Struttura, interazione, narrazione nel talk show televisivo
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Struttura, interazione, narrazione
nel talk show televisivo
Giornalismo Radiotelevisivo
Prof. Christian Ruggiero – a.a.2017-2018
Il patto comunicativo e gli spazi di
discussione nella neotelevisione
Francesco Casetti fornisce nel 1988
un importante contributo alla collana
RAI-VQPT con un volume che
ricostruisce le «regole d’ingaggio»
per i protagonisti dei programmi
della tv di flusso, centrando
l’attenzione sulle diverse strategie
di coinvolgimento dello spettatore
che i patti comunicativi instaurati nei
programmi della neotelevisione
possono generare
Si tratta di quell’accordo di sfondo grazie a cui emittente e ricettore
riconoscono di agire in un ambito comune: di essere entrambi parti
di una medesima partita, di operare in relazione reciproca, di
obbedire a delle regole simili (o perlomeno mutualmente
accettate), di perseguire finalità analoghe (o perlomeno parallele).
In altre parole, si tratta di quell’accordo
grazie a cui emittente e recettore
riconoscono di comunicare, e di farlo
in un modo e per delle ragioni
fondamentalmente condivise.
Il patto comunicativo
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 15
Di fronte al video il telespettatore è sollecitato a riconoscere gli
oggetti, i personaggi, le azioni che man mano gli si presentano;
ma ancor di più, è spinto a comprendere le intenzioni che
animano i programmi, le misure che li caratterizzano, le
finalità che li sostengono, ecc. Ciò gli consente di ricostruire
sia la logica alla quale obbedisce l’emissione, sia la parte che
gli viene chiesto di portare avanti – oltre a quella che è
disposto concretamente ad assumere.
Il patto comunicativo
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988,p. 16
Questo patto, riferito alla televisione, appare nondimeno una struttura
ineguale: esso sembra assomigliare piuttosto ad un diktat, e cioè ad
un disegno imposto da una delle due parti a scapito e nonostante
l’altra. Tuttavia, dentro e fuori i programmi la presenza del pubblico
non manca: il feed back è continuo (telefonate in studio, posta,
controllo degli indici d’ascolto, reazione dei giornali, ecc.); soprattutto
è evidente la preoccupazione dell’emittente di tener conto dei
desideri del recettore (come si dirà, la formula che trionfa,
oltre al «vi chiediamo di seguire», è il «ci avete chiesto»).
Il patto comunicativo
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 16
Questo patto, sempre riferito alla televisione, può sembrare un
rapporto puramente simulato. Esso infatti viene costantemente
riproposto sullo schermo, tra il conduttore e il pubblico in studio, tra il
presentatore e il suo ospite, tra l’intervistatore e l’intervistato, ecc., ma
anche tra chi parla e quel «tu» indistinto – vero simulacro di
spettatore – che viene evocato dalle sue parole […]
Nei processi linguistici la simulazione
è l’altra faccia (non necessariamente
fedele: si può anche mentire) dei
comportamenti reali.
Il patto comunicativo
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 16
Anche là dove i giochi sembrano già fatti – e la televisione suggerisce
spesso quest’idea – c’è sempre lo spazio per un riaggiustamento, per
una ristrutturazione, per un ulteriore cenno d’intesa; del resto un
accordo è sempre il frutto di una più o meno lunga negoziazione;
una negoziazione magari qua e là interrotta, e di cui si cercano di far
valere i risultati; ma una negoziazione pronta in ogni istante a ripartire,
per trovare nuove forme di intesa.
Proprio per dar l’idea di una struttura aperta, più che di patto
dovremmo parlare di patteggiamento […]
Il patto comunicativo
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 16-17
Non sarà sfuggito a chi legge il fatto che siamo partiti descrivendo gli
spazi, i tempi e le forme di interazione dell’agire quotidiano, per
arrivare poi a riconoscere i luoghi e i tempi dell’agire televisivo.
• lo spazio del palcoscenico, con i suoi riti di esibizione, di
fanatismo, di interazione ludica, produce un tipo di accordo che
potremmo chiamare patto dello spettacolo
• lo spazio della tribuna con i suoi riti di informazione, con il suo
interagire didattico e pedagogico genera un patto che potremmo
definire come patto dell’apprendimento
I quattro patti comunicativi della neotv
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 82
• l’ambiente del negozio, del mercato, delle aste, con i rituali tipici
di un interagire a carattere commerciale, implica l’esistenza di un
accordo che chiameremo patto del commercio
• l‘ambiente del salotto, con i suoi rituali di accoglienza dell’ospite,
di intrattenimento, di socializzazione, determina un patto definibile
come patto dell’ospitalità
I quattro patti comunicativi della neotv
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 83
Il presentatore è il «maestro di cerimonia» che introduce la festa, ne
spiega il senso, collega i vari momenti tra loro, insomma conduce lo
spettatore attraverso le molteplici sezioni dello spettacolo: lo
aiuta ad orientarsi, gli fornisce la chiave interpretativa per leggere ed
unificare i momenti dell’azione. Potremmo avvicinare questo ruolo a
quello del narratore.
Il presentatore (o del patto dello spettacolo)
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 88
Loretta Goggi, Canzonissime, 1987
La figura dello speaker in senso stretto è quella che si trova nei
telegiornali. Qui il personaggio assume la veste di trasmettitore di
notizie, di fonte del nostro continuo aggiornamento: da quella
«cattedra» che è la scrivania del giornalista, il pubblico apprende i fatti
del mondo, e lo speaker assume di sé la responsabilità di tale
compito.
Lo speaker (o del patto dell’apprendimento)
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 92
Enzo Biagi, Il caso, 1987
Si muove tra informazione e seduzione: informazione, perché la
funzione immediata delle trasmissioni commerciali non è quella di
realizzare la vendita del prodotto, quanto piuttosto quella di farlo
conoscere tramite il mezzo televisivo; seduzione, perché l’imbonitore
cerca in vari modi di rendere il prodotto desiderabile.
L’imbonitore (o del patto del commercio)
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 95
Wanna Marchi, «Guerra al lardo», 1990
Il ruolo del conduttore assume figure canoniche ben precise,
prima fra tutte quella del padrone o della padrona di casa,
che dà luogo all’accoglienza all’ospite e che, insieme all’ospite,
invita lo spettatore a sentirsi parte di una piccola comunità
che si costituisce.
Il conduttore (o del patto dell’ospitalità)
F. Casetti, Tra me e te. Strategie di coinvolgimento dello spettatore
nei programmi della neotelevisione, RAI-ERI, Roma, 1988, p. 100
Enrica Bonaccorti, Pronto chi gioca, 1985
Talk, Italia
Isabella Pezzini offre nel 1999, sempre nella collana
RAI-ERI, una tipizzazione del formato talk (politico e non
politico) basata su un’analisi di tipo conversazionale
• Il quadro comunicativo della
conversazione televisiva
» setting + purpose
• Il quadro partecipativo della conversazione
televisiva
» “ratified participants” vs “bystanders”
conduttore “vs” pubblico
Cornice implicita: l’essere in televisione.
Le regole dell’interazione discorsiva rimangono valide,
ma sono calate entro un contesto comunque artificiale,
Cornice esplicita: la costruzione della scenografia.
Il fatto che il talk sia ambientato in un salotto piuttosto
che in una piazza, in uno studio che si dichiara
apertamente televisivo o che cerca di riprodurre nella
maniera più fedele possibile un luogo dell’interazione
quotidiana incornicia l’interazione in modo esplicito
Il setting
Ricostruire la scena di un luogo fisico,
identificabile all’interno della concreta esperienza
quotidiana dello spettatore (piazza o salotto)
→ informazioni esperibili sul tipo di conversazione
messa in scena immediatamente rilevabili;
→competenze dello spettatore (o dell’analista
televisivo) immediatamente attivate in un processo
di cooperazione semiotica che lega la piazza ad un
confronto animato e “pubblico”, il salotto ad un
dibattito rilassato ed “intimo”, etc.
Il setting
Evidenziare la cornice dell’enunciazione
televisiva, attraverso una strategia di astrazione:
→ lo spazio del programma è costruito ed arredato per
essere anzitutto uno studio televisivo, un luogo a
metà tra il contesto di produzione e di ricezione;
→ le distanze tra la regia del programma, o la
redazione giornalistica che ne produce e ne cura i
contenuti, e lo spettatore, sono ridotte al minimo;
→una sovrabbondanza di monitor, schermi, postazioni
multimediali gestiscono un flusso di dati in entrata e
in uscita.
Il setting
Un talk condotto in un «salotto» avrà lo scopo di
mettere in luce gli aspetti più privati dei protagonisti
della “chiacchierata” (Amici, ma anche Porta a Porta).
Un talk condotto in una «piazza» darà maggior spazio
al confronto con le voci del pubblico in studio e a casa,
e quindi, potenzialmente, al conflitto tra la Piazza e il
Palazzo (Michele Santoro, Gad Lerner).
Un talk che avvenga in uno studio marcatamente
televisivo giocherà su accorgimenti tecnici che
enfatizzino il ruolo e la potenza del mezzo (Mixer).
Lo scopo (purpose)
I partecipanti alla discussione possono essere o no
“ufficialmente” ammessi a farne parte;
→nel primo caso, Goffman (1987) parla di ratified
participants (partecipanti riconosciuti)
→ nel secondo, di bystanders (astanti).
NB. laddove i ratified participants occupano uno spazio
ben definito sulla scena, separato da quello del
pubblico e collocato in posizione utile per dialogare
con il conduttore, i bystanders, per accedere alla
discussione, devono essere introdotti
«Ratified participants» vs «bystanders»
La «presa di parola» del pubblico può essere gestita
dal conduttore secondo tre strategie:
→ riconoscendo il “disturbatore” come partecipante alla
discussione e inserendolo nel circuito delle prese di
parola (Dimbleby);
→blandendolo per indurlo a rientrare nel suo ruolo,
attraverso l’arma dell’ironia (Costanzo);
→censurando il suo intervento e rivendicando il
proprio ruolo di autorità garante del rispetto delle
regole della conversazione (Vespa).
«Ratified participants» vs «bystanders»
Conversazione: colloquio amichevole o familiare […] breve
discorso a carattere divulgativo diretto ad un pubblico
Discussione: esame approfondito di una questione da parte
di due o più presone che espongono ciascuna le proprie
vedute
Dibattito: pubblica discussione su argomenti prestabiliti, a
proposito dei quali sia concesso a ogni partecipante di
esprimere e motivare il proprio giudizio
Tipi conversazionali
Colloquio: scambio di idee e di opinioni col fine più o meno
esplicito di un avvicinamento o un accordo tra correnti, partiti
politici, etc.
Incontro: relazione casuale o volontaria di avvicinamento e
contatto, suscettibile di sviluppi o definizioni nell’ambito di rapporti
o significati particolari
Intervista: colloquio tra una persona ritenuta importante o
interessante e un giornalista, a scopo informativo o anche
reclamistico
Tipi conversazionali
Setting: salotti più o meno artificialmente borghesi
Quadro partecipativo: conduttore centrale, con
adiuvanti il cui ruolo è sempre molto ben definito
Modelli di interazione: colloquialità a vari grado,
modello dominante cooperativo-consensuale
Esempi: Maurizio Costanzo Show, Harem
Incontro/conversazione
I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show, RAI-ERI, Roma, 1999
Setting: studi televisivi, di cui talvolta viene svelato il
retroscena, es. la cabina di regia
Quadro partecipativo: ruolo dominante del
conduttore, che riconosce l’importanza dell’esperto o
del leader d’opinione
Modelli di interazione: simmetria degli scambi
presentata come un valore; conflittualità solo evocata
Esempi: Funari News, Uomini e donne
Incontro/discussione
I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show, RAI-ERI, Roma, 1999
Setting: salotti virtuali, incontri al caffè, semplici sedie
in ambiente neutro
Quadro partecipativo: intervistatori-conduttori, il cui
ruolo è dar spazio agli ospiti, che siano personaggi
pubblici o “testimoni comuni”
Modelli di interazione: atmosfera colloquiale; modello
dominante cooperativo, effetti passionali ricercati e
stimolati nel pubblico
Esempi: Le news di Funari, I fatti vostri
Incontro/intervista
I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show, RAI-ERI, Roma, 1999
Setting: ambientazioni neutre volte a confermare il
pubblico come destinatario reale dell’interazione
Quadro partecipativo: protagonismo dei partecipanti,
conduttori che abdicano al ruolo di moderatori per
divenire interlocutori
Modelli di interazione: dissimmetria stabilita per
contratto, mantenuta o meno in funzione del tono
generale da dare all’incontro
Esempi: Mixer, Braccio di ferro
Faccia a Faccia
I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show, RAI-ERI, Roma, 1999
Setting: spazi semicircolari che enfatizzano la loro
natura di spazi televisivi
Quadro partecipativo: forte autorialità del conduttore
verso la trasmissione e la conduzione del dibattito
Modelli di interazione: controllo dell’interazione
affidato a “custodi del dibattito” o “padroni di casa”
Esempi: Il rosso e il nero, Porta a Porta
Dibattito
I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show, RAI-ERI, Roma, 1999
Porta a Porta (febbraio 1996) Il rosso e il nero (aprile 1993)
Tema Attualità dell’ideologia comunista Cronaca degli interessi di mafia
Focus Vissuto personale dell’ospite Bertinotti
messo alla prova dall’aiutante Ferrara
Testimonianza della famiglia Borsellino,
in studio e in collegamento con Ruotolo
Struttura
narrativa
Rituale della sorpresa (l’amico che era
con B. ai cancelli della Fiat a Torino)
Disvelamento della verità attraverso il
collegamento con il territorio
Conduttore Moderatore garbato dello scambio Attivatore della conversazione
Pubblico Silenzioso, concentrato Attento e partecipante
Setting: spazio fortemente figurativo, che cerca una
connotazione precisa
Quadro partecipativo: conduttori soli o assistiti da
astanti destinati a tacere anche se interpellati
Modelli di interazione: valorizzazione della
competenza dell’enunciatore
Esempi: Cartolina, Sgarbi quotidiani
Allocuzione/Invettiva
I. Pezzini, La Tv delle parole. Grammatica del talk show, RAI-ERI, Roma, 1999