CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

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CORSO PER DATORI DI LAVORO

DI STUDI MEDICI

PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

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La protezione dal rischio

Chimico - Fisico - Biologico

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RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO

RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO

Sostanze e preparati pericolosi

Sostanze e preparati pericolosi

Ambienti di Lavoro

Ambienti di Lavoro ElettricoElettrico Incendio Incendio MeccanicoMeccanico

Prodotti chimici infiammabilicomburenticorrosivi

Prodotti chimici infiammabilicomburenticorrosivi

ScivolamentoScivolamento

Cadute dall’altoCadute dall’alto

ImpiantiImpianti

Attrezzature elettriche

Attrezzature elettriche

Incendi ed Esplosioni causate da attrezzature elettriche

Incendi ed Esplosioni causate da attrezzature elettriche

Impiego di materiale infiammabile

Impiego di materiale infiammabile

Materiale combustibile

Materiale combustibile

Apparecchiature ed attrezzature di lavoro

Apparecchiature ed attrezzature di lavoro

Inadeguata fruibilità delle vie di esodo

Inadeguata fruibilità delle vie di esodo

RISHI PER LA SICUREZZA

(RISCHIO di natura INFORTUNISTICA)

Materiale comburente

Materiale comburente

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RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO

RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO

ChimicoChimicoFisicoFisico BiologicoBiologico AllergologicoAllergologico Parametri

Igienico Ambientali

Parametri Igienico

Ambientali

VDTVDT

Gas anestetici

Prodotti chimiciTossiciNociviFormaldeideGlutaraldeide

Gas anestetici

Prodotti chimiciTossiciNociviFormaldeideGlutaraldeide

Radiazioni Ionizzanti

Radiazioni Ionizzanti

Campi Elettromagnetici

Campi Elettromagnetici

MicroorganismiMicroorganismi

Impianti di climatizzazione

Impianti di climatizzazione

Dermatiti da contatto (latex)

Dermatiti da contatto (latex)

AsmaAsma

AerazioneAerazione

IlluminazioneIlluminazione

MicroclimaMicroclima

Rumore e Vibrazioni

Rumore e Vibrazioni

RISHI PER LA SALUTE

(causa di MALATTIE PROFESSIONALI)

Radiazioni otticheRadiazioni ottiche

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RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO

RISCHI PROFESSIONALI IN AMBITO SANITARIO

ErgonomicoErgonomico StressStress

Patologie del Rachide

Patologie del Rachide

Patologie del PolsoPatologie del Polso

Patologie della Spalla

Patologie della Spalla

Sindrome del Burn Out

Sindrome del Burn Out

Organizzazione del Lavoro

Organizzazione del Lavoro

Lavoro a turniLavoro a turni

RISHI PER LA SICUREZZA E LA SALUTE

(TRASVERSALI/ORGANIZZATIVI)

Movimentazionemanuale dei

carichi

Movimentazionemanuale dei

carichi

Posture incongrue

Posture incongrue

Stazione eretta prolungataStazione eretta prolungata

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Decreto Legislativo n. 81/08 (Testo Unico)

Titolo IX Capo I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI

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Per RISCHIO CHIMICO si intende il possibile effetto negativo per la salute delle persone o per l’ambiente circostante causato da contatto con agenti chimici, sia esso immediato o ripetuto nel tempo

RISCHIO CHIMICO

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RIS

CH

IO C

HIM

ICODefinizioni

Via polmonare

Via congiuntivale

Via orale Via transcutanea

VIE DI PENETRAZIONE

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RIS

CH

IO C

HIM

ICODefinizioni

Frasi S (frasi di sicurezza o consigli di prudenza) descrivono il modo sicuro di manipolare gli agenti in relazione alle loro caratteristiche di pericolosità.

N. di classificazione CEE (EINECS)

…e dai pittogrammi che ne identificano la categoria di pericolosità

IDENTIFICAZIONE DELLE SOSTANZE CHIMICHE PERICOLOSE

Frasi R (frasi di rischio) indicano i pericoli particolari che sono associati all’agente pericoloso (sostanza) o ai componenti del preparato.

N. CAS: Chemical Abstract Service

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Classificazione R per Ordine NumericoClassificazione R per Ordine Numerico

R1 Esplosivi allo stato secco

R2 Rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione

R3 Elevato rischio di esplosione per urto, sfregamento, fuoco o altre sorgenti di ignizione

R4 Forma composti metallici esplosivi molto sensibili

R5 Pericolo di esplosione per riscaldamento

R6 Esplosivo a contatto o senza contatto con l’aria

R7 Può provocare un incendio

R8 Può provocare l’accensione di materiali combustibili

R9 Esplosivo in miscela con materie combustibili

R10 Sostanza con punto di infiammabilità compreso fra 21°C e 25°

R11 Solidi che infiammano a contatto con una sorgente di accensione e che continuano a bruciare o consumarsi anche dopo l’allontanamento di tale sorgente

R12 Liquidi con punto infiammabilità minore di 0°C e punto di ebollizione minore o uguale di 35°C.

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R13 Gas che a temperatura e pressione ambiente si infiammano a contatto con l’aria.

R14 Sostanza che reagisce violentemente con l’acqua

R15 Sostanza che a contatto con l’acqua libera gas estremamente infiammabili (almeno 1 l/kg/h)

R16 Pericolo di esplosione se mescolato con sostanze comburenti

R17 Sostanza che spontaneamente si infiamma all’aria

R18 Durante l’uso può formare con l’aria miscele esplosive/infiammabili

R19 Può formare perossidi esplosivi

R20 Nocivo per inalazione

R21 Nocivo a contatto con la pelle

R22 Nocivo per ingestione

R23 Tossico per inalazione

R24 Tossico a contatto con la pelle

R25 Tossico per ingestione

R26 Molto tossico per inalazione

R27 Molto tossico a contatto con la pelle

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R28 Molto tossico per ingestione

R29 A contatto con l’acqua libera gas tossici

R30 Sostanza che può divenire facilmente infiammabile durante l’uso

R31 A contatto con acidi libera gas tossici

R32 A contatto con acidi libera gas molto tossici

R33 Pericolo di effetti cumulativi

R34 Provoca ustioni

R35 Provoca gravi ustioni

R36 Irritante per gli occhi (notevoli lesioni entro 72h - persistenza 24h)

R37 Irritante per le vie respiratorie

R38 Irritante per la pelle (esposizione 4h - durata sintomi 24h)

R39 Pericolo di effetti irreversibili molto gravi

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R40 R40 Possibilità di effetti irreversibiliPossibilità di effetti irreversibili

R41 Rischi di gravi lesioni oculari (gravi lesioni entro 72h - persistenza 24h)

R42 Può provocare sensibilizzazione per inalazione

R43 Può provocare sensibilizzazione per contatto con la pelle

R44 Rischio di esplosione per riscaldamento in ambiente confinato

R45 Può provocare il cancro

R46 R46 Può provocare alterazioni genetiche ereditariePuò provocare alterazioni genetiche ereditarie

R48 Pericolo di gravi danni per la salute in caso di esposizione prolungata. Nocivo per ingestione, inalazione o per contatto con la pelle.

R49 Può provocare il cancro per inalazione

R50 Altamente tossico per gli organismi acquatici

R51 Tossico per gli organismi acquatici

R52 Nocivo per gli organismi acquatici

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R53 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente acquatico

R54 Tossico per la flora

R55 Tossico per la fauna

R56 Tossico per gli organismi del terreno

R57 Tossico per le api

R58 Può provocare a lungo termine effetti negativi per l’ambiente

R59 Pericoloso per lo strato di ozono

R60 Può ridurre la fertilità

R61 Può danneggiare i bambini non ancora nati

R62 Possibile rischio di ridotta fertilità

R63 Possibile rischio di danni ai bambini non ancora nati

R64 Possibile rischio per i bambini allattati al seno

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CATEGORIA DI PERICOLO

LETTERA E SIMBOLO INDICAZIONI

CANCEROGENI

R45 Può provocare il

cancro.

R49 Può provocare il

cancro per inalazione

sostanze e preparati che possono provocare tumori

MUTAGENIR46 Può provocare alterazioni genetiche ereditarie

sostanze e preparati che possono interferire nella sintesi del DNA

TERATOGENIR61 Può danneggiare i

bambini non ancora nati.

Sostanza in grado di modificare o

alterare il normale sviluppo del feto

SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI

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S1 Conservare sotto chiave

S2 Conservare fuori della portata dei bambini

S3 Conservare in luogo fresco

S4 Conservare lontano da locali di abitazione

S5 Conservare sotto ... (liquido appropriato da indicarsi da parte del fabbricante)

S6 Conservare sotto ... (gas inerte da indicarsi da parte del fabbricante)

S7 Conservare il recipiente ben chiuso

S8 Conservare al riparo dall’umidità

S9 Conservare il recipiente in luogo ben ventilato

S12 Non chiudere ermeticamente il recipiente

Classificazione SClassificazione S

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S13 Conservare lontano da alimenti o mangimi e da bevande

S14 Conservare lontano da ... (sostanze incompatibili da precisare da parte del produttore)

S15 Conservare lontano dal calore

S16 Conservare lontano da fiamme e scintille - Non fumare

S17 Tenere lontano da sostanze combustibili

S18 Manipolare ed aprire il recipiente con cautela

S20 Non mangiare né bere durante l’impiego

S21 Non fumare durante l’impiego

S22 Non respirare le polveri

S23 Non respirare i gas/fumi/vapori/aerosol (termine/i appropriato/i da precisare da parte del produttore)

S24 Evitare il contatto con la pelle

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S25 Evitare il contatto con gli occhi

S26 In caso di contatto con gli occhi, lavare immediatamente e abbondantemente con acqua e consultare un medico

S27 Togliersi di dosso immediatamente gli indumenti contaminati

S28 In caso di contatto con la pelle lavarsi immediatamente ed abbondantemente con ... (prodotti idonei da indicarsi da parte del fabbricante)

S29 Non gettare i residui nelle fognature

S30 Non versare acqua sul prodotto

S33 Evitare l’accumulo di cariche elettrostatiche

S35 Non disfarsi del prodotto e del recipiente se non con le dovute precauzioni

S36 Usare indumenti protettivi adatti

S37 Usare guanti adatti

S38 In caso di ventilazione insufficiente, usare un apparecchio respiratorio adatto

S39 Proteggersi gli occhi/la faccia

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S40 Per pulire il pavimento e gli oggetti contaminati da questo prodotto usare ... (da precisare da parte del produttore)

S41 In caso di incendio e/o esplosione non respirare i fumi

S42 Durante le fumigazioni/polimerizzazioni usare un apparecchio respiratorio adatto (termine/i appropriato/i da precisare da parte del produttore)

S43 In caso di incendio usare ... (mezzi estinguenti idonei da indicarsi da parte del fabbricante. Se l’acqua aumenta il rischio precisare "Non usare acqua")

S45 In caso di incidente o di malessere consultare immediatamente il medico (se possibile, mostrargli l’etichetta)

S46 In caso d’ingestione consultare immediatamente il medico e mostragli il contenitore o l’etichetta

S47 Conservare a temperatura non superiore a ...ºC (da precisare da parte del fabbricante)

S48 Mantenere umido con ... (mezzo appropriato da precisare da parte del fabbricante)

S49 Conservare soltanto nel recipiente originale

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S50 Non mescolare con ... (da specificare da parte del fabbricante)

S51 Usare soltanto in luogo ben ventilato

S52 Non utilizzare su grandi superfici in locali abitati

S53 Evitare l’esposizione - procurarsi speciali istruzioni prima dell’uso

S56 Smaltire questo materiale e relativi contenitori in un punto di raccolta rifiuti pericolosi o speciali autorizzati

S57 Usare contenitori adeguati per evitare l’inquinamento ambientale

S59 Richiedere informazioni al produttore/fornitore per il recupero/riciclaggio

S60 Questo materiale e il suo contenitore devono essere smaltiti come rifiuti pericolosi

S61 Non disperdere nell’ambiente. Riferirsi alle istruzioni speciali/schede informative in materia di sicurezza

S62 In caso di ingestione non provocare il vomito: consultare immediatamente il medico e mostrargli il contenitore o l’etichetta

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CATEGORIA DI PERICOLO

LETTERA E SIMBOLO

INDICAZIONI

ESPLOSIVI

E

Sostanze e preparati che possono esplodere per effetto del calore (urti, sfregamenti ed accensione)

COMBURENTI

OSostanze e preparati in grado di fornire ossigeno e, pertanto, di alimentare un incendio anche in assenza di aria. OSSIGENO terapeutico.

FACILMENTE INFIAMMABILI

FSostanze e preparati i cui gas e vapori formano in aria miscele esplosive e/o facilmente infiammabili in presenza di innesco (punto di infiammabilità < 21°C)

PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI

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CATEGORIA DI PERICOLO

LETTERA E SIMBOLO

INDICAZIONI

ESTREMAMENTE INFIAMMABILI

F+ Sostanze e preparati i cui gas e vapori formano con l’aria miscele esplosive e/o infiammabili capaci di innescarsi facilmente per qualsiasi fonte di calore (punto di infiammabilità <0°C)

CORROSIVI

C

Sostanze e preparati in grado di provocare lesioni alla pelle e alle mucose

PERICOLOSO PER L’AMBIENTE

N

Sostanze e preparati dannosI per l’ambiente ma non per l’uomo (ecotossiche)

PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI

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CATEGORIA DI PERICOLO

LETTERA E SIMBOLO

INDICAZIONI

IRRITANTI

Xi

Sostanze e preparati che possono provocare arrossamenti e reazioni infiammatorie della pelle e delle mucose

PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI

NOCIVI

XnSostanze e preparati che possono provocare danni alla salute più o meno gravi, in relazione alle quantità.)

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CATEGORIA DI PERICOLO

LETTERA E SIMBOLO

INDICAZIONI

TOSSICI

TSostanze e preparati che possono provocare, anche in piccole quantità, seri danni alla salute con effetti anche letali

PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI

ALTAMENTE TOSSICI

T+Sostanze e preparati in grado di provocare, anche in piccolissime dosi, gravi danni alla salute, financo la morte

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CATEGORIA DI PERICOLO

LETTERA E SIMBOLO

INDICAZIONI

SOSTANZE CRIOGENE Ustioni da freddo

MATERIALI RADIOATTIVI

I danni prodotti dalle radiazioni ionizzanti sull'uomo possono essere distinti in tre categorie principali:

a) danni somatici deterministici;

b) danni somatici stocastici;

c) danni genetici stocastici.

PITTOGRAMMI DELLE SOSTANZE E PREPARATI PERICOLOSI

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RIS

CH

IO C

HIM

ICODefinizioni

ETICHETTATURA

-Nome della sostanza o del preparato;

-Simbolo e lettera della classe di pericolo delle sostanze pericolose contenute nella confezione;

-Le frasi di rischio (R) e i consigli di prudenza (S);

-Nome e indirizzo del produttore;

-Quantità della sostanza o del prodotto contenuta nella confezione;

Le confezioni dei prodotti e dei preparati pericolosi devono essere etichettati. Sull’etichetta vanno riportati:

Xi

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RIS

CH

IO C

HIM

ICODefinizioniSCHEDE DI SICUREZZA

Le confezioni dei prodotti devono essere accompagnate da

una Scheda di Sicurezza nella quale sono contenute

informazioni più approfondite rispetto all’etichetta.

Le Schede di Sicurezza sono composte da 16 voci

standardizzate, redatte nella lingua del paese d’impiego.

Decreto Legislativo n. 65 del 14 marzo 2003 n. 65

Recepita dalla direttiva 1999/45/CE

“Direttiva preparati pericolosi”

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Le Schede di Sicurezza devono riportare la data

di aggiornamento e devono essere periodicamente

revisionate per tenere conto delle nuove

acquisizioni di conoscenza sui rischi connessi.

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NORMATIVA

Principale novità è la modifica della definizione di livello d’azione:

Decreto Legislativo n. 81/08 (Testo Unico)

Titolo IX Capo I PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI

MODERATO

BASSO PER LA SICUREZZA

E

IRRILEVANTE PER

LA SALUTE

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AGENTI FISICI

TITOLO VIII D.lgs. 81/08

CAPO II PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO

CAPO III PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A VIBRAZIONI

CAPO IV PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A CAMPI ELETTROMAGNETICI

CAPO V PROTEZIONE DEI LAVORATORI DAI RISCHI DI ESPOSIZIONE A RADIAZIONI OTTICHE ARTIFICIALI

RIS

CH

IO F

ISIC

O

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO II

RU

MO

RE

PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I

RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO

ESPOSIZIONE GIORNALIERA AL RUMORE (8 ore)

- livello di azione inferiore pari a 80 dB(A) - picco 135 dB(C)

- livello di azione superiore pari a 85 dB(A) – picco 137 dB(C)

- valore limite di esposizione pari a 87 dB(A) – picco 140 dB(C)

Art.189 – Valori limite di esposizione e valori di azione

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO II

RU

MO

RE

PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I

RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO

Superamento del valore inferiore di azione pari a 80 dB(A)

Il Datore di lavoro fornisce i Dispositivi di Protezione Individuale per l’Udito

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO II

RU

MO

RE

PROTEZIONE DEI LAVORATORI CONTRO I

RISCHI DI ESPOSIZIONE AL RUMORE DURANTE IL LAVORO

Superamento del valore superiore di azione pari a 85 dB(A)

Il Datore di lavoro esige che i lavoratori utilizzino i Dispositivi di Protezione Individuale per l’Udito

Il Datore di lavoro sottopone i lavoratori a Sorveglianza Sanitaria

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV

CA

MP

I E

LE

TT

RO

MA

GN

ET

ICI Determina i requisiti minimi per la protezione dei

lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza derivanti dall’espoizione a campi

elettromagnetici da 0 Hz a 300 GHz

Campi Magnetici Statici (0 – 1 Hz)

ELF (1 - 100 kHz)

(EXTREMELY LOW FREQUENCY)

RF (100 kHz - 3 GHz)

microonde (3 GHz - 300 GHz).

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV

CA

MP

I E

LE

TT

RO

MA

GN

ET

ICI APPLICAZIONI MEDICHE

FONTI DI EMISSIONI

RISONANZA MAGNETICA

Frequenza di emissione compresa tra 0 e 1 Hz(Campi Statici)

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV

CA

MP

I E

LE

TT

RO

MA

GN

ET

ICI APPLICAZIONI MEDICHE

MAGNETOTERAPIA

FONTI DI EMISSIONI

Frequenza di emissione 50Hz(ELF) extremely low frequency

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV

CA

MP

I E

LE

TT

RO

MA

GN

ET

ICI APPLICAZIONI MEDICHE

RADARTERAPIA

FONTI DI EMISSIONI

Frequenza di emissione compresa tra 915 e 2450 MHz

(Radiofrequenze)

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV

CA

MP

I E

LE

TT

RO

MA

GN

ET

ICI

AMBIENTI DI LAVORO

APPARECCHIATURE ELETTRICHE CAVI DI ALTA TENSIONE

CABINE DI TRASFORMAZIONE

Frequenza di emissione 50Hz(ELF) extremely low frequency

AMBIENTI DI VITA

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO IV

CA

MP

I E

LE

TT

RO

MA

GN

ET

ICI AMBIENTI DI VITA

ANTENNE RADIO

RF (100 kHz - 3 GHz)

TELEFONIA MOBILE

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

Stabilisce le prescrizioni minime di protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la

sicurezza derivanti dall’esposizione alle radiazioni ottiche artificiali durante il lavoro con particolare riguardo ai rischi dovuti agli effetti

nocivi sugli occhi e sulla cute.

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

Sterilizzazione

Abbronzatura

Fototerapia

Polimerzzazione

Riscaldatori radianti

Tutte queste lampade emettono luce di tipo

NON COERENTE

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

RADIAZIONE OTTICA

OCCHIO CUTE

 ULTRAVIOLET

TO

fotocheratocongiuntivite (UVB-UVC), cataratta fotochimica (UVB)

eritema (UVB-UVC), sensibilizzazione (UVA-UVB), fotoinvecchiamento

(UVC-UVB-UVA), cancerogenesi (UVB-UVA)

 VISIBILE  fotoretinite (in particolare da luce blu,

380-550 nm)

 

fotodermatosi

 INFRAROS

SO

ustioni corneali (IRC-IRB), cataratta termica (IRB-IRA), danno termico retinico (IRA)

vasodilatazione, eritema, ustioni

EFFETTI SULLA SALUTE

F. Losignore

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

IMPIEGHI MEDICI E BIOLOGICI DELLA

RADIAZIONE UV

Fototerapia delle malattie della pelle

Fotochemioterapia della psosiasi

SETTORE MEDICO: Fototerapia dell’ittero neonatale

Diagnosi delle malattie della pelle

Applicazioni odontoiatriche

SETTORE BIOLOGICO: Disinfezione dell’aria

Disinfezione dei liquidi

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V (all.to XXXVII)

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

LIMITI DI ESPOSIZIONE Radiazioni UV

Esposizione a tutta la giornata lavorativa 8 ore (cute non protetta e occhi)

Irradianza totale (E)

< 10 W/mq

Esposizione < di 1000 secondi < 10 KJ/mq

Regione spettrale compresa tra 315 e 400 nm (UV-A)

Regione spettrale compresa tra 200 e 315 nm (UV-B e UV-C Regione actinica)

(massima sensibilità a 270 nm)

Esposizione a tutta la giornata lavorativa 8 ore (cute non protetta e occhi)

Irradianza totale (E)

Lunghezza d’onda 200 nm < 1000 J/mq

Lunghezza d’onda 240 nm < 100 J/mq

Lunghezza d’onda 270 nm < 30 J/mq

Lunghezza d’onda 310 nm < 2000 J/mq

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

PROTEZIONE PERSONALE

da Radiazioni UV

Protezione del viso, mani e braccia:

- schermo facciale in polivinile

- guanti in polivinile

- tessuti a trama fitta con proprietà assorbenti: popeline, flanella; cotone e nylon sono relativamente trasparenti.

Protezione degli occhi

- occhiali con schermi laterali con trascurabile trasmissione nello spettro UV e adeguata trasmissione del visibile.

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

PERICOLI DERIVANTI da Radiazioni UV

Con l’emissioni di radiazioni UV di lunghezza d’onda inferiore a 245 nm si può avere formazione di ozono per interazione con l’ossigeno atmosferico.

Per evitare forti concentrazioni è utile installare adeguati sistemi di ventilazione

Le lampade ad alta pressione possono esplodere a causa di urti.

Bisogna prestare particolare attenzione durante la rimozione di queste sorgenti.

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AGENTI FISICI

D.lgs. 81/08 TITOLO VIII CAPO V

RA

DIA

ZIO

NI

OT

TIC

HE

AR

TIF

ICIA

LI

Da qui la necessità di suddividere i laser in 4 classi, che vanno dalla classe 1, in cui non è pericolosa l’osservazione prolungata e diretta del fascio, alla classe 4, in cui è pericolosa anche l’osservazione della luce diffusa da uno schermo.

Sorgenti monocromatiche ( una sola lunghezza d’onda)

Fascio di elevata densità di energia

Altamente direzionali e, appunto coerenti

La possibilità di focalizzare un fascio di questo tipo anche a grandi distanze impone una certa cautela nell'utilizzo dei laser e, in molti casi, l'obbligo di adeguate misure di protezione per coloro che ne possono venire a contatto.

L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazione

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CLASSE 1: Non pericolosi, anche a seguito di osservazione diretta e prolungata del fascio.

CLASSE 2: L’osservazione diretta del fascio non è pericolosa per tempi inferiori a 0.25 s, se in tale lasso di tempo intervengono reazioni protettive dell’occhio, come il riflesso palpebrale.

CLASSE 3a: L’osservazione diretta del fascio mediante sistemi di amplificazione o focalizzazione ottica (binoculi, oculari etc.) è pericolosa. L’osservazione ad occhio nudo non presenta rischio se l’occhio mette in atto meccanismi di protezione, come la chiusura palpebrale, entro 0.25 s.

CLASSE 3b: L’osservazione diretta del fascio ad occhio nudo è comunque pericolosa. Non risulta invece pericolosa l’osservazione della luce diffusa da uno schermo, a patto che il tempo di osservazione sia inferiore a 10 s.

CLASSE 4: Per questa classe di dispositivi laser, l’osservazione della radiazione, sia diretta che dopo diffusione da parte di uno schermo, è comunque pericolosa.

Classificazione delle sorgenti laser.

L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation amplificazione della luce mediante emissione stimolata di radiazione

Page 49: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation

Impieghi medici

(classi 3b e 4)

-Laser chirurgici

-Laser fotocoagulatori

-Laser fotodinamici

-Laser fisioterapici, cosmetici

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L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation

RISCHI DIRETTI E CORRELATI

Le radiazioni LASER possono causare danni ad occhi e pelle.

LASER ad elevata potenza possono esporre anche a rischi elettrici, chimici e di incendio.

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L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation

- le radiazioni nel campo del visibile e vicino infrarosso vengono assorbite e possono causare danni alla retina

- le radiazioni nel campo del vicino ultravioletto e medio infrarosso possono causare danni al cristallino

- le radiazioni nel lontano infrarosso e nel medio ultravioletto possono causare danni alla cornea

Danni per l’apparato oculare e per la pelle

Page 52: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation

La maggior parte dei laser fa uso di alte tensioni e i laser pulsati sono particolarmente pericolosi a causa dell’ alta energia immagazzinata nei banchi di condensatori. Componenti di circuiti come tubi elettronici che lavorano a tensioni anodiche maggiori di 5kV possono emettere raggi X e quindi andrebbero opportunamente schermati.

Rischio

Elettrico – Chimico - Incendio

Liquidi criogeni possono provocare necrosi e la loro manipolazione richiede particolari precauzioni.

Rischio incendio anche a grande distanza per interazione del fascio con sostanze infiammabili.

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-Definire la zona quale “ZONA LASER CONTROLLATA” per uso di laser di classe 3b e 4

-Segnalazione di divieto di accesso ( luce rossa)

-Cartelli di divieto di ingresso espliciti

-Elenco del personale autorizzato

-Prevedere un sistema di accensione a chiave

-Collegare blocco a distanza dei laser di classe 3B e 4 ad un blocco di scollegamento principale di emergenza, o a dispositivi di blocco dei locali o delle porte o degli infissi

-Il locale non deve avere superfici riflettenti ( es. rubinetti)

-I ferri chirurgici devono essere coperti di materiale antiriflettente (satinati)

-Il locale deve essere privo di materiali potenzialmente infiammabili o esplosivi

-Evitare l’utilizzo di orologi, bracciali, anelli, montature di occhiali ecc…

L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation

Misure di Sicurezza

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Protezione degli occhiNella scelta del protettore oculare si deve tenere in considerazione:

1.Tipo di laser (sorgente continua o pulsata)

2.Se pulsata: durata dell’impulso – energia dell’impulso – frequenza dell’impulso (Hertz)

3.Lunghezza d’onda

4. Potenza (Watt)

5.Diametro, lunghezza ed altezza del fascio

6.Requisiti di trasmissione della luce visibile

7. la necessità di impiegare occhiali da vista

8. il comfort

L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation

Dispositivi di Protezione

Indumenti protettiviI laser di classe 4, in modo particolare, rappresentano un potenziale pericolo di incendio e gli indumenti protettivi indossati dovrebbero essere in un adeguato materiali ignifugo e termoresisitente.

Page 55: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

L.A.S.E.R.

Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation

Segnaletica di Sicurezza

ATTENZIONE APPARECCHIO LASER DI CLASSE……

DIVIETO DI ACCESSO

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Agenti fisici presi in considerazione per attività Agenti fisici presi in considerazione per attività che si svolgono in ambiente confinatoche si svolgono in ambiente confinato

UltrasuoniMicroclima

Illuminazione

Qualità dell’aria

D.lgs. 81/08 art. 63 – all.to IV

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MICROCLIMA

Il microclima è l’insieme dei fattori (es. temperatura, umidità, velocità dell’aria) che regolano le condizioni climatiche di un ambiente chiuso come un ambiente di lavoro.

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MICROCLIMA

benessere termico

è rappresentato da quelle condizioni in cui l’organismo riesce a mantenere l’equilibrio termico (omeotermia) senza l’intervento del sistema di termoregolazione propria.

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MICROCLIMA

FATTORI

FISICI AMBIENTALI

Temperatura dell’aria

Velocità dell’aria

Umidità relativa

Temperatura radiante

FATTORI SOGGETTIVI

(ISOLAMENTO TERMICO)

Vestiario indossato

Superficie corporea vestita

(DISPENDIO METABOLICO)

Attività fisica svolta

IL BENESSERE TERMICO E’ CONDIZIONATO DA

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ILLUMINAZIONE

  livello ed uniformità di illuminamento

  ripartizione della luminanza nel campo visivo

  limitazione dell'abbagliamento

direzionalità della luce

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ILLUMINAZIONE

Tipo di locale, compito visivo o attività

Illuminamento di esercizio (lux)

Ambulatori

Uffici generici

Sale computer300 - 500 - 750

Corridoi 80

La norma UNI 10380 raccomanda i seguenti valori

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QUALITA’ DELL’ARIA

Inquinamento indoor

INQUINANTE Livello di accettabilità*

Anidride carbonica 5000 ppm

Formaldeide 0,3 ppm

Ossido di carbonio 25 ppm

Ossidi di Azoto 50 ppm

* TLV (ACGIH)

Page 63: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

RIS

CH

IO B

IOL

OG

ICO

PREVENZIONE E PROTEZIONE

LE PRECAUZIONI UNIVERSALI

D.lgs. 28.09.90

Sono Linee Guida finalizzate alla riduzione del Rischio Biologico

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Durante l’esecuzione di procedure che possono determinare l’emissione di goccioline e schizzi di sangue o di altri liquidi biologici

INDOSSARE

Mascherine

Occhiali protettivi o visiere

Camici e grembiuliRIS

CH

IO B

IOL

OG

ICO

PROTEZIONE

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Dopo l’uso gli aghi, le lame di bisturi e altri oggetti taglienti debbono essere riposti per l’eliminazione in appositi contenitori resistenti alla puntura.

RIS

CH

IO B

IOL

OG

ICO

PROTEZIONE

Page 66: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

Il lavoro ai videoterminaliIl lavoro ai videoterminali

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VID

EO

TE

RM

INA

LI

EFFETTI SULLA SALUTE DEL LAVORO AL VDT

DISTURBI OCULO-VISIVIbruciore, arrossamento, prurito, lacrimazione, visione confusa, fastidio per la luce.

Page 68: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

VID

EO

TE

RM

INA

LI

EFFETTI SULLA SALUTE DEL LAVORO AL VDT

DISTURBI MUSCOLO-SCHELETRICISono legati al mantenimento prolungato e fisso, talvolta non ergonomicamente esatto, della postazione di lavoro, senso di pesantezza, tensione, indolenzimento, dolore muscolare a: collo, schiena, spalle, braccia, mani.

Page 69: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

VID

EO

TE

RM

INA

LI

EFFETTI SULLA SALUTE DEL LAVORO AL VDT

DISTURBI PSICOLOGICIQuesti sono disturbi difficilmente classificabili, in quanto causati normalmente da una non corretta organizzazione del lavoro, dal contenuto

intellettuale dell’attività

Page 70: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

VID

EO

TE

RM

INA

LI

ERGONOMIA DELLA POSTAZIONE AL VDT

PIANO DI LAVORO

•altezza e profondità del tavolo: adeguato spazio per le gambe

• superficie del tavolo di colore neutro e opaca

•bordi arrotondati

UNI 9095/87

Page 71: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

VID

EO

TE

RM

INA

LI

ERGONOMIA DELLA POSTAZIONE AL VDT

SEDILE

• Schienale: supporto lombare tra 17 e 26 cmInclinazione da 90° a 110°

• Seduta:Lunghezza 38-44 cmLarghezza 40-45 cmRegolabile in altezza 38-54 cmBase a 5 razze con rotelle

UNI 7498/87

Page 72: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

VID

EO

TE

RM

INA

LI

RIPARTIZIONE DELLA LUMINANZA (cd/mq) NEL

CAMPO VISIVO

•Tra documento, tastiera e schermo, deve essere inferiore di 3/1; •tra le superfici lontane e il compito visivo deve essere inferiore a 10/1;

ERGONOIMIA DELL’AMBIENTE DI LAVORO

Page 73: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

VID

EO

TE

RM

INA

LI

REGOLE COMPORTAMENTALI PER IL LAVORATORE

Tronco – coscia 90°-110°

Supposto lombare

Coscia – gamba

90°Appoggio dei piedi (poggiapiedi)

Tastiera – bordo tavolo

15 cm

Altezza monitor

Page 74: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

VID

EO

TE

RM

INA

LI

REGOLE COMPORTAMENTALI PER IL LAVORATORE

Distanza monitor

50 – 70 cm

Posizione della finestra

Parallela al monitor

Tenda

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ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I DISTURBI VISIVI

PALMING

seduti davanti ad una scrivania, con i gomiti poggiati sul piano di lavoro, chiudere gli occhi e coprirli con le mani, appoggiando tutto il peso del capo sui palmi delle mani. Mantenere la posizione per 2-3 minuti respirando lentamente.

Questo esercizio favorisce il rilassamento della muscolatura intrinseca ed estrinseca dell’occhio.

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ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I DISTURBI VISIVI

ALLENAMENTO ALL’ACCOMODAZIONEpreferibilmente in un ambiente con luce naturale, avvicinare ed allontanare dagli occhi una penna (o un qualsiasi oggetto colorato) seguendola con lo sguardo.L’allontanamento e l’avvicinamento alternati di un oggetto determina contrazione e rilassamento del muscolo dell’accomodazione che altrimenti resterebbe contratto nella stessa posizione per troppo tempo causando affaticamento visivo.

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ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I DISTURBI VISIVI

COORDINAMENTO SPAZIALE

seguire molto lentamente il contorno di un quadro e, in seguito, di altri oggetti, come se si disegnasse con la punta del naso, alternando oggetti vicini e lontani. Questo esercizio ha una azione selettiva sulla visione stimolando la messa a fuoco per lontano, contrariamente a quello che accade con l’uso del VDT in cui è impiegata esclusivamente la visione per vicino

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ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I DISTURBI VISIVI

BATTERE LE PALPEBRE

serve a dare movimento, relax, a inumidire e pulire la cornea, a massaggiare gli occhi. Il movimento deve essere leggero; all’inizio può essere utile alternare un battito di palpebre leggero con lo “strizzare” gli occhi.

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ESERCIZI DI PREVENZIONE PER I DISTURBI VISIVI

SBADIGLIARE Sbadigliando ci si rilassa, ci si ossigena e si inumidiscono gli occhi.

Cercare di farlo di tanto in tanto anche se ”non viene”. Le lacrime ossigenano, disinfettano e lubrificano la cornea. Inoltre il film lacrimale rappresenta un vero e proprio mezzo diottrico, comportandosi come una lente di ingrandimento.

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ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI

COLONNA VERTEBRALE

DA RIPETERSI PER 5 VOLTE

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ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI

STIRAMENTO DEI MUSCOLI DEL COLLO

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ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI

STIRAMENTO DEI MUSCOLI DEL COLLO

Page 83: CORSO PER DATORI DI LAVORO DI STUDI MEDICI PER LA FUNZIONE DI R.S.P.P. (D.lgs. 81/08)

ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI

MOBILIZZAZIONE

DEL COLLO

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ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI

MOBILIZZAZIONE DELLE SPALLE

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ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI

MOBILIZZAZIONE DELLE SPALLE

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ESERCIZI PER PREVENIRE I DISTURBI MUSCOLO SCHELETRICI

MOBILIZZAZIONE DELLE SPALLE

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TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI

D.lgs. n. 151 26 marzo 2001

Testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità

Cosa prevede in sintesi la normativa

Se la gravidanza decorre regolarmente e se l’attività svolta non espone a rischi particolari è previsto per tutte le lavoratrici un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro (Congedo di maternità), che comprende i 2 mesi precedenti e i 3 mesi successivi al parto. Questo periodo può essere esteso per i seguenti motivi:

1) Qualora vi siano gravi complicanze della gestazione o preesistenti malattie che potrebbero essere aggravate dallo stato di gravidanza (maternità anticipata per gravidanza a rischio); 2) Qualora le condizioni di lavoro siano pregiudizievoli per la salute della donna e del bambino e la lavoratrice non possa essere spostata ad altra mansione (maternità anticipata e/o prolungata per lavoro a rischio).

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TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI

D.lgs. n. 151 26 marzo 2001

Cosa deve fare il Datore di Lavoro

Il datore di lavoro deve valutare i rischi per la sicurezza e la salute delle lavoratrici madri, in particolare i rischi di esposizione ad agenti fisici, chimici o biologici nonché i processi e le condizioni di lavoro.

Qualora i risultati della valutazione rivelino un rischio per la sicurezza e la salute della lavoratrice in gravidanza, puerperio o allattamento, il datore di lavoro adotta le misure necessarie affinché l’esposizione al rischio della lavoratrice sia evitata, modificandone temporaneamente le condizioni o l’orario di lavoro.

Qualora tali modifiche non fossero possibili, la lavoratrice deve essere adibita ad altre mansioni.

Quando la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni, verrà allontanata dal lavoro mediante un provvedimento di interdizione anticipata emanato dalla Direzione Provinciale del Lavoro.

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TUTELA DELLE LAVORATRICI MADRI

PANORAMICA GENERALE DEI RISCHI

Rischio infettivo da agenti biologici

INFEZIONI TRASMESSE DALLA MADRE AL NASCITURO:

HBV-HCV-HIV-herpes-tubercolosi-varicella-tifo

EFFETTI LESIVI SULL’EMBRIONE: Rosolia-Varicella Zoster

Movimentazione manuale dei carichi e posture incongrue

La movimentazione manuale di carichi pesanti è ritenuta rischiosa per la gravidanza in quanto può determinare lesioni placentari e quindi al feto e parto prematuro, rischio che aumenta con l’avanzare della gravidanza.

Sostanze chimiche

In base al Decreto Legislativo n. 645 del 1996 la donna in gravidanza non deve essere esposta alle sostanze etichettate con R39, R40, R42, R43, R45, R46, R47, R48 R49, R60, R61,R62, R63, R64, agenti cancerogeni, teratogeni,mutageni, mercurio, antiblastici, monossido di carbonio, agenti chimici pericolosi assorbibili per via cutanea o respiratoria.

Gas anestetici

In via cautelativa è opportuno l'allontanamento, al primo sospetto di gravidanza, delle addette alla sala operatoria.

Radiazioni Le lavoratrici in gravidanza vanno allontanate dai lavori comportanti il rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti e a campi magnetici (es. RNM).

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I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

CHE COSA SONO I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE?

Art. 74 D.lgs 81/08

Definizione

Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato “DPI”, qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.

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I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

QUANDO SI DEVONO UTILIZZARE?

Art. 75 D.lgs 81/08

Obblighi all’uso

I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro.

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I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

QUALI I REQUISITI ?

Art. 76 D.lgs 81/08

I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 dicembre 1992 n. 475

۷ Massima efficacia protettiva;

۷ Semplicità e facilità nell’indossarli;

۷ Buona durata in condizioni efficienti;

۷ Minimo disturbo a: movimenti, respirazione, traspirazione e percezione sensoriale;

۷ Regolazione per adattarli alle diverse misure anatomiche

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I DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

PRIMA CATEGORIA: DPI destinati a salvaguardare il lavoratore da rischi di lieve entità .

۷ Requisiti: certificazione di conformità CE rilasciata dal costruttore, istruzioni per l’impiego, deposito e manutenzione.

TERZA CATEGORIA: DPI destinati a proteggere il lavoratore da rischi di morte o lesioni gravi.

۷ Requisiti: deve essere presente, oltre a quanto previsto per la prima categoria, la certificazione del sistema qualità del costruttore e la conformità CE deve essere garantita da un ente tecnico (CE con numero dell’ente certificante)

SECONDA CATEGORIA: DPI che non appartengono alle altre due categorie

I D.P.I. vengono divisi in tre categorie

D.Lgs. 475/92

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PROTEZIONE DELLE MANI

D.P.I. GUANTI

Resistenza all’inquinamento batteriologico Resistenza ai rischi chimici

prove a norma

EN 374

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LATTICE NEOPRENE NITRILE FLUOROELASTOMERO VINILE

Acetaldeide (aldeide acetica) + + - - -

Acido acetico al 50% ++ ++ = - ++

Acido acetico glaciale + ++ = = =

Acido nitrico al 20% ++ ++ + + ++

Acido solforico concentrato + = + - +Acetone = = - - -Etere - = ++ ++ -Formaldeide 30% ++ ++ ++ ++ ++

TABELLA DI RESISTENZA CHIMICA

AGENTE CHIMICO TIPO DI GUANTO

++ eccellente; + buono; = medio; - sconsigliato

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FACCIALI FILTRANTI - FFP

Come si indossa un facciale filtrante

1

54

32

6

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE

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FACCIALE FILTRANTE IN CLASSE III FFP3 – efficienza > 98%

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE

BRONCOSCOPIA

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• Riducono il numero dei microorganismi (esalati) generati dalla respirazione del lavoratore verso il paziente

•A volte riducono il rischio di infezioni dovute a schizzi di liquido infetto

•Marcatura CE come Dispositivi Medici

MASCHERE CHIRURGICHE

PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE

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Norma di riferimento: UNI EN 165

OCCHIALI A MASCHERA

(POLVERI/VAPORI)

SCHERMO FACCIALE

(SCHIZZI)

PROTEZIONE DEGLI OCCHI

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INDUMENTI DI PROTEZIONE

CAMICI CHIRURGICI

norma UNI EN 13795-1:2004 (Dispositivo Medico)

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Grazie per l’attenzione