Corso di giornalismo televisivo Prof. Pierguido Cavallina.

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Corso di giornalismo televisivo Prof. Pierguido Cavallina

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Tecniche di Tele-scrittura

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Ricorda sempre che:

Se vale la regola: “SI SCRIVE COME SI PARLA”

Non vale l’inverso. Infatti:

“ NON SI PARLA COME SI SCRIVE”

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Differenza tra la scrittura e il parlato

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Scrittura

Richiede e consente un tempo di riflessione

Leggere

Quando si legge si può tornare indietro su una parte non chiara, ci si può fermare a

riflettere

Parlato

Non si ha tempo di riflettere tra una parola e l’altra

del discorso

Ascoltare

Non si ha possibilità di una ripetizione di qualcosa

che non si è capito

La televisione è di per sé una SFIDA CONTRO IL TEMPO, sia per il conduttore che per

l’ascoltatore.

Da un lato e dall’altro dello schermo non c’è modo di fermarsi a riflettere. E questo è ancora più

vero nella diretta.

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Tecniche di Tele-scrittura

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• Rileggere sempre ad alta voce quello che si è scritto: se “stona” al nostro

orecchio, figuriamoci a quello degli altri.

“Si capisce di essere un buon giornalista quando si è in grado di correggere

gli altri”

• Non aver paura dei tagli: “Less is more”!

• Evitare le frasi troppo lunghe e complesse: le frasi devono essere brevi ed essenziali. L’importante è garantire all’ascoltatore l’essenziale dell’informazione, ossia gli elementi minimi ma al tempo stesso esaustivi per comprendere l’accaduto.

E’ un equilibrio delicato tra: - essenzialità indotta dal mezzo

- complessità dei contenuti da veicolare attraverso lo schermo

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Tecniche di Tele-scrittura

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• Non esagerare con le subordinate

• Non utilizzare aggettivi: esprimono pareri, invece si deve solo trasmettere una notizia, senza alludere a giudizi

• Evitare commenti a margine: sono superflui, le immagine dovrebbero riuscire già a dire tutto

• Evitare l’esasperazione dei toni, il sensazionalismo, la spettacolarizzazione dei sentimenti, la morbosità (tanto di moda negli ultimi anni)

• Ricordarsi che lo schermo non è tanto un filtro quanto una sorte di lente di ingrandimento che dilata e ingigantisce eventi, personaggi, fatti ed emozioni

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Tecniche di Tele-scrittura

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• Scandire il tempo non con la punteggiatura ma con le immagini e non solo, anche con la cosiddetta “punteggiatura fisica”: il tono di voce, le pause, i rallentamenti, e perfino i gesti, le espressioni facciali e le posture

• Quando si è dietro lo schermo si diventa un’immagine, nel

modo in cui ci si pone si veicolano sensi e significati

• Il contenuto e la forma, ovvero le notizie e chi le diffonde, devono essere

sempre in stretta sintonia. Da qui l’importanza anche dell’abbigliamento, del

trucco e delle espressioni facciali di un conduttore che non devono mai distrarre dalla notizia

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L’ “umiltà deontologica”

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• Chi è il protagonista?

E’ lo spettatore che alla fine di una notizia deve diventare il testimone

dell’evento.

Il conduttore non deve mai essere il protagonista, si deve sempre porre “dietro”

la notizia.

• L’importanza dello stile: lo stile ce l’ha chi sa coniugare la conoscenza del mezzo nel suo specifico linguistico e l’umiltà deontologica. Chi ha quindi sensibilità e competenza con cui riuscire a mettere in equilibrio gesti, parole e immagini

• Non basta essere credibili bisogna anche apparire credibili: oltre a non dire mai il falso e quindi a dare notizie di cui se ne è verificata prima l’attendibilità, è importante anche non assumere uno sguardo irreale, quasi assente (frequente quando i conduttori utilizzano l’espediente del “gobbo”), e invece riuscire, anche già solo con lo sguardo, ad instaurare un clima di confidenza e fiducia con il telespettatore. Un aiuto è sicuramente la scelta di condurre il telegiornale in piedi, strada che per primo intraprese Emilio Fede con il suo Tg4.

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Ricordarsi …

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“La comunicazione televisiva è come un bisturi, può essere usato per

un’operazione che salva un malato, oppure anche per uccidere

qualcuno. Dipende se chi lo impugna è un chirurgo che opera secondo

scienza e coscienza o un fuorilegge mosso da altri impeti ” Emilio Fede

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L’ importanza delle immagini

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• Frame: unità elementare dell’immagine

- Fotogramma: per i filmati- Quadro: per la televisione

= un’immagine singola che, isolata da una possibile sequenza di altri fotogrammi, è

a suo modo la fotografia di quell’attimo di realtà

• Fermo-fotogramma (freeze): quando il fotogramma viene estrapolato da una ripresa

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L’ importanza dell’inquadratura

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• Campi: riferiti ad ambienti- Campo lunghissimo- Campo lungo- Campo medio- Campo totale

• Piani: riferiti a persone- Figura intera- Piano americano- Mezzo busto o mezza figura- Mezzo primo piano- Primo piano- Primissimo piano- Dettaglio o inserto- Contro campo o stacco

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Alcune regole importanti

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• Lasciare un po’ di spazio sopra la testa della persona inquadrata (i televisori non riproducono il 100% del segnale che ricevono)

• Lasciare gli spazi laterali in relazione agli sviluppi dell’azione che si riprende

• Lasciare le figure delle persone sempre contornate da elementi dell’ambiente circostante quando si riprende un dibattito

• Evitare composizioni piatte delle figure (es.: inquadrando intervistato ed intervistatore sullo stesso piano)

• Inquadrare la persona che parla “a favore”, con lo sguardo diretto verso la telecamera

• Dividere lo spazio visivo inquadrato in tre livelli orizzontali e tre verticali che si incrociano (reticolo di 9 cellette)

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Fasi del montaggio

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1. Registrazione del testo sonoro: il testo che il giornalista ha scritto e

precedentemente registrato su un nastro in una saletta audio, che in gergo si

chiama sala di sincronizzazione

2. Dopo aver trasferito sull’edit master tutti i sonori, occorre passare alla fase del

montaggio vero e proprio delle immagini

3. Dopo aver ultimato la registrazione delle immagini sul testo sonoro, si può

aggiungere un commento musicale unitario

4. Alla fine bisogna armonizzare le varie piste audio e video, in maniera tale che non

ci siano salti improvvisi di livelli audio e video. E’ la fase del mixaggio

RIVEDERE ALLA FINE IL TUTTO

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Riferimenti bibliografici

• Giuseppe Mazzei, “Giornalismo Radio Televisivo”, RAI-ERI, 2005

• Emilio Fede, Stefano Moriggi; “Dietro lo schermo. L’arte della comunicazione televisiva”, Editrice San Raffaele, 2008