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CORSO DI AGGIORNAMENTO R.S.P.P. Docente: Ing. Avanzi Pietro 1 CORSO: AGGIORNAMENTO FORMAZIONE R.S.P.P. CORSO DI AGGIORNAMENTO R.S.P.P. APPROFONDIMENTO RISCHIO AMIANTO (ai sensi dell’art. 32 D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. - Accordo Stato‐Regioni 07/07/2016) Ferrara, 25/10/2017 Docente: ing. Pietro Avanzi

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CORSO: AGGIORNAMENTO FORMAZIONE R.S.P.P.

CORSO DI AGGIORNAMENTO R.S.P.P.APPROFONDIMENTO RISCHIO AMIANTO

(ai sensi dell’art. 32 D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. - Accordo Stato‐Regioni 07/07/2016)

Ferrara, 25/10/2017

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Sommario e argomenti del corso

- Generalità sull’amianto ed effetti sulla salute: esposizione e patologie- La normativa di riferimento: D. Lgs. 81/08 e s.m.i. – DM 06/09/1994- I compiti del datore di lavoro/proprietario/gestore degli edifici contenenti

amianto o con sospetta presenza di amianto- Nomina della figura di responsabile per il programma di controllo e

manutenzione dei materiali contenenti amianto (punto 4 – DM 06/09/1994)- Fasi dell’attività di mappatura e monitoraggio delle fibre aerodisperse- Metodologia per elaborare e gestire il programma periodico di ispezione e gli

interventi di bonifica- Linee guida sulla valutazione dello stato di conservazione delle coperture in

cemento amianto - Metodi di prova utilizzati in laboratorio per la ricerca di amianto

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Generalità sull’amianto ed effetti sulla salute: esposizione e

patologie

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Amianto: definizione

D. Lgs. 81/2008, Titolo IX, capo III art. 247 c.1

« Ai fini del presente capo il termine amianto designa i seguenti silicati fibrosi:a) L’actinolite d’amianto, n. CAS 77536-66-4;b) La grunerite d’amianto (amosite), n. CAS 12172-73-5;c) L’antofillite d’amianto, n. CAS 77536-67-5;d) Il crisotilo, n. CAS 12001-29-5;e) La crocidolite, n. CAS 12001-28-4;f) La tremolite d’amianto, n. CAS 77536-68-6.››

L'amianto (o asbesto) è un insieme di minerali del gruppo dei silicati, appartenente alle seriemineralogiche del serpentino e degli anfiboli. È presente in natura in diverse parti del globo terrestree si ottiene facilmente dalla roccia madre dopo macinazione e arricchimento, in genere in miniere acielo aperto.

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Tipologie di amianto

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Pericolosità per l’uomoLa pericolosità delle fibre di amianto consiste nel fatto di avere dei diametri sufficientemente fini

(inferiori ai 5 micron) da essere respirate e penetrare profondamente negli alveoli polmonari.

Il destino delle fibre è diverso in base al loro diametro

FIBRE > 3 µm

Vengono fagocitate dai macrofagi alveolari

Reazione infiammatoria

ASBESTOSI

FIBRE < 3 µm

Non vengono fagocitate dai macrofagi alveolari

Permanenza all’interno dell’alveolo o raggiungimento della pleura

RISCHIO TUMORE

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AsbestosiL’asbestosi è stata la prima patologia ad essere correlata all’inalazione di amianto; è una tipica malattiaprofessionale. Si manifesta per esposizioni medio-alte di 10-15 anni (effetto dose-dipendente).Appartiene al gruppo delle cosiddette pneumoconiosi che comprendono diverse affezioni polmonarideterminate da inalazione di polveri di varia natura presenti nell’aria inspirata.

La patologia si presenta nelle seguenti tappe:

Le fibre di asbesto con diametro < 5 micron penetrano nell’albero respiratorio

determinano a livello dei bronchioli e degli alveoli una reazione infiammatoria cronica che evolve poi a formare delle cicatrici fibrose.

Questo processo di fibrosi si estende anche alla pleura che forma ispessimenti e aderenze.

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Asbestosi E’ un processo degenerativo perché le cicatricifibrose si fanno sempre più estese e provocano unispessimento e indurimento del tessuto polmonare(fibrosi interstiziale progressiva).

E’ un processo degenerativo perché le cicatrici fibrosesi fanno sempre più estese e provocano unispessimento e indurimento del tessuto polmonare(fibrosi interstiziale progressiva).

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Sintomi asbestosiPossono comparire dopo un periodo di tempo variabile da quando è iniziata l’esposizione, anche finoa 20-30 anni dopo. Possono manifestarsi ancora prima che siano evidenziabili alterazioni radiologichee sono in rapporto con l’ostacolo che il processo di fibrosi comporta alla diffusione dei gas a livellodelle pareti alveolari. Si ha quindi essenzialmente difficoltà di respirazione, cianosi, tosse, finoall’insufficienza respiratoria, che può essere aggravata dalla sovrapposizione di infezioni bronchiali.A questi sintomi respiratori si associano anche disturbi a carattere generale quali debolezza, perdita dipeso.

Non esiste terapia efficace.L’evoluzione è verso l’insufficienzarespiratoria terminale o l’insorgenza diun tumore polmonare o pleurico.

Nel grafico a lato, i casi di asbestosiregistrati dall’INAIL dal 1965 al 2000.

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Diagnosi asbestosiL’asbestosi può essere diagnosticata consicurezza quando vi è una storia di esposizionesignificativa all’asbesto, unita alle immaginiradiologiche che dimostra la fibrosi polmonare,e alle prove di funzionalità respiratoria chemettono in evidenza la perdita di elasticità deltessuto polmonare.

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Tumore polmonareL’amianto è stato classificato dal 1992 in Italia come cancerogeno certo, ovvero l’esposizione a talemateriale nell’uomo causa un aumento certo del rischio di contrarre neoplasie maligne. Il nesso è statoaccertato per quanto riguarda i tumori polmonari mentre per tumori di altre sedi la connessione causaleè tuttora oggetto di studio.I tumori che sono correlati all’esposizione di amianto sono:• Carcinoma polmonare e laringeo;• Mesotelioma pleurico, pericardico e peritoneale.Attualmente risulta in fase di studio l’effettiva correlazione fra l’esposizione ad amianto e le seguentipatologie:• Tumori del tratto gastro-intestinale;• Tumori testicolari;• Tumori cerebrali.

Nel grafico a lato, i casi di tumoriprofessionali da amianto registratidall’INAIL dal 1965 al 2000.

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Tipologie di tumore polmonareI due principali tumori polmonari associati all’esposizione all’amianto sono:• CARCINOMA POLMONARE• MESOTELIOMA PLEURICOEntrambi sono tumori maligni a prognosi mortale che colpiscono due strutture diverse delpolmone.I tumori pleurici e polmonari possono insorgere come complicanza dell’asbestosi o come unicamanifestazione dell’esposizione all’amianto. C’è un rischio che nel tumore pleurico NON è dosedipendente mentre nel tumore polmonare è dose dipendente.Inoltre sono coinvolte anche le due diverse forme di amianto.

I tumori pleurici e polmonari possono insorgerecome complicanza dell’asbestosi o come unicamanifestazione dell’esposizione all’amianto. C’è unrischio che nel tumore pleurico NON è dosedipendente mentre nel tumore polmonare è dosedipendente.

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Tipologie di tumore polmonareÈ possibile, inoltre, effettuare una suddivisione dei casi di tumore in relazione alle tipologie difibre di amianto coinvolte.

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Tipologie di tumore polmonareL'anfibolo, con fibre di morfologia rettilinea, ha una capacità di penetrazione più elevataperché le fibre sono più sottili e aghiformi e attraversano il tessuto polmonare, raggiungendofacilmente la pleura.Tale capacità di penetrazione è invece molto minore nel crisotilo (serpentino) per la suaforma ad esse allungata, che tende a non arrivare oltre le strutture bronchiali.

• Mesotelioma pleuricoanfibolo

• Carcinoma polmonarecrisotilo

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Carcinoma polmonareQuesta patologia, contrariamente al mesotelioma, è frequente anche per altre cause.

Il carcinoma polmonare infatti ha, come fattore di rischio principale, il fumo di sigaretta. È statariscontrata una stretta relazione con la quantità totale di asbesto inalata e l'abitudine al fumo ditabacco. L'eliminazione almeno del fumo è quindi in grado di contribuire a ridurre la probabilità dicontrarre tumori polmonari anche in lavoratori che sono stati esposti ad asbesto.

FATTORI DI RISCHIO:

• Fumo di sigaretta (contiene circa 60 cancerogeni certi, inclusi i radioisotopi provenienti daldecadimento del radon, il benzopirene e alcune nitrosamine)

• Radon

• Amianto

• Inquinamento atmosferico

• Alcuni virus

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Sintomi carcinoma polmonareManifestazioni cliniche:I segni e sintomi che si manifestano nei soggetti con carcinoma del polmone sono direttamentecorrelati a:• crescita locale del tumore;• invasione o ostruzione delle strutture adiacenti;• coinvolgimento dei linfonodi regionali;• presenza di metastasi a distanza;• effetto indiretto (sindromi paraneoplastiche).

La diagnosi viene effettuata attraverso esami quali:• Radiografia del torace;• TAC del torace;• Broncoscopia;• Biopsia.

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Mesotelioma pleuricoL'amianto può determinare un effetto cancerogeno anche per le membrane sierose (mesoteliomapleurico, cardiaco, peritoneale, tonaca vaginale del testicolo).I mesoteliomi vengono ritenuti, vista la loro estrema rarità, il tumore "spia" di una esposizione adamianto anche se in qualche caso tale tipo di tumore può verificarsi anche in soggetti per i qualinon si riesce ad individuare all'anamnesi l'esposizione professionale.

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Epidemiologia mesotelioma pleuricoIn genere il tempo di latenza (ovvero il tempo che intercorre tra l'esposizione ad amianto e lacomparsa della malattia) è dell'ordine di decenni, generalmente non meno 25-30 anni e piùdall'inizio dell'esposizione. L’incidenza di questa neoplasia appare in crescita in tutto il mondo concirca 2,2 casi per milione di abitanti. Essendo fortemente correlata all'uso industriale dell'amianto,attualmente vietato ed in fase di eliminazione in alcuni paesi, ed essendo la patologia ad altalatenza temporale, si prevede un picco di casi intorno al 2020, ed una successiva decrescita.

Sono stati osservati casi di mesotelioma pleurico in abitantiresidenti nelle vicinanze di miniere di asbesto o nelle cittàsedi di insediamenti con lavorazioni di amianto, in familiarivenuti in contatto con polveri accumulatesi sulle tute dilavoratori direttamente esposti.

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Dati malattia per esposizione ad amianto

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Sintomi mesotelioma pleuricoManifestazioni cliniche:

I primi sintomi del mesotelioma sono di natura non specifica e possono ritardare la diagnosi.

In generale fiato corto, dolore al petto e tosse persistente sono sintomi comuni delmesotelioma pleurico, ma, in alcuni casi, possono non essere abbastanza acuti dacostringere il paziente a richiedere l'assistenza medica. Alcuni pazienti lamentano undolore alla scapola o alle parti basse della schiena.

Nel mesotelioma peritoneale, il dolore e gonfiore addominale, la nausea o il vomito,l'occlusione intestinale e la perdita di peso sono i sintomi più comuni. Mano a mano che ilmesotelioma avanza, l'effusione pleurica (l'accumulo di liquidi tra i due strati della pleura)si verifica nel 95% dei pazienti, ed è questo sintomo che, in definitiva, spinge i pazienti arivolgersi al loro medico di base.

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Diagnosi e prognosi mesotelioma pleurico

La diagnosi istologica/radiologica viene effettuata tramite esami quali:• Radiografia del torace;• Biopsia.Dalla radiografia al torace sarà possibile notare un ispessimento della pleura.

La malattia consente una sopravvivenza media che si attesta intorno ai 7,7 mesi (range 1-72mesi) dal momento in cui questa viene diagnosticata, poiché resistente alle comuni terapie(chirurgia, chemioterapia, radioterapia).

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La normativa di riferimento:D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.

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D. Lgs. 81/2008 e s.m.i.Il D. Lgs. 81/2008 al Titolo IX espone i rischi derivanti dalla presenza, dall’utilizzo, dallamanipolazione e dall’immagazzinamento di sostanze pericolose.

In particolare il capo III, concerne la ‹‹Protezione dei rischi connessi all’esposizioneall’amianto››, nello specifico agli artt. 246-261.

La norma si applica a tutte le attività che possono comportare esposizione ad amiantoovvero:

✓ Manutenzione;

✓ Bonifica;

✓ Rimozione (ad es. da siti dismessi);

✓ Rifiuti (smaltimento e trattamento).

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D. Lgs. 81/2008, Titolo IX, capo III

In virtù di tale distinzione, spetta in capo al Datore di Lavoroeffettuare la Valutazione del Rischio, ove valuti accuratamente irischi dovuti alla polvere proveniente dall’amianto e dai materialicontenenti amianto, al fine di stabilire la natura e il gradodell’esposizione e le misure preventive e protettive da adottare(art. 249, comma 1).

Il Datore di Lavoro effettua nuovamente la valutazione ogniqualvolta si verifichino modifiche che possono comportare unmutamento significativo dell’esposizione dei lavoratori allapolvere proveniente dall’amianto o dai MCA (art. 249, comma 3)

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D. Lgs. 81/2008 – Tit. IX Capo III -Sezione I-IIIn questi articoli troviamo indicazioni riguardanti:• Art. 246 – Campo di applicazione;• Art. 247 - Definizione di amianto;• Art. 248 - Individuazione della presenza di amianto;• Art. 249 - Valutazione del rischio;• Art. 250 - Notifica;• Art. 251 - Misure di prevenzione e protezione;• Art. 252 - Misure igieniche;• Art. 253 - Controllo dell’esposizione;• Art. 254 - Valore limite;• Art. 255 - Operazioni lavorative particolari;• Art. 256 - Lavori di demolizione o rimozione dell’amianto;• Art. 257 - Informazione dei lavoratori;• Art. 258 - Formazione dei lavoratori;• Art. 259 - Sorveglianza sanitaria;• Art. 260 - Registro di esposizione e cartelle sanitarie e di rischio;• Art. 261 - Mesoteliomi;• Art. 262/263 - Sanzioni per datore di lavoro e il dirigente, il preposto.

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Individuazione della presenza di amianto (art. 248)

Il datore si adopera, prima dell’inizio di lavori di demolizione o di manutenzione, alla raccoltadi informazioni in merito alla possibile presenza di materiali a potenziale contenuto di amianto,anche attraverso informazioni provenienti dai proprietari dei locali o luoghi interessati.

Se sussiste anche il minimo dubbio di presenza di amianto in un materiale o in una costruzione,si applica quanto disposto dal capo III.

Il datore di lavoro deve dimostrare (con provadocumentale) di aver valutato l’eventualepresenza di amianto.

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Valutazione del rischio (art. 249)Nella valutazione di cui all’articolo 28, il datore di lavoro valuta i rischi dovuti alla polvereproveniente dall’amianto e dai materiali contenenti amianto, al fine di stabilire la natura e ilgrado dell’esposizione e le misure preventive e protettive da attuare.

Sono escluse da tale valutazione le attività ESEDI (esposizioni sporadiche e di debole intensità)elencate al comma 2 di tale articolo.

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Notifica (art. 250)PRIMA DELL’INIZIO DEI LAVORI (di cui all’articolo 246) il datore di lavoro presenta una notificaall’organo di vigilanza competente per territorio.

Tale notifica deve comprendere almeno una descrizione sintetica dei seguenti elementi:

a. Ubicazione del cantiere;

b. Tipi e quantitativi di amianto manipolati;

c. Attività e procedimenti applicati;

d. Numero di lavoratori interessati;

e. Data di inizio dei lavori e relativa durata;

f. Misure adottate per limitare l’esposizione dei lavoratori all’amianto.

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Le misure di prevenzione e protezione così come indicate dal D. Lgs. 81/08 sono:

a) il numero dei lavoratori esposti o che possono essere esposti alla polvere provenientedall'amianto o da materiali contenenti amianto deve essere limitato al numero più bassopossibile;

b) i lavoratori esposti devono sempre utilizzare dispositivi di protezione individuale (DPI)delle vie respiratorie con fattore di protezione operativo adeguato alla concentrazione diamianto nell’aria. La protezione deve essere tale da garantire all’utilizzatore in ogni casoche la stima della concentrazione di amianto nell’aria filtrata, ottenuta dividendo laconcentrazione misurata nell’aria ambiente per il fattore di protezione operativo, sia nonsuperiore ad un decimo del valore limite indicato all’articolo 254;

Misure di prevenzione e protezione (art. 251)

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Le misure di prevenzione e protezione così come indicate dal D. Lgs. 81/08 sono:

c) l'utilizzo dei DPI deve essere intervallato da periodo di riposo adeguati all'impegno fisicorichiesto dal lavoro, l'accesso alle aree di riposo deve essere preceduto da idoneadecontaminazione di cui all'articolo 256, comma 4, lettera d);

d) i processi lavorativi devono essere concepiti in modo tale da evitare di produrre polveredi amianto o, se ciò non è possibile, da evitare emissione di polvere di amianto nell'aria;

e) tutti i locali e le attrezzature per il trattamento dell'amianto devono poter esseresottoposti a regolare pulizia e manutenzione;

f) l'amianto o i materiali che rilasciano polvere di amianto o che contengono amiantodevono essere stoccati e trasportati in appositi imballaggi chiusi;

g) i rifiuti devono essere raccolti e rimossi dal luogo di lavoro il più presto possibile inappropriati imballaggi chiusi su cui sarà apposta un'etichettatura indicante checontengono amianto. Detti rifiuti devono essere successivamente trattati in conformitàalla vigente normativa in materia di rifiuti pericolosi.

Misure di prevenzione e protezione (art. 251)

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Misure igieniche (art. 252)Per tutte le attività di cui all’articolo 246, il datore di lavoro adotta le seguenti misure

appropriate affinché:

a) i luoghi in cui si svolgono tali attività siano:

1) chiaramente delimitati e contrassegnati da appositi cartelli;

2) accessibili esclusivamente ai lavoratori

che vi debbano accedere a motivo del loro

lavoro o della loro funzione;

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Misure igieniche (art. 252)Per tutte le attività di cui all’articolo 246, il datore di lavoro adotta le seguenti misure

appropriate affinché:

3) oggetto del divieto di fumare;

b) siano predisposte aree speciali che consentano ai lavoratori di mangiare e beresenza rischio di contaminazione da polvere di amianto;

c) siano messi a disposizione dei lavoratori adeguati indumenti di lavoro o adeguatidispositivi di protezione individuale;

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Misure igieniche (art. 252)d) detti indumenti di lavoro o protettivi restino all'interno dell'impresa.

Essi possono essere trasportati all'esterno solo per il lavaggio in lavanderieattrezzate per questo tipo di operazioni, in contenitori chiusi, qualora l'impresastessa non vi provveda o in caso di utilizzazione di indumenti monouso per losmaltimento secondo le vigenti disposizioni;

e) gli indumenti di lavoro o protettivi siano riposti in un luogo separato da quellodestinato agli abiti civili;

f) i lavoratori possano disporre di impianti sanitari adeguati, provvisti di docce, incaso di operazioni in ambienti polverosi;

g) l'equipaggiamento protettivo sia custodito in locali a tale scopo destinati econtrollato e pulito dopo ogni utilizzazione: siano prese misure per riparare osostituire l'equipaggiamento difettoso o deteriorato prima di ogni utilizzazione.

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1. Al fine di garantire il rispetto del valore limite fissato all'articolo 254 e in funzione dei risultati dellavalutazione iniziale dei rischi, il datore di lavoro effettua periodicamente la misurazione dellaconcentrazione di fibre di amianto nell'aria del luogo di lavoro tranne nei casi in cui ricorrano lecondizioni previste dal comma 2 dell'articolo 249. I risultati delle misure sono riportati nel documentodi valutazione dei rischi.

2. Il campionamento deve essere rappresentativo della concentrazione nell’aria della polvereproveniente dall'amianto o dai materiali contenenti amianto.

3. La durata dei campionamenti deve essere tale da consentire di stabilire un'esposizionerappresentativa, per un periodo di riferimento di otto ore tramite misurazioni o calcoli ponderati neltempo.

4. Il conteggio delle fibre di amianto è effettuato di preferenza tramite microscopia a contrasto di fase,applicando il metodo raccomandato dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel 1997 oqualsiasi altro metodo che offra risultati equivalenti.

5. Ai fini della misurazione dell'amianto nell'aria, dicui al comma l, si prendono in considerazioneunicamente le fibre che abbiano una lunghezzasuperiore a cinque micrometri e una larghezzainferiore a tre micrometri e il cui rapportolunghezza/larghezza sia superiore a 3:1.

Controllo dell’esposizione (art. 253)

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Controllo dell’esposizione (art. 253)Il datore di lavoro:

• Effettua PERIODICAMENTE la MISURAZIONE dell’esposizione

• al fine del rispetto del valore limite

• in funzione della valutazione iniziale del rischio

• Riporta nel Documento i risultati delle valutazioni

• Consulta i lavoratori sui campionamenti

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Il valore limite di esposizione all’amianto è fissato a 0,1 ff/cm3 d’aria, misurato come mediaponderata nel tempo di riferimento di 8 ore. I datori di lavoro provvedono affinché nessunlavoratore sia esposto a una concentrazione di amianto nell’aria superiore a tale valore(comma 1).

Quando il valore limite fissato al comma 1 viene superato, il datore di lavoro individua le causedel superamento e adotta il più presto possibile le misure appropriate per ovviare allasituazione. Il lavoro può proseguire nella zona interessata solo se vengono prese misureadeguate per la protezione dei lavoratori interessati. Per verificare l'efficacia delle misure dicui al comma 2, il datore di lavoro procede immediatamente ad una nuova determinazionedella concentrazione di fibre di amianto nell'aria.

Valore limite (art. 254)

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Valore limite (art. 254)

Il Valore Limite è fissato pari a

0,1 fibre/cm3 di aria = 100 fibre/litro

Non può essere superato

Il Valore precedente

(D.Lgs. 277/91)

era di 0,2 e 0,6 ff/cm3

0,1 ff/cm3

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Fonte: ASSOAMIANTO

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Operazioni di lavoro particolari (art. 255)

Nel caso in cui il valore di esposizione superi il Valore Limite, il Datore di Lavoro deve adottareulteriori misure:

✓ Fornisce i lavoratori di adeguati DPI al fine di garantire le condizioni previste dall’articolo251, comma 1, lettera b);

✓ Affigge segnaletica per segnalare preventivamente il superamento del valore limite diesposizione;

✓ Adotta le misure per impedire la dispersione della polvere al di fuori dei locali e luoghi dilavoro;

✓ Consulta i lavoratori o i loro rappresentanti di cui all’art. 46 sulle misure da adottare primadi procedere a tali attività.

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Lavori di demolizione o rimozione dell’amianto (art. 256)

I lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto possono essere effettuati solo da impreserispondenti ai requisiti di cui all’articolo 212 del D. Lgs. 152/06, ovvero iscritti all’AlboNazionale Gestori Amianto categorie 10/A e 10/B.

Il Datore di Lavoro della ditta incaricata predispone un PIANO DI LAVORO da presentareall’azienda USL territorialmente di riferimento almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori(comma 5) di demolizione o di rimozione dell’amianto o suoi

materiali.

La data di presentazione del piano coincide con la datadel timbro di invio postale o di assunzione di protocolloper consegna a mano o inoltro via posta elettronicacertificata.

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Il piano in particolare, conterrà le seguenti informazioni:

• Rimozione dell’amianto e dei materiali contenenti amianto prima dell’applicazionedelle tecniche di demolizione;

• Fornitura ai lavoratori di idonei DPI;

• Verifica dell’assenza di rischi dovuto all’esposizione all’amianto sul luogo di lavoro, altermine dei lavori:

• Ispezione visiva (MCA compatto)

• Certificazione di restituibilità (MCA friabile e MCA indoor scuole e/o ospedali)

• Adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato deilavori;

• Adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento deimateriali;

• Adozione, nel caso in cui vi sia previsto il superamento dei valori limite di cuiall’articolo 254, delle misure di cui all’articolo 255, adattandole alle particolariesigenze del lavoro specifico;

• Natura dei lavori, data di inizio e loro durata presumibile;

• Luogo ove i lavori verranno effettuati;

• Tecniche lavorative adottate per la rimozione dell’amianto;

• Caratteristiche delle attrezzature o dispositivi che si intendono utilizzare per attuarequanto previsto dalle lettere d) ed e).

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Informazione dei lavoratori (art. 257)Il Datore di Lavoro fornisce ai lavoratori, prima che essi siano adibiti adattività comportanti esposizione ad amianto, nonché ai loro rappresentanti,informazioni su:

a) Rischi per la salute dovuti all’esposizione all’amianto in qualsiasi matrice;

b) Le specifiche norme igieniche da osservare, ivi compresa la necessità dinon fumare;

c) Le modalità di pulitura e d’uso degli indumenti protettivi e dei DPI;

d) Le misure di precauzione particolari da prendere nel ridurre al minimol’esposizione;

e) L’esistenza del valore limite di cui all’articolo 254 e la necessità delmonitoraggio ambientale.

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Formazione dei lavoratori (art. 258)Fermo restando quanto previsto dall'articolo 37, il datore di lavoro assicura che tutti i lavoratoriesposti o potenzialmente esposti a polveri contenenti amianto ricevano una formazione sufficienteed adeguata, ad intervalli regolari (comma 1). Il contenuto della formazione deve essere facilmentecomprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le conoscenze e le competenzenecessarie in materia di prevenzione e sicurezza, in particolare per quanto riguarda:

a) Le proprietà dell’amianto e i suoi effetti sulla salute, incluso l’effetto sinergico del tabagismo;

b) I tipi di prodotti o materiali che possono contenere amianto;

c) Le operazioni che possono comportare un’esposizione all’amianto e l’importanza dei controllipreventivi per ridurre al minimo tale esposizione;

d) Le procedure di lavoro sicure, i controlli e le attrezzature di protezione;

e) La funzione, la scelta, la selezione, i limiti e la corretta utilizzazione dei dispositivi di protezionedelle vie respiratorie;

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Fermo restando quanto previsto dall'articolo 37, il datore di lavoro assicura che tutti ilavoratori esposti o potenzialmente esposti a polveri contenenti amianto ricevano unaformazione sufficiente ed adeguata, ad intervalli regolari (comma 1). Il contenuto dellaformazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro diacquisire le conoscenze e le competenze necessarie in materia di prevenzione e sicurezza, inparticolare per quanto riguarda:

e) La funzione, la scelta, la selezione, i limiti e la corretta utilizzazione dei dispositivi diprotezione di protezione delle vie respiratorie;

f) Le procedure di emergenza;

g) Le procedure di decontaminazione;

h) L’eliminazione dei rifiuti;

i) La necessità della sorveglianza medica.

Possono essere addetti alla rimozione, smaltimento dell'amianto e alla bonifica delle areeinteressate i lavoratori che abbiano frequentato i corsi di formazione professionale di cuiall'articolo 10, comma 2, lettera h), della legge 27 marzo 1992, n. 257.

Formazione dei lavoratori (art. 258)

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Possono essere adibiti alla rimozione dell’amianto e alla bonifica dellearee ESCLUSIVAMENTE i lavoratori che hanno frequentato il Corsoprevisto dall’articolo 10 della L. 257/92 e s.m.i.

I patentini rilasciati si distinguono in base alla frequenza del:

▪ Corso gestionale: durata di 50 ore. Rivolto ai datori di lavoro, alpersonale addetto alla stesura dei piani di rimozione e ai capicantiere delle ditte che si occupano della bonifica e smaltimentoamianto. Il corso gestionale abilita anche alla rimozione manualedell’amianto.

▪ Corso operativo: durata di 30 ore. Rivolto agli operai cheoperano manualmente in presenza di materiali contenentiamianto.

Formazione dei lavoratori (art. 258)

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Sorveglianza sanitaria (art. 259)I lavoratori addetti alle opere di manutenzione, rimozione dell'amianto o dei materialicontenenti amianto, smaltimento e trattamento dei relativi rifiuti, nonché bonifica delle areeinteressate di cui all'articolo 246, prima di essere adibiti allo svolgimento dei suddetti lavori eperiodicamente, almeno una volta ogni tre anni, o con periodicità fissata dal medicocompetente, sono sottoposti a sorveglianza sanitaria finalizzata anche a verificare la possibilitàdi indossare dispositivi di protezione respiratoria durante il lavoro.

Gli accertamenti sanitari devono comprendere almeno l'anamnesi individuale, l'esame clinicogenerale ed in particolare del torace, nonché esami della funzione respiratoria.

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Sorveglianza sanitaria (art. 259)Si attua nei seguenti casi:

a) Prima di adibire il lavoratore alla attività;

b) Periodicamente, almeno una volta ogni 3 anni o con periodicità minore fissata dal medicocompetente. La motivazione della diversa periodicità prevista dal medico competenteviene riportata nella cartella clinica in base alla mansione e alle condizioni cliniche dellavoratore;

c) Alla cessazione del rapporto di lavoro secondo le indicazioni previste dal MedicoCompetente ed eventuale opportunità di successivi accertamenti sanitari, qualora illavoratore risulti essere stato iscritto almeno una volta nel registro esposti;

d) Qualora il Medico Competente ritenga necessario svolgere ulteriori accertamenti.

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Registro di esposizione e cartelle sanitarie di rischio (art. 260)

Il datore di lavoro, per i lavoratori di cui all'articolo 246, che nonostante le misure dicontenimento della dispersione di fibre nell'ambiente e l'uso di idonei DPI, nella valutazionedell'esposizione accerta che l'esposizione è stata superiore a quella prevista dall'articolo 251,comma 1, lettera b), e qualora si siano trovati nelle condizioni di cui all'articolo 240, li iscrivenel registro di cui all'articolo 243, comma 1, e ne invia copia agli organi di vigilanza edall'ISPESL. L'iscrizione nel registro deve intendersi come temporanea dovendosi perseguirel'obiettivo della non permanente condizione di esposizione superiore a quanto indicatoall'articolo 251, comma 1, lettera b).

Il datore di lavoro, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, trasmette all'ISPESL, per iltramite del medico competente, la cartella sanitaria e di rischio del lavoratore interessato,unitamente alle annotazioni individuali contenute nel registro di cui al comma 1.

Questi provvederà a conservare i documenti per quarant’anni dalla fine dell’esposizione

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Mesoteliomi (art. 261)

1. Nei casi accertati di mesotelioma, trovano applicazione le disposizioni contenutenell'articolo 244, comma 3.

Registrazione dei tumori (art. 244)3. Presso l'ISPESL è costituito il registro nazionale dei casi di neoplasia di sospettaorigine professionale, con sezioni rispettivamente dedicate:

a) ai casi di mesotelioma, sotto la denominazione di Registro nazionale deimesoteliomi (ReNaM);

b) ai casi di neoplasie delle cavità nasali e dei seni paranasali, sotto ladenominazione di Registro nazionale dei tumori nasali e sinusali (ReNaTuNS);

c) ai casi di neoplasie a più bassa frazione eziologia riguardo alle quali, tuttavia, sullabase dei sistemi di elaborazione ed analisi dei dati di cui al comma 1, siano statiidentificati cluster di casi possibilmente rilevanti ovvero eccessi di incidenza ovvero dimortalità di possibile significatività epidemiologica in rapporto a rischioccupazionali.

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Sanzioni (artt. 262-265)

Figura interessataalla sanzione

Articoli sanzionati (argomento dell’articolo)

Articolo corrispondente relativo alle sanzioni

Datore di lavoroArt. 249, commi 1 e 3; (Valutazione del rischio)

Art. 262.1. Il datore di lavoro è punito:a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la violazione degli articoli 223, commi 1, 2 e 3, 236, commi 1, 2, 3, 4 e 5, e 249, commi 1 e 3;b) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro per la violazione dell’articolo 223, comma 6.

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Figura interessataalla sanzione

Articoli sanzionati (argomento dell’articolo)

Articolo corrispondente relativo alle sanzioni

Datore di lavoro edirigente

Art. 248, comma 1; (Individuazione della presenza di amianto)Art. 250, commi 1,2,3 e 4; (Notifica)Art. 251; (Misure di prevenzione e protezione)Art. 252; (Misure igieniche)Art. 253, comma 1 e 3; (Controllo dell’esposizione)Art. 254; (Valore limite)Art. 255; (Operazioni lavorative particolari)Art. 256, commi 1, 2, 3, 4, e 7; (Lavori di demolizione o rimozione dell’amianto)Art. 257; (Informazione dei lavoratori)Art. 258; (Formazione dei lavoratori)Art. 259, commi 1, 2 e 3; (Sorveglianza sanitaria)Art. 260, comma 1, 2 e 3; (Registro di esposizione e cartelle sanitarie e di rischio)

Art. 262.2. Il datore di lavoro e il dirigente sono puniti:a) con l’arresto da tre a sei mesi o con l’ammenda da 2.500 a 6.400 euro per la, 228, commi 1, 3, 4 e 5, 229, comma 7, 235,237, 238, comma 1, 240, commi 1 e 2, 241, 242, commi 1, 2 e 5, lettera b), 248, comma 1, 250, commi 1 e 4, 251, 252, 253, comma 1, 254, 255, 256, commi 1, 2, 3 e 4, 257, 258, 259, commi 1, 2 e 3, e 260, comma 1;b) con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da 2.000 a 4.000 euro per la violazione degli articoli 227, commi 1, 2 e 3, 229, commi 1, 2, 3 e 5, 239, commi 1, 2 e 4, e 240, comma 3;c) con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da 800 a 2.000 euro per la violazione degli articoli 250, commi 2 e 3, e 256, commi 5 e 7;d) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 500 a 1.800 euro per la violazione degli articoli 243, commi 3, 4, 5, 6 e 8, 253, comma 3, e 260, commi 2 e 3.

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Figura interessataalla sanzione

Articoli sanzionati (argomento dell’articolo)

Articolo corrispondente relativo alle sanzioni

Preposto

Art. 248, comma 1; (Individuazione della presenza di amianto)

Art. 254; (Valore limite)

Art. 263.1. Con riferimento alle previsioni di cui al presente Titolo, il preposto è punito:a) con l’arresto sino a due mesi o con l’ammenda da 400 a 1.600 euro per la violazione degli articoli 225, 226, 228, commi 1, 3, 4 e 5, 235, 236, comma 3,240, commi 1 e 2, 241, 242, commi 1 e 2, 248, comma 1, e 254;b) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 250 a 1000 euro per la violazione degli articoli 229, commi 1, 2, 3 e 5, e 239, commi 1, 2 e 4.

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La normativa di riferimento:DM 06/09/1994

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DM 06/09/1994Il DM 06/09/1994, emanato dal Ministero della Sanità, prende in esame moltepliciargomenti che possono essere riassunti in:

• AMBIENTE: Sostanze pericolose – Sostanze chimiche, rischi industriali

• SICUREZZA E IGIENE DEL LAVORO: Igiene del lavoro – Amianto

La normativa si applica a strutture edilizie ad uso civile, commerciale o industrialeaperte al pubblico o comunque di utilizzazione collettiva in cui sono in operamanufatti e/o materiali contenenti amianto dai quali può derivare una esposizione afibre aerodisperse.

Sono pertanto esclusi da tale normativa gli edifici industriali in cui la contaminazioneproviene dalla lavorazione dell'amianto o di prodotti che lo contengono (quindi sitiindustriali dismessi o quelli nei quali è stata effettuata riconversione produttiva) e lealtre situazioni in cui l'eventuale inquinamento da amianto è determinato dallapresenza di locali adibiti a stoccaggio di materie prime o manufatti o dalla presenzadi depositi di rifiuti.

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DM 06/09/1994Il documento contiene normative e metodologie tecniche riguardanti:

- l'ispezione delle strutture edilizie, il campionamento e l'analisi dei materialisospetti per l'identificazione dei materiali contenenti amianto;

- il processo diagnostico per la valutazione del rischio e la scelta dei provvedimentinecessari per il contenimento o l'eliminazione del rischio stesso;

- il controllo dei materiali contenenti amianto e le procedure per le attività dicustodia e manutenzione in strutture edilizie contenenti materiali di amianto;

- le misure di sicurezza per gli interventi di bonifica;

- le metodologie tecniche per il campionamento e l'analisi delle fibre aerodisperse.

Il documento fa riferimento a due tipi di indicazioni:

a) "norme prescrittive";

b) "norme indicative".

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DM 06/09/1994

Le parti che lo compongono si occupano di:

1. Localizzazione e caratterizzazione delle strutture edilizie

2. Valutazione del rischio

3. Metodi di bonifica

4. Programma dei controlli dei materiali di amianto in sede – Procedure per leattività di custodia e manutenzione

5. Misure di sicurezza da rispettare durante gli interventi di bonifica

6. Criteri per la certificazione della restituibilità di ambienti bonificati

7. Coperture in cemento-amianto

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1. Localizzazione e caratterizzazione delle strutture edilizie

In questo capitolo vengono definiti alcuni aspetti prettamente pratici quali:

➢ Classificazione dei materiali contenenti amianto

Ai fini pratici, i materiali contenenti amianto presenti negli edifici possono essere divisi in tregrandi categorie:

1) Materiali che rivestono superfici applicati a spruzzo o a cazzuola;

2) Rivestimenti isolanti di tubi e caldaie;

3) Una miscellanea di altri materiali comprendente, in particolare, pannelli ad alta densità(cemento-amianto), pannelli a bassa densità (cartoni) e prodotti tessili.

Inoltre, in base alla friabilità i materiali contenenti amianto possono essere classificati:

• Friabili: materiali che possono essere facilmente sbriciolati o ridotti in polvere con lasemplice pressione manuale;

• Compatti: materiali duri che possono essere sbriciolati o ridotti in polvere solo tramitel’utilizzo di attrezzi meccanici (dischi abrasivi, frese, trapani, etc.)

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1. Localizzazione e caratterizzazione delle strutture edilizie

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➢ Campionamento ed analisi dei materiali

Una volta individuate le strutture edilizie su cui intervenire, sarà opportuno, prima diprocedere al campionamento dei materiali, articolare un programma di ispezione.

1) Ricerca e verifica della documentazione tecnica disponibile sull'edificio, per accertarsi deivari tipi di materiali usati nella sua costruzione, e per rintracciare, ove possibile, l'impresaedile appaltatrice.

2) Ispezione diretta dei materiali per identificare quelli friabili e potenzialmentecontenenti fibre di amianto.

3) Verifica dello stato di conservazione dei materiali friabili, per fornire una primavalutazione approssimativa sul potenziale di rilascio di fibre nell'ambiente.

4) Campionamento dei materiali friabili sospetti, e invio presso un centro attrezzato, per laconferma analitica della presenza e del contenuto di amianto.

5) Mappatura delle zone in cui sono presenti materiali contenenti amianto.

6) Registrazione di tutte le informazioni raccolte in apposite schede (allegato 5), daconservare come documentazione e da rilasciare anche ai responsabili dell'edificio.

1. Localizzazione e caratterizzazione delle strutture edilizie

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✓ La presenza di materiali contenenti amianto in un edificio non comporta di per sé unpericolo per la salute degli occupanti.

✓ Se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è estremamente improbabileche esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto. Se invece il materialeviene danneggiato per interventi di manutenzione o per vandalismo, si verifica un rilascio difibre che costituisce un rischio potenziale.

✓ Se il materiale è in cattive condizioni, o se è altamente friabile, le vibrazioni dell'edificio, imovimenti di persone o macchine, le correnti d'aria possono causare il distacco di fibrelegate debolmente al resto del materiale. Per la valutazione della potenziale esposizione afibre di amianto del personale presente nell'edificio sono utilizzabili due tipi di criteri:

o L’esame delle condizioni dell’installazione, al fine di stimare unrilascio di fibre dal materiale;

o La misura della concentrazione delle fibre di amiantoaerodisperse all’interno dell’edificio (monitoraggio ambientale).

2. Valutazione del rischio

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Il monitoraggio ambientale, tuttavia, non può rappresentare da solo un criterio adatto pervalutare il rilascio, poiché permette di misurare la concentrazione delle fibre di amiantonell’aria al momento del campionamento, non considerando il pericolo per la possibilità dirilascio di fibre qualora si deteriori o venga danneggiato durante le normali attività.

In particolare, nel caso di danneggiamenti, spontanei o accidentali, si possono verificare rilascidi elevata entità, che tuttavia, non vengono campionati durante il monitoraggio in quantooccasionali e di breve durata.

In fase di ispezione visiva dell’installazione, devono essere attentamente valutati:

o Il tipo e le condizioni dei materiali;

o I fattori che possono determinare un futuro danneggiamento o degrado;

o I fattori che influenzano la diffusione delle fibre e l’esposizione degli individui.

Dovrà essere compilata una scheda di sopralluogo, separatamente per ciascuna areadell’edificio in cui sono presenti materiali contenenti amianto.

2. Valutazione del rischio

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2. Valutazione del rischio

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I metodi di bonifica che possono essere attuati, sia nel caso di interventi circoscritti ad areelimitate dell’edificio, sia nel caso di interventi generali, sono:

Rimozione dei materiali di amianto

Procedimento più diffuso in quanto elimina ogni potenziale fonte di esposizione

Incapsulamento

Consiste nel trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti chetendono ad inglobare le fibre di amianto, generano una pellicola sulla superficie

Confinamento

consiste nell’installazione di una barriera a tenuta che separi l’amianto dalle areeoccupate dell’edificio

3. Metodi di bonifica

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A scopo orientativo possono essere formulate le seguenti indicazioni:

i) un intervento di rimozione spesso non costituisce la migliore soluzione perridurre l'esposizione ad amianto. Se viene condotto impropriamente può elevarela concentrazione di fibre aerodisperse, aumentando, invece di ridurre, il rischio dimalattie da amianto;

ii) materiali accessibili, soprattutto se facilmente danneggiabili, devonoessere protetti da un idoneo confinamento;

iii) prima di scegliere un intervento di incapsulaggio deve essere attentamentevalutata l'idoneità del materiale di amianto a sopportare il peso dell'incapsulante.

3. Metodi di bonifica

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In particolare trattamenti incapsulanti non sono indicati:

- nel caso di materiali molto friabili o che presentano scarsa coesione interna oadesione al substrato, in quanto l'incapsulante aumenta il peso strutturaleaggravando la tendenza del materiale a delaminarsi o a staccarsi dal substrato;

- nel caso di materiali friabili di spessore elevato (maggiore di 2 cm), nei quali iltrattamento non penetra molto in profondità e non riesce quindi a restituirel'adesione al supporto sottostante.

Per contro l'aumento di peso può facilitare il distacco dell'amianto:

- nel caso di infiltrazioni di acqua

- nel caso di materiali facilmente accessibili

- nel caso di installazioni soggette a vibrazioni (aeroporti, locali con macchinaripesanti, ecc

3. Metodi di bonifica

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iv) tutti i metodi di bonifica alternativi alla rimozione presentano costi minori abreve termine. A lungo termine, però il costo aumenta per la necessità dicontrolli periodici e di successivi interventi per mantenere l'efficacia e l'integritàdel trattamento. Il risparmio economico (cosi come la maggiore rapidità diesecuzione), rispetto alla rimozione, dipende prevalentemente dal fatto che nonoccorre applicare un prodotto sostitutivo e che non vi sono rifiuti tossici dasmaltire. Le misure di sicurezza da attuare sono, invece, per la maggior parte lestesse per tutti i metodi;

v) interventi di ristrutturazione o demolizione di strutture rivestite di amiantodevono sempre essere preceduti dalla rimozione dell'amianto stesso.

3. Metodi di bonifica

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4. Programma di controllo dei materiali di amianto in sede –Procedure per le attività di custodia e manutenzione

Dal momento in cui viene rilevata la presenza di materiali contenenti amianto in un edificio, ènecessario che sia messo in atto un programma di controllo e manutenzione al fine di ridurreal minimo l'esposizione degli occupanti. Tale programma implica mantenere in buonecondizioni i materiali contenenti amianto,

prevenire il rilascio e la dispersione

secondaria di fibre, intervenire

correttamente quando si verifichi un

rilascio, verificare periodicamente le

condizioni dei materiali contenenti amianto.

Nello specifico si devono redigere:

- Programma di controllo

- Attività di manutenzione e custodia

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5. Misure di sicurezza da rispettare durante gli interventi di bonifica

Viene applicata una suddivisione dei casi, a seconda

che siano:

A. Materiali friabili;

B. Tubazioni e tecniche di glow bag;

C. Bonifiche di grandi strutture coibentate;

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A. Materiali friabili

I lavori di bonifica di materiali friabili contenenti amianto dovranno essere eseguiti attenendosialle raccomandazioni contenute nei punti seguenti:

1) Allestimento del cantiere;

2) Collaudo del cantiere;

3) Aree di decontaminazione;

4) Protezione dei lavoratori;

5) Tecniche di rimozione;

6) Imballaggio dei rifiuti contenenti amianto;

7) Modalità di allontanamento dei rifiuti dall’area di lavoro;

8) Tecniche di incapsulamento;

9) Decontaminazione del cantiere;

10) Protezione delle zone esterne all’area di lavoro;

11) Monitoraggio ambientale.

5. Misure di sicurezza da rispettare durante gli interventi di bonifica

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6. Criteri per la certificazione della restituibilità degli ambienti

Le operazioni di certificazione di restituibilità di ambienti bonificati dall'amianto, effettuate perassicurare che le aree interessate possono essere rioccupate con sicurezza, dovranno essereeseguite da funzionari della USL competente. Le spese relative al sopralluogo ispettivo ed alladeterminazione della concentrazione di fibre aerodisperse sono a carico del committente ilavori di bonifica.

I principali criteri da seguire durante la certificazione sono:

- assenza di residui di materiali contenenti amianto entro l'area bonificata;

- assenza effettiva di fibre di amianto nell'atmosfera compresa nell'area bonificata.

I locali dovranno essere riconsegnati a conclusione dei lavori di bonifica con certificazionifinali attestanti che:

1. sono state eseguite, nei locali bonificati, valutazioni della concentrazione di fibre diamianto aerodisperse mediane l'uso della microscopia elettronica in scansione;

2. è presente, nei locali stessi, una concentrazione media di fibre aerodisperse nonsuperiore alle 2 ff/l.

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7. Coperture in cemento-amiantoLe lastre piane o ondulate di cemento-amianto, impiegate per copertura in edilizia, sonocostituite da materiale non friabile che, quando è nuovo o in buono stato di conservazione, nontende a liberare fibre spontaneamente.

Lo stesso materiale esposto ad agenti atmosferici subisce un progressivo degrado per azionedelle piogge acide, degli sbalzi termici, dell'erosione eolica e di microrganismi vegetali. Diconseguenza, dopo anni dall'installazione si possono determinare alterazioni corrosivesuperficiali con affioramento delle fibre e fenomeni di liberazione.

I principali indicatori utili per valutare lo stato di degrado delle coperture in cemento-amianto, in relazione al potenziale rilascio di fibre, sono:

- la friabilità del materiale;

- lo stato della superficie ed in particolare l'evidenza di affioramenti di fibre;

- la presenza di sfaldamenti, crepe o rotture;

- la presenza di materiale friabile o polverulento in corrispondenza di scoli d'acqua, grondaie, ecc.;

- la presenza di materiale polverulento conglobato in piccole stalattiti in corrispondenza dei punti di gocciolamento.

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La bonifica delle coperture in cemento-amianto viene necessariamente effettuata in ambienteaperto, non confinabile, e, pertanto, deve essere condotta limitando il più possibile ladispersione di fibre.

Le misure di sicurezza durante gli interventi sulle coperture in cemento-amianto sono:

1) Caratteristiche del cantiere

2) Misure di sicurezza antinfortunistiche;

3) Procedure operative;

4) Protezione dei lavoratori.

7. Coperture in cemento-amianto

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I compiti del datore di lavoro/proprietario/gestore degli edifici contenenti amianto o con sospetta

presenza di amianto

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DM 06/09/1994

I compiti del datore di lavoro/proprietario/gestore degli edifici contenenti amianto o consospetta presenza di amianto sono sanciti dal DM 06/09/1994 al suo Capitolo IV («Programmadi controllo dei materiali di amianto in sede – Procedure per le attività di custodia emanutenzione»).

Tale decreto stabilisce che, per gli edifici dove viene rilevata la presenza di amianto, devonoessere messe in atto specifiche tecniche di prevenzione al fine di ridurre al minimo il rischio diesposizione alla sostanza.

Tali precauzioni si concretizzano nel:

➢ Programma di controllo;

➢ Attività di manutenzione e custodia.

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Programma di controllo

Il proprietario dell’immobile e/o il responsabile dell’attività che vi si svolge dovrà:

Designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte leattività manutentive che possono interessare i materiali di amianto;

Tenere un’idonea documentazione da cui risulti l’ubicazione dei materiali contenentiamianto. Sulle installazioni soggette a frequenti interventi manutentivi (ad es. caldaia etubazioni) dovranno essere poste avvertenze allo scopo di evitare che l’amianto vengainavvertitamente disturbato;

Garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventimanutentivi e in occasione di qualsiasi evento che possa causare disturbo dei materialicontenenti amianto.

In merito a quanto precedentemente indicato dovrà inoltre essere predisposta una specifica procedura di autorizzazione per le attività di manutenzione e di tutti gli interventi effettuati dovrà essere tenuta una documentazione verificabile.

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Programma di controllo

Fornire una corretta informazione agli occupanti dell’edificio in merito alla presenza diamianto nello stabile, sui rischi potenziali e sui rischi da adottare;

Nel caso in cui siano in opera materiali friabili provvedere a far ispezionare l’edificioalmeno una volta all’anno, da personale in grado di valutare le condizioni dei materiali,redigendo un dettagliato rapporto corredato di documentazione fotografica.

Copia del rapporto dovrà essere trasmessa alla USL competente la quale può prescrivere dieffettuare un monitoraggio ambientale periodico delle fibre aerodisperse all’internodell’edificio.

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Attività di manutenzione e custodia

Le operazioni di manutenzione vera e propria possono essere raggruppate in tre categorie:

a) Interventi che non comportano contatto diretto con l’amianto;

b) Interventi che possono interessare accidentalmente i materiali contenenti amianto;

c) Interventi che intenzionalmente disturbano zone limitate di materiali contenentiamianto.

Operazioni che comportano un esteso interessamento dell’amianto non possono essereconsentite, se non nell’ambito di progetti di bonifica.

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È necessario inoltre provvedere alle seguenti precauzioni:

✓ Vietare l’accesso ad estranei all’area interessata;

✓ L’area deve essere isolata con misure idonee in relazione al potenziale rilascio di fibre;

✓ L’impianto di ventilazione deve essere localmente spento. Tutti i lavori sono da eseguirsi conmetodi ad umido (eventuali utensili impiegati devono essere dotati di aspirazioneincorporata);

✓ Al termine dei lavori, eventuali polveri o detriti caduti vanno puliti con metodi ad umido ocon aspirapolveri dotati di filtri ad alta efficienza;

✓ I lavoratori che eseguono gli interventi devono essere dotati di idonei DPI del caso, e questidevono essere smaltiti al termine dei lavori (fatto salvo per semimaschere o maschere apieno facciale);

✓ Tutto il materiale a perdere deve essere smaltito come rifiuto contaminato, in sacchiimpermeabili chiudi ed etichettati.

Procedure definite devono essere previste nel caso di consistenti rilasci di fibre.

Attività di manutenzione e custodia

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Nomina della figura di responsabile per il

programma di controllo e manutenzione dei materiali contenenti amianto (punto

4 – DM 06/09/1994)

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Responsabile Rischio Amianto

Il Responsabile per il programma di controllo e manutenzione dei materialicontenenti amianto, o Responsabile Rischio Amianto (RRA), è una figura disciplinatadal punto 4 del DM 06/09/1994.

La nomina di tale figura spetta in capo al datore di lavoro/proprietario/gestore odal responsabile dei lavori dell’edificio nel quale viene riscontrata o vi è sospettodella presenza di amianto.

In aggiunta a quanto in capo al datore di lavoro/proprietario/gestore dell’edificiocontenente amianto o con sospetta presenza di amianto, il Responsabile RischioAmianto dovrà con il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (RSPP)verificare l’aggiornamento dei documenti unici di valutazione dei rischi interferenti –DUVRI – e il coordinamento con tutti i soggetti a vario titolo coinvolti nelle attivitàdell’immobile in questione.

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Requisiti Responsabile Rischio AmiantoIl Responsabile Rischio Amianto deve necessariamente avere un bagaglio di conoscenza quali:

• Deve saper coordinare e gestire al meglio le attività di manutenzione sui MCA;

• Deve essere in grado di accertare la presenza dei materiali contenenti amianto per assistereil proprietario e/o il responsabile nelle attività di censimento;

• Deve conoscere e saper applicare le metodiche specifiche sulla valutazione dei rischiassociati alla presenza dei materiali (indici versar, algoritmi, indici ecc. ) in modo da assistereil suo committente su questa attività;

• Saper gestire le attività di custodia in modo codificato redigendo il piano di controllo emanutenzione sui MCA;

• Deve conoscere le tecniche di bonifica e i rischi, oltre che i costi, a queste associate in mododa indirizzare al meglio il proprio committente;

• Deve essere, caratteristica quest’ultima non specificata nel decreto ma di assolutaimportanza, in grado di gestire la comunicazione del rischio, non di rado anche in condizionicritiche di contrapposizione tra le varie parti coinvolte nella gestione dei MCA (imprese,utenti, occupanti ecc.).

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Attribuzioni Responsabile Rischio Amianto

Sebbene l’idea del legislatore al tempo della pubblicazione del DM 06/09/1994 fosse quella diattribuire al RRA il compito di sovraintendere alla sorveglianza dei MCA affinché non venisseroperturbati per errato coordinamento tra i soggetti coinvolti nella loro custodia e manutenzione,costui è a tutti gli effetti SOLAMENTE un assistente del datore di lavoro/proprietario/gestoredell’edificio contenente o con sospetta presenza di amianto.

In virtù di quanto sopra indicato, non sono state stabilite ammende o sanzioni in capo alResponsabile Rischio Amianto per omissioni di natura previdenziale. Chiaramente questafigura potrebbe essere chiamata in causa per colpa professionale, in caso di errate valutazioni odi negligenza nella messa in atto dei propri compiti.

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Fasi dell’attività di mappatura e monitoraggio delle fibre aerodisperse

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Attività di mappatura - Dove cercare l’amianto?

Coperture in Eternit

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Elementi edili in cemento-amianto

Attività di mappatura - Dove cercare l’amianto?

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Lastre per tetti, tubi di canalizzazione, canalette e fioriere

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Tubazioni in cemento-amianto ecoibentazioni con fibre di amianto

Attività di mappatura - Dove cercare l’amianto?

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Isolamento di tubi e condotte

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Guarnizioni, freni, frizioni, coibentazioni ditreni, navi e autobus.Corde, nastri in tessuto.

Attività di mappatura - Dove cercare l’amianto?

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Kit frizione, freni a tamburo e piastre inutilizzate di freni a disco

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Guarnizioni su impianti tecnici come impianti di riscaldamento, caldaie, pompe

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Apparecchi elettrici come forni, fornelli e forni da accumulo

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Intonaco (con malta tradizionale o aspruzzo).

Prodotti di uso domestico: forni, guantida forno, caldaie, vasi, pavimenti...

Attività di mappatura - Dove cercare l’amianto?

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Intonaco (con malta tradizionale o aspruzzo), rivestimento su tubature.

Attività di mappatura - Dove cercare l’amianto?

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Intonaco a spruzzo su soffitti, pareti e travi d’acciaio

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Colori e vernici, rivestimenti

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Monitoraggio delle fibre aerodisperse

Se il materiale è in buone condizioni e non viene manomesso, è estremamente improbabileche esista un pericolo apprezzabile di rilascio di fibre di amianto.

Se invece il materiale viene danneggiato per interventi di manutenzione o per vandalismo, siverifica un rilascio di fibre che costituisce un rischio potenziale. Se il materiale è in cattivecondizioni, o se è altamente friabile, le vibrazioni dell´edificio, i movimenti di persone omacchine, le correnti d´aria possono causare il distacco di fibre di amianto scarsamente legateal resto del materiale.

Il monitoraggio ambientale si attua attraverso lo svolgimento di campionamenti, chepossono essere di diverso tipo in relazione alla situazione che si presenta:

• Materiali in massa (ricerca presenza e/o concentrazione di amianto);

• Ambientali indoor/outdoor (ricerca di fibre aerodisperse);

• Personali (ricerca delle fibre aerodisperse).

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Materiali in massaQualora all´interno dell´edificio siano presenti materiali nei quali si sospetta la presenzaamianto, occorrerà procedere alla raccolta di un campione (porzione) del materiale e alla suaanalisi da parte di un laboratorio abilitato, evitando interventi distruttivi che possonodeterminare una contaminazione degli ambienti circostanti.

Le modalità operative per eseguire il campionamento sono indicate nel DM 06/09/1994, e siriassumono nei seguenti punti:

• Acquisizione della documentazione: fotografia colori del materiale da campionaree dell´ubicazione dello stesso;

• Impiego di idonei mezzi di protezione: maschere contro polveri (FFP3) e guanti usa e getta;

• Evitare l´utilizzo di: trapani, frese, scalpelli grossolani, lime, raspe, ecc.;

• Prelievo di una piccola aliquota del materiale, che sia sufficientemente rappresentativo;

• Inserimento immediato del campione in una busta di plastica ermeticamente sigillabile;

• Acquisizione della documentazione: fotografie a colori del materiale da campionare edell´ubicazione dello stesso;

• Compilazione di una scheda di prelievo, con tutte le informazioni necessarie, da allegare alcampione inviato al laboratorio abilitato.

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Determinazioni quantitative dell’amianto in campioni in massa

La determinazione delle varie forme di amianto contenute in campioni in massa costituisce unproblema analitico complesso, a cui a tutt'oggi non è stata data una soluzione soddisfacente.Come è noto, esistono varie tecniche analitiche per la determinazione quantitativa delle varieforme di amianto; tutte, però, presentano vantaggi e svantaggi.

In relazione della necessità di effettuare questo tipo di indagini, il DM 06/09/1994 stabiliscecome possibili alternative:

• Diffrattometria a raggi-X con il metodo del filtro d’argento (DRX);

• Microscopia elettronica analitica a scansione (SEM);

• Campionamenti personali quantitativi.

Il limitato potere risolutivo - » 0,25 mm del MOCF contro » 0,01 mm del SEM - oltre a nonpermettere la rivelazione delle fibre più piccole rende difficoltosa la valutazione delledimensioni vere di oggetti che non superino di almeno 2 o 3 volte tale potere risolutivo; lalimitata profondità di campo non permette di focalizzare oggetti che non si trovinoesattamente sul piano immagine del microscopio; può risultare perciò difficile valutare l'esattagranulometria di fibre sottili e in posizione inclinata rispetto a tale piano; infine la mancanza diun sistema che permetta il riconoscimento sicuro del tipo di fibra può determinare, incampioni in cui sono presenti materiali eterogenei, errori sistematici.

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Diffrattometria a raggi-X con il metodo del filtro d’argento

Il metodo è applicabile a materiali in massa contenenti i principali tipi di amianti commerciali(crisotilo, crocidolite, amosite) e per quantità di amianto dell'ordine dei microgrammi.L'intervallo ottimale di misura è compreso tra 20 e 100 microgrammi di amianto sul filtro dilavoro in argento. Il limite inferiore di rivelabilità (LLD) dipende da vari fattori: tipo di amianto,matrice nella quale l'analita si trova disperso, tempo di integrazione del picco analitico, area dideposizione del campione sul filtro di lavoro in argento. In ogni caso, è sempre possibiledeterminare le tre forme di amianto in concentrazioni intorno all'1% in peso quando ilcampione da analizzare sia costituito da un deposito di polvere macinata di circa 0.5 mg suun'area del filtro di lavoro di circa 1.0 cm2.

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Principio del metodo

Macinazione controllata del campione in massa fino a raggiungere una granulometria vicina aquella degli standard di amianto puro usati per la costruzione della curva di taratura; studiodell'effetto che la macinazione ha sulla risposta diffrattometrica dell'amianto contenuto nelcampione; sospensione di una parte della polvere in adatta soluzione disperdente; filtrazionedi una quantità nota di polvere in sospensione su membrana filtrante in argento; analisidiffrattometrica dei vari tipi di amianto per confronto con una curva di taratura; correzionedell'attenuazione dell'intensità dei picchi analitici misurati (attenuazione dovutaall'assorbimento dei raggi da parte del campione) .

Il metodo di correzione è basato sull'uso del filtro d‘argento che ha la doppia funzione disupporto filtrante e di standard interno. In pratica, dalla misura dell'attenuazione del picco didiffrazione dell'argento si ricava il fattore i correzione per l'attenuazione dei picchi analiticidelle varie forme di amianto.

Diffrattometria a raggi-X con il metodo del filtro d’argento

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Microscopia elettronica analitica a scansione (SEM)

Tale metodo permette la determinazione, mediante microscopia elettronica analitica ascansione, della concentrazione (massa/massa) di amianto (crisotilo, crocidolite, amosite,tremolite) in campioni massivi, quali il cemento-amianto, o polverulenti, quali polveri di talco.

Il metodo è applicabile per concentrazioni di amianto comprese fra le 100 ppm (0.01%) e le10000 ppm (1%) o superiori; l'intervallo in cui il metodo fornisce risultati quantitativi ècompreso fra le 1000 ppm e le 10000 ppm o superiori. Per concentrazioni di amianto inferiorialle 1000 ppm il metodo fornisce risultati semiquantiativi.

La sensibilità della metodica dipende da vari fattori: condizioni di lavoro del microscopio, areadi deposizione del campione sul filtro di lavoro, numero di campi di lettura fissati sul filtro; inogni caso si può stimare una sensibilità di circa 100 ppm quando il campione sia costituito dacirca 0.1 mg di materiale depositato su un'area di circa 300 mm2 (superficie circolare di circa 1cm di raggio) e vengano letti 400 campi a 2000 x.

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Microscopia elettronica analitica a scansionePrincipio del metodo

Sospensione di una quantità non inferiore a 0.1 mg del campione polverulento in un volumenoto di soluzione disperdente costituita da un tensioattivo in acqua deionizzata e filtrata. Se ilcampione da analizzare è un campione in massa viene ottenuta, per mezzo di una opportunamacinazione, la sua comminuzione fino a che lo spettro granulometrico del particolatoprodotto è compreso nell'intervallo fra 10 e 100 μm. Filtrazione di un volume dellasospensione contenente almeno 0.1 mg del campione su un filtro in policarbonato a foropassante, di 0.4 - 0.8 μm di porosità, di 25 mm di diametro.

Montaggio del filtro su un portacampioni per SEM e metallizzazione della sua superficie conAu mediante sputtering catodico.

Lettura a 1000 - 2000 ingrandimenti di un numero di campi microscopici adeguato al limite dirivelabilità richiesto, tipicamente fra 200 e 400 campi.

Riconoscimento mediante spettroscopia X a dispersione di energia delle fibre di amiantopresenti e misura delle loro dimensioni.

Calcolo dei volumi e dei corrispondenti pesi delle fibre di amianto utilizzando i pesi specificidei minerali corrispondenti. Calcolo del peso totale di amianto sul filtro in base alla superficiedi deposizione del campione, alla superficie del filtro letta, al numero e dimensioni delle fibreosservate e all'ipotesi di una distribuzione Poissoniana delle fibre sul filtro.

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Campionamenti personali quantitativiI campioni sono prelevati nella zona di respirazione dei singoli lavoratori: cioè entro unasemisfera di 300 mm di raggio che si estende dinanzi alla faccia del lavoratore e misurata apartire dal punto di mezzo di una linea congiungente le sue orecchie.

Vengono utilizzati:

• Filtri a membrana (esteri misti di cellulosa o nitrato di cellulosa) di porosità tra 0,8 e 1,2μm con reticolo stampato e con diametro di 25 mm;

• Portafiltro a faccia aperta provvisto di cappuccio metallico cilindrico, estendentesi tra 33mm e 44 mm davanti al filtro e che permetta l'esposizione di un'area circolare di almeno20 mm di diametro. Durante l'uso il cappuccio è rivolto verso il basso;

• Pompa portatile a batteria, portata sulla cintura o in una tasca del lavoratore. Il flussodeve essere esente da pulsazioni e la portata regolata inizialmente a 1 l/min ± 5%. Duranteil periodo di campionamento la portata è mantenuta entro ± 10% della portata iniziale.

Per il conteggio è usato un microscopio binoculare con le seguenti caratteristiche:Illuminazione Koeher.

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Principio del metodo

Il conteggio dei campioni è effettuato secondo le seguenti regole:

Per fibra da contare si intende qualunque particella di lunghezza > 5μm, diametro < 3μm erapporto lunghezza/diametro > 3:1 che non sia in contatto con una particella con diametromassimo maggiore di 3 μm. Le fibre da contare che hanno le sue estremità entro l'area delreticolo devono essere contate come un'unica fibra; una fibra avente una sola estremitàall'interno di tale area deve essere contata come mezza fibra.

Campionamenti personali quantitativi

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Principio del metodo

Le aree del reticolo per il conteggio devono essere scelte a caso all'interno della superficieesposta al filtro. Un agglomerato di fibre che appaia compatto e intero in uno o più punti dellasua lunghezza, ma appaia diviso in trefoli (fibra ramificata) in altri, deve essere contato comefibra se è conforme a quanto indicato sopra; il diametro è misurato attraverso la parte intera enon quella ramificata. In qualsiasi altro agglomerato di fibre in cui le singole fibre si tocchino osi incrocino (fascio), queste devono essere contate individualmente ogniqualvolta possanoessere distinte sufficientemente per stabilire che sono conformi a quanto indicato sopra. Senon è possibile distinguere nessuna singola fibra rispondente a tale definizione, il fascio deveessere contato come un'unica fibra, sempre che sia conforme nel suo complesso alle misureindicate.

Se più di un ottavo di un area del reticolo è coperto da un agglomerato di fibre e/o particelle,tale area del reticolo deve essere scartata ed un'altra area deve essere esaminata per ilconteggio. Si devono contare 100 fibre con un minimo di 20 aree di reticolo o esaminare 100aree di reticolo. Il numero medio di fibre per reticolo deve essere calcolato dividendo ilnumero delle fibre contate per il numero delle aree di reticolo esaminate. Il contributo alrisultato finale del conteggio dovuto a segni del filtro o a contaminazione deve essereinferiore a 3 fibre per 100 aree di reticolo ed essere determinato con filtri "bianchi".

Campionamenti personali quantitativi

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Viene utilizzato per la determinazione delle fibre aerodisperse. Si effettua prelevando l´arianei luoghi oggetto di analisi. È molto utile per identificare le scelte di bonifica e per testarnel´efficacia. Le modalità operative per effettuare il campionamento prevedono:

• campionamenti ambientali a 1.6 mt dal suolo;

• campionatori a flusso costante;

• filtri di esteri di cellulosa e policarbonato con porosità di 0.8 µm;

• durata dei prelievi compresa tra 4 - 8 ore;

• limiti di legge: D.M. 06/09/1994 con valori guida pari a 20ff/L in MOCF o 2ff/L in SEM conmicroanalisi.

Per «ambiente indoor» si intendono ambienti confinati di vita e di lavoro NON industriali, inparticolare quelli adibiti ad abitazione, svago, lavoro e trasporto.

Campionamenti ambientali outdoor

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Pompa statica campionamento ambientale outdoor

Pompa statica campionamento ambientale indoor

Campionamenti ambientali outdoor

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Si effettua prelevando l´aria attraverso un campionatore personale, indossato da un soggettomentre svolge le attività abitudinarie. Il campionatore è costituito da una pompetta chepreleva quantità note di aria nel tempo e assorbe gli inquinanti aereodispersi in idoneisistemi di fissaggio. Tale modalità è utilizzata per misurare l´esposizione media dell´individuoalle diverse sostanze.

Le modalità operative per effettuare il campionamento prevedono:

• campionamento personale con sistemi di prelievo a flusso costante su filtri di esteri dicellulosa con porosità 0.8 µm;

• durata dei prelievi subordinata alla polverosità presente nell´ambiente;

• ambienti di lavoro: D.Lgs 81/2008 e successive modifiche valore limite pari a0.1 ff/cc = 100ff/L misurate come media ponderata in un tempo di riferimento di otto ore.Metodo OMS 1997.

Campionamenti ambientali personali

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Pompa per campionamenti personali(strumento singolo e posizionato suoperatore)

Campionamenti ambientali personali

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Interventi di bonifica

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Chi può eseguire gli interventiL’art. 212 comma 5 del d.lgs 152/2006 prevede l’obbligo di iscrizione all’Albo GestoriAmbientali per le imprese che svolgono attività di bonifica di beni contenenti amianto.

Ai fini dell'iscrizione all'Albo, le attività della categoria 10 sono ripartite in due sottocategoriein relazione alla pericolosità per l'ambiente e la salute dell'uomo dei vari tipi di materialicontenenti amianto:

• 10 A - per l'attività di bonifica di beni contenenti amianto effettuata nei seguenti materiali:materiali edili contenenti amianto legato in matrici cementizie o resinoidi;

• 10 B - per l'attività di bonifica di beni contenenti amianto effettuata sui seguenti materiali:materiali d’attrito, materiali isolanti (pannelli, coppelle, carte e cartoni, tessili, materialispruzzati, stucchi, smalti, bitumi, colle, guarnizioni, altri materiali isolanti) contenitori apressione, apparecchiature fuori uso, altri materiali incoerenti contenenti amianto.

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Requisiti soggettiviLe aziende che intendono iscriversi alla categoria 10 devono:

➢ Disporre di requisiti soggettivi:

a) siano cittadini italiani o cittadini di Stati membri della UE o cittadini di un altro Stato, acondizione che quest’ultimo riconosca analogo diritto ai cittadini italiani;

b) siano iscritti al registro delle imprese o al repertorio economico amministrativo, adeccezione delle imprese individuali che vi provvederanno successivamente all’iscrizioneall’Albo, o in analoghi registri dello Stato di residenza, ove previsto;

c) non siano in stato di interdizione o inabilitazione ovvero di interdizione temporanea dagliuffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese;

d) non abbiano riportato condanna passata in giudicato, anche ai sensi dell'art. 444 delcodice di procedura penale e anche qualora sia intervenuta l'estinzione di ogni effettopenale della stessa o sia stato concesso il condono della pena:

1) condanna a pena detentiva per reati previsti dalle norme a tutela dell'ambiente, ivi incluse lenorme a tutela della salute, le norme in materia edilizia e in materia urbanistica;

2) condanna alla reclusione per un tempo superiore ad un anno per delitti non colposi.

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Le aziende che intendono iscriversi alla categoria 10 devono:

➢ Disporre di requisiti soggettivi:

e) siano in regola con gli obblighi relativi al pagamento dei contributi previdenziali eassistenziali a favore dei lavoratori, secondo la legislazione italiana o quella dello Stato diresidenza;

f) non sussistono nei loro confronti le cause di divieto, di decadenza o di sospensione di cuiall'articolo 67 del decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159;

g) non si trovino, in sede di prima iscrizione, in stato di liquidazione o siano, comunque,soggetti ad una procedura concorsuale o a qualsiasi altra situazione equivalente secondola legislazione straniera;

h) siano in possesso dei requisiti di idoneità tecnica e di capacità finanziaria (si veda art. 11D.M 120/2014);

i) non abbiano reso false dichiarazioni o compiuto falsificazioni nel fornire le informazionirichieste ai sensi del presente articolo (art. 10 D.M. 120/2014).

Requisiti soggettivi

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Le aziende che intendono iscriversi alla categoria 10 devono:

➢ Disporre di requisiti oggettivi:

1) Dimostrare la disponibilità e il valore delle attrezzature necessarie per l'esecuzione degliinterventi di bonifica dei siti; la dotazione minima cambia a seconda della categoria per laquale si richiede l'iscrizione (10A o 10B) e della "classe", ovvero dell'importo dei lavori dibonifica cantierabili (All. A - Delibera n.1 del 30/03/2004);

2) Dimostrare di aver incaricato un Responsabile Tecnico che dispone dei requisiti individuatinell'All. C - Delibera n.1 del 30/03/2004; con riferimento ai criteri e alle modalità disvolgimento dei corsi di formazione per responsabili tecnici occorre fare riferimento allaCircolare n. 601 del 7/02/2001;

3) Dimostrare adeguata capacità finanziaria (All. D - Delibera n. 1 del 30/03/2004); talerequisito può essere dimostrato:

1) da documenti che comprovino le potenzialità economiche e finanziarie dell'impresa, quali ilvolume di affari, la capacità contributiva ai fini dell'I.V.A., patrimonio, bilanci e certificazionisull'attività svolta;

2) mediante la presentazione di un’attestazione di affidamento bancario rilasciato da impreseautorizzate all’esercizio del credito o dell’intermediazione finanziaria con capitale sociale noninferiore a € 2.500.000,00 (All. E - Delibera n. 1 del 30/03/2004).

Requisiti oggettivi

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Tipologie di intervento

I metodi di bonifica che possono essere attuati, sia nel caso di interventicircoscritti ad aree limitate dell’edificio, sia nel caso di interventi generali,sono:

➢ Rimozione dei materiali contenenti amianto;

➢ Incapsulamento;

➢ Confinamento.

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Rimozione dei materiali contenenti amiantoLa rimozione dei materiali contenenti amianto è sicuramente il metodo più efficace dieliminare la minaccia dovuta alla sua pericolosità per la salute dell’uomo. Tuttavia tale attivitànecessita di essere eseguita, quando si tratti di grandi quantità o attività particolari, da dittespecializzate aventi a disposizione lavoratori esclusivamente ed approfonditamente formati ariguardo.

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Il lavoro di rimozione dei materiali contenenti amianto è molto pericoloso soprattutto perquanto riguarda l’esposizione dei lavoratori alle polveri di amianto. È necessario dunque,effettuare tutti gli apprestamenti del caso necessari e stabilire una procedura di lavoro.

Rimozione lastra ondulate contenenti amianto

Preparazione dei lavori – Messa in sicurezza della zona da smantellare

• Assicurarsi che nessun lavoratore (senza DPI) o terze persone abbiano accesso alla zona dasmantellare (disporre transenne e segnaletica)

Esecuzione dei lavori – Rimozione delle lastre ondulate

1. Prima della rimozione, le due superfici delle lastre dovranno essere trattate con liquidiincapsulanti di colore evidente, come previsto dal D.M. 20.08.1999, specificando lecaratteristiche di applicazione dell’incapsulante, indicando:

a) Spessore film secco applicato;

b) Quantità al m2 applicata;

c) tempo di essicamento.

2. L’incapsulante dovrà essere applicato mediante l'utilizzo di pompe a bassa pressione;

Esempio di programma dei lavori

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Esecuzione dei lavori – Rimozione delle lastre ondulate

3) Le lastre rimosse dovranno essere rivestite da fogli di polietilene di adeguato spessore,direttamente sul piano del tetto, prima del trasporto a terra. Nel caso in cui ciò non fossepossibile dovrà essere data spiegazione in merito;

4) Le lastre dovranno essere rimosse evitando la loro frantumazione; per l’eliminazione degliancoraggi non dovranno essere utilizzati trapani, flessibili o mole abrasive ad alta velocità;

5) Tutto il materiale rimossa dovrà essere etichettato a norma di legge;

6) Dovranno essere specificate le modalità di conservazione in loco delle lastre, prima delloro avvio alla discarica, specificando se i singoli bancali di lastre verranno:

a) Caricati direttamente su mezzi di trasporto;

b) Depositati temporaneamente in luogo esclusivamente dedicato all’interno del cantiere,delimitato da idonea segnaletica;

c) Depositato in container esclusivamente dedicato;

d) Altro.

7) Nel caso in cui sul piano di calpestio sotto alla copertura (sottotetto od altro) fosseropresenti polveri o sfridi di materiale contenenti amianto, si dovrà procedereall’eliminazione degli stessi mediante aspiratore industriale con filtri assoluti.

Esempio di programma dei lavori

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Esecuzione dei lavori – Rimozione delle lastre ondulate

8) Si ricorda, come indicato all'art. 7, comma 3°, del D.M. 6/9/94 "procedure operative", chequalora si riscontri un accumulo di fibre di amianto nei canali di gronda, questi dovrannoessere bonificati. E’ inoltre necessario effettuare giornalmente la pulizia a umido o conaspiratori a filtri assoluti della zona di lavoro e delle aree di cantiere che possano esserestate contaminate da fibre di amianto.

Pause

• Non mangiare, non fumare ecc. nei pressi dell’area di lavoro.

Igiene

• Evitare di contaminare gli abiti da lavoro quando si toglie la tuta monouso;

• Usare le docce e i lavandini del cantiere.

Conclusione dei lavori – Rimozione lastre ondulate

• Al termine dei lavori pulire con cura tutte le attrezzature di lavoro e i DPI riutilizzati (aumido).

Esempio di programma dei lavori

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Consiste nel trattamento dell’amianto con prodotti penetranti o ricoprenti che tendono adinglobare le fibre di amianto, generano una pellicola sulla superficie. Questo tipo di attività èprevista qualora lo stato di conservazione dei manufatti contenenti amianto sia tale da nonrichiederne la rimozione immediata, ma sia sufficiente la messa in sicurezza degli stessiattraverso l’impiego di specifici prodotti come stabilito dal DM 20/08/1999.

In relazione allo stato diconservazione dei materiali siutilizzeranno incapsulamenti di:1) Tipo A;2) Tipo B;3) Tipo C;4) Tipo D.

Incapsulamento

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Inoltre, a seconda dell’applicazione, il rivestimento incapsulante può essere:

I. a vista all'esterno: se applicato per l'incapsulamento di manufatti in cemento-amiantoesposti agli agenti atmosferici e quindi soggetti a degrado progressivo, con affioramentoe rilascio di fibre; rientra in questa definizione anche il rivestimento da applicaresull'intradosso di lastre il cui estradosso è direttamente a contatto con l'ambienteesterno;

II. a vista all'interno: se applicato per l'incapsulamento di manufatti in cemento amiantosituati all'interno "integri ma suscettibili di danneggiamento" o "danneggiati" (art. 2,commi 2- b) , 2- c), decreto ministeriale 6 settembre 1994);

III. non a vista: se applicato per l'incapsulamento di manufatti in cemento amianto, asupporto degli interventi di confinamento, che, se non associati ad un trattamentoincapsulante, non impediscono il rilascio di fibre al suo interno (art. 3, comma 3- c)decreto ministeriale 6 settembre 1994) e di sopracopertura, "inteso come un interventodi confinamento" (art. 7, comma 7- a) par. c);

IV. ausiliario: se applicato per evitare la dispersione di fibre nell'ambiente a supporto degliinterventi di rimozione (art. 5, comma 5, del decreto ministeriale 6 settembre 1994) odurante le operazioni di smaltimento di materiali contenenti amianto.

Incapsulamento

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INCAPSULAMENTO

Appalta l’opera di bonifica ad un

impresa con idonei requisiti

Richiede al fornitore l’attestazione

di conformità del rivestimento

incapsulante

Attua tutte le misure atte a

tutelare la salute e la sicurezza

dei lavoratori in conformità ai suoi

obblighi. Redige notifica da

inviare all’organo di vigilanza

Richiede all’impresa di bonifica

l’attestazione della conforme

esecuzione dei lavori

Attua il programma di controllo e

manutenzione

Il committente L’impresa di

bonifica

Ditta specializzata

operante nel rispetto delle

disposizioni in attesa della

istituzione dell’albo di cui

all’art. 12 comma 4 legge

257/92

Attua tutte le misure atte a tutelare la

salute e la sicurezza dei lavoratori in

conformità ai suoi obblighi. Presenta

nel caso di sostituzione o

pretrattamento di lastre di copertura,

piano di lavoro all’organo di vigilanza

(art. 34 legge 277/91)

Rilascia al committente

l’attestazione della conforme

esecuzione dei lavori

L’organo di

vigilanza

Il fornitore del

rivestimento

incapsulante

Richiede il documento

sulle caratteristiche

prestazionali dei

laboratori d’analisi

Riceve dal laboratorio

di analisi l’attestazione

di conformità del

rivestimento

Riceve e controlla la

notifica dell’impresa

che esegue la

bonifica

Verifica

l’attestazione

dell’esecuzione

dei lavori

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I prodotti utilizzati come incapsulanti possono essere di vario tipo (DM 20/08/1999):

1. Rivestimenti incapsulanti di tipo A

Lo spessore medio del rivestimento incapsulante secco non dovrà essere inferiore a 300 μm,e in nessun punto dovrà essere inferiore a 250 μm. Gli ultimi due prodotti del cicloincapsulante dovranno essere due prodotti ricoprenti e di colore diverso e contrastante. Lospessore medio totale dell'ultimo prodotto non dovrà essere maggiore di quello medio totaledel penultimo: in nessun punto lo spessore totale dell'ultimo prodotto dovrà superare del20% lo spessore del penultimo. Per le prove di laboratorio di seguito prescritte lo spessore delrivestimento non dovrà essere inferiore a 250 μm, come indicato dalla norma UNI 10686.

Sui rivestimenti incapsulanti di tipo A devono essere eseguite le seguenti prove di laboratorio,secondo le modalità indicate dai paragrafi citati della norma UNI 10686:

1) Aderenza;

2) Impermeabilità dell’acqua;

3) Resistenza al gelo disgelo;

4) Prova di sole pioggia;

5) Resistenza all’invecchiamento accelerato;

6) Reazione al fuoco.

Incapsulante tipo A

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Incapsulante tipo A

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2. Rivestimenti incapsulanti di tipo B

Lo spessore medio del rivestimento incapsulante secco non dovrà essere inferiore a 250 μm ein nessun punto dovrà essere inferiore a 200 μm. Gli ultimi due prodotti del ciclo incapsulantedovranno essere due prodotti ricoprenti e di colore diverso e contrastante. Lo spessore mediototale dell'ultimo prodotto non dovrà essere maggiore di quello medio totale del penultimo;in nessuna misurazione effettuata lo spessore dell'ultimo prodotto dovrà superare del 20% lospessore del penultimo.

Per le prove di laboratorio n. 1 e 2, di seguito descritte, lo spessore del rivestimento non dovràessere inferiore a 200 μm, in deroga a quanto indicato dalla norma UNI 10686. La prova dilaboratorio n. 3 potrà essere eseguita solo sull'ultimo prodotto del ciclo incapsulante anzichésull'intero ciclo: lo spessore del film secco non dovrà essere inferiore a 100 μm.

Sul ciclo incapsulante di tipo B devono essere eseguite le seguenti prove di laboratorio:

1) aderenza: UNI 10686;

2) reazione al fuoco: UNI 10686;

3) resistenza al lavaggio: UNI 10560.

Incapsulante tipo B

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Incapsulante tipo B

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3. Rivestimenti incapsulanti di tipo C

Lo spessore del rivestimento incapsulante secco non dovrà essere inferiore a 200 μm, enessuna misurazione dovrà risultare inferiore a tale valore. Per le prove di laboratorio diseguito descritte, lo spessore del rivestimento non dovrà essere inferiore a 100 μm, in derogaa quanto indicato dalla norma UNI 10686.

Sul ciclo incapsulante di tipo C devono essere eseguite le seguenti prove di laboratorio,

secondo le modalità indicate nei paragrafi citati della norma UNI 10686:

1) aderenza: paragrafo 11;

2) impermeabilità all'acqua: paragrafo 12;

3) resistenza al gelo disgelo: paragrafo 13;

4) reazione al fuoco: paragrafo 16.

Incapsulante tipo C

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Incapsulante tipo C

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4. Rivestimenti incapsulanti di tipo D

Il rivestimento incapsulante dovrà essere di colore contrastante con quello delsupporto. Il fornitore dovrà indicare lo spessore del film secco, la quantità daapplicare per metro quadrato e il tempo di essiccazione.

Incapsulante tipo D

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Incapsulante tipo D

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Attestazione di conformità La conformità dei rivestimenti incapsulanti alle caratteristiche prestazionali richieste, saràattestata da laboratori che presenteranno al fornitore un documento nel quale sarà indicatoalmeno:

• Quante persone lavorano, il loro titolo di studio, gli anni di esperienza;

• L'elenco delle apparecchiature di cui dispone per l'esecuzione delle prove previste dallaUNI 10686: nome del costruttore, modello, anno di fabbricazione;

• Come procede alla taratura di queste apparecchiature.

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Come ottenere l’attestazione di conformitàPer ottenere l'attestazione di conformità sulla base della norma UNI CEI GN 45015 il fornitoredovrà presentare al laboratorio i campioni dei prodotti che costituiscono il ciclo incapsulanteda lui proposto, nella quantità richiesta dal laboratorio, con le informazioni necessarie per laloro corretta applicazione:

➢ Tipo e quantità del diluente (se previsto);

➢ Spessore da applicare;

➢ Tempo di essiccazione, ecc.

Il laboratorio dovrà applicare questi prodotti secondo le informazioni ricevute dal fornitore. E'facoltà del fornitore assistere all'applicazione dei prodotti da lui presentati.

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Nell'attestato di conformità il laboratorio riporterà almeno le seguenti informazioni:

✓ Il riferimento al presente disciplinare;

✓ Tutti i dati per l'identificazione del ciclo incapsulante esaminato: nome del fornitore, modalità dipreparazione del supporto, tipo di prodotti (codice o denominazione commerciale o l'altro elementoidentificativo), sequenza di applicazione, spessore di ogni strato, numero degli strati;

✓ Modalità e condizioni di applicazione e di essiccazione;

✓ Tipo di provini utilizzati e tipo di pretrattamento al quale sono stati sottoposti prima dell'applicazionedel rivestimento;

✓ Il risultato della misura dello spessore totale del rivestimento incapsulante e dello spessore di ognisingolo prodotto applicato;

✓ I risultati delle prove previste del presente disciplinare;

✓ Il giudizio complessivo sulla conformità del rivestimento alle prescrizioni del presente disciplinare;

✓ la data della prova.

Tele attestazione rilasciata al fornitore sara' da questi presentata al committente.

Come ottenere l’attestazione di conformità

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Attestazione dell’esecuzione dei lavori

L'avvenuta posa in opera di un rivestimento incapsulante in conformità alledisposizioni di legge secondo le indicazioni trasmesse dal fornitore e con lecaratteristiche prescritte dal DM 20/08/1999, sarà attestata dal responsabile deilavori dell'impresa di bonifica.

L'esecutore della bonifica attesta gli spessori del rivestimento incapsulante seccoe indica i metodi, nazionali o internazionali, per la loro misura.

Nell'attestato dovranno essere indicati:

✓ i diversi colori delle ultime due mani del rivestimento incapsulante;

✓ la durata minima del trattamento, ciò al fine di consentire al committente diprogrammare il piano di controllo e manutenzione ex DM 06/09/1994.

L'attestazione sarà conservata dal committente e presentata, a richiesta, all'organodi vigilanza competente per territorio.

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Programma di controllo e manutenzioneLa necessità di mantenere un programma di verifica periodica dell'efficaciadell'incapsulamento e di manutenzione è richiamata in particolare dall'art. 3, comma 3- b),del DM 06/09/1994. Questa verifica periodica dovrà essere effettuata dal committente;l'organo di vigilanza potrà eseguire gli opportuni controlli.

Per effettuare il controllo del permanere dell'efficacia dell'incapsulamento:• Controllare che non siano avvenuti distacchi, sfaldamenti e fessurazioni del rivestimento

incapsulante dalla superficie del manufatto;• Controllare che non sia scomparso il colore dell'ultimo strato con conseguente

affioramento del colore del prodotto sottostante.

A seconda dei risultati del controllo saranno da decidere gli opportuni interventi, chepotranno essere:• Ripristino della continuità del rivestimento incapsulante con interventi opportuni da

decidere caso per caso;• Applicazione di un altro strato di prodotto, per sostituire quello scomparso per effetto

degli agenti atmosferici.

Per i lavori di manutenzione e ripristino devono essere rispettate tutte le prescrizioni del DM20/08/1999.

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Confinamento

Il sistema della sopra copertura consiste in un intervento di confinamento realizzatoinstallando una nuova copertura al di sopra di quella in amianto-cemento, che viene lasciata insede quando la struttura portante sia idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo.Per tale scelta il costruttore od il committente devono fornire il calcolo delle portate deisovraccarichi accidentali previsti per la relativa struttura.

L'installazione comporta generalmente operazioni di foratura dei materiali di cemento-amianto, per consentire il fissaggio della nuova copertura e delle infrastrutture di sostegno,che determinano liberazione di fibre di amianto.

La superficie inferiore della copertura in cemento-amianto non viene confinata e rimane,quindi, eventualmente accessibile dall'interno dell'edificio, in relazione alle caratteristichecostruttive del tetto.

Nel caso dell'incapsulamento e della sopra copertura si rendono necessari controlli ambientaliperiodici ed interventi di normale manutenzione per conservare l'efficacia e l'integrità deitrattamenti stessi.

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Esempio di confinamento di lastre in amianto

Confinamento

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Installazione della sopracoperturaUtilizzando il sistema della sopracopertura è consigliabile l'impiego di materiali che presentinoidonee caratteristiche di leggerezza, infrangibilità, insonorizzazione, elevata durata nel tempoe dilatazione termica compatibile con il supporto in cemento-amianto.

Operatori muniti di indumenti protettivi a perdere e mezzi di protezione individuali delle vierespiratorie (allegato 4 del DM 06/09/1994), mediante pompe a bassa pressione spruzzanosulle superficie della lastra un prodotto incapsulante. Qualora risulti necessario movimentarele lastre di gronda, gli addetti eseguiranno tale operazione svitando i vecchi gruppi di fissaggiosenza creare fratture sulle lastre. Eseguito il lavoro di bonifica e di eventuale sostituzione delcanale, le lastre movimentate vanno rimontate utilizzando gli stessi fori per i nuovi gruppi difissaggio.

Terminate tali operazioni preliminari si passa al montaggio della nuova copertura. Questa deveessere posata su una nuova orditura secondaria, generalmente in listelli di legno, fissatadirettamente all'arcarecciatura sottostante in modo che i carichi previsti insistanoesclusivamente sulla struttura portante. Montata l'orditura secondaria può essere steso uneventuale materassino isolante e quindi le nuove lastre di copertura.

Le operazioni di cui sopra andranno effettuate con utensili provvisti di sistemi di aspirazioneidonei per la lavorazione del cemento amianto.

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Esempio schematico di confinamento

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Linee guida sulla valutazione dello stato di conservazione delle

coperture in cemento amianto

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D.G.R.V. 265/2011Sorveglianza sulle attività lavorative con esposizione

all'amianto (titolo IX capo III del D.Lgs. 81/08). Approvazione linee interpretative regionali.

Il presente decreto si applica con riferimento alle attività lavorative (manutenzione,rimozione, smaltimento, trattamento dei rifiuti e bonifica delle aree interessate)che possono comportare esposizione di lavoratori ad amianto (actinolite, grunerite,antofillite, crisotilo, crocidolite, tremolite).

Nelle attività nelle quali vi sia presenza di materiali contenenti amianto ogni datoredi lavoro deve valutare la sussistenza di situazioni di rischio per esposizione adamianto per i propri dipendenti e definire le azioni da intraprendere per perseguirela tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e della popolazione.

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D.G.R.V. 265/2011

L’ individuazione della presenza di amianto (art. 248 del D.Lgs. 81/08) è preliminare allavalutazione del rischio (art. 249 co. 1 del D.Lgs. 81/08) e alla definizione delle azioni daintraprendere, quali:

a) notifica all’organo di vigilanza (S.P.I.S.A.L.) [art. 250, D.Lgs. 81/08];

b) adozione di misure di prevenzione e protezione [art. 251, D.Lgs. 81/08] e di igiene

[art. 252, D.Lgs. 81/08];

c) controllo dell’esposizione [art. 253, D.Lgs. 81/08];

d) pianificazione preventiva delle misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute deilavoratori e la protezione dell’ambiente esterno nei lavori di demolizione o rimozioned’amianto [art. 256, D.Lgs. 81/08];

e) informazione [art. 257, D.Lgs. 81/08] e formazione [art. 258, D.Lgs. 81/08] dei lavoratori;

f) sorveglianza sanitaria [art. 259, D.Lgs. 81/08];

g) registrazione dell’esposizione [art. 260, D.Lgs. 81/08].

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Il presente decreto definisce le precauzioni da adottare nelle seguenti attività:

➢ ESEDI (Esposizioni sporadiche e di debole intensità);

➢ M.C.A. (Materiali contenenti amianto) in:

A. Ambiente interno (Indice di Degrado);

B. Ambiente esterno (Indice VERSAR).

Inoltre stabilisce i contenuti minimi da riportare all’interno dei Piani di Lavoro previsto per ilavori di demolizione o rimozione dei materiali contenenti amianto che, ricordiamo, possonoessere effettuati solamente da imprese iscritte all’ «Albo nazionale gestori ambientali», comeprevisto dall’art. 212 del D. Lgs. 152/2006.

D.G.R.V. 265/2011

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ESEDIL’art. 249, comma 2 del D. Lgs. 81/08 prevede che per esposizioni sporadiche e di deboleintensità (ESEDI) non si applichino gli articoli 250 (notifica), 251 comma 1 (misure diprevenzione e protezione), 259 (sorveglianza sanitaria), 260 comma 1 (registrazionedell’esposizione), a condizione che risulti chiaramente indicato nella valutazione dei rischi, dicui agli artt. 28 e 29 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i. e che il valore limite di esposizione all’amiantonon sia superato.

Condizioni ESEDI possono essere definite nelle seguenti attività:

a) brevi attività non continuative di manutenzione durante le quali il lavoro vieneeffettuato solo su materiali non friabili;

b) rimozione senza deterioramento di materiali non degradati in cui le fibre di amiantosono fermamente legate ad una matrice;

c) incapsulamento e confinamento di materiali contenenti amianto che si trovano inbuono stato;

d) sorveglianza e controllo dell'aria e prelievo dei campioni ai fini dell'individuazione dellapresenza di amianto in un determinato materiale.

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Quali attività sono identificate come ESEDI?

Le attività ESEDI vengono identificate come attività effettuate per unmassimo di 60 ore l’anno, per non più di 4 ore per singolo intervento e pernon più di due interventi al mese, e che corrispondano ad un livellomassimo di esposizione a fibre di amianto pari a 10 ff/l calcolate rispettoad un periodo di riferimento di otto ore.

La durata dell’intervento si intende comprensiva del tempo per la puliziadel sito, la messa in sicurezza dei rifiuti e la decontaminazionedell’operatore. All’intervento non devono essere adibiti in modo diretto piùdi 3 addetti contemporaneamente e, laddove ciò non sia possibile, ilnumero dei lavoratori esposti durante l’intervento deve essere limitato alnumero più basso possibile.

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A titolo indicativo e non esaustivo, la Commissione Consultiva Permanente ha redatto unprimo elenco di attività che, sulla base delle attuali conoscenze e nel rispetto delle limitazionitemporali ed espositive sopra indicate, possono rientrare nelle attività ESEDI:

a) brevi attività non continuative di manutenzione durante le quali il lavoro viene effettuatosolo su materiali non friabili:

1) interventi di manutenzione riguardanti il fissaggio di lastre in MCA compatto in buono stato di conservazionesenza intervento traumatico sulle stesse;

2) riparazione di una superficie ridotta (massimo di 10 m2) di lastre o mattonelle in vinil-amianto medianteapplicazione di collanti, impregnanti, sigillanti o con limitati riporti di guaine ricoprenti, o prodotti similari;

3) applicazione di prodotti inertizzanti in elementi di impianto contenenti MCA non friabile in buone condizioni(ad es. rivestimenti di tubature);

4) spostamento non traumatico di lastre di MCA compatto non degradate abbandonate a terra, previotrattamento incapsulante;

5) interventi conseguenti alla necessità di ripristinare la funzionalità, limitatamente a superfici ridotte (massimodi 10 m2), di coperture o pannellature in MCA non friabile mediante lastre non contenenti amianto;

6) interventi di manutenzione a parti di impianto (ad eccezione degli impianti frenanti), attrezzature, macchine,motori, ecc., contenenti MCA non friabile, senza azione diretta su MCA;

7) attività di conservazione dell’incapsulamento con ripristino del ricoprente;

8) inserimento, all’interno di canne fumarie in MCA non friabile, di tratti a sezione inferiore senza usura orimozione di materiale;

9) interventi di emergenza per rottura, su condotte idriche solo finalizzati al ripristino del flusso e che nonnecessitino l’impiego di attrezzature da taglio con asportazione di truciolo.

Quali attività sono identificate come ESEDI?

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A titolo indicativo e non esaustivo, la Commissione Consultiva Permanente ha redatto unprimo elenco di attività che, sulla base delle attuali conoscenze e nel rispetto delle limitazionitemporali ed espositive sopra indicate, possono rientrare nelle attività ESEDI:

b) rimozione senza deterioramento di materiali non degradati in cui le fibre di amianto sonofermamente legate ad una matrice:

1) rimozione di vasche e cassoni per acqua, qualora questi manufatti possano essererimossi dalla loro sede senza dover ricorrere a rotture degli stessi;

2) rimozione di una superficie limitata (massimo di 10 m2) di mattonelle in vinil-amianto,lastre poste internamente ad edificio o manufatti simili in MCA non friabile, qualoraquesti manufatti possano essere rimossi dalla loro sede senza dover ricorrere arotture degli stessi;

3) raccolta di piccoli pezzi (in quantità non superiore all’equivalente di 10 m2) di MCAnon friabile, caduto e disperso a seguito di eventi improvvisi ed imprevisti, previotrattamento con incapsulante.

Quali attività sono identificate come ESEDI?

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A titolo indicativo e non esaustivo, la Commissione Consultiva Permanente ha redatto unprimo elenco di attività che, sulla base delle attuali conoscenze e nel rispetto delle limitazionitemporali ed espositive sopra indicate, possono rientrare nelle attività ESEDI:

c) incapsulamento e confinamento di materiali contenenti amianto che si trovano in buonostato:

1) interventi su MCA non friabile in buono stato di conservazione volti allaconservazione stessa del manufatto e/o del materiale ed attuati senza trattamentopreliminare;

2) messa in sicurezza di materiale frammentato (in quantità non superioreall’equivalente di 10 m2), con posa di telo in materiale plastico (ad es. polietilene)sullo stesso e delimitazione dell’area, senza alcun intervento o movimentazione delmateriale stesso.

Quali attività sono identificate come ESEDI?

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A titolo indicativo e non esaustivo, la Commissione Consultiva Permanente ha redatto unprimo elenco di attività che, sulla base delle attuali conoscenze e nel rispetto delle limitazionitemporali ed espositive sopra indicate, possono rientrare nelle attività ESEDI:

d) sorveglianza e controllo dell’aria e prelievo dei campioni ai fini dell’individuazione dellapresenza di amianto in un determinato materiale:

1) campionamento ed analisi di campioni aerei o massivi ed attività di sopralluogoper accertare lo stato di conservazione dei manufatti installati.

È fatto salvo anche per le attivitàlavorative ESEDI l’obbligo per il datore dilavoro di indicare chiaramente nelladocumentazione relativa allavalutazione del rischio, di cui agli artt.28 e 29 del D.Lgs. 81/08 e s.m.i., chelavoratori ben identificati possanoessere adibiti ad attività lavorativeconformi alle definizioni ESEDI.

Quali attività sono identificate come ESEDI?

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Materiali contenenti amiantoLa presenza di materiali contenenti amianto in edifici o manufatti in genere, comporta per ilproprietario l’obbligo di verifica delle condizioni di integrità dei materiali stessi e di attivarsi diconseguenza per la bonifica in caso di precarietà e pericolosità dei materiali.

Per facilitare la valutazione oggettiva dello stato di degrado nel caso di presenza di coperturein cemento amianto (tipo eternit) o di altro materiale contenente amianto in matricecompatta (tubazioni, canne fumarie ecc.), con riferimento al DM 06/09/94, anche al fine didefinire priorità d’intervento e di bonifica, risulta opportuno ricorrere a procedure divalutazione a larga diffusione:

la prima, indicata dalla Regione Lombardia con proprio Decreto Direzione Generale SanitàN. 13237 del 18/11/2008 Identificativo Atto n. 118, è appropriata per la valutazione dicoperture in cemento amianto in relazione alla diffusione di fibre nell’ambiente (Indice didegrado);

la seconda, utilizzabile per valutare lo stato dei MCA presenti all’interno degli edifici e delleunità produttive, è il sistema di valutazione del rischio VERSAR, basato su un modellobidimensionale per la definizione delle priorità di intervento. Il metodo è indicatodall’Environmental Protection Agency, ente di protezione ambientale degli Stati Uniti.

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Ambiente esterno - Indice di Degrado

APPENDICE 2

I – PROTOCOLLO PER LA VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE DELLE COPERTUREIN CEMENTO-AMIANTO (AMBIENTE ESTERNO)

Il protocollo ha lo scopo di fornire uno strumento operativo per la valutazione dello stato diconservazione delle coperture in cemento-amianto ed è utile al fine di indirizzare leconseguenti azioni di monitoraggio e/o di bonifica che sono a carico del proprietariodell’immobile e/o del responsabile dell’attività che vi si svolge.

La valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento-amianto è effettuatatramite l’applicazione dell’Indice di Degrado (I.D.) ed è condotta attraverso l’ ispezione delmanufatto.

Se il manufatto presenta una superficie danneggiata – ovvero quando sono presenti dannievidenti ed indiscutibili come ad esempio crepe, fessure evidenti e rotture – in misurasuperiore al 10% della sua estensione, si procede alla bonifica come indicato dal D.M. 6Settembre 1994, privilegiando l’ intervento di rimozione.

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Se il danno è meno evidente e la superficie della copertura in cemento-amianto appare integraall’ispezione visiva, è necessario quantificare lo stato di conservazione attraverso l’applicazionedell’Indice di Degrado.

Il risultato dell’applicazione dell’I.D. è un valore numerico a cui corrispondono azioni conseguentiche il proprietario dell’immobile e/o il responsabile dell’attività che vi si svolge, dovrà attuare.

Qualora il risultato dell’Indice di Degrado produca un valore che non prevede la rimozione dellacopertura entro i dodici mesi, il proprietario dell’immobile e/o il responsabile dell’attività che visi svolge, ai sensi del D.M. 6 Settembre 1994 dovrà comunque:

✓ designare una figura responsabile con compiti di controllo e coordinamento di tutte le attivitàmanutentive che possono interessare i materiali di amianto;

✓ tenere un’idonea documentazione da cui risulti l’ubicazione dei materiali contenentiamianto;

✓ garantire il rispetto di efficaci misure di sicurezza durante le attività di pulizia, gli interventi dimanutentivi e in occasione di ogni evento che possa causare un disturbo ai materialicontenenti amianto;

✓ fornire una corretta informazione agli occupanti dell’edificio sulla presenza di amianto nellostabile.

Ambiente esterno - Indice di Degrado

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Indice di degrado per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto (I.D.)

A. GRADO DI CONSISTENZA DEL MATERIALE (da valutare con tempo asciutto, utilizzandouna pinza da meccanici o attrezzo simile) si dà valore:

1 se un angolo flesso con una pinza si rompe nettamente con suono secco

2 se la rottura è facile, sfrangiata, con un suono sordo

B. PRESENZA DI FESSURAZIONI /SFALDAMENTI/ CREPE, si dà valore:

0 se assenti

2 se rare

3 se numerose

C. PRESENZA DI STALATTITI AI PUNTI DI

D. GOCCIOLAMENTO, si dà valore:

0 se assenti

3 se presenti

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D. FRIABILITÀ / SGRETOLAMENTO, si dà valore:

1 se i fasci di fibre sono inglobati completamente

2 se i fasci di fibre sono inglobati solo parzialmente

3 se i fasci di fibre sono facilmente asportabili

E. VENTILAZIONE, si dà valore:

1 la copertura non si trova in prossimità di bocchette di ventilazione o flussi d’aria

2 la copertura si trova in prossimità di bocchette di ventilazione o flussi d’aria

F. LUOGO DI VITA / LAVORO , si dà valore:

1 copertura non visibile dal sotto (presenza di controsoffitto e/o soletta)

2 copertura a vista dall’interno

Indice di degrado per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto (I.D.)

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G. DISTANZA DA FINESTRE/BALCONI/TERRAZZE, si dà valore:

1 se la copertura è distante più di 5 m. da finestre/terrazze/balconi

2 se vi sono finestre/terrazze/balconi prospicenti ed attigue

H. AREE SENSIBILI, si dà valore:

1 assenza, nel raggio di 300 m, di aree scolastiche/luoghi di cura

3 vicinanza ad aree scolastiche/luoghi di cura

I. VETUSTA’ (in anni) fattore moltiplicatore, si dà valore:

2 se la copertura è stata installata dopo il 1990

3 se la copertura è stata installata tra il 1980 e il 1990

4 se la copertura è installata prima del 1980

Nel caso sia difficoltoso risalire alla vetustà della copertura in cemento amianto si farà riferimento alla datadi realizzazione dell’edificio.

Indice di degrado per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto (I.D.)

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Il valore finale è dato dalla formula:

I.D. = (A+B+C+D+E+F+G+H ) x I (vetustà)

RISULTATO:

1) I.D INFERIORE O UGUALE A 25: Nessun intervento di bonifica. E’ prevista la rivalutazione

dell’indice di degrado con frequenza biennale;

2) I.D. COMPRESO TRA 25 e 44: Esecuzione della bonifica entro 3 anni ;

3) I.D. UGUALE O MAGGIORE A 45 : Rimozione della copertura entro i successivi 12 mesi.

Indice di degrado per la valutazione dello stato di conservazione delle coperture in cemento amianto (I.D.)

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR (AMBIENTE INTERNO)

Il sistema definisce dei fattori di danno e dei fattori di esposizione la cui combinazione portaad individuare, mediante l’ausilio di un grafico, il grado di urgenza dell’intervento correttivo.

A. FATTORI DI DANNO

Sono rappresentati da 6 parametri:

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR (AMBIENTE INTERNO)

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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B. FATTORI DI ESPOSIZIONE

Sono rappresentati da 9 parametri:

Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Sistema di valutazione del rischio VERSAR

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Procedura di calcolo:

Sommare i punteggi attribuiti ai parametri che costituiscono i fattori di danno. Riportare iltotale ottenuto sull’asse delle ordinate del grafico del pericolo.

Analogamente, sommare i punteggi attribuiti ai parametri che costituiscono i fattori diesposizione e riportare il totale sull’asse delle ascisse del grafico del pericolo.

La coppia di valori così ottenuta individua un punto sul piano del grafico che cade in una dellesei zone in cui è diviso il grafico stesso, corrispondenti ad altrettanti classi di urgenza perl’intervento correttivo.

Interpretazione dei risultati:

- Zona 1 = Rimozione immediata

- Zona 2 = Rimozione quanto prima possibile. La rimozione può essere rimandata alla primaoccasione utile (es. vacanze estive in una scuola), ma senza aspettare l’occasione di unintervento di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria dello stabile.

- Zona 3 = Rimozione programmata. La rimozione può essere affrontata nell’ambito deiprogrammi di manutenzione e ristrutturazione dell’edificio.

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Interpretazione dei risultati:

❖ Zona 1 = Rimozione immediata;

❖ Zona 2 = Rimozione quanto prima possibile. La rimozione può essere rimandata alla primaoccasione utile (es. vacanze estive in una scuola), ma senza aspettare l’occasione di unintervento di ristrutturazione o di manutenzione straordinaria dello stabile;

❖ Zona 3 = Rimozione programmata. La rimozione può essere affrontata nell’ambito deiprogrammi di manutenzione e ristrutturazione dell’edificio;

❖ Zona 4 = Riparazione. Le aree danneggiate dovrebbero essere sistemate con interventilimitati di confinamento o incapsulamento;

❖ Zona 5 = Monitoraggio e controllo periodico. Controllo periodico delle aree al fine diassicurare che non si verifichino danni ulteriori;

❖ Zona 6 = Nessuna azione immediata. Rilascio di fibre improbabile. Non occorre attuarealcun intervento.

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Indice VERSAR – Grafico del pericolo

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Il Piano di LavoroRicordiamo che i lavori di demolizione o rimozione di materiali contenenti amianto possonoessere effettuati solamente da imprese iscritte all’ «Albo nazionale gestori ambientali» comesancito dall’art. 212 del D. Lgs. 152/06, e tale iscrizione è soggetta a rinnovo quinquennale.

Il datore di lavoro prima dei lavori di demolizione o di rimozione dell’amianto o di materialicontenenti amianto predispone un piano di lavoro. Il piano di lavoro non sostituisce il P.O.S.[allegato XV D.Lgs. 81/08] a meno che non sia conforme ai requisiti di entrambi i documentinell’intestazione e nei contenuti.

Il piano di lavoro soddisfa l’adempimento della notifica [art. 250 del D. Lgs. 81/08].

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Il Piano di LavoroIl piano prevede le misure necessarie per garantire la sicurezza e la salute dei lavoratori e laprotezione dell’ambiente esterno e, in particolare, contiene le informazioni sui seguenti punti:

a) Rimozione dell'amianto o dei materiali contenenti amianto prima dell'applicazione delletecniche di demolizione, a meno che tale rimozione non possa costituire per i lavoratoriun rischio maggiore di quello rappresentato dal fatto che l'amianto o i materialicontenenti amianto vengano lasciati sul posto;

b) Fornitura ai lavoratori dei dispositivi di protezione individuale: lo standard di protezionedei DPI respiratori (APVR) è fissato in 10 ff/litro (0,01 ff/cm3), pari a un decimo del valorelimite [art. 251 comma 1 lettera b], ferma restando l’opportunità di mantenere l’obiettivodi protezione a 2 ff/litro quando realizzabile;

c) Verifica dell'assenza di rischi dovuti all'esposizione all'amianto sul luogo di lavoro, altermine dei lavori di demolizione o di rimozione dell'amianto;

d) Adeguate misure per la protezione e la decontaminazione del personale incaricato deilavori;

e) Adeguate misure per la protezione dei terzi e per la raccolta e lo smaltimento deimateriali;

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Esempio di Piano di LavoroA – INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE

Dovranno essere riportate le seguenti informazioni:

1. Ragione Sociale ditta Esecutrice (allegare visura camerale);

2. Ragione Sociale, dati anagrafici e indirizzo del Committente, così come definito dall'art.89, comma 1°,lett. b), del D.Lgs. n. 81/08;

3. Numero d’iscrizione o dell’iscrizione all’Albo Nazionale delle imprese che effettuano lagestione di rifiuti;

4. Indicare se il Responsabile Tecnico sia:

a) il datore di lavoro dell’impresa;

b) un dipendente dell’impresa;

c) un consulente esterno.

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A – INFORMAZIONI DI CARATTERE GENERALE5. Dati identificativi del luogo ove verranno effettuati i lavori;6. Persona da contattare per eventuali chiarimenti (riportare n. telefonico);7. Data di esecuzione dei lavori;8. Durata presunta dei lavori (in giorni lavorativi);9. Numero di addetti alla lavorazione;B – OGGETTO DEI LAVORI1. Dovrà essere specificato se trattasi di lavori di sostituzione, rimozione, demolizione o

altro.2. Dovrà essere indicato il tipo di materiale e precisamente se trattasi di:

a) Lastre di copertura;b) Tubi o condotte, canne fumarie, pannelli;c) Cisterne, vasche di amianto;d) Altro .

Esempio di Piano di Lavoro

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B – OGGETTO DEI LAVORI3. Dovranno essere indicate le condizioni del materiale e precisamente se trattasi di:

e) Materiale integro e ben conservato;f) Materiale con rotture evidenti e/o crepe superficiali;g) Materiale frantumato e sparso;h) Materiale con fibre superficiali parzialmente distaccate dalla matrice cementizia.

4. Destinazione d’uso del fabbricato;5. Dovranno essere allegate le fotografie (non in fotocopia) o disegni riportanti i prospetti

dello stabile, delle strutture o dei manufatti contenenti amianto.C – TECNICHE LAVORATIVE1. Prima della rimozione, le due superfici delle lastre dovranno essere trattate con liquidi

incapsulanti di colore evidente, come previsto dal D.M. 20.08.1999, specificando lecaratteristiche di applicazione dell’incapsulante, indicando:

j) Spessore film secco applicato;k) Quantità al m2 applicata;l) Tempo di essiccazione.

Esempio di Piano di Lavoro

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C – TECNICHE LAVORATIVE

2. L’incapsulante dovrà essere applicato mediante l'utilizzo di pompe a bassa pressione;

3. Le lastre rimosse dovranno essere rivestite da fogli di polietilene di adeguato spessore,direttamente sul piano del tetto, prima del trasporto a terra. Nel caso in cui ciò non fossepossibile dovrà essere data spiegazione in merito;

4. Le lastre dovranno essere rimosse evitando la loro frantumazione; per l’eliminazione degliancoraggi non dovranno essere utilizzati trapani, flessibili o mole abrasive ad alta velocità;

5. Tutto il materiale rimosso dovrà essere etichettato a norma di legge;

6. Dovranno essere specificate le modalità di conservazione in loco delle lastre, prima delloro avvio alla discarica, specificando se i singoli bancali di lastre verranno:

l) Caricati direttamente su mezzo di trasporto;

m) Depositati temporaneamente in luogo esclusivamente dedicato all’interno del

n) Cantiere, delimitato da idonea segnaletica;

o) Depositati in container espressamente dedicato;

p) Altro.

Esempio di Piano di Lavoro

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C – TECNICHE LAVORATIVE7. Nel caso in cui sul piano di calpestio sotto alla copertura (sottotetto od altro) fossero

presenti polveri o sfridi di materiale contenenti amianto, si dovrà procedereall’eliminazione degli stessi mediante aspiratore industriale con filtri assoluti;

8. Si ricorda, come indicato all'art. 7, comma 3°, del D.M. 6/9/94 "procedure operative", chequalora si riscontri un accumulo di fibre di amianto nei canali di gronda, questi dovrannoessere bonificati. È inoltre necessario effettuare giornalmente la pulizia a umido o conaspiratori a filtri assoluti della zona di lavoro e delle aree di cantiere che possano esserestate contaminate da fibre di amianto.

D – MISURE DI PROTEZIONE DEI LAVORATORI1. Dovrà essere predisposta idonea unità di decontaminazione ad uso esclusivo degli

addetti, dotata di doccia e lavello con acqua calda/fredda, nonché di servizi igienici,adeguatamente riscaldata nella stagione fredda; l'acqua di scarico di doccia e lavello dovràessere depurata tramite adatto filtro;

Esempio di Piano di Lavoro

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D – MISURE DI PROTEZIONE DEI LAVORATORI2. Ai lavoratori dovranno essere forniti mezzi personali di protezione, quali maschere con

filtri di classe P3, tute monouso (sostituite ad ogni interruzione del lavoro e comunquetutte le volte che sia necessario, ad esempio in caso di deterioramento), guanti, ecc.(allegare schede tecniche);

3. 3. Ai sensi dell’art. 243, 1° comma, del D.Lgs. n. 81/08, il datore di lavoro deve provvederead iscrivere i lavoratori esposti ad agenti cancerogeni, nell’apposito registro.

E – RIFIUTI1. Dovrà essere indicato il luogo in cui sarà conferito il materiale rimosso per lo smaltimento,

specificando se trattasi:q) Di impianto di deposito temporaneo (stoccaggio provvisorio) - allegare autorizzazione;r) discarica autorizzata, indicandone il tipo.

2. Dovrà essere specificato il nominativo della ditta autorizzata al trasporto dei rifiuti;3. Dovrà essere approssimativamente indicata la quantità di materiale (in m3 o Kg) ed entro

quanti giorni sarà successivamente effettuato il conferimento in discarica;

Esempio di Piano di Lavoro

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E – RIFIUTI4. Dovrà essere documentato l'avvenuto trasporto e smaltimento in idonea discarica del materiale

rimosso.5. Si ricorda che dovrà essere trasmessa la relazione annuale di smaltimento dell’amianto, come da

modello unificato dello schema di relazione di cui all’art. 9, commi 1° e 3°, della legge 27.03.1992 n.257, come previsto da Circolare del Ministero dell’Industria del 17 febbraio 1993, n. 124976(pubblicato sulla G.U. n. 53 del 5 marzo 1993): tale relazione deve essere inviata entro il 28 di febbraiodell’anno successivo.

F – INDICAZIONI PER L’IMPRESA ESECUTRICE1. L’art. 256, 4° comma, lettera c), del D.Lgs. n. 81/08 prevede che il piano di lavoro contenga le

informazioni di dettaglio sulla verifica dell’assenza di rischi dovuti all’esposizione all’amianto sul luogodi lavoro al termine dei lavori di bonifica. Tale verifica consiste nel visionare accuratamente l’area dicantiere, per accertare l’assenza di residui di materiale in cemento-amianto. Resta comunque intesoche duranti i lavori di bonifica si dovranno adottare tutte le precauzioni volte ad evitare ildanneggiamento dei manufatti interessati e si dovrà provvedere alla periodica pulizia del cantiere edelle zone di lavoro. La verifica verrà effettuata dall’impresa esecutrice.

2. Allegare la documentazione attestante l’avvenuta informazione, formazione dei lavoratori artt. 257 e258 el D.Lgs. n. 81/08. Per quanto non espressamente indicato, dovranno essere seguite le disposizioni

3. previste dalla normativa vigente in materia D.Lgs. 81/08, D.M. 06/09/94, ecc. Dovranno essererispettatele modalità operative riportate nel piano di lavoro presentato, integrate da eventualiindicazioni rilasciate da questo servizio.

Esempio di Piano di Lavoro

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LINEE GUIDAper la Valutazione dello stato di

conservazione delle Coperture in Cemento-Amianto

e per la Valutazione del rischio

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A) L’adozione di azioni correttive ad una situazione di rischio nasce da sempliciconsiderazioni tecniche.Nelle lastre piane o ondulate in cemento-amianto, utilizzate per copertura in edilizia,l’amianto è inglobato in una matrice non friabile, che, quando è in buono stato diconservazione, impedisce il rilascio spontaneo di fibre.Dopo anni dall’installazione tuttavia, le coperture subiscono un deterioramento perazione delle piogge acide, degli sbalzi termici, dell’erosione eolica e di organismivegetali, che determinano corrosioni superficiali con affioramento delle fibre econseguente liberazione di queste in aria.Nelle coperture la liberazione di fibre avviene facilmente in corrispondenza di rotturedelle lastre e di aree dove la matrice cementizia è corrosa.Le fibre rilasciate sono disperse dal vento e, in misura ancora maggiore sonotrascinate dalle acque piovane, raccogliendosi nei canali di gronda o venendo dispersenell’ambiente dagli scarichi di acque piovane non canalizzate.

1. Indicazioni operative

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In relazione a quanto sopra, il metodo utilizzato per valutare lo stato di conservazionedelle coperture è costituito dal rilevamento, mediante ispezione visiva, di alcuniparametri considerati indicativi del rilascio di fibre dal materiale e quindi della loroaerodispersione.I principali parametri da rilevare attraverso l’ispezione visiva sono:✓ la friabilità del materiale: la matrice si sgretola facilmente dando luogo a

liberazione di fibre;✓ le condizioni della superficie: evidenza di crepe, rotture, sfaldamenti;✓ l’integrità della matrice: evidenza di aree di corrosione della matrice con

affioramento delle fibre di amianto;✓ i trattamenti protettivi della superficie della copertura: verniciatura,

incapsulamento;✓ lo sviluppo di muffe e/o licheni sulla superficie;✓ la presenza di materiale pulverulento in corrispondenza di scoli d’acqua e nella

gronda;✓ la presenza di materiale pulverulento aggregato in piccole stalattiti in

corrispondenza dei punti di gocciolamento.

1. Indicazioni operative

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Per determinare la presenza del rischio è necessario considerare, oltre lo stato diconservazione del materiale, il contesto in cui è inserito l’edificio la cui copertura ècostituita da cemento-amianto.Si può ritenere che aperture tipo terrazzi, balconi e finestre contigue alle lastre in posapossano essere elementi importanti nella definizione della presenza di rischio percoloro che abitano e/o lavorano nelle vicinanze in quanto attraverso di esse le fibrelibere del materiale possono, in presenza di vento, essere verosimilmente veicolateall’interno dei luoghi confinati.D’altra parte la presenza di scuole o luoghi di cura nelle vicinanze di edifici conpresenza di tali materiali determina l’opportunità di intervenire data la presenza diuna popolazione più a rischio.Le azioni dei Dipartimenti tengono conto degli elementi sopra descritti nella lorototalità (si veda la Tabella 1).

1. Indicazioni operative

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Infatti dati di campionamento ambientali eseguiti in vicinanza di coperture in cementoamianto dimostrano che la concentrazione di fibre aerodisperse è bassa; in questi casigli interventi di rimozione possono determinare addirittura un aumento del rischio inrelazione al rilascio di fibre durante la manipolazione delle lastre.

Pertanto la decisione di bonificare o no e la scelta dei tempi e dei modi, devonotenere conto da un lato del degrado dei materiali e dei fattori di dispersione, all'altrodella presenza o meno, nell'area contigua al manufatto in cemento amianto, di edificiabitati specialmente da popolazione in età molto giovane, come gli studenti, o conproblemi di salute (luoghi di cura).

1. Indicazioni operative

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B) Si riportano di seguito le schede per la descrizione ed il rilevamento dello stato diconservazione delle coperture.La scheda n°1 descrive la localizzazione ed il contesto in cui si trova il manufatto edevidenzia la vicinanza a finestre e balconi o luoghi con presenza di persone.

1. Indicazioni operative

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B) Si riportano di seguito le schede per la descrizione ed il rilevamento dello stato diconservazione delle coperture.La scheda n°2 serve per valutare lo stato di conservazione della copertura attribuendoun punteggio ai vari parametri che lo descrivono.

1. Indicazioni operative

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La tabella 1 elenca invece le azioni conseguenti da adottare ed i tempi di realizzazione,nonché le operazioni di manutenzione e bonifica più opportune.

1. Indicazioni operative

Somma Giudizio dello stato di conservazione della copertura*

Azioni conseguenti

5-10 Discreto Valutare lo stato della copertura, almeno ogni 3 anni, e adottare una specifica procedura operativa per i lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria, ed in generale per qualsiasi operazione di accesso, al fine di evitare il disturbo delle lastre.

11 -20 Scadente Valutare lo stato della copertura annualmente e comunque prevedere un intervento di bonifica** da effettuarsi entro 3 anni. Nel caso di contiguità del manufatto a luoghi con presenza di persone e/o in vicinanza con scuole o luoghi di cura prevedere la bonifica entro un anno.

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La tabella 1 elenca invece le azioni conseguenti da adottare ed i tempi di realizzazione,nonché le operazioni di manutenzione e bonifica più opportune.

* Si tenga conto del giudizio del lato peggiore.** Quando l'intervento di bonifica prevede la rimozione del materiale, la ditta esecutrice deve presentare,almeno 30 giorni prima dell’inizio dei lavori, ai sensi dell'art. 256 del D.Lgs. 81/08 e ss.mm., il piano di lavoroalla A.U.S.L., competente per territorio.

1. Indicazioni operative

Somma Giudizio dello stato di conservazione della copertura*

Azioni conseguenti

21-27 Pessimo Prevedere un intervento di bonifica** entro 18 mesi, privilegiando la rimozione come soluzione d’eccellenza. Nel caso di contiguità del manufatto a luoghi con presenza di persone e/o in vicinanza con scuole o luoghi di cura prevedere la rimozione entro 6 mesi, fatti salvi tempi più brevi secondo giudizio dell’Organo di controllo. In questi casi si propone di fare ricorso all’ordinanza emessa dall’Autorità Sanitaria Locale.

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I metodi analitici possono fornire un utile contributo, attraverso la scelta dellametodologia più opportuna e adatta, nel caso vi siano dubbi nella valutazione deiparametri della scheda 2 e nell’assegnazione del punteggio.

A) Analisi allo stereo microscopioSi utilizza per quantificare l’affioramento di fibre e valutare gli sfaldamenti e le crepe.

B) Microscopia ottica in luce polarizzata (MOLP)Si utilizza per definire la presenza/assenza di amianto nel materiale polverulento e neicanali di gronda.

2. Metodi analitici utili per integrare ed approfondire la valutazione dei parametri rilevati durante l’ispezione

visiva (scheda 2)

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Metodi di prova utilizzati in laboratorio per la ricerca di

amianto

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Aspetti generali del problema analitico

La determinazione delle varie forme di amianto contenute in campioni in massa costituisce unproblema analitico complesso, a cui a tutt'oggi non è stata data una soluzione soddisfacente.Come è noto, esistono varie tecniche analitiche per la determinazione quantitativa delle varieforme di amianto; tutte, però, presentano vantaggi e svantaggi.

Le tecniche microscopiche - ottiche o elettroniche - permettono di distinguere tra le varietàasbestiformi e quelle non asbestiformi di uno stesso minerale ma forniscono dati solo intermini di numero di fibre presenti in un campione. La conversione da numero di fibre a valoreponderale – che costituisce l'espressione più adeguata dei risultati per un'analisi di campioniin massa - è soggetta a numerosi errori soprattutto se viene impiegata la microscopia ottica.

I metodi di analisi prevalentemente utilizzati sono:

• Microscopia elettronica analitica a scansione (SEM);

• Microscopia ottica a contrasto di fase (MOCF).

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Microscopia elettronica analitica a scansione (SEM)

Il metodo è applicabile per concentrazioni di amianto comprese fra le 100 ppm (0.01%) e le10000 ppm (1%) o superiori; l'intervallo in cui il metodo fornisce risultati quantitativi ècompreso fra le 1000 ppm e le 10000 ppm o superiori. Per concentrazioni di amianto inferiorialle 1000 ppm il metodo fornisce risultati semiquanitativi.

La sensibilità della metodica dipende da vari fattori: condizioni di lavoro del microscopio, areadi deposizione del campione sul filtro di lavoro, numero di campi di lettura fissati sul filtro; inogni caso si può stimare una sensibilità di circa 100 ppm quando il campione sia costituito dacirca 0.1 mg di materiale depositato su un'area di circa 300 mm2 (superficie circolare di circa 1cm di raggio) e vengano letti 400 campi a 2000 x.

Microscopio elettronico a

scansione

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Microscopia elettronica analitica a scansione Principio del metodoSospensione di una quantità non inferiore a 0.1 mg del campione polverulento in un volumenoto di soluzione disperdente costituita da un tensioattivo in acqua deionizzata e filtrata. Se ilcampione da analizzare è un campione in massa viene ottenuta, per mezzo di una opportunamacinazione, la sua comminuzione fino a che lo spettro granulometrico del particolatoprodotto è compreso nell'intervallo fra 10 e 100 μm.

Filtrazione di un volume della sospensione contenente almeno 0.1 mg del campione su unfiltro in policarbonato a foro passante, di 0.4 - 0.8 μm di porosità, di 25 mm di diametro.

Montaggio del filtro su un portacampioni per SEM e metallizzazione della sua superficie conAu mediante sputtering catodico. Lettura a 1000 - 2000 ingrandimenti di un numero di campimicroscopici adeguato al limite di rivelabilità richiesto, tipicamente fra 200 e 400 campi.

Riconoscimento mediante spettroscopia X a dispersione di energia delle fibre di amiantopresenti e misura delle loro dimensioni.

Calcolo dei volumi e dei corrispondenti pesi delle fibre di amianto utilizzando i pesi specificidei minerali corrispondenti.

Calcolo del peso totale di amianto sul filtro in base alla superficie di deposizione delcampione, alla superficie del filtro letta, al numero e dimensioni delle fibre osservate eall'ipotesi di una distribuzione Poissoniana delle fibre sul filtro.

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Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

1. Campionamento

Prelevare dal materiale da esaminare uncampione, significativo della sua composizione,dell'ordine di 0.5- 1 gr.

Nel caso di materiale in massa e non già sottoforma di polvere procedere ad una suaframmentazione in mortaio d'agata fino aottenere un particolato con dimensioni inferiori a400 - 500 μm.

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2. Procedimento

1.Comminuzione del campione

Se il campione originale è un materiale in massa o se, pur presentandosi come materialepolverulento, le fibre di amianto sono presenti in aggregati con altre fibre o altromateriale, per l'analisi al SEM è necessario trattare il campione in modo da separare lefibre tra loro e dall'eventuale matrice.

Dopo l'eventuale macinazione a mano in mortaio d'agata, trasferire circa 10 mg dipolvere in 100 mL di alcol isopropilico nella camera di macinazione di un mulino in gradodi macinare ad umido le quantità indicate. Macinare il campione fino ad ottenere unagranulometria finale del particolato compresa tra 10 e 100 μm; la sospensione in alcolisopropilico è quindi trasferita in stufa.

L'alcol isopropilico viene fatto evaporare a 90 C

e la polvere residua essiccata è recuperata .

Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

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2. Procedimento

2.Dispersione in acqua e filtrazione su filtro a membrana

Pesare con una bilancia analitica una quantità di polvere di circa 5 mg e sospenderla in 200 mL di unasoluzione allo 0.1 % di tensioattivo in acqua deionizzata e filtrata; per questo utilizzare un matraccioda 200 mL aggiungendo fino a volume la soluzione disperdente. Calcolare la concentrazione delladispersione così ottenuta e mediante pipetta tarata prelevarne un'aliquota da filtrare sul filtro amembrana. Per evitare che la dispersione decanti lasciarla sotto agitazione magnetica per almeno 5minuti prima di effettuare il prelievo.

Mediante il dispositivo di filtrazione sotto vuoto con setto poroso e sede per alloggiare le membranein policarbonato filtrare una aliquota nota della dispersione preparata, contenente circa 0.1 mg delcampione in polvere, su un filtro a membrana in policarbonato di 2 mm di diametro con porosità di0.4 - 0.8 μm. Alternativamente possono essere utilizzati filtri in esteri di cellulosa delle stessedimensioni, tuttavia questi filtri non si presentano al SEM con una superficie liscia e le irregolaritàosservabili potrebbero rendere più difficile il riconoscimento delle fibre più sottili, per questo, nelcaso del loro uso è consigliabile utilizzare porosità non superiori a 0.4 μm.

Nel procedere alla filtrazione aver cura di versare alcuni mL della soluzione disperdente nel serbatoiodel sistema filtrante prima di aggiungere l'aliquota nota della dispersione; successivamente lavare piùvolte con la soluzione il serbatoio .

Il filtro a membrana su cui è deposta la polvere è lasciato asciugare su carta bibula in una capsulaPetri o contenitore analogo.

Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

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2. Procedimento

3.Montaggio del filtro su portacampioni per SEM e metallizzazione

Tagliare una parte circolare del filtro, di dimensioni leggermente inferiori al portacampioni del SEM,dalla sua zona centrale mediante un bisturi o una lama ugualmente affilata. Durante tale operazioneaver cura di non toccare con le mani la superficie del filtro, di non capovolgerlo o causarespostamenti o cadute della polvere dalla sua superficie.

Montare la porzione di filtro su un portacampioni per SEM, in alluminio o grafite, mediante collanticonduttori all'argento; aver cura di realizzare con gli stessi collanti dei ponti conduttori fra il bordo delfiltro ed il portacampione. Metallizzare, il filtro così montato, con uno strato di 25 - 50 nm di Aumediante sputtering catodico.

Alternativamente è possibile ricoprire il filtro con un film di carbone evaporato sotto vuoto; in talcaso è opportuno utilizzare spessori leggermente maggiori, intorno ai 100 nm, a causa della minoreconducibilità termica ed elettrica della grafite rispetto all'Au. In ogni caso l'immagine in elettronisecondari del filtro risulterà di minore qualità a causa del più basso coefficiente di emissionesecondaria del carbonio rispetto all‘Au.

Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

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2. Procedimento

4.Scelta delle condizioni strumentali

Il potere risolutivo di un SEM è molto elevato (si può valutare intorno ai 5 nm), tuttavia, con campionidel tipo di quelli descritti, ad un ingrandimento di lavoro (1000-2000X) che permetta tempi di analisinon eccessivamente lunghi e con condizioni strumentali compatibili con una buona risoluzioneanalitica (efficienza di produzione e rivelazione di raggi X elevate) risultano rivelabili e classificabilifibre intorno a 0.1 μm di spessore.

Condizioni strumentali in grado di assicurare tali prestazioni corrispondono a: una energia del fascioincidente fra 20 e 30 KeV; una distanza di lavoro tipicamente dai 12 ai 25 mm e comunque tale damassimizzare l'efficienza di raccolta dei raggi X da parte del rivelatore; un angolo di tilt compatibilecon la geometria del rivelatore dei raggi X, se tale angolo è diverso da zero ne va tenuto conto nellavalutazione delle dimensioni delle fibre.

Fissare l'ingrandimento di lavoro fra 1000 e 2000X; valutare la superficie corrispondente ad un campodi lettura all'ingrandimento fissato (tipicamente a 2000X questa risulta intorno a 2500 μm2 e a 1000Xintorno a 10000 μm2 per cui occorrono rispettivamente circa 400 e circa 100 campi di lettura peresplorare 1 mm2 del filtro); osservare il filtro in elettroni secondari utilizzando il "modo" TV.

Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

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2. Procedimento

5.Lettura del filtro e determinazione delle dimensioni delle fibre di amianto

In funzione dell'ingrandimento di lavoro fissato leggere un numero di campi sufficienti almeno adesplorare circa 1 mm2 del filtro (tipicamente a 2000X occorrono 400 campi). Scegliere i campi dilettura in modo da esplorare tutta la superficie del filtro evitando la sovrapposizione dei campi stessi.È consigliabile a tal fine seguire un percorso sistematico sul filtro secondo un qualche schemaprestabilito.

Prendere in considerazione, nell'analisi del filtro, tutte le fibre o gli aggregati i fibre o gli aggregati difibre con altro materiale; valutare, utilizzando i riferimenti dimensionali disponibili sullo schermo, lalunghezza e la larghezza di ciascuna fibra risolvibile con il SEM (non considerare in tale valutazioneeventuali particelle di altra natura occasionalmente sovrapposte od aggregate alle fibre). Le fibre chenon giacciono completamente nel campo di lettura vanno considerate solo

per la parte compresa nel campo stesso.

Identificare e classificare le fibre in base alla loro morfologia ed alla loro composizione; in lineagenerale per la classificazione delle varietà minerali degli amianti sarà sufficiente una analisiqualitativa con riconoscimento, nello spettro X della fibra, delle righe degli elementi caratteristici conle attese intensità relative (generalmente saranno presenti sullo spettro anche righe più debolicorrispondenti ad elementi, come Fe, Al, Mn, presenti in tracce); tenere presente che se sulla fibra osull'aggregato di fibre di amianto è depositato o aggregato materiale di altra natura (nonnecessariamente evidente sull'immagine elettromicroscopica), le righe X degli elementi preesnti nellacomposizione del materiale appaiono sullo spettro finale.

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2. Procedimento

6.Elaborare i dati, calcolo della concentrazione d’amianto e valutazione dell’errore

Valutare il volume di ciascuna fibra e aggregato di fibre d'amianto approssimando la morfologia delleparticelle a cilindri di altezza pari alla lunghezza e diametro pari alla larghezza misurati. Valutare lamassa delle fibre utilizzando una densità di 2.6 gr/cm3 per il crisotilo e 3.0 gr/cm3 per gli anfiboli.

Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

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2. Procedimento

6. Elaborare i dati, calcolo della concentrazione d’amianto e valutazione dell’errore

Calcolare la concentrazione C dell'amianto nel campione (espressa in ppm) mediante la relazione :

(relazione a)

dove:

A = area effettiva del filtro (mm2);

a = area del campo di lettura (mm2);

n = numero campi di lettura;

P = peso totale del campione depositato sul filtro (mg);

da = densità degli anfiboli (gr/cm3 = mg/mm3);

dc = densità del crisotilo (gr/cm3 = mg/mm3);

vi = volume dell'-iesima fibra di crisotilo (mm3);

vj = volume dell'-iesima fibra di anfibolo (mm3);

Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

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2. Procedimento

6. Elaborare i dati, calcolo della concentrazione d’amianto e valutazione dell’errore

L'errore sperimentale nella misura della concentrazione C di amianto nel campione èessenzialmente dovuto alla statistica del campionamento delle fibre durante la lettura del filtro (ilnumero N delle fibre campionate su una data superficie presenta una distribuzione Poissoniana sele fibre sono distribuite in modo casuale sul filtro) e alla larghezza dello spettro granulometricodelle fibre contenute nel campione (lo spettro granulometrico delle fibre di amianto prodottenella macinazione di un campione generalmente è descritto bene da una distribuzionelognormale). Per valutare l'errore sperimentale conviene esplicitare nella relazione (a) il numeroN di fibre di amianto individuate sugli n campi di lettura e il peso medio di una fibra di amianto, larelazione (a) può essere riscritta poi:

dove:

N = numero delle fibre individuate;

= peso medio di una fibra di amianto determ. come media dei pesi delle N fibre di amiantoindividuate (mg);

con gli altri simboli che conservano lo stesso significato che hanno nella relazione (a).

Microscopia elettronica a scansioneFasi di esecuzione

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3. Sensibilità del metodo

È possibile stimare la sensibilità del metodo descritto (definita come la minima quantità diamianto presente nel campione che può essere rivelata dal metodo) tenendo presente che,nell'ipotesi di una distribuzione casuale delle fibre sul filtro, il numero N delle fibrecampionate su una data superficie presenta una distribuzione Poissoniana. La concentrazioneminima di amianto rivelabile è quella concentrazione in corrispondenza della quale il numeromedio di fibre di amianto, sull'area complessivamente letta del filtro (n × a) , èsufficientemente alto perché al livello di probabilità fissato (solitamente viene adottato illivello del 95%) il limite fiduciario inferiore sia X 1 fibra (cioè sia garantita la possibilità diosservare almeno una fibra con il livello di probabilità fissato).

Assumendo un livello del 95% il numero medio di fibre deve risultare almeno pari a 4 (a cuicorrisponde un limite fiduciario inferiore pari a 1 ed un limite fiduciario superiore pari a 10).

Nelle condizioni previste dal metodo descritto (0.1 mg di materiale su un'are a effettiva delfiltro di circa 300 mm2 e una area di lettura di circa 1 mm2) il valor medio di 4 fibre sullasuperficie di lettura corrisponde a una concentrazione di circa 1.2 × 104 fibre/mg nelcampione.

Microscopia elettronica a scansioneOsservazioni

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Microscopia ottica a contrasto di faseIl metodo è applicabile per concentrazioni di amianto comprese fra le 100 ppm (0.01%) e le10000 ppm (1%) o superiori; l'intervallo in cui il metodo fornisce risultati quantitativi ècompreso fra le 1000 ppm e le 10000 ppm o superiori. Per concentrazioni di amianto inferiorialle 1000 ppm il metodo fornisce risultati semiquanitativi.

La sensibilità della metodica dipende da vari fattori: condizioni di lavoro del microscopio, areadi deposizione del campione sul filtro di lavoro, numero di campi di lettura fissati sul filtro; inogni caso si può stimare una sensibilità di circa 100 ppm quando il campione sia costituito dacirca 0.1 mg di materiale depositato su un'area di circa 300 mm2 (superficie circolare di circa 1cm di raggio) e vengano letti 400 campi a 2000 x.

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Caratteristiche:

• Le analisi in MOCF si applicano solamente alla matrice aria (aspirazione, filtrazione sufiltro);

• È un’analisi soltanto quantitativa delle fibre totali aerodisperse regolamentate senza ladiscriminazione di fibre di amianto e non, il risultato è espresso in concentrazione(fibre /volume);

• Il metodo prevede il conteggio di tutte le fibre normate presenti sul filtro;

• La metodica, basandosi sul conteggio casuale delle fibre totali regolamentate, presenta unelevato grado di incertezza statistica in relazione alla variabilità della strumentazione, deglioperatori e dei laboratori. Una valutazione sistematica delle varie fonti di errore, conrelativa analisi statistica, è stata condotta da vari autori ed in particolare dal Niosh, cheriporta l´andamento del Coefficiente di variazione totale (Deviazione standard/Valoremedio), comprensivo dell´errore di campionamento, in funzione del numero di fibrecontate

• Fondamentale l´esperienza e l´abilità tecnica dell´analista;

• Il metodo analitico di riferimento è pubblicato sul D.M. 06/09/94 (MOCF) allegato 2, Who /1997 e/o equivalente.

Microscopia ottica a contrasto di fase

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Procedura per campionamento e analisi:

a) Filtri di prelievo: esteri misti di cellulosa, da 25 mm di diametro grigliati, con porosità tra0,8 e 1,2 μm;

b) Filtri di prelievo: esteri misti di cellulosa, da 25 mm di diametro grigliati, con porosità tra0,8 e 1,2 μm;

c) Filtri di prelievo: esteri misti di cellulosa, da 25 mm di diametro grigliati, con porosità tra0,8 e 1,2 μm;

d) Flusso di prelievo: il flusso può variare fra 1 l/min e 12 l/min, deve essere costantedurante tutto il tempo di campionamento, controllato all'inizio e alla fine di ogni prelievoe mantenuto entro ± 10%. Per ridurre i tempi di campionamento può essere utilizzato unflusso più alto senza per altro inficiare l'efficienza di campionamento;

e) Volume da prelevare: deve essere di almeno 480 litri o maggiore. Il campionamentodovrebbe assicurare almeno una densità di fibre sul filtro vicina alle 20 ff/mm2 (vedipunto m). Nel caso in cui il filtro di campionamento sia troppo carico di particolato sipossono prelevare, in parallelo o in sequenza, due campioni da almeno 240 litri ciascuno.

Microscopia ottica a contrasto di fase

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Procedura per campionamento e analisi:

f) Preparazione del campione (vetrini): la procedura è descritta nel metodo indicato dallaDir. CEE 83/477; (vapori di acetone e triacetina). Per diminuire il tempo necessario allacompleta diafanizzazione, dopo la applicazione della triacetina (normalmente di ca. 24ore), si può scaldare il preparato (vetrino più coprioggetto) per 15 minuti a circa 50 C suuna piastra riscaldante;

g) Campi microscopici da esaminare: devono essere 200 per un campione di 480 litri (nelcaso di due campioni da 240 litri ciascuno posti a ca. 4 metri di distanza, si esaminano 200campi ciascuno ed il risultato si riporta a 480 litri e 200 campi). Quando si è potutoprelevare un volume d'aria maggiore di 480 litri (fino ad un massimo di 2000 litri) puòessere ridotto il numero di campi da esaminare;

h) Criteri di onteggio per la MICROSCOPIA OTTICA IN CONTRASTO DI FASE: criteri descrittinella Dir. CEE 83/477 (l).

Microscopia ottica a contrasto di fase

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Procedura per campionamento e analisi:

l) Filtri bianchi: uno ogni 25 filtri usati (batch) oppure almeno il 10% del totale dei filtri usatiper l'insieme dei campionamenti. Il valore del numero di fibre riscontrate in un numero dicampi eguali a quello esaminato nei campioni non deve mai superare 3 fibre, in casocontrario si deve presumere una sorgente di contaminazione che occorrerà individuare edeventualmente scartare l'intero set di filtri.

m) Variabilità del metodo: Nell'ambito di un laboratorio che esegue continuativamenteanalisi di campioni applicando il metodo del filtro a membrana per le fibre di amianto, èstato sperimentalmente riscontrato un coefficiente di variazione (CV) intralaboratorio chepuò essere rappresentato dalla relazione:

Dove

N = numero fibre trovate nel numero di campi ispezionati. Il limite fiduciario superiore (LFS) einferiore (LFI) nel caso di campioni con densità di fibre inferiore a ca. 20 ff/mm2 possonoessere calcolati dalle seguenti relazioni:

Microscopia ottica a contrasto di fase

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Procedura per campionamento e analisi:

n) Calcolo della concentrazione C:

Dove

N = n. di fibre contate in totale (su un solo filtro o su 2 filtri);

n = n. di campi del reticolo esaminati su un solo filtro (200 o meno in funzione del volumetotale prelevato);

D = in mm, diametro effettivo del filtro (filtro da 25 mm di diametro);

d = in micron, è il diametro del reticolo di Walton Beckett (100 micrometri);

V = in litri, il volume di aria prelevato (su un solo filtro o su due filtri).

o) Presentazione dei risultati: in aggiunta al dato di concentrazione, per ogni campione deveessere allegato il rispettivo modulo di conteggio rigorosamente completo in ogni suaparte, e sottoscritto dall'analista.

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