidenziano il successo formativo del corso.