COOPI e l'assistenza umanitaria

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COOPI Cooperazione Internazionale Sede centrale: MILANO - Via De Lemene, 50 Tel. +39.02.3085057 [email protected] Sito web: www.coopi.org Elaborazione: Ottobre 2010 COOPI e l’assistenza umanitaria

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dossier tematico di COOPI 2010.

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COOPI – Cooperazione Internazionale Sede centrale: MILANO - Via De Lemene, 50 Tel. +39.02.3085057 [email protected] Sito web: www.coopi.org

Elaborazione: Ottobre 2010

COOPI e l’assistenza umanitaria

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Le emergenze umanitarie colpiscono senza distinzione tutti i paesi del mondo – parliamo sia di emergenze di origine naturale che provocate da tensioni socio-politiche. Tali eventi tuttavia costituiscono un rischio maggiore per i popoli in quelle aree con un più basso grado di sviluppo.

Nel caso della prima tipologia di rischio, legata a conflitti di natura sociale o politica , intere comunità sono spesso costrette ad allontanarsi dai luoghi d’origine e dare vita a migrazioni sia temporanee che, in alcuni casi, permanenti, per cercare protezione e nuove condizioni sicure per vivere1. Come rilevato da UNHCR, l’Alto Commissariato per i Rifugiati dell’ONU, e come rappresentato nella mappa 1, oggi i rifugiati provengono per lo più da quei paesi che sono devastati da guerre interne – parliamo soprattutto di Somalia, Afghanistan ed Iraq, ma anche di

Sudan, Congo e Colombia. Sempre secondo l’UNHCR, il numero totale di rifugiati, sfollati interni (IDPs) e richiedenti di asilo politico è cresciuto esponenzialmente di anno in anno fino a toccare i 43.3 milioni nel 20092. Tra questi 15.2 milioni sono rifugiati - circa il 47% è composto da donne - e 27.1 milioni sono sfollati interni3. Mentre i paesi occidentali hanno quest’anno dato rifugio a circa 8.3 milioni di rifugiati, l’80 per cento della popolazione rifugiata totale, i 49 paesi che si trovano ultimi nella graduatoria di sviluppo umano (HDI), hanno ospitato in tutto 1.9 milioni di rifugiati nel 2009. Nel 2008 (ultimo dato disponibile) 604.000 rifugiati hanno volontariamente fatto ritorno nei loro paesi, il 17% in meno del 2007 (731.000). Tra i campi profughi che possiamo trovare in moltissime aree di confine soprattutto in Africa, il più grande è quello di Hagadera a Dadaab, Kenya, che ospita più di 90.000 persone. Il campo di Hagadera, assieme a quelli di Dagahaley e Ifo, è parte del complesso di Dadaab che alla fine del 2008 ospitava più di 300.000 rifugiati4. La ragione di tale affollamento è la difficile situazione politica in cui versano gran parte dei paesi dell’Africa centrale ed orientale (Sudan, Somalia, RDC, Uganda), che riversano in Kenya ed Etiopia centinaia di migliaia di persone ogni anno. Per quanto riguarda il numero di sfollati interni in paesi colpiti da gravi emergenze, la Colombia oggi detiene il primato con più di 3 milioni di IDPs sparsi sul suo territorio, principalmente nelle aree sulla costa pacifica5. A fianco a questi eventi a carattere sociale o politico, ve ne sono altri che costituiscono un rischio per i popoli, e sono quelli di origine naturale , che principalmente corrispondono a: terremoti, vulcani, smottamenti del terreno, alluvioni, siccità e cicloni6. Nel 2009 sono stati registrati 335 disastri naturali7, come mostrato nella mappa 2. Questi hanno ucciso 10.655 persone, colpito più di 119 milioni di altre persone e provocato danni per circa 41.3 miliardi di dollari8. La Banca Mondiale evidenzia come in generale il trend di aumento del numero dei disastri naturali per anno

1 Nel trattare questo tema si rende necessario effettuare una prima distinzione di base tra i rifugiati, coloro che lasciano il proprio stato d’origine, e vengono accolti in un altro paese in funzione di un tipo particolare di asilo - politico, e gli sfollati interni (traduzione dell'espressione inglese Internally dispaced person, IDPs), riconosciuti come tali in funzione del carattere completamente ‘nazionale’ del loro movimento, provocato da emergenze circoscritte ad aree interne ad uno stesso paese 2 UNHCR 2009 Global Trends report: selected tables, August 2010, UNHCR 3 Ibidem 4 UNHCR Statistical Yearbook 2008, 2009 5 2010 UNHCR country operations profile – Colombia. URL: http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e492ad6 6 Natural Disaster Hotspot: a global risk analysis, Sinthesis Report, 2005, World Bank publication 7 Vos F, Rodriguez J, Below R, Guha-Sapir D. Annual Disaster Statistical Review 2009: The Numbers and Trends. Brussels: CRED; 2010. P.1 8 Ibidem

Le emergenze umanitarie nel mondo

Mappa 1. l’origine dei rifugiati, 2009 UNHCR

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si sia stabilizzato: il calo delle crisi umanitarie è per lo più occorso grazie ad un abbassamento del numero dei disastri di natura metereologica nel 2009 (85), in confronto alla media degli eventi tra il 2000 ed il 2008

(108)9. Nel 2009 il 57% dei decessi provocati da disastri naturali è avvenuto a causa dei terremoti10. Per quanto riguarda questa tipologia di disastro, se ne contano tra i 20.000 ed i 30.000 all’anno in tutto il mondo, tra cui solo il 5% supera il quarto grado della scala Richter, ovvero la soglia che delimita la classificazione da ‘leggero’ a ‘moderato’, e quindi capace di portare danno a strutture fragili, non costruite secondo le norme di sicurezza di base: notoriamente strutture abitative diffuse nei paesi del sud del mondo11. Tra le condizioni climatiche più proibitive che impediscono lo sviluppo dei popoli, la siccità è un male che colpisce interi stati

soprattutto dell’Africa sub-Sahariana e dell’America Latina: dal 1980 ad oggi circa 410 eventi legati alla siccità hanno colpito quasi 1 miliardo e 500 milioni di persone, uccidendone più di 550.000 e provocando un danno economico pari a 2 miliardi e 600 milioni di dollari annui12. Rispetto alla media del periodo tra il 2000 ed il 2008, il numero di vittime causate da disastri di tipo climatologico è stato minore (8.4 milioni di persone). D’altra parte le mutate condizioni climatiche ovunque nel mondo stanno provocando un aumento dei disastri legati al fenomeno opposto, le alluvioni, le cui vittime dal 2008 al 2009 sono aumentate del 220 per cento13. Le crisi umanitarie, sia di origine naturale che socio-politica, causano come primo effetto la difficoltà di accesso alle risorse alimentari di base, all’acqua, ed ai servizi igienico-sanitari, generando contesti di estrema vulnerabilità per la popolazione colpita. Per fornire supporto, tra le azioni messe in campo dai diversi attori della cooperazione internazionale, vi sono pertanto attività di ripristino delle vie di accesso alle risorse, complementate da azioni di distribuzione diretta di kit d’emergenza ed alimenti. Si calcola che la distribuzione di cereali - il bene alimentare più frequentemente erogato – effettuata sotto il coordinamento del PAM per il biennio 2004-2006 (ultimo dato disponibile) sia stata di più di 5.500.000 tonnellate all’anno.

9 Ibidem 10 Vos F, Rodriguez J, Below R, Guha-Sapir D. Annual Disaster Statistical Review 2009: The Numbers and Trends. Brussels: CRED; 2010. P.1 11 Disaster management information system. URL: www.sristi.org 12 Drought statistics, 2009. URL: www.Preventionweb.org 13 Vos F, Rodriguez J, Below R, Guha-Sapir D. Annual Disaster Statistical Review 2009: The Numbers and Trends. Brussels: CRED; 2010. P.20

Mappa 2 . Incidenza e tipologia delle catastrofi naturali 2009, NatCatService

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La risposta di COOPI alle emergenze umanitarie

COOPI - Cooperazione Internazionale - è un'organizzazione non governativa italiana laica e indipendente fondata nel 1965. In 45 anni di lavoro ha realizzato progetti in 50 paesi, coinvolgendo più di 50 mila operatori

locali e assicurando un beneficio diretto a oltre 60 milioni di persone. Oggi l’organizzazione è presente in 22 paesi con progetti sia di sviluppo che di emergenza. Tra questi molti sono i progetti che rispondono alle emergenze umanitarie e che si preoccupano di ripristinare le condizioni di vita di intere comunità, condizionate spesso da una concatenazione di eventi avversi sia di natura climatica che politica. Nel settore dell’assistenza umanitaria COOPI è al momento presente con 17 progetti in 25 paesi di Africa ed America Latina. I suoi ambiti di intervento sono:

- Assistenza a rifugiati ed IDPs; - Risposta e preparazione al rischio disastri - Assistenza alimentare

Dal 2005 ad oggi l’organizzazione ha:

assistito più di 300.000 rifugiati e più di 100.000

sfollati interni

creato e supportato più di 40 centri locali di salute

lavorato in 8 campi profughi con programmi multisettoriali

formato più di 400 leader comunitari sulla preparazione e gestione disastri

Foto 1 . Archivio COOPI

Grafico 1 . distribuzione dei progetti di assistenza umanitaria dal 2005 ad oggi

38%

60%

2% America Latina eCaraibi

Africa

Asia

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� Assistenza a rifugiati ed IDPs

Dal 2005 ad oggi COOPI è stata impegnata in 5 paesi con 19 progetti di assistenza a rifugiati e a sfollati, principalmente finanziati da UNHCR. I progetti realizzati in questo ambito sono per lo più parte di programmi integrati di supporto nei campi profughi e perciò concentrati nelle zone ‘critiche’ entro cui si muovono sfollati e rifugiati: queste sono in gran parte aree periferiche di uno stato e spesso transfrontaliere sulle rotte del movimento. Queste aree interessano territori nazionali interni e di confine tra: Colombia ed Ecuador, Sudan-Darfur e Ciad, Repubblica Centrafricana e Ciad, Somalia ed Etiopia. Colombia – Ecuador Il grave conflitto interno alla Colombia vede dal 1964 contrapposti da una parte il governo e diversi gruppi paramilitari tra cui l’Unione per la difesa del paese (Auc), mentre dall’altra parte gruppi di ispirazione marxista e socialista tra cui le Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane (Farc) e l’Esercito di Liberazione Nazionale (Eln). La situazione umanitaria nella parte meridionale del paese, ed al di là dei confini nazionali nei territori limitrofi di Ecuador, Venezuela e Perù, è critica. Secondo dati UNHCR la Colombia possiede oggi il più alto numero di sfollati interni al mondo – se ne contano almeno 3 milioni14 - contro il numero dei rifugiati che solo in Ecuador raggiunge i 135.00015. Negli ultimi 5 anni COOPI ha lavorato nell’area per lo più con progetti di assistenza di tipo multisettoriale diretta a circa 90.000 rifugiati colombiani in Ecuador (il 43% di questi composto da donne), nelle province di confine di Sucumbios/Orellana, Carchi, Esmeraldas, Pichincha e Imbabura, ma anche in alcune zone del sud del paese come Azuay, Loja, El Oro, Morona Santiago. Le attività sono state prevalentemente concentrate nel centro di prima accoglienza o albergue ad Apafano (che ha fin’ora ospitato più di 400 famigli in transito), ed anche nei pressi delle comunità autoctone che continuamente sono interessate da flussi di rifugiati e che finiscono per assorbirne una buona parte. In tre progetti, implementati tra il 2007 ed il 2009, l’organizzazione ha puntato sull’assistenza diretta ai rifugiati, con attività di assistenza sanitaria dirette alle donne, ai bambini ed ai soggetti più vulnerabili, e realizzate in 15 centri salute, attraverso il miglioramento della capacità di presa in carico dei pazienti ed aumentando del 20% il tasso di accesso e di informazione sulle tematiche sessuali, a beneficio di 10.785 adolescenti. Al tempo stesso si sono attivati meccanismi di inclusione promuovendo l’impresa mista composta da colombiani ed ecuadoriani con interventi di equipaggiamento tecnico, microcredito e appoggio nella gestione, che ha permesso la realizzazione di 10 iniziative imprenditoriali e l’accesso al credito a 290 beneficiari. Da un punto di vista delle infrastrutture 8 comunità hanno nel frattempo beneficiato della costruzione di sistemi di raccolta dell’acqua piovana, e 150 famiglie della costruzione di latrine, a sostengo dell’azione di integrazione comunitaria.

14 2010 UNHCR country operations profile – Colombia. URL: http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e492ad6 15 2010 UNHCR country operations profile – Ecuador. URL: http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e492b66

Foto 2 . Campo profughi di Goz Amir – Ciad, 2009

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In Colombia COOPI è intervenuta in zone di maggiore concentrazione di sfollati interni – Norte Santander e Nariño – dove 280 famiglie sono state equipaggiate con strutture abitative di base e 15 litri di acqua depurata, materiale da costruzione, 20 latrine, 10 docce e lavandini, e kit di igiene. Quasi 50 sessioni di formazione hanno rafforzato la consapevolezza di circa 2000 tra promotori, insegnanti, direttori di strutture educative ed amministratori, sugli elementi di sostenibilità igienica e sanitaria nel momento di arrivo di rifugiati. 10 leader comunitari indigeni sono stati formati sulla gestione di progetti,

mentre agli educatori sono stati offerti 9 corsi di formazione in psicologia infantile. Sudan-Darfur – Ciad Le regioni orientali del Ciad vedono dal 2004 una grave crisi umanitaria consumarsi sul proprio territorio a causa del continuo flusso di profughi che provengono dal Darfur (Sudan). Da 7 anni ormai un conflitto interno di matrice etnica vede contrapposti i Janjawid, un gruppo di miliziani islamici reclutati fra i membri delle locali tribù nomadi dei Baggara, e la popolazione non Baggara della regione. Più di 200.000 rifugiati si sono riversati nelle aree oltre il confine sudanese, causando una vera e propria crisi umanitaria in un paese, il Ciad, che già si posizionava nel 2004 agli ultimi posti dell’Indice di Sviluppo Umano16. La regione resta in una situazione di crisi, a causa del ritardo nel processo di pace, dell’insicurezza delle frontiere, e delle continue incursioni realizzate dai gruppi Janjawid anche all’interno del territorio ciadiano, che provocano dal 2006 il continuo sfollamento degli stessi abitanti autoctoni delle aree interessate dalle incursioni nelle zone limitrofe ai campi. COOPI interviene in questo contesto complesso dal 2006 con la gestione di campi profughi dell’est del Ciad (al momento se ne contano 1217) - soprattutto nei settori della salute e della nutrizione – ed attraverso la gestione diretta dell’ospedale di Goz Beida punto di riferimento dell’omonimo distretto sanitario nella parte sud-orientale del paese, che viene da lungo tempo supportato e rifornito di beni di consumo e per il trattamento medico. L’ospedale nel 2009 è anche stato dotato di un’unità di chirurgia per gli interventi d'urgenza ginecologici ed ostetrici e di un centro nutrizionale d’emergenza, mentre il piccolo centro di Goz Amir è stato dotato di un piccolo laboratorio per le trasfusioni e le analisi di base. In tutta l’area è attiva grazie a COOPI una clinica mobile in supporto ai centri salute, utilizzata anche da altre ONG che operano nel settore sanitario. Durante il corso dei suoi interventi, l’organizzazione ha realizzato attività dirette a più di 230.000 rifugiati del Darfur (di cui circa 135.000 donne) ed i circa 50.000 abitanti della zona. Nelle due aree circostanti le località di Goz Beida e Goz Amir si contano un totale di 5 campi di sfollati interni (tra cui Koukou, Gouroukoun e Hille Borno) e 2 campi destinati ai rifugiati provenienti dal Darfur (Djabal e Goz Amir). Ma gli interventi principali in quest’area consistono nella normalizzazione delle condizioni igieniche e sanitarie, grazie a cui oggi la popolazione rifugiata per il 90% riesce ad accedere a servizi sanitari di base. Grazie alla messa in opera di servizi sanitari di consulenza, prevenzione, sorveglianza, screening e trattamento, il tasso di mortalità all’interno dei campi si è abbassato a 1,5/1000/mese, mentre tra i bambini con meno di 5 anni è scesa a 3/1000/mese, tra le madri a 200 ogni 100.000 parti, e tra i neonati a meno di 10 ogni 100.000 parti. Per quanto riguarda la malnutrizione, tra i bambini tra i 6 ed i 59 mesi si è abbassata a meno del 10%, mentre i neonati sottopeso sono scesi a meno del 7%, il 70% dei giovani malnutriti è sottoposta a terapie nutrizionali,

16 alla 167° posizione su 177. Dati dello Human Devel opment Report 2004, pubblicazione UNDP 17 Dati ricavati assessment interni a COOPI nel paese

Mappa 3 . La presenza di COOPI nelle regioni di confine con la Colombia nel nord dell’Ecuador

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ed al 95% dei bambini sotto i 9 anni vengono somministrati supplementi vitaminici. Infine oggi, nelle strutture in cui COOPI interviene, nel 90% dei casi in cui è necessario un trasferimento, questo è portato a termine con successo. Repubblica Centrafricana - Ciad Da maggio 2001 al 2003 inoltrato, la Repubblica Centrafricana è stata interessata da uno stato di crisi umanitaria a causa di ripetuti tentativi di golpe messi in atto da una parte dell’esercito nazionale, che hanno destabilizzato il paese fino a rovesciare il regime democraticamente eletto del presidente Ange Félix Patassé nel marzo 2003, per mano del generale Bozizé, capo di stato maggiore dell’esercito18. Al momento il paese vive in un periodo di generale stabilità, grazie ad un tentativo di riconciliazione tra il governo ed i gruppi di ribelli dal 2008. Tuttavia negli ultimi anni, i violenti combattimenti hanno provocato l’abbandono da parte di almeno 30.000 persone delle proprie abitazioni nelle zone di maggiore tensione, e la fuga verso il nord del paese ed il sud del Ciad, soprattutto nella Prefettura del Grand Sido e di Nya Pendé. Quest’ondata di rifugiati nel Ciad è stata accolta nei campi profughi di Yaroungou e di Amboko. Come nella parte orientale del paese, anche nel sud del Ciad oggi COOPI lavora sia nei 4 campi profughi (Amboko, Dosseye, Gondje e Yaroungou), portando aiuto ai circa 43.500 rifugiati19, che nei centri sanitari ed ospedalieri dell’area, assistendo anche gli abitanti locali della regione. Nei campi l’organizzazione ha messo in piedi sistemi di consultazione medica – circa 20.500 consultazioni mediche a bambini al di sotto dei 5 anni in un solo anno di attività - sorveglianza, trattamenti nutrizionali, e trasferimenti ai vicini centri sanitari di Beureh (costruito da COOPI nel 2006) e Dosseyé, Bongos, Kumra o agli ospedali di Goré, Moundu e Sarh (questi ultimi per visite cliniche più approfondite). In totale 186 bambini sono stati trasferiti al solo ospedale di Goré, mentre 300 casi di MST presso minori di 18 anni, e 586 casi presso individui maggiorenni, sono stati trattati localmente. Per la distribuzione regolare di medicine di base, nel campo di Yaroungou, COOPI ha creato ed assistito la gestione di una piccola farmacia di base, che è diventata il punto di riferimento degli oltre 15.000 abitanti del campo. Al tempo stesso l’organizzazione ha provveduto a fornire assistenza alla pianificazione famigliare, ed a organizzare attività di sensibilizzazione per circa 10.000 beneficiari, sulla prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili, pratiche igieniche, salute materno infantile ecc. Nei quattro campi COOPI è riuscita ad aumentare il tasso di vaccinazione infantile al 90%, riducendo la malnutrizione acuta al 5% dei

rifugiati, ed estendendo il tasso di accesso a programmi di lotta a MST e HIV/AIDS all’80%. Supporto alimentare, sia sotto forma di viveri che di vitamine, è stato garantito al 90% delle donne incinte o sotto allattamento e dei bambini dai 0 ai 5 anni. Sul fronte dell’accesso all’acqua ed ai servizi igienico-sanitari, COOPI ha riabilitato 5 pozzi tradizionali, costruito 400 docce, 1.200 latrine, 5 fosse biologiche, 24 aree di igiene personale, e 7.200 metri di canalizzazione dell’acqua. L’obiettivo del 100% di rifugiati abilitati all’accesso di 15-20 litri d’acqua al giorno è stato raggiunto, anche grazie a 5 campagne di sensibilizzazione sull’uso delle strutture idriche.

18 2010 UNHCR country operations profile – CAR. URL: http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e45c156 19 2010 UNHCR country operations profile – Chad. URL: http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e45c226

Foto 3. Campo profughi di Amboko - sud del Ciad, 2008

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Somalia - Etiopia Privo di uno stabile governo dall’inizio degli anni 90, la Somalia ha visto numerose crisi umanitarie consumarsi sul suo territorio negli ultimi 20 anni, ed è oggi un paese caratterizzato da un’alta incidenza di malnutrizione ‘acuta’ e da insicurezza alimentare cronica, diffusa soprattutto presso la popolazione rurale20. La crisi, al momento in corso, è determinata da insicurezza, siccità devastanti seguite da alluvioni e da una fondamentale mancanza di condizioni adeguate alla sopravvivenza. UNHCR stima che 123.000 persone hanno abbandonato le loro abitazioni dal luglio 2009, mentre la siccità si attesta al secondo posto tra le cause della migrazione, dopo l’instabilità politica21. Il numero di persone che spontaneamente si sposta verso il nord del paese o che chiede asilo nei paesi vicini – Kenya ed Etiopia – è in continua crescita, poiché in crescita sono le comunità alla ricerca di sicurezza e migliori possibilità economiche22. In Puntland si contano in tutto all’incirca 96.000 sfollati.

COOPI ha messo in atto in Somalia attività di supporto alla sussistenza a 30 insediamenti informali di rifugiati, attraverso interventi multisettoriali che vanno ad assicurare gli standard minimi di igiene e salute, attraverso la costruzione e manutenzione di 50 pozzi, la riabilitazione di 4 cisterne e 5 vasche di superficie, la perforazione di 3 fori di sonda, la creazione di sistemi di distribuzione dell’acqua in grado di provvedere alla fornitura di almeno 600 m3 di acqua al giorno, ed infine la distribuzione di 300 latrine in grado di servire 3.000 famiglie, nonché attraverso la pulizia continua dei luoghi di aggregazione degli sfollati in modo da prevenire il diffondersi di epidemie. A fianco di questi interventi di base, sono privilegiate attività che favoriscono

l’inclusione lavorativa degli sfollati, il piccolo commercio (a partire da 2.000 piccoli produttori locali), servizi di cash-for-work23, e tutti i tipi di piccole attività che possono favorire la sussistenza e l’integrazione, evitando shock per le comunità autoctone. Nell’Etiopia sud-orientale, al confine con la regione somala di Gedo, nella località di Dolo Odo, COOPI è invece attiva nei campi di transito, che ospitano 700 rifugiati alla volta tra i più di 50.000 rifugiati che fino ad ora si sono riversati nel paese in fuga dalla Somalia. L’organizzazione opera soprattutto con interventi che vanno ad arginare la mancanza di risorse idriche in un’area critica dal punto di vista ambientale, a causa dei gravi e sempre più frequenti periodi di siccità. Nell’area COOPI nel 2009 si è occupata del trasporto di acqua nei centri di transito, dove sono state installate 2 speciali cisterne. Sono stati scelti dalle comunità 4 addetti al controllo dell’acqua e 4 donne addette alla manutenzione, mentre si sono fornite le comunità con materiale e mezzi per la pulizia e l’igiene, e con materiale didattico per sensibilizzare sul corretto uso della risorsa e delle strutture.

20 2010 UNHCR country operations profile – Somalia. URL: http://www.unhcr.org/cgi-bin/texis/vtx/page?page=49e483ad6 21 Ibidem 22 Ibidem 23 Cash-for-work è una tipologia d’intervento usata dalle organizzazione umanitarie per procurare lavoro temporaneo -a fronte di unaremunerazione -ai gruppi più vulnerabili della popolazione in progetti di pubblico interesse, come la riparazione di strade, la raccolta dei rifiuti o la costruzione di infrastrutture.

Foto 4. Capanne dei rifugiati nel Somaliland, 2009

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� Disastri naturali: risposta e preparazione al rischio Nell’ambito degli interventi legati ai disastri naturali che colpiscono i paesi del sud del mondo, dal 2005 ad oggi COOPI ha lavorato con 29 progetti in 11 paesi di Africa, America Latina e Caraibi e nello Sri Lanka. La gestione delle attività legate a questo tema si costruisce a partire da una suddivisione in ‘fasi’ dell’intervento, condivisa da tutti gli attori coinvolti nel settore. Queste fasi sono la risposta, il ripristino, la mitigazione e la preparazione al disastro24, ed insieme permettono ad una comunità vulnerabile di recuperare la propria autonomia in termini economici e sociali, ed attivare una serie di meccanismi di auto-tutela in caso di catastrofe naturale. Di seguito sono riportate le attività che COOPI svolge in ciascuna delle fasi.

Risposta ai disastri naturali In risposta ai danneggiamenti strutturali ed ai disagi di cui le comunità rimangono vittime a seguito dei disastri naturali, COOPI negli ultimi cinque anni ha lavorato in 4 paesi di Africa, America Latina e Carabi, per lo più intervenendo in risposta a rischi di natura idrologica e metereologica. In Etiopia , nell’area di Dolo Odo, regolarmente le comunità soffrono gli effetti delle esondazioni di due fiumi, il Genale e il Dawa, che fino al 2008 hanno portato gravi danni economici e lo sfollamento di più di 2.000 famiglie (15.600 persone). Un progetto del 2009 ha portato risposta immediata all’ennesima emergenza, equipaggiando le famiglie con beni di prima necessità, tra cui 2.000 coperte, 780 teli di plastica per costruire capanne, 1.000 kit di utensili per l’autocostruzione di strutture abitative, 1.236 kit per cucinare, 2.000 zanzariere, 2.030 contenitori per l’acqua, e 18.000 kit per la potabilizzazione dell’acqua. Anche in Mozambico, per rispondere alla devastazione provocata dalle gravi alluvioni che periodicamente colpiscono il distretto di Marromeu, nel 2007 COOPI è intervenuta con la distribuzione di 160 kit di prima sopravvivenza ad altrettante famiglie per la ricostruzione delle case spazzate via durante gli uragani, la distribuzione di 300 zanzariere di protezione contro la malaria, ed infine l’organizzazione di workshop pubblici per sensibilizzare sulle tecniche di depurazione delle acque e sulle pratiche di prevenzione da malattie virali e a trasmissione idrica. In Perù le piogge torrenziali provocano spesso frane e smottamenti del terreno, soprattutto nei dipartimenti di Cusco, Puno, Apurímac, Huancavelica, Ayacucho, Junín, Lambayeque, San Martín, Huánuco and Amazonas, zone andine dove COOPI nel 2008 è intervenuta equipaggiando 500 famiglie con 500 strutture di riparo temporanee, 620 kit di prima protezione contro le intemperie, 500 cisterne per la raccolta dell’acqua, 50 kit per la costruzione di pozzi, 500 kit igienici, ed infine input agricoli per stimolare attività agricole di sussistenza (in collaborazione con la FAO). Ma è in occasione del terremoto del 15 agosto 2007 che l’organizzazione si è spesa maggiormente per portare un primo soccorso alle comunità colpite: 820 famiglie sono state supportate con kit d’acqua potabile e per l’igiene, 2.128 con materiale per il riparo, 2.890 con kit per la disinfestazione ed altri generi di prima necessità. 350 bambini hanno ricevuto assistenza psico-sociale per problemi causati dall’emergenza e 100 disabili hanno beneficiato di un supporto ad hoc. Inoltre: 750 nuovi moduli abitativi sono stati costruiti con materiali sismoresistenti, 900 materassi e 1.100 taniche sono state distribuite, mentre le scuole d’emergenza costituitesi sono state equipaggiate con kit scolastici. In aggiunta a questi interventi, dal gennaio 2010 COOPI è attiva ad Haiti , all’interno del network di Agire – l’Agenzia Italiana di Risposta alle Emergenze – dove ha realizzato attività di primo intervento a seguito del terremoto che si è verificato all’inizio dell’anno. Un equipe di 13 persone si è mobilitata nel recupero di persone entro 48 ore dal terremoto, mentre 1500 famiglie hanno ricevuto materiali e sono state supportate attraverso la realizzazione delle strutture per il riparo. Dopo aver visitato oltre 30 siti, l’organizzazione si è fatta carico dell’istallazione di 20 sistemi di stoccaggio e distribuzione acqua, della costruzione di 50 latrine, e dell’organizzazione di un sistema di gestione dei rifiuti, gestito direttamente dalle 500 famiglie ospiti del campo.

24 Ciclo Gestione Disastri, FAO. URL: http://www.fao.org/wairdocs/ad695e/ad695e04.htm

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Interventi di ripristino e ricostruzione COOPI lavora anche nella fase successiva alla risposta alle emergenze, per favorire il ripristino delle normali condizioni abitative, sanitarie, sociali ed economiche, in Africa, America Latina ed Asia. In Malawi l’organizzazione è intervenuta a favore di circa 4000 abitanti delle comunità fluviali del distretto di Salima (Ndindi e Msosa), area gravemente soggetta a continui allagamenti. In questo contesto, l’organizzazione ha ripristinato le attività economiche formando 200 agricoltori locali sulla gestione della terra riabilitata. 1.600 famiglie hanno ricevuto 4 silos ed un totale di 4.800 kg di semi di mais per la piantatura di appezzamenti di 5x10 metri sulle rive del fiume, che sono state bonificate per circa 14.4 km. Dal 2006 COOPI è parte del Joint Emergency Aid Program che lavora a sostegno del distretto del Kasungu: in questo ambito l’organizzazione si è distinta per aver costruito circa 89 dighe e oltre 200 piccoli sistemi di irrigazione, a diretto beneficio di quasi 42.000 persone. Oltre 17.000 bambini sono stati presi in cura da 24 centri salute, equipaggiati per far fronte agli effetti della malnutrizione. In Etiopia , in occasione delle esondazioni dei fiumi Genale e Dawa, COOPI si è concentrata soprattutto sull’aspetto igienico della crisi idrologica, portando a compimento la riabilitazione di 5 pozzi e la costruzione di 2000 blocchi di latrine, e sensibilizzando la popolazione locale sulle pratiche igieniche di base per evitare il contagio delle principali malattie di derivazione idrica, oltre che malaria ed HIV/AIDS. 25 membri delle comunità sono stati formati sulla gestione delle fonti d’acqua, mentre a 600 famiglie sono state distribuite le sementi necessarie a ripristinare attività agricole di sussistenza, anche attraverso la riattivazione di 57 pompe idriche per l’irrigazione. Nel corno d’Africa la siccità è uno degli ostacoli maggiori alla crescita delle economie di Etiopia, Kenya e soprattutto della Somalia . In quest’ultimo paese, nei distretti di Ceel Buur e Galhareeri, nel 2008 COOPI ha costruito e riabilitato 10 fonti d'acqua, 4 bacini di raccolta, 20 pozzi costruiti a mano e 5 berkads (bacini tradizionali) che portano più di 360,000 litri al giorno per 2000 famiglie, per un uso personale e per la pastorizia. Tra i membri di queste famiglie vulnerabili più di 540 persone sono state impiegate per la costruzione delle nuove infrastrutture, con evidenti benefici anche in termini economici. In un progetto del 2009 nelle regioni di Hiran, Galgadud, Bay e Middle Juba, l’organizzazione ha portato quasi 1.3 milioni di vaccinazioni per animali di piccola taglia, realizzate da 7 squadre di veterinari equipaggiate con 14 veicoli. Contemporaneamente è stata avviata la ristrutturazione di 5 mercati, e realizzate azioni di appoggio alla commercializzazione delle carni. In occasione dello Tsunami del 2006 nell’Oceano Indiano, l’organizzazione è intervenuta in Sri Lanka, riallocando 81 famiglie (397 persone) in un’area di proprietà del governo situata a circa 750 metri dal luogo dove risiedevano prima della catastrofe. COOPI si è occupata di gestire la preparazione del progetto di ricostruzione del villaggio colpito dal disastro, quindi gli appalti, gli studi di fattibilità e i test sulla qualità dell’acqua. L’organizzazione ha inoltre supervisionato la costruzione di 80 case, (ciascuna provvista di un piccolo sistema di pannelli solari per garantire autonomia energetica a livello famigliare), di 10 pozzi, un sistema di smaltimento delle acque sporche, un centro comunitario ed un campo giochi per bambini. In Perù , in occasione del terremoto l’organizzazione si è fatta carico della ristrutturazione e riorganizzazione dell’ospedale di Chincha, parzialmente danneggiato, e della riabilitazione di più di 50

Foto 5. Riva del fiume Lilongwe - Malawi, 2007

Foto 6 . Campo Pueblo Nuevo - Perù, 2007

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edifici scolastici, anche fornendo materiali sismoresistenti per l’autocostruzione a 80 capifamiglia. Si è colta l’occasione per intervenire sulle strutture idriche danneggiate (che servivano circa 3.400 persone) e per introdurre al personale norme e modalità igieniche, sanitarie e di gestione idrica. Oggi il 70% della popolazione di El Camen usufruisce del servizio di acqua potabile, 210 bambini frequentano scuole ricostruite in aree decentrate e 2000 donne provvedono al controllo costante dello stato di clorazione dell’acqua. Interventi di mitigazione e preparazione ai disastr i

Infine COOPI si occupa di preparare le comunità che abitano in aree ad alta vulnerabilità ambientale all’eventualità di un disastro naturale, attraverso azioni di rafforzamento istituzionale, equipaggiamento, e mitigazione dei rischi. In Malawi , nel distretto di Salima, COOPI è intervenuta a portare competenze nella preparazione disastri creando organismi permanenti di gestione del rischio all’interno del corpo della Protezione Civile: 2 Comitati di sviluppo dell’area, 5 comitati di protezione civile, e 5 comitati di stabilizzazione degli argini. Nel frattempo, per mitigare gli effetti disastrosi degli allagamenti, sono stati messi a punto piani di emergenza che prevedono la realizzazione di 8-12 magazzini per lo stoccaggio di emergenza del grano e dei legumi e 5 per lo stoccaggio di medicine e kit igienici.

In Ecuador COOPI dal 2006 ad oggi ha implementato tre progetti localizzati sia nella zona costiera del paese che nei pressi delle comunità montane che abitano il massiccio centrale, vittime di continui smottamenti del terreno a causa delle alluvioni. Nel paese si sono realizzati più di 15 piani locali di emergenza in modo da estendere la rete di protezione ad una popolazione totale di quasi 600.000 persone. Nelle scuole si sono introdotti moduli di preparazione al rischio all’interno del piano di studi, seguendo il metodo ISDR (strategia internazionale per la riduzione dei disastri), anche attraverso l’uso di particolari strumenti didattici (come il gioco ‘Riesgolandia’, pubblicato da UNICEF) che facilitassero l’apprendimento di circa 15.000 bambini. 3000 bambini sono stati coinvolti attivamente nelle strategie di risposta. In Paraguay , nella regione del Chaco, lunghi periodi di siccità hanno portato all’aumento dell’incidenza di malnutrizione, che sta deteriorando lo stato di salute della popolazione. Per assicurare la copertura di un quantitativo d’acqua di base (i 20 litri per persona al giorni identificati dal Forum Mondiale dell’Acqua del 200625) nei dipartimenti di Boqueron, Presidente Hayes e Alto Paraguay, COOPI ha raggiunto 100 membri di comitati di gestione dell’acqua, più di 300 leader comunitari, 2.000 famiglie e 30 ufficiali locali portando informazione sull’ottimale gestione dell’acqua, pratiche di igiene di base, e disinfezione dell’acqua, soprattutto in condizioni di emergenza. In Bolivia , a partire dal novembre 2007, eventi climatici estremamente avversi causati dal fenomeno della Niña (inondazioni, grandine, gelate) hanno colpito nove dipartimenti. Inondazioni, smottamenti e frane hanno causato perdite umane, feriti e rifugiati cosí come danneggiamenti ad abitazioni, infrastrutture e danni all’agricoltura. Con l’obiettivo di rafforzare la preparazione ai disastri nei dipartimenti di Santa Cruz, Tarija, Chuquisaca e La Paz, COOPI ha creato ed equipaggiato 4 comitati di gestione rischio regionali, e ne ha formati 30 a livello municipale, ha eseguito 2 studi di rischio idrico e la mappatura delle aree, realizzato canali radio per la comunicazione costante tra i comitati di controllo e le squadre della protezione civile, effettuato 4 simulazioni, costruito 10 piccoli magazzini, ed infine coinvolto l’80% degli insegnanti e degli studenti di 60 scuole primarie nell’apprendimento attraverso attività didattiche. Un totale di 70 organizzazioni locali, 300 membri del personale scolastico e 2.500 bambini sono stati formati sulla preparazione ai disastri.

25 The 4th Water Forum, Final Report, 2006

Foto 7. case inondate in Ecuador, 2008

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Anche in Guatemala le comunità sono esposte a diversi tipi di rischi legati all’idrologia, che minano la capacità di resilienza economica e sociale26. In mancanza di organismi strutturati di coordinamento degli aiuti e di preparazione al rischio, COOPI si è attivata nel 2008 organizzando corsi di formazione per il 75% dei leader comunitari nel distretto di Alta Verapaz, organizzando 14 comitati locali e 2 municipali di risposta al rischio e formandone il personale. Sono stati realizzati un totale di 11 piani di emergenza, coinvolgendo 50 organizzazioni nazionali o locali alle riunioni con l’agenzia europea per il coordinamento degli interventi umanitari (ECHO), ed infine avviando una serie di riunioni inter-istituzionali per l’elaborazione di strategie congiunte. La realizzazione di programmi radio, seminari e spettacoli teatrali ha contribuito ulteriormente a creare consapevolezza sui rischi ambientali. Infine in Perù sia a seguito degli smottamenti nelle zone andine che in occasione del terremoto del 2007, COOPI ha lavorato con 8 progetti nelle Province di Chincha e di Lima, in aree extra-urbane e rurali non interessate dagli interventi statali, con attività di risposta, ricostruzione e preparazione ai disastri. In quest’ultimo ambito – la preparazione delle comunità ai disastri – è al momento in corso (2010) un progetto per la strutturazione di un impianto istituzionale ed organizzativo capace di arginare i danni dei sismi che colpiscono il paese. 80 leader comunitari, 20 portatori di handicap, personale scolastico ed ospedaliero e 1000 studenti sono stati formati sulla preparazione a disastri, mentre oltre 300 abitanti in zone a rischio hanno contribuito attivamente alla realizzazione di mappe di rischio locali.

� Assistenza alimentare Dal 2005 ad oggi COOPI è intervenuta con 8 progetti che includevano componenti di assistenza alimentare in 5 paesi di Africa ed America Latina, sia in risposta ad emergenze umanitarie, che a supporto di comunità che si trovano in condizioni alimentari difficoltose a causa di crisi ambientali o sanitarie particolarmente gravi. Il sostegno alimentare non è un’attività a se stante, ma viene portata avanti a supporto di interventi più strutturati, ovvero integrati (ad esempio nell’ambito della salute/nutrizione) o come primo passo verso l’autoproduzione alimentare (attraverso per esempio programmi di Food for Asset27). Gli interventi realizzati da COOPI in questo ambito possono sia essere legati ad un’emergenza umanitaria contingente, che ad una situazione di crisi prolungata o

ciclica. Nelle emergenze umanitarie più frequenti, le cui tipologie abbiamo già presentato nelle sezioni precedenti, negli ultimi 5 anni COOPI è intervenuta con progetti di assistenza alimentare in RDC, RCA e Malawi. Nel primo paese i beneficiari sono state le comunità in transito sull’asse Sake-Kitchanga-Nord Kivu, rotta del ritorno a seguito del cessate il fuoco. COOPI ha provveduto a distribuire alimenti, sementi ed attrezzi agricoli, a formare e rafforzare le comunità autoctone e la popolazione sfollata nella ripresa delle attività agricole. 15.000 famiglie di sfollate sono state assistite regolarmente per un periodo di tre mesi, mentre 7000 famiglie autoctone vulnerabili sono state assistite con mezza razione di contributo alimentare. Circa 770 tonnellate di viveri sono state dispensati mensilmente ai beneficiari, per un totale di 4620 tonnellate durante tutta la durata del progetto – 6 mesi. I maniera analoga, in RCA si è cercato di dare una risposta immediata alla carenza alimentare causata dagli scontri che si sono susseguiti a partire dal colpo di stato del 2003. COOPI ha lavorato nel 2006 e nel 2007 nelle sotto-prefetture di Merkounda, Paoua, Batangafo e Kabo attivando 25 punti di distribuzione in 68

26 Per resilienza s'intende la capacità di recupero dopo un disastro di grave entità e l'integrazione della capacità di resistere alle catastrofi a livello di pianificazione (dal sito della Commissione Europea - http://europa.eu/rapid/pressReleasesAction.do?reference=IP/09/1811&format=HTML&aged=0&language=IT&guiLanguage=en 27 una componente progettuale sviluppata dal Programma Alimentare Mondiale (WFP) nel quale alle comunità più vulnerabili vengono distribuiti alimenti in cambio di attività lavorative, per creare un ciclo sostenibile di acquisizione delle risorse e quindi, nel medio termine, delle riserve alimentari comunitarie (informazioni dal sito WFP. URL: http://www.wfp.org/food-assets).

Foto 8 . RDC, 2007. Foto di Martino De Stefani

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villaggi, al fine di supportare anche coloro che vivono in aperta campagna, e permetter loro di ricevere adeguate cure sanitarie. I progetti hanno in tutto permesso a 15.500 beneficiari di accedere circa 258 tonnellate di viveri, e a 5.800 di persone in 31 villaggi di ricevere trattamenti nutrizionali e nell’ambito della prevenzione di malattie sessualmente trasmissibili. In Malawi infine si è lavorato particolarmente con le famiglie colpite da HIV/AIDS, in un momento di massima diffusione del virus presso le comunità. COOPI ha portato aiuto a 3.500 persone, distribuendo cereali ma soprattutto assistendo le famiglie nella produzione di diverse varietà di alimenti. Grazie alla distribuzione di strumenti ed alla riabilitazione di 27 aree fluviali, sono stati prodotti in tutto 3.270 Kg di soia, pronti per la commercializzazione.

Fuori da situazioni di emergenza contingente, ma in contesti comunque di estrema vulnerabilità – frequenti inondazioni, siccità prolungate, incendi ecc. – COOPI è intervenuta dal 2005 con progetti che possono essere considerati di sviluppo agricolo ed economico, là dove criticità cicliche, perché stagionali, mettono a serio repentaglio la capacità di normalizzare le attività di sostentamento più elementari. In Etiopia, nelle woreda di Koneba and Dalaul, l’organizzazione ha realizzato tra il 2006 e il 2007 un progetto di distribuzione di derrate alimentari, sementi (246 kg. per ortaggi ed oltre 37.000 da frutta) e strumenti di lavoro alle comunità agro-pastorali (50 apiari, e 72 strumenti per la manutenzione e l’avvio di attività di apicoltura), allo scopo di migliorare la condizione socio-economica in collaborazione con le amministrazioni di zona e le organizzazioni comunitarie locali. La distribuzione alimentare ha interessato 20.800

dei quasi 41.500 beneficiari del programma, ed è servita da accompagnamento ad attività più strutturate di supporto alla creazione di riserve alimentari comunitarie– il Food for Asset, formazione, e riabilitazione infrastrutturale - la costruzione di 10 strade (per un totale di 237 Km.), 14 stagni, 1 sorgente protetta, e la deviazione di 4 fiumi. Questo stesso approccio è stato adottato anche in un progetto in Paraguay , in occasione del recupero delle aree colpite dagli incendi del 2007, ed in Malawi , con 3 progetti di distribuzione alimentare. Qui 1330 famiglie colpite da HIV/AIDS, 1290 famiglie particolarmente povere e 6.480 famiglie vulnerabili sono state assistite con distribuzione soprattutto di legumi e cereali, per un totale di più di 250.000 Kg. 28 aree fluviali nel frattempo sono state recuperate ed attrezzate con 500 metri di canalizzazioni, 80.000 alberi sono stati piantati ed i terreni limitrofi a 6 villaggi sono stati utilizzati per avviare processi di agricoltura conservativa, al fine di aumentare la capacità di autoproduzione.

Foto 9. Progetto di distribuzione alimentare in Malawi, 2010

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Allegato 1 COOPI e l'Assistenza umanitaria – Proget ti attivi nel periodo 2005-2010

Paese Titolo Finanziatore Data inizio progetto Data fine progetto Totale progetto in

Euro

Progetti di assistenza ai rifugiati ed IDPs

Ciad Protection et assistance aux refugiées Centrafricains au sud du Tchad de Gore au sud du Tchad en 2008 UNHCR 01/01/2008 31/12/2008 459.697

Ciad Programme multisectoriel pour l'intégration socio-èconomique des populations autochtones et réfugiées du Dèpartement du Grand SIDO Unione Europea 01/01/2008 31/12/2011 2.838.651

Ciad Soin et entretien des réfugies soudanais à l'est du Tchad UNHCR 01/01/2008 31/12/2008 710.665

Ciad Projet du Haut Commissiare sur la Santé/Nutrition/VIH-SIDA/Eau UNHCR 01/06/2008 28/02/2009 106.753

Ciad Projet du Haut Commissiare sur la Santé/Nutrition/VIH-SIDA/Eau UNHCR 01/06/2008 28/02/2009 44.246

Ciad Projet d'accompagnement sanitaire à la reinstallation et à la stabilisation des populations retournées, déplacées et autochtones dans les regions du Dar Sila et du Ouaddai Unione Europea 01/09/2009 31/08/2011 869.134

Ciad Assurer l'accès aux soins de qualité aux réfugies centrafricains dans les trois sites de Gore et l'intégration progressif dans le système Tchadien UNHCR 01/01/2009 31/12/2009 493.471

Ciad Soins et entretien des refugiées soudanais à l'Est du Tchad UNHCR 01/01/2009 31/12/2009 1.011.844

Ciad Projet d'assistance sanitaire et nutritionnelle pour les refugiées dans les camps de Djabal et Goz-Amir, les desplacées de Gouroukoun et Goz-Amir, Tchad ECHO 01/04/2006 31/01/2007 614.178

Ciad Accès aux divers services relatifs au VIH et SIDA dans les camps de réfugiées soudanais de l'Est du Tchad UNHCR 01/08/2006 30/09/2006 26.066

Ciad Projet d'assistance sanitaire et nutritionnelle dans des camps de Djabal et de Goz Amir, Est du Tchad UNHCR 01/01/2007 31/12/2007 1.188.075

Ciad Assistance à l'installation locale des réfugiées centrafricaines au Sud du Tchad UNHCR 01/01/2007 31/12/2007 683.493

Ciad Assistance d'urgence aux réfugiées centrafricaines au Sud du Tchad UNHCR 01/07/2005 28/02/2006 227.448

Colombia Humanitarian assistance to the people affected by the internal conflict in Catatumbo Area Norte de Santander and Narino-Colombia ECHO 13/07/2007 12/03/2008 300.000

Ecuador Integracion local de refugiados en Ecuador UNHCR 01/01/2008 31/12/2008 424.771

Ecuador Integracion local des Refugiados en Ecuador UNHCR 01/01/2009 31/12/2009 938.047

Ecuador Integracion Local de refugiados en Ecuador UNHCR 01/01/2007 31/12/2007 289.483

Etiopia Quick response to the Emergency Water need for Somalia refugees in Dolo Odo Transit and Screening Centers UNHCR 23/02/2009 22/03/2009 12.775

Somalia Emergency intervention for IDPs and Host communities in Bossasso and Galkayo towns in Puntland ECHO 01/02/2010 30/11/2010 1.000.000

Progetti di gestione del rischio disastri

Bolivia Basis organizations and youth backing disaster preparedness in El Alto city, Bolivia ECHO 10/09/2007 09/12/2008 352.941

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Paese Titolo Finanziatore Data inizio progetto Data fine progetto Totale progetto in

Euro

Progetti di gestione del rischio disastri

Bolivia Vulnerable indigenous and breeders' communities of Bolivian and Paraguayan Chaco prepared to face disasters ECHO 10/06/2009 09/09/2010 700.000

Bolivia Sostegno al processo di ricostruzione post fenomeno del Nino nel Municipio di Puna, Dipartimento di Potosì, Bolivia Cooperazione Italiana 28/04/2009 27/12/2009 226.600

Bolivia Multihazard risk reduction in municipalities of the altipiano of La Paz ECHO 15/03/2006 14/04/2007 620.005

Etiopia Emergency response to flood affected communities in Dolo-odo Woreda of Liben Zone, Somali Regional State. OCHA 04/12/2008 04/06/2009 229.612

Guatemala Improvement of local disaster preparedness strategies in two municipalities of the Polochic river basin, Guatemala. ECHO 15/10/2008 28/02/2010 494.117

Guatemala Assistenza d'emergenza a quattro municipi vulnerabili del Distretto di Alta Verapaz, Guatemala. Cooperazione Italiana 01/04/2009 31/01/2010 235.719

Haiti Supporto alla popolazione colpita dal terremoto: risposta immediata e preparazione ai disastri futuri AGIRE 14/01/2010 13/07/2011 1.200.000

Malawi Post-Floods Early Recovery Project in Malawi UNDP 01/09/2008 31/01/2009 19.189

Malawi Sostegno alle comunità vulnerabili nella prevenzione e gestione delle alluvioni nel distretto di Salima in Malawi(DIPECHO) ECHO 01/10/2008 31/01/2010 242.230

Perù Support to vulnerable communities affected by landslides in four departments in Peru. ECHO 21/03/2009 20/07/2009 141.354

Perù Iniziativa d'emergenza di appoggio alla popolazione vulnerabile di tre distretti della provincia di Chincha Cooperazione Italiana 03/06/2009 31/01/2010 249.987

Perù Rafforzamento delle capacità dei comitati di difesa civile nel conoscere i rischi e formulare piani di emergenza contro terremoti e tsunami nel distretto di Callao UNDP 22/04/2010 15/02/2011 221.715

Perù Fostering the participation of youths and local institutions in disaster preparedness activities in two districts of the Metropolitan Municipality of Lima, Peru ECHO 01/09/2007 30/11/2008 364.705

Perù Rafforzamento delle capacità dei comitati di difesa civile nel conoscere i rischi e formulare piani di emergenza contro terremoti e tsunami nel distretto di Cercado de Lima e Rimac UNDP 22/04/2010 14/02/2011 219.643

Perù Humanitarian aid for people affected by earthquake in Peru ECHO 16/08/2007 15/11/2007 350.000

Perù Rehabilitaciòn de servicios sanitarios en escuelas de Chincha UNICEF 01/11/2007 15/02/2008 48.632

Perù Emergenza Terremoto - appoggio alla popolazione vulnerabile vittima del terremoto Regione Lombardia 10/01/2008 09/01/2009 139.295

Perù Contribuciòn al sector salud y educaciòn en la emergencia post terremoto en la Provincia de Chincha UNICEF 01/04/2008 31/03/2009 125.888

Perù Support to rural Andean communities affected by floods and huaycos in Puno department, Peru ECHO 02/04/2010 31/03/2011 450.000

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Paese Titolo Finanziatore Data inizio progetto Data fine progetto Totale progetto in

Euro

Progetti di gestione del rischio disastri

Somalia Emergency water intervention in Ceel Buur and Galhreeri District, Galgaduud Region, Central Somalia. OCHA 10/10/2008 09/01/2009 179.581

Sri Lanka Sviluppo abitativo, sociale, economico e culturale a Sangamamgramam Cooperazione Italiana 02/07/2005 01/04/2006 910.001

Paraguay Vulnerable indigenous and breeders' communities of Bolivian and Paraguayan Chaco prepared to face disasters ECHO 10/06/2009 09/09/2010 700.000

Paraguay Support to the vulnerable populations affected by the harsh and extended drought in the western region of Paraguay ECHO 24/11/2008 23/05/2009 418.000

Paraguay Support to vulnerable communities affected by drought in the Chaco region of Paraguay ECHO 14/07/2009 13/12/2009 150.000

Ecuador Organized communities of the Pacific Coast of Peru and Ecuador prepared in fornt of disasters, using common tools and exchanging experiences - PERU and ECUADOR ECHO 20/05/2009 19/08/2010 647.058

Ecuador

Innovative support tools (communication and media) and youth participation as key strategy in disaster preparedness in vulnerable municipalities on the western side of the Central Cordillera in Ecuador ECHO 15/09/2007 31/01/2009 423.529

Ecuador Strengthening capacities of response to natural hazards in weat side of cordillera central of Ecuador ECHO 15/02/2006 14/05/2007 447.058

Mozambico Support to the resettlement in AMAMBOS, Marromeu District, Sofala Province IOM 23/06/2007 10/08/2007 16.862

Paese Titolo Finanziatore Data inizio progetto Data fine progetto Totale progetto in

Euro

Progetti di assistenza alimentare

Etiopia Food aid emergency Intervention to assist vulnerable people in Ab'Ala, Berahle , Koneba and Dalaul, Woredas, Zone 2 Afar Regional State, Ethiopia Unione Europea 01/01/2006 31/08/2007 964.551

Malawi MLW PRRO 105860 Food for Asset WFP 01/01/2008 30/06/2008 85.848

Malawi MLW PRRO 105860 Food for Asset WFP 01/01/2009 30/06/2009 99.612

Malawi

WFP - JEFAP III Kaluluma - Chulu - Chisikwa Agriculture Recovery Project (Kasungu District) - III FASE WFP 01/07/2005 31/05/2006 61.963

Malawi WPF - JEFAP III - PRRO 10310 Kasungu & Mzimba Districts WFP 01/06/2006 31/12/2007 45.341

Paraguay Ayudo a las victimas de los incendios que afectaron al pais a mediados del alto 2007 Ambasciata di Francia in

Paraguay 15/10/2007 15/01/2008 30.000

RDC Projet d'appui en sécurité alimentaire aux populations retournées sur l'axe Sake-Kitchanga-Nord Kivu avec l'assistance alimentaire du PAM WFP 01/03/2009 01/09/2009 149.329

Repubblica Centrafricana Emergenza alimentare in RCA ONU 03/05/2007 03/08/2007 149.947