coordi ame lo di Corrado GiustOlli Biondemozzaliato ... · di non cedere al sonno. Si-curo che i...

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..........................................................................................................coordi ame lo di Corrado GiustOlli Bionde mozzaliato, belane e rospi... Questo mese, per riprenderei dalle calure estive, cominciamo subito con una brevissima storia ambientata in una villetta innevata, proseguiamo con una crociera assai particolare in compagnia di una bellissima fanciulla e finiamo con un simpatico personaggio a metà tra il fantasv e la parodia a cura di Marco Calvo "Basta col carbone! ", di Alberto Prieri, è una storia veloce che ha per protagoni- sta un bambino molto curio- so; probabilmente un po' troppo vivace se la Befana gli porta sempre del carbo- ne ... È scritto facendo qual- che concessione al rigore scientifico, ma che impor- tanza ha se il risultato è co- munque piacevole? Il finale, poi, è davvero inaspetta- to. "Gita in barca ", di Paolo Di Maio, ha invece il suo punto di forza nella caratte- rizzazione dei personaggi. Paolo ha creato dei profili che mi ricordano certe opere di Stephen King, sì, proprio il maestro dell'horror. A tale genere, del resto, appartiene il racconto che giunge al tru- culento finale con un fitto scambio di battute tra i vari protagonisti. Penso sia parti- colarmente indovinata la fi- gura di Felix, il pancione; lui come gli altri appartiene ad un cliché, ma senza cadere nella ripetitività. Insomma vi- ta nuova a vecchi personag- gi. "Smokeland", di Simone Pomilio, è invece quanto di più lontano ci possa essere da una storia d'amore, an- che se di principesse, matri- moni e gesta eroiche si par- Ia. Per i single ad oltranza questo racconto è un mani- festo; quanti di voi non si so- no sentiti almeno una volta negli sfortunati panni del fol- letto Motlee? Sarcasmo do- sato nella giusta misura e un pizzico di cattiveria che allo humor non può che fare be- ne. Tutti e tre i racconti sono A destra. "Smokelandll illustrato da Antonio Bontempo. MCmicrocomputer n. 132 253

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•..........................................................................................................•coordi ame lo di Corrado GiustOlli

Bionde mozzaliato, belane e rospi...Questo mese, per riprenderei dalle calure estive, cominciamo subito con una

brevissima storia ambientata in una villetta innevata, proseguiamo con una crocieraassai particolare in compagnia di una bellissima fanciulla

e finiamo con un simpatico personaggio a metàtra il fantasv e la parodia

a cura di Marco Calvo

"Basta col carbone! ", diAlberto Prieri, è una storiaveloce che ha per protagoni-sta un bambino molto curio-so; probabilmente un po'troppo vivace se la Befanagli porta sempre del carbo-ne ... È scritto facendo qual-che concessione al rigorescientifico, ma che impor-tanza ha se il risultato è co-munque piacevole? Il finale,poi, è davvero inaspetta-to. "Gita in barca ", di PaoloDi Maio, ha invece il suopunto di forza nella caratte-rizzazione dei personaggi.Paolo ha creato dei profiliche mi ricordano certe operedi Stephen King, sì, proprio ilmaestro dell'horror. A talegenere, del resto, appartieneil racconto che giunge al tru-culento finale con un fittoscambio di battute tra i variprotagonisti. Penso sia parti-colarmente indovinata la fi-gura di Felix, il pancione; luicome gli altri appartiene adun cliché, ma senza caderenella ripetitività. Insomma vi-ta nuova a vecchi personag-gi. "Smokeland", di SimonePomilio, è invece quanto dipiù lontano ci possa essereda una storia d'amore, an-che se di principesse, matri-moni e gesta eroiche si par-Ia. Per i single ad oltranzaquesto racconto è un mani-festo; quanti di voi non si so-no sentiti almeno una voltanegli sfortunati panni del fol-letto Motlee? Sarcasmo do-sato nella giusta misura e unpizzico di cattiveria che allohumor non può che fare be-ne. Tutti e tre i racconti sono

A destra. "Smokelandll illustrato daAntonio Bontempo.

MCmicrocomputer n. 132 253

STORYWARE

stati selezionati tra le operepubblicate dalla rivista ama-toriale "Nettezze Arcane ", diPaolo Viglione. Un 'altra diquelle "fanzine" che ha me-ritoriamente portato avanti labandiera di una editoria di-versa cercando di dare spa-zio a voci nuove. Per troppotempo abbiamo letto libri de-gli stessi autori, magari gran-di, che rischiano però di di-venire antipatici perché ri-proposti di continuo. Ci sonofirme che garantiscono in-cassi sicuri, ma se non si la-scia spazio al diverso la fan-tascienza rischia di affogarenella stasi. Forse la letteratu-ra fantastica italiana non hatrovato ancora una sua iden-tità, eppure i talenti nonmancano. In questi ultimitempi il cinema nostrano sista riscattando, dimostrandodi saper produrre opere diqualità, se dunque nO/~comelettori, decidessimo di dareuna chance anche agli scrit-tori? Proviamo a leggere unlibro anche se in testa al tito-lo non c'è un nome anglo-sassone, può darsi che ciaspettino gradite sorprese.

Vi lascio ai racconti, rinno-vando l'invito a mandarmenedi vostri, meglio se via mo-dem o su floppy, e sugge-rendovi di affilare le penne,perché si staglia all'orizzonteun nome che è tutto un pro-gramma: "Galaxian Prix", ilpiù grande concorso di tutti itempi ... Beh, più o meno.

Arrivederci a ottobre.

Marco Calvo è raggiungibile suMC-Iink alla casella MC3363e tramite Internet all'[email protected]

Basta col carbone!Racconto di: Alberto PrieriFanzine: Nettezze Arcane, n. O

Quella volta non mi avreb-be fregato. Certo, ero picco-lo allora, ma non mi andavaproprio che qualcuno me lafacesse sotto il naso. Cosìme ne andai a letto.

Fortunatamente mi riuscìdi non cedere al sonno. Si-curo che i miei genitori fos-sero ormai nel mondo deisogni, mi alzai lentamente,evitando il minimo rumore.Aprii con dolcezza la porta

che dava sul balcone e miappostai.

Quella sera ero ferma-mente deciso ad aspettarela Befana. La calza era appe-sa proprio al posto giusto,nel caminetto ancora fu-mante. Probabilmente quel-lo stesso fumo l'avrebbe at-tirata verso la mia casettaed avrei finalmente potutoconoscere quella vecchiac-cia che, da ormai molti anni,non mi portava altro che car-bone. L'attesa era spasmo-dica, scrutavo il cielo in lun-go e in largo, tutto ciò chevedevo erano stelle, solostelle.

Nel grande prato che sistendeva davanti a me, nullasi muoveva, tutto era mira-colosamente immobile e si-lenzioso.

Una luce improvvisasquarciò quell'impenetrabilebuio. Una piccola palla difuoco, che terminò la suacorsa discendente proprionel cortile, sotto un mucchiodi neve. Scesi le scale comeuna furia, nell'oscurità piùtotale, tanto che per poconon feci un ruzzolone. Incu-rante del freddo usciiall'aperto. La palla di fuocoera ormai poco più di unmozzicone di sigaretta, e sistava spegnendo veloce-mente. Arrivai giusto in tem-po per vederlo morire.

Cosa era poi di tanto spe-ciale? Altro che palla di fuo-co, un altro pezzo di carbo-ne come sempre! Non siera neanche degnata di con-segnarmelo a domicilio que-st'anno; magari mi aveva vi-sto sul balcone e sapevache se si fosse fatta vedereancora con quello schifo leavrei rotto la scopa sulla te-sta.

Nonostante fossi arrabbia-to presi il carbone.

Entrai in casa con la stes-sa cautela con la quale miero alzato. Andai al caminet-to. Volevo mettere il pezzodi carbone nella calza, nonpotevo rovinare la festa aimiei genitori.

Aprii la calza e vi posi ilcarbone, ma ... un momentoc'era qualcosa dentro: unpezzo di cioccolato.

Dannazione, quella male-detta Befana mi aveva fre-gato un'altra volta.

Alberto Prieri

Gita in barcaRacconto di: Paolo Di MaioFanzine: Nettezze Arcane, n.

Felix dette un altro morsofurioso al panino gocciolante,poi lo fissò con astio ed infinelo gettò in acqua, spostandolo sguardo al suo pancioneche tendeva la maglietta po-co sopra l'inguine.

"Che schifo, Felix" formulòcol pensiero. "Quando saraimorto diventerai cibo perun'intera legione di vermigrassocci come te, e... e Sallvriderà sulla tua tomba. Altroche uscire il sabato sera a bal-lare! "

"Dove rotolerai ora?" sipunì ancora, mentre sbirciavaoltre la sua spalla l'allegro ter-zetto intervenuto per quel-l'odiosa gita in barca. Solestupendo. Mare stupendo.Sallv stupenda ed incredibil-mente disponibile (forse soloper godersi il sole sulla barcadi suo padre). Ci mancavanosolo quei due impiastri diJess e Tom a concludere stu-pendamente la giornata.

Si sollevò pesantementefacendo attenzione a non sci-volare sul ponte lucido. Sivoltò seguendo il rollio ed in-crociò le braccia allo spettaco-lo di Madame BeliaPassera ei suoi Spasimanti.

"Gioca" pensò. "Sta sologiocando. Il gatto col topo. Ilcobra immobile prima di scat-tare. Tanto non ve la dà, èinutile che ci proviate. Potreb-be scegliersi mille Principi Az-zurri al giorno e rimandarli acasa spompati la sera stessa.È un'inguaribile giocherellona.Ed io sono un inguaribile im-becille".

Sallv scosse la testa riden-do nel caldo sole tra gli spruz-zi brillanti delle onde, due oc-chi di giada ed i lunghi capellineri. E il corpo da sirena.

Tom con le sue imitazioni eil biondo cenere nei capelli. El'asciutta linea dei suoi mu-scoli.

Jess Millericcioli di nero pu-rosangue, ma con la pellebianca. E una incontenibilevoglia di abbattere la barrieradell'inesistente bikini di Sallv.

Felix avanzò, cupa tempe-sta in procinto di scatenarsi.Le gambe curve sotto il pesoe l'andatura da orso.

- Questa barca è fan-ta-sti-ca! - sillabò Sallv, fissando Fe-lix con quegli occhi che avreb-

bero rammollito uno stocca-fisso surgelato. - Perché nonci fermiamo e facciamo untuffo? - propose.

- Sì, bello! - s'intromiseTom. - Tutti nudi?

Il gruppetto rise. Meno Fe-lix. Spostò lo sguardo corruc-ciato all'orizzonte e vide le nu-vole nerastre del suo pensie-ro cozzare insieme e produrreaccecanti bagliori e sinistresaette di energia. Ma c'eraanche qualcosa d'altro. Unastriscia di terra.

- Terra I - urlò. - Laggiù!- Un'isola! - si rizzò Sallv,

bloccando a metà il dito diJess già pronto sul fermagliodel costume. - Bellissimo!Andiamo ad esplorarla! - ag-giunse, baciando Felix s'unaguancia. - Su, dai!

Lo sguardo di Tom e l'an-golo tirato del sorriso di Jesserano già una buona ricom-pensa e Felix guidò il timonecambiando rotta.

- Non dev'essere neanchesegnata sulle carte I - senten-ziò, col gioco in mano. - Forsec'è un tesoro sepolto ...

Qualche minuto dopo posa-vano i piedi sulla farina gialladella spiaggia.

- Ma qui è assolutamentestu-pen-do! - si ripeté la sire-na - Sallv. - Voglio farmi la tin-tarella integrale!

- Ottima idea! - si svestìTom, prima di scendere dallabarca. Ma qualcuno ci pensòper lui, e più velocemente. Siritrovò nell'acqua fino all'om-belico.

- Per i bollori estivi non c'èniente di meglio di un bagnodi mare - saltò giù Felix. - Cor-robora i muscoli e riduce letensioni ...

- Guardate! - strillò Sallv,epicentro delle attenzioni. -C'è un passaggio nella vege-tazione. La esploriamo?

"Sì, novello Crusoe condue Venerdì di troppo e laschiava dei miei sogni ... "pensò Felix. "E se diventassicannibale? "

- Bleaah! Che puzza! - siturò il naso Tom, non appenasi addentrarono tra la lussu-reggiante vegetazione. Ster-co di topo. Muffa. Foglie mor-te e marcite. Fiori secchi.

- Ci dev'essere il cadaveredi qualche gatto, qui intorno ...- sentenziò Jess. - Divoratoda un topo gigante. SallV lofulminò in un raggio verde.Jess rimase immobile. Miss

254 MCmicrocomputer n. 132 - settembre 1993

L'angolo delle NewISono due le novità ospitate in questo angolo della rubrica. La

prima riguarda la casa editrice" Interno Giallo", che, scomparsadalle librerie non molto tempo fa, è di nuovo in circolazione comecollana della Mondadori. Fa piacere comunicarlo perché ora po-tremo finalmente vedere pubblicati i numerosi titoli che la InternoGiallo aveva in opzione. La seconda novità coinvolge innanzituttochi ha un modem, ma spero che presto potrà interessare tutti. Sitratta dei primi due libri" telematici", ovvero edizioni in caratteriASCII de "I Malavoglia" di GiovanniVerga e del "Dei Sepolcri" diUgo Foscolo. AI momento sono disponibili, gratuitamente, sulleprincipali BBS italiane, tra le quali la nostra MC-link. Fra non mol-to saranno inseriti nell'enorme circuito Internet. con i suoi milionidi abbonati, e non si esclude per il futuro una diffusione di questie altri testi "elettronici" anche via floppy disk (al solo costo delsupporto, si intende). La realizzazionedi queste speciali edizionide "I Malavoglia" e del "Dei Sepolcri" è dovuta alla buona vo-lontà di alcuni lettori di MC-link (ahimè, troppi per essere citati),che si sono raggruppati sotto il nome di "progetto Manuzio" conil fine di trasformare i massimi della letteratura in file di testocompatibili con tutti gli elaboratori. I vantaggi di questo tipo di"archiviazione", che tuttavia non vuole assolutamente sostituirsiagli amati libri in carta, sono molteplici. Una volta su dischetto (onastro, CD-ROM...) i volumi non saranno più soggetti a deteriora-mento, costeranno infinitamente meno (considerate che su unfloppy trovano spazio anche 4 libri di 3-400 pagine), saranno faci-lissime le ricerche linguistiche e gli studi filologici e sarà possibilesfruttare proficuamente i già esistenti programmi per la letturadei testi con sintetizzatore vocale (pensate ai portatori di handi-cap, ai non vedenti e così via). Il progetto Manuzio per evolvereha però bisogno di aiuto, se perciò possedete uno scanner e unprogramma di riconoscimento dei caratteri (oppure siete dei velo-ci dattilografi) contattatemi su MC-link, tramite Internet o alla Te-chnimedia. Sarò ben lieto di fornirvi ulteriori informazioni sia sucome collaborare all'iniziativa sia su come avere una copia inASCII de "I Malavoglia" e del "Dei Sepolcri".

Passera D'Oro elimina il pri-mo concorrente per rispostasbagliata. Meno uno. Mi spia-ce, signor Jess, ritenti, saràpiù fortunato.

Felix sogghignò mental-mente.

- Dove andrà questo sentie-ro? - domandò la ragazza, cer-ta che nessuno l'avrebbeconsiderata. Ma non si trova-va a suo agio in quel posto, equalcosa doveva pur fare.Parlare. Perché no?

- Avete notato che silenzio?- aggiunse. Nessuna risposta.

Felix le si accostò. Mossadell'alfiere verso la Regina.Nascosto dal puzzo e dallanebbiolina, altrimenti la Regi-na ti mangia. Ma la Reginasorride, non c'è alcun perico-lo.

- Avanti per il tesoro! - saltòsu improvvisamente Tom, esi mise in avanguardia. - Nefarò dono a te, mia dilettasposa! - s'inchinò quasi per-dendo l'equilibrio e riacqui-standolo con un saltello agile

e buffo. Stavolta Sallv am-mirò.

Il cavallo nero attacca la Re-gina bianca. E l'alfiere biancova in bianco ... Felix digrignò identi e soffocò il languorinoche già gli saliva dall'inesauri-bile sacca addominale chepretendeva il nome di Stoma-co.

"U n pozzo, sei" pensò."Ecco, cosa sei, un pozzosenza fondo. Un lurido pozzosem~~ente e puzzolenteche ...

Oltrepassarono una piccoladiscesa viscida e si ritrovaro-no in una palude, al centrodella quale una carcassa me-tallica giaceva semisommer-sa, ricoperta di fango verda-stro. Il puzzo si era solidificatoin ondate di gas, visibile adocchio nudo.

" ... macina sterco." ter-minò Felix, poi si ritrovò abocca aperta a fissare l'ina-spettato scenario.

- È una nave! - strepitò Sal-IV. - Accidenti! Quanti anni

sarà che è sepolta qui?- Bum! - aggiunse Jess. La

torre nera è stata mangiata.Sono ammessi i commentifuori campo.

Sallv non lo degnò di unosguardo. Era tutta persa allascoperta di quel relitto, diquel tesoro.

- Sembra un residuato del-l'ultima Guerra - proposeTom, attirando subito le at-tenzioni di Madame di Fiorein Fiore.

- Proviamo a salirei su? -buttò lì Felix. Parata e affon-do. La tua vita contro la mia.E la mia vita è molto più largadella tua.

SallV s'illuminò. Era rag-giante. Un cavaliere per il piùpuzzolente ballo a corte. Allacorte del relitto marcescente.Intervengono zombi e vampi-ri, lupi mannari e mostri vari.

Un tonfo provenne dal relit-to. La coppia Felix - Sallv, abraccetto, si fermò un attimonella posa di statue viventi.Pausa. Il tonfo c'era stato etutti l'avevano sentito. Gliscambi di occhiate conferma-vano l'accaduto.

- Cos'è stato? - sussurròJess. - Forse il cranio di unoscheletro rimasto troppo ap-peso ha deciso di caderenell'acqua?

- Smettila! - strillò Sallv.Stava decisamente perdendole staffe. E sì che ce ne vole-va per disarcionare Miss Sire-na dall'lppocampo.

- M i sono stufata di que-sta ... - si guardò intorno, lebraccia aperte con le mani apalmi all'insù - di questa ...schifezza! lo torno alla barca!

Prese la sua sciarpa d'indif-ferenza, se la gettò alle spallee ripercorse il viottolo al con-trario.

Tom, Jess e Felix rimaseroa guardarsi allibiti.

- Mai vista goccia più gros-sa per far traboccare un vaso!- sentenziò Tom. - Stavoltal'hai fatta proprio grossa. Hairotto il gioco a tutti quanti.Espulsione!

Jess e Tom risero, ma Felixincrociò le braccia e maledìquanto poteva maledire. E an-cora di più.

Il tonfo si ripeté. E una nuo-va ondata di fetore, se possi-bile più nauseabonda di quel-la già esistente, li avvolse inun sudario. Tre paia d'occhicorsero freneticamente l'unodall'altro.

STORYWARE

- Qui c'è qualcosa ... - sus-surrò Tom, e fu profetico.Dietro le sue spalle, dovec'era il relitto, si produsse unaltro tonfo, ed uno sciacquio.

"Il cavallo nero sta per es-sere mangiato" pensò Felixstranamente distaccato. "Allafesta del Relitto Marcescen-te. Da uno degli ospiti."

Un'ombra si staccò dal re-litto e si avvicinò a Tom. Jesse Felix spalancarono gli occhi.E una mano artigliata, grigia edeforme, afferrò con forza iriccioli del ragazzo, trascinan-dolo a sé.

- Nooo!Felix guardò Jess, che sta-

va già correndo via. Lo seguì.Alle sue spalle altri rumori siaggiunsero agli sciacquii ed aitonfi. Urla. Lacerazione. Urla.Mascelle. Silenzio. Mascelle.Silenzio ... Mascelle. Mascel-le. Mascelle ...

Sally ritornò sulla spiaggia.Via dal fetore. Via dagli uomi-ni. Uffa. Che gita del ...

Stesa a terra, in lontananza,c'era la sagoma di un corpo.

"Un uomo" pensò. "Unnaufrago! "

Corse verso di lui, poi, giun-ta più vicina, rallentò.

"Un uomo? Un naufrago?Con questo tempo?"

E il corpo si alzò, raggi un-gendola, incredibilmente ve-loce. SallV restò a fissarloinorridita, mentre gli occhispiritati registravano solo fla-sh di quella visione. Carni la-cere e grigiastre. Mani arti-gliate. Decomposizione. Cara-collante. Puzzo. Puzzo. L'om-bra sul sole. Buio.

La Regina Bianca è stata di-vorata dal Folle JollV Putre-scente.

Jess e Felix giunsero sfiata-ti alla spiaggia, giusto in tem-po per assistere all'ultimospettacolo di Mezzanotte.

Sopra la gialla farina, in unapozza di rosso vivo, tra rochimugugnii, una bocca decom-posta stava affondando neltorso squartato di Sallv, rila-sciata tra le sue braccia. Latesta all'indietro. Gli occhi digiada aperti sul nulla. Scom-posta. Svestita. Morta.

- MA CHE STA SUCCE-DENDO, QUI? - urlò Jess, vi-sibilmente terrorizzato. Per laprima volta Felix ebbe pietà dilui, come di se stesso. Lamente a vagolare senza sen-

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so. "La Torre Nera e l'Alfieredovranno fare a meno dellaRegina, ora."

Jess si mise le mani nei ca-pelli, incapace di fare qualsia-si altra cosa, le gambe due pi-lastri nella rena, disperato. Fe-lix piombò in ginocchio e suigomiti, la corsa lo aveva stre-mato. Il terrore lo aveva stre-mato. Vomitò tutto quello cheaveva nel pozzo.

Alle loro spalle risuonò unurlo gorgogliante.

Jess sollevò la testa, orripi-lato. La cosa sulla spiaggiasollevò la testa.

Felix sollevò la testa. E conquanta energia aveva ancorain corpo mulinò gambe ebraccia per mettere quantopiù spazio poteva tra sé equel posto.

Jess rimase immobile. Nonriuscì a muovere un muscolo,neppure uno. Soltanto le suecorde vocali risposero e pro-dussero un urlo crescente, unurlo che non poteva usciredalla gola di un essere uma-no. Poi l'urlo cessò.

Felix non aveva fiato per ur-lare. Non aveva fiato per cor-rere. Non era semplicementeVIVO.

Tutto quello era un incubo.Troppi hamburger. Troppa co-ca. Troppo di tutto. Tropposangue.

Senza rendersene conto ri-salì sulla barca. Tirò su l'anco-ra. Avviò il motore ausiliario.E non si avviava. Un occhioalla spiaggia.

Mangiano. Un occhio almotore. Maledetto, parti!Spiaggia. Uno si è alzato. Mo-tore ...

Il motore si avviò. Felix pre-se il timone e lo guidò per al-lontanarsi. Per fuggire via.

Sally Occhi - di - Giada.Tom Rompipalle - Biondo -

Cenere.Jess Torre - Nera.Gli occhi gli diventarono li-

quidi e l'orizzonte si confusecol mare dentro le sue lacri-me.

Non avrebbe mangiato maipiù, certo. Minimo. Minimo ...

Felix Cannegan mori dianoressia qualche settimanapiù tardi.

Paolo Di Maio

SmokelandRacconto di: Simone Pomi/ioFanzine: Nettezze Arcane, n. 2

Motlee, colpito dalla guar-dia, rotolò rovinosamentesul polveroso pavimento del-la Bighouse.

Lo sfacciato folletto, que-sta volta aveva esageratocon la propria arroganza e loScrut Master aveva perso lapazienza. Eh sì, non si pote-va dire all'orgoglioso Re diSmokeland: "Sua figlia sem-bra un grosso rospo pelosoe puzza di sputo di cammel-lo".

Certo, Greenia non rappre-sentava proprio sublimi idea-li di bellezza: la pelle untuosae verdastra, il volto schiac-ciato e butterato, gli occhiinfossati e cisposi, le mem-bra sproporzionate ed unadiffusa e folta villosità non ledavano sicuramente l'aspet-to di una principessa; ma sisa, l'amore di un padre nonha occhi, tanto più che loScrut Master era cieco vera-mente.

Il sovrano, colpito nel cuo-re dall'aperto insulto, sollevòMotlee dall'incarico di consi-gliere e lo degradò al livellodi "nettalatrine in prova".

Dopo circa 630 anni fra gliescrementi, il folletto ebbel'occasione di riscattarsi: glifu affidato l'importante com-pito di trovare un pazzo ma-sochis ... ehm, un principeazzurro ansioso di portareall'altare Greenia. DapprimaMotlee pensò di rifiutarel'offerta, ma in seguito, sot-to la minaccia del cappio, ac-cettò stoicamente l'impresadisperata.

Fu così che iniziò l'avven-tura di Motlee Bip. Una mat-tina nebbiosa, in un temposospeso tra il nulla, l'in partee il tutto, il nostro eroe si ap-prestò ad affrontare un lun-go viaggio, forse senza ritor-no.

Consigliato dal saggioSmoke-proof, Motlee si di-resse verso la Palude Putri-da, agli oscuri confini diSmokeland.

Là, nella mota più profon-da e più remota, vivevano iCraak, miserande creature

dall'aspetto di anfibio. Que-sti esseri ripugnanti poteva-no forse accettare la manodi Greenia, in cambio di uncongruo compenso.

Il cammino per giungerealla palude fu lungo e fatico-so; per ben due volte il pic-colo folletto si trovò in peri-colo di vita.

Dovette fronteggiare iStinkings Feet, i mostruosi"tuttipiedi" che esalavanoterribili gas fetidi e mortiferi.Fortunatamente gli bastò sfi-lare i pesanti calzari per sba-ragliare il nemico: il sudoredi cinque giorni di marcia edil naturale mefitico olezzodella sua pelle, totalmenteestranea all'acqua, eranosufficienti per sterminare unbranco di bufali.

Il secondo ostacolo fu rap-presentato dal perfido Brain-crunch: un potentissimo ma-go che si impadroniva dellementi degli sventurati che loincontravano. Ancora unavolta le doti eccezionali delnostro Motlee gli evitarono ilpeggio: i sofisticati e precisimeccanismi cerebrali (forseun po' disordinati, totalmen-te illogici, del tutto incom-prensibili e assurdi) di Mo-tlee Bip mandarono in tilt lostregone. Si dice che erri perlande desolate pronunciandoqueste parole: "Ho visto ildeserto camminare; indos-sava tozzi e pesanti sandalineri e calpestava i mosceriniin volo sull'oceano".

Superate tali difficoltà, ilnostro viandante giunse allameta agognata. Qui un orri-bile Craak lo accolse caloro-samente.

- Ehi tappo, cosa cavolovuoi?

Motlee sottopose alla suaattenzione la proposta, sot-tolineando quanto fosse van-taggiosa l'offerta.

- Se non te la senti di spo-sarti quel ciospo schifosoposso comprenderti perfet-tamente.

Naturalmente il Craak, dal-l'animo sensibile e genero-so, spiegò che con granderammarico doveva rifiutare.

- Ma certo ... e magari spo-so anche te, vermiciattolo.

Il piccolo eroe, colto dallo

sconforto, riprese il cammi-no a testa bassa, senza me-ta e senza speranza. Dopopassi e passi raminghi il con-fuso vagare lo condusse ol-tre la palude, oltre i montiMurali, oltre la pianura Pan-tana, in un territorio scono-sciuto e misterioso in cui lanebbia era ancor più densache a Smokeland.

Una fitta coltre umida efredda avvolgeva quell'oscu-ra e intricata foresta, dal sot-tobosco che abbracciava concomplicità, fino alle cimefuggitive degli alberi. Motleenon vedeva nulla oltre il suonaso, che pure era piuttostoimponente. Sentiva minu-scole gocce intrufolarsi neipori e penetrargli nel corpointirizzito.

Per combattere il freddo eper pensare con lucidità de-cise di fare un po' di flessio-ni sulla punta delle orecchie.Mentre si concentrava nelsuo esercizio, uno stranopersonaggio dalla pelle lisciae pallida e dalle membra lun-ghe e sottili sbucò dalla neb-bia e gli si avvicinò con diffi-denza.

Motlee si accorse del-l'oscura presenza soloquand'essa fu molto vicina.Terrorizzato dall'inaspettataapparizione cadde violente-mente sul terreno e rimbalzòverso un roveto urlando asquarciagola.

Ripresosi dallo spavento edal dolore delle escoriazionidisse stizzoso:

- Chi cacchio sei, bruttoescremento di Ocrop?

L'oscuro individuo, che os-servava la scena strabiliato,rispose tentennante:

- Sono un uomo ... ma tu ...tu da dove vieni?

Motlee Bip, pensando"Forse ho beccato il pollo",esclamò con spavalderia:

- Qui le domande le faccioio! Di un po', ti piacerebbeconoscere una stupendaprincipessa?

- Oh, sì. Mi piacerebbedavvero.

- Allora seguimi nella miapatria e l'avrai tutta per te.

- Eh, lo farei; ma a causadi un incantesimo non possomuovermi da questa terra.

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Potrei fuggire solo se fossiin possesso di un raggio disole.

- Sgrunt! Lo sapevo chec'era la fregatura - concluseMotlee rabbioso.

- ...ma se tu fossi così ge-neroso da catturare un rag-gio di sole per me, piccoloamico, io farò tutto ciò chevorrai - riprese entusiastica-mente la creatura.

Il folletto rifletté un poco epoi decise di non lasciarsisfuggire l'occasione.

- O.k., razza di bestia, tiaiuterò. Che devo fare?

- Oh, ti ringrazio di cuore.Vedi, devi superare la fore-sta da quella parte e ti trove-rai nella Sunland - indicò conil fragile dito.

Motlee partì velocementeverso la nuova meta, ansio-so di sistemare la faccenda.In pochi giorni giunse agli ul-

timi alberi, tra le fronde deiquali filtrava una strana luceintensa e giallastra.

Si fermò un momento,dubbioso e timoroso, ma poipercorse gli ultimi metri condecisione, facendo affida-mento sul suo proverbialecoraggio.

Sbucò ai margini di unapianura verde e brillante.Dall'alto dominava un solecosì potente come Motleenon aveva mai visto. Fu ne-cessario un po' di tempo pri-ma che i suoi occhi tondi ecisposi si adattassero a tan-to splendore, ma poi vide unquadro incredibile: fra l'erbalucida e fitta s'innalzavano,di tanto in tanto, lunghi stelifioriti multicolore; tutta lavalle era costellata di radi bo-schetti e frutteti, e calmi ru-scelli attraversavano i pratiformando limpidi laghetti.

Una volta presa coscienzadello spettacolo che gli si pa-rava innanzi, il folletto cercòdi concentrarsi sul suo com-pito. Di scatto prese a corre-re freneticamente sotto lapioggia di raggi solari, cer-cando di afferrarne almenouno. Ma questi sfuggivanofulminei e l'unico risultatoche Motlee ottenne fu quel-lo di ustionarsi terribilmente.Deluso, esausto e bruciac-chiato si accasciò ali' ombradi un abete, sul morbido efresco tappeto erboso. Subi-to le forze lo abbandonaronoed il suo animo triste cedet-te al sonno.

Mentre lo tormentavanoterribili incubi, si svegliò disoprassalto al suono di ungong. Si trovava ora in unambiente vagamente fami-liare ... Ma sì, era a casa!Che bello, era stato solo un

STORYWARE

brutto sogno! L'incarico leavventure i pericoli lesofferenze tutto un sogno!Si stava esaltando a tali pen-sieri, quando il dolore di pia-ghe bollenti e la voce delloScrut Master lo rigettarononella valle delle lacrime.

- Il tuo tempo è scaduto,Motlee Bip; hai f311ito la tuamissione.

A te la scelta: il matrimo-nio o la forca - sentenziò ilpotente signore.

Quando Motlee baciò ap-passionatamente Greenia (fucostretto con le armi alla go-la), il novello sposo si tra-sformò in un mostruoso ro-spo, dall'aspetto ancor piùnauseante della stessaGreenia.

E fu così che i due visseroinfelici e gracchianti ...

Simone Pomi/io

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