Corso di Biochimica II anno, II semestre · metabolismo degli acidi grassi, ciclo di Krebs, catena...
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Corso di Biochimica II anno, II semestre
Docente
Dott. Martino Luigi DI SALVO
Dipartimento di Scienze Biochimiche “A. Rossi Fanelli” Via degli Apuli, 9 00185 – Roma
Tel: 0649917684 [email protected]
Obiettivi dell’attività didattica formale Costituenti inorganici Oligoelementi. Acqua. Sistemi tampone biologici. Proteine Aminoacidi: classificazione, proprietà, dissociazione, punto isoelettrico.
Legame peptidico. Peptidi naturali. Glutatione. Neurotrasmettitori. Livelli di organizzazione strutturale. Collageno, elastina. Denaturazione delle proteine. Emoproteine, emoglobine e mioglobina.
Acidi nucleici I nucleotidi, struttura dei nucleotidi. Glucidi Mono-, oligo- e polisaccaridi. Glucidi di riserva, glucidi strutturali. Glicoproteine.
Proteoglicani. Lipidi Classificazione. Ruolo biologico. Acidi grassi e grassi neutri. Fosfoglicerolipidi e
sfingolipidi. Steroidi. Colesterolo e derivati. Lipoproteine. Membrane biologiche. Vitamine Fonti naturali. Funzione. Antiossidanti. Forme attive. Enzimi Aspetti termodinamici della catalisi. Cinetica enzimatica. Meccanismi di catalisi e
regolazione dell'attività enzimatica. Inibitori. Classificazione degli enzimi. Coenzimi. Isoenzimi. Enzimi per la biologia molecolare.
Metabolismo Glicolisi, gluconeogenesi, ciclo del pentoso fosfato, metabolismo del glicogeno,
metabolismo degli acidi grassi, ciclo di Krebs, catena del trasporto degli elettroni e fosforilazione ossidativa, metabolismo degli aminoacidi, metabolismo dei nucleotidi. Integrazione del metabolismo.
Trasmissione dell’informazione Sintesi e degradazione delle proteine, meccanismi di
trasduzione del segnale
Testi consigliati
Campbell-Farrell BIOCHIMICA, EdiSES, 2004
Mathews-van Holde-Ahern BIOCHIMICA, III edizione, Ambrosiana, 2004
Nelson-Cox I PRINCIPI DI BIOCHIMICA DI LEHNINGER III edizione, Zanichelli 2002
Nelson-Cox INTRODUZIONE ALLA BIOCHIMICA DI LEHNINGER III edizione, Zanichelli 2003
Garrett-Grisham BIOCHIMICA, Zanichelli, 1998
Garrett-Grisham PRINCIPI DI BIOCHIMICA, Piccin, 2004
Berg-Tymoczko-Stryer BIOCHIMICA, V edizione, Zanichelli, 2003
Voet-Voet-Pratt FONDAMENTI DI BIOCHIMICA, Zanichelli, 2001
Voet-Voet BIOCHIMICA, Zanichelli, 1993
- Gli organismi visibili ad occhio nudo sono composti da varie CELLULE
- Queste a loro volta sono composte da strutture subcellulari, gli ORGANELLI
- Gli organelli sono complesse costruzioni di grosse strutture polimeriche, le MACROMOLECOLE
- Le MACROMOLECOLE, nonostante siano composte da semplici unità ripetute, mostrano un alto grado di organizzazione strutturale.
- Questa intricata architettura tridimensionale, chiamata CONFORMAZIONE, è dovuta all’interazione tra i monomeri a seconda delle loro caratteristiche chimiche.
- A partire dalle strutture più grandi nell’organismo (es. organi), fino ai più piccoli agenti del metabolismo (enzimi, intermedi metabolici), ad ogni componente può essere attribuito un ruolo biologico.
- “Che funzione ha?”: è la domanda che un biologo, un biochimico deve porsi davanti ad una qualunque struttura, organizzazione, pattern che si osserva.
Tutte le strutture biologiche hanno dei ruoli FUNZIONALI
I sistemi viventi sono costantemente occupati in trasformazioni energetiche
• Il mantenimento di tali strutture altamente organizzate e l’attività dei sistemi viventi dipende dalla loro abilità di estrarre energia dall’ambiente
• La fonte energetica ultima è l’energia solare • L’energia fluisce dagli organismi fotosintetici,
attraverso la catena alimentare, agli erbivori, e ai carnivori predatori, all’apice della piramide alimentare
Ma come viene immagazzinata e scambiata l’energia?
• Sia che l’energia venga ricavata dalla fotosintesi o che venga ricavata dal nutrimento, si vengono a formare molecole specializzate ad alta energia: ATP e NADPH
• Quando queste molecole reagiscono con altre molecole all’interno della cellula, l’energia immagazzinata viene utilizzata per favorire processi fondamentali quali:
– Biosintesi – Movimento – Lavoro osmotico contro gradienti – Bioluminescenza
• Tutta la vita di un organismo è dedicata alla lotta contro il raggiungimento dell’equilibrio… che viene raggiunto solo con la morte
La vita è caratterizzata dal flusso di energia
• Ė a spese di questa energia che viene mantenuto quell’ordinato e intricato stato di attività, ben lontano dall’equilibrio con l’ambiente, ma caratterizzato da una sorta di mantenimento di uno stato costante: il cosiddetto “STATO STAZIONARIO”
• Ė una condizione altamente dinamica: energia e materiale vengono consumati in continuazione per il mantenimento dell’ordine
• Il contrario succede invece nella materia inanimata (il resto dell’universo), che corre verso una situazione di disordine crescente o, in termini termodinamici, di aumento dell’entropia.
• Questa capacità è caratterizzata da meccanismi diversi che hanno in comune un’altissima fedeltà replicativa
• Questa fedeltà non è però assoluta: – Selezione naturale, evoluzione
• Tali caratteristiche risiedono nella natura chimica del materiale genetico, catene polimeriche di acido desossiribonucleico, il DNA
Un’altra proprietà distintiva dei sistemi viventi: la capacità di autoreplicazione
Le biomolecole, le molecole della vita
Nell’atmosfera N2 è il gas predominante, mentre la CO2 è presente in quantità basse ma critiche. L’ossigeno (O2) è abbondante nelle acque degli oceani e nell’atmosfera.
Composizione di una cellula di E. coli
% del peso totale - Acqua 70 - Proteine 15 ~3000 - Acidi nucleici DNA 1 1 RNA 6 ~1000 - Carboidrati 3 ~50 - Lipidi 2 ~40 - Intermedi metabolici 2 ~500 - Ioni inorganici 1 12
numero di specie
Composizione chimica di un adulto di 65 Kg
Proteine 11 17.0 Grassi 9 13.8 Carboidrati 1 1.5 Acqua 40 61.6 Sali minerali 4 6.1
Kg %
• Gli elementi H, O, C e N sono i migliori per la chimica della vita.
• Possibiltà di formare legami covalenti mediante condivisione di elettroni
• Sono tra gli elementi più piccoli della tavola periodica, per cui formano legami più forti
• Altri due elementi in grado di formare legami covalenti, P (e i suoi derivati) e S, hanno ruoli importanti nelle chimica dei sistemi viventi
Le biomolecole sono composti del carbonio
• Tutte le biomolecole contengono carbonio • Enorme versatilità nel formare legami covalenti attraverso
condivisione elettronica.
Il carbonio nel suo stato eccitato promuove un elettrone dall’orbitale 2s all’orbitale 2p vuoto ibridizzando gli elettroni di valenza.
L’orbitale 2s e quelli 2p sono tutti mezzi pieni, lo stato eccitato è relativamente stabile
hybridization number of hybrids
shape of hybrids
orbital interactions bonding
sp3 4 tetrahedral 4 sigma 4 single bonds/lone pairs
sp2 3 trigonal planar
3 sigma plus 1 pi
2 single bonds/lone pairs plus 1 double bond
sp 2 linear 2 sigma plus 2 pi
one single bond/lone pair plus one triple bond or two double bonds
Gruppi funzionali in chimica organica
= CH2
- CH2OH
C=O
- NH2
= NH
- CHO
= CHOH
- COOH
- CH3 acidi grassi trigliceridi fosfolipidi
aminoacidi proteine
zuccheri polisaccaridi
metile
metilene
gruppo alcoolico primario
gruppo alcoolico secondario
gruppo aldeidico
gruppo chetonico
gruppo carbossilico
gruppo aminico
gruppo iminico
Tipi di legame
si ottiene dall’eliminazione di una molecola d’acqua tra un gruppo alcoolico e un gruppo acido
si ottiene dall’eliminazione di una molecola d’acqua tra due gruppi alcoolici
R-CH2OH + R-COOH = R-CH2O-CO-R R-CH2OH + H3PO4 = R-CH2O-PO3H2
R-CH2OH + RCH2OH = R-CH2-O-CH2-R
• Legame estere:
• Legame etere:
si ottiene dall’eliminazione di una molecola d’acqua tra due gruppi acidi
R-COOH + R-COOH = R-CO-O-CO-R R-COOH + H3PO4 = R-COO-PO3H2
si ottiene dall’eliminazione di una molecola d’acqua tra un gruppo aminico e un gruppo carbossilico
R-COOH + R’-NH2 = R-CO-NH-R’
Tipi di legame
• Legame anidridico:
• Legame peptidico:
• Queste possibilità sono moltiplicate dalla possibilità di includere ossigeno, azoto e idrogeno in tali composti
• Queste strutture possono mostrare reattività chimiche specifiche, adatte alla costruzione e al funzionamento dei sistemi viventi
• La capacità del carbonio di formare legami covalenti con se stesso, la forma tetraedrica (con legami sigma capaci di ruotare) o piana di tali legami sono proprietà fondamentali per la possibilità di formare una grossa varietà di composti lineari, ramificati e ciclici.
Analizziamo l’organizzazione molecolare: mettiamo ordine nella complessità
• Le macromolecole vengono classificate in base alle loro somiglianze per quanto riguarda dimensione e proprietà chimiche
• Si nota un pattern: non tutte le combinazioni possibili tra C, O, N e H sono utilizzate
• Organizzazione strutturale: da molecole piccole e semplici a grandi e complesse
0,3 nm (H2O)
4 nm (ribonucleasi) 160 nm (miosina)
18 nm (ribosoma) 300 nm (virus tabacco)
1,5 µm (mitocondrio)
2 µm (E. coli) 20 µm (epatocita)
0,5 nm (alanina) 3 nm (fosfolipidi)
Metaboliti e macromolecole
Organelli (eucarioti)
Membrane, compartimenti cellulari
Cellule, tessuti, organismo
Polarità strutturale
– Mancanza di simmetria
– Polimerizzazione testa/coda
– Le macromolecole hanno un senso, una direzione
Cosa rende le macromolecole così adatte al mantenimento della vita?
Informazione (ed energia)
– Contenere informazione – Trasferire informazione – Trasformazione dell’informazione in strutture
funzionali organizzate
L’architettura delle biomolecole • Le strutture primarie sono lineari • Le strutture finali sono invece dotate di forme
tridimensionali • La struttura tridimensionale è caratteristica per ogni tipo
di molecola, specialmente per quanto riguarda le proteine
Le forze che tengono insieme, e in forma, le macromolecole
• I legami covalenti tengono insieme gli atomi di una molecola
• Vi sono però anche forze di attrazione deboli inter- e intramolecolari che si esercitano tra gli atomi
• Le foze deboli sono dell’ordine di 4-30 kJ/mol, non sufficienti per tenere insieme gli atomi
• L’energia cinetica media di una molecola a 25 °C è di 2,5 kJ/mol) per cui le interazione deboli sono costantemente formate e rotte, a meno che non siano in numero sufficiente per impartire stabilità ad una struttura molecolare
Forze di attrazione di Van der Waals:
• Fra atomi nonpolari. Sono dovute alle interazioni elettrostatiche indotte tra le nuvole elettroniche di atomi vicini. Le fluttuazioni della nuvola elettronica permettono l’attrazione tra il nucleo di un atomo e gli elettroni di quello vicino 1. interazioni dipolo-dipolo. L’energia di interazione
diminuisce in ragione di 1/r3
- interazioni dipolo-dipolo indotto. Diminuiscono in ragione di 1/r5
- interazioni dipolo indotto-dipolo indotto. Diminuiscono in ragione di 1/r6
Forze di Van der Waals • Operano solo ad una distanza limitata • A temperatura fisiologica danno forza di legame solo se
molti atomi sono impegnati e interagiscono • Le molecole devono perciò essere ben impaccate
(complementarietà delle superfici. Es. nel legame tra il lisozima e il proprio substrato le attrazioni di Val der Waals valgono per 60 kJ/mol)
• Le forze diventano repulsive quando gli atomi si avvicinano troppo.
• La distanza di contatto di Van der Waals definisce la distanza interatomica quando soltanto le forze di Van der Waals tengono insieme i due atomi. È la somma dei raggi di Van der Waals.
Esempio di complementarietà strutturale: interazione lisozima-anticorpo.
Rappresentazine degli atomi secondo i raggi di van der Waals
Legami a idrogeno • Si formano fra un atomo di
idrogeno legato ad un atomo elettronegativo ed un altro atomo elettronegativo che funge da accettore del legame idrogeno
• Sono più forti delle forze di Van der Waals
• Sono fortemente direzionali. Linea retta tra l’accettore, l’idrogeno e il donatore
• Sono più specifici delle forze di Van der Waals
Interazioni ioniche • Forze attrattive tra gruppi funzionali polari carichi
negativamente (es. gruppi carbossilici e gruppi aminici) • Hanno una forza media in solventi acquosi di 20 kJ/mol • Possono coinvolgere ioni, dipoli permanenti o dipoli indotti • Sono poco direzionali e non hanno bisogno di precisa complementarietà di superficie
• Sono ristrette a definite posizioni spaziali, forniscono specificità strutturale
• Sono dovute alla tendenza dell’acqua ad escludere i gruppi e le molecole nonpolari
• Le molecole d’acqua preferiscono interagire fra di loro piuttosto che con molecole nonpolari (legami più numerosi e più forti)
• Le forze di Van der Waals sono anch’esse implicate nel promuovere il debole legame tra gruppi nonpolari
• La forze principale è l’aumento dell’entropia dell’acqua, in quanto meno molecole d’acqua sono impegnate a formare una gabbia attorno alle molecole nonpolari
• Le regioni idrofobiche delle macromolecole hanno la tendenza ad aggregarsi al centro della molecola
Interazioni idrofobiche
Le forze deboli sono fondamentali nel riconoscimento tra biomolecole
• Le interazioni specifiche sono fondamentali nella complicata organizzazione della vita molecolare: es. metabolismo, crescita e differenziamento, replicazione etc…
• Complementarietà strutturale. Concetto essenziale per la comprensione delle proprietà funzionali dei sistemi viventi
• Modello del “lock and key”, oppure il “puzzle”
• Il ruolo centrale delle forze di interazione debole limitano l’intervallo di condizione ambientali adatte alla vita
• Temperatura, acidità, foza ionica • Condizioni estreme distruggono le forze che
mantengono le strutture molecolari (e quindi ne mantengono la funzionalità)
denaturazione
• Per lo stesso motivo la fisiologia cellulare non può permettersi delle reazioni in cui viene rilasciata una gran quantità di energia
• Tanto meno può tollerare burst di energia per spingere in avanti le reazioni endoergoniche
I. Creazione delle molecole base della vita (tramite processi non biologici)
II. Passaggio dalla chimica primordiale a sistemi replicativi (nascita delle cellule viventi)
III. Sviluppo di sistemi per l’utilizzazione la conservazione e la conversione dell’energia (nascita dei metabolismi e degli organismi unicellulari, 3,5 miliardi di anni fa)
IV. Evoluzione di sistemi in grado di adattare la loro biochimica ai diversi ambienti (nascita delle colonie e degli organismi pluricellulari, 600 mln di anni fa)
La nascita della vita
Lo studio dell’evoluzione molecolare aiuta la comprensione della biochimica
- Basi azotate dall’acido cianidrico
- Zuccheri dalla formaldeide (ma le catene di acido nucleico promordiali non contenevano necessariamente zuccheri)
H C
H O
- Acidi carbossilici (formico, acetico, lattico, succinico, grassi)
• Capacità di riprodurre e trasferire informazione
• Capacità di mutare • Capacità di competere per le risorse
– RNA come molecola chiave nell’evoluzione
Spiegelman, 1967
L’evoluzione a livello molecolare dimostrata in provetta
RNA del batteriofago Qβ con replicasi - Pressione selettiva:
- tempo - concentrazione dei presursori - presenza di inibitori
- Con la comparsa dei ribozimi, si genera la necessità di nucleotidi per sintetizzare l’RNA: metodi alternativi per la sintesi dei precursori nucleotidici
- Stretta connessione tra il mondo a RNA e di quello “aminoacidico”
- Utilizzo di aminoacidi (più versatili) anche per una catalisi più efficace
- Nascita di polipeptidi. I polipeptidi non hanno capacità di autoreplicazione. Potrebbero essere stati indirettamente inseriti nei processi evolutivi.
- Nascita del codice genetico
• Utilizzo di processi riduttivi semplici per la produzione di molecole ad alto valore energetico
• Accoppiamento delle reazioni
• Nascita delle biosintesi
• Nascita delle vescicole cellulari, al cui interno sono state inserite proteine e acidi nucleici
• Nascita delle pompe di membrana e della ATP-sintasi (fotosintesi, incremento della concentrazione di ossigeno, nascita dei metabolismi ossidativi)